Lo Struscio 24 Gennaio 2015

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118si salvi chi può 24 gennaio 2015

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Il 118 sui Monti Dauni perde ulteriori postazioni medicalizzate. In caso di emergenza da codice rosso c’è il rischio di aspettare anche un’ora per un soccorso. Ma a Bari tutto questo non lo sanno

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Un falò di Rocchetta San’Antonio

Le feste invernali sui Monti Dauni

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Da Ascoli Satrino ad Accadia, passando per Rocchetta, Deliceto e Castelnuovo eventi caratterizzati da antiche tradizioni, gastronomia e folklore AscNell’intimità dei piccoli centri dei Monti Dauni ci sono sicuramente le feste patronali invernali. Piccoli eventi di intenso protagonismo popolare che si differenziano dalle feste estive per un fascino intrinseco radicato nella tradizione e difficilmente trasformato in appuntamento commerciale. Falò, prodotti tipici, fuochi artificiali ed usanze bizzarre sono alla base di un inverno dove l’aria di festa si mescola con il clima pungente e l’allegria della gente. A differenziare in modo particolare queste feste sono i programmi ricchi di usan-

ze e di buoni sapori molto lontani dalle serate agostane con cantanti milionari e concerti assordanti. In inverno sono altre le priorità. Sono sopratutto i riti, tramandati da padre in figlio, a tener banco con gare e competizioni tra quartieri o gruppi organizzati. Ascoli Satriano Si parte da Ascoli Satriano con santo martire Potito, nativo della cittadina dauna. San Potito e la sua festa sono l’occasione per vivere momenti sacri e momenti ludici senza dover rinunciare alla buona cucina. Viene celebrato


Il “ciuccio di San Potito prima dell’accensione

Il Ciuccio di San Potito e i Falò di Sant’Antonio, San Mattia e San Sebastiano sono gli appuntamenti fissi dei primi giorni dell’anno

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il 14 gennaio, e dal 18 al 20 agosto per consentire a chi non può assistere alla celebrazione di gennaio. Il busto del santo viene portato in processione per le vie del paese e poi riportato in cattedrale e nella piazza di fianco ad essa si brucia il cosiddetto “ciuccio”. La leggenda narra che un mulattiere di Tricarico si dirigeva verso Ascoli Satriano, sul tratturo Palmo-Palazzo d’Ascoli-Foggia e il torrente Carapelle. Nella sua carovana vi era un asino che stanco per il lungo viaggio e per il pesante carico che trasportava, affondò nei fanghi della mefite da dove non poté in alcun modo essere tirato fuori. Il mulattiere spostò il carico di merci sulla soma di un’altra bestia e, senza perdere tempo, soppresse il povero asino sul posto. Da buon com-

merciante, ebbe cura di scuoiarlo per vendere la sua pelle. Prima di rimettersi in cammino, rivolse una preghiera a San Potito, che si diceva martirizzato in quella località. Percorso un tratto di strada, il mulattiere sentì i ragli lamentosi del suo asino. Impressionato dal fenomeno tornò indietro e vide la bestia scuoiata venirgli incontro. Felice del recupero della bestia, le rimise addosso la pelle ma a rovescio. L’asino, così conciato, lo guidò nuovamente sulla mefite, dove era risorto miracolosamente. Tornato in quel posto il mulattiere, convinto di trovarsi di fronte a un evento straordinario, prese a scavare, pregando, tra i fanghi della mefite, dai quali affiorò il corpo intatto di un adolescente. Certo di aver scoperto il corpo di San Potito, il mulattiere compose degnamente le sacre spoglie e per commemorare l’evento prodigioso, gli ascolani presero a recarsi in pellegrinaggio sul luogo del martirio del loro Santo. Quell’evento viene ricordato con una tradizione molto particolare. Un asino in ferro battuto viene ricoperto di fuochi pirotecnici che una volta accesi illuminano la notte ascolana in una danza-passeggiata lungo la piazza principale della città. Scintille e fiumi di fuoco rappresentano il sangue zampillante dell’asino scuoiato ritornato miracolosamente in vita. Rocchetta Sant’Antonio Dopo Ascoli è la volta di Rocchetta con la festa patronale dedicata a Sant’Antonio Abate. Tre giorni ricchi di appuntamenti (15, 16 1 7 gennaio) tra sapori tipici e tradizioni bizzarre. Tra queste vi sono i falò della notte del 16 che preannunciano il dì di festa dedicato al Santo Patrono. A differenza dei falò che siamo solita-

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mente abituati a vedere, a Rocchetta non è la durata del fuoco ad esser premiata e neanche la mole del falò ma la grandezza della fiamma. Lingue di fuoco si innalzano anche per svariate decine di metri raggiungendo spaventose altezze. I falò, realizzati con paglia e ginestre, riescono a rapire l’attenzione del visitatore coinvolgendolo nella suggestiva fiaccolata tra trak e bengala. Oltre al santo, a Rocchetta, è la municipalità ad esser festeggiata con ricchi buffet e particolari usanze che vedono i cittadini ossequiare l’amministrazione comunale con abbracci ed auguri come succede in una festa di compleanno. Oltre al fuoco anche gli animali sono al centro dei festeggiamenti con una benedizione che riesce a creare un ponte tra il passato e il presente. Difatti, dinanzi alla piccola chiesa della Maddalena si ritrovano grandi e piccini con ogni tipo di animale per chiedere la santa protezione di Sant’Antonio. Dalle capre ai pesciolini rossi tutti in piazza per festeggiare e per far vivere una giornata diversa sopratutto ai bambini. Alle tradizioni si alternano i buoni sapori con sagre e degustazioni, totalmente

