reloaded 15 ottobre 2014
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:total entertainment
Sui Monti sventola
Bandiera Arancione 15 ottobre 2014
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Da Orsara a Bovino passando per Pietramontecorvino, Alberona, Sant’Agata e Rocchetta grande successo per la giornata del Touring Club Italiano dedicato ai comuni “premiati per il patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio e per l’offerta turistica d’eccellenza”
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Mandatario: Ercole Santarella
Il nuovo presidente della Provincia è Francesco Miglio
Ascoli e il terrore seminato dalle antenne
N. 8 del 15 ottobre 2014 Quindicinale d’informazione per giovani sull’intrattenimento e tempo libero dei monti dauni e della provincia di Foggia
Direttore responsabile Alessandro Gisoldi info@lostruscio.it
Direttore Editoriale Andrea Gisoldi redazione@lostruscio.it
Editore Zeropositivo Aps corso dauno irpino,10
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La collaborazione al giornale, la fornitura di articoli e foto è da ritenersi totalmente a titolo gratuito ed aperta a tutti.
Registrazione del Tribunale di Foggia n. 32/05
La leggenda di Agataone e de ”Lo ius primae noctis”
Gastronomia e futuro 28 Peppe Zullo porta il suo “orto dei miracoli” all’Expo di Milano
Grande successo per l’evento organizzato a Villa Jamele
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Cultura
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I Monti Dauni e le sue eccellenze da Bandiera Arancione
di Alessandro Gisoldi
Provincia, i Monti Dauni
ancora una volta a bocca asciutta
L’unico rappresentante dei piccoli comuni del subappennino è il Sindaco di Celenza Massimo Venditti. Niente da fare per Gatta, Danaro e Del Priore
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he la partita fosse combattuta su molti fronti lo si sapeva, ma che il risultato fosse così pieno di sorprese, penso se lo aspettassero in pochi. Stiamo parlando delle elezioni del nuovo Presidente della Provincia di Foggia, il primo eletto con il voto “ponderato” di sindaci e consiglieri comunali della Capitanata. A vincere è stato Francesco Miglio, sindaco di San Severo, con uno scarto minimo di voti: 48.302 contro i 48.180 di Franco Landella. Dunque la nuova provincia
sarà guidata dal centro sinistra per i prossimi 4 anni, anche se il primo partito resta Forza Italia. Ed è proprio nell’analizzare i risultati che vengono fuori le sorprese, come i voti mancanti a Miglio e destinati a Landella da parte di tre consiglieri comunali di Foggia, o come il non voto a Landella da parte di un consigliere comunale di Vieste che in poche parole ha determinato la sconfitta del Sindaco di Foggia. Risicatissimo il risultato di Mongiello fermo intorno al 3%, il candidato di “disturbo” del centrodestra, riesce nel gioco di
Vince di un soffio il centrosinistra e Miglio è il nuovo Presidente
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far naufragare il progetto Landella. Non solo a lui. Anche al sindaco di Apricena Antonio Potenza, altro forzista ma in questa campagna elettorale schierato con Miglio. Guardando la provenienza degli eletti è chiara la predominanza dei rappresentanti del capoluogo e delle altre 4 città più grandi. Questo sistema elettorale ha dimostrato (qualora ve ne fosse ancora bisogno) una fortissima penalizzazione per i rappresentanti dei piccoli comuni, specie quelli della dorsale dei Monti Dauni. L’unico eletto, infatti è l’alfaniano sindaco di Celenza Valfortore, Massimo Venditti. Ecco gli eletti, in ordine di voti ottenuti. A fianco a ciascuno di essi l’indicazione del Comune di appartenenza: Raimondo Ursitti (Foggia) Gianvito Casarella (Cerignola) Francesco Paolo La Torre (Foggia), Marco Camporeale (Serracapriola). Il Pd ha coqnuistato tre seggi che sono toccati a Pasquale Russo (Foggia), Generoso Rignanese (Foggia) e Francesco
La Torre (Manfredonia). Due i seggi ottenti da Capitanata Civica, lista che raggruppava le diverse liste civiche presenti nei consessi provinciali municipali, e che faceva riferimento a Miglio. Gli eletti sono Antonio Tutolo, sindaco di Lucera, e Rosario Cusmai (Foggia). Un seggio ciascuno a Uniti per la Capitanata che sosteneva Miglio (Gaetano Cusenza, San Giovanni Rotondo), Unione di Centro (Maria Anna Bocola, San Severo) e Nuovo Centro Destra (Massimo Venditti, sindaco di Celenza Valfortore). Dunque fuori dai giochi il forzista Nicola Gatta ( sindaco di Candela) e il democratico Nino Danaro (sindaco di Ascoli), due candidature che si sperava si trasformassero entrambe in elezione dei due sindaci. Ma così non è stato ed ancora una volta i Monti Dauni diventano la cenerentola anche politica oltre che sociale ed economica di questa provincia. Da Foggia o Bari si guarda a queste colline solo quando si ha bisogno “dell’asino porta voti”. È tempo di svegliarsi e di capire che bisogna che chi fa politica da queste parti deve fare la voce grossa e pretendere rappresentatività. Ora la partita si sposta alle regionali della prossima primavera e la speranza è che, capiti gli errori delle provinciali, i politici nostrani riescano ad ottenere quel seggio a Bari che tanto potrebbe far bene alla crescita di questo territorio. Sulla scrivania di Miglio si spera che trovi subito spazio la cartella contente l’emergenza viabilità, vera grande piaga dei Monti Dauni, motivo per molti centri di handicap socioeconomico. Ma senza rappresentanti sarà difficle che la voce che parte da queste colline possa arrivare fin dentro le fredde stanze di palazzo dogana.
