Vivi Consapevole n 27

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Consapevole ottobre/dicembre 2011 Anno VIII– numero 27 Editore Macro Società Cooperativa Ideatore Giorgio Gustavo Rosso Direttore Responsabile Marianna Gualazzi redazione@ilconsapevole.it Responsabile di redazione Romina Rossi info@ilconsapevole.it Responsabile settore salute Valerio Pignatta Altri componenti della redazione Angelo Francesco Rosso f.rosso@ilconsapevole.it Elena Parmiggiani elena@ilconsapevole.it Grafica e Uff. Abbonamenti Editing snc Servizi Editoriali - Cesena (FC)

abbonamenti@ilconsapevole.it Ufficio commerciale Enrico Fedrigo commerciale@ilconsapevole.it Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Sergio Abram Ellen Bermann Dannielle Heather Bizzocchi Grazia Cacciola Elena Dal Prà Andrea Magnolini Lucilla Satanassi Martin Stopper Silvia Strozzi Immagini http://www.sxc.hu http://www.shutterstock.com http://www.dreamstime.com Stampa Geca industrie grafiche www.gecaonline.it Distribuzione Distributore esclusivo per l’Italia

Perché leggere

Vivi Consapevole? Vivi Consapevole è una rivista trimestrale illustrata, edita dal Gruppo Editoriale Macro, casa editrice presente sul mercato dal 1987 e oggi leader nei settori delle terapie alternative, dell’alimentazione naturale e nel body mind spirit. Vivi Consapevole viene pubblicato dal 2004 e porta avanti un progetto culturale importante.

Autosufficienza, permacultura, decrescita, cultura della transizione, abitudine alle “buone pratiche”, risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, bioarchitettura e bioedilizia, terapie naturali, genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave che ci guidano nel lavoro quotidiano, la nostra inesauribile fonte di energia. L’approfondimento con cui trattiamo gli argomenti, la ricchezza delle informazioni, lo sguardo rivolto alle novità del panorama internazionale, il contatto diretto con i gruppi, le associazioni, i movimenti e le persone sono i punti di forza che ci contraddistinguono dalle altre riviste che puoi trovare in edicola e in abbonamento. Noi rispettiamo l’ambiente! Usiamo

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Natale fatto in casa secca, e spezie quali la cannella, il pepe e l’anice stellato. Ha il pregio di poter essere realizzato con farine integrali e miele, escludendo l’utilizzo di zucchero bianco. Il poco burro di solito indicato nelle ricette può essere sostituito con un poco di ghi (burro chiarificato, che potete ugualmente preparare in casa). Il pan di spezie riempie la vostra casa di un aroma stupendo di spezie mentre si cucina lentamente nel vostro forno e può essere conservato per molti giorni avvolto in semplice carta per alimenti. Confezionato con un fiocco rosso o con un semplicissimo nastro di lana è un regalo graditissimo per chi lo fa e per chi lo riceve.

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nche quest’anno sta volgendo al termine e i pochi mesi che ci separano dal 31 dicembre 2011 saranno caratterizzati dalle continue e ricorrenti notizie della crisi economica, alternate alle pubblicità di panettoni, pandori e inviti a spendere in regali e leccornie, per far girare un po’ l’economia e dare nuovo slancio ai consumi. Il periodo natalizio è diventato occasione consumistica mondiale già da diversi decenni, e tutti coloro che “come me e tanti altri” si sentono sensibili al tema ecologico, si trovano ogni anno a pensare a come poter trascorre un Natale più ecologico e meno sprecone, più personale e meno globale: insomma una sorta di Natale dell’Essere e non dell’Avere. Nel mio piccolo sto già iniziando a pensare ai regali, a come farne di meno e a come autoprodurli. Negli anni passati mi sono cimentata

nella produzione di marmellate e confetture: sono sempre apprezzate soprattutto perché casalighe e dai gusti particolari. Se non avete mai provato a farle, vi consiglio di iniziare con la marmellata di mele cotogne, che unisce il vantaggio dell’autoproduzione all’utilizzo di un frutto povero e dimenticato, che nessuno utilizza più e che potete trovare a bassissimo prezzo o addirittura in regalo. Idem per i cachi, da cui potete ricavare un’ottima confettura, anche questo frutto si trova a buonissimo prezzo o in regalo: in tanti giardini, in questa stagione, si vedono alberi carichi di frutti che nessuno raccoglie e che vengono lasciati marcire a terra, nulla ci vieta di chiedere ai proprietari di poterli utilizzare in cambio di qualche barattolo di prodotto trasformato! Quest’anno però penso di preparare per amici e parenti il pan di spezie fatto in casa. Il pan di spezie è una ricetta francese di un pane dolce in cassetta, insaporito con miele, frutta

Le idee per perparare da sè regali e decorazioni sono infinite (pensate anche alla realizzazione di biscotti per decorare l’albero, o, se non lo volete fare, la casa, conivolgendo i vostri bambini che saranno entusiasti di cucinare con voi) e se poi proprio qulcosa dobbiamo e vogliamo comprare, oggi la scelta di prodotti ecologici e biologici è davvero vasta, e un intramontabile buon libro - o buona rivista - è sempre un regalo azzeccato. Sul tema del Natale vi invito a leggere il bellissimo articolo Auguri di un Verde Natale di Dannielle Heather Bizzocchi: grazie Danielle per il tuo bellissimo contributo a questo numero di ViviConsapevole!

Buona lettura e buone feste!

Marianna Gualazzi

PS: come potrete notare gran parte di questo numero è in bianco e nero, a differenza dei precedenti tutti a colori. Abbiamo dovuto fare questa scelta per motivi economici, dato che al momento non riusciamo ancora a coprire i costi della rivista. Rimangono inalterate la carta, sempre FSC e la stampa con inchiostri vegetali.

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Energia

Curarsi da sé

42 La mia auto non inquina La redazione

62 Tutta la forza della Natura nell’oleolito Lucilla Satanassi

Casa e azienda

Bambini e genitori

Comunità consapevole

68 Il massaggio infantile

44 Una casa sull’albero La redazione

65 Amore incondizionato Marianna Gualazzi

50 Crystal Waters l’ecovillaggio progettato secondo i principi della permacultura Ellen Bermann

Eco viaggi

Rifiuto, riuso, riciclo

Cucina che ti passa

54 Auguri di un verde Natale Danielle Heather Bizzocchi

Elena Dal Prà

71 Elogio della ciaspolata La redazione 74 Il tuo Natale tutto verde! Silvia Strozzi

Saper fare

58 La serra in polytunnel Andy Mckee e Mark Gatter

10 L’intervista

Le meraviglie dell’orto sinergico Intervista ad Antonio De Falco Elena Parmiggiani

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Speciale

Stufe e Dintorni

18 La stufa in muratura

conviene di più

Andrea Magnolini e Martin Stoppel

25 La magia del fuoco Valerio Pignatta

28 Rocket Stove: come costruirla passo passo

Elena Parmiggiani

32 Costruisci la tua sauna

David Butler – Estratto da Permaculture

Rubriche

8 Germogli che bontà

17

Dire, fare, giocare

23

Cosa legge

76 Botta e risposta

Botta e Risposta 24 Eventi, corsi, formazione 75 Lettere 76

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Germogli che bontà!

Grazia Cacciola – Erbaviola.com

Coltivarli e cucinarli è molto semplice e le loro proprietà nutritive sono davvero innumerevoli

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germogli sono un cibo del passato da riportare nel presente; l’alimento più ricco e vitale di cui disponiamo. Tutti i nutrizionisti, di qualsiasi scuola e pensiero, concordano sul fatto che i germogli devono far parte di ogni dieta salutare ed equilibrata. Purtroppo nel nostro Paese, seppure abbiano una radicata tradizione che scompare però nella prima metà del Novecento, sono visti spesso come un alimento speciale e inconsueto, che si è andato via via perdendo con l’affidamento delle risorse alimentari alla grande distribuzione.

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Buoni per la salute, facili da coltivare

In Italia è quasi impossibile acquistare germogli freschi di qualità diversa dalla soia o qualitativamente certificati, con il risultato che ci viene sottratto un patrimonio alimentare immenso. In realtà questo alimento ricchissimo esiste in natura in tante varietà quante sono quelle delle specie botaniche edibili. Qualsiasi verdura, infatti, prima di essere tale, è stata un germoglio e la maggior parte di questi è commestibile. Soprattutto può essere coltivata in

proprio, dando vita in pochissimo spazio a un orto casalingo in cui piantine di appena mezzo centimetro di altezza possono contenere tutti i principi nutritivi della pianta adulta. La grande magia naturale dei germogli è quella di racchiudere in un piccolo getto di pochi centimetri le proprietà nutritive di 30 piante adulte. Un esempio che piace molto ai frequentatori dei miei corsi: una ciotola di germogli di cavolo rosso equivale in nutrienti a un campo di cavoli rossi. Riuscireste mai a mangiare un campo di cavoli in una sola


Piantare e Raccogliere volta? Ecco, i germogli ci danno questa possibilità straordinaria! La coltivazione dei germogli inoltre è alla portata di tutti, richiedendo uno spazio ridotto e cure minime, solo qualche annaffiatura. In un piccolo germogliatore da 40 cm (vedi foto) è possibile coltivare innumerevoli quantità di germogli, a casa propria, limitandosi a poche annaffiature e ottenendo un alimento tra i più nutrienti e ricchi di vitamine e sali minerali. In soli quattro giorni, in media, è già pronta la prima coltivazione di germogli e il loro consumo può diventare in breve tempo una sana abitudine alimentare, un risparmio sulla spesa grazie all’autoproduzione e... un tocco molto originale per piatti e bevande. Anche chi vive in città può allestire il suo orto di germogli, con la consapevolezza che 50 cm quadrati di germogli equivalgono in vitamine e sali minerali a circa dieci metri quadrati della medesima verdura sviluppata. Essendo la coltivazione del germoglio impilabile, è immediatamente evidente come un comune cittadino possa coltivare in proprio, in uno spazio minimo, un vero e proprio orto con tutti i nutrienti necessari alla sua alimentazione. (Per i più intrepidi, sul sito www.germoglisani.com è possibile anche imparare a costruirsi un germogliatore con alcuni contenitori di recupero). Per chi comincia a coltivare dei

La grande magia naturale dei germogli è quella di racchiudere in un piccolo getto di pochi centimetri le proprietà nutritive di 30 piante adulte

germogli in proprio, la scelta più semplice sono le buste di semi per germogliazione. Sonnentor, Geo, Vogel e Biofarm sono i principali che si trovano in Italia. Bisogna però fare attenzione a due fattori. Primo, che il negozio dove si acquistano abbia abbastanza ricambio da mantenere sempre forniture fresche, perché i semi molto vecchi che stazionano sugli scaffali da anni difficilmente germogliano. Il secondo fattore è la reperibilità: molti semi come l’alfa-alfa, il crescione, il ravanello ecc. si trovano solo in buste di semi da germogliazione. Ma se siete tentati di acquistare la bustina di semi di lenticchie, ceci, grano saraceno o lino... guardate prima sugli scaffali. Molto probabilmente allo stesso prezzo della bustina sono in vendita dei sacchetti da mezzo chilo! Infatti i legumi e i semi per germogliazione sono gli stessi che si utilizzano in cucina. (Non i semi per coltivazione nell’orto, perché subiscono altri trattamenti non adatti alla germogliazione fuori terra.) La consumazione ideale del germoglio è a crudo, meglio se

Grazia Cacciola È autrice di saggi e manuali sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici. Si occupa da anni di agricoltura naturale e agricivismo, promuovendo l’autoproduzione dei vegetali, dal balcone di casa all’orto familiare, alla riconversione biologica delle colture intensive. Segue da molti anni l’alimentazione vegan, integrandola costantemente con germogli freschi. (www.erbaviola.com)

non condito con acidi (limone, aceto ecc.) perché solo a crudo mantiene tutte le proprietà, mentre la cottura le denatura o fa sì che vengano cedute ai liquidi di cottura. Va però sottolineato, informazione ancora poco diffusa, che non tutti i germogli sono “sani” a crudo, ovvero che qualche tipo di germoglio sarebbe meglio consumarlo dopo una leggera scottatura a vapore. In linea di massima, possiamo dire che i legumi consumabili crudi in forma di germoglio sono ceci, lenticchie e soia verde (azuki). Gli altri legumi, se consumati crudi, contengono antinutrienti ed è quindi meglio evitarli o consumarli dopo una rapida sbollentatura a vapore, che è sufficiente a disattivare questi antinutrienti. Ovviamente se capita sporadicamente di mangiarli crudi non succede nulla.

Cosa leggere Grazia Cacciola L’orto dei germogli Manuale di coltivazione e consumo FAG, 2010

Cercalo su: www.macrolibrarsi.it

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Le meraviglie dell’

orto sinergico Antonio De Falco, contadino contemporaneo, ci racconta Emilia Hazelip e l’agricoltura sinergica Elena Parmiggiani

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Intervista ad Antonio De Falco

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ntonio De Falco, ex impiegato di banca, lascia l’ufficio per la terra nell’82. Dieci anni dopo scopre in Andalusia l’agricoltura sinergica e si fa allievo di Emilia Hazelip, nella convinzione che nella terra ci sia tutto, che tutto inizi da lì. Antonio parte dalla constatazione che i contadini contemporanei non sono più liberi, ma si trovano in una condizione di dipendenza dal mercato, dall’industria chimica che ha fatto perdere loro il piacere e la creatività insiti nel contatto diretto e quotidiano con la terra, e con il prezioso e buon cibo che essa può dare se lasciata lavorare indisturbata. La rivoluzione dell’agricoltura sinergica permette all’uomo di diventare un contadino contemporaneo: un uomo libero e consapevole che è ritornato ad essere scienziato, profondo conoscitore dei meccanismi della natura e fiducioso di essi. L’abbiamo incontrato nel maggio scorso, in occasione del corso sull’orto sinergico che ha tenuto alla Fattoria dell’Autosufficienza: ascoltiamo le sue parole! Chi è Antonio? Mi sento un individuo in cammino. Un’anima alla ricerca di un senso. Ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie e di fare esperienze inusuali, per cui mi trovo a conoscere cose che la maggior parte delle persone che incontro ignorano o di cui hanno una conoscenza superficiale. Vivo cercando di trasmettere ciò che ho ricevuto: il pezzetto di amore che in me risuona come la mia piccola parte di luce, di verità. Mi sento un essere desideroso di comunità, di pace, di scambio con gli altri, di sinergia, di amore. Cerco di dare agli altri ciò che vorrei per me e sogno che tutto il mondo possa diventare una comunità di mutuo soccorso.

Cos’è per Antonio l’orto sinergico? Potrei dire che è una passione, un amore, ma nella ricerca della sua essenza si sta rivelando come una strada, la mia strada. È un campo in cui ogni giorno mi posso incontrare con l’energia creativa, con il miracolo, l’inconoscibile, il grande mistero, con Dio. È una creatura da amare ed accudire e da cui trarre godimento, meraviglia e insegnamento, oltre ovviamente la propria sussistenza. È ciò che mi ha fatto fare il passo da artista ad ortista ed è diventato la mia espressione, la mia opera d’arte,

è stata l’occasione per incontrare e conoscere Marilia, Marco, Anja, Zino, Giovanni le cui energie hanno contribuito poi alla nascita dell’Associazione Basilico e quindi, in sinergia con Kanbio e con l’altro suo allievo, Fortunato Fabbricini, alla fondazione della “Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip”. Questi eventi hanno creato la base che ha permesso di mantenere viva la sua filosofia pratica e di diffonderla in Italia e all’estero. Che differenze e vantaggi ci sono nel fare un orto sinergico piuttosto che un orto tradizionale?

«La Sinergia si applica ai sistemi viventi. È la Legge che soggiace alla Natura, che permette alla vita di essere… ed agli esseri umani di funzionare attraverso una cultura intelligente che sappia preservare la “gallina dalle uova d’oro”.» – Emilia Hazelip

la mia offerta al cosmo, il mio Intanto non occorre più lavorare e tempio, la mia terapia, il mio modo rigirare il suolo che, se gestito bene di vivere e di rapportarmi con il “seguendo i principi che Emilia mondo, il mio modo di sentirmi indica” diventa ogni anno più in comunione ed armonia con la soffice, arieggiato, fertile e pieno Grande Madre, con la Natura. di vita e quindi viene meno anche la necessità di fertilizzare con Ci racconti un aneddoto di sostanze estranee, sia chimiche che Emilia? naturali. Mi è venuto da pensare all’ultimo La biodiversità presente in poco corso che Emilia ha tenuto a spazio tende a ricreare un Solaria, nell’aprile 2001. Io equilibrio naturale per cui si ha l’avevo accompagnata e stavo per minore influenza di parassiti, di rientrare a Rivalba, ma lei mi ha patogeni e di malattie. Le piante chiesto di fermarmi a buttare giù interagiscono scambiandosi l’albero genealogico degli orti che sostanze nutritive e difensive erano nati dal mio, per inserirlo nel e la presenza di insetti benefici libro che stava scrivendo. aumenta notevolmente. La cosa mi ha richiesto più di L’assenza di spazi vuoti e quindi un’ora. Quel ritardo non previsto l’intensità con cui vengono

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Intervista ad Antonio De Falco

coltivate le piante permette di avere un raccolto 3-4 volte superiore a quello che si può ottenere nello stesso spazio coltivato in maniera “tradizionale” La qualità è assolutamente ottima. Tra l’altro l’assenza di concimi aggiunti fa sì che la verdura abbia meno nitrati e quindi sia più salutare. La presenza costante di pacciamatura permette di utilizzare molta meno acqua e nel frattempo impedisce il compattamento, l’incrostazione della superficie e la perdita di sostanze nutrienti. Crea inoltre un ambiente ideale per gli insetti lavoratori, primo fra tutti il lombrico. I cartoni e la segatura sparsa nei camminamenti riducono le erbe selvatiche, trattengono umidità e se capita di andare in orto dopo una pioggia si torna con gli scarponi senza fango. Le verdure che si raccolgono sono sempre pulite, senza fango né polvere né, ovviamente, alcun prodotto estraneo.

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L’orto sinergico è, secondo me, la soluzione ideale per la coltivazione di piccoli spazi, vicino casa (come dovrebbe essere un orto) per soddisfare il fabbisogno di ortaggi di un singolo, una famiglia, una comunità Che relazione c’è tra l’orto sinergico di Emilia Hazelip e l’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka? E la permacultura? Innanzitutto, l’orto sinergico deriva dall’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka e ne condivide i principi:

⁃ nessuna lavorazione del suolo; ⁃ nessuna pressione al suolo coltivato;

⁃ tenerlo sempre coperto; ⁃ non aggiungere sostanze esterne (né chimiche né naturali);

⁃ tenerlo ricco di biodiversità, di essenze, di radici, di vita.


Intervista ad Antonio De Falco L’orto sinergico è, secondo me, la soluzione ideale per la coltivazione di piccoli spazi, vicino casa (come dovrebbe essere un orto) per soddisfare il fabbisogno di ortaggi di un singolo, una famiglia, una comunità. È una porta per arrivare a sentirsi parte della natura, per imparare a relazionarsi con sinergia, con uno spirito di gratitudine e di reciproco aiuto. L’agricoltura naturale di Fukuoka è, invece, la ricetta per rinverdire il mondo risolvendo così molti problemi che lo assillano (desertificazione, perdita di fertilità, fame, inquinamento, innalzamento della temperatura, guerre, degrado, schiavitù umana....). È una soluzione che, se applicata in larga scala, potrebbe fare di tutto il suolo della terra un campo di agricoltura diffusa: un unico giardino da cui raccogliere il necessario per vivere ed evolversi. Potrebbe rivelare che la terra è ancora quel paradiso terrestre che si immagina perduto. La Permacultura, per me, è ancora un’altra cosa. È imparare a progettare applicando una visione intelligente, lungimirante e globale, cercando di capire i cicli, le loro interconnessioni, gli sviluppi, le conseguenze sul luogo e sulla comunità di creature che lo compongono. È una raccolta di antiche conoscenze e recenti comprensioni che aiutano e stimolano ad acquisire questa qualità di visione. È una nuova scienza che non manca di filosofia e neanche di spiritualità e potrebbe portare a scegliere soluzioni durature nel tempo, che darebbero un grosso aiuto in questa fase di difficoltà dell’essere umano e del pianeta tutto. La Permacultura potrebbe benissimo comprendere l’agricoltura naturale e l’orto sinergico, come modi di coltivare ideali, validi e sostenibili.

Io penso che 60 metri quadri di orto sinergico possano soddisfare il fabbisogno di ortaggi di una famiglia, anche a dieta vegetariana Emilia era maestra di permacultura ed era molto dispiaciuta che Bill Mollison, con cui aveva molto collaborato, non avesse dato un giusto posto all’orto sinergico e, in qualche modo, neanche all’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka. Oggi però, questo sta avvenendo di fatto, in quanto molti docenti di permacultura, sia in Italia che all’estero, le hanno inserite nei loro corsi e le praticano e divulgano. Quanto deve essere grande un orto sinergico per sostenere una famiglia di 4 persone? Io penso che 60 metri quadrati possano soddisfare il fabbisogno di ortaggi di una famiglia, anche a dieta vegetariana. Certo che questo calcolo non comprende le cosiddette coltivazioni da campo: i cereali, le patate, e gli alimenti da conservare per l’inverno come i legumi secchi, le zucche, i pomodori da sugo. Come si applica l’orto sinergico su larga scala?

L’orto di Emilia a “Le Courmette”, vicino Marsiglia, copriva 5.000 metri quadrati di terreno e forniva il centro che contava una presenza giornaliera di oltre 100 persone, più i vari ospiti in occasione di congressi, eventi, manifestazioni. A svolgere tutto il lavoro, come lei racconta nel suo filmato “Il giardino di Emilia” erano due persone, lei e una ragazza, più dei volontari che sporadicamente venivano a dare una mano per i lavori più grossi: approntamento, semina primaverile, pulizia e semina autunnale. Anche in Italia ci sono realtà che gestiscono dimensioni simili e ne ricavano tutto il sostentamento per la famiglia. Una soluzione che io trovo eccezionale sono i cosiddetti orti sociali, dove diverse famiglie si mettono insieme per approntarlo, per curarlo e per usufruire dei raccolti. In questi casi è comunque sempre necessario un guardiano che assicuri una presenza costante e una giusta gestione. Ultimamente anche dei GAS si stanno muovendo in tale direzione.

