DELL’UOMO CHE VOLEVA COSTRUIRE LA CITTA’ DEL DIVERTIMENTO
N°02 20182018 - Milano N°02Febbraio Febbraio Ristampa Milano straordinaria - Dicembre 2018
è successo?
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è successo?
Ci sono diverse questioni che orbitano attorno a questo quesito e il nostro obiettivo è quello di dare una risposta coerente e completa a riguardo. Questo borgo apparentemente sperduto e isolato, nel corso del tempo si è sempre autosostenuto e autoalimentato, definendo la sua identità anacronistica ma con un’insita coerenza. L’arrivo del Conte Bagno rappresentò un’obiettiva ventata di novità: l’aspettativa di poter essere turisticamente ed economicamente attrattivo per le popolazioni limitrofe ed acquistare notorietà, concedeva l’illusione di potersi allontanare dalla canonica e antiquata immagine di borgo. Mario Bagno si poteva considerare un avanguardista, un intraprendente personaggio che di fronte all’ondata positivista del dopo guerra voleva carpire più vantaggi possibili dalle situazioni che gli capitavano. Il progetto di proiettare la Brianza verso l’orizzonte americano con i suoi modelli così affascinanti e rumorosi era del tutto visionari, tanto che ebbe un inaspettato riscontro positivo tra i milanesi degli anni 60. Dopo l’ascesa del centro turistico venne perpetuata una politica contro l’imprenditore con obiettivo principale di individuare un capo espiatorio, in lui si riconosceva un distruttore di identità culturale e un approfittatore insensibile. Questa forte critica che investì il conte e tutti i suoi successori venne incredibilmente in primo luogo portata avanti, da coloro che lavorarono all’interno delle strutture da lui costruite; il vantaggio economico personale sembra da sempre prevalere sugli interessi culturali comunitari. Gli episodi vandalici che investirono e investono tutt’ora gli edifici, ne aggravano la condizione, sottolineando i discutibili metodi costruttivi di Bagno ma mettono in luce anche una tendenza identificativa che questo complesso emana. La città fantasma che aleggia sopra Lecco e di cui tutti sono a conoscenza ma con la quale nessuno vuole confrontarsi in maniera costruttiva. La città che sembra essere senza regole e gerarchie si trasforma in un palcoscenico libero e pronto a declinarsi a infinite rappresentazioni.
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Editori: Davide Vitali vitalidavide.vd@gmail.com 874999 Nemanja Lukac nemanjalukac.94@gmail.com 873982 Paola Ghiano paola.ghiano19@gmail.com 862858
Relatore:
prof. Stefano Guidarini
Correlatori:
prof. Christian Campanella arch. Samuele Paudice
Professori:
prof. Giancarlo Paganin prof. Paolo De Angelis prof. Daniele Palma
SECONDO NUMERO !!!
Casa editrice
COMUNITA’ MAComE sede all’interno del centro nevralgico “la Spinada” presso Consonno Olginate (LC)
Stamperia: N°02 Febbraio 2018 Milano
Il nostro contatto di Verona
Distribuzione:
Milano e dintorni
Ristampa straordinaria DELL’UOMO CHE VOLEVA COSTRUIRE LA CITTA’ DEL DIVERTIMENTO
MAComE magazine
Dicembre 2018 In occasione della tesi di laurea magistrale degli editori
In collaborazione con:
rivista di architettura Anno: MMXVIII Mese: II Numero: 02
AUIC Architettura Architettura delle Costruzioni
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INDICE
indice 00.
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01.
Il borgo antico
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Le origini La chiesa di S. Maurizio
02.
La riforma Bagno
03.
L’abbandono
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Bibliografia
Mario Bagno PRG 1942 Dalla Gazzetta di Lecco
Il declino Il tentato rilancio Strumenti normativi Ortofoto
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Il borgo antico
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IL BORGO ANTICO
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Le origini
IL BORGO ANTICO
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Le origini sopra: vista panoramica del borgo a lato: abitazioni rurali
Le prime tracce storiche di Consonno sono rintracciabili su una pergamena datata 1085 in cui viene rappresentato questo piccolo borgo all’interno del Regno dei Longobardi indicato come territorio per i pascoli. Fin da queste prime indicazioni, veniamo a conoscenza che la cittadella non possiede particolari qualità culturali o architettoniche, mancanza probabilmente accresciuta dalla posizione fortemente isolata. La testimonianza successiva a noi pervenuta consiste nell’atto di vendita del 1162, con acquirenti i Benedettini di Civate, i quali descrivono questo borgo come “un tranquillo agglomerato abitato prevalentemente da pastori”. Durante il Ducato di Milano, Consonno faceva parte della pieve di Garlate e nel 1412, in seguito al giuramento verso Filippo Maria Visconti, viene confermato all’interno dei confini della Martesana
Le origini
IL BORGO ANTICO
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Superiore ovvero di pertinenza del Monte di Brianza. Nel corso degli anni vi furono diversi passaggi di proprietà, fenomeno che risulta essere del tutto normale per realtà urbane come queste. Siamo infatti a conoscenza che nel 1470 il paesino passò sotto la giurisdizione dei giudici civili della città di Milano e che il 16 settembre 1538 Giovanni D’Argentico D’Adda acquista dalla Regia Camera i feudi di Garlate con le relative frazioni. In seguito ad un cambio di amministrazione avvenuto all’incirca
nel 1574 che prevedeva il passaggio di Consonno dalla provincia di Garlate a quella di Olginate, vengono censite nove famiglie residenti nel borgo, per un totale di 87 abitanti. Il 14 Gennaio 1652 Consonno, che era al tempo un feudo, venne messo all’asta dalla Regia Camera senza però che si sappia l’acquirente. Durante la dominazione austriaca durata dal 1786 al 1797, Consonno risulta facente parte della Pieve della provincia di Como nella Lombardia Asburgica, fino al 1797, anno in cui
viene venduto per una cifra irrisoria e diventa a far parte della squadra de Mauri, nel distretto VI di Oggiono (Compartimento Lombardia 1797). Quando all’inizio del 1800 viene definito l’assetto della Repubblica Cisalpina, Consonno faceva parte del distretto IV di Lecco, fino al 1802, anno in cui il borgo con i suoi 203 abitanti, viene assegnato nuovamente al VI distretto con capoluogo Oggiono. Nel 1805 nasce il Regno d’Italia Napoleonico con conseguente organizzazione delle varie
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amministrazioni presenti sul territorio italiano. In questa circostanza Consonno viene annesso al cantone V di Oggiono, del distretto IV di Lecco, con 162 abitanti registrati, situazione che durò poco dal momento che nel 1809 il borgo con 171 abitanti, viene aggregato al comune di Olginate. Il ritorno degli austriaci riporta Consonno a essere un comune autonomo facente parte della provincia di Como Asburgica fino al 1859, anno in cui, a seguito della temporanea unione delle provincie lombarde al regno di Sardegna e dopo la sconfitta del regno Lombardo-Veneto, il borgo entra a far parte della neo provincia di Lecco. Nel momento della costituzione del Regno d’Italia nel 1861 la gestione dei 244 abitanti di Consonno veniva condotta da un sindaco, da una giunta e da un consiglio e, a partire da questo periodo Consonno, va in contro alla sua ascesa che continuerà fino all’inizio del ‘900. La sua autonomia comunale viene sostenuta dalla produzione di una piccola quantità di ortaggi e gelsi per la lavorazione dei bachi da seta, l’unica apparente fonte di guadagno. Nel 1928 a causa del Decreto Mussolini, il quale prevedeva
sopra: consonniani al lavoro nei campi a lato: vista panoramica del borgo e abitazioni rurali
Le origini
IL BORGO ANTICO
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l’accorpamento di comuni di dimensioni ridotte a quelli di dimensioni maggiori, Consonno viene definitamente annesso a Olginate. Fino a questo momento storico gli abitanti di Consonno crebbero in maniera continuativa e migliorativa senza andare in contro a gravi decrescite demografiche: negli anni ‘40 infatti, sono presenti circa 400 abitanti i quali risultano essere impegnati nella coltivazione di gelsi, cereali e verdure. Il borgo risentì della crisi del dopo guerra. Alla fine degli anni ‘50 la popolazione infatti, iniziò a diminuire dato che i suoi abitanti preferivano lasciare il borgo per scendere a valle e poter godere di maggiori possibilità lavorative date dall’industrializzazione della zona. Lungo le rive dell’Adda infatti, per via della vicinanza all’acqua, si stavano insediando e sviluppando sempre più industrie che rappresentavano un allettante attrattiva lavorativa per gli abitanti di quella zona della Brianza ma che implicava necessariamente l’abbandono del borgo. La condizione di abbandono verso la quale il borgo stava lentamente scivolando fu la condizione con la quale il Conte Mario Bagno si confrontò.
