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La Puglia inAttesa Definito il cammino che porterà alla pianificazione dell’Area Interna Monti Dauni. Tante opportunità tra Sanità, Scuole, Cultura e Mobilità
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ree Interne come opportunità e non come identificazione di un area geografica disagiata, questo lo schema per partire verso una nuova stagione di pianificazione territoriale definita a Faeto lo scorso 23 febbraio. Regione, Governo, Provincia, Comuni e soprattutto attori sociali e animatori territoriali tutti attorno ad un tavolo del Focus 2 “Preliminare di strategia Area Interna Monti Dauni” per definire l’ultimo treno di sviluppo. Sono considerate Interne quelle Aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), caratterizzate da una forte diminuzione di popolazione negli ultimi anni, ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversifica-
te per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione. Questa strategia sarà avviata utilizzando come occasione e leva finanziaria e di metodo, la programmazione dei fondi comunitari disponibili per tutte le Regioni del Paese per il settennio 2014-2020, combinati con la previsione di risorse dedicate in Legge di stabilità. Sul territorio regionale, i Monti Dauni sono stati individuati quale unica Area Interna pugliese, sulla quale si sperimenteranno strategie e azioni concrete di sviluppo con l’erogazione di fondi pubblici. Nel forum grande spazio è stato dato alla formazione e alla scuola che in quest’angolo della Puglia non risponde con la propria offerta formativa alle esigenze del territorio. Si parla di turismo e manca un istituto
e|L’incontro di Faeto. Sopra Panni ph. Di Donato
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Lostruscio
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alberghiero, siamo nel polo energetico più importante d’Italia e non esistono istituiti tecnici capaci di dare risposte occupazionali in questo campo e ancor di più il territorio è a ridosso con l’area industriale della FCA di Melfi e dalle scuole escono fuori solo ragionieri o liceali. Davanti a questo paradosso l’Area Interna deve dare le giuste risposte. Una pianificazione vera per dare un’autonomia organizzativa all’area dei Monti Dauni evitando soprattutto sprechi e discorsi e|Fabrizio Barca, Ministero dell’Economia e Finanze
campanilistici che portano a guardare il piccolo bisogno locale invece di creare un punto focale e risolutivo per l’intero territorio. A qualche giorno dalla chiusura del Lastaria, nel forum si parla anche e soprattutto di sanità. Nuovi piani alla portata delle esigenze del territorio senza tralasciare l’assistenza alla persona già messa in piedi attraverso l’ADI. Assicurare il diritto alla salute e il diritto di cittadinanza è una prerogativa per avviare misure anche negli altri settori. Importante anche la formazione che va garantita non solo agli addetti ai lavori ma anche ai bisognosi, poiché solo conoscendo la propria patologia è possibile entrare nella consapevolezza di sapersi e volersi curare. Dalla Regione dati chiari e significativi. I Monti Dauni sono l’area con il più alto tasso di ospedalizzazione e nello stesso tempo il più alto tasso di errore nell’ospedalizzazione; mentre si registra anche il più basso tasso di ricorso alle specialistiche ambulatoriale. Non è una volontà del cittadino ma il riflesso di un’area con presidi ospedalieri lontani e con la
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mancanza di poli ambulatori adeguati. Su questo si deve fare squadra per invertire la tendenza. Sulla mobilità le risorse sono esigue ma ci sono spiragli positivi con l’avvicendamento dei trasporti. La soluzione sta nell’innovare le forme di organizzazione del servizio, introducendo i servizi a chiamata basati anche sull’innovazione tecnologica. Sul piano del trasporto pubblico locale bisogna puntare sul rinnovamento andando a catalizzare l’attenzione sulle reali esigenze del territorio. Idem per la cultura polo di attrazione per il turismo ma troppo spesso legata a campanilismi che impediscono una pianificazione comune tra tutte le municipalità dei Monti Dauni. In questo ambito tante sono state le esperienze portate in discussione durante il forum di Faeto. Un dato quest’ultimo importante e significativo perchè dimostra come i Monti Dauni siano avanti sul piano culturale, innova-
zione tecnologica e creazione di attrattive turistiche. «Questa è la Puglia più bella - ha spiegato Fabrizio Barca, già Ministro ed ora Dirigente Generale del Ministero dell’Economia e Finanze. Dobbiamo trasformare i Monti Dauni da Puglia in attesa a Puglia inattesa; sorprendendo anche i territori attigui per la sensibilità e il fermento che porterà sicuramente frutti inaspettati per questo territorio. Ho ascoltato con molto interesse i vari interventi - ha aggiunto Barca - e se da un lato abbiamo senza dubbio dei problemi seri sulla viabilità, sanità ed istruzione dall’altro abbiamo una serie di innovatori unici che ci faranno da trampolino di lancio per Aree Interne Monti Duani. Non è un semplice finanziamento a pioggia ma è una pianificazione che laddove trova risultati positivi sarà standardizzata e assicurata a vita». p|Colomba Prencipe
I piccoli comuni dicono ‘no’ allo scippo dell’acqua
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e fontane ricche, fresche e d’acqua salubre potrebbero diventare proprietà privata. A lanciare l’allarme sono i sindaci dei comuni dei Monti Dauni dove è ancora presente la gestione del servizio idrico. Ventiquattro comuni in tutta la Puglia con grande concentrazione nei Monti Dauni. L’allarme parte proprio da Biccari, Alberona e Celenza Valfortore in prima fila nel difendere le fonti locali. Un tema caro a tutte le popolazioni al punto da metter su un forum, che ha visto prender parte i primi cittadini di Alberona, Tonino Fucci, e di Biccari, Gianfilippo Mignogna e di Celenza Valfortore, Massimo Venditti, padrone di casa di questo primo incontro. Presente anche il sindaco di Campodipietra (Cb) e presidente della Commissione acqua in seno all’ANCPI, Giuseppe Notartomaso. Lo sblocca Italia prevede il gestore unico e la tariffa unica, e quei comuni che non aderiscono all’ATO unico regionale rischiano il danno erariale per inadempienza alla norma. I comuni sotto i 1000 abitanti possono avere la deroga, anche se una recente proposta di legge firmata da Ermete Realacci prevede la deroga per tutti i comuni fino a 3000 abitanti, e addirittura la proposta di Daga prevede il superamento degli ato regionali con i distretti idrografici. “Noi come Ancpi – dice Gianfilippo Mignogna chiediamo il blocco dello Sblocca Italia. L’acqua è nostra e non la daremo all’Acquedotto Pugliese, anche se è una scelta obbligata. Adesso basta: ci hanno tagliato il tribunale, l’ospedale e adesso vogliono scipparci anche l’acqua. Non dobbiamo tacere, non dobbiamo arrenderci, l’unica arma è fare rete”.
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Sanità, salvati i più piccoli
Lucera conserva il suo ospedale fondamentale anche per i Monti Dauni nord
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ospedale Lastaria di Lucera e dei Monti Dauni è salvo; lo ha annunciato il sindaco, Antonio Tutolo. Durante la riunione della Giunta regionale, per deliberare sul piano di riordino sanitario, si è nuovamente affacciato ,dopo un primo tentativo di cancellazione, il salvataggio del nosocomio dei Monti Dauni. Lo ha annunciato direttamente il presidente Emiliano nel corso dell’incontro di sabato scorso con i sindaci della Puglia. Il presidio lucerino verrebbe addirittura potenziato, mentre il Masselli Mascia di San Severo e il Tatarella di Cerignola non subirebbero alcun declassamento. Gli argomenti presentati all’esame della Regione da Lucera e Monti Dauni, area svantaggiata e per questo sganciabile, secondo quanto prevede la normativa, dalle logiche che hanno
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e|I Sopra il sindaco di Lucea Tutolo. A lato Emiliano
Lostruscio
portato alla definizione del piano di riordino che prevedeva la chiusura del Lastaria, hanno trovato accoglimento. «Ci sono 12 ospedali di base, che sono quelli più vicini alle persone speiga il governatore Michele Emiliano. Molti di questi saranno rafforzati e manterranno più specialità e più reparti di quelli che normalmente sarebbero previsti per di questi ospedali base. Soprattutto abbiamo “salvato” uno degli ospedali che era destinato a chiusura da tanto tempo, quello di Lucera, che ovviamente avrà un regime molto particolare, quello tipico delle zone disagiate. E questo in funzione della particolare struttura dei monti Dauni che necessitano di un pronto soccorso che non poteva essere allontanato troppo dai luoghi di residenza dei cittadini». Ancor più risolutivo l’Assessore Leo Di Gioia che ha annunciato: «Foggia Hub di secondo livello (il massimo). San severo e Cerignola ospedali di primo livello. Manfredonia ospedale di base che non perde specialità. Salvato l’ospedale di Lucera che sarà al servizio delle aree interne dei Monti Dauni. Un grande risultato grazie alla sensibilità del presidente Emiliano ed all’impegno dei sindaci di Capitanata. La giunta Emiliano ha approvato il nuovo piano di riordino ospedaliero che sarà trasmesso al Ministero della Sanità a Roma per il parere consultivo e poi ritornerà in giunta a Bari per la definitiva approvazione ed applicazione».
