Cuore Amico 2017 n.3

Page 1

CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 1

Periodico dell Associazione Cuore Sano in collaborazione con la UOC Cardiologia del Santo Spirito Anno XXII ? n. 3 luglio?settembre 2017

A I P RA

E T A N G A A T L T O V N A N O M ANCORA U IN CIMA! 2017 All’interno:

PESCE, IL PRINCIPE DELLE TAVOLE SALUTARI “VIVA LA PALESTRA, GRANDE MEDICINA” CARDIOASPIRINA, I RISCHI E I RIMEDI IL RUOLO AMBULATORIALE DELLA CARDIOLOGIA


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 2


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 1

Pesce, il principe delle tavole salutari angiate più pesce, il pesce fa bene...». Al posto del latte vantato nel motivetto felliniano, metteteci il pesce – anche il più economico come la bistratata acciuga, anche surgelato se al momento non trovate di meglio, anche in scatola come il tonno o lo sgombro – e otterrete non solo un piatto di gran gusto ma soprattutto un sostegno grande per il vostro cuore e in genere per la vostra salute. Il segreto? Anzitutto i famosi Omega 3. Il pesce (soprattutto il pesce azzurro, pesce povero e comune nei nostri mari) ne contiene parecchi: migliorano il ritmo cardiaco, riducono la comparsa delle famigerate aritmie attraverso la maggiore resistenza del miocardio, regolano l’aggregazione delle piastrine rendendo il sangue più fluido, hanno un’azione antinfiammatoria, portano a una riduzione dello sviluppo degli ateromi, cioè dei fattori di occlusione delle arterie che portano all’infarto. Ma non bastano gli Omega 3 a fare del pesce il principe delle tavole salutari. Quando parliamo del pesce come cibo particolarmente salutare, ci riferiamo anche al fatto che esso rappresenta una alternativa importante alle carni, in particolare alle carni rosse non propriamente raccomandate ai cardiopatici. Una alternativa, aggiungiamo, che per

«M

giunta non è più costosa delle carni ma ben spesso più economica. Non ci riferiamo naturalmente all’aragosta o alle ostriche, ma in primo luogo – e ci si perdoni se torniamo a battere su questo tasto – alle specie ittiche ad esempio meno sfruttate nei ristoranti proprio perché vanno sotto l’etichetta di “pesce povero”. Quali sono i pesci poveri di cui soprattutto si raccomanda il consumo un paio di volte la settimana? Ecco il magnifico sgombro (che è peraltro uno dei campioni di omega 3: ne bastano cento grammi edibili a fornirne il 2,6% cioè la dose sufficiente per una giornata), il salmone (meglio non affumicato ché contiene molto sale, ma fresco: 1,9% con una “bistecca” da appena un etto e mezzo), le deliziose acciughe e sardine – non fritte, semmai al forno – che apportano l’1,4%: poco meno di due etti danno il fabbisogno giornaliero) e che, come l’aringa e la spatola, costano assai meno di un merluzzo o di una sogliola. (A proposito di quest’ultima: per pareggiare la dotazione di Omega 3 di un etto di sgombro o di due di sardine, ci vo-

gliono 2,7 chili di filetti di sogliola…). Un discorso a parte, ma molto importante riguarda la corretta alimentazione dei bambini, e quindi anche i menu delle mense scolastiche. In Emilia per esempio è stato realizzato con successo un progetto di educazione in molti asili e nelle elementari: banditi i famosi “bastoncini” (fritti per giunta) tanto vantati negli spot televisivi quanto contestati dai dietologi per la dubbia impanatura e l’ancor più dubbia origine delle specie ittiche utilizzate, e al loro posto è stato introdotto il pesce fresco a prova – i capitolati scolastici sono giustamente severi – di spina e sfilettato. Costo maggiore, certo, ma vuoi mettere i benefici per i bambini, non solo in termini di miglior cibo ma anzitutto di educazione sin dall’infanzia ad un’alimentazione corretta? Ancora un’annotazione. Se il vostro pescivendolo di fiducia è chiuso, e se volete ugualmente mangiare pesce, non esitate a ricorrere al surgelato, purché offerto da grandi supermercati: hanno molto smercio, difficile un prodotto scaduto. Il pesce surgelato ha identiche qualità organolettiche del pesce fresco, e può persino essere in qualche caso anche più “attrattivo” se già preparato con condimenti vari. Costo un po’ maggiore, ma (di nuovo) vuoi mettere la comodità in casi di emergenza?

CUORE AMICO

1


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 2

Il riso rosso fermentato abbassa il colesterolo di Antonella Chiera Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito ed Luca Arcari Uoc Cardiologia Santo Spirito

l riso rosso fermentato è un composto alla base di alcuni prodotti nutraceutici con proprietà ipolipemizzanti, cioè capaci di abbassare i livelli di colesterolo presenti nel nostro organismo. Il termine nutraceutico deriva dall’unione dei termini nutrizione e farmaceutica, a indicare sostanze contenute nei cibi comunemente assunti che possono avere anche effetti benefici sulla salute. La proprietà ipolipemizzante del riso rosso fermentato è legata ad alcune molecole in esso contenute, in particolare alla monacolina K. Si tratta di una sostanza chimicamente identica alla lovastatina, il farmaco primo di una serie di prodotti oggi molto utilizzati in pazienti con elevati livelli di colesterolo: le statine. Entrambi i composti, statine e riso rosso fermentato agiscono inibendo l’attività dell’enzima HMG-CoA reduttasi e

I

LE RICETTE DEL BENESSERE

Alici gratinate

2 CUORE AMICO

la produzione del colesterolo che avviene all’interno del fegato, riducendone di conseguenza la concentrazione nel sangue. L’abbassamento dei livelli di colesterolo circolante, in particolare della forma a bassa densità (LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”), diminuisce il rischio di un suo accumulo nella parete dei vasi arteriosi e lo sviluppo di patologie cardio-

Una ricetta facile, economica, gustosissima? Eccola. Per quattro persone fatevi aprire a libretto mezzo chilo di alici (senza testa e lisca, naturalmente), sciacquatele e asciugatele con carta assorbente. Preparate un abbondante trito di aglio (da uno a due spicchi, secondo gusto), prezzemolo, una punta di peperoncino e pangrattato. Stendete ora le alici aperte in una pirofila su sui prima avrete steso un foglio di carta forno. Attenzione: tra carta forno e alici create un "letto"con qualche foglia di alloro, capirete mangiando il pesce. Coprite ora le alici con il trito, grattateci sopra un poco di scorza di limone e infine arricchite con un buon filo d’olio extravergine. Infornate per 20 minuti o sino a quando vedrete formarsi una crosticina sopra il trito. Buon appetito.

vascolari potenzialmente letali e invalidanti come l’infarto miocardico acuto. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che l’assunzione di riso rosso fermentato è in grado di ridurre i livelli di colesterolo anche del 17%, soprattutto se affiancato da altri composti come il probiotico Bifidobacterium longum che ne potenzia l’effetto. Le statine, d’altro canto, riescono ad abbassare di oltre il 50% i livelli di colesterolo circolante, il che può risultare molto utile in determinate situazioni. Infatti il giusto livello di colesterolo non è uguale per tutti: pazienti che hanno avuto un infarto miocardico, diabetici o con altri fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertensione arteriosa possono necessitare una riduzione delle LDL di più della metà rispetto ai valori di partenza, anche al di sotto di valori usualmente considerati normali. Attraverso l’uso dei nutraceutici, in particolare se associati ad uno stile di vita sano, è possibile ottenere una modica riduzione dei livelli di colesterolo, che tuttavia può risultare non sufficiente in presenza di altri fattori i quali richiedono un approccio più mirato. Le sostanze contenute nei prodotti a base di riso rosso fermentato sono comunque assimilabili a veri e propri farmaci, anche se di bassa potenza: pertanto è consigliabile consultarsi con il medico curante prima di assumerli e in ogni caso non farne uso se si è attualmente in cura con altri farmaci ipolipemizzanti. L’acquisto di questi composti non è rimborsato dal servizio sanitario nazionale ed è quindi totalmente a carico dell’acquirente.


