Programma Elettorale #DecidiamoNoi - Link-Studenti Indipendenti

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1. Didattica e Valutazione

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2. Diritto allo Studio - Borse di Studio - Tassazione - Mensa e ristorazione - Residenze e questione abitativa - Trasporti

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3. Rappresentanza

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4. Spazi

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5. Accesso all’insegnamento e 24 CFU

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6. Università e Città - Università femminista e promozione della salute - Sostenibilità ambientale - Antimafia - Migrazioni e studenti internazionali - Antifascismo e resistenza

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Siamo le studentesse e gli studenti indipendenti dell’Università di Bologna. Siamo indipendenti perché non siamo legati a lobby di potere, partiti di governo ed altre organizzazioni. Tre anni fa abbiamo accettato una grande sfida: candidarci alle elezioni studentesche per far esprimere le studentesse e gli studenti negli organi di rappresentanza. In questi anni abbiamo continuato a riflettere sulla condizione in cui versa la nostra Università, mettendo al centro l’attivazione delle studentesse e degli studenti, i loro bisogni e i loro desideri. Abbiamo fatto sentire la nostra voce e creato momenti di aggregazione, socialità e riflessione in un contesto in cui la partecipazione subisce un calo sempre maggiore, come emerge anche dal dato delle affluenze alle elezioni degli anni scorsi. All’interno di un’Università che da decenni soffre di continui sotto-finanziamenti e tagli, ci siamo attivati per bloccare l’aumento dei numeri chiusi, ampliare la no tax area e ridurre in modo progressivo gli importi delle tasse, garantire le borse di studio a tutte e tutti gli idonei e rendere il diritto allo studio libero, e non un privilegio. Abbiamo avviato importanti vertenze: sul FIT, sugli appelli, sulla discussione della tesi di laurea, sulla mobilità e sulla condizione abitativa nella nostra città. Abbiamo presentato diverse mozioni in Consiglio Studentesco: sul percorso 24 CFU, sulla contraccezione gratuita e sulle condizioni degli studentati. Per le elezioni del 14 e 15 maggio 2019, dopo tre anni di rappresentanza, abbiamo deciso di accettare nuovamente la sfida: Vogliamo continuare a dare spazio a tutti e tutte coloro che vogliono decidere sul proprio futuro. Vogliamo continuare a lavorare dentro e fuori dagli organi di rappresentanza costruendo un programma collettivo, creato dal basso e dall’unione di idee e proposte. Vogliamo reclamare i diritti che ci appartengono, decidere sui nostri corpi e combattere qualsiasi tipo di discriminazione, ingiustizia o sopruso a partire dalle università. Vogliamo che l’università non sia più uno spazio neutro e prenda posizione rispetto a ciò che ci circonda.

#DECIDIAMONOI

14 e 15 maggio VOTA LINK STUDENTI INDIPENDENTI

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UNA DIDATTICA PER QUALE STUDENTE? La critica principale emersa sull’attuale sistema didattico è incentrata sui contenuti. Sono infatti i contenuti che caratterizzano i nostri corsi di studio ed è a partire dai contenuti che noi costruiamo il nostro pensiero. In secondo luogo vi è l’approccio a tali contenuti, come il professore li impartisce, come lo studente li deve studiare, che cosa e in che modo viene valutato. Rarissimi sono i corsi in cui viene incentivata l’elaborazione critica e sempre rarissimi quelli in cui gli studenti sono messi nelle condizioni di confrontarsi tra loro per poi includere questi fattori all’interno della valutazione finale. Osserviamo invece che sempre più viene favorito un tipo di lezione frontale che spegne l’entusiasmo, allontana e mette in competizione gli studenti e dissuade dal porsi domande. Questa, d’altronde, è una delle soluzioni più facili, insieme al numero chiuso, per cercare di risolvere il problema del sovraffollamento delle aule. A completare il quadro vi è la progressiva riduzione del numero di appelli e la svalorizzazione del lavoro di tesi di laurea, che rappresenta a volte l’unica possibilità di elaborare e fare ricerca su temi che ci interessano. Crediamo che in università si debbano aprire nuovi dibattiti e momenti di confronto, al fine di garantire lo sviluppo di un pensiero critico e non un mero indottrinamento; crediamo sia necessario avere degli spazi, anche in orario non di lezione, per organizzare sportelli informativi, seminari e laboratori interfacoltà, gruppi di studio per vivere realmente la propria università. Crediamo fermamente che l’università debba essere un luogo accessibile a tutte e tutti, in cui la condivisione vada a smantellare logiche competitive ed escludenti. Di pari passo alla standardizzazione dei saperi, vi è la valutazione performativa dello studente: la predilezione di compiti scritti, addirittura attraverso prove a crocette, a scapito dei colloqui orali che possano fungere da ulteriore momento di crescita, l’assenza di un’ottica collaborativa e di confronto (solo in pochi casi si favorisce la creazione di lavori di gruppo), un’unica seduta d’esame invece che prove di verifica in itinere: questi elementi costringono lo studente a isolarsi, distogliere l’attenzione dal contenuto e dalla critica del contenuto e focalizzarsi su come incrementare la propria performance all’esame. In ultimo, è stata fatta una riflessione sulla disponibilità del materiale, che potrebbe essere ampliata in due sensi: ad esempio, svincolando i lavori dei docenti dai diritti d’autore sarebbe facilitato l’accesso al materiale didattico da parte degli studenti, i quali si trovano costretti ad affrontare costi poco sostenibili.

