Lo stato dell'arte. Giovani artisti a Carrara.

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LO STATO DELL’ ARTE

LO STATO DELL’ ARTE

GIOVANI ARTISTI A CARRARA

A M’L RUM DA ME

PIERRE AUZIAS

FLAVIA BUCCI

IRENE CORDONI

AMEDEO DESIDERI

CHIARA FRANCHI

SARA GRANDI

CHEN JIACHEN

PIERRE-ALIX NICOLET

MICHELA TABATON-OSBOURNE

LOREDANA TAUFER

LO STATO DELL’ ARTE

GIOVANI ARTISTI A CARRARA

Un progetto di ALKEDO APS

Direzione Artistica Lorenzo Belli

Curatela Alessandro Romanini

Realizazzione Video Estefania Nativo

Comunicazione Associazione OpenArt Project

L’intero progetto è stato realizzato con il contributo di Fondazione Marmo Ente Filantropico ETS

Con il contributo del Comune di Carrara

CATALOGO

Coordinamento Lorenzo Belli

Testo introduttivo di Lorenzo Belli

Testo critico di Alessandro Romanini

Progetto Grafico Estefania Nativo

Crediti fotografici Alkedo APS

ESPOSIZIONE

21 Settembre 2024 - 6 Otttobre 2024

Spazio Ad Astra Arte APS, Piazza delle Erbe 1 Carrara (MS)

In collaborazione con OpenArt Project e Associazione Amici del Museo Ugo Guidi ETS

LO STATO DELL’ARTE

Video documentari canale YouTube: @allartof

Instagram: @allartof

Facebook: associazionealkedo

LO STATO DELL’ ARTE

“Lo stato dell’arte. Giovani artisti a Carrara” è lo sviluppo sul territorio del comune di Carrara del progetto “Lo stato dell’arte”, già portato avanti da Alkedo APS e finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del bando Toscanaincontemporanea, che si inserisce nell’ambito di Giovanisì, il progetto promosso dalla regione per favorire l’autonomia dei giovani.

L’obiettivo specifico è, quindi, valorizzare la giovane creatività presente sul territorio di Carrara utilizzando le potenzialità dei linguaggi audiovisivi ed espositivi per creare una fotografia dell’attuale panorama del sistema artistico apuano.

Con “Lo stato dell’arte” abbiamo proceduto ad una prima rilevazione degli artisti under 35 presenti, con un proprio studio o spazio dedicato, a Carrara. Successivamente, al fine di ottenere un campione efficace, abbiamo selezionato undici artisti/collettivi sulla base delle diverse discipline espressive, delle capacità di ricerca e di sperimentazione artistiche.

Per ogni artista coinvolto -A m’l rum da me, Chiara Franchi, Amedeo Desideri, Pierre Auzias, Loredana Taufer, Flavia Bucci, Chen JiaChen, Irene Cordoni, Sara Grandi, Michela Tabaton Osbourne e Pierre Alix Nicolet- è stato realizzato un documentario audiovisivo, della durata indicativa di 5 minuti, volto a descrivere le prerogative della poetica dell’artista e le sue dinamiche espressive.

Le fotografie ed i filmati sono la base per la costituzione di un archivio consultabile on line dedicato alla giovane creatività toscana tramite i profili Youtube, Facebook e Instagram di Alkedo APS, un archivio di facile fruizione ed efficace per i vari scopi di promozione, studio e valorizzazione. Questo archivio digitale, promosso e diffuso grazie alla collaborazione con l’associazione OpenArt Project, sarà anche un prodotto atto alla conoscenza del Genius loci e alla promozione dell’opera dei singoli artisti censiti. Ogni filmato è improntato, non solo sulla genesi delle opere, ma anche sul percorso visuale che l’artista ha pensato per l’osservatore per dare vita ad una esperienza esaustiva.

Lo stato dell’arte ha, inoltre, uno scopo secondario rispetto a quello di documentazione e divulgazione delle varie personalità emergenti creative under 35 del territorio, prefigurandosi di sviluppare una funzione didattica teorico-pratica rispetto alla sintassi audiovisiva specifica della documentazione artistica.

Il progetto contempla la costituzione di un vero e proprio fermo immagine della creatività di distretto da estendere, poi, all’ambito regionale: tale estensione potrà avvenire per “imitazione” per ogni sistema locale.

In seguito all’esposizione delle opere di alcuni artisti coinvolti, presso la Fondazione Arti Visive di Pietrasanta, verrà realizzata una nuova collettiva presso il nuovo spazio della galleria Ad Astra Arte di piazza delle Erbe a Carrara nel periodo settembreottobre 2024.