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 3

Il ruolo della Cardiologia ambulatoriale a ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico stanno portando ad un progressivo allungamento della vita dell’uomo e con ciò anche ad un conseguente aumento delle persone anziane. Questo fenomeno di invecchiamento della popolazione ha provocato di conseguenza l’aumento delle patologie croniche quali le malattie reumatiche, neurodegenerative, respiratorie, renali ma soprattutto cardiovascolari. E’ bene chiarire che le malattie croniche non sono malattie incurabili, terminali o invalidanti ma malattie persistenti nel tempo a rischio di progressione, riacutizzazione e complicanze. La cronicità determina l’esigenza di prendere in carico il paziente nella sua globalità e non la singola patologia cronica in questione; la “presa in carico” – intesa come prevenzione, diagnosi, terapia e gestione sociosanitaria del paziente affetto da patologie cardiovascolari croniche – prevede peculiari competenze cliniche ed una specifica organizzazione sanitaria. Il paziente cardiopatico cronico, spesso anche anziano e fragile, necessita, tra l’altro, di una continuità temporale del rapporto con il medico specialista cardiologo e con essa di una moderna organizzazione sanitaria quale la Cardiologia ambulatoriale territoriale presente in tutti i distretti sociosanitari di tutte le Asl della regione. Le principali richieste cliniche e assistenziali dei pazienti cardiopatici cronici: – rapporto medico/paziente prolungato nel tempo; – accesso ambulatoriale specialistico dedicato; – monitoraggio della sintomatologia e degli indici clinici e antroprometrici; – guida nella correzione degli stili di vita; – controllo efficacia terapeutica farmacologica; – controllo eventuali effetti collaterali ed aderenza terapeutica farmacologica; – trattamento interdisciplinare delle comorbidità;

L

di Silvio Festinese Cardiologo ambul. Asl Roma 1, resp. reg. Lazio ed Antonio Magi Radiologo ambul. Asl Roma 1, v. presid. Sipof

– cooperazione tra medico generalista curante e cardiologo territoriale Asl; – coordinamento tra cardiologo ospedaliero e cardiologo territoriale Asl; – assistenza domiciliare (per i pazienti non ambulabili); – assistenza clinico-amministrativa: riconoscimento esenzioni per patologie e/o invalidità. I fattori di rischio cardiovascolari e le patologie del paziente cardiopatico più frequentemente trattati in ambito specialistico ambulatoriale sono l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie (alterazioni dei livelli dei grassi nel sangue), le complicanze del diabete, lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale, le valvulopatie aortiche e mitraliche – tutte condizioni cliniche queste che richiedono osservazioni ed interventi nel tempo per poter soprattutto migliorare la diagnosi, correggere gli stili di vita, prevenire le complicanze, valutare l’aderenza terapeutica farmacologica ed i possibili effetti collaterali. L’attività clinica, organizzazione e servizi della Cardiologia ambulatoriale ASL: – prossimità territoriale; – rapporto paziente /cardiologo continuativo nel tempo; – prevenzione cardiovascolare: correzione degli stili di vita; – prevenzione e/o riduzione del danno d’organo cardiovascolare; – prevenzione cardiovascolare secondaria a precedenti eventi cerebrocardiovascolari; – gestione clinica del paziente cardiopatico post dimissione ospedaliera; – consulto cardiologico per il paziente affetto da altre patologie (co-morbidità); – valutazioni del rischio cardiologico pre-

operatorio ed esami strumentali; – assistenza domiciliare del paziente cardiopatico non ambulabile; – percorsi dedicati: cardiologia territoriale Asl/medicina generale; – percorsi dedicati Cardiologia territoriale Asl /Cardiologia ospedaliera; – riconoscimento esenzioni per patologie cardiovascolari, invalidità ecc. Le peculiari necessità assistenziali del paziente cardiopatico cronico implicano un rapporto medico/paziente empatico, durevole agevole ed agevolato anche da una organizzazione sanitaria territoriale strutturata su queste specifiche conoscenze cliniche. Un moderno modello organizzativo è il “Percorso diagnostico terapeutico assistenziale” nel quale il paziente viene assistito in ambito territoriale Asl in modo olistico, cioè senza trascurare anche aspetti psicologici familiari ambientali sociali economici oltre che squisitamente clinici. La regione Lazio ha individuato nello scompenso cardiaco, nella gestione della terapia anticoagulante, nel diabete e nella broncopneumopatia cronica ostruttiva le quattro aree prioritarie dove sviluppare percorsi così concepiti, una selezione frutto della sempre più elevata richiesta di assistenza da parte dei pazienti e dei loro familiari. A tale fine e alla luce delle più moderne linee guida nazionali ed europee, si dovranno indirizzare tutte le singole e peculiari competenze cliniche e gestionali verso una sempre più stretta e coordinata collaborazione tra paziente/medico generalista curante/cardiologo territoriale. Solo così si potrà raggiungere il primario obiettivo cioè “la tutela della salute dei cittadini”.

CUORE AMICO

3


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 4

Dopo la

Montagnaterapia ue giornate dense di attività, movimento, ma anche di emozioni forti, e di scambi umani, in cui la montagna, amica, non fa solo da sfondo, ma diventa soggetto attivo, facilitatore delle emozioni e delle relazioni. Luoghi, paesaggi, soste, dialoghi, alternati a perle di saggezza/riflessioni, si sono succeduti a luglio, dal 16 mattina al 17 pomeriggio, per la due giorni di Montagnaterapia Cardiologica al Monte Terminillo effettuata nell’ambito del programma di riabilitazione cardiologica dell’Ospedale Santo Spirito. Primo giorno di “avvicinamento” alla montagna e “acclimatazione” al gruppo, di disintossicazione dallo stress cittadino quotidiano. Visita al santuario di Greccio (Rieti) e al mulino di Santa Susanna, fatto costruire nell’anno 800 da Pipino il Breve, padre di Carlo Magno per sfamare le sue truppe accampate nelle vicinanze. Il mulino funziona esclusivamente con la forza dell’acqua e i grani usati oggi come ieri sono rigorosamente locali, come ci racconta il Mastro-mugnaio Marcello. “Il fisico in una dimensione cittadina trattiene, accumula energia e si chiude agli stimoli esterni”. “Un organismo meno stressato procede di più su un percorso di stile di vita sano”. Interessante e suggestiva, con la sapien-