La sagra del soffritto a Rocchetta San’Antonio

offerte dal Comune, dove a primeggiare è il succulento soffritto di maiale affiancato da caciocavallo, lardo “tacciat”, “cucul cu re fittl”, capocollo, taralli e dolci tipici come sospiri, calzoncelli e cartellate. Sant’Antonio però non è solo una prerogativa di Rocchetta. Monti Dauni Settentrionali Difatti il santo si festeggia anche ad Alberona, Biccari e Castelnuovo della Daunia. In modo particolare ad Alberona nella giornata del 17 i falò riscaldano i visitatori per l’intera nottata e


accanto ai ceppi ardenti si può degustare ogni ben di dio con particolare dedizione ai piatti a base di carne di maiale. Idem a Biccari dove, oltre al buon cibo e ai falò, anche la musica si ritaglia il proprio spazio con le antiche cantate “‘nzammaruchèle”. La caratteristica principale è la forma dialettale, tramandata nelle rime attraverso le generazioni, senza mai trovare trascrizione vera e propria. Il tema delle canzoni era come sempre l’amore, che si trasforma in odio, in sdegno quando non veniva corrisposto. Per cui esistevano, canzoni d’amore, di sdegno e di lagnanza. Venivano cantate sull’altalena, nel periodo di Carnevale che inizia proprio nella festa di Sant’Antonio. A pochi chilometri di distanza la festa di Sant’Antonio viene celebrata con enormi falò anche a Castelnuovo della Daunia. Il tutto parte dalla chiesa di San Nicola dove è conservata la statua del santo per poi riempire vicoli e piazze con cataste di legna date alle fiamme. Anche qui i buoni prodotti accompagnano la serata tra salsiccia e torcinelli e canti popolari fino a quando il falò non

I fuochi di San Sebastiano ad Accadia

si esaurisce. Nel passato il fuoco benedetto veniva portato in casa per alimentare bracieri e camini, auspicando la protezione del santo. Accadia Da Sant’Antonio a San Sebastiano. Si ritorna nei Monti Dauni meridionali e precisamente ad Accadia con la festa del 20 gennaio. Anche qui è il fuoco a caratterizzare l’evento. I giovani del paese creano vari gruppi e realizzano falò nei vari quartieri partecipando ad una gara con premi in natura. Il primo premio è costi-

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il falò di S. Mattia a Deliceto

tuito da mezzo maiale, mentre il secondo da un mezzo agnello e un caciocavallo. San Sebastiano è considerato anche il protettore dei vigili urbani e per questo le polizie municipali dei centri foggiani si radunano ad Accadia per rendere omaggio al santo patrono. Suggestiva è la serata, con immersi fuochi caratterizzati dalla presenza all’interno di interi arbusti interrati in fasci di legna e paglia. Buoni prodotti e sopratutto il buon vino fanno da cornice a momenti danzanti e a lunghe tavolate con fagioli e soppressata. Ad Accadia inoltre vi è un vero costume tipico della festa caratterizzato da lunghi mantelli a ruota e cappellacci. Giovani ed anziani li indossano per tutta la serata che si conclude nell’aula consiliare del municipio per la premiazione dei falò più meritevoli. Palazzo

di città si trasforma in uno stadio con cori di gioia e slogan per richiamare l’attenzione della commissione giudicante. Deliceto A chiudere la rassegna di usi e tradizioni è Deliceto con i fuochi di San Mattia il 24 febbraio. Con questa manifestazione Deliceto unisce il profano di un antico rito pagano alla sacralità della figura di S. Mattia apostolo. Nei giorni che precedono questa data il paese si mobilita per la preparazione dell’evento e grandi mucchi di legna vengono preparati in vari angoli del paese. Al tramontare del sole del 24, quando il buio cala sul paese, le strade iniziano a illuminarsi fiocamente di piccole luci che crescono gradualmente fino a rivelare enormi cataste di legna ardente.

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Riordino118: Salvarsi sui Monti Dauni è un vero miracolo di Laura Capra

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Postazioni medicalizzate ridotte all’osso e per un soccorso si rischia anche di aspettare un’ora. Da Celenza Valfortore ad Anzano di Puglia è un vero disastro

conclamato che per soccorrere un paziente grave ci sono in media 10 minuti di tempo per tentare di salvargli la vita. Standard che nei Monti Dauni non possono essere garantiti sia per la mancanza di una viabilità efficiente ma soprattutto a causa nuovo piano del 118 della Regione Puglia che ha previsto il taglio di alcune postazioni. Nel riordino è sopratutto il Preappennino a pagare il prezzo più alto lasciando solo il Punto di primo intervento a Troia ed un solo mezzo medicalizzato ad Anzano, mentre nel vecchio piano erano previsti mezzi e postazioni anche a Volturino ed Ascoli Satriano. Quindi intervenire per un infarto o una morte improvvisa significa realmente perdere ogni speranza di salvare il paziente poichè l’arrivo di un’ambulanza con medico a bordo vuol significare tempi di attesa che superano anche i 45 minuti e siccome il tempismo è decisivo nell’emergenza-urgenza, per salvarsi non resta che sperare nella Provvidenza. Sì perché se per gli standard previsti dall’Agenas (l’agenzia nazionale dei servizi sanitari) le previsioni per gli spostamenti sono di 8 minuti nella cinta urbana e 20 minuti fuori dai perimetri cittadini, nel caso del Subappennino si può incorrere facilmente in situazioni per cui serve almeno un’ora per raggiungere il presidio più vicino.