Durante i giorni della mostra, realizzata in collaborazione con l’Associazione Amici Museo Ugo Guidi, verrà presentato il catalogo e verranno proiettati i filmati realizzati: la giornata sarà aperta a tutti e prevede coinvolgimento della comunità locale di professionisti della filiera dell’arte.

Il progetto contribuisce a promuovere l’arte contemporanea e le innovazioni linguistiche tra gli artisti emergenti, incoraggiando la sperimentazione visiva e verbale per esprimere la loro poetica in modo più efficace. In sintesi, si mira a promuove l’arte contemporanea combinando la documentazione visiva delle opere d’arte con una componente didattica e di interattività per la valorizzazione della cultura, la crescita e successiva promozione degli artisti emergenti under 35 operanti nel territorio toscano.

L’operazione di valorizzazione del distretto apuano di Carrara e dei giovani artisti coinvolti nel progetto è stato possibile grazie al prezioso contributo della Fondazione Marmo ETS e del comune di Carrara.

Lorenzo Belli

LO STATO DELL’ARTE ARTE

CONTEMPORANEA: IMPARA L’ARTE PER FARNE PARTE.

“Io non credo che l’arte si possa insegnare. L’unica possibilità che possiamo offrire agli studenti (e ai giovani artisti) è quella di incontrare degli artisti”, affermava John Baldessari di fronte agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Francoforte, mentre John Cage sosteneva a gran voce che “Nel nostro sistema educativo si è perso lo spirito di non-insegnare”, che va di pari passo con la ri-valorizzazione dell’importanza del “disimparare”, trovando un illustre predecessore in questo contesto in Paul Valery, che non perdeva occasione per ripetere che “L’ignoranza è un tesoro di valore inestimabile”.

In sintesi, valgono le parole del curatore, docente e direttore della Städel schule di Francoforte Daniel Birnbaum – già curatore della 50° edizione della Biennale di Venezia – che alla domanda: Si può insegnare l’arte? Risponde: “Naturalmente no”.

Queste che possono sembrare affermazioni disfattiste e nihiliste, sono in realtà argute provocazioni che ci forniscono una serie di indicazioni e alludono a percorsi alternativi, ma proficui, per l’apprendimento e la diffusione dell’arte contemporanea.

Il progetto “Lo Stato dell’Arte”, nasce dall’analisi accurata del panorama artistico contemporaneo toscano e, in particolare, quello dell’area di Carrara, fortemente connotata da un’antica tradizione imperniata sulla produzione artistica lapidea, sostenuto dall’esperienza, in questo settore, dell’Associazione Alkedo APS abbinata alla mia lunga militanza come docente nelle Accademie di Belle Arti.

Come detto, Carrara è connotata da una plurisecolare attitudine alla sperimentazione e alla produzione artistica che si porta in dote una spiccata sensibilità per la creazione che investe l’intero tessuto sociale.

In questo ambito, paradossalmente, diventa ancora più complicata e articolata la dialettica fra conservazione e produzione artistica, cioè, coniugare tradizione e innovazione, memoria e necessaria spinta all’evoluzione che porta in dote comunque una percentuale di iconoclastia, diritto di ogni generazione.

Fatta questa breve introduzione, il progetto intendeva portare alla luce la ricchezza dell’offerta dell’arte contemporanea dell’ultima generazione nelle sue molteplici declinazioni del territorio e, allo stesso tempo, offrire un’istantanea delle varie modalità di approccio alla comunicazione dei vari artisti e alle loro metodologie per

creare una relazione sia con il distretto che con i players del panorama artistico professionale.

Lo scopo finale del progetto è quello di sostenere la creazione contemporanea under 35 locale del territorio preso in esame, dando vita ad una serie di azioni congiunte, che offrano si, uno spaccato esaustivo, ma anche uno sviluppo futuro che possa sostenere attività simili.

La volontà di progetto era, infatti, quella di offrire un panorama multidisciplinare, in ottemperanza all’ibridazione che caratterizza i linguaggi espressivi contemporanei e che anima il dibattito artistico contemporaneo.

Un sintetico resoconto, che troverà riscontro nell’analisi dei singoli artisti partecipanti al progetto, può essere il seguente: il campione di artisti under 35 rivela una formazione artistica di livello accademico, che nella maggior parte dei casi è stata completata da una specializzazione, sempre nell’ambito di istituzioni accademiche, con percorsi didattici di secondo livello.

Molti di loro, in un’accezione di life long learning, integrano la formazione culturale e artistica con iniziative “informali” diversificate, come workshop, simposi, seminari e periodi più o meno lunghi di tutoring o mentoring, per apprendere da artisti più anziani e in possesso di una professionalità di alto livello.

La totalità degli artisti analizzati ha approfondito le tecniche tradizionali delle discipline espressive scelte ma abbina a questo una propensione alla sperimentazione che porta a un’armonica unione fra tradizione e innovazione.