D

4 CUORE AMICO

di Francesca Lumia Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito

te guida dell’amico del Cai, Luigi Nicoli, la visita a Leonessa, ferita dal terremoto, che dal 24 agosto 2016 ha colpito il Centro Italia. I segni si vedono nei portoni chiusi delle chiese, nelle crepe sugli edifici, nel vissuto della popolazione locale. Gli istruttori del Club alpino locale concludono la serata con una lezione riguardante l’equipaggiamento adatto per una salita in montagna. “La malattia è un messaggio che c’è qualcosa da cambiare” Il 17 mattina, carta dei sentieri alla mano, si illustra il percorso della giornata. “Lo stile di vita salutare è fatto di piccoli gesti quotidiani” La strada che da Leonessa va al Terminillo è un susseguirsi di scorci spettacolari dai 969 metri di Leonessa ai 1820 del Rifugio Sebastiani. La giornata è splendida, sul sentiero che al cospetto del massiccio del Terminillo si dirige verso la Vallonina, il cammino ha inizio. Un passo dietro l’altro, respiro dopo respiro, il corpo si riconcilia con la mente, quel corpo traditore che ora invece ci è amico e ci permette di procedere spediti. Gli Infermieri, i medici, lo psicologo

aiutano, osservano, controllano, danno il ritmo al gruppo… Il paesaggio è meraviglioso, il morale alto, la soddisfazione grande, quando ognuno raggiunge la propria vetta, sconfiggendo paure, insicurezze grandi e piccole.. “La malattia non è una malattia, è un disagio”, “Ne è valsa la pena, ho rinunciato a tutti i miei impegni per partecipare” La polenta con il goulash ed il pane ancora caldo fatto in casa dal gestore del rifugio Sebastiani, il debriefing finale e poi il rientro in città, ognuno diverso, ognuno meno perso nei suoi guai, ognuno più ricco dentro….! Ringraziamo i partecipanti: Maurizio Attili, Gianni Bellini, Giuseppe Capocchia, Francesca Fiore, Eugenio Galanti, Mauro Majore, Carmela Messina, Prisca Panegrossi, Rita Rossi con il marito, Annalia Stock. Con loro l’équipe del Santo Spirito: i medici Francesca Lumia e Alessandro Danesi, gli infermieri professionali Marzia Montini e Marilena Mancuso, lo psicologo Giulio Scoppola. Un grazie di cuore a tutte quelle persone che hanno contribuito con passione a questo soggiorno: dal Mastro Marcello del mulino di Santa Susanna, agli amici del Cai di Leonessa Luigi Nicoli, Paolo


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 5

siamo più ricchi dentro Battisti e suo figlio Andrea, al gestore del Rifugio Sebastiani, Marco Valeri. Un ringraziamento particolare al dr. Paolo Di Benedetto della Asl di Rieti, sempre disponibile e attento, senza il cui aiuto lo svolgimento della Montagnaterapia sarebbe stata molto, molto più complicata. (Le frasi in corsivo sono state pronunciate dai partecipanti durante il soggiorno o sono state tratte dagli atti del convegno: “Sentieri di salute, la Montagna che cura, Bergamo 2010).

Verso la cima... e il Paradiso può attendere stata una bella gita, quella della Montagnaterapia cui ho partecipato con Carmela e Annalia, e con i numerosi amici che rivedo nell’occasione offerta dalla Cardiologia del Santo Spirito. Le immagini memorizzate in quelle due giornate di giugno mi fanno rivivere le belle case medievali di Leonessa che è la tradizionale “base” della nostra impresa annuale; la salita lungo la pista 123 che si snoda in davanzale lungo il massiccio roccioso del Terminillo; i fiori di montagna – un irriducibile miracolo di madre natura – che ci invitavano a proseguire nella marcia; il mondo di primordiale serenità che ci ha spinto a cantare tratti di melodie popolari. E che dire della visita al convento francescano al Santuario di Greccio, quando tanti festanti uccelli canterini hanno

È

di Eugenio Galanti

creato una coinvolgente atmosfera di illuminata intensità musicale? Con quei virtuosissimi cinguettii essi dicevano tra loro cose ammirate, ne sono convinto. Infine al ritorno, la sosta – tutti a tavola – al Rifugio Sebastiani, felici di aver compiuto l’impresa in serenità, promettendoci di avvicinarci sempre più, nelle prossime spedizioni, alla cima ulteriormente la cima, immortale esalazione dell’animo umano. Eppure io, per maturata volontà e grazie alla straordinaria “protezione” medica del Santo Spirito, sono già sei anni che mi avvicino alla cima, ma non per arrivare subito in Paradiso. Quello può attendere. L’autore è l’ultimo a sinistra nella foto dei partecipanti alla Montagnaterapia


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 6


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 7

Infarto-depressione, i rimedi dettati dall’esperienza clinica di Giulio Scoppola Direttore Uosd di Psicologia ospedaliera Asl Roma 1

anto è stato già detto sui legami così importanti tra infarto e depressione. Anche questo Giornale ha ospitato in passato differenti articoli sull’argomento, affrontando, fra gli altri, il tema della fiducia in sé stessi nel periodo successivo all’evento acuto durante la riabilitazione intra-muraria ed estensiva. Non affronterò ora il tema se nasca prima la depressione e poi la cardiopatia o se la depressione sia la conseguenza della cardiopatia. Perché se diamo per oramai scontati i legami (a doppio senso) tra cardiopatia ischemica e depressione, più difficile appare penetrare gli aspetti psicologici “sottili”, che hanno a che fare con le motivazioni di ognuno all’esistenza, con le energie disponibili per la relazione, con la elaborazione di lutti e traumi esistenziali, con la sessualità ed il sentirsi vivi…tutti fattori estremamente importanti che riguardano una tale relazione. Dall’analisi dei resoconti clinici dei pazienti da me incontrati, emerge spesso il sentimento di una sorta di attesa di un evento-limite, imminente e minaccioso. Un “capolinea” a cui l’organismo psicosomatico (o meglio biopsicosociale) sarebbe prima o poi giunto. Temuto ma anche desiderato, perché finalmente rivelatore di una vita condotta in sofferenza e da lungo tempo dis-ritmica, con l’implicito desiderio di cambiare, di “guarire”. Nel lavoro, nelle relazioni, nel rispetto delle proprie

T

emozioni, nel senso di onnipotenza (ad esempio nel caricarsi pesi eccessivi togliendoli ad altri…). Quindi con una sorda e muta richiesta a se stessi (ed al mondo) di cambiare rotta ed avere il “permesso” di farlo.