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Biccari ha il suo
consigliere tunisino È tunisino il primo consigliere aggiunto della storia dei Monti Dauni:grande esempio d’integrazione
È tunisino il primo consigliere aggiunto della storia dei Monti Dauni. Tarek Jemmali è stato eletto dalla massima assise comunale nella seduta consiliare di ieri tra i cittadini extracomunitari del comune di Biccari. Trentatreenne emigrato dal Nord Africa da diversi anni, Jemmali è sposato e ha una moglie biccarese. A Biccari vuole vivere, lavora, paga le tasse osserva le leggi. «Questo è un esempio di integrazione rispettosa che abbiamo voluto premiare con la possibilità di
questa elezione – spiega il sindaco Mignogna– a testimonianza della vocazione alla accoglienza della nostra gente. Per farlo, abbiamo modificato nei mesi scorsi lo Statuto, consentendo così l’aggiunta di un consigliere che avrà un ruolo consultivo nell’assemblea cittadina”. Il Consiglio comunale di Biccari lo ha accolto con votazione a maggioranza (schede bianche dall’opposizione), inaugurando un nuovo percorso di integrazione che pone Biccari all’avanguardia nelle politiche di partecipazione.
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Le antenne di Ascoli che diffondono la morte
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di Germano Sarcone
Come mai tre stazioni radio grosse quanto palazzi giganteggiano su una piccola cittadina come Ascoli Satriano? Questa domanda ce la siamo posta in tanti ma mai nessuno ha saputo darci una risposta. Quasi mezzo secolo fa, in seguito ai lavori per la copertura delle reti RAI e Telecom, qualcuno ebbe la brillante idea di impiantare due imponenti stazioni radio nei pressi del centro abitato, sulle colline Serpente e S. Potito, dove oggi sorgono scuole pubbliche
e asili. Come possiamo vedere dalle foto, tutta la città è blindata da una fitta rete di onde che producono una cappa elettromagnetica. Secondo una ricerca eseguita in Brasile nella zona di Belo Horizonte, l’esposizione alle radiazioni dei “ripetitori” ha causato la morte di oltre 7.000 persone a causa di tumori. Il pericolo deriva dalla costante attività delle Stazioni: emettono forti radiazioni da radiofrequenza pulsata. Studi relativi alla pericolosità delle stazioni
Due imponenti stazioni radio nei pressi del centro abitato e a due passi da scuole e oratori seminano silanziosamente il terrore
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radio base sono stati condotti anche nella città di San Francisco, oltre ad Austria, Germania e Israele. Adilza Condessa Dode, coordinatrice dello studio di Belo Horizonte spiega che “ i livelli di radiazione sono alti e pericolosi per la salute umana. Più vicini si vive a un’antenna, maggiore sarà l’esposizione al campo elettromagnetico”. Persino l’Organizzazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro ( International Association for Research on Cancer, IARC ), dopo aver
esaminato attentamente le varie ricerche ha concluso che le onde elettromagnetiche sono un possibile elemento cancerogeno. Ai potenziali rischi per la salute va aggiunto il forte valore antiestetico. Da anni ormai l’Amministrazione Comunale di Ascoli cerca invano di ottenere la Bandiera Arancione, il famoso marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli comuni dell’entroterra italiano. E puntualmente, tutti gli anni, la richiesta viene rigettata Ebbene si, la città dei Grifoni, con ben due parchi archeologici ( quello dei Dauni e di Faragola), un polo museale, una domus romana, un castello e un bellissimo centro storico, non riceverà mai il famoso marchio di qualità che, a causa degli “antennoni”, rimarrà per sempre un sogno nel cassetto. Qualche mese fa alcuni genitori del posto hanno avviato una raccolta di firme. Farsi portavoce di un impegno comune richiede sforzi impegnativi notevoli e tutti i cittadini ascolani hanno il dovere e l’obbligo di appoggiare questa petizione. Tutti per uno, uno per tutti!