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Per questo ci doteremo di diversi strumenti, quali il comodato d’uso per libri di testo, il book-sharing e diverse piattaforme online dove poter condividere libri di testo, appunti e materiali vari. Inoltre vogliamo avere un ruolo attivo durante i nostri percorsi universitari: vogliamo tirocini realmente formativi, che non si trasformino in lavoro non pagato né in attività dequalificanti; vogliamo maggiore libertà nella compilazione dei piani di studio. Vogliamo un’università femminista, antirazzista, sostenibile e ambientalista a partire anche dalla didattica. Per un’università femminista dobbiamo interrogarci sulle differenze di genere e sulla riproduzione di stereotipi presenti nelle nostre facoltà e nei nostri libri di testo e sull’omissione di figure femminili nella nostra didattica. Rivendichiamo un’università femminista, in maniera sostanziale e non solo formale. Siamo contro quella pre-canalizzazione che divide i corsi di laurea in corsi per uomini e corsi per donne, vogliamo rimuovere tutti i pregiudizi di genere legati ai nostri corsi che si ritrovano anche nell’ambito della ricerca e nel nostro futuro lavorativo. La storia dell’Europa e dell’Italia è segnata dal peso del colonialismo, ma nessuno ha mai voluto fare i conti con questo passato e questa rimozione permette di giustificare e di accettare le politiche disumane portate avanti dai nostri governi. Nella nostra università, sono ancora troppi gli insegnamenti che ignorano questa problematica e trattano esclusivamente le vicende dei paesi occidentali e il pensiero degli autori europei. La parola e le narrazioni di chi non è bianco sono marginali all’interno dell’accademia italiana. Vogliamo decolonizzare l’Università. Vogliamo interrogarci sul modo in cui la rimozione del passato coloniale italiano influenza i saperi che ci vengono trasmessi. Vogliamo capire come il pensiero post-coloniale possa aiutarci a comprendere la nostra realtà.

COSA VOGLIAMO - Adeguare il sistema di appelli al minimo di sei appelli stabilito dal regolamento - Fondo di investimento partecipato per attivazione di corsi/seminari con CFU co-gestito docenti/studenti - Prove in itinere, che possono tradursi nelle prove “parziali” - Favorire i lavori di gruppo. Affrontare gli argomenti del corso con degli approfondimenti serve a dare molteplici prospettive attraverso le quali gli studenti possano affrontare in maniera critica e costruttiva i contenuti e produrre degli elaborati significativi da mettere a disposizione di tutta la comunità, superando la limitante ottica dello studio individuale

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- Inchieste sociali (sia da un punto di vista economico che culturale) e sperimentazione di ricerche - Tirocini realmente formativi: introduzione di una Carta dei diritti per tirocinanti e chiusura degli accordi con aziende che sfruttano - Valorizzare la tesi di laurea, reintroducendo, laddove assente, il momento della sua discussione e attivando dei percorsi di preparazione alla sua scrittura - Unificare regolamenti didattici di corso sui crediti sovrannumero contro un’idea settorializzata del sapere, permettendo a tutti l’accesso a corsi che non sono inclusi nel piano di studio tradizionale - Far riconoscere esami fatti all’estero o in erasmus che a Bologna non esistono - Agevolazioni di contrasto nel costo dei libri, troppo elevato - Eliminazione delle licenze di rilascio di software elettronici su cui studiare - Richiesta del copyleft garantito tramite licenze Unibo, superando i vincoli del copyright a permettendo piena accessibilità a piattaforme e materiali didattici online - Gratuità delle fotocopie - Valutazione narrativa dei corsi, ovvero un incontro specifico tra docenti, studenti e rappresentanti per discutere di eventuali criticità sui contenuti o l’organizzazione del corso. Questo può essere affiancato, eventualmente, da indagini, come interviste, per rilevare direttamente le problematiche. Lo strumento dei questionari è per sua natura limitato e, benché sia utile per il riesame dei corsi, tutt’al più evidenza i problemi; le soluzioni, invece, andrebbero discusse insieme agli studenti - Investimenti sui tutorati - Sportelli informativi