Emerge infatti anche un ambiguo senso di protezione, apparentemente verso gli altri ma in realtà verso se stessi. Protezione da un temuto cambiamento che apra verso una nuova definizione di sé e della relazione con gli altri. Abbiamo accennato come all’origine della rottura dell’equilibrio di salute ci sia spesso un trauma od un lutto improvviso. A volte più intenso e patogeno perché ripetuto e/o a breve distanza temporo-spaziale: “Nell’andare in visita al cimitero per la prima volta insieme a mio marito ebbi un crisi quasi di soffocamento al petto unita ad un’emozione che mi toglieva il

respiro, contemporaneamente, nei giorni successivi, le mie gambe cominciarono a gonfiarsi” (dal resoconto di una paziente). Gli eventi emozionali ed affettivi modificano il funzionamento organico, questo è un dato oramai accettato fra i nostri pazienti, sia che si tratti di energie psicofisiche “introvertite” che “estrovertite”, espresse o represse; “immesse” creativamente nella relazione con gli altri o trattenute patologicamente nei propri pensieri. Vedete la complessità dei percorsi psicosomatici alla base delle manifestazioni cliniche a cui poi daremo un nome. Sia che si esprimano somaticamente, nell’apparato cardio-circolatorio e cardio-respiratorio (disturbi emodinamici), sia che si traducano nel funzionamento mentale ed affettivo (disturbi dell’umore). Dall’esperienza clinica emergono però anche eventuali “rimedi” che gli individui sanno mettere in atto per contrastare e rispondere agli stati patologici psico-fisici descritti: ad esempio la pratica di una disciplina artistica o sportiva; il superamento delle emozioni negative attraverso la frequentazione di categorie spirituali o religiose; il radicamento a valori di riferimento; la cura e manutenzione delle relazioni con i propri cari, ivi compreso il recupero di una relazione più intima e sessuale; una maggiore disciplina nel rapporto con il mondo del lavoro… un colloquio con uno psicologo di fiducia!

CUORE AMICO

7


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 8


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 9

Come frenare i rischi della terapia con Aspirina di Pierpaola Petti Dirigente medico Uoc Cardiologia Santo Spirito

assunzione di farmaci antiaggreganti piastrinici aumenta il rischio di sanguinamenti, prevalentemente a carico del tratto gastrointestinale superiore, e questa evenienza si verifica soprattutto nei soggetti anziani (con età maggiore o uguale a 75 anni). L’aspirina (ASA), che è un antiaggregante, ha però un ruolo cardine nella terapia in prevenzione secondaria nei pazienti che hanno

L’

già avuto un evento ischemico (stroke o infarto miocardico). Come si possono conciliare i due aspetti contrastanti di questa terapia, soprattutto nei pazienti anziani? Secondo i risultati dell’Oxford Vascular Study, pubblicati recentemente su

Lancet, l’uso di inibitori di pompa protonica (PPI) associato alla terapia con ASA, riduce notevolmente i sanguinamenti del tratto gastroenterico secondari alla terapia con farmaci antiaggreganti. Inoltre c’è da sottolineare che i sanguinamenti, oltre a verificarsi in numero più elevato nella popolazione anziana rispetto ai pazienti di età inferiore, sono anche di maggiore gravità nei pazienti di questa fascia di età. L’assunzione combinata PPI-ASA si è visto essere capace di prevenire circa l’80% dei sanguinamenti gastrointestinali secondari alla terapia con ASA. Altra questione importante da considerare è se effettivamente nei pazienti anziani la terapia con ASA a lungo termine debba essere prescritta. Non vi è alcuna evidenza scientifica che la prosecuzione della terapia con ASA oltre i 28 giorni successivi ad un evento, sia cerebrale che cardiaco, possa realmente apportare un beneficio in termini di recidive e mortalità, e questo dubbio diventa maggiore soprattutto nei pazienti anziani, popolazione poco presente negli studi scientifici che generalmente si riferiscono e includono una popolazione più giovane. E’ importante che lo specialista cardiologo ricordi di prescrivere direttamente nei soggetti anziani un PPI in associazione alla terapia con ASA, senza demandare questa pratica al medico di medicina generale. Successivamente si dovrebbe valutare periodicamente il rapporto rischio-beneficio della

terapia a lungo termine con ASA: nei pazienti anziani spesso è sottostimata la percentuale di sanguinamenti maggiori che finiscono quindi per annullare i benefici di questa terapia in prevenzione secondaria. Quindi, in conclusione, nei pazienti anziani che hanno avuto un evento (infarto miocardico o stroke), in prevenzione secondaria va prescritta terapia con PPI in associazione alla terapia con aspirina. Poi, a lungo termine, va rivalutato il profilo di rischio del paziente per decidere se proseguire o meno la terapia in oggetto. In prevenzione primaria invece non è ancora chiaro come sia più corretto comportarsi e se quindi associare un PPI in terapia a chi assume già ASA apporti un qualche beneficio: in questo caso la popolazione in oggetto sembra avere un minor rischio di sanguinamenti. Non bisogna mai dimenticare però il singolo paziente: per ognuno va “cucita”, passo dopo passo, la terapia più corretta e appropriata secondo il profilo di rischio.

CUORE AMICO

9


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 10

L’effetto placebo e, per contro, il timore dei farmaci di Alessandro Carunchio Presidente Associazione Cuore Sano

ochi giorni fa ho assistito una signora con scompenso cardiaco che aveva bisogno di ricovero in ospedale. All’arrivo del 118 ho dato tutte le informazioni sulla paziente compreso un foglietto dove i familiari avevano diligentemente riportato l’elenco dei farmaci che la paziente non aveva tollerato in precedenza e definiti “…mi danno allergia”. Una parte di questi farmaci provocava stretta alla gola, altri peso allo stomaco ed altri ancora disturbi addominali. L’elenco era veramente molto lungo tanto da porre il dubbio sulla realtà del problema. Molti medici hanno esperienza di quanto possa essere difficile prescrivere un farmaco a pazienti particolari che si pongono subito sulla difensiva perché temono allergia o intolleranza. Un’altra signora, pure soggetta a molte intolleranze, riconosceva di avere vissuto l’evento drammatico della mamma che, dopo avere assunto un farmaco, stava per morire. Questo “timore dei farmaci” che spesso si fonda sul vissuto del soggetto, è l’effetto esattamente contrario al più noto effetto “placebo” ovvero alla fiducia ampia che hanno alcuni pazienti nei farmaci per cui, qualunque sostanza venga somministrata, ottiene l’effetto desiderato di eliminare o attenuare fortemente il disturbo da trattare. A questo proposito ricordo sempre gli effetti benefici di alcune gocce di H2O in due dita di acqua che vecchi medici di corsia prescrivevano a pazienti parti-

P

10 CUORE AMICO

colari con effetti miracolosi sui sintomi. In pratica, come recita la Treccani: ”L’effetto placebo può andare anche in direzione opposta. Se per esempio il soggetto si aspetta l’incremento di un sintomo, questo può verificarsi realmente. In tal caso, si parla di effetto nocebo.” I processi alla base dell’effetto nocebo sono praticamente gli stessi dell’effetto placebo, solo che vanno in direzione opposta: possono essere coinvolti meccanismi di aspettativa o condizionamento. Poco si sa sulle sue basi neurobiologiche, considerati gli inerenti problemi etici. Infatti, al fine di studiare l’effetto nocebo, sarebbe necessario indurre aspettative negative nel paziente per verificarne il risultato. Certamente è noto che, quando si studiano nuovi farma-

come la gramigna in un giardino ben curato, reazioni negative all’assunzione di farmaci placebo possono insorgere a causa del pessimismo del paziente

