N°01 Febbraio 2018 - Milano Ristampa straordinaria - Dicembre 2018
PRIMO NUMERO
• Biodiversita • Caratteristiche del terreno • Infrastrutture
Dov’è ?
MAComE
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MAComE
Dov’è ?
Alle persone a cui parliamo di Consonno, ci sono due reazioni: la prima che ignora totalmente l’oggetto della domanda e la seconda che esclama a gran voce “Ah si la città abbandonata vicino a Lecco.” In questo primo numero andremo ad indagare tutti gli elementi che circondano Consonno e che la caratterizzano. Come altri borghi italiani disseminati sul nostro territorio anche questo fa parte di un sistema grande e diversificato che condiziona marcatamente il suo aspetto e la sua immagine. La totale immersione di Consonno in uno spazio boschivo incontaminato e di verde agricolo permette di proiettarsi in una località silenziosa e distante dalla frenesia cittadina. Il suo terreno di origine glaciale sembra espressione della sua tenacia e resistenza di fronte a qualsiasi dissesto, asprezza che non limita la prolificazione di differnti specie arboree. Per quanto Consonno tenti di dissolversi dentro la selva incontrollabile e insormontabile, la sua fama riemerge preponderante, tipico delle personalità che hanno ancora molto da dire e da offrire.
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Editori: Davide Vitali vitalidavide.vd@gmail.com 874999 Nemanja Lukac nemanjalukac.94@gmail.com 873982 Paola Ghiano paola.ghiano19@gmail.com 862858
Relatore:
prof. Stefano Guidarini
Correlatori:
prof. Christian Campanella arch. Samuele Paudice
Professori:
prof. Giancarlo Paganin prof. Paolo De Angelis prof. Daniele Palma PRIMO NUMERO
Casa editrice
COMUNITA’ MAComE sede all’interno del centro nevralgico “la Spinada” presso Consonno Olginate (LC)
Stamperia:
Il nostro contatto di Verona
Distribuzione:
Milano e dintorni
N°01 Febbraio 2018 Milano
Ristampa straordinaria
MAComE magazine
• Biodiversita • Caratteristiche del terreno • Infrastrutture
Dicembre 2018 In occasione della tesi di laurea magistrale degli editori
In collaborazione con:
rivista di architettura Anno: MMXVIII Mese: II Numero: 01
AUIC Architettura Architettura delle Costruzioni
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INDICE
indice 00.
MAComE Dov’è ?
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01.
Inquadramento
06
02.
Parchi regionali
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Parco Monte Barro Parco Adda Nord Parco del Curone Parco San Genesio
03.
Viabilità
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04.
Litologia
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05.
Botanica
06.
Bibliografia
Elementi di rischio
Flora e fauna
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Inquadra mento
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INQUADRAMENTO
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MAComE
“A Consonno
INQUADRAMENTO
si vive meglio”
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MAComE in questa pagina: localizzazione di Consonno a lato: carta di inquadramento territoriale
UNIVERSO TERRA 7,53 mld
ITALIA 60,5 mln
LOMBARDIA 10 045 230
LECCO 337 256
OLGINATE 7.036
CONSONNO
Il
borgo di Consonno è una frazione del comune di Olginate situato all’estremo meridionale delle Prealpi lombarde. Appartiene alla provincia di Lecco e occupa una superficie di 300.000metri quadrati, parte della quale è attualmente coperta da boschi. È posto a 692metri m.s.l.m. ed è uno dei punti più alti da cui si può osservare il paesaggio circostante: è possibile vedere l’andamento del fiume Adda a partire dal lago di Lecco, il monte Resegone e tutti i paesi posti al di sotto della collina come Olginate, Valgreghentino, Garlate e Airuno. Il borgo attualmente è proprietà degli eredi del Conte Bagno ed è in uno stato di abbandono e degrado anche se conta 2 abitanti. Consonno pur essendo isolato è meta di molti turisti del fine settimana che visitano e fotografano le rovine accrescendo la fama di “Città Fantasma”.
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INQUADRAMENTO
Lago di Lecco LECCO
Lago di Garlate GALBIATE
GARLATE Lago di Annone
CALOLZIOCORTE
Lago di Olginate
OGGIONO
OLGINATE
CONSONNO
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MAComE
nelle pagine seguenti: vista del fiume Adda dal borgo di Consonno sopra: vista panoramica della Brianza dalla strada che collega Consonno a Villa Vergano
sorge sulle pendici del Monte Brianza e dal 1928 fa parte del territorio di Olginate, comune di quasi 8 chilometri quadrati che si sviluppa prevalentemente lungo le sponde dell’omonimo Lago di Olginate. La morfologia del territorio circostante Consonno è quindi caratterizzata dalla presenza di rilievi montuosi lungo l’asse Nord-Sud che degradano lentamente verso il lago attraverso aree boschive a pendenza ridotta. Il territorio di Olginate è stretto tra il lago e le ripide colline che espandendosi sempre di più ha in parte colonizzato. Le pendici delle colline sono infatti disseminate di terrazze naturali e non, che l’uomo nel corso dei secoli ha sfruttato per la costruzione di piccoli borghi all’interno del bosco e per appezzamenti agricoli di varie dimensioni utilizzati per la coltivazione di tuberi e verdure tipiche del contesto brianzolo quali il sedano. Vista la connotazione collinare del territorio si crea inoltre una fitta rete idrografica che rende precari gli equilibri geologici dell’area. Questa rete è composta
Consonno
da una serie di torrenti stagionali e non, che sorgono sulle cime del monte, solcano la fitta area boschiva e sfociano a valle all’interno del bacino del Lago di Olginate. I torrenti più importanti che si rilevano nella zona sono il Torrente della Val del Vai e il Torrente Aspide. Come molti dei borghi sviluppatisi sui pendii del Monte Brianza, anche Consonno si sviluppa su un terrazzamento naturale, grande circa 146.600metri quadrati, isolato dalla parte urbanizzata e posto a 650metri tra il Monte Regina e le sponde del Lago di Olginate. Prima dell’avvento del conte
INQUADRAMENTO
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Mario Bagno, anche Consonno era un piccolo paese che basava la sua modesta economia locale sull’agricoltura, svolta su piccoli appezzamenti ricavati su terrazzamenti artificiali, in pieno rispetto della tradizione agricola delle zone collinari della Brianza, e basata sulla coltivazione di prodotti tipici e sulla raccolta delle castagne. Consonno è separato dal comune di Olginate da una fitta area di boschi di tipo ceduo attraversata da un’unica strada carrabile che è il solo collegamento con il territorio comunale. Verso Oggiono le caratteristiche ambientali non cambiano, infatti le sponde Ovest
del rilievo su cui sorge il borgo sono caratterizzate dalla presenza di fitti boschi di tipo ceduo composti da essenze autoctone quali castagni, roveri, carpini e querce, che si interrompono solo nella parte bassa del pendio dove sorgono dei piccoli centri abitati come Villa Vergano dove si può imboccare l’unica tortuosa strada che permette di avvicinarsi al borgo da questo lato della collina. Questa strada è ad oggi l’unica che permette di avvicinarsi a Consonno in machina in quanto quella che parte da Olginate è chiusa al traffico poco sopra la fine del centro abitato.