SPOILER Crediamo che in università si debbano aprire nuovi dibattiti e momenti di confronto, al fine di garantire lo sviluppo di un pensiero critico e non un mero indottrinamento; crediamo sia necessario avere degli spazi, anche al di fuori dell’orario di lezione, per organizzare sportelli informativi, seminari e laboratori interfacoltà, gruppi di studio per vivere realmente la propria università. Per questo pensiamo sia fondamentale organizzare momenti di formazione altri rispetto a quelli frontali all’interno delle nostre aule, e l’esperienza dello Spoiler festival che organizziamo a Bologna ogni anno è fondamentale in questo senso:

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momenti di confronto e dibattito attraverso l’organizzazione di seminari, workshop, presentazioni di libri, nonché momenti di socialità attraverso l’organizzazione di concerti con artisti indipendenti sulla scena musicale, durante i quali è possibile condividere analisi e al contempo auto-formarsi, incontrare la comunità accademica, alimentando la diffusione di conoscenze. Per questo è necessario immaginare processi di costruzione collettiva del Festival dal basso. Quest’anno il festival avrà una durata di tre giorni, dal 9 maggio all’11 maggio 2019, nei giardini di Filippo re, con l’obiettivo di stimolare partecipazione, confronto e aggregazione all’interno degli spazi della nostra università.

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BORSE DI STUDIO La borsa di studio e’ una delle maggiori agevolazioni a cui poss no accedere gli studenti e le studentesse iscritti/e all’università. La regione Emilia-Romagna può rivendicare sicuramente rispetto alla media nazionale un alto importo erogato, tuttavia le criticità rimangono molte. Quest’anno l’ER.Go ha avuto notevoli ritardi nell’assegnazione delle borse, lasciando nell’incertezza centinaia di studenti e studentesse, bisogna inoltre considerare i troppo stringenti requisiti di merito, che spesso sono responsabili della revoca della borsa, costringendo i beneficiari a dover ridare somme che già hanno speso. Altra criticità riguarda gli scaglioni ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) troppo rigidi, per poche centinaia di euro molti tra studenti e studentesse rimangono esclusi dalla possibilità di ricevere una borsa di studio. L’importo versato, inoltre, spesso non permette di avere una reale autonomia dal contesto familiare, dal momento che i costi della vita di un normale studente universitario sono decisamente elevati; spesso gli studenti borsisti continuano a gravare sulle tasche dei propri familiari.

COSA VOGLIAMO -Copertura totale delle borse di studio per gli idonei - Versamento immediato della prima rata - Rimodulazione e revisione degli scaglioni ISEE e ISPE per far si che siano più flessibili, evitando così una divisione netta divisione tra gli idonei e chi è’ a poche centinaia di euro sopra la soglia richiesta per essere beneficiari - Eliminazione e modificazione del sistema delle revoche, per evitare la restituzione dell’importo ottenuto Riforma dei criteri di merito attraverso i quali le borse sono erogate, riducendo i crediti richiesti annualmente - Maggiore chiarezza nella gestione dei fondi e nelle pratiche della loro erogazione, per far sì che siano le rate non subiscano ritardi e che l’amministrazione delle risorse sia più trasparente

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TASSAZIONE La riforma delle tasse che è stata approvata due anni fa ha fatto sicuramente dei passi avanti, ma ci sono ancora grosse criticità. In primo luogo è da sottolineare che l’università, e l’istruzione generale, dovrebbe essere gratuita. I costi alti delle nostre università sono una delle cause principali del crollo del 20% delle immatricolazioni negli ultimi dieci anni, in quanto impediscono alle famiglie meno abbienti di poter pagare gli studi per i propri figli. Una novità della riforma fu l’innalzamento della no tax area per gli studenti con un indicatore ISEE pari o minore di 23000 euro. Per gli studenti rientranti nella no tax area è previsto l’esonero totale delle tasse, e per questo vogliamo innalzare la soglia della no tax area almeno a 28000 euro! Tuttavia, sono presenti alcune criticità nel sistema di contribuzione, tra cui il fatto che la riduzione degli importi o l’accesso alla notax area è vincolato al raggiungimento di criteri di merito: chiediamo la totale abolizione di questi criteri per rendere realmente equo il sistema. In particolare, non crediamo che si debba criminalizzare uno studente per il numero di CFU conseguiti, questo perché lo studente non è un numero ma, dietro a ognuno, c’è una storia. Storia di ragazzi che lavorano per pagarsi di studi, o che hanno problemi personali di vario genere e che più che punire bisognerebbe assistere. In aggiunta a ciò, a seguito all’introduzione del calcolo degli importi sulla base di aliquote, vogliamo continuare a lavorare per aumentare la progressività del sistema di tassazione, riducendo sempre di più i contributi agli studenti con il reddito più basso, e vogliamo inserire una fascia “cuscinetto” per ridurre i dislivelli tra la no tax area e le fasce successive. In terzo luogo, dall’anno prossimo i massimali di tassazione aumenteranno ulteriormente del 4%, dopo essere già aumentati di 500 euro lo scorso anno. Crediamo sia inaccettabile piegare a vincoli di Bilancio gli importi massimi delle tasse e, inoltre, imporli a studentesse e studenti oltre il primo anno fuori corso, senza tenere in considerazione le necessità economiche di ciascuno. Inoltre, a causa di ambiguità e difficoltà riscontrate nella presentazione dell’ISEE, crediamo che debba essere riaperta una finestra per la ripresentazione e il ricalcolo dell’ISEE. Infine, per ovviare a tale problema chiediamo una formazione più efficace del personale CAF (i centri di assistenza a cui lo studente si può rivolgere per il calcolo dell’ISEE e per conoscere i propri diritti per quanto riguarda le agevolazioni economiche), così che sia in grado di assistere davvero gli studenti.