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Ecofuel un referendum per chiudere la partita Domenica 20 marzo i cittadini di Ascoli Satriano sono chiamati a decidere sulle sorti del progetto dell’impianto di trasformazione di plastica in cherosene
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29 febbraio 2016
Lostruscio
utto pronto per la consultazione popolare su Ecofuel ad Ascoli Satriano. Il 20 marzo prossimo i cittadini sono chiamati ad esprimere il proprio parere presso i due seggi allestiti nella Scuola Elementare di P/za Plebiscito e il seggio di San Carlo allestito nella frazione del paese, con inizio alle ore 8,00 e termine alle ore 22.00. Seguirà lo scrutinio. In sede di referendum gli ascolani troveranno questo quesito sulla scheda “SIETE FAVOREVOLI ALLA REALIZZAZIONE DELL’INSEDIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DEPOLIMERIZZAZIONE DELLA PLASTICA PER LA PRODUZIONE DI GASOLIO E CHEROSENE IN AMBITO LOCALE DA PARTE DI ECOFUEL S.R.L.-”. Un Si e un No darà loro la possibilità di esprimersi nello strumento democratico del referendum al quale sono chiamati a partecipare tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune di Ascoli Satriano. Una vicenda che si trascina da mesi e che ha visto la nascita di due comitati pronti a tutto per impedire la realizzazione dell’impianto. Anche sul piano istituzionale l’Amministrazione Comunale di Ascoli Satriano si erano già espressi a riguardo
dando parere contrario con la delibera di Consiglio Comunale n. 16 del 11 luglio 2015. Questa del referendum è un’ulteriore conferma contro un impianto che non convince la popolazione e che collide con gli investimenti fatti in turismo. Unico dilemma è la certezza del raggiungimento del quorum, che per rendere il referendum valido dovrà registrare almeno 2500 votanti. Il comitato promotore del referendum, presieduto da Felice Venuto e che annovera tra i componenti il già sindaco di Ascoli, Antonio Rolla, dovrà lavorare molto per mantenere non solo i firmatari che hanno portato ad un coinvolgimento della cittadinanza con lo strumento del referendum, ben 700, ma anche il resto della popolazione. È stato istituito proprio dal comitato un gazebo in centro per sensibilizzare l’opinione pubblica a non disertare le urne. Inoltre proprio per garantire la massima affluenza è stata cambiata la data della consultazione che è passata dal 13 marzo alla domenica delle palme proprio per permettere anche agli studenti fuori sede di poter far ritorno e partecipare al voto contro Ecofuel.
Di Gioia porta la quiete dopo la tempesta Dopo l’emergenza arrivano 9 milioni di euro per far fronte ai danni causati dal maltempo di ottobre scorso sui Monti della Daunia
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isposte significative dopo il tragico autunno che ha colpito i Monti Dauni con nubifragi, frane e allagamenti. Un fondo per aiutare gli agricoltori, custodi di queste terre che rendono orgogliosa l’area dei Monti Dauni. A presentare il piano di interventi, l’assessore regionale, Leo Di Gioia che ha incontrato i cittadini ed i sindaci dei comuni colpiti dall’evento alluvionale dell’Ottobre 2015. Ascoli Satriano, Biccari, Castelluccio Dei Sauri, Castelluccio Valmaggiore, Celle Di San Vito, Deliceto, Faeto, Foggia, Lucera, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Roseto Valfortore e Troia sono i comuni che otterranno i benefici economici della calamità. L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Di Gioia ha esposto, di fronte all’affollatissima sala consiliare di Castelluccio Valmaggiore, le linee guida del PSR 2014-2020 che, oltre ad essere una risposta allo stato di calamità che ha colpito queste terre, costituisce un’opportunità per i comuni dei Monti Dauni, «da sempre area sperimentale – afferma Di Gioia – in cui testare l’utilizzo dei fondi». La declaratoria, firmata dal Ministro dell’Agricoltura
29 febbraio 2016
Lostruscio
e|I danni del maltempo. A dx Di Goia a Castelluccio V.re
Maurizio Martina, ha il duplice obiettivo di garantire sostegni per il ripristino delle zone agricole danneggiate ed aiuti economici per investire e provvedere a nuove misure di prevenzione. Ammonta a 9 milioni di euro la richiesta per lo stato di calamità inoltrato dalla Regione Puglia al Governo, una somma necessaria per il ripristino dei terreni, dei fabbricati rurali, delle piantagioni arboree e delle scorte vive e morte, anche se “l’unico modo per evitare tali calamità – afferma l’assessore con il suo tecnico Ursitti – è praticare un’agricoltura conservativa su sodo e provvedere ad un lavoro di ingegneria specialistica, con la costruzione di opere di sostegno e di drenaggio a monte per evitare disastri a valle”. L’altro obiettivo del PSR è la forestazione: con i fondi richiesti si potrebbe provvedere ad un rimboschimento della superficie agraria, ad interventi di prevenzione per ridurre il rischio di incendio e ad aiuti per risanare zone colpite da incendi boschivi. «I Monti Dauni sono sempre stati all’altezza delle sfide proposte – ha affermato l’assessore Di Gioia – e, attraverso l’unione della classe dirigente, riusciranno a valorizzare tutto ciò che c’è di buono in essi, in quanto meritevoli di una stagione di fioritura e rinascita».
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Monti Dauni al voto
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Ecco chi va alle urne
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29 febbraio 2016
Lostruscio
uovo anno nuove turnazioni amministrative anche nei Monti della Daunia. Saranno 4 i comuni il cui Consiglio Comunale si rinnova per la scadenza naturale del mandato. In totale nella provincia di Foggia, andranno al voto in 10 città e tra queste le più grandi sono San Giovanni Rotondo, Vieste e San Marco in Lamis. Nel SubAppennino si tornerà alle urne ad Alberona, Ascoli Satriano, Candela e Casalnuovo Monterotaro. I sindaci uscenti, Tonino Fucci (Alberona) Savino Danaro (Ascoli Satriano), Nicola Gatta (Candela) e Pasquale De Vita (Casalnuovo Monterotaro), secondo prime indiscrezioni dovrebbero scegliere la carta della ricandidatura, affrontando, come succede nella maggior parte dei casi, vecchi avversari politici. In fibrillazione la realtà di Ascoli Satriano, la più grande tra quelle dei Monti Dauni sul piano degli elettori, dove sono già sicure due liste per questa tornata elettorale. Da un lato il sindaco uscente Nino Danaro e dall’altro Enzo Sarcone
che scende in campo con Donato Ruscigno già candidato cinque anni fa in una terza lista. Sia per Danaro che per Sarcone la squadra è quasi al completo, mentre ancora in alto mare altri tentativi di coalizione che potrebbero far ritornare in campo vecchi volti della politica locale. Nelle prime prove di campagna elettorale grande successo sta riscuotendo Potito Giuliani, candidato con la civica di Sarcone-Ruscigno ‘InComune’. Giuliani nel suo primo comizio pubblico da candidato ha riempito la piazza principale di Ascoli, con la stessa energia messa in campo nella battaglia fatta contro la tassazione locale che gli regalò un servizio su Porta a Porta dopo la marcia sul Comune. A Candela la ricandidatura di Nicola Gatta è oramai certa, mentre le forze di opposizioni non hanno ancora scoperto le carte per la prossima competizione. Il centro sinistra candelese non si sbilancia e non mette ancora carne a cuocere per paura di bruciarla.
