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I libri so’ piezze e core

Cultura e Politica

I libri so’ piezze e core di Antonella BUCCINI

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Sono stata vittima anch’io della diretta televisiva sulle consultazioni del nuovo governo. Mi sono appiccicata al televisore con l’atteggiamento della vittima incredula. Vi ricorderete del celebre sketch di Totò “voglio vedere questo stupido, dove vuole arrivare”.

Dunque, a un certo punto, nel corso delle comunicazioni dopo l’incontro con Mattarella,al richiamo di Conte a un nuovo umanesimo, il giornalista in studio lo iscri-

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ve subito fra i radical chic, il popolo non avrebbe capito sostiene con sufficienza. Io sì. Avevo inteso il senso della frase del primo ministro in pectore. Quindi, secondo il noto sillogismo di Aristotele, non per niente ho fatto il classico, anch’io sono una radical chic, appartengo all’elite, ho fatto bingo! Dovevo fare i conti, però, con il sarcasmo del giornalista che tacciava il ricorso colto dell’avvocato del popolo come atto non solo politicamente svantaggioso ma spocchioso e incomprensibile. Facendo appello al medesimo sillogismo chi comprende un concetto più articolato non è popolo ma si annovera tra i raffinati e i privilegiati, l’elite insomma. Lo sono quindi gli insegnanti, vituperati da studenti, genitori, dallo stesso Stato, con stipendi indecorosi. Lo sono i medici stritolati dal precariato e da un sistema sanitario allo stremo. Lo sono i giovani che intendono fare impresa senza poter fruire di percorsi agevolati.

Che l’ignoranza fosse assurta a riferimento vincente lo avevamo capito da qualchetempo.

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L’ottimo Tremonti, infatti, a una platea di leghisti, allora secessionisti, affermò che con la cultura non si mangia. Fu un’efficace sintesi di un processo già avviato e che sarebbe esploso con Salvini fino ad approdare al rutto libero.

Secondo l’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico l’Italia èseconda solo alla Turchia per analfabetismo funzionale che si traduce nel non sapereelaborare e utilizzare le informazioni.

Esiste in pratica un divario sensibile tra la realtà e quanto di essa percepiamo. Fenomeni complessi come l’immigrazione o la disoccupazione sfuggono a una comprensione che presupponga un’elaborazione. Tra tredici paesi analizzati l’Italia è la più ignorante. Ne consegue che anche sulla rete non siamo in grado di distinguere il vero dal falso.

Ecco, un popolo così fa comodo.Anzi bisogna esaltarne i tratti beceri, alimentarli confinando ogni complessità aquelli che blaterano discussioni inutili e altezzose.

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Ora mi chiedo: quei tre ragazzi che a Napoli hanno recuperato dai rifiuti della carta una montagna di libri di cui si è liberata, probabilmente, una libreria della zona, in quale categoria vogliamo collocarli? Hanno sistemato i libri nei cartoni e offerti ai passanti interessati. Hanno esortato il responsabile a non continuare perché loro sono disponibili a farsene carico.

I libri so’ piezze e core mi viene da dire, parafrasando Filomena Marturano. Ecco questi tre ragazzi dovrebbero essere inclusi nei radical chic. Conoscono il valore della letteratura. Comprendono ciò che leggono e magari anche il significato di nuovo umanesimo che, in verità, sono andata a verificare, (per sicurezza!) su wikipedia, così magari sono un po’ popolo anch’io.

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