La maggior parte predilige esprimersi in una dimensione multidisciplinare, in linea con quelli che sono i linguaggi ibridi della contemporaneità, scegliendo tecniche e materiali in base alle finalità espressive che intendono perseguire.

Le barriere culturali, linguistiche e iconografiche, lungi dallo scoraggiare gli artisti, rappresentano, allo stesso tempo, per loro uno stimolo e una fonte di attrazione per iniettare nel loro bagaglio storico-artistico e tecnico altre soluzioni originali.

In questa ricerca la tecnologia svolge un ruolo funzionale, non diventa, cioè, elemento di stupefazione e di arricchimento decorativo o per effetti speciali, ma strumento di indagine per sperimentare nuove soluzioni creative e formali, processi tecnici e parametri espressivi.

La tecnologia diventa anche strumento per comunicare il proprio operato e soprattutto per creare un network di collaborazioni finalizzato, non solo allo sviluppo del proprio lavoro, ma anche per far proliferare in maniera informale le istanze espressive maturate e condividerle, inserirle nel sistema.

Quindi non più sincronizzati, i giovani artisti, sul solipsismo degli anni 90’, stimolato dal primo utilizzo di Internet, ma di nuovo alla ricerca della dimensione collegiale e comunitaria e dell’interazione che genera soluzioni nuove.

È molto diffusa anche la dimensione dell’intervento pubblico, del lavorare artisticamente sulla res pubblica per trasformare l’arte in uno strumento di produzione relazionale e soprattutto in un mezzo per stimolare un attaccamento e nuovi approcci allo spazio comune e quindi alla memoria e alla progettazione del futuro della comunità.

Per tutti i giovani artisti l’arte, nelle sue molteplici forme, non è più solo un mezzo per migliorare la qualità della vita ma un vero e proprio volano per lo sviluppo economico e soprattutto per incrementare il senso di identità collettiva di una comunità.

Chiara Franchi, tra gli eredi della tradizione della lavorazione del marmo, che vede da secoli Carrara come protagonista in questa specialità eche fa dell’Accademia di Belle Arti di Carrara (dove la giovane artista ha studiato) l’epicentro della didattica delle tecniche lapidee, ha saputo coltivare e sviluppare una propria tecnica pittorica che si relaziona con lo spazio pubblico. Dopo gli studi accademici a Carrara si è perfezionata all’Accademia di Belle Arti di Brera in pittura, acquisendo un bagaglio teorico-pratico che le ha permesso di dare avvio ad una ricerca poetica e tecnica che la Franchi declina in varie direzioni.

Sia in quella della pittura da cavalletto che, soprattutto, quella installativa e quella del wall painting in ambito urbano ed edilizio. In quest’ultimo contesto, la pittura diventa strumento di ricerca e rielaborazione delle dinamiche relazionali attivate dallo spazio pubblico e soprattutto diventa per Chiara Franchi – che svolge anche un’attività di promotrice culturale a Carrara - il motore di sperimentazione di nuove istanze fruitive, che si affrancano da quelle del white cube espositivo di galleria e museo.

Pierre Auzias, nato a Pau, Francia nel 1995, si è diplomato all’Accademia di Boulle e attualmente vive a lavora a Carrara; nella città toscana ha assimilato un complesso di nozioni che gli hanno permesso di dare vita a un linguaggio plastico-organico del

tutto personale che, pur non esibendole in maniera plateale, rielabora le suggestioni dell’armonia neoclassica che provvede a stravolgere per fargli assecondare le sue esigenze espressive, in una direzione espressionista.

I suoi lavori con il marmo beneficiano anche dell’esperienza maturata in Val Gardena con la lavorazione del legno a fianco di artisti noti ed esperti come Aron Demetz e Bruno Walpoth; la lavorazione lapidea sembra palesemente assecondare, anche in maniera più proficua, la preparazione e le ambizioni filosofiche del giovane artista.

Per Auzias la scultura continua ad essere l’arte più “antropologica” e il marmo, la pietra, il materiale più adatto a dare forma concreta ai voli pindarici dello spirito.

Anche nella scultura, come nella performance che è parte integrante del suo repertorio espressivo, l’artista francese intende coinvolgere l’osservatore in una partecipazione attiva, quasi coautoriale.

A m’l rum da me è un collettivo artistico composto da Carlotta Moretti e Martina Ceccarelli con sede a Carrara che, come indica la scelta del nome, mira a saldare le istanze della ricca cultura locale con le istanze del dibattito artistico internazionale.