to di Grillo, ma probabilmente più in segno di protesta che per fede politica o appartenenza partitica. Lavoro certosino anche nella creazione delle liste che dovranno fare i conti con i nuovi numeri da inserire in Consiglio Comunale. Difatti le nuove disposizioni prevedono che le liste siano composte da almeno 7 e da non più di 10 candidati, nei comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti (quindi Alberona, Candela e Casalnuovo), e da almeno 9 e da non più di 12 candidati, nei comuni con popolazione da 3.001 a 10.000 abitanti (quindi Ascoli Satriano). Ancora presto per la scelta della data delle votazioni. È certa però la forbice temporale, infatti, le Elezioni Amministrative del 2016 si terranno in una data compresa tra il 15 maggio e il 15 giugno nei comuni con scadenza naturale del mandato degli organi eletti nel 2011. Farà il suo debutto ad Ascoli Satriano il voto con la doppia preferenza di genere, ovvero la possibilità di espiremere due preferenze per i candidati consiglieri a patto che siano di sesso diverso l’uno dall’altra.
Nella prossima primavera si tornerà al voto ad Alberona, Ascoli Satriano, Candela e Casalnuovo Monterotaro
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Idem per Casalnuovo e Alberona, dove potrebbero riemergere vecchie coalizioni alla ricerca di un posto con fascia tricolore nell’assise comunale. Tela da tessere anche per il Movimento Cinque Stelle, che potrebbe scendere in campo con una propria lista solo ad Ascoli Satriano. Su Candela invece i grillini hanno già rinunciato a presentare una lista del Movimento e si riservano di valutare eventuali sostegni alle civiche in base ai programmi messi in campo. Su Casalnuovo e Alberona i Cinque Stelle non hanno ancora una vera identità nè una rappresentanza forte anche se alle ultime regionali, molte preferenze sono state indirizzate verso il parti-
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Orsara, Torre Guevara ritorna agli antichi splendori Dare a Torre Guevara, dimora storica di Orsara di Puglia, un futuro degno del passato scritto sulle pietre dell’antico palazzo. Trasformare il simbolo del potere di una grande dinastia in un presidio di cultura. Con questo spirito, il progetto riguardante il restauro di Torre Guevara va avanti e compie passi decisivi verso la sua ultimazione. “I lavori di restauro sono ripresi”, dichiara il sindaco Tommaso Lecce. Il Comune di Orsara di Puglia, infatti, ha otte-
nuto un nuovo finanziamento pari a 703mila euro. “Quelle risorse, serviranno a completare la fase di adeguamento strutturale e a rendere fruibili le prime 5 stanze dell’edificio”. I lavori, diretti dall’architetto orsarese Nicola Tramonte, dovranno essere completati entro il 2016. Nella fase successiva, dovrà essere decisa la destinazione d’uso dello storico immobile e, in base ad essa, dovranno essere completati gli ultimi dettagli.
Fabrizio Corona fa tappa a Troia
Grande fermento a Troia per l’arrivo del “Re” del gossip Fabrizio Corona. Per la prima volta nei Monti Dauni, farà tappa il 4 marzo prossimo dalle ore 22, Agli Archi di Villa Maria in contrada Tavernazza. Una serata all’insegna del divertimento e dello charme con il più discusso ma anche acclamato uomo del mondo Vip. Durante la serata sarà possibile conoscere Corona e poter ascoltare live le sue ultime novità nel campo della moda e dello spettacolo. WIFI AREA
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Rocchetta -Avellino ferma ... e pur si muove
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29 febbraio 2016
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ai come in questo momento, dopo sei anni di attesa, qualcosa si sta muovendo positivamente per riportare in vita la storica tratta ferroviaria Rocchetta - Avellino. Sia sul lato Iirpino che su quello pugliese, si è messa in moto una macchina che sta dando buoni frutti. Tra le novità di questi ultimi giorni c’è la possibilità di rilancio del futuro della linea ferroviaria Rocchetta Sant’Antonio-Avellino. Altro piccolo passo verso questa direzione è stata l’audizione alla Nona Commissione della Camera a Roma, quella dei Trasporti, di Pietro Mitrione e dell’associazione ‘In loco motivi’. All’esame della commissione c’è la proposta di legge presentata dalla parlamentare siciliana Iacono, che prevede l’istituzione delle ferrovie turistiche mediante l’impiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in aree particolarmente di pregio naturalistico archeologico. A supporto della proposta, sul versante pugliese l’associazione LiberaMente di Rocchetta Sant’Antonio ha inviato ai sindaci e presidenti del consiglio comunale dei paesi dauni, limitrofi alla tratta, una richiesta di un deliberato a sostegno dell’ emendamento di riattivazione della tratta Avellino – Rocchetta Sant’Antonio a fini turistici da inviare a Presidenza Regione Puglia, Presidenza Camera e Senato nonché ai parlamentari promotori e
capigruppo Camera e Senato. «La linea ferroviaria Avellino Rocchetta - si legge nella missiva inviata ai Comuni - sospesa dal 13 dicembre 2010, può avere un nuovo significato
Cinema
Ultima Fermata da Dublino ai David
Audizione alla Camera dei Deputati, commissione Trasporti per l’istituzione di una ferrovia turistica dauno-irpina come infrastruttura a servizio del turismo, capace di veicolare fruitori - anche provenienti da oltre provincia – per le qualità paesaggistiche, naturalistiche, culturali, enogastronomiche proprie dell’Irpinia sud-orientale e dei Monti Dauni. Il treno può divenire elemento di supporto alla crescita economica del territorio. La ferrovia Avellino- Rocchetta Sant’Antonio da ramo secco può trasformarsi nel tassello di una nuova visione di sistema territoriale, a patto che la politica e la società civile si decidano finalmente ad elaborare un progetto complessivo e condiviso di sviluppo. Per questi motivi chiediamo che venga attivata una fase di elaborazione e di concertazione tra gli attori territoriali e le istituzioni deputate alle scelte politiche ed amministrative delle
tre regioni interessate, Campania, Puglia e Basilicata, oltre che con le associazioni operanti a favore della promozione sociale, territoriale ed ambientale, affinché - nel rispetto delle indicazioni fornite dalla comunità europea in materia di mobilità territoriale integrata e sostenibile ed in materia di partenariati locali - si possa elaborare un concreto e rigoroso documento di fattibilità per verificare , da un punto di vista economico ed ambientale, effettivi nuovi usi possibili della Linea Ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio». «Una campagna che sta dando già positive risposte - ha aggiunto Pietro Mitrione di In LocoMotivi. La sortita capitolina ha dato la possibilità ai movimenti territoriali di entrare nelle stanze della politica nazionale. Siamo fiduciosi di trovare le giuste risposte e di rivedere il treno collegare l’Irpinia alla Daunia, nel fantastico viaggio Avellino-Rocchetta».