Una delle ambulanze sui Monti Dauni

Questo va bene per i territori che non presentano ostacoli particolari, non certo per le zone disagiate. Considerando i punti di primo intervento di Lucera e Troia, un cittadino di Carlantino o di Faeto non impiega meno di 45 minuti per il tragitto. Se poi il mezzo medicalizzato è già impegnato, si supera sicuramente l’ora di attesa. Per questo, il sindacato dei medici ha chiesto che venga almeno ripristinata l’automedica a Volturino (per coprire la parte nord) ed un mezzo mobile a Troia (per l’area centro). Anche al sud dei Monti dauni vanno riviste le cose soprattutto perchè, ad esempio, è più facile collegare Fog-

gia a Rocchetta piuttosto che Anzano. Ma ad essere tirata in ballo è anche l’Asl di Foggia, il cui management in questi anni non avrebbe saputo imporre a Bari le necessità ed i bisogni del territorio. Inoltre anche l’organizzazione andrebbe revisionata tra pubblico-privato e volontariato. Se il sistema fosse organizzato con i crismi dell’integrazione tra sistema pubblico e volontariato forse funzionerebbe meglio. Mettere in concorrenza queste due anime, con professionisti che lavorano da 15 anni nel sistema dell’emergenza ma mascherati da volontari e dipendenti del pubblico, è profondamente sbagliato.

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Da Candela parte un itinerario tra sapori e tradizioni con eventi organizzati all’interno dei ristoranti del progetto European Country Inn

locande da favola nel tour del gal

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l GAL Meridaunia, dopo aver individuato le locande nel territorio dei Monti Dauni, avvia di fatto le attività locali del progetto “European Country Inn – Le Locande d’Europa”. Un progetto di cooperazione transnazionale finanziato dalla Regione Puglia e che vede impegnati ben 11 Gruppi di Azione Locale (Colline Joniche, Daunofantino, Del Capo di Santa Maria Di Leuca, Piana del Tavoliere, Terre di Murgia, Terra dei trulli e del Barsento, Cilento, Terre Aquilane, East PeakInnovation Partnership, Leader Lappland) con Meridaunia, GAL capofila. Ad aprire le danze è il Ristorante “L’Orecchietta” di Candela, dove si è tenuta la conferenza stampa che ha illustrato il progetto con il programma degli eventi organizzati in ognuna delle locande. Alla conferenza hanno preso parte il presidente del GAL Meridaunia, Alberto Casoria, e gli attori principali della Rete Locande del GAL Meridaunia tra cui il padrone di casa Ercole Santarella. Momento Cruciale della giornata è stata la firma del protocollo d’intesa tra Meridaunia e i rappresentanti delle locande (nella foto). Da febbraio a giugno nelle 8 locande che si sono aggiudicate

il bando (Posta Guevara, Orsara di Puglia; Castel di Pietra, Pietramontecorvino; Palazzo D’Auria Secondo, Lucera, 15/3, Castelluccio Valmaggiore; Pampanelle, Lucera; Marianeve, Troia; Le Fontanelle, Celle di San Vito; Monte Preise, Orsara di Puglia) si svolgeranno diverse iniziative finalizzate a recuperare la dimensione tradizionale, sociale e culturale dell’enogastronomia pugliese e dei Monti Dauni, ad iniziare dall’ospitalità e dall’accoglienza fino alla qualità del cibo. L’obiettivo è quello di condividere e promuovere un nuovo modello di ospitalità rurale che possa dare impulso alle produzioni agroalimentari tipiche dei territori coinvolti.


Il kmZero diventa pig Continua la campagna della Macelleria Monti C Dauni di Rocchetta

Porrari mostra la certificazione della carne di Vitello dellAzienda agricola Pasquale Silvestri

ontinua la campagna “genuinità e salute” della Macelleria Monti Dauni di Rocchetta Sant’Antonio. Difatti, il patron Franceso Porrari ha aggiunto nuovi elementi alla filiera della genunità riducendo ancor di più i chilometri tra produttore e consumatore. L’ultimo ingresso è costituito da una gamma di animali dell’Azienda Agricola Pasquale Silvestri che dista poche centinaia di metri dal punto vendita di Corso Dauno Irpino. Al vitello si aggiungono prodotti della tradizione gastronomica locale a base di carne di maiale rigorosamente allevato sui Monti Dauni tra Ascoli Satriano e Orsara di Puglia. Dalla carne a Km zero Porrari realizza succulenti guanciali, prosciutti, soppressate, salsiccia e lardo tacciato; stagionati e aromatizzati secondo tradizione e già apprezzati con gran successo nella rassegna gastronomica della festa di S. Antonio a Rocchetta. Tra le curiosità a km Zero, la Macelleria Monti Dauni ha lanciato la porchetta di qualità dauna cucinata con metodi tradizionali e con spezie ed erbe aromatiche made in Monti Dauni. Un vero paniere di prodotti che non solo hanno la garanzia del km0 ma anche prezzi imbattibili

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Le bellezze made in Monti Dauni in giro per il mondo

Marialuigia: da Orsara a regina Italo-venezuelana di Michele Celeste

Nelle foto di Franco Cautillo la bellissima Marialuigia Cericola

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a bellissima orsarese Marialuigia Cericola rappresenterĂ per i prossimi 5 anni la bellezza italiana in Venezuela favorendo i rapporti di cooperazione commerciale con il paese latinoamericano. Una vera svolta per l’intero crinale dei Monti Dauni che esporta stupendi volti oltre che allettanti sapori. Il suo presente è nella moda a

Per i prossimi 5 anni rappresenterĂ la bellezza italiana in Venezuela


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Cericola quest’anno sarà protagonista della settimana della moda di Milano, dell’apertura dell’Expo, del Festival del Cinema di Montecarlo e parteciperà alle selezione di Miss Italia e Miss Mondo

