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Un editoriale di fine anno Aldo AVALLONE

Un editoriale di fine anno

Aldo AVALLONE

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l’Editoriale del Direttore

Abbiamo cominciato questa esperienza appena cinque mesi fa con tanto entusiasmo e una certa dose d’incoscienza. Non avevamo ben chiare le difficoltà cui saremmo andati incontro, ma era chiaro cosa volevamo realizzare: una testata online che si richiamasse alle idee socialiste e laburiste e potesse rappresentare un luogo di approfondimento politico e culturale per tutti coloro che si riconoscessero in quelle idee. Il numero zero è stato pubblicato il 14 luglio, data scelta non a caso, per richiamare i valori di libertà, eguaglianza e fraternità della rivoluzione francese. Forse non ci credevamo nemmeno noi, ma il progetto dell’Unità laburista è stato un successo oltre ogni aspettativa. Questo che state leggendo è il ventottesimo numero della testata; ebbene a oggi sono state lette complessivamente circa3

522mila copie del nostro giornale con una media di 19.300 lettori unici per numero. E l’Unità laburista è seguita anche fuori dal nostro Paese, infatti le cifre ci dicono che l’84% dei lettori è in Italia, il 13% in Irlanda, l’1% nel Regno Unito, il 2% nel resto del mondo. A livello politico nel nostro Paese, in questi brevi-lunghi cinque mesi, è accaduto un terremoto. Proviamo a stilare un bilancio e a ipotizzare quello che potrà avvenire nel prossimo futuro. A luglio governavano Cinque Stelle e Lega, l’allora ministro dell’Interno chiudeva i porti all’accoglienza, approvava i decreti sicurezza e prospettava per il nostro Paese un allontanamento dall’Europa per entrare in “orbita Putin”. Il Pd si crogiolava in un’opposizione senza energia e Renzi era ancora dentro il Partito. In un agosto scoppiettante, il governo è caduto sotto la spinta delle ambizioni leghiste, è nato il secondo governo Conte a maggioranza Cinque Stelle, Pd e Leu con una squadra diversa e un programma, almeno sulla carta, condivisibile, il senatore rignanese finalmente ha fondato il suo partitino, affrancando il Partito Democratico dalla sua presenza. Poi, in una sera di novembre, a Bologna, è avvenuto l’evento politico dell’anno. Un flash mob, convocato sui social da quattro ragazzi per protestare contro un contemporaneo raduno di Salvini, ha visto piazza Maggiore riempirsi di oltre diecimila persone che, strette come sardine, in maniera pacifica e ordinata hanno manifestato il loro desiderio di una nuova politica, decisamente antifascista, che ripudi l’odio e la violenza per fermare la deriva di destra nel Paese. Ebbene, in un mese, le piazze si sono moltiplicate, in Italia e anche all’estero, fino ad arrivare alla grande manifestazione del 14 dicembre a piazza San Giovanni a Roma che ha visto la partecipazione di oltre centomila cittadini. Il clima nel Paese è cambiato, le Sardine con la loro azione hanno ridato speranza a un popolo della sinistra deluso e disperso. È germogliata la consapevolezza che Salvini non è affatto invincibile, si può battere e le elezioni in Emilia Romagna del

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prossimo 26 gennaio ne daranno la conferma. È ancora presto per capire appieno dove approderà il neonato movimento, certo non gli si può chiedere di avere un programma politico, anche se le parole d’ordine sono chiare. Si può, però, essere felici delle energie sopite che è riuscito a rimettere in moto e si può, anzi si deve, chiedere alle forze politiche che in quelle parole d’ordine si riconoscono di farsi interpreti delle istanze che giungono da quelle piazze. Nessuna incertezza, perché sprecare questa occasione sarebbe un errore imperdonabile. Il Pd in maniera ancora titubante e Leu in maniera più decisa sembrano disposti a confrontarsi con il Movimento. Il dialogo necessario arricchirà entrambe le parti: da un lato potrà ridare slancio ai partiti progressisti, dall’altro impedirà al Movimento di scivolare in posizioni populiste sempre in agguato. Non sarà un percorso agevole, la diffidenza reciproca è ancora elevata, eppure occorrerà trovare un punto di incontro. Dall’esito di questo confronto e dagli sviluppi che ne potranno scaturire, dipenderà molto della vita politica del nostro Paese nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Il governo non naviga certo in acque tranquille, l’evidente spaccatura all’interno dei Cinque Stelle in caduta libera nei consensi è una canna di pistola puntata alla tempia del premier. E, d’altro canto, le recenti aperture di Renzi a Salvini e a ipotesi di un esecutivo di unità nazionale non permettono sonni sereni a Conte che ha già posto in agenda una verifica di governo a gennaio, dopo l'approvazione della manovra economica. L’obiettivo è stilare un cronoprogramma da realizzare fino al 2023, scadenza naturale della legislatura. Dopo questo passaggio, probabilmente potremo capire qualcosa in più riguardo al futuro dell’esecutivo. Personalmente ritengo che nessuno dei componenti dell’attuale maggioranza abbia interesse ad andare a elezioni in tempi brevi. Alla fine il governo potrebbe tirare avanti, tra alti e bassi, almeno fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Ma come la recente storia ci ha insegnato, i

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colpi di scena sono all’ordine del giorno. E allora, nel caso di elezioni anticipate, la grande vivacità del Movimento delle Sardine sarebbe determinante per provare a fermare la destra. Ci attende un futuro gravido di incertezze ma ricco di una speranza ritrovata. Noi continueremo a seguire le vicende politiche con attenzione per raccontarne gli sviluppi. Ci ritroveremo nel prossimo anno e con l’augurio che cominci come sta finendo quello in corso. Con ancora tante piazze affollate di giovani, perché come disse Berlinguer “se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e l’ingiustizia”.

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