La chiesa di
S. Maurizio In parallelo alla storia del borgo, si può delineare l’evoluzione storica della chiesetta di San Maurizio e della relativa Canonica che ad oggi, assieme al cimitero, rappresentano l’unica testimonianza del vecchio impianto. Grazie alla trascrizione perpetuata negli anni dalla Curia, è possibile delineare una sintetica linea del tempo che parte dal 1214 con la prima segnalazione certa degli edifici. Nel 1569 il Monsignor Bernardino Cernevati e Fabrizio Renna in occasione della loro visita pastorale descrivono lo stato di buon mantenimento della chiesa e dell’edificio adiacente. Nel 1574 il Vescovo Girolamo Roganoni descrive che in quegli anni è in corso il rifacimento dell’abside, intervento confermato nel 1577 attraverso la testimonianza redatta dal Cardinale Francesco Posso. Non vi sono altre notizie scritte della Curia fino al 1889, anno in cui vennero iniziati i lavori per allargare le navate laterali della chiesa, seguiti nel 1893 da quelli per innalzare la torre campanaria e portarla alla condizione attuale. Tra gli anni 1950 e 1953 la Chiesa venne sottoposta a dei lavori di restauro che riguardano una porta posta sul prospetto Sud, la quale venne chiusa e ricavata una finestra, e del rifacimento della struttura del tetto, con la conseguente sostituzione del manto di copertura avvenuta nel 1989. Attualmente la chiesa si trova in buone condizioni ed è uno dei pochi edifici del borgo che vengono utilizzati regolarmente, ogni domenica e durante il periodo della festa del patrono vengono infatti celebrate delle funzioni religiose.
La riforma Bagno
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IL progetto
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nelle pagine precedenti: carta riportante i progetti pensati da Mario Bagno ma non realizzati sopra: ruspe al lavoro per la trasformazione del borgo
storia di questo borgo viene animata dall’arrivo del Conte Bagno, che con una spesa veramente irrisoria, nel 1960 acquisì l’immobiliare Consonno Brianza S.p.A e di conseguenza divenne il proprietario dell’intera Consonno, esprimendo la volontà di non stravolgere la dimensione agricola del borgo ma bensì potenziarla con il turismo. Al momento dell’arrivo del Conte Bagno la popolazione di Consonno era nettamente calata dal momento che i cittadini preferirono spostarsi a valle per poter lavorare nelle emergenti fabbriche che ancora tutt’oggi caratterizzano e scandiscano le sponde del ramo Nord del fiume Adda. Agli abitanti superstiti di questo borgo, i quali in termini di legge erano degli inquilini visto che il proprietario delle loro case era il Conte, venne chiesto di contribuire alla creazione di questo nuovo Centro Turistico Internazionale, come viene chiamato sugli atti depositati al Comune di Olginate. Riteniamo che la proposta fu molto allettante per entrambe le parti data la remota possibilità per il Conte di realizzare i suoi
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“Le sue ambizioni furono la sua rovina"
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desideri e per gli abitanti di ambire ad un riscatto ed evitare di scomparire. Il nuovo assetto proposto da Bagno è impattante e scandito da differenti edifici dalle eccentriche peculiarità come l’Edificio Orientale che si sviluppa lungo un terrazzamento appositamente creato per fare da spalla ad una grande galleria commerciale, l’Hotel Plaza che si sviluppa su due livelli con grandi spazi comuni e la Balera, una pista da ballo che ha animato molte serate della collinetta. A questi si aggiungono Il Bar Ristorante la Spinada il quale risulta essere ancora attivo grazie al contributo dell’associazione degli Amici di Consonno, la Residenza del Conte Bagno, un piccolo chalet posto al centro del nuovo assetto e una Residenza del Custode il quale sviluppo in pianta suggerisce ci fossero due piccoli appartamenti. Lungo la nuova strada di collegamento verso Olginate creata dal Conte Bagno, vi è un edificio oggi incompleto che doveva essere portale d’ingresso al villaggio, ristorante e hotel. Tutti questi esulano dalle ambiziose promesse che Mario
Bagno fece ai cittadini di Consonno eccetto per uno di questi che si colloca più in basso rispetto al borgo e di cui ora rimane solo il sedime. Vicino ai terrazzamenti coltivati, date le indicazioni progettuali depositate in comune, sarebbe dovuto sorgere infatti un centro allevamento bestiame con stalle e depositi. Da una ricostruzione tramite ortofoto si può però ipotizzare che anche questi non vennero portati a termine se non per due edifici su tre e largamente lasciato cadere in disuso. L’ambizioso progetto del visionario Bagno non si fermava a queste costruzioni bensì erano previsti altri edifici tra cui il castello medievale con le due torri e i merletti posti all’ingresso che crollò in seguito alla frana della strada nel 1967 e altri edifici semplicemente disegnati ma mai realizzati come il grattacielo Belvedere posto in posizione panoramica al di sopra del Minareto oppure ulteriori succursali alberghiere e residenze di lusso. La realizzazione di questo nuovo assetto territoriale è stata resa possibile
sopra: corsa motociclistica a Consonno a lato: Consonno in costruzione
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solo dopo l’abbattimento quasi totale del vecchio borgo, che risparmiò solo la chiesa di San Maurizio e la relativa canonica.
bisogna prendere in considerazione che giornalmente la strada veniva percorsa da autobus per i turisti che erano interessati a questa nuova realtà. Il connubio di questi due elementi andò a confluire in una catastrofe e la strada subì uno smottamento che la rese inagibile e portò al danneggiamento e addirittura al crollo di alcuni edifici.
