Lo struscio 25 aprile 2014

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:total entertainment

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reloaded

www.lostruscio.it

La Puglia sembra essersi accorta di avere un tesoro nascosto. Regione, Camera di Commercio, Promodaunia e altri soggetti promuovono progetti, sostengono iniziative e annunciano buoni propositi per la rinascita di questo territorio

Ripartire

dai Monti Dauni

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La moda delle discariche abusive

A Sant’Agata arrivano le Harley Davinson

N. 1 del 25 aprile 2014 Quindicinale d’informazione per giovani sull’intrattenimento e tempo libero dei monti dauni e della provincia di Foggia

Direttore responsabile Alessandro Gisoldi Coordinamento di Redazione Andrea Gisoldi

Editore Zeropositivo Aps Rocchetta Sant’Antonio (Fg) zeropositivoadv@gmail.com

La collaborazione al giornale, la fornitura di articoli e foto è da ritenersi totalmente a titolo gratuito ed aperta a tutti.

Registrazione del Tribunale di Foggia n. 32/05

Sgarbi: «I Monti Dauni sono un tesoro per l’Italia»

Sport 24

Flavio Roma

Tra i pali del Monacò batte il cuore di un vecchi Satanello

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© 2014 zeropositivo

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l’intervista

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#montidauni da scoprire


Sgarbi

«M un l’Ita

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Il critico d’arte pone l’accento sulla mancanza di attenzione della politica nazionale verso siti di grande valore In occasione della presentazione a Foggia del suo ultimo libro, “Il tesoro d’Italia”, abbiamo intervistato Vittorio Sgarbi, eclettico critico d’arte e divulgatore della bellezza del nostro Paese, su alcune tematiche oggetto di dibattito nei comuni della nostra Provincia. I tesori d’Italia: un vero tesoro d’Italia sono i comuni dei Monti dauni, molti dei quali si sono anche aggiudicati la bandiera arancione. Ha visitato alcuni di questi borghi? Qual è stata la sua impressione? «Certamente ne ho visitati molti e ne sono rimasto

affascinato. Quella dauna è una civiltà vera e propria, straordinaria, che in qualche misura, in quel tempo, ha rappresentato un’alternativa a quella etrusca, e costituisce, al contempo, una dimensione autonoma rispetto alla civiltà magno greca; questi comuni, pertanto, con la loro storia, costituiscono un tesoro di inestimabile valore». Una realtà che è ormai dominante nel Subappennino dauno è quella dell’eolico, che se da un lato deturpa il paesaggio, dall’altro è una vera fonte di sostentamento per questi picco-


Monti dauni tesoro per alia»

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li comuni. Lei già tempo fa espresse la sua posizione in merito... «Vengo dalla Calabria dove mi hanno chiamato per un parco eolico; è incredibile come di fronte al tesoro meraviglioso dell’archeologia, della storie e della natura si pensi di collocare delle pale eoliche. Talvolta la Comunità europea tratta l’Italia come se fosse la Danimarca o l’Olanda: è una totale mancanza di valutazione di ciò che è precipuo dei luoghi. Non ci sono al mondo luoghi più belli di quelli che racchiude la nostra Penisola ma non ce n’è uno ben

conservato; è paradossale, ma viaggiando tra un luogo e l’altro sembra di vedere solo cose brutte: edifici orrendi, urbanistica totalmente assente. Per quanto riguarda l’eolico, le regioni sicuramente più colpite sono la Sicilia e la Puglia, dove si possono ravvisare veri e propri esempi di devastazione dello spazio: si pensi che attorno ad un comune come Accadia, un piccolo gioiello, ci sono trecento pale eoliche, oppure Troia, capitale della bellezza romanica, circondata solo da pale eoliche, alcune delle quali sono anche ferme! Siamo sicuri dunque che tutto ciò valga questo scempio?». Ci sono, però, molte realtà, in termini di antichi monasteri, poste, masserie, che pur rappresentando un ‘tesoro’ giacciono nel totale abbandono, perché le istituzioni hanno deciso di non vedere o non occuparsene. Un esempio è il sito del convento di sant’Antuono, cosa possiamo fare per il recupero? sono la più miserabile edilizia mai concepita, preferendo in tal maniera costruire un’orrenda struttura di cemento armato piuttosto che restaurare un edificio rurale. Quindi siamo pieni di siti di grande valore ma abbandonati. Le istituzioni tacciono perché sono ignoranti come le capre! Il primo dato sarebbe stabilire che non si fa un edificio nuovo finché non se n’è restaurato uno storico! Il problema è a monte, siamo il Paese più ricco di opere d’arte, che – si badi bene – sono moneta sonante, eppure teniamo male, e in taluni casi malissimo, queste cose. Siti meravigliosi e di grande valore pieni di sporcizia, a cui lo Stato non corrisponde la manutenzione minima, men-