COSA VOGLIAMO - Ampliamento NoTaxArea a 28.000 € di ISEE - Riduzione generale degli importi delle tasse - Riduzione dei massimali - Agevolazione accesso ai CAF e estensione del numero dei CAF convenzionati

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- Finestra di ri-presentazione dell’ISEE anche dopo la scadenza - Riduzione delle more - Esenzione per genitorialità

MENSA E RISTORAZIONE Il servizio mensa garantisce a tutti e tutte la possibilità di un pasto senza l’obbligo di tornare a casa tra una lezione e un’altra. Essa dovrebbe dare la possibilità a tutti gli studenti fuori sede o lontani dalle proprie abitazioni di mangiare un pasto completo e sano, vicino alla propria facoltà e senza avere il timore di spendere una cifra che va al di fuori delle proprie possibilità economiche Purtroppo però i suoi costi sono elevati e la qualità del cibo non sempre buona. Inoltre l’esercizio dell’attività e’ in mano ad un privato, così da anteporre il proprio profitto al benessere di studenti e studentesse. Inoltre le mense universitarie non sono distribuite in maniera capillare sul territorio, non coprendo quindi la totalità dei dipartimenti presenti dislocati sul territorio. Sono presenti infatti solo in alcune aree, per lo più nelle zone centrali; non sono considerate le zone limitrofe o i dipartimenti lontani fuori dalla zona universitaria.

COSA VOGLIAMO - Riduzione del costo della mensa - Apertura di nuovi spazi ristorativi nelle sedi dislocate (san giovanni in monte, barberia, il navile) - Gratuità dei pasti per chi accede alle borse di studio, senza la necessità di doverle convertire in buoni pasto - Richiedere che le mense siano gestite da un ente pubblico avendo cura che siano garantiti tutti i diritti anche ai lavoratori e alle lavoratrici

RESIDENZE E QUESTIONE ABITATIVA Nel corso degli ultimi anni la ricerca di una stanza in affitto ha esposto studentesse e studenti ad una serie di difficoltà crescenti e ha fatto emergere l’incapacità dell’Amministrazione comunale e dell’Università di adottare soluzioni efficaci per rispondere a quello che si è presentato come un vero e proprio disagio abitativo. Infatti, a partire da Settembre, abbiamo assistito all’esplosione di alcune tendenze che hanno caratterizzato il mercato immobiliare bolognese nel corso degli ultimi anni: mentre il costo degli affitti cresce costantemente, sempre meno studentesse e studenti riescono a trovare un alloggio in un appartamento situato nel centro cittadino e vengono costretti a cercare casa nei quartieri esterni alle mura, allontanandosi così dalle zone della città che vivono quotidianamente, e molto spesso non riuscendo comunque a trovare un’abitazione.

