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Consuntivando e dintorni Fabio CHIAVOLINI

Consuntivando e dintorni

Fabio CHIAVOLINI

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l’Editoriale dell’Editore

Che dire?

Chiudiamo l’anno con una sensazione d’incompiuto e d’attesa.

L’incompiuto è il Governo.

Ci sono cose buone, in questo Governo: Speranza alla Salute sta lavorando particolarmente bene, così come qualche altro Ministro (inutile stare a far la lista), il calo sostanzioso delle tariffe dell’energia elettrica è importante, l’aver evitato 23 miliardi d’aumento dell’IVA non è stato intervento così banale come taluni vogliono far credere e via dicendo - ed il solo mitigare il clima d’odio che il Ciaparatt spandeva a piene mani dalla sua sede ministeriale varrebbe un plauso.

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Il punto è che si ha la sensazione che non ci sia quello “scatto” di cui necessiterebbe il Paese, quella convinta azione di politica economica espansiva e quel coraggio politico che potrebbero cambiare il corso della Storia: ma è una condizione naturale per un Governo nato da un’alleanza fatta per limitare i danni sovranisti, che non ha - o, perlomeno, non ancora - una reale visione comune del futuro ed all’interno del quale quasi ogni tensione pare concludersi fatalmente con la creazione di nuovi gruppi parlamentari autonomi.

Insomma: bene ma non benissimo e - soprattutto - tanta incertezza per il futuro.

L’attesa è quella di tutto il Paese.

Il 48% degli italiani attende l’”uomo forte”, il dictator (nel senso latino del termine,più che in quello moderno) che governi “senza le pastoie dei partiti e del Parlamento”.

Il restante 52% attende una proposta politica in grado di contrastare ed allontanaredefinitivamente il possibile incubo dell’”uomo forte”.

Tutti attendono una ripresa economica che non arriva mai - e tutti sono terrorizzatidai cambiamenti climatici.

Di buono, in questa fine anno, le 6000 Sardine che sono lì e dicono: “noi ci siamo,dateci una battaglia GIUSTA da combattere”.

Come tutti, non ho la bacchetta magica.

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Ma due proposte semplici semplici per il Governo ce l’avrei.

1. Rendere obbligatoria l’indipendenza energetica delle famiglie, finanziando integralmente impianto fotovoltaico, gruppo d’accumulo e pompa di calore per tutte le famiglie con reddito inferiore a € 50.000 lordi: la liberazione delle risorse economiche che ora finiscono nelle voraci casse delle energy companies e rappresentano dal 25% al 30% del budget delle famiglie italiane porterebbe ad un clamoroso aumento del consumo interno, causa maggior potere d’acquisto, con una conseguente ricaduta importante per l’Erario dovuta al positivo differenziale di valore IVA e tassazione tra le energy companies e le altre imprese. Il vantaggio in termini eco-climatici sarebbe talmente intuitivo che è inutile parlarne. Certo: significherebbe inimicarsi “un pochetto” tutte le energy companies - ma chi non risica non rosica. Chiamiamola pure “Energia di Cittadinanza”, se volete.

2. Istituire immediatamente il Lavoro di Cittadinanza: nelle strutture pubbliche e para-pubbliche mancano ormai competenze e professionalità di ogni genere, le a- ziende private licenziano, la tecnologia distrugge posti di lavoro - per ora ad un ritmo superiore rispetto a quello della generazione di nuove professioni - il consumo interno è sotto zero e noi ci permettiamo di tenere a casa gente che potrebbe dare un apporto importante mentre paghiamo redditi di cittadinanza per darsi disponibili a lavorare (forse) entro 18 mesi. Il RdC è una misura di civiltà che va applicata a chi NON PUÒ lavorare. Per gli altri: sei un impiegato, un infermiere, un manovale, un dirigente, un operaio, un giardiniere, un contadino che ha perso il posto di lavoro oppure è inoccupa-

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to? Subito un compenso pari al RdC massimo, senza riduzioni e tassazione - ed utilizzo immediato dove manca personale nel pubblico, fino a successiva copertura organico per bando (in cui il LdC deve fare punteggio) e con forte impegno delle Agenzie per l’Impiego nel trovarti, nel frattempo, un nuovo lavoro, previa anche riqualificazione.

Non possiamo permetterci ulteriore disoccupazione, non possiamo permetterci ulterioricarenze d’organico nel Pubblico, non possiamo permetterci ulteriori riduzionidi consumo interno.

Il Reddito di Cittadinanza è una misura di civiltà.

Ma il Lavoro di Cittadinanza nobilita chi lo fa - e toglie transitoriamente (non solo,forse) molte castagne dal fuoco della Cosa Pubblica.

Due cose, semplici ed immediate, con un fortissimo impatto economico, sociale edambientale.

State bene.

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