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cui si dedica con passione ed impegno mentre il suo futuro potrebbe orbitare attorno al mondo del cinema. A soli 23 anni è una ragazza con mille sogni ma anche molto concreta e tenace. Il suo cammino è partito proprio dalla Capitanata con una fascia indossata a Manfredonia e promossa dall’associazione che promuove la cooperazione tra Italia e Sud America. Un compito, quello di rappresentare i due Stati, che Marialuigia sicuramente porterà a termine con gran maestria tenendo sempre la mente e i ricordi ad Orsara di Puglia, dove ha mosso i suoi primi passi e dove ha coltivato le sue passioni. Già da un paio d’anni il suo volto ha calcato le passerelle più importanti tra Roma e Milano, ma la sua energia e bellezza sono state valorizzate sopratutto nel Salento dove ha realizzato numerosi servizi fotografici per l’Atelier Cavalli. Quest’anno l’agenda di Marialuigia Cericola sarà fitta d’impegni sarà protagonista della settimana della moda di Milano, dell’apertura dell’Expo, del Festival del Cinema di Montecarlo e parteciperà alle selezione di Miss Italia e Miss Mondo. ­Ma la bellissima e conturbante lady di Orsara, non ha solo la moda nel cassetto dei suoi sogni, ma anche la carriera militare. Ha infatti tentato con un concorso pubblico di entrare nell’esercito e, nello stesso tempo, ha imboccato anche la via del cinema e dello spettacolo con l’iscrizione a Milano all’accademia del Cinema Attori del centro di Produzione meneghino. «Sono fiera delle mie radici – racconta Marialuigia – e mi piacerebbe poter valorizzare questi luoghi attraverso le mie esperienze, sopratutto nel mondo del cinema e dello spettacolo. Spero di poter quanto prima fare esperienze nel mondo del grande schermo per poter mettere in campo il mio carattere semplice e solare».

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Chi è la wedding planner e cosa realmente fa? Chi è la wedding planner e cosa realmente fa? Ormai siamo bombardati da tante trasmissioni televisive che ci fanno vedere il matrimonio e la sua organizzazione in tutte le salse. Ma cosa fa la wedding planner, è ancora un mistero per tante future spose, sia quelle che hanno il coraggio di avvicinarsi a me, e sia per tutte quelle che invece, spaventate dal sentito dire neppure si avvicinano. Innanzitutto il mito da sfatare, è che costa Tanto. Anzi paradossalmente affidarsi ad una professionista del settore, vuol dire, risparmiare tempo e denaro. Tempo perchè piuttosto che fare giri estenuanti da fornitori per preventivi, quando si ha una wedding planner è lei a farlo al posto degli sposi. Denaro, perchè il compito della wedding planner è quello di progettare un matrimonio su misura, secondo budget e desideri degli sposi. Molto spesso quindi fa risparmiare la coppia o addirittura,fa evitare le spese inutili, o visto che si realizza un budget planning con gli sposi, non si avranno spese improvvise, che i futuri sposi non avranno calcolato. Sicuramente progettare un matrimonio con una wedding planner, vuol dire avere un matrimonio su misura, costruito secondo il tipo di coppia che si è, Io consiglio sempre di partire da un tema, un colore o anche uno stile per il matrimonio, e poi da li tutto viene scelto con gli sposi, dalla scelta della location, degli allestimenti floreali e non,fino ad arrivare al viaggio di nozze. Divento la compagna di avventura, a volte sono definita il loro angelo custode, per tutto il loro percorso affinchè tutti i dettagli del matrimonio


possano raccontare un pò della storia degli sposi. Altro aspetto importante è che grazie alla wedding planner, sicuramente si ha la possibilità di godersi il matrimonio. Infine il giorno del matrimonio gli sposi non dovranno incaricare più nessun parente, mamma o sorelle, perchè ci sarà la wedding planner a verificare e controllare che tutte le scelte fatte siano state realizzare e sistemate così come desiderato dagli sposi, e godersi il giorno più importante della loro vita. Io personalmente sono una manager del matrimonio, non mi occupo solo di un aspetto o delle decorazioni o di creare un buffet di degustazione, ma di supportare e sostenere gli sposi in tutto il percorso dell’organizzazione del loro matrimonio, e soprattutto di risolvere eventuali problemi. Ma mi rendo conto che per una coppia di futuri sposi che pensa di farsi aiutare da una wedding planner, non è facile scegliere la persona adatta all’organizzazione del loro matrimonio. Così seppur da operatrice del settore.... voglio darvi qualche pillola per aiutarvi nella scelta di una brava WEDDING PLANNER: • Innanzitutto non vi fermate all’apparenza... non sempre chi pubblica immagini sui siti internet o sui social, è un vero professionista. Organizzare un matrimonio è una responsabilità. • Assicuratevi che abbia un’attività, una sede ed una regolare partita iva: la professionalità si misura anche da questo! Per qualunque problema od esigenza sapete dove trovarla. • Verificate che abbia organizzato davvero qualcosa, non semplicemente creato una mise en place, o un buffet di degustazione, ma bensì che abbia progettato, organizzato e coordinato più matrimoni. • Un professionista, in qualunque ambito, chiede un compenso! Se si offre di farlo gratis, o non è un professionista, oppure guadagnerà in altro modo, ossia dai fornitori che in modo sottile vi consiglierà di avere per il vostro matrimonio, magari con una percentuale.p • Infine la vostra wedding planner deve essere la VOSTRA persona di fiducia, seguite il cuore...e scegliere bene! La mia prima consulenza è gratuita... se avete bisogno di conoscere ed avere maggiori informazioni sul mio lavoro come wedding planner.... non esitare a contattarmi ^_^

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ad Ascoli diventa un’impresa

«Dev’essere stato un uomo saggio ad inventare la birra» così disse Platone in una sua massima, ma se la birra è made in Monti Dauni Platone avrebbe dovuto fare i conti con Orazio con i suoi decantati versi sulla terra di ascolana. Proprio da Ascoli Satriano nasce una nuova scommessa che vede i due giovani imprenditori Pasquale Amarena e Paolo Guadagno protagonisti di una vera avventura nella realizzazione di un birrificio artigianale doc. La storia inizia quando Paolo, dopo gli studi in Australia, è tornato in Italia ed ha iniziato ad approfondire la sua passione per la birra di qualità, seguendo dei corsi di formazione organizzati in Veneto, che gli hanno permesso di conseguire l’attestato di Birraio artigianale. Dopo aver acquisito le giuste conoscenze ha incontrato Pasquale, che ha sposato da subito l’idea di aprire un birrificio artigianale. E così dall’unione tra le conoscenze di Paolo e la disponibilità di una masseria di famiglia da parte di Pasquale è nato il Birrificio artigianale delle puglie (questo il nome dell’attività). Un parto non facile che vede la nascita dell’iniziativa imprenditoriale dopo diversi anni di difficoltà a cau-


