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La guerra tra editori e giganti del web

Editoria e Web

La guerra tra editori e giganti delweb

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Aldo AVALLONE

Con un editoriale dal titolo perentorio “Droit voisin: Google doit aussi appliquer la loi”, pubblicato il 24 ottobre scorso, l’autorevole quotidiano francese “Le Monde” dà comunicazione ufficiale della guerra iniziata in Francia tra i giornali e i colossi del web (Google e Facebook, innanzitutto). Un conflitto che si annuncia lungo e sanguinoso ma che ha come fine ultimo un obiettivo importante: la difesa del diritto d’autore e, di conseguenza, quella della libertà di stampa. Ma cerchiamo di comprendere cosa è in gioco e come si è arrivati a questo punto. La vicenda nasce dall’approvazione, il 26 marzo scorso, da parte del Parlamento

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europeo di una nuova direttiva per la tutela del diritto d’autore nella Rete. Dopo anni di battaglie, le associazioni di editori, giornalisti, autori in generale hanno ottenuto la facoltà di chiedere un giusto compenso ai colossi del web per l’uso delle loro “opere d’ingegno”. In sostanza la direttiva europea prevede la possibilità per i giornali di contrattare un compenso per i loro contenuti che appaiono nei risultati delle ricerche sul web. Gli editori lamentano l’uso indiscriminato dei loro prodotti senza ricevere in cambio un’adeguata remunerazione da parte, soprattutto, di Google, Facebook e Twitter, che hanno visto aumentare in maniera considerevole i loro proventi pubblicitari grazie anche ai contenuti prodotto dai media. La direttiva europea, per essere applicata, prevede che ogni Paese legiferi in materia. Ebbene, la Francia è stata la prima nazione ad approvare una legge ad hoc, entrata in vigore proprio il 24 ottobre scorso. In Francia ora gli editori dei giornali hanno il diritto di negoziare con Google e Facebook una remunerazione per l’utilizzo dei loro contenuti. In effetti, il motore di ricerca già paga un piccolo compenso agli editori dei giornali ma, secondo questi ultimi, sarebbe ben poca cosa rispetto ai profitti generati. La risposta di Google non si è fatta attendere e ha annunciato, sic et simpliciter, che non intende rispettare la legge. In caso contrario non pubblicherà più estratti di articoli su Google News ma solo titolo e indirizzo internet che rimandi all’articolo. L’effetto, per i giornali, sarebbe di totale oscuramento. Per questo, finora, i media francesi non hanno ancora fatto richieste economiche al gigante americano. La battaglia, però, è appena all’inizio e la questione sarà riportata ancora in sede europea con la richiesta di misure ancora più efficaci e stringenti. Il tema è alquanto controverso: da un lato c’è chi ritiene che la Rete, per le proprie peculiarità, debba essere un luogo di libero scambio e uso di contenuti affrancato

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da qualsiasi vincolo, dall’altro c’è chi difende il proprio diritto a essere equamente remunerato per il proprio lavoro intellettuale. La crisi dei giornali negli ultimi anni ha assunto proporzioni preoccupanti. Ogni testata costretta a chiudere è uno spazio di libera informazione e, quindi, di democrazia che si restringe. La direttiva dell’Unione europea rappresenta una giusta maniera di conciliare le diverse esigenze e occorrerà trovare un accordo con le grandi piattaforme del web affinché rispettino la legge. Sono in gioco la credibilità delle Istituzioni europee e, bene ancora più prezioso, la libertà di stampa.

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