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tre invece si spendono soldi per esposizioni inqualificabili, ne è un esempio non lontano da questo territorio l’autoritratto di Acerenza: una patacca vera e propria attribuita a Leonardo da Vinci, che sembra più che altro il ritratto dell’attore che fece Leonardo; eppure una simile ciofeca, priva anche di valore artistico, è stata assicurata per milioni di euro! Lo stesso per altre simili patacche che sono anche state esposte al Quirinale, e di cui non faccio nome. Ecco come spendiamo i soldi che potrebbero essere destinati al «Noi abbiamo rovinato l’Italia negli ultimi sessanta anni con una serie di edifici che recupero di siti storici di enorme importanza! Vorrei che in Italia avessimo un Ministero unico per il tesoro e i beni culturali, in maniera tale da far rientrare le opere d’arte nell’economia del Paese ed evitare di distruggere la bellezza». Cos’è “Il tesoro

d’Italia”? «Dopo il versante politico, c’è quello della gente, anche questo caratterizzato da ignoranza e soprattutto indifferenza, perciò ho voluto in questo volume (il primo di una triade) fare un’operazione pedagogica per far conoscere quegli autori che non si possono non conoscere. Si badi che non si tratta di un libro scolastico ma potrebbe avere una funzione didattica; dato che molto spesso ciò che si studia a scuola nella maggior parte dei casi rischia di perdere attrazione, invece ciò che non conosciamo suscita la nostra curiosità, paradossalmente, in questo momento storico, proibendo la storia dell’arte a scuola forse se ne susciterà l’amore. Questo è l’intento della mia opera suscitare amore e curiosità per i nostri capolavori in chi legge».

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Festival del cinema indipendente:

Monti Dauni protagonisti


di Alba Subrizio

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Vince “Marina” , il film girato tra le strade di Bovino. Importanti riconoscimenti anche per i corti presentati dal consorzio Gargaunia

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i è da poco conclusa la XIII edizione del Festival del Cinema Indipendente di Foggia, che ancora una volta ha riscosso ampio consenso di pubblico, presentando film e cortometraggi d’eccellenza. La manifestazione, organizzata dalla Provincia di Foggia con il contributo dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, è stata sostenuta da Promodaunia, Apulia Film Commission, Cineporto Foggia, Fondazio-

ne Banca del Monte, Fondazione Apulia Felix e ÉCU (European Independent Film Festival). Dal 29 marzo al 5 aprile Foggia si è trasformata in una vera ‘città del cinema’, offrendo agli spettatori prodotti di altissima qualità ed eventi distribuiti per la città: dalla Sala Farina al Cineporto, che ha ospitato diversi laboratori didattici in contemporanea alle proiezioni. La sapiente organizzazione artistica, ancora una volta dovuta a Geppe Inserra, ha saputo sapientemente coordinare gli eventi, inserendo all’interno di ogni serata, oltre ai film in concorso, degli ‘omaggi’ speciali, come l’”Omaggio a Fellini” (che ha aperto la XIII ed. del Festival), l’omaggio alla scrittrice Maria Marcone, e alla stessa città di Foggia nel 70° anniversario dai bombardamenti. Mirabile la scelta dei lungometraggi e cortometraggi in gara, nonché anche quella dei Cortissimi; buona l’affluenza in sala, a dimostrazione che il pubblico foggiano sta maturando sempre più cinefili al suo interno, affezionati ormai alla manifestazione. A suggellare l’edizione di quest’anno è stata la vittoria di “Marina”, il film di Stijn Coninx, ispirato alla vita di Rocco Granata, autore appunto della celebre canzone “Marina”, e interpretato da Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro. La pellicola è stata girata per lo più tra le colline daune e per la precisione tra i borghi antichi di Bovino e Accadia, rendendo la scenografia molto particolare. Grande commozione ha suscitato l’apparizione al Teatro del Fuoco (location della serata finale) dello stesso Granata, ormai residente in Belgio, che ha

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intonato il suo storico cavallo di battaglia. Il film “Marina” non ha ricevuto solo il premio della giuria (composta da Nico Cirasola, Angelo Casto ed Eusebio Ciccotti) ma anche quello della Critica. Il Primo premio per la sezione ‘cortometraggi’, invece, è stato assegnato dalla giuria (Ferruccio Castronuovo, Michele Sepalone e Michele Campanaro) in ex aequo a “Buongiorno sig. Bellavista” di Alessandro Marinaro e a “Margerita” di Alessandro Grande. Il premio come miglior cortissimo (della durata di 5 min.) è andato a “Questione di ordine pubblico” di Marco Adabbo. Il Festival del Cinema Indipendente si è dimostrato un vero e proprio contenitore culturale a 360°, ospitando all’interno delle serate film, musica (come la parteci-

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MOTIVAZIONE PRIMO PREMIO LUNGOMETRAGGI

pazione del gruppo Avenida) e tanti ospiti (come Pippo Mezzapesa, che ha presentato il cortometraggio “SettanTA”, già Nastro d’Argento 2014, sulle vicende inerenti all’Ilva di Taranto) e workshop (realizzati da Antonio Fortarezza e Ferruccio Castronuovo). Interessante infine la menzione speciale di cui è stato insignito il fotografo Michele Sepalone, che ha seguito l’intera manifestazione, con la seguente motivazione: «Sguardo e memoria del Festival e di tanti altri momenti di vita culturale e civile foggiana, perché documentando e testimoniando la bellezza, indica alla città vie di speranza e di futuro». Che altro aggiungere? L’appuntamento con la decima musa è per l’anno prossimo, sempre a Foggia.

