Cuore Amico 2016 n.2

Page 1



Nasce la più grande e dinamica Asl di Roberta Mochi Ufficio Stampa Asl Roma 1

L

a Asl Roma 1 è un nuovo soggetto pubblico nato il 1° gennaio 2016 per eff e t t o della fusione disposta dalla Regione Lazio della Asl Roma A con la Asl Roma E che l’anno scorso aveva incorporato l’Azienda ospedaliera San Filippo Neri. Una grande Asl, dunque, profondamente riorganizzata e che con la propria rete di servizi mira a rendere il servizio sanitario pubblico un punto di riferimento per i problemi sanitari dei cittadini di una estesa zona della città di Roma. Questa nuova Azienda copre infatti l’area del centro storico e tutta la fascia settentrionale della città, corrispondente a 6 dei 15 Municipi della capitale, una superficie grande quasi tre volte il comune di Milano (540.000 kmq) con ben 1.050.000 abitanti, di cui 160.000 stranieri. Non trascurabile anche la l’insistenza sul territorio di due istituti carcerari (Regina Coeli con una presenza media di circa 800 detenuti e il minorile di Casal del Marmo, che ospita mediamente 70 detenuti di età compresa tra i 14 e i 25 anni) e la presenza ogni giorno, per pendolarismo e turismo, di decine di migliaia di altri cittadini, vista la vicinanza del Vaticano, dello stadio Olimpico, dei tribunali, del Colosseo e di centinaia di esercizi commerciali, anche di grandi dimensioni, che sono fortemente attrattivi. Naturalmente la nascita della Asl Roma 1 non è esclusivamente una semplice crescita dimensionale. Significa costruire una nuova identità, in un contesto metropolitano molto articolato. Significa diventare un punto di riferimento per i problemi di salute dei cittadini, soprattutto quelli che si trovano ad affron-

tare problemi sanitari e socio-sanitari complessi come le malattie oncologiche o patologie croniche invalidanti, la disabilità, le dipendenze, le demenze. Ancora, significa farsi parte attiva nella promozione della prevenzione e di sani stili di vita e trasformarsi in una azienda solida ed innovativa, utilizzando al meglio le risorse disponibili per riorg a n i zzare e consolidare i servizi esistenti, migliorare il grado di umanizzazione, riconoscere i bisogni di salute e orientare la loro domanda. Ma quali sono i numeri di questa Azienda? Con i suoi circa 5.600 dipendenti che uniti agli altri 600 operatori impiegati nei servizi e ai circa 1.300 medici a convenzione tra MMG/PLS e SUMAI arrivano ad oltre 7.500 unità - la Asl Roma 1 ha un bilancio che supera i 2,5 mil i a rdi di euro e la gestione diretta non solo di importanti strutture come l’Ospedale San Filippo Neri, l’Ospedale

Santo Spirito, l’Ospedale monospecialistico Oftalmico, il presidio Nuovo Regina Margherita di Trastevere, il Centro Sant’Anna per la donna e il bambino ma anche di altri 150 punti di ero g a z i o n e diretta. Il territorio inoltre ha una concentrazione unica sul panorama nazionale di strutture sanitarie: tre Policlinici universitari di cui due pubblici, un’Azienda Ospedaliera, cinque Ospedali classificati, un istituto di ricerca e cura di carattere scientifico, oltre a trenta case di cura per acuti e riabilitazione, per un numero complessivo di circa 7.000 posti letto, senza contare la presenza di decine di laboratori e centri diagnostici privati. In attesa della realizzazione di un portale web unico, a cui si sta già lavorando, dove trovare tutte le informazioni relative alla Asl Roma 1, è stata creata una pagina provvisoria www. a s l roma1.it attraverso la quale si può accedere ai portali della Asl Roma A e della Asl Roma E, che resteranno consultabili fino all’apertura del portale unico. La sede legale provvisoria della nuova azienda è stata individuata in Borgo Santo Spirito, 3, e la sede operativa provvisoria in Vi a Ariosto 3/9.

CUORE AMICO

3


“Grassi dentro” ovvero l’apparenza inganna. Ma rimediare si può di Alessandro Carunchio Presidente Associazione Cuore Sano onlus

l Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC) è un parametro che mette in relazione l’altezza con il peso del soggetto ed è valido per una valutazione generale del proprio peso corporeo. Si ottiene dividendo il peso in kg con il quadrato dell’altezza in metri. (Esempio: 76 kg x 2,89 = 26,3)

I

BMI o IMC < 16.5 16-18,49 18.5-24,99 25-29,99 30-34,99 35-39,99 > 40

CONDIZIONE Grave magrezza Sottopeso Normopeso Sovrappeso Obesità classe I (lieve) Obesità classe II (media) Obesità classe III (grave)

Ma anche i soggetti normopeso possono a v e re un eccesso di grassi nell’org a n ismo. La misura del girovita può aiutarci a stabilire la quantità di grasso viscerale, accumulato dentro l’addome. Girovita è la circ o n f e renza minima tra la gabbia toracica e l’ombelico con persona in piedi e muscoli addominali rilassati (val o remassimo nella donna: 88 cm, nell’uomo: 102). Secondo la Società italiana di prevenzione cardiovascolare, un soggetto su quattro, che esternamente a p p a remagro, ha in realtà quantità eccessive di grassi a livello di vasi sanguigni, cuore e fegato.

