A CURA DI MAURIZIO CARTA
Atlante La biografia progettuale di Palermo si sviluppa su un atlante eterotopico composto di differenze che non tentiamo di ricondurre a unità, ma che alimentano la complessità. Un atlante di una città aumentata che ne disvela i patrimoni, le risorse, le opportunità e ne segnala le debolezze o le criticità irrisolte.
Agenda Un’agenda per lo sviluppo sostenibile di Palermo dei prossimi venti anni è fondata sulle tracce di futuro già incise nei precedenti venti. Un’agenda con lo sguardo lungimirante di un ventennio e con la tempestività di un’azione che gli dia sostanza quotidiana.
Prototipi I prototipi di futuro possibile di Palermo sono progetti di conservazione, innovazione e trasformazione di alcune parti di città che fungono da esemplificazioni di soluzioni, da esposizione di processi, da ostensione di manifesti, da indirizzi di pratiche su cui discutere e da sperimentare.
INDICE Introduzione 11 Una biografia progettuale per Palermo Maurizio Carta
14 Linea del tempo. Diacronie e sincronie di una città aperta al mondo
PARTE I IL METODO
1 La città laboratorio 21 Palermo città aumentata in dieci mosse Maurizio Carta
26 Creando pensamus. L’alleanza
46 Palermo tra immagine e immaginazione Francesco Ferla
50 La città indifferente a sé stessa Enrico del Mercato
51 Il grande sogno Marco Romano
52 Il racconto di (almeno) due città Salvo Toscano
53 La città olocratica Michelangelo Pavia
54 Palermo Città Aperta Davide Leone
57 La città cosmopolita. Palermo arcipelago di diversità e creatività Maurizio Carta
tra didattica, ricerca e rapporto con la comunità
68 Cosmogonia Mediterranea
Maurizio Carta
70 La città come metafora
Domenico Pellegrino Davide Camarrone
PARTE II STORIE ANIMATE DI UNA BIOGRAFIA IN EVOLUZIONE
2
Meta-Palermo: una città di città
31 Storia urbanistica di Palermo Vincenzo Cabianca e Maurizio Carta
72 Al di sotto del livello di percezione? Gianfranco Marrone
74 Partire (e agire) per tornare Elena Militello
76 Ballarò Blues Francesco Bellina
83 Palermo, città delle culture Maurizio Carta
94 Palermo Panorama Mauro D’Agati
102 Palermo tra oblio e virtuosismi Sara Vattano
104 L’arte per rammendare le ferite di una città Francesco Giambrone
106 Visionari e Visioni Andrea Cusumano
108 Il Salinas per Palermo Caterina Greco
110 Le Vie dei Tesori, una sfida dal basso Laura Anello
112 Manifesta 12 Roberto Albergoni
114 Effetto Basile. Ernesto Basile
3
Atlante eterotopico di Palermo
165 Atlante eterotopico di una città aumentata Maurizio Carta
169 Palermo senziente. Città di persone e città di sensori Daniele Ronsivalle
181 Palermo collaborativa. Io sono persona Alessandra Badami
192 Una cultura diversa del fare Dario Mirri
Icona Urbana/Mondello Liberty patrimonio Unesco
194 Chi ha la capacità di capire
Danilo Maniscalco
197 Palermo intelligente.
116 Il nuovo tempo Francesco Pantaleone
119 Il primo Piano Strategico per Palermo Capitale
Donato Didonna
Fra vivibilità e sostenibilità Luca Torrisi
210 FabLab Palermo
Maurizio Carta
Marcella Pizzuto, Pierangelo Di Benedetto
130 Veduta di Palermo
213 Palermo produttiva. Futuri
da Palazzo Forcella De Seta Massimiliano Miconi
132 Appunti dal margine Sandro Scalia
140 Palermo Territorio Snodo: strategie metropolitane e politiche urbane Maurizio Carta e Annalisa Contato
142 Il metabolismo di una città:
possibili per una nuova cultura della produzione urbana Marina Mazzamuto
228 Palermo, racconto di una personale Storia Patria Tommaso Dragotto
231 Palermo creativa. Il milieu culturale per la città dinamica e innovativa Carmelo Galati Tardanico
analisi strutturale per cicli e analisi RHOL
254 La mia visione di Palermo
Maurizio Carta
256 Palermo città scuola
152 La rinascita di Palermo Santo Eduardo Di Miceli
158 Sua Altezza Palermo Pucci Scafidi
Tiziano Di Cara Giuseppe Romano
258 Cartoline da Palermo Salvatore Di Dio, Mauro Filippi, Hanna Rasper, Domenico Schillaci
261 Palermo reciclica. Scenari del riciclo per aree, infrastrutture e paesaggi a fine ciclo Barbara Lino
279 Palermo resiliente. Complessità e contraddizioni di una città mediterranea di fronte alle sfide in atto Dalila Sicomo
300 Panormus Conca Aurea Giuseppe Barbera
303 Palermo fluida. L’acqua come generatrice di urbanità Cosimo Camarda
321 Palermo reticolare. Da nodo di flussi a città metropolitana policentrica e reticolare Annalisa Contato
339 Palermo strategica. Processi di pianificazione negoziata, incrementale e adattiva Maurizio Carta
350 Simultaneità urbane. Racconti dal diario di una urbanauta Francesca Marchese
PARTE III ORIZZONTI, SFIDE E PROTOTIPI
4 Agenda Palermo 357 Agenda Palermo +20. Visione policentrica, strategie creative e azioni di rigenerazione urbana Maurizio Carta, Barbara Lino e Daniele Ronsivalle
382 Governare l’urbanistica a Palermo Maurizio Carta
392 Palermo, Giovan Battista Nolli e una pianta del verde Andrea Sciascia
394 Riconversione ecologica: la sfida urbana Aurelio Angelini
396 Palermo/Visioni/Innovazione/CittàPeriferie Francesco Miceli
La città liquida
398 Palermo, il suo entroterra e il mantello di Giorgio di Antiochia Giuseppe Lo Bocchiaro
498 Progettare la città liquida. Il Piano Regolatore Portuale di Palermo
400 Rimarginare i vuoti Sergio Troisi
5
Prototipi di luoghi di futuro
403 Cityforming: l’urbanistica
Maurizio Carta e Barbara Lino
506 Palermo, il suo porto e la volontà di dare un futuro al passato
Il nuovo rapporto con il mare come invenzione di un futuro e conferma di identità
406 Palermo laboratorio per la città
La città storica 410 Al centro storico di Palermo serve una nuova visione e un progetto di sistema Maurizio Carta
418 Palazzo Butera. Una bottega rinascimentale contemporanea, aperta alla città dialogo tra Maurizio Carta Massimo Valsecchi
426 Albergheria… Massimo Castiglia
Maurizio Carta
674 La città costruita da chi la abita Mariangela Di Gangi
676 What if Palermo... Visioni e revisioni per una città equa, plurale e inclusiva
508 Palermo oltre la pareidolia.
Maurizio Carta
Maurizio Carta
672 Poliferie, riserve di futuro
Pasqualino Monti
bricolage
della prossimità aumentata
Le poliferie
Sebastiano Provenzano
510 Ridare a Palermo il suo mare Cristina Alga
512 Ago e filo Giuseppe Vajana
514 La città della salute Daniele Giliberti
517 Prototipi per la città liquida Barbara Lino
519 527 539 555 567 581
428 Palermo visioni
Porto Sant’Erasmo e foce dell’Oreto
Mauro Filippi
678 Palermo visione Fra Mauro
683 Prototipi di poliferie Annalisa Contato
685 695 705 715 721 727 735 743 749
i miei piedi Claudio Arestivo
Arenella e Acquasanta
435 Prototipi per la città storica Carmelo Galati Tardanico
441 Cala e Castello a Mare 449 Mercati 457 Itinerario WHL “Palermo arabonormanna”
463 Kalsa 477 Sant’Agostino, Palazzo Riso, Ballarò 487 Albergheria
San Giovanni Apostolo e Cruillas Danisinni e Cappucini Borgo Ulivia, Falsomiele e Bonagia Brancaccio e Maredolce Borgo Vecchio
processi di metropolizzazione del sistema Monreale-AltofontePalermo Maurizio Carta e Daniele Ronsivalle
766 Palermo, Città Tutto Orto Angelica Agnello
urbanistiche attorno all’area di Villa Deliella
769 Prototipi di paesaggi
Maurizio Carta
771 781 785 795 801
600 Noi città. Come le organizzazioni di comunità generano cambiamento Filippo Pistoia
603 Prototipi di nuove centralità Alessandra Badami
605 617 627 639 643 661
Borgo Nuovo
760 Riqualificazione ambientale e
Romagnolo, Settecannoli, Bandita e Acqua dei Corsari
598 Il museo-città. Riflessioni
Marco Giammona
Uditore-Passo di Rigano
I paesaggi
Mondello e Addaura
Le nuove centralità
432 Visione e futuro
Via Ugo La Malfa
Sferracavallo
Fabio Sanfratello
430 La mia terra è dove poggio
Piana dei Colli
Lolli-Notarbartolo Montalbo e Sampolo-Ortofrutticolo Fiera del Mediterraneo Cantieri Culturali alla Zisa Città universitaria Città della salute
Daniele Ronsivalle Il fiume Oreto Ciaculli Infrastrutture vegetali Pizzo Sella La Favorita
814 Biografie degli autori
10
10
Noi felici, pochi. Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino! William Shakespeare, Enrico V
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Una biografia progettuale per Palermo Maurizio Carta Palermo è stata raccontata numerose volte. La sua storia, le sue evoluzioni culturali e contorsioni urbanistiche sono state oggetto della passione e competenza di autorevoli studiosi. Nulla delle sue antiche o più recenti storie è sfuggita alla lente critica dei narratori e degli studiosi e nessuna futura opportunità di sviluppo è stata nascosta dai numerosi progettisti che l’hanno immaginata o trasformata. Eppure, qualcosa manca, una figura di indagine ibrida tra retaggio e innovazione, tra memoria e futuro, tra identità e progetto. Serve una “biografia progettuale”, un racconto di avvenimenti con lo sguardo verso l’orizzonte del futuro e una proposta di progetti alimentati dalle sensibilità della storia, della memoria e delle identità plurali e profonde della città. Soprattutto serve una biografia delle trasformazioni urbanistiche – o delle occasioni perse e dei problemi irrisolti – dei primi venti anni del XXI secolo (meno raccontati di altri, se non per cronache frammentarie, e spesso figlie di una forsennata partigianeria) e una conseguente proposta progettuale che guardi almeno ai prossimi venti (orizzonte necessario per alcune rivoluzioni che la città e la comunità pretendono). Una biografia progettuale di Palermo che sia il campo d’azione dei futuredesigner, cioè di coloro, io tra questi, che non si accontentano di prevedere o attendere il futuro, ma lo progettano attivando un diverso presente, fondato sulla sintesi di eredità e creatività. Questo è l’intento del libro che ho curato con il contributo dei colleghi e giovani studiosi della mia scuola urbanistica dell’Università di Palermo e con testi e immagini di alcuni protagonisti che negli ultimi vent’anni hanno raccontato la città, o che, attraverso un occhio fotografico sensibile all’invisibile, ne hanno fatto emergere immagini inedite, archeologie del palinsesto o epifanie di futuro, o che, attraverso un’azione militante, coraggiosa, testarda, l’hanno direttamente