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“La Brianza è il paese più delizioso di tutta l'Italia, per la placidezza dei suoi fiumi, per la moltitudine dei suoi laghi, ed offre il rezzo dei boschi, la verdura dei prati, il mormorio delle acque, e quella felice stravaganza che mette la natura ne' suoi assortimenti." Stendhal in “diario del viaggio in Brianza” 1818
“La Brianza è il paese più delizioso di tutta Italia” disse Stendhal, il celebre scrittore francese, che descrisse con particolare enfasi e ammirazione il territorio brianzolo visitato, rimanendo colpito specialmente dalla sua natura rigogliosa e affascinante. Il contesto è oggi particolarmente cambiato da quello visto dallo scrittore nel 1818 ma nonostante l’intensa urbanizzazione correlata da una prepotente industrializzazione, esso è ancora in grado di regalare angoli caratteristici dati da un paesaggio autentico fatto di morbide colline e rilievi montuosi. Lo sviluppo dell’agricoltura e l’industrializzazione di questo territorio sono infatti sempre stati favoriti, sin dai tempi più antichi, per via dell’abbondanza di corsi d’acqua che lo attraversano sia per la
INQUADRAMENTO
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particolare fertilità dei suoi terreni. Come detto l’industrializzazione di quest’area è stata imponente specialmente nella fascia di alta pianura, quella a più stretto contatto con Milano, dove il paesaggio brianzolo è diventato un paesaggio di importazione, con forti tentazioni metropolitane. Le relazioni con Milano hanno portato un notevole aumento di flussi di capitale nel territorio, il che ha portato alla valorizzazione del paesaggio collinare con le ville dell’aristocrazia milanese in prima fase, successivamente le seconde case di villeggiatura e infine ai giorni nostri lo sviluppo del cosiddetto “fenomeno di suburbanizzazione”, ossia una forte tendenza all’edificazione sparsa che avviene prevalentemente sui pendii ed è effettuata da coloro che lavorano
a Milano ma preferiscono vivere in un ambiente più a contatto con la natura. Il paesaggio brianzolo è composto essenzialmente da tre fasce ambientali molto diverse, una di alta pianura, una collinare e una montana che comprende i rilievi del Monte Barro, del Colle Brianza e della Collina Montevecchia. Consonno all’interno di questo panorama si inserisce tra l’area collinare e quella pedemontana. I rilievi sopracitati che si elevano isolati e spiccano dall’alta pianura, costituiscono il vero e proprio cuore verde della Brianza. Su di essi si vedono ancora i segni, sotto forma di terrazzamenti sparsi per le colline, di un’intensa attività agricola passata, che come cicatrici mostrano il passaggio dell’uomo in quella zona.
Parchi regionali
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PARCHI REGIONALI
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Secondo
la Regione Lombardia, Consonno, fa parte di un’area a sensibilità paesistica alta ed è compreso all’interno di vari Parchi e istituzioni che si occupano della tutela di queste aree molto importanti specialmente nelle zone limitrofe alle città. Dal punto di vista amministrativo, Consonno è una frazione del Comune di Olginate, il quale fa parte della Provincia di Lecco e dal 2008, con la Legge Regionale n°19 del 27-06-2008, della Comunità Montana Lario Orientale - Valle San Martino. Il centro urbano rientra inoltre nella competenza di altri parchi molto importanti come il Parco del Monte Barro, il Parco Adda Nord, il Parco Montevecchia e della Valle del Curone e il tanto bramato Parco del San Genesio e Monte Brianza.
a lato: carta sistema del verde
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PARCHI REGIONALI
Lago di Lecco
Lago di Lecco Porzione di bacino del Lago di Como per una superficie totale di 145 km2
LECCO
confini comunali
Monte Barro + 922 m Monte isolato nelle Prealpi Lombarde
Lago di Annone 5,71 km2 Le due penisole di Isella e di Annone lo dividono in due bacini
Lago di Garlate GALBIATE
GARLATE Lago di Annone
CALOLZIOCORTE
Monte Regina +817 m Monte compreso all’interno delle prealpi Luganesi (insieme al Monte Crocione e Monte di San Genesio) chiamato il Colle di Brianza.
Lago di Olginate
OGGIONO
Verde Basso Differenza di verde che include campi agricoli, spazi non edificati, prati e orti urbani.
Verde Alto All’interno di questa categoria è possibile rintracciare diverse tipologie di bochi e arbusti. Consonno risulta essere totalmente avvolta e immersa in questa tipologia di verde.