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29 febbraio 2016
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e|Il regista Assanti a Dublino. Sopra Pietro Mitrione
o hanno ricordato anche nell’audizione alla Camera dei Deputati come un piccolo film si sta facendo tanta strada anche grazie alla centralità della Ferrovia Rocchetta - Avellino. Stiamo parlando di ‘Ultima Fermata’, l’opera prima di Giambattista Assanti che dopo i successi italiani ora sbarca al Dublin International Film Festival. Un vero traguardo che segue a quanto già ottenuto a Cracovia, Siena, Bologna e Taormina. Ma la vera sfida di Assanti e del suo film girato tra Rocchetta, Cerignola e l’alta Irpinia, è il David di Donatello. Il film ha già ottenuto la candidatura ed ora si spera in una nomination, che probabilmente dovrebbe arrivare proprio dalla presenza di Claudia Cardinale nel bouquet di artisti che hanno composto il cast. «È un emozione stupenda - racconta Giambattista Assanti a Lo Struscio. Abbiamo ottenuto tante soddisfazioni fino ad oggi, ma ora si sta coronando un sogno. Prima Dublino, ora i David; ‘Ultima Fermata’ è forse l’iniziativa più riuscita degli ultimi 20 anni in questo territorio. Non lo dico per poca modestia, ma per le attestazioni che ogni giorno registriamo in giro per l’Italia e per l’Europa. Una scommessa che non tutti hanno voluto affrontare. Forse la pazzia di quel regista irpino era troppo irriverente per molti accademici della politica locale. Tutto questo però ora fa parte del passato e vorrei invitare tutti a coagularci insieme per portare avanti due battaglie. La prima quella della Rocchetta - Avellino e la seconda quella nata dal film ‘Ultima Fermata’».
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in base alla località geografica di appartenenza e in base alla localizzazione delle terre di proprietà, in genere si preferiva sempre quello più vicino o confinante.
Il matrimonio, un eterno
di rito.
Questa imposizione, consolidata
dilemma tra il rispetto
Nel passato, e in special
nella nostra realtà territoriale fino
della tradizione e la vo-
modo nei Monti Dauni,
agli anni Trenta, ha conosciuto una
glia di innovazione se
nella maggior parte dei
profonda crisi negli anni Cinquan-
non addirittura di tra-
casi si contraeva matri-
ta, in quanto con l’accesso all’istru-
sgressione, un po’ per
monio all’età di 23-25
zione superiore ed universitaria da
mentalità un po’ per ne-
anni, per gli uomini, e di
parte delle donne e la conquista
cessità.
20-22 anni, per le donne.
di un’indipendenza economica, è
Se sono ormai andati i
Non si può definire con
venuta meno quella condizione
tempi in cui ‘ci si prende-
certezza il periodo in cui
di necessità che costringeva le ra-
va’ per classi sociali e per
si è affermata realmente
gazze (ma anche i ragazzi) a subire
dote, non sono di fatto
la dimensione affettiva
l’imposizione di matrimoni dettati
cambiate
influenze
nei rapporti di coppia,
e i condizionamenti da
ma è certo che per lungo
parte delle rispettive fa-
tempo per la scelta del
miglie di origine quando
coniuge vigeva la regola
la coppia decide di con-
della omogamia, per cui
volare a giuste nozze,
ci si sposava il simile so-
con risvolti catastrofici se
cialmente e, addirittura,
mamme e suocere non
nei ceti rurali l’omoga-
possono dire la loro fi-
mia era accompagnata
nanche sulla tipologia di
dall’endogamia, per cui
riso utilizzata per il lancio
la scelta avveniva anche
le
Il matrimonio, quando la tradizione vince sull’innovazione! solo da ragioni di opportunismo e di conve-
l’amarsi, lo scegliersi e il
nienza. In sostanza, sino ad allora, sia l’uomo
fidanzamento restano
che la donna, poveri figli, rischiavano di ritro-
una questione privata.
varsi ‘diseredati’ nel caso in cui avessero osato
Lui e lei, pur rispet-
opporsi alle decisioni dei loro padri.
tando le tradizioni an-
Fortuna per noi oggi ancor di più l’amore è
cora forti nel territorio dei Monti Dauni, si
diventato fonte di legittimazione del matri-
scelgono quindi liberamente, sulla base di
monio, dato che la coppia ha acquisito, crisi
un sentimento e di una serie di affinità che
permettendo, un’autonomia economica e so-
un tempo non avevano alcun rilievo.
ciale, che le consente finalmente di staccarsi
E le famiglie d’origine? ‘Sulla carta’ si limitano
dalla famiglia e di stabilirsi in un proprio spa-
a garantire, in base alle loro possibilità, il so-
zio abitativo. Quelle situazioni sono comple-
stegno per l’acquisto della casa e per le spe-
tamente sconosciute alle nuove generazioni,
se relative all’organizzazione del ricevimento
che giustamente rivendicano il loro diritto
nuziale, ma con una premessa: decidere loro il
all’autonomia decisionale, soprattutto per
come, il dove e il quando! Perché è vero sì che
quanto riguarda scelte di vita così importanti.
ci si sposa per amore e per scelta, con la fer-
Il matrimonio ha assunto quindi il carattere
ma volontà e ‘urgenza’ di distaccarsi dai pro-
dell’ufficialità solo per ciò che riguarda la ce-
pri genitori e dalla propria famiglia… ma non
lebrazione in sé per sé, mentre l’incontrarsi,
prima di quel giorno!
favore
delle
nuove
generazioni di sposi è la ferma volontà di andare
della nostra provincia.
fuori dai canoni al
Maestosi lampadari di cri-
meno per ciò che riguar-
stallo lasciano il posto a
da la scelta della location,
lanterne e lucerne, elementi
Inutile opporsi quindi all’in-
quella che farà da sfondo al
dorati e argentati vengono
vito del parente tal dei tali,
loro giorno più importante,
sostituiti dal ferro battuto e
fosse pure il pro-cugino d’A-
che riunirà parenti vicini e
dalla creta.
merica mai visto né sentito
lontani e sarà il luogo dove
Certo una scelta coraggiosa
nominare: ‘lui ci sarà!’, sì an-
si realizzerà il loro sogno di
questa, ma sicuramente la
che lui dovrà esserci perché
una vita.
suggestione quel giorno la
bisogna ricambiare l’invito
Le tante dimore storiche, le
farà da padrona, e lo stupore
ricevuto negli anni ’80 dall’ei
ville, i castelli e le masserie,
non mancherà soprattutto
fu padre e lui a sua volta do-
rivalutate e ristrutturate da
quando mamma e suocera si
vrà ricambiare il regalo rice-
enti pubblici o soggetti pri-
ritroveranno come proietta-
vuto con relativa rivalutazio-
vati, tra Bovino, Rocchetta,
te in un’epoca ormai andata,
ne Lire/Euro.
Deliceto, Troia, Castelluccio,
che porta con sé ricordi ed
Scherzi a parte, questa realtà
stanno spodestando le pom-
emozioni legate al passato.
triste o meno che sia caratte-
pose e ormai scontate sale ri-
Allora ben venga che in que-
rizza e identifica i matrimoni
cevimenti, che come funghi
sto caso l’innovazione faccia
nostrani, dove è ancora il
spuntano in ogni angolo
spazio alla tradizione!