ci, e si sperimentano versus placebo, alcuni disturbi, come la tosse da ACE inibitori, sono presenti anche in una certa percentuale di pazienti che assumono placebo, ovvero nei soggetti che non assumono il farmaco. Certamente la necessità da una parte delle ditte produttrici di descrivere nel bugiardino gli effetti collaterali dei farmaci e dall’altra parte il desiderio dei pazienti di informarsi e, quindi, di leggere tali fogli (spesso molto lunghi e circostanziati per cui anche un solo evento avverso viene descritto) complicano tale problema. E’ innegabile che, alcuni soggetti, particolarmente predisposti, possano avvertire gli effetti collaterali descritti su tali foglietti. Un esempio molto concreto sono i dolori muscolari da statine, talmente noto che molti pazienti non vogliono assumerle come terapia preferendo terapie alternative senza contare che la reale incidenza di miopatia da statine è dello 0,1% e, negli studi osservazionali, il 10-25% dei pazienti lamenta dolore muscolare spesso preesistente. Ancora una volta sarà molto importante un buon rapporto medico-paziente ed una corretta informazione data dal medico, non negando i possibili effetti collaterali, descrivendoli e, soprattutto, rassicurando sui rischi reali e sulla possibilità di contrastarli. Importante sarà anche informare il paziente dell’importanza del farmaco prescritto e dei problemi che potrebbero presentarsi con la sospensione della terapia.


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 11

“Vedo di nuovo la luce” ommaso Buonfiglio – 83 anni, una volta piccolo commerciante – frequenta da poco la palestra del Santo Spirito, ma per l’impegno con cui si applica agli esercizi di riabilitazione non sembra affatto un neofita. Certo, è un po’ spaesato, discreto, timido, ma soprattutto carico di dolori non solo fisici (trombosi, scompenso, pacemaker) ma anche psicologici dopo la recente scomparsa della compagna della sua vita. Ma ha voluto farsi socio dell’Associazione Cuore Sano e partecipa alle sue iniziative sociali con slancio e interesse.

T

Da che cosa nasce questo slancio? “Nasce dal fatto che, qui in palestra e nell’Associazione, sto rivedendo un po’ di luce dopo tanti dolori. Intorno a me ci sono persone squisite: non solo tra i pazienti ma tra quanti ci assistono. L’infermiera professionale Angelita (nella foto) è proprio… un angelo. E le attenzioni della terapista Ludovica mi toccano profondamente. Sapere che c’è

calore, attenzione a ciascuno, mi dà una mossa”. So che hai fatto il giro di tanti ospedali, che ti hanno curato molto bene anche all’Umberto I. Ma come mai sei finito al Santo Spirito? “Eh, con il Santo Spirito ho una lunga dimestichezza. Ci andavamo spesso, mia moglie ed io. Era il nostro punto di riferimento da tanti anni. Certo, quando ti càpita un guaio, l’ambulanza ti porta dove c’è posto, o nel posto più vicino. Ma poi, quando posso decidere io, torno sempre qui, il luogo del cuore, della memoria, dei ricordi di quando c’era anche lei”. E dunque qui ora vuoi restare? “Sì, qui mi trovo bene. Ho sentito un paziente del nostro stesso turno usare un termine di grande suggestione: la socializzazione. Ecco, è proprio questo che mi rende un po’ sereno in palestra e quando si va in giro, tutti insieme, a visitare un luogo d’arte. Socializzazione

Il Paziente cardiopatico, ottant’anni appena compiuti, si appresta all’annuale “tagliando”. Il test più significativo, ma anche il più duro, è la prova da sforzo su cicloergometro. Il Medico cardiologo (Edoardo Nevola, napoletano verace e gentilissimo) conforta il Paziente che è manifestamente teso, anzi un po’ angosciato. Come ogni anno alla stessa scadenza. Negli ambulatori del Santo Spirito l’infermiera gli appiccica i sensori al petto e alle spalle. E quindi lo fa sedere sulla bici. La prova sta per cominciare, ma… M – Beh, vedo che l’anno scorso ha sviluppato 100 Watt, bene, ma con qualche segnale di malessere cardiaco… P – Ma avevo attraversato un periodo molto difficile: due fratture ad una gamba, con chiodo al femore; e un tumore, maligno e aggressivo, all’altra gamba. Mi sembra che ne sia uscito. M – Allora cominciamo, e stia tranquillo. P – E’ un po’ difficile ma ci provo. Il Paziente affronta il primo step (25 Watt); poi supera anche il secondo (50 W); quindi affronta pavidamente anche il terzo step (75 W), ma se la cava con una tale, inattesa dignità che non reagisce quando scatta il quarto, più arduo scalino dei 100 Watt. Resiste un minuto e mezzo poi l’alt, “per esaurimento muscolare”. E’ il momento di un confronto con il Medico che si rivelerà sorprendente.. M – Mi dica, ma per caso il dr. Ricci – il suo medico di fiducia, vero? – le ha cambiato di recente qualcosa nella terapia farmacologica?

vuol dire che possiamo parlare tra noi delle nostre esperienze, di come cerchiamo di uscire dal tunnel delle nostre sofferenze, delle speranze che coltiviamo pedalando sulla cyclette, facendo gli esercizi respiratori, imparando quelle tecniche dello (mannaggia a quella parola difficile!) stretching che aiutano a sbloccare il nostro corpo.” Oggi in palestra, e domani? “Le mie scadenze sono il martedì e il giovedì di prima ora, quando c’è il mio turno in palestra. Non vedo l’ora di venire. Te l’ho detto: sto rivedendo un po’ di luce”.

La palestra grande medicina P – No, tutto come prima. Perché me lo chiede? Successo qualcosa? M – E sì, ma non si preoccupi: è successo che la prova da sforzo che ha appena fatto è assai migliore di quella dell’anno scorso, ora data la sua età… E mi chiedo: se non c’entrano le medicine, che cosa ha fatto per migliorare? P – Ho ripreso a camminare, anche molto. Ho un contapassi… M – Mi scusi, ma il contapassi non mi basta. Qui rilevo un sacco di miglioramenti: una buona frequenza cardiaca, la pressione che al massimo sforzo è più bassa dell’anno scorso, poi c’è l’assenza di sintomi, le extrasistole sono sporadiche, sì c’è un sottoslivellamento orizzontale ma non significativo che inizia al massimo carico e si risolve poi al primo minuto di recupero… C’è sicuramente dell’altro oltre che il contapassi: che cosa? P – (nel darsi una pacca sulla fronte) Già, nel settembre scorso ho finalmente ricominciato a frequentare, qui sotto, la palestra per la riabilitazione cardiologica: sa, sono ventinove anni che la faccio, si può dire che sono stato il primo paziente della palestra, voluta, fortissimamente voluta dallo scomparso dr. Ceci. M – Oh, finalmente il mistero è chiarito: la palestra, grande medicina!


