FABRIZIO FOTI
LA VIA
DEL
Acrobat, rielaborazione da schizzo di Pablo Picasso, matita su taccuino, Parigi (2007).
DISEGNO
Copertina: Fedrigoni Woodstock betulla da 260 g/m2 Interno: Fedrigoni Woodstock betulla da 110 g/m2
ISBN 978-88-6242-197-3 Prima edizione italiana, Settembre 2016 © 2016, LetteraVentidue Edizioni © 2016, Fabrizio Foti Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Progetto grafico: Giuseppe Scirè Banchitta Illustrazioni: Fabrizio Foti LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni
INDICE
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LA RADICALE VIA DEL DISEGNO
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CARNET
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DISEGNARE
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RADICALE
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NOTE
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BIBLIOGRAFIA
Pianta della chiesa del Sacro Cuore di JoĹže PleÄ?nik, schizzo a penna su taccuino, Praga (2014).
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Nella primavera del 2014, nella sede della SDS di Architettura di Siracusa, ha luogo la presentazione di un laboratorio extra-didattico di disegno dal vero: SketchLab. Vi partecipano studenti dei cinque anni del corso di laurea magistrale di Architettura, giovani architetti, appassionati del disegno. Il corso è introdotto da Edoardo Dotto ed è tenuto da Claudio Patanè e dal sottoscritto. Il testo di questo breve saggio è un naturale approfondimento della lezione introduttiva al corso, da me tenuta nello SketchLab. In esso “riaffiorano” anche riflessioni personali in parte già maturate in alcuni saggi precedenti, pubblicati con LetteraVentidue, che qui trovano una cercata sintesi, tra cui: Il laboratorio segreto dell’Architettura, Il paesaggio nella casa, Architettura realtà del divenire, Barclay&Crousse, segnali di vita tra i due deserti e La Tercera Via (quest’ultimo pubblicato in Perù, sulla rivista Arkinka, nel n.206 di gennaio 2013).Questo piccolo volume, condensa inoltre idee, impressioni, suggestioni che accompagnano la mia vita, dagli anni di studio alla Facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma, attraverso le esperienze del dottorato di ricerca di Composizione e di docenza in Sicilia, a Siracusa, sino ad oggi. Dalla Sicilia al Perù, dalla Neapolis e gli Iblei a villa Adriana a Tivoli, dal Campo dei Miracoli di Pisa fino a Poissy, da Puruchuco e Lima a La Escondida, sulla costa desertica del Pacifico, sono molte le impronte grafiche qui raccolte, tra parole e disegni di studio. Impronte che sostengono, da tempo, il mio tentativo di compiere, quotidianamente, l’impresa ardua di comprendere il mondo dell’architettura.
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l disegno, il primario strumento tra le discipline plastiche che permette la più antica esperienza attraverso cui l’uomo esplora, conosce e interpreta la realtà in cui vive, astraendola attraverso un codice grafico. Il disegno ha un ruolo fondamentale nel lavoro dell’architetto: esso accompagna ogni momento di formazione diretta e indiretta della cultura progettuale dell’architetto, nella sua intenzione di trasformare e addomesticare la natura. Il valore utilitaristico del disegno si esprime in molte declinazioni disciplinari. Ne riconosciamo il primato di almeno quattro: 1. il disegno tecnico, con le sue regole scientifiche e le sue norme, che attiene alla rappresentazione oggettiva del progetto di architettura alle differenti scale di approfondimento, che ha il valore della trasmissibilità dei contenuti tecnici, formali e dimensionali, necessari alla realizzazione dell’opera; 2. il disegno a mano, come strumento operativo mirato all’elaborazione e alla rappresentazione di valori e contenuti concettuali, formali, costruttivi del progetto: in questa veste, il disegno assume un ruolo di indagatore che accompagna e aiuta il progettista durante tutto l’iter creativo, dall’ideazione alla realizzazione di un’opera. I disegni che rispondono a questa descrizione costituiscono il materiale per mezzo del quale si chiariscono per l’architetto i contenuti di un progetto. Nozioni di forma, costruzione, luce e spazio e della loro espressione coerente, ma anche
LA RADICALE VIA DEL DISEGNO
San Vito, Praha, schizzo a penna acquerellato con pioggia su taccuino, Praga (2014).
LA VIA DEL DISEGNO
precisazione di particolari costruttivi, modanature, arredi, trovano il progressivo approfondimento attraverso questo processo di elaborazione. La pratica del disegno a mano libera diviene, in questo caso, di immediata utilità nella definizione dei contenuti progettuali, in tutti i momenti del processo; 3. il disegno come strumento di esposizione dei contenuti progettuali o di assunti teorici, in forma diagrammatica, comunicativa e celebrativa: le immagini prodotte mediante l’ausilio dei tradizionali strumenti della produzione artistica, come nel caso del disegno a mano, liberano la visionaria attitudine dell’architetto, in un’eloquente messa in mostra del progetto. Oggi questa pratica analogica tradizionale, che sembra piuttosto desueta, è stata quasi completamente soppiantata dalla produzione digitale di modelli virtuali, di immagini renderizzate, di fotomontaggi, ecc.;
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San Vito e il Castello dal Ponte Carlo, Praha, schizzo a penna acquerellato con pioggia, Praga (2014).