numero degli invitati a fare la differenza, oltre al numero delle portate, al valore della bomboniera e al peso della ‘busta’! Ma se c’è un elemento che ultimamente sta giocando a
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Corredo, un tesoro senza tempo Il 'corredo' è una parole di altri tempi ma che ancora oggi trova una collocazione nelle famiglie dei piccoli comuni dei Monti Dauni, nonostante il tempo che passa e glie venti che cambiamo. Un elemento importante per la sposa che rispecchia una tradizione molto antica. Spettava alla famiglia della sposa adoperarsi affinchè la propria figlia femmina arrivasse al matrimonio corredata di tutta la biancheria per la casa e di quella personale. L’usanza prevedeva che si iniziassero a ricamare tovaglie e lenzuola fin da quando la futura sposa era solo una bambina. I genitori, le mamme soprattutto, sin da quando nasceva la figlia “femmina”, pensavano a
preparare il corredo per quando si sarebbe sposata. Si comprava il lino o il cotone, fili da ricamo o da uncinetto, nei negozi di tessuti e merceria oppure si andava direttamente da quelle che poi sarebbero state le ultime tessitrici a ordinare la tessitura di lenzuola e asciugamani e poi si ricamavano. Molte ragazze in età “da marito” frequentavano i laboratori di ricamo delle suore oppure imparavano direttamente dalle mamme, dalle nonne. Chi non era abile a ricamare, si rivolgeva a ricamatrici esper- t e pur di avere un corredo ricamato a mano. Una composizione comune del corredo per la casa prevedeva 24 lenzuoli doppi in puro lino ricamati a mano, 24 lenzuoli semplici, 36 coppie di federe, 12 asciugamani di tela d’Olanda più sei per gli ospiti, 12 tovaglie d’organza più sei per tutti i giorni, e così via. Il corredo personale invece includeva capi di biancheria, camicie da notte di seta, camicie di tela, mantelle, fazzoletti, ecc. Il corredo rappresentava lo status della famiglia della fidanzata, e la dote doveva essere proporzionata alle possibilità della famiglia della sposa, e di conseguenza allo status sociale dello sposo a cui veniva concessa. Un’altra antica tradizione prevedeva che prima delle noz-
Ricami, merletti e tessuti pregiati: piccoli gioelli che negli ultimi anni tornano di tendenza nella “dote” delle spose ze i parenti degli sposi si recassero a vedere l’esposizione del corredo, un’occasione per valutare l’agiatezza della sposa. Negli anni ’40-50’ si trasportavano nelle ceste portate a mano o sul capo dalle donne della famiglia, successivamente nei bauli o nelle casse su piccoli motocarri (ape) agghindati con nastri colorati e rami di alberi e fiori che si annunciavano suonando ripetutamente il clacson. All’arrivo si lanciavano i confetti e nella nuova casa si metteva in mostra la biancheria, si preparava il letto con la biancheria più pregiata e infine vi si mettevano sopra cioccolatini, confetti, e banconote come regalo per gli sposi. Nella nostra epoca questa usanza, oltre che eccentrica, viene considerata scortese. Ai tempi dei nostri nonni o dei nostri genitori il corredo era fatto per condurre praticamente una vita, affinchè i pezzi migliori venissero ereditati dai figli e successivamente tramandati ai nipoti. Gli attuali cambiamenti culturali e sociali, nonché tecnologici, hanno contribuito all’introduzione di un concetto moderno di corredo. Storie di
cose antiche, di valori andati e nostalgie, quando le tradizioni si custodivano gelosamente. Quando ancora i colori del tempo erano genuini e le giornate odoravano del buon sapore di mattini freschi di rugiada. Quel tempo in cui nei nascosti angoli casalinghi le nostre mamme sorvegliavano cassapanche serrate, che nascondevano al mondo la ricchezza accumulata sotto forma di pizzi e merletti e destinata al felice futuro delle figlie da maritare. Oggi nelle nostre case non troviamo più quella cassapanca ereditata dalla nonna, ma di nascosto le mamme, continuano a raccogliere delicati capi di pregiata biancheria per adornare i corredi delle proprie figliuole. Ma non tutte le tradizioni sono scomparse, infatti anche oggi c'è chi si occupa di preparare l'importante corredo. Intrecci&Ricami, una piccola impresa artigianale garantisce un servizio interamente realizzato a mano, rispettando le scelte d’arredamento, i gusti e le esigenze personali. «Intrecci&Ricami – spiega la responsabile dell'azienda - offre e realizzerà per voi biancheria per la casa e corredo della sposa, sia in stile moderno, per coordinarlo col vostro arredo casa, che nei tradizionali e tipici ricami di una volta utilizzando le tecniche di ricamo e merletti come il tombolo o merletto di cantù, chiacchierino, punto ago, retini varie e tanto altro ancora. Ad esempio si possono realizzare bomboniere particolari su misura per i testimoni. Ricevere come bomboniere un bel centrotavola o una corsia per il tavolo o una bella, particolare ed unica coppia di asciugamani interamente ricamati a mano è una delle bomboniere più ambita da chi ama il ricamo».
Negli ultimi tempi, anche dalle nostre parti, nel nord della Puglia... quando si parla di matrimonio, si pensa alla figura della wedding planner.... FINALMENTE.... aggiungerei io...che ci spero già da un pò di anni con tanta fatica ma alle tendenze ci arriviamo anche noi! ^_^ Io scelsi anni fa di intraprendere questa professione proprio per tutelare, supportare, sostenere ed aiutare gli sposi, in quello che il campo minato dei fornitori del matrimonio...e dell'organizzazione stessa del matrimonio! Ma mi rendo conto che per una coppia di futuri sposi che pensa di farsi aiutare da una wedding planner, non è facile scegliere la persona adatta all'organizzazione del loro matrimonio. Così seppur da operatrice del settore....
voglio darvi qualche pillola per aiutarvi nella scelta di una brava WEDDING PLANNER
* Innanzitutto non vi fermate all'apparenza...
non sempre chi pubblica immagini sui siti internet o sui social, o che vanta di aver studiato chissà dove, è un vero professionista! Organizzare un matrimonio è una responsabilità e a volte esistono persone che dopo aver frequentato un corso, o magari aver organizzato il proprio matrimonio, si prendono l'appellativo di wedding planner, senza riconoscerne la responsabilità di organizzare il giorno più bello di due persone.
* Assicuratevi che abbia un'attività, una sede ed una regolare partita iva:
la professionalità si misura anche da questo!
Per qualunque problema od esigenza sapete dove trovarla. * Verificate che abbia
organizzato davvero qualcosa
non semplicemente creato una mise en place, o un buffet di degustazione, ma bensì che abbia progettato, organizzato e coordinato più matrimoni. Il vero ruolo di una wedding planner è risolvere problemi, se non si ha la giusta esperienza, come si può aver maturato il problem solving che occorre per supportarvi nelle nozze? Quindi chiedete di vedere del materiale, dei matrimoni ed eventi organizzati, in modo da poter anche verificare se lo stile degli eventi organizzati rispecchia il vostro di stile.
* Un professionista, in qualunque ambito, chiede un compenso!
Se si offre di farlo gratis, o non è un professionista, oppure guadagnerà in altro modo, ossia dai fornitori che in modo sottile vi consiglierà di avere per il vostro matrimonio, magari con una percentuale. Se è una professionista corretta, non esiterà a dirvelo, se percepisce una percentuale e se non ve lo dice, statene lontano. La wedding planner, deve essere una persona fidata ed affidabile, quindi la correttezza nei vostri confronti è al primo posto.
* Esiste una grande differenza tra una wedding planner
che ti segue a 360 gradi e una wedding planner di struttura.
Chiedete, informatevi, comprendete bene ciò che vi occorre per il vostro matrimonio e datevi la possibilità di scegliere. A volte le due figure collaborano per lo stesso intento..... REALIZZARE IL VOSTRO SOGNO!
* Infine la vostra wedding planner deve essere
la VOSTRA persona di fiducia, il vostro angelo custode, la vostra guida... seguite il cuore....e scegliere bene!
Per quanto mi riguarda, il primo incontro è conoscitivo ed è gratuito... è un modo per poter capire le vostre esigenze e necessità per il giorno del vostro matrimonio, per poter capire se c'è sintonia, senza di quella non si va da nessuna parte, e soprattutto se sono la persona giusta per il vostro sogno. Il matrimonio è il giorno più bello della vita di due persone, è giusto che voi ve lo godiate insieme a parenti ed amici... senza stress ed inutili ansie. Affidatevi alle persone giuste! TU SOGNI, IO REALIZZO! Realizzo il vostro sogno....