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 12

Fumare? Un danno pari a colesterolo e ipertensione di Marina Delfini Dirigente medico, resp. Centro antifumo Villa Betania ed Alfonso Galati Dirigente medico Uoc Cardiologia riab. Villa Betania

associazione tra fumo (attivo e passivo) e malattie cardiovascolari è stata dimostrata ed accettata dopo i risultati di studi epidemiologici sui fattori di rischio coronarico: il tabagismo ha ugual peso rispetto all’ipercolesterolemia e all’ipertensione. Il rapporto tra fumo e cardiopatia ischemica è rilevante per l’alta prevalenza di quest’ultima nella popolazione generale ed è responsabile del 20% delle patologie cardiovascolari. Nei fumatori il rischio di eventi coronarici è 2/4 volte superiore rispetto ai non

L’

fumatori. Anche il rischio di morte per cardiopatia ischemica e di morte improvvisa è aumentato: è maggiore nei soggetti giovani e della stessa entità in entrambi i sessi. Esiste, inoltre, una relazione lineare tra

12 CUORE AMICO

il numero di sigarette fumate al giorno e il rischio coronarico: nei soggetti che fumano oltre 40 sigarette al giorno il rischio di infarto miocardico è 9 volte maggiore rispetto ai non fumatori. Anche l’esposizione al fumo passivo aumenta il rischio di infarto miocardico. Nelle donne, l’associazione tra fumo e contraccettivi è particolarmente dannosa: nelle forti fumatrici che li assumono, il rischio di eventi coronarici aumenta fino a 40 volte. L’entità del rischio è condizionata anche dalla presenza di altri fattori: è stato documentato un effetto sinergico con la dislipidemia, l’ipertensione, il diabete, l’obesità addominale, l’attività fisica, il consumo di frutta e verdura. Il rischio si riduce con l’astensione dal fumo e dopo cinque anni diviene uguale a quello dei non fumatori, mentre nei forti fumatori aumenta fino a vent’anni dopo aver smesso. Pochi interventi danno benefici altrettanto evidenti, rapidi e con costi limitati; in prevenzione secondaria l’astensione dal fumo è uno dei trattamenti più efficaci e l’ampiezza del suo effetto supera quella del trattamento dell’ipertensione. Gli studi epidemiologici hanno dimostrato che dopo un anno di astensione il rischio per cardiopatia ischemica si riduce del 50% e continua a ridursi negli anni successivi fino a raggiungere quello dei non fumatori a 10-15 anni, il beneficio è indipendente dall’età e dal sesso. Nei soggetti affetti da cardiopatia is-

chemica i vantaggi sono più evidenti: la riduzione del rischio di morte negli ex fumatori (recenti) è del 30% e negli ex fumatori (un anno) 40% con una sopravvivenza a cinque anni paragonabile a quella dei non fumatori. Negli ultimi vent’anni la mortalità per malattie cardiovascolari si è dimezzata, sia per la nascita delle UTIC e delle tecniche di rivascolarizzazione, ma soprattutto per la riduzione dei fattori di rischio e tra questi la parte più importante spetta al fumo. Quattro importanti studi di prevenzione secondaria (Eurospire, condotti tra 1999 e 2016) hanno valutato il comportamento dei cardiologi di 22 paesi europei sul trattamento dei fattori di rischio e la prescrizione di farmaci in pazienti ricoverati per un evento cardiovascolare. Vi è stato un miglioramento del controllo dell’ipercolesterolemia, è incrementata la prescrizione di farmaci come l’aspirina, i beta-bloccanti e gli ACE-inibitori, ma il controllo di fattori di rischio come l’obesità, il diabete, l’ipertensione e il fumo è stato deludente. Per quanto riguarda la gestione del tabagismo questa si limita alla semplice raccomandazione di non fumare; nel 20% dei casi il dato non viene riportato nella cartella clinica, nella lettera di dimissione solo nel 60% dei casi viene indicato che il paziente fuma e solo raramente viene prescritta una terapia per la disassuefazione. Probabilmente anche per questo, il 50% dei pazienti dopo un ricovero per un evento acuto riprende a fumare dopo la dimissione.


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 13

Genitori e nonni: provveduto per i vaccini? empi stretti per le vaccinazioni. Con quest’autunno sono entrate in vigore nuove regole, in qualche modo rivoluzionarie. Benché tutti ne parlino e ne scrivano, anzi proprio per questo, anche Cuore Amico vuole ricordare ai lettori-genitori ma soprattutto ai nonnilettori (la maggior parte di quanti tengono in mano questo periodico) i principali dati perché bimbi e ragazzi tra 0 e 16 possano andare a scuola. DIECI VACCINI. Erano quattro, ora sono dieci quelli obbligatori per potere andare a scuola: difterite, tetano, epatite B, poliomielite, pertosse, haemophilus influenzae, morbillo, parotite, rosolia, varicella. Per gli ultimi quattro si controllerà, tra tre anni, se le coperture sono tornate sufficienti e si deciderà se mantenerne l’obbligo. Altri quattro vaccini (meningococco B, meningococco C, pneumicocco e rotavirus) non saranno necessari ma saranno incoraggiati e offerti gratuitamente. L’AMMISSIONE A SCUOLA. Tra 0 e 6 anni le dieci vaccinazioni obbligatorie sono requisito essenziale per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole per l’infanzia. Tra i 6 e i 16 anni se non si è vaccinati scattano sanzioni pecuniarie tra i cento e i cinquecento euro. Al posto dei certificati di avvenuto adempimento all’obbligo, basta dimostrare di avere prenotato le vaccinazioni, e presentare la documentazione di avvenuto adempimento all’obbligo entro marzo 2018. L’obbligo naturalmente è esteso anche ai minori stranieri non ac-

T

compagnati. Però i genitori (o chi per essi) possono presentare, in luogo del certificato, un’autocertificazione e consegnare il libretto che attesta l’obbligo assolto entro il 10 marzo 2018. Gli appuntamenti vanno presi nelle farmacie che però non sono ambulatori dove effettuare anche le vaccinazioni. Nessuna denuncia, nessuna vessazione penale. OBBLIGO NON SOLO PER ALUNNI. Le vaccinazioni sono obbligatorie anche per gli operatori scolastici (maestri, professori, bidelli, amministrativi) e operatori sociosanitari: devono presentare un’autocertificazione attestante la copertura. NON SEMPRE GRATIS. Solo per i nati nel 2017 il percorso vaccinale è interamente gratuito. Lo Stato ha stanziato 100 milioni per l’anno in corso, 127 per l’anno prossimo, 186 per il 2019. Per chi è nato prima la situazione varia da regione a regione. Prendiamo il Lazio, che è la regione in cui viviamo e in cui la Sanità è commissariata. Da anni sono gratuiti i vaccini esavalente più pneumococco (la prima dose al terzo mese di vita del neonato) e

la triade parotite-morbillo-rosolia. Diverso il caso per la prevenzione delle meningiti: per i nati prima del 2017 restano a pagamento le tre dosi del meningococco B (80 euro a dose) , mentre da fine aprile 2017 è diventato gratuito anche il meningococco tetravalente (A, C, W, Y) per tutti i bambini e adolescenti dal tredicesimo mese di vita fino a 19 anni. La varicella è gratuita per tutti i bambini nati dopo il 1 gennaio 2016, a pagamento per tutti gli altri. Per quanto riguarda il virus HPV, inoltre, è gratuito per le bambine da 11 fino a 19 anni e per i maschi nati dal 2006. Il vaccino contro lo pneumococco è gratuito per chi è sopra i 65 anni, e per le categorie a rischio, mentre il rotavirus resta a pagamento per tutti i nati fino alla fine del 2016 (35 euro a dose). VIGILANZA SUI PREZZI. La legge impone una (relativa) stretta sui prezzi dei vaccini: i costi dovranno essere sottoposti dai produttori alla negoziazione obbligatoria con l’Agenzia del farmaco. La stessa Agenzia sarà parte in giudizio nelle controversie sui presunti danni da vaccinazione.

