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Celeste Alessandri© Loescher Editore - 2023
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97888341865
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Impaginazione: Nico Ambrosino
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Disegni: Marta Viviani
Copertina: Chiara Zavattaro
Fotolito: Walter Bassani - Bascapè (PV)
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Sono le 7:30 e suona la sveglia. Io sbadiglio, ma sono già in piedi. Di solito mi piace dormire fino a tardi, ma questa mattina una strana emozione mi ha fatto alzare presto dal letto: oggi aspetto una telefonata importante. Mi preparo velocemente, metto il libro e il quaderno nella borsa ed esco di casa.
È un lunedì d’estate e a Perugia comincia una nuova settimana. È mattina presto e la città è già in fermento1: i negozi sono aperti, i camerieri dei bar sistemano le sedie e i tavoli all’aperto e il centro storico inizia la sua giornata. Lungo la strada mi fermo a fare colazione “Da Marco”, la mia pasticceria preferita. È a pochi minuti dall’università e vengo qui quasi tutte le mattine.
La pasticceria si trova in una piccola piazza, in un vecchio edificio storico, ma dentro è arredata in stile moderno. Mi piace l’atmosfera: è un posto tranquillo ma allo stesso tempo vivace e soprattutto adoro il delizioso profumo che si respira al suo interno.
Mi siedo fuori al solito tavolino e aspetto la mia amica Julie. Ogni tanto controllo nervosamente il telefono, ma è ancora troppo presto per la chiamata che aspetto. Ho messo la suoneria al massimo per non perdere neanche una notifica2 .
1. essere in fermento: essere attivo, agitato, eccitato.
2. notifica: avviso che hai sul telefono quando ricevi un messaggio o una telefonata.
“Chissà che cosa mi diranno…”, e mentre sogno a occhi aperti il possibile dialogo improvvisamente torno alla realtà e mi ricordo di non aver fatto i compiti. Così prendo subito il libro di italiano e comincio a svolgere gli esercizi in modo distratto. Sono a Perugia da due mesi e il mio italiano è migliorato molto con il corso che sto seguendo all’università. Solo qualche mese fa, mentre scrivevo la tesi3 di laurea triennale4 a Stoccarda, fantasticavo sulla mia vita in Italia. Mi è sempre piaciuta la lingua italiana, ma ora ho un motivo in più per impararla: devo ottenere il certificato B2 per poi continuare gli studi all’Università di Milano. Il design è da sempre la mia passione e quale posto migliore dell’Italia per studiarlo?
«Buongiorno, Stella!», mi saluta Julie con la sua solita allegria mentre si siede.
«Buongiorno! Non ti aspettavo così presto!», rispondo io con un sorriso.
Io e Julie ci siamo conosciute qui a Perugia, lei è francese e frequenta con me il corso di italiano. Ha da poco finito il liceo e si è presa sei mesi liberi per studiare le lingue e decidere cosa fare in futuro. Ci incontriamo sempre in questa pasticceria prima delle lezioni e lei ha anche cominciato a lavorare qui qualche fine settimana.
3. tesi: testo scritto da uno studente o una studentessa dell’università come esame finale.
4. laurea triennale: corso di studi all’università che dura tre anni.
Julie aiuta in sala come cameriera: apparecchia i tavoli, porta gli ordini, ma a volte si diverte ad andare nel laboratorio dove producono i dolci per imparare qualche ricetta o per assaggiare le nuove specialità. Noi siamo entrambe molto golose e la mattina rimaniamo a lungo incantate davanti alla vetrina dei dolci prima di decidere che cosa prendere.
«Con il cioccolato questa mattina abbiamo torte, cornetti, cannoli, crostatine e gli ultimi tartufi!», ci dice Marco sorridendo. Marco è il pasticciere e conosce bene i nostri gusti; lui sa che il cioccolato non può mancare nella nostra colazione.
Stella non conosce i nomi di tutti i dolci, prova ad aiutarla.