Ci si sposava meglio quando si stava peggio
Sui Monti Dauni tanti gli esempi di longevità matrimoniale, come Potito e Filomena di Ascoli che negli socrsi giorni hanno festeggiato 70anni di matrimonio In un epoca dove i matrimoni durano veramente poco, i Monti Dauni sono uno degli ultimi presìdi dove trovare longeve coppie festeggiare ogni tipo di nozze, dall’argento all’oro fino ad arrivare al titanio. L’ultimo in ordine cronologico è il 70esimo anniversario di nozze di Potito Mitola e Filomena Carbonaro, che lo scorso 4 febbraio hanno riconfermato il loro ‘si’ dopo 70 anni di matrimonio. Intorno al loro amore orbitano 66 persone (tra figli e figlie, generi e nuore, nipoti e pronipoti). Il loro elisir di lunga vita coniugale si nasconde in un motto: «la famiglia è il valore più importante delle relazioni umane. Nella famiglia vi sono tutte le risposte della vita». In modo particolare è Ascoli a detenere il record. Difatti a pochi giorni dalle nozze di Titanio di Potito e Filomena raggiungeranno il traguardo di coppia più longeva del territorio, Salvatore Mastropietro e Graziella Sorritelli che quest’anno festeggiano ben 73 anni di matrimonio. Idem per Alfonso Siconolfi e Esterina Ciasullo pronti a festeggiare quest’estate 72 anni di matrimonio più 6 di fidanzamento. Doppio traguardo per Alfonso ed Esterina che a breve compiranno rispettivamente 100 e 98 anni. «Abbiamo avuto il dono dell’amore ma
anche quello del sacrificio - raccontano i due coniugi novantenni. Oggi non si comprende il valore della coppia e al primo impedimento si rinuncia ad una vita assieme. A me, ad esempio - aggiunge Esterina - non piaceva la stessa cucina (intesa come piatti) di mio marito, ma pian piano ho fatto i miei sacrifici ed ora quella cosa è solo un ricordo su cui ridere. Anche mio marito ha dovuto fare sacrifici. Ha rinunciato ad una vita agiata all’esterno per non giocarsi la famiglia. Il destino ha voluto che ora prendo più io di pensione che lui -. conclude sorridendo la arzilla nonnina».
Padre Pio benedice i Monti Dauni La salma si ferma a Candela
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29 febbraio 2016
Lostruscio
nel piazzale antistante al casello autostradale dell’A16. Nonostante l’esiguo preavviso, molti cittadini dei Monti Dauni hanno voluto dare il benevenuto a Padre Pio nella terra di Puglia, con una massiccia presenza. «Una grande emozione - racconta il sindaco di Candela, Nicola Gatta - avere la presenza del santo nella nostra terra ci inorgoglisce e ci fa ben sperare perchè siamo certi che la sua presenza qui ha infuso in tutti noi buoni propositi per il nostro territorio».
www.lostruscio.it
nattesa la visita di San Pio a Candela, porta dei Monti Dauni. Il santo di Pietrelcina di ritorno da Roma per l’evento giubilare con Papa Francesco, ha sostato per qualche minuto
N. 21 del 29 febbraio 2016 Periodico d’informazione per giovani sull’intrattenimento e tempo libero dei monti dauni e della provincia di Foggia
Direttore responsabile Alessandro Gisoldi info@lostruscio.it
Direttore Editoriale Andrea Gisoldi redazione@lostruscio.it
Editore Zeropositivo Aps corso dauno irpino,10
Rocchetta Sant’Antonio (Fg) zeropositivoadv@gmail.com tel.3317576309
Grafica e pubblicità InVento advertising La collaborazione al giornale, la fornitura di articoli e foto è da ritenersi totalmente a titolo gratuito ed aperta a tutti. redazione GERMANO SARCONE ROSARIO BRESCIA MIRKO MASTROGIACOMO COLOMBA PRENCIPE LEONARDA GIRARDI
tel. 331 7576309 info@inventoadv.it www.lostruscio.it Registrazione del Tribunale di Foggia n. 32/05
QUESTO GIORNALE NON RICEVE FINANZIAMENTI PUBBLICI
L’Amministrazione ed il Centro Culturale hanno organizzato una giornata di sensibilizzazione contro
Tra i relatori i Carabinieri e il centro antiviolenza
un fenomeno che ci tocca anche da vicino
Ascoli in prima linea contro la violenza sulle donne Vinciguerra, Coordinatrice del Centro Antiviolenza di Foggia, grande esperta del settore o come Manuel Curreri, Sottotenente dell’Arma dei Carabinieri, che ha acquisito grande conoscenza del fenomeno, e soprattutto inquadrando i fatti violenti che
accadono nell’ambito delle regole della legalità. Hanno portato il saluto dell’Amministrazione Comunale il Sindaco Savino Danaro e il consigliere comunale delegato alle Pari Opportunità Pio Rolla, mentre a fare da padrone di casa è stato Giuseppe d’Arcangelo, presidente del Centro Culturale polivalente. Dal dibattito che è seguito alle relazioni è emersa anche la volontà da parte dell’Amministrazione di istituire nei prossimi mesi un centro di ascolto che diventi un vero e proprio sportello antiviolenze. Per l’occasione è pubblicato un opuscolo di Lara Vinciguerra che è stato distribuito gratuitamente ai partecipanti.
10 marzo 2015
Lostruscio
Ascoli punta a sensibilizzare i giovani e la comunità verso la condanna della violenza contro le donne. Lo scorso 27 febbraio è stata promossoa una giornata contro la violenza sulle donne con due appuntamenti cardini: Nella mattinata,è stato proiettato un lungometraggio sulla violenza, riservato agli studenti: i liceali del liceo classico “Vincenzo Lanza”, delle III classi della scuola media “Mons: Vittorio Consigliere” presentato da Saverio Simone , vice-presidente del Centro Cultutrale e da Padre Michele Centola, parroco e guardiano della chiesa e del Convento di San Potito, che ha parlato delle implicazioni morali del fenomeno violento dal suo punto privilegiato d’ascolto di parroco. Nel pomeriggio poi l’incontro aperto alla cittadinanza nel quale il centro Culturale Polivalente ha inteso affrontare questo difficile argomento dando la parola a operatori del settore, che vivono quotidianamente questa dura realtà come Lara
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CANDELA
Un goal per la vita Consegnati un defibrillattore e il nuovo campo da Calcetto alla ‘Maroso’
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29 febbraio 2016
Lostruscio
pochi giorni dall’immane tragedia di Trinitapoli dove un 13enne è stato vittima di una morte improvvisa, Candela riaccende i riflettori sull’importanza del defibrillatore. Un doppio appuntamento con i ragazzi della scuola calcio ‘Virgilio Maroso’, che ha visto da un lato la consegna del nuovo campo da calcetto e dall’altro il regalo di un defibrillatore da mettere a disposizione dei luoghi dove la squadra effettua la pratica sportiva. Un dono fondamentale, nato dalla generosità di Rocco Ceglia, un giovane cittadino da sempre impegnato nella cultura dello sport e della prevenzione. «È fondamentale avere sul campo uno strumento come il defibrillatore - ha spiegato Rosario Tucci, portavoce della squadra. Non serve un decreto (riferendosi al decreto
Balduzzi) per spingerci a adoperarci per la salute dei nostri piccoli atleti, difatti già da tempo ci stavamo preoccupando di raccogliere fondi per acquistare uno strumento così importante ma poi la generosità di Rocco Ceglia ci ha permesso di raggiungere l’obiettivo direttamente. Inoltre il nuovo campo da calcetto sarà un ulteriore tassello nell’offerta sportiva che Candela garantisce ai giovani. Due importanti strumenti per migliorare la qualità della vita e non solo, ora tocca a noi saperli utilizzare e tutelare». «È inconcepibile - spiega Rocco Ceglia - permettere la pratica sportiva senza strumenti che tutelino i ragazzi. Un piccolo gesto che darà più sicurezza e serenità sia ai piccoli calciatori che alla società».
e|L’inaugurazione del nuovo campo da calcetto. Sopra la ‘Maroso’ durante la consegna del defibrillatore
ROCCHETTA SANT’ANTONIO
Un gesto d’amore L’associazione Vita Nuova riceva un defibrillatore in memoria di Teresa Ciauzzi
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e|I figli e la sorella della signora Teresa ricevono la targa dall’Ass.ne Vita Nuova
29 febbraio 2016
brillatore da un lato ci responsabilizza a prenderci cura della nostra comunità - ha dichiarato Tullio - ma nello stesso tempo ha aperto una gara di solidarietà nel dedicare il proprio tempo attraverso le associazioni di volontariato al servizio dei nostri stessi concittadini. Abbiamo voluto ricordare Teresa con una targa e con un momento di grande commozione, per sottolineare sia la sua figura umile e laboriosa ma soprattutto questo gesto ricco di mille significati. Ricordo inoltre che è fondamentale preparare la cittadinanza a saper gestire le emergenze. Le pratiche di primo soccorso, sono l’unico vero strumento per combattere la morte improvvisa».