Istituzioni Queste porzioni di territorio sono gestite e sotto la tutela di due diversi enti: il Parco Adda Nord (che comprende le sponde su ci corge Olginate) e il parco del Monte Barro (che interessa la collina su cui sorge il monte)
OLGINATE
CONSONNO
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Parco Monte Barro
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La Riserva del Monte Barro nasce con il decreto 792 del 23 Giugno 1976 ed è da allora gestito dal Consorzio Monte Barro. Il gruppo montuoso del Monte Barro emerge isolato nella regione compreso tra l’estremità orientale del Lago di Como, il Lago di Annone, il Lago di Galbiate e la sella di Galbiate. Con i suoi 922metri il Monte Barro è il rilievo più alto del gruppo e affacciato sull’alta pianura brianzola costituisce una vera e propria frontiera tra le Prealpi Lombarde e la Pianura Padana. Il parco è considerato un’area naturale di estrema importanza ed è infatti riconosciuto dalla Comunità Europea come Sito di Importanza Comunitaria. Geologicamente parlando il Monte Barro è un rilievo calcare-dolomitico che presenta notevoli testimonianze delle glaciazioni quali liscioni glaciali, depositi morenici e fluvioglaciali e massi erratici provenienti dalla Valtellina. I massi erratici del Monte barro sono stato lasciati dal ghiacciaio dell’Adda che ritirandosi si lasciò alle spalle numerosi materiali tra cui massi di ogni dimensione e di composizione assai varia. Il fatto che questi massi siano presenti sulle pendici del monte fino alla quota di 850metri fa presumere che la cima del monte spuntasse dal ghiacciaio
Lago di Como (Lario)
Parco Monte Barro
MALGRATE
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LECCO
PARCHI REGIONALI Ponte Kennedy
Gaggio
Ponte A. Visconti
Stazione FS
Valle Scura
304 Valle Forca
Baita Pian Sciresa
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301
S. Agata
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313
Baita Pescate Traforo del Barro
Sasso della Vecchia
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OSSERVATORIO ORNITOLOGICO DI COSTA PERLA
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Stazione FS
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Da SS 36 uscita al km. 44 in direzione Oggiono-Galbiate
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SAN MICHELE Prato degli Avari
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311 Culcinera PARCO 306 Baita ARCHEOLOGICO Baita
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Ponte A. Manzoni
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MONTE CASTELLETTO
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306
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Oliva Due Case
Lago di Annone
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301
Lavatoio Sant’Alessandro Taccolino
Solaro Superiore
FS LECCO-COMO FS LECCO-MONZA
GALBIATE
Vignola
GARLATE
VILLA BERTARELLI Sede del Parco
OGGIONO
anche durante la sua massima espansione dell’ultima glaciazione, Würm, anni fa. 0 100 risalente 200 300 400 a50020.000 metri Le scalarocce che costituiscono il Monte 1 : 8000 Oggiono Barro sono calcari e dolomie, rocce È VIETATO uscire dalle strade asfaltate con mezzi motorizzati. che sedimentarie carbonatiche soffrono molto di corrosione dovuta in particolar modo dall’acqua, che partenza numero ITINERARIO aggredisce chimicamente queste rocce m. sentiero dando origine a Archeologico fenomeni 371 GALBIATE - Roncaccio - Parco - Culcineracarsici - Faée 301 Alto della Vecchia - Pian Sciresa - Due Case - GALBIATE rilevati- Sassospecialmente sul versante orientale rilievo. 371 GALBIATEdel - Roncaccio - Piana - Fornace - Eremo - Sella dei 302 Trovanti - VETTA
420 CAMPORESO - naturalistico collegamento con il sentieroe301PARCO L’interesse scientifico 303 ARCHEOLOGICO del Monte Barro è dato dall’elevata 202 LECCO Ponte Azzone Visconti - Bellavista - Pian Sciresa diversità degli habitat presenti e - dalla 304 collegamento con il sentiero 301 - Sasso della Vecchia Pràa della Corna - VETTA rara presenza di specie botaniche
VILLA
di origine preglaciale.VERGANO Il monte è Il Monte Barro quale rilievo più caratterizzato anche dalla presenza alto della zona offre dalla sua cima di lembi di praterie insubriche, esito una vista a 360gradi sui magnifici di una agricoltura tradizionale data panorami offerti dal territorio Milano Bergamo dall’interazione tra uomo e natura. Brianzolo circostante, il che lo rende Base cartografica CTR Region Solo questi su alcuni sentieri è consentita la percorrenzatrovare con biciclettele e cavalli. molto interessante dal punto di vista In ambiti si possono più alte concentrazioni di biodiversità, non solo paesaggistico ma anche per questo motivo sono stati giudicati escursionistico. partenza max max ore Informazioni sintetiche numero ITINERARIO altitudine di interesse prioritario dall’Unione Il sentiero parco è inoltre dotato di importanti m. altitudin m. m. Europea. Ilitinerario Monte Barro l’area per l’educazione 371 600 GALBIATE - Oliva - Roccolo di Costa Perla - Sentiero e delle il torri costituisce l’antico “sentieroè di mezzo”, già presente infrastrutture 690 2h e 35’ Questo 307 - PARCO ARCHEOLOGICO mappe del Catasto Teresiano, che forma l’anello perimetrale protetta nelle ladecorso maggiore biodiversità monitoraggio faunistico come un delcon Parco con prevalentemente pianeggiante 230 630 VALMADRERA (Carascè) - Faée Basso - Faée Alto - “Sentiero della2h Lombardia 1.000 speciefino alla osservatorio ornitologico, un centro 922 Classica salita alla Vettacon percorrendo la vecchia “mulattiera” di Mezzo” 308 chiesa di Monte Barro di piante in 661ettari. Tra le varietà per l’educazione ambientale e un 230 690 (Fornaci Villa) - Narözz - Culcinera 309 VALMADRERA Breve sentiero che partendo da Camporeso, del antico nucleo medioevale laboratorio 600 35’ più arboree rare e interessanti parco ecologico didattico. Sede del Museo Etnografico dell’Alta Brianza, si unisce al sentiero 301 percitare raggiungere la il Parco Archeologicoselvatica, 230 600 AL BARRO - Marée - Coera - Migliorate - Scaletta si possono Peonia 311 SALA Vinargino - sentiero 306 - PARCO ARCHEOLOGICO 922 1h e 50’ Il massimo dislivello per questo itinerario impegnativo ma estremal’Iris, il mente Giglio rosso, la Primula di panoramico 340 (Pescalina) - Bellavista - Baita Pescate - San Michele - 210 Lombardia e i Faggi monumentali. 312 PESCATE Prato degli Avari - PESCATE (zona Cimitero)
305
GALBIATE - Due Case - Tre Corni - VETTA
371
922
1h e 20’ Una salita sul “sentiero delle creste” che “taglia” le gambe e che presenta alcuni passaggi impegnativi poco prima della vetta
306
MALGRATE - Pian Sciresa - Faée Basso - Scalögia - PARCO ARCHEOLOGICO
303
600