trasformata, migliorata, rigenerata, aperta, connessa, intervenendo su luoghi, condizioni, posture che molti ritenevano impossibili da risolvere. Una biografia progettuale 20+20, cioè un libro che racconta gli ultimi venti anni di Palermo attraverso il filtro della mia attività di didattica, ricerca e azione (anche di amministrazione pubblica e universitaria) e dell’attività di molti compagni di strada e che traguarda la città dei prossimi anni proponendo scenari di futuro, strategie di sviluppo e progetti di rigenerazione, riqualificazione, recupero e nuove funzioni che possano portare Palermo verso il 2040. I venti anni appena trascorsi, infatti, hanno tracciato delle rotte che vanno esplorate meglio e consolidate, hanno aperto delle strade che vanno lastricate per essere percorse con soddisfazione e hanno avviato (talvolta completato) azioni che vanno messe in sicurezza perché non siano solo l’effetto di una temporanea euforia. Venti anni non neutri, a cavallo di due sindaci di schieramenti opposti e con poderose fazioni a supporto, di tre crisi globali (fino a quella drammatica sanitaria) che si sono aggrovigliate l’una all’altra producendo effetti nefasti sulla città. Venti anni di trasformazioni importanti non ancora completate (che disilludono molti) e di interventi necessari non avviati (che non illudono più nessuno). Venti anni di rivoluzione culturale e sociale, di estensione della partecipazione ma anche del conflitto, della risoluzione di problemi specifici ma anche di ampliamento delle diseguaglianze, di punte di eccellenza imprenditoriale ma anche di una desertificazione economica di molti quartieri, anche centrali, di attrattività internazionale ma anche di povertà insopportabile. Un libro costruito attraverso il doppio registro della biografia e del progetto, del racconto e della proposta, che ha l’ambizione di concorrere da protagonista al dibattito pubblico cittadino nell’orizzonte delle scelte per il prossimo e più lontano futuro, ma che vuole anche usare Palermo come sineddoche per discutere delle altre città medio-grandi italiane, non abbastanza metropoli, non abbastanza centrali, non abbastanza connesse, non abbastanza sicure, città sempre al limite
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Introduzione
di un declino che non avviene per una miscela di resilienza e creatività, di testardaggine della comunità e di resistenza della storia, di coraggio di alcuni amministratori e di audacia di alcuni imprenditori. Una miscela di contingenze, però, non può essere una pozione, ma per Palermo – e le altre palermo – serve una visione, un metodo, una condivisione vera e soprattutto azioni concrete che la facciano uscire da quel “non abbastanza” che ottunde e mutila il futuro, soprattutto dei giovani che la stanno abbandonando con rimpianto, e che tentano di ritornarvi con coraggio. Una biografia progettuale in quattro parti, quattro tonalità di uno spartito che dobbiamo suonare collettivamente. La prima esplicita il metodo e argomenta la cornice concettuale della città aumentata entro cui si muove il libro. La seconda racconta la storia urbanistica di Palermo come meta-città composta di città diverse che si confrontano, spesso confliggono, molte volte si ignorano e ne declina alcuni aspetti legati al cosmopolitismo della città e alla sua potente identità multiculturale. Questa parte si sviluppa con un corposo Atlante eterotopico (perché composto di differenze che non tentiamo di ricondurre a unità, ma che alimentano la complessità) che analizza e interpreta Palermo come una città aumentata (attraverso dieci categorie tematiche), che ne disvela i patrimoni, le risorse, le opportunità e ne segnala le debolezze o le criticità irrisolte. Sulle fondamenta dell’Atlante, la terza parte costruisce un potente impianto propositivo di visioni (una città di città: cosmopolita, metropolitana, policentrica, educativa, inclusiva, resiliente e produttiva), di macro strategie (la città metropolitana della qualità, la città metropolitana antifragile, la città metropolitana innovativa e la città metropolitana interconnessa) e di azioni concrete (ne abbiamo selezionate 51), che compongono l’Agenda Palermo +20 per lo sviluppo sostenibile dei prossimi venti anni, fondata sulle tracce di futuro incise nei precedenti venti. Un’agenda con lo sguardo lungo di un ventennio e con la responsabilità di un’azione quotidiana. Infine, la quarta parte propone alcuni Prototipi di futuro possibile, progetti di conservazione, innovazione e trasformazione di alcune parti di città che fungono da esemplificazioni di soluzioni, da esposizione di processi, da ostensione di manifesti, da indirizzi di pratiche su cui discutere e da sperimentare sia attraverso i processi istituzionali di pianificazione e progettazione urbanistica sia attraverso le numerose pratiche più informali che vedono protagonista il variegato tessuto cittadino di associazioni, terzo settore, meta-istituzioni, imprese sociali, etc. Sia l’atlante che i prototipi emergono, aggiornati, dalla mia attività accademica (che oggi anima l’Augmented City Lab, un centro internazionale di studi sulle città del futuro prossimo), che ha sempre interpretato la sua funzione come una “agenzia universitaria” di didattica-ricerca-azione attraverso l’elaborazione di analisi, interpretazioni e progetti urbanistici, visti sempre come strumenti critici e propositivi attraverso cui comprendere e affrontare le complesse dinamiche urbanistiche. I prototipi urbani proposti, quindi, assumono il ruolo di interfaccia tra indagine e proposta, tra lettura e scrittura, agendo come componenti rilevanti della biografia progettuale di Palermo. L’agenda e suoi prototipi si offrono, anche, come indizi e pratiche per guidare i cospicui fondi straordinari che stanno già confluendo su Palermo e quelli che arriveranno dal Next Generation EU. Fungono da cornice strategica e di coerenza generale e da pre-fattibilità per allocarli nelle azioni di maggiore impatto. Il libro, naturalmente, contiene molti tributi di gratitudine che voglio qui ricordare. Innanzitutto, i miei colleghi e assistenti universitari con cui in questi anni ho costruito un affiatato gruppo di didattica, ricerca e sperimentazione – che molti chiamano “scuola” – e con cui ho scritto questo libro: Alessandra Badami, Daniele Ronsivalle, Barbara Lino, Annalisa Contato, Carmelo Galati Tardanico, Cosimo Camarda, Luca Torrisi, Dalila Sicomo e Marina Mazzamuto. Un secondo tributo di gratitudine va ai miei studenti, laureandi e dottorandi che in questi venti anni mi hanno sempre stimolato a superare limiti e consuetudini, vitalizzando la didattica con le loro domande e desideri di conoscenza e sperimentando, prima che nella realtà della ricerca o della consulenza scientifica, alcune ipotesi di futuro per Palermo. L’atlante e i prototipi sono stati realizzati per la maggior parte con loro, forgiati dalla responsabilità di una generazione che sarà la protagonista della Palermo +20 che avrà contribuito a immaginare. Infine, il terzo tributo di gratitudine va ai compagni di strada degli ultimi venti anni, molti dei quali hanno arricchito della loro voce o della loro visione questo libro, e che mi hanno permesso di capire meglio la città, di sperimentare ipotesi di ricerca, di attuare progetti di rigenerazione e sviluppo: amministratori, imprenditori, intellettuali, cittadini attivi, mecenati, manager, artisti che hanno innovato, offerto occasioni, rigenerato spazi, proposto soluzioni, agito concretamente per una città diversa, migliore. Tutti insieme costituiscono il mio “manipolo di fratelli (e sorelle)” – per usare le parole che Shakespeare fa dire ad Enrico V nella famosa arringa di San Crispino che ho scelto per l’esergo – con cui ho combattuto molte battaglie per questa città e con cui ho tracciato traiettorie di futuro. Noi felici, pochi, ma indomiti, perché anche se forse in numero inferiore rispetto a chi in questi anni ha depredato e sfregiato la città, a chi non ha alimentato una visione, a chi non ha agito tempestivamente ed efficacemente, a chi non ha studiato abbastanza i problemi o non ha avuto l’audacia di agire per risolverli, siamo inarrestabili perché crediamo nella speranza della vittoria. Perché combattiamo la buona battaglia dalla parte giusta della storia e non temiamo le cicatrici, anzi le mostriamo con l’orgoglio di non esserci sottratti all’azione. Noi felici, pochi, ma che vogliamo diventare moltitudine, maggioranza di questa città attraverso una visione, una strategia per raggiungerla e un progetto per attuarla quotidianamente, perché un giorno, domani, fra un anno o fra venti, nessuno possa sentirsi menomato per non aver combattuto con noi per Palermo!
Una biografia progettuale per Palermo
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Schema concettuale del volume per una guida alla lettura Un libro come questo offre ai lettori diverse chiavi di lettura. Si può leggere in maniera lineare iniziando dalla metodologia, per poi indagare le mappe e i dati dell’atlante, passando per le sfide di Palermo +20 e concludendo con i prototipi di futuro possibile. Percorrendo quindi una strada concettuale che accompagna la lettura. Oppure, alcuni lettori possono essere interessati alle possibili soluzioni che proponiamo e iniziare dai luoghi specifici affrontati dai prototipi progettuali per la città storica, per la città liquida, per le nuove centralità, per le poliferie e per i paesaggi, e da questi risalire alle dieci dimensioni della città aumentata raccontate nell’atlante. Altri lettori, infine, saranno più interessati alle visioni e sfide dell’agenda Palermo +20, relative alle qualità, all’antifragilità, all’innovazione e alla interconnessione e, quindi, verificare le possibili configurazioni urbanistiche attraverso i prototipi. Insomma, un libro-ipertesto che consente ai lettori un’ampia libertà di lettura, attraversando anche diversi registri linguistici, da quelli più tecnici, a quelli più narrativi, passando da quelli militanti, per finire al potente linguaggio emozionale delle fotografie d’autore. Buona lettura.