4 CUORE AMICO

Per fortuna c’è una buona notizia: combattere il grasso nascosto si può. Il grasso viscerale è il primo a essere bruciato quando si esegue attività fisica e diminuisce facilmente con la dieta, essendo meno duro da eliminare del grasso sottocutaneo: perdendo appena il 10% del peso complessivo si brucia il 30% del grasso viscerale. La taglia non si riduce, ma si riduce il “grasso dentro”. P r a t i c a realmeno per 5 giorni alla settimana 30 minuti al giorno di attività fisica di tipo aerobico ad intensità moderata, come una camminata a passo svelto, o p p u re una pedalata in bicicletta o una corsetta tale da aumentare la frequenza del re s p i ro e del battito cardiaco senza però creare affanno. In tutti i casi, i medici ricordano di associare all’attività fisica un’alimentazione sana ed equilibrata. Tornando a “grassi dentro”, in questa situazione il rischio di infarto e di ictus raddoppia, mentre quello di diabete è 4-5 volte più elevato. Per capire se si è in questa situazione, basta fare delle analisi del sangue. Trigliceridi e glicemia vicini ai valori massimi consentiti, associati a livelli di colesterolo “buono” bassi, indicano infatti la possibilità che i grassi si stiano accumulando invisibilmente nell’organismo. Un’ecografia

epatica può svelare se l’accumulo si stia verificando nel fegato, provocando una condizione nota come steatosi epatica non alcolica. Se a questo quadro si aggiunge una resistenza all’insulina – valutabile misurando i livelli di insulina circolante – c’è il rischio concreto di andare incontro alla comparsa del diabete, una patologia che a sua volta aumenta il rischio di aterosclerosi e quindi di attacchi di cuore, di ictus e di problemi di circolazione.

Ma come si diventa “grassi dentro”? In parte è questione di geni (familiarità e appartenenza a una specifica popolazione), ma conta anche il genere e l’età (le donne in menopausa sono più a rischio), persino il peso alla nascita e poi la sedentarietà e lo stress.


Il dolore? Una percezione individuale di Bartolomeo Violo Dirigente medico Uoc Anestesiologia e Rianimazione Santo Spirito

l dolore è una percezione soggettiva e, come tale, se non ben investigato, tende ad essere sottovalutato. Il medico si sofferma giustamente sui problemi funzionali delle malattie, ma troppo spesso non sposta la propria attenzione sulla sensazione algica e sul vissuto interiore del paziente. La presenza di dolore cronico coinvolge un’importante quota della popolazione. M e n t re il dolore acuto è un sintomo di un processo patologico, il dolore cronico persiste oltre gli usuali tempi di guarigione della lesione sottostante e si configura esso stesso come una malattia. A volte avviene – come nel caso del dolore neuropatico – che la lesione che ha prodotto il dolore sia addirittura guarita. Quando esiste un danno dei tessuti (come nel caso dell’osteoartrosi) parliamo di dolore nocicettivo; quando invece si è strutturata una disfunzione delle strutt u re neurologiche (come nel caso della nevralgia che segue l’infezione da Herpes Zoster) parliamo di dolore neuropatico. Senza voler entrare nello specifico è però importante menzionare tale grossolana distinzione in quanto nel dolore nocicettivo funzionano i FANS e gli oppioidi, mentre nel dolore neuropatico trovano applicazione, ad esempio, i farmaci antidepressivi e gli antiepilettici. La presenza di un dolore cronico, oltre che motivo di disagio fisico, è causa di una graduale destrutturazione della personalità del soggetto colpito e rappresenta veramente una sofferenza globale. Si manifesta in un quarto della popolazione italiana, la maggior incidenza si ha nelle ma-

I

lattie cronico-degenerative e purtroppo circa la metà dei pazienti colpiti da neoplasie sperimenta dolore intenso. La legge 38 sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, anche se non rappresenta la totale soluzione della problematica, ha dato un notevole impulso alla promozione di una maggiore attenzione al problema ed ha delineato i fondamentali strumenti operativi da mettere in atto. Nella nostra realtà ospedaliera stiamo cercando, operando in diversi ambiti, di a i u t a rei pazienti a risolvere il problema. In tutti i reparti di cura viene chiesto al paziente – rilievo eseguito giornalmente e contestualmente agli altri indici vitali – se prova dolore ed il risultato della valutazione viene riportato, utilizzando scale validate, nella diaria giornaliera della cartella clinica. Questa valutazione viene eseguita, almeno una volta al giorno, su tutti i pazienti e ripetuta più volte, nel

corso della giornata, su quelli che hanno dolore. I medici dei vari reparti possono chiedere, se lo ritengono opportuno, una consulenza di terapia del dolore presso la Unità Operativa Complessa di Anestesiologia e Rianimazione. Per quanto riguarda il dolore post-operatorio abbiamo predisposto (già da quando si cominciava a parlare di ospedale senza dolore) una procedura operativa di valutazione e trattamento che vede coinvolto il personale della sala operatoria e di tutti i reparti chirurgici. Nella nostra struttura ospedaliera abbiamo inoltre attivato un ambulatorio di terapia del dolore che è a disposizione dei pazienti dimessi e dei pazienti esterni che provengono dire t t amente dal territorio. Tale opportunità è presente presso il S.Spirito e presso la Casa della Salute Prati-Trionfale (Ospedale Oftalmico). Tante sono le soluzioni per un corretto approccio al dolore: alcune riguardano la giusta valutazione dei meccanismi causali, altre l’efficacia delle scelte terapeutiche. Ultima in ordine di menzione, ma forse prima per importanza, va considerata la soggettiva sensibilità e disponibilità a dare rilievo ad un problema così devastante e così personale che può essere affrontato solo con una forte empatia e capacità di ascolto. I meccanismi neurofisiologici che sottendono la fisiopatologia del dolore dimostrano come la componente psichica abbia una grande influenza nel determinare l’intensità e la durata della percezione e come spesso un buon rapporto medico paziente sia già di per se terapia.