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La giornata delle Bandiere Arancioni ha visto i Monti Dauni Capitale della Puglia e del Sud Italia. Grande successo di pubblico per gli eventi di Sant’Agata di ERREBI
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Nel colore della festa il calore dell’accoglienza
remito di visitatori giunti da ogni dove, domenica 12 ottobre, in occasione della Giornata delle Bandiere Arancioni, Sant’Agata di Puglia ha saputo coniugare la vivacità dell’organizzazione con il calore dell’ospitalità attraverso un’accoglienza che si è colorata di arancione. Come il colore della bandiera che il Touring Club Italiano ha affidato anni or sono al piccolo e caratteristico centro del Subappennino, riconoscendogli così il meritatissimo ruolo di realtà dell’entroterra capace di distinguersi per l’ottima ospitalità e l’attitudine a valorizzare il proprio patrimonio culturale. Una delle peculiarità che in qualche modo caratterizza Sant’Agata di Puglia, infatti, è proprio il senso dell’ospitalità che arricchisce e rende unico questo splendido e
Sopra lo spettacolo nel cortile del castello sant’agatese. A destra: Il Sindaco Russo alle prese con un Falco
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gente, con l’accoglienza dei turisti in piazza e la distribuzione di una borsa con prodotti tipici e materiale informativo; con le visite guidate e curate dalla Pro Loco; con la mostra permanente del “Come Eravamo”, dell’Associazione Santagatesi nel Mondo; con il Museo Etnografico, dell’Associazione “Il Belvedere del calzolaio”; con il suggestivo e antico frantoio ipogeo della famiglia Nova; con le visite alle antiche chiese e all’incantevole borgo medioevale. La bella e storica cornice del Castello, infine, ha offerto ai visitatori l’opportunità di assistere ad un emozionante e coinvolgente spettacolo di falconeria, con ambientazione medievale e figuranti, esposizione di rapaci e mercatino di prodotti locali. L’ottima organizzazione del Comune, l’apprezzabile collaborazione delle associazioni e la lodevole disponibilità delle attività ricettive sono stati gli ingredienti giusti che hanno trasformato la Giornata delle Bandiere Arancioni in una vera e propria festa del turista, a dimostrazione del fatto che insieme, tutti uniti, si può fare meglio e di più.
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ricercato angolo della provincia foggiana. Ospitalità che in occasione della manifestazione dedicata ai “Paesi Bandiera Arancione” si è trasformata in una festa il cui esito positivo va ascritto alla capacità organizzativa dell’Amministrazione comunale, alla fattiva collaborazione delle associazioni locali e alla splendida disponibilità delle molteplici attività ricettive. In prima fila, l’attivissimo sindaco Gino Russo, che in questi suoi pochissimi mesi di carica pubblica ha dimostrato con impegno e presenza assidua il suo attaccamento al paese. Con lui, assessori e consiglieri comunali, i vari responsabili delle associazioni locali e gli operatori commerciali: ognuno con il proprio ruolo, ma tutti uniti dalla voglia di dimostrare che far parte di una rete d’eccellenza nazionale, come quella favorita dal Touring Club con la “Bandiera Arancione” non solo è importante per valorizzare il paese e la sua capacità ricettiva, ma è anche fondamentale per portare una migliore, positiva visibilità al paese ai fini dell’incremento turistico. A tale scopo, la giornata è stata davvero interessante e coinvol-
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A Rocchetta l’accoglienza è arancione
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occhetta Sant’Antonio invasa dai visitatori ‘arancioni’ che hanno partecipato alla Giornata Bandiera Arancione del Touring Club Italia. Dalla mattinata, infatti, il centro subappenninico è stato addobbato dalle bandiere del TCI, dai palloncini arancioni e da decine di espositori di prodotti locali.Rocchetta è alla sua terza giornata per le Bandiere Arancioni. Un evento che diventa ogni anno sempre
Foto Anna Trecca @rockeninnananne
più apprezzato dai turisti del circuito Touring Club. Anche quest’anno, nonostante le difficoltà legate ad una pessima viabilità, centinaia di persone sono arrivate nel piccolo comune dei Monti Dauni al confine tra la Campania e la Basilicata. Registrato il tutto esaurito nelle strutture ricettive e nei ristoranti del paese, oltre ovviamente al sold out della sagra della Mucca Podolica.
La Giornata Bandiere Arancioni è per Rocchetta un appuntamento che, ogni di anno in anno richiama un numero crescente di turisti. L’edizione 2014 della festa ha confermato questa tendenza e il clima primaverile ha contribuito alla perfetta riuscita dell’evento La giornata è trascorsa tra visite guidate ai monumenti e al monastero dell’Annunziata, spettacoli di artisti di strada, degustazioni gastronomiche e spettacoli musicali. «Siamo lieti di poter accogliere gli ospiti aderenti a quest’iniziativa nella nostra città - ha sottolineato il sindaco Ranieri Castelli – Il mio scopo come sindaco è quello di rendere sempre più appetibile Rocchetta, che vanta un patrimonio artistico ed architettonico di tutto rispetto, puntando su un turismo di qualità e, anche grazie al circuito del Touring Club Italiano, stiamo raggiungendo quest’obiettivo». Il network delle Bandiere Arancione è uno
strumento importante per promuovere i piccoli centri meno conosciuti dove la vita si svolge ancora con i ritmi del passato, centri che sanno offrire un’accoglienza di qualità. Questi comuni offrono a tutti i turisti, anche nel corso dell’anno, servizi ed eventi che andrebbero meglio rivalutati e comunicati. La Giornata delle Bandiere Arancioni serve proprio per far in modo che tutti i turisti che hanno avuto l’opportunità di scoprire le bellezze del territorio, degustare prodotti tipici e apprezzare un luogo del quale, a giudicare dai feedback ricevuti, parleranno in maniera positiva, creando un passaparola promozionale.