Animate da un forte spirito femminista, che fa procedere la ricerca artistica di pari passo con l’impegno civile e l’attivismo politico, le componenti del collettivo hanno scelto le dinamiche della street art e della comunicazione grafica urbana, come modalità espressive per perseguire quella che è la loro mission: conferire nuova linfa vitale a un sentimento che si è affievolito nel corso del tempo, quello dell’amore per la propria città e la conoscenza della sua storia presso la cittadinanza.

Loredana Taufer, nata nel 1997, ha maturato anche lei un’esperienza di circa 9 anni nella lavorazione del legno a fini espressivi, percorrendo tutto l’iter studiorum dalla scuola all’accademia dove si è specializzata Maestro Scultore.

Nel corso degli ultimi anni il marmo è diventato il materiale prediletto e per questo si è spostata a vivere e lavorare a Carrara, dove sperimenta soluzioni formali originali (antropomorfe e zoomorfe) che beneficiano anche della sua instancabile dedizione all’apprendimento e che la portano a frequentare corsi e simposi e a instaurare collaborazione con artisti e artigiani in varie parti dell’Italia e dell’Europa.

Amedeo Desideri, originario di Empoli dove è nato nel 1993, già dal liceo artistico aveva assecondato la sua passione per la scultura che lo ha portato a perfezionarsi con questo medium espressivo, che ha perfezionato diplomandosi all’Accademia di Belle

Arti di Carrara.

Pur avendo acquisito una perizia elevatissima nell’ambito della lavorazione del marmo, perfezionata anche grazie a numerose collaborazioni di elevato profilo sia con artisti che con laboratori e artigiani, Desideri non cessa di assecondare la sua attitudine sperimentale che gli ha permesso di declinare l’espressione plastica nella dimensione installativa e ambientale incrociandola, molto spesso, con l’istanza performativa.

Proprio in quest’ultima l’artista mette in evidenza la sua capacità di elaborazione linguistica, con cui riesce a far dialogare armonicamente le istanze spaziali della scultura (e dell’architettura) con quelle temporali e time based della performance e dei mass media.

Sara Grandi, nata a Varese nel 1995, vive e lavora a Carrara, città scelta come tappa finale di un processo di ricerca iniziato seguendo i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si è diplomata e ha conseguito la specializzazione.

Pienamente convinta delle potenzialità espressive dell’arte plastica e animata da uno spirito fortemente sperimentale, ha scelto la dimensione scultorea ampliandola spesso al contesto installativo e optando per le molteplici possibilità offerte dalla dimensione polimaterica e dell’assemblage; la Grandi, infatti, predilige l’abbinamento dei materiali e delle tecniche per dare vita a un ibrido plastico fervido di sviluppi espressivi.

Focus tematico della sua ricerca estetica e della sua poetica e quello del concetto di metamorfosi, essendo sin da giovane attratta dai processi di mutamento e trasformazione connessi all’esistente e allo scorrere del tempo.

Particolarmente pregnante nelle sue opere la relazione stabilita con il mondo vegetale e le sue interazioni con le altre specie, cercando di affrancarsi da una visione univoca legata all’antropocene; il focus del suo interesse concettuale è quello legato a un esistente universale interspecie orizzontale, in cui non ci sia una specie dominante ma solo un interscambio costruttivo e collaborativo.

La Grandi dà vita a sculture e installazioni che fanno dialogare naturale e artificiale e che, soprattutto, creano “strutture aperte” nell’accezione intesa da Umberto Eco, lascia ampi spazi interpretativi all’osservatore.

Pierre-Alix Nicolet è nato in Francia nel 1991 e dopo aver studiato per tre anni come scalpellino ed aver assiduamente lavorato nel contesto della scultura sacra e

dell’architettura, ha assecondato la progressiva spinta verso l’espressione artistica.

Questa sua spinta è arricchita anche da un viaggio e una permanenza in Amazzonia della durata di due anni, dove entra in contatto con una tribù indigena di cui assimila usi e costumi e istanze relazionali.

Rientrato in Europa, dove studia all’Accademia di Belle Arti di Carrara e lavora parallelamente per vari laboratori di scultura, segue l’iter di un apprendistato rigoroso.

Oggi è arrivato al culmine di un percorso di maturazione che lo vede usare, in maniera eccelsa senza soluzione di continuità, integrandoli, la scultura, il disegno e la fotografia.

Flavia Bucci, nata in Abruzzo nel 1990, vive e lavora a Carrara e ha saputo, in breve tempo, sviluppare una capacità di analisi abbinata a una perizia tecnica elevata nell’ambito della scultura e dell’installazione, che la portano a compiere percorsi introspettivi nell’ambito di tematiche e dialettiche come quelle fra natura e artificio, mondo vegetale e umano, incentrando in particolare l’attenzione e focalizzando gli sforzi espressivi plastici sulle varie declinazioni del concetto di metamorfosi.

