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Il nostro tesoro (abbandonato) da proteggere
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Lostruscio
In questa foto i ruderi abbandonati del convento di Sant’Antuono tra Sant’Agata, Candela e Rocchetta
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Decine di monumenti storici abbandonati al loro destino popolano le colline dei Monti Dauni: dal convento di Sant’Antuono ai ponti romani di Ascoli e Sant’Agata,dalla torre di Sant’Alberto a Castel Fiorentino. Un patrimonio che andrebbe difeso e rivalutato
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I Monti Dauni e i suoi tesori da custodire Vi presentiamo i nuovi sindaci appena eletti Candela festeggia il suo Asparago
N. 4 del 10 giugno 2014 Quindicinale d’informazione per giovani sull’intrattenimento e tempo libero dei monti dauni e della provincia di Foggia
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L’ascolano Placido alla guida del nuovo Teatro Giordano
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Premio Cavaliere Sant’Agata porta in classe la legalità
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Una mietitrebbia attraversa il famoso ponte romano di Ascoli incurante di quello che potrebbe accadere a questo importante monumento storico
di Andrea Gisoldi
Montanino è ancora
il più amato dai delicetani
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on 138 voti di scarto Antonio Montanino rindossa la fascia tricolore nel Comune di Deliceto, superando l’avversario Pasquale Bizzaro.In un’intervista per Lo Struscio, Montanino spiega la ricetta di questa vittoria e sopratutto cosa si sta facendo per Deliceto. «Siamo ben contenti di poter continuare nell’opera di valorizzazione e sviluppo per Deliceto intrapresa cinque anni fa. Abbiamo realizzato grandi cose e per questo ci siamo ripresentati al vaglio dei cittadini con molta tranquillità e fiduciosi che quanto fatto sia stato apprezzato. – spiega il sindaco - Sicuramente ritengo che la cittadinanza
di Deliceto si è espressa in questo modo per una politica portata avanti con la realizzazione e il completamento di tutte le opere cantierizzate non solo sotto il profilo dei Lavori Pubblici ma soprattutto nel campo del sociale e della cultura. La riconferma è un premio all’impegno della nostra amministrazione, poiché abbiamo portato avanti molteplici progetti e altri sono ancora in corso d’opera». Abbiamo inoltre chiesto a Montanino cosa si aspetta dall’opposizione, sopratutto dopo una campagna elettorale molto calda e accesa. «Le competizioni amministrative sono caratterizzate dall’esasperazione dei toni – spiega il Sindaco – ma da noi non si
Intervista al rieletto Sindaco di Deliceto
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Lostruscio
è registrata nessuna forzatura. Noi non l’abbiamo fatto perché dall’altra parte non c’era gente che aveva avuto esperienze amministrative e quindi non avrebbe avuto senso denigrare o contestare l’operato di cittadini lontani dalla vita amministrativa. Abbiamo utilizzato le stesse risorse per andare avanti sulla nostra linea, cercando di far conoscere il nostro operato. Con i fatti si convince l’elettorato. Spero e mi auguro che si apri un discorso diverso con l’opposizione, auspicando aperture di vedute, soprattutto dai consiglieri della minoranza, per dar vita ad una stagione di coesione per il bene di Deliceto. L’opposizione è necessaria sopratutto quando serve ad indicarci altre strade da percorrere. Ma solo un’opposizione costruttiva può mettere in moto quell’auspicata coesione di cui la buona politica necessita. Esasperare e fare la politica del muro contro muro serve a poco soprattutto in una cittadina di poco
meno di 4mila abitanti». Il sindaco si sofferma sul piano culturale con l’intenzione di trasformare Deliceto in una vera e propria cittadella del turismo, attraverso iniziative e contesti che hanno sulle spalle già diverse edizioni di successo. «Sul piano gestionale – spiega Montanino - abbiamo tantissime associazioni che portano avanti iniziative lodevoli e su loro contiamo per portare avanti un discorso culturale completo e capace di integrarsi con il contesto antropologico della nostra cittadina. Per creare questi presupposti l’amministrazione sarà in campo nella creazione di una cornice che abbia all’interno dei contenitori culturali capaci di saper accogliere quanto messo in piedi dalla società civile. Tra queste priorità porteremo a compimento i lavori di ristrutturazione del Castello Normanno Svevo, che dovrà essere il nostro vero catalizzatore di iniziative culturali a sfondo turistico. Ad oggi Deliceto vanta inziative come il Festival Lirico, la cavalcata storica, le notti folk, il presepe vivente. Ma queste inziative non devono essere fine a se stesse. Daremo, come già fatto in questi 5 anni, gli strumenti per far crescere l’humus culturale e, nello stesso tempo, creeremo una cabina di regia capace di mettere in rete le nostre peculiarità». Il sindaco inoltre guarda anche oltre i confini di Deliceto, parlando di politiche del territorio. «L’auspicio è che ci sia collaborazione con le altre realtà perché i “campanili” devono essere solo un bellissimo esempio di patrimonio architettonico e storico e non una mera contrapposizione tra realtà figlie della stessa terra. Guardiamo con molta fiducia all’Unione dei comuni (che dovrà comprendere Deliceto, Bovino, Monteleone, Sant’A-
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gata, Accadia, Anzano, Candela e Rocchetta). Un passo che può essere messo in movimento solo se si considerano le realtà come una grande corona capace di tutelare un territorio assieme, di difenderlo e soprattutto di non svenderlo. Ad ogni municipalità va data la gestione di una specificità per creare attorno ad essa un sistema integrato di servizi da erogare all’intero contesto dell’Unione. Per scendere nel particolare e per fare qualche esempio – si avvia alla conclusione Montanino - Deliceto con il suo distaccamento dei vigili del fuoco potrebbe assolvere al compito di centro di coordinamento della Protezione civile, mentre Bovino potrebbe ospitare la regia dell’Unione con gli uffici di presidenza. Accadia, invece, potrebbe assolvere al compito di centro di coordinamento delle politiche
sociali e sanitarie, vista la presenza dell’Asl. Ogni centro avrà un suo compito». Per concludere il Sindaco parla di priorità nell’azione amministrativa: «Nei cento giorni ormai famosi noi ci siamo prefissati il completamento di Piazza Europa, della Cappella del Cimitero e l’ingresso del Campo Santo. Sul piano culturale porteremo a compimento il progetto di promozione della storia e dei testi musicali di Deliceto, attraverso la realizzazione di un cd musicale. Inoltre, è nostra intenzione avviare sin da subito i lavori di ristrutturazione della Sala Europa. Per il resto i nostri cento giorni sono una priorità da 5 anni e quindi non ci stancheremo di continuare nella strutturazione e nel miglioramento dei servizi per il cittadino, nonché nell’aiuto economico, andando a pianificare una tassazione equa e solidale».