Abbina ogni nome all’immagine corrispondente. maritozzo ● bomboloni ● sfogliatella ● cannolo ● crostatina di frutta ● tartufi
Torniamo a posto con un grande vassoio: per me una bella crostatina alla frutta, un tartufo e un cappuccino e per Julie un bombolone e un caffè.
«Hai novità?», mi chiede Julie.
«No, non mi hanno ancora chiamata. L’ufficio apre tra cinque minuti».
«Buongiorno!», grida con entusiasmo John. Non è rivolto a noi, ma al suo amico Lucas che lo aspetta al bancone della pasticceria. Anche John e Lucas vengono spesso in questo bar e frequentano il corso di italiano con noi, ma non ci salutano mai. John è arrabbiato con me perché durante il test d’ingresso al corso non gli ho fatto copiare un esercizio. Mi dispiace essere antipatica a qualcuno, ma non trovo corretto copiare durante gli esami, per me questa è un’opportunità importante e la voglio prendere seriamente.
Driiin Driiin, il telefono suona, guardo lo schermo agitata. È la telefonata che aspetto da mesi, il mio cuore batte fortissimo.
«Dai, rispondi», mi incoraggia Julie.
Ha ragione, non c’è tempo da perdere, devo rispondere prima che riattacchino5 .
«Pronto», rispondo, «pronto, sì, sono io…».
Mentre parlo al telefono, Julie mi guarda con curiosità e cerca di capire che cosa succede.
«D’accordo… va bene, la ringrazio. Anche a Lei, arrivederci». La chiamata dura pochi minuti, la signora Volpi, la segretaria dell’Università di Milano, riaggancia, ma io resto immobile qualche secondo con il telefono in mano.
Julie mi guarda e impaziente chiede: «Che cosa ti ha detto?».
Io rispondo allo sguardo e scuoto la testa6 .
«Mi hanno presa, sono stata ammessa», dico. «Wow! Bravissima! È un’ottima notizia, no? E allora perché fai quella faccia?».
«Mi hanno presa, ma… non ho vinto la borsa di studio». «Ah…», l’espressione sul viso di Julie cambia e diventa seria. «Contavo sulla borsa di studio… senza quella non potrò pagare l’università».
«Dovresti pagare da sola la tassa d’iscrizione?».
«Sì, e anche un appartamento a Milano e tutto il resto. È troppo costoso per me, credo che dovrò cambiare i miei piani». «Non puoi rinunciare al tuo sogno! Non ti preoccupare, troveremo una soluzione».
Mi passa l’appetito. Per la prima volta nella mia vita non finisco la colazione e chiedo una piccola busta per portarla via. Mentre Julie cerca di consolarmi, ci avviamo verso l’università. Mille pensieri mi passano per la testa, devo trovare una soluzione, ma non so come. Da quando ho fatto domanda per l’ammissione all’università e la borsa di studio aspettavo con ansia questo momento. Forse sono stata troppo ottimista? Forse dovrei tornare subito a casa e iscrivermi all’università della mia città.
Io e Julie entriamo in università e attraversiamo il lungo corridoio affrescato. Quando ho visto per la prima volta questo edificio sono rimasta affascinata dalla sua storia e dalla sua arte.
Si trova in un antico palazzo nobiliare7. Le aule dove facciamo lezione sono all’ultimo piano, dove c’è anche una terrazza dalla quale si vede un bellissimo panorama sulla città. Vado lì per un attimo, la vista mozzafiato8 per un momento mi fa dimenticare della telefonata, quassù c’è una piacevole aria fresca, nonostante il caldo di luglio. Faccio un respiro profondo e vado in classe.
7. nobiliare: nobile, di una famiglia antica, ricca e importante.
8. mozzafiato: stupendo, da togliere quasi il fiato.
Attività
1) Rispondi alle seguenti domande.
