Indice
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Tra monadi e tessuti preesistenti Andrea Sciascia
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Il potere del disegno Chiara Baglione
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Ragioni delle opere e della rappresentazione. Note dal backstage Giovanni Comi
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Progetti
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Rho - Pantanedo
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Expo dopo Expo
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Campus Bovisa
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Scalo Farini
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Garibaldi - Repubblica
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Castello - Foro Bonaparte
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Baggio - CittĂ militare
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Darsena
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Chiesa ai Tre Ronchetti
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Effigi di Milano Giuseppe Di Benedetto
Tra monadi e tessuti preesistenti Andrea Sciascia
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Andrea Sciascia, architetto e dottore di ricerca, è professore ordinario di Composizione architettonica e urbana presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, di cui è il direttore dal novembre del 2015. Dal 2012 al 2015 è stato coordinatore del Corso di Laurea magistrale in Architettura di Palermo, dove insegna Progettazione architettonica.
Il rapporto che un progettista ha con la propria città natale è una delle prime fonti da indagare per comprendere se e in che modo alcune peculiarità dello spazio urbano, vissuto quotidianamente, trovano eco o si rispecchiano integralmente nel lavoro dello stesso architetto. Seguendo tale direzione di approfondimento, si vogliono inquadrare i progetti di Angelo Torricelli per Milano, proponendo un iniziale confronto fra due differenti affermazioni. La prima di Chiara Baglione, la seconda dello stesso Torricelli. Scrive Baglione: «D’altra parte, come abbiamo accennato, nell’opera di Torricelli ogni intervento a scala architettonica, anche di nuova edificazione, ha una ricaduta a scala urbana o territoriale, risolvendosi in un’occasione per ridefinire un luogo, per trasformare un’area»1. Nella nota di presentazione del progetto per il Campus di Bovisa, Torricelli precisa che: «Milano è, in effetti, da sempre città dalle misure contenute ma dai rapporti territoriali estesi, storicamente radicata a un sistema di itinerari che si riflette nella compresenza delle diverse scale alle quali si relazionano progetti e fatti urbani che evocano i grandi spazi, ove resta leggibile l’originario carattere di “portualità”»2. Dalle due frasi sembra scaturire, di fatto, una coincidenza fra il modo di essere di una città, Milano per l’appunto, e le qualità intrinseche delle architetture di Torricelli, in grado di tenere insieme più scale di intervento. E, senza alcuna forzatura, si può sostenere che il modo di progettare dell’uno si rispecchia nell’identità architettonica e urbana dell’altra.
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Il potere del disegno Chiara Baglione
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Chiara Baglione, laureata in Architettura all’Università Iuav di Venezia, dove ha conseguito anche il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, è ricercatrice e insegna Storia e teorie dell’architettura contemporanea presso il Politecnico di Milano. Ha pubblicato numerosi saggi in opere collettanee e articoli sull’architettura contemporanea in riviste nazionali e internazionali. È membro del comitato di redazione della rivista «Casabella».
«Architectural drawings and musical scores live a life of perfect solitude even if in a drawer or an attic. Their future is yet to come […]. The power of a drawing and its creative force does not lie merely in its use as a tool for practical purposes. It lies in the beholder’s imagination. A drawing might lodge itself in the mind and build itself to great heights within it»1. In un breve testo introduttivo al volume Never built New York – ampia rassegna di progetti non realizzati per la metropoli americana in un arco temporale che va dal 1811 agli anni dieci del 2000 – Daniel Libeskind riflette sul “paradosso del non-costruito” e propone un accostamento tra la notazione musicale e il disegno architettonico, ricordando la riscoperta, dopo un secolo, dell’opera di Johann Sebastian Bach da parte di Felix Mendelssohn. Libeskind avrebbe potuto citare a questo proposito anche la celebre composizione per pianoforte creata da Modest Musorgskij nel 1874, Quadri di un’esposizione, rimasta inedita fino al 1886, che conobbe il suo enorme successo solo a partire dal 1922, con la trascrizione per orchestra di Maurice Ravel. Proprio all’omaggio di Musorgskij all’amico architetto Viktor Hartmann, incentrato sulla relazione tra musica e rappresentazione pittorica e architettonica, si ispira il titolo della mostra dei lavori di Angelo Torricelli. Se la scelta di presentare i progetti per Milano come “quadri” è ricca di implicazioni, va sgombrato il campo da analogie e possibili rimandi che risultano fuorvianti. Non si intende riproporre l’autonomia concettuale della rap-
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Matrici e progetti di Milano Montaggio
Ragioni delle opere e della rappresentazione. Note dal backstage Giovanni Comi
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Giovanni Comi, architetto, nel 2014 ha conseguito il dottorato di ricerca in Composizione architettonica allo IUAV di Venezia e, attualmente, è titolare di assegno di ricerca presso il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano. Insegna Progettazione architettonica nel corso di Laurea magistrale in Architettura-Progettazione architettonica presso la Scuola AUIC del Politecnico di Milano.
«La forme d’une ville change plus vite, on le sait, que le cœur d’un mortel», scriveva Charles Baudelaire nei Tableaux parisiens, riferendosi agli sventramenti haussmanniani che stavano riducendo il tessuto storico di Parigi a un perenne cantiere. Fino a quel momento marginale nella sua poetica, la città diventa così argomento verso il quale rivolgere lo sguardo, tanto da spingerlo ad aggiungere questo nuovo capitolo – assente nell’edizione originale – alla versione de Les Fleurs du mal pubblicata nel 1861. La città che emerge dalle parole di Baudelaire è luogo nel quale si manifesta la modernità, luogo misterioso che rinasce ogni volta, sebbene mai completamente nuovo. Se le sue parole risuonano attuali anche in questa occasione è perché possono essere riferite a un ambiente urbano, quello milanese, teatro negli ultimi anni di profonde e radicali trasformazioni. I nove progetti di Angelo Torricelli presentati in questo libro offrono una lettura “in alternativa” – cioè scardinano una situazione consolidata – della costruzione dell’architettura della città, in quanto sono espressione della distanza che separa la realtà dalla rappresentazione delle idee: Milano è una città che continua a mutare, ad innovarsi, pur mantenendo – almeno fino a tempi recenti – un radicamento e una riconoscibilità nel carattere dei luoghi, dell’architettura e degli spazi. Pur nelle naturali differenze che derivano dalla specifica natura di ciascuna esperienza – esito dell’impegno per concorsi, mostre e workshop, compresi tra il 1991 e il 2017 – emergono analogie di metodo e un unico campo d’intervento, quella Milano più
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Progetti Rho - Pantanedo Expo dopo Expo Campus Bovisa Scalo Farini Garibaldi - Repubblica Castello - Foro Bonaparte Baggio - CittĂ militare Darsena Chiesa ai Tre Ronchetti
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Il progetto urbano Piante con le ombre, prospetto-sezione dei cluster
Il campus universitario Pianta dei piani terreni, sezione, prospettiva del crescent
Il chiosco Assonometria dal basso alla pagina precedente La nuova fontana, il podio, lo spalto Assonometrie
La scuola d’arti e mestieri Pianta dei piani tipo
Il ponte abitato Pianta, spaccato assonometrico
L’architettura della chiesa Montaggio
L’aula e il battistero Montaggio
Il vestibolo Prospettiva
Il vestibolo e l’aula liturgica Assonometria dal basso