PARTE I Saper leggere una città: fonti collettive e lettori plurali
Introduzione Metodologia: la città laboratorio
Meta-Palermo: una città di città PARTE II Storie animate di una biografia in evoluzione
Atlante eterotopico di una città aumentata
senziente, collaborativa, intelligente, produttiva, creativa, riciclica, resiliente, fluida, reticolare, strategica
Agenda Palermo 2020 +20
la città metropolitana della qualità la città metropolitana antifrafgile la città metropolitana innovativa la città metropolitana interconnessa
Senziente La città storica PARTE III Orizzonti, sfide e prototipi
Collaborativa Intelligente
La città liquida
Produttiva Creativa
Le nuove centralità
Riciclica Resiliente
Le poliferie
Fluida Reticolare
I paesaggi
Strategica
Linea del tempo Diacronie e sincronie di una città aperta al mondo Crutzen P.J., Stoermer E.F., “The Anthropocene”, Global Change Newsletter, 41 Landry C., The Creative City, Earthscan
Jeunet J.-P. , ll favoloso mondo di Amélie Miyazaki H., La città incantata
1° gennaio: l’Euro entra in circolazione
Human Genome Project e Celerala mappano il genoma umano
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disastro Concorde Viene firmata a Firenze la Convenzione Europea del Paesaggio
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Agamben G., Homo Sacer, Einaudi
prima stagione di "Lost"
Auster P., Follie di Brooklyn, Einaudi
ultima stagione della serie “Sex and the City”
Secchi B., Prima Lezione di Urbanistica, Laterza Soja E.W., Postmetropolis. Critical Studies of Cities and Regions, Blackwell
Moore M., Fahrenheit 9/11
Klein N., No Logo, Baldini e Castoldi Koohlaas R., Boeri S. et al., Mutations, Actar Koohlaas R., Delirious New York, nuova ed. it., Electa VIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
attentato al World Trade Center New York inizia l’era di Wikipedia
Toscano S., Ultimo appello, Flaccovio (inizia la saga dei Fratelli Corsaro)
Clément G., Manifeste pour le Tiers paysage, Sujet
Von Trier L., Dogville
epidemia SARS
Alajmo R., Palermo è una cipolla, Laterza Albrechts L. & Mandelbaum S.J. (eds.), The Network Society: A New Context for Planning, Routledge
De Lillo D., Cosmopolis, Einaudi Florida R., L’ascesa della nuova classe creativa, Mondadori
Nasce Youtube Uragano Katrina devasta New Orleans
Nasce Facebook Tsunami in Indonesia Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004)
Convenzione UNESCO - Protezione e Promozione della diversità delle espressioni culturali
nasce alla Kalsa la galleria di architettura e design EXPA
muore Ferruccio Barbera
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Mostra da EXPA, “Le città creative” a cura del Dipartimento Città e Territorio, M. Carta
Guglielmo Serio | Diego Cammarata commissario sindaco
Variante al P.R.G. di Palermo approvata con D. Dir. 558 e 124/DRU/02 dell'ass.to Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana. Presa d'atto del Consiglio Comunale delibera n° 7/04.
costituzione Urban Center
avvio Piano Strategico per la Città di Palermo
2000
2001
2002
2003
Programma strategico di trasformazione urbana ATI1
Piano Strategico per la Città di Palermo
2004
2005
Carta M., Next City: culture city, Meltemi Next City: Culture Cities, VIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia nasce Plan Different
Creativicity, numerozero Verso la città globale
Creativicity, numerouno Creativicity, numerodue Natura e artificio Orient Expression
componente del Consiglio Direttivo Nazionale SIU (2000-2003)
La biografia progettuale di Palermo incrocia numerose altre cronologie che si estendono lungo i venti anni di attività di didattica, ricerca e sperimentazione del mio gruppo del Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo. Per comprendere queste intersezioni culturali, scientifiche e sociali nella Linea del Tempo ho selezionato quelle che ho ritenuto più importanti, scandite dalle pubblicazioni, dalle ricerche e dagli atti di pianificazione della città, interconnettendole (in verticale) con gli eventi, la letteratura, la cinematografia che hanno interessato la città e più in generale il mondo, costituendo, spesso, uno stimolo alla riflessione scientifica e progettuale che raccontiamo. È, quindi, una cronologia intenzionale che non vuole avere pretese di esaustività, ma che offre una mappa di diacronie e sincronie, relazioni, intersezioni e occasionalità per orientarsi nel volume. (MC)
“Rinascimento urbano e città creativa. Piani strategici, urban center e nuova governance” “ITATER 2020. Le proiezioni territoriali del Quadro Strategico nazionale” “Il Corridoio meridiano come opera territoriale nello scenario di un piano strategico del Mediterraneo” “I sistemi culturali locali tra conservazione e trasformazione” “La città della cultura. politiche culturali e riqualificazione urbana tra progetto urbano e partecipazione”
pianificazione ambiente
virus
~
mostre, festival
Twitter hashtag
pianificazione amministrazione comunale
periodo
pubblicazioni (monografie e curatele)
M.C. consulente scientifico
mostre, festival
M.C. carica istituzionale
riconoscimenti
anno
fine
inizio didattica e università
Autore/Autrice/Autori, titolo, editore titolo
finanziamento
Palermo
progetti di ricerca
Frankel D., Il diavolo veste Prada Baricco A., I barbari. Saggio sulla mutazione, Feltrinelli
Coen J., Coen E., Non è un paese per vecchi
Allen W., Vicky Cristina Barcelona
Scott R., Blade Runner director's final cut
Cini M., Il supermarket di Prometeo. La scienza nell’era dell’economia della conoscenza, Codice
Landry C., The Art of City Making, Earthscan
De Botton A., Architettura e felicità, Guanda
Obama B., L'audacia della speranza, Rizzoli
Piazzese S., Trilogia di Palermo, Sellerio
Moore M., Capitalism: A Love Story Adichie C.N., TED talk The Danger of a Single Story
Weisman A., Il mondo senza di noi, Einaudi
Owen D., Green Metropolis, Why Living Smaller, Living Closer, and Driving Less are the Latouche S., Breve trattato sulla decrescita serena, Keys to Sustainability, Riverhead Books Bollati Boringhieri Gould S.J., Vrba E.S., Exaptation. Il bricolage dell’evoluzione, Bollati Boringhieri
Koolhaas R., Junkspace. Per un ripensamento radicale dello spazio urbano, Quodlibet
Cassano F., Tre modi di vedere il Sud, il Mulino
V Esposizione Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, padiglione “Palermo Città-Porto, cur. F. Albanese, R. Bruttomesso, M. Carta, I.Rota, et al.
Nolan C., Inception Bonomi A., La città che sente e che pensa, Electa Emery N., Progettare, costruire, curare, Casagrande Avellone S., Acciaio, Rizzoli Mostafavi M., Doherty G. (eds.) Ecological Urbanism, Lars Müller Publishers Zadoorian M., Il mondo delle cose, Marcos y Marcos
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Crisi economica in Europa Nasce Farm Cultural Park a Favara (AG)
Terremoto a L’Aquila
Crisi del Subprime
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Primi atomi di antimateria ottenuti al CERN
Weisman A., Il mondo senza di noi, Einaudi Rotterdam Climate initiative
e a Pvento ale ten rm ut o os i e pavr ento tec al ipa qua to a le ttiv si è am en t e
cronaca
letteratura scienza e tecnologia
ev inte ento rna zio nale e si èvento par al q tec uale ipa to
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film e documentari
eu min ropeo iste riale UN IPA e lawork iniz borashop iativ tori al pa ap ubb erta lico pre mio stru ttu re am M.C min . ca istr rica ativ a
La Linea del tempo rappresenta una lettura trasversale degli avvenimenti locali insieme a quelli della scena internazionale. L’infografica mette in relazione i percorsi di ricerca e didattica con i processi di pianificazione ed i principali eventi della cultura, dell’arte, della tutela ambientale, della cronaca, del mondo della letteratura, del cinema e della tecnologia degli utimi vent’anni.
resto del mondo
Come si legge?
prima edizione Sicilia Queer Filmfest 1° Palermo Pride rinasce Piazzetta Mediterraneo ed apre PALAB all’interno dell’Albergheria
I edizione de “Le vie dei Tesori”
I edizione Sole Luna Doc Film Festival
| Diego Cammarata sindaco
I edizione “Una Marina di libri”
Assessore al piano strategico ed al centro storico del Comune di Palermo (2009-2011)
costituzione Officina del Porto
Masterplan per il waterfront di Palermo Piano Regolatore Portuale di Palermo (P.R.P.)