Paolo e Pasquale fanno nascere ad Ascoli Satriano il primo Birrificio artigianale dei Monti Dauni. Il sogno di due giovani imprenditori diventa una realtà da subito apprezzata dai consumatori ed intenditori

sa di trafile burocratiche. Una nuova avventura, questa del Birrificio delle Puglie venuta alla luce solo grazie alla grande volontà e testardaggine dei due giovani imprenditori. Le birre prodotte saranno realizzate secondo ricette studiate appositamente da Paolo e Pasquale con grande attenzione alle materie prime. Oltre all’orzo maltato di qualità e selezionati luppoli, le birre sono prodotte con l’acqua di un pozzo artesiano presente nella tenuta dove nasce il birrificio con proprietà organolettiche eccellenti. Sempre sulla scia del chilometro zero i due imprenditori si sono già prefissati l’obiettivo di arrivare presto anche a produrre l’orzo e i luppoli necessari per la produzione nel territorio ascolano. Le birre della linea Iapigia hanno carat-

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teristiche e peculiarità che oggi offrono al consumatore una birra di qualità superiore e di grande sapore con un bouquet di raffinato gusto e sfumature grazie anche all’attenzione profusa nella produzione totalmente artigianale, con quantità limitate ed esclusive che per il momento raggiungono i 1000 litri al mese, garantendo una linea selezionata capace di soddisfare sia il consumatore generico che i grandi intenditori. Il primo vagito è quello di Daunia, la prima birra della linea Iapigia entrata in commercio a dicembre. Si tratta di una birra chiara commercializzata in bottiglie da mezzo litro o in fusti per la spillatura che ha già riscontrato un grande successo nonostante siano passati pochi giorni dal varo. A fine febbraio, invece, è prevista la produzione di una seconda tipologia di birra voluta da Paolo e Pasquale per poi lanciare entro la prossima estate una terza Birra che completerà la linea dedicata interamente alla terra pugliese (Iapigia è l’antico nome della terra di Puglia) capace di rinfrescare anche le giornate più torride che caratterizzano la Capitanata. Tre categorie di birra che entrano a far parte della grande famiglia Iapigia, fiore all’occhiello di Paolo e Pasquale e del Birrificio delle Puglie. Un vero salto in avanti per Ascoli Satriano che completa una filiera agroalimentare composita e già capace di farsi apprezzare in tutt’Europa tra olio, vino, carni, pane ed ora anche birra… per regalare l’eternità come recita un vecchio adagio irlandese.

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Una nuova vita per il castello Per secoli è stata la dimora delle famiglie nobiliari del posto - i Miroballo e Piccolòmini - che ne avevano ereditato la proprietà dopo la fondazione in epoca normanno-sveva. Poi, il lento declino, nonostante fosse stato riconosciuto monumento nazionale, all’inizio del Novecento. Ora, sta per tornare all’antico splendore il castello di Deliceto, magnifica fortezza con mille anni di storia che sorge su tre

livelli. Infinite le opere di ristrutturazione: questa è la volta buona, grazie all’impegno scrupoloso di una ditta locale. Gli interventi di restauro termineranno nelle prossime tre settimane. Poi, dopo i collaudi, entro Pasqua il castello dovrebbe riaprire i battenti in modo definitivo. Negli ultimi anni, era stato possibile visitare il maniero solo in poche occasioni, con visite guidate organizzate dalla Pro Loco.

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Alberi e piante contro il disagio psichico Alleviare il disagio psichico attraverso l’interazione con la natura e, in particolare, la cura del patrimonio vivaistico. E’ l’obiettivo del progetto di Orto-Silvoterapia promosso dal Comune di Orsara di Puglia in collaborazione con l’Arif (l’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali), il Centro Salute Mentale e il Centro Diurno ‘Itaca’ di Troia e il Consultorio Familiare di Orsara di Puglia. Nell’ambito dell’iniziativa, si è svolta a Deliceto la cerimonia di piantumazione dell’abete donato per Natale dal comune di Orsara. L’albero è stato sistemato accanto alla struttura che ospita il Centro di salute

Deliceto adotta l’abete di Orsara Messo a dimora l’albero donato dal gruppo di lavoro dell’Ortovolante

mentale e il Centro Diurno ‘Arcobaleno’. L’iniziativa è realizzata dalla cooperativa sociale ‘Med training’ di Foggia e coinvolge sette persone con disagio psichico, impegnate in attività laboratoriali e didattiche in ambito forestale ed orto-colturale, che si svolgono nel vivaio forestale di Orsara. In vista del Natale, erano stati consegnati ai comuni del comprensorio numerosi alberi. Ora è cominciata l’attività di piantumazione, a cura di chi li ha ricevuti in dono. La finalità del progetto è quella di imparare a prendersi cura di se stessi, ad avere fiducia nelle proprie capacità e a relazionarsi con l’ambiente.


DELICETO La costruzione del castello di Deliceto inizia nel X secolo, ad opera dei Bizantini che in quel periodo dominavano gran parte della Puglia.

Entro Pasqua sarà completata la ristrutturazione dell’antico maniero che domina Deliceto Seicentomila euro il costo degli interventi, realizzati grazie a fondi comunitari. I lavori hanno riguardato sia le mura esterne che gli interni: in particolare, sono stati realizzati gli impianti elettrici, antincendio e di videosorveglianza. Sono state allestite, inoltre, una sala convegni e i locali per l’esposizione di reperti archeologici scoperti sui Monti Dauni. Il castello ha svolto anche un’importante funzione sociale: nel secondo dopoguerra ha accolto numerosi sfollati, mentre tra gli anni Sessanta e Settanta ha ospitato le scuole del paese.