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Intervista a Antonio De Falco

Perché, dopo i tanti anni di applicazione e gli evidenti vantaggi, l’orto sinergico non ha ancora preso piede fra la gente comune e quali sono le principali cause di insuccesso di un orto sinergico? Emilia amava dire: “Forse queste idee e questo modo di coltivare non avranno una diffusione rapida ed estesa, ma sappiate che quando i tempi saranno maturi e servirà, ciò che non è avvenuto in tanti anni accadrà velocemente”. Ed io credo che i tempi siano maturi e che questo stia già accadendo. Nel mio girare scopro sempre di più nuovi orti nati nei posti più disparati, a volte da persone che hanno solo letto degli articoli sulle riviste o sono stati ispirati e aiutati da chi ha seguito un corso o da docenti di permacultura. Ho notizia di molti che si sono improvvisati istruttori e guide tenendo corsi in tutta Italia e anche

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La Permacultura, per me, è ancora un’altra cosa. È imparare a progettare applicando una visione intelligente, lungimirante e globale all’estero. A volte, purtroppo, con risultati deludenti, che non avvantaggiano certo una buona diffusione, ma non sempre. C’è chi, per esempio, con poche notizie acquisite, ma con una buona esperienza di agricoltura biologica, ha tenuto corsi all’interno di un comprensorio scolastico e curato un orto che ha festeggiato già il suo quarto anno. In questo modo ha diffuso in centinaia di bambini e ragazzi un seme per pensare e agire in un modo diverso e costruttivo, in armonia con la natura. Un’altra ragione è forse che la gente che tu chiami “comune” è più abituata e propensa a seguire i consigli dei mass-media,

della pubblicità, degli esperti istituzionali e commerciali (figure che molte volte coincidono). D’altra parte sono veramente tanti gli interessi che verrebbero danneggiati da un cambiamento dell’agricoltura moderna, che è fonte di enormi consumi e quindi fonte di guadagni e di lavoro (nella maggior parte dei casi inutile e dannoso). Gli orti sinergici e l’agricoltura naturale non incrementano il PIL (prodotto interno lordo) anche se, secondo me, aumentano di tanto il BIL (benessere interno lordo). Riguardo le ragioni degli insuccessi sento che molti cercano nell’agricoltura sinergica una tecnica o un’insieme di


Intervista a Antonio De Falco tecniche da imparare e seguire. Per me i principi sono solo quelle poche regole che ho enunciato prima. Le tecniche trasmesse sono piuttosto il frutto delle esperienze personali che possono essere seguite o meno. A volte può essere opportuno fare esattamente il contrario di ciò che ha raccontato qualcuno, anche se esperto. Magari perché alcune condizioni sono all’opposto (per esempio: presenza di umidità o di siccità “caldo o freddo” “luce o ombra” “pianura o montagna”). L’agricoltura sinergica è soprattutto una filosofia, un modo di sentire, di rapportarsi con la natura di cui siamo parte integrante, di interagire con gli altri attori di questo miracolo (il suolo, le piante, l’acqua, i microorganismi, gli insetti, gli uccelli, gli animali, il sole, l’aria, il

Che cos’è l’Agricoltura Sinergica L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione elaborato dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si basa sul principio, ampiamente dimostrato dai più aggiornati studi microbiologici, che, mentre la terra fa crescere le piante, le piante creano suolo fertile attraverso i propri “essudati radicali”, i residui organici che lasciano e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. Per info: agricoltura sinergica.it è il sito ufficiale della scuola di agricoltura sinergica Emilia Hazelip.

clima, l’energia). Non è applicare delle conoscenze, ma entrare in rapporto con questa creatura, e allora l’orto diventa il nostro maestro, sarà lui a suggerirci cosa e come fare. In questo modo da meri esecutori di consigli, pratiche e tecniche si riprende la funzione di osservatori, ricercatori, sperimentatori, scienziati. Masanobu amava dire: “Se c’è un problema non chiedetevi cosa devo fare ma, piuttosto, cosa ho fatto che era meglio non facessi”. Poiché, quasi sempre, è l’intervento umano che ha influito sul perfetto fare della Natura. Hai mai insegnato l’orto sinergico ai bambini? Un corso vero e proprio non mi è ancora capitato, ma ho avuto spesso bambini che sono stati presenti e hanno partecipato al

nascere e alla cura di un orto, dal Perù ad Ontignano a Pignano. Mi è successo di intervenire e collaborare in corsi tenuti da altri docenti. Ho lavorato molto di più con persone diversamente abili, con ragazzi con problemi, con carcerati e ho fatto una bellissima esperienza nell’ospedale giudiziario di Aversa. Con i bambini è sempre bello lavorare: sono generosi nel manifestare la propria meraviglia, il proprio entusiasmo, la loro gioia e, una volta che hanno acquisito un’idea e la ritengono giusta e valida, sono i migliori divulgatori, attenti e impeccabili.

Abbiamo intervistato Antonio De Falco Insegnante della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip, membro dell’Associazione Basilico, è stato amico e allievo di Emilia Hazelip. Nel 2003 ha fondato, insieme a Fortunato Fabbricini, la Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip intitolata alla loro maestra, con lo scopo di diffonderne il vasto sapere e proseguire la sua opera di riforma dell’agricoltura. Antonio ha collaborato a creare più di 100 Orti Sinergici in Italia e nel mondo. Soprannominato “Contadino Contemporaneo e Poeta”, da anni ricerca, esperimenta e diffonde forme di agricoltura rispettose dell’ambiente che: - non danneggino i quattro elementi essenziali (ritenuti inesauribili ma oggi in grave pericolo e squilibrio); - mantengano l’autofertilità del suolo; - conservino specie e incentivino la biodiversità; - producano quantità e qualità di cibo e materie prime tali da permetterci una buona e sana esistenza; - lascino alle generazioni future condizioni di possibile esistenza, sopravvivenza ed evoluzione e che sia un’attività piacevole, sostenibile, allegra bella e piena di soddisfazioni. Oggi, con gli insegnamenti di Emilia, ha un orto di poco più di 100 metri quadrati che soddisfa quasi l’intero fabbisogno di cibo di 15 persone.

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IL NUOVO SANA DI BOLOGNA FIERE

VINCE LA SCOMMESSA

La nuova formula B2B riservata agli operatori e ai prodotti bio certificati e naturali è stata premiata dalla presenza di 532 espositori e 25.000 visitatori professionali. Tra questi 900 operatori esteri, 2500 erboristi, 300 titolari di negozi specializzati bio del Nord Italia e della Toscana. Successo anche per l’innovativo servizio di fiera on line inaugurato da BolognaFiere con SANA e realizzato in partnership con QN. Oltre 3.000 accessi alla web tv, dei quali il 50% direttamente in fiera grazie all’accesso al wi-fi gratuito di BolognaFiere presso le lounge “Nuvole” e l’altro 50% da tutta Italia tramite il sito www.sana.it. Inaugurata dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Francesco Saverio Romano, SANA ha riaperto la stagione fieristica di BolognaFiere con una nuova formula che ha proposto al mercato italiano del biologico e del naturale una grande piattaforma professionale al servizio degli operatori e dedicata ai prodotti bio certificati e naturali. Il nuovo progetto di SANA, la storica fiera italiana dedicata al biologico e al naturale, giunta alla ventitreesima edizione, è stato messo a punto in collaborazione con un Comitato Promotore formato dai rappresentanti delle principali associazioni di produttori (FederBio, Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Federimpresa Erbe, Unipro, Assoerbe, Siste, Fippo). Un’edizione importante ha messo sul tappeto i grandi temi e le grandi sfide che oggi il settore è chiamato ad affrontare, aprendo la road map per gli operatori che vogliono arrivare preparati all’Expo 2015. Questa edizione è stata inoltre premiata dal ritorno di tutte le “insegne” più rappresentative della Grande Distribuzione, a conferma della crescita del bio sul grande mercato, dalla presenza delle catene e dei circuiti della Distribuzione Specializzata e dallo straordinario afflusso di tutto il panorama italiano dell’Erboristeria e della cosmesi certificata e naturale. Secondo Duccio Campagnoli, Presidente di BolognaFiere “BolognaFiere ha vinto la difficile scommessa che quest’anno abbiamo voluto fare investendo di nuovo su SANA come fiera dedicata e specializzata per il biologico e il naturale.

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Oggi SANA si conferma come l’unica grande manifestazione italiana specializzata in questo settore che è in costante crescita. Con questa nuova edizione di SANA abbiamo anche cominciato a costruire assieme a tutte le associazioni del biologico una piattaforma che vorrà essere al servizio permanente della comunità del bio e del naturale italiano e per la sua partecipazione agli eventi internazionali. In particolare, con le associazioni condividiamo l’opportunità che le prossime edizioni di SANA fino al 2015, anno dell’Expo “Nutrire il Pianeta”, siano rivolte a preparare il bio made in italy al successo in questo grande appuntamento e ad avviare le relazioni con gli altri paesi ospiti di Expo>. SANA ha puntato molto sull’innovazione presentando nell’area dedicata alle novità oltre 200 prodotti innovativi proponendoli al voto. Tre i Prodotti Novità 2011 votati dagli espositori nei primi due giorni. Biscotti e crakers della Linea Benessere di Baule Volante; la Linea acido Ialuronico dell’Erbolario; Cancelleria carta & scrittura e Pannolini “I Riutilizzabil” linea Vivi Verde di Coop Italia. Quattro Erboristerie si sono aggiudicate il Sanaward Benessere: l’Ape Regina di Milano; Artemisia di Rimini; l’Angolo della natura di Perugia; Le Fragranze di Magenta. Tre i vincitori di Locale Bravo Bio 2011, il premio promosso dalle riviste del Gruppo 24 ore Bargiornale, Ristoranti-Imprese del gusto e Pianetahotel in collaborazione con SANA: l’hotel “La Perla” di Corvara; il ristorante “Zenzero” di Grumolo delle Abradesse; il bar Bio’s cafe di Rimini. Menzioni speciali al ristorante “Erba brusca” di Milano” e a “Alce Nero Cafè” di Bologna e Cesena.

Ufficio stampa Sana: GB Studio (Gabriella Bonvini – Stefania Consigli) 02.70600135 E-mail: press.sana@gmail.com Ufficio stampa BolognaFiere: Isabella Bonvicini 051.282261 Cell. 335 7995370 E-mail: isabella.bonvicini@bolognafiere.it


Dire, fare,

giocare Consigli, spunti, idee per i nostri bambini

La casa nella prateria

Giochi e attività ispirate alla pedagogia montessoriana, yoga per mamme e bambini, tutorial per realizzare da sé abiti per i bimbi, cappelli e sciarpe in lana, borse, ma anche giocattoli, spunti per giocare con i bambini proponendo loro attività nuove, stimolanti e che tutti possono fare in casa con oggetti di uso comune: su lacasanellaprateria. com troverete questo e tanto altro ancora. Segnaliamo anche la recentissima uscita del libro di Claudia Porta – ideatrice del blog – La mia mamma sta con me. Conciliare famiglia e lavoro grazie a internet (Il leone verde).

Notti al caldo

Diffusissimi in Francia e in tutti i paesi del Nord Europa, i sacchi nanna sono, in Italia, ancora poco conosciuti e diffusi. Il sacco nanna è una sorta di sacco a pelo con la parte superiore fatta a gilè che tiene il bambino al caldo durante la notte: si sa che i bimbi, fino ai tre anni e spesso molto oltre, non tengono le coperte e spesso la notte si svegliano perché hanno freddo. Il sacco nanna risolve il problema: il bambino rimane sempre coperto nel suo “nido” e quando la mattina si sveglia e aprite il sacco trovate all’interno

un teporino delizioso, proprio come quando si sta sotto le coperte. I sacchi nanna sono disponibili in varie taglie e pesantezze: le migliori marche corredano i propri prodotti di dettagliate istruzioni per scegliere al meglio la taglia in relazione all’età del bambino e la pesantezza rispetto alla temperatura della

all’attacco, dopo il successo del suo precedente Io mi svezzo da solo (Bonomi), con il libro Sotto il camice niente, un’analisi critica e posisita insieme della situazione della pediatria italiana. L’obiettivo del libro è far comprendere quale inestimabile patrimonio nazionale sia l’attuale Servizio Sanitario e il ruolo dei suoi

Non dobbiamo farci seguire da lui (dal bambino), ma seguirlo Maria Montessori

cameretta. Tra le tante marche presenti sul mercato l’inglese Grobag offre un range di taglie molto ampio e produce i sacchi nanna anche nella misura 3-6 anni, mentre la francese Red Castle propone i sacchi in fior di cotone biologico, ultramorbidi e accoglienti si adattano ai movimenti del bimbo mentre dorme. Per info: www.redcastle.fr, www.gro.co.uk.

Sotto il camice niente

Divertente e irriverente, il pediatra Lucio Piermarini torna

protagonisti, cioè cittadini, medici e politici, nella genesi dei suoi difetti e nella loro possibile eliminazione sulla base delle soluzioni offerte dalla ricerca. Castigando i “cattivi costumi” si vuole far tesoro delle esperienze, imparare dagli errori per capire cosa ciascuno di noi può fare per la salute propria e per quella degli altri. Una bella lettuta per essere più informati e consapevoli dei propri diritti e doveri. Lucio Piermarini, Sotto il camice niente (Bonomi, 2011), pagine 253, euro 18.

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La stufa in muratura conviene di più Tutti i vantaggi di scaldarsi in modo ecologico Andrea Magnolini e Martin Stoppel

S

ebbene le prime stufe in muratura refrattaria e terra cruda risalgano al 1500, e si siano perfezionate con l’andar del tempo, nel nostro Paese sono ancora poco diffuse, al contrario di quanto avviene in molti dei Paesi del nord Europa. Eppure i vantaggi di avere una stufa di questo genere in casa sono molteplici rispetto agli altri sistemi di riscaldamento: se sistemate in un punto strategico della casa, cedono gran parte del calore accumulato per irraggiamento diretto dei corpi che stanno vicino alla stufa. La superficie della stufa rimane attorno agli 80-100 gradi a differenza delle stufe in metallo che generalmente vanno a 400-500 gradi rendendo secca l’aria e priva del giusto grado di umidità. Da un punto di vista ecologico, le stufe in muratura sono le più sostenibili: prima di tutto perché hanno un basso consumo di legna (in genere non supera i 15 kg a carica, con una o due cariche al giorno a seconda della resa della stufa) che permette un equilibrato utilizzo della biomassa boschiva e un buon risparmio

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energetico ed economico. Chi possiede un piccolo appezzamento di bosco o può comprare la legna in loco accorcia notevolmente la filiera dell’approvvigionamento dei materiali necessari per il riscaldamento, e contribuisce all’utilizzo di materie prime vegetali rinnovabili e non invece di combustibili fossili. Inoltre, la cenere prodotta torna alla terra in forma di fertilizzante, senza creare quindi inquinamento ambientale, ma anzi rendendo il terreno più basico. Anche per quel che riguarda l’inquinamento dell’aria ci sono dei punti interessanti: questo genere di combustione, infatti, immette nell’aria soprattutto CO2 (la stessa che la pianta ha accumulato durante la sua crescita e che rilascerebbe comunque con il processo di decomposizione naturale nel bosco), e meno dello 0,2% di azoto ossigenato e alogeno-idrocarburi. Dopo i primi 20 minuti, la temperatura nella camera di combustione sale fino a 900 gradi, e i condotti del fumo in muratura permettono di bruciare gran parte dei gas che emette la legna nel processo di combustione.

Riscaldamento ecologico

Oltre a questi molteplici vantaggi, va ricordato che, durante la costruzione, può essere utilizzato un legante formato da argilla e sabbia refrattaria, il tipo di legame assicurato dall’argilla è esclusivamente meccanico e non chimico come nel caso della calce o del cemento. La stufa viene costruita con mattoni refrattari che hanno il compito di accumulare il calore e rilasciarlo lentamente; più la stufa è pesante più è in grado di accumulare e scaldare, ci sono stufe che possono pesare 1 quintale e stufe che possono pesare anche 4 tonnellate. In genere, in questo tipo di stufe, la camera di combustione è realizzata senza griglia, in quanto il fuoco va acceso direttamente su un piano ricoperto di speciali lastre refrattarie, resistenti al calore. Sempre con mattoni refrattari sono costruiti i cosiddetti “giri di fumo”: al posto di far uscire il fumo dal comignolo a 800 gradi, questo viene fatto girare in percorsi a saliscendi che hanno la funzione di aumentare la cessione di calore da parte dei fumi alla


stufa e uscire con una temperatura che varia da 300 a 50 gradi. Alcuni fumisti “giocano” con i giri di fumo per creare corpi stufa (simili a “panche o armadi caldi”) che scaldano efficacemente i locali retrostanti la stufa e quelli situati nel piano superiore. Tutto questo mantenendo un unico fuoco. I corpi della stufa scaldano molto bene le stanze in cui sono presenti e di riflesso le stanze lontane, per questo le prestazioni aumentano se la stufa è situata fra due o più pareti, se ci sono degli open space e diminuiscono se ci sono molte stanze piccole e corridoi. Nella fase di progettazione è importante porre particolare attenzione alla canna fumaria, la cui struttura deve garantire un abbattimento di pressione inferiore a 12 Pascal (circa 0,12 mbar); questo per avere una combustione priva di sostanze tossiche e capace di raggiungere temperature nell’ordine degli 800 – 900 °C. Il calore perso lungo il tragitto viene accumulato nella muratura e restituito all’ambiente da riscaldare per l’85% circa, sotto forma di irraggiamento, in maniera lenta e graduale, così da avere nelle pareti esterne della stufa temperature massime attorno ai 70 °C che possono aumentare sino ai 100 – 110 °C nella zona immediatamente attorno al focolare. Tutto questo avviene senza nessun rischio di ustione per chi viene a contatto con le pareti della stufa, grazie alle particolari caratteristiche dei materiali utilizzati, infatti, a contatto con la pelle le superfici porose hanno una conducibilità molto bassa. La resa di una stufa in muratura può variare tra gli 800 e i 950 W per metro quadrato di superficie radiante: queste differenze si ottengono variando gli spessori delle pareti dei condotti e della

I vantaggi di avere una stufa di questo genere in casa sono molteplici rispetto agli altri sistemi di riscaldamento costruita “sul posto”, può essere camera di comustione. Si distinrealizzata nella forma che si desigue così una costruzione “pesante” (13/15 cm di spessore), media dera, senza creare un’impressione di “fuori luogo”. Il rivestimento, (10/11 cm) e leggera (7/8 cm). in questo tipo di stufe, svolge Il consumo giornaliero di legna una funzione essenziale. Infatti varia a seconda della regione climatica, dell’isolamento della casa le forme, l’intonaco e le rifiniture possono essere accordati ai gusti e della disposizione delle stanze. più diversi: muratura a vista, La stufa non deve stare contiintonaco murale premiscelato, nuamente accesa (come succede rivestimento in maiolica o pietra nella gran parte delle stufe che lavica, o l’antico intonaco delle scaldano acqua o aria): si posso“stufe contadine”: la terra cruda, no fare 1 o 2 cariche al giorno, un impasto a base di argilla, sabdopo circa un’ora e mezza o due, bia e paglia; materiali poveri ma quando tutta la legna è stata bruefficientissimi. ciata si chiude lo sportello e ci si Grazie al sistema di riscaldagode l’inerzia termica. La stufa mento per irraggiamento, queste scalda anche da spenta! stufe sono sicure anche per chi Basta acquisire l’abitudine di ha bambini in casa, poiché non vi accendere uno o due fuochi al giorno (la mattina o la sera) il che sono parti metalliche roventi. Se può diventare anche un piacevole si monta uno sportello di vetro ci si può godere la fiamma ma bisorituale. gna fare attenzione a non toccarlo perchè il fuoco è ruggente. I pregi e l’estetica La stufa in muratura muove poca Oltre ai già citati vantaggi ecologici, la stufa in muratura presenta aria a differenza di quanto avviene con altri tipi di stufe in metalun notevole pregio anche dal lo: queste ultime hanno superfici punto di vista estetico: essendo

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Stufe e dintorni

Essendo costruita “sul posto”, la stufa può essere realizzata nella forma che si desidera, senza creare un’impressione di “fuori luogo” che raggiungono i 500 - 600 °C; le polveri che si poggiano su queste superfici vengono “bruciate” e trasportate dal gran ricircolo di aria che azionano questi corpi surriscaldati.

La legna

Il combustibile migliore per la stufa in muratura è la legna da ardere non trattata, stagionata all’aria aperta e ben coperta per almeno 18 mesi; la lunghezza deve essere adeguata alla misura della camera di combustione, in alcuni casi questa è di 75 cm e permette di risparmiare molte ore “di motosega”. Il diametro della legna deve essere inferiore ai 10 cm (i tronchetti tondi vanno spaccati). Grazie alle alte temperature della combustione la stufa può bruciare tutti i tipi di legna (anche pioppo, abete, salice ecc.) purché ben secca; l’elemento importante in questo tipo di combustione è la

fiamma e non la brace e ogni kg di legna ha circa 4kW di energia potenziale. Possono essere utilizzati anche tronchetti pressati di solo legno (senza colle, resine ecc.), ma in questo caso bisogna fare particolare attenzione a non caricare troppo la stufa, perché questi ultimi “crescono” in combustione. Da evitare sono invece rifiuti domestici, plastica, olio, legno incollato, trattato, compensato e truciolato, i quali, oltre a rischiare di danneggiare la stufa, inquinano l’ambiente e sono un pericolo per gli abitanti della casa!

Il costo

Il prezzo varia a seconda della grandezza della stufa, dell’ambiente da riscaldare e del tipo di rifiniture richieste, si va da un prezzo base di circa 4.000 euro (per una stufa di dimensioni medio piccole) fino a 15.000

euro e più per una stufa super accessoriata, realizzata su più piani, con uno scambiatore per il riscaldamento dell’acqua, rivestita parzialmente con ceramica ecc. In genere, gli artigiani più competenti seguono l’intero processo: dal sopraluogo, alla progettazione tecnica e architettonica, fino alla realizzazione della stufa e al rodaggio. In qualche caso, alcuni artigiani forniscono un progetto dettagliato per l’autocostruzione. Ci sono alcuni casi di manuali diffusi per l’autocostruzione: in Patagonia l’ente nazionale per l’agricoltura ha diffuso un manuale per realizzare “la stufa russa” (una stufa di medie dimensioni) e nel nord Europa è famosa la stufa Fillandese, una grande stufa di

Consigli per l’uso della stufa L´accensione della stufa deve essere effettuata con poca carta, utilizzando solamente legna spaccata fine a cui successivamente si aggiunge legna più grossa. L’afflusso d’aria necessaria per la combustione si regola riducendo l’apertura dello sportello, che viene chiuso una volta che la legna è completamente bruciata. Una combustione così completa produce quantità di residui (ceneri) molto scarsi, bisogna avere l’accortezza di mantenere sulle lastre della camera di combustione uno strato di circa 2 cm di cenere per favorire il mantenimento delle braci. Il rendimento nella fase di accensione raggiunge valori del 60% arrivando a oltre il 90% con combustione a “regime”. Le elevate temperature di combustione producono fenomeni di distillazione dei fumi tali da produrre gas che, dopo i primi 20 minuti dall’accensione, bruciano comportandosi come combustibili gassosi. In sostanza è come se avvenisse una seconda combustione ad elevata temperatura, tale da ridurre le emissioni inquinanti e aumentare il grado d’efficienza della stufa.

