Laboratorio sulla città lineare

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06 Collana Alleli / Events Comitato scientifico Edoardo Dotto Nicola Flora Antonella Greco Bruno Messina Stefano Munarin Giorgio Peghin I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review

ISBN 978-88-6242-295-6 Prima edizione marzo 2018 © LetteraVentidue Edizioni © Luigi Pellegrino e Vito Martelliano È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l'autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Book design: Ernesto Alberghina LetteraVentidue Edizioni Srl Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italy Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni

Con il contributo del Comune di Roccalumera

Comune di Roccalumera Città Metropolitana di Messina


LABORATORIO SULLA CITTÀ LINEARE IL CASO DI ROCCALUMERA E DELLA COSTA NORD ORIENTALE SICULA a cura di

Luigi Pellegrino e Vito Martelliano



INDICE dott. GAETANO ARGIROFFI Sindaco di Roccalumera

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L’AMMINISTRAZIONE E L’UNIVERSITÀ

prof. arch. BRUNO MESSINA Presidente della S.D.S. Architettura UniCT

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DIDATTICA E RICERCA AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ: L’ESPERIENZA DI ROCCALUMERA

arch. GIUSEPPE DELLA SCALA Tecnico amministrazione del Comune di Roccalumera

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BREVI CENNI DI UNA STRATIFICAZIONE LINEARE: ROCCALUMERA, CRITICITÀ E POTENZIALITÀ INESPRESSE

Roccalumera e il suo territorio LUIGI PELLEGRINO

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LONGITUDINALE / TRASVERSALE. REGIMARE, SOSTRUIRE

FABRIZIO FOTI

30

DALLA CITTÀ LINEARE ALLA LINEA DI SERVIZI COMUNE. IL CASO DI ROCCALUMERA E DEL TERRITORIO DELLA COSTA IONICA

CARLA SENIA

35

TECNOLOGIE DEL TEMPORANEO

Progetti per Roccalumera LUIGI PELLEGRINO

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IL PALINSESTO TERRITORIALE COME FORMA DEL PROGETTO URBANO

VITO MARTELLIANO

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LA FORMA DELL’ACQUA. LA PROGETTAZIONE NEI TERRITORI DEL RISCHIO

FABRIZIO FOTI

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RICOMINCIARE DALLA CASA

FRANCESCO CACCIATORE

70

COSTRUIRE LA PICCOLA CITTÀ


DOTT. GAETANO ARGIROFFI SINDACO DI ROCCALUMERA L’amministrazione e l’università Giunge a una prima conclusione una lodevole esperienza di collaborazione fra questo Comune e la Facoltà di Architettura di Siracusa. Un percorso virtuoso che è stato avviato nel 2010 dalla precedente Amministrazione e di cui oggi abbiamo l’immenso piacere di divulgare gli esiti, contribuendo alla relativa pubblicazione. Durante i due anni di lavoro, docenti e allievi hanno svolto un programma didattico dedicato a Roccalumera, esaminando le specifiche peculiarità del suo territorio: la struttura urbana lineare inserita fra strada e ferrovia; le fiumare; il litorale, le frazioni, elementi territoriali tutti caratteristici che sono stati analizzati e valorizzati e, quindi, riconosciuti come risorse fino a diventare materiali dei tanti progetti e in un caso, anche di relazione di tesi di laurea, e quindi esposti in una mostra presso l’Antica Filanda. È mia grande soddisfazione partecipare a questo evento, che lega Roccalumera e la sua Amministrazione all’Università, in quanto, ciò porta a una convergenza d’interessi fra il mondo accademico e il progresso di una comunità. Questa è la prova che dalla collaborazione fattiva nascono idee per il futuro, possibilità di sviluppo sostenibile anche in tempi di crisi e di mancanza di una visione ottimistica del futuro. Gli elaborati prodotti mostrano soluzioni nuove e prospettive di sviluppo urbanistico, per questo ringrazio tutti coloro i quali hanno lavorato a questo progetto, a dimostrazione che anche una piccola realtà urbana come la nostra, può ancora crescere e rinnovarsi stando al passo con i tempi difficili che stiamo vivendo. Pertanto, sono convinto che questo percorso di collaborazione avviato fra pubblica amministrazione e università deve continuare e intensificarsi in modo da coinvolgere anche altre università e istituti di ricerca al fine di creare una migliore prospettiva futura. 6 - Laboratorio sulla città lineare