1h e 5’ Percorso vario ed interessante che attraversa il Bosco del Faée, la zona più umida e selvaggia del Parco
313
SAN MICHELE - Pian Sciresa - SAN MICHELE
340
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Parco Adda Nord Il Parco Adda Nord viene istituito nel 1983 con la volontà di salvaguardare il patrimonio storico, naturale e paesaggistico della zona del medio corso dell’Adda. Questo tratto del fiume è compreso tra i primi rilievi delle Prealpi lecchesi e la pianura della bassa bergamasca, un’area lunga 54chilometri quadri dove il fiume scorre da nord verso sud. Il Parco Adda Nord coinvolge ad oggi tre province (Bergamo, Monza e Brianza, Lecco), la Città Metropolitana di Milano e 35 comuni. Il fiume Adda è sempre stato un elemento chiave del territorio fin dai tempi antichi e questo è testimoniato dalla ricchezza di testimonianze storiche di ogni epoca che si possono rilevare lungo tutto il suo corso. Nell’ottocento il fiume è stato il perno per lo sviluppo industriale del territorio lombardo. Si è fortemente sviluppata infatti l’industria idroelettrica e svariate centrali, per la produzione di energia utile a far funzionare gli opifici, sono sorte sulle rive del fiume. Questo fenomeno ha avuto come conseguenza anche la costruzione di vari villaggi operai come Crespi d’Adda oggi patrimonio dell’UNESCO. Oltre ai segni del passaggio dell’uomo, a rendere questo territorio davvero speciale è la varietà e la ricchezza dell’ambiente naturale dove trova rifugio una ricca fauna. L’importanza di questo ambiente è confermata
MAComE
nelle pagine precedenti: vista panoramica del Monte Barro e carta dei percorsi del parco sotto: fiume Adda a lato: vista panoramica del Lago di Garlate e del Lago di Olginate
Parco Adda Nord
PARCHI REGIONALI
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dall’inserimento da parte dell’Unione Europea di una serie di ambiti di questo territorio nella Direttiva Habitat come Siti di Importanza Comunitaria. Il medio corso dell’Adda ha inizio nel punto dove termina il ramo orientale del Lago di Como, ma dopo un breve tratto si allarga subito a formare il bacino lacustre del Lago di Garlate, di circa 4.6chilometri quadrati, seguito dal più piccolo Lago di Olginate. Tra i due laghi per poche centinaia di metri il fiume torna a scorrere con una configurazione classica ed è regolato da una diga costruita intorno al 1940. In questo primo tratto il fiume scorre all’interno di un anfiteatro naturale composto a Ovest dai pendii ripidi del Monte Barro (922metri) e dai primi
rilievi del Colle Brianza (559metri) mentre a Est a fare da quinta sono la costiera dell’Albenza e la catena del Resegone dove le altitudini superano i 1400metri. L’acqua è stata un importante fattore di sviluppo non solo per l’ambito industriale ma anche per quello residenziale. Sulle sponde del fiume, ma in particolare su quelle dei laghi, si sono formati col tempo numerosi centri abitati che si sono espansi salendo lungo i pendii delle colline e dei monti circostanti. Dal secondo dopoguerra ad oggi grazie allo sviluppo economico si è assistito alla formazione di una densa conurbazione che ha provocato uno spropositato consumo di suolo e ha portato a non avere separazioni
tra i centri abitati che sorgono attorno ai laghi. Questo aspetto è oggi molto preoccupante in quanto indebolisce notevolmente l’intero sistema ambientale della zona. A valle del comune di Calolziocorte, all’incirca nella zona del Monastero di Lavello, l’Adda riprende il suo corso e inizia a serpeggiare con una serie di piccoli canali nella Palude di Brivio, una vasta area umida di oltre 265ettari. In questa zona disabitata e molto ricca di vegetazione il fiume forma vari isolotti molto caratteristici che, assieme ai laghi di Garlate e Olginate, sono fra gli ecosistemi più interessanti di questo tratto dell’Adda.
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MAComE
Parco del Curone sopra: vista del santuario di Montevecchia a lato: vista panoramica del Parco
Il parco regionale Montevecchia e della Valle del Curone è stato istituito dalla Legge Regionale n°77 del 30-11-1973. Il parco è un’area naturale protetta di circa 2300ettari che comprende la Valle del Curone e l’area pianeggiante attraversata dal torrente Molgora e che interessa in tutto o in parte dieci comuni. La gestione del parco è affidata a un consorzio composto dai comuni territorialmente interessati. Il Parco Montevecchia e della Valle del Curone si distingue per non essere una riserva integrale ma al contrario un’area molto varia e diversificata dove oltre alle zone di interesse ambientale sono presenti anche centri urbani, insediamenti produttivi e aree dall’elevato pregio culturale. Sono infatti presenti, oltre a monumenti dall’alto valore culturale, numerosi edifici rurali e manufatti legati alla storia agricola del luogo e di come l’uomo abbia cercato di inserirsi all’interno di esso. Attraversando le aree naturalistiche del parco si possono quindi incontrare numerosi reperti archeologici come resti di fortificazioni romane o resti di villaggi risalenti all’età del ferro.
Parco del Curone
PARCHI REGIONALI
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Il parco, ricco di elementi notevoli sia dal punto di vista culturale che ambientale, vista la sua posizione si può considerare l’ultimo sito rilevante a conservare aree caratteristiche e incontaminate prima della metropoli milanese. Numerosi insediamenti cresciuti a macchia d’olio fanno da sfondo alle rigogliose colline del parco dove dominano i boschi, il componente principale del territorio. I boschi ricoprono infatti la maggior parte del territorio del parco e si suppone che in origine fossero di querce mentre oggi l’essenza che prevale è la robinia. Il cuore verde del parco, dove si registra la maggiore densità dei boschi, si trova tra la Valle del Curone e la Valle Santa Croce, una riserva naturale di interesse
forestale e paesistico. Il Parco è molto impegnato nella tutela della fauna e della flora locali, ma oltre a questo si impegna anche nella protezione della tradizione agricola collinare.
coltivazione di piante aromatiche. Fa sempre parte della fascia settentrionale la Riserva Naturale di Valle Santa Croce e Alta Valle del Curone, un’area naturale protetta ricoperta di estese superfici boscate. La zona meridionale è invece caratterizzata da una conformazione più dolce del terreno che è prevalentemente pianeggiante per via della sua natura. Quest’area si è infatti formata dai depositi di materiale portato a valle dalle acque di fusione dei ghiacciai. Nel cuore di questa riserva naturale nascono due torrenti molto importanti per l’idrologia della zona che attraversano da Nord a Sud il territorio, il Curone e il Molgoretta.