«Per averci fatto rivivere con fine

MOTIVAZIONE PRIMO PREMIO EX AEQUO CORTOMETRAGGI

maestria un pezzo importante della

«La qualità del cortometraggio è

storia europea, all’interno di un me-

legata ai contenuti originali, che

lodramma perfetto nei tempi della

esaltano l’amore per il cinema.

sceneggiatura, della recitazione

Attraverso una metafora e il

e della regia, che non ha nulla da

valore narrativo dell’immagine, lo

invidiare al cinema di Frank Capra

spettatore coglie l’entusiasmo del

o Preston Sturges. Il regista, inoltre,

protagonista, che scopre una nuova

sa muoversi tra storia, antropolo-

vita». «Per la scelta coraggiosa del

gia e sociologia con la leggerezza

tema trattato in modo originale,

graffiante di un Vittorio de Sica o di

senza retorica. La musica diventa

un Milan Kundera».

collante della diversità etnica e culturale».


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Monti Dauni: il futuro è qui?

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di Francesco Quitadamo

La Puglia sembra essersi accorta dei Monti Dauni. Regione, Camera di Commercio di Foggia, Promodaunia e altri soggetti pubblici e privati promuovono progetti, sostengono iniziative, annunciano buoni propositi. E’ un dato positivo, ma è soprattutto un’occasione. Il 26 aprile, a Celle di San Vito, si terrà un convegno: “Monti Dauni, la nuova destinazione del turismo rurale”. Bene. Anche questa è un’opportunità per chiedersi, e per chiedere, quale sia il modo migliore per trasformare realmente questo territorio in una destinazione turistica. I passi compiuti dalle comunità locali, negli ultimi 15 anni, sono stati enormi. Le amministrazioni comunali sono riuscite a riqualificare i paesi dal punto di vista urba-

nistico, hanno utilizzato bene i fondi contro il dissesto e altri finanziamenti europei creando nuove strutture o riqualificando quelle esistenti (anfiteatri, auditorium, piscine, parchi pubblici, parchi avventura, castelli, musei). In molti casi, dove i Comuni sono riusciti a coinvolgere associazioni e privati, i nostri paesi sono riusciti a ottenere riconoscimenti importanti sia per attingere nuovi fondi sia per entrare nelle reti nazionali e internazionali che promuovono un turismo diverso da quello balneare: le Bandiere Arancioni del Touring Club, i Borghi più belli d’Italia dell’Anci, il circuito “Cittaslow” e la Rete italiana di cultura popolare. E’ cresciuta anche la ricettività dei nostri borghi. Ora serve fare il vero salto di qualità. Occorre costruire


Il mondo sembra essersi accorto delle potenzialità di un territorio troppo spesso bistrattato ed emarginato. Ma c’è ancora molto da fare perchè qui non mancano solo le strade

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biodiversità e di foreste. Con specie animali e vegetali ormai scomparse altrove. Costruire un’offerta turistica su tutto questo ben di Dio significa rianimare i nostri paesi, permettere ai ragazzi di realizzarsi in loco, integrare l’economia del settore agricolo con quella dei servizi e dell’innovazione tecnologica. Per fare questo, è necessario avere piena consapevolezza di quali e quanti siano ancora i passi da fare. Non può essere (soltanto) la condizione delle strade e il sistema dei trasporti a determinare il salto di qualità. Bisogna crederci, senza aspettare che le soluzioni vengano dall’alto. Ed è fondamentale che si lavori sulla qualità e l’organizzazione, cosa non sempre avvenuta negli ultimi tempi e in diverse occasioni importanti per promuo-

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un’offerta turistica professionale, non più legata solo e soltanto allo spontaneismo volenteroso (e meritevole) di Comuni e Pro Loco, o alle occasioni offerte da ricorrenze e programmazioni estive. Bisogna porsi il problema del “come” rendere fruibile il patrimonio materiale e immateriale di questi paesi. Come tenere aperti i musei, le chiese, i castelli, i centri visita. In quale modo integrare nell’offerta turistica le botteghe di chi fa il pane, il miele, le conserve, il vino, i pochi laboratori artigianali ancora esistenti. E poi c’è il patrimonio ambientale, i sentieri, le escursioni in bici e a cavallo, la pesca, i laghi e i fiumi, il trekking e panorami straordinari per chi ama la fotografia e la natura. I Monti Dauni sono una delle aree del Mezzogiorno a più alta densità di

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Alla scoperta dei Mo Se si invita qualcuno a cena, qual è il miglior modo per fare bella figura e augurarci che quell’ospite torni presto a farci visita? Farci trovare col vestito più bello ed offrire il migliore dei piatti che siamo capaci di preparare. Questo ha pensato il GAL Me-

ridaunia quando ha deciso di organizzare un evento di tre giorni sui Monti Dauni*, a Celle San Vito, Faeto e Castelluccio Valmaggiore con l’invito a conoscere e scoprire questa meravigliosa parte di Puglia attraverso l’offerta del migliore dei suoi “piatti”,