CUORE AMICO

13


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 14

“L’ho visto in TV!” Padre sotto infarto, la figlia lo salva con il massaggio cardiocircolatorio dopo averlo visto praticare in un telefilm, sotto la guida del 118 riuscita a salvare la vita al padre, praticandogli il massaggio cardiaco. Protagonista una studentessa 18enne di Montale (Pistoia). La ragazza, che non hai mai frequentato un corso di rianimazione di base ma che segue tutte le puntate di Grey’s Anatomy, non ha perso tempo: ha immediatamente chiamato il 118, ha messo il telefono in vivavoce e, sotto la guida dell’operatore della Centrale, ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco a suo padre. Il fatto è stato reso noto dall’Asl-Toscana centro. “Stavo dormendo – ha raccontato la ragazza – quando, intorno alle sei, sono stata bruscamente svegliata da mia madre, perché il babbo, che ha 54 anni, non si svegliava e non respirava più. Sono corsa in camera e l’ho trovato

È

si è quindi proseguita – hanno riferito gli operatori sanitari – con l’esecuzione dell’elettrocardiogramma e la sua teletrasmissione al medico della cardiologia dell’ospedale San Jacopo di Pistoia. Diagnosticata la presenza di un infarto miocardico acuto, appena l’ambulanza è giunta in ospedale è stata somministrata la terapia più appropriata e il paziente è stato direttamente trasferito nella sala di emodinamica, dove ad attenderlo era già pronta l’équipe di cardiologia interventistica, Una scena della serie televisiva che in brevissimo tempo ha “Grey’s Anatomy” provveduto a riaprire, medidisteso sul letto, privo di coscienza”. ante angioplastica coronarica, l’arteria “Ho chiamato l’ambulanza – ha aggiun- responsabile dell’arresto cardiaco. Il to – che è arrivata dopo soli dieci minu- paziente ora sta bene. Certo, non è freti, durante i quali ho effettuato il mas- quente che la televisione possa rappresaggio cardiaco, senza fermarmi un solo sentare un prezioso sussidio sanitario, secondo, secondo le istruzioni che mi ma sono soprattutto significativi lo spirdava l’operatore del 118”. Giunti sul ito di iniziativa, la prontezza di riflessi, posto, i soccorritori hanno immediata- la memoria visiva di una ragazza che mente effettuato la defibrillazione e non ha esitato a sfruttare quel che aveva continuato con le manovre di rianimazione avanzate. La catena dei soccor-

14 CUORE AMICO

appreso attraverso una trasmissione, e non certo pensando che un giorno avrebbe applicato quelle semplici regole (la pressione ritmica delle mani unite sul torace del paziente con forza e senza pause). Ma non tutti guardano “Grey’s Anatomy” né basta l’imitazione di una scena in Tv per praticare un intervento importante come il massaggio cardiaco. Ma tutti potrebbero apprendere queste regole (e anche come ci si serve del defibrillatore semi automatico) se sapessero che anche all’ospedale Santo Spirito si svolgono con regolarità, nel corso dell’inverno, dei cicli di lezioni assolutamente gratuite in cui, con l’ausilio di un manichino (che riproduce perfettamente un uomo) e di un defibrillatore (vero), si insegna a praticare il primo soccorso con il massaggio cardiaco e anche il secondo (appunto col defibrillatore), e si rilascia, al termine del corso, un attestato che abilita all’uso di questo prezioso apparecchio di cui, per legge, tutti i luoghi affollati dovrebbero essere dotati ma che invece purtroppo sono ancora scarsi e male indicati.


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 15

Scrivi a Cuore Amico G

entile Dottore, dal 2003 ho due by-pass aorto-coronaici . Andrò al mare in Sicilia per almeno due mesi: il medico di famiglia mi ha consigliato di non espormi al sole per non danneggiare le coronarie . Come debbo comportarmi? Grazie, Andrea Blandini Penso che Lei debba assumere le consuete precauzioni per proteggersi dai raggi del sole che possono essere dannosi per la pelle. Gradualità nell'esposizione, protezione solare a percentuale decrescente. Una volta abbronzato, non saranno necessarie neppure queste precauzioni perché la melanina ci protegge. Per le sue coronarie non ci sono problemi. Valgono le comuni precauzioni di idratarsi ed evitare le ore più calde sotto il sole. Per tenere pulite le coronarie servono dieta equilibrata e movimento fisico oltre la cardioaspirina e le statine.

G

entile Dottore, da due anni "soffro" di fibrillazione atriale. Prendo pillole per ipertensione (xarelto 20, fleiderina, antra, triatec) per prevenire eventuali ictus ecc. La mia domanda è se posso assumere il Levitra 20 per un aiutino, non ho una erezione soddisfacente, forse a causa dei farmaci che assumo da qualche anno. Spero che possiate chiarire il mio problema, non vorrei agire senza il consiglio di un esperto. Grazie per qualsiasi informazione che andrete a darmi. F.C. Il primo consiglio che voglio darle è consultare il suo cardiologo perché è quello che la conosce meglio e al quale può rivolgersi senza imbarazzi. La disfunzione erettile è un problema frequente che può colpire tutti, specie con l’avanzare dell’età, in concomitanza con l’assunzione di alcuni farmaci e, ancora più spesso per una certa paura dell’atto sessuale che, inconsciamente, ci trasmettono le diagnosi cardiologiche precedenti. Non conoscendola, mi li-

mito a dare delle indicazioni di massima che vanno poi calate nella persona singola. In realtà non ci sono controindicazioni specifiche all’uso di Levitra 20 in associazione agli altri farmaci che già assume. Controindicati sono alcuni medicinali per l'angina (in particolare Carvasin, Trinitrina, ecc). L’associazione dei nitrati con Levitra potrebbe abbassare troppo la pressione sanguigna. Medicinali per il trattamento dell'aritmia, quali chinidina, procainamide, amiodarone o sotalolo. Gli alfa bloccanti, un tipo di medicinali utilizzati per il trattamento della pressione sanguigna alta e dell'ipertrofia della prostata (vedi Omnic ed altri). Altri farmaci non cardiologici sono indicati nel bugiardino. Detto questo, bisogna chiarire alcuni punti ed uno principale: dall’uso della Fleiderina deduco che attualmente il ritmo è sinusale e la FA è regredita. Quale è la Sua capacità di esercizio fisico? Ovvero, in occasione di sforzi come salire le scale o fare una strada in salita, come tollera lo sforzo? Se va tutto bene, anche da un punto di vista cardiaco e lo sforzo non induce aritmie, può sottoporsi ad un rapporto sessuale più impegnativo senza problemi. Un secondo consiglio è partire con un dosaggio basso (10 mg) e poi, in assenza di effetti collaterali, incrementare a 20 mg. Non prenda Levitra più di una volta al giorno anche se in formulazioni diverse la lingua. Alessandro Carunchio

Farmaci scaduti? Mai gettarli nell’immondizia maltire correttamente i farmaci scaduti è, oltre che un dovere, una necessità. I medicinali sono composti di sostanza chimiche il cui processo di decomposizione può generare sostanze estremamente pericolose che potrebbero inquinare terreno e falde acquifere, contaminando anche la catena alimentare. Non si devono quindi gettare nella spazzatura o (peggio ancora) nel water, ma è necessario smaltirli adeguatamente: vanno tolti scatola e foglietto illustrativo per destinarli alla raccolta della carta, mentre il resto della confezione andrà lasciato integro e smaltito negli appositi contenitori che si possono

S

trovare vicino alle farmacie oppure presso le Asl. Per i medicinali antitumorali e chemioterapici, che sono considerati rifiuti speciali, è indispensabile contattare la Asl di appartenenza, affinchè vengano ritirati da personale della medesima. La normativa sullo smaltimento dei medicinali scaduti, sia quelli di uso comune che quelli speciali, è affidata alla legislazione locale di Comuni e Regioni, che hanno in delega l’organizzazione sul territorio, sia per il ritiro a domicilio che per lo svuotamento degli appositi contenitori dislocati presso le farmacie e le Asl.


