Luigi Vietti e Venezia (1946-61)

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LUIGI VIETTI E VENEZIA (1946-61)

MODERNISMI E TRADIZIONI

Università Iuav di Venezia | Archivio Progetti

Coordinatrice scientifica

Serena Maffioletti

Responsabile

Riccardo Domenichini

Staff

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Anna Casagrande Zennaro

Antonella D'Aulerio

Marco Massaro

Michele Ridolfi

Teresita Scalco

Commissione di supporto scientifico all'attività del sistema bibliotecario e dell'Archivio Progetti

Fernanda De Maio

Elisa Bizzotto

Alberto Ferlenga

Serena Maffioletti

Giovanni Marras

Raimonda Riccini

Progetto grafico

Raffaello Buccheri

ISBN 978-88-6242-831-6

Prima edizione Aprile 2023

© LetteraVentidue Edizioni © Università Iuav di Venezia | Archivio Progetti

L'Archivio Progetti dell'Università Iuav di Venezia e l'autrice Giorgia Sala desiderano ringraziare il Marchese Vittorio Negrone, amico di Luigi Vietti, così come il figlio Jos Bendinelli Negrone che ha affidato la vasta documentazione dell'opera dell'architetto presente nello studio professionale di Genova.

Questo volume è esito di una borsa di ricerca finanziata dalla Fondazione Iuav di Venezia, di cui si ringrazia, in particolare, il presidente Alberto Ferlenga.

È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.

Stampato su carte FSC presso la tipografia The Factory S.r.l., Roma

LetteraVentidue Edizioni S.r.l.

Via Luigi Spagna 50 P — 96100 Siracusa

www.letteraventidue.com

LUIGI VIETTI E VENEZIA (1946-61)

MODERNISMI E TRADIZIONI

Giorgia Sala

Elementi architettonici veneziani.

Indice

Prefazione

Venezia e Luigi Vietti

Maria Bonaiti

Introduzione

L’affermazione professionale nella città lagunare

L’arrivo a Venezia

L’amicizia con la famiglia Cini

Dagli studi degli anni bellici ai primi incarichi nel settore nautico

L’attività dell’immediato secondo dopoguerra

Il riconoscimento presso una facoltosa committenza

L’invenzione della città storica

Un progetto “pittorico” per la facciata dell’Hotel Bauer

La rinascita dell’isola di San Giorgio

La ricostruzione “verosimile” del Collegio Flangini

Un possibile dialogo con la tradizione artigianale

Una villa “veneziana”

Progetti e architetture per una “Venezia moderna”

Un progetto per piazzale Roma

Un progetto di insediamento turistico a Cavallino-Treporti

La ricostruzione della «nuova “strada” veneziana»: Palazzo Rio Nuovo

Biografia

Bibliografia

Referenze fotografiche

Luigi Vietti e Venezia, oggi. Un itinerario fotografico

Luca Pilot

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L’affermazione professionale nella città lagunare

L’arrivo a Venezia

Il 22 ottobre 1946 Luigi Vietti scrive ad Arnaldo Bennati, il proprietario dell’Hotel Bauer in Campo San Moisè, per comunicare la sua intenzione di rimanere a Venezia «quasi in permanenza»1 per seguire l’incarico, appena ricevuto, di ampliamento dello stesso albergo. La lettera è una delle prime testimonianze scritte relative all’attività di Vietti nella città lagunare, che costituisce una tappa fondamentale della sua maturità professionale; offre inoltre alcuni utili dettagli per precisare il «programma [di lavoro] piuttosto movimentato» che vede Vietti, in questi anni, spostarsi tra Milano, Genova, il Lago Maggiore e Novara2. Nell’immediato dopoguerra Vietti si muove in una geografia di luoghi piuttosto articolata. L’architetto «piemontese ligurelombardo»3, costretto a lasciare nel 1943 lo studio di Genova che ha subito un bombardamento, conduce la professione inizialmente dalle case familiari di Novara e di Cannobio. Gli incarichi ricevuti durante gli anni in cui l’Italia è impegnata nel Secondo conflitto mondiale riguardano soprattutto la realizzazione di alcune ville sia nella città natale, Novara, che sul Lago Maggiore, in particolare in località come Cannobio, Baveno, Stresa e Belgirate. In aggiunta, Vietti ha all’attivo una discreta attività, solo in parte rallentata dal conflitto, nella provincia di Genova, tra Portofino e Rapallo, ma anche a Milano e a Cortina d’Ampezzo. In ambiti