Nel 1961 vennero iniziati subito i lavori per la creazione dell’infrastruttura che connettesse Consonno a Olginate e la cui realizzazione segna l’inizio dell’attuazione del progetto visionario e anacronistico di Bagno. La strada carrabile avrebbe condotto alla città dei Balocchi, al luogo del divertimento e dello sfarzo, dove secondo i sogni di Bagno tutto sarebbe stato possibile. Intorno al 1964 inizia la realizzazione dei primi progetti tra cui la taverna e un albergo per i numerosi visitatori. Da quell’anno continuò spinto dalla sua eccentricità, con la sfrenata realizzazione dei progetti che variava a seconda del suo umore e che venne arrestata solo nel 1967 dalla frana. I lavori infrastrutturali che avevano generato la nuova strada compromisero l’equilibrio geologico del terreno e deviarono il naturale decorso della falda. In aggiunta a quest’aspetto
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Ricordo
Ricordo di Consonno
di
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Mario Mario Bagno è un imprenditore milanese, di origini vercellesi, il cui trascorso antecedente all’arrivo a Consonno rimane un mistero. Siamo a conoscenza che la sua azienda si occupò della costruzione di diverse strade e aeroporti sul territorio italiano, aspetto molto interessante se si pensa che i materiali di Consonno sono in buona parte materiali di scarto dei cantieri della sua azienda. Diversi articoli di giornale e testimonianze verbali delineano questo personaggio come del tutto eccentrico e fuori dagli schemi, tanto che la prima volta che giunse a Consonno gli venne proposto scherzosamente di comprare la città che si trovava di fronte e lui rispose: “Che cosa me ne faccio di un intero borgo?”. Acquistò Consonno nel giro di poche settimane. Durante la costruzione della sua Città dei Balocchi, testimoni riportarono degli aneddoti che ritraevano il conte (titolo nobiliare acquistato) come una persona totalmente pervasa dall’indecisione e da una visione confusa e imprecisa del suo stesso progetto. Durante i lavori cambiò molte volte idea riguardo al suo progetto e all’aspetto delle architetture che ora rendono questo posto così distante dalla realtà brianzola. Diverse testimonianze orali e non del tutto verificabili dicono che dagli studi romani di Cinecittà portò un cannone che venne
Bagno collocato vicino alla Balera e orientato specificatamente verso Olginate. Altre fonti sostengono che vi fosse una vera e propria locomotiva che avrebbe dovuto collegare i paesi limitrofi al nuovo Centro Turistico Internazionale. La sua visione architettonica e ideologica era del tutto avanguardista così come l’intenzione visionaria di convogliare in un unico posto diverse funzioni con il fine ultimo di intrattenere dei visitatori, una tipologia insediativa che risulterà essere fortemente inseguita negli anni 90 del secolo scorso, circa 30 anni dopo Bagno. L’obiettivo del Conte aveva una sua ragion d’essere ma i mezzi utilizzati non erano decisamente adeguati alla situazione, sia i materiali che le finanze e le mentalità ristrette e chiuse degli abitanti del luogo gli furono infatti di intralcio. Le sue ambizioni furono la sua rovina. Mario Bagno morì il 22 ottobre 1995 lasciando il borgo nelle mani dei suoi nipoti, i quali oggi si vedono bene dal rilasciare interviste o dal voler attuare un cambiamento reale, date le massicce accuse mosse dagli anni 70 fino ad oggi e l’ingente somma di denaro necessaria per il recupero degli edifici e delle infrastrutture.
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PRG 1942
PRG 1942 Ai fini di delineare una panoramica di tutti gli aspetti normativi in vigore all’epoca della costruzione, riportiamo di seguito le linee guida del PRG. Questa precisazione ci aiuta a comprendere il contesto normativo all’interno del quale ha operato il Conte e quindi il modo in cui è riuscito a sfruttarlo a proprio vantaggio. La normativa urbanistica italiana è caratterizzata, a partire dal 1942, da un sovrapporsi di norme non sempre di carattere esclusivamente urbanistico, che hanno modificato ma non hanno sostituito quelle precedenti, creando un corpus che non è mai giunto a costituire un testo unico. Inoltre è stato E' stato costante inoltre, costante
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fin dagli anni sessanta il dibattito sulla necessità di una "riforma urbanistica", mai varata dal Parlamento.