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Oltretutto, la ricerca forsennata di una stanza colloca le studentesse e gli studenti in una posizione di forte ricattabilità: i colloqui con i proprietari di casa presentano sempre più spesso episodi inaccettabili di discriminazione (sia nei confronti dei corsi di laurea frequentati, sia nei confronti della stessa identità di chi sta cercando casa) e la mancanza di tutele o di soluzioni alternative aumenta la possibilità che alle studentesse o agli studenti vengano offerti contratti di locazione irregolari, in nero, o vengano affittati appartamenti poco idonei. Noi pensiamo che dietro a questa situazione ci siano diversi ordini di cause ed è lì che vanno ricercate le soluzioni: l’aumento di affitti brevi a forte vocazione turistica (es. AirBnB), il favorire soluzioni di carattere privato (es. Student Hotel), l’inutilizzo degli sfitti e l’assenza di un piano urbanistico efficiente. Una situazione altrettanto complessa si presenta quando parliamo di residenze ER. GO. Queste infatti oltre ad essere situate perlopiù in zone periferiche e mal collegate della città, spesso rischiano di non essere spazi di inclusione e socialità, in cui lo studente possa sentirsi realmente a casa: per questo è necessario eliminare quelle diverse limitazioni, sia per quanto riguarda i tempi di ospitalità breve e prolungata sia per i consumi elettronici e informatici (es. proxy). È necessario anche aprire una riflessione critica sui tempi di assegnazione degli alloggi stessi, i quali sono disponibili a partire dai primi giorni di ottobre, quando le lezioni sono già iniziate in moltissimi corsi.

COSA VOGLIAMO - Canone concordato e osservatorio sulla condizione abitativa - Tutele rispetto ai proprietari di casa e nei contratti contro il Nero - Calmiere sui prezzi d’affitto - Messa a disposizione degli sfitti e delle case vuote nel centro storico - Copertura totale dei richiedenti di posto alloggio (in caso di mancata assegnazione va almeno previsto un contributo sul modello della borsa servizi disposto dall’Azienda ER.GO) - Gratuità dei servizi residenziali ER.GO - Anticipo dell’assegnazione al mese di settembre - No limitazione del proxy e miglioramento dei servizi strutturali (es. wifi, lavatrici, cucine) - Possibilità di ospitare per tutt* e per più di tre giorni al mese

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TRASPORTI Noi crediamo che la mobilità sia un diritto di tutte e tutti. Il nostro obiettivo è la piena gratuità dei mezzi pubblici, per una mobilità più ecologica e accessibile. Studenti e studentesse vivono sulla propria pelle le condizioni inadeguate del trasporto pubblico: i pullman sono spesso stipati e costosi, il sistema MoBike funziona, ma è l’ennesimo atto di privatizzazione di un servizio che avrebbe potuto essere pubblico, gratuito e di qualità. Per questo noi crediamo che l’Università e l’ente per il diritto allo studio debbano avere un occhio di riguardo al tema dei trasporti.

COSA VOGLIAMO - Gratuità per i pendolari della Regione, come avviene nel Lazio, estendendo tale misura anche ai domiciliari - Aumento delle corse dei pullman, soprattutto nelle ore di punta - Estensione della convenzione tra Comune e Università non più solo agli abbonamenti annuali ma anche a quelli mensili - Biciclette gratuite per studenti e studentesse iscritti/e all’Università

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Dopo decenni in cui gruppi di studenti direttamente afferenti a lobby cattoliche e partiti di governo sono stati i principali protagonisti all’interno degli organi universitari, abbiamo ritenuto necessario adottare un approccio nuovo e alternativo alla rappresentanza studentesca, incentrato sull’estensione del diritto allo studio, sulla costruzione di saperi critici, su nuove forme di partecipazione e sull’attenzione a tematiche politico-sociali.

COSA VOGLIAMO - Riforma del sistema elettorale della rappresentanza universitaria, garantendo l’elezione diretta dei rappresentanti degli studenti in Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione - Indizione delle elezioni ogni due anni (attualmente si vota ogni tre anni) come nel resto del Paese, per una maggiore democrazia e per una reale partecipazione degli studenti alla rappresentanza - Rappresentanza studentesca nel CUG (Comitato Unico di Garanzia) - Aumento della rappresentanza studentesca, soprattutto nei Consigli di Dipartimento

È importante per noi ribadire che l’Università non può e non deve essere un’istituzione avulsa dal contesto in cui si trova, che il contatto tra la città di Bologna e l’UniBo va ristabilito e deve diventare fonte di crescita culturale e arricchimento di prospettive per entrambe le parti. E dove se non negli spazi dell’Università si può cominciare a ristabilire questo contatto? Questi spazi hanno anche lo scopo di favorire l’incontro e, di conseguenza, viene incentivato lo scambio di idee, di culture e di pensiero critico: perché l’università non può essere solo un luogo dove andiamo a lezione, studiamo e diamo esami, deve anche essere il luogo dove si comprende, si analizza e si mette in discussione la società che ci circonda.