1. Lettera di L. Vietti a A. Bennati, 22 ottobre 1946, CSAC, fondo Vietti.

2. Trovandosi spesso in viaggio Vietti invita Bennati a inoltrare la corrispondenza a Novara, in via Pier Lombardo 4, dove la famiglia dell’architetto avrebbe successivamente provveduto a recapitargli la missiva.

3. L. Vietti, Mirko Boccanegra, in F. Amendolagine (a cura di), Omaggio a Vietti: l’ultimo spazio scenico in villa. Gli stucchi di Mirko Boccanegra nel teatro della villa di Marocco, Catalogo della mostra, Palazzo Cappello, Venezia, 24 febbraio-18 marzo 1990, p. 21.

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Venezia (1946-61)
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1. Schizzo a volo d’uccello di Venezia. 2. Elementi architettonici veneziani.

Con il primo lavora, a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta, tra le altre, per le famiglie Cini e Nasi; con il secondo avvia all’inizio dello stesso decennio un sodalizio professionale che ha come esito numerosi incarichi, non solo legati all’ambiente veneziano78 (figg. 58-60). È un’occasione di collaborazione con Vietti la realizzazione dei decori pittorici in alcuni ambienti della villa Fürstenberg-Agnelli a Cortina d’Ampezzo (1950)79, quella degli stucchi nelle sale di rappresentanza della Fondazione Cini (1953) e del teatrino di Ira Fürstenberg nella villa Fürstenberg-Agnelli di Marocco (1955). In quest’ultima villa, tra il 1939 e il 1940, Boccanegra ha eseguito alcune raffinate decorazioni nel bagno80 ed è possibile che siano stati i committenti, amici della famiglia Cini, che lo abbiano introdotto all’architetto (fig. 61).

78. Tra questi si ricordano gli incarichi come la villa Fürstenberg a Cortina d’Ampezzo (1950), la villa Barilla a Fraore di San Pancrazio (1955-63), in provincia di Parma, il negozio, non più esistente, dell’Alemagna in piazza Duomo a Milano (1962) e la villa Zanussi a Pordenone (1962).

79. L’archivio Boccanegra conserva alcune fotografie del bagno della villa Fürstenberg datate 1947. Vietti, invece, ha sempre indicato il 1950 come data dell’incarico. Al momento, non è stato possibile verificare la cronologia.

80. Nel 1940 Edoardo Agnelli regala la villa Fürstenberg alla figlia Clara (sposata nel 1938 con il principe Tassilo Von Fürstenberg). La casa mestrina si trova a poco più di 2 km dalla villa

Venezia (1946-61)

Luigi Vietti
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e
Volpi. 58. Mirko Boccanegra al lavoro. 59. Mirko Boccanegra, schizzo preparatorio per una decorazione in stucco.

60. Schizzo di Vietti su carta copiativa con annotazione: “Boccanegra fare capitelli (campione)”, Villa Zanussi, Pordenone, 2 maggio 1966 e studio per la decorazione di un camino, Villa Zanussi, [anni sessanta].

61. Bagno di Ira Fürstenberg con decorazione della bottega Boccanegra, Villa Bella, Cortina d’Ampezzo, 1950.

77 L’invenzione
della città storica
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64. Villa a Venezia, prospettiva, 20 febbraio 1957. 66. Prospetto est verso il cortile, 20 febbraio 1957. 65. Prospetto sud, 20 febbraio 1958.
85 L’invenzione
della città storica
67. Villa a Venezia, schizzo prospettico del secondo piano, 17 dicembre 1957. 68. Studio del corrimano di una scala. 69. Particolare di una mensola della libreria, 17 luglio 1958.