2006
2007
Carta M., Creative City. Dynamics, Innovations, Actions, List
2008
2009
Badami A., Ronsivalle D. (a cura di), Città d’acqua, Aracne
2010
Carta M., Governare l’evoluzione, FrancoAngeli
Premio Giovani II edizione
Premio Giovani I edizione Creativicity, numerotre, La città che comunica
Creativicity, numeroquattro, Liquidità
ideazione e I edizione Univercittà
II edizione Univercittà
Direttore Dipartimento Città e Territorio (2007-2010)
PRIN 2005 “La città pubblica come laboratorio di progettualità” “Piani strategici per la competitività e la creatività urbana” “Città liquide. Strategie e progetti di rigenerazione dei waterfront urbani” Programma Innovativo “Porti&Stazioni” – Ministero delle Infrastrutture e Trasporti nasce CreativeCity Lab
Pro-Rettore per il decentramento universitario ed i rapporti con il territorio “Atlante Sicilia: città, territori e paesaggi. Nodi e reti per un nuovo modello di sviluppo” “I waterfront urbani come generatori di qualità: strategie e progetto urbano. Casi di studio in Sicilia”
Jonze S., Her
Eggers D., Il cerchio, Mondadori
Jarmush J., Only Lovers Left Alive
“Reimagining Capitalism”, special issue rivista della sinistra liberale americana “The Nation”
Casanova H., Hernàndez J., Public space acupuncture, Actar
Dalsgaard A., The Human Scale
Inti I., Temporiuso. Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, Altraeconomia
Adichie C.N., Dovremmo essere tutti femministi, Einaudi
Glaser E., Il trionfo della città, Bompiani
Lefebvre, Il diritto alla città, nuova ed. it. Ombre Corte
Ratti C., Open Source Architecture. Thames & Hudson
Pif, La mafia uccide solo d'estate
Bauman Z., Modernità liquida, Bompiani Ciorra P., Marini S., Re-cycle. Strategie per la casa, la città e il pianeta, Electa Nesi E., Storia della mia gente, Bompiani Sassen S., “Open-Source Urbanism”, The New City Reader, 14 Micelli S., Futuro artigiano, Marsilio Zerocalcare, La profezia dell’armadillo, BAO
Hall P., Good Cities, Better Lives, Routledge
Augé M., Futuro, Bollati Boringhieri
Rodin J., The Resilience Dividend: Being Strong in a World Where Things Go Wrong, PublicAffairs
Taleb N., Antifragile. Prosperare nel disordine, il Saggiatore
Galdo A., L’egoismo è finito. La nuova civiltà dello stare insieme, Einaudi
Barber B.R., If Mayors Ruled the World. Dysfunctional Aravena A. & Iacobelli A., Elemental: Incremental Nations, Rising Cities, Yale University Press Housing and Participatory Design Manual, Hatje Cantz Verlag Anderson C., Makers. Il ritorno dei produttori, Rizzoli Ingels B., Yes is more. Un archifumetto sull'evoluzione dell’architettura, Taschen
Luna R., Cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori, Laterza
Isaacson W., Steve Jobs, Mondadori L'acceleratore LHC permette di scoprire il bosone di Higgs
scoppio della guerra in Siria
Uragano Sandy devasta NYC
Brynjolfsson E., McAfee A., The Second Machine Age, W.W. Norton & C.
Latour B., Face à Gaïa. Huit conférences sur le Nouveau Régime Climatique, La Decouverte
Quammen D., Spillover, Adelphi
5° Rapporto International Panel on Climate Change
TAM Associati, Architetture resistenti. Per una bellezza civile e democratica, Becco Giallo
Adozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei 17 Sustainable Development Goals
“A Stronger, More Resilient New York” Plan
“Il Rione accoglie la Città” a Danisinni nasce PUSH in Piazza Sant’Anna apre uno dei primi co-working siciliani: neu [nòi] inaugura ZAC presso le ex Officine Ducrot
attentati terroristici a Parigi e in tutta la Francia
Murakami H., Kafka sulla spiaggia, Einaudi
Strage del Mediterraneo al largo di Lampedusa
apre FabLab Palermo
Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana
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Gli stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici firmano l’Accordo di Parigi il 15 novembre
Internationale Architectuur Biennale Rotterdam, “Urban by Nature”
Biennale Internazionale di Architettura di Buenos Aires
#HeForShe; #AllMenCan
Ecomuseo Mare Memoria Viva apre a Sant’Erasmo nasce Moltivolti all’interno del quartiere Albergheria si inaugura NAUTO alla Cala
inizio della Settimana delle Culture
Rockstrom J. & Klum M., Grande mondo, piccolo pianeta, Edizioni Ambiente Papa Francesco, Laudato Si’, lettera enciclica
Detroit Future City Plan
Melis A., Zombie City, D Editore epidemia MERS
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Berardi F., Detour in Detroit, Humbolldt Ismé Gimdalcha (Giancarlo De Carlo), Il Progetto Kalhesa, nuova ed. Ediz. Storia e Studi Sociali
Secchi B., La città dei ricchi e dei poveri, Laterza Epidemia da Ebola virus in Africa occidentale
Barbera G., Conca d’oro, Sellerio
Primavere arabe
Violante P., Swinging Palermo, Sellerio
Guallart V., The Self-Sufficient City: Internet has changed our lives but it hasn't changed our cities yet, Actar
Sorrentino P., La grande bellezza Ewing H., Grady R., Detropia
Unesco, Reshaping Cultural Policies. A Decade Promoting the Diversity of Cultural Expressions for Development
Anderson W., Grand Budapest Hotel
Scorsese M., Wolf of Wall Street
Luisa Latella | Leoluca Orlando commissaria sindaco
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inserimento dell’Itinerario arabo-normanno nella WHL UNESCO inizio del Festival delle Letterature Migranti I edizione Festival del Teatro Bastardo Carta di Palermo sulla Mobilità umana internazionale nascono Orto Capovolto e SOS Ballarò; BorgoVecchio Factory; si inaugura la terrazza del Teatro Massimo
II Piano Strategico Palermo 2025
2011
Premio Giovani III edizione
2012
IV edizione Univercittà
2013
2014
Lino B., Periferie in trasform-azione. Riflessioni dai “margini” delle città, Alinea
Carta M., Reimagining Urbanism, LISt Lab
V edizione Univercittà
III edizione Univercittà
2015
Carta M., Lino B. (a cura di), Urban Hyper-Metabolism, Aracne
abolizione delle Facoltà ed introduzione muore Vincenzo Cabianca, fondatore delle Scuole che coordinano i Dipartimenti della Scuola di Pianificazione di Palermo fondazione della Scuola Politecnica VI edizione Univercittà
VII edizione Univercittà
Coordinatore del Corso di Studi in Pianificazione Territoriale, Urbanistica ed Ambientale PTUA (2013-2015)
PON Smart City and Communities “i-NEXT”
Progetto Trinacrea
“RE-CYCLE ITALY. Nuovi cicli di vita per le città, i territori e i paesaggi” Unità operativa Palermo Urban Hyper-Metabolism (PRIN 2010)
nasce Smart Planning Lab
Guadagnino L., Chiamami col tuo nome Besson L., Valerian e la città dei mille pianeti Pina A., La casa de papel
Tymauer M., Citizen Jane Battle For The City
Bong Joon-ho, Parasite
Verkerk M., Wild Amsterdam
Nolan C., Tenet
Phillips T., Joker
Coccia E., Métamorphoses, Rivages
Coates T.-N., Tra me e il mondo, Codice
Criado Perez C., Invisibili, Einaudi
Harari Y.N., Homo deus, Bompiani Latour B., Tracciare la rotta. Come orientarsi in politica, Bongiorno V., City Blues: Los Angeles - Berlino - Detroit: Raffaello Cortina Moore J.W., Antropocene o Capitalocene, Ombre Corte musiche, persone, storie, EDT
Eco U., Sulle spalle dei giganti, La Nave di Teseo
Kolbert E., La sesta estinzione, Beat
Baricco A., The Game, Einaudi
Mancuso S., Plant revolution, Giunti
Mangin D., Girodo M., Mangroves urbaines: du métro à la ville, La Découverte
Markovits B., Esperimento americano, 66thand2nd Calaciura G., Borgo Vecchio, Sellerio
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Favilli E. e Cavallo F., Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori
XV Esposizione Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, Padiglione Italia “Taking Care, Progettare per il bene comune”, cur. TAM Associati
#MeToo attentati terroristici in Inghilterra, Spagna e Francia
I BIAS / Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea Sacra delle Religioni dell'Umanità
Palermo Capitale italiana dei Giovani
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Jullien F., L’identità culturale non esiste, Einaudi pandemia Covid-19 I telescopi della rete Eht fotografano un buco nero per la prima volta
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nasce Fridays For Future
Raworth K., L'economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo, Edizioni Ambiente
si avvia la consultazione per il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici in Italia
Lancio spaziale Crew Dragon
Lovelock J., Novacene: the Coming Age of Hyperintelligence, Penguin
OMA, Manifesta 12. Palermo Atlas, Humboldt Books
Piketty T., Il capitale nel XXI secolo, Bompiani
Sadik-Khan J., Streetfight: Handbook for an Urban Revolution, Penguin Lussault M., Hyper-lieux. Les nouvelles géographies de la mondialisation, Seuil
L’Inghilterra vota per la Brexit
Analogique, Platform for change. A Farm Cultural Park Guide, Lettera22
Sennet R., Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli
Magatti M., Cambio di paradigma, Feltrinelli
I rilevatori Virgo e Ligo permettono di scoprire le onde gravitazionali
Revelli M., Umano Inumano Postumano. Le sfide del presente, Einaudi
Mazzariol G., Gli squali, Einaudi
Rovelli C., Sette brevi lezioni di fisica, Adelphi
Mehta S., La vita segreta delle città, Einaudi
May P., Lockdown, Einaudi
Coccia E., La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, Il Mulino
Beck U., La metamorfosi del mondo, Laterza
Bardolle O., De la joie de vivre par temps hostiles, L’Éditeur
Mancuso S., La pianta del mondo, Laterza
XVI Esposizione Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, Padiglione Italia “Arcipelago Italia”, cur. Mario Cucinella “Detroit Syndrome”, Farm Cultural Park, cur. A. Bartoli, V. Bongiorno, M. Carta
Attentati in Sri Lanka L’Amazzonia e l’Australia bruciano insieme a molte altre foreste del pianeta III Biennale di Architettura di Pisa “Tempodacqua”, cur. Alfonso Femia XXII Triennale di Milano "Broken Nature: Design Takes on Human Survival”, cur. Paola Antonelli I Biennale delle città del mondo di Favara “Countless Cities”, cur. A. Bartoli