Macelleria Monti Dauni
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Vitelli Maiali Puledri da allevamenti locali
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di M.R. De Leonardis
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E Bovino Festeggia con San Celestino la Bandiera Arancione Anche quest’anno a Bovino si sono svolti i festeggiamenti in onore di San Celestino, soldato martirizzato dai Romani per la sua conversione al Cristianesimo, il cui corpo è conservato, quasi integro insieme ad un’ampolla del suo sangue, all’interno di un’urna in vetro custodita nella Chiesa ottocentesca di S. Maria delle Grazie o dei Morti, presso cui ha sede la Confraternita della Buona Morte che
festeggia ogni anno il Santo nella seconda domenica di ottobre. Come per ogni festa che si rispetti dove c’è il sacro c’è anche il profano, e così sabato 11 ottobre, per aprire i festeggiamenti di San Celestino, si è tenuta la ‘sagra d’autunno’ con castagne, bruschette, cicatelli e fagioli, formaggi locali e vino, tipicità ed eccellenze gastronomiche che hanno attirato non pochi visitatori
Grandi festeggiamenti nel centro subappenninico per il Santo soldato Romano con sagre, processione e concerti da tutta la provincia che, per una sera, hanno invaso e rianimato il Borgo Antico. Suggestiva e solenne la processione che nella mattinata di domenica 12 ottobre ha attraversato le principali vie del centro storico, addobbate con i tricolori appesi ai balconi, nel corso della quale Bersaglieri e confratelli hanno condotto a spalla l’urna contenente il corpo del santo. A seguire il corteo la Fanfara dei Bersaglieri, il clero bovinese, il simulacro della Madonna delle Grazie, il gonfalone del Comune di Bovino con le autorità civili e militari, la banda musicale ed i fedeli.
Altro momento solenne, svoltosi nella serata di domenica, è stata la deposizione delle corone d’alloro al Monumento dei Caduti nella Villa comunale, presso la lapide dedicata al bersagliere bovinese Serafino Lombardi e al Monumento dei Caduti sito in piazza Boffa, tutte accompagnate dall’esibizione della Fanfara. Dalla domenica mattina fino al lunedì è stata allestita inoltre l’ormai nota fiera di ottobre, da sempre grande richiamo per tutto il territorio dell´Appennino Dauno. A chiudere la festa, domenica sera, l’esibizione musicale del gruppo locale ‘I Principi del Liscio’ e un affascinante spettacolo pirotecnico.
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Splendido il colpo d’occhio sulle tavolate allestite per la Sagra delle tipicità
Sono stati più di 800 i visitatori che, domenica 12 ottobre, sono giunti a Orsara di Puglia per partecipare alle iniziative della Giornata Arancione. Splendido il colpo d’occhio sulle tavolate nel cortile di Portone del Giudice, dove sono state 300 le persone che hanno confermato la propria prenotazione per la Sagra delle tipicità orsaresi. La parte restante dei visitatori, dopo aver partecipato alle visite guidate del mattino, ha fatto registrare il sold out nei ristoranti del paese. Il successo della Giornata Arancione a Orsara di Puglia, tuttavia, va anche oltre i numeri. Sui social network, dove è stata realizzata una vera e propria cronaca in diretta della giornata, i gruppi arrivati da Andria, San Severo, Foggia, Manfredonia e dalle regioni limitrofe hanno espresso gradimento e soddisfazione per il livello dell’accoglienza e dell’organizzazione. Visite guidate, sport, gusto e ospitalità: sono stati questi gli “ingredienti” della “Giornata della Bandiera Arancione”. Il programma della giornata è cominciato alle ore 10, con l’accoglienza in uno degli ambienti dell’antico Palazzo della Principessa Solofra e la distribuzione ai vi-
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Orsara si colora d’arancio per accogliere i turisti sitatori di un “sacchetto qualità”. Alle 11.30 hanno preso il via le altre attività. Alle 13.30, in Largo San Michele si è tenuta la Sagra delle tipicità orsaresi. I visitatori hanno modo di gustare alcuni prodotti e piatti tipici della tradizione di Orsara. Tutto all’insegna del “km zero”: dall’antipasto al pancotto, dai “cicatielli” fagioli e borragine alla salsiccia con patate e peperoni, per continuare con soffritto di maiale, frutti d’autunno e dolci tipici. La prima Sagra delle tipicità è stata organizzata da Acao (Associazione Commercianti e Artigiani Orsaresi) e ristoratori del paese con la collaborazione del Comune di Orsara. La giornata si è conclusa con la visita alla Cantina del Paradiso di Peppe Zullo, una delle “Cattedrali del Vino” italiane celebrate dalla Biennale di Venezia. La partecipazione a tutte le iniziative è stata gratuita, fatta eccezione per la sagra che prevedeva un costo di 10 euro a persona. Orsara di Puglia, intanto, si prepara già al prossimo evento. Come ogni 1 novembre, nel paese dell’orsa tra due settimane si celebrerà il grande rito collettivo dei Fucacoste e cocce priatorje (Falò e teste del purgatorio).