All’interno del territorio del Parco si possono distinguere due zone dalle caratteristiche diverse, una relativa alla parte settentrionale e una a quella meridionale del Parco. La prima zona, quella settentrionale, ha un’aspetto più aspro per via delle colline e dei rilievi che formano valli e ripidi pendii. In quest’area troviamo la collina di Montevecchia dove sui suoi terrazzamenti si praticano la viticoltura, la coltura vivaistica e la
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Parco San Genesio Il Parco locale ad interesse sovracomunale del San Genesio o Monte Brianza viene ufficialmente riconosciuto con una delibera della Regione Lombardia n°102 del 06-05-2014 dopo circa 30 lunghi anni di peripezie. Il parco comprende un’area di circa 1400ettari e interessa ad oggi 5 comuni della zona. Come appena accennato, la storia della creazione del parco è molto lunga e travagliata, tuttavia le fasi che hanno portato alla sua formazione sono riassumibili in 5 passaggi: 1983 - Con la Legge Regionale n°86 del 1983 la Regione Lombardia inserisce l’area nell’elenco dei luoghi di particolare interesse e rilevanza ambientale e naturale. 1996 - Con la Legge Regionale n°32 del 1996 la Regione Lombardia prevede l’istituzione di un Parco Regionale 2005 - Le proposte regionali vengono recepite a livello provinciale dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecco. Si prevede la costituzione di un Parco locale di Interesse Sovraccomunale del Monte Brianza con l’obiettivo di realizzare un corridoio ecologico ritenuto fondamentale per la tutela ambientale
e naturalistica del territorio 2012 - Il parco non è ancora stato istituito ma la proposta rimane comunque ancora attiva all’interno del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Lecco e di alcuni Piani di Governo del Territorio dei comuni interessati. 2014 - Con la delibera n°102 del 06-05-2014 la Regione Lombardia riconosce Parco locale ad interesse sovracomunale del San Genesio. Inizialmente 6 comuni fanno parte del Parco e tra questi c’è anche Olginate con una cospicua parte del suo territorio all’interno. Gli obiettivi preposti per l’istituzione del parco possono sintetizzarsi in: - limitazione del consumo di suolo - protezione dei boschi - mantenimento e potenziamento dei corridoi ecologici - valorizzazione del paesaggio - tutela delle aree a vocazione agricola contenimento dei dissesti idrogeologici Nonostante la fatica e gli sforzi per l’istituzione del Parco sembra però ad oggi che esso non sia riuscito ad
a lato: vista panoramica della Brianza da Campsirago
Parco San Genesio
PARCHI REGIONALI
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imporsi e a far valere i buoni propositi per cui è stato creato. Un segno del decadimento del Parco è stato dato all’inizio del 2017 quando il comune di Brivio ha deliberato l’uscita dal Parco ritenendo che non ne valesse la pena farne parte.
storiche, paesaggistiche e ambientali. L’area risulta quindi prevalentemente montuosa e si distingue per la caratteristica conformazione rocciosa che si mantiene piuttosto uniforme su tutto il territorio. L’idrografia visto il terreno, è molto importante e assume caratteristiche diverse in relazione al versante. Sul lato orientale il ripido declivio è solcato da torrenti relativamente corti che sfociano direttamente nel fiume Adda. Ad occidente invece l’idrografia è più complessa ed è dominata dai torrenti Gandaloglio e Bevera.
Dal punto di vista ambientale il Parco è ritenuto un elemento di fondamentale importanza e questo per via della ricca flora e fauna presente al suo interno e che ne aumenta il prestigio. Gran parte del territorio è infatti ricoperto di boschi, per la maggior parte di latifoglie con prevalenza di castagni e betulle, a cui si alternano delle zone terrazzate dove si pratica l’agricoltura, in particolare della vite. Anche la fauna è distintiva e offre delle specie rare di anfibi, rettili, mammiferi e uccelli stanziali e migratori.
Il territorio all’interno dei confini del Parco è compreso tra la valle dell’Adda a Est, il rilievo del Monte Barro a Nord, i laghi briantei e il fiume Lambro a Ovest e Montevecchia a Sud. L’area del Parco, denominata anche Monte Brianza, presenta rilevanti caratteristiche
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VIABILITA’
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Lecco
Calolziocorte
Oggiono
24 min in macchina
49 min in treno
55 min
in macchina
39 min in treno
in macchina
26 min
in treno
1h e 23min
in macchina
28 min
Consonno
Milano - Stazione Porta Garibaldi Milano - Stazione Centrale Milano - Circonvallazione esterna
La
località di Consonno si trova all’interno di un’area boschiva isolata dal contesto urbanizzato e posta su una collina sopra l’abitato di Olginate. Il borgo risulta quindi apparentemente isolato, ma è invece raggiungibile da due strade che lo connettono alle due sponde della collina. Le strade che portano a Consonno sono la Via per Consonno che lo collega a Olginate e la Via Brianza che lo collega a Villa Vergano.
