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Paper blog.

Pubblicazione a stampa, composta di un numero variabile di pagine a cura di Lombardini22.

Ocio.

Settembre 2021

11/22

03 Editoriale L’allegria e il coraggio che ci muovono

04 Corresponsabilità La Fabbrica dell’Aria® Condividere intelligenza verde

06 Apprendimento La scuola non è un’isola Formazione e ricerca in Lombardini22

08 Ricreazione Accoglienza gentile I nostri spazi di relazione

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Affacci Esterno giorno L’importanza del fuori

20 Corrispondenza La stessa lingua Fare esperienza, condividere la memoria

22 Autori Dizionario dell’abitare Conversazioni in divenire

26 Bellezza Un fiore e un carro armato Dove tutto è cominciato

SPECIALE Sguardo attraverso

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Credits

Concept editoriale e graphic design: FUD Tutte le foto che trovate nel Paper blog sono state scattate dai fotografi Filippo Podestà, Carlos e Dario Tettamanzi. Ufficio Stampa: Luisa Castiglioni | luisa@press-office.co Gianluca Frigerio | gianfrigerio@live.com Stampa: MARIANI Tipografia Seguici su: @lombadini22

Abbiamo realizzato questa copia con il contributo di:

liuni.com

Gli spazi cambiano le persone. Il cammino le accomuna, Liuni le accompagna.


Editoriale

Testo: Franco Guidi

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L’allegria e il coraggio che ci muovono

Il combinato disposto dell’estate e dei vaccini ci sta permettendo di vivere una vita quasi normale. Qualche precauzione in più per qualche preoccupazione in meno. L’economia italiana si sta riprendendo, in linea con i paesi più importanti. C’è molta fiducia in Draghi, nel PNRR e negli investimenti che verranno fatti: speriamo che siano investimenti buoni, in grado di rinforzare la competitività del nostro paese. E noi? Noi siamo qui che lavoriamo e cerchiamo di mantenere la barra dritta. A fine settembre completeremo quasi tutti il ciclo vaccinale e questo ci darà una certa tranquillità. Il lavoro non manca e nemmeno le sfide per organizzarci al meglio. Con la crescita arrivano nuovi temi organizzativi: siamo in una fase di mutazione e siamo concentrati per dare alla nostra azienda una struttura adeguata. È uno sforzo in più che si aggiunge alla pandemia. Siamo un po’ stufi e siamo un po’ stanchi. Possiamo dirlo, possiamo ammetterlo. Non abbiamo mai abbassato la guardia, non abbiamo smesso di spingere e di guardare oltre il quotidiano. Non abbiamo mai smesso di cercare i segnali giusti per trovare il percorso più adeguato. Non abbiamo niente da rimproverarci, ma non abbiamo poteri speciali: siamo esseri umani e vogliamo continuare a esserlo. Per molti di noi sono stati mesi di introspezione e di pensieri sul senso della vita, sul tempo e l’energia che dedichiamo al lavoro. Ci siamo guardati dentro: qualcuno si è rinforzato nelle scelte di fondo e qualcuno le ha messe in discussione. Abbiamo avuto ingressi e uscite. Per fortuna Lombardini22 continua a essere un luogo di lavoro attrattivo: non tutto è perfetto, ma tutti possono dare un contributo significativo per migliorare.

In estate, nonostante tutti i lavori che portiamo avanti, abbiamo trovato il modo di riposarci e dedicare tempo a noi stessi e alle nostre famiglie. È stato comunque un riposo strano, dopo tanti mesi di lavoro strano, ma ne avevamo bisogno. Ci rivediamo a settembre con un evento legato al Salone del Mobile. Dopo anni di successo del Fuori Salone abbiamo deciso di puntare anche noi sul FUORI e per l’occasione presenteremo alla nostra comunità la trasformazione dei nostri cortili. Sarà un momento FUORI, una metafora della nostra voglia di chiudere con la fase introspettiva e di riprendere i nostri viaggi, come il lupo di mare di una poesia di Ungaretti. E subito riprende Il viaggio Come Dopo il naufragio Un superstite Lupo di mare È una poesia che si intitola Allegria di Naufragi, segno che anche dopo periodi come questi sono il coraggio e l’allegria che ci daranno la spinta per farci muovere.