Il tempo, “iniettato” nella sintassi plastica, diventa il motore per stabilire nuove connessioni nell’esistente e, soprattutto, trasformare le elaborazioni del pensiero in una forma plastica, lapidea, con cui l’osservatore possa stabilire una dialettica attiva.

La sua maturità teorico-pratica la porta a cimentarsi con vari materiali, organici e inorganici, che elabora in varie fogge spesso mimetiche e spesso di mascheramento, dando vita a un universo creativo e simbolico particolarmente ricco e articolato, in cui dimensione temporale e spaziale dialogano.

Michela Tabaton-Ousbourne è un’artista nata e cresciuta a Londra da madre italiana e padre giamaicano che risiede e lavora in Toscana.

La formazione londinese nell’ambito del Camberwell College of Arts di Londra è proseguita, poi, a Carrara dove si è specializzata in scultura e dove ha affinato un proprio stile basato sulla tecnica mista, la combinazione di varie istanze procedurali che, unite, permettono all’artista di elaborare una sintassi espressiva molto più ampia.

La sua inesausta volontà di apprendimento l’han portata ad approfondire la sua ricerca

grazie a residenze d’artista e workshop e collaborazioni a livello internazionale.

Irene Cordoni è originaria di Pisa, dove è nata nel 1997e dove ha iniziato il suo percorso di formazione al Liceo Artistico, completandolo all’Accademia di Belle Arti di Carrara dove ha conseguito la laurea di Secondo Livello in Arti Visive e, successivamente, quella specialistica in Grafica d’Arte.

La sua formazione, abbinata alle esperienze successive, l’ha condotta alla strutturazione di un universo creativo declinato in maniera multidisciplinare, che spazia dalla pittura alla scultura per arrivare alla grafica, con cui esprime un forte interesse per procedimenti come la calcografia e la serigrafia.

L’arte espressionista, nelle sue molteplici forme, è una fonte d’ispirazione che l’artista riattualizza costituendo un universo simbolico ricco di elementi zoomorfi e eterodossi.

Chen Jiachen conferma il potere d’attrazione della Toscana in generale, e del territorio apuo-versiliese in particolare, in virtù del saper fare secolare nell’ambito della produzione artistica.

Nato in Cina nel 1996, si è laureato presso il Dipartimento di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si è specializzato in scultura in marmo.

La perizia conseguita gli permette di strutturare un dialogo intenso e proficuo dal punto di vista espressivo fra marmo e luce, con cui Jiachen è in grado di coreografare sintassi simboliche articolate.

La sua spinta alla sperimentazione lo conduce a incrociare le sintassi espressive della scultura con quelle del design che trasforma, non solo in sculture, ma anche in installazioni in cui lo spazio diventa l’elemento centrale del processo significante. Jiachen è anche un alacre operatore culturale che utilizza l’arte come strumento per il dialogo interculturale, promuovendo di continuo scambi e collaborazioni fra Italia e Cina.

Romanini

GIOVANI ARTISTI A CARRARA

1- A m’l rum da me
2- Pierre Auzias
3- Flavia Bucci
4- Irene Cordoni
5- Amedeo Desideri
6- Chiara Franchi
7- Sara Grandi
8- Chen Jiachen
9- Pierre-Alix Nicolet
10- Michela Tabaton-Osbourn
11- Loredana Taufer

A M’L RUM DA ME

A m’l rum da me è un collettivo artistico composto da Carlotta Moretti e Martina Ceccarelli.

Laureate all’Accademia di Belle Arti di Firenze in scenografia, nel 2017 formano con Carolina Barbieri il collettivo il cui nome deriva dal dialetto carrarino e significa “me lo giro da sola”, un chiaro rimando all’origine del trio artistico e all’ideologia femminista. Il collettivo nasce come progetto grafico teso a valorizzare in primis il territorio e le tradizioni del luogo natio rispondendo al bisogno dei cittadini di riscoprire un sentimento ormai appassito: l’amore per la propria città. Ad oggi, pur avendo lasciato inalterata l’esigenza di arricchire e comunicare con la città, il progetto si è evoluto in nuove direzioni. Attualmente si dedica alla realizzazione di progetti grafici, di comunicazione e artistici di vario genere prediligendo sempre illustrazione e street art come mezzi per trattare temi sociali.