NextGenerationEU alloca €750miliardi per la rinascita intra e post-pandemica dell'Europa omicidio George Floyd Joe Biden presidente eletto degli Stati Uniti d’America Kamala Harris prima vicepresidente eletta degli Stati Uniti d’America
#BlackLivesMatter
Manifesta 12 “Il giardino planetario. Coltivare iscrizione nella rete European Coalition la coesistenza”, cur. Ippolito Pestellini Laparelli of Cities Against Racism (ECCAR) a 41 edizione Efebo d’oro I edizione La Via dei Librai iscrizione nel Global Network I Festival delle Filosofie I BAM / Biennale Arcipelago Mediterraneo of Learning Cities (GNLC) Unesco I edizione Piano City Palermo nasce l’Associazione del Mercato Storico di Ballarò Palermo Capitale italiana della Cultura riapre il Museo Salinas in Piazza Olivella apre al pubblico lo Stand Florio si inaugura Cre.Zi. Plus all’interno nasce Camplus Palermo in via dei Benedettini dei Cantieri Culturali alla Zisa; aprono al pubblico Teatro Garibaldi e Palazzo Butera Worshop internazionale per Villa Deliella nasce il Comitato Vucciria
L’approvazione della L.R. n. 19 del 13/08/20, “Norme per il governo del territorio” segna un punto cardine per l’urbanistica in Sicilia
| Leoluca Orlando sindaco
Schema di Massima del Piano Regolatore Generale Palermo 2025
2016
Progetto Integrato di Trasformazione Portuale
2017
2018
Carta M., Ronsivalle D. Carta M., Augmented City. (eds.) The Fluid City A paradigm shift, LISt Lab Paradigm, Springer
Carta M., Lino B., Ronsivalle D. (a cura di), Re_cyclical Urbanism, LISt Lab
2019
2020
Carta M., Futuro. Politiche per un diverso presente, Rubbettino
Schroder J., Carta M., Ferretti M., Lino B. (eds.) Dynamics of periphery. Atlas for Emerging Creative Resilient Habitats, Jovis
Presidente della Scuola Politecnica (2015-2019)
Manifesta 12 Studios
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“Territories. Rural-urban strategies” DAAD, programma di Mobilità e Formazione Internazionali ITA-GER
componente della Giunta SIU (2014-2020)
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componente del Senato Accademico UNIPA
“Dynamics of periphery”. DAAD, “Playground per architetti di comunità”, programma di Mobilità e Formazione finanziato da Fondazione con i bambini Internazionali Italia–Germania “ENSURE: European Sustainable Urbanisation trough Port Cities Regeneration” ESPON (2017-2019)
Palermo Lab @ 2nd Urban Thinkers Campus nasce Augmented City Lab
“Cosmopolitan Habitat”. DAAD, programma di Mobilità e Formazione Internazionali Italia–Germania
«Sulla base del passato / il presente prudentemente agisce / per non guastare l’azione futura» – Tiziano, Allegoria della Prudenza (1565-1570)
1. La città laboratorio
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Palermo città aumentata in dieci mosse Maurizio Carta Il salto di paradigma delle città italiane Le città non sono solo luoghi dell’abitare, ma sono potenti dispositivi creativi per attivare il diverso presente ed esplorare il futuro possibile, ma solo se consentono una vita di comunità che costruisca relazioni feconde, generi sinapsi fertili, produca nuove economie e acceleri l’innovazione. Quando invece sono luoghi frammentati di diseguaglianze, spazi del conflitto irrisolto e generatrici di marginalità, esse perdono la loro funzione co-evolutiva con l’umanità. La città, quindi, in una speciale osmosi accompagna il progresso della società solo se costituisce una perfetta interfaccia tra spazio e società, tra luogo e comunità, offrendosi come uno dei principali ambienti che nutrono l’ingegno e la creatività1 e che garantiscono diritti e benessere. Oggi, invece, troppe città italiane (mi limito a queste per le finalità specifiche del volume, ma il ragionamento potrebbe essere esteso), invece, somigliano sempre più a caotiche agglomerazioni urbane, create da inarrestabili urbanizzazioni predatorie, dal decentramento selvaggio delle funzioni centrali, generando un sentimento anti-urbano (recentemente arricchito dalla retorica dei “borghi-rifugio” contro il contagio). L’anti-città è un’infezione che erode dall’interno il patto urbano che sta alla base del nostro vivere collettivo, muovendosi pervasiva e spesso invisibile dentro i meccanismi di produzione dello spazio urbano contemporaneo, ne inquina l’identità, ne allenta le connessioni, ne logora i nodi e ne compromette il metabolismo. Una rinnovata politica nazionale e locale dello spazio urbano deve rifondarsi su una consapevole attenzione alla città dell’uomo, alla cura dei suoi spazi emozionali – e non solo di quelli funzionali – e alla rinascita del civismo politico come ingaggio tra la cittadinanza attiva e la politica. Perché la città torni a essere il teatro che mette in scena il pensiero utopico di una società migliore, un dispositivo attivatore delle idee. La città
– scriveva Henri Lefebvre – è una «mediazione tra le mediazioni», poiché costituisce un’interfaccia permanente tra le relazioni degli individui, informali e destrutturate, e quelle delle organizzazioni sociali, istituzionali e normate. Le città possono essere di nuovo i corpi vivi da cui soffia il respiro del cambiamento, soprattutto del cambiamento delle relazioni, delle visioni e delle responsabilità che servono per riattivare il futuro che vogliamo. Nelle città italiane le diseguaglianze e le marginalità stanno emergendo con sempre maggiore virulenza, scatenando vere e proprie pandemie (di cui quelle virali sono solo l’ultimo epifenomeno) che nascono dalle aree periferiche più carenti di qualità ed equità, per estendersi verso l’intero organismo urbano, minandone lo stesso statuto cooperativo che è alla base della nascita della città italiana. La risposta non può essere un generico sentimento anti-urbano, ma il governo di una più consapevole e responsabile urbanizzazione che garantisca il rispetto del diritto alla città come parte dei diritti umani, che non è solo garanzia di servizi essenziali, ma è diritto al lavoro, alla partecipazione, alla sicurezza, all’accoglienza, alla felicità, alla coesione, al benessere e alla bellezza. È diritto al futuro. Sono convinto che la cura più potente contro l’epidemia di anti-città sia riaffermare la città dei diritti connaturati all’urbano: la cooperazione tra i cittadini, l’accesso alle risorse della città e la possibilità di sperimentare una vita urbana alternativa alle logiche e ai processi ineguali di industrializzazione e di accumulazione del capitalismo estrattivo, ma anche la qualità della vita relazionale e l’opportunità di accrescere il proprio benessere in forme non egoiste. La sfida dell’urbanistica più responsabile ed innovativa, generativa e circolare, è tornare a progettare città dinamiche e non stazionarie, circolari e non dissipative, generatrici di valori e non erosive di qualità. Città che consumino meno suolo, che diminuiscano le emissioni
1. Johnson S., Where Good Ideas Come From: The Natural History of Innovation, New York, Riverhead Books, 2010. Johnson usa tre luoghi/metafora per rappresentare le forme della creatività: la barriera corallina, il web e la città. Egli ritiene che gran parte degli ambienti creativi sono, come le barriere coralline, brulicanti di diverse colonie di creatori che interagiscono tra di loro e si influenzano l’un l’altro, che cooperano e che riciclano. E gli ambienti più creativi sono quelli che creano una piattaforma per l’innovazione, che offrono il maggior numero di pezzi di ricambio, le risorse da riciclare.
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STORIE ANIMATE DI UNA BIOGRAFIA IN EVOLUZIONE | Meta-Palermo
Palermo tra immagine e immaginazione, Francesco Ferla L’iper-percezione è il tratto dominante della mia ricerca visiva. Inquadrature, scelta degli obiettivi, scelta dei punti di vista, saturazione, definizione, sfocatura, profondità di campo… tutto è funzionale al mio progetto di una percezione amplificata dello spazio visuale rappresentato. Il pensiero è che la tecnologia possa contribuire alla percezione e possa amplificare in maniera creativa la fruizione del bene monumentale. Inquadrature ardite, punti di osservazione privilegiati (scale, ingresso in aree difficili al visitatore), consentono allo spetta-
tore virtuale una coscienza che sarebbe impossibile all’occhio umano. La volta di una chiesa, scarsamente illuminata, è resa visibile dalla sensibilità digitale… un dettaglio, una vista geometricamente forzata, un cromatismo amplificato. E in questa amplificazione del messaggio visivo è il campo della creatività, dove la rappresentazione del reale è creativa visione. Ma questo progetto di estremizzazione del segnale non avviene solo in chiave progettuale, o in fase di scatto; esiste in forma massiva in forma digitale.
Non esiste confine tra post e produzione: il concept è il racconto onirico di uno spazio architettonico, come se un super grandangolo costituisse un occhio bionico, più potente. In moltissimi casi è nel contrasto tra forze opposte che si misura il concept creativo: a estreme nitidezze si associano estremi Bokeh, ad aree contrastate si associano superfici a basso livello di contrasto, di neri… a frammenti di elevatissima definizione si legano porzioni volutamente sgranate, sfibrate. Ogni contrasto alimenta una tensione di forze; bilanciamenti
di colore opposti nella stessa immagine costringono l’occhio ad una nuova attenzione. Il mio cardine creativo si basa su una consapevolezza: la percezione visiva, che ha componenti biologiche e culturali, vive una sua prima forza nella componente biologica. È quello lo scopo: colpire chiunque, al netto della consapevolezza culturale… l’arte appartiene a tutti. (in questa pagina) Oratorio di Santa Cita. (nella pagina a fianco) Abside della Cattedrale di Palermo. Chiesa della Martorana e Chiesa di San Cataldo.
