TITOLO:
DIARAKI
TAGLINE:
a public intimacy
DURATA:
75 minuti
LINGUA:
inglese/giapponese
DESTINAZIONE:
festival

Tokyo, amore, sesso e morte.
Un viaggio intimo attraverso gli oltre 400 diari che Araki, dagli anni Settanta, ha pubblicato; dalla luna di miele con la moglie Yoko, ai quartieri a luci rosse di Tokyo, dalle ossa della defunta madre alle scene bondage, da Lady Gaga ai bambini del suo quartiere natale, da Bjork all’amato gatto Chiro: Araki fotografa tutto e tutti. Non si stacca mai dalla macchina fotografica. Anche quando Yoko si ammala di tumore alle ovaie, lui immortala ogni istante.
Pervertito, misogino, maschilista, immorale: così la critica, il pubblico e la polizia lo ha definito. Sono però proprio le giovani donne, quelle che dovrebbero essere le “vittime della sua pazzia”, a scoprire di Araki il suo romanticismo, la sua introspezione, le sue debolezze e la sua disinibizione nel mostrarle. E sono sempre loro a volere raccontare la sua storia; una storia che le ha coinvolte a tal punto da spingerle a diventare come lui.
1990, muore Yoko e Araki affronta la morte della moglie, sua unica musa ispiratrice, pubblicando Sentimental Journey - Winter Journey, un foto-diario nel quale viene raccontata la malattia di Yoko, fino alla sua morte.
Araki Nobuyoshi, il fotografo degli scatti scandalosi che ritraggono donne legate in scene bondage, prostitute nei quartieri a luci rosse di Tokyo, gigantografie di organi genitali femminili; il fotografo con gli occhiali tondi e sottili baffi, considerato da molti un perverso maschilista, che più che di arte si occupa di pornografia. E’ forse il caso di raccontare meglio chi sia questo misterioso fotografo, e il 1990 è un punto di arrivo di questa storia, e allo stesso tempo un punto partenza.
Nato durante la seconda guerra mondiale (1940), che da li a poco avrebbe stravolto il volto del Giappone, Araki è cresciuto giocando tra le rovine del conflitto, e il parco giochi in cui passava i pomeriggi era un cimitero a Yoshiwara, lo storico quartiere di piacere della capitale nipponica. Sesso, amore, vita e morte entrano in quel momento nella testa di Araki, senza più uscirne.
Una volta diplomato viene assunto alla Dentsu e produce il suo primo foto-libro i n t i t o l a t o X e ro x e d P h o t o A l b u m fotocopiando illegalmente di notte le proprie fotografie negli uffici dell’azienda per poi inviarlo ad amici, critici e persone scelte a caso dall’elenco telefonico di Tokyo. Sempre alla Dentsu conosce Yoko Aoki, che nel 1971 sposa; la loro luna di miele viene interamente documentata da Araki in un foto-diario intitolato Sentimental Journey.
Nel 1972 Araki abbandona la Dentsu a favore della carriera da freelance e si afferma nella scena giapponese come uno dei fotografi più irriverenti, pubblicando le decine di libri fotografici che prendono sempre più la forma di diari, per i quali giovani studentesse universitarie posano per Araki in abiti succinti.
Gli anni Ottanta sono quelli davvero di svolta nella produzione fotografica ed artistica di Araki, che si moltiplica esponenzialmente. Sono gli anni inoltre di fondamentali rivoluzioni della sua poetica con l’introduzione degli “Pseudo-Diary” e degli “Pseudo-Reportage”, con i quali il fotografo, resosi conto dell’interesse del pubblico riguardo al formato diaristico delle sue raccolte, decide di prendersene gioco facendo dei finti diari, con date alterate e storie immaginarie o stravolte.
Sono anche gli anni in cui si dedica in modo ossessionato ai quartieri a luci rosse di Tokyo, frequentandoli ogni notte, e immortalandone ogni istante. Nel 1985 le leggi giapponesi stroncano la sex industry, chiudendo tutti i locali e le attività ed applicando una fortissima censura su ogni aspetto che la caratterizzava; ed è proprio in questo contesto che Araki inizia una sorta di battaglia silenziosa con la censura e le autorità, prendendosi gioco di queste con originali escamotage, che in più di un occasione gli costano l’arresto. Il libro Tokyo Lucky Hole che raccoglie gli scatti di quelle notti deve aspettare il 1997 per essere pubblicato, e Araki dovrà affidarsi per la prima volta ad una casa editrice straniera per farlo.