COSA VOGLIAMO - Modifica del regolamento per la prenotazione degli spazi dell’Università: chiediamo la sospensione dei criteri stringenti, diminuendo il numero di firme necessarie per la prenotazione e il numero di giorni necessari per avviare la richiesta

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- Agevolazione della prenotazione spazi a causa della razionalizzazione sotto l’ufficio ASB - Prolungamento degli orari di apertura di aule studio e biblioteche, come già approvato nel caso di Via Zamboni 36 o della Biblioteca W. Bigiavi - Aumento di spazi in cui studiare - Rafforzamento di spazi forniti di computer, prese elettriche e altre strumentazioni ecc. in cui studiare - Creazione di spazi di socialità all’interno della zona universitaria e non solo - Miglioramento dei servizi offerti nelle aule studio e negli altri spazi universitari (aumento potenza Wi-Fi) - Aumento spazi per le associazioni studentesche, o comunque per favorire l’aggregazione tra studentesse e studenti, come nel caso delle Aulette

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Negli scorsi mesi, la CRUI (Conferenza Rettori Universitari Italiani) ha deciso di sospendere il servizio dei pacchetti per i 24 CFU, fino a che il MIUR non avesse dato delle chiare indicazioni sui requisiti d’accesso al concorso e sul FIT. In autunno è stata pubblicata la bozza della legge di bilancio che include molte modifiche al FIT e al sistema di accesso all’insegnamento e i 24 CFU restano requisito d’accesso al concorso. Per questo motivo il 7 Novembre, in occasione di una mobilitazione nazionale per avere certezze rispetto al nuovo sistema d’accesso all’insegnamento, abbiamo chiesto al Rettore e all’Ateneo bolognese tutto di riattivare tempestivamente i pacchetti 24 CFU, con tutte le tutele previste. Nonostante le nostre pressioni, la riattivazione del pacchetto nel 2019 non è ancora avvenuta a causa delle quasi 9.000 immatricolazioni dell’anno scorso e da mancanze burocratiche soprattutto legate all’operazione di certificazione.

COSA VOGLIAMO - L’immediata riapertura del percorso 24 CFU: è impossibile che nell’Ateneo di Bologna non sia assicurata questa possibilità come in tante altre università molto più numerose. - La riapertura straordinaria dei piani di studio per laureandi e secondi anni magistrale per chi deve completare i CFU mancanti (anche di materie le cui lezioni si sono svolte nel primo semestre!). Non è possibile nè accettabile che gli studenti debbano pagare o completare i percorsi in altre università, anche solo per un CFU! - L’apertura di una finestra informativa nei canali istituzionali. Ad oggi nessuno spazio formale è aggiornato rispetto a tali novità.

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Nelle relazioni tra componente studentesca e città spesso studentesse e studenti soffrono un senso di smarrimento, in particolare rispetto ad alcuni procedimenti burocratici. Per questo chiediamo che vengano introdotte agevolazioni nel fare procedimenti burocratici nel comune di Bologna, per esempio nel caso di smarrimento/furto dei documenti, e implementati altri sportelli come quelli del calcolo ISEE. Inoltre chiediamo che venga attivato un ragionamento di lungo periodo rispetto alla possibilità degli studenti e delle studentesse fuorisede di esprimersi alla pari dei cittadini nel contesto e nella città in cui vivono, il nostro obiettivo è quello di raggiungere il voto fuorisede per garantire al massimo la cittadinanza studentesca.

UNIVERSITÀ FEMMINISTA E PROMOZIONE DELLA SALUTE Vogliamo costruire una consultoria autogestita in università - chiamata appunto MALAconsilia (=cattivi consigli) - uno spazio - fisico e non - per esprimere e ripensare i nostri desideri e rispondere a vari bisogni come avere una contraccezione libera e gratuita, per garantire il diritto all’aborto e combattere le molestie e le violenze di genere. L’obiettivo è creare una comunità politica che sia in grado di fare attività non solo di sensibilizzazione, sportellistica, autorganizzazione e mutuo-aiuto, ma anche di condivisione di pratiche e analisi a partire dai nostri corpi, insieme alle associazioni e agli operatori del territorio. Per rispondere ai nostri bisogni materiali, abbiamo la necessità di ripensare gli spazi che attraversiamo, a partire dai bagni dove vorremmo trovare assorbenti e contraccettivi per le nostre necessità. Per favorire la contraccezione gratuita, abbiamo chiesto un protocollo d’intesa tra l’Università e la Regione, dato che la Regione Emilia - Romagna ha approvato una delibera sulla gratuità della contraccezione under 26. Pensiamo che l’Università deve essere il punto di partenza per garantire questo servizio a studentesse e studenti. Per avere un’università femminista, vogliamo degli spazi a misura di studentesse e studenti, basta distinzione di genere e discriminazioni abiliste. Le nostre aule sono spesso inaccessibili per gli studenti e le studentesse disabili, dobbiamo abolire le barriere architettoniche e tutto ciò che crea esclusione.