"Modifiche ed integrazioni alla legge urbanistica 17 agosto 1942, n.1150"; • legge 28 gennaio 1977, n. 10, "Norme per la edificabilità dei suoli."; • legge 8 agosto 1985, n. 431 ("Legge Galasso") che ha introdotto l'obbligo dei piani paesaggistici, disatteso per diversi decenni;
Le tappe principali di tale evoluzione normativa sono state: • legge 17 agosto 1942, n. 1150 (cosiddetta "legge urbanistica") emanata in tempo di guerra contiene norme per l'epoca molto innovative tese a ottemperare l'interesse sociale con quello individuale. Prescrive la pianificazione a vari livelli, normandone le modalità di approvazione; limita l'attività edificatoria per i comuni privi di strumento urbanistico; prevede la facoltà di espropriazione pubblica delle zone di espansione (mai attuata); introduce la licenza edilizia per tutti gli interventi dei privati all'interno dei centri abitati; • legge 6 agosto 1967, n. 765 ("legge ponte"); • decreto interministeriale 2 aprile 1968, n°1444 stabilisce gli standard urbanistici relativi a scuole, attrezzature, spazi a verde pubblico e parcheggi; • legge 19 novembre 1968, n. 1187,
La legge 1150 del 1942 è inoltre molto importante in quanto introduce inoltre il Programma di Fabbricazione, strumento che permetteva ai comuni meno importanti di possedere uno strumento adatto alla propria realtà circoscritta, articolato secondo i seguenti punti: • Ancorare al territorio le norme del regolamento edilizio, con un riferimento spaziale; • Assicurare all’abitato un minimo di livello di disciplina edilizia; • Differenziare spazialmente le tipologie edilizie; • Rispettare i limiti spaziali comunali • Obbligo di cogenza per i comuni sprovvisti di PRG • La scadenza di questo documento è indeterminata
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• Zonizzazione del territorio comunale e definizione degli spazi edilizi
borgo con un’immobile di 100 mq in provincia, il quale negli anni 70metri quadrati valeva indicativamente 12 milioni di lire, possiamo confermare che economicamente parlando il borgo venne svenduto. La seconda considerazione riguarda i pochi residenti a Consonno, i quali non possedevano le proprie case ma bensì erano degli affittuari del Conte che avendo acquistato tutto il borgo era diventato il proprietario delle loro case. Quest’ultimo aspetto risulta particolarmente interessante e incisivo nella misura in cui il visionario Conte si ritrovò a dover costruire la sua città dei balocchi. Secondo fonti ritrovate sui giornali locali rilasciate dagli ultimi abitanti, Bagno impose ai cittadini un cambio di domicilio entro le abitazioni presenti nel borgo così facendo l’inquilino perdeva la possibilità di
Possiamo quindi ipotizzare che nel periodo in cui il Conte Bagno iniziò ad interessarsi a Consonno questo fosse governato e regolamentato da un programma di fabbricazione sviluppato sulla base delle regole soprascritte. Grazie ad un atto notarile datato 8 gennaio 1962, sappiamo che il borgo venne venduto dalle famiglie Anghileri e Verga, che erano le proprietarie della società Immobiliare Consonno Brianza, al Conte Bagno per il prezzo di 22.500.000 lire. Questa transizione economica genera due considerazioni generali. La prima che il borgo non possedesse potenzialità economiche e che fosse prossimo al collasso, data la cifra che le venne attribuita. Se infatti confrontiamo il valore economico del
rivendicare il diritto della proprietà, che si ottiene dopo che si risiede per un lungo periodo nella stessa abitazione. Grazie a questo cavillo normativo, e alla furbizia di Bagno, i residenti non riuscirono ad opporsi alla distruzione delle proprie abitazione e Bagno riuscì a portare avanti la realizzazione del suo Centro Turistico Internazionale. Fonti orali non confermate sostengono inoltre che la progettazione della nuova strada di collegamento tra Consonno ed Olginate venne iniziata nel 1961 e i lavori vennero finanziati sia da Bagno che dal comune. Sappiamo che i lavori inerenti all’infrastruttura iniziarono prima ancora che ci fossero i permessi ufficiali da parte delle diverse soprintendenze con l’aggravante che si procedette in maniera sommaria e superficiale. La nuova strada per circa 10 anni non manifestò grandi dissesti
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sostenendo di fatto i grandi flussi di turisti che la percorrevano per visitare il parco dei divertimenti ma non riuscì a resistere alle copiose piogge che durante il 1967 misero in crisi il territorio italiano. Questo disagio, oltre ad aggravare la situazione di isolamento, fu un pretesto per poter attaccare il comportamento di Mario Bagno accusandolo di operare in maniera torbida e per aver iniziato i lavori prima che ci fossero tutti i permessi costruitivi. La progettazione del Conte Bagno procedeva in maniera sommaria e senza seguire un progetto univoco infatti ci sono fonti orali che riportano racconti riguardo l’atteggiamento del costruttore in questo cantiere a cielo aperto: la sua ditta portava materiali di scarto provenienti da altri siti, il cemento veniva confezionato sul posto
producendo un materiale scadente e che ad ogni visita voleva cambiare alcuni elementi apportando modifiche e varianti al progetto originale, fatto confermato dalle disparità tra i progetti depositati in comune e gli edifici realizzati. Presso il comune di Olginate, infatti, ci sono dei documenti depositati riguardanti la nuova cittadina di Consonno: in cui è possibile trovare planivolumetrici, disegni in scala 1:200 e 1:100 con le relative tavole di impianti e descrizioni tecniche, oltre che a diverse indicazioni volumetriche, funzionali e materiche. Non tutti questi edifici vennero realizzati ma anche quelli realizzati risultano essere stati edificati in maniera diversa rispetto a quello che venne presentato in comune. Ne è tutt’oggi esempio lampante la Balera: Il progetto depositato presenta
da una pianta rettangolare circoscritta da un pergolato e da due padiglioni posti all’ingresso, il progetto realizzato si trasformò nell’edificio che vediamo noi oggi per cui possiede solo una porzione aperta verso la valle e chiusa a nord da un volume con impianto a C che avrebbe accolto i servizi.
nelle pagine precedenti: carta del PRG del 1942 e vista del borgo in costruzione a lato: cedimenti della strada a causa delle forti piogge del 1966 sopra: carta del PRG del 1942
Dalla Gazzetta Vi sono alcune testimonianze giornalistiche che confermano alcuni degli aspetti appena spiegati, come quella che possiamo trovare sulla Gazzetta di Lecco del 31 luglio 2004, in cui la signora M. M. racconta la sua esperienza. “Nel 1960 avevo solo due anni e ricordo che un giorno arriva in piazza questo Conte. Riunisce gli anziani e i nostri padri e dice che ha comperato tutto, ha acquistato tutti i nostri terreni e le case perché vuole fare di Consonno un grande centro turistico e di divertimento. Comincia ad illustrare grandi progetti: ville, alberghi, discoteche, negozi e centri sportivi. E poi faceva promesse a tutti, diceva che finalmente i giovani avrebbero avuto un lavoro e che i contadini avrebbero potuto vendere al villaggio turistico i propri prodotti. Giurava che ogni famiglia avrebbe avuto una casa più dignitosa, che avrebbero costruito per noi delle villette, che la vita per noi sarebbe cambiata (…) qualcuno che non ci credeva ha preferito mollare tutto e andare in città a cercar impiego nelle fabbriche, ma la maggior parte ha preferito restare qui.” Nel parlare della costruzione della strada di collegamento Consonno Olginate la signora dice che “pochi si sono opposti, noi eravamo solo poveri contadini e ci siamo illusi che il Conte avrebbe finalmente fatto la fortuna del paese. Certo quando ha iniziato a buttare giù le case, qualcuno ha cominciato a piangere. Ricordo i vecchi che vedevano le abitazioni, che per generazioni li avevano accolti, cedere in pochi minuti. (…) Qui c’era poco lavoro ma era un villaggio bellissimo: osteria, negozio d’alimentare, due scuole e la farmacia. Solo la chiesa è rimasta in piedi, ci siamo battuti perché almeno quella rimanesse su.”. Ai tempi della scrittura dell’articolo la signora viveva ancora a Consonno: “Io vivo qui, in questa casa di proprietà dei figli del Conte. Gli pago l’affitto: un’umiliazione dopo che hanno tolto tutto oggi lo dobbiamo anche pagare. Nessuno è mai intervenuto: sindaco, Provincia, Regione.