Progetti e architetture per una “Venezia moderna”

Un progetto per piazzale Roma

Gli anni cinquanta costituiscono per Vietti un momento di considerevole impegno personale e professionale. Con risultati anche molto diversi, egli presta il suo lavoro alla formulazione di possibili risposte ad alcune istanze cruciali che Venezia pone, quali la definizione di una sua rinnovata immagine. Accanto a interpretazioni pittoresche e nostalgiche delle tradizioni locali, Vietti – di fama nazionale ma con esperienza nell’ambito lagunare – ha l’occasione di confrontarsi con i problemi sollevati dalla Venezia moderna, chiamata ad affrontare questioni attuali quali la diffusione dei mezzi di trasporto privati e la possibilità di ospitare le nuove sedi produttive e direzionali di importanti società. Vedremo di seguito questi progetti e il ruolo che essi svolgono nell’insieme degli interventi veneziani di Vietti.

Il 1954, oltre ad essere un anno decisivo per la rinascita dell’isola di San Giorgio Maggiore che vede l’inaugurazione del Teatro Verde, segna un momento di svolta per un altro progetto di Vietti. Si tratta di un edificio adibito ad autorimessa e uffici che, pur non affrontando direttamente il problema della sistemazione di piazzale Roma, ne costituisce un corollario, inserendosi nelle sue adiacenze, all’imbocco del ponte automobilistico translagunare, l’ex ponte Littorio. La collocazione dell’edificio interessa un punto nevralgico della città, la cui sistemazione architettonica e urbanistica era da anni oggetto di discussione da parte dell’amministrazione comunale.

Le difficoltà nel risolvere questo spazio urbano sono legate alla complessità dei problemi che presenta: il piazzale costituisce la “testa” di un ponte senza seguito che deve concentrare in sé i principali servizi automobilistici, svolgendo altresì un ruolo di mediazione tra la città insulare e la terraferma. A ciò si aggiunge la vicinanza con la stazione ferroviaria. Dopo la costruzione del ponte Littorio (1930-33), oggi ponte della Libertà,

Luigi Vietti e Venezia (1946-61) 90

il piazzale Roma è interessato da ulteriori importanti interventi che ne hanno modificato l’assetto, quali l’apertura di Rio Nuovo (1931-33)1 e la costruzione di un’autorimessa (1931-33). In tutti e tre i casi, il progettista è l’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Venezia, Eugenio Miozzi, il quale continuerà anche negli anni successivi ad interessarsi all’assetto dell’area. Sarà lui, infatti, ad interloquire in più occasioni con Vietti in merito a questioni riguardanti il progetto per uffici e autorimessa. In data 27 gennaio 1954, all’ordine del giorno del Consiglio comunale vi è la proposta progettuale di Vietti: un edificio collocato tra il Canal Grande e il piazzale Roma in un lotto compreso tra il canale di Scomenzera e la rampa discendente dal piazzale verso la fondamenta Santa Chiara. L’area è solo in piccola parte di proprietà comunale, mentre per la maggior parte è della ditta triestina di spedizioni Francesco Parisi. In occasione della presentazione al Comune del progetto l’architetto consegna, oltre ai disegni tecnici della soluzione di massima, una versione aggiornata di un elaborato redatto da Miozzi nel 1942 che riguarda la sistemazione “definitiva” del piazzale Roma (fig. 77). Lo stesso Miozzi, infatti, aveva già considerato l’ipotesi di mettere in discussione l’area di pertinenza dei magazzini Parisi proponendone uno studio volumetrico. Chiamando direttamente in causa l’autore del precedente progetto, Vietti spera di riscuoterne i favori e ricevere l’autorizzazione al completamento di una parte del ridisegno urbano da questi proposto, introducendo nuove attrezzature per rispondere ai problemi che riguardano la città, aggravati dalla maggiore diffusione dei mezzi di trasporto privato.