Storie e sguardi di innovatori, narratori e fotografi
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STORIE ANIMATE DI UNA BIOGRAFIA IN EVOLUZIONE | Meta-Palermo
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Palermo, città delle culture Maurizio Carta «Timeia, come testimonia il suo nome, è la città della sapienza, una città in cui la conoscenza si spande dalle strade e dagli edifici e pervade i suoi abitanti che, in una continua tensione al miglioramento, la ampliano e la diffondono nella città. Non è solo una città della cultura, ma è un luogo di concentrazione e di rappresentazione della cultura delle città. Ma non capireste Timeia se non parlassi del modo che i suoi abitanti hanno trovato per accrescere la sapienza della città: essi hanno intessuto nella città una vasta rete di musei che la attraversa tutta, collegati fra loro dai fili immateriali della comunicazione e della didattica permanente e saldamente legati ai luoghi che, persa la loro qualità di produttori di risorse materiali, hanno trovato una nuova giovinezza nel produrre conoscenza e partecipazione. Questa è Timeia, la città dei musei, e giuro che esiste e non è invisibile». Queste parole, tratte da una edizione apocrifa delle Città invisibili di Italo Calvino1, hanno spesso coinvolto gli architetti e gli urbanisti più sensibili e facili alle passioni a rintracciare Timeia o, quando stanchi di cercarla, a costruirla. A costruire cioè una città della sapienza fondata su un’armatura di musei, archivi, biblioteche, centri culturali, legati tra loro; una città fondata sulle profonde fondamenta della cultura dei luoghi, il cui sviluppo, prima che ecologicamente ed economicamente, sia culturalmente sostenibile. Di questa ricerca e sperimentazione parlano queste note, rese ancora più attuali nel tempo della metamorfosi in cui la cultura reclama di essere presidio di socialità, antidoto alla crisi, diritto di cittadinanza e non costo o, peggio, primo luogo da chiudere in situazioni critiche. L’impegno verso la costruzione di uno sviluppo territoriale culturalmente sostenibile trova le sue radici nelle fondamenta stesse dell’urbanistica così come si è configurata agli inizi del XX secolo per rispondere alle nuove esigenze di una comunità sempre più urbana. La città si evolve come luogo nodale, motore
economico e culturale in cui la forza produttiva e la cultura di una comunità si sono concentrate ed hanno trovato una rappresentazione fisica: hanno prodotto un nuovo paesaggio e generato nuovi comportamenti. Ed in questa rivelazione urbana un ruolo importante è stato esplicitamente assegnato ai musei come rivelatori – oltre che conservatori – del palinsesto costituito dalle culture e dalle identità delle città: luoghi della narrazione. Scriveva Lewis Mumford che «il museo ci dà il mezzo di affrontare il passato, di avere significativi contatti con altri periodi e altri sistemi di vita, senza ridurre le nostre attività agli schemi creati dal passato. Dopo aver cominciato ad esistere quale fortuito deposito di reliquie (...) il museo ha scoperto la sua funzione specifica: quella di salvare attraverso una selezione i documenti della cultura delle città»2. Alimentati dal ruolo civico dei musei e dalla ricerca di Timeia, ormai molti anni fa un gruppo di urbanisti3 ha avviato una ricerca applicata pluriennale il cui impegno, la sfida potremmo dire, consisteva nel recuperare la “visione urbanistica” dei musei proposta da Mumford e farne oggetto di una sperimentazione per la costruzione di una rete di musei della cultura scientifica a Palermo, sfruttando sia lo straordinario patrimonio di musei e collezioni scientifiche che l’Università di Palermo possiede, sia l’occasione della redazione del nuovo Piano Regolatore Generale di Pierluigi Cervellati (1994), il quale individuava nel vasto sistema di aree dismesse un patrimonio di opportunità per la riqualificazione urbana attraverso la localizzazione di servizi culturali4. La sperimentazione di una rete museale scientifica per la città di Palermo si è poi fusa con un successivo progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea riguardante gli impatti socio-economici del recupero delle aree dismesse per funzioni culturali e creative5. Il punto di partenza della ricerca è stato l’impegno di una rigorosa verifica delle dimensioni che devono
1. Il gioco della citazione è naturalmente un omaggio a quel condensato di visioni urbane che è libro di Italo Calvino dedicato alle città invisibili. 2. Mumford L., The Culture of Cities, New York, Harcourt Brace & Co., 1938 (trad. it.: La cultura delle città, Milano, Comunità, 1953). 3. Il gruppo di ricerca originario, costituito nel 1992, era diretto da Vincenzo Cabianca e composto da Alessandra Badami, Maurizio Carta e Maria Clara Ruggieri, e faceva parte di una ricerca nazionale sui musei coordinata con passione e bravura dal compianto Fredi Drugman del Politecnico di Milano e successivamente da Luca Basso Peressut. Il gruppo di ricerca è ancora attivo ed è diretto da chi scrive, e negli anni più recenti si sono aggiunti Daniele Ronsivalle, Barbara Lino e Annalisa Contato. 4. Come spesso accade le vicende della pianificazione urbanistica non sempre rispondono alle attese che attorno ad esse si coagulano e a slanci di “passione urbanistica” si alternano periodi di rallentamento dell’azione pianificatoria. Così è accaduto al PRG di Palermo adottato nel 1995, il cui iter di approvazione (conclusosi con una sostanziale variazione dello spirito del piano nel 2002) ha prodotto alcune sostanziali modifiche allo spirito delle “aree risorsa”, sterilizzandone il ruolo di cardini della riqualificazione e dello sviluppo. Successivamente con l’articolazione della città in ATI e l’individuazione di alcune aree di trasformazione si è ripreso un cammino di disegno strategico della città (come racconto più avanti).
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STORIE ANIMATE DI UNA BIOGRAFIA IN EVOLUZIONE | Meta-Palermo
Palermo tra oblio e virtuosismi, Sara Vattano Tra le mille città visitate e immaginate, tra gli spazi fisici e metafisici sognati, tra i luoghi e i non luoghi presenti nei miei viaggi, ho sempre sentito un forte senso di trasmigrazione emozionale soltanto con alcune città che pedissequamente hanno colmato il mio essere; tra queste Palermo sublima la mia percezione. Visioni immaginifiche di frammenti della città di Palermo creano stratificate composizioni assemblate attraverso un processo del mio ideale del “cominciare a mutar forma”, un modus vivendi legato al senso di intendimento della mia irrealtà pensandola in maniera visiva con
intense metafore. Palermo, città segreta dentro se stessa, che spesso fatica a vedere il cielo perché sommersa dall’affannosa accumulazione cementizia ripetuta con costante andirivieni. “Disegnare” fantasie descrivendole ermeticamente attraverso punti di vista aurei e onirici, trasformando la “realtà” in quella parte posta oltre il Velo di Maya, ove le infinite parti che la compongono, gli intersecamenti di prospettive d’insieme diramate nelle mie congetture sovrapposte, vengono alterate e mutate come riflesso del mio io e del senso conoscitivo di ogni cosa che mi circoscrive. Così Palermo,
città erudita, sacra e profana, città d’arte, di meraviglie nascoste, di armonia tra acqua, cielo e terra, possiede parsimoniosamente combinazioni perfette tra passato e presente, incarna e modella ininterrottamente il mio archetipo su di essa. Città concatenata da ponti di sfumature dalla variazione cromatica, perfetta morphosis geometrica di oggetti, di piani preposti ed eccezione estetica, del senso voluttuoso che la definisce nella sua completezza di città ricca di eccessivo dinamismo. Palermo, aristocratica utopia urbana e tenace rêverie trasformata da ricordi vissuti ad antichi desideri
da rivivere con indolente lussuria, riesce incessantemente a far perdere l’orientamento seguendo il ritmo costante del ticchettio degli orologi del suo tempo, nella sua straordinaria ciclicità, senza tempo.
(in questa pagina e nella pagina a fianco) Collage delle visioni immaginifiche della città di Palermo.
Storie e sguardi di innovatori, narratori e fotografi
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STORIE ANIMATE DI UNA BIOGRAFIA IN EVOLUZIONE | Atlante eterotopico di Palermo
Luoghi di aggregazione e della socialità La città collaborativa mette a disposizione i suoi spazi pubblici per usi multipli e mutevoli nelle diverse ore del giorno. La mappatura dei modi di fruire le piazze durante il giorno o la notte, con le diverse abitudini di abitare lo spazio aperto in modo formale o informale, di modificarlo con sedute improvvisate e allestimenti temporanei, rispecchia la capacità di Palermo di essere estremamente flessibile. Non soltanto le piazze sono gli spazi di aggregazione ma anche i luoghi dello sport, al chiuso e all’aperto, i cui orari di apertura si allungano fino alle ore serali. Negli ultimi anni si è assistito ad un moltiplicarsi di strade pedonalizzate che sono presto state conquistate da attività commerciali e di ristorazione, divenendo nuove centralità attrattive e generando una nuova movida notturna, con stili e caratteri del tutto inediti. Palermo sta iniziando a sperimentare, con discreto successo, anche forme di co-working e di co-housing, accrescendo la sua componente collaborativa. Referenze: (in questa pagina e nella pagina a fianco) Laboratori coordinati di urbanistica 2, proff. Maurizio Carta, Alessandra Badami, Daniele Ronsivalle, A.A. 2019/20, studenti: Alessandra Macaluso, Erika Moscato, Ginevra Spata, Ligia Tantu, Roxana Tatarciuc.
Uso formale dello spazio pubblico Vucciria
Ballarò
Piazza Magione
Differenti modi di sedersi
Piazza Vittorio Emanuele Orlando
Orari dei luoghi dello sport
Piazza Sant’Anna
Uso informale dello spazio pubblico
Palermo collaborativa
Co-working
Giardini
Luoghi del riposo % totale dei luoghi del riposo aventi il servizio
Numero postazioni
belvedere
% totale dei giardini aventi il servizio
Orari apertura giardini recintati panchine area attrezzata giochi
0-15 utenti 16-60 utenti
panchine lettura
61-100 utenti 101-450 utenti
area ristoro/pic-nic area attrezzata animali
giochi all’aperto
area sport
zona relax
eventi organizzati
Giardino Inglese Parco Uditore Villa Trabia Parco “Fondo Badia” Parco della salute Villa Giulia Orto Botanico Giardino della Zisa
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ORIZZONTI, SFIDE E PROTOTIPI | Prototipi di luoghi di futuro
5. Prototipi di luoghi di futuro
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Cityforming: l’urbanistica bricolage Maurizio Carta L’attività dell’Augmented City Lab (evoluzione del precedente Creative City Lab) ha interpretato la sua funzione di agenzia universitaria di didattica-ricerca-azione attraverso l’elaborazione di alcuni prototipi urbani, considerati come strumento critico attraverso il quale è possibile registrare e affrontare le complesse dinamiche urbanistiche di Palermo. I prototipi urbani sviluppati fino ad oggi, alcuni dei quali presentati nelle pagine seguenti, incarnano la capacità di agire come oggetto di indagine nel contesto di una rapida trasformazione urbana (in declino o in sviluppo), in cui le implicazioni sociali, economiche ed ecologiche delle aree di trasformazione integrata favoriscono la necessità di produrre nuovi modelli per il dominio pubblico e urbano. I prototipi, che declinano e concretizzano l’Agenda Palermo +20, definita nelle pagine precedenti, non intendono cadere nella frequente trappola di essere soluzioni dall’alto, elaborate da una razionalità tecnica che non interagisce con la vitalità, i bisogni e i conflitti delle comunità locali. Sono, invece, prototipi progettuali che propongono processi adattivi e incrementali per la rigenerazione urbana, capaci di agire sui cicli di vita identitari, di lavorare sulle componenti del metabolismo urbano ancora vive, di trovare quali siano i fattori vitali da riattivare. Utilizzano i materiali di un bricolage fertile che, come in una barriera corallina, generi nuova vita da materie prime dismesse da altri cicli vitali in una circolarità creativa che produca i salti di livello necessari per produrre energia. Sono il frutto di una urbanistica-bricolage che utilizza, ricomponendoli, i materiali che provengono dalla percezione condivisa della realtà, dalle righe di codice scritte da programmatori parziali, e dall’arcipelago di spazi vissuti e percepiti in cui è immersa. L’opposizione tra urbanista-scienziato e urbanista-bricoleur è stata efficacemente descritta da Claude Lévi-Strauss: il primo ragiona a partire da un problema che merita una soluzione senza vincoli
a priori e attingendo a strumenti predefiniti, mentre il secondo è condizionato dagli elementi con cui si confronta, utilizza il sapere profondo costruito nella pratica del fare, scompone e ricompone certezze per adattarle alle esigenze della realtà1. I prototipi sono il frutto di una ricerca e sperimentazione urbanistica ventennale, militante, aperta e dialogica prodotta dalla relazione con numerosi soggetti con diverse sapienze e portatori di differenti tipi di conoscenza che, insieme a me, ai colleghi e giovani ricercatori della mia scuola urbanistica, hanno concorso ad accrescere l’efficacia e l’impatto dei progetti per Palermo. Un concreto ed efficace processo per la rigenerazione di aree urbane caratterizzate da stasi o declino, da dismissione di edifici e infrastrutture, da sottoutilizzo funzionale o da cicli in debole riattivazione (natura, mobilità, acqua, rifiuti) deve assumere un approccio che non solo rifiuti il tradizionale e ormai inefficace top-down, ma che nemmeno ceda superficialmente alle retoriche consolatorie del bottom-up. Serve un nuovo approccio incrementale, ricorsivo e flessibile, piuttosto che una strategia chiusa e simultanea. Per riattivare il dinamismo di Palermo, soprattutto nelle sue aree in declino e marginalizzazione, se vogliamo stimolare le sue capacità generative, allora dobbiamo smettere di ricorrere al tradizionale masterplan omnicomprensivo e regolativo, rigido e pressoché immutabile nel corso dell’attuazione – inefficace in luoghi che non possano godere della destinazione di ingenti risorse pubbliche o private strutturali (e non episodiche come quelle che derivano da finanziamenti straordinari). Le ambizioni di Palermo di diventare una città aumentata richiedono, invece, un approccio alimentato da sensibilità, cura e sartorialità, basato su un processo consapevolmente temporalizzato e adattivo, capace di comporre una visione complessiva attraverso l’attuazione di visioni parziali, capaci di azioni tempestive, anche temporanee,