di Lecco Nemmeno le forze dell’ordine, i sindacati, i partiti, nessuno ha mosso un dito di fronte alla distruzione della nostra comunità. Oramai ho perso la speranza che qualcosa qua si possa migliorare. Tutti promettono, tutti ci danno ragione, ma nessuno si è mai rimboccato le maniche.” È stato possibile rintracciare un’altra testimonianza sempre sulla Gazzetta di Lecco, del signor Roberto Dilani che fa l’operaio ad Olginate e nel tempo libero sale nel paese natale, luogo in cui aveva un capannone in affitto, di proprietà dei Bagno. Durante l’intervista, di cui abbiamo estratto una porzione, gli venne chiesto come fosse stato possibile che gli abitanti di Consonno avessero potuto vendere le proprie case e di fatto permettere i gesti che ne seguirono, e lui disse: “Noi non abbiamo venduto proprio niente. Tutte le case e i terreni non erano di nostra proprietà: eravamo in affitto e il padrone ha venduto tutto al Conte (…). Avevo 7 o 8 anni. Arriva il conte e promette mare e monti e assume subito gli uomini del paese per iniziare i lavori. La cosa pazzesca è che sono stati i consonnesi stessi ad abbattere le proprie case. Un giorno se ne buttava giù una e la gente che ci abitava dentro andava ospite in un’altra, in attesa che anche quest’ultima venisse abbattuta. (…) piuttosto che finire in strada si obbediva alle richieste del Conte che comunque assicurava casa e lavoro per tutti (…) i più anziani si disperavano perché non sapevano dove portare gli animali e li lasciavano all’addiaccio.” “Quando il villaggio era oramai completamente demolito, gli abitanti sono stati mandati in un capannone, che è lo stesso che ho io oggi, tutti ammassati come bestie in pochi metri, con due soli servizi. Delle case promesse neanche l’ombra. Quando il nuovo Centro Turistico venne completato ci furono alcuni consonnesi che vennero impiegati come camerieri o altro, ma fu poca cosa. I primi anni i turisti arrivavano a migliaia, sembrava New York, poi il declino e la decadenza.”
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“c’è un minareto, che evoca tappeti volanti e odalische, una cupola finto-bizantina, pagode thailandesi, fontane di cemento, pennoni con le bandiere di 60 paesi e lampioni dalla forma improbabile, ponticelli veneziani, e chalet di Alisei,Giugno 1993 montagna”
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1966
1964 1961
Giornale di Lecco 24-04-1967
Giornale di Lecco 08-05-1967
L’Espresso 1968
Il Resegone 29-10-1976
Cronistoria
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LA RIFORMA BAGNO
1967
2004
Brianza in Lombardia 06-1980
Corriere della Sera 31-01-1992
2007
La Gazzetta di Lecco 31-07-2004
Il Giorno 05-12-2011
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pochi anni in cui la nuova Consonno fu in auge gli stessi cittadini contribuivano al funzionamento di questa macchina del divertimento tanto che alcuni lavoravano nel ristorante o nell’albergo o alla Balera, come impiegati del Bagno, nonostante questi non fossero contenti delle condizioni abitative in cui erano costretti. Il nuovo stile di vita così esoterico e distante dalla vita agricola che i consonniani conoscevano, venne condotto fino a quando non fu stroncato da fattori esterni. A partire dal momento in cui la strada isolò completamente il
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borgo, mettendo in crisi la comunità di contadini, iniziò la grande polemica contro il Conte che assumeva il ruolo di capro espiatorio per tutti i problemi che stavano insorgendo. Il centro turistico negli anni ‘60 era particolarmente attivo e frequentato assiduamente da persone che volevano entrare in contatto con questo mondo fantastico, con la Las Vegas della Brianza, articolata da lunghi spazi commerciali, piste di pattinaggio, campeggi, impianti sportivi, circuiti automobilistici e uno zoo da animali da giardino. Ma quando questo meccanismo andò in frantumi le critiche contro l’atteggiamento di Mario Bagno diedero il colpo finale a tutto il sistema.
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Il declino nelle pagine precedenti: galleria negozi piano terra Edificio Orientale e interni magazzino sopra: graffiti di Consonno a lato: vista della copertura dell’edificio orientale
Purtroppo di tutte queste vicende ora rimangono sul territorio solo delle ombre, delle sagome di quello che erano e quelle che sarebbero potute diventare. La creazione di questa cittadella dei balocchi non ha mai visto il suo reale compimento, inficiando sull’intera immagine del borgo, obbligando i suoi pochi abitanti a trasferirsi ad Olginate per avere un lavoro, riducendo a rudere quel che fu di Consonno. Fino al 1981, anno in cui fratello Alberto Bosisio prese in gestione l’Hotel Plaza e lo convertì a casa di riposo. L’inserimento di questa funzione all’interno del complesso permise di sospendere il suo decadimento fino al 2004 anno in cui verrà chiuso. Inizialmente la casa di riposo avrebbe
Il declino
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nella pagina precedente: interni della Balera sopra: terrazza Hotel Plaza
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dovuto cambiare sede per spostarsi all’interno di una nuova struttura ricadente nel perimetro di Consonno ma la proposta non andò a buon fine perché vi era già pronta una nuova casa di riposo a Introbio, in provincia di Lecco.
Purtroppo oggi Consonno risulta essere in totale stato di abbandono ma l’Edificio Orientale e l’Hotel Plaza vennero danneggiati gravemente da un Rave Party tenuto illegalmente nel 2007. Durante questo evento durato un paio di giorni, le strutture e gli arredi furono fortemente rovinati, fino ad essere del tutto distrutti. I serramenti, le partizioni interne, gli arredi e ogni componente interna ed esterna degli edifici furono danneggiate in maniera massiccia e incondizionata, sfigurando quello che era l’aspetto già degradato degli edifici.
Per quanto riguarda l’Edificio Orientale invece siamo a conoscenza che fino al 2000 vi erano degli inquilini residenti all’ultimo piano dello stesso ma che questa esperienza si concluse nel momento in cui anche la tavola calda venne abbandonata temporaneamente. In seguito il piano terra della galleria commerciale, durante la primavera del 2008 venne convertito in stalla ma fu un’esperienza isolata che non si sviluppò pienamente.
Il Rave inficiò in maniera massiccia su diversi elementi: quasi tutti i serramenti dell’Edificio Orientale sono
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stati rimossi dalla propria imbotte, molte partizioni interne dell’edificio presentano profondi danni e il tutto è arricchito da una serie di scorie accumulate nel tempo dai diversi visitatori occasionali. Gli arredi ospedalieri dell’Hotel Plaza risultano essere totalmente sfigurati per mano di una furia e ferocia lontanamente attribuibile all’essere umano: le brandine e gli armadi sono completamente ribaltati e sventrati all’interno di quelle stanze, i sanitari sono totalmente in frantumi. Tutti questi edifici sono decorati da una moltitudine di graffiti che ornano e personalizzano la maggior parte degli stessi, essendo una forma d’arte che è portavoce di un malessere diffuso e radicato, che tenta di esprime la condizione in cui l’edificio che li ospita verte. Vi sono diversi tratti e stili i quali vanno tutti a concorrere ad una rappresentazione tormentata e autodistruttiva che sembra aver da sempre contraddistinto Consonno ma
che in un certo modo concorrono a renderla così attrattiva e affascinante. Dall’incrocio delle informazioni reperite sui giornali dell’epoca, dalle tesi precedentemente redatte e dal sopralluogo da noi condotto, possiamo notare di come lo stato di salute del luogo è fortemente peggiorato nel corso degli ultimi anni. Gli unici edifici che risultano essere indenni sono il Bar Ristorante La Spinada che fu sottoposto ad opere di restauro nel 2014 e l’integerrima chiesa di San Maurizio con la sua canonica. L’ultimo grande intervento di manutenzione effettuato sul sito comprende il rifacimento della strada di collegamento con Olginate, voluto e finanziato dallo stesso Comune nell’anno 2011.
