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Napoli: Climate Action Week, 27 settembre 2019, Sciopero Mondiale per il Futuro
Ambiente e Politica
Napoli: Climate Action Week, 27 settembre 2019, Sciopero Mondiale per il Futuro
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Raffaele FLAMINIO
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Un’emozione grandissima, migliaia di studenti, una sola voce. Un fiume umano giovane e impetuoso scorre lungo l’arteria di Corso Umberto. Non c'è rabbia. La gioia e la consapevolezza sono gli elementi distintivi di questo fiume tranquillo e gioioso. Le parole d'ordine sono semplici ed esplicite “cambiamento e consapevolezza", tutto ciò nell'ambito dell'alveo della democrazia e della legalità. Qui si vive lo spirito e l'anelito della Costituzione. Lungo il percorso del corteo non una carta, una lattina sono lasciati sul letto del fiume umano che rivendica la volontà e la determinazione di contare. Decine di migliaia, sono le anime che compongono quest’allegra spuma giovane e fresca. Oggi,come per miracolo, il sole è alto nel cielo a dimostrazione che le forze della natura condividono senza se e senza ma le idee e le ragioni dei giovani. Oggi si è compiuta un’ importante saldatura tra i giovani e la terra, madre generosa è accogliente.
La città non ha subito nessun turbamento rispetto alla paralisi apparente, assiste incredula e appassionata alle istanze di cambiamento e di vita. In questo momento il corteo percorre via San Felice e si arrestato di fronte a una casa di anziani, i quali affacciati ai balconi della loro residenza inneggiano ai giovani. È tutto molto emozionante, sto assistendo al passaggio di testimone tra la generazione della resistenza italiana e la nuova resistenza mondiale. Questa è la globalizzazione cui le nuove generazioni aspirano. Non ci sono vessilli partigiani, il colore dominante è il verde dell'ecologia e della speranza. La testa del corteo è nei pressi di Piazza Dante, il corpo e la coda si snodano ancora su Corso Umberto e via Monte Oliveto. Le persiane delle attività commerciali sono tutte alzate, i commessi, gli impiegati sono sulle soglie e si godono la pace e la sicurezza che questi ragazzi esprimono nella loro composta protesta. Questi ragazzi stanno indicando una strada percorribile e possibile. Forse l'epopea degli sdraiati si sta estinguendo. Forse hanno bisogno di
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essere ascoltati e non giudicati. Le divisioni che i giovani subiscono per convenzione, da parte degli adulti che amano catalogarli per abbigliamento e pettinature in questa giornata, si sono annullate. Tutt’insieme come un solo corpo. Parafrasando il vecchio adagio Occhettiano “Una gioiosa e pacifica macchina da guerra".
Alla mia domanda artatamente provocatoria e generica rivolta a un gruppo di ragazze che sfilano acconto a me «ragazze credete sinceramente in quello che state facendo?» Annamaria, Paola, Aurora e Angelica al riparo del loro ombrellino si guardano interdette tra loro e all’unisono rispondono «Crede davvero che a noi piaccia perdere tempo? Siamo qui perché vogliamo esserci e contare, siamo impegnate nella lotta al cambiamento. Vogliamo che quest’argomento prenda forma prima di tutto nella scuola. Nella nostra scuola stiamo partendo dalla raccolta differenziata. Speriamo ci ascoltino».
Molti genitori di questi ragazzi sono presenti " clandestinamente". Stanno, stiamo imparando a stimare i nostri figli che ci stanno impartendo una lezione di democrazia e onestà declinando efficacemente i codici comunicativi che intendono portare a conoscenza, di chi come noi, è attaccato a modalità comunicative obsolete. In questa manifestazione, c'è un servizio d'ordine spontaneo e silente ma efficace, quando si materializza un'auto o un motorino, esso si esplicita invitando i pochi i- gnavi a rispettare la comunità e l'ordine spontaneo costituito. Il corteo in questo momento, ore 11,59 tocca Piazza Dante, la testa è in via Pessina. Forse gli organizzatori intendono proseguire per via Foria. Non so se tale intenzione è prevista dall'autorizzazione delle Autorità o, perché le presenze sono tante e il corteo per sicurezza debba oscillare per permettere alla moltitudine di accedere ordinatamente in Piazza Dante. I volti sono stanchi, molti vengono da lontano e si sono svegliati molto presto, si respira soddisfazione e serenità per questa manifestazione che mol-
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ti vecchi arnesi, speravano fallisse. Sono stati smentiti e sbugiardati. Nella moltitudine variopinta della piazza, mi avvicino ad Attilio studente di un istituto alberghiero candidato al consiglio d’istituto della sua scuola gli chiedo: «E allora che bilancio fai di questa giornata?».
Nella sua tenuta di jeans e maglietta di cotone bianca con al centro un logo mi dice:«Una giornata bella e appassionante, speriamo non sia isolata. Abbiamo l’obblig o di ripeterla. Dobbiamo tenere costante la tensione sull’argomento. Io vengo da Acerra; li non ce la passiamo bene. Non possiamo pretendere di cambiare il mondo in un giorno. Il nostro impegno deve essere quotidiano, fatto di piccoli passi. Spesso litigo con i miei concittadini e i miei coetanei per i loro comportamenti. Non dobbiamo scoraggiarci».
Oggi è stata impartita una severa lezione a chi pretestuosamente bolla i giovani come imbelli e incapaci. La ragioni di questa giornata sono semplici e chiare come un bicchiere d’acqua.
Un saluto dalla speranza.
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