CUORE AMICO

5


Stenosi valvolare aortica come si riconosce e cura di Guglielmo Vitaliani Dirigente medico Uoc Cardiologia Santo Spirito

n caso recentissimo e piuttosto noto ripropone il problema della valvola aortica. Essa è quella delicata struttura che mette in comunicazione il ventricolo sinistro del cuore con l’aorta, l’arteria che distribuisce il sangue ossigenato a tutto il corpo. La stenosi aortica è il restringimento di questa valvola. In passato questa condizione era quasi una rarità; oggi, invece, complice l’invecchiamento della popolazione, i casi sono in c rescita: si stima che ne sia affetto circa il 4-5% di chi ha più di 75 anni.? Esistono tre tipi principali di stenosi valvolare aortica, con cause diff e renti. La cosiddetta aorta bicuspide, congenita, t re , come sarebbe normale. Un altro tipo è quello di origine reumatica, dovuto a una precedente infezione batterica sostenuta da streptococco beta-emolitico, non adeguatamente curata . In passato questo tipo di stenosi era il più frequente, mentre oggi i rari casi che si vedono si riscontrano in soggetti extracomunitari. La forma più diffusa è invece la cosiddetta stenosi valvolare da degenerazione calcifica, legata all’invecchiamento, che di solito, si manifesta dopo i 6065 anni. È causata da deposizione di calcio sulle cuspidi valvolari con conseguente restringimento della valvola.

U

Quali sono i sintomi? Tipica di questa malattia valvolare è comunque una triade di sintomi: difficoltà respiratoria ,

6 CUORE AMICO

soprattutto sotto sforzo, dolore al torace dovuto all’angina pectoris; infine, la sincope, cioè perdita di conoscenza, quando il flusso di sangue ossigenato al cervello è molto ridotto. Come si diagnostica? Il sintomo caratteristico è un “soffio cardiaco”, facilmente rilevabile ascoltando il cuore con il fonendoscopio. A causa dacilmente rilevabile ascoltando il cuore con il fonendoscopio. A causa del re s t r i n g i-

mento della valvola, si crea inoltre una differenza di pressione (gradiente pre ssorio) attraverso la valvola: la pressione a monte, all’interno del ventricolo sinistro, è maggiore di quella all’imboccatura dell’aorta. Questo gradiente può essere misurato bene con un esame non invasivo, l’ecocard i o c o l o rd o p p l e r. La

stenosi è significativa quando la diff erenza di pressione è intorno ai 60 mm/Hg (millimetri di mercurio): maggiore è la differenza, più grave è l’ostruzione. L’ecocardiocolordoppler, che sfrutta gli ultrasuoni, permette di evidenziare anche le calcificazioni a livello della valvola. Come si cura? La prognosi è grave: l’80% dei pazienti muore in tre/quattro anni dalla comparsa dei sintomi, se non si interviene. Negli Anni ‘60 si proponeva la sostituzione valvolare con valvole meccaniche artificiali impiantate con un intervento a cuore aperto e l’arre s t o della circolazione sanguigna. Poi, negli Anni ’80, il chirurgo francese Alain Carpentier ha inventato le valvole biologiche (di bovino) che non richiedevano, come quelle meccaniche, una terapia anticoagulante per evitare la formazione di coaguli di sangue. L’intervento chirurgico, però, rimaneva molto rischioso soprattutto per i pazienti più anziani. Ecco allora l’idea di Cribier: inserire una nuova valvola su quella danneggiata e trasportarla al posto giusto con un catetere infilato o nell’arteria femorale o direttamente nel cuore o nell’aorta attraverso una piccola incisione nel torace. Questa procedura è l’alternativa alla chirurgia a cuore aperto ed è indicata oggi per quei pazienti per cui la chirurgia tradizionale è controindicata o che sono ad alto rischio operatorio.


Perché è un rischio bere poca acqua Lo stimolo della sete (anzi, anticipare il bisogno di bere) è una guida efficace ma non riflette il reale stato di idratazione negli sportivi, nei malati e nei più piccoli, che sono quindi le categorie che hanno più bisogno di liquidi

ltre la metà degli italiani introduce un litro e mezzo di liquidi al giorno contro i due necessari. Non sempre basta affidarsi al senso della sete: bisogna anzi anticiparla, possibilmente con acqua (non c’è bisogno della minerale: quella degli acquedotti è sicura), ma anche con il tè, il caffè, il latte, i succhi di frutta e le bibite, possibilmente con pochi zuccheri che fanno ingrassare. E zuccheri contengono anche vino e birra di cui si raccomanda un consumo moderato. La raccomandazione dei due litri è rivolta in particolare ai bambini e agli anziani, che rischiano forme più o meno serie di disidratazione. Lo stimolo della sete è una guida efficace ma non riflette il reale stato di idratazione negli sportivi, nei malati, nei più piccoli in particolare quando fa molto caldo. I bimbi sono una delle categorie a maggior rischio e non solo perché la perdita di mezzo litro di liquido (sudore, urina) incide più su di loro che su un adulto, visto il volume corporeo inferiore. Ma anche per le caratteristiche di questa disidratazione: una ricerca condotta qualche tempo fa su ragazzi tra i nove e gli undici anni in alcune scuole