sotto: Edificio Orientale a lato: galleria negozi piano terra Edificio Orientale
L’ABBANDONO
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gestione dell’associazione gli Amici di Consonno, irrimediabili romantici che cercano di conservare e procrastinare il totale decadimento. In aggiunta a questo evento sappiamo che in mattinata la Chiesa di San Maurizio ospita la cerimonia settimanale del cristianesimo, evento che riesce a richiamare gli anziani della valle che frequentavano la chiesa prima ancora della riforma Bagno. Al di fuori di queste puntuali occasioni, l’intero borgo risulta essere architettonicamente immobile ma costantemente animato dai visitatori che lo frequentano in diversi modi: chi come meta di una scampagnata, chi come luogo di passaggio lungo un percorso in bicicletta, oppure altri che
lo visitano e non perdono occasione di scattare una foto con l’Edificio Orientale che è portatore di una realtà sfuggita di mano, nel quale ora ci si immedesima perché estraneo dai normali canoni e totalmente contro ogni ragione. Molti edifici sono stati in malo modo recintati, tamponando la messa in sicurezza degli stessi ineficcacemente ma anzi contribuendo ad un lento decadimento generale che oramai interessa anche il verde che la circonda.
Il rilancio
Il rilancio Il rilancio del Borgo doveva essere talmente allettante che nel 1992 venne proposta la costruzione di una funicolare che a partire da Pratengo, località pianeggiante del comune di Olginate alle pendici del Monte Brianza, potesse condurre e connettere con rapidità ed efficacia quello che era una realtà distaccata. Questo tipo di iniziativa non venne mai pienamente presa in considerazione nonostante il risvolto positivo che avrebbe innescato per la realtà isolata di Consonno. Ad oggi sappiamo che vi è una restrizione comunale che impedisce di accedere alla cittadina se non di domenica, giornata in cui il bar viene aperto e reso accessibile grazie alla
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HOTEL PLAZA
BALERA
LA RIFORMA BAGNO
UN PICCOLO BORGO Il borgo risentì della crisi del dopo guerra. Negli anni ‘50 subì uno spopolamento causato dall’industrializzazione delle rive dell’Adda. Il lavoro in fabbrica sostituì velocemente quello nei campi e il borgo passò da 400 a soli 150 abitanti.
“alti e bassi” del borgo
AUIC -Architettura - Architettura delle Costruzioni
A Consonno si respirava un’aria mondana e ci si poteva divetrire in qualunque modo, ballando sotto le stelle o assistendo ad una corsa di moto ad esempio.
CONSONNO DIVENNE IL POSTO IN CUI TUTTO ERA POSSIBILE
L’ambizioso progetto del conte visionario però non si fermava “solo” a questo. In programma infatti c’erano altri edifici collocati in posizione periferica rispetto al borgo con l’obiettivo di espandersi lungo la collina.
Molti furono i mo che a soli 10 a dalla sua aper portarono Conso all’abbandono, tra quali l’alluvione del 1 e il giudizio popo negativo nei confr di un progetto tro visionario
Consonno è in questo periodo un piccolo borgo abitato da circa 400 persone, tutti agricoltori che vivono grazie alla produzione di ortaggi e gelsi usati per la lavorazione dei bachi da seta, fonte principale di guadagno
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Il Conte Mario Bagno diventa proprietario di Consonno con l’intento di potenziare il borgo con il turismo senza però stravolgerne la dimensione agricola.
IL DECLINO
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Negli anni ‘40 Consonno vive la sua massima espansione. Si contano infatti circa 400 abitanti impegnati nel coltivare prevalentemente cereali gelsi e verdure.
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La storia del borgo è caratterizzata da un susseguirsi di passaggi di proprietà fino al 1928 quando con il Decreto Mussolini viene annesso a Olginate
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Le prime tracce storiche di Consonno sono rintracciabili su una pergamena datata 1085 in cui viene rappresentato questo piccolo borgo all’interno del Regno dei Longobardi indicato come territorio per i pascoli.
Ben presto emersero le manie di grandezza del Conte che aveva l’ambizione di fare di Consonno il centro del mondo. Sognando Las Vegas cominciò allora la costruzione di eccentrici edifici che cominciarono a sorgere sulle macerie delle vecchie abitazioni.
Il nuovo assetto proposto da Bagno è impattante. Al posto delle antiche case del borgo sorgeranno in pochi anni edifici eccentrici come l’Edificio Orientale, una grande galleria commerciale, l’Hotel Plaza e la Balera, protagonista delle molte serate della collinetta. A questi si aggiungono Il Bar Ristorante la Spinada, la Residenza del Conte, una Casa del Custode e lungo la strada verso Olginate l’incompleto hotel-ristorante La Pendeggia. Oltre a questi edifici bagno aveva già pensato di realizzarne altri, come un ambizioso hotel belvedere da 7 piani, edifici residenziali, un allevamento per il bestiame e un castello medievale con i merletti.
Relatore: Stefano Guidarini Corelatore: Christian Campanella Samuele Paudice Professori: Giancarlo Paganin, Paolo De Angelis, Daniele Palma Tesi di laurea magistrale A.A.2017-2018
N°02 Febbraio 2018 Milano
Ghiano Paola Lukac Nemanja Vitali Davide
DELL’UOMO CHE VOLEVA COSTRUIRE LA CITTA’ DEL DIVERTIMENTO
MAComE è successo?
Consonno anni ‘50
I sogni di Mari
CONSONNO NEL TEMPO
EDIFICIO ORIENTALE
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Esistono proposte per recuperare Consonno ma niente è mai stato realizzato, sia per l’audacia di tali progetti sia per le richieste troppo elevate da parte della proprietà. Nulla succede e il deperimento del borgo procede veloce.
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L’evento più significativo fu un Rave Party che si svolse per due giorni durante i quali vennero vandalizzati gran parte degli edifici. A farne le spese maggiormente furono l’Hotel Plaza e l’edificio orientale fortemente danneggiati.
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La casa di riposo chiude i battenti per trasferirsi in una nuova sede più facilmente accessibile. Da questo momento Consonno diventa ufficialmente una Città fantasma” esposta a scippi e devastamenti.
