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Storia di un miracolo ecosostenibi
Politica ed Ecologia
Storia di un miracolo ecosostenibile
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Aldo AVALLONE
Un fitto bosco di pioppi e migliaia di piante di senape indiana dagli sgargianti fiori gialli, tra le quali corrono liberi istrici e lepri. Questo è quello che vede oggi un visitatore su un terreno che per anni è stato discarica abusiva di residui industriali pericolosi. Stiamo parlando del sito di San Giuseppiello, un terreno agricolo su cui sorgeva un frutteto, a poca distanza da Giugliano in piena “Terra dei Fuochi,” in Campania. Su quell’area di circa sessantamila metri quadrati il clan dei casalesi ha
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smaltito illegalmente e per lungo tempo fanghi tossici provenienti dal Nord Italia. Le procedure standard di bonifica di siti come quello di San Giuseppiello prevedono lo scavo ed il trasporto in discarica di tutto il terreno fino ad una profondità di un metro e mezzo con effetti di devastazione ambientale e paesaggistica. E anche a San Giuseppiello, in un primo tempo, si era pensato di agire in tal senso. Ma nel 2015, l’allora commissariato alle bonifiche decise di affidare il sito all’Università Federico II di Napoli, in particolare al CIRAM (centro Interdipartimentale di Ricerca Ambiente), per realizzare un progetto di ricerca finalizzato al suo risanamento. Le accurate analisi mostrarono la presenza di tre metalli pesanti: cromo, zinco e cadmio. I primi due non rappresentano un pericolo per la salute umana né per l’ambiente, in quanto non sono assimilati dalle piante e, quindi, non entrano nel ciclo alimentare. Il cadmio, invece, è facilmente assorbibile dalle radici e potenzialmente in grado di contaminare la catena alimentare causando rischi alla salute u- mana. Ebbene, allora accadde il prodigio: gli studiosi e i ricercatori dell’Università napoletana costatarono che i pioppi e le piante di senape indiana sono in grado di estrarre dal suolo quasi tutta la frazione biodisponibile di cadmio e anche degli altri metalli pesanti presenti nel terreno. Quindi, al posto di peschi e ciliegi, furono piantati ventimila pioppi. Inoltre i ricercatori hanno anche utilizzato batteri che biodegradano gli idrocarburi, risolvendo un’altra problematica ambientale. Ultima annotazione ma non certo meno rilevante, il progetto è costato complessivamente circa novecentomila euro a fronte dei venti milioni previsti per una bonifica eseguita in maniera tradizionale. Oggi, a miracolo compiuto, nel bosco di pioppi di San Giuseppiello prosegue il monitoraggio ambientale e vengono svolte numerose attività informative sui temi ambientali riservate alle scolaresche e ai cittadini che possono vedere coi propri occhi come è possibile risanare ambienti degradati e contaminati migliorando an-
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che il paesaggio e l’ecosistema.
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