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A partire dai bagni, vogliamo abolire tutte le disparità esistenti, vogliamo un bagno senza distinzione di genere, che permetta l’accesso a tutt*, per combattere il binarismo di genere.


Il benessere che ci immaginiamo non è soltanto fisico, ma anche e soprattutto psicologico. Rispetto ai ritmi stressanti che l’Università e la società ci impongono, non possiamo accettare che il Servizio di Assistenza psicologica sia marginalizzato, ma anzi chiediamo un suo potenziamento attraverso lo stanziamento di più fondi e il reclutamento di più personale competente con contratti stabili. Per favorire l’accesso alla sanità e alle cure, anche di base, degli studenti e delle studentesse fuorisede, chiediamo di stipulare convenzioni con i medici del territorio, sia medici di base che specialisti. Bisogna inoltre cominciare a ragionare su convenzioni regionali per aggirare il problema legato al medico di base. L’università deve inoltre provvedere a un servizio che possa orientare lo studente alle cure mediche adeguate ai suoi bisogni. Per migliorare il servizio sanitario nazionale, favorendo il benessere e la salute pubblica, riteniamo necessario aumentare le borse e i fondi, regionali e nazionali, per le borse di specializzazione in medicina. La figura del camice grigio è una figura fondamentale per la tenuta del SSN e va sempre più tutelata.

COSA VOGLIAMO - Consultoria studentesca - Distributori di contraccettivi e assorbenti gratuiti - Basta discriminazioni nei nostri spazi e abolizione delle barriere architettoniche che rendono di difficile attraversabilità i nostri spazi - Bagni senza distinzioni di genere - Assistenza medica e Medico di base - Maggiori borse di specializzazione regionali - Voto fuorisede anche per gli studenti e le studentesse non residenti

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Il tema dell’ambiente deve essere centrale nei luoghi della formazione. Il rapporto con esso ci pone una serie di interrogativi che ci portano a riflettere sul nostro sistema produttivo, sulle diseguaglianze e sul nostro futuro, come ultimamente ha mostrato il movimento Fridays for Future di Greta Thunberg. Il ruolo dei saperi è quello di trasformare l’esistente; per questo noi rivendichiamo un’assoluta indipendenza dei saperi dalle logiche di profitto. Crediamo inoltre che siano necessarie delle azioni concrete da parte dell’Ateneo per rendersi realmente ecosostenibili.

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COSA VOGLIAMO - Monitoraggio ambientale degli spazi cittadini e universitari attraversati da student*, anche attraverso l’installazione di centraline di Aria Pesa, una campagna di misurazione della qualità dell’aria dal basso - La distribuzione gratuita a tutti gli studenti di borracce in metallo e l’installazione di distributori d’acqua nelle sedi dell’Università. Inoltre chiediamo che le macchinette del caffè siano dotate di bicchierini di carta e che sia prevista l’opzione “senza bicchiere”, per incentivare l’utilizzo di tazze personali - Monitoraggio tirocini e fine degli accordi con aziende inquinanti, oltre a un netto ripensamento degli insegnamenti che punti al superamento delle fonti fossili - Monitoraggio sugli sprechi in mensa e sulla qualità della filiera alimentare dei prodotti venduti. Dobbiamo garantire cibo sano e di qualità, preparato in pieno rispetto dell’ambiente, ma venduto a prezzi contenuti, in modo da renderlo accessibile a tutt*, evitando così l’abbandono della mensa per posti molto più economici ma profondamente impattanti sull’ambiente - Raccolta differenziata in tutte le sedi universitarie e negli studentati

ANTIMAFIA La lotta alla mafia deve essere un elemento imprescindibile di ogni istituzione pubblica, in particolare, in tutti i luoghi di formazione e contaminazione di saperi. Come, tra i tanti, affermava Paolo Borsellino, “la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà” e le Università sono il luogo dove più si crea cultura, coltivando i professionisti e le professioniste del futuro. Reputiamo fondamentale che l’Università, in collaborazione con le istituzioni e le associazioni che da anni si occupi del tema (Libera, Mafiesottocasa in Emilia Romagna in particolare) crei percorsi di discussione, corsi in tutte le facoltà, momenti specifici di contestualizzazione del tema, senza lasciare da soli , pur tanti, volontari ed attivisti che si occupano di antimafia sociale da tempo. Crediamo che l’UniBo debba partire innanzitutto dall’adesione ufficiale al 21 Marzo, data nazionale in memoria di tutte le vittime innocenti di mafia, dando spazio prima e dopo a quel periodo ad attività di studenti e docenti sul tema. In secondo luogo serve potenziare i già presenti “bacini di resistenza” in Università, come il corso Mafie e Antimafie di Giurisprudenza, magari trasportandolo in altri corsi di studio, e crearne di nuovi. Ma tutto ciò non basta. Oggi la mafia si nasconde nell’economia legale, negli ambienti di professionisti, imprese e,purtroppo, anche nel settore pubblico.