PROF. ARCH. BRUNO MESSINA PRESIDENTE DELLA S.D.S. ARCHITETTURA UNICT

Didattica e ricerca al servizio della comunità: l’esperienza di Roccalumera Tra il 2010 e il 2013, grazie ad un protocollo d’intesa tra il Comune di Roccalumera e la SDS di Architettura di Siracusa, si è avviato un programma di didattica e di ricerca teso al riconoscimento di problematiche, peculiarità, risorse e potenzialità del territorio appartenente all’area metropolitana di Messina. Grazie a questa esperienza, si è potuto riflettere sui temi più cogenti del territorio di Roccalumera. Un’esperienza, quella condotta dalla nostra scuola, che ha avuto come primo esito rilevante la presentazione dei lavori della didattica in una mostra di progetti a varie scale tenutasi nell’estate del 2013, presso i locali dell’Antica Filanda di Roccalumera. La mostra condensava i lavori più significativi di alcuni dei Laboratori di Progettazione dei Corsi di Laurea in Architettura e in Scienza dell’Architettura e dell’Ingegneria Edile, riuniti in un coordinamento chiamato Laboratorio4 sulla città lineare. A tale iniziativa hanno fatto seguito anche alcuni lavori di ricerca approfonditi per mezzo delle tesi di laurea. I docenti e gli studenti coinvolti nel triennio del protocollo d’intesa hanno lavorato sia su alcuni temi generali del rapporto tra architettura, città e territorio, che sui temi peculiari di Roccalumera e di questo versante nord-orientale della Sicilia: la reciprocità tra principio insediativo e forma urbana, tra idea spaziale e idea di città, tra efficienza del progetto e suo esito formale; il rapporto tra sistema insediativo e suoli fragili a rischio di dissesto idrogeologico; il problema della permeabilità urbana tra costa ed entroterra; l’effetto “fisarmonica” del variabile regime di presenze, residenziali e turistiche, e sue ricadute sulla gestione del patrimonio edilizio abitativo della città, a mare, e dei presidi dell’entroterra, a monte; il rapporto tra insediamenti e infrastrutture di trasporto. Temi, questi, il cui interesse trae origine dalle caratteristiche proprie della città di Roccalumera e dalle tensioni dei fatti che ne hanno determinato una fisionomia odierna. Il caso di Roccalumera e della costa nord orientale sicula - 7



ROCCALUMERA E IL SUO TERRITORIO Luigi Pellegrino Fabrizio Foti Carla Senia


Sant'Alessio Siculo

Santa Teresa di Riva

Fiume d'Agrò

Furci Siculo

Torrente Savoca

Torrente Pagliara


a

Roccalumera

Torrente San Nicola

Nizza di Sicilia

Torrente Sciglio

Torrente Allume

AlĂŹ Terme

Torrente Fiumedinisi


LUIGI PELLEGRINO Longitudinale / Trasversale. Regimare, Sostruire. “Quegli che primi collocarono le Città su per i Monti, pare che lo facessino, perché è conoscessino di dovere stare in simil luoghi, molto più che altrove sicuri; ma egli vi hanno carestia de le acque: la Pianura ti presterà commodità grandissima d’acque, e di Fiumare; ma ella è coperta di Aria più grossa, onde la State vi saranno caldi stemperati, e lo Inverno freddi grandissimi: et è contro agli impeti manco gagliarda. I liti per condurre Mercantie sono molto opportuni, ma come si dice, ogni Città di Mare è troppo vaga, e troppo si diletta di cose nuove, ed eccitata, e vessata troppo continovamente dalla forza, e dal maneggio de faccendieri, va del continovo fluttuando, ed è esposta a molti pericolosi casi, e accidenti di Armate forestiere. La onde io delibero in questo modo, che ponendo tu in qual si voglia di questi luoghi, una Città, ti doverrai ingegnare, ch’ella partecipi di tutte quelle commoditati, e che ella non abbia scommodità alcuna”1.