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È lunga tre metri, larga, e alta, circa due: stiamo parlando di una grande roccia che racchiuderebbe un fossile marino di circa 50 milioni di anni fa.

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LA PIETRA SUL MONTE CROCE E IL SUO ANTICO SEGRETO Le pietre sono maestre mute, scriveva Goethe, esse rendono muto l’osservatore e la cosa migliore che da esse si apprende non si può raccontare. È altrettanto vero, tuttavia, che esistono pietre che hanno la capacità di riportarci storie importanti e insolite, belle ed intriganti, che meritano di essere riportate. Si tratta molto spesso di storie che riaffiorano dal ricordo di cronache narrate altrove e poi dimenticate, vicende che ci riportano fatti e circostanze che il tempo spietato trascina nell’oblio sottraendole alla memoria e al territorio. Ma può un grosso masso nascondere in sé un segreto incredibile e grande anche più delle sue stesse dimensioni? Ebbene, a Sant’Agata di Puglia parrebbe proprio di si. Vero è, del resto, che il caratteristico paese del Subappennino Daunio, a tutti noto con l’esclusivo e simpatico appellativo di “Loggia delle Puglie” conta nel proprio territorio numerosi e particolari macigni che, a vario titolo, meritano sicuramente di essere raccontati. Cominciamo, allora, da quella che tutti in paese da sempre chiamano: “La Preta re lu Monde”, un grande masso rotondeggiante situato a circa due terzi dalla base sul fianco sud-ovest del monte della Croce, un rilievo culminante con due piccole cime tondeggianti vicinissimo al paese. Nell’

di ERREBI

interessante “Vocabolario del dialetto Santagatese” edito dal Comune di Sant’Agata di Puglia nel 1983, così lo scrittore Gino Marchitelli, autore del pregevole volume, descrive questa enorme roccia: “Prima del rigoglioso rimboschimento, quando il monte era completamente brullo e pieno di erbacce, la pietra era meta dei giochi dei ragazzi che avevano modo di arrampicarsi sulla sommità, facilitati dalle molte piccole concavità che il macigno presentava sui fianchi. Disposto con l’asse maggiore da monte a valle, la pietra é lunga poco meno di tre metri, larga circa m 1,80 e alta, in media, m 1,90”. Ma qual è la singolarità di questo enorme masso? A spiegarcelo è proprio lo stesso Gino Marchitelli, il quale a pagina 162 del suo volume traccia i contorni di una storia tanto insolita quanto interessante: “…Nel 1980 l’amico Vincenzo Russo, fratello dell’Assessore Provinciale avv. Leonardo [papà di Gino Russo, attuale sindaco di Sant’Agata di Puglia (ndr)], appassionato di mineralogia, avendo notato sul macigno delle incrostazioni di fossili marini, riuscì a staccare un consistente frammento allo scopo di farlo esaminare scientificamente per conoscere la natura dei fossili e la loro età”. A questo punto, nel protrarsi del racconto e nelle parole dello scrittore santagatese la storia si fa ancora più intrigante e coinvolgente: “…Il Prof. Char-


Le foto sono di Michele Perrone

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riér, dell’istituto di Mineralogia del Politecnico di Torino, in una circostanziata relazione in data 19-4-1980, afferma che il frammento inviato dal Russo “non ha in superficie un conglomerato di fossili marini, ma é, per intero, una cellula di un unico individuo preistorico di grandi proporzioni”. Egli ha assegnato al monte l’età di 100 milioni di anni, - prosegue il Marchitelli - facendolo risalire, cioè, al periodo cretaceo caratterizzato dall‘attività di molluschi lamellibranchi costruttori di recinti del tipo corallino. Il fossile, dell’età di 50 milioni di anni ha la peculiare struttura delle rudiste». È da presumere, quindi, che al momento dell’immane sconvolgimento geologico, - conclude l’autore del libro - mentre le acque si ritiravano, il mollusco, per la sua grande mole, si sia arenato senza alcuna possibilità di guadagnare il mare. Conseguentemente si può ritenere che l’attuale fossile emergente sia soltanto una parte del suo corpo che certamente si trova ancora imprigionato nella sabbia compatta”. Questa, in definitiva, la storia che abbiamo riletto con piacere dal libro dell’architetto Gino Marchitelli e che abbiamo voluto riportare per condividerla su queste pagine. E non c’importa che sia attendibile o meno. Quel che riteniamo utile, infatti, non è sapere se in quella grande roccia esista realmente un animale preistorico. Ci piace pensare, invece, che questa storia, con il suo alone di mistero, per il fatto stesso di averla riportata e condivisa, continua ancora a vivere. Vera o fantastica che sia.

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Il sogno della Famiglia Di Miscio diventa realtà a Tenuta Rinaldi

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L’agriturismo inaugurato ad Ascoli promette di soddisfare i palati dei propri ospiti con piatti ricercati e di alta qualità, circondati dalla splendida cornice architettonica dell’antica Masseria poderale