Macelleria Monti Dauni
di Francesco Porrari
Carni a Km”0”
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foggia avrà
Un sindaco Franco A sorpresa il candidato del centrodestra conquista la guida della città capoluogo con poco più di 300 voti
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nel capoluogo dauno, ma anche a Lucera dove ha vinto il candidato Antonio Tutolo del partito della “Pagnotta”, e a San Severo dove ha vinto Francesco Miglio che proprio la segreteria provinciale aveva espulso dal Pd a febbraio e la scottante sconfitta della Calvio ad Orta Nova. E con Marasco perde la sua scommessa anche l’assessore regionale al bilancio, Leo Di Gioia che con il centrosinistra aveva sottoscritto l’accordo politico per il ballottaggio. Forte il monito del neosindaco subito dopo la proclamazione: «Foggia, ora rialzati e parla foggiano». Con lui festeggia anche Luigi Miranda che aveva deciso di appoggiare Landella al ballottaggio dopo l’exploit del primo turno.
Lostruscio
Il centrodestra dopo dieci anni di opposizione riconquista il governo della città con Franco Landella che sul fil di lana ha battuto il candidato del centrosinistra, Augusto Marasco. Un testa a testa sino all’ultima scheda scrutinata. A Landella 27.839 voti (50,3%), a Marasco 27.473 voti (49,7%). Augusto Marasco non è riuscito nell’impresa che gli era stata affidata dal Pd e dal centrosinistra: far credere ai foggiani che dopo dieci di amministrazione, con molte ombre, c’era ancora spazio per un altro mandato fiduciario. Una sconfitta quella di Marasco a Foggia che ora rischia di avere ripercussioni politiche sulla segreteria provinciale del Pd. Il partito guidato dal neo segretario Raffaele Piemontese non ha perso solo
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...E a San’Agata adesso è tempo di cambiaMenti!
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Lostruscio
di Rosario Brescia
Da tempo era diventata insistente la voglia di cambiamento a Sant’Agata di Puglia. C’era, si respirava forte nell’aria. Si snodava tra i vicoli del paese e trovava conferma tra le stesse persone che cinque anni fa avevano dato, ancora una volta, e di seguito, la loro fiducia a una politica ormai divenuta in questi ultimi anni cieca, sorda e muta. Gli unici a non rendersene conto erano probabilmente solo loro: quelli che da 10, 15, e anche da 30 anni, continuavano a crogiolarsi sulle note del vecchio motivetto: tutto
va bene, madama la Marchesa. Una politica tanto lontana dai problemi reali del paese, da non accorgersi che la sfrontatezza più volte ostentata attraverso decisioni infelici stava portando gran parte dei cittadini a cercare un’alternativa reale, radicale e totale, a un modo altezzoso d’intendere la cosa pubblica. Un sistema vecchio e logoro, da anni impostato sulla conquista e il mantenimento del consenso attraverso l’atavica regola del panem et circenses (un po’ di cibo e molti spettacoli), calato dall’al-
Gino Russo rompe l’egemonia durata troppi anni e diventa il sindaco della loggia delle Puglie
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Lostruscio
to di qualche stanzone del potere, dove la consueta regia scolorita e insensibile decideva e partoriva scelte sconvenienti e deleterie (ascensori panoramici docet!). L’esigenza di cambiamento, quindi, s’era fatta urgente e necessaria, anche in vista delle elezioni amministrative del maggio scorso. Ed è stato così che nel volgere di pochi mesi, questa voglia di uscire dal fallimento di un sistema lontano dalle istanze cittadine inizia a prendere forma, a camminare sulle gambe e nelle idee di un gruppo
di giovani, tutti estranei alla politica, ma tutti fermamente decisi a porre fine a un modo presuntuoso d’intendere la politica. Nasce così il “Movimento CambiaMenti”, e subito cresce in ogni strato sociale, in ogni contesto produttivo e porta speranza in ogni discussione avviata con scoramento e rabbia. A dirigerlo, un coordinamento di una quindicina di persone, perlopiù giovani professionisti, imprenditori, artigiani e impiegati, tutte persone unite da una stessa convinzione, ovvero quella che un altro modo d’intendere la cosa pubblica non solo era possibile, ma oramai necessario. Si crea allora una lista di giovani, tutti residenti e domiciliati in paese, tutti pronti a ribaltare un destino politico che qualcuno credeva con presunzione, per l’ennesima volta, di avere già stabilito a propria discrezione. A riscriverlo, invece, ci hanno pensato i santagatesi, con il proprio voto, determinando così una nuova pagina di storia locale, che a chiare lettere porta impresso il nome di un diverso sindaco di Sant’Agata di Puglia, Gino Russo, e a seguire quelli dei giovani eletti che lo affiancheranno in questa azione di cambiamenti.