77. Planimetria della sistemazione definitiva del piazzale Roma proposta da Eugenio Miozzi nel 1942, integrata da Luigi Vietti con l’inserimento del suo progetto di palazzo per uffici e autorimessa Parisi, 20 gennaio 1954.

91 Progetti
e architetture per una “Venezia moderna”
1. Rio Nuovo è un tratto di canale, scavato negli anni trenta, che rende possibile un collegamento più veloce con San Marco, cuore direzionale e amministrativo della città.
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Luigi Vietti e Venezia (1946-61) 87-89. Palazzo Rio Nuovo, studio del prospetto nord.
107 Progetti e architetture per una “Venezia moderna”
90. Palazzo Rio Nuovo, studio del prospetto nord. 91. Angelo Scattolin, Luigi Vietti e Cesare Pea, plastico di Palazzo Rio Nuovo, febbraio 1957.

105. Ampliamento Hotel Principe e Savoia (oggi Principe di Savoia), piazza della Repubblica, Milano, prospettiva, 3 aprile 1956.

lombardo, ma anche in tutta Italia e all’estero. Gli anni del boom economico segnano l’inizio di una fase particolarmente produttiva dell’attività di Vietti, ormai divenuto uno dei professionisti di riferimento della borghesia imprenditoriale. Tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta l’architetto realizza le sedi amministrative della Banca Popolare di Novara a Savona, Genova, Sanremo, Vigevano, Brescia, Milano, Bologna, Napoli e Verona; tra gli anni sessanta e settanta cura l’immagine dell’industria Alemagna, realizzando numerosi negozi a Milano e a Roma; costruisce il centro Montecatini a Codogno (1961-62).

Progetti rappresentativi di una città moderna e dinamica, commissionati da alcuni dei protagonisti del miracolo economico italiano, si alternano a quelli relativi alla trasformazione turistica di territori naturalistici. A partire dal 1961, Vietti studia il piano di sviluppo turistico delle coste nordorientali della Sardegna che porterà alla nascita della Costa Smeralda. Questo incarico è ricevuto dal Principe Karim Aga Khan IV, il primo presidente del Consorzio Costa Smeralda. Tale Consorzio, costituito nel 1962, riunisce numerosi investitori di provenienza internazionale, sostenitori economici dell’iniziativa che ha portato all’urbanizzazione di un territorio costiero prima incontaminato. Oltre ad avere un ruolo decisivo nell’invenzione dell’immagine del comprensorio turistico sardo, l’architetto si occupa del progetto e della realizzazione di

Luigi Vietti e Venezia
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(1946-61)
127 Biografia
106. Golf Club Barlassina, Lentate sul Seveso, studio del prospetto principale. 107. Golf Club Barlassina, 195668. 108. Particolare del portico.

Luigi Vietti e Venezia, oggi.

Un itinerario fotografico

→ Luca Pilot Università Iuav di Venezia Campagna fotografica del 2022

→ Abitazioni per impiegati della società SIDARMA, vista dall'interno del lotto.

↓ Ingresso del complesso residenziale.

Abitazioni per impiegati della società SIDARMA, Lido di Venezia — 1949

Attraverso le numerose occasioni progettuali veneziane, Luigi Vietti riflette su come dare concretezza ad un possibile dialogo con le tradizioni artigianali e artistiche locali e, al contempo, su come contribuire al rinnovamento del volto della Serenissima. Nel cuore di Venezia o alle sue porte, per un incarico privato o pubblico, con una nuova costruzione o riutilizzando il patrimonio edilizio esistente, egli si confronta con il fragile tessuto della città, offrendone una personale e inedita interpretazione.

€ 25 9 788862 428316

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