Liber Aria

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LIBERARIA, LA CASA EDITRICE CHE VISSE DUE VOLTE Storia di una fine e di un inizio: pensavo fosse un gabbiano invece era una fenice

Non sempre tutto quello che sembra finito, finisce per davvero. La storia di LiberAria parla di una morte e di una rinascita, parla di qualcosa che va avanti perché la passione e la dedizione sono in grado di arginare ingenuità ed errori lungo la strada.

La prima volta LiberAria è nata nel 2008 con il Bando Regionale Principi Attivi-Giovani Idee per una Puglia Migliore. Principi Attivi è un bando che premia idee di start up innovative. Per LiberAria l’innovazione in ambito editoriale ha significato essere una casa editrice on line, pubblicare con il sistema di licenze Creative Commons, e utilizzare, come servizio per gli utenti, il print on demand (inteso non come narrativa a pagamento, ma come possibilità di stampare e ricevere a casa anche una sola copia di un singolo testo su ordinazione). L’ambizioso obiettivo era quello di rendere reperibile sempre, attraverso la distribuzione in Rete, il sapere scientifico/universitario e, inoltre, riproporre on line e su cartaceo le opere svincolate dal diritto d’autore e spesso introvabili nel mercato editoriale. Durante l’anno in cui LiberAria è stata vincolata a Principi Attivi ha prodotto: due riedizioni fuori dal diritto d’autore e quattro testi universitari. Terminato l’anno di start up bisognava prendere una scelta estremamente difficile: chiudere o andare avanti. La risposta era chiara come il “grande sì” di cui parla Konstantinos Kavafis, quel sì che costa coraggio e un pizzico d’incoscienza ma che accresce la stima e la persuasione di chi lo pronuncia. Portarlo avanti: SÌ, ma come? Come associazione culturale non poteva funzionare, troppo limitante, bisognava trovare qualcos’altro. E' stato in quel momento che LiberAria è nata per la seconda volta, come Dioniso. Dal Novembre 2011 LiberAria è una SRL gestita da Giorgia Antonelli che realizza il suo sogno, la sua passione. LiberAria rappresenta l'amore ostinato per la letteratura, il desiderio di provare a vivere la vita senza rimpianti, facendo quello in cui si crede: saper scegliere buoni libri da leggere. Rispetto a quel che era prima, adesso LiberAria non è più solo on line, ma unisce tradizione e innovazione. Ha abbandonato il creative commons e ha una sede a Bari, perché è qui che la sua fondatrice vuole che si realizzi il suo sogno: “La Puglia è un territorio da cui si parte, dove a volte si ritorna ma quasi mai si arriva: io voglio che LiberAria sia un albero, magari un ulivo dal tronco grande e nodoso come quelli della mia terra, con le radici larghe e ben piantate e i rami frondosi protesi verso il cielo di carta del mercato editoriale”.


Rispetto al passato sono rimasti invariati il logo, un gabbiano di carta e il nome, LiberAria che riconduce ai libri e contiene in sé l'essere indipendenti, libere come il sapere. Forse qualcuno potrebbe obiettare che questa storia è la storia di un fallimento annunciato, pubblicare con amore solo i libri che ci piacciono: è una pazzia. È la storia di ogni editore, fatta di molti no e di pochi sì, fatta della tensione verso il romanzo italiano contemporaneo. O forse si potrebbe obiettare che non esiste il grande romanzo italiano, in questo momento, ma è un rischio che desideriamo correre. Il genio e la perfezione sono rari, il resto è la storia dei tentativi per raggiungerla. Non esiste qualcosa che sia assolutamente perfetta, sarebbe impossibile da amare, ma esiste il tentativo di editori, scrittori e lettori, di tendere verso la perfezione. Come afferma Zadie Smith, il compito di molti di noi è “Fallire meglio. Che strano lavoro è il nostro, di noi scrittori, di noi critici, di noi lettori! Che scriviamo fallimenti, leggiamo fallimenti, li recensiamo. (…) Eppure, la letteratura che mi sembra più bella e più umana è quella che mostra questo suo lato imperfetto.” È una questione d’identità, questa ricerca della propria strada, della propria voce, della propria letteratura. Una questione morale, questo rischiare anche di fallire, perché, come afferma Simone de Beauvoir, “Non c’è etica senza fallimento”.


COLLANE Le storie che si scriveranno, i quadri che si dipingeranno, le musiche che si comporranno, le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell'uomo, la sua autentica bandiera. Quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie, non importa se supremamente inutili, forse anzi proprio per questo. Più ancora dell'atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali. E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più, gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne. Dino Buzzati

I libri che ci piacciono, i libri che pubblichiamo

Chiedere a un editore cosa pubblica è come chiedere a uno scrittore cosa scrive. La domanda genera una conversazione tipo questa: “Di cosa parla il tuo racconto? “Di me”. “E di cosa volevi che parlasse?” “Di te”.