PIERRE AUZIAS

Pierre Auzias vive e lavora a Carrara dove sviluppa un linguaggio plasticoorganico personale. La sua arte, sostenuta da una tecnica esigente, s’articola tra classicismo e sperimentazioni espressioniste; installazione e performances dove la scultura figurativa trova un nuovo respiro. Nato a Pau nel 1995, il giovane artista francese è diplomato da l’Accademia Boulle nel 2015. Dopo i primi anni di studio a Parigi, decide di trasferirsi in Italia, in Val Gardena. E’ Nelle Dolomiti, circondato d’artisti internazionali, dove stringe dei forti legami con Aron Demetz, Bruno Walpoth e Lois Anvidalfarei, che Pierre Auzias trova un terreno favorevole allo sviluppo della sua arte. La sua figurazione si tinge facilmente di filosofia esistenzialista. La questione d’identità, l’atto della creazione (compreso quello artistico), la fede e le su e origini, sono sempre al centro della sua ricerca.

FLAVIA BUCCI

Nata in Abruzzo nel 1990, si trasferisce poi a Carrara, città in cui vive e lavora attualmente, e dove nel 2017 termina gli studi in discipline pittoriche all’Accademia di Belle Arti.

Nel 2019 è stata finalista del Premio Nocivelli. Partecipa a diverse residenze artistiche: Equidistanze (Magazzeno Art Gallery), Da quassù (InHabitat/Galassia Mart), Frees (Progetto Contemporaneo); festival, come Trame (Collettivo Clan); espone su tutto il territorio nazionale. Nel 2022 si specializza in stampa d’arte presso Il Bisonte – per lo studio dell’arte grafica.

La sua ricerca si sofferma sui momenti di cambiamento, quelli difficili da decifrare, ibridi e indefiniti.

Il suo lavoro si concentra su un’analisi del Tempo come unità di misura dell’esistente e come spazio all’interno del quale si dipana l’agire umano.

In particolare le interessano i concetti di lentezza e scomodità quando si pongono in antitesi all’approssimazione e alle omologanti pressioni sociali.

Con la sua ricerca vuole provare a forzare quei meccanismi di polarizzazione, di presa di posizione che, in virtù di un eccesso di chiarezza e riconoscibilità, sacrificano ogni sfumatura di senso, relegando nel regno dell’oblio ogni chance di complessità. Il suo diventa un esercizio ad abbracciare un indefinito che richiede uno sforzo di fiducia sia da parte sua che di chi vi si avvicina. Da un punto di vista metodologico il suo lavoro fa della coazione a ripete un generatore di immaginario in continuo divenire in cui ogni elemento diventa unità di un coro, ogni gesto è preludio, in un gioco di rimandi che attingono tanto dal suo vissuto personale, quanto dalle macro questioni riguardanti la società contemporanea e dalla relazione che si stabilisce tra i due. Ad essere chiamato in causa è molto spesso il senso della vista, inteso simbolicamente come magnete della conoscenza. Vive l’atto creativo come un rituale che le permette di generare nuove connessioni tra le cose perché ritiene che sia da questo che nasce il futuro, dalla possibilità di vedere le nuove costellazioni che il tempo ci consegna, qualcosa che ci costringa a spostare barriere e ad allargare i confini.

IRENE CORDONI

Irene Cordoni, nata a Pisa nel 1997, si è diplomata al Liceo Artistico di Pisa. Successivamente, ha proseguito la sua formazione all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove ha conseguito la laurea di I livello in Arti Visive e successivamente la laurea specialistica in Grafica d’Arte con il massimo dei voti.

La sua produzione artistica spazia dalla pittura alla scultura, fino alla grafica, con un forte interesse per tecniche come la calcografia e la serigrafia. Le sue opere sono profondamente influenzate dall’arte espressionista e da autori come Kafka, trattando temi come l’esclusione, l’angoscia e l’incomunicabilità, portando a un capovolgimento dei piani del reale e dell’irreale. Nei suoi lavori, mondi allegorici e frammenti di figure, animali e insetti, compongono un linguaggio che tenta di rendere tangibile ciò che sfugge alla percezione convenzionale. I suoi scenari, caratterizzati da segni neri e gesti surreali, a tratti violenti, si rivelano intensi e fragili. Nel suo percorso artistico, ha partecipato a numerosi eventi, mostre e collettivi. È stata invitata a contribuire alla creazione di una vetrina sul tema “Love is Love non ci basta più” presso la Tekegallery di Carrara, nell’ambito del progetto “Rinconciliarsi”. ha preso parte a una mostra collettiva della scuola di Grafica allo spazio Secs dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, intitolata “Paradigmi dell’immagine”. Inoltre, ha esposto le sue opere nella mostra collettiva NEO-GRAFIE /segnosuonomateria/ presso SpazioFondo a Pisa.

Il direttore di MuseOrfeo - HomeGallery di Bologna l’ha selezionata per esporre una sua opera nel suggestivo chiostro della Badia a Passignano e poco dopo ha avuto l’opportunità di esporre la sua opera pittorica “Metamorfosi” presso la Procura della Repubblica a Massa, in occasione della quinta edizione di “Belle Arti in Procura”.