O

di Ve rone ha accertato che due terzi degli studenti è in deficit idrico già di primo mattino perché dopo una notte “a secco” non re i n t roduce abbastanza liquidi con la prima colazione. Anche gli anziani sono una categoria a maggior rischio disidratazione, e devono abituarsi a bere anche quando non provano sere, oltre che consumare cibi ricchi d’acqua come frutta verdura e minestre. Negli over 65 può essere d’aiuto la varietà delle bevande e la scelta di liquidi dal sapore gradevole. Bere qualcosa che non piace riduce l’apporto idrico persino quando si soffre una sete intensa come uno sforzo fisico in un ambiente caldo. Da qui il consiglio (non solo per i ragazzi) di bere un bicchiere d’acqua appena alzati. Altro consiglio: abituarsi a bere , acqua soprattutto, fuori dei pasti per andare oltre al consumo dei bicchieri d’acqua a pranzo e a cena. Considerato che di norma un bicchiere contiene 200 ml, si fa presto a calcolare quanto liquido si ingerisce nel corso della giornata. Teniamo conto che le ricerche condotte recentemente negli Usa portano a con-

La redazione di Cuore Amico ringrazia le case farmaceutiche Daiichi Sankyo e Eli Lilly per il sostegno offerto alla pubblicazione di questo giornale

c l u d e re che almeno la metà dei liquidi introdotti quotidianamente deve consistere in acqua: diciamo 1,4 litri. Ora, considerato che il fabbisogno medio giorn a l i e ro di acqua per un adulto (una dieta di 2.200 calorie) è di due litri, come ci si arriva? Il 70-80% si introduce con le bevande; il 20-30% si introduce con i cibi. Ma meno del 10% delle calorie introdotte in un giorno deve der i v a re da ciò che si beve: attenzione quindi al consumo di vino e, in misura minore, di birra. Questa indicazione di massima serve a compensare la perdita giornaliera di liquidi: di urine (circ a 1.300 ml), di feci (circa 150 ml), per evaporazione della pelle e sudorazione (da 600 a 1.000 ml: dipende dalla temperatura esterna, dalla temperatura interna e dall’attività fisica.


Non è infarto, è il takotsubo: la sindrome del crepacuore di Francesca Lumia Dirigente medico Uoc Cardiologia Santo Spirito

ome non ricordarsi di quella signora che al termine di un faticosissimo trasloco ebbe un fortissimo dolore al petto? O di quell’altra che, durante la festa del paese, seduta vicino agli altoparlanti, ebbe un improvviso malessere e un forte affanno? O, ancora, il caso della giovane hostess di terra, che trovatasi a gestire da sola il flusso dei viaggiatori durante l’incendio in un aero p o r t o , giunse in pronto soccorso con i sintomi di un infarto miocardico? Tante storie, tanti stress, una sintomatologia che fa p e n s a resubito all’infarto, ma un unico d e n o m i n a t o recomune: non alterazioni coronariche, o comunque non quelle tipiche dell’infarto. Alterazioni della contrattilità del cuore, visibili all’ecocardiogramma, che interessano nella maggior parte dei casi vaste porzioni di muscolo e non rispettano i territori di distribuzione delle coronarie. L’immagine di un cuore che non si contrae normalmente, ma rimane fermo nella sua porzione apicale e si ipercontrae nei settori basali, si ritrova nell’80% dei casi. E’ stata proprio questa immagine che ha suggerito il nome alla sindrome, descritta per la prima volta nel 1990, col nome di Takotsubo, cioè il termine giapponese per indicare il cestello (tsubo) per la pesca del polpo (tako). Non solo la sintomatologia, ma anche la dismissione enzimatica e le alterazioni elettro c a rd i ografiche possono trarre in inganno all’arrivo in pronto soccorso, ma nel corso del ricovero la presenza di valori di

C

8 CUORE AMICO

Il takotsubo, ovvero il tipico cestello con cui in Giappone si pratica la pesca del polpo

Troponina non molto alti e invece il possibile rilievo di elevati valori di BNP (più tipici per una disfunzione ventric o l a resinistra), unitamente al risultato della coro n a rografia, permettono di orientarsi verso una forma di Takotsubo, piuttosto che un infarto miocardico. “ D o t t o ressa, ho pianto così tanto al compleanno della mia nipotina che non vedevo da anni, ero così felice!”. E poi quella corsa al pronto soccorso….. Non solo broken heart, ma anche happy heart! La sindrome di Takotsubo, che colpisce in più dell’80% dei casi le donne, non sempre si collega con un evento s t ressante negativo, ma talvolta anche positivo. A dimostrazione che le risposte emozionali ad un evento stressante sia positivo che negativo, potre b b e ro a v e re un percorso comune che dal cervello va al cuore.

Siamo nel campo delle ipotesi, ma sembre rebbe che la scarica di adrenalina possa portare ad una vasocostrizione di alcuni settori del microcircolo (le coronarie non c’entrano nulla)con conseguente ischemia prolungata e acinesia (assenza di movimento) di parti del miocardio. Nella maggior parte dei casi la sindrome è benigna e le alterazioni della contrattilità re g rediscono nel giro di giorni o mesi. Ma… vi è un tasso di complicanze nella fase intraospedaliera, maggiore del 20%, sovrapponibile a quello della sindrome coronarica acuta. In alcuni casi le alterazioni della contrattilità permangono nel tempo configurandosi una vera e propria miocardiopatia. Inoltre in altri casi la sindrome recidiva si ripresenta anche a distanza di molti anni. Ancora si sa troppo poco per dire da cosa dipenda questa variabilità nella prognosi, probabilmente la condizione preesistente del microcircolo svolge un grosso ruolo e anche le diverse modalità di percezione e reazione di fronte ad eventi stressanti. E’ importante effettuare una terapia sia in fase acuta che post-acuta che abbracci il problema nella sua complessità fisica e psichica, perché mai come in questa s i n d rome mente e cuore sembrano indissolubilmente legati.