In occasione del ponte del 25 aprile tre giorni per conoscere un angolo unico della Puglia

onti Dauni

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ovvero il patrimonio ambientale e naturalistico e la vita all’aria aperta. E non solo. E così, il ponte più lungo di primavera, 25, 26 e 27 aprile diventa l’occasione per far visita ai Monti Dauni vestiti in gran stile e per “degustare” la proposta che questi presen-

tano: tre giorni di vita nella natura con ricco programma di attività e corsi: trekking, cicloturismo, tiro con l’arco, passeggiate a cavallo, nordic walking, archeotrekking, fotografia digitale su Monte Cornacchia (il punto più alto di Puglia con 1151 metri). Ed ancora, laboratori di arti e tradizioni locali, ovvero pasta fresca, ricamo artigianale, franco provenzale, raccolta delle erbe spontanee, pittura su pietra, preparazione piatti della cucina tipica. E visite guidate ai borghi e agli edifici storici dei tre Comuni dei Monti Dauni. E la sera, si fa festa. Le notti dei Monti Dauni saranno momenti di convivialità e di accoglienza degli ospiti: il vestito è quello delle tradizioni de l folklore, i balli e la musica, i prodotti tipici racconteranno la storia autentica e orgogliosa dei Monti Dauni. Domenica 27 aprile, la tre giorni si conclude a Celle San Vito, il paese più piccolo di Puglia con 170 abitanti, con la Galleria Enogastronomica dei Monti Dauni ovvero la degustazione delle migliori produzioni

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Ai visitatori sarà offerta la possibilità di conoscere il patrimonio ambientale e naturalistico e la vita all’aria aperta senza dimenticare l’imperdibile gastronomia


terra, pari al 10 per cento dell’intera superficie regionale, che vivono le specie animali e vegetali più selvatiche e preziose: il lupo, il cinghiale, la volpe, il falco; tutti esemplari che popolano le aree boschive ricche di sorgenti, funghi, tartufi, erbe spontanee e officinali. Un immenso patrimonio ambientale che convive con la più imponente concentrazione di impianti per la produzione dell’energia eolica. Un territorio che grazie alla caparbietà delle comunità locali e agli interventi del GAL Meridaunia è riuscito a commutare la debolezza in forza: la grandezza dei Monti Dauni sta nell’aver convertito l’isolamento in una fonte di beneficio economico e sociale

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tipiche del territorio: dal prosciutto di Faeto, ai legumi dei Monti Dauni, dal caciocavallo podolico di Monteleone di Puglia, ai taralli di Rocchetta Sant’Antonio, dall’olio DOP, al famoso Nero di Troia (da poco riconosciuto con il DOC) dai salumi del maiale nero allevato sui Monti Dauni, allo zafferano di Deliceto, al cacioricotta di Bovino. E ancora, la birra artigianale di Pietramontecorvino, il pane di Ascoli Satriano, la mela limoncella di Panni, gli asparagi dei Monti Dauni, ecc Con un “piatto” così, gli ospiti non potranno non tornare sui Monti Dauni. 30 comuni, 120 mila abitanti, oltre 500 tra chiese, siti di interesse comunitario, musei e castelli, 9 centri con marchi di qualità turistica e ambientale. Sono i Monti Dauni, una delle più suggestive e caratteristiche aree geografiche della Puglia, coronati da borghi che sono autentici scrigni di secoli di storia, d’arte e tradizioni. Più di un terzo del polmone verde pugliese è sulle alture dei Monti Dauni che forniscono per intero le risorse idriche necessarie alla provincia di Foggia. I fiumi, i laghi, le riserve faunistiche dei Monti Dauni rappresentano un unicum ambientale preziosissimo, un vero e proprio giacimento di biodiversità da salvaguardare e da promuovere. Una terra ricca di risorse e di primati: Sull’appennino dauno si trova la vetta più alta della Puglia, il Monte Cornacchia (m. 1151); qui si trovano i paesi con la massima altitudine, Faeto (m. 840 s.l.m.) e Monteleone di Puglia (m.850 s.l.m.). Ed è in questo ampio fazzoletto di

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Asini& ascoli

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Dal 10 al 12 maggio una serie di incontri , esposizioni e dibattiti sull’animale da soma tipico delle nostre zone nel secolo scorso “Gli Asini nelle fiere storiche di Ascoli Satriano” è il titolo di una tre giorni che si terrà nel centro subappenninico organizzata dall’Associazione Melodica in collaborazione con il Centro Culturale Polivalente, il Comune di Ascoli Satriano e la Regione Puglia. Si tratterà di convegni, dimostrazioni, esposizioni ed eventi che ruoteranno su quello che era il “motore della vita contadina del secolo scorso: l’Asino. Lo spunto parte da una inziativa che vedrà ripartire l’allevamento della specie in alcune masserie didattiche di Ascoli e dalla tradizionale Fiera di San Giacomo, che un tempo era una delle migliori esposizioni per la vendita di bestiame nella zona. Si partirà il 10 maggio con un convegno sulle varie uti-

lità dell’asino. Tra i relatori il Prof. Fabio Granato (ricercatore dell’università di Bari) che spiegherà “I benefici educativi e terapeutici del rapporto con gli animali” e la dottoressa Marzia Albenzio che parlerà della qualità del latte di asina. Domenica invece si inizierà con una esposizione di asini e di lavorazioni artigianali ad essi dedicati nella pineta di Selva San Giacomo, dove sarà possibile fare delle escursioni in sella ad alcuni esemplari di asino di Martina Franca. Nel pomeriggio il programma prosegue con un convwegno sulle fiere di ascoli e sulla valorizzazione delle razze autoctone di asini. Lunedì invece si terrà la tradizionale fiera con uno spazio dedicato agli animali.