Immaginate cosa risponderebbe oggi Marcel Proust se gli chiedessero che genere di opera sia la Recherce. Potrebbe mai sostenere che la suddetta appartiene al genere capolavoro? E cosa risponderebbe Omero, esausto dopo il tour di conferenze stampa, al lettore fanatico che gli chiedesse se ha composto l'Odissea solo per cavalcare l'onda del successo dell'Iliade? Il paradosso. Quello che a volte si crea quando una persona interroga un editore su quello che pubblica. Alcuni editori pubblicano in base al fatto che li paghi, ad esempio. Altri lo fanno perché amano l'esoterismo e quindi pubblicano solo quello. O perché glielo hanno consigliato gli Astri o le Muse. (Questo è tutto quello che noi NON facciamo, ad esempio)

Ci sono molti modi per rispondere alla domanda: cosa pubblichi? Liberaria Editrice pubblica libri che desidera leggere. Si tratta di storie, d'una qualsiasi forma narrativa, che hanno uno sguardo che comprende il mondo. Comprendere nel


senso letterale di capacità di capire. I nostri libri nascono per raccontare la mia storia e finiscono per raccontare la tua. La nostra Storia. Hanno dei fari in questa ricerca e questi sono i grandi scrittori della tradizione letteraria italiana, tra cui: Gadda, Calvino, Buzzati, Pavese, Parise, Vittorini, Volponi, Ortese, Sapienza, Ginzburg, Tondelli. La loro scrittura, a volte feroce a volte delicata, ha raccontato il presente rendendolo paradigma del futuro. Cartografie del futuro, ecco cosa sono i nostri romanzi (se vogliamo proprio definirli). Come sosteneva Gustave Flaubert "Scrivere è un modo di vivere". Noi alziamo la posta e lavoriamo perché anche leggere diventi un modo di vivere.

MEDUSE, narrativa italiana.

PHILEAS FOGG, narrativa straniera.

METRONOMI, saggistica contemporanea.

STUDI MERIDIONALI, saggistica universitaria. E' uno spazio editoriale dedicato alle ricerche accademiche che prendono vita nel Sud e che, proprio per questo, pongono il Sud al centro dell'indagine. In tempi in cui la questione delle identità si racconta sempre di più attraverso la litania delle piccole patrie separate e contrapposte, noi siamo convinti che non si comprende il Meridione se non come un segmento di una storia più ampia che era nazionale ed è europea.

EBOOK La prima pubblicazione digitale si chiama SINGOLARI, brevi storie singolari.


MANOSCRITTI

Perché presentare un testo a LiberAria? 

Perché pubblica libri che vi regalereste da soli

Perché è contro l'editoria a pagamento e non chiede contributi economici per la pubblicazione, per l'editing e per la promozione delle opere edite

Come presentare un testo a LiberAria Per presentare un testo è sufficiente spedirlo via posta elettronica (in formato Word, .doc o .rtf) ai seguenti indirizzi: 

giant@liberaria.it

alesmin@liberaria.it

Prima di farlo vi consigliamo di leggere prima la pagina Collane. È buona regola che il nome del file corrisponda al nome e cognome dell'autore (Es. calvinoitalo.doc) e che insieme al testo, in allegato a parte, ci siano una biografia dell'autore (max 1800 battute spazi inclusi) e una sintesi del testo (max 3600 battute, spazi inclusi). Leggiamo tutto. Per questo i tempi di risposta vanno dai sei ai nove mesi al massimo. Se entro quella data non vi abbiamo risposto è probabile che per il momento il lavoro che ci avete inviato non ci interessa. Invece tutti gli autori selezionati saranno contattati tramite mail.


CHI SIAMO Giorgia Antonelli, direttore commerciale. Fin da bambina coltiva una naturale tendenza alla mitopoiesi e un’adorazione per le parole e i libri, per i quali decide di vivere fondando LiberAria. Questa è l’idea che muove il suo lavoro: Mi sembra che la grossa distinzione tra grande arte e arte mediocre si nasconda nello scopo da cui è mosso il cuore di quell’arte, nei fini che si è proposta la coscienza che sta dietro il testo. E qui in qualche modo c’entra l’amore. La disciplina che ti permette di far parlare la parte di te che ama, invece di quella che vuole soltanto essere amata. (David Foster Wallace)

Alessandra Minervini, direttore editoriale. Colleziona pensieri presi in prestito dai libri. Da diversi anni quelli che più la ispirano mentre lavora sono: “Per scrivere bisogna amare, e per amare bisogna capire” (cit. John Fante, Chiedi alla polvere).

Mattia Garofalo, rights manager. Si è laureato in Lettere Comparate all'Università di Warwick (UK), è nato e cresciuto a Londra e ora vive e lavora a Torino. Ha lavorato presso Codice Edizioni e per Il Saggiatore come Rights Manager. Poliglotta, trova nell’incontro delle lingue e delle culture un luogo di libertà assoluta. Sua ossessione continua ad essere Samuel Beckett, ma ogni giorno si ripromette di superarla. Il suo motto e credo personale è una citazione: "Mai provato. Mai fallito. Non importa. Prova di nuovo. Fallisci di nuovo. Fallisci meglio." Indovinate chi l'ha scritto?



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