sopra: grafico collegamenti MilanoConsonno a lato: carta infrastrutture nelle pagine seguenti: cartelli sulla strada che collega Consonno a Olginate
La Via per Consonno o Strada Nuova è la via che il conte Mario Bagno aveva creato dal nulla per connettere il borgo direttamente al “paese basso” di Olginate e che fu distrutta dalla frana del 1976. Nell’ ottobre 2010 sono stati fatti dei lavori di consolidamento della strada che è stata riasfaltata e resa agibile. Nonostante ciò però essa non è ancora percorribile con alcun mezzo all’infuori della moto in quanto una sbarra posta a valle ne blocca l’accesso ai veicoli non autorizzati. L’accesso al borgo da questo lato del Monte Brianza risulta quindi limitato in quanto si può salire soltanto a piedi o in bicicletta. Nonostante l’assenza di indicazioni precise lungo il percorso, per raggiungere la Via per Consonno si deve imboccare da Olginate Via Belvedere, una traversa della vecchia Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga. Il primo tratto della strada è nel bosco fino ad un piazzale dove ai tempi d’oro c’era un castello in stile medievale ad accogliere i visitatori. Proseguendo si passa sotto ad un imponente edificio fantasma, un rudere pericolante denominato “Pavesino” che funge oggi da
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VIABILITA’
in treno 39 min per Consonno Stazione di Lecco da Milano in macchina 26 min a piedi 3h e 09 min LECCO
Malgrate
Stazione di Valmadera
da Lecco +39 min
Stazione di Lecco Maggianico
Civate
Stazione di Civate
GALBIATE
GARLATE
Mozzana
CALOLZIOCORTE Ello
in treno 49 min da Milano per Consonno Stazione di Calolziocorte in macchina 28 min a piedi 47 min
Villa Vergano
OGGIONO Ello Chiarè
in treno 1h23min da Milano Stazione di Oggiono per Consonno in macchina 24 min a piedi 2 h
OLGINATE
CONSONNO
per Consonno Città di Olginate a piedi 1h 24 min
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“Alla fine, dopo 5 cartelli, come ricompensa per il duro sforzo spunta il minareto�
porta di ingresso al borgo. Superato questo, la strada esce dal bosco e riprende a salire regolare. Lungo il percorso, quasi come in una via crucis si incontrano altri elementi del vecchio borgo fatti installare dal conte Bagno per esaltare i visitatori e invitarli al divertimento. Sono dei portali oggi arrugginiti e cadenti che recitano frasi che elogiano Consonno. Alla fine, dopo cinque cartelli, come ricompensa per il duro sforzo spunta il Minareto. Dal lato orientale invece si incontra la Via Brianza una strada piuttosto ripida, stretta, tortuosa e avvolta da fitti castagneti che collega Consonno a Villa Vergano. La strada è completamente asfaltata anche se nell’ultimo tratto risulta particolarmente dissestata. Fin dall’inizio questa si fa tortuosa, una serie di tornanti stretti attraversano un fitto bosco che lascia solo qualche spiraglio qua e là offrendo l’opportunità di godere di uno stupendo panorama sulla pianura brianzola. Anche questa strada è interrotta lungo
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il tragitto da una sbarra che impedisce di proseguire con i mezzi di trasporto e obbliga a concludere il percorso a piedi. Dopo un tratto di circa 1chilometro da percorrere a piedi ci si trova sulla sinistra il simbolo della passata “città dei balocchi”, il Minareto. Entrambi i percorsi permettono un’ agevole accessibilità al borgo di Consonno in quanto le strade provinciali a cui queste due strade si connettono permettono di intercettare la Strada Statale Valassina, SS 36, un importante arteria stradale che taglia la Brianza collegando Milano alla Svizzera. Grazie a questa rete di collegamenti si riducono i tempi di percorrenza per raggiungere il borgo, che si aggirano attorno ai 55minuti da Milano e ai 25minuti da Lecco. Oltre alle classiche strade carrabili per raggiungere Consonno esistono dei sentieri che si diramano nei boschi circostanti il borgo e che lo collegano ai centri abitati limitrofi. La rete di sentieri è molto fitta e permette di collegarsi ai sentieri dei Parchi del
Monte Barro, di Montevecchia e della Valle del Curone e del Monte Brianza i quali sono percorribili anche in bicicletta. Al sistema stradale va inoltre aggiunta la rete di trasporto ferroviario che permette un collegamento con entrambe le sponde della collina su cui sorge il borgo. La stazione ferroviaria più vicina a Consonno è quella di Calolziocorte, comune situato sulla sponda opposta del lago rispetto a Olginate. Da Calolziocorte per raggiungere Consonno non ci sono mezzi pubblici quindi non resta che procedere a piedi, questo aumenta in maniera spropositata i tempi di percorrenza che fino a Calolziocorte erano piuttosto ridotti, 49minuti da Milano. Per quanto riguarda la linea ferroviaria sulla sponda di Oggiono, che collega Lecco da Milano, i tempi si allungano di molto. La stazione più vicina è infatti quella di Oggiono che dista 1ora 20 da Milano e non offre nessun tipo di collegamento pubblico con il borgo.
Litologia
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LITOLOGIA TITOLO
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Il
terreno della collina dove sorge il borgo di Consonno è caratterizzato da due morfologie diverse date dalle differenti conformazioni dell’orografia. Una prima zona è la porzione Nord-Occidentale dove si rileva una pendenza maggiore del terreno e dove i pendii sono marcatamente incisi da un fitto reticolo idrografico torrentizio. La porzione Nord-Orientale e Sud Orientale sono invece caratterizzate dai coni alluvionali dei torrenti Apside e Greghentino, i corsi d’acqua più importanti della zona. In vista di un nuovo progetto architettonico abbiamo pensato di fare un approfondimento sui fenomenti di rischio dati dalla conformazione del terreno. Questa operazione ci è sembrata particolarmente importante visto che una delle cause del fallimento dei progetti di Bagno è stata l’inagibilità della strada per via di cedimenti del terreno. I rischi sono stati catalogati così da definire alcune limitazioni e linee guida progettuali.
a lato: inquadramento territorialeisoipse e torrenti
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Caratteri geologici La prima carta che alleghiamo è quella che illustra i caratteri geologici-tecnici in cui è possibile vedere che il borgo di Consonno sorge su un terreno composto da granulari generalmente addensati con stato di consistenza da medio a molto compatto, oltre ad eventuali fenomeni di dissesto nelle zone più acclive e lungo versanti degli impluvi. Questa tipologia di terreno è diffusa sotto l’intero sviluppo del borgo, eccezion fatta per la porzione di terreno in cui ora sorge il castello che ha caratteristiche nettamente peggiori, la ragione di ciò è riconducibile al fatto che le qualità geo meccaniche si possono definire localmente scadenti nel momento in cui l’ammasso roccioso viene fratturato. Infine è utile, ai fini di una conoscenza globale del sito, prendere in considerazione la morfologia del terreno che sorge al di sopra della zona edificata, bisogna infatti sottolineare che si tratta di un terreno di falda di detrito con una stabilità precaria nonostante delle buone caratteristiche geotecniche dei terreni mediamente addensati. Il drenaggio delle acque ha diversi risvolti in base alla tipologia di terreno: per la porzione di terreno Gr in cui è inserito il borgo di Consonno, i flussi delle acque meteoriche di ruscellamento si concentrano in determinati punti, favorendo fenomeni di dissesti come frane di scivolamento. È doveroso ricordare che negli anni ‘70, in seguito ad un periodo di copiose piogge ci furono diversi fenomeni di frane e ruscellamento, probabilmente aggravate dalle tipologie del terreno e dalla inappropriata conoscenza del suolo su cui si operava. Per quanto riguarda le altre due tipologie di terreno si può dire che per quanto concerne la zona R, solo nel caso in cui ci siano pendenze elevate, si possono verificare fenomeni di dissesto con eventuali crolli connessi, invece nella zona DV il drenaggio delle acque è discreto sia in superficie che in profondità.
