John Cassavetes è morto

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singolari


JOHN CASSAVETES E' MORTO MARCO LUPO


Š Liberaria Editrice s.r.l. Via Abate Gimma 171, 70122 Bari www.liberaria.it P.I. 07256920724


La giacca di Ron è di pelle nera. La linea del collo emaciata, irregolare. Il collo che spunta dalla giacca straborda oltre la linea. La giacca di pelle appartiene a Ron dal 1966. Un mercante di nome Said gliel’ha venduta. Said ha la fronte screziata da centinaia di lentiggini, naso corto, gli occhi neri, labbra morbide, voce acuta. Ron indossa una camicia bianca, il grasso ha macchiato la schiena, le ascelle e la parte che in alcuni combacia con l’anca. Il mercato di Marrakesh è sulla polvere, nella polvere i piedi, i piedi nei sandali. Il ciccione bianco suda, si vede che soffre. Si ferma davanti al banco di Said. Said sta piegando la giacca. La pelle è lucida. Ron tocca la pelle e guarda 5


gli occhi neri di Said. Forse pensa di prenderla. La temperatura nel mercato di Marrakesh, il 6 giugno 1966, è sui trentasei gradi, più o meno. Le gengive nella bocca di Ron si sono retratte per l’arsura. Ron sta per andarsene. Guarda il contenuto di un’altra bancarella, oltre l’uomo che gli sorride. Ma Said dice qualcosa a proposito del freddo. Non ho capito, dice Ron. Di notte, nel deserto, ripete Said, fa freddo.

Quell’anno mio zio faceva lavoretti di giardinaggio nelle ville dei ricchi. Indossava solo una canottiera bianca che a ine giornata era macchiata di verde. Verso le sei del pomeriggio zio se la toglieva, si asciugava la fronte, le ascelle, il dorso, il petto e la lanciava nella carriola. Poi andava nella rimessa in fondo al campo, tra una serie di alberi da frutta e la siepe bassa di ginepro. Nella rimessa c’era un bagno, una specie di bagno con un lavandino che era un secchio azzurro. Poi si calava i pantaloni di tela e urinava nel water 6


giallognolo, l’incavo tatuato da scie indelebili, strati di calcare, residui di urina etilica e gocce d’acqua cadute dallo scarico che pendeva irrisolto sulla testa del fruitore. Zio mi salutava dalla inestra aperta mentre pisciava, e i campi intorno profumavano di concime e diserbante. Io aspiravo tutto.

Ron era grasso, 5.40 kg alla nascita. La madre non si riprese mai dal parto. Rosario Lorenzo, nato il 4 settembre del 1943. Il padre festeggiò nella locanda, quella notte, e poi anche il giorno dopo. Il giorno dopo ancora il padre era morto. Qualcuno lo aveva accoltellato. Rosario Lorenzo iniziò a camminare tardi. La madre lo lasciava solo in casa, una piccola casa di pietra su una collina che dava sul mare, da qualche parte in Calabria. Rosario passava le ore a guardare il tavolo di legno. Suo nonno entrava all’ora di pranzo e gli preparava il pranzo. Il nonno si chiamava Raniero. Rosario piangeva, quando lo vedeva uscire. 7


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