Lostruscio
on tutti gli eroi hanno il mantello svolazzante o i super poteri. Di solito i veri eroi sono quelle persone che nella vita con sacrifici credono nel bene altrui lavorando quotidianamente a garantire con piccoli gesti pace e serenità, partendo dalla propria famiglia. Un’eroina silenziosa sicuramente lo è stata la signora Emanuela Teresa Chiauzzi, stroncata da un tumore in giovane età meno di un anno fa. Alla sua morte volle dar continuità a quel suo modo gentile e generoso di guardare alla comunità e così da una raccolta fondi promossa durante le sue esequie è stato donato alla comunità di Rocchetta Sant’Antonio un defibrillatore. Un gesto di grande importanza che ha coinvolto l’associazione di volontariato ‘Vita Nuova’, nata proprio per diffondere la cultura del Blsd e la prevenzione contro la morte improvvisa. Nella serata di domenica 28 febbraio con una cerimonia, l’Associazione, attraverso il suo presidente Angelo Tullio, ha voluto ringraziare i figli, la sorella e i familiari tutti della signora Teresa, per il grande gesto e per la grande sensibilità nei confronti della comunità di Rocchetta. «Il dono del defi-
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TourismA parla ascolano
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La città dei Grifoni a Firenze nel Salone internazionale dell’archeologia
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29 febbraio 2016
Lostruscio
l fascino dei Grifoni ammalia anche la stupenda Firenze. Ascoli Satriano nuovamente tra i protagonisti della cultura nazionale, con la partecipazione a TourismA, il Salone internazionale dell’archeologia, presente nel capoluogo toscano nello scorso weekend. Anche questa ‘città dei grifoni’ ha portato in mostra l’immenso patrimonio archeologico – artistico e storico, all’interno di uno stand. Momento impor-
tante per città anche grazie alla partecipazione del delegato alla cultura della Città di Ascoli Satriano, l’assessore Biagio Gallo, che nel Palazzo dei Congressi ha elegantemente presentato l’immenso patrimonio archeologico della cittadina dauna, dinanzi ad una platea di grande spessore. Tra i nomi eccellenti che hanno orbitato in questa edizione di TourismA ci sono Luciano Canfora, Paolo Matthiae, Vito Mancuso, Valerio Massimo Manfredi, Franco Cardini, Pupi Avati, con il quale Gallo ha avuto modo di parlare e raccontare dei Grifoni e Alberto Angela. E sarà proprio quest’ultimo a ricevere i Grifoni D’Oro, nella prossima primavera, ad Ascoli Satriano. Nell’annuncio ufficiale, l’assessore Biagio Gallo ha raccolto l’adesione entusiasta di Alberto Angela, che ha dichiarato di esser lusingato di tanto onore. Inoltre il discorso dell’Assessore Gallo ha toccato temi importanti per l’intero territorio. Difatti il delegato alla Cultura, ha spiegato come Ascoli Satriano ed i suoi beni culturali e archeologici sono un viatico di vero sviluppo, sopratutto dopo Expo
e|L’assessore Biagio Gallo con Pupi Avati
••• Alberto Angela
2015. «Sarà unito al percorso culturale dei Grifoni - ha In Occasione di TourismA è spiegato Gallo - nuovi anstato annunciato il congoli della cittadina da amferimento dei GRIFONI mirare grazie agli interventi d’ORO ad Alberto ANGELA archeologici messi in cantiere con i nuovi finanziamenti (1,6 milioni) a Faragola e Collina Serpente. Sono ben lieto - aggiunge l’assessore rivolgendosi alla platea - di concerto con il sindaco Nino Danaro, di invitarvi a visitare Ascoli Satriano con le sue accoglienti strutture ricettive ed i suoi eccellenti prodotti enogastronimici. Il nostro territorio, da sempre terra ospitale, ha molto da raccontare e da mettere in mostra. Siamo sicuri che rimarrete incantati da cotanta bellez-
za. Una certezza che è confermata dall’apprezzamento registrato dai giovani visitatori dello stand in questi giorni. È bello vedere giovani, ragazzi e ragazze affascinati dalla storia, dalla cultura e dall’archeologia. Ho potuto constatare con mano - conclude l’assessore - l’enorme curiosità e interesse dei giovani nei confronti dei della cultura e deiGrifoni. Stiamo parlando della stessa generazione che spesso è additata negativamente. Qui invece al contrario dei tanti luoghi comuni, i giovani non correvano dietro ai talent o al solito vip, ma inseguivano la ‘grande bellezza’ costituita dal patrimonio archeologico. Un fattore che ci dona fiducia per un futuro futuro fatto da una classe dirigente intelligente e che crede nello studio e nella meritocrazia».
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Lo Chef Contadino
in un film
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Presentato il documentario di Stefano Simone su Peppe Zullo
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29 febbraio 2016
Lostruscio
ai monti al mare per sottolineare la bravura di Peppe Zullo, oramai ribattezzato lo chef contadino. Si è tenuta, infatti a Manfredonia l’anteprima de “Il mio amico Peppe Zullo”, il docu-film di Stefano Simone, dedicato alla storia del cuoco orsarese diventato simbolo della cucina made in Puglia nel mondo. Il lungometraggio è prodotto da Indiemovie e vede tra i protagonisti, oltre allo chef, anche Marco Di Bari, Ciro Famiglietti, Caterina Melillo e Matteo Perillo. Le musiche sono curate da Luca Auriemma. L’opera ha una durata di
e|Peppe Zullo ed il regista Stefano Simone
75 minuti. Un vero e proprio film-documentario sulla storia del cuoco-contadino: dall’infanzia a Orsara al viaggio attraverso Messico e Stati Uniti, fino al ritorno in paese e alla realizzazione dei sogni che ne incarnano la filosofia, le oasi del gusto di Nuova Sala Paradiso e di Villa Jamele. Nel racconto del regista, naturalmente, uno spazio importante è riservato a Orsara di Puglia, alla sua terra fertile, alle risorse ambientali e al patrimonio culturale del borgo. «Si tratta di un’opera significativa, ben realizzata, che narra con intelligenza e completezza la vicenda esemplare e il mondo di Peppe Zullo, la ricchezza della cultura contadina e moltissimi elementi dell’identità storica orsarese”, ha spiegato Tommaso Lecce, sindaco di Orsara intervenendo all’anteprima andata in scena a Manfredonia. «Rivedermi in questo entusiasmante lavoro di Stefano Simone, mi ha dato una nuova forza e voglia di continuare a portare la cucina dei Monti Dauni in giro nel mondo., per farla scoprire ed apprezzare. - ha commentato lo chef e protagonista della serata Peppe Zullo».