Corresponsabilità

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La Fabbrica dell’Aria

®

Condividere intelligenza verde Il mondo vegetale ha una caratteristica fondamentale: non gerarchico, senza centri di comando, distribuito e adattivo, è l’unico tra i sistemi viventi capace di soluzioni efficaci e allo stesso tempo non predatorie verso il proprio ecosistema. Stefano Mancuso, scienziato e professore ordinario presso l’Università di Firenze, ci fa riflettere sulle piante e sulla loro “intelligenza” come un sistema da cui abbiamo molto da imparare: in termini di socialità, cooperazione, risoluzione di problemi. A questi temi Lombardini22 ha dato spazio fin dalla sua fondazione e il 27 maggio abbiamo inaugurato La Fabbrica dell’Aria® con Stefano Mancuso: uno straordinario progetto di serra indoor sviluppato per la purificazione dell’aria all’interno degli edifici. La Fabbrica dell’Aria® è una serra a pianta rettangolare di circa 35 metri quadri composta di otto vasche aperte e due teche chiuse oltre a una rete di supporto per rampicanti che insieme formano un continuum vegetale su tre lati del perimetro.

Mentre radici e foglie lavorano come filtri sempre efficienti, un sistema di sensori permette di misurare e restituire in tempo reale il miglioramento della qualità dell’aria in entrata e uscita, i cui valori sono visibili su uno schermo. La selezione delle piante è accurata, con diverse altezze ma generalmente prediligendo quelle con un’ampia superficie fogliare poiché la capacità filtrante è a essa proporzionale. L’illuminazione artificiale gioca un doppio ruolo: una luce bianca indiretta diffusa a servizio dello spazio architettonico, e una luce con lunghezze d’onda variabili a servizio della fisiologia delle piante, per accompagnare le fasi di fioritura e vegetativa con adeguate frequenze cromatiche.

b.

La Fabbrica dell’Aria® di Lombardini22 è un luogo per noi e per i nostri uffici, ma anche un esempio, una “vetrina” site-specific a disposizione di tutti i players del settore immobiliare con i quali sentiamo la responsabilità di costruire concretamente una cultura della sostenibilità fondata su un benessere reale, e anche sulla bellezza!

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a. Elda Bianchi, Stefano Mancuso e Franco Guidi visibilmente orgogliosi della nostra Fabbrica.

La serra è dotata di un sistema di filtrazione botanica (Stomata™, brevettato da Pnat) che amplifica la naturale capacità delle piante di trattenere e degradare gli inquinanti, organici e inorganici, incorporandoli nella propria biomassa (trasformandoli cioè in nutrienti per le piante stesse).


Corresponsabilità

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c. Sì, le piante possono salvarci, sono l’unica soluzione al surriscaldamento globale. E allora inseriamole nel cuore della città e degli uffici!

d. Abbiamo molto da imparare dalle piante. Con la Fabbrica dell’Aria® le aiutiamo ad aiutarci e a insegnarci parte della loro saggezza.

d.

b. Avere il verde attorno, oltre a essere un beneficio per il corpo e la mente, è indispensabile al nostro pianeta. Per questo abbiamo fatto di radici, fusti e foglie i nostri co-worker.