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circa 3 tonnellate con un grande potere di accumulo del calore. Per la costruzione vera e propria, occorrono dai tre ai dieci giorni, a seconda della dimensione. Senza dubbio, questi prezzi possono sembrare alti, soprattutto se confrontati con i prezzi delle stufe industriali prefabbricate. Tuttavia nella valutazione complessiva è bene tenere conto anche di alcuni fattori a medio e lungo termine: V la durata: una stufa può durare anche tutta una vita e oltre. Ci sono stufe di fine Ottocento ancora perfettamente funzionanti; V se posizionata al centro di più stanze (fino a 4) e/o disposta su più piani, la stufa può scaldare tutta la casa senza bisogno di altri sistemi di riscaldamento

La stufa scalda anche quando è spenta!

Dopo la costruzione, la prima accensione della stufa va fatta con la minima carica di legna e ripetuta per almeno 2 volte al giorno per circa 8 – 10 giorni. Dopo questo periodo di rodaggio si può aumentare la quantità di legna, fino ad arrivare alla massima carica. Per ottenere una combustione completa è consigliabile eseguire l’accatastamento della legna con cura, assicurandosi di lasciare il passaggio dell’aria. Ogni 2–5 anni, secondo l’uso, i giri di fumo e le canne fumarie vanno puliti con un “aspiratutto” e una spazzola in ferro. Dopodiché vanno risigillate le bocchette con un po’ di argilla. La superficie della stufa dopo alcuni anni può essere ripassata con una terra colorata a pennello (intonaco fine d’argilla) o nel caso può essere nuovamente imbiancata (è necessario effettuare i lavori sulla stufa calda). Se l’intonaco della stufa dovesse crepare a causa di un surriscaldamento o altro, queste crepe possono essere chiuse con un impasto d’argilla (intonaco fine) sulla stufa calda.

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Grazie al sistema di riscaldamento per irraggiamento, queste stufe sono sicure anche per chi ha bambini in casa, poiché non vi sono parti metalliche roventi

(o piccoli apparecchi per stanze molto lontane tipo pompe di calore, lampade ad irraggiamento ecc.) Meglio ancora se la casa è ben coibentata. In una prospettiva di lunga durata questo vuol dire risparmio economico e di altri combustibili fossili; V il basso consumo di legna consente anche un enorme risparmio in termini di costi. Se poi si possiede un pezzo di terreno boschivo, questi costi diventano praticamente nulli; V la stufa in muratura ha un funzionamento molto semplice; quasi tutte le stufe industriali dipendono dalla corrente elettrica,

per cui, se manca, si sta al freddo; sono dotate di dispositivi elettronici che regolano l’accensione e ne programmano la temperatura, ma prima o poi si rompono. Le stufe in muratura sono prive di dispositivi meccanici, elettronici o elettrici, e la programmazione della temperatura desiderata può essere agevolmente raggiunta dimensionando adeguatamente la stufa al momento della costruzione e dosando la legna, come dire… “tutto quel che non c’è non si rompre”. Le foto di questo articolo sono una gentile concessione di Martin Stoppel

Martin Stoppel Artigiano fumista bavarese, vive in toscana vicino ad Anghiari (AR) è esperto in bioedilizia, nell’utilizzo della terra cruda e nella costruzione di stufe in muratura. Sue sono gran parte delle foto delle stufe che corredano l’articolo. www.calorenaturalre.it

Andrea Magnolini passileggerisullaterra.it tecnologieappropriate.it

Pedagogista, educatore ambientale, ricerca e sperimenta l’autocostruzione, i materiali naturali e l’artigiano tradizionale. Ha come punto di riferimento l’Ecoistituto di Cesena, un’associazione che dall’84 ricerca sulle tecnologie appropriate (oggi è anche una biblioteca specializzata). Insieme ad un gruppo di giovani che frequentano l’associazione, hanno dato vita al sito passileggerisullaterra.it dove si trovano informazioni su tecnologie e stili di vita che cercano di soddisfare i bisogni umani, lasciando un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Fra i vari argomenti si spazia dagli orti scolastici alla realizzazione di strutture viventi, dalla cesteria all’utilizzo della terra cruda, dalla bioedilizia ruspante all’autocostruzione di stufe.

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Cosa Leggere

Un manuale di

consapevolezza

alimentare, per tutti

Valerio Pignatta

È uscito per i tipi di Macro Edizioni, nella collana Salute e alimentazione, un notevole testo che si potrebbe definire di consapevolezza alimentare. L’autore, Michele Riefoli, insegnante ed esperto di educazione alla salute, affronta da varie angolazioni il problema dell’alimentazione e si sofferma sui suoi aspetti etici, salutistici e ambientali. Il termine “consapevolezza” è proprio quello che caratterizza il testo in questione rispetto ai tanti in circolazione sul tema. Potrebbe sembrare un libro solo per vegani, ma in realtà le informazioni qui contenute sono di importanza basilare per qualsiasi individuo che intenda avvalersi dell’alimentazione per recuperare la salute o semplicemente per mantenersi in perfetta forma. Pesce e carne, latticini e uova sono i cibi maggiormente sconsigliati o rigidamente, diciamo così, “normati” (ossia inquadrati in certe norme e tipologie di casi e situazioni), ma questa alimentazione, in massima parte, va bene per tutti e tutti possono adottarla. Sebbene l’ispirazione di fondo sia vegana e tendenzialmente crudista e igienista, non ci sono chiusure totali e l’autore è sempre rispettoso dei pareri di tutti, pur riportando i dati epidemiologici relativi alle varie e diverse scelte

dietetiche e alle conseguenze in cui ognuno di noi incorre secondo il tipo di alimenti di cui si ciba prevalentemente. È un libro utilissimo per tutti coloro che mirano a stare bene (che spesso hanno problemi di salute o di peso) senza far troppi danni in giro (a sé, agli animali e all’ambiente) e che sono disposti a recepire le informazioni ormai di dominio pubblico sulla nocività di alcuni alimenti come zuccheri, alcool, latticini ecc.

È ampiamente risaputo che l’abitudine di terminare i pasti con ancora un po’ di fame spesso costituisce l’unica o quasi comprova diretta e dimostrabile di maggiore longevità Su tutto è doveroso sottolineare che possiamo individuare nel testo due concetti importanti che lo permeano e ne costituiscono le discriminanti dietetiche maggiori: la moderazione e il principio di naturalità. Sulla moderazione abbiamo ormai veramente moltissimi dati scientifici. È ampiamente risaputo che l’abitudine di terminare i pasti con ancora un po’ di fame spesso costituisce l’unica o quasi comprova diretta e dimostrabile di maggiore longevità. A fianco di questa direttiva comportamentale, l’autore consiglia inoltre di attenersi alla forma originale dei

cibi, ossia più ciò che si mangia è vicino come forma e aspetto al cibo originario da cui deriva e più è salutare. Infatti, in questo caso è più difficile che il cibo abbia subito processi industriali di trasformazione e conseguente snaturamento e contaminazione tramite additivi e altri conservanti chimici o tipi di cottura e conservazione che adulterano le sostanze nutrizionali originali. Il nuovo programma nutrizionale definito Veganic (alimentazione naturale integrale consapevole a base vegetale) è un percorso alimentare salutare, che si avvale delle ultime scoperte scientifiche e conseguenti indicazioni dietetiche acquisite sul tema. Arricchiscono enormemente il libro le prelibate ricette ivi contenute, ottimo spunto per cominciare a impratichirsi sulla nuova via.

Il libro Michele Riefoli Mangiar Sano e Naturale con Alimenti Vegetali Integrali Macro Edizioni, 2011

Cercalo su: www.macrolibrarsi.it

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Botta e

risposta

La rubrica delle lettere Dentisti verdi

Vorrei sapere se è possibile avere una lista di “dentisti verdi” specialisti in odontoiatria e esperti in olodonzia a Bologna. Giovanna Gentile Giovanna, per trovare un dentista verde più vicino a lei può rivolgersi presso: - AMON Associazione medici odontoiatri naturali di Tavagnacco-LirutiUdine, consultabile sul sito: http:// www.vidatox.it/tag/associazioneamon/ - SIKMO Società Italiana Kinesiologia Medica Odontoiatrica, Varese, http://www.sikmo.it/ - SIMF Società italiana medicina funzionale di Lesmo-Milano, http:// www.simg.it/ - Eurocclusion Italia, Milano, www. eurocclusion.it/ Valerio Pignatta

Argento colloidale

Salve, vorrei sapere se l’argento colloidale contiene nichel. Maria Teresa Salve Maria Teresa, l’argento colloidale contiene solo argento in barrette e nessun altro minerale traccia. È molto importante, comunque, che chi soffre di allergie al nichel, prima di assumere argento colloidale, consulti un medico o un esperto. Valerio Pignatta

Buste in mater bi

Ogni volta che faccio la spesa uso le nuove buste in mater bi, che ci dicono essere più ecocompatibili rispetto alle vecchie buste di plastica,

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ma che sono comunque costretta a buttare dopo il primo utilizzo perché immancabilmente si rompono. Ma se dopo ogni utilizzo devo buttare le buste, non rischio di produrre maggiori rifiuti? Non sarebbe meglio studiare buste più resistenti che si possano utilizzare più volte? Emanuela, Parma Cara Emanuela, le buste in mater bi, che sostituiscono le vecchie buste in polietilene da qualche mese, sono prodotte usando l’amido di mais. La loro caratteristica principale è quella di essere compostabili, che vuol dire che impiegano solo 3 mesi a biodegradarsi. Un traguardo non indifferente per la salvaguardia dell’ambiente, se pensiamo che la vecchia busta di plastica non si decompone nemmeno in 100 anni! Tuttavia, per poter rispondere a una crescente produzione di massa (non solo buste per la spesa, il mater bi è usato anche per stoviglie sempre più diffusi nelle mense, negli ospedali e ormai anche nei supermercati) le industrie produttrici hanno bisogno di massicce quantità di materie prime, con il rischio di intensificare la diffusione delle colture intensive, che sono fonte di inquinamento ambientale e delle acque. Per non parlare poi dell’aumento dei materiali in mater bi usa e getta che contribuiscono alla crescita della spese energetica. Il nostro consiglio è quello di utilizzare, almeno per la spesa, una più pratica e ecocompatibile borsa in tessuto. Oltre ad essercene di tutti i tipi sono anche più resistenti e riutilizzabili per anni! La Redazione

dividere n o c r e P e le vostr e i o n n o c er aver p , i n o i rifless ni e con o i z a m r info a iveteci sigli scr pevole.it. onsa info@ilc

Depurare l’acqua di rubinetto

Vorrei depurare l’acqua del mio rubinetto senza usare caraffe apposite. So che ci sono molti filtri che si possono applicare al rubinetto, potete dirmi quali sono i migliori in commercio? Denis Gentile Denis, i sistemi per depurare l’acqua di casa nostra, che è potabile e di buona qualità su gran parte del territorio italiano, sono tanti. I più diffusi sono senz’altro i filtri a carbone attivo, che trattengono il cloro e le sostanze clorate, oltreché inquinanti organici come pesticidi e solventi industriali. Vanno però cambiati frequentante. I filtri a scambio ionico o addolcitori trattengono invece calcio e magnesio e agiscono quindi sulla durezza dell’acqua. Non vanno però bene se l’acqua del rubinetto non è dura, poiché rischiano di farla scendere sotto il valore di durezza stabilito per legge (15 °F). I filtri a osmosi inversa sono quelli più usati e più costosi. Riescono a trattenere la maggior parte del contenuto salino dell’acqua, compresi i nitrati. Sono consigliati per un’acqua molto ricca, poiché la rendono molto leggera, privandola della quasi totalità di minerali. Non è quindi consigliata da bere. È anche la soluzione che produce più spreco: per ottenere 1 l di acqua osmotizzata ne servono almeno 5. Infine, la microfiltrazione è un sistema di filtraggio a sedimenti, che può essere a scambio ionico o osmosi inversa, che trattiene i microresidui solidi in sospensione nell’acqua; non trattiene però i batteri né è in grado di agire sulla durezza e sul sapore di cloro. La Redazione


“Al camino ci si può stare anche da soli senza avere la sensazione di esserlo. Credo sia come il mare. Una presenza reale e viva”

La magia del fuoco Una casa e una famiglia che si scaldano con stufe e camino

N

el casale sul monte Amiata dove vivo con la mia famiglia (io, la mia compagna e i nostri quattro figli), tutta l’abitazione viene scaldata con due stufe a legna e un caminetto tradizionale normale, che alimentiamo soprattutto a fascine o ceppi grandi che nella stufa non entrano (quelli che non siamo riusciti a spaccare). La stufa a legna in cucina serve

Valerio Pignatta anche per cucinare. Sono anni che non abbiamo più una cucina a gas (nella nostra maniacalità la guerra in Afghanistan a suo tempo ci mise in crisi di coscienza). Inoltre sopra la stufa a legna abbiamo messo un contenitore per l’acqua che contiene 80 litri. Il fumo della stufa, uscendo, scalda l’acqua che mandiamo in tutta la casa per lavarci e lavare i piatti, senza bisogno di pompe. L’abbiamo commissionato a una ditta di

Poggibonsi che produce boiler a bassa tecnologia per il terzo mondo. Abbiamo aspettato un po’, ma poi l’hanno fatto anche a noi. Abbiamo, quindi, sempre l’acqua calda gratis e inoltre, con un dispositivo, abbiamo collegato quest’acqua, che è sempre eccessiva per noi, alla lavatrice, così la stessa non deve scaldare l’acqua per lavare e consuma pochissimo. Sulla stufa in cucina cuciniamo

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bianco e Stufe e dintorni

boiler sono sporchi li smonto, li pulisco e li rimonto. La stufa che abbiamo al primo piano, nelle camere, è una vecchia stufa in ghisa di quelle cosiddette “a fuoco continuo” che abbiamo da vent’anni e che a suo tempo avevo acquistato usata da un contadino per 80.000 lire e che fa ancora

Le fascine le fanno i ragazzi d’estate e ne fanno un gran mucchio sotto la quercia gigante davanti a casa

ovviamente anche d’estate, perché è una stufa che ha una griglia che può avvicinare il fuoco alla piastra, per cui con piccoli legnetti si scalda poco l’ambiente circostante, ma si può cucinare, forno compreso. Rispetto a un pannello solare il costo di tutto ciò è stato davvero minimo, si parla di circa 300 euro. E non ci sono materiali inquinanti. È un serbatoio di acciaio e basta. La stufa è in ghisa e ceramica. Non c’è alcuna tecnologia per cui non dipendiamo da nessuno. Quando la stufa o il

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egregiamente il suo lavoro. La stufa in cucina è invece una stufa economica Nordica (di quelle che vi si può cucinare sopra) che abbiamo trovato in questa casa quando vi siamo venuti ad abitare. Noi ne avevamo una simile e altrettanto vecchia della Sideros, ma siccome scaldava meno (aveva parecchie parti in lamiera mentre questa che abbiamo tenuto è tutta di ghisa e ceramica) l’abbiamo venduta. La legna sono ormai già due anni (questo cui andiamo

incontro è il terzo) che riusciamo a farcela da noi nei nostri boschi, per cui riscaldamento, cucina, acqua calda e lavatrice sono tutti gratis. Noi siamo davvero entusiasti di questo sistema. Allo stesso modo stiamo facendo ricerche per trovare sistemi a basso impatto ambientale, a basso costo e a bassa tecnologia per sostituire il frigorifero e la produzione di energia elettrica.

Il camino: il cuore della casa

Il camino è un po’ il centro invernale delle nostre riunioni di famiglia serali o delle attività dei bambini durante il giorno e la domenica, se viene qualcuno a trovarci. Molte persone ci criticano perché un caminetto aperto tradizionale consuma molta legna e “rende” poco. Questo credo sia vero. Noi abbiamo rivestito tutte le pareti del camino di lastre di ghisa così la rifrazione del calore aumenta e rende un po’ di più. Sino ad ora non abbiamo optato per una soluzione tecnologica a camino chiuso per varie ragioni. Innanzi tutto i bambini si sono opposti. Dicono che poi non possono più vedere il fuoco se non attraverso un vetro tutto offuscato, invece così è insieme a noi e ci fa compagnia, lo sentiamo crepitare e tutto è molto più bello. Noi abbiamo verificato (andando in altre case che hanno l’inserto nel camino) che ciò è vero. Non ci sono paragoni. Riguardo al


e nero Stufe e dintorni consumo eccessivo, come dicevo, noi l’alimentiamo con tutto lo “scarto” di ciò che non riusciamo a ridurre a una misura per la stufa (ceppi, radici, ciocchi nodosi, fascine ecc.). Le fascine le fanno i ragazzi d’estate e ne fanno un gran mucchio sotto la quercia gigante davanti a casa dove poi le preleviamo al bisogno d’inverno. Normalmente i boscaioli le fascine non le fanno più e bruciano tutta la legna piccola sul posto, ma noi la ricicliamo in questo modo. A noi personalmente questo dispendio di legna non costa nulla, e la presenza reale del fuoco è un toccasana da altri punti di vista e ci ripaga senz’altro (se proprio vogliamo sempre trovare un utile...). Infine, non sarà tecnologicamente efficiente e utilitaristico ma, cosa di non poco conto, non dipendiamo da nessuno. Se si sporca il camino lo pulisco e fine. Non ci sono pompe, circolazione di acqua o di aria o altri marchingegni che poi si guastano, ti spennano e ti fanno maledire il fuoco, il fumo ecc. E se un giorno fa troppo vento e fa fumo (ovviamente non ha lo sportello di chiusura come quelli a inserto) lo lasciamo spegnere semplicemente e ce ne andiamo attorno alla stufa. Al camino ci si può stare anche da soli senza avere la sensazione di esserlo. Credo sia come il mare. Una presenza reale e viva. Probabilmente abbiamo perso

parecchie sensazioni “primitive” di percezione immediata della realtà delle cose, ma qualcosa ancora ci rimane, perché tutti coloro che passano di qui riescono ad apprezzarlo se lo trovano acceso. Qualche volta ci cuciniamo sopra anche le pizze o le focacce e sono buonissime. L’unico dubbio che si addensa all’orizzonte è un’informazione che abbiamo avuto ultimamente. Ariele, nostro figlio più grande, ha fatto un corso all’Euz ad agosto (l’Euz è un centro di formazione sulle energie alternative, www.eu-z.de, ndr) e al suo ritorno ci ha detto che il camino inquina. Infatti, non essendo chiuso, la temperatura raggiunge i 2-300 gradi e alcune particelle inquinanti vengono disperse nell’aria. Invece la stufe, che hanno la camera di combustione chiusa, raggiungono anche 700 gradi per cui tutto viene incenerito. Questo un po’ ci ha colpito e dovremmo capire come si può salvare capra e cavoli, ma siamo in alto mare perché appunto sono notizie di qualche giorno e vanno verificate, anche se gli insegnanti dell’Euz non scherzano in quanto a preparazione. Al momento, la sera, se fa fresco e non si sta proprio bene fuori, ci riuniamo sempre davanti al camino a discutere della giornata o di quello che capita nel mondo. Anche Ariele e Miriam – i nostri figli più grandi – suonano spesso le loro chitarre e si esercitano in

Valerio Pignatta Plurilaureato, giornalista e scrittore, è redattore e collaboratore di riviste e case editrici, nonché direttore editoriale nell’ambito delle medicine non convenzionali. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti il rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Vive con la famiglia sul Monte Amiata dove pratica attivamente la decrescita attraverso la sobrietà dello stile di vita, la semplicità volontaria, l’autoproduzione, lo scambio e il dono di beni e servizi.

quello spazio che è, con molta probabilità, energeticamente e naturalmente molto creativo.

Cosa leggere Autori Vari Stufe, Forni e Caminetti Nozioni di base. Tutte le normative. Tecniche e strumenti. Elementi di un impianto Giunti, 2005

Herman Melville Io e il mio camino Mattioli 1885, 2009 Nel 1850 Melville si trasferisce con la famiglia in una fattoria a Pittsfield: è proprio nel febbraio dello stesso anno che inizia a scrivere Moby Dick. L’autore chiama la sua nuova casa Harrowhead e vi rimane tredici anni. Uno scorcio della sua vita domestica è descritto con grande ironia in questo testo. Qui il Melville scrittore lascia il posto all’immagine di un vecchio burbero fumatore di pipa, in lotta per difendere l’amato, ingombrante camino dai progetti architettonici della moglie, vera pioniera della modernità.

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La Rocket Stove Come costruirla passo passo Foto e Testi di Elena Parmiggiani

M Cucina

olti lettori hanno risposto con entusiasmo e curiosità all’articolo sulla Rocket Stove pubblicato sul Consapevole n.23. Faccio Partead della casarichieste di Judy di seguito alcune piccola ma sorprendentemente maggior chiarezza con istruzioni hi-tec. che spero aiutino il illustrate lettore a capire meglio sia la costruzione che il funzionamento di questa soluzione per cucinare e scaldarsi facile ed economica. Passiamo subito alla costruzione di una Rocket Stove. Tempo necessario alla realizzazione un’ora circa.

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Materiali necessari:

- Guanti antitaglio o da lattoniere. - Apriscatole (opzionale). - Forbici da lattoniere. - Pennarello indelebile. - Pinze. - Lima da ferro, in alternativa un martello ed un pezzo di legno piatto per arrotondare i bordi taglienti. - 1 latta vuota con coperchio alta almeno 40 cm (formerà il corpo della stufa), ben pulita e lavata, se possibile usate una latta da 20 l.

- 1 lattina vuota di diametro 10 cm (formerà il diaframma e l’appoggio per il combustibile). - 1 tubo per stufa, altezza 25 cm, diametro 12 cm. - 1 raccordo a 90°, diametro 12 cm. - 2 mattoni (serviranno come appoggio per la pentola). - Per l’isolamento, cenere (o argilla espansa / vermiculite /perlite) in quantità tale da riempire la camera interna tra la canna fumaria e la parete della stufa.


Stufe e dintorni Speciale Energia Procedimento: 1) Prendere il tubo da stufa da 12 cm e misurare un cerchio dello stesso diametro al centro del coperchio e su un lato della latta da 20 l, verso il basso, a circa 3 cm dal fondo della latta stessa.

2) Intaccare i due cerchi disegnati sul coperchio e sulla latta e tagliarli con le forbici da lattoniere, abbiate cura di limare i bordi taglienti con la lima da ferro oppure di ribatterli con il martello.

3) Unire il tubo per stufe al raccordo a 90° ed inserire questo camino nei 2 fori praticati sia sul coperchio che sulla latta da 20 l. Controllate che i fori e la canna fumaria si incastrino quasi perfettamente

4) Versare la cenere o il materiale isolante scelto all’interno della camera così formata. Attenzione a non riempire la canna fumaria, che servirà da camera di combustione.

