Spiritual A.I.

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175 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto (ICAR 17, Siracusa) Antonella Greco (ICAR 18, Roma) Emilio Faroldi (ICAR 12, Milano) Nicola Flora (ICAR 16, Napoli) Bruno Messina (ICAR 14, Siracusa) Stefano Munarin (ICAR 21, Venezia) Giorgio Peghin (ICAR 14, Cagliari)

ISBN 978-88-6242-910-8 Prima edizione Febbraio 2024 © LetteraVentidue Edizioni © Tino Grisi È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Tutte le immagini del volume sono uniche e realizzate attraverso uno strumento di intelligenza artificiale generativa (Leonardo AI, Midjourney) da prompt originali ideati ed elaborati dall’autore. Progetto grafico: Raffaello Buccheri LetteraVentidue Edizioni Srl Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa, Italia www.letteraventidue.com


Indice 06 →

Verso un’intelligenza spaziale ibrida e aumentata Introduzione — Daniele Villa

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La rappresentazione di architetture spirituali attraverso l’Intelligenza Artificiale Tino Grisi

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The representation of spiritual architectures through Artificial Intelligence English summary

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CAPPELLA URBANA

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EDIFICIO IBRIDO

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Oltre i limiti del discorso: l’intelligenza artificiale per l’immaginazione architettonica Postfazione — Francesca Leto


La rappresentazione di architetture spirituali attraverso l’Intelligenza Artificiale*

Tino Grisi

La composizione dello spazio ecclesiale1 soffre di una coazione additiva. Ci appare spesso come la sposa che affida la propria fortuna al fatto di indossare qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu e, infine, qualcosa di regalato2. La sua raffigurazione e la sua percezione continuano a essere ancorate a nozioni e pregiudizi su cui incombono glorie passate e timori attuali3.

1. Utilizzo il termine ecclesiale nel senso specificato dal Vocabolario Treccani: che si riferisce alla Chiesa in quanto comunità di fedeli (o anche talvolta alla chiesa come luogo di riunione dei fedeli) senza le connotazioni giuridica, canonica, gerarchica insite nell’aggettivo ecclesiastico, da cui pertanto vuole distinguersi per un’accentuazione di spiritualità. 2. Something old, something new. Something borrowed, something blue. And a silver sixpence in your shoe (quest’ultima parte del detto vittoriano è stata sostituita, nel tempo, dal qualcosa di regalato). * Questo testo è stato parzialmente redatto con l’ausilio del modello linguistico artificiale ChatGPT.

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3. Sulla tematica generale del progetto di chiese si veda Tino Grisi, Architettura liturgica. Un dizionario essenziale, Siracusa, LetteraVentidue, 2019.

Nelle sue Ultime conversazioni4, Benedetto XVI (1927-2022) sollevò una questione per noi di grande rilevanza: la traduzione della teologia e della fede nella lingua contemporanea. Egli afferma come questa traduzione appaia ancora molto carente, suggerendo la necessità di creare schemi di rappresentazione capaci di aiutare le persone a comprendere come oggi non sia più necessario cercare Dio in qualche posto, ossia in un luogo fisico convenzionale. Tale prospettiva solleva interrogativi cruciali sull’architettura ecclesiale e il modo in cui essa attrae e facilita la pratica religiosa, poiché la sua ricerca affannosa di apparire corretta, riflette proprio un’idea tradizionale di Dio come una presenza fisica in un luogo specifico. La socialità moderna e la comprensione teologica si sono, invece,

4. Benedetto XVI, Ultime conversazioni, a cura di Peter Seewald, Garzanti, Milano, 2016.

Tino Grisi


evolute, aprendo la strada a una concezione del divino quale presenza onnipervadente e spirituale la quale non può essere confinata in un unico spazio particolare. Paul Tillich (1886-1965) ha parlato, in questo senso, di una progressiva «irrilevanza del messaggio cristiano» nella contemporaneità, asserendo che «occorre dunque trovare una nuova espressività nel linguaggio religioso, perché non è possibile né lecito rinunciare alla situazione storica, reale, concreta in cui si vive»5. C’è, di fatto, un equivoco basilare in cui la produzione artistica e architettonica religiosa si perde, alla ricerca di una propria identità da proporre ai fedeli: pensare che esista un suo specifico carattere il quale esula dal flusso impetuoso e continuo della poetica contemporanea e perseguirlo pur a costo del ribasso continuo delle aspettative e dei risultati. L’artista e sacerdote cattolico, appena scomparso, Herbert Falken (19322023) ci dimostra, senza ipocrisie, come questo modus operandi sia ormai spuntato: «Io non faccio arte cristiana. Quanto fa dell’arte arte non è il cristiano, ma la figura. Il tema cristiano viene dipinto anche dai bambini a scuola. Quando dici arte cristiana, dici che c’è una differenza dall’arte. Se voglio dipingere la mia fede, è finita, non ho nemmeno bisogno di cominciare. Ma se sto

5. Paul Tillich, L’irrilevanza e la rilevanza del messaggio cristiano per l’umanità oggi, Queriniana, Brescia, 1998, p. 43.