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Un tesoro abbandonato da tutti
di Alba Subrizio
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Lostruscio
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ompei è solo un dettaglio dello sfascio italiano, ossia del “modus operandi” del nostro Paese dinanzi alle migliaia di edifici e monumenti storici che giacciono nel più totale abbandono, complici la cecità delle istituzioni e la negligenza dei cittadini. Ad oggi l’Italia Meridionale, che si presenta come culla della civiltà magno greca, è ricchissima di opere di età preromana (si pensi all’eredità dei Dauni) e romana imperiale, fino alle testimonianze di epoca bizantina, longobarda e medievale; eppure molti di questi inestimabili tesori millenari stanno letteralmente cadendo a pezzi. Una delle aree più ricche è proprio quella dei Monti Dauni a ridosso dell’Irpinia; uno spazio che nei secoli ha visto la presenza di un crogiuolo di culture, e dove, oggi, sono stati riportati alla luce importanti siti come quello di Herdonia (con l’annessa via Traiana) e di Faragola, quest’ultimo nei pressi di Ascoli Satriano. Stando al sito del FAI (Fondo ambiente italiano), sono ben 78 i siti presi in esame in tutta la zona Subappenni-
no dauno, per un totale di 890 segnalazioni circa, di cui la maggior parte per la Cattedrale di Troia (fiore all’occhiello della nostra provincia), seguita dal Convento di Sant’Antonio (sempre a Troia) e dal Castel d’Aquino di Rocchetta Sant’Antonio. La maggior parte dei luoghi segnalati, invece, riguarda il perimetro di Ascoli Satriano, la cui zona è ricchissima di monumenti di età antica abbandonati a se stessi, si pensi – exempli gratia – al Ponte Romano, una struttura muraria in mattoni, tegole e malta a dorso d’asino del II secolo d.C., costruito dagli antichi romani sul fiume Carapelle, che ancora oggi attraversa buona parte della Capitanata. La struttura è famosa perché si presume che nei pressi del ponte sia avvenuta la famosa battaglia di Pirro contro i Romani, in cui il re epirota sbaragliò il nemico con un esercito di 25.000 uomini e 20 elefanti. L’antico ponte purtroppo, da diversi anni presenta rotture che non solo stanno deturpando l’intera struttura, ma che stanno anche indebolendo sempre più lo scheletro fino a distruggerlo. Molti
Dal Ponte Romano di Ascoli Satriano al Castello di Panni, decine di monumenti che avrebbero bisogno di attenzioni
In questa foto le fontane romane e (sopra) il ponte romano entrambe nel territorio di Ascoli Satriano
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restauri sono stati apportati, ma senza dar alcun risultato, dato che i grossi autotreni, che attraversano il ponte, battono contro le pareti laterali della struttura, asportando grossi pezzi di mattoni e provocando di conseguenza grossi squarci nello scheletro. A ciò si aggiunge la cattiva condotta dei cittadini: si pensi che alcune pietre del ponte sono state asportate e poste in ville e giardini privati. Non distanti da questo monumento, troviamo, sempre in agro di Ascoli, le Fontane romane; si tratta di una splendida costruzione, la cui edificazione fu voluta dal magistrato romano Publio Fundanio Prisco, che le fece costruire a sue spese. Qui passa un acquedotto sotterraneo che testimonia le capacità ingegneristiche degli antichi ro-
mani per la raccolta delle acque sorgive. Le fontane, realizzate in opus incertum, originariamente erano dotate di tre cisterne con arcate soprastanti (se ne conservano due) e quatto vasche, furono fonte idrica per i cittadini ascolani, fino all’avvento dell’Acquedotto Pugliese nel 1900. Un’attenta opera di valorizzazione da parte della Provincia e della Regione, potrebbero far sì, che il ponte insieme alle Fontane romane e alla Villa di Faragola, facciano parte di un unico complesso archeologico, adibito ad itinerario storico-culturale e turistico. Non mancano casi di castelli, fortezze, di cui sono rimasti poco più che ruderi, un esempio è lo storico Castello di Panni, di datazione incerta (e comunque oscillante tra XI e XII secolo), e di cui non rimangono che una torre quadrangolare e parti delle mura perimetrali. La datazione della torre è controversa: alcuni la vogliono ordinata verso il 1535 da Pietro da Toledo, Viceré di Napoli, altri l’attribuiscono al periodo normanno, altri ancora all’età di Federico II di Svevia. È certo comunque che la torre e il castello servivano tanto a difendere la località, quanto al controllo del territorio, data la loro posizione elevata. Attualmente, della fortificazione rimangono avanzi della cinta muraria e resti della massiccia torre quadrangolare, già distrutta in seguito al terremoto del 1732, e in parte rimaneggiata nel 1984.
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Lostruscio
di Francesco Quitadamo
La sedia del “diavolo” tra sacro e profano, una bellezza da tutelare
Un luogo portentoso, capace di farti tornare bambino lasciandoti a bocca aperta. E’ la “sedia del diavolo”, la torre che svetta su Montecorvino, e tutto quello che c’è attorno. Dove ci troviamo? A sette chilometri da Pietramontecorvino, alla sommità di una collina che affaccia su un panorama tanto vasto da
abbracciare il profilo di altri due paesi, oltre a Pietra, vale a dire Motta Montecorvino e Volturino. Solo due anni fa, nel 2012, su questo fazzoletto di terra, proprio dove sorgono l’antica torre e i resti della cattedrale che fu dimora di Sant’Alberto Normanno, è stato posto il vincolo archeologico. L’allora sindaco di
A Motta Montecorvino Pietramontecorvino, Rino Lamarucciola, lottò con grande determinazione affinché quel vincolo fosse posto. Quando arrivò l’ufficialità di quell’atto, Lamarucciola disse che si trattava di “un provvedimento fondamentale poiché, d’ora in poi – spiegò il primo cittadino - sarà possibile attivare nuove risorse per tutelare e per valorizzare un sito di enorme pregio sia dal punto di vista ambientale che archeologico”. La sesta campagna di scavi, svolta nel 2011 sotto l’egida del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia, condotta dai professori Pasquale Favìa e Roberta Giuliani col contributo dei Comuni di Pietramontecorvino e Motta Montecorvino, portò alla luce una seconda torretta castrense con cisterna, una piccola chiesa signorile, delle torri che fiancheggiavano l’ingresso dell’antica cattedrale, nuovi ambienti episcopali e diverse sepolture e fosse granarie. Le campagne di scavi svolte finora hanno ricostruito, accanto agli imponenti resti della torre castrale (la cosiddetta “sedia del diavolo”), l’intera planimetria della cattedrale e del castello che dominava