Organizzazione Concerti ed eventi
Germano Sarcone Presidente cell. 333 50 33 158
Associazione Culturale Musicale “MELODICA”
Corso Umberto I - Ascoli Satriano (Fg) - associazionemelodica@libero.it
Inoltre si organizzano corsi di Organizzazione Concerti ed eventi
Germano Sarcone Associazione Culturale Musicale “MELODICA”
Presidente
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facebook.com/associazionemelodica.ascolisatriano
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Per info e iscrizioni cell. 333 50 33 158 Associazione Culturale Melodica Corso Umberto I - Ascoli Satriano (Fg) - associazionemelodica@libero.it Corso Umberto I, 36 Ascoli Satriano (Fg) Cell 333 50 33 158
Tutto il Mondo nell’orto di Peppe Zullo
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di Alessandro Gisoldi
Sono arrivati in tanti a celebrare la Daunia e i prodotti della sua terra, grazie a Peppe, che con uno sforzo lungo 19 anni è finalmente riuscito a far capire che l’Orto è una fonte di gusto ma soprattutto di salute. Lo hanno ben capito i due sposi indiani che non hanno badato a spese (il loro matrimonio a Fasano è costato più di 10 milioni di Euro) e al pranzo hanno voluto proprio i prodotti semplici dei Monti Dauni ed hanno preteso che in cucina ci fosse il nostro Peppe Zullo, il cuoco contadino, come ama definirsi lui. Un uomo che dopo aver inseguito “l’american dream” è tornato nella sua orsara oltre 30 anni fa ed ha cercato di rivoluzionare il modo di cucinare non solo della ristorazione locale, madi tutto il mondo. Oggi lui diventa di diritto l’ambascitore dei Monti Dauni all’appuntamento con la storia:
l’Expo 2015 di Milano. All’esposizione universale Peppe Zullo porterà la sua Daunia con l’impegno di far ritorno portando il mondo sui colli del subappennino. Nella due giorni di Orsara lo chef-contadino ha ricevuto l’omaggio di tanti suoi colleghi provenienti da ogni parte d’Italia e del Mondo. Significativo è stato il riconoscimento del cuoco giapponese Kenichi Motoyoshi, che ha rivelato di aver conosciuto l’orto in tarda età arrivando ad Orsara e conoscendo Peppe Zullo qualche anno fa. Importanti anche le esperienze di due grandi chef italiani: Fabio Pisani e Pietro Parisi. Pisani ha portato le erbe spontaneee come i marasciuoli, le cicerchie e i torcinelli nella cucina di uno dei più rinomati ristoranti di MIlano il “ luogo di Aimo e Nadia”, mentre Parisi dopo aver girato il mondo ha de-
Lo chef-contadino di Orsara glorifica i “miracoli dell’Orto” e con i suoi prodotti in valigia è pronto a partire per l’Expo di milano, con la promessa di ritornare portando il mondo a conoscere le ricchezze dei Monti Dauni
ciso di seguire l’esempio di Peppe e aprire un ristorante a Palma Campania per tornare a dar valore ai prodotti dell’Orto della propria terra. Tra gli ospiti della diciannovesima edizione dell’appuntamento con la Daunia ci sono stati Antonio Pascale, presidente Slow Food; Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative; Fabio Renzi, presidente Fondazione Symbola; Angelo Inglese, sarto e stilista londinese; Roberto Di Vincenzo, coordinatore generale di “Tipici dei Parchi” e Pietro Zito, cuoco ristoratore, lo scrittore Guido Pensato e la giornalista canadese Monique Polloni, Sotto gli occhi di Maria Letizia Gardoni, presidente nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. Oscar Buonamano, direttore editoriale Carsa, invece ha coordinato gli interventi. «Il gusto e il valore nutritivo
dei prodotti e delle materie prime che vanno dalla terra alla tavola sono veicolo di salute e di buona economia. - sostiene Peppe Zullo -L’orto di Villa Jamele e gli orti di tutto il mondo sono la chiave di lettura di una modernità che non ricerca più la semplificazione artefatta ma la semplicità autentica, il valore delle culture e delle colture autoctone, la sostenibilità, il nutrimento materiale e spirituale dell’umanità». E questi sono i temi di Expo 2015, l’Esposizione Universale di Milano che mostrerà al mondo quali strade nuove possono essere intraprese per “nutrire il pianeta” assicurando “energia per la vita”. Con il diciannovesimo “Appuntamento con la Daunia”, idealmente, inizia l’ultima tappa di un lungo viaggio che ha portato Peppe Zullo e la sua cucina in giro per il globo e ora, con “L’Orto dei Miracoli”, proietta il cuoco orsarese e la sua filosofia proprio verso Expo 2015.