La sua carriera ha preso una svolta internazionale quando, nel 2023, è stata selezionata da una call internazionale per una residenza artistica nel Parco Regionale della Maremma, curata da Accademia Mutamenti e Collettivo Clan, e nello stesso anno ha esposto dieci delle sue opere alla Mondi Gallery di Vienna nella mostra collettiva intitolata “Metamorphosis”. Tornata in Italia, ha partecipato all’iniziativa IMprint presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dedicata alla stampa multidisciplinare. Ultimamente a Carrara ha esposto un dipinto nel giardino del Palazzo Binelli di Carrara, per il primo incontro sulla poetica di Franz Kafka per i cento anni dalla sua morte, della rassegna “Voci all’autore 2024” ed Inoltre, ha preso parte al Festival della Creatività , nell’ambito del progetto C/ART - Creativi in dialogo - Carrara Città Creativa UNESCO,favorendo lo sviluppo artistico della città.

AMEDEO DESIDERI

Nato a Empoli il 5 Maggio 1993, ha frequentato il liceo artistico Virgilio di Empoli conseguendo il diploma in arti visive indirizzo Scultura. Nel 2017 ha conseguito il diploma di II livello indirizzo Scultura presso L’Accademia di Belle Arti di Carrara, frequentando i corsi di scultura dei professori Mario Airò e Piero Marchetti.

Tra gli eventi più significativi all’attivo vi è nel 2015 la selezione per “TU35”, mostra collettiva organizzata dal Centro per l’Arte Conemporanea Luigi Pecci. Nell’estate 2015 ha partecipato alla mostra itinerante in occasione del Re-birth Day di Michelangelo Pistoletto parte del “terzo Paradiso”, due workshop alla Biennale di Venezia, quella del 2015 promossa dal Padiglione Italia e selezionato ulteriormente per la mostra di finissage del Padiglione Italia curata da Vincenzo Trione e quella del 2017 curato da Cecilia Alemani. A Settembre del 2016, ha esposto su invito personale al NoPlace Space 49°

Premio Suzzara, nella galleria del Premio Suzzara provincia di Mantova. Ad Ottobre 2016 ha esposto a Torino all’interno della mostra Impossibile curata da Saverio Todaro presso la galleria Spazio Bianco.

Nel 2018 ha partecipato al “Premio Limen Arte” di Vibo Valentia simposio a cura di Antonia Ciampi, con la direzione Artistica di Costas Varotsos e Renzogallo, al “VII Saint Petersburg International Cultural Forum”, mostra collettiva a cura di Semyon Mikhailovsky presso l’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo e a “Michelangelo Reload”, residenza d’artista a cura di Alessandro Romanini presso la Fondazione CAV di Pietrasanta (LU). Il 2019 è l’anno della sua prima mostra personale dal titolo “Distopic” a cura di Alessandro Romanini presso Palazzo Binelli di Carrara (MS).

Nel 2020 è stato selezionato per una mostra curata da Semyon Mikhailovsky realizzata a San Pietroburgo; nello stesso anno ha collaborato con la galleria Fucina d’Arte partecipando alle mostre “Reality beates” e “Genius loci” curate da Alessandro Romanini.

Nel 2021 ha avuto luogo la sua seconda mostra personale “Up and Down - Come in alto così in basso” curata da Lorenzo Belli, all’interno della rassegna Spazio Cappella Marchi nella Chiesa della Madonna del Carmine di Serravezza (LU).

CHIARA FRANCHI

Chiara Franchi nata a Carrara nel 1993, si diploma al liceo artistico della città natale e dove prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti, arricchendo poi il suo percorso di studi con un Erasmus presso la Facultad de Bellas Artes dI Siviglia. Nel 2018 si trasferisce a Milano dove consegue il diploma di 2’ livello in pittura. Il suo lavoro coinvolge lo spazio del contesto urbano e si sviluppa principalmente mediante murales e installazioni di gradi dimensioni in pvc/ acetato previamente dipinto. Dal 2022 è cofondatrice dello spazio indipendente Tiresia a Carrara dove attualmente vive e lavora.

SARA GRANDI

Sara Grandi (Varese, 1995) vive e lavora a Carrara. Dopo aver frequentato il primo anno del corso di pittura a Brera, il suo interesse per la scultura la porta a Carrara dove si forma all’Accademia di Belle Arti conseguendo diploma e specializzazione. Il suo lavoro si compone principalmente di sculture e installazioni, combinando l’utilizzo di diverse tecniche e materiali. La tematica centrale della sua ricerca è la metamorfosi poiché interessata a tutti quei processi di mutazione e cambiamento propri del mondo in cui viviamo. Nei suoi progetti trae spunto dal mondo vegetale volendo avvicinarsi sempre più a rappresentare un dialogo interspecifico che possa creare connessioni tra contesti diversi. Nel 2024 ha preso parte al programma di residenze artistiche in Francia Nouveau Grand Tour promosso dal Ministero Italiano della Cultura con la collaborazione dell’Istituto Italiano della Cultura di Parigi. Nel 2023 ha partecipato alla residenza artistica Falìa a Lozio (BS) curata da Alice Vangelisti ed è stata selezionata per la dodicesima edizione del Premio Francesco Fabbri (TV).

