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L’”opportunità Renzi” e la costruzione di una casa comune

L’Editoriale del Direttore

L’”opportunità Renzi” e la costruzionedi una casa comune

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Aldo AVALLONE

Tanto tuonò che uscì il sole. E’ quanto mi viene da pensare rispetto alla situazione attuale della sinistra nel nostro Paese, ribaltando il significato della frase originale che la tradizione attribuisce a Socrate.

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Il senatore fiorentino, dopo un lungo tira e molla, ha compiuto il passo decisivo. La scissione (l’ennesima) è fatta e “Italia Viva” è pronta ad accogliere a braccia a- perte i circa quaranta fuggitivi dalla casa comune. Appare utile ricordare che quando Bersani e compagni, non condividendo la linea politica dell’allora segretario del Pd, decisero di andare via furono bollati con i peggiori epiteti avendo minato l’unità del Partito. La sprezzante definizione di “scappati di casa” di Roberto Giachetti si ritorce ora contro chi l’ha detta in passato. Ma, si sa, le opinioni sono punti di vista e mutano a secondo dell’utilità di chi le esprime.

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Ritengo che l’uscita del rignanese dal Partito Democratico rappresenti un’opportunità importante per tutte le forze che si richiamano ai valori progressisti e riformisti. L’equivoco di un Partito dalle forti tradizioni di sinistra guidato da un democristiano è finalmente chiarito. Naturalmente è presto per prevedere il seguito che la nuova formazione centrista potrà avere nel Paese. Solo il tempo potrà chiarirlo. Però è certo che milioni di elettori di sinistra che avevano scelto la strada dell’astensionismo o, in alternativa, erano stati attratti dalle vaghe promesse di cambiamento del Movimento 5Stelle, avranno l’opportunità di tornare a casa. Una casa che dovrà essere necessariamente nuova per offrire attrattiva e ospitalità.

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Ieri, in un’intervista al Manifesto, Arturo Scotto, ex capogruppo di Sel e oggi coordinatore di Articolo 1, ha avanzato una proposta importante. «Il modello del Pd renziano, quello dell’equidistanza tra imprese e lavoratori, è fallito - ha detto Scotto – oggi tutti chiedono di finirla con la sinistra frantumata, con le competizioni fratricide e con le scelte suicide. I nostri elettori chiedono il cambiamento e l’unità delle forze progressiste». Il progetto di Articolo 1 è «una costituente per un nuovo soggetto della sinistra. U- na forza unitaria socialista e laburista».

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Nella presentazione della nostra testata il 14 luglio scorso scrivevamo «abbiamo scelto di chiamarla “l’Unità laburista” per porre l’accento su due punti fondamentali della nostra linea editoriale. “Unità” perché la nostra sarà una testata che intende unire le diverse anime della sinistra ora presenti nel panorama politico italiano in un’ottica inclusiva. “Laburista” perché è espressione diretta di quei valori di solidarietà, giustizia sociale, difesa dei diritti dei lavoratori peculiari del movimento laburista europeo». Il progetto illustrato da Arturo Scotto è il nostro progetto da sempre e, quindi, siamo felici che alcuni politici nazionali si accorgano del fatto che “laburista” non è una bestemmia, in italiano.

Grazie alla scissione renziana, adesso tutto è cambiato. Quello che fino a ieri sembrava impossibile oggi appare una sfida difficile ma realizzabile. Finalmente si potrà lavorare per costruire una sinistra di governo con un’identità comune e chiunque ritenga di appartenere all’area progressista, pur nelle comprensibili differenze, non potrà sottrarsi dal farne parte. Occorrerà impegno, tempo e tanto coraggio. Ma ne varrà la pena. L’obiettivo è decisivo: cambiare l’Italia.

Noi dell’Unità laburista saremo sempre in prima linea per fare, come di consueto,la nostra parte.

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