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Servizio fotografico di Rocco Lamparelli
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La legenda di Agatone nel Castello di Sant’Agata C’è uno strano ritratto che da secoli accoglie quanti si accingono a varcare l’imponente portone del Castello di Sant’Agata di Puglia. È un affresco posto proprio sotto la volta d’ingresso alla rocca. Raffigura un soldato in armatura, con in una mano la spada e nell’altra uno scudo. Intorno all’immagine, si legge netta la scritta: “Agatho Dux Arcis Sanctae Agatae / Mori Potius Quam Foedari” ossia: Agatone Duca della Rocca di Sant’Agata / È meglio morire che essere fiaccati. Alcuni storici locali sostengono nei loro scritti che il dipinto fu fatto realizzare nel XVIII secolo dai Marchesi Loffredo al fine di ricordare Pandolfo IV, Principe di Capua e padrone, nell’anno mille, del maniero. Un’antica leggenda popolare, invece, narra
di Erredibi
che il dipinto rappresenti il Capitano Agatone, superbo, quanto crudele fondatore di Rocca Sant’Agata. Il mito di questo misterioso personaggio ancora oggi è molto vivo nella memoria collettiva del paese. Ogni santagatese, infatti, per averla sentita raccontare sin da bambino, conosce bene la leggenda di Agatone, il condottiero che fece costruire la Rocca sulla cima della montagna e impose al popolo lo “Ius Primae Noctis”, riservandosi, in caso di matrimoni tra popolani, il diritto alla prima notte. Una leggenda che tuttavia vede l’amore prevalere sull’odio e la giustizia trionfare. Non ad opera del popolo, però, come sempre accade nelle rivoluzioni reali, ma per mano di un singolo uomo: un umile barbie-
re, armato solo di un granstici va notato come de orgoglio e ...di un rasoio nel medioevo vi furono affilato. Un rasoio che pose numerose rivolte dei fine, stando alla leggenda, contadini in occasione alla vita infame del signorotdelle quali venivano to santagatese il quale finì redatte in forma scritta sgozzato proprio per mano richieste e lamentele di un barbiere che, prossidei rivoltosi. In questi mo al matrimonio, non volle «Lo ius primae noctis è una straor- testi non si trovano mai sottostare alla crudeltà del accenni allo ius primae tiranno e alla legge infame dinaria fantasia che il medioevo ha noctis, né a soprusi sesdello ius primae noctis. creato, che è nata alla fine del me- suali d’altro genere”. Ma proprio a proposito di dioevo, ed a cui hanno creduto così Che dire, allora, tornanquesta antica prepotenza do alla leggenda innandei potenti nei confronti tanto, che c’era quasi il rischio che zi raccontata? Semplidei deboli, e delle leggende qualcuno volesse metterlo in prati- cemente che la stessa, che ad essa si rifanno, siamo come tutte le altre, è un ca davvero, anche se non risulta che tipo di racconto che apandati a cercare in internet notizie dello “ius primae sia mai successo davvero. In realtà è partiene alla tradizione noctis”. orale, come il mito e una fantasia: non è mai esistito. » Questa che segue, in sintesi, le fiabe, e quindi nella (Alessandro Barbero, storico) la risposta di Wikipedia, la narrazione mescola la nota enciclopedia online: “In Italia esistono di- vita con la fantasia, con il meraviglioso. versi luoghi in cui, nelle leggende di fondazione E a noi non piace “uccidere” le favole. Ecco perdel paese o della città, viene menzionato lo ius ché continuiamo e continueremo a raccontare primae noctis. Tra questi vi sono Roccascalegna, della povera fine del superbo condottiero AgaMelissa, Dolceacqua, Sant’Agata di Puglia, Fiug- tone, che non finì da eroe sul campo di battagi, Onzo e Montalto Ligure. [...] Oltre all’assenza glia, ma perì miseramente per mano di un umile di riferimenti legislativi ufficiali civili o ecclesia- barbiere che riscattò, così, il popolo oppresso.