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 16

S E VO L E T E S O S T E N E R C I Unicredit Banca di Roma – Roma 173 – Ospedale Borgo S.Spirito, 3 – 00193 Roma Codice IBAN IT 66 Z 02008 05135 000400005512 – Swift code UNCRITM1B83 Posta – c/c n. 1031536970 Cod. Fisc. Associazione (5 per mille) – 96255480582

Pillole di salute QUANTI FARMACI SPRECATI – A causa di confezioni che contengono un numero di compresse o di gocce superiore o inferiore in media del 30% rispetto al ciclo terapeutico prescritto, ogni anno si sprecano un miliardo e mezzo di euro. Lo denuncia il Comitato nazionale di bioetica raccomandando interventi “atti a diminuire lo spreco ingiustificato generato da maxi o mini confezioni”. Il rimedio? Il sistema praticato in Usa e in Gran Bretagna: è il farmacista che prepara confezioni personalizzate con il numero di compresse o flaconi monodose indicati nella ricetta. Lo stretto necessario per completare il ciclo.

UN VACCINO ANTI-LDL – Un vaccino capace di dimezzare, a chi ce l’ha naturalmente alto, il colesterolo “cattivo” attraverso il fegato, e fronteggiare così

almeno in parte i danni causati dall’aterosclerosi? A offrire questa prospettiva potrebbe essere un nuovo composto farmaceutico, chiamato AT04A, prodotto da una azienda biotech austriaca, a cui ha dedicato ampio spazio la prestigiosa rivista cardiologica European Heart Journal a seguito dei promettenti risultati ottenuti sui modelli animali e all’avvio della prima sperimentazione sull’uomo, di cui si attendono i risultati preliminari entro la fine del 2017. IL PUNTO SUI TUMORI – Per oltre il 5% della popolazione italiana (tre milioni e mezzo) c’è stata o c’è una diagnosi di tumore. Non sempre si tratta di un tumore maligno, ma se lo è la sopravvivenza a cinque anni dopo la diagnosi è piuttosto alta: il 63% fra le donne, il 57% tra gli uomini. La fonte è il rapporto 2017 della Federazione delle Associazioni di Volontariato. La spesa per i farmaci antitumorali è stata, nel 2015, di 4 miliardi e 175 milioni, il 18,9% della spesa farmaceutica. Solo nel periodo 2013-2016 sono stati registrati in Europa 45 farmaci innovativi. Ma per nuovo farmaco ci vogliono 806 giorni dal momento della sua approvazione alla disponibilità per il paziente. IN ITALIA 6 MILIONI DI OBESI – Nel mondo due miliardi di persone sono sovrappeso, e quattro milioni avreb-

bero perso la vita solo nel 2015 per un problema di salute correlato al proprio eccesso ponderale. In Italia si calcola che siano sei milioni gli obesi, cioè il 10% della popolazione. I dati emergono da un rapporto di ricercatori dell’università di Washington pubblicato sulla rivista New Engrand Journal of Medicine. Secondo gli autori, “i risultati documentano una crisi di salute pubblica crescente e inquietante”. Ma più dei numeri, fa effetto il dilagare dell’obesità anche in paesi in via di sviluppo dove pure maggiori sono le difficoltà di accesso al cibo. In realtà la stessa malnutrizione rischia di provocare l’effetto opposto.

LE REGOLE PER IL CUORE – Sembrano scontate, eppure fa bene ripeterle sempre a se stessi, le “sette semplici regole” per la salute del cuore fissate dall’American Hearth Association: mantenere la pressione sanguigna nella norma, mantenere il colesterolo basso, mantenere bassa la glicemia, mangiare sano, perdere peso, mantenersi fisicamente attivi e smettere di fumare. Rispettarne sei significa avere una probabilità dieci volte maggiore di avere un cuore giovane rispetto a una persona che non segue nessuno di questi consigli.

Periodico dell’Associazione Cuore Sano in collaborazione con la Uoc Cardiologia S.Spirito • Anno XXII - n. 3 lug./set. 2017 • Reg. Trib. di Roma n.00323/95 • Direttore responsabile Giorgio Frasca Polara • Comitato scientifico Roberto Ricci (presidente), Edoardo Nevola, Antonio Cautilli, Alessandro Danesi, Gabriella Greco, Francesca Lumia, Alessandro Totteri, Marco Renzi, Giulio Scoppola • Redazione Lungotevere in Sassia n. 3 • 00193 Roma Ospedale Santo Spirito • Segretaria di redazione Carla Maria Rossi• Recapiti: Cardiologia-reparto terapia intensiva (Utic) tel. 06.68352579; Cardiologia-reparto Subintensiva (Usic) tel. 06.68352213; Segreterie Cardiologia, Ass. Cuore Sano e redazione di Cuore Amico tel. 06.68352323 • E-mail: dmed.car@aslroma1.it • segreteriacs@cuore-sano.it • www.cuore-sano.it • Stampato dalla Stamperia Lampo


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 17

GIORGIO HA LE SUE PERSONALI ESIGENZE IN TERMINI DI TERAPIA ANTICOAGULANTE 82 anni: paziente con insufficienza renale FANV, anziano, sovrappeso, insufficienza renale moderata, molteplici comorbilità, stile di vita sedentario

L’insufficienza renale di Giorgio aumenta il suo rischio di sanguinamento nella FANV - è stato osservato che il rischio relativo di sanguinamento è superiore nei pazienti con nefropatia rispetto ai pazienti che non la presentano.1 I tuoi pazienti stanno tutti assumendo una terapia anticoagulante specifica per le loro personali esigenze? COMORBILITÀ

TERAPIE CONCOMITANTI

NON COMPLIANTE

INSUFFICIENZA RENALE

ETÀ AVANZATA

BASSO PESO CORPOREO

Bibliografia: 1. Olesen JB et al. Stroke and bleeding in atrial fibrillation with chronic kidney disease. N Engl J Med 2012;367(7):625–635.

FANV= fibrillazione atriale non valvolare

10:44:12


CUORE AMICO 3 COMPLETO.qxp_Cuore Amico 2008/2 28/09/17 17:08 Pagina 18

Ridurre i rischi cardiovascolari

Preservare la qualitĂ della vita

Science For A Better Life

www.bayer.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.