Lotta più serrata al colesterolo “cattivo” di Antonio Cautili Dirigente medico Uoc Cardiologia Santo Spirito

na Chicago incipriata per l’occasione dall’ultima neve di stagione ha accolto dal 1 al 4 aprile il 65° congre s s o dell’American College of Card i o l o g y. Sono state presentate numerose ricerche significative e molto spazio è stato dedicato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Al centro dell’attenzione è stato posto uno dei killer più spietati, il colesterolo. Sono state aggiornate le raccomandazioni per la gestione dei livelli di colesterolo LDL (colestero l o “cattivo”) in pazienti ad alto rischio, confermando l’utilità delle statine nel r i d u r re il rischio di eventi cardiovascolari. Per molti pazienti ad alto rischio, che necessitano di ulteriore abbassamento del colesterolo LDL al di là di quello ottenuto con una statina, ed particolare nelle sindromi coronariche acute, occorre aggiungere un secondo farmaco come ezetimibe, (secondo i dati dello studio IMPROVE-IT) oppure uno degli inibitori PSCK9, alirocumab o evolocumab. Questi stessi farmaci, ed in particolare l’evolocumab, secondo uno studio pubblicato su Jama da Steven E. Nissen appaiono in grado di abbassare il colesterolo LDL in pazienti che lamentino intolleranza alle statine (dolori muscolari), pazienti tutt’altro che rari, rappresentando una percentuale variabile dal 5 al 20% di quelli trattati con statine.

U

Ecco una panoramica delle altre novità principali: in uno studio diretto da Martin B. Leon della Columbia University di New York, pubblicato sul New England Journal of Medicine, in pazienti con un rischio chirurgico intermedio (età media 82 anni), viene posta a confronto la sostituzione della valvola aortica attraverso un catetere con quella chirurgica tradizionale. La prima opzione si è dimostrata non-inferiore alla seconda, anzi, il trattamento meno invasivo attuato utilizzando un catetere per via cutanea, in due anni ha comportato una minor mortalità ed un minor rischio di ictus invalidante rispetto alla chirurgia tradizionale, aprendo probabilmente la strada a un impiego più frequente. Uno studio diretto da Amit Patel, cardiochirurgo dell’Università dello Utah – il più grande studio clinico di terapia cellulare per il trattamento dell’insufficienza cardiaca mai realizzato e pubblicato su Lancet – mostra come in pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa su base ischemica in fase di scompenso c a rdiaco terminale, il trattamento con cellule staminali provenienti dal proprio midollo osseo comporta una ridu-

zione del 37% della mortalità e del numero di ricoveri per scompenso cardiaco acuto rispetto al placebo. «Negli ultimi 15 anni si è tanto parlato delle potenzialità della terapia con cellule staminali, e questi risultati suggeriscono che funziona» ha spiegato Patel, p reannunciando ulteriori studi di approfondimento. La procedura combinata che aggiunge al bypass coronarico la contestuale riparazione della valvola mitrale in pazienti con insufficienza mitralica di grado moderato non ha mostrato differenze significative rispetto al solo bypass, secondo lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dal chirurgo cardiotoracico Robert E. Michler del M o n t e f i o re Medical Center di New York. In due anni l’evoluzione verso una forma severa di insufficienza mitralica era maggiore nel gruppo trattato soltanto con by-pass, ma l’incidenza di complicanze neurologiche e di aritmie cardiache era maggiore nel gruppo nel quale veniva effettuata oltre al by-pass anche la riparazione della valvola mitralica. Infine, è stato dimostrato che, rispetto alla sola terapia medica, nei pazienti con cardiomiopatia ischemica, l’aggiunta del bypass aorto-coronarico è in grado di ridurre la mortalità a dieci anni.

CUORE AMICO

9


La crisi: diminuisce la spesa per medicine, ma le si può regalare n Italia la spesa per farmaci è diminuita del 14% tra il 2008 e il 2012, ma nel biennio successivo si è ulteriormente ridotta di quasi un 4%. Sono dati estrapolati dal rapporto dell’Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che inoltre rileva che un italiano su dieci rinuncia alle cure odontoiatriche per motivi economici, e che sono diminuiti i posti letto per l’assistenza a

I

lungo termine, scesi al di sotto della media europea. In buona sostanza ci sono almeno quattro milioni di persone in Italia per cui curarsi è un lusso, e comp r a re un medicinale può voler dire rinunciare a un pasto. Sono gli italiani che l’Istat fotografa come sotto la soglia della povertà. Per costoro il Banco Farmaceutico-Onlus organizza dal 2000 una Giornata di raccolta del farmaco, in farmacia. Ma

oramai la classica data della raccolta – il secondo sabato di febbraio – è passata. Poco male: il Banco ha messo ora a disposizione un’app (DoLine è il semplice nome) con cui poter comprare i farmaci da donare a diverse campagne di solidarietà. L’app, realizzata grazie al contributo della Fondazione Telecom, aiuta il Banco a rispondere alle richieste di enti caritativi e alle emergenze sanitarie nazionali e internazionali. La prima schermata del programma propone le campagna a cui si può aderire. Al momento, oltre alla “continuazione” della Giornata di raccolta del farmaco, si può scegliere di sostenere il progetto “Profughi e noi, tutti sulla stessa strada”, realizzato dall’associazione volontari per il servizio internazionale (Asvi) che distribuisce farmaci ai profughi che arrivano in Italia fuggendo da guerre, persecuzioni, calamità. In pochi passaggi l’app permette di scegliere che cosa si vuole acquistare: si scelie la categoria, il Banco poi seleziona il farmaco adatto e l’ente a cui indirizzarlo. Una volta riempito il carrello si accede al pagamento on line, e con pochi clik si compie una buona azione.

