romania

Page 1

Con il treno da Bucarest alle montagne dei Carpazi attraverso la Transilvania

La regione orientale della Romania è composta da sedici contee. Vi abitanto etnie di origine rumena, ungherese, rom, tedesca e sicula. Il paesaggio dal finestrino è affascinante. Il modo di vivere è rimasto immutato nel tempo l Testo e foto di Luciano Baccaro

Questa è una prova di didascalia per il nuovo progetto di reportage che stiamo facendo io e riccardo nei momenti liberi che ci lasciano quando non c’è nulla da impaginare

20

numero 34

numero 34

21


Luciano Baccaro Nelle foto di questo servizio, la campagna rumena con gli animali e gli abitanti tra Bucarest e i Carpazi, fotografata in alcuni casi dal finestrino del treno

D

alle pianure di Bucarest alle montagne dei Carpazi, in pieno inverno, modalità “on the road” sui treni, in compagnia di un amico scrittore, attraversiamo la Transilvania, costeggiamo foreste, città, piccoli villaggi, dove il freddo esalta la bellezza di un paese molto spesso stigmatizzato per apparenze. Abbiamo una telemetro e pellicole in bianco e nero, zaino in spalla e tanta voglia di esplorare Ci inoltriamo in questa vastità di fascinosa bellezza paesaggistica, di culture, tradizioni e modi di vivere rimasti immutati nel tempo. Il dolce “swingare” del treno, lo scendere soave della neve, le temperature rigide, i disagi, gli incontri, mi fanno percepire l’esigenza di un popolo che ha una grande voglia di occidentalizzazione, di modernità e purtrop-

22

numero 34

po di consumismo, come mi è accaduto di riscontrare spesso in altri Paesi dell’Est Europa.

Un apparente immobilismo Quanto mi emoziona guardare lande desolate, attraversate da carretti trainati da cavalli, utilizzati da intere famiglie per spostarsi da un luogo a un altro; pseudo-stazioni ferroviarie dove le persone salgono e scendono al volo, portandosi dietro bisacce cariche di un vissuto che fa trapelare la difficoltà del vivere quotidiano. L’avanzare lento dei treni si fonde con la perfezione dei paesaggi circostanti, da cui nasce un’immagine che porta alla pacatezza interiore e l’animo umano riesce a guardarsi dentro, assaporando, nel vagare, un senso di libertà. L’andare permette di incontrare volti rugosi, ragazze dagli occhi ipnotici,

bambini vestiti di panni leggeri che al passare del treno salutano festosamente. Nell’apparente immobilismo si nasconde una grande forza e vivacità comune, soprattutto nelle città dove non mancano occasioni di entrare nei meandri più remoti della trasgressione, facendo incontri di ogni tipo, dove la dolce vita ha esigenza di manifestarsi nel pieno della sua forza travolgente… Nel frattempo, i treni continuano ad andare oltre le foreste, perché Transilvania significa andare oltre, oltre le foreste… Questa regione costituisce la parte orientale della Romania, un territorio prevalentemente collinaremontuoso, composto da 16 contee e varie etnie di origine rumena, ungherese, sicula, rom e tedesca, che mettono in luce le differenze sociali ed economiche delle classi di appartenenza. E intanto il nostro

numero 34

23


24

numero 34

numero 34

25


girovagare accumula sistematicamente ritardi di ore, un po’ per consuetudine, un po’ per inadeguatezza delle tratte, un po’ per le bufere che si sono riversate da giorni sulla rotta nord occidentale delle alpi dei Carpazi. All’interno dei vagoni, stile anni Settanta, si ha la possibilità di interagire con le persone, anche solo comunicando con gli sguardi, contornati dallo scendere della neve e il suono metodico del treno sulle rotaie.

Il fumo delle sigarette Nella loro riservatezza, tutti si mostrano disponibili a farsi ritrarre, vedendo l’occhio della macchina fotografica non invadente, ma confidenziale. Sembra quasi che ci sia una empatia spontanea, come se volessero far conoscere se stessi e il loro mondo. In alcuni momenti la nebbia sembra confondersi con il fumo di sigarette consumate sui vagoni e con il cielo piatto e grigio. Indimenticabili i percorsi a piedi per raggiungere, lungo il cammino, alloggi improvvisati o bettole tipiche dei Carpazi, che danno sempre la possibilità di entrare nel profondo della cultura popolare con i loro costumi tipici e bevande dai sapori forti e ristoratori come la “tuica”, un vero toccasana per chi è esposto a temperature cosi rigide. Neve, freddo un connubio perfetto per ammirare i castelli tipici della zona, che ricordano la terra di origine del conte Vlad Tepes, detto Dracula. Fu tre volte Voivoda

26

numero 34

di Valacchia nei periodi che vanno dal 1448 al 1462, denominato “l’impalatore” per la sua “propensione” ad impalare i nemici, un uomo spietato e sanguinario. Oggi è venerato come eroe popolare per aver protetto la popolazione rumena e il cristianesimo nelle guerre contro i turchi. Quando si viaggia si ha sempre la fortuna di confrontarsi con le testimonianze del luogo, indimenticabile l’incontro con il gestore di un locale dal nome “Rudy” che ci riporta alla mente la dittatura comunista di Ceausescu. Ci racconta persecuzione del regime nei suoi confronti, solo perché aveva provato, clandestinamente, ad emigrare alla ricerca di una vita più dignitosa all’estero. Tentò più volte la fuga, ma fu sempre ripreso ed arrestato, fortunatamente non torturato (una delle punizioni previste dal regime, per coloro che volevano uscire dal paese, era estirpare il cuoio capelluto). La dittatura di Ceausescu portò a un’eccezionale stato di degrado del Paese, soprattutto a causa delle violazioni dei diritti umani. Ma ho avuto la fortuna di affrontare un viaggio, un’avventura dal sapore unico, in una terra ricca di fascino e di contraddizioni, che immette in quella profonda e piacevole sensazione di lentezza, dove anche il tempo sembra scorrere piano, dando la possibilità di pensare e guardare la realtà con occhi diversi, abbattendo le barriere mentali e i pregiudizi, andando oltre, oltre le foreste.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.