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Il territorio di Roccalumera La lettura di una cartografia storica del territorio compreso fra Capo S. Alessio e Capo d’Alì chiarisce le regole degli insediamenti di questa porzione di mondo; agglomerati urbani allineati lungo la Statale 114 – storicamente la principale, se non unica, infrastruttura viaria –, scanditi dal susseguirsi di fiumare del bacino idrografico da questo versante dei Peloritani: S. Alessio, S. Teresa di Riva, Furci Siculo, Roccalumera, Nizza di Sicilia, Alì Terme; cui corrispondono, abbastanza sistematicamente, stanziamenti – spesso più antichi – disposti sulle prime propaggini collinari affacciate sul mare, lungo le brevi vallate scavate dalle fiumare stesse: Forza d’Agrò, Savoca, Rocchenere, Sciglio, Allume, Alì. Un sistema bilanciato, fra quelli che erano gli interessi agricoli dell’entroterra e la possibilità di commercializzarli lungo la costa. Un equilibrio destinato a perdersi quando l’agricoltura non sarebbe più stata il motore economico del territorio e avessero preso il sopravvento i flussi dettati dall’infrastrutturazione della

costa – nel frattempo dotatasi di ferrovia e autostrada –, primo fra tutti quello turistico. La lettura di una cartografia attuale chiarisce inequivocabilmente cos’è accaduto: a fronte di un sistema a monte rimasto cristallizzato – laddove non in fase di abbandono – fa riscontro una città lineare lunga circa 15 km e larga mediamente 200 m, costituita dalle sei cittadine lungo la costa ormai “saldate” in una, dove neppure le fiumare, a volte, rappresentano soluzione di continuità. Un sistema compromesso e fortemente sbilanciato longitudinalmente, che non riesce più a far tesoro della fertile connessione mare / monti – longitudinale / trasversale – che ha costituito a lungo il carattere e la forza dell’intero palinsesto territoriale. Roccalumera è rappresentativa di questo sistema ripresentando alla scala della porzione territoriale che le compete tutte le caratteristiche e le problematiche fin qui enunciate; una condizione che permette di affrontare il “Laboratorio sulla Città Lineare” di Roccalumera come sineddoche per l’intero tratto di costa.


Essa è limitata a sud dalla fiumara del torrente Pagliara, mentre a nord non ha soluzione di continuità con Nizza di Sicilia (tornato a essere comune autonomo dal 1948), con un edificato compatto profondo pochi isolati fra la spiaggia e la ferrovia che occupa un tratto di circa 3 km. Verso l’interno si distendono tre piccole valli che accolgono i torrenti di San Nicola, Sciglio – cui affluisce il San Nicola – e Allume. Sciglio e Allume danno il nome anche ai rispettivi due insediamenti collinari. Una strada – un tracciato quasi naturale – sale da Roccalumera per biforcarsi a raggiungere le due frazioni, ultimo degli elementi salienti che configurano il territorio. Longitudinale / trasversale Il rapporto longitudinale/trasversale costituisce la cifra stilistica del palinsesto territoriale per questo tratto di costa a nordest della Sicilia, e per Roccalumera nella fattispecie: pregiudica l’agire dell’uomo nell’insediamento dei suoi manufatti; allo stesso tempo, questo agire dà espressione, forma concreta alle