1. Perché Stella si è svegliata presto? ………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………
2. Perché Stella si trova a Perugia? ……………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………
3. Perché Julie si trova a Perugia? ………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………
4. Chi è Marco? …………………………………………………………………………………………………….… ………………………………………………………………………………………………………………………………………...
5. Che cosa dice la signora Volpi a Stella? ………………………………………………. …………………………………………………………………………………………………………………………………………
6. Secondo te, che cosa farà Stella dopo la notizia ricevuta dalla signora Volpi? ……………………………………………….………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………
2) Leggi le frasi e inserisci i verbi tra parentesi all’imperfetto.
scrivevo fantasticavo
Es. Mentre (scrivere) …………………………… la tesi di laurea triennale a Stoccarda, (fantasticare) …………………………… sulla mia vita in Italia.
1. Quando (frequentare) …………………………… l’università a Stoccarda, Stella (avere) …………………… molti amici e amiche di tante nazionalità diverse.
2. Mentre Stella (studiare) …………………… all’università in Germania, Julie (fare) …………………… il liceo in Francia.
3. Quando (essere) …………………… piccola, Stella (andare) …………………… spesso in vacanza in Italia.
4. Fin da piccola Stella (amare) …………………… il design.
5. Mentre (dormire) ……………………, Stella (sognare) …………………… di frequentare l’università a Milano.
6. Da bambine Stella e Julie (prendere) …………………… sempre dolci al cioccolato, come fanno ancora oggi.
3) Cerca nel capitolo i sinonimi di queste parole. chiamata antico panorama positiva test classe
4) Abbina le due colonne per formare l’espressione corretta.
1. sorseggiare a. una soluzione
2. frequentare b. un cappuccino
3. trovare c. a un sogno
4. rinunciare d. un respiro profondo
5. aspettare e. l’università
6. fare f. una telefonata
5) Riscrivi i seguenti termini vicino alla definizione corretta, poi rispondi alle domande.
laurea magistrale ● liceo ● laurea triennale
1. È un tipo di scuola secondaria di secondo grado, dura 5 anni e gli studenti hanno tra i 14 e i 19 anni: ……………………………………… .
2. Puoi frequentare questo corso all’università quando hai un diploma di scuola secondaria di secondo grado, dura 3 anni: ………………………………… .
3. Puoi frequentare questo corso all’università quando hai una laurea triennale, dura 2 anni: ………………………………… .
● Julie ha appena finito il liceo e non ha mai interrotto gli studi, quanti anni ha? …………………………………………………………………… .
● Stella ha appena finito la laurea triennale e non ha mai interrotto gli studi, quanti anni ha? …………………………………………………… .
Perugia: arte e architettura
Perugia è il capoluogo1 della regione Umbria, nel cuore dell’Italia. Non è tra le città più conosciute dai turisti stranieri, ma stupisce i suoi visitatori per la sua bellezza ed è tutta da scoprire! Si trova sopra una collina2 e per questo motivo dalla città si può vedere un bellissimo panorama.
Perugia è un museo a cielo aperto con i suoi monumenti di epoche passate. La sua storia, infatti, inizia molti secoli fa e ancora oggi possiamo ammirare resti importanti degli Etruschi e dell’epoca medievale. Dagli Etruschi ereditiamo alcuni monumenti come il Pozzo Etrusco e l’Arco Etrusco, mentre del periodo medievale conserviamo, in particolare, la cattedrale di San Lorenzo, la Fontana
Maggiore e l’antico
acquedotto3 .
1. capoluogo: la città principale di una regione.
2. collina: piccola, bassa montagna.
3. acquedotto: costruzione per portare acqua in città e nelle case.
Tra le opere simbolo della città, la più importante è sicuramente la Fontana Maggiore, che insieme al Palazzo dei Priori e alla cattedrale, decora la piazza principale, Piazza IV Novembre.