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Prendere possesso dello spazio è il primo gesto di ogni cosa vivente, di uomini e animali, di piante e di nuvole, ma fondamentale manifestazione di equilibrio e durevolezza. L’occupazione dello spazio è la prima prova dell’esistenza»1. Ogni azione di trasformazione della realtà in cui l’uomo vive ha un duplice scopo: la vitale presa di “possesso dello spazio” e, di conseguenza, la ricerca di una propria, umana misura, nella ricerca di equilibri nel contrasto tra artificio e natura. Il luogo privilegiato in cui trae origine questa commisurazione dell’uomo con la realtà è l’Architettura. Partendo dalla consapevolezza che sia imprescindibile, prima di qualsiasi intenzione progettuale, la profonda comprensione dei luoghi – del contesto – ciò che ci interessa stabilire è il come. Ovvero, come si qualifica una nostra misura, una nostra forma di corrispondenza al sito: alla sua realtà materiale, ambientale, culturale. Insomma, come matura la nostra cultura del progetto, che è il presupposto fondamentale per comprendere come abitare “tra cielo e terra”. L’atto primario, che precede quella volontà di addomesticamento della realtà, coincide, inevitabilmente con la sua “osservazione-comprensione-rappresentazione”. Il progetto, di conseguenza, matura e si sostanzia come forma di rappresentazione ermeneutica del contesto. Il progetto è infatti la scrittura
Villino signorile nella campagna iblea, schizzo a penna su taccuino, Palazzolo Acreide (2014).
Siracusa sembra replicare quella caratteristica geografia costruita che ha origini arcaiche e che è declinata sovente in molti altri centri del territorio ibleo. Siracusa è una città che si è fondata ed è cresciuta, nel tempo, attraverso operazioni di sottrazione dalle profondità di materia inerte del suolo, diventata poi materia geometrizzata per dar vita alla costruzione di una realtà urbana. «A Siracusa, per la natura del substrato calcarenitico, siamo di fronte a una sorta di situazione eroica. Da una parte, nel mondo inferiore, troviamo lo spazio negativo ottenuto togliendo materia; dall’altra, nel mondo superiore, lo spazio positivo ottenuto addizionando»7. Siracusa, come le città iblee, sembra rappresentare un coronamento minerale di profili geologici disegnati dall’azione plastica della natura e dell’uomo, in cui natura naturale e natura costruita si fondono insieme in un risultato di rara unità.
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Andrea Palladio, Villa Badoer a Fratta Polesine, schizzo a penna su taccuino, Fratta Polesine (2013).
Paris 19/11/2006, MusĂŠe Quay Branly, schizzo a matita su taccuino, Parigi (2006).
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Note
1. Le Corbusier, The Ineffable Space, in: New World of Space, Reynal & Hitchcock, New York, 1948. 2. Le Corbusier, Le Fond du Sac, manoscritto del 10/02/1956, FLC U3-247, Collection Particuliére. 3. Le Corbusier, Quand les cathédrales étaient blanches, Plon, Parigi, 1937, pp. 47-48. 4. Le Corbusier, Mise ou point, ed. Forces Vives, Paris, 1968, 1a ed. it. Mise au point, a cura di Bruno Messina, LetteraVentidue Edizioni, Siracusa, 2008, p. 20. 5. Venezia Francesco, Costruire in Sicilia, op. cit. Tratto da: Cornoldi Adriano e Rapposelli Marco, Emanuele Fidone, Vincenzo Latina, Bruno Messina, ‘Restauri’ Iblei, a cura di Università Iuav di Venezia, quaderno DPA n. 3 Nuovo e Antico, Il Poligrafo, Padova, 2007, p. 7. 6. Le Corbusier, Vers une Architecture, Crés, Parigi, 1923, 1a ed. it. Verso una Architettura, a cura di Cerri Pier Luigi e Nicolin Pier Luigi, “I Marmi” 1976, Longanesi, Milano, 2004, p. 100. 7. Venezia Francesco, L’Architettura del suolo. Op. cit., in Venezia Francesco, Che cosa è l’architettura. Lezioni, conferenze, un intervento, Mondadori Electa, collana Architetti e architetture, Milano 2011, p. 33. 8. Venezia Francesco, L’edificio e la cava, 1985. Tratto da: Venezia Francesco, Scritti Brevi, Clean, Napoli, 1990, pp. 59-60. 9. Venezia Francesco, Il trasporto di un frammento, 1981. Tratto da: Venezia Francesco, Scritti Brevi, Clean, Napoli, 1990, p. 21. 10. FLC, Le Corbusier, Carnet T70, n. 1038, 15 agosto 1963. 11. Focillon Henri Joseph, Elogio della mano, Parigi, 1934. 12. Colli Lucia Martina, Le Conversazioni con le proprie immagini, Op.cit., in: Aa.Vv., Numero monografico su Le Corbusier, “Casabella”, n. 531-32, Gen-Feb 1987, p. 64. 13. Gresleri Giuliano, Le Corbusier. Viaggio in Oriente, Marsilio e Fondation Le Corbusier, Itinera architettonica, p. 54, 1984. 14. Le Corbusier, L’Atelier de la Recherche Patiente, Parigi, 1960. Cfr. Casabella n. 531-32, Gen-Feb 1987, p. 91. 15. Vedi di Croset Pierre Alain, Occhi che vedono, in: Casabella n. 531-32, gen-Feb 1987, pp. 6-7. 16. Vedi Le Corbusier, Unité, in: L’architecture d’aujourd’hui, numero speciale, Parigi, 1948.
Scorpion Cloud, schizzo a penna su taccuino, Palazzolo Acreide (2013).