Il 27 gennaio 1990 si spegne l’adorata moglie Yoko, a causa di un cancro alle ovaie. Araki documenta fotograficamente l’intera malattia della moglie, così come la sua morte, per esorcizzare il dolore, pubblicando poi la raccolta Sentimental Journey - Winter Journey, nella quale abbina alle immagini la scrittura: si tratta del foto-diario più intimo di tutta la sua p r o d u z i o n e , n e l q u a l e s i c o n fi d a letteralmente con il pubblico, svelando
debolezze inaspettate, pensieri che neanche agli amici o alla moglie sarebbe stato in grado di raccontare. Quest’opera stravolge l’opinione pubblica riguardo Araki, che da quel momento viene consacrato come uno dei fotografi chiave d e l l a s t o r i a d e l l a f o t o g r a fi a d e l dopoguerra. Riceve numerosissimi premi; viene invitato a mostre in tutto il mondo e nei musei più importanti; tutti iniziano a parlare di lui.
Araki affronta la morte della moglie moltiplicando ulteriormente la sua produzione fotografica che lo porta in alcuni anni a pubblicare più di un libro al mese. Il fotografo arriva a convincersi che il gatto Chiro sia la reincarnazione di Yoko, divenendo quindi il suo nuovo soggetto preferito, a cui dedica diverse delle sue raccolte.
Il pubblico giapponese si innamora dei diari di Araki, della sua capacità di essere tanto esplicito ed irriverente, quanto romantico ed introspettivo.
Contemporaneamente la fotografia diventa sempre più popolare tra i giovani, grazie all’introduzione sul mercato delle macchine usa e getta, delle Polaroid compatte ed economiche e delle cabine fotografiche. Il giovanissimo pubblico femminile scopre così nella fotografia il proprio mezzo di espressione e di emancipazione dalla società fortemente patriarcale in cui stavano crescendo.
È così che i diari di Araki fanno da manuale alle giovani giapponesi, che munite delle proprie fotocamere economiche iniziano a fotografare la propria quotidianità, la propria intimità, con uno sguardo incredibilmente nuovo, in totale contrasto da quelli che erano i c a n o n i d e l l i n g u a g g i o f o t o g r a fi c o tradizionale. E come Araki iniziano ad auto-prodursi i propri foto-diari, mettendoli in vendita nelle piccole librerie di Tokyo.
Il fenomeno in pochi anni esplode, e i giapponesi iniziano ad interessarsi sempre più alle storie delle giovani fotografe, che in pochi anni diventano delle popstar, vendendo migliaia di copie dei propri libri fotografici.
Nel 1996 quello che sembrava un fenomeno culturale si trasforma in un movimento artistico, con la pubblicazione di Shutter & Love: Girls Are Dancin’ on in Tokyo, un libro in cui lo stimato critico fotografico Iizawa Kotaro presentava il lavoro di sedici giovani fotografe, definendolo onnanoko shashin (la fotografia delle ragazze).
Nel 1999 lo stesso Iizawa Kotaro cura la mostra Private Room II-Photographs by a New Generation, in cui presenta il lavoro di dieci onnanoko shashinka consacrandole definitivamente come la c o n t e m p o r a n e i t à d e l l a f o t o g r a fi a giapponese.
Le allora giovani fotografe sono oggi fotografe professioniste affermate nel panorama giapponese ed internazionale, che hanno solo in parte mantenuto l’approccio iniziale.
Con l’avvento di internet, e più in particolare dei social media, il loro lavoro ha forse perso in parte l’eccezionalità, ma non certo l’interesse. Per quanto riguarda Araki si può dire che non smette neanche un giorno di scattare fotografie, di pubblicare nuovi libri, e di presentare lavori nuovi ogni anno, in ogni parte del mondo. La sua produzione si è ovviamente rallentata, un po’ per l’età, un po’ per la malattia contro cui da qualche anno combatte, ma mai fermata.
Possiamo pensare che il fenomeno dei foto-diari, iniziato da Araki e continuato dall’onnanoko shashin, si sia oggi trasformato in quello dei social, sostituendo la Kodak con l’IPhone e la carta stampata con Instagram?
