Stampateo numero sei

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n. 6

Monte San Savino - Dicembre 2014

Chi controlla? Il caso Vertighe Cari lettori, siamo in attesa di un parere della Soprintendenza per sapere se costruiranno alle Vertighe o no. Visto che la notizia mi sciocca e mi fa stare sulle spine ho sentito la necessità di ricostruire la vicenda. Questo fatto è sicuramente figlio del regolamento urbanistico comunale approvato con delibera consiliare n.8 del 3 aprile 2009. Per legge il privato ha il diritto di presentare un progetto e di richiedere eventuali varianti, fin qui nulla da dire, siamo liberi cittadini. La questione però è che il Consiglio Comunale ha l’obbligo e il dovere etico di vigilare sul progetto e stabilire il proprio parere in merito a come tale progetto si integri con il territorio. Ebbene, alla presentazione del suddetto progetto, NESSUNO (tranne il sottoscritto) ha fatto la benchè minima osservazione o opposizione ad un piano che prevede di costruire un numero considerevole di unità abitative in prossimità del Santuario. Ora mi si può contestare che se tutto è a norma di legge allora è fattibile e le mie sono solo chiacchiere. Ma di fatto qui non parliamo solo di responsabilità che la legge limita o legittima, ma anche di sensibilità

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che una Giunta dovrebbe avere nei confronti del proprio territorio. Al contrario, questo va precisato, le osservazioni sono arrivate, sia dalla Regione, sia dalla Soprintendenza che si sono espresse negativamente sul progetto (verbale conferenza dei servizi del 17/09/2013), chiedendo una revisione importante dello stesso. La revisione è ora oggetto di giudizio della Soprintendenza, passando nuovamente dal Consiglio Comunale che, ormai di rito, non ha opposto osservazioni (il sottoscritto per la seconda volta si è opposto ovviamente...). Non intendo inveire contro i privati cittadini che esercitano il loro diritto a edificare, ci mancherebbe. Ma sottolineare con forza che la posizione politica di un Consiglio Comunale rispecchia il valore civile dato alle cose, rispecchia l’etica di un luogo e dovrebbe rispecchiarne l’identità. Negli ultimi ventanni abbiamo assistito a un sistematico e invasivo intervento edilizio. Come se il Monte dovesse trasformarsi in gigantesco dormitorio, un luogo di deposito bagagli. Pare che anche i prossimi anni saranno così. Sicuri che non abbiamo scelta? Ditemi la vostra. Io ci sono.

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by Luca Stanghini

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