ragioni del palinsesto. Sono la disposizione e la giacitura dei Monti Peloritani su questo versante a stabilire il carattere inconfondibile dell’interazione longitudinale/trasversale del territorio, con la loro accentuata pendenza, il loro essere fortemente a ridosso della costa lasciando poco margine per l’insediamento e l’infrastrutturazione, l’essere profondamente ripetutamente incisi da torrenti, con un sistema a pettine perpendicolare alla costa che genera una successione di corti valli che penetrano verso l’interno. Longitudinale è inevitabilmente il verso della costa, con una forte preponderanza su quello trasversale. Gli insediamenti si adatteranno, con ripetute ravvicinate infrastrutturazioni (la strada statale, la ferrovia, l’autostrada, il lungomare) che ritaglieranno ulteriormente l’esigua striscia pianeggiante in sottili lingue: la porzione affacciata sul mare; quella “storica” sagomata sull’andamento dell’antica strada consolare – poi statale –; un “retro” della città – come accade in pressoché tutta la fascia costiera fino a Messina – a ridosso della

ferrovia; un ultimo lembo “terra di nessuno” fra la ferrovia e l’autostrada. Gli isolati saranno tendenzialmente allungati, con poche corte testate laterali a governare il ravvicinato, incombente rapporto trasversale mare/monti. Le fiumare sono longitudinali rettilinee nello scorrere, ma trovano il loro carattere nello stretto e profondo alveo delle valli che determinano. Allo stesso tempo, sono trasversali alla costa per giacitura, tagliandola perpendicolarmente. L’intersezione della doppia accentuata disposizione longitudinale di costa e fiumare viene a costituire il tema cardine di “messa in forma” di questo palinsesto territoriale, che trova nell’attuale abitato di Roccalumera questioni salienti e urgenti da affrontare. Sciglio e Allume, viceversa, sono due esempi significativi del rapporto longitudinale/trasversale che s’instaura lungo le valli. Allume s’insedia longitudinalmente lungo il margine protetto del torrente, con le strade perpendicolari a pettine e gli edifici inerpicati sulla ripida pendenza trasversale. Sciglio si dispone Il caso di Roccalumera e della costa nord orientale sicula - 29


IN QUESTE PAGINE E NELLE SUCCESSIVE Il territorio di Roccalumera, Fabrizio Foti

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Il caso di Roccalumera e della costa nord orientale sicula - 43



PROGETTI PER ROCCALUMERA Luigi Pellegrino Vito Martelliano Fabrizio Foti Francesco Cacciatore


LUIGI PELLEGRINO Il palinsesto territoriale come forma del progetto urbano Il palinsesto territoriale “... intendere l’idea di intervento non come architettura o pianificazione, ma come progetto urbano. Progetto urbano significa prendere come punto di partenza la geografia di una città data, le sue esigenze e i suoi suggerimenti e introdurre con l’architettura elementi del linguaggio per dar forma al sito. Progetto urbano significa tener presente la complessità del lavoro da compiere più che la semplificazione razionale della struttura urbana. Significa inoltre lavorare in modo induttivo, generalizzando ciò che è particolare, strategico, locale, generativo”1. Il Laboratorio di Progetto 3 ha inteso lavorare propriamente su questa in-distinzione tra architettura e pianificazione; lo ha fatto ragionando sulle idee insediative che hanno dato forma al palinsesto del territorio di Roccalumera: longitudinale/trasversale, regimare/sostruire. I progetti sono stati sistematicamente condotti su un doppio pedale combinando disegni longitudinali – planimetrie alla scala della città – con sezioni trasversali alla scala architettonica:



VITO MARTELLIANO La Forma dell’acqua. La progettazione urbanistica nei territori a rischio “Le “immagini” di cui l’acqua è il pretesto o la materia non hanno la costanza e la solidità delle “immagini” fornite dalla terra, dai cristalli, dai metalli e dalle gemme. Esse non hanno la vita vigorosa delle immagini del fuoco. Le acque non costruiscono delle vere menzogne”1. Se interpretare la costa orientale della provincia di Messina in termini città lineare è sicuramente un percorso di ricerca valido per comprendere l’urbano, per dare senso all’intero territorio abbiamo bisogno di “Decodificare” ossia «identificare i segni dello spazio fisico, estrarli dalle loro stratificazioni, ordinarli e ricomporli in sistemi che siano oggi significativi. Nel corso di questo processo è necessario “comprendere”, ma anche “immaginare” sul filo d’ipotesi immaginate plausibili: ciò è progettare»2. Il territorio di Roccalumera si presenta graffiato da impluvi naturali, solcato da letti di fiumi e fiumare, eternamente ridisegnato dal continuo infrangersi delle onde marine, inondato dalle cicliche piene delle fiumare, 60 - Laboratorio sulla città lineare


Laboratorio di Progettazione Urbana 3 - Corso di Laurea Quinquiennale - Anno Accademico 2010/2011 - Allievo: Giannone Federica Il caso di Roccalumera e della costa nord orientale sicula - 61


FABRIZIO FOTI Ricominciare dalla casa

“La planimetria viene inserita sul suo terreno; vi entra come una mano in un guanto. Il lago è a quattro metri davanti alla finestra, la strada è a quattro metri dalla porta. La superficie da curare è di trecento metri quadri e attraverso essa si acquista una vista impareggiabile e inalienabile su uno degli orizzonti più belli del mondo”. Le Corbusier, Una Piccola Casa, 1923

68 - Laboratorio sulla città lineare

Premessa Il progetto della residenza, singola o collettiva, è centrale nella formazione dell’architetto. La casa, il cui tema trova espressione in molte possibili declinazioni, è il luogo necessario della vita dell’uomo ed è un elemento primario di costruzione della città. Della città, la casa è come la tessera di un mosaico: ogni piccolo pezzo è infinitesimale. Ma è anche infinitamente necessario alla costruzione della figura completa. Il progetto della residenza, sia esso riferito alla scala domestica della casa singola, sia esso attinente alla scala dei grandi edifici di case collettive, condensa in sé innumerevoli occasioni di ricerca di rilevante pertinenza didattica (direi quasi pedagogica), che contribuiscono alla definizione, nel giovane futuro architetto, di una – seppur molto embrionale – idea di architettura. Interessante, inoltre, è constatare come anche alla scala minuta dell’oggetto architettonico e a un programma funzionale minimo possano corrispondere grandi complessità: piccole

dimore, concentrate in pochi metri cubi, alimentano l’ingegno dell’architetto e lo inducono a indagare possibili soluzioni spaziali che tendono alla radicalizzazione degli standard e del programma. Sono sempre di più le situazioni di marginalità e d’interstizialità delle nostre città che suggeriscono “trovate” progettuali in grado di interpretare ed escogitare nuove e attuali modalità di utilizzo del vuoto, con effetti moltiplicatori di configurazioni simultanee e variabili dell’ambiente abitato. D’altra parte, va anche detto che nei centri urbani, gli spazi di condivisione pubblica sono sempre più rari, o resi sempre più asfittici dall’eccessiva densità edilizia che sacrifica permeabilità, salubrità, qualità. Il vuoto, oggi, è ancora visto come occasione di conquista privata, invece che come preziosa opportunità di fare città. Come gli edifici, anche i vuoti, possono essere considerati indispensabili tessere e sfumature di un mosaico urbano. Sia il tema della residenza minima, che il tema del vuoto suggeriscono numerose interessanti declinazioni delle possibilità d’investigazione