un popolo che resta legato a quello che resta della cattedrale dedicata a Sant’Alberto un insediamento di età bizantina (inizi XI secolo) con funzione di castrum e di importante sede vescovile. L’indagine archeologica ha permesso di ricostruire anche gran parte della storia del sito e di far luce sul perché della sua scomparsa agli inizi dell’evo moderno. Sono numerosissimi i reperti mobili ritrovati: dai blocchi decorati della cattedrale a intonaci dipinti, maioliche, vetri con decorazioni, anelli, monete bronzee, punte di frecce, attrezzi da lavoro. Nel sito archeologico di Montecorvino sono riemerse le tracce evidenti di una lunga cinta muraria a difesa dell’antico insediamen-
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to medievale. L’area, posta su un rilievo ubicato al centro del triangolo descritto dagli skyline di tre paesi (Pietramontecorvino, Volturino e Motta Montecorvino), è caratterizzata dalla maestosa presenza della cosiddetta ‘sedia del diavolo’, la torre alta 24 metri che poggia su una base quadrangolare di 120 metri quadrati. La costruzione, dopo diversi crolli subiti negli ultimi decenni, si presenta divisa e aperta in senso longitudinale. Tutti gli ultimi ritrovamenti indicano che la Torre è solo uno degli elementi di un vero e proprio castello. Gli archeologi hanno scoperto una chiesetta, proprio al lato della Torre, una cisterna per la raccolta dell’acqua, alcune fosse granarie e un antico piano stradale a meno di due metri dalla superficie del terreno. Il ritrovamento di alcuni pregevoli manufatti di ceramica invetriata, per la particolare fattura di raffigurazioni e colori, è la prova della ricchezza e della vitalità del castrum di Montecorvino. Si tratta di un sito, dunque, la cui bellezza e importanza accrescono ad ogni campagna di scavi. La torre di Montecorvino non è al sicuro. Da tempo, è evidente la necessità di trovare le
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risorse per metterla in sicurezza, per evitare che altre parti di essa possano crollare. Per capirne appieno il valore, bisogna vederla da vicino. L’ideale è farlo il 16 maggio, il giorno in cui tutti gli abitanti di Pietramontecorvino partecipano, chi in un modo chi in un altro, al pellegrinaggio-processione in onore di Sant’Alberto. La processione di Sant’Alberto è uno spettacolo di emozione, partecipazione e colori autentici. Dal borgo parte una lunga teoria di donne, uomini e bambini; centinaia di persone precedute da enormi palii, i fusti d’albero addobbati con fazzoletti variopinti che vengono portati a braccia, eretti, con l’aiuto di lunghe funi. In mezzo, tra i palii e il popolo dei fedeli, c’è la statua del santo Tutti insieme, a piedi, percorrono i sette chilometri che separano Pietramontecorvino dal sito archeologico di Montecorvino. La “sedia del diavolo” e il luogo che si estende ai suo piedi sono tra le cose più belle che abbia mai visto. Prendendo a prestito le parole di De Gregori, si potrebbe dire che la bellezza di quel posto dimostra “in maniera lampante l’esistenza di Dio”.
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Tra Sant’Agata, Rocchetta e Candela due esempi di bellezze storiche abbandonate: Sant’Antuono e Palino
Un “ponte” con il passato che cade a pezzi
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sciuta all’associazione “Santagatesi nel Mondo” di Sant’Agata di Puglia, che numerose e valide iniziative ha dedicato nel tempo all’antico monumento. Al ponte di Palino si è più volte dedicata anche la professoressa Dora Dnofrio del Vecchio, nota ricercatrice storica santagatese che tanto impegno ha profuso, e continua ancora a spendere, al fine di sensibilizzare le competenti autorità. Andando a ritroso nel tempo, infatti, già egli anni Ottanta del secolo scorso proprio la prof.ssa Dora Donofrio accese un forte interesse sul ponte di Palino e sul complesso di S. Antonio Abate (Sand’Anduone). Nel 1981 con un appello radiofonico attraverso la rubrica Rai “C’è da salvare” e attraverso il notiziario regionale della Rai, la dott.ssa Donofrio cercò di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di queste due opere e la valenza archeologica di tutta l’area. Fornì relazioni storiche con documenti fotografici alla
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Opera di grande valore storico, imponente, in tutta la sua lunghezza di circa 210 metri, l’antico ponte di Palino, nei pressi di Sant’Agata di Puglia, fu costruito dai Romani su quello che una volta era il corso del fiume Calaggio. A distruggerlo, oggi, a mano a mano che passano gli anni, stanno provvedendo l’incuria e l’abbandono totale, soprattutto dopo che una forte alluvione avvenuta nel 2005 fece franare gran parte di uno degli archi laterali, lato ancora oggi precariamente e semplicemente puntellato con assi e travi di legno. Solitario testimone di millenaria storia, a questo monumento di così alto valore storico e alla sua prevedibile misera fine, nel tempo si sono interessati giornali, privati cittadini, studiosi, ed associazioni culturali che, ognuno per la propria parte e con i propri mezzi, hanno tentato di preservare e sottrarre all’incuria e all’indifferenza delle istituzioni preposte. Una nota di merito in questo senso va ricono-
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Soprintendenza per i Beni culturali ed archeologici di Bari e Taranto. Nell’ottobre del 1983, organizzata con il dott. Enzo Lippolis della Soprintendenza di Foggia, la Donofrio tenne una conferenza sul tema “Alle radici della nostra storia. Un paese della Daunia: Sant’Agata di Puglia”, a cui fece seguito una visita guidata alle località archeologiche di Palino-Sand’Anduone, di S. Pietro e S. Maria di Olivola. A seguito di tanto interesse ci fu l’intervento della dott.ssa M. Luisa Nava, della Soprintendenza di Foggia, che visitò le zone segnalate e si rese conto della loro importanza. Oggi, tuttavia, nonostante i tanti allarmi lanciati da studiosi e associazioni, l’antico ponte continua a trovarsi solo, alla mercé del tempo, dell’incuria e della pioggia, oltraggiato dalla noncuranza degli uomini che sanno perfettamente che le spalle possenti di quel colosso
della storia poco alla volta stanno cedendo. Ma forse non è tutto ancora perduto, e pare che qualcosa forse si stia muovendo. È di questi giorni la notizia che il Ministero dei beni e delle attività Culturali e del Turismo abbia preso in carico lo stato di degrado del ponte e si stia attivando per trovare possibili soluzioni per la sua salvaguardia e valorizzazione. La nota che esprime tale positivo interessamento è stata inviata dalla segreteria del Ministero alla dott.ssa Nardella, Direttore regionale per i beni architettonici e paesaggistici della Puglia, e per conoscenza al Sig. Nardino Capano, Presidente dell’associazione “Santagatesi nel Mondo”. Sarà la volta buona? Noi ci auguriamo di si, dal momento che legata alla salvezza di quell’antico monumento, c’è anche la parte più nobile della storia del nostro popolo.