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Pericolosità sismica locale La seconda carta che ci interessa spiegare è quella che riguarda la pericolosità sismica locale ovvero il documento in cui vengono individuate diverse zone in base alla morfologia del terreno e di sollecitazione sismica di base ag, con un tempo di ritorno di 475 anni e probabilità di superamento del 10% in 50 anni, compresi tra 0.0571g e 0.0698g. L’intero territorio comunale ricade all’interno della Zona Sismica 3, secondo le norme più recenti che, a livello nazionale stilano una classificazione sismica che nello specifico del nostro sito, trovano ulteriori approfondimenti. Le diverse zone sismiche sono suddivise al loro interno in otto categorie dai valori suddivisi in classi che vanno da Z1 (che indica una zona caratterizzata da movimenti franosi attivi) a Z5 (zona di contatto stratigrafico e/o tettonica falde con capacità meccaniche diverse). Nella porzione bassa della montagna, ovvero dove sorge Consonno troviamo una classificazione sismica Z4c che individua una zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (compresi le coltri loessiche). Per quanto riguarda il versante che sovrasta la cittadella invece viene classificata in zona Z3b ovvero zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo: appuntite – arrotondate. In entrambi i casi al presentarsi del sisma ci sarebbero effetti di amplificazione litologiche e geometriche.
Fattibilità geologica Infine l’ultima carta che riportiamo, in vista di un progetto di riqualifica degli edifici esistenti di Consonno, riguarda la fattibilità geologica. Per redare questo documento è necessario effettuare una microzonazione sismica di secondo livello che è un’indagine articolata in tre parti: • Specifiche indagini geognostiche e/o geofisiche (da condurre solo se necessario); • Viene aggiunto un elemento qualitativo associato alle zone omogenee; • Tavole di pericolosità sismica locale. Anche in questo caso ci sono diversi indici che a livello comunale, danno indicazioni riguardo alle limitazioni che è obbligatorio osservare in fase progettuale e la nostra area di progetto è scandita secondo tre diverse classi: tra cui la zona fortemente costruita che rientra all’interno una classe 3r, dati i suoi versanti moderatamente acclivi che implicano una fattibilità con consistenti limitazioni. L’edificabilità viene infatti concessa con limitazioni relative al controllo e alla regimazione delle acque superficiali e al controllo dei conseguenti effetti di deflusso. Tutte le costruzioni concesse fanno riferimento a dell’edilizia pubblica oppure a dell’edilizia intensiva unifamiliare con due piani al massimo, oppure edilizia plurifamiliare. Tutti i processi edilizi possono essere concessi solo in seguito a due verifiche: la IGT ovvero indagini geotecniche con prove in sito (che comprendono il rilievo geologico di dettaglio e prove di resistenza) e la SV ovvero la valutazione di stabilità dei versanti e dei fronti di scavo. Vengono
inoltre indicati degli interventi di tutela e delle opere di mitigazioni da prevedere in fase progettuali quali opere per il drenaggio delle acque sotterranee (RE), opere per la difesa del suolo, del contenimento e stabilizzazione dei versanti (DS), collettamento degli scarichi idrici in fognatura (CO) e infine il dimensionamento delle opere di difesa passiva/attiva e la loro realizzazione prima degli interventi edificatori (DP). La seconda area individuata in questo documento comprende quelli che erano campi agricoli che circondano Consonno, ponendo buona parte della collina in classe 4R che implica una fattibilità con gravi limitazioni. L’edificabilità di quest’area è quindi è fortemente compromessa data l’acclività del sito, con una certa predisposizione a fenomeni erosionali ad opera di acque meteoriche non controllate. Vengono infatti vietate delle nuove edificazioni concedendo però un sistema infrastrutturale pubblico, solo nel caso in cui non si possa localizzare altrove. Sono ammesse infatti, opere infrastrutturali come posa di reti tecnologiche o per quanto riguarda lavori di escavazione e sbancamento; interventi di consolidamento dei versanti e prevenzione del dissesto idrogeologico. Vengono però date indicazioni precise riguardo gli edifici esistenti che sorgono all’interno di quest’area: dove l’edificabilità è concessa solo nel momento in cui non si precede con un aumento di superficie o di volume e senza aumento del carico insediativo; escluse eventuali innovazioni necessarie affinché
l’edificio sia adeguato alla normativa antisismica (L.R. 11 marzo 2005, n 12). Anche in questa fase sono obbligatorie le indagini preventive, che coincidono con la sezione precedente (IGT e SV), aggiungendo la voce RGM ovvero un rilievo geomeccanico. Gli interventi di tutela sono gli stessi di quelli visti in precedenza (RE, DS, SR E DP). L’ultima classe “4RF” individua una fattibilità con gravi limitazioni e interessa alcune porzioni di territorio che coincidono con i corsi d’acqua che irradiano la collinetta, soggetti quindi a fenomeni di alluvionamento e dinamica attiva durante gli eventi meteorici. È associata a questa classe una situazione non favorevole per limitazioni legate al rischio idraulico ed alla dinamica geomorfologica con chiare limitazioni progettuali previste dal R.D 523/04 art. 59,96,97,98 dalla D.G.R. 7/7868 All. B punto 5.” E 6 e/o dall’Art. 9, commi 5,6,7, B delle NdA del Pai. Le indagini preventive sono le stesse della sezione 4R (IGT e SV) con l’aggiunta di verifiche del rischio di esondazione, di compatibilità idraulica e verifica della equivalenza idraulica dei tratti modificati per la gestione delle acque sotto il profilo quantitativo SCI; e di verifiche della quantità degli scarichi e della portata addotta per la corretta gestione delle acque sotto il profilo qualitativo e quantitativo. Per quanto riguarda gli interventi di tutela vengono indicati gli interventi per il drenaggio delle acque sotterranee (RE), le opere per la difesa del suolo, contenimento e stabilizzazione dei versanti (DS) e interventi di recupero morfologico e/o di funzione e/o paesistico ambientale.