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la visualizzazione della webcam su www.prolocodeliceto.it

Mondi paralleli

webcam

Il mondo ha una finestra aperta su Deliceto il network delle webcam leader a livello europeo, Skyline ha fatto registrare, in poco più di un mese, circa 28mila visualizzazioni solo sul sito di Skyline (www.skylinewebcams.com). Questo grande successo si aggiunge ai già consolidati risultati registrati dal solo sito della proloco: basti pensare che nel solo mese di marzo si sono collegati circa 8.800 visitatori unici per leggere le notizie, visualizzare foto e video del piccolo centro subappenninico. «Questi risultati ci riempiono di orgoglio - dichiara il Presidente Baldassarro - e ci fanno ben sperare per il futuro, visto che abbiamo in serbo altre novità che arriveranno direttamente dal nuovo sito della Proloco di Deliceto. L’iniziativa della webcam è stata apprezzata soprattutto dai delicetani che sono fuori che grazie a noi riescono ad “affacciarsi” ogni giorno in piazza».

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Da quasi 10 anni Deliceto ha la sua finestra sul mondo e il mondo intero (soprattutto) ha la sua finestra aperta su Deliceto. Questa finestra ha un nome ed è il sito www.prolocodeliceto.it, che oltre a promuovere le attività culturali organizzate dalla Proloco è diventato un contenitore di notizie di tutto il terriorio. Appuntamento fisso ogni inizio mese è il TGWEB, un viseonotiziario realizzato dalla redazione messa su dal Presidente della Proloco Benvenuto Baldassarro. Dopo i tanti successi ottenuti grazie a queste iniziative l’associazione ha voluto spingersi facendosi promotrice della prima installazione di una webcam pubblica visibile 24ore su 24, che mostra la vita della piazza di Deliceto e il fantastico panorama del centro storico. L’installazione partita ufficialmente il 10 marzo in collaborazione col

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Lavoro&concorsi Cercasi segretario/a di ricevimento che abbia minimo 3 anni d’esperienza nel settore Formazione: Diploma di Maturità Inviare curriculum vitae tramite e-mail al Ns indirizzo di posta elettronica: info@palacehotelsanmichele.it Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

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Le presenti inserzioni di ricerca personale sono state raccolte presso la bacheca del sito internet del Centro Provinciale per l’impiego di Foggia e da Infojobs


Oggi si può fare impresa grazie ai NIDI Nuovi finanziamenti dalla Regione Puglia e il Comune di Candela apre uno sportello in collaborazione con Meridaunia

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accompagnando e assistendo l’aspirante imprenditore nel percorso che va dalle fasi preliminari della costituzione sino allo startup della nuova impresa e alla ricerca di finanziamenti pubblici. E proprio per agevolare la fruizione di questo ed altri finanziamenti è stato presentato durante l’incontro organizzato dal Comune di Candela e dal Gal Meridaunia, il nuovo sportello consentirà di accedere più facilmente ai finanziamenti previsti a livello nazionale e regionale. Lo sportello di Candela diventa un nuovo punto di riferimento per far crescere la mentalità di fare impresa «stiamo cercando di fornire ai nostri cittadini, ma soprattutto ai giovani, strumenti alternativi per l’autoimpiego» questo il commento del sindaco Nicola Gatta «in sinergia con il Gal Meridaunia, abbiamo studiato diverse strategie per rendere meno oneroso l’insediamento delle imprese nell’ incubatore, come ad esempio l’abbattimento del costo a metro quadro dei locali, che è passato da 7 a 3 euro». Per maggiori informazioni, tutti i giovedì presso la sede comunale, sono a disposizione esperti del settore dalle 17.00 alle 19.00.

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La Regione Puglia ha deciso di offrire a tutti coloro che vorranno investire in nuove attività imprenditoriali un finanziamento che agevoli la nascita di imprese sul territorio. Il progetto prende il nome di NIDI dall’acronimo di nuove iniziative d’impresa. Attraverso NIDI la Regione sostiene le microimprese di nuova costituzione con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile. Può richiedere l’agevolazione chiunque voglia avviare una nuova impresa. In caso di impresa già costituita, è possibile presentare domanda solo se la costituzione è avvenuta da meno di 6 mesi e non si è emesso la prima fattura e non si è percepito corrispettivi. L’obiettivo di Nidi è quello di agevolare l’autoimpiego di persone con difficoltà di accesso al mondo del lavoro. L’iniziativa viene attuata da Puglia Sviluppo S.p.A. – società interamente partecipata dalla Regione Puglia. Sul territorio dei Monti Dauni l’agenzia di sviluppo locale Gal Meridaunia si stà occupando di pubblicizzare il bando e di guidare i giovani nella compilazione delle domande. L’obiettivo è quello di tramutare le possibili idee imprenditoriali in realtà concrete,

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I Carabinieri hanno indivuato e denunciato in tutta la provincia discariche abusive a cielo aperto