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Il grano arso
diventa trendy
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29 febbraio 2016
Lostruscio
uando bisogna identificare un territorio con un prodotto gastronomico molte volte bisogna far ricorso alla storia. Anche nella Daunia è necessario tornare indietro nella storia per ritrovare la vera essenza culinaria del territorio. Una prerogativa messa in piedi da anni a Candela dallo Chef Ercole Santarella, che ha trasformato il suo ristorante, L’Orecchietta, in un vero museo della civiltà contadina. Monili, attrezzi da lavoro e tanti utensili di vita quotidiana, fanno da cornice ai succulenti piatti che richiamano la storia in uno dei ristoranti più quotati della regione. Il primo tra tutti, ed elemento cardine della cucina de L’Orecchietta, è racchiuso
recchietta
Al ristorante l’O
e ...la tradizion ... tà sposa la bon
nella farina di grano arso. Santarella è stato tra i pionieri nella riscoperta di questo importante elemento della civiltà contadina, che conserva sapori e saperi di un tempo e regala con i suoi profumi, grandi soddisfazioni anche sul piano economico e promozionale. La farina di grano arso nasce dalla tradizione contadina (e povera) nella Daunia pugliese (e in modo particolare di quest’angolo che va da Candela
verso Cerignola), di raccogliere i chicchi di grano rimasti a terra dopo la mietitura e la bruciatura delle stoppie. I chicchi di grano bruciati raccolti venivano macinati in mulini a pietra o nei mortai a mano ed uniti con una percentuale di farina bianca: così i contadini riuscivano ad ottenere un buon quantitativo di farina per la cucina, comprandone solo una piccola parte (tra l’altro a prezzi proibitivi). Quando l’impero dei latifondi è andato sparendo e comprare la farina per i contadini era più facile, il grano arso è sparito dal consumo. Il suo ritorno, recente di qualche anno, si deve a ristoratori e produttori come Santarella, che ne hanno riscoperto l’uso. Naturalmente quello prodotto attualmente è ottenuto in maniera diversa dall’originale, ovvero sfruttando la tostatura e non la completa bruciatura del grano. Quel che si ottiene, però, è pur sempre una farina dal gusto particolarissimo e dal colore scuro che caratterizza poi il prodotto finito. La farina è caratterizzata da sentori di affumicato e tostato che da soli già danno una identità al prodotto e ne aromatizzano le preparazioni. Naturalmente vista la sua intensa caratterizzazione gusto-olfattiva e la carenza di glutine, difficilmente viene utilizzata sola, ma miscelata con altre farine che generano glutine. Elemento decisivo nell’esclusività del prodotto messo in tavola da Santarella è dato dalla pro-
29 febbraio 2016
e|alcuni prodotti e piatti a base di farina di grano arso del Ristorante L’Orecchietta. Sopra gli chef Santarella e Savino
Lostruscio
duzione candelese, garantita dall’Azienda Agrigiò di Giogiò Siconolfi, che utilizza ancora un antico mulino a pietra per trasformare il grano della varietà Senatore Cappelli, (prodotto al termine dello storico tratturo regio Pescasseroli-Candela), in una intensa farina di grano arso. «Ricordo ancora - racconta lo Chef Santarella - quando dalla collina dove si inerpica Candela, guardavamo lo spettacolo delle stoppie che bruciavano nelle notti d’estate, e le anziane commentavano ‘domani andiamo a speculà (spigolare)’. Portavano a casa nelle mani nere carbone, queste spighe bruciate. Le battevano e poi una volta ottenuti i chicchi bruciacchiati, macinavano, anche con mezzi di fortuna, per poi preparare una pasta dal sapore straordinario. Questi ricordi e questi sapori mi hanno spinto a riportare in vita la farina di grano arso e oggi a far rivivere nei piatti la magia di quei tempi andati. Preparo il pane e la pasta già da diversi anni, ma in questi giorni sto inaugurando un nuovo eccezionale prodotto. Sarò infatti il primo a realizzare la ‘pizza al metro con farina di grano arso’ ottenuta dalla filiera corta del grano Senatore Cappelli. Leggera e carica di gusto. Il grano arso mi ha già dato tante soddisfazioni. Con dei ‘cavatelli e accione selvatico’ mi aggiudicai nel 2006 l’argento agli Internazionali di Cucina di Carrara mentre nel 2009, mia moglie, la chef Lucia Savino, raggiunse lo stesso traguardo con delle tagliatelline di grano arso su letto di purea di fave dei Monti Dauni. Il mio segreto? - conclude lo chef patron de L’Oreccheitta - Sta tutto nella percentuale di farina di grano arso da unire alla farina di grano duro, che varia in base alle stagioni dell’anno».
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Il 19 marzo la Pro Loco da vita alla tradizione dei falò di San Giuseppe
La notte dei fuochi accende Bovino
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29 febbraio 2016
Lostruscio
nche quest’anno il 19 marzo si riaccende la magia dei Falò di San Giuseppe nella stupenda cornice di Bovino. Il suggestivo evento nella ricorrenza di San Giuseppe affonda le radici nel tempo mescolandosi ai culti tipici del mondo pagano-precristiano. Non a caso la festa del padre putataivo di Gesù corrisponde all’equinozio di primavera ed i fuochi sono simbolo di purificazione per la rinascita della natura. A Bovino i ragazzi si adoperano sin dal mese di febbraio per la raccolta delle frasche rinvenienti dalla potatura degli alberi di ulivo al fine di allestire falò nei pressi delle loro abitazioni o nelle piazzette di ritrovo. Anticamente il falò più importante era quello la sera delle Festività di San Giuseppe nella piazzetta antistante la Chiesa dell’Annunziata ove si onora il Santo. Quando le fiamme si spegnevano vi era l’usanza di mettere sotto la brace delle patate, lampascioni, pane o pizza di granoturco, pochi erano quelli che si permettevano la salsiccia. Per mantener viva questa tradizioni, da alcuni anni la Pro Loco di Bovino e la Confraternita della SS Annunziata, indicono una gara tra i rioni del centro abitato per l’allestimento e l’animazione dei falò secondo un apposito regolamento con premi in prodotti tipici alle squadre
concorrenti. «In virtù del crescente successo e consensi riscossi in questi ultimi anni - spiega la Pro Loco, - ci siamo attivati nella valorizzazione della manifestazione facendola rientrare a buon titolo, tra gli Eventi legati alla tradizione e al folklore popolare protesi alla promozione turistica del nostro territorio montano che, oltre alle bellezze artistiche e paesaggistiche vanta una buona e sana cultura enogastronomica. Si vuole così offrire anche ai turisti che fanno il giro delle piazzette nell’atmosfera magica del borgo antico la possibilità di degustare le specialità alla brace, salsiccia rocchiata, guanciale, e il buonissimo “soffritto di maiale” -premiata eccellenza bovinese». Non mancheranno, inoltre , zeppole , prodotti tipici e buon vino per permettere a tutti di vivere a pieno la notte magica di S. Giuseppe. Disponibile per l’intero arco della giornata il servizio di guida turistica
Info : PRO LOCO BOVINO 0881 966475 333 8391890 (Presidente) 320 6350960 (Elena) Referente guide : 349 3277503 (Francesca)
MAIL: info@prolocobovino.it Canali digitali : www.prolocobovino.it Facebook: Pro Loco Bovino UNPLI
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10 marzo 2015
Lostruscio
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Dal passato ritorna l’antico forno
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29 febbraio 2016
Lostruscio
I
l centro storico di Candela nasconde mille sorprese. Qualche mese fa durante i lavori di ristrutturazione di una vecchia abitazione posta nella parte antica del paese, l’impresa ha fatto una inattesa scoperta. Gli operai abbattendo un muro divisorio hanno rinvenuto un antico forno a paglia perfettamente conservato, risalente al ‘500. Una perla per la ‘Cittadella’ di Candela che può rientrare in un piano di valorizzazione dell’area per renderla fruibile ai turisti con nuove attrattive e peculiarità storiche. Una scoperta che ha subito attivato anche l’Amministrazione Comunale che ha già preannunciato misure per la tutela del bene. «Lunedì scorso in Consiglio abbiamo deliberao per l’acquisto dell’immobile che entrerà a far parte del patrimonio comunale – spiega il Sindaco di Caldela, Nicola Gatta (nella foto). La nostra idea è quella di valorizzare il forno e l’intera struttura, attraverso la presentazione di un progetto da finanziare con fondi PSR 2015/2020, che ci consentiranno di riattivare l’antico forno e destinare i locali annessi a laboratori didattici sulla filiera del grano duro con il coinvolgimento di operatori locali». Una nuova vita per quest’angolo di storia che sicuramente troverà grandi progetti per il futuro.
A CANDELA il centro storico riserva grandi sorprese
29 febbraio 2016
Lostruscio
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10 marzo 2015
Lostruscio
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10 marzo 2015
Lostruscio