del legame tra architettura e luogo. Da una riflessione su tali temi, proiettati in un caso urbano specifico, sono maturati i contenuti disciplinari del laboratorio di progettazione architettonica del secondo anno, dedicato alla città di Roccalumera. Il caso di Roccalumera. L’architettura è luogo delle relazioni. A tutte le scale. Nella convinzione che non vi sia forma a priori in architettura ma una sintesi formale che condensi programma, temi e specificità in un unico organismo (e che tale organismo sia interpretazione dei legami tra sito e costruzione, tra uomo e luogo), si è voluto riflettere sul progetto della residenza, quale strumento imprescindibile di organizzazione di un tessuto urbano e dei suoi ambiti della socialità, o quale elemento di riferimento di un territorio. Partendo da una lettura critica di alcune interessanti forme insediative di Roccalumera, si è cercato di focalizzare l’attenzione degli studenti sui legami tra specificità dei luoghi,

modalità di fondazione e di relazione con i principali segni del territorio. Tale lettura è stata la necessaria premessa all’esercizio del progetto architettonico e urbano. I progetti di case sperimentali temporanee, mutabili nelle loro configurazioni, reversibili a tal punto da costituire piccoli e inediti spazi pubblici, hanno condensato il momento più formativo dell’esperienza didattica. Attraverso gli esercizi progettuali, il tema delle relazioni tra tipo, forma, spazio, sito, tessuto, paesaggio, luogo, è stato esplorato e precisato dagli studenti, in alcuni specifici ambiti o atipiche e difficili situazioni sensibili della città di Roccalumera. Roccalumera è un segmento urbano di costa, parte integrante dell’estesa conurbazione tra Messina e Catania, sovrapposta a una sottile fascia costiera costretta tra il Mare Grosso e i versanti acclivi dei Peloritani. A est, lo sguardo verso il mare è enfatizzato dalla visione della Calabria che si erge all’orizzonte, come a rappresentare un’immagine riflessa del suo

opposto versante siculo; a ovest, invece, la città trova naturale coronamento negli alti e appuntiti profili dei monti, che a quell’immagine di geografia riflessa mostrano il corpo. La città è compressa tra mare e montagna e ha trovato possibilità di sviluppo nell’esiguo spazio parallelo disponibile tra la costa e le pendici dei Peloritani. Gli edifici, che si addensano disposti in lunghe file parallele alla costa, sembrano stare in punta di piedi. Alcune soluzioni di continuità interrompono questa cortina di edifici: delle fiumare solcano in profonde gole il territorio e scandiscono, trasversalmente, dei segmenti dell’estesa città lineare della costa orientale della Sicilia. Uno di questi segmenti è Roccalumera. La parte interessante di Roccalumera, su cui si è deciso di concentrare tutti gli esercizi progettuali, ha i suoi ambiti compresi nella parte di città delimitata tra la via Nazionale, a ovest, la via Litoranea a est, tra confini amministrativi della città, a sud e a nord. Una fascia urbanizzata, questa, connotata dalla presenza prevalentemente monofunzionale Il caso di Roccalumera e della costa nord orientale sicula - 69


FRANCESCO CACCIATORE Costruire la piccola città. Esperienze didattiche a confronto Circa dieci anni fa, nel programmare la didattica di un corso di Composizione architettonica e urbana del terzo anno della Facoltà di Architettura di Siracusa, decisi di focalizzare l’attenzione sui centri minori del territorio della Sicilia orientale. Questa scelta scaturiva da un’ipotesi di lavoro che intendevo verificare: assumere la dimensione della piccola città come laboratorio di idee sul tema del progetto urbano, consapevole del fatto che alcuni problemi riguardanti l’assetto e la qualità dello spazio di quell’organismo complesso che chiamiamo città, sono trasversali rispetto alla dimensione e si rintracciano sia alla scala più vasta, metropolitana, sia alla scala minuta dei piccoli centri. Il contesto urbano, in particolare, a prescindere dalla sua dimensione, è l’ambiente in cui si stabiliscono relazioni complesse a partire da un’idea costitutiva semplice: la città come luogo delle relazioni tra gli ambiti fondamentali della residenza da un lato e dello spazio e delle attrezzature pubbliche dall’altro, dimensione privata e dimensione collettiva in 76 - Laboratorio sulla città lineare