Rubrica a cura della Dott.ssa Giuseppina Cappa psicologa
PsicoLogica...Mente
Non lamentatevi, siete giovani
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la collaborazione attiva, cercando di conoscere le esigenze ed i bisogni del territorio sentendosi parte attiva nella comunità in cui vivono. L’assunzione di concrete responsabilità individuali e sociali e l’acquisizione di un maggiore senso civico permettono inoltre di arginare l’isolamento e gli atteggiamenti devianti. Dunque, la nostra realtà ha bisogno dei giovani e della loro creatività per tornare a pensare a una “nuova scuola” capace di inventare nuovi modi di intendere la cultura. Ai giovani, bisogna dare non solo la sensazione sporadica, ma la certezza continuativa di essere interlocutori importanti nelle scelte politiche, amministrative e sociali, tanto più quando li riguardano da vicino. Trasmettere loro non solo l’impressione, ma la convinzione che quanto dicono e propongono interessa gli adulti, è degno di essere preso in considerazione oppure di essere anche criticato con fermezza e rifiutato con severità ma sempre con spiegazioni e motivazioni ragionevoli. “La vita è fatta di grandi sogni e piccole realtà”!
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empre più spesso i giovani lamentano che Trovare il giusto la nostra realtà, il equilibrio tra i desideri nostro Subappennie le reali possibilità no, non offra nulla. non è facile Oggi, la semplicità è diventata noiosa. Le generazioni passate, che avevano certamente meno mezzi e opportunità per divertirsi, in qualche modo riuscivano a valorizzare la bellezza delle piccole cose. La maggioranza dei giovani desidera tanto e nonostante ciò si sentono perennemente insoddisfatti e annoiati. Trovare il giusto equilibrio tra i desideri e le reali possibilità non è facile, perché richiede da parte delle nuove generazioni una presa di coscienza della situazione che si trova a vivere e una notevole capacità di adattamento. Per imparare a valorizzare quello che gli viene offerto quotidianamente il giovane deve avere l’opportunità di capire e sperimentare attraverso
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Evento organizzato domenica 8 giugno dall’Associazione “Officine del Territorio” in collaborazione con le altre associazioni di volontariato tra cui la “Croce Ble” e il nucleo antincendio “I Grifoni” Certamente essere informati è importante, ma lo è ancora di più quando si tratta di salute e di prevenzione, specie se ciò riguarda i bambini. Per questo l’associazione “Officine del Territorio”, in collaborazione con la Protezione Civile, la Croce Ble e con il patrocinio del Comune di Ascoli Satriano, ha organizzato domenica 8 giugno una giornata dedicata al soccorso e al volontariato: “Troviamo la strada. Insieme salviamo la vita”. L’evento, che si svolto in Piazza Giovanni Paolo II, è stato aperto da un’esposizione dedicata ai materiali e ai mezzi della Protezione civile e della Croce Ble di Ascoli, è seguito poi un
dibattito-lezione rivolto ai cittadini. Il primo intervento, tenuto da Rocco Novelli (tecnico del “Novelli Dog Training”), ha riguardato la “pet terapy”, ovvero una terapia, basata sull’interazione uomo-animale, che negli ultimi anni si sta mostrando sempre più efficace per l’interazione dei bambini con il mondo esterno (la pet-terapy è utilizzata anche con adulti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo, grazie al rapporto con l’animale). A questa parte più prettamente teorica, è seguita un’esercitazione pratica
Ad Ascoli salute e prevenzione in una giornata di volontariato della Protezione civile, che per l’occasione ha utilizzato anche le proprie unità cinofile. La seconda parte dell’incontro si incentrata invece sulle nozioni di BLSD pediatrico, su cui relazionerà Francesco Angelone. Che cos’è il BLSD? Si tratta di un acronimo per “Basic Life Support”, ossia sostegno di base alle funzioni vitali e defibrillazione; si tratta, pertanto, non solo di uno standard
progressivo di corsi di formazione per soccorritori, ma anche di una tecnica di primo soccorso, che comprende la rianimazione cardiopolmonare e una sequenza di azioni di supporto di base alle funzioni vitali, la cui conoscenza è molto utile per i genitori del bambino, dal momento che nella maggior parte dei casi in cui si incorre in pericoli di soffocamento, spesso non c’è tempo per chiamare i soccorsi. Durante la giornata sono stati distribuiti opuscoli informativi e i cittadini hanno potuto relazionarsi direttamente con gli esperti presenti per delucidazioni e chiarimenti su una materia quanto mai delicata come il primo soccorso.
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A Rocchetta grande festa per l’Unitalsi Un’esplosione di allegria per la prima festa Unitalsi a Rocchetta Sant’Antonio che ha visto domenica 8 giugno le associazioni di Cerignola e di Rocchetta incontrarsi nel piccolo comune dei Monti Dauni per dar vita ad una giornata carica di allegria e solidarietà. I volontari dell’Unitalsi hanno animato la giornata organizzata dalla Parrocchia della BVM Assunta che ha coinvolto l’intero paese. I diversamente abili hanno avuto l’occasione di visitare anche il centro storico riorganizzato per l’occasione con un percorso privo di barriere architettoniche
I Monti Dauni alla Fiera del gusto e turismo Ai nastri di partenza la Fiera Internazionale del Gusto e del Turismo Rodi Garganico che si terrà nella stupenda cittadina del Promontorio dal 16 al 20 luglio prossimo con ingresso gratuito. In fase di definizione gli spazi espositivi che, come nell’edizione 2013, ospiteranno anche diversi centri dei Monti Dauni, come Candela e Accadia. Una straordinaria vetrina dove proporre il subappennino Dauno con tutte le sue peculiarità che da anni sta avviando una sinergia necessaria per destagionalizzare il turismo e per promuovere le aree interne. Il patron Daniele Ciriciello, ha comunque lanciato nuovamente l’invito agli altri comuni dei Monti Dauni affinche ci sia una presenza sempre più corposa.