5) Rimettere il coperchio

6) Tagliare la lattina da 10 cm a metà, togliendo il fondo. Aprirla e limare tutti i bordi taglienti con la lima oppure ribatterli con il martello. Diventerà un rettangolo di latta. Piegare a C, con la parte centrale larga 9,5 cm. I bordi più lunghi sono ripiegati in modo da farla entrare nel camino sulla parte anteriore della stufa e renderla stabile, e servirà sia come appoggio ed entrata del combustibile, sia come passaggio d’aria (diaframma). La parte inferiore della lattina così piegata permette un passaggio d’aria che deve sempre essere libero. Mettete la legna solo nella parte superiore.

7) Ponete un fascio di rametti secchi nella sezione in alto dell’apertura frontale e accendete la stufa (con carta o altro) dall’apertura sul coperchio (questo va fatto solo quando si accende, dopo di che la legna va inserita nell’apertura frontale). Mettete sul coperchio due mattoni su cui appoggiare le pentole (in alternativa ho usato anche una vecchia griglia per un vecchio forno a microonde, molto utile per fare il caffè).

Altri tipi di Rocket Stove Con lo stesso principio della costruzione di una stufa con un bidone da pittura, ossia tenendo presente che l’apertura e il ca-

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Stufe e dintorni

mino devono avere un rapporto 1 a 3 (ovvero larghezza canna fumaria 10, altezza dalla base 40 cm), si possono costruire Rocket Stove con vari materiali. Un paio di esempi e i dettagli costruttivi verranno pubblicati sul sito del Consapevole.

PISE’/terra battuta La foto a destra è un esempio di Rocket Stove costruita da Luca Denti, durante il corso di Permacultura alla Fattoria dell’Autosufficienza, è una stufa grezza, che può essere lasciata così, rifinita con pittura a calce, stucco, mosaici e tutto ciò che suggerisce la fantasia. Ha un’ottima massa termica e rimane calda a lungo. Con l’utilizzo di terra del luogo, coccio pesto, sabbia, letame e paglia, 4 mattoni (per fare il camino interno ad L), una latta (per il diaframma) e tavole di legno per formare una cassaforma, uno stampo. I partecipanti al corso hanno realizzato questa stufa in due giorni, creando anche un appoggio per la pentola incorporato.

Mattoni refrattari Questo esempio, come dimostra la foto qui a destra, è molto semplice, consiste in una stufa realizzata con 16 mattoni refrattari. Al momento i mattoni non sono cementati, ma solo appoggiati, la malta utilizzata deve essere refrattaria. La stufa è stata assemblata in 10 minuti, giusto il tempo di sistemare i mattoni, nessun attrezzo utilizzato. Diaframma realizzato con un sasso alto come mezzo mattone. Immediatamente utilizzabile.

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v Eventi, Corsi, Formazione Speciale Energia

Novembre/ Febbraio 2011

EVENTI 9 / 12 novembre Key Energy Rimini Parte la 5a edizione di KEY ENERGY, fiera internazionale dedicata alle fonti rinnovabili e all´efficienza energetica, insieme alle manifestazioni che sono programmate in contemporanea (ECOMONDO e COOPERAMBIENTE), comporrà un´offerta fieristica senza pari per chi opera nel mondo della green economy. In particolare KEY ENERGY, storicamente radicata nell´ambito delle bioenergie e nella filiera della cogenerazione, ha da tempo allargato i suoi confini proponendosi nel valorizzare tutte le forme di energia alternativa, attraverso l´area espositiva ed un programma di seminari coordinati dal comitato scientifico presieduto dall´Ing. Gianni Silvestrini. Per info e contatti: Rimini Fiera, tel. 0541 744442 / 744241 email: fierarimini@fierarimini.it, web: http://www.keyenergy.it/index.asp.

16 / 19 novembre Green Energy Expo Milano Geotermia e pompe di calore, energia dal legno e pellets, mini idroelettrico, cogenerazione, biogas e libero mercato dell’energia: questi i principali temi dei saloni di GREENERGY EXPO, completati dal solare fotovoltaico e termico cui è dedicato ENERSOLAR+. I due eventi metteranno in mostra il meglio della produzione mondiale in termini di impianti, macchinari, tecnologie e sistemi ad alto valore tecnologico e si rivolgeranno sia al B2B, sia al consumer: migliaia di visitatori italiani e internazionali, potranno così scoprire le più avanzate soluzioni e concrete possibilità di compiere scelte energetiche ed economiche sostenibili. Accanto all’area espositiva, saranno orga-

nizzate decine di conferenze, workshop e incontri dedicati ai settori merceologici della manifestazione e agli argomenti più attuali nel dibattito energetico e climatico mondiale, che coinvolgeranno i massimi esperti internazionali. Artenergy Publishing Srl Via Gramsci, 57 20032, Cormano (MI) Tel: (+39) 02/66306866 Fax: (+39) 02/66305510 Email: artenergy@zeroemission.eu URL: http://www.zeroemission.it

modo di costruire basato sulla qualità e sulle tecnologie piu’ innovative e convenienti. L’aggettivo “sostenibile” nel processo architettonico propone l’utilizzo di materiali e prodotti bio-eco-compatibili e la riduzione dei consumi di un edificio, progettato e pensato in armonia con la natura: l’energia del sole, le caratteristiche specifiche dei materiali da costruzione, il controllo del ciclo dell’acqua (piovana, grigia, potabile), l’ottimizzazione della luce naturale, la vegetazione esterna per garantire il confort termico riducendo l’uso dei sistemi artificiali di riscaldamento e raffrescamento.

16 / 19 novembre Hydrogen Show Milano Hydrogen Show è un’occasione unica in Italia per conoscere le soluzioni nel campo delle tecnologie avanzate e recenti sviluppi nella tecnologia, componenti, applicazioni, prodotti e servizi per le telecamere e idrogeno. Alla fiera espositori che mostrano lo stato della ricerca artistica ea nuove applicazioni dell’idrogeno e delle camere di combustione, i responsabili di attirare le imprese, aziende e autorità locali e del pubblico presente nuove soluzioni e tecnologie: rivedere tutti gli aspetti della produzione , lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno. Per capire e analizzare gli aspetti della produzione e applicazione delle Camere di carburante.

CORSI

5 / 26 novembre Cosmesi naturale Scuola Agraria del Parco di Monza (MI)

La pelle è preziosa: ci mette in contatto col mondo. La cosmetica può aiutare a ritrovare l’armonia grazie ai consigli di un fitopreparatore professionista, che insegnerà a produrre in completa autonomia, in modo sicuro e conveniente creme, pomate, shampoo e lozioni aromatiche per tutte le necessità, a base di sostanze naturali e 16 / 19 febbraio facilmente reperibili. Il corso è suddiviso in Eco Casa 4 incontri da 3 ore ciascuno, il sabato del 5, Reggio Emilia 12, 19 e 26 novembre l’orario è 9-12. Il corso è tenuto da Ermano Spinelli, fitopreparatore Un nuovo evento espositivo dedicato professionista. alle nuove tecniche costruttive ispirate al Per info sulla quota d’iscrizione e sul rispetto ambientale e al risparmio ener- corso: tel. 039 2302979, email: segretegetico, per informare i semplici cittadini ria prof@monzaflora.it, e gli operatori del settore edile su un web: www.monzaflora.it.

Vuoi segnalarci un evento o un corso da pubblicare? Scrivi a:info@ilconsapevole.it

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Il costruttore di piscine naturali, David Butler, spiega come costruirsi la propria sauna su piccola scala Estratto da Permaculture n. 67 Traduzione di Romina Rossi In questa pagina: La sauna dell’autore 32 Consapevole Nella foto piccola: Fare un tuffo in inverno può voler dire dover prima rompere il ghiaccio.


Stufe e dintorni

H

o tutto quello che mi serve per fare una nuotata in una piscina naturale: tronchi, legno e una mazza. Ultimamente ha fatto particolarmente freddo e la superficie della piscina è gelata. La mazza mi serve per fare un buco nel ghiaccio spesso 7,5 cm e il legno è per la mia ultima creazione: la sauna. Per la verità, non avrei mai preso in considerazione la possibilità di tuffarmi in acque così fredde se non fossi stato solleticato dall’idea di avere un caldo rifugio. La sauna ha dato una nuova prospettiva alla piscina. Adesso considero l’acqua calda come una nuova possibilità di fare qualcosa di divertente. Costruire una sauna può essere abbastanza semplice. Quella più bella che ho provato era un capanno leggero di 1,8 x 1,2 m comprato in un negozio di fai da te. Era di due amici, Seb e Amelia, ed era posizionata nel piccolo giardino della loro casa in affitto. Seb aveva solo unito dall’interno i pannelli del capanno con del cartone. Inchiodato alla struttura, il cartone creava un traferro, che aiutava a trattenere il calore. Costruì delle semplici panchine di legno di pino e adattò una stufa a legna per sauna presa in affitto. Tutto qua. Funzionava alla grande. Avendo visto quella di Seb, mi venne l’idea di costruirne una mia, e una sauna sarebbe stata una fantastica aggiunta al mio biolago, che poteva anche servire da spogliatoio d’estate. Un capanno a forma di cubo di circa 1,8 m era una misura

adatta e un buon formato per limitare la perdita del calore. Una volta isolata la struttura, sarebbe stata ancora più a basso consumo.

Base del capanno

Come base ho costruito una struttura rettangolare di 1,98 m di lunghezza e 1,8 m di larghezza, usando legno di 100 x 50 mm per il pavimento a travetto. Per tenerlo sollevato da terra lo appoggiai su quattro mattoni di cemento e una coppia di ferri a L abbastanza lunghi che avevo disposto intorno. Le vecchie traversine della ferrovia andavano bene. Inchiodai un pannello in legno OSB di 12 mm (Sterling Board) sull’intera struttura in modo che fornisse una rigida base per poterci fissare i muri sopra.

Struttura muraria

Le quattro mura erano 1,8 m di altezza x 1,8 m di larghezza fatti con legno di 75 x 50 mm. Avevo preparato una di queste strutture per aggiustare la porta, un avanzo economico preso dal grossista del legno locale. Con alcune corde ho legato le tavole insieme, mettendole grossomodo nella posizione alla base della sauna, mentre davo piccole spinte alle tavole per far sì che si allineassero alla base, poi le avvitai in basso l’una all’altra. Avevo così ottenuto uno scheletro cubico di legno da inchiodare su pannelli di OSB.

Isolamento

Avevo già un grosso rotolo di lana di vetro spessa 75 mm usato per l’isolamento della soffitta, così ho usato quella.

La lana di roccia sarebbe andata meglio, ma meglio di tutto sarebbe la lana vera e propria. Essere avvolti nell’isolamento della lana di pecora sembra più accogliente. La prossima volta ne comprerò un po’ o proverò addirittura ad acquistare qualche pila di grezzo, pulendola e trattandola senza usare il borace. L’aria dentro alla sauna sarà più calda e carica di vapore acqueo. Se l’aria riuscisse a penetrare nonostante l’isolamento, condenserebbe nel momento in cui incontra gli strati più freddi, bagnando i muri. La barriera di vapore è un foglio di polietilene che impedisce all’aria calda di entrare e mantiene così l’isolamento. Ma poiché i muri della sauna diventano troppo caldi per la plastica, abbiamo bisogno di una speciale membrana di controllo del vapore. Trovai un fornitore (www.saunashop.com) che le importa dalla Finlandia. Fornito in rotoli di 30 m2, largo 1,250 mm, è una carta spessa con una superficie riflettente in alluminio. Costa circa £ 27 e un rotolo copre facilmente i muri e il soffitto. Con una larga cucitrice, fissai l’isolante nei muri interni. Poi ci stendemmo sopra il foglio di membrana di controllo del vapore e la cucimmo alla struttura, sovrapponendo le estremità di ogni foglio (o potete comprare del nastro sigillante). I muri interni erano rivestiti con classiche lingue e scanalature spesse 25 mm di assi del pavimento. Ho usato queste stesse lingue per stendere il pavimento. È ovvio che si dovrà usare un legno particolare che non si restringe o non lascia traspirare

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Stufe e dintorni

Sopra: La semplice struttura rettangolare che forma la base della sauna. Sotto: Rivestimento in legno OSB. Sotto: Rifinitura del tetto isolato.

la resina con il calore ma sono abbastanza contento di riuscire a utilizzare il legno che ho intorno a casa e a vivere con le imperfezioni. La struttura adesso era abbastanza forte da poter fissare alcune travi da 75 x 50 mm al soffitto. Sopra a queste misi più assi di legno per formare il soffitto, la membrana per il vapore e l’isolatore. Fissai qualche trave, inclinandola verso la parte posteriore, e sulla cima qualche asse di legno, coperture a membrana traspirante e sfridi di lamiera ondulata fissati con chiodi da tappezziere da 65 mm attraverso le travi (solo chiodi attraverso le increspature delle lamiere ondulate, per impedire delle perdite). Sui muri esterni, sopra le assi di legno, inchiodai alcuni rivestimenti in legno da 12 mm rimasti da un progetto precedente.

La sauna quasi finita

La stufa

Volevo costruire una stufa a razzo o provare a fare una stufa ricavata da una vecchia bombola del gas, ma poi trovai un saldatore locale professionista che era stato licenziato. Aveva fatto delle stufe ricavate dalle bombole del gas a casa propria. Ne aveva fatte di così belle che non riuscivo a optare per nient’altro. In basso a destra: Il progetto dello La stufa aveva un bollente piano scorso anno: una piscina “naturale” piatto in cima. Ma non era ancora per bambini. una stufa da sauna. Una sauna ha una fila di pietre roventi pronte per vaporizzare mestoli di acqua aromatizzata al pino, che avvolge lo spazio in una nuvola di calore. Una “vera” sauna ha pietre peridotitiche finlandesi ma io, invece, ho usato un paio di mattoni per case posti su una vecchia teglia. Adesso, la scelta delle pietre è un tema di grandi discussioni nei circoli degli appassionati delle saune scandinave e, per quanto ne so, i mattoni forati per costruzioni non sono nominati. Ci dev’essere un buon motivo. Ma

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i miei mattoni, anche se non sono perfetti per questo ruolo, sembrano funzionali. Qualsiasi stufa a legna ha bisogno di un’adeguata ventilazione per fornire la giusta combustione. Prevedere uno sfiato vicino alla stufa è meglio. Riduce anche le correnti chiuse vicino e verso la porta. La canna fumaria è un


Stufe e dintorni muro e usato pezzi di brandelli di compensato per proteggere il pino, ma devo ancora montare un vero scudo termico. Dentro, lungo i due muri, ho sistemato una panchina di legno a forma di L, profonda 60 cm in modo che ci sia abbastanza spazio per spostarsi, e siano abbastanza lunghe per distendersi.

Fuoco e ghiaccio

Nelle giornate fredde, accendo la stufa con qualche legnetto secco di lampone e pezzi di legno, e la sauna diventa viva e si riempie di caldo. Quando l’ambiente è completamente riscaldato si gode di un altro lusso, che il corpo brama: l’immersione nell’acqua fredda.

Sopra: Isolazione, barriera di vapore e rivestimento in legno.

Piscina per bambini

pezzo di un tubo di acciaio inox proveniente da un cantiere di bonifica. Rimane dritta sul foro di uscita della stufa ed esce da un buco nel tetto. Non ce la faccio a dare consigli sull’istallazione di una stufa, specialmente perché ho già bruciato il pannello di legno dietro la stufa. Ho attaccato troppo la stufa al

La scorsa estate ho costruito un biolago (si veda Vivi Consapevole n. 26), questa volta una piccola piscina per bambini della misura di 8 x 6 m che è più pratica per molti di noi rispetto a una piscina grande; inoltre è una perfetta accoppiata con la sauna. L’ho costruita seguendo le stesse indicazioni per la costruzione del biolago, ma in scala più piccola. Ho ripreso la costruzione di ambedue le piscine. Così, se volete maggiori dettagli su come fare una piscina naturale vi raccomando caldamente un eccellente DVD – beh, potrebbe essere altrimenti?! – Natural Swimming Pools. A guide to Designing & Building Your Own. Spero di poter anche tenere un corso di due giorni quest’anno sulla costruzione di un biolago, quindi fatemi sapere se siete interessati. Posterò tutti i dettagli sul mio sito: www.paganbutler.co.uk.

Sopra: La stufa a legna con mattoni da muratore posti sopra a un vassoio per creare il vapore. Sotto: Le panchine di legno fissate su due lati.

La stufa di David è stata acquistata da: Gary Sutton Grs-woodburners Tel.: + 44 077 67 693109 Email: grswoodburners@btinternet.com

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Punti Vendita in cui trovi la rivista Vivi Consapevole è distribuito per abbonamento, in libreria e in punti vendita selezionati (negozi di alimentazione biologica e naturale, di arredamento ecologico, erboristerie etc.) ABRUZZO

Avezzano (AQ) - Libreria Panella - via Marconi 50 Chieti - Libreria De Luca - via De Lollis 12/14 Chieti - Adea Giulianova (TE) - Libreria Ianni - via Gorizia 25 Lanciano (CH) - Cartolibreria Cipolla - via Dalmazia 34/36 L’Aquila - Libreria Colacchi - via Bafile 17 Ortona (CH) - Moderna - corso Da Tamarete Zona Industriale Pescara - Naturista Libreria - via Ancona 66 Spoltore - Biopolis - via Europa 4/6

BASILICATA

Matera - Libreria Di Giulio - via Dante 61 f/g/h Potenza - Libreria Mondadori - via Pretoria 212

CAMPANIA

Avellino - Libreria Guida - piazzale A. Guarino 15/19 Aversa (CE) - Quarto Stato - via Magenta 78/80 Benevento - Alisei Libri - viale dei Rettori 73/f Benevento - Libreria Guida - via Francesco Flora 13/15 Caserta - Libreria Guida - via Caduti sul Lavoro 29/33 Cava de’ Tirreni(SA) - L’ Orto Biologico - via V.Veneto, 318 Ischia Porto (NA) - Imagaenaria - via Giovanni da Procida,13 Napoli - Libreria Guida - via Port’Alba 20/23 Napoli - Loffredo Luigi Editrice Libraria - via Kerbaker 19/21 Napoli - Libreria Ghedini - via M.Pietravalle 5 Napoli - Libreria Guida - via Merliani 118/120 Salerno - Libreria Guida - corso Garibaldi 142 b/c Salerno - L’Orto Biologico - viale Luigi Settembrini, 26 Salerno - Ar Libreria - Largo Dogana Regia Salerno - Libreria Arechi - Largo Cassa Vecchia 6 San Giorgio a Cremano (NA) - Consorzio Vesuvio Libri - via Cavalli di Bronzo 24 Sorrento (NA) - Libreria Tasso - via San Cesareo 96 Sorrento (NA) - La Capsa Libreria - corso Italia 259/D Torre Del Greco (NA) - Alfabeta Libreria - corso V.Emanuele 134

EMILIA ROMAGNA

Bellaria (RN) - Libreria Papiro - viale Paolo Guidi 118 Bologna(BO) Libreria Esoterica - Via Castiglione 31 Bologna - Feltrinelli - P.zza Ravegnana Bologna - Melbook - Via Rizzoli 18 Bologna - Feltrinelli - Via dei Mille Bologna - Ibis - via Castiglione 31 Bologna - Libreria Irnerio - via Irnerio 27 Bologna - Naturista New-Age - via Degli Albari 2 Borgonovo Val Tidone (PC) - Edicola Tabacchi di Rigoni Paolo - Castelnovo Val Tidone, 26 Carpi (MO) - La Fenice - via Mazzini 15 Castel San Pietro (BO) - Atlantide - via Mazzini 93 Cesena - Natura e Vita - Via Cavalcavia,805 Cesena - Libreria Bettini - Via Vescovado 5 Cesena - Cappelli Libri - via Carducci 27 Cesena - Macrolibrarsi - via Savona 66 Cesenatico (FC) - Katie King - via Da Vinci 26 Cesenatico (FC) - Librincontro - viale Roma 89 Comacchio - Erboristeria Il Fiordaliso - Via Sambertolo,17 Faenza (RA) - Incontro - corso Saffi 19/a Ferrara - Feltrinelli - Via Garibaldi 30/A Ferrara - MelBookStore - piazza Trento e Trieste 24 Fidenza (PR) - Laura Carandini - via Berenini 74 Forlì - Libreria Mega - via Porta Cotogni 18/a Imola - Libreria Palazzo Monsignani - Via Emilia 71 Lido degli Estensi (FE) - Libreria Le Quercie - via delle Quercie 22 Lugo(Ra) - La Bottega della Natura - vicolo del Teatro, 18 Mantova - Nautilus - piazza 80°Fanteria 19 Mirandola (MO) - L’Asterisco - via Circonvallazione 4 Modena - Feltrinelli - Via Cesare Battisti 17 Modena - Terra e Sole - via Albinelli, 13/a Modena - Libreria Nuova Tarantola - via Canalino 35 Modena - Scienza dei Magi - viale Storchi 339/341 Parma - Feltrinelli - Strada della Repubblica 2 Parma - Sessanta BPM - via Balestrieri 2 Piacenza - Scrivani Antonella - via Stradella 27/a Piacenza - L’albero del Pane - via X Giugno, 80 Piacenza - Libreria Internazionale Romagnosi - via Romagnosi 31 Porretta Terme (BO) - L’ Arcobaleno - via Mazzini 58 Ravenna - Libreria Gulliver - via Diaz 17-19-21 Ravenna - Modernissima - via Ricci 35 Ravenna - Macrolibrarsi Point - Gruppo Anima - via Ravegnana 146 ReggioEmilia - Associazione Mag 6 - Via Vincenzi 13/A ReggioEmilia - Libreria all’Arco - Via L. C. Farini 1 Reggio Emilia - Libri e Libri - piazza della Vittoria 1/c Repubblica San Marino - Isola del Libro - via 3 Settembre 17 Riccione (RN) - Libreria Mondadori - viale Gramsci 1 Rimini - Terra e Sole - via Bramante, 7/a Rimini - Libreria Giardino Libri - corso Augusto 205 Rimini - Il Libro e la Vela - largo Boscovich 1 Rosola di Zocca - Campeggio Montequestiolo Salsomaggiore (PR) - Libreria Mondadori Sassuolo (MO) - Incontri - p.zza Libertà 29 Serravalle (RSM) - Leonardo - via Moretti 23 Vignola (MO) - La Quercia dell’Elfo - via Bonesi 1/b

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Villalta di Cesenatico - Leonardo - Via del Tigli 1/c

FRIULI VENEZIA GIULIA

Cividale del Friuli (UD) - La Libreria - via Manzoni 3 Gorizia Antonini - corso Italia 51/a Gorizia - Libreria del Centro - via Codelli 1 Gorizia - Antonini - via Mazzini 16 Monfalcone (GO) - Rinascita - viale San Marco 29 Santa Croce(TS) - Naturalia - Loc.Santa Croce,204 Torreano di Martignacco (UD) - Libreria Mondadori - centro Comm. Fiera Trieste - Libreria Borsatti - via Ponchielli 3 Trieste - La Bancarella - via dell’Istria 14 Trieste - Libreria Svevo - c.so Italia 9 Trieste - New Age Center - via Nordio, 4/c Trieste - La Fenice - via Battisti 6 Udine - Carducci - piazza XX Settembre 16 Udine - Cebi Centro Ecobiologico - Via Tricesimo,254 Udine Udine - Aurora - Via Bersaglio,7 Udine - Moderna - via Cavour, 13 Udine - Librincentro - via Viola 2

LAZIO

Albano Laziale (RM) - Il Cartolibro - via Donizetti 14/A Frascati (RM) - Libreria Cavour - piazza S.Pietro 10 Genzano (RM) - The Book di Ventucci - viale Buozzi 15 Ladispoli (RM) - Libreria Scritti e Manoscritti - via Ancona 180 Latina - Cartoleria L’Approdo - corso Matteotti 3 Nettuno (RM) - Misteri Libri - via De Gasperi 5 Ostia (RM) - Libreria Europa - via Delle Baleniere 167 Rieti - Libreria Gulliver - via Roma 61 Roma - Arion Euroma 2 - Centro Commerciale Euroma 2 Roma - Il Salice - via Reggio Emilia, 61/a Roma - Arion Porta di Roma - Centro Commerciale Porta di Roma Roma - Arion Prati - via Pierluigi da Palestrina 1-3-5 Roma - Libreria Gabi International - via Gabi 30/a Roma - Il Mercatone del Libro - via Mingazzini 1/b Roma - Shanti Libreria - via dei Gergofili 67 Roma - La Romanina - via E.Ferri Roma - Libreria Arethusa - via della Primavera 89/101 Roma - Libreria Doppiagi - via Duccio di Boninsegna 30 Roma - Libreria Eritrea - viale Eritrea 72/m-n Roma - Libreria Minerva - piazza Fiume 57 Roma - Libreria Mondonuovo - Centro Comm. Cinecittà 2 Roma - Libreria Mt. Cicerone - sottopassaggio Largo Chigi Roma - Libreria Nuova Europa - via Mario Rigamonti 100 Roma - Libreria Scuola e Cultura - via Ugo Ojetti 173 Roma - Libreria Scuola e Cultura - CC Dima Shopping - via della Bufalotta 548 Roma - Libreria Tiburtina - via Tiburtina 541 Roma - Libreria Village - viale Parco de’ Medici 131 Roma - Libreria La Conca D’Oro - via Conca d’Oro 337/339 Viterbo - Libreria dei Salici - via Cairoli 35

LIGURIA

Albenga (SV) - Libreria San Michele - via Episcopio 1 Arenzano (GE) - Libreria Capello Sabina - via Capitan Romeo 75-77-79 Chiavari (GE) - Ars Nova - piazza Roma 48-49 Diano Marina (IM) - Biblos - via Colombo 22 Finale Ligure(SV) - Cento Fiori - via Ghiglieri, 1 Genova - Assolibro - via San Luca 58/r Genova - Synestesia - via M Novaro,2, 4, 6 Genova - Buenos Aires - corso Buenos Aires 5/r Genova - Cadorna - sottopassaggio Cadorna Genova - Porto Antico Libri - area porto Antico Imperia - Assolibro - via Bonfante 42 La Spezia - Contrappunto - via Galilei 17 Recco (GE) - Libreria Capurro - passo Assereto 5 Sanremo (IM) - Garibaldi - corso Garibaldi 26 Sarzana(SP) - Il Raggio Verde - Piazza Matteotti,36 Savona - Leggio - via Montenotte, 34 Savona - Moneta - via Boselli 8/r

LOMBARDIA

Bergamo - Shesat - via San Bernardino 15/c Brescia - Il Velo di Maya - via Rodi 73 Busto Arsizio (VA) - Libreria Boragno - via Milano 4 Castiglione delle Stiviere - Mare Nostrum - via Desenzani, 1 Como - Meroni - via Vittorio Emanuele II - 71 Cremona - Spotti - corso Matteotti 41 Lecco - Internazionale Cavour - via Cavour 48 Lodi - Libreria Del Sole - via XX Settembre 26/28 Lugano (CH) - Waelti - quartiere Maghetti Mantova - Libreria Nautilus Milano - Farmacia Tolstoi - via Tolstoi 17 Milano - Gruppo Anima - galleria Unione 1 Milano - Hoepli - via hoepli 5 Milano - Libreria Alternativa - via dei Transiti 27 Milano - Libreria Ecumenica - piazza San Babila Stazione MM Milano - Libreria Lirus - via Vitruvio 43 Milano - Puccini - via boscovich 61 Monza - Libri e Libri - via Italia 22


Pavia - Loft 10 - piazza Cavagneria 10 Sondrio - Libreria Esoterica Il Faro - via De Simoni 63 Tirano - Karlik - via M. Quadrio, 3 Varese - Libreria Del Corso - c.so Matteotti 22/24 Vedano-Olona - Studio profess. Di Binotto Alberto - via Patrioti, 5

Reggio Calabria - Nuova Ave - corso Garibaldi 106 Siracusa - Diana - corso Gelone 57 Trapani - Libreria Lo Bue - via Fardella 72 Trapani - Libreria Salve - via Manzoni,15 Trapani - Del Corso - corso Vittorio Emanuele 61

MARCHE

TOSCANA

Ancona - Libreria Fogola - piazza Cavour 4/5/6 Ascoli - Rinascita - piazza Roma 7 Civitanova Marche (MC) - Libreria Ranieri - p.zza XX Settembre 22 Falconara Marittima (AN) - Libri e Libri - via Flaminia 508 Jesi (AN) - Libreria Incontri - costa Mezza Lancia 1 Macerata - Cavour - via 24 Maggio 3 Osimo (AN) - Non Solo Libri - via Marco Polo 124 Pesaro -Libreria Bonali - viale Repubblica 36 Pesaro - Pesaro Libri - piazzale I Maggio 4 Porto San Giorgio (AP) - Don Chisciotte - viale Cavallotti 145 San Benedetto del Tronto (AP) - La Bibliofila - via Ugo Bassi 38 Senigallia (AN) - Sapere Ufficio - via Maierini 10 Serra de’ Conti - Urluberlù srl - via Mannucci, 10

MOLISE

Isernia - Libreria della Corte - via Giovanni Berta Termoli (CB) - Libreria Il Ponte - corso Nazionale 178

PIEMONTE

Alessandria - Libreria Fissore - piazza Libertà 26 Arona (NO) - Librami - corso della Repubblica 106 Asti - Parola di Passo - via XX Settembre 26 Biella - Il Libro - via Losana 6/c Cuneo - Libreria Janus - p.zza Europa 24 Cuneo - L’Ippogrifo - c.so Nizza 1 Ivrea (TO) - La Libreria - corso Cavour 11 Novara - La Libreria - via Rosselli 13 Torino - Libreria Orsa maggiore - Corso Giulio Cesare, 56/bis Torino - Arethusa - via Po 2 Torino - Psiche 2 - via Monginevro 11/a Torino - Setsu Bun - via Cernaia 40/m Torino - Verde Libri - via Nizza 133 Verbania - Margaroli - corso Mameli 55 Vercelli - Nutrilamente Libri e non Solo - corso Libertà 131/a Villar Dora - Erboristeria le Tre Nature - via Sant’Ambrogio, 94

PUGLIA

Bari - Libreria Roma - piazza Aldo Moro 13 Andria (BA) - Libreria Guglielmi - via G. Bovio, 76 Bari - Libreria La Terza - via Sparano 136 Bari - Nuova Editoriale Scientifica - Viale Ennio 10/B Bari - Quintiliano Libreria - via Arcidiacono Giovanni 9 Cosenza - Nova Domus Luce - corso d’Italia 74/84 Fasano (BR) - Libri e Cose - via del Calvario 29 Foggia - Dante Libreria - via Oberdan 1 Gioia Del Colle (BA) - Minerva Libreria - via Carlo Soria, 25 Lecce - Libreria Liberrima - corte dei Cicala 1 Locorotondo (BA) - L’Approdo - piazza Mitrano 5 Lucera (FG) - Libreria Catapano - viale Dante,1 Maglie (LE) - Universal Service - via Ospedale 24 Manduria (TA) - Caforio - via Borsellino 7/13 Martina Franca (TA) - Libreria Colucci - via Paisiello, 27 Sava(TA) - Bottega del Mondo - via Vittorio Emanuele, 68 Taranto - Dickens Libreria - via Mezzetti 17 Taranto - Filippi Libreria - via Nitti 8c Trani (BA) - La Maria del Porto - via Statuti Marittimi 44

SARDEGNA

Cagliari - Il Portale - viale Regina Margherita 63 Alghero (SS) - Libreria Il Manoscritto - via Pascoli 43/45 Cagliari - Libreria Piazza Repubblica - piazza Repubblica 23 Cagliari - Ecopharm srl - via Giaime Pintor, 17/17a Cagliari - Libreria Succa - via Grazia Deledda 34/36 Carbonia - Bottega dello Studente - via Gramsci 12 La Maddalena (OT) - Libreria dell’ Isola - corso Vittorio Emanuele 14 Nuoro - Libreria Novecento - via Manzoni 26 Nuoro - Liber Libreria - via Deffenu 49 Olbia - Libreria dell’ Isola - corso Umberto I - 154 Oristano - Libreria Canu - via De Castro 20 Sassari - Libreria Max 88 - via G.Asproni 26/b Sassari - Messaggerie Sarde - piazza Castello 11 Sassari - Koinè Libreria Internazionale - via Roma 137 Tempio Pausania (OT) - Libreria Max 88 - piazza Gallura 1

SICILIA

Agrigento - De Leo - via XXV Aprile 210 Agrigento - Libreria Traversa - Via Dante, 29 Alcamo (TP) - Edicola Libreria Pipitone - viale Europa 68 Bagheria (PA) - Libreria Interno 95 - prosecuzione via Dante 95 Barcellona P. di G. (ME) - Gutenberg - vicolo San Sebastiano 24 Catania - Libreria Cavallotto - viale Ionio 32 Catania - Libreria Cavallotto - corso Sicilia 91 Enna - Minerva - via Roma 383 Giarre (CT) - La Senorita - corso Italia 132 Marsala - Libreria Mondadori - piazza della Repubblica 5 Messina - Libreria Bonanzinga - via dei Mille 110 Messina - Libreria Ciofalo - p.zza Municipio 67 Noto (SR) - Liber e Liber - via Ruggero Settimo 17 Palermo - Libreria Campolo - via Campolo,86/90 Palermo - Libreria Pegaso - via Notarbartolo 9/f Palermo - Voglia di Leggere - via Pacinotti 42 Palermo - La Rosa dei Sapori - piazza Diodoro Siculo 1-1/A Palermo - Modus Vivendi - via Quintino Sella 79 Ragusa - Flaccavento - via Rapisardi 99

Arezzo - Edison Bookstore - via G. Verdi 22 Arezzo - Sapore di Sole - via Po, 30 Cast. Della Pescaia - Erboristeria della Maremma - via Porto Canale, 9 Cecina (LI) - Lucarelli - corso Matteotti 93 Cerbaia(FI) - Il filo di Paglia - via Empolese, 220/A Empoli (FI) - Libreria Rinascita - via Ridolfi 53 Firenze - Libreria Edison - piazza Repubblica 27 Firenze - Libreria Martelli - via Martelli 22/r Firenze - La Tua Erboristeria - via C. Franceschi F. 12/R Grosseto - Bibliothé - via Cavour 9 Grosseto - Erboristeria il Cielo Stellato - via Solferino 10 Grosseto - Palomar - Corso Carducci 67/b-c Livorno - Belforte - via Grande 91 Livorno - Gaia Scienza - via Di Franco 12 Lucca - Lucca Libri - corso Garibaldi 54 Lucca - Edison Bookstore - via Roma ang. via Cenami Lucca - Libreria Mondadori - via Fillungo 211 Massa - Libri in Armonia - via Angelini 19 Montecatini T. (PT) - Vezzani - via Solferino 9 Orbetello (GR) - Libreria Bastogi - corso Italia 25 Piombino (LI) - Bancarella - via Tellini, 21 Piombino (LI) - La Fenice - via Petrarca 16/a Pisa - Pietrobelli - via B. Croce 71 Pistoia - Edison Bookstore - via degli Orafi 64 Pistoia - Libreria Orsini - via Fiorentina, 69 Poggibonsi - Biosfera - via di Salceto, 85/a Pontedera (PI) - Carrara - via XX Settembre 17 Pontedera (PI) - Roma - via Roma 15 Portoferraio (LI) - Il Libraio - calata Mazzini 10 Porto Santo Stefano - C’era una Volta - Corso Umberto I 54 Prato - Libreria Al Castello - viale Piave 12/14 Prato - Soprattutto Libri - corso Mazzoni 27 Rosignano Solvay(LI) - Bio Transito - via Catalani, 131 Sesto Fiorentino (FI) - Rinascita - via A. Gramsci 334 Siena - Senese - via di Città 64 Siena - Feltrinelli - via Banchi di Sopra, 64/66 Siena - Ticci - via delle Terme 5/7 Vallevecchia(LU) - Bioversilia - via provinciale Vallevecchia,103 Viareggio (LU) - Galleria del Libro - viale Margherita 33 Viareggio (LU) - Erboristeria la Manna - Via A. Fratti,226 Viareggio (LU) - Libreria la Vela - corso Garibaldi 19

TRENTINO ALTO ADIGE

Bolzano - Peter Pan - via Firenze, 36/38 Bolzano - Cappelli - piazza Vittoria 41 Merano (BZ) - Libreria Buchgemeischaft - via Cassa Risparmio 117° Rovereto (TN) - Rosmini - c.so Rosmini, 34 Rovereto (TN) - Cibi Sani - P.zza della Chiesa, 15 Cavalese(TN) - La Bottega delle Erbe - Via Scario,4 Trento - Ancora - via Santa Croce 35

UMBRIA

Foligno (PG) - Libreria Luna - via Gramsci 41 Perugia - Libreria Grande - via della Valtiera 229 Terni - Libreria Alterocca - via C. Tacito 29 Terni - Libreria Laurentiana - via Garofoli 6

VALLE D’AOSTA

Aosta - Libreria Omnibus - via Trottechien 2

VENETO

Alpo(VR) - Cerchio della Luna Arcugnano(VI) - Pantheum - Via G.Galilei, 2/5 D Bassano del Grappa (VI) - La Bassanese librerie srl - Largo Corona d’Italia, 41 Bassano del Grappa (VI) - Libreria Palazzo Roberti - via J. Da Ponte 34 Belluno - Libreria del Centro - piazza dei Martiri 14/a Belluno - Tarantola - via Roma 27 Conegliano Veneto (TV) - Quartiere Latino - via XI Febbraio, 34 Conegliano Veneto (TV) - Libreria Canova - via Cavour 6/b Feltre (BL) - Agorà - via Garibaldi 8 Istrana(TV) - Erbosanit Erboristeria - Piazzale Roma,61 Lugagnano(VR) - Edicola Libreria Castioni Sergio - Via Cao Prà,28 Mestre (VE) - Fiera del Libro - viale Garibaldi 1/b Mestre (VE) - Feltrinelli - P.zza XX ottobre Oderzo (TV) - Becco Giallo - via Umberto I, 27 Padova - Libreria Zannoni - corso Garibaldi 21 Padova - Feltrinelli - Via S. Francesco, 17 Padova - MelBookStore - via Martiri della Libertà 1 Pescantina(VR) - L’Albero - Corso S. Lorenzo,1/a Pieve di Soligo - Ariele Pieve - Via Aldo Moro,11 Pordenone - Le Risorgive - Piazzale S.Lorenzo,14 Pordenone - Gaia - Via S. Giuliano,35 Pordenone - Libreria Al Segno - piazza del Cristo 7/a Pordenone - Libreria Al Segno - via Oberdan 7 Pordenone - Libreria San Giorgio - via XXX Aprile 4 Portogruaro (VE) - Libreria Al Segno - calle delle Beccherie 8 Rovigo - Spazio Libri - corso del Popolo 142 Sacile (PN) - Libreria Al Segno - piazza Campo Marzio 27 Schio (VI) - Bortoloso - piazza Rossi 10 Thiene (VI) - Leoni - corso Garibaldi 189 Treviso - Supermercato del Libro - via Castellana 37/l/m Treviso - Libreria Canova - via Calmaggiore 31 Venezia - Goldoni - calle dei Fabbri 4742/43 Verona - Il Cerchio della Luna - via Bassani 84 Verona - Libreria Gheduzzi - corso S.Anastasia 7

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n Medicina Corso base sulla Nuova Medicina Germanica: le 5 leggi biologiche scoperte dal Dr. Hamer

da Giovedì 17 a Domenica 20 Novembre, dalle 9.00 alle 18.00 - € 400,00 + quota associativa Relatore: Dott. Claudio Trupiano Iscrizioni: Segreteria Associazione Alba tel. 328.1481142 Comprensione dei vari sintomi e comportamenti psichici, comunemente chiamati “malattia”, alla luce delle 5 Leggi Biologiche. I criteri secondo i quali possiamo classificare le cosiddette “malattie” o insieme di sintomi, permettendoci di distinguerle, secondo la loro appartenenza ad uno specifico foglietto embrionale, l’area cerebrale coinvolta e la fase del programma Speciale, Biologico e Sensato (SBS) in cui si trovano. Le costellazioni schizofreniche (psicosi), la loro eziologia e la loro precisa corrispondenza conflittuale e organica: la chiusura del cerchio tra “psiche” e “soma”. Affronteremo come porsi quindi di fronte a queste “malattie”, questi “processi in corso” dei vari programmi SBS. Comprese attitudini essenziali per evitare il panico e ridurre così l’incidenza del “conflitto del profugo” che costituisce il 90% della causa di manifestazione e aggravamento dei sintomi. Cosa sarà ancora realmente sensato fare nel rispetto delle 5LB? La terapia della natura e come possiamo sostenerla. N.B. Il Corso è aperto a tutti gli operatori della Salute che possiedono conoscenze di base in anatomia e fisiologia e a coloro che hanno frequentato un Corso Introduttivo.

n Salute Guarire dalla presbiopia - Una giornata esperienziale per imparare a leggere senza occhiali Sabato 12 Novembre - dalle 9:00 alle 18:00 Ingresso: € 90 Relatore: Dott. Giorgio Ferrario

L’eccezionale metodo Bates, ti permette di ripristinare le regolari abitudini visive, liberandoti dagli occhiali correttivi e lenti ed evitando interventi chirurgici. Il Dott. Giorgio Ferrario ci illustra, in maniera chiara e completa, questo approccio naturale per ottenere risultati duraturi.

n Evoluzione personale I numeri sono potenti messaggi di conoscenza interiore e del mondo Rita Faccia Luned 14 novembre, ore 20,30 Ingresso 9 Euro

I Numeri hanno un’importanza nella storia e nella vita dell’umanità. La scuola Pitagorica studiava come l’universo si potesse collegare ai numeri perché riteneva che il numero donasse ordine e Unità Divina primordiale grazie alla divisibilità. Il numero ha il potere di differenziare e qualificare, e la capacità di contraddistinguere il carattere e le attitudini delle persone influenzando ognuno di noi. L’interpretazione del nostro codice personale ci permette di sfruttare le chiavi di un’immensa conoscenza.

n Evoluzione personale Come le memorie genetiche condizionano il rapporto di coppia - Dott.ssa Fiorella Rustici

Martedì 22 novembre, ore 20,30 Ingresso 9 Euro I Numeri hanno un’importanza nella storia e nella vita dell’umanità. La scuola Pitagorica studiava come l’universo si potesse collegare ai numeri perché riteneva che il numero donasse ordine e Unità Divina primordiale grazie alla divisibilità. Il numero ha il potere di differenziare e qualificare, e la capacità di contraddistinguere il carattere e le attitudini delle persone influenzando ognuno di noi. L’interpretazione del nostro codice personale ci permette di sfruttare le chiavi di un’immensa conoscenza.

i m i s s Prontamenti u p p A del o p p u Gr oriale ro Edit Mac n Medicina Agopuntura, famosa e sconosciuta! Uno straordinario metodo diagnostico e terapeutico senza farmaci

Dott. Vincenzo Valesi Sabato 26 novembre dalle 15 alle 18 Ingresso 9 Euro Il relatore si propone di esporre ai partecipanti, attraverso la sua brillante sintesi, le basi interpretative dell’Agopuntura vista sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Questa tecnica senza l’uso di farmaci classici è riuscita ad integrarsi con successo nella cultura occidentale.

n Alimentazione e salute Mangiar Sano e Naturale

Dott. Michele Riefoli Martedì 29 novembre, ore 20,30 Ingresso 9 Euro ichele Riefoli, esperto di educazione alla salute, spiegherà i principi fondamentali dell’alimentazione naturale, integrale e consapevole a base vegetale e bilanciata. Esaminerà tutte le fonti alimentari svelandone pregi e difetti dal punto di vista nutrizionale ed energetico, allo scopo di sfatare i miti dell’alimentazione carnivora moderna, i pregiudizi su quella a base vegetale, e gli aspetti etici, salutistici e ambientali.

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La mia auto

non inquina! Con l’arrivo del nuovo anno si amplifica l’offerta di auto elettriche. Ecco i principali modelli con pregi e difetti La redazione

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econdo una recente indagine di Accenture il 76% degli italiani vorrebbe guidare un’auto elettrica, e dire addio alla vecchia auto tradizionale, al caro benzina e all’inquinamento urbano. Eppure sono pochi i consumatori che passano realmente dalle parole ai fatti, acquistando un’auto a emissioni zero totalmente elettrica. La prudenza è dettata da una serie di fattori che impensieriscono il consumatore: in primis i tempi di ricarica e la durata delle batterie. Non è da sottovalutare nemmeno la mancanza attuale di incentivi governativi per l’acquisto di questo tipo di veicoli. Non meno importante è la scarsa presenza di colonnine destinata alla ricarica di vetture. Per ovviare a questo problema, l’Autorità per l’Energia ha dato il via libera alle agevolazioni previste per 5 progetti pilota, che prevedono la realizzazione di almeno 1.000 stazioni dedicate alla ricarica dei veicoli a trazione elettrica. La distribuzione avverrà in 9 regioni del nostro Paese. Si parte da alcune

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grandi città come Roma, Milano, Napoli, Bari, Catania, Genova, Bologna, Perugia, ma anche da molti comuni dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Nonostante le difficoltà, la tendenza sembra essere quella di un maggior impegno delle case costruttrici ad un aumento della produzione e della ven-

a un prezzo di circa 35.000 euro. La Nissan Leaf Ev è un’auto di categoria media, lunga 4,40 m e disponibile nella sola versione a cinque porte. L’abitacolo è moderno e confortevole, lo spazio è sufficiente per accogliere comodamente fino a 5 persone. La Nissan Leaf Ev viaggia sempre in modalità elettrica, quindi

Basterebbe il 15% delle auto in circolazione nelle nostre città a zero emissioni per dire addio alle micropolveri dita di auto elettriche, che si spera in pochi anni andranno a rimpiazzare il mercato dell’auto tradizionale. Vediamo quali sono i modelli già in commercio, analizzandone pregi e difetti, punti forti e deboli.

NISSAN LEAF – auto a 5 stelle

Il nuovo modello, già in vendita in Giappone e negli USA, sarà venduto anche in Italia dal 2012

senza inquinare, alimentata dalle potenti batterie al Litio che le garantiscono un’autonomia di circa 175 km e si ricaricano tramite una normale presa elettrica in circa 8 ore (30 minuti alle colonnine di ricarica veloce). Per essere un’auto elettrica, la Leaf EV garantisce prestazioni molto buone e si guida come un’auto normale. Il motore elettrico è in grado di erogare una potenza di 80 kW (108 cv) e una coppia di


Casa e Azienda

Dal 2012 sono in arrivo incentivi governativi per l’acquisto delle auto elettriche che saranno così ripartiti: 5.000 euro per il 2011, 4.000 per il 2012, 3.000 per il 2013, 2.000 euro per il 2014 e 1.000 euro per il 2015.

280 Nm; valori che permettono alla vettura di raggiungere una velocità massima di 145 km/h. Le ambizioni di Nissan per questo modello sono molto alte ed è stata preventivata una produzione annuale di 180.000 vetture; aspettative del tutto giustificate considerando il fatto che, grazie alla sua innovativa tecnologia, una giuria di 57 giornalisti specializzati ha eletto la Leaf EV Auto dell’Anno 2011.

RENAULT – auto elettriche per tutti i gusti

Il Gruppo Renault, in collaborazione con Nissan, è tra i principali protagonisti della sfida per la vettura a zero emissioni. Infatti, la casa francese studia da tempo l’auto elettrica e ha

presentato al Salone di Francoforte già nel 2009 una vera e propria famiglia di modelli, uno per ogni segmento di mercato, equipaggiati con un motore elettrico da 95 cv alimentato da batterie al Litio. La gamma delle auto elettriche Renault parte da una piccola citycar, la Twizy (che sarà commercializzata in Italia a partire dal 2012 a un prezzo base di 6.990 euro, escluse le batterie), dalle dimensioni della Smart, per arrivare alla Fluence ZE, una berlina a 4 porte direttamente derivata dalla nuova Megane e che viene già commercializzata anche nella normale versione a motore termico. Il suo prezzo varia dai 27.000 ai 32.000 euro. Tra questi due modelli si inseriranno una versione elettrica del Kan-

goo, proposto in diverse varianti di carrozzeria dalla compatta tre porte alle versioni commerciali (prezzo base 20.000 euro), e la Zoe una berlina elettrica a cinque porte dalle dimensioni compatte ma dal design molto originale, che arriverà in Italia alla fine del 2012 con un prezzo intorno ai 18-20.000 euro.

MITSUBISHI, PEUGEOT E CITROEN – regine delle citycar

Miev, Ion e C-Zero sono tre citycar elettriche a 5 porte, nate dalla collaborazione di Mitsubishi con il Gruppo PSA (Citroen - Peugeot). I tre modelli sono spinti da un motore elettrico da 49 kW (equivalenti a 67 cv) alimentato da batterie agli Ioni di Litio che garantiscono buone prestazioni

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Energia Elettriche, range extender o ibride? Non è facile districarsi nel complicato mondo delle auto, soprattutto se ad alimentare la confusione sono le stesse case automobilistiche che definiscono le proprie auto “elettriche” e che invece tecnicamente non lo sono. Vediamo le tre principali categorie di auto amiche dell’ambiente. ALL-ELECTRIC Le auto cosiddette all-electric – auto elettriche “pure” – sono le auto elettriche di tipo tradizionale, cioè dotate di un solo motore, che naturalmente è elettrico ed è usato per muovere il veicolo. Queste auto sono alimentate soltanto da grosse batterie che vengono ricaricate “alla spina” (plug-in), cioè collegandole alla rete elettrica esterna. Hanno però un’autonomia relativamente limitata, e dunque la sola propulsione a batterie ricaricate alla spina è adatta più per le minicar o microcar (per due persone e guidabili con il “patentino”) che per le auto destinate a lunghe distanze o a viaggiare in autostrada.

(5,9 sec. per accelerare da 0 a 50 CHEVROLET VOLT E OPEL AMkm/h e 130 km/h di velocità mas- PERA – elettriche ma non troppo sima) e un’autonomia di circa In arrivo nel 2012, la Opel 150 km. Le tre citycar sono state Ampera e la Chevrolet Volt sono pensate per un uso tipicamente auto elettriche “range estender”, cittadino, ma possono essere che significa che sfruttano un utilizzate senza problemi anche motore termico quando il livello su strade extraurbane. di carica delle batterie scende L’abitacolo, nonostante le ridotte oltre una certa soglia, e che gadimensioni esterne (3,48 m di rantisce un’autonomia aggiuntilunghezza), può ospitare fino a va di 500 km. 4 persone e dispone di un vano Sono elettriche, dunque, ma non bagagli modulabile, con capacità del tutto, fanno parte di quella variabile da 163 a 860 l abbasschiera di auto definite ibride. sando i sedili posteriori. Citroen La prima ad arrivare sul mercato C-Zero e Peugeot Ion sono già sarà la Opel Ampera per la quale commercializzate anche in Italia è stata già aperta la prevendiad un prezzo di 35.960 euro. Per ta con tanto di listino, pari a entrambe è prevista un’unica 42.900 euro chiavi in mano. versione full optional che dispone Lo farà assieme alla gemella di serie di: Airbag anteriori e per la Chevrolet Volt con la quale testa, controllo di stabilità, climacondivide la piattaforma e la tizzatore semiautomatico, radio-cd, meccanica del sistema Voltec, cerchi in lega, fendinebbia, vetri che si compone di un propulsore posteriori oscurati. La Mitsubielettrico da 111 kW (149 cv) shi Miev elettrica è attualmente alimentato da una batteria agli prenotabile tramite il sito ufficiale ioni di litio da 16 kWh, che le della casa giapponese. consente di percorrete 40-80 km.

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RANGE EXTENDER Le auto range extender sono vetture che normalmente viaggiano con il motore elettrico ma hanno anche un motore a combustione interna (ad es. a benzina o a gasolio) che utilizzano solo nel caso in cui la batteria – a ioni di litio o similare – di cui sono dotate necessitasse di una ricarica e non fosse possibile farla altrimenti. Il motore termico estende l’autonomia da qualche decina di chilometri o più della ricarica tradizionale a qualche centinaio di chilometri, ma per la ricarica completa non occorre molta benzina, inoltre è possibile usare miscele con bioetanolo. Questa opportunità di ricarica on-board delle batterie permette di usare un’auto elettrica anche per lunghe tratte autostradali o per veri e propri viaggi, cosa che non è oggi possibile con un veicolo elettrico puro, anche per l’assenza lungo le strade della necessaria rete per la ricarica delle batterie in situazioni normali o di “emergenza”, cioè di carica in esaurimento. IBRIDE “PLUG-IN” Le auto ibride plug-in sono auto con motore a combustione interna e con motore elettrico che possono essere ricaricate collegandole alla rete elettrica domestica o presso apposite colonnine di ricarica, eventualmente lungo il tragitto da percorrere. Infatti, i tragitti percorribili dalle auto “full-hybrid” con la trazione elettrica sono soltanto di pochi chilometri, a causa della limitata ricarica della batteria fornita dall’effetto frenante, cioè dall’energia che viene recuperata. Le auto ibride plug-in, che sono dotate di batterie al litio consentono un risparmio potenzialmente assai elevato, misurato direttamente in termini economici, e derivante soprattutto dal fatto che l’energia elettrica ad uso veicolare non è tassata, a differenza dei carburanti.


Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria Italo Calvino, Il barone rampante

Una casa

sull’albero Le bellissime capanne sugli alberi realizzate da La Cabane Perchée: elogio del costruire con il legno

S

arà perché tutti noi ne abbiamo sognata una da bambini – fantasticando come sarebbe stato abbandonare la certezza del terreno per rifugiarsi in un mondo sospeso e aereo fatto di rami, fronde e foglie – che l’idea di soggiornare in una casa su un albero riveste, anche da adulti, un fascino e un’attrazio-

La Redazione ne irresistibile. Basta guardare le bellissime immagini pubblicate in questa pagine e gentilmente concesseci da La Cabane Perchée, per rimanere a bocca aperta di fronte alla bellezza di queste capanne. Per entrare nel mondo delle case sugli alberi, abbiamo intervistato Elisa Bonandini, responsabile per l’Italia del progetto La Cabane Perchée.

Come è nato il progetto delle case sugli alberi La Cabane Perchée? Inizialmente abbiamo costruito per i nostri figli e i nostri parenti, poi ci siamo chiesti perché non potevamo farlo anche per gli altri, così decidemmo di lasciare i nostri lavori e dare il via a questo progetto, che ci appassiona da quando siamo bambini.

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Le Capanne sono costruire con criteri ecocompatibili e sostenibili? Le Capanne sospese vengono realizzate da un’equipe ad alta specializzazione tecnica, in un atelier nel sud della Francia. Le nostre capanne – che non sono quelle usate per far giocare i bambini, ma vere e proprie suites – sono interamente costruite in legno (cedro rosso canadese) e pertanto sono la sintesi perfetta tra comfort abitativo, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente. Le piante non sono attaccate da nessun chiodo, poiché abbiamo delle tecniche di costruzione e posa collaudate negli anni, che permettono alla pianta una crescita continua e regolare. Si tratta di uno stile di vita, una scelta consapevole e lungimirante diffusa nei Paesi più attenti al benessere abitativo. La Direttiva Prodotti da Costruzione (89/106/CEE), gli Eurocodici e le Norme Tecniche per le Costruzioni riconoscono le ottime qualità delle strutture in legno, in grado di offrire i grandi vantaggi. La qualità dei materiali utilizzati per la realizzazione

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Casa e Azienda delle abitazioni e il corretto studio dei dettagli costruttivi diventano elementi di fondamentale importanza se si considera la quantità di tempo trascorsa negli ambienti chiusi. È stato dimostrato che il legno, le fibre di legno o sughero risultano confortevoli già a temperatura ambiente, a differenza del cemento o della pietra, che lo diventano solo a temperature superficiali superiori. Il legno, in relazione alla sostenibilità, non ha rivali: è rinnovabile, riciclabile, richiede un limitato consumo di energia nelle fasi di produzione e posa, non rilascia emissioni, polveri o fibre nocive durante l’impiego e si smaltisce restituendo l’energia accumulata, se viene utilizzato in processi di termovalorizzazione. Inoltre, il legno è l’unico materiale che necessita solo di acqua, aria e sole per crescere e ogni metro cubo di questo materiale impiegato in edilizia, corrisponde a quasi una tonnellata di CO2 stoccata, per tutto il ciclo di vita del manufatto. Il legno si distingue per le sue caratteristiche di bassa conducibiltà termica, elevata inerzia termica e spiccata igroscopicità

(la capacità di una sostanza di assorbire prontamente le molecole d’acqua presenti nell’ambiente), che permettono di generare un effetto positivo sulla qualità dell’aria all’interno di un edificio e sul benessere percepito. Questi elementi contribuiscono a diminuire i consumi per il riscaldamento d’inverno e la climatizzazione d’estate, grazie anche alla capacità del materiale di assorbire velocemente e cedere lentamente l’umidità. Il legno, inoltre, è un efficientissimo filtro, con una superficie specifica di oltre 1 metro quadro per ogni cm cubo di volume, e rende più salubre l’aria. Il legno non ha rivali sul fronte del risparmio energetico. Le caratteristiche intrinseche del materiale: potere termoisolante, inerzia termica, igroscopia, lo rendono un prezioso alleato nel taglio dei costi energetici (30%). Inoltre, l’elevata capacità di accumulo termico rende le componenti opache molto più efficienti durante i mesi estivi rispetto ad alternative equivalenti dal punto di vista della coibentazione. Il legno ha acquistato la sua funzione di materiale strutturale grazie alle più recenti normative nazionali ed europee, in materia

Le strutture ricettive con Cabane in Italia

n In Italia abbiamo due strutture ricettive che hanno installato le Cabane Perchée: - l’agriturismo “La Piantata” ad Arlena di Castro (Vt) www.lapiantata.it - l’Hotel Meisters Irma di Merano www.hotel-irma.com

Per info e contatti su La Cabane Perchée

n Elisa Bonandini – Steven Giambra LA CABANE PERCHEE – ITALIA lacapannasullalbero@gmail.com Tel. +39 339 3966538 - +39 392 5442581 www.la-cabane-perchee.com

di calcolo strutturale ed antisismico. Ha inoltre ottime proprietà di assorbimento acustico. Pertanto le nostre capanne sospese sugli alberi rispondono a criteri di eco-compatibilità e sostenibilità. Quale atmosfera si respira soggiornando in una Capanna? Immagina di trovarti davanti ad una scala che, come un serpente, si attorciglia all’albero, salire su, in alto, fino a giungere sul terrazzo e nella Capanna sospesa tra i rami, sola e con pochi, cari oggetti. Ecco che tutto prende una forma semplice e ci lasciamo cullare dal rumore del vento che accarezza le foglie dell’albero che ci lega al cielo. Oppure si possono pensare in un’altra ottica, ad esempio come un luogo per fare festa con degli amici, per passare una romantica vacanza con la persona amata, una cena, una colazione e tante altre situazioni, dove la Capanna diventa solo un trampolino di lancio per farci volare verso quella sensazione di libertà assoluta provata nell’infanzia. Qual è l’iter burocratico previsto in Italia per poter installare una Capanna in un terreno privato o in una struttura ricettiva? In Italia non esiste una normativa specifica per la costruzione di case sugli alberi, pertanto i burocrati si trovano impreparati quando gli si richiede il permesso, anche perché ogni Comune ha un proprio Piano Regolatore. Non dico che sia facile, ma una volta che gli organi competenti capiscono di cosa si tratta, sono propensi ed entusiasti dei nostri progetti.

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v Cosa facciamo Da anni Vivi Consapevole porta avanti un progetto culturale importante. Autosufficienza, permacultura, decrescita, cultura della transizione, abitudine alle “buone pratiche”, risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, bioarchitettura e bioedilizia, terapie naturali, genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave che ci guidano nel lavoro quotidiano, la nostra inesauribile fonte di energia. L’approfondimento con cui trattiamo gli argomenti, la ricchezza delle informazioni, lo sguardo rivolto alle novità del panorama internazionale, il contatto diretto con i gruppi, le associazioni, i movimenti e le persone sono i punti di forza che ci contraddistinguono dalle altre pubblicazioni periodiche di matrice ecologista presente nel panorama editoriale italiano.

v Il nostro pubblico Un pubblico sempre più vasto si sta avvicinando ai temi della decrescita, dell’autosufficienza e della permacultura, temi che nell’immediato futuro conosceranno un notevole aumento d’interesse anche da parte delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni. I singoli individui sensibili al tema ecologico nel senso più ampio del termine; i gruppi come i GAS (gruppi di acquisto solidali) e i RES (reti di economia solidale); le associazioni impegnate nella diffusione di nuove forme di agricoltura (agricoltura sinergica, permacultura, biodinamica); le reti di diffusione della decrescita; i comuni virtuosi; le città in transizione; le imprese completamente rivolte allo sviluppo di economie rispettose dell’ambiente sono il pubblico cui Vivi Consapevole si rivolge in maniera privilegiata.

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Crystal Waters l’ecovillaggio progettato secondo i principi della

permacultura Progettato in una delle aree meno rigogliose dell’Australia, l’ecovillaggio ha una spiccata propensione ecologica

L’

ecovillaggio Crystal Waters, una bellissima proprietà rurale australiana, è situato nel Queensland, nell’entroterra della Sunshine Coast e si estende nella valle del fiume Mary. Brisbane dista solo 100 km e si raggiunge in circa un’ora e mezza di macchina mentre in 45 minuti si arriva alle spiagge della Sunshine Coast e in 25 minuti alla cittadina più vicina: Maleny. Fondato nel 1988, è stato progettato nel 1985 da Permaculture Services con il contributo del permaculturista svizzero Max Lindegger – uno dei principali leader del movimento ecovillagista – come principale progettista. Molto più che un semplice ecovillaggio, Crystal Waters è infatti un esperimento comunitario, nato nell’ambito di un progetto di sviluppo ecologico approvato dalle autorità ed imperniato sulla permacultura, utilizzata per rilanciare l’occu-

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Ellen Bermann pazione in un’area a forte tasso di emigrazione. Oggi la proprietà si estende per 259 ettari, una piccola parte di questi, il 14%, è stato diviso in 85 lotti privati di un acro ciascuno, e in un’area riservata ai visitatori. È al centro

pompieri e un centro informativo. I visitatori possono usufruire dell’ecocamping. I residenti, di ogni età e di diversa provenienza culturale, sono oltre 200 e sono coinvolti in diverse attività: culturali, sociali, ambientali e spirituali.

Crystal Waters è un esperimento comunitario, nato nell’ambito di un progetto di sviluppo ecologico approvato dalle autorità ed imperniato sulla permacultura, utilizzata per rilanciare l’occupazione in un’area a forte tasso di emigrazione

del villaggio che si trovano le attività commerciali, l’industria leggera, le attività ricreative e turistiche. Il centro dispone anche di un caffè che organizza regolarmente dei brunch, un forno, un caseifico, un gruppo di

Il restante 80% del territorio è di proprietà comune (è amministrato dal Comitato dell’Ente Giuridico con l’ausilio di manager esterni che vi lavorano part-time) include alcuni piccoli laghi, aree per agricoltura e orti-


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coltura, foreste e ampi spazi non abitati – le terre migliori – identificate durante la progettazione, sono stati tenuti in comune e sono accessibili a tutti e in gran parte utilizzati per scopi agricoli. Nel 1996 Crystal Waters ha ricevuto il riconoscimento World Habitat Award dalle Nazioni Unite per il lavoro pionieristico effettuato in campo ambientale, mentre nel 1998 è stato incluso nel database delle buone pratiche delle Nazioni Unite.

Caratteristiche della proprietà

L’area dove sorge ora l’ecovillaggio era stata disboscata negli anni ’60 ed utilizzata per pascolo intensivo di cavalli e bovini tanto da soffrire di degradazione, compattazione ed erosione. I progettisti hanno campeggiato per 9 mesi sul sito per osservare tutti gli aspetti ambientali

Nel 1996 Crystal Waters ha ricevuto il riconoscimento World Habitat Award dalle Nazioni Unite per il lavoro pionieristico effettuato in campo ambientale, mentre nel 1998 è stato incluso nel database delle buone pratiche delle Nazioni Unite

(microclimi, precipitazioni e drenaggio, profili del suolo, comunità di piante ed animali esistenti ecc.) e per cercare di capire quale tipo di sviluppo sarebbe stato meglio per quel pezzo di terra. Le aree che detenevano la miglior qualità di suolo sono state dedicate all’uso comunitario e per scopi agricoli. Le zone ecologiche più uniche sono state scelte come zone di conservazione. Sono poi

state scelte le aree da dedicare a corridoi per il passaggio della fauna locale. Solo dopo aver completato questo processo sono stati scelti i lotti per le strutture dell’insediamento. Molto in antitesi con piani di sviluppo consueti, dove viene data priorità all’uso umano, e tutto viene appiattito con i bulldozers e pianificato artificialmente: infatti a Crystal Waters si cerca di vivere

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Comunità consapevole

A Crystal Waters si cerca di vivere un’integrazione armoniosa con la Natura, soddisfacendo sia i bisogni materiali che quelli non materiali

un’integrazione armoniosa con la Natura, soddisfacendo sia i bisogni materiali che quelli non materiali. Il tutto in un contesto di ecosistema produttivo che ha la stabilità, la diversità e la flessibilità degli ecosistemi naturali. Il regolamento incoraggia i residenti a diventare ecologicamente responsabili della soddisfazione dei propri bisogni e dello smaltimento dei propri rifiuti. Non stiamo quindi parlando di un semplice regolamento, ma di vere e proprie linee guida per uno stile di vita sostenibile, che si incentra sulla consapevolezza che le proprie azioni incidono direttamente sul proprio benessere. C’è quindi una relazione diretta ed osservabile tra consumo e rifiuti prodotti. Per esempio, se sostanze chimiche vengono buttate nel lavandino queste finiscono nell’orto oppure nel frutteto, contaminando la propria produzione di cibo.

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Pertanto gli abitanti sono indotti ad essere sempre coscienti delle conseguenze delle proprie azioni. Anche gli edifici sono stati costruiti nel rispetto dell’ambiente, con l’uso di materiali ecologici: mattoni di argilla, terra battuta, legno, balle di paglia. Alcune delle case sono state progettate secondo i principi della casa solare passiva e dispongono di compost toilets.

Risorse idriche

In un Paese come l’Australia, molto spesso bisogna fare i conti con la scarsa quantità di acqua dolce. La stagione piovosa si alterna a quella secca e imparare ad amministrare sapientemente un bene tanto prezioso come l’acqua piovana è indispensabile per evitare di dovere soffrire la siccità nei mesi più secchi. Ogni anno cadono circa 1.300 mm di pioggia, che si concentrano principalmente nella stagione umida

che va da gennaio ad aprile ed il torrente locale con i piccoli ruscelli secondari rimane la principale fonte di approvvigionamento di acqua. Sono inoltre presenti diversi stagni che raccolgono acqua, oltre a costituire delle preziose zone umide per tutto l’anno. Grazie a questi accorgimenti, ogni casa ha a disposizione 1.000 litri al giorno e pertanto anche la raccolta e il riciclaggio di acqua piovana è molto diffusa.

Ambiente naturale

Questa terra è diventata negli anni un santuario per la vita selvatica. Attraverso la progettazione in permacultura e gli sforzi degli abitanti, Crystal Waters è stata trasformata non solo in una comunità vibrante che vive delle proprie risorse, ma anche in un habitat naturale di gran valore ecologico. La foresta che cresce lungo i pendii scoscesi offre rifugio alle specie endemiche di quest’area. Grazie ad un equilibrio tra aree dedicate alla produzione di cibo ed insediamenti umani e le aree riservate alla vita selvatica si è potuto


Comunità consapevole notare un aumento nella biodiversità di flora e fauna come anche un miglioramento generale nelle condizioni del terreno, che hanno reso Crystal Waters

uccelli migratori e i cambiamenti nella direzione del vento. Forti di queste competenze, possono pianificare meglio la semina, la progettazione degli appezza-

Crystal Waters è stata trasformata non solo in una comunità vibrante che vive delle proprie risorse, ma anche in un habitat naturale di gran valore ecologico

una riserva ecologica, che vanta 175 specie di uccelli, dozzine di rane, canguri, wallabys e tanti altri ancora. A ciò contribuisce sicuramente anche il regolamento che vieta di tenere animali domestici quali cani e gatti, che andrebbero a competere e scoraggiare la presenza di fauna selvatica.

La vita in comunità

menti, l’uso dell’acqua e anche alcuni aspetti della vita sociale. All’interno della proprietà si snodano circa 7 km di strade ed essendo a una distanza di circa 30 km dalla cittadina di Melany gli abitanti dipendono molto dall’utilizzo dell’automobile; il car pooling è pertanto apprezzato e diffuso. Crystal Waters non è proprio una vera comunità; infatti, gli abitanti si definiscono come residenti e non come membri. Comunque i contatti vengono stimolati attraverso delle strutture cooperative e attività congiunte. Alcuni lavorano direttamente a Crystal Waters come consulenti, agricoltori biologici oppure offrendo servizi nell’ambito dell’educazione e delle medicine e pratiche di medicina alternative. Altri invece lavorano nelle cittadine vicine.

Per ovviare ai rischi dell’isolamento (la cittadina più vicina è a circa 25 minuti di macchina), i residenti si danno da fare in molti modi, organizzando feste, pranzi comuni, concerti, gite ecc. Ha un ruolo particolarmente aggregante il caffè dell’ecovillaggio, spesso centro propulsore di iniziative di vario genere in ambito comunitario. Ma non mancano club, gruppi di meditazione, gruppi per sole donne o di gioco per bambini, cinema, Per visitarlo un mercatino il sabato ed altro Migliaia di persone di ogni età e ancora. I residenti di Crystal appartenenza culturale visitano Waters vivono oggi in profonda Crystal Waters ogni anno. Arriarmonia con il loro ambiente. Sono in grado ormai di “leggere” vano non solo dall’Australia ma da tutto il mondo e desiderano il tempo atmosferico, conoscere imparare qualcosa sugli stili di le abitudini riproduttive di alcuvita sostenibili e sulla progettani animali, prevedere l’arrivo di

zione in permacultura. Crystal Waters Eco Caravan Park, il campeggio situato tra due colline boschive, accoglie i visitatori con il canto degli uccelli che vivono nella foresta e la presenza discreta di canguri e wallabys. L’Eco Park offre sistemazioni in un dormitorio, fatto di legno con quattro stanze per un totale di ventiquattro posti letto oppure sull’area campeggio. L’area servizi dispone di docce solari e lavatrici e seccatrici funzionanti a moneta. Per la preparazione del cibo è a disposizione un’area grill semicoperta dove cucinare sotto le stelle. I visitatori possono semplicemente godersi questo splendido ambiente, capire come funziona una comunità intenzionale oppure approfondire le proprie conoscenze di permacultura. Il Crystal Water College infatti durante tutto l’anno offre corsi, che sono impostati principalmente su aspetti pratici. Anche i Wwoofers (cioè membri dell’associazione WWOOF) sono sempre ben accolti, ma è bene prendere accordi prima con la persona o il gruppo ospitante.

Info e Contatti Crystal Waters Community Co-operative Ltd. Crystal Waters Permaculture Village 65 Kilcoy Lane Conondale, Qld, 4552, Australia +61 7 54944620 Fax:+61 7 54944653 http://www.crystalwaters.org.au/ cwcoop@ozemail.com.au cwcoop@malenynet.com

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Auguri di un VERDE Natale! ll Natale è ormai diventato la quintessenza del consumismo. Eppure cercare di viverlo in modo diverso, educando i propri figli alla riscoperta di un Natale più vero, pur fra mille difficoltà, è possibile Dannielle Heather Bizzocchi

“O

h no, un altro Natale!” Ecco cosa ho pensato a fine luglio quando mi trovavo a New York per visitare la mia famiglia. Passeggiavo per Manhattan con una cara amica, quando ho notato un cartello sulla vetrina di un negozio: “Il tuo Natale comincia a luglio… affrettati per i regali!”. A questo ci siamo ridotti? Di questo passo si comincerà a pubblicizzare il Natale a metà gennaio, giusto un paio di settimane di riposo da quello precedente; una boccata d’aria prima di cedere nuovamente all’apnea consumista. Sono nata e cresciuta a Brooklyn e nonostante le luci, le foto con il Babbo Natale del megastore Macy’s, le vetrine addobbate di oggetti inutili, i miei ricordi del Natale sono di pura magia. Durante le feste si giocava sempre fuori casa, con i papà che aiutavano noi

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bimbi a fare pupazzi di neve e ci trascinavano con le slitte. Il Natale cominciava, in casa e nei negozi, verso la fine di novembre quando veniva montato l’albero del Rockfeller Center. E la decorazione dell’albero di Natale era un momento di intimità e vicinanza di tutta la famiglia. Si faceva il popcorn in casa, si cantava, si ballava, si rideva. Sembrava che tutti fossero più buoni. Non che non fosse un Natale consumista (a New York, figuriamoci!), ma almeno c’erano dei valori. E non iniziava a fine luglio. Oggi invece, travolto ogni argine di valori e tradizioni, travolto anche il solo semplice buon senso, il Natale si è ridotto ad una affannosa corsa a comprare qualcosa, non si sa neppure bene cosa, purché qualcosa. Il regalo s’ha da fare. La pressione del sistema (ivi inclusa la famiglia, gli amici ecc.) è fortissima. Le ragioni sono molteplici, ma quella principale

è che siamo costantemente bombardati da messaggi pubblicitari, oggetti e “regali” ovunque: da quelli nelle catene di fast food per i bambini a quelli per gli adulti pubblicizzati sui giornali e dal benzinaio. C’è la psicosi del regalo. Da mamma che cerca di contrastare queste dinamiche, trovo difficoltà con l’educazione delle mie bimbe. Fare una passeggiata in città diventa un incubo di richieste senza fine. Con tutti gli stimoli che vengono da negozi pieni di oggetti inutili e giocattoli sempre più rumorosi e tecnologici, e pubblicità ovunque, i bambini sono consumatori incalliti (pur senza averne coscienza) e di conseguenza sanno ciò che vogliono, anche se poi sono sempre meno soddisfatti di ciò che hanno. I bambini di oggi non appendono più la calza e non scrivono innocenti letterine a Babbo Natale: fanno la loro lista su internet ed è così numerosa da sembrare piuttosto una lista nozze.


Rifiuto Riuso Riciclo

Educare a un Natale sostenibile

Sto eliminando tutti i giochi rumorosi, tecnologici, di plastica, con le batterie (tutta “roba”che non so neppure bene come è entrata in casa), per sostituirli con altri di legno o fatti a mano. Ma mi rendo conto che per la maggior parte delle persone è difficile evitare i giochi che vanno di moda: molti percepiscono che i giocattoli più naturali sono anche più costosi, più difficili da trovare e alla fine anche meno apprezzati dai loro figli. In parte, questo è vero, ma come essere umano votato ad una vita di consapevolezza e pace cerco di trasformare il Natale in una festa di gratitudine, di lentezza, di amore verso me stessa, verso gli altri e verso il pianeta. Come posso trasmettere la magia di questa festa senza fare danno a qualcuno e senza rinunciare ai nostri ideali di vita? Come posso trovare equilibrio tra i desideri delle mie figlie e il nostro desiderio, come genitori, di non distruggere tutto ciò che proviamo ad insegnare durante l’anno? Non voglio eliminare il Natale, ma semplicemente dargli un senso autentico. Voglio, fortissimamente voglio, rendere il Natale una festa sobria, e per questo motivo ogni giorno lotto con me stessa. Continuo a domandarmi qual è la strada giusta per una mamma che si sforza di essere coerente con i suoi ideali. È giusto dire sempre no? No a televisione, no a cibo industriale, no a giocattoli di plastica, no a videogames, no, no, no? Io sono la mamma brutta che prepara i biscotti in casa invece di comprare la merendina Kinder o che regala libri invece

di Gormiti. Quando Kenia, la mia bimba di sette anni, mi chiede con sguardo implorante la bambola delle Winx per la milionesima volta, dovrei continuare a spiegarle che le Winx contribuiscono a creare tanti problemi nel mondo? Lo faccio, ma sarei bugiarda se dicessi che è facile. Quando Bianca Jade (tre anni e mezzo) mi chiede con quei suoi grandi

occhi tondi e pieni di lacrime perché Babbo Natale non lei ha portato il regalo che voleva, i sensi di colpa vengono fuori.

Un Natale altro

Nonostante le mille difficoltà di ogni giorno, io credo che un Natale più verde e sostenibile sia possibile e tutto sommato anche piacevole, oltreché necessario, per questo ho

I miei ricordi del Natale sono di pura magia. Durante le feste si giocava sempre fuori casa, con i papà che aiutavano noi bimbi a fare pupazzi di neve e ci trascinavano con le slitte

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Rifiuto Rifiuto,Riuso riuso,Riciclo riciclo oramai cambiato direzione da anni. Salvo eccezioni, come le due bambole ecologiche dell’anno scorso per le mie due

figlie, non compro più niente per nessuno. Preferisco fare qualcosa in casa: dei biscotti, una torta, un quadro, oppure

Come genitori abbiamo una ovvia ed inderogabile responsabilità di proteggere i nostri figli ed il pianeta che lasceremo loro in eredità, rifiutando di comprare certi regali, di tagliare alberi, di sprecare carta, cibo ed altro ancora. Questo non significa rubar loro il Natale ma regalargliene piuttosto uno vero e genuino

un semplice biglietto d’auguri. Non sono più stressata (come ero appena arrivata in Italia) per trovare anche “solo un pensiero” per qualcuno che non ha bisogno di niente, e che contemporaneamente si sente obbligato a trovare anche “solo un pensiero” per me che, ovviamente, non ho altrettanto bisogno di niente. Chi ce lo fa fare? Rilassiamoci e staremo tutti meglio. Quando dico queste cose a qualche adulto, la risposta più frequente è: “E ai bambini non pensi? Loro lo vogliono il regalo”. Rispondo che i bambini in realtà vogliono altro: tempo e attenzioni, affetto e anche un mondo ecologicamente sano dove vivere. I bambini ce lo chiedono continuamente, nel loro linguaggio e nei loro mille modi diversi, anche se noi preferiamo non prestare attenzione alle loro legittime richieste e continuiamo a pensare che vogliono solamente degli oggetti. Serve a tacitare la nostra coscienza, che invece sa benissimo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per loro. Come genitori abbiamo una ovvia ed inderogabile responsabilità di proteggere i nostri figli ed il pianeta che lasceremo loro in eredità,

Consigli per celebrare un altro Natale d Quest’anno prova a regalare solo cose fatte in casa: biscotti, torte, pane, marmellata, sapone. h Su internet ci sono tantissime idee per creare giocattoli ed altro. L’anno scorso abbiamo fatto due lettini per le bambole usando delle cassette in legno della frutta. d Se acquisti giochi, controlla che non siano stati prodotti sfruttando lavoro minorile. d Confeziona i tuoi regali con fogli di giornale o

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con fogli bianchi con scritte e decorazioni tue. d Considera di regalare solamente il tuo affetto con un semplice biglietto di auguri. d Divertiti a costruire un albero di cartone e ad addobbarlo con fantasia. Invita amici e parenti per farti aiutare per una vera festa prenatalizia! Utilizzando cose recuperate durante l’anno, sarà diversa e speciale ogni anno. Puoi anche creare altri tipi di addobbi tipo stelle di natale, pupazzi di neve, angeli per decorare tutta la casa e da regalare.


Rifiuto Riuso Riciclo rifiutando di comprare certi regali, di tagliare alberi, di sprecare carta, cibo ed altro ancora. Questo non significa rubar loro il Natale, ma regalargliene piuttosto uno vero e genuino. Significa insegnare loro ciò che conta veramente, ad avere rispetto per se stessi, per gli altri e per il mondo in cui viviamo. Significa conservare il loro diritto di rimanere bambini e credere nello spirito del Natale e anche, perché no, a Babbo Natale. Un Babbo Natale che però dimostra il suo amore diversamente: non solo per alcuni bimbi, ma per tutti i bimbi del mondo, non solo per noi umani, ma per ogni essere vivente. Quel Natale e quel Babbo Natale, passano per la nostra presa di coscienza, netta e risoluta, di cosa è diventata questa festa oggi. In questa ottica, credo che il Natale sia un’opportunità

straordinaria per iniziare a cambiare vita. Mi piace pensare alla sobrietà come ad un sentiero da percorrere e da scoprire passo dopo passo. Secondo il pensiero taoista, dove yin e yang esprimono l’equilibrio tra gli opposti, istintivamente tutti noi abbiamo la capacità di trovare la via giusta. E quella via è già dentro di noi. Anche quest’anno Kenia e Bianca Jade hanno già chiesto dei regali… Anche quest’anno abbiamo spiegato loro perché Babbo Natale preferisce certi giochi piuttosto che altri e a volte preferisce donare solo un dolce o un biglietto, e anche quest’anno stiamo imparando insieme come un “altro” Natale è l’occasione giusta per fare qualcosa di buono. Per noi e per il pianeta. Perché in fondo siamo la stessa cosa.

Lettera da Babbo Natale I tempi cambiano, Babbo Natale si evolve e decide di scegliere un Natale green, con maggiore attenzione verso l’ambiente. Quest’anno la lettera la scriverà lui! E proporrà ai tanti bambini che ogni anno gli scrivono una festa sempre più allegra, ma pensata anche nel rispetto della Natura… perché sia davvero Natale per tutto il Pianeta. Una divertente favola educativa, meravigliosamente illustrata a colori, ricca di spunti e strettamente legata alle tematiche dell’ambiente. Un volume pieno di idee innovative, creative e coloratissime da creare a casa con l’aiuto di mamma e papà, riciclando i tanti oggetti di uso comune. Per maggiori informazioni visita: www.ilsognodibabbonatale.org

Dannielle Heather Bizzocchi Nata a New York, è avvocato, personal trainer, istruttrice yoga e mamma di due figlie. Si interessa da diversi anni di alimentazione macrobiotica, vegana e fruttariano-crudista e sta lavorando ad un progetto per la costruzione di un centro naturale in Costa Rica.

d Regala il tuo tempo a qualcuno che ne ha bisogno. Coinvolgi anche i tuoi bambini. Sarà una bellissima esperienza per tutti! d Prova a preparare una cena natalizia vegetariana o vegana. Facendo così dimostrerai amore anche per gli animali e per il pianeta. d Il giorno di Natale o durante le feste spegni le luci e la televisione. Rendi la cena ancora più speciale a lume di candela.

Andrea Bizzocchi (illustrazioni di Stefania Scalone) Lettera da Babbo Natale Macro Junior Pagine 64, € 9,90

Cercalo su: www.macrolibrarsi.it

d Concediti del tempo per riflettere su quello che è il vero significato del Natale. d Scrivi una lettera a Babbo Natale ma, invece di scrivere cosa vuoi, scrivi cosa vorresti dare. Ti aiuterà a mettere in pratica i concetti di condivisione, generosità ed amore universale. d Ricorda che un mondo migliore comincia sempre da te!

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Saper Fare

La serra in

polytunnel Qualche consiglio su come e dove costruirne una Estratto dal libro The Polytunnel Handbook di Andy McKee e Mark Gatter Traduzione di Romina Rossi

L’

ultimo decennio ha visto un grande incremento nella domanda di produzione di verdura biologica. Chiaramente, sta succedendo qualcosa di interessante e importante nel modo in cui concepiamo il nostro cibo, e con le tante serie televisive che hanno lanciato la tendenza del “coltivalo da solo”, questa è ben presto diventata una moda. Sempre più persone si convincono che le verdure biologiche mangiate direttamente dal proprio orto non solo sono più fresche, saporite e nutrienti di quelle comprate al negozio, ma costano meno e hanno un impatto ambientale minore. Ma qui in nord Europa abbiamo un breve periodo di coltivazione e estati inaffidabili, così per alcune varietà di raccolto è necessario un piccolo aiuto. Coltivare sotto copertura permette di estendere il periodo di coltivazione di circa un mese, e fa sì che la coltivazione del proprio cibo durante l’anno sia un’attività più fattibile, persino all’estremo

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Nord. Una serra classica può offrire molti benefici simili, ma la serra in polytunnel è meno costosa, così è possibile permettersene una più grande. Con ciò non voglio dire che la serra tunnel debba essere enorme; ce ne sono di tutte le misure: dalle serre più grosse per le coltivazioni industriali fino alle casette per i piccoli giardini di 1,8 m x 2,4 m. Per una struttura di media grandezza potete aspettarvi di ricoprire un’area doppia a metà prezzo e – al contrario delle serre comuni – più grandi diventano, più hanno valore. Ciò significa che le serre tunnel non si devono limitare a poche piante di pomodori in vaso: dalle angurie alle patate dolci in estate all’insalata nel cuore dell’inverno, l’ambiente protetto di un polytunnel si può ricreare senza riscaldamento o luce artificiale. In genere le serre in polytunnel non hanno bisogno di permessi edili e sono più facili da erigere di tanti altre strutture. La struttura è indistruttibile, mentre il rivestimento di politene deve

essere cambiato ogni cinque anni; il cambio costa in genere meno del 20% della spesa originaria. La copertura vecchia è riciclabile, essendo fatta dello stesso materiale delle buste di plastica. Sebbene i rivestimenti fatti di plastica riciclata o rinnovabile non siano ancora disponibili, le serre in polytunnel sono la scelta più ecologica.

Permessi edilizi

La prima cosa a cui bisogna pensare è se ci sia qualcosa che impedisca di mettere la serra dove vorreste. Contattate l’ufficio del catasto locale per sapere se avete bisogno di un permesso. Nonostante le controversie sulle grandi applicazioni commerciali, al momento di scrivere, la serra a campata unica per uso domestico non dovrebbe richiedere un permesso nella maggior parte delle aree, ma ciò dipende ovviamente dall’area in cui si vive. Consiglio a tutti coloro a cui viene detto di aver bisogno di un permesso per costruire di


chiedere una copia del piano regolatore, poiché molto spesso c’è confusione fra le regole per uso domestico e quelle per uso industriale. C’è anche un altro aspetto burocratico da considerare prima di andare avanti. Se il polytunnel è sulla vostra proprietà, ciò significa che bisogna controllare che non vi siano restrizioni scritte a vostro carico. Questo non dovrebbe essere un ostacolo, ma se state considerando di costruire un tunnel serra su un orto urbano in affitto, allora ci saranno di sicuro regole specifiche che vanno seguite.

Decisioni sull’uso

Ora è il momento di farvi una domanda molto semplice, ma che spesso non viene posta: qual è esattamente l’uso che volete fare del vostro tunnel? Questa domanda arriverà al centro della vostra installazione. Tutte le domande successive – dove dev’essere posizionata la serra in polytunnel, di che dimensioni dev’essere, di quanta acqua avrà bisogno – dipenderanno dalla funzione del vostro tunnel. Per esempio, se volete usarlo per appendervi vasi di fiori, allora avrete bisogno di avere un facile accesso all’acqua, un buon piano per invasare, e probabil-

mente di isolamento maggiore e/o calore nelle stagioni più fredde. D’altra parte, se volete solo creare un riparo per i polli in inverno, allora avete bisogno di un’ottima ventilazione e di uno spazio all’esterno di uno dei due lati per dare ai polli la possibilità di potersi muovere. Per inciso, i tunnel ricoperti di politilene non sono adatti per il bestiame in estate; una serra classica è più indicata. Fate una lista di tutti gli usi che avete in mente per il vostro tunnel, e provate a descrivere le caratteristiche che pensate siano necessarie per ognuno.

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Quanto grande e dove?

Passando dal generale allo specifico, le domande relative alla misura e al luogo devono essere decise di pari passo. Non ha senso optare per un tunnel lungo 20 metri se questo significa erigerlo diagonalmente nel retro del giardino, e allo stesso modo, non ha senso identificare un bel posto nascosto dietro a una siepe, se questo significa ottenere un tunnel troppo stretto per i grandi letti previsti. Così, con la misura e la posizione in mente, rimangono poche cose a cui pensare.

Sole

I polytunnel non riscaldati mantengono il calore all’interno intrappolando energia solare (ciò è propriamente detto “effetto serra”), così è fondamentale che il tunnel riceva buona luce. Ciò è particolarmente importante al mattino per far sì che la temperatura interna salga velocemente dopo il freddo della notte; meglio accertarsi che non ci sia troppa ombra direttamente a Est del luogo scelto. Se volete sfruttare al meglio il sole, allora orientate il tunnel serra più a

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Est-Ovest che potete, mentre se non volete che le cose si scaldino troppo durante l’estate la posizione migliore è Nord-Sud, oppure posizionate il tunnel serra un po’ a Nord di un albero a foglie decidue che può fornire ombra solo in estate. Comunque, non posizionate il vostro tunnel serra sotto rami sporgenti o correrete il rischio che foglie e altri detriti cadano sulla copertura.

Vento

Guardate bene i tunnel serra nella vostra zona; se guardano tutti nella stessa direzione allora potrebbe offrire una certa protezione da forti venti dominanti. I polytunnel sono strutture molto resistenti se sono istallate correttamente, ma non sottovalutate mai il potere di una tempesta di vento. Cercate di assicurarvi che il vostro sito sia riparato dai venti, e se ciò implica installare un frangivento, potreste voler considerare l’ipotesi mentre siete ancora nella fase di pianificazione.

Posizione

Sebbene i polytunnel possano essere montati su dolci pendii,

ci sono degli svantaggi. Si può affrontare un gradiente che corre da un estremo all’altro, anche se le porte dovranno essere aperte sul lato della discesa a meno che non vogliate fare qualche scavo per sistemarle. Le inclinazioni che vanno da una parte all’altra, comunque, causano parecchi gravi problemi dato che ogni coppia di tubi a terra, che ancorano la struttura al suolo, devono essere perfettamente in piano. Per avere migliori risultati e il minimo lavoro, il luogo dovrebbe essere il più in piano possibile. Non sottovalutate il lavoro che ci vuole per livellare anche la più piccola area a mano; se possibile, lavorate con quello che avete. Un altro fattore da considerare è la fertilità del suolo del luogo (sebbene letti innalzati siano una possibilità se il suolo è impoverito) e quanto è ben drenato, poiché il deflusso di un acquazzone da entrambi i lati potrebbe essere considerevole. Cavità e zolle di terra già umide non sono una buona idea. Infine, fate attenzione a posizionare il tunnel serra su un terreno ghiacciato: un qualsiasi luogo in cui


Saper da Faresé Curarsi il ghiaccio persiste in una fredda mattinata è da evitare.

Misure

Quando prendete in considerazione la misura della pianta del tunnel serra, prevedete almeno 1 m d’avanzo per ogni lato. In questo modo, un tunnel di 4,25 m x 5,5 m necessita di una pianta di 6 m x 7,25 m. Non solo avrete bisogno di questo spazio quando metterete la pellicola sulla struttura, ma ne avrete bisogno per evitare un’altezza esagerata e altri danni oltre alla poca ombreggiatura.

Acqua

Per lo meno, è essenziale avere una fontanella o un deposito sufficiente di acqua vicino al polytunnel. Anche con la migliore gestione delle acque, più grande è il tunnel più acqua sarà necessaria: rendetevi quindi le cose facili. Ricordate che se questo significa stendere un tubo per l’acqua per fornire un nuovo rubinetto avrete bisogno di seppellirlo in profondità, abbastanza da evitare che sia danneggiato dal gelo. La vostra compagnia fornitrice d’acqua sarà in grado di offrirvi consigli su quanto debba essere in profondità, ma questo consiglio potrebbe non essere molto pratico. In alternativa, chiedete a qualche giardiniere locale, oppure potete anche drenare il sistema per l’inverno. Più riuscite a posizionare il vostro tunnel vicino a una fornitura d’acqua meglio è.

Energia

Per lo stesso motivo, portare elettricità nel vostro tunnel non sarà economico. Comunque, relativamente poche cose nel tunnel hanno bisogno di energia, e la maggior parte delle neces-

sità si possono risolvere usando una batteria o energia solare. L’aggiunta di energia elettrica potrebbe richiedere permessi di costruzione, perciò pensate attentamente se avete realmente bisogno di elettricità.

Visibilità

Grazie a opposizioni molto ben pubblicizzate su operazioni agricole di larga scala, la comparsa del polytunnel a volte è motivo di contesa. L’impatto visivo spesso può essere mitigato da piante, ma prendetevi del tempo per valutare dove possa essere posizionato il tunnel per minimizzare il suo impatto. Ricordate che anche i vostri vicini potrebbero guardare alla struttura e potrebbero apprezzare il tempo che dedicate a guardare la struttura dal loro lato della staccionata. Un altro fattore visibile da considerare è la sicurezza; sebbene non sia qualcosa a cui ci piace pensare, un tunnel serra discreto richiama meno l’attenzione di ladri e vandali.

Urbanistica

In termini di permacultura, un polytunnel rientra nella Zona Uno. In termini semplici ciò significa che ha bisogno di frequenti visite durante il giorno; anche se non fate altro, avrete bisogno di aprire le porte al mattino, chiuderle di notte e farvi un salto una o due volte per controllare le piante o irrigare un po’. Ci sono altri metodi per irrigare se il polyutunnel non si trova nello stesso terreno su cui si trova la vostra casa, ma di solito dovrebbe essere posizionato il più vicino possibile alla casa, sempre che gli altri fattori lo consentano. Per lo meno, dovrebbe esservi una buona strada che vi permetta di

andare e tornare senza eventuali uscite di strada nelle umide mattinate d’inverno. Un comodo accesso al vostro tunnel è una grande comodità, specialmente quando state cucinando la cena e vi viene in mente che avreste dovuto raccogliere prima qualche foglia di basilico.

Gli effetti del tunnel

Non dimenticate che lo stesso tunnel influenzerà il microclima intorno a voi. Nel versante Nord ci sarà dell’ombra soprattutto in inverno; al Sud ci sarà maggiore luce riflessa a beneficio delle piante amanti del sole. Il tunnel agisce come un parziale frangivento sul lato sottovento, ma mettendolo vicino ad altre strutture potrebbe avere un effetto canalizzante, dato che il vento rimane intrappolato fra di loro; se ignorate questo particolare sarà a vostro rischio e pericolo. Il suolo in entrambi i lati del tunnel tenderà a diventare più umido; potreste dover fare qualcosa per migliorare il drenaggio, o forse usare l’umidità in eccesso a vostro vantaggio attaccando una grondaia flessibile alla copertura in modo che parte della pioggia possa essere accumulata per l’uso futuro.

Cosa leggere Andy McKee e Mark Gatter The Poltytunnel Handbook Di prossima pubblicazione per Arianna Editrice

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Tutta la forza della Natura nell’oleolito Macerare fiori e piante in olio è un ottimo metodo per curare e nutrire il nostro corpo

Lucilla Satanassi – Remedia

A

volte ci troviamo di fronte a tutto “quel ben di Dio” che la Natura ci dona con i suoi frutti, fiori e radici, ma non sappiamo più come integrare nelle nostre vite il mondo naturale. Pensiamo che occorrano grandi mezzi, curriculum densi di studi e certificazioni, laboratori e investimenti, ma le cose, se vogliamo, sono molto più semplici e a portata di mano. In questo numero vorrei inco-

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raggiarvi, così qualcuno a suo tempo ha fatto con me, a praticare il ritorno alla Natura attraverso le buone erbe, facendolo anche diventare una passione personale. Uno dei modi per farlo è attraverso gli oleoliti, antichi preparati di semplice realizzazione che possono essere usati nella quotidianità della nostra esistenza e dare anche benefici grandiosi e duraturi al benessere, alla bellezza e all’equilibrio emotivo.

Cosa sono gli oleoliti

Si chiamano oleoliti o oleolita gli estratti di erbe in un solvente grasso, solitamente in olio vegetale. La preparazione è conosciuta fin dall’antichità e ogni cultura utilizza l’olio vegetale più consono al clima, alla facilità di reperimento e anche alla modalità con cui poi nell’arte medica del luogo veniva usato. Nell’antico Egitto si utilizzava l’olio di ricino, nella medicina


Curarsi da sé

Ayurvedica in India l’olio di sesamo, nelle culture contadine antiche e più recenti il grasso animale, mentre la tradizione mediterranea preferisce l’olio d’oliva. Per le nostre preparazioni l’olio d’oliva extravergine biologico è un ottimo punto di partenza, in seguito con l’esperienza potremmo passare ad utilizzare oli di jojoba, mandorle, sesamo. Naturalmente è fondamentale la qualità dell’olio che utilizziamo, quindi è consigliabile usare sempre oli spremuti a freddo da semi biologici. All’olio extravergine d’oliva si riconoscono qualità sole-lunari, con virtù nutrienti, emollienti, lenitive, sebo restitutive, vitaminizzanti e veicolanti. Si tratta quindi di un ottimo solvente, biologicamente compatibile con la pelle e di un alimento d’eccellenza. Poi ci dobbiamo procurare dell’alcool puro o grappa – in alternativa va bene anche un po’ di sale grosso – inoltre un vaso di vetro, meglio se scuro. L’oleolito si prepara di solito utilizzando piante fresche oppure leggermente essiccate se contengono tanta umidità. La maggior parte delle piante si prepara con la macerazione al sole. Gli oleoliti più conosciuti sono quello di Iperico o Erba di San Giovanni e di Calendula. I fiori appena raccolti si posano nel vaso di vetro, sistemandoli ben bene, e costipandoli un po’. Il contenitore può essere riempito fino circa ¾ della sua altezza, poi si inumidiscono con alcool puro che serve ad aprire i tessuti per l’olio che introdurremo successivamente. Se siete alle prime esperienze e non volete andare a occhio

Si chiamano oleoliti o oleolita gli estratti di erbe in un solvente grasso, solitamente in olio vegetale potete pesare i fiori e mettere il corrispondente 10% del loro peso di alcool etilico. Potete usare anche la grappa o buoni distillati con una certa gradazione alcolica. In alternativa all’alcool anche il sale marino è utile, ne basta un po’, come quando condiamo l’insalata; quindi si versa la quantità di olio necessaria a coprire completamente i fiori. Il rapporto fra fiori e olio è solitamente di 1:3. Se usiamo foglie e radici ricordiamoci sempre che vanno sminuzzate. La macerazione avviene normalmente al sole in un posto caldo. Sarebbe meglio non tenere il vaso all’aperto perché lo si dovrebbe coprire bene in modo che non entri l’acqua, ma così facendo non permettiamo nemmeno l’evaporazione dell’acqua delle piante che si deposita sul fondo del contenitore. È meglio tenere il vaso in un posto protetto da piogge e chiuderlo con un pezzo di stoffa a trama larga per permettere l’evaporazione dell’acqua. La macerazione dura almeno quaranta giorni di sole effettivo. Una volta terminata, l’oleolito deve essere torchiato e filtrato. Si possono eliminare eventuali residui d’acqua lasciando decantare l’oleolito per due giorni prima di imbottigliarlo. Questo tempo è necessario affinché le micro-goccioline di acqua in sospensione nell’olio si posino sul fondo per essere

poi eliminate. Tutto questo procedimento è molto importante per una buona conservazione dell’oleolito che, se tenuto in una bottiglia di vetro scuro, si mantiene per almeno due anni. L’altro metodo di macerazione che si utilizza per le raccolte invernali (per esempio per le radici di Consolida) la cosiddetta “digestione”. Si porta la macerazione a circa 60 °C, sempre usando alcol, e si mantiene a questa temperatura per 3-4 ore. Poi si procede al filtraggio, con un setaccio o colino, e alla decantazione.

Consigli per l’uso

Gli oleoliti nascono soprattutto come preparati locali, da usare direttamente sulla pelle, come pregiati ingredienti per creme, pomate, latte ed emulsioni per il corpo. È possibile assumerli anche per bocca soprattutto se preparati con l’olio d’oliva. L’oleolito matura nel tempo d’esposizione e si carica dell’energia delle lune e dei soli a cui è sottoposto, dei canti degli uccelli e della vita di ogni giorno. Il calore del sole è il catalizzatore che apre l’impronta della pianta all’olio; un’impronta fisica, fatta di composti rintracciabili dall’analisi chimica, ma anche energetica. Il primo modo per avvicinare e utilizzare l’oleolito è quello olfattivo: qualche goccia nel palmo della mano e nel polso, da respirare profondamente,

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bianco e nero Curarsi da sé Oleoliti semplici da prepararare ACHILLEA Si prepara con i fiori, con il metodo del sole. Stimola la circolazione, rinforza i capillari, ottimo per ripristinare il microcircolo del cuoio capelluto. Adatto alle pelli sensibili con couperose.

L’oleolito matura nel tempo d’esposizione e si carica dell’energia delle lune e dei soli a cui è sottoposto

aiuta a prendere contatto con il gusto e l’aroma profondo di questa estrazione, a volte abbozzato come l’odore della Terra. Solo il calore del corpo ed un lento massaggio circolare ci aiutano a sentire come la pelle accoglie l’olio, lo assorbe, e “lo mangia”, avida e contenta di un così prezioso alimento. L’oleolito può essere usato puro o diluito in olio vegetale per applicazioni topiche e locali laddove la pelle mostra una carenza, o il bisogno di essere nutrita, o trattata e rinfrescata dove abbiamo prurito, secchezza, lassità o tensione. Possiamo anche usare le zone riflesse del

corpo per lavorare sugli organi interni. Sulla pianta del piede, nell’orecchio, all’altezza della colonna vertebrale dobbiamo fare applicazioni più prolungate, con movimenti circolari, in modo che tutta la forza delle piante penetri in profondità attraverso l’oleolito. Gli oleoliti adatti all’assunzione per bocca sono interessanti soprattutto per il tratto gastrointestinale: spesso agiscono come regolarizzatori delle funzioni intestinali, come vermifughi (oleolito di Aglio e Timo) e si assumono a cucchiaini lontano dai pasti.

Cosa leggere Hubert Bosch, Lucilla Satanassi Petali e Rugiada 1° petalo: le Piante per la Cosmesi Humus, 2010

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ALOE VERA Si prepara con le foglie tagliate a fettine sottili con il metodo del sole. Ottimo per la pelle del viso stanca e disidratata, azione rigenerante su scottature; stimola la crescita di capelli. CALENDULA È l’oleolito che non può mancare mai in casa. Utile per screpolature, arrossamenti della pelle, ragadi, prurito, micosi, scottature. Ottimo pure per il culetto dei bebè. CONSOLIDA Si ricava dalle radici e si prepara con il metodo della digestione. Ha un’azione cicatrizzante, disinfiammante, riepitelizzante. Da tono e turgore a pelle e peli nutrendone la struttura, favorisce i processi di riassorbimento nella pelle impura, aiuta in caso di stiramenti, strappi, distorsioni. ELICRISO Si prepara con i fiori, usando il metodo del sole. Agisce localmente su tutte le eruzioni cutanee secche. Favorisce l’abbronzatura avendo un effetto filtrante sugli UV e promuove un effetto calmante e lenitivo sulla pelle dopo l’esposizione al sole. Ha proprietà liposolventi, aiuta quindi il corpo a snellirsi e a smaltire l’eccesso di liquidi. Usato sul viso e sulle mani, riduce la tendenza alle macchie cutanee provocate dal sole o dall’età.

Lucilla Satanassi Ha collaborato con la rivista Erbe e insegnato alla scuola di fitoterapia di Riza. Nel 1992 insieme a Hubert Bösch fonda Remedia, una piccola impresa nell’Appennino Tosco-Romagnolo realizzando il sogno di praticare l’erboristeria coltivando e trasformando fiori ed erbe. Conduce incontri e corsi nel suo giardino per divulgare il messaggio delle piante, con particolare interesse alla cura del corpo e della Terra. Per maggiori informazioni: www.remedia.it, mail: info@remediaerbe.it.


Genitori Crescono Libri e pensieri che aiutano i genitori a trovare la strada del rispetto verso i figli e dell’amore incondizionato Marianna Gualazzi Mi figlia ha due anni e tre mesi ed è entrata da diverso tempo in quella meravigliosa e terrificante fase detta dei terribili due anni. I terrible two bussano alla porta inaspettatamente, ma il tocco delle loro nocche sull’uscio della vostra serafica calma parentale è inequivocabile. Se fino a ieri le attività quotidiane che affrontavate con vostro figlio erano un momento di gioco, gioia e occasione di coccole, ora si trasformano in terreno di scontro, di lotta, di negoziazione, di convincimento.

La fase dei “no” sembra inondare tutti gli aspetti della vita del piccolo: non vuole farsi cambiare, non vuole mettere le scarpe per uscire, non vuole neanche uscire, non vuole più stare a tavola all’ora dei pasti, non vuole dormire, né di giorno, né di notte, mentre per diciotto mesi ha ronfato come un ghiro beato e tranquillo per ore. Che genitori vogliamo essere? Di periodi delicati come quello dei terribili due anni ce ne sono tanti nella lunga strada che percorriamo con i nostri figli, dalla nascita fino al loro

diventare adulti. I bambini cambiano continuamente, e proprio quando pensiamo di aver capito “come prenderli”, loro sono già altrove: sono cambiati di nuovo. Penso siano momenti difficili, ma anche bellissimi perché ci spronano a migliorare come persone, a trovare soluzioni nuove, a conoscere meglio noi stessi e gli altri, a lavorare sodo per imparare il mestiere del genitore. Con “lavorare sodo” intendo soprattutto riflettere, pensare, non dare niente per scontato. Non adottare passivamente comportamenti che abbiamo ereditato dall’educazione che ci è stata impartita e dalla cultura in cui

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Bambini e Genitori viviamo. Non ascoltare i troppo numerosi e non richiesti consigli che arrivano spesso indesiderati dal coretto di parenti, amici, conoscenti che ci stanno intorno,

gli obiettivi a lungo termine; mettete la relazione prima di tutto; cambiate modo di vedere non solo di agire; rispetto; siate autentici; parlate di

«I genitori che amano incondizionatamente desiderano sapere come comportarsi in alternativa alle minacce e alle punizioni. Non considerando quella con i figli una relazione conflittuale, il loro obiettivo è quello di evitare gli scontri, non di vincerli» – Alfie Khon molti dei quali credono di essere dei veri e propri esperti in materia di figli – da notare come le più luminose perle di saggezza (dal sempre verde “non prenderlo in braccio che lo vizi”, a “i bambini di oggi sono tutti viziati”, al “mettilo nella sua cameretta dal primo giorno”) arrivano da coloro che di figli non ne hanno o da chi l’ultimo bambino l’ha fatto quarant’anni prima… Personalmente, avendo istintivamente capito che il modello genitoriale preconfezionato e standardizzato dei divieti e delle punizioni, dei ricatti e delle lodi, e del considerare i bambini come esseri da educare alla sottomissione degli adulti non mi corrispondeva, ho cercato nel pensiero di alcuni autori una guida ad un progetto genitoriale ambizioso, basato sul rispetto dei figli e sull’amore incondizionato.

Oltre i premi e le punizioni

«Siate riflessivi; rivedete le vostre richieste; tenete presente

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meno e chiedete di più; tenete presente l’età dei vostri figli; attribuite alle azioni dei vostri figli la migliore motivazione compatibile con i fatti; non dite “no” anche quando non è necessario; non siate rigidi; non abbiate fretta». Eccoli i tredici principi guida proposti da Alfie Khon nel suo libro Amarli senza se e senza ma. Dalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragione (Il leone verde). Alfie Kohn costringe ogni genitore ad una riflessione profonda e senza sconti sul genere di rapporto che si vuole costruire con i propri figli. Se quello che vogliamo è crescere i nostri bambini in modo che domani possano essere adulti sereni, amati e sicuri di sé, la strada da lasciare è quella dei premi e delle punizioni, dei bravo e dei cattivo, dei giudizi severi e taglienti sul carattere dei nostri figli che si appiccicano loro addosso come le mostrine alle divise militari. La via da percorrere, al contrario, è quella della relazione: impariamo a

stabilire il giusto rapporto con i nostri bambini, ad ascoltarli, a trattarli con l’attenzione e il rispetto che meritano in quanto esseri umani con i propri gusti, il proprio carattere, le proprie preferenze, ansie e paure, che hanno sin da piccolissimi. In questa prospettiva non esistono i capricci, e i “no” e le impuntature vanno prese per quello che sono: non una sfida alla nostra autorità genitoriale, ma l’espressione della volontà dell’altro. Secondo Kohn, tenere presente che quando il bambino si oppone è perché manifesta il suo carattere e quello che lui in quel momento vuole realmente fare, ci aiuta ad evitare le soluzioni coercitive e ad attuare strategie basate sul dialogo e sulla negoziazione. «I genitori che amano incondizionatamente – scrive l’autore – desiderano sapere come comportarsi in alternativa alle minacce e alle punizioni. Non considerando quella con i figli una relazione conflittuale, il loro obiettivo è quello di evitare gli scontri, non di vincerli».

Risponditore automatico vs linguaggio personale

«Ogni giorno – scrive il terapeuta familiare Jesper Juul nel libro Il bambino è competente (Feltrinellli) – i figli cercano di definire i propri limiti e le proprie responsabilità personali, e i genitori devono scavare più a fondo per trovare nuove risposte in luogo delle reazioni scontate del passato. A questo scopo devono modificare e rendere più autentico il loro modo di essere. Devono rinunciare a frasi del genere: “Ma di solito non si fa così”, “Tutti gli altri dicono che…”, oppure “Nella nostra famiglia abbiamo sempre fatto…”. In


Bambini e Genitori altre parole i genitori devono abbandonare il “risponditore automatico”, lo strumento che appena i figli sono a portata di orecchio, attacca con i soliti commenti educativi, di aiuto o di consiglio. È evidente che la maggior parte dei figli già all’età di tre anni smette di ascoltare la macchina parlante, mentre la maggior parte dei genitori dimentica per quali risposte

La cose dette in maniera personale e autentica sono quelle che colgono nel segno, quelle che vengono davvero ascoltate e che colpiscono direttamente l’interlocutore.

Cura dei figli e illuminazione

Ne Il mito della cattiva madre (Longanesi) Jane Swigart scrive: «Non abbiamo alcuna tradizione che esalti la cura dei figli e tutto quello che comporta, rendendola un modo di raggiungere l’illuminazione intellettuale e spirituale. Non le viene dato il rispetto che merita».

«Non abbiamo alcuna tradizione che esalti la cura dei figli e tutto quello che comporta, rendendola un modo di raggiungere l’illuminazione intellettuale e spirituale. Non le viene dato il rispetto che merita» – Jane Swigart l’aveva programmata». Jasper Juul ci invita a metterci in gioco in maniera personale e autentica nel rapporto con i nostri figli, ricordandoci che loro si donano a noi – soprattutto da piccoli – in maniera totalmente personale e autentica. Ascoltiamoci dunque attentamente quando parliamo con i nostri bambini e cerchiamo di eliminare quelle frasi fatte che ci arrivano dai nonni o dal mainstream, privilegiando la manifestazione del nostro autentico sentire, della nostra vera voce – Juul suggerisce di porre attenzione anche alla musica delle nostre parole, alla forza e alla veridicità del suono, quando questo è espressione di un pensiero autentico e non stereotipato.

Vivendo in una società fobica nei confronti dei legami, prendersi cura di un figlio dedicandogli più tempo di quello previsto dai pochi mesi della maternità concessa per legge (per chi ce l’ha!), viene percepito come un comportamento assurdo. Modificare la propria vita, le proprie priorità, le proprie abitudini per quel figlio è segno innegabile di follia: hai perso il lume della ragione, ti sacrifichi per lui, non avrai nulla in cambio, devi pensare a te stessa… A pochi viene in mente che trascorrere molto tempo con i propri figli, dedicarsi a loro, impegnare con loro le nostre migliori energie, sia una splendida modalità di

crescita e scoperta di noi stessi. I figli sono dei potentissimi catalizzatori di energia vitale e hanno la straordinaria capacità di tirare fuori da noi contemporaneamente il meglio e il peggio di quello che siamo. E proprio dall’analisi che ognuno può fare, su se stesso, di queste due polarità antitetiche, può nascere la conoscenza di sé, la consapevolezza del nostro essere e del nostro agire. Quale migliore regalo possiamo pensare per i nostri bambini se non quello di offrirci a loro come persone vere, capaci di gioire di noi stessi, del mondo e della vita?

Cosa leggere Alessandra Bortolotti E se poi Prende il Vizio? Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini Il leone verde, 2011 Alfie Khon Amarli senza se e senza ma Dalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragione Il leone verde, 2010 Jesper Juul Il bambino è competente Valori e conoscenze in famiglia Feltrinelli, 2009

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Il massaggio infantile Le evidenze scientifiche dei suoi benefici sulla salute del bambino e sul legame genitori-figli Elena Dal Prà

I

l massaggio può essere definito come qualsiasi forma di stimolazione tattile eseguita con le mani e in modo sistematico. Non si tratta di una tecnica, ma di un modo di stare con il proprio bambino, accogliendolo nei suoi bisogni primari, così forti e vivi nei suoi primi mesi di vita. Così come viene proposta dall’Associazione internazionale per il massaggio al bambino (International Association Infant Massage) è una sequenza di massaggi studiati appositamente per il neonato, dalla nascita

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fino all’anno di vita. I massaggi riguardano tutto il corpicino, iniziando dalle gambine fino