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Cominciò una lunga e inesorabile decadenza di Consonno. A rallentare questo processo ci pensò allora Fratello Alberto Bosisio il quale aprì una casa di riposo per anziani nell’Hotel Plaza
Consonno nonostante tutto è comunque animato da visitatori che lo frequentano in diversi modi. Tra questi gli “Amici di Consonno”, associazione che cerca di rallentare il degrado del borgo, e i fedeli che la domenica si recano alla chiesa di S.Maurizio. A loro si aggiungono i molti visitatori occasionali.
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OGGI
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Sono frequenti i fenomeni di vandalismo all’interno di tutti gli edifici del borgo e questo ha accelerato notevolmente il degrado generale di Consonno. Oggi gli edifici più colpiti da questo fenomeno sono la Balera, della quale rimane solo il telaio strutturale, l’Hotel Plaza e l’edificio orientale i quali sono internamente devastati. Gli unici edifici a salvarsi sono la Spinada e la Chiesa di S.Maurizio in quanto saltuariamente utilizzati.
Consonno oggi
In questa tavola sono stati riassunti i principali avvenimenti che hanno mutato l’aspetto e il destino di Consonno. Tre corposi capitoli della storia di Consonno vengono analizzati tramite fotografie specifiche, sintetici appunti e una ricostruzione assonometrica.
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Strumenti normativi (PTCP-PGT) Ai fini di una ricerca globale ed esaustiva abbiamo individuato i vincoli e i punti di forza stabiliti e organizzati dal PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) e dal PGT (Piano di Governo del territorio). Il primo documento ci permette di acquisire conoscenze relative al contesto provinciale, intercettando diversi fattori che possano influenzare le scelte progettuali, il secondo invece si concentra sulle concrete limitazioni che l’amministrazione olginatese deve osservare. Analizzando i molteplici articoli di questi documenti, possiamo ritrovare degli ambiti in cui Consonno viene citato: • Aree e beni di importanza culturale, •Aree e beni di importanza paesaggistica, • Stato del suolo e del territorio, • Punti strategici per la mobilità, • Servizi esistenti, • Vincoli territoriali. La provincia di Lecco, secondo l’articolo 18 della Legge Regionale 12/2005, possiede un PTCT, documento che fornisce diverse specifiche circa la tutela dei beni ambientali e paesaggistici, le indicazioni delle infrastrutture e la segnalazione delle opere di tutela idrogeologica di competenza provinciale. Questo documento risulta essere più esaustivo del PGT poiché fornisce anche indicazioni generali della pianificazione nel rispetto della tutela del territorio. Di seguito riportiamo in maniera
mirata, gli ambiti per cui il comune di Consonno è citato da questo documento. Nella voce Elementi storico architettonico, si parla della la chiesa di San Maurizio, unico edificio rappresentante il vecchio borgo, rientrante tra gli edifici tutelati dalla distruzione e da trasformazioni improprie, ai fini di salvaguardare le condizioni di leggibilità e visibilità degli oggetti rispetto al loro contesto originale. Negli articoli seguenti, Consonno viene propriamente citato nella regolamentazione e nella conservazione del territorio, a forte vocazione agricola, che lo circonda, oltre che ad un ulteriore citazione che riguarda il sistema ambientale in cui si inserisce. Essendo collocato all’interno di un Parco locale di interesse sovracomunale (PLIS), la sua posizione rientra all’interno di una tutela generale di ordine ambientale e naturalistica, tutela estesa anche alla strada di collegamento tra Olginate e Consonno. In maniera indiretta Consonno è anche interessato, facendo parte del comune di Olginate, della possibilità della realizzazione di un Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei, progetto che ha come intenzione quello di avvicinare e dare visibilità ai territori brianzoli così da accrescere il patrimonio di memorie, luoghi e cose. Esaurita l’analisi portata avanti sul PTCT, possiamo procedere allo studio del PGT adottato dal comune
di Olginate dal 1996, con successive modifiche e integrazioni. L’articolazione del PGT prevede tre sezioni: • Un documento di piano ovvero uno strumento di analisi e programmazione che definisce le diverse strategie e i diversi obiettivi di gestione del territorio; • Un piano delle regole ovvero i documenti che regola a livello urbanistico tutto il territorio comunale, • Un piano dei servizi ovvero il programma dei servizi, sia pubblici che privati, individuati per lo sviluppo e la sostenibilità. Anche in questo caso all’interno di ciascuna sezione riportiamo le porzioni che interessano la nostra area di progetto venendo a conoscenza che Consonno assume la connotazione di area dismessa in una zona a valenza paesaggistica di classe 4 (comprendendo la porzione di territorio che si spinge fino al monte Regina, a 828metri s.l.m) e i relativi ambiti di trasformazione. In parallelo ritroviamo delle precisazioni rispetto a quanto scritto nel PTCT, riguardo ai vincoli idrogeologici, alle fasce di rispetto, gli elementi naturali, percettivi e culturali del paesaggio, edifici e manufatti di interesse storico, ambientale ed architettonico che sorgono all’interno del perimetro comunale di Olginate. Per quanto riguarda l’aspetto naturalistico Consonno fa parte del Parco Locale di interesse Sovracomunale del Monte
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MAComE nelle pagine precedenti: PTCP Quadro strutturale - Valori paesistici a lato: PTCP - Quadro strutturale Assetto Insediativo nelle pagine successive: PGT Elementi naturali e percettivi del paesaggio PGT - Carta dei vincoli
di Brianza, puntualizzando che è però escluso dal Parco Adda Nord, ma che quest’ultimo rappresenta una presenza ingente all’interno della scansione del territorio. Consonno nonostante non rientri all’interno dei confini amministrativi del Parco potrebbe essere condizionato da eventuali limitazioni imposte dall’ente, in quanto facendo parte del comune di Olginate, può risentire di eventuali restrizioni applicate a livello comunale. Di seguito all’inquadramento territoriale vengono proposti all’interno del PGT degli obiettivi che interessano la zona di Consonno. Gli obiettivi qualitativi sono articolati in diversi punti, coerenti con le indicazioni in precedenza elencate: • Si predilige per le nuove costruzioni le aree compromesse o degradate, andando a completare i bordi già edificati così da evitare l’utilizzo del suolo naturale; • Evitare di andare nuovamente ad intaccare l’equilibrio idrogeologico del territorio e il relativo sistema delle acque; • Tutelare gli ambiti agricoli e naturali, in maniera indistinta sia quelli di carattere produttivo che quelli intesi come serbatoio di naturalità; • Tutelare ciascun manufatto che è portatore di memoria e patrimonio quali insediamenti, monumenti, infrastrutture, paesaggi agricoli ed elementi simbolici; • Tutelare e conservare gli elementi che compongono il patrimonio