1. Lévi-Strauss C., Il pensiero selvaggio, Milano, Il Saggiatore, 1964.
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ORIZZONTI, SFIDE E PROTOTIPI | Prototipi di luoghi di futuro
Palazzo Butera
Una bottega rinascimentale contemporanea, aperta alla città
dialogo tra Maurizio Carta e Massimo Valsecchi M.C. Caro Massimo, grazie di questo dialogo che ci permette di spiegare ancora una volta la visione e il progetto di Palazzo Butera. Hai portato a Palermo un progetto di futuro che avevi già testato con successo prima in Gran Bretagna e poi a Milano. Innanzitutto, perché Palermo? Nel 2014 cosa ti ha spinto a scegliere Palermo per il progetto di un museo delle arti e delle scienze, cosa rappresentava per te la città in quel momento? E poi, è cambiata adesso la tua percezione della città? La abiti ormai da molti anni e, anche se fai con tua moglie una vita molto frugale, hai incrociato molte parti e fisionomie della città, hai frequentato molti personaggi e ti sei relazionato con le tante posture della città: cosa è cambiato? M.V. Sono felice di contribuire a immaginare Palermo nei prossimi venti anni. Tutto nasce alcuni anni fa. Dopo i numerosi progetti realizzati nei cinquant’anni precedenti avevo deciso che tutto quello che avevo realizzato con prestigiose istituzioni inglesi sarebbe cambiato, perché ho avuto la netta sensazione che la Gran Bretagna stesse avviandosi verso una pericolosa spirale anti-europea (la Brexit ne è stata solo
la conferma), che io, europeista convinto, non potevo tollerare. Allora ho deciso di portare le mie visioni e le mie passioni al centro dell’Europa: in Sicilia, a Palermo, centro di una visione di Europa aperta e cosmopolita che guarda a nord e a sud, ad est e a ovest e che vede il Mediterraneo come sua placenta. Dopo il Cairo e Istanbul, Palermo è il crocevia delle culture mediterranee. Palermo per me è la punta più avanzata dell’Europa verso l’Africa, il continente che nel prossimo secolo sarà il luogo di maggiore innovazione e sviluppo. Non mi bastava, andato via da Londra, avere solo una casa a Palermo, io volevo un nuovo campo di battaglia culturale. Parlando con Enrico De Cleva, Rettore dell’Università di Milano e Presidente della CRUI, mi ha convinto che il rettore Roberto Lagalla sarebbe stato il giusto interlocutore per la nuova vita del progetto. Dopo di lui ho incontrato moltissime altre persone che mi hanno confermato la bontà della scelta, il progetto e la città sono cambiati insieme in questi sei anni. M.C. E dopo il rettore hai incontrato me, allora suo delegato alle politiche culturali, e abbiamo avviato la complessa fase di adatta-
mento del progetto e di nuova visione. Proprio in questi giorni ho ripreso tutti i documenti che dal 2014 abbiamo redatto insieme e che testimoniano l’evoluzione del progetto, pur mantenendo la sua idea di fondo, legandosi anche alle nostre esperienze di sistema museale di Ateneo, alle Vie dei Tesori e a UniverCittà e adattandosi alle criticità riscontrate. Ma torniamo al Mediterraneo “fabbrica di civilizzazione”, come lo definiva Paul Valéry in uno straordinario saggio del 1931, un mare su cui si sono confrontati, fecondati e ibridati diversi modelli di società, generando esperimenti ricorsivi di democrazia. Concordo con te che Palermo sia il campo di battaglia giusto per riattivare la fabbrica di civiltà perché torni a generare buoni prodotti. È questa visione del Mediterraneo come fucina di modelli sociali e connettore di pluralismi che mi interessa discutere ed approfondire con te, perché è quella che ci fa interrogare sul futuro, costringendoci a lasciare le strade già battute per tracciare possibili accessi all’impensato. Una visione che ci coinvolge come comunità pensante, quella che richiede l’esercizio di un pensiero politico fondato su una conoscenza senza pregiudizi, su una interpretazione senza filtri obsoleti, su una cooperazione intelligente, ma soprattutto quella che impegna in maniera attiva l’Italia e il nostro Sud nella fabbrica culturale del Mediterraneo. Imponendoci di ripensarlo, imponendoci di ripensarci entro un diverso modello di sviluppo che riduca le diseguaglianze, che fluidifichi le economie, ma soprattutto che reimmagini il futuro a partire dalla cultura e dall’arte. M.V. Sono d’accordo. Per me Palazzo Butera è una metafora della città, perché io penso che debba essere l’intera città a diventare un grande laboratorio delle arti, che deve partire dalla formazione,
universitaria e non, da quell’enorme bacino di potenzialità che il quartiere della Kalsa esprime, dai talenti locali e internazionali. Vorrei ricucire quello straordinario sistema di conoscenza, ricerche, competenze e sapienze frammentate e disperse (anche dentro l’Università) per offrire loro un porto franco, un luogo dove poter entrare in connessione con facilità, senza pregiudizi, senza troppi filtri, in modo da generare nuove idee ed opere. M.C. In fondo era questa la funzione dei porti, e soprattutto degli “angiporti”: luoghi di relazioni e negoziazioni, di conflitti ma anche di convergenze, di liti ma poi di grandi amicizie. Non vorrei sembrare irrispettoso ma forse Palazzo Butera è il nuovo grande angiporto di una città che si sta prepotentemente riappropriando del suo porto, della vitale relazione con il mare, tornando a considerarlo fonte di prosperità. Palazzo Butera, infatti, è stato restaurato per essere un museo di nuova generazione aperto alla contemporaneità sia dal punto di vista culturale che fisico: fruibile da differenti utenti e attraversabile in molti modi dal mare verso la città, compreso un nuovo (speriamo prossimo) collegamento pedonale con il Complesso Monumentale dello Steri che costituisce quindi una sorta di complemento della nuova esperienza museale. Un restauro mirabile che non si è limitato alla ricomposizione del codice architettonico, ma che ha lavorato come una vera e propria archeologia del sapere, recuperando dagli interstizi della storia le diverse vite che il Palazzo ha vissuto per raccontarle come piccola enciclopedia della città. Sono stati recuperati colori, affreschi, archivi senza alcuna perversione filologica ma con un atteggiamento di rispetto per il palinsesto, anche quello vegetale, come la lunga e tortuosa radice
Storie e sguardi di innovatori, narratori e fotografi
di un albero che si era fatta strada lungo un canale di scolo delle acque, abitante naturale di un luogo trascurato dagli uomini. Un palazzo che funziona più come “motore di ricerca” per l’arte che come semplice contenitore, più generatore di connessioni e integrazioni che custode dell’ortodossia delle arti e delle scienze. M.V. Palazzo Butera è la naturale evoluzione di un progetto che avevo già realizzato con l’Università Statale di Milano. È un progetto che a seconda che sia realizzato a Milano, a Cambridge, a Oxford o a Palermo, si trasforma attingendo alla cultura locale e alle sensibilità delle città in cui si realizza. Quello che per me è importante è che non sia un progetto chiuso, tutt’altro: è vero che c’è un’idea e un progetto, ma la sua costruzione viene tagliata sul luogo, viene adattata ai cambiamenti in atto e potenziali, viene plasmata sugli spazi e sulle persone. L’idea è la stessa, il
punto di partenza è lo stesso, ma cambia l’evoluzione e, quindi, il risultato. È un progetto proteiforme che muta continuamente adattandosi ai cambiamenti. Se la sede fosse stata lo Steri avrebbe avuto alcune caratteristiche, se fossero stati i Cantieri Culturali (come previsto inizialmente) avrebbe avuto altri esiti, se fosse stato il Convento di San Francesco (che per me era uno spazio importante per la sua collocazione, per la sua storia e per la sua bellezza) o lo Spasimo avrebbe subito un’ulteriore mutazione. È un’idea testarda, nella mia mente, ma sufficientemente fluida per adattarsi ai contesti senza perdere la sua carica visionaria, la sua passione contagiosa e la sua capacità di generare un impatto positivo sulle comunità più prossime, ma anche su quelle più distanti dall’epicentro. È importante partire da spazi che ti aiutano a produrre idee e interventi che li migliorano. Naturalmente se parti da uno
spazio brutto e muto, per quanto tu possa aggiungere bellezza e funzioni, non genererai quel salto necessario. Se, invece, parti da uno spazio già potente e bello (anche se degradato) genererai una maggiore potenza creativa che sposterà molto in avanti il punto di arrivo. Ecco perché ho sempre cercato spazi ad alta carica emotiva che potessero essere i punti di innesco dell’esplosione culturale che il progetto intende attivare. M.C. Spazi che, benché problematici, abbiano una poderosa energia potenziale da trasformare in energia cinetica in grado di mobilitare la comunità verso un progetto di futuro e con essa di muovere la città verso la necessaria evoluzione. M.V. Il progetto, quindi, si muove nella volontà di contrastare questa dolorosa mancanza di futuro che attanaglia Palermo, la Sicilia, l’Italia forse. Come se