Mangiar bene e vivere momenti di vero relax e divertimento sono al vertice della lista delle priorità per la Famiglia Di Miscio patron della stupenda Tenuta Rinaldi. Un posto incantevole (a soli 3 chilometri dal centro abitato di Ascoli Satriano) che si affaccia sul territorio con una vista panoramica dalla quale si domina l’intero Tavoliere fino ad arrivare al Golfo di Manfredonia e al Promontorio del Gargano. Aria salubre e tanta quiete sono i presupposti ideali per una giornata in pieno relax da vivere nella Tenuta magari in compagnia della famiglia o del partner. Sedersi a tavola significa vivere un ambiente raffinato ma familiare, con

un’ampia scelta di antipasti, primi e secondi piatti, in un perfetto connubio tra sole e terra, tutto accompagnato da un vasto assortimento di vini e distillati. La Tenuta Rinaldi è il sogno realizzato della famiglia Di Miscio, da generazioni ormai impegnata con evidente successo in attività imprenditoriali del territorio. Il concetto di ristorante, è perfettamente inserito nell’antica masseria padronale, composta da diversi caseggiati. La struttura che ospita il ristorante è stata ricavata dalla ristrutturazione di un’abitazione di mezzadri ed una stalla, portando alla luce l’antica struttura con particolari architettonici appartenenti al passato. Il pro-


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getto di Tenuta esperto di piatti Rinaldi è quello di senza glutine, sperimentare abpermettendo binamenti innoagli ospiti celiaci vativi rivisitando La passione per le cose buone e il desiderio di unire di poter deguclassiche ricette tradizione e innovazione, ci spingono ogni giorno a cercare stare le prelidella cucina non le materie prime migliori, conservandone la nitidezza batezze della solo nazionale, ma Tenuta senza integrando sapori e tradizioni internaziona- rischi. Una volta a tavola vi consigliamo di non li per riproporre a tutti i clienti un menu alla perdere l’opportunità di assaggiare i cavatelli carta sempre diverso e ricercato, con portate di grano arso speck funghi e ceci neri che lache rispecchiano la lunga tradizione culinaria sciano al palato un mix di sapori di alto gusto pugliese. La cura dei particolari, l’accoglienza e raffinatezza. Passando al secondo vi consifamiliare e la pace che regna nella tenuta sa- gliamo una tagliata di vitello locale imprezioranno la piacevole cornice del vostro soggior- sita da erbe spontanee e contorni. Ma ogni no, dei vostri eventi, delle cene o degli ape- piatto della Tenuta riesce ad esaltare le sfumaritivi che potrete ture dei prodotti godere nel ristotipici pugliesi che rante ricavato da in questo luogo una vecchia staltrovano la masla e da un’abitasima espressione zione di mezzadri in ricette rivisitaripristinati facente partendo dalla do fede ai vecchi tradizione della stili di costruziocucina contadina ne con pietra a povera ma carica vista. Nell’incantevole Tenuta la cultura dell’o- di sapori. Il tutto bagnato da vini pugliesi e spitalità è di casa con ampio patio dove poter delle regioni limitrofe, consigliati dal persotrascorrere serate d’estate all’aria aperta e una nale, da accostare ai piatti con gran maestria. comoda sala da 150 coperti. Dalla struttura alla tavola tutto è selezionato con minuziosa attenzione garantendo gustosi piatti intorno ai quali poter vivere momenti di inteso piacere. Un agriturismo diverso dal solito perchè punta sulla qualità del cibo, del servizio e dell’accoglienza con uno staff composto da professionisti e guidato dallo stellato chef Mondi Xhelali con esperienza internazionale e con una vasta conoscenza di cucina pugliese tanto da collezionare diverse cattedre in svariati istituti alberghieri. Lo Chef inoltre è un

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Dopo i bagordi delle feste

I chili van via ... mangiando bene!!!

di Pasqualina Capuano Tecnologo Alimentare

Finiti i bagordi culinari tipici delle feste natalizie, si comincia a fare i conti con il malumore legato a quei chili di troppo di cui ci accorgiamo dopo l’Epifania. Che fare? Il primo proposito è:“ mi metto a dieta”! Ma quanto può funzionare mettersi a dieta? Davvero poco. In realtà, se si vogliono risolvere i problemi di peso è bene evitare di mettersi a dieta, quando questa significa fare continue rinunce, pesare quasi tutto e stare attenti a tutto ciò che si mangia. Alla lunga, questo tipo di restrizione peggiora lo stato di salute. Questo accade quando, dopo un certo periodo di dieta, la mente si stressa perchè si è costretti a rinunciare anche alla più piccola “voglia”. In secondo luogo è evidente che quando ci si mette a dieta l’organismo capisce che è in condizioni di carestia e si difende rallentando il metabolismo. Più lento è il metabolismo, maggiore è la difficoltà di perder peso. Le continue rinunce imposte da una dieta ipocalorica severa, inoltre, con il tempo

ci portano ad essere depressi, ansiosi, irritabili fino a perdere il controllo davanti alle offerte di cibo ed abbandonare la dieta, scatenando così una perdita dell’autostima. A questo punto vi chiederete: cosa devo fare per buttar giù questi chili? La soluzione: cambiare il proprio stile di vita, imparando a conoscere gli alimenti, a riconoscere e a rispettare la fame, la sazietà e le “voglie”. Detto così sembra molto complicato, ma in realtà è più semplice di quel che si pensa, perchè una volta acquisito un comportamento alimentare corretto si è capaci di diventare autonomi davanti al cibo e di smaltire i chili in più in modo consapevole ed efficace; solo così si può evitare di entrare in quel circolo vizioso fatto di chili che si perdono e poi si riprendono, poi si perdono nuovamente e poi si riprendono ancora, classica sindrome dello yo­yo. La dieta, cura il sintomo (forse), ma non la causa. L’educazione alimentare cura prima la causa e poi il sintomo. A voi la scelta!

di Sebastiano Masciola

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Via Principe di Piemonte, 6 - tel.0885.653055 CANDELA (Fg)

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e ogni settimana tante novità sfiziose preparate da Sebastiano, pronte per cuocere

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Specialità carne di Scottona


LA BELLEZZA DELLA VITA SEMPLICE NEI LIBRI DEL POETA SANTAGATESE PIETRO PAOLO DANZA di Errebi

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Le foto a corredo dell’articolo sono di Michele Perrone