Abbandonare rifiuti ovunque qui è una moda

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ono passati solo pochi giorni dalla triste notizia che l’intera capitanata è stata contaminata dai rifiuti tossici campani, ed è già tempo di fare il conteggio dei danni. Il caso “giardinetto di Troia” di qualche anno fa, aveva messo in pre-allarme le autorità e la comunità locale sui reali rischi che avrebbero potuto porta-

re la provincia di Foggia, oggi nota come la “terra nera”, ad un avvelenamento capillare del suolo agricolo. Con la scoperta di nuove zone “rosse”, in cui sono state tombate tonnellate di rifiuti, il fantasma “avvelenamento” si è trasformato in realtà. Questo “menefreghismo” generale, sui temi di salvaguardia e tutela del nostro paesaggio geografico,


di Germano Sarcone

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non viene manifestato solo dall’esterno, ma soprattutto dall’interno. Oltre a Foggia, che presenta nelle aree di periferia vere e proprie discariche di materiale edilizio, tutte le aree limitrofe del capoluogo foggiano, sono tempestate da decine di discariche a cielo aperto. Le periferie di Ordona, Ascoli Satriano, Ortanova, Troia, Cerignola, Stor-

nara e Stornarella, si sono trasformate in vere e proprie pattumiere, e i rifiuti, ormai, sono il nostro bigliettino da visita. Proprio a confine tra Ascoli Satriano e Ordona sono state individuate alcune aree ricoperte da materiali altamente tossici; che continuano a fermentare grazie alla totale indifferenza delle autorità e della comunità. La geomorfologia del territorio viene altamente compromessa da questi cumuli di macerie che incombono sui centri abitati delle città foggiane. All’interno di questi eco-mostri possiamo trovare di tutto: eternit, scarti di olio motore, pneumatici, bottiglie in plastica e in vetro, elettrodomestici di tutti i tipi e di tutte le marche. Dunque non dobbiamo meravigliarci se continuano ad aumentare i casi di tumore alle vie respiratorie e all’apparato digerente. Un caso del genere farebbe rabbrividire anche i nostri antenati, che scelsero questi territori per usufruire della ricchezza del nostro sottosuolo. Purtroppo la maggior parte delle città della provincia di Foggia non hanno ancora adottato la “raccolta differenziata” e di questo passo, “i campi di Diomede”, faranno un gemellaggio con la “terra dei fuochi”. Un ventennio fa, questa porzione di Puglia, era considerata un’isola felice dal punto di vista paesaggistico e climatico. Oggi, quei cittadini che si indignano di fronte al declino della nostra terra e della nostra agricoltura, non fanno altro che continuare a vivere nella totale indifferenza, incentivando così, del tutto involontariamente, la fine di quella piccola grande bellezza che ci è rimasta.

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di Mario Mariella

Flavio Roma:

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«...nel mio cuore c’è sempre posto per i satanelli» Stangata ancestrale, impatto con la realtà. Retrocessione diretta, capitombolo verticale; si ammainò lo stendardo rosso-nero in segno di resa, ci si consegnò alla mediocrità negli anni a venire. Fu l’anno calcistico ‘97/’98, l’ultimo in cadetteria per la squadra della città, a decretare il fallimento degli obiettivi del Foggia Calcio del presidente Buonomo. Satanello sul petto, guanti in lattice, in quel campionato toccò a Flavio Roma avere il numero uno sulle spalle. L’imponente guardiapali proseguì, poi, la sua carriera tra Chievo e Piacenza, trasferendosi poi nell’As Monaco nel 2001; con l’equipe del Principato raggiunse anche la finale di Champions League nel 2004


intervista al portire del Monaco, ex rossonero: «Ricordo ancora quell’uscita con i pugni che decretò l’eliminzaione del Foggia in coppa italia contro l’inter»

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nare una stagione, fino a questo momento, positiva. In Serie A, la squadra allenata da Seedorf sta sicuramente recuperando il terreno perduto con le ultime vittorie ma, quando iniziano a circolare voci su problemi societari o cambi alla guida tecnica, diventa difficile per i giocatori raggiungere obiettivi importanti. Credo, comunque, che una società come quella rosso-nera riuscirà ad uscire agevolmente da situazioni critiche come questa; non penso sia impossibile raggiungere la qualificazione per l’Europa League”. Crisi irreversibile che invece colpì i rossoneri del Sud nel ‘97-’98; tu eri il portiere di un Foggia che poi sprofondò in serie C miseramente, quello era il tuo primo campionato in B da titolare. La gestione

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(persa con il Porto nda) prima essere ingaggiato dal Milan nel 2009. Dal 2012, il trentanovenne professionista è ritornato a vestire i colori bianco-rossi ed in occasione della partita di campionato, valida per la trentatreesima giornata di Ligue 1, tra Rennes e Monaco, abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo. Il tuo Monaco è secondo in classifica, distante dieci punti dal Psg ma in semifinale di Coupe de France. Il campionato procede secondo le aspettative, a differenza di un Milan balbettante che, però spera di agguantare l’ultimo posto utile per l’Europa League... “Arrivare fino in fondo in coppa è diventato quasi un obiettivo prioritario, sarebbe importante conquistare un trofeo per coro-