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Dopo
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aver inquadrato il sistema dei parchi che circondano Consonno proponiamo un’analisi su tre fattori naturalistici che hanno ripercussione sugli aspetti progettuali e percettivi dell’intera collina. Il primo aspetto da tenere presente è la biopermeabilità, la quale definisce i settori che non sono interessati dall’urbanizzazione o da un uso antropico intensivo ed include le aree in cui è possibile innestare una connessione ecologica tra uno o più specie, tanto che è improbabile che vi siano indici nulli a riguardo perché specie differenti tendono a stabilizzarsi le une con le altre. L’indice di bioperameabilità viene deciso e stabilito per l’intero territorio provinciale, attraverso la scansione di tre classi divise in elevata, media e nulla e date le caratteristiche della collinetta su cui sorge Consonno, i suoi terreni rientrano all’interno della classe elevata. Gli indicatori che comportano questa classificazione comprendono le coperture forestali, le porzioni di territorio interessate da attività agricole e i terreni composti da stratificazioni geotecniche intense come quelle di origini glaciali. Il secondo fattore riguarda a rete ecologica che ha come obiettivo che la biopermeabilità non venga compromessa a causa di discontinuità ecologiche, per favorire il suo mantenimento bisogna intervenire sulle risorse del territorio, evitando le suddivisioni come quelle perpetuate negli anni ‘60, dove vennero fatti dei lavori non curandosi del loro impatto sul territorio. Le richieste mosse da questo documento riguardano il connubio tra una valorizzazione e un miglioramento dell’ambiente e un attento e produttivo utilizzo delle risorse ambientali. L’effettiva applicazione di questa rete è espressa in maniera strumentale ed esplicativa all’interno del PTCP e rimanda ad approcci e strumenti di pianificazione di competenza del comune. L’ultimo fattore, quello della rete delle aree intreccia tutte le aree protette che vengono prese in considerazione per la loro tutela • I parchi regionali; • I parchi locali di interesse sovracomunale come il Parco San Genesio (in cui è compreso Consonno); • Le riserve naturali; • I monumenti naturali; • I siti di interesse comunitario.
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Flora ESSENZE ARBOREE Prevalentemente dominate da specie arboree più basse come da Castagni Carpini neri Frassini, Pino corvino, Salici bianche, Bianco spino, Nocciolo, Betulle FIORI Giglio rosso, Botton d’oro, Amor nascosto, Orecchia d’orso, Miosotide Alpestre, Erica, Dafne striata, Garofalo di monte, Primula farinosa, Zafferano selvatico, Rosa di natale, Sigillo di Salomone, Dente di cane, Campana primaverile, Erba, Camelia, Pulsatilla, Pervica, Ciclamino Nei prati si trovano erbi commensibili Valeriane, il Raperonzolo e Dente di leone oppure Insalta matta e sul versante orientale a metà costa, si trova con maggiore facilità Erba rita e Piuini. FUNGHI Mangiarecci si trovano sull’atro versante orientale che occidentale Porcino nero, Porcino comune, Orolo buono, Porcinello rosso detto rossino, Galinaccio, porcinello di betulla, Diola bicolore, Prataioro, Chiodini famiglia buona. ESSENZE Abete di spagna, Pino italico, Betulla, Cipresso di Lawson, Pino eccelso, Tasso, Larice, Cedro del libano, Lauro, Cipresso, Pino nero, Faggio, Magnolia, Quercia canadese, Pesco, Agrifoglio, Pino silvestre, Salice, Biancospino distilo, Noce nero, Nocciolo, Farnia
Fauna MAMMIFERI Lepre comune, Volpe, Tasso, Riccio, Gufo, Toporagni, Talpa, Faina, Donnola, Puzzola, Rana lontra, Apodema selvatico, Apodem collo giallo,Moscardino o Nocciolino, Pipistrelli INSETTI Colasoma sycopharta, Carabo violaceo, Cavalletta verde, Grillo campestre o Canterino FARFALLE Vanessa, Macaone, Poralirio, Staturnia maggiore, Sfinge testa di monte MOLLUSCHI TERRESTRI Helix polmaria, Helicodorta angygira, Cepaca nemorallia, Piccola arancea RETTILI (non è il clima migliore per avere degli insetti) Biscia collare, Saettone Orbiettro, Lucertola dei muri, Vipera comune ANFIBI Rospo comune benefico, Salamandra malincosa, Rana temporanea UCCELLI Caprinera, Sterpazidra, Bigiarella, Pettirosso, Regolo, Fiorancino, Passero montano, Sricciolo, Verdone, Lucarino, Frosone, Ciuffolotto, Merlo, Tondo saccello, Cuculo, Upupa, Usignolo, Gufo comune, Beccaccia
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Oltre a questi aspetti specifici riguardanti la situazione dei territorio in cui Consonno è immerso è utile soffermarsi sul sistema territoriale che a livello Comunale contribuisce per circa 1 percento al PLV agricola regionale. La produzione è piuttosto varia e si distribuisce sul territorio in maniera specializzata a seconda della tipologia del terreno. I piccoli allevamenti, in prevalenza diffusi sulle montagne, producono per la maggior parte quote di latte che vengono suddivise tra quelle destinate ad altre aziende zootecniche e quelle destinate alla produzione diretta. Per quanto riguarda il settore dell’ortoflorovivaismo è quello che, numericamente parlando, apporta la quota maggiore alla produzione lorda vendibile. Le condizioni migliori per questa tipologia di coltivazione comprendono i terreni collinari e quelli lungo la fascia rivierasca, favorite per l’appunto dalle condizioni climatiche e stratigrafiche migliori. In parallelo è auspicabile che si sviluppi, oltre all’apicoltura, anche delle attività basate sull’olivocultura, rafforzate recentemnte dal riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta all’olio extravergine dei laghi lombardi. Attorno alla collina della Montevecchia e in impianti intensivi a conduzione familiare è infatti possibile trovare aziende impegnate nel settore della viticoltura. L’orticoltura, che si concentra nelle fasce periurbane dell’area brianzola, vede la produzione a pieno regime di zucchine, verze, cavoli, melanzane e peperoni, sia sotto tunnel, dove prevalgono le insalate da taglio e in subordine, i pomodori, gli spinaci e le bietole. I canali utilizzati per la vendita di questi prodotti possono essere di tipo diretto , utilizzando quindi i mercati delle vicinanze oppure, se le produzioni sono più massicce vengono stilati dei contratti di fornitura con operatori della grande distribuzione. La produttività agricola che caratterizza il territorio è confermata dalle numerose attività che sorgono appena sotto Consonno tanto che è possibile trovare piccole aziende impegnate nella produzione di olio, vino e miele. Tutto questo concorre ad appurare che il territorio è particolarmente favorevole e adatto per delle coltivazioni di medie dimensioni tali da poter permettere inizialmente uno stile di vita autonomo ed ecosotenibile. In quest’ottica il primo scenario che andremmo a delineare trova pieno compimento: la rigenerazione delle aree agricole che circondano Consonno permetterebbe di sfruttare l’evidente isolamento come punto strategico per poter moltiplicare le superfici utili alle coltivazioni.
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