“Dedico queste povere pagine a tutti i santagatesi, sperando che siano piccoli specchi di ricordi che ci fanno sentire più vicini”. Si apre con questa semplice dedica uno dei due nuovi libri che il prof. Pietro Paolo Danza ha presentato a Sant’Agata di Puglia, suo paese d’origine, lo scorso dicembre presso la locale biblioteca comunale “don Lorenzo Agnelli”. L’iniziativa è giunta a Sant’Agata di Puglia a distanza di alcuni giorni dalla presentazione ufficiale delle stesse opere del poeta e scrittore santagatese, avvenuta presso l’aula Magna della Provincia di Foggia dove, a presentare i due libri, con l’autore c’erano: l’avvocato Michele Perrone, il dott. Giuseppe Rinaldi, la dott.ssa Rossella Palmieri e il prof. Davide Leccese. Con lo scrittore Pietro Paolo Danza, alla serata santagatese invece erano presenti il Sindaco di Sant’Agata di Puglia, Gino Russo, l’avvocato Michele Perrone e il dott. Giuseppe Rinaldi. Le chiama “povere pagine” Pietro Pao-

lo Danza, e già da tanto si può intuire di quanta sensibilità, amore ed umiltà questi suoi due nuovi libri siano intrisi. Pagine che grazie a la memoria attenta e profonda dell’autore e attraverso il suo stile narrativo agevole, poetico e vivace restituiscono, tra ricordi narrati, anche parte della memoria storica dell’intera comunità santagatese. Perché la vita, si sa, ha tante sfaccettature e mille risvolti che si arricchiscono di sentimenti intensi, di emozioni che solo l’anima gentile di un poeta riesce a donare attraverso parole che sgorgano direttamente dalla profondità del cuore per arrivare a toccare l’animo di chi legge. Ben vengano, allora, libri come questi che, narrando la vita, quella vera, quella fatta di momenti vissuti, di persone esistite e di affetti provati suscitano in chi legge la stessa emozione che si prova nel ritrovarsi a guardare una vecchia foto ingiallita. Una di quelle vecchie immagini dove con il personaggio in primo piano, in questo caso


Tra ricordi di umili case, vicoli di paese, volti antichi di uomini e donne di una volta, lo scrittore santagatese riporta istanti di un passato dove nonostante la povertà e la miseria si era ancora capaci di dedicare a se stessi, agli altri e alla propria terra amore e devozione. l’autore, si scorgono pure altri volti che magari al momento “dello scatto” erano lì solo per caso, ma che ora, tuttavia, fanno parte dello stesso fotogramma “scattato” e raccontato: appartengono quasi di diritto a quella stessa storia. Tra ricordi di umili case, vicoli di paese, volti antichi di uomini e donne di una volta Pietro Paolo Danza, con i suoi due nuovi libri, “Partire sperando-Tornare accettando” e “Sud” ci riporta istanti di un passato dove nonostante la povertà e la miseria si era ancora capaci di dedicare a se stessi, agli altri e alla

propria terra amore e devozione. Già solo per tanto, allora, il lavoro di recupero della memoria fatto da Danza merita il rispetto dovuto alle cose belle, a quelle cose che pur nella loro semplicità hanno l’abilità di farti assaporare il senso vero dell’esistenza. Quello stesso senso che oggi troppe volte inseguiamo affannosamente e spesso inutilmente per tentare di recuperare qua e la un po’ d’amore vero. Oggi che quando parliamo di miseria non ci riferiamo più alla povertà dell’avere, ma a quella dell’essere e del sapere.

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I bambini insegnano a riciclare A Candela il calendario della raccolta differenziata realizzato con i disegni degli studenti delle scuole

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n calendario con i disegni dei bambini dell’Istituto comprensivo “Giovanni PaoloII” di Candela per celebrare il settimo anno di raccolta differenziata porta a porta, è stato consegnato nel periodo natalizip a tutte le famiglie del comune di Candela. Un tocco di candore e di simpatia, che testimonia l’impegno a tutto tondo di Candela in ambito ecologico, dodici disegni che raccontano, dal punto di vista dei piccoli candelesi l’impegno quotidiano per mantenere più pulito il proprio paese e il mondo intero. Un calendario che accompagnerà le famiglie e la scuola in questo percorso di educazione ambientale e di rispetto dell’eco sistema in cui il ruolo dei bambini è stato fondamentale. «Anche quest’anno - sottolinea il Vicesindaco Pasquale Capocasale - abbiamo proposto a tutti gli alunni delle scuole di Candela, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, di presentare i loro disegni che illustrano il calendario ecologico sviluppando un tema particolare: “Candela si differenzia”. Abbiamo voluto che la loro fantasia cercasse i colori del nostro paese, e lo hanno fatto contagiando anche noi con la

loro gioia e con la loro fiducia. - Continua Capocasale -Del resto davvero Candela con la raccolta differenziata è diventato più pulito e colorato. I disegni raccolti rappresentano un modo nuovo e originale per guardare al nostro paese, ma portano con sé anche l’impegno a conservarlo, anche con gesti semplici e quotidiani, come quelli che accompagnano la raccolta differenziata. Il rispetto dell’ambiente e del territorio, infatti, deve diventare sempre più una cultura diffusa ed un impegno condiviso, soprattutto per noi adulti, perché i nostri figli ci guardano e si aspettano tanto da noi. Ai bambini, ai ragazzi ed ai loro insegnanti, un grazie di cuore». Nel calendario vengono riportati anche i dati degli ultimi anni di raccolta rifiuti. «I risultati sulla raccolta sono confortanti - commenta il Sindaco Nicola Gatta - e il trend è, come previsto, in crescita, per questo sono grato a tutti i miei concittadini, perchè hanno da subito dimostrato impegno e diligenza su un argomento così delicato come il rispetto dell’ambiente. Il proposito dell’Amministrazione è quello di raggiungere la media annuale del 65% di rifiuti differenziati».


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