FONDAZIONE BANCO FARMACEUTICO

ASSOCIAZIONE CUORE SANO ONLUS

Non gettate i farmaci ancora validi, andate sul sito della fondazione www.bancofarmacutico.org e alla voce “Recupero farmaci validi non scaduti” troverete l’elenco delle farmacie di Roma dove è possibile donare i farmaci a favore dei più bisognosi

É tempo di dichiarazione dei redditi: date una mano a Cuore Sano e Cuore Amico scegliendo di donare il vostro 5 per mille alla nostra associazione CODICE 96255480582


“Un lunedì mattina come tanti...” Il tradizionale spazio dedicato alla “intervista al paziente” ospita questa volta la testimonianza non mediata dell’architetto Laura Belforti, che vive e lavora a Roma nella ristrutturazione di interni

n lunedì mattina come tanti, un po’ più p i g ro perché la sera prima ho ballato il tango fino a tardi. Non ho appuntamenti in cantiere, solo qualche telefonata di l a v o ro e come ogni giorno scendo di buon passo la rampa dove abito per andare a studio, il cielo è grigio ma l’aria dolce. A un tratto tutto cambia: un dolore sconosciuto, neanche troppo intenso, mi afferra lo sterno e si dirama verso la schiena. Continuo a camminare, spero mi passi, ma mi coglie un sudore freddo, una nausea insolita. Sono sorpresa: penso a un articolo letto qualche tempo prima sull’inserto Salute di Repubblica che ho conservato, in esso si pone l’accento sugli esili sintomi che spesso accompagnano l’infarto nelle donne, ricordo in particolare una frase: “Saper riconoscere le differenze di genere può salvare la vita”. “Prendo una decisione immediata, cambio direzione e mi dirigo verso lo studio di un cardiologo a 300 metri da casa mia, devo fermarmi un paio di volte, mi sento molto debole, la cartella con i miei disegni è all’improvviso pesantissima. Una breve attesa: un elettrocardiogramma e arriva la conferma ai miei dubbi, il dottore fa chiamare un’ambulanza che arriva in non più di cinque minuti. Sono vicina a San Pietro, mi portano al Santo Spirito, entro al pronto soccorso in codice rosso.

“U

“Intorno a me forse sei o ottobre persone tra medici e personale paramedico. Lavorano con rapidità e coordinazione, trovano il tempo di rivolgermi qualche parola di incoraggiamento, mi sembra di essere dentro una serie americana di successo, guardo tutto con un distacco che mi sorprende, riesco a pensare addirittura, sorridendo tra me e me, che mi piacerebbe vedere tanta efficienza anche tra le maestranze che lavorano alle mie ristrutturazioni di interni… “Ammiro il coordinamento del gruppo, le decisioni rapide, in poco più di un quarto d’ora sono in emodinamica. E’ p roprio a me che sta succedendo: ho freddo ma sono sempre molto tranquilla, mi sembra naturale cerc a re di concentrarmi e rispondere alle domande che mi vengono poste: in qualche modo

mi sento anch’io parte di questo gruppo di lavoro! Una dottoressa con un viso bello e volitivo entra nelle mie arterie, io guardo il monitor e seguo il suo lavoro e quello dello staff, trovano l’occlusione, pochi minuti e, informandomi su ogni fase di intervento, con tranquilla perizia mi applicano uno stent medicato, mi incoraggiano, mi dicono che presto starò meglio, che è andato tutto bene! Non è passata più di un’ora da quando sono entrata in ospedale, poco più di due da quando mi sono sentita male. “ E s s e re vittima di un infarto è sicuramente un’esperienza dura, i risvolti psicologici sono molti e difficili da gestire, l’incertezza, gli interrogativi, la paura di medicalizzarmi sono certa che mi accompagneranno ancora per qualche tempo. Tuttavia anche dopo le dimissioni, non mi sono sentita sola con i miei dubbi e le mie paure. C’è un perc o r s o infatti che il reparto di cardiologia del Santo Spirito assicura ai pazienti, di orientamento psicologico e di controlli periodici che rende meno gravoso il periodo di convalescenza. “Mentre scrivo alzo gli occhi verso la finestra aperta: c’è un bel cielo di primavera, l’albero di ciliegio in fiore che vedo dalla mia postazione del computer non mi è mai sembrato più bello, non mi è mai sembrato più profumato.” Laura Belforti, Architetto Laura.belforti@awn.it