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Gli austriaci ci fanno conoscre un’altra ascoli
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di Germano Sarcone
Si sono concluse dopo ben diciassette anni le ricerche archeologiche nel territorio di Ascoli Satriano condotte dall’Istituto per le Scienze Archeologiche Leopold Franzens dell’Università di Innsbruck. Dal 1997 ad oggi sono state realizzate diciannove campagne di scavo, di cui tre sulla collina del Serpente ( dove oggi sorge il Parco Archeologico dei Dauni ) e quattordici in località Giarnera Piccola, sede di uno dei più importanti abitati di epoca daunia. I risultati conseguiti in questi anni sono il frutto di un’intensa collaborazione tra l’Università austriaca e il Comune di Ascoli Satriano. Il sito di Giarnera, situato nella fascia pedecollinare a pochi km dal centro moderno di Ascoli, ci ha restituito tracce consistenti di un popolamento molto articolato, formato da capanne
Dal 1997 ad oggi l’Università di Innsbruck ha realizzato ben19 campagne di scavo. Il comune conferisce i “Grifoni d’Oro” alla Prof.ssa Astrid Larcher per i suoi studi sulla comunità daunia di Ausculum
arcaiche di forma circolare e da strutture abitative realizzate con zoccolo in pietre e tegole e alzato in materiale deperibile; tutti elementi che ci riconducono all’ampio quadro cronologico che va dall’ VIII al IV secolo a.C. Ai resti del popolamento sparso si aggiungono le presenze funerarie, con tombe di varia tipologia, connesse a percorsi cerimoniali ( selciati ) realizzati in ciottoli di fiume. Proprio nei pressi di un lastricato in ciottoli vi era una delle tombe più importanti dell’archeologia funeraria di Ausculum: la tomba del tipo a grotticella 5/07, composta da quattro defunti, due di sesso maschile ( di cui uno corredato da un cinturone in bronzo ) e due di sesso femminile. Il ricco corredo che adornava la camera della tomba era formato da ben 130
Dopo la scomparsa dal calcio professionistico del 2012, i rossoneri ritornano in serie “C”
reperti: 28 vasi subgeometrici, 33 ceramiche a vernice nera, 7 vasi del tipo Gnathia, 10 vasi in ceramica sovraddipinta, 8 lekythoi a reticolo e 27 vasi apuli a figure rosse. Questo vasto assortimento di ceramica era completato da un unico vaso in bronzo, un bacile con manici, e da ornamenti, quattro fibule d’argento, una collana di perle in pasta vitrea. La tomba 5/07 apparteneva sicuramente alla storia familiare di un ristretto numero di individui aristocratici che, secondo l’usanza tipica delle gens daunie, manifestavano il proprio desiderio di apparire come “detentori” del potere. Purtrop-
po anche il sito di Giarnera non è esime dal fenomeno “tombaroli”, grande cancro che attanaglia l’intera capitanata sin dai primi anni del ‘900. Grande merito agli studi sulla comunità daunia di Ausculum va alla Prof.ssa Astrid Larcher, coordinatrice delle indagini archeologiche qui ad Ascoli Satriano. Visto e considerato ciò, l’Amministrazione Comunale, in occasione della conferenza di presentazione delle campagne di scavo, ha conferito alla studiosa austriaca la cittadinanza onoraria e il premio “Grifoni d’oro”.
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Rubrica a cura della Dott.ssa Giuseppina Cappa psicologa
PsicoLogica...Mente
I giovani e le NEW ADDICTION
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- piacere e sollievo durante la messa in atto del comportamento; - percezione di perdita di controllo; - persistenza del comportamento nonostante la sua associazione con conseguenze negative. Tutto ciò non interviene casualmente nella vita delle persone, ma è conseguenza di una vulnerabilità di base L’Internet addiction, le droghe o il gioco d’azzardo hanno quindi come scopo principale il cambiamento della percezione di sé e dell’ambiente circostante: servono a modificare lo stato di coscienza ordinario, il cui disagio e la cui sofferenza non possono essere regolati in altro modo. Esse sembrano essere l’espressione di un disagio psichico profondo e di un malessere culturale vasto e pervasivo, richiamando la nostra attenzione sulla necessità di ascoltare e decodificare una domanda di aiuto che si esprime spesso con modalità paradossali; si manifesta un desiderio di fuga dalle difficoltà della vita quotidiana e un’incapacità a tollerare la sofferenza psichica che porta, a volte quasi consapevolmente, a rinunciare all’uso del pensiero critico in favore di modalità patologiche.
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a cosa sone le New Addiction? Con questo termine Chi intendiamo tutte quelle ne abusa cambia nuove forme di dipenla percezione di sé denza in cui non è e dell’ambiente implicato l’intervento di alcuna sostanza circostante chimica quindi di droga. L’oggetto della dipendenza è in questo caso un comportamento o un’attività lecita e socialmente accettata: le più note sono il Gioco d’Azzardo Patologico, la Dipendenza da Internet, le Dipendenze da Tecnologia. Anche se non vi è assunzione di sostanze chimiche, il quadro fenomenologico è molto simile a quello della tossicodipendenza e dell’alcolismo. Diversi studi evidenziano come, sia le Nuove Dipendenze, sia quelle determinate dall’uso di sostanze presentano delle somiglianze che possono essere così riassunte: - la sensazione di impossibilità di resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento; - sensazione crescente di tensione che precede immediatamente l’inizio del comportamento;
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´Zucchero artistico´: un pasticcere troiano medaglia d´oro
Si chiama Francesco Aquilino, è di Troia - professione pasticciere – e ha appena conquistato un premio dal sapore internazionale: la medaglia d’oro a Innsbruck all’interno della FAFGA, una delle più importanti fiere e competizioni dedicate alla pasticceria in Europa, che si è tenuta lo scorso 18 settembre. Aquilino ha guadagnato il gradino più alto per la categoria ‘Zucchero Artistico’, tra concorrenti giunti da ogni parte del mondo. Aquilino, da sempre eccellenza stimata della cittadina troiana, ha vinto con un’opera ispirata al mondo marino (foto nel tondo).