CHEN JIACHEN

Chen Jiachen, nato in Cina nel 1996, si è laureato presso il Dipartimento di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, durante il periodo scolastico è stato selezionato per due anni consecutivi del Premio Nazionale d’Arte Italiano, specializzandosi in scultura in marmo, la luce come materiale principale per creare uno stile d’arte unico, attualmente sta ricercando la relazione tra vari materiali e la luce, e le sue opere includono l’arte dell’installazione, la scultura e il design in una varietà di campi; sostengono la natura, la semplicità e lo sviluppo sostenibile, nonché In qualità di vicepresidente di mic art studio aps e di uno dei principali responsabili di come art space, spera di creare più spazio per gli scambi culturali e artistici tra Italia e Cina, di costruire ponti culturali positivi e di dare ai migliori giovani artisti del mondo una piattaforma per esporre.

PIERRE-ALIX NICOLET

Pierre-Alix Nicolet è nato in Francia nel 1991. Dal 2009 al 2012, ha studiato come scalpellino, e da questo contatto con i monumenti sacri e l’architettura, è emerso un primo interesse per l’arte. Si apre una parentesi a seguito della sua formazione con un viaggio di due anni in Sud America, vivendo a contatto con una tribù indigena in Amazzonia.

Dopo il suo ritorno in Europa, si è stabilito in Italia (a Carrara), dove ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti. Lavora parallelamente per vari laboratori di scultura, rafforzando la sua formazione scultorea attraverso un apprendistato rigoroso delle tecniche tradizionali. Mettendo le sue abilità a contributo, collabora successivamente con vari artisti internazionali e come copista per i monumenti storici (Louvre).

Oggi Pierre-Alix Nicolet continua nella sua ricerca di una sintesi artistica, attraverso la scultura, fotografia e disegno. Utilizzando tecniche tradizionali, esplora i confini dell’espressione contemporanea, riconoscendo la ciclicità ininterrotta della storia dell’arte. Questo approccio multidisciplinare gli permette di sviluppare un linguaggio artistico innovativo e personale, che fa eco e risuona sia alle tradizioni del passato che alle sfide del nostro tempo.

MICHELA TABATON-OSBOURNE

Michela Tabaton-Osbourne è un’artista nata e cresciuta a Londra da madre italiana e padre giamaicano, attualmente residente e operante in Italia. Il suo percorso artistico ha avuto inizio con un corso di fondazione presso il Camberwell College of Arts (parte dell’Università delle Arti) di Londra. Successivamente si è trasferita in Italia, dove si è specializzata in scultura a Carrara, città famosa per il suo marmo bianco. Tabaton-Osbourne utilizza la scultura in tecnica mista come strumento per esplorare temi di ibridità culturale, appartenenza, tradizione e alienazione. Mostra una predilezione per tecniche “tradizionali” come scultura e mosaico, in quanto rappresentano un coinvolgimento con l’eredità e il rituale. Oltre al suo percorso accademico, Tabaton-Osbourne ha partecipato attivamente a residenze artistiche sia a livello nazionale che internazionale, arricchendo ulteriormente la sua ricerca personale. La sua dedizione e’ stata riconosciuta attraverso vari premi prestigiosi, tra cui il recente riconoscimento con il Premio Orsoni 1888 conferito dal MAR (Museo d’Arte di Ravenna).

LOREDANA TAUFER

Nata nel 1997, Loredana Taufer cresce a Mezzano (TN). Dal 2010 al 2019, inizia per la giovane scultrice un’esigente formazione di scultura su legno a Ortisei in Val Gardena (BZ).

Dopo aver conseguito il diploma triennale e quadriennale presso la scuola professionale per l’artigianato artistico, frequenta per quattro anni il corso di specializzazione, dove ottiene con successo il titolo di Maestro scultore.

Dal 2018, conferma le sue abilità con diverse collaborazioni per ditte, artigiani e artisti di reputazione internazionale. Ha partecipato a diversi simposi internazionali; al progetto lacrime di resina (2018), a Figurativas (2021), ad alcune mostre collettive e ad una mostra personale SCOMPORRERICOMPORRE (2023). Attualmente vive e lavora a Carrara dove scolpisce il marmo.

LO STATO DELL’ ARTE

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