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Apprendimento

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La scuola non è un’isola Formazione e ricerca in Lombardini22

“La scuola non deve essere un’isola, ma una parte del contesto fisico, una struttura diramata nel tessuto delle attività sociali, una configurazione instabile continuamente ricreata dalla partecipazione diretta della collettività che la usa.” Giancarlo De Carlo Nell’ambito della connessione tra scuola, città e comunità, tra l’educazione e una pluralità di altri contesti e situazioni in possibile rete tra loro, Lombardini22 si pone come nodo per trovare ricomposizioni inedite: nuove forme didattiche, nuovi ponti e alleanze tra formazione, lavoro e società, studenti e docenti, junior e senior, e anche nuovi spazi fisici. Ma soprattutto nuove e sempre fresche motivazioni a mantenere viva quella tensione all’apprendimento che oggi non è solo un problema delle nuove generazioni, del loro potenziale espressivo e della loro crescita all’interno della società e del mondo del lavoro, ma una necessità intergenerazionale che coinvolge tutti, in ogni ruolo professionale ed età formativa.

È questa la cornice in cui Lombardini22 innesta il suo purpose: sviluppare persone e territorio andando oltre quelli che sono i bisogni di oggi, ma guardando con lungimiranza agli spazi liberi del domani. (...) Quali sono i modi e i contesti più adatti affinché i processi di crescita, umana e professionale insieme, possano dispiegarsi in maniera libera e davvero formativa, affrontando temi profondamente radicati nei processi cognitivi ed emotivi di ognuno di noi? In Lombardini22 ci prendiamo cura di queste domande attraverso un’Accademia interna, una governance generativa e relazionale, uno spazio fisico da abitare e un percorso di eventi culturali annuale. Tra i big di quest’anno c’è anche Daniela Lucangeli – Professore ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università di Padova – che ha dialogato con Franco Guidi su come favorire la fioritura dei talenti, anche rispetto alla dimensione spazialearchitettonica. Con lei abbiamo esplorato direzioni e possibilità alternative e divergenti rispetto ai modelli convenzionali cui siamo abituati per sondare il

CORSI CORSI ACCREDITATI PERSONE COINVOLTE ISCRIZIONI ORE EROGATE

a.

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Apprendimento

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a. Lombardini22 è (anche) una grande aula, un luogo per immaginare e sperimentare il rapporto tra educazione e progetto.

terreno di una diversa progettualità comune – pedagogica, lavorativa e anche civica. In questo quadro gli spazi architettonici, essendo generatori di emozioni, possono fare la differenza. Se non esiste un rapporto lineare reciproco tra qualità architettonica e qualità del sistema educativo, esiste però un’influenza che l’architettura, per il fatto di agire sull’ambiente, esercita sulle attività che nell’ambiente si svolgono, e sicuramente un’attività è l’apprendimento. Se è vero che l’educazione – nella sua parte più ricca e attiva – può compiersi anche altrove rispetto ai luoghi deputati, è altrettanto vero che possiamo lavorare per configurare gli spazi più appropriati in cui il processo educativo possa compiersi.

“ Superare il principio di pura prestazione tecnica e sviluppare competenza sociale, equilibrio tra capacità cognitiva ed emotiva, contesti di ascolto reciproco per una crescita individuale e collettiva, umana e professionale”

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Ricreazione

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Accoglienza gentile I nostri spazi di relazione di Adolfo Suàrez

a.

Sono pubblici diversi a varcare la soglia di Lombardini22, vi sostano, aspettano, dialogano con noi. Ognuno di loro ha motivazioni e ingaggi diversi e modalità proprie di fruizione. In tutta questa molteplicità c’è un elemento comune: noi di Lombardini22 desideriamo imparare a essere gentili. In un’epoca di comunicazione aggressiva e frastornante, gentilezza significa non imporre, non ipnotizzare, non invitare in una comunità digitale quando si è all’interno di una fisica. È regalare la libertà di scegliere: di cosa interessarsi, di farsi accogliere con empatia, di preferire il silenzio al rumore. Gentilezza per noi è ricevere in una comunità reale, invitare a un dialogo vero, in spazi fisici essenziali, studiati con cura e rispetto.

a. Come vorreste essere accolti in Lombardini22? Noi stiamo immaginando un ingresso morbido, verde, confortevole.

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Ricreazione

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c.

c. Alla zona welcome più classica si accosterà un’ampia area con poltrone, sedute informali, luci domestiche e una intensa presenza di verde.

b.

“ La gentilezza è uno strumento di comunicazione che facilita i rapporti. E serve quanto l’aria che respiriamo.”

b. Gli spazi si osservano per conoscersi. La nuova cucina guarda l’area break attraverso il cortile.


Ricreazione

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d.

Comunicare e accogliere con gentilezza significa, soprattutto, cercare un punto d’incontro perché l’accoglienza è ascolto, l’ascolto è comprensione, la comprensione è empatia. In questa ottica ripensiamo e rimoduliamo alcuni ambienti identitari dello studio: il cortile L24, il Social Hub – il cortile alla Barragán che unisce le due zone kitchen –, lo spazio necessario e la reception. Sono tutti spazi connettivi, di integrazioni tra mondi e funzioni: sono spazi di relazione.

d. Un caffè, una chiacchiera e un momento di meritato relax nel cortile alla Barragán, progettista definito da Gio Ponti “maestro irraggiungibile, architetto mitologico”.

Li stiamo rimodellando attraverso un uso attento e calibrato dei materiali, e sensibilità verso le esigenze di chi li attraverserà e chi invece deciderà di sostarvi, per dar vita a spazi semplici da capire, che parlano lo stesso linguaggio autentico e gentile di Lombardini22.


Ricreazione

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“ Gentilezza è essere consapevoli della responsabilità dell’ascolto e della presenza.”

e.

e. Immaginare flussi, percorsi e funzioni.

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Affacci

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Esterno giorno L’importanza del fuori di Marco Amosso

L’ultimo anno ci ha insegnato, come non mai, l’importanza degli spazi esterni. Piccoli o grandi, da vivere come estensione e completamento dei nostri luoghi dell’abitare, la casa e l’ufficio in primis, senza dimenticare i luoghi dell’ospitalità, dello shopping e del tempo libero. Balconi, terrazzi, logge, patii, cortili e giardini hanno decisamente assunto un valore primario nella composizione dei luoghi del vivere, completando ed arricchendo lo spazio funzionale ed estetico. Siano essi privati o condivisi, crediamo che debbano assumere primaria importanza, diventando a tutti gli effetti luoghi del progetto.

a. La grande terrazza verde di Lombardini22: un privilegio in città.

a.

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Affacci

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b. In tempi non sospetti avevamo dato vita a un’architettura estroversa: Segreen Business Park è un ecosistema vivo che rispetta la natura e si ispira a essa. b.

c. Rompere le barriere tra interno, esterno spazio privato e spazio pubblico.

c.


Corrispondenza

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La stessa lingua Fare esperienza, condividere la memoria di Mauro Magatti

a. Anche quest’anno l’estate ha scacciato via il virus. E speriamo che questa volta, grazie al vaccino, sia per sempre. L’euforia della ripartenza – con tutta la gioia di tornare ad abbracciarci – ha riempito le nostre città nelle ultime settimane. Quasi a volere chiudere una parentesi lunga e dolorosa. La rimozione – ci insegna la psicanalisi – è una illusione. Una scorciatoia che, a un certo punto, presenta un conto salato. Meglio coltivare la memoria anche di ciò che ci ha prodotto dolore. Non per farsi schiacciare da ricordi tormentati, ma per rielaborare quello che la straordinarietà del trauma ci ha costretto ad attraversare. La ferita è sempre anche una feritoia, un’apertura per potere vedere la realtà al di là del suo strato epidermico. Nel tempo dei social – in cui miliardi di messaggi circolano in ogni momento per ogni dove – tutto sembra destinato ad apparire e sparire nel nulla. Siamo un tempo senza memoria, e per questo senza futuro. Travolti da un’accelerazione continua, tendiamo a venire risucchiati nel presente. Per questo, nonostante le innumerevoli attività, facciamo una gran fatica a fare “esperienza”. Etimologicamente, esperienza viene dal verbo greco ex perao che significa muoversi, traghettare da un luogo all’altro. Facciamo esperienza quando lasciamo una terra conosciuta e, trascinati dalla sorpresa della realtà, approdiamo su un altro mondo. Per questo l’esperienza ha a che fare con l’intensità di ciò che ci accade ma anche con la capacità di riflettere e ripensare su quello che è accaduto.


Corrispondenza

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b.

Ecco perché gli archivi sono importanti. E così i diari, che sono testimonianza concreta materica di ciò che ha attraversato le nostre menti e i nostri cuori nel momento più inaspettato. È sempre bello potere leggere i diari lasciati da altri. Si ha la possibilità di entrare in un’altra vita. E ancora di più è bello rileggere ciò che abbiamo scritto nei momenti che sono ormai remoti. Quando ciò accade, abbiamo la possibilità di riconnetterci con ciò che sembra risucchiato nel nulla. E che invece è ancora vivo da qualche parte dentro il nostro cuore. Non è usuale che un’organizzazione economica faccia un esercizio di memoria e lo faccia allo scopo di consegnare a ogni suo membro e all’organizzazione tutta la domanda su un tempo che è capitato di vivere insieme. Rileggendo i testi, sono ben riconoscibili le tappe e i sentimenti di quei mesi così intensi. Lo sconcerto, il timore, la sorpresa, la speranza, la solidarietà, il desiderio di riappropriarsi della propria vita. E poi ancora la centralità del lavoro, la cura e l’attenzione per i dettagli sanitari, la responsabilità reciproca, la trepidazione dell’attesa. Niente di straordinario certo. Lo spaccato che viene restituito è simile a quello di tutte quelle organizzazioni che si sono tenute insieme proprio quando il virus sembrava mandare tutto in frantumi. Rinsaldando così il senso del loro legame. Eppure, ciò che conferisce straordinarietà a queste pagine è la singolarità della cultura di Lombardini22, che trapela in ogni pagina. Perché è proprio questo ciò che caratterizza il nostro essere uomini e donne: parliamo la stessa lingua,

abbiamo gli stessi sentimenti, nutriamo gli stessi desideri ma mai in modo standardizzato e ripetitivo. E sempre invece in modo unico e particolare. Non dovremmo mai dimenticarlo. Il mio auspicio è che questo diario sia conservato con cura da tutti coloro che facevano parte di Lombardini22 nei mesi della pandemia. E che un giorno, tra qualche mese, tra qualche anno o forse addirittura tra qualche decennio, possa poi capitare di riprendere in mano questo testo. E così di rivivere, con intensità nuova, la provocazione lanciata dal coronavirus: siamo tutti fragili, esposti alla morte. Eppure legati gli uni agli altri attorno al fuoco vitale dell’esistere.

a. Ve le ricordate le mail di Franco che hanno scandito il nostro lockdown? Sono un diario prezioso, da conservare e rileggere in acque calme.

b. Un frammento della complessità del reale, visto da Giuseppe Pepe: frasi ispirazionali, arte, emergenza sanitaria e un mondo da ripensare.


Autori

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Dizionario dell’abitare Una conversazione in divenire “Costruiamo case per accogliere in una forma di intimità la porzione di mondo – fatta di cose, persone, animali, piante, atmosfere, eventi, immagini e ricordi – che rendono possibile la nostra stessa felicità” – Emanuele Coccia

a. L22 Living dispiega la sua duplice natura, tra ascolto e azione, tra sogno e realtà.

A un anno dal lancio, L22 Living si racconta attraverso alcune parole che rappresentano il percorso intrapreso di studio e sviluppo del sistema abitativo, sempre più complesso e articolato, che vediamo fiorire e di cui siamo attivi promotori.

b. Che cosa accade dietro la vostra finestra? Su cosa si apre? Quali sono gli scorci attraverso i quali la vostra casa si apre al mondo?

Un anno che tutti ricorderemo, che ha messo in discussione l’esistente e il conosciuto. Tutto ci parla di un cambiamento profondo, silenzioso, inesorabile, che passa delle case, attraversa i corpi e i luoghi dell’abitare fino a riflettersi progressivamente verso i luoghi urbani. L22 Living è binaria, si esprime attraverso un’identità duplice muovendosi sulle due dimensioni della visione e del servizio, del sogno e della realtà, dell’ideale e della concretezza, dell’ascolto e dell’azione, del contenuto e del contenitore, dell’architettura e delle persone. Le due anime di L22 Living rappresentano queste polarità, che toccano i due diversi emisferi del nostro cervello. Lo fanno quindi anche le parole che abbiamo scelto per introdurre una conversazione sull’abitare, in divenire.

Immaginario

a.

Un mondo ideale cui tendere, con il pensiero e con il progetto. Ripensare a nuove tensioni trasformative delle città e dei luoghi in cui viviamo, dando voce alle aspirazioni delle comunità e delle persone che le compongono. Confine Il confine è quella linea quasi sempre immaginaria che divide noi dagli altri, che frappone il sistema fisico o mentale dall’ambiente che lo circonda. Come la inevitabile messa a terra dei nostri ideali, il confine rappresenta l’ambito di progetto più sfidante tra convenzioni, compromessi e limiti da superare.


Autori

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- Co Dal vocabolario Treccani: co- ‹kó› [dal lat. co(per cum «con»)]. – Prefisso, verbale o nominale, di alcune parole composte. Co-ndividere, co-llaborare, co-progettare, co-operare, co-involgere: sono tutte parole che si trovano nei processi di progetto e di rigenerazione del territorio. Il prefisso ‘co’ è il simbolo di una scelta culturale per produrre sviluppo (umano, sociale, culturale, economico) e per realizzare valore (materiale e immateriale) all’interno di una rete di relazioni significative fondate sulla fiducia e sulla collaborazione.

b.

Servizi La necessità è chiara e sempre più esplicita: l’abitare è cambiato. Il contesto ora è e deve essere polifunzionale, permeabile, innovativo ed esprimere tutte le diverse anime esplicite e implicite del co-. Come? Con un mix di servizi e sistemi aggregati a uso esclusivo e collettivo ben calibrati, attenti alle esigenze in divenire, promotori di equilibrio e benessere.

Bellezza

Semplicità

Attorno agli oggetti e agli spazi ricostruiamo il senso dell’abitare come mistero della bellezza, facendo della casa un luogo di contemplazione di una nuova stagione: pura, limpida, leggera. Ripartendo dalla bellezza torneremo ad abitare poeticamente. L22 Living accoglie la sfida progettando nuovi modelli dell’abitare. Ciò che resta immutata è la ricerca della bellezza e della qualità del vivere che tanto dipendono dall’architettura.

Progettare luoghi semplici, essenziali, facili da capire dai clienti con cui sviluppare un rapporto di fiducia ed empatia: in una parola, autentici. L22 Living si sviluppa a partire dall’ascolto di istanze manifeste ed esigenze sotterranee del committente che conducono alla realizzazione di uno spazio su misura della persona che lo vivrà.

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Autori

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Ritmo

Apertura

Il ritmo è il succedersi nel tempo di forme in movimento, è la sequenza con cui le varie fasi si succedono, è il susseguirsi di stanze all’interno di una casa. C’è un ritmo nella musica, nelle parole, negli spazi, persino nei silenzi.

Uno stato che rende possibile un passaggio, un accesso. Aperto è incontro, ambito cui si può accedere. L’apertura è dei cancelli, deve essere delle frontiere, deve essere delle case e delle menti.

Per sentire il ritmo e la cadenza del tempo, per tornare a sintonizzarsi molti di noi hanno avuto bisogno di una pandemia, di sospendere lo spazio, di limitare i movimenti, per riuscire ad afferrare le sequenze che marcano le nostre vite, per smontarle e reinventarle.

Finestra

Fermare il tempo. Il tempo è denaro. Il tempo guarisce tutte le ferite. Il tempo fugge. Dare tempo al tempo. Ingannare il tempo. Prendere tempo. Sono tanti modi di dire per cercare di domare ciò che non possiamo: il tempo non ci appartiene, siamo noi che gli apparteniamo. Allora ritroviamo il tempo interiore, guardiamo chi siamo, cosa desideriamo, se la nostra casa ci somiglia, se noi somigliamo a chi siamo diventati. In fondo il tempo è la quarta dimensione del progetto, per noi la più importante.

“Per ogni finestra, l’architetto deve immaginare una persona affacciata. Per ogni porta, una persona che l’attraversa” – Gio Ponti Dietro, storie tutte da immaginare, nel silenzio o nella frenesia delle città. Le finestre sono indizi, suggerimenti, torce o sussurri nel buio, piccoli frammenti di apertura in una casa intelligente, versatile, rassicurante, in grado di attivare un composito sistema di relazioni. Il potere rigenerativo dell’estetica si combina con la necessità imprescindibile della funzionalità evocando al contempo scenari rassicuranti che esaltano il piacere intimo di vivere lo spazio domestico guardando il mondo.

c.

c. L’arte si innamora dell’architettura. E ci rivela nuovi sensi e significati.

Tempo

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Autori

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d. La nostra casa ci rappresenta, ci conosce meglio di quanto crediamo. L’architettura lo sa e ce lo suggerisce.

d.

Isola e arcipelago

Autoritratto

L’isola è un concetto affascinante: luogo dell’evasione e del viaggio ma è soprattutto un punto di ancoraggio, dove si torna sempre. Si viaggia da un’isola all’altra, assaggiando culture diverse e le loro radici comuni.

– la community sceglie la propria parola dell’abitare

La nostra casa è un’isola? Fa parte di un arcipelago più ampio che chiamiamo comunità? Il senso di isolamento vissuto nel corso del 2020 ci proietta ora verso l’esterno, verso ciò di cui abbiamo avuto nostalgia: la socialità, il confronto, la relazione, le affinità elettive. "Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te". John Donne Un concetto, un’oasi, un’ideale. Per la sua forza rappresentativa, la visione di un’isola in mezzo al mare ci attrae e respinge insieme. Perché un’isola, per sua stessa natura, è destinata a rimanere sola come una monade, scollegata dal resto del mondo. Ma “Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Questi versi ci invitano a cogliere la nostra vita come parte di una dimensione più grande, a cui apparteniamo e di cui possiamo percepire le connessioni. L22 Living progetta per aiutare le persone a sentirsi parte del tutto, a essere empatici e in ascolto all’interno di un orizzonte ampio: il nostro luogo del vivere.

Giocare con le persone, provocarle chiedendo loro un autoritratto che abbia la forma di una delle case abitate nel corso della propria vita, è un esercizio affascinante perché permette a chiunque di cogliere il senso profondo che l’architettura ha nella nostra esistenza. Pensare alla casa vuol dire infatti tornare immediatamente a un’intimità del corpo, a emozioni e ricordi che attraversano i nostri vissuti e, insieme, ci porta a ravvivare un’attenzione affettuosa verso quei luoghi in cui ci rifugiamo e che rappresentano l’idea più vera e profonda di cosa voglia dire “domestico” nella nostra vita.


Bellezza

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Un fiore e un carro armato Dove tutto è cominciato Si può immaginare uno spazio di lavoro senza arte? Non si può, almeno per noi di Lombardini22 che ci siamo fatti accompagnare dall’arte contemporanea fin dalla nostra nascita, nel 2007.

a.

Tutto è cominciato con un fiore e un carro armato, con il progetto di design giapponese Retired Weapons di Yuji Tokuda e Junya Ishikawa (un carro armato gonfiabile in scala reale con un mazzo di fiori nella bocca da fuoco). Da quel primo colpo non ci siamo più fermati, ospitando autori e opere nei nostri spazi, promuovendo esperienze sul territorio e coltivando relazioni con il ricco e stimolante tessuto creativo che ci circonda. Abbiamo visto transitare gli artisti del collettivo ArtKitchen, i Fantasmi Urbani di Roberto Cambi, il video 150 Italiae di Studio Forward, l’installazione Mare Bianco di Fernando Garbellotto ed Emanuele Wiltsch Barberio, le rane di Cracking Art a cura di Jacopo Perfetti, le parole “scolpite” di Stefano Boccalini, l’opera Witness Your World di Leroy Brothers, l’installazione Revolting Mass di Wouter Klein Velderman, i dipinti e le sculture di Enrico T. de Paris e molto altro ancora. Molto si è depositato nei nostri uffici ad arricchire una piccola collezione permanente con fotografie di Beniamino Terraneo, una grafica di Aldo Rossi, un grande fantasma di Roberto Cambi, un bel pezzo materico di TVBoy, due grandi poesie di IVAN a noi dedicate, una mano di ferro di Guido Scarabottolo e diverse opere figlie delle passioni personali dei soci. Sono presenze preziose, fonti di sapere e di sorpresa che rendono il nostro spazio cangiante, ci ricordano quotidianamente che si possono sempre vedere le cose diversamente e che, come diceva Bruno Munari, si può sempre “fare in un altro modo”. Per questo, per noi l’arte non è un elemento accessorio o decorativo dello spazio ma è parte integrante di una visione più ampia e attiva, che mette in relazione cultura, linguaggi e lavoro quotidiano facendo di Lombardini22 un laboratorio in costante evoluzione.

a. La storia di Lombardini22 è iniziata con un messaggio di pace veicolato dall’arte che sa costruire connessioni, emozioni, impegno.

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Bellezza

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b.

b. Alzare lo sguardo in via Eugenio Villoresi 19 e ammirare un’opera di street art realizzata da Hitnes: un richiamo esplicito all’operosità milanese e lombardiniana.

c.

“ L’arte non è un elemento accessorio o decorativo dello spazio ma è parte di una visione più ampia che relaziona cultura, linguaggi e lavoro per un fare in costante evoluzione.”

c. La riconoscete? È una scultura di Enrico T. de Paris, il vortice di luci e suoni, vetro, plastica e acciaio che ha popolato i nostri spazi nel corso del 2018.


Bellezza

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d. d. Centocinquanta fantasmi in ceramica, distribuiti e appesi in ordine sparso nello studio. Insieme componevano l’installazione Fantasmi Urbani di Roberto Cambi che abbiamo ospitato nel 2010.

f. Anche un grande aereo da guerra ha sorvolato pacificamente sopra i nostri spazi. Era il 2016. Con Revolting Mass Wouter Klein Velderman ha trasformato l’immaginario bellico in forme percepibili nella loro bellezza scultorea.

e. Il Mediterraneo visto da Sud di Fernando Garbellotto ed Emanuele Wiltsch Barberio che rievoca il viaggio intrapreso da Ulisse verso l’ignoto.

e.


Bellezza

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f.

g.

g. Nel 2017 abbiamo avuto bisogno di spazio necessario alla crescita dello studio. Ci ha aiutato a esplicitarlo l’opera Spazio Necessario di Massimo Uberti.


“Privati o condivisi, gli spazi esterni assumono primaria importanza, diventando a tutti gli effetti luoghi del progetto. ” Questa è la copia N°

di 500.

Ogni copia è stata pensata e progettata a Milano, in Via Lombardini 22, a scopo esclusivamente informativo. Hanno lavorato a questo progetto circa 337 persone di cui 189 Architetti, 95 Ingegneri, 32 Brand Designer, 14 componenti dello staff e 7 Partner. —

– M.A.


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