Il grande successo di Candela in Fiore Più che un paese Candela appariva come un bouquet profumato in occasione dell’edizione 2014 di Candela in Fiore. Al centro di quest’appuntamento vi erano delle coloratissime e originali infiorate che hanno trasformato il centro cittadino in un grande e fantasioso giardino. Fiori e tipicità gastronomiche hanno chiuso in bellezza la giornata con un successo di pubblico non indifferente. Circa 3mila le presenze registrare,«Una vera soddisfazione – ha sottolineato il sindaco Nicola Gatta – che ha offerto un’altra peculiarità dei nostri monti dauni»
cinema Metti un giorno La Cardinale porta Rocchetta in Masseria Uscita didattica dei bambini a Tarormina della scuola Materna di Candela alla fattoria didattica Salecchia di Bovino
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La magia del cinema made in Monti Dauni approda al Festival Internazionale di Taormina. Claudia Cardinale, madrina dell’evento, porterà una straordinaria anteprima girata a Rocchetta Sant’Antonio. Difatti per la prima volta sarà presentato il Film Ultima Fermata di Giambattista Assanti girato per la maggior parte a Rocchetta e che tratta una emozionate storia plasmata sulla romantica tratta Ferroviaria Rocchetta- Avellino, istituita da Francesco De Sanctis alla fine dell’800. La Cardinale ha voluto con forza portare a Taormina questo suo ultimo lavoro proprio per valorizzare un’eccezionale prodotto realizzato in due anni tra Rocchetta, Cerignola, Avellino ed alcuni centri dell’alta Irpinia. Tra i nomi della troupe troviamo anche delle professionalità made in Monti Dauni come l’aiuto regista Mirko Mastrogiacomo e l’aiuto scenografo, Massimiliano Accetturo e Nicla Castelli.
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Le gite scolastiche, si sà, hanno un fascino particolare, specie poi se si fanno a 4 anni. Ed è cosi che il 14 maggio si è trasformato in un giorno particolare per una quarantina di bambini della scuola dell’infanzia di Candela che hanno potuto vivere l’esperienza di essere piccoli fattori presso la Masseria didattica Salecchia di Bovino. La fattoria didattica nasce come progetto rivolto alle scuole con l’intento di far conoscere, soprattutto ai più piccoli, l’enorme bagaglio culturale del mondo contadino. I piccoli alunni accompagnati dalle maestre hanno accarezzato e munto le un gregge di pecore, macinato il grano e con quella farina impastato i biscotti ed hanno potuto scoprire tanti piccoli segreti e strumenti del mondo contadino.
La madrina del Festival internzaionale siciliano presenterà Ultima Fermata” girato nei Monti Dauni
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Asparago di Candela, una tradizione tutta da gustare di Alba Subrizio
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Oltre alle degustazioni di piatti tipici si parlerà di Politiche agricole comunitarie con le cooperative La Croce Farascuso e Giardinetto È la pianta diuretica più famosa della nostra cucina. Stiamo parlando dell’asparago, le cui proprietà officinali erano conosciute sin dall’antichità e la cui coltivazione è generosa nella nostra provincia; ciò in special modo nella zona di Candela, dove è tradizione organizzare, da ormai 21 anni, una Sagra dell’Asparago. Così anche quest’anno, in occasione della sagra che si terrà sabato 14 giugno, la Cooperativa Agricola LA CROCE FARASCUSO e La Cooperativa Agricola GIARDINETTO hanno organizzato una
giornata di seminari, interamente dedicata a questo prodotto. Conosciuti nel Mediterraneo già al tempo degli Egizi, gli asparagi furono coltivati soprattutto dai Romani, che già dal 200 a.C. avevano dei manuali in cui minuziosamente esponevano le tecniche di coltivazione. L’asparago è citato da Teofrasto, Catone, Plinio e Apicio; in particolare, questi ultimi due ne descrissero accuratamente non solo il metodo di coltivazione, ma anche quello di preparazione. Agli imperatori romani gli asparagi piacevano così
tanto, che – si racconta - abbiano fatto delle navi apposite per andarli a raccogliere, navi che avevano come denominazione proprio quella dell’asparago (“asparagus”). Ad oggi questa verdura è molto apprezzata sulle nostra tavole, tanto da essere preparata e cucinata in vari modi; non sorprenderà che le maggiori aziende di produzione sono site proprio sul nostro territorio, di cui “La Croce Farascuso” è tra i maggiori produttori di tutto il Sud Italia. Il convegno in occasione della 21esima edizione della storica sagra, dal tema “Potenzialità della nuova PAC in una Europa cambiata dalla crisi”, si svolgerà a Candela all’interno del Palazzo “Ripandelli”, e vedrà, a partire dalle ore 10:00, succedersi dapprima le relazioni di Michele Mazzeo (Presidente Coop. La Croce Farascuso), Alberto Casoria (Presidente Gal Meridaunia), Gabriele Papa Pagliardini (Dir. di area Giunta Regionale Politiche Sviluppo Rurale) e infine Giorgio Mercuri (Presidente Nazionale Fedagri). Saranno inoltre presenti, per i saluti istituzionali, il sindaco di Candela, Nicola Gatta,
e il sindaco di Orsara di Puglia, Tommaso Lecce; padrone di casa Riccardo Carapellese. La PAC (Politica Agricola Comune o Comunitaria)come ha inciso tutto ciò sul nostro territorio e sulla produzione? Di questo ed altro si discuterà durante la Sagra dell’Asparago di Candela, non solo un momento di buona gastronomia ma anche un’occasione utile per scambiarsi idee e punti di vista. «Anche quest’anno abbiamo voluto essere al fianco dei produttori per organizzare quello che è diventato un evento storico - sottolinea il Vice-sindaco di Candela Pasquale Capocasale - perchè crediamo che promuovere le coltivazioni locali significa credere in un territorio e negli uomini che hanno saputo diventare leader di un mercato internazionale grazie al loro impegno e alla rivalutazione di una tradizione agricola che a Candela Abbiamo nel Sangue». Naturalmente in serata nella frazione rurale di Farascuso si terrà la degustazione dei prodotti tipici, preparati dalle “Massaie” con ingrediente principe l’Asparago di Candela.
