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Non scordiamoci la casa
di Giacomo Alberto Vieri le questioni più spinose restano sul
più per curiosità che per necessità. Per fortuna. La casa è piccola e non è mia, per cui ogni tanto è bene guardarsi in giro, ma il contratto è eccezionale di questi tempi, il proprietario serio, la posizione stupenda. E comunque l'affitto lo pago regolarmente, anche se talvolta rincorro il mese. Come molti mi sono iscritto ai gruppi su Facebook, siti vari, ho scritto a conoscenti e amici. Non avevo troppo entusiasmo, questo è vero. Ma al di là del fatto che mi dia un po' noia cacciare quattro mensilità tra caparra e agenzia prima ancora di entrare, mi sono sentito preso in giro per prezzi e qualità in 4 casi su 5. Casa, casae. Quanto ne abbiamo parlato e soprattutto ne dovremo ancora parlare? Il mercato delle locazioni sarà un po'
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legate all'emergenza sanitaria in corso, cambiato, ma non così tanto, i canoni sono scesi (leggermente) ma si fa molta fatica a risolvere contratti più lunghi di 18 mesi. Gli imprenditori del mordi e fuggi, cioè i gestori di AirBnB in conto terzi, attraversano ancora una crisi che fa rimpiangere i tempi delle vacche grasse e ne acclamano il ritorno quanto prima; forse a fronte di 730 piuttosto indigesti, chissà. Poi ci sono gli immancabili quarti piani senza ascensore, gli ampi e luminosi spazi con mezza finestra su uno scannatoio a piano terra, i terrazzi rari come neve all'Equatore, spese condominiali prive di logica, ecc. Vediamo come butta settembre. Eppure l'importanza del verbo abitare la si trae anche dalle prime due lettere che la compongono: A, B. Le prime due dell'alfabeto, che lo stesso vuol dire A, B. L'abitare, le sue forme, le persone che abitano e quelle che permettono di abitare (cioè i padroni di casa), sono il capo di un discorso in fieri gigantesco, che si spera trovi una coda, o almeno a un senso. E chi la casa non ce l'ha? A che punto siamo con i tanti progetti di co-housing e social housing a fronte di una quantitavolo, anzi forse vengono messe sotto
Movimento di Lotta per polvere. Sai no? Ma quando ci deciderela Casa, forse, a voi è un mo ad affrontare il nodo dell'edilizia nome che dice poco. Maresidenziale pubblica, ripensando gari scrivessi quello di l'enorme patrimonio in mano all'AmLorenzo Bargellini, Mao, ministrazione per metterlo a distorico leader del gruppo, sposizione di chi una casa non ce scomparso tre anni fa, forse vi l'ha? Quando si smetterà di pensuonerebbe di più. Dite di no? Beh, eppure su Instagram vedo che vi piace un sacco fotografare i claim disegnati sui muri del centro E allora oggi più che sare che la questione abitativa è appannaggio dei soli cittadini stranieri e si valuterà, invece, che l'accesso alla residenza è una questione trasversale? Cendi Firenze, frasi come “Non è un airbnb”, “Tu vo fa' l'americano”, eh... beh, quelle parole hanno dietro una lunga storia, delle facce, giorni e giorni di occupazioni, di lotta agli sfratti, di presidi in piazze assolate. mai il bisogno è uno solo: la tinaia di persone, italianissime, che a causa dell’art. 5 della legge 80/2013, restano invisibili, senza traccia.” Il mancato riconoscimento di un posto in cui abitare nega, come si immagina, enormi diritti e tuMarzia Mecocci, attuale por tavoce del Movimento, li ricor casa tele, impattando fatalmente sul percorso di vita di ogni individuo. da tutti, mentre una mattina La crisi sanitaria che ci ha colpiti parliamo al telefono entramimpone continuamente riflessiobi fastidiati da improvvisi cali di voce: ni sulla tenuta di un certo modello di “Siamo in un momento delicatissimo”, sfruttamento delle risorse, in primis dice lei,“perché se da una parte si riesce quelle edilizie. “E allora oggi più che a tirare un sospiro di sollievo, fra blocmai”, conclude Mecocci, “il bisogno è co degli sfratti e decreto rilancio, misure uno solo: la casa”. Sai no?
ABITARE A FIRENZE
di Michele Baldini
Ho provato anche io a cambiare casa,
al tappeto, come la famosa storia della tà sempre esuberante di grossi patrimoni immobiliari vuoti in mano a pochi? Un discorso che questo articolo né il suo autore possono affrontare, ma che in questo “dopo” dovremo affrontare un po' tutti. Troppo, troppo, troppo materiale.