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tutto fosse schiacciato sul presente, fosse limitato all’istante, c’è troppa fiducia sulle capacità risolutive della tecnologia. La mia convinzione, invece, è che attingendo alla storia, alla cultura e usando l’arte, la ricerca e l’educazione come catalizzatori si può riattivare una linea del tempo che parte dai primordi dell’evoluzione umana e che si protende nel futuro, dispiegando tutto il suo fascino carico di memoria e pregno di progresso. Penso che dobbiamo riappropriarci della capacità di pensare in termini di possibilità, di potenzialità, di progresso, senza temere di usare l’immaginazione, che, per me, è la chiave d’ingresso per il futuro. E poi c’è l’arte, a discapito di tutti coloro che pensano che l’arte sia finita nel Settecento con la Rivoluzione francese. Per fortuna, invece, finché ci sarà l’umanità ci sarà arte: pittura, musica, architettura, urbanistica, o altro che inventeremo per dare forma alle nostre utopie, alle no-
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ORIZZONTI, SFIDE E PROTOTIPI | Prototipi di luoghi di futuro
17 prototipi per 6 luoghi Cala e Castello a Mare | pagg. 441 - 447 Una nuova luce per il centro storico tra cultura e innovazione Il Castello-Quartiere a mare: archeologia e spazi pubblici Mercati | pagg. 449 - 455 Nuove funzioni e maggiori porosità alla Vucciria Nuovi spazi di socialità al mercato del Capo Nuove tessiture culturali da Ballarò al Teatro Massimo Itinerario WHL “Palermo arabo-normanna” | pagg. 457 - 461 Un itinerario ecologico dell’Umanità Luoghi della conoscenza e della condivisione Kalsa | pagg.463 - 475 L’arte come dispositivo di rigenerazione urbana Densificare lo spazio pubblico Rigenerazione urbana e umana nel Piano della Marina Luoghi e funzioni per il quartiere multietnico Piano per la rigenerazione urbana, produttiva e sociale Sant’Agostino, Palazzo Riso, Ballarò | pagg. 477 - 485 Un sistema di piazze: Palazzo Riso come nuovo fulcro Connessione lineare tra gli spazi pubblici Riscoprire il sottosuolo Albergheria | pagg. 487 - 495 Recuperare i suoni del quartiere Nuove connessioni tra servizi e mercato
Mercati
Cala e Castello a Mare
Sant'Agostino, Palazzo Riso, Ballarò Kalsa Itinerario WHL “Palermo arabo-normanna” Albergheria
La città storica
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Prototipi per la città storica
La città storica è una complessa, multiforme e stratificata area nel cuore della città odierna, che si estende dal suo nucleo primitivo di fondazione fino all’antico porto della Cala. L’ideale perimetro a cui si fa riferimento per i confini della città storica sono il mare ed il Foro Italico a nord-est, le attuali via Lincoln e Corso Tukory sul versante di scirocco (sud-est), il piano del Palazzo Reale a sud-ovest e la via Cavour a nord. A questi confini corrispondevano numerose porte della città, tra le più celebri Porta Felice e Porta Nuova che connotano i punti di fuga a mare ed a monte della città, situate alle opposte estremità del Cassaro (via Vittorio Emanuele) ad est e ad ovest. L’iconica croce di strade convergente nei Quattro Canti (Piazza Villena), dedicati alle quattro Vergini protettrici della città, divide la città in quattro mandamenti: Castellammare, Tribunali, Monte di Pietà e Palazzo Reale. A ciascuno dei Mandamenti corrispondono quartieri con identità diverse fra loro per spazialità, tessuto urbano e vocazioni commerciali. Al Mandamento Tribunali apparteneva l’antico mercato arabo dei Lattarini (oggi non più esistente) il cui nome riecheggia nei suq delle città maghrebine tutt’oggi, al Mandamento Castellammare appartiene il mercato storico della Vucciria, a Palazzo Reale il vivace mercato di Ballarò ed infine al Mandamento Monte di Pietà il mercato del Capo. Nelle pagine seguenti, la città storica è stata divisa in sei ambiti progettuali tematici differenti, affini per questioni progettuali e per le realtà sociali. Il tessuto urbano storico porta ancora oggi i segni dei bombardamenti del 1943, di alcuni sventramenti post bellici mai
andati a buon fine e del terremoto del Belìce del 1968 che diede il colpo di grazia alle architetture e alle comunità del centro storico. Lo straordinario patrimonio artistico ed architettonico di cui è testimone e custode il centro storico brilla ancora di più nel contrasto con i tessuti offesi della città murata. Sette siti all’interno del centro storico (altri due sono al suo esterno) sono parte dal 2015 della World Heritage List come componenti del sito “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”, evidenza di un sincretismo tutto siciliano. La Cala ed il Castello a Mare sono l’antico porto della città ed un baluardo difensivo dalle controverse vicende. Esso fu, tra l’altro, sede del Tribunale dell’Inquisizione e residenza dei viceré spagnoli. La Kalsa e il quartiere prossimo alle antiche mura di Santa Teresa hanno un’identità autonoma e grazie a Piazza Magione, allo Spasimo, all’Oratorio dei Bianchi, e al Teatro Garibaldi (che è stato sede, tra l’altro, della Biennale d’Arte Manifesta 12) hanno rafforzato il proprio ruolo urbano. Il Foro Italico ha trovato nuova linfa vitale grazie al nuovo polo culturale di Palazzo Butera. Il Museo Riso è polo dell’arte contemporanea che fa da cerniera ad un vasto transetto che va da via del Celso e via Divisi, fino a Casa Professa e alle mura di San Giacomo. Sineddoche di tutto il centro storico, l’Albergheria e Ballarò sono cuore pulsante di una città cosmopolita. (Carmelo Galati Tardanico)
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ORIZZONTI, SFIDE E PROTOTIPI | Prototipi di luoghi di futuro
CITYFORMING PROTOCOL Colonizzazione breve termine
modifiChe sonore
27.000 mq
DI SPAZIO PUBBLICO DA RIVITALIZZARE
48.600 mc DI EDIFICI DA RICICLARE
7.700 mq
AREA MERCATO STORICO DA INCLUDERE TRA I PATRIMONI ORALI E IMMATERIALI DELL’UMANITÀ
Consolidamento medio termine
1.700 mq NUOVE PEDONALIZZAZIONI
15.300 mq ASFALTO FONOASSORBENTE
4.900 mq
DI SPAZIO PUBBLICO IN AFFIDO E IN GESTIONE
200.000 mc
7.700 mq
DI EDIFICI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA DA RENDERE ENERGETICAMENTE AUTOSUFFICIENTI
AREA DI EDIFICI CHE SI AFFACCIANO SUL MERCATO
sviluppo
lungo termine
31.400 mq DI PARCO LINEARE
7.000 mq
PAVIMENTAZIONE DI COLLEGAMENTO TRA IL PARCO, IL MERCATO E I BENI DEL PERCORSO UNESCO
900 mc DI NUOVI EDIFICI
La città storica
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ORIZZONTI, SFIDE E PROTOTIPI | Prototipi di luoghi di futuro
Progetto Integrato di Trasformazione Portuale del porto di Palermo: planivolumetrico della nuova configurazione del porto. Il layout prevede l’inserimento del terminal crociere sul molo Sammuzzo, del terminal Ro-Ro, delle aree di interfaccia e la risistemazione di tutto il Molo Trapezoidale dove, oltre a riqualificare e
rendere interamente fruibile l’area archeologica del Castello a Mare, si prevede la realizzazione di alcuni edifici a supporto della nautica da diporto con funzioni culturali e ricreative. Il progetto immagina anche la riconfigurazione dell’area attraverso specchi d’acqua che riprendano l’originale linea di battigia che lambiva il Castello.
La città liquida
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Angelica Agnello Roberto Albergoni Cristina Alga Laura Anello Aurelio Angelini Claudio Arestivo Alessandra Badami Giuseppe Barbera Francesco Bellina Vincenzo Cabianca Cosimo Camarda Davide Camarrone Maurizio Carta Massimo Castiglia Annalisa Contato Andrea Cusumano Mauro D’Agati Enrico Del Mercato Tiziano Di Cara Toti Di Dio Mariangela Di Gangi Pierangelo Di Benedetto Donato Didonna Santo Eduardo Di Miceli Tommaso Dragotto Francesco Ferla
Il pattern in copertina è una interpretazione della decorazione in opus sectile in marmo e pietre dure dell’area del trono di Ruggero II nella Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni di Palermo. Le tarsie marmoree con naturalezza interpretano i motivi a nastri intrecciati arabi, e la sinergia tra saperi diversi produce qualcosa di completamente nuovo. Allo stesso modo la Biografia Progettuale di Palermo Città Aumentata intreccia i nastri della sua storia, dei suoi protagonisti e dei suoi progetti corali per generare nuove visioni di futuro.
Mauro Filippi Fra Mauro Carmelo Galati Tardanico Francesco Giambrone Marco Giammona Daniele Giliberti Caterina Greco Davide Leone Barbara Lino Giuseppe Lo Bocchiaro Danilo Maniscalco Francesca Marchese Gianfranco Marrone Marina Mazzamuto Francesco Miceli Massimiliano Miconi Elena Militello Dario Mirri Pasqualino Monti Francesco Pantaleone Michelangelo Pavia
Filippo Pistoia Marcella Pizzuto Sebastiano Provenzano Hanna Rasper Giuseppe Romano Marco Romano Daniele Ronsivalle Fabio Sanfratello Pucci Scafidi Sandro Scalia Domenico Schillaci Andrea Sciascia Dalila Sicomo Salvo Toscano Luca Torrisi Sergio Troisi Giuseppe Vajana Massimo Valsecchi Sara Vattano
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