manifatturiero, attraverso la qualifica delle aree produttive che interessano tutto il territorio di Olginate; • Sviluppare nuove zone residenziali all’interno di aree produttive dismesse o ambientalmente incompatibili, prediligendo interventi sul costruito così da evitare ulteriori consumi di suolo; • Privilegiare, dove possibile, una pluralità di funzioni ed evitare una ferrea articolazione funzionale, tale da assecondare le esigenze di una società e di un’economia in continua trasformazione. Per quanto riguarda gli obiettivi quantitativi il PGT si basa su analisi socio economiche e sugli sviluppi demografici degli ultimi anni. Si prevede infatti un fabbisogno residenziale pari a 900/950 di nuovi abitanti per tutto il territorio comunale nel quinquennio di applicazione di questo documento. Sono chiare anche le indicazioni riguardo al consumo di suolo, il quale viene limitato a 150.000 mq di nuove aree urbanizzate, poste al di fuori degli ambiti consolidati, valido per un decennio. Viene infine indicata anche la dotazione di servizi, la quale deve non essere inferiore a 40 mq per abitante. Sempre all’interno del PGT ritroviamo indicazioni riguardo agli ambiti di trasformazione che determinano limiti fondamentali per ogni tipo di intervento (limiti quantitativi massimi, destinazioni d’uso etc.) e la tipologia dello strumento che si
attuativo che si intende intraprendere, i criteri di inserimento ambientale e paesaggistico, le aree per servizi da localizzare. L’applicazione di questi ambiti avviene tramite piani attuativi convenzionati che dovranno prevedere una edificabilità non inferiore al 80% di quella massima ammessa e comprendere una superficie non inferiore all’80%; partendo dal presupposto che l’ambito preso ad esame ne possegga la capacità edificatoria e la proporzionale area dovuta per i servizi. Anche in questo campo Consonno rientra in uno dei quattro ambiti di trasformazione (che nella loro totalità comporterebbero un incremento della superfice urbanizzabile pari a 140.527metri quadrati); con una superficie di 60.00metri quadrati, della quale però risulta essere occupabile solo da 52.523metri quadrati. Quest’utilizzo del suolo è però ad oggi occupato dagli edifici esistenti a Consonno, lasciando al di fuori una superficie di 7.477metri quadrati entro la quale è concesso costruire nuove volumetrie. Connessa a questa vi sono anche i diritti edificatori che devono essere equamente attribuiti a tutte le aree perimetrali, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso. C’è una proposta in fase di valutazione presso la giunta comunale che consiste di imporre la demolizione degli edifici di Consonno dato il loro ingente danno paesaggistico e la continua condizione di degrado in cui vertono.
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Nelle tavole del PGT di ogni comune si applicano e tracciano le analisi prima redatte. Nella tavola progettuale che interessa Consonno possiamo distinguere il reticolo idrico, le diverse aree boschive che si sviluppano su una superficie di 3.666.000metri quadrati dell’intero parco del San Genesio Colle Brianza, i percorsi pedonali che mettono a sistema le diverse realtà rurali presenti sulla collina, una fascia di rispetto che delimita il cimitero di Consonno ed infine la strada che collega Consonno ad Olginate è evidenziata come percorso di valore paesaggistico. La fase iniziale di progetto deve tenere quindi conto di vincoli come: • Tutelare l’equilibrio idrogeologico che già ha provocato ingenti danni, evitando che vi siano ulteriori smottamenti del terreno; così come avvenne in passato;
• Il contenimento del consumo del suolo agricolo e naturale privilegiando interventi di nuova costruzione all’interno di aree già compromesse e degradate; • La tutela dei segni e dei manufatti in quanto portatori di memoria sociale ed architettonica, evitando che possa riaccadere ciò che accadde negli anni ‘70; • Il recupero delle aree compromesse e degradate, solo in seguito alla sistemazione della rete idrogeologica, al recupero paesaggistico e alle dotazioni degli impianti necessari; situazione che riguarda totalmente la situazione attuale di Consonno. Il sito attualmente ha diversi dissesti e forme di degrado: una problematica legata al dissesto idrogeologico, altre legate al degrado ambientale che ha
totalmente invaso il costruito, problemi di degrado materico delle costruzioni a causa della mancata manutenzione tralasciata da anni. Nonostante l’area sia, stagionalmente ravvivata dalla associazione che ha in gestione il bar, la situazione generale degli edifici è critica e il PGT in quest’ambito dovrebbe dare delle linee guide per la gestione. Il PGT prevede quindi un’area non superiore a 60.000metri quadrati che risulta essere assimilabile alla superficie attualmente occupata dalle rovine architettoniche. Di questo dato viene indicato un 15.000metri quadrati di nuovi edificati, 15.000metri quadrati coperti da nuove strade e porzioni di suoli pavimentati e parcheggi e infine 30.000metri quadrati saranno adibiti a verde privato. Nello specifico di ciascuna porzione di suolo coinvolta in questa nuova operazione, vengono
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anche indicate le destinazioni d’uso per quanto riguarda la porzione di costruito: dei 15.000metri quadrati bisogna designare 10.000metri quadrati per le residenze (superfice lorda di pavimento) con una superfice copribile massima di 5.000metri quadrati e altezza massima di 7.50metri. Tutte le funzioni annesse come possono essere quella ricettivo, ricreativa, assistenziale, sanitario, istruzione e centri di ricerca; dovranno rientrare all’interno di un conteggio che varia da un minimo di 15.000metri quadrati a 20.000metri quadrati di SLP (sempre con un’altezza massima di 7.50metri) in base alla tipologia scelta.. Anche in termini qualitativi vengono date indicazioni specifiche riguardo alle porzioni di spazi da cedere e con quali funzioni.
• Adibire circa 60.000metri quadrati di parco pubblico; • Cedere 15metri quadrati ogni metro quadrato di SLP che verranno adibite ad area boscata così da poter definire una regione boschiva pubblica pari a 45.000metri quadrati; • Cedere la Chiesa di San Maurizio e l’edificio della canonica ad essa connessa, da destinare a servizi religiosi; • L’apporto energetico di tutto il complesso dovrà rispettare la norma vigente che impone per le nuove costruzioni, l’utilizzo di fonti non rinnovabili che deve essere inferiore al 50%. • Concludere quindi tutti gli interventi incompiuti o malfunzionanti tra cui l’approvvigionamento idrico al borgo e la relativa depurazione delle acque di scarico, il ripristino della strada da e
per Olginate ed il recupero dei sentieri storici provenienti da Olginate. Il nuovo complesso architettonico deve quindi tenere in considerazione diversi aspetti paesaggistici, architettonici e tecnologici ai fini di poter attuare un intervento conscio e rispettoso del sito in cui si va a posizionare. Questo approccio implica diverse scelte sia volumetriche che tecnologiche, oltre al fatto che bisogna lottare contro un immaginario fortemente negativo e poco interessato ad un eventuale crescita del borgo. Vi sono stati diversi personaggi interessati all’acquisto di Consonno ma l’esposizione che comporterebbe questo gesto sarebbe ingente e avrebbe un sviluppo quasi nullo.
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