CUORE AMICO

11


Cuore Sano nel cuore di Roma ella Sala Alessandrina del Museo di Storia dell’Arte Sanitaria, dopo una breve presentazione del dott. Ricci della serata e della vita dell’Associazione, abbiamo goduto una bella serata ricca di emozioni, ricordi e suggestioni legate ad una “Roma che non c’è più”. Romano di adozione (da circa 60 anni a Roma), ho assorbito in pieno il gusto per la poesia e la canzone Romanesca spesso imperniata sul suo fiume, il Tevere, con un suo porto e sede di traffici e pesca, spesso anche omicidi o suicidi. Belle anche le immagini di vita a borgo, vero “cuore di Roma”. Abbiamo ascoltato con piacere Giancarlo Saraco s u o n a re e cantare “il barc a rolo va con-

N

trocorrente”: Quanta pena stasera c’e’ sur fiume che fiotta cosi’ …. s’e’ vero fiume che tu dai la pace / fiume affatato nun me la nega’. E poi chi non conosce “Roma nun fa la stupida stasera” oppure “Vecchia Roma”: Oggi er modernismo der novecentismo /rinnovanno tutto va / e le usanze antiche e semplici / so ricordi che sparischeno / e tu roma mia senza nostalgia / segui la modernita’ / fai la progressista / l’universalista …. vecchia roma sotto la luna / nun canti piu’ / li stornelli le serenate de gioventu’. Si!, rimpianto di una Roma di stornelli, serenate, occhiate, gelosia, storie di coltel-

12 CUORE AMICO

li, amori finiti, tradimenti, semplice vita notturna sul Lungo Tevere. Molti di noi, con piacere, le hanno cantate insieme a Giancarlo. La voce recitante di Nicoletta Ciampanelli ci ha inseriti in una Roma dei borghi, con una vita semplice, descritta con i ronia, arguzia, malignità, doppi sensi. Che brava!!!, una recitazione perfetta che ha dato senso e calore alle rime recitate a memoria. Nicoletta ci ha re g a l a t o anche “la Livella” di Totò.” ‘A morte ‘o ssaje ched’e”.... e una livella. / …. Perciò, stamme a ssenti... nun fa’ ‘o restivo, / suppuorteme vicino - che te ‘mporta? / Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive: nuje simmo serie... appartenimmo â morte!” Grazie Giancarlo, grazie Nicoletta, ci avete fatto un bel regalo. Infine un doveroso ringraziamento alla segretaria di Cuore Sano Carla Rossi e al socio sempre attivo Roberto Capparucci per la preziosa collaborazione, org a n i zzazione e preparazione della serata. E’ grazie a loro che ogni evento della nostra associazione può essere programmato e poi svolto con assoluta pre c i s i one e coordinazione. Grazie. (a.c.)

Un grazie per le foto a Luciano De Vita, animatore del sito web di Cuore Sano


Scrivi a Cuore Amico aro Cuore Amico, come altri cardiopatici frequentavo la palestra di riabilitazione sino a quando, alcuni mesi fa, ci è stato detto che bisogna fare spazio a pazienti che hanno più bisogno di noi (infarti più recenti, cronicità, ecc.). Non metto in dubbio le ur genze e le necessità, ma vorrei sapere se e come sarà possibile, a me e ad altri antichi pazienti, svolgere nel “nostro” S. Spirito i nostri tradizionali esercizi con le garanzie offerte da una struttura attrezzata. Grazie dell’ospitalità, B.C.

C

Caro Lettore, come Associazione Cuore Sano (di cui questo periodico è organo) abbiamo ufficialmente posto alla Direzione generale del “nostro” ospedale il problema segnalato da Lei e da molti altri pazienti, con la richiesta di sedute di riabilitazione cardiologica in forma privata (tipo intramoenia) con costo invariato per gli utenti. La Direzione ha chiesto un parere al direttore della Cardiologia, dr. Roberto Ricci, che ha subito espresso parere favorevole. Altra, analoga richiesta è stata formulata da un gruppo di pazienti che hanno frequentato per molti anni, come Lei, la palestra. Questi pazienti (tra i firmatari Rosetta Dello Siesto Camilleri, Vera Letizia Marra Raffaele Buonincontro e Maria D’Arrigo) hanno tra l’altro sottolineato come, “oltre a conseguire vantaggi in ordine alle rispettive patologia”, la frequenza della palestra ha consentito di “raggiungere notevoli miglioramenti concernenti gli aspetti psicologici di ciascuno” e si è potuto acquisire “un patrimonio di nozioni di cardiologia elargite dai medici dell’Ospedale negli incontri mensili psico-educazionali”. In attesa di una soluzione positiva del problema dell’uso della palestra, approfitto dell’occasione per segnalare, a Lei e a tutti i lettori di Cuore Amico, che già da molte settimane è in corso l’iniziativa settimanale (il venerdì mattina a Villa Pamphili) del Nordik Walking, la passeggiata con le racchette messe a disposizione dagli istruttori che calibrano gli esercizi a misura dei cardiopatici. In attesa del ritorno in palestra, l’iniziativa è una salutare alternativa. La ringrazio dell’attenzione e porgo i più cordiali saluti Alessandro Carunchio, Presidente dell’Associazione Cuore Sano

Nordic Walking? Il venerdì! ieno successo della prima uscita di Nordic Walking, promosse da Cuore Sano grazie al vivace, entusiastico s p rone della consigliera dr.ssa Aida Di Censo. Il “lancio” è avvenuto domenica mattina, 3 aprile, nello splendido parco di Villa Pamphili, dove è stato deciso che quest’esperienza – considerato il successo iniziale – venga ripetuta con cadenze ravvicinate. Perché parliamo di lancio? Perché si è trattato di una prima lezione dimostrativa, guidata con passione da un’esperta: Rossella Lavoratornuovo (rossellasinw@yahoo.it) dell’Associazione Walking Center Italia. Ebbene, circa venticinque soci dell’Acs hanno sperimentato l’approccio ai baston-

P

cini da Nordic Walking messi a disposizione dall’Associazione. La “scoperta” di una tecnica semplice e naturale, l’apporto dei notevoli benefici per la salute e il benessere psicofisico prodotti dal movimento e dalla passeggiata, hanno

reso la mattinata ricca di tanti passi e sorrisi. Già una nuova uscita, sempre con la guida di Rossella, si è svolta il 15 aprile, e la tendenza è fissare il venerdì come data tradizionale per le uscite di Nordic Walking.