necessario equilibrio. L’alterazione di questo equilibrio è il problema intorno al quale si soffermano le esperienze didattiche di seguito descritte. Buscemi Buscemi è un piccolo centro montano insediato nel cuore dell’altopiano ibleo, un esteso massiccio calcareo che ricade nel territorio più interno delle province di Siracusa e Ragusa. La quota più alta di questo scenario non è affatto piana, ma vive di continui salti di quota, di dislivelli che alternano paesaggi di “cozzo”, aperti e convessi, a paesaggi di “cava”, concavi e chiusi. Anche le città, da quelle più grandi a quelle più piccole, seguono questa regola insediativa, scegliendo, di volta in volta, l’ambiente protetto della cava o la condizione esposta dell’altopiano. Buscemi è un luogo di cava, una città verticale in cui la principale sfida antropica è quella di costruire il suolo, guadagnando la superficie orizzontale su cui fondare nuovi edifici. Le ipertrofiche previsioni di sviluppo demografico sulle quali è stata impostata la pianificazione di qualche decennio fa hanno consegnato alla città un piano di crescita sovradimensionato e palesemente inattuabile. Generose zone di espansione residenziali raddoppiano la superficie costruita allargando il perimetro urbano sull’altopiano che sovra-

sta la cava occupata della città antica. Contemporaneamente, il centro storico subisce il progressivo processo di spopolamento tipico dei piccoli centri del meridione, dovuto all’invecchiamento della popolazione e all’emigrazione dei giovani in cerca di opportunità di lavoro. In questo modo il danno è doppio, poiché la città si ritrova, da un lato, con un patrimonio edilizio esistente da recuperare e ripopolare e, dall’altro, con una potenziale zona di espansione solo in piccola parte insediata perché non incontra la domanda di nuove abitazioni. La scarsa lungimiranza nelle previsioni di crescita e manutenzione dell’esistente determina inoltre scelte insediative discutibili e involute rispetto alle regole della tradizione. La città storica non era mai cresciuta oltre il limite superiore della cava rischiando l’occupazione del pianoro superiore, luogo brullo e inospitale, sferzato dai venti freddi di tramontana che soffiano da nord e scoraggiano qualsiasi presenza antropica. Ciò è confermato dalla linea di abitazioni che chiude il perimetro della città sul limite tra la cava e l’altopiano, un sistema di contenimento del piccolo salto di quota sommitale e un dispositivo di difesa dalle critiche condizioni climatiche più che una striscia di case a schiera. Queste presentano un doppio livello aperto sulla strada interna affacciata a sud-est e un fronte quasi

cieco a un solo livello concluso da un piccolo orto recintato, un ulteriore spazio di transizione e protezione dalla estrema condizione dell’altopiano. Anche la scelta tipologica del tessuto residenziale che avrebbe dovuto occupare l’altopiano risulta del tutto inadeguata e contraria ai principi dell’esistente. La città antica, cresciuta nella cava e da sempre alle prese con l’endemica mancanza di suolo a disposizione, aveva preferito il tipo aggregato della casa a schiera, una sorta di soluzione collettiva che non rinuncia ai vantaggi della distribuzione individuale. La scelta del piano di espansione, data la conformazione dei lotti, i vincoli e gli indici di edificabilità stabilite dalle norme di attuazione, ricade sul tipo della casa singola posizionata al centro del lotto, che rappresenta una soluzione dispendiosa e impraticabile sia per l’esagerato consumo di suolo sia per la scarsa sensibilità che dimostra nei confronti della dimensione dello spazio pubblico e dell’uso collettivo della città. Per scardinare questa logica di sistematico travisamento dei valori e delle regole insediative consolidate, i progetti per Buscemi, tutti incentrati sul tipo della residenza, rilanciano, per un verso, l’idea della città esistente come possibile luogo di stratificazione, trasformazione e riconfigurazione della città su se stessa e suggeriscono, per l’altro, un ritorno al Il caso di Roccalumera e della costa nord orientale sicula - 77



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