Ascoli Satriano campione del Mondo di danza Sono saliti sul gradino più alto del podio, a guardare il mondo da lassù gli atleti di Ascoli Satriano del Centro studi Danza SanGiovanni che nella serata di domenica 28 settembre hanno vinto il Mondiale di Danza tenutosi presso l’Italia Palasport di Olbia.Il successo mondiale arriva ad Ascoli qualche mese dopo il tricolore conquistato ai campionati italiani. I campioni del mondo della scuola ascolana sono: Guglielmo Mancini, Marika De Finis, Martina Longo, Romina Schiffer Sciarappa, Sabrina Paoletti, Alessia Cardone, Rita Cetta, Francesca Paoletta, Angela Aspromonte, Michela Baccaro, Roberta Abbruzzese, Doriana Popolo, Carmen Severo, Diletta Di Palma, Michela Paoletti (insegnante del gruppo nonché atleta), Leo Bucci.
A Candela nuove borse di Lavoro per i disoccupati Al via le nuove borse di lavoro a favore di persone disoccupate in condizione di svantaggio. A promuoverle è ancora una volta il Comune di Candela. L’esperimento iniziato nei primi mesi del 2014 ha avuto esiti positivi tanto da indurre la giunta canelese a riproporre il progetto. «Visto il crescente disagio sociale, abbiamo deliberato l’aumento del limite massimo ISEE dichiarato nel 2013, portandolo da 5.000€ a 7.500€, in modo da permettere l’accesso alle Borse Lavoro al maggior numero di cittadini candelesi. - sottolinea il Sindaco GattaMentre lo Stato centrale latita, noi amministratori locali ci schieriamo a difesa e tutela dei più deboli».
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A Bovino rivive una ricchezza storica
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L’Antica Stazione di Posta è diventata un vero e proprio ‘contenitore culturale’ e una location per eventi di classe.
Realizzata nella seconda metà del sec. XVI su una preesistente mansio romana (stazione di sosta), l’Antica Stazione di Posta del Ponte di Bovino si trova lungo una delle vie consolari strategiche per l’Antica Roma, la Minucia che, con la Traiana, era percorsa dagli eserciti romani diretti alla conquista dell’Oriente. Fin dall’istituzione del servizio postale regolamentato dagli Stati è stata una delle stazioni di posta più importanti. Il re di Napoli nel ‘700 l’aveva destinata a sede dei Procacci di Foggia e di Lecce, per la cui sicurezza le erano state assegnate cinque guardie armate.
Dal 1870 in poi il sevizio postale inizia ad utilizzare il treno e l’Antica Stazione di Posta diventa così deposito per lo stoccaggio del carbone usato per alimentare le locomotive a vapore. Con il passaggio al motore diesel per le locomotive, la struttura verrà destinata a caserma della gendarmeria e, nella seconda guerra mondiale, accoglierà le truppe alleate. Nel secondo dopoguerra, per circa un decennio dal 1947 al 1956, l’Amministrazione dei Monopoli di Stato la sceglie come sede per la selezione del tabacco coltivato nei poderi dei Guevara e nei territori delle province campa-
ne di Benevento ed Avellino. L’Antica Stazione di Posta, che è rimasta fino al 1966 di proprietà dei duchi di Guevara, verrà poi acquistata da privati e utilizzata per varie finalità. Nel 2007 la struttura è stata valorizzata esteticamente grazie a due progetti cofinanziati dalla Regione Puglia e dalla Comunità Europea, ora l’Antica Stazione di Posta è diventata un vero e proprio ‘contenitore culturale’ (all’interno sono stati allestiti dei laboratori di ceramica) e una location per eventi di classe. A gestire la struttura è la società Dema Srl che dal 2011 organizza: matrimoni, comunioni, convegni, concerti e feste in genere. Per prenotazioni o per visitare l’Antica Stazione di Posta è possibile contattare il numero: 3883453480 o inviare una mail a: info@stazionedipostabovino.it.
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La Carnaleta, dove la Pizza è diventata leggenda
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ui la pizza è entrata nella leggenda, quando si parla di pizza buona sui Monti Dauni non si può non parlare della “Carnaleta” di Candela. Un ristorantino tipico dei Monti Dauni, realizzato in uno stile architettonico che rispetta l’idea di trattoria tipica. Da oltre vent’anni Rosario incanta i suoi ospiti con una pizza che ha un gusto straordinario
Il ristorante di Candela da qualche tempo apre anche a pranzo con un menù a prezzo fisso a 13€
ed inimitabile. Da segnalare senza dubbio la “rosario” e la “Carnaleta” due pizze originali di questo locale dal gusto intenso e unico. Ma la Carnaleta non è solo pizzeria, è un ristorante tipico che sà deliziare i pro pri ospiti con antipasticchi ricchi di peculiarità territoriali e con primi e secondi che ogni giorno vengono proposti in base alla stagionalità delle materie prime. Da qualche tempo “La Carnaleta” resta aperta anche a pranzo con un menù a prezzo fisso di 13 euro offrendo un primo, secondo e contorno, frutta, acqua e vino. Un modo per accogliere anche turisti o lavoratori dipassaggio nelle zone di Candela, offrendo una cucina di qualità ad un prezzo modico.
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