CUORE AMICO

13


Se volete sostenerci e donarci il 5 per mille Associazione Cuore Sano /// Unicredit Banca di Roma – Roma 173 – Ospedale Borgo S.Spirito, 3 – 00193 Roma – c/c n. 1031536970 – Codice IBAN 66 Z 02008 05135 000400005512 – Swift code UNCRITM1B83 /// Cod. Fisc. Associazione (5 per mille) 96255480582

Pillole di salute UN MONDO IN SOV R A P P E S O – I dati raccolti in 186 paesi tra il 1975 ed l 2014 rivelano che l’obesità e il sovrappeso colpiscono nel mondo più persone della denutrizione. Se la tendenza continua – scrive la prestigiosa rivista inglese Lancet –, entro un decennio l’obesità potrebbe riguardare globalmente il 18% degli uomini e più del 21% delle donne. Tuttavia in Asia meridionale circa un quarto dela popolazione è sottopeso, condizione comune anche in Africa centrale e orientale.

CURARSI IN EUROPA – Ricevere cure o farsi visitare in un ospedale del’Unione europea è un diritto di ogni cittadino dell’Ue. Per facilitare l’accesso alle cure oltre frontiera, ogni stato ha istituito un NCP (National Contact Points)

con il compito di fornire ai pazienti le informazioni necessarie quali le pre s t azioni rimborsabili e le relative procedure di rimborso, quando occorre l’autorizzazione preventiva, quali dati vanno inclusi nelle ricette di uno stato per esser utilizzate in un altro, ecc. Per tutte le informazioni utili al turista o al viaggiatore per lavoro ecco la fonte: www. salute.gov.it/cureue. MELA BRUCIA-CALORIE – Ci sono una diecine di alimenti che possiedono la doppia virtù di essere poco calorici, e al tempo stesso di bruciare più del loro modesto apporto calorico. In testa all’elenco (stilato dal nutrizionista americano Daisy Connor) l’immancabile mela, soprattutto le verde seguono, nell’ordine, cetriolo, asparagi, cavolf i o re, sedano, tacchino e pollo, pomodori, papaya, peperoncino e…tazza di caffè (amaro naturalmente). ATTENTI ALLE APP – Le app per il controllo del diabete su Android spesso non rispettano la privacy delle persone. E’ la denuncia del Journal of the American Medical Association, secondo cui dati come l’aderenza alle cure o i livelli

di glicemia del sangue vengono condivisi con le aziende di pubblicità grazie ai cookies. In buona sostanza gli utenti non vengono informati in mdo chiaro sull’uso dei dati raccolti. Si stima che nel 2012 un quinto dei possessori di smartphone aveva un’app medica nel suo dispositivo. DECESSI PER INQUINAMENTO – L’Organizzazione mondiale della sanità calcola che l’inquinamento ambientale provochi ogni anno 12,6 milioni di decessi. La contaminazione di aria, acqua, suolo; le esposizioni chimiche, i cambiamenti climatici e le radiazioni ultraviolette contribuiscono all’insorg e n z a di oltre cento malattie, con il tragico bilancio cui s’è detto. L’Italia era risultata a novembre 2012 il paese dell’Unione europea con più morti prematuri, secondo il rapporto dell’Agenzia per l’ambiente e u ropea. Di più, nel 2012, 59.500 decessi erano attribuibili al particolato fine (Pm 25), 3.300 all’ozono, e 21.600 al biossido di azoto. L’Italia guidava la classifica europea delle mori da biossido di azoto, duvute agli scarichi delle auto in particolare ai veicoli diesel. Anche sull’ozono eravamo primi in Europa, mentre sulle polveri sottili (emesse anche dalla combustione delle biomasse) ce la battevamo con la Germania…

Periodico dell’Associazione Cuore Sano in collaborazione con la Uoc Cardiologia S.Spirito • Anno XXI - n.2 - apr./giugno 2016 • Reg. Trib. di Roma n.00323/95 • Direttore responsabile Giorgio Frasca Polara • Comitato scientifico Roberto Ricci (presidente), Edoardo Nev o l a , Antonio Cautilli, Alessandro Danesi, Gabriella Greco, Francesca Lumia, Alessandro Totteri, Marco Renzi, Giulio Scoppola • Redazione Lungotevere in Sassia n. 3 • 00193 Roma Ospedale Santo Spirito • Recapiti: Cardiologia-reparto terapia intensiva (Utic) tel. 06.68352579; Cardiologia-reparto Subintensiva (Usic) tel. 06.68352213; Segreterie Cardiologia, Ass. Cuore Sano e redazione di Cuore Amico tel. 06.68352323 • E-mail: dmed.car@aslroma1.it • segreteriacs@cuore-sano.it • www.cuore-sano.it • Stampato dalla Stamperia Lampo




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.