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facendo qualcosa, e la mia fede risuona nel subconscio o nella riflessione temporanea, allora è la cosa giusta da fare, almeno per me». Falken descrive lucidamente il pericolo che si corre quando «noi pensiamo di sapere com’è fatta la nostra fede, in quali immagini si ritrova, mentre potremmo perdere le immagini effettivamente essenziali, perché autentiche». Come ricercatore di Dio, egli rivendica l’inadeguatezza di vedere nell’arte «solo la conferma di ciò che abbiamo concordato come vocabolario modificato di un’iconografia cristiana tradizionale»6. Questo invito inquieto e, all’apparenza, persino disarmante costituisce in realtà una spinta a considerare il lavoro compositivo per la spiritualità come sviluppo sistematico dell’immaginazione visiva. Lo strumento dell’intelligenza artificiale può allora dotarci di un carattere diverso della rappresentazione, proprio grazie a una capacità generativa continua la quale, se creativamente indirizzata, esula da riferimenti ripetuti, scontati e mal veicolati: gli stessi rivelatisi incapaci di creare consenso attorno all’idea moderna di architettura per la liturgia7. Coinvolgere 6. Stefan Kraus, Das Thema christliche Kunst ist abgehakt. Überlegungen zum Verhältnis von Ästhetik und Seelsorge, Conferenza in occasione del Mercoledì delle Ceneri degli Artisti, Accademia Cattolica di Friburgo, 1° marzo 2017. 7. V. Tino Grisi, “Partecipanti nel sacro”, in Arte Cristiana, n. 881, 2014, pp. 81-83 e “Proprietà architettoniche dell’edificio-chiesa: topogenesi e trasformazione funzionale d’ora in poi”, in Progetto Restauro, n. 76, 2018, pp. 18-22.

l’intelligenza artificiale come veicolo di conoscenza di nuove proposte spaziali per mostrare, nel nostro caso, la mutevole immagine rivelatrice di uno spazio che non è mancanza, ma sostanza esso stesso del percepito spirituale, non significa utilizzare la tecnica in quanto mezzo estemporaneo di raffigurazione, bensì quale via in grado di condurci a immaginare e comprendere la formazione dei soggetti e degli oggetti destinati ad abitare l’ambiente celebrativo, in conformità allo statuto iconico fondamentale del Cristianesimo: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt 18,20). Si tratta di applicare questa tecnologia — su cui anche nella Chiesa, come nel resto della società, è in corso un’ampia discussione — nel senso di piegarla verso lo stile orante dell’immaginazione contemplativa, propria, per esempio, del pensiero di sant’Ignazio di Loyola8, il quale supera ogni dicotomia tra inerenza e applicazione iconografica, generando visioni dinamiche e sconosciute, prodotte senza altri mezzi se non, appunto, quelli propri delle immagini astratte. Esse possiedono una doppio accento: sono presenti e chiare all’interno del tema proposto e insieme conducono lo spettatore verso un limite futuro, cosicché l’ambito conosciuto

8. Sull’immaginazione spirituale ignaziana si veda: Antonio Spadaro, “Applicare i sensi. Bombacarta e l’immaginazione spirituale”, in Prae n. 3 IV, 2001, pp. 13-25.

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€ 16,50

House of Faith. Church + Synagogue + Mosque. Tino Grisi + Leonardo AI, 2023.

La ricerca accetta la sfida della rappresentazione dello spazio architettonico ecclesiale alla luce delle teologia moderna, auspicando un’autentica innovazione. L’uso dell’Intelligenza Artificiale per generare immagini spaziali apre a una progettazione dinamica e non sostituisce, ma può arricchire, l’esperienza religiosa in architetture aperte alla meditazione e alla comunità. Le idee di Romano Guardini, Barnett Newman, Jacques Maritain influenzano tale prospettiva, dove l’I.A. crea espressioni estetiche in evoluzione, suggerendo nuove possibilità percettive. Le immagini uniscono apprendimento simbolico, innovazione urbana e apertura multiculturale, proponendo quali nuovi “tipi” spirituali la cappella urbana e l’edificio ibrido, luoghi dove poter sviluppare, ancora, la forza creativa dell’architettura ecclesiale.


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