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tecnica affidata a Galli e Caso fu un vero disastro... “Non abbiamo avuto il supporto che speravamo nei momenti difficili, il contesto era particolare. Inoltre recepivamo, comunque, il malessere di una parte di tifosi, stanchi di ciò che stava succedendo”. Eppure molti ragazzi di quel gruppo, te compreso, hanno fatto strada, sono riusciti a ritagliarsi il loro spazio nel mondo del calcio... “Quell’anno da titolare mi permise di avere le attenzioni e la fiducia del Chievo, squadra che mi permise di fare il salto di qualità. Al di là della tecnica di giocatori come Di Michele e Franceschini, dispiace per come sia andata a finire la stagione”. Ti dispiace solo perché le qualità in rosa non mancavano? “Piuttosto perché eravamo tutti ragazzi volenterosi, pronti a far bene. Il gruppo era solido, ci ritrovavamo spesso a ridere e scherzare a casa di uno di noi davanti a piatti e

posate; ricordo con affetto i vari Bettoni, Malusci, Oshadogan, ad esempio”. Un’altra occasione sfumata fu la sconfitta nei sedicesimi di finale di Coppa Italia ai danni dell’Inter nel mese di settembre del 1997. Trentaseiesimo minuto del secondo tempo, match di ritorno a San Siro; 2-2 complessivo, Foggia, momentaneamente, qualificato. Poi, cosa successe? “Uscii di pugno e mi scontrai con Branca; Ze Elias insaccò a porta vuota con noi due a terra siglando il 3-2 complessivo. Quella partita fu decisa più dall’arbitro che da noi, avevamo la partita in pugno nonostante le difficoltà oggettive che stavamo incontrando. I ricordi brutti rimangono, ma bisogna guardare avanti; so che comunque il Foggia ha ottenuto la promozione in C unica (ride nda)”. Infatti... “Nonostante tutto, le mie ex squadre le seguo sempre”.

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Prima edizione del Motoincontro Harley Davidson il 1 maggio

A sant’Agata arrivano le Harley La passione per la moto quando s’incontra con la spettacolarità di paesaggi mozzafiato trova la sua massima espressione. E così sarà, giovedì primo maggio, quando per le strade dei monti dauni, ed in particolar modo quelle che conducono alla loggia della Puglia ovvero Sant’Agata si riempiranno di Harley Davidson, lucide e rombanti dirette tutte al primo Motoincontro Harley Davidson organizzato per l’appunto a Sant’Agata di Puglia. L’evento è un raduno dedicato agli appassionati di Harley Davidson e di due ruote in generale, ma anche una decisiva opportunità di promozione turistica per la piccola cittadina dei Monti Dauni. La Harley Davidson divenne un vero e proprio status symbol alla fine degli anni ´60, immortalata nel film “Easy Rider” con i modelli chopper Captain America condotto da

Peter Fonda ed il bobber Billy Bike di Dennis Hopper, motorizzati Panhead. I bikers saranno accolti in mattinata presso l’area di servizio Colotti ai piedi della cittadina, alle 11 le moto sfileranno in Piazza xx settembre dove saranno salutate dal Sindaco Lorenzo Russo prima di inziare una visita alle bellezze architettoniche e paesaggistiche di Sant’agata e dei borghi limitrofi. Seguirà un ricco pranzo al Pub Brigante, locale tipico di Sant’Agata, e al termine gli Harleysti potranno scatenarsi allietati dalla musica del gruppo Hard As A Rock - AC/DC Italian Tribute Band, tutto in pieno stile Bikers. 25 aprile 2014

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A Rocchetta lo strano caso di una tela del ‘700 dell’ultima cena realizzatra due volte dall’autore per soddisfare una particolare richiesta del committente L’ultima cena nella versione scelta dal committente

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Il mistero della Il patrimonio artistico e storico di Rocchetta Sant’ Antonio vanta elementi di arte pura come tele, manufatti ed effigi, ma in particolare uno di questi elementi racchiude una storia che ha dell’ incredibile. I visitatori l’hanno ribattezzata la “cena bis” giocando sulla parola che prelude una doppia portata a tavola. Più che una cena si tratta della Cena più importante della storia, ossia il “cenacolo” dove Gesù istituì l’Eucarestia. La curiosità sta nel fatto che nella chiesa matrice di Rocchetta il visitatore si imbatte in due imponenti tele che raffigurano l’ultima cena, quasi identiche dalle dimensioni 2 x 4 metri. I ritratti dipinti olio su tela da un artista di scuola napoletana della fine del

Settecento a primo impatto sembrano una vera e propria fotocopia: stesse prospettive, colori identici e pennellate simili. Dunque, due immagini che non hanno senso se non in un’ottica di sprechi; eppure questo gioco del destino ha una dietrologia ben precisa e razionale. Difatti, se si analizzano le due opere (mettendole a confronto) si nota che in una delle due tele spuntano elementi diversi nella mensa del Signore, con immagini anche anacronistiche, come la presenza di San Rocco Confessore tra i dodici. Proprio quest’immagine svela l’arcano: è il ‘perché’ di questo doppione meraviglioso. Secondo una ricostruzione della Sovrintendenza, l’artista aveva realizzato l’opera, commissio-