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Foggia è anche un po’ monti dauni
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Gli alunni della “Parisi” coinvolti in un progetto di danze popolari realizzato in collaborazione con il gruppo Skaria di Deliceto La rinascita di una città passa inevitabilmente attraverso le nuove generazioni che debbono prima di tutto conoscerne la storia per creare e sviluppare il senso di appartenenza alle proprie origini, riflettere anche sulle vicende dolorose, come quelle vissute durante i bombardamenti, senza comunque dimenticarne i fasti, lontani nel tempo, le vicende di Federico II, ma presenti per le testimonianze architettoniche, tutt’ora visibili. E proprio partendo da un percorso storico , gli alunni delle classi quarte della scuola primaria PARISI di Foggia, sono sta-
ti coinvolti nel progetto “ INSIEME RECUPERIAMO LA NOSTRA MEMORIA STORICA CON CANTI, BALLI E TRADIZIONI, FOGGIANE DEI MONTI DAUNI E MERIDIONALI”, che si è sviluppato attraverso vari momenti: visita agli ipogei, alla cattedrale, alla Villa Comunale ecc, nell’ambito di una serie di uscite sul territorio, denominate” TURISTI NELLA NOSTRA CITTA’”. Tali attività sono culminate poi, nella manifestazione finale che ha reso gli alunni protagonisti nella realizzazione di balli, canti e recita di poesie in vernacolo, inerenti tradizioni e tipicità
Dopo la scomparsa dal calcio professionistico del 2012, i rossoneri ritornano in serie “C”
della Capitanata e più in generale meridionali. In questo percorso ci si è avvalsi della collaborazione del gruppo folk SKARIA di Deliceto, da sempre impegnato per il recupero delle tradizioni popolari. Lo spettacolo si è tenuto sabato 31 maggio nell’ampio cortile dell’ISTITUTO COMPRENSIVO PARISI DE-SANCTIS, ed è stato intitolato “FOGGIA è….”. Una invasione di bambini incuriositi al suono della musica popolare delicetana sapientemente armonizzata dalle voci del gruppo Skaria. Inoltre la composizione folk
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di Deliceto ha seguito i bambini e le docenti in questo percorso portando in classe gli strumenti e gli elementi della musica popolare. L’entusiasmo e l’impegno degli alunni, unito al compiacimento dei genitori e del dirigente scolastico, dott. Alfonso Rago, hanno fatto sì che la giornata, inizialmente nuvolosa, si sia trasformata in un giorno festoso e ben augurante per la rinascita della nostra città e per l’intero territorio a partire dai Monti Dauni. CARMELA LEONE
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L’attore di Ascoli Satriano sarà il primo direttore artistico del Teatro Foggiano che riaprirà i battenti il 9 agosto di Alba Subrizio
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La Capitanata ritrova il teatro “Giordano “ e il suo Placido
ue grandi notizie in una a favore della stagione teatrale della nostra provincia; la prima è che dopo otto anni di ristrutturazione (e dopo infinite vicissitudini sulla messa a norma) il Teatro “Umberto Giordano” di Foggia riaprirà i battenti il 9 agosto, la seconda notizia è che alla guida della direzione artistica ci sarà un ascolano doc, ossia Michele Placido. Quello di Placido è stato letto da molti come un vero e proprio ritorno alle origini; ma è pur vero che l’attore non ha mai abbandonato il territorio che gli ha dato i natali: molti sono stati gli stage e i corsi di teatro da lui organizzati, così come ricordiamo la sua partecipazione a numerose manifestazioni artistiche, alcune
Sopra il “Giordano” a destra: Gianni Mongelli e il neosindaco Franco Landella presentano il nuovo direttore artistico Michele Placido
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molto lineare: dato che il Comune di Foggia è socio del Teatro Pubblico Pugliese, abbiamo valutato che il passaggio più rapido per garantire la migliore riapertura del teatro fosse quella di concordare una strada per rilanciare le attività culturali e programmare una stagione qualitativamente importante. Il TPP si è reso immediatamente disponibile individuando, su nostra sollecitazione, in Michele Placido la professionalità capace di coordinare la programmazione», in aggiunta a queste parole Mongelli ha espresso la ferma volontà che le compagnie locali della città e della provincia possano (e debbano) collaborare attivamente. Fortunatamente la questione si è risolta da sé e il figlio più noto di Ascoli Satriano sarà quanto prima a Foggia per la programmazione di questo primo anno, alla fine del quale, spetterà alla nuova Giunta comunale decidere se riconfermarne la direzione artistica o meno. Intanto c’è grande attesa non solo per la riapertura della storico teatro, ma anche per il cartellone della stagione numero zero.