All’altro estremo del centro storico, troviamo un altro luogo simbolo di Perugia: la Rocca Paolina. Il nome deriva da papa Paolo III, che decide di costruire questa imponente fortezza a metà del Cinquecento. Dentro la rocca, possiamo vedere la grandezza di questa costruzione, ma non solo: qui sono conservate alcune opere dell’artista contemporaneo Burri.
L’arte e i monumenti rendono unica la città di Perugia; non solo artisti contemporanei, ma pittori e scultori di ogni tempo hanno lasciato le loro opere. Tra questi il pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino, che ha vissuto a lungo nella città alla fine del Quattrocento e dà il nome alla strada principale, cioè Corso Vannucci.
Infine, se visitate la città, non potete perdere le produzioni artistiche tipiche del territorio, tramandate da molte generazioni. Tra le più importanti ci sono la lavorazione della ceramica e quella dei tessuti, che decorano le case e i giardini dei perugini (così sono chiamati gli abitanti di Perugia).
Io e Julie ci sediamo all’ultimo banco, strano per noi, ma oggi dobbiamo parlare un po’ per trovare una soluzione al mio problema. Sono preoccupata perché non mi vengono in mente idee, ma Julie sembra molto ottimista, forse saprà aiutarmi. Pian piano arrivano gli altri studenti e le altre studentesse, siamo 15 in totale, ma ci sono alcuni assenti: è difficile per tutti svegliarsi presto il lunedì mattina.
Per ultimo arriva anche il professore: è un uomo di circa 50 anni, alto con i capelli neri e un po’ grigi. È gentile, simpatico ed elegante nei modi e nei vestiti, indossa ogni giorno una camicia a maniche lunghe; oggi è celeste chiaro e la piccola tasca sulla parte destra ha dei ricami blu. Con una mano porta una borsa marrone di pelle piena di libri e l’appoggia sulla cattedra, con l’altra tiene alcuni piccoli fogli colorati.
«Buongiorno a tutti e tutte, come state? Come avete passato il fine settimana?», domanda il professore cominciando la lezione.
«Molto bene, professor Ricci, sono stata al lago Trasimeno questo fine settimana, è stato bellissimo. Ho preso il traghetto fino all’isola Polvese e ho fatto il giro dell’isola. C’erano pochissime persone e la natura era bellissima», risponde con entusiasmo Agata, seduta come sempre al primo banco.
Lei è serba e dopo il corso resterà a Perugia per diventare insegnante di italiano, poi tornerà nel suo Paese per insegnare. Ha le idee chiare e, dato che vuole continuare a studiare in questa università, vuole mostrare al professore
di essere brava. È molto concentrata sul suo obiettivo e per questo a volte è un po’ scontrosa con gli altri, ma lei mi piace perché è determinata.
Nel banco accanto a Agata ci sono Rosa e Felipe. Sono brasiliani e sono venuti qui insieme. Il prossimo anno si sposeranno. Lei ha origini italiane e al matrimonio vogliono riuscire a parlare italiano con i parenti siciliani, per questo sono qui. Oggi in classe sono arrivati anche due nuovi studenti, il professore chiede loro di presentarsi.
«Io sono Juan, sono argentino di Buenos Aires e ho 23 anni. Sono qui perché voglio vivere in Italia e trovare un lavoro».
«Io sono Rita, ho 28 anni e sono svizzera. Sono chef in un importante ristorante di Zurigo e sono qui in vacanza».
I due nuovi studenti sembrano simpatici, ma un po’ riservati. Anche io alla prima lezione, quando non conoscevo nessuno, probabilmente ero così agli occhi degli altri.
John e Lucas, invece, sono seduti in fondo alla classe, nel banco accanto al nostro. Da quando è iniziata la lezione non sono stati un attimo in silenzio. Guardano il loro telefono e parlano, sembra che John voglia comprarsi una nuova automobile.
«Forse potresti trovare un lavoro per questi mesi, alcuni negozi in centro cercano commesse», dice a bassa voce Julie. «Sarò qui ancora per due mesi, pensi che potrei guadagnare abbastanza?», rispondo io.