La prima versione dell’ultima cena , poi coperta con quella voluta dal committente

tela “fotocopia”

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nuova Ultima Cena, tracciando in gran parte i profili della tela sottostante, come si fa con un quaderno per poi inserire un nuovo elemento, ossia San Rocco Confessore al fianco del Cristo. Dal Settecento al 1980 i fedeli hanno avuto l’opportunità di ammirare una sola tela fino al sisma dell’Irpinia che creò ingenti danni alla chiesa matrice a tal punto da obbligare la Sovrintendenza a spostare le opere nel castello di Bari per tutelarle e, nello stesso tempo, restaurarle; così in una fase del restauro gli operatori si accorsero della sovrapposizione delle due opere e con gran maestria riuscirono a dividere le due tele, regalando alla popolazione questo stupendo “bis d’arte”.

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nata da un mecenate, portandola al termine; purtroppo però davanti al giudizio del committente quell’ultima cena appariva priva di elementi fondamentali che, se pur discutibili, facevano parte di una precisa richiesta. La tradizione popolare tramanda la storia con un dialogo grottesco tra l’artista e il committente, il quale con forza ribadiva “l’opera si deve rifare perché è fondamentale che ci sia San Rocco che ha appena salvato il paese dalla peste”, l’artista per non perdere la commessa e probabilmente per non andare contro il santo Confessore decise di rifarla di sana pianta ma per risparmiare sulle spese appose uno strato di tela sul quadro incriminato e iniziò a dipingere una

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Il nuovo concetto di Pub è in bianco e nero Succede ad Ascoli Satriano di vedere stravolto il concetto che tutti conosciamo di “Pub”. Quando si varca la porta del Blak&White pub si capisce che il concetto di birreria può essere stravolto se gli si aggiunge un pò di Fashion. E così l’arredamento bianco e nero in perfetto stile moderno, con luci soffuse, divanetti bianchi e un grande bancone da lounge bar ti accolgono e ti fanno sentire in una dimensione di Pub del tutto nuova. Anche il menù non fa eccezione: si spazia da una buonissima pizza cotta nel forno a legna ad ottimi panini e stuzzichini fritti per arrivare ad una ricca offerta di braceria. Un mensione speciale la merita il banco birre alla spina. Al Black&white, infatti, hanno deciso di adottare un nuovo sistema di spillatura, molto ecologico e che garantisce una qualità intatta della birra: il sistema DraughtMaster™. si tratta di un innovativo sistema di

Ad Ascoli Satriano il locale Fashion fa tendenza: ottima pizza, braceria e friggitoria e per chi ha sete un nuovo sistema di spillatura delle birre spillatura della birra, in grado di eliminare per sempre il ricorso all’anidride carbonica, coniugando alto contenuto tecnologico e semplicità d’uso, con evidenti vantaggi in termini di qualità, servizio e risparmio. Almeno una volta ogni sei mesi viene effettuata una turnazione delle birre in modo da offrire ai clienti nuovi nomi di birre e stuzzicarli ad assaporare gusti sempre diversi. In questa impresa innovativa per una cittadina come Ascoli si è cimentato un giovane imprenditore, Francesco Mastrodomenico, che dopo anni di esperienze in giro per l’Italia ha deciso di scommetere nel suo territorio offrendo un nuovo modo di concepire il Pub. E la sua idea sembra essere apprezzata dai clienti che sempre più spesso affollano il suo locale e poi decidono di premiarlo con recensioni più che positive sul famoso portale Tripadvisor.


Associazione Culturale Melodica

Aics Provinciale Foggia

Regione Puglia Città di Assessorato risorse Ascoli Satriano agroalimentari

Sabato 10 maggio ore 18:00 - Auditorium S. Maria degli Angioli

Convegno: LE UTILITÀ MANIFESTE E NASCOSTE DELL’ASINO 20:30 Enogastronomia e Spettacolo di Musica Popolare Domenica 11 maggio - Selva San Giacomo

09:00 Raduno Selva San Giacomo 09:30 Celebrazione eucaristica presieduta da don Vito Cecere 10:30 Gli artigiani e gli animali equini: La mascalcia, le selle, le corde, i carri

Centro Culturale Polivalente

Auditorium Santa Maria degli Angioli - Ore 17:30:

Convegno: Le Fiere storiche di Ascoli Satriano Piazza Giovanni Paolo II

18:00 Bambini in sella all’Asino Lunedì 12 maggio Fiera di San Giacomo - Largo Cattedrale – Via Duomo

09:00 Salone Espositivo di Attrezzature Manuali, Agricole e Zootecniche

ONOTERAPIA PET THERAPY

Ascoli Satriano (Fg) 10-11 -12 2014 Ascoli Satriano (Fg)maggio - 10-11 -12 maggio 2014

AUGURI a...

Lacarica dei 101 anni di Giuseppe di Deliceto

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Lo scorso 9 marzo Giuseppe Tomaiuolo di Deliceto ha spento la sua centounesima candelina. L’anziano delicetano ancora arzillo ha gustato con i suoi cari la torta che festeggiava i suoi 101 anni. a lui gli auguri dei nipoti Antonio e Rocchina e di tutta la nostra redazione.


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