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delle quali in collaborazione con l’Università di Foggia (come la messa in scena agli scavi di Faragola). Chi meglio di Placido, dunque, attore, regista e sceneggiatore, per rilanciare nel panorama nazionale il “Giordano” di Foggia (il secondo per antichità tra i teatri del Meridione, dopo il San Carlo di Napoli)? A maggior ragione se l’incarico sarà a titolo gratuito per il primo anno, come ha annunciato il sindaco uscente Gianni Mongelli, di comune accordo con il Teatro Pubblico Pugliese, con cui il Comune di Foggia ha stipulato una convenzione triennale. Gratis e senza vincolo per il prossimo sindaco, l’attore di è detto felice e onorato di questo ruolo; eppure si sono sollevate voci dissidenti a proposito, si tratta delle compagnie teatrali locali, che, a quanto pare, si sono sentite ‘spodestate’ e messe da parte, tanto da aver assunto inizialmente un atteggiamento polemico nei confronti del sindaco Mongelli, reo – stando alle voci – di non averle consultate per la scelta. «È una polemica incomprensibile. – ha asserito Gianni Mongelli - Quello che abbiamo fatto è
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Sant’Agata educa alla legalità nel nome di Cavaliere
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I ragazzi della scuola Santagatese hanno approfondito degli elaborati inerenti alcune proposte di legge a firma del compianto parlamentare conterraneo Giunto all’ottava edizione, il Premio “Stefano Cavaliere” si è dato l’obiettivo anche quest’anno di ricordare la figura del politico originario di Sant’Agata di Puglia, con la partecipazione degli studenti dell’Ipsia “Piergiorgio Frassati” del paese dei Monti Dauni, sezione staccata dell’Istituto “Pacinotti” di Foggia. L’iniziativa è stata realizzata dall’Unitre dell’Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti, Presidente Prof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere, dalla Pro Loco “Pierino Donofrio” di Sant’Agata di Puglia e con il patrocinio del Comune di Sant’Agata di Puglia. I ragazzi della scuola di Sant’Agata di Puglia hanno svolto
temi inerenti ad alcune proposte di legge a firma dell’On. Avv. Stefano Cavaliere. Grazie alle lezioni svolte dagli avvocati Gianluca Guastamacchio, Rocco Maruotti e Gerardo A. Cavaliere, infatti, sono stati affrontate non solo le tematiche sul giusto processo, con la richiesta di istituire nella città di Foggia una sezione distaccata della Corte di Appello di Bari, ma anche quelle sulla certezza della pena. Gli spunti sono stati forniti dallo studio di alcune proposte di legge del politico santagatese, che risultano essere incredibilmente attuali, seppur a distanza di qualche decennio dalle rispettive formulazioni in Parlamento.
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I migliori elaborati sono stati premiati in occasione della manifestazione celebrativa, che si è svolta a Sant’Agata di Puglia, presso il Teatro comunale, lo scorso 31 maggio. La premiazione è stata preceduta dai saluti di Gino Russo (Sindaco di Sant’Agata di Puglia) e del Prof. Matteo Capra (Dirigente scolastico Ipsia “A. Pacinotti” di Foggia) e, a seguire, gli interventi in ricordo dell’On. Cavaliere, dell’On. Gianni Mongiello, e dell’On. Vittorio Salvatori. L’evento, coordinato da Gerardo
Lionetti (Presidente della Pro Loco “Pierino Donofrio” di Sant’Agata di Puglia), si è poi concluso con la relazione dell’Avv. Gianluca Guastamacchio (Docente Unitre). Prima uscita pubblica invece per il primo cittadino appena eletto Gino Russo che ha manifestato la volontà della nuova Amministrazione di stare vicino ai cittadini, alla Pro loco per la promozione del territorio e agli studenti e l’intenzione di garantire continuità a un Premio che educa alla cultura della legalità. I ragazzi della scuola di Sant’Agata di Puglia hanno appunto svolto degli elaborati inerenti alcune proposte di legge a firma dell’On. Avv. Stefano Cavaliere, grazie alle lezioni svolte dagli avvocati Guastamacchio, Rocco Maruotti e Gerardo A. Cavaliere, che hanno riguardato lo studio di alcune proposte di legge del politico santagatese, incredibilmente attuali, pure a distanza di qualche decennio dalla loro formulazione. Tra le tematiche affrontate, quella sul giusto processo, con la richiesta di istituire nella città di Foggia una sezione distaccata della Corte di Appello di Bari, ma anche quella della certezza della pena. Ottima la risposta degli allievi. Premiati fuori concorso Vincenzo Russo, Antonio Basile, Cristian Capuano, Gaetano Danza e Concetta Carrillo e poi al quarto posto Gerardo Marinaccio, al terzo Rocco Danza, al secondo posto Michele Lisi e sul gradino più alto del podio l’alunno Rocco Bellino.
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“I casi sono due” a candela si fa teatro
Domenica 15 a Candela la magica e suggestiva cornice dell’anfiteatro “Clelia Meloni” ospiterà lo spettacolo teatrale “I casi sono due”, commedia in tre atti di Armando Curci e Peppino De Filippo, che sarà portato in scena dalla compagnia dell’ANSPI Circolo Oratorio San Clemente Officina Teatrale di Candela, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Candela. Una commedia napoletana che coin-
Lo spettacolo di De Filippo sarà portato in scena domenica 15 giugno dalla compagnia dell’ANSPI Circolo Oratorio San Clemente Officina Teatrale di Candela
volge e diverte il pubblico, si ride, ma non solo, “I casi sono due” riflette sull’importanza di una vita spesa per i figli e sulla presunzione di colmare il vuoto tardivamente. Lo stesso spettacolo è stato già presentato lo scorso inverno a Venosa e l’incasso della pièce teatrale fù devoluta alla ricerca sulle malattie genetiche rare di TELETHON. Qualche settimana dopo è stata la volta del cineteatro di Mirabella Eclano. Quello di domenica sarà un omaggio della giovane compagnia candelese alla propria città, con la speranza di poter vedere crescere il gruppo teatrale ed anche le strutture che possano ospitare questo genere di spettacolo.
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“Potenzialità della nuova PAC in una Europa cambiata dalla crisi
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CANDELA - Palazzo “ RIPANDELLI “ - Ore 10.00 Saluti Nicola Gatta Sindaco di Candela Tommaso Lecce Sindaco di Orsara di Puglia Autorità presenti Introduzione Michele Mazzeo Presidente Coop. La Croce Farascuso Relatori Alberto Casoria Presidente Gal Meridaunia Gabriele Papa Pagliardini Dir di area Giunta Regionale Politiche Sviluppo Rurale Chiusura lavori Giorgio Mercuri Presidente Nazionale Fedagri Modera- Riccardo Carapellese Amministratore Coop. Agr. La Croce Farascuso Degustazione di prodotti tipici e preparati della Massaia
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Coop Agricola Croce-Farascuso
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Coop Agricola Giardinetto
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