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Per questo vogliamo che l’UniBo decida di diventare emblema nel Nord Italia e in Emilia Romagna, territorio che ha conosciuto le vicende del Processo Aemilia, stipulando protocolli d’intesa con i sindacati e le associazioni per il monitoraggio degli appalti e delle esternalizzazioni dei servizi di ateneo, prevedendo forme di selezione delle aziende con cui interagire per tirocini e ogni altro rapporto economico e non, garantendo tramite appositi momenti di discussione negli organi universitari competenti la massima trasparenza possibile.

COSA VOGLIAMO - Adesione ufficiale al 21 marzo - Monitoraggio tirocini e fine degli accordi con aziende colluse - Seminari informativi su trattativa, capitali mafiosi, mafie al nord

MIGRAZIONI E STUDENTI INTERNAZIONALI Da anni l’Università di Bologna tenta di costruirsi l’immagine di ateneo a vocazione internazionale e attento a temi quale il processo d’integrazione sociale di migranti e rifugiati. Dall’avvio del progetto “Unibo for Refugees” nel 2015, tuttavia, quest’intenzione è andata sempre più scemando, trasformandosi più in una comoda etichetta da sfoggiare ai meeting accademici che in una reale volontà di intervenire nel dibattito pubblico. L’Università in cui crediamo è un’università aperta, solidale e antirazzista, che non abbia timore a schierarsi nel dibattito pubblico a sostegno degli ultimi della società e, soprattutto, che riesca ad interrogarsi su quale sia il suo ruolo nel contrasto alle derive xenofobe e securitarie. La presa di posizione dell’Alma Mater deve necessariamente partire dall’abbattimento di quelle barriere che oggi, soprattutto andando ad incidere sulla situazione giuridico-economica del singolo, precludono l’accesso ai più alti livelli di formazione ai migranti di prima e seconda generazione.

COSA VOGLIAMO - Rafforzamento del progetto “Unibo for Refugees”, con la promozione di nuove borse di studio pensate specificamente per garantire a rifugiati, richiedenti asilo e migranti in generale, i mezzi economici necessari non solo al sostentamento quotidiano, ma anche e soprattutto per l’ottenimento di un permesso di soggiorno per motivi di studio. - L’eliminazione delle barriere Er.Go che impediscono ai richiedenti asilo di accedere al sistema di diritto allo studio, è assurdo che l’ateneo di Bologna preveda la possibilità di iscriversi ai corsi anche solo con un permesso di soggiorno temporaneo mentre non è prevista alcuna forma di sostegno allo studio da parte dell’Ente Regionale

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- Una maggiore integrazione dell’International Desk dell’Unibo con il tessuto cittadino locale, al fine di prevedere percorsi di iscrizione agevolata per richiedenti asilo, con particolare attenzione all’intervento nelle procedure per richiedere l’equipollenza del titolo di studi - La previsione di percorsi agevolati nei percorsi formativi che partano dalla presa di responsabilità dell’Università rispetto alle diseguali condizioni di partenza di ciascuno, con interventi quali la previsione di appelli straordinari per soggetti titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio, la possibilità di svolgere esami in lingua o la costituzione di percorsi di tutorato specifici per abbattere gli ostacoli linguistici e burocratici che disincentivano l’ingresso nei percorsi formativi

ANTIFASCISMO E RESISTENZA Come studentesse e studenti siamo profondamente convinti che l’università, in quanto luogo centrale di sapere e conoscenza, non debba temere di prendere posizione contro l’attuale deriva autoritaria e antidemocratica che sta attraversando il nostro Paese e che debba, perciò, dichiararsi apertamente antifascista, come dice anche la nostra Costituzione nata dalla Resistenza.

COSA VOGLIAMO - Che l’università di Bologna si impegni a non rilasciare concessioni per l’utilizzo di spazi propri ad organizzazioni o associazioni che si richiamino direttamente all’ideologia fascista e ai suoi linguaggi, alla sua simbologia e ad associazioni che esibiscano e pratichino forme di discriminazione su base etnica, religiosa, sessuale e di genere - Che, inoltre, l’UniBo si impegni a concedere i propri spazi unicamente ad associazioni, organizzazioni ed enti che si dichiarino apertamente antifascisti e contro ogni forma di discriminazione su base etnica, religiosa, sessuale e di genere - Non riconoscere nessuna associazione studentesca che si richiami direttamente all’ideologia fascista e ai suoi simboli e rituali e che pratichi forme di discriminazione di ogni tipo

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