ATTO PRIMO:
La biografia del fotografo: dal quartiere in cui è cresciuto alla sua prima macchina fotografica, dagli studi universitari alla Dentsu, il matrimonio e finalmente la carriera da freelance: l’attività fotografica di Araki degli anni Settanta e Ottanta.
È l’atto più lungo, con un ritmo piuttosto deciso, in cui i migliaia di scatti in bianco e nero scorrono velocemente, dimostrandone l’infinita quantità. Si alternano a questi gli aneddoti più particolari della sua biografia, tra cui gli arresti e le silenziose battaglie contro la censura.
L’atmosfera è aggressiva, esplicita e divertente.
ATTO TERZO:
Le narratrici si svelano essere anche coprotagoniste del film: Araki per loro non è solo il soggetto della storia narrata, ma è anche colui che ha cambiato loro la vita. Raccontano quindi l’esplosione della fotografia tra le giovani giapponesi degli anni Novanta ed il fenomeno dell’onnanoko shashin dalla loro esperienza diretta, come rappresentanti di quello che allora è accaduto.
L’atmosfera si stravolge di nuovo e diviene spensierata, intima, femminile e felice.
Svelamento del secondo atto: 1990, la morte di Yoko e la pubblicazione di Sentimental Journey - Winter Journey.
L’atmosfera è malinconica e il lato più nascosto di Araki viene subito palesato.
ATTO SECONDO:
Il 1990: come annunciato, Yoko si ammala e il 27 gennaio muore.
L’ a n d a m e n t o r i t m a t o d e l l ’ a t t o precedente d’improvviso si ferma; il clima si raffredda e Araki si trasforma: da instancabile edonista a uomo solo e distrutto. La macchina fotografica ed il gatto Chiro sono gli unici amici di cui si circonda.
Con l’uscita di Sentimental Journey Winter Journey la critica ed il pubblico finalmente capisce la sua poetica ed iniziano a guardarlo con occhi diversi. Da allora Araki vince premi, viene invitato nei più importanti musei del mondo e pubblica fino a venti foto diari l’anno. In tutto il mondo parlano di lui, ma è comunque a Tokyo, nella sua città, che sta accadendo qualcosa.
Le fotografe sono ognuna in un contesto diverso, chi a casa, chi in studio, chi nelle strade di Tokyo a ripercorrere i luoghi e i quartieri protagonisti della biografia di Araki.
Quattro giovani fotografe giapponesi, YURIE NAGASHIMA, MIKA NINAGAWA, H I R O M I X e T O M O K O S AWA D A , articolano il racconto: ognuna di loro racconta un passaggio, un evento, un aneddoto o un’opera, alternandosi ogni 4/5 minuti.
Sono presentate fin dall’inizio come fotografe, ma non prima dell’atto terzo viene dichiarata da loro stesse la vera “relazione” con Araki, nonché il loro essere protagoniste del film oltre che narratrici.
La location in cui ognuna si trova sarà inoltre il contesto in cui ognuna è abituata a lavorare, e quindi nel terzo atto, oltre che raccontare, scatteranno delle fotografia in quegli stessi luoghi, spiegando ognuna la propria poetica. A queste immagini si alternano video d’archivio che riprendono Araki, le sue fotografie e Tokyo nei diversi decenni narrati, con un’attenzione particolare all’evoluzione di questa nel tempo; nel terzo atto ovviamente lo stesso, ma riguardante l’onnanoko shashin negli anni Novanta, durante le uscite dei loro libri, alle premiazione che le hanno coinvolte. Araki appare solo in interviste, video e immagini d’archivio, in quanto è importante sottolineare che l’intera storia è narrata esclusivamente da voci femminili.
YURIE NAGASHIMA: un maschiaccio che non ha paura di raccontare la propria intimità: i diari che la portano al successo sono Self-Portrait del 1993, nella quale lei e la sua famiglia sono immortalate nella propria casa completamente nudi, e Not Six del 2004, dove è la relazione col suo giovane marito a fare da protagonista.
Self-Portait non passa certo inosservato ad Araki che la nomina per il Urbanart Award alla Parco Gallery di Tokyo.
Nel film sarà dunque in casa sua, tra le m u r a d o m e s t i c h e c h e d a s e m p re ambientano il suo lavoro, insieme ai figli e al marito. La sua componente è dunque quella familiare, domestica e allo stesso tempo rock, decisa e stravagante.
MIKA NINAGAWA: Vogue, MarieClaire, GQ, Elle sono alcune delle riviste per cui realizza le sue coloratissime copertine e Coca-Cola, BMW Mini, Iseey Miyake sono alcuni dei brand per i quali cura le campagne pubblicitarie. Regista di Helter Skelter e di numerosi video musicali è un’artista a tutto tondo che ha ereditato da Araki l’ossessione per i fiori.
La location di Mika Ninagawa sarà uno dei grandi giardini pubblici di Tokyo - come il Shinjuku Gyoen - in piena primavera, con gli alberi completamente fioriti. Ninagawa racconterà e fotograferà quei migliaia di fiori, così come Araki le ha insegnato a fare. La sua componente è certamente quella dell’erotismo della natura e delle diverse ossessioni, come il cibo, il suo gatto, i pupazzetti, oltre che ovviamente i fiori.
HIROMIX: ll suo foto-diario Seventeen Girl Days viene premiato da Araki stesso al Canon New Cosmos of Photography, nel 1995; lo stesso, qualche anno, dopo le chiede di posare per lui. Nel 2000 vince, insieme a Nagashima e Ninagawa il Kimura Ihei Award. Il cameo dedicatole in Lost in Traslation è solo una piccola dimostrazione della popolarità di Hiromix in Giappone.
Lei passeggerà per le strade di Tokyo, ripercorrendo i quartieri che hanno segnato la biografia di Araki, da Yoshiwara a Kabukicho, parlando talvolta coi passanti, per poi ripercorrere quelli che sono stati i luoghi che da teenager l’hanno influenzata e quelli che hanno determinato la nascita dell’onnanoko shahshin, come i centri commerciali, le librerie e le vie del centro città.
TOMOKO SAWADA: anche lei vincitrice del Kimura Ihei Award (2004), è un personaggio tutt’altro che ordinario, che non fa altro che fotografare se stessa in migliaia di travestimenti diversi. I suoi scatti sono principalmente foto-tessere, foto di gruppo di cui è l’unico soggetto e omiai, i tradizionali book fotografici che le giovani ragazze giapponesi fanno realizzare per trovare marito.
L’artificio è il suo campo, dunque Tomoko Sawada sarà nel suo studio, circondata da luci, fondali, fotocamere, vestiti e parrucche; qui nel terzo atto si travestirà in alcuni dei centinaia di personaggi che interpreta. Il suoi racconti riguardo Araki saranno quindi quelli più centrati sulle sessioni in studio, come nel caso degli scatti kinbaku.
Le fotografe scelte come narratrici sono certamente alcune delle più famose del movimento artistico dell’onnanoko shashin, ma soprattutto quelle che meglio si adattano alla parte, per le loro particolarità caratteriali ed artistiche, ben differenti l’una dall’altra. Nel caso qualcuna di queste, o addirittura tutte, non si rendano disponibili, è possibile prendere in considerazione altre fotografe dello stesso movimento, come Maki Miyashita, Rinko Kawauchi, Lieko Shiga, Aiko Nakano e tante altre.
Lo stesso varrebbe di conseguenza per la scelta delle location, considerando non solo le esigenze ma anche ipotetici consigli delle fotografe narranti.
Il soggetto scritto è aperto ovviamente ad aneddoti e storie delle protagoniste.
L’intero testo è stato redatto grazie all’attenta analisi di fonti attendibili, quali:
Akiko Miki, Yoshiko Isshiki, Tomoko Sako: Nobuyoshi Araki: Io, Vita, Morte; Phaidon, 2011
Amman Jean-Cristophe: Nobuyoshi Araki, Shikiyo/Sexual Desire; Edition Stemmle, Zurich, 1997
Araki Nobuyoshi: Araki by Araki; Tashen, Cologne, 2014
Iizawa Kotaro: Shutter ’n Love: Girls Are Dancin’ on in Tokyo; Infasu, Tokyo, 1996
Kaneko Ryuichi, Vartian Ivan: Japanese Photobook of the 1960s and 70s; Aperture Foundation, Singapore, 2009
Mason Penelope: History of Japanese Art: Pearson Prentice Hall, London, 2004
Menegazzo Rossella: Japanese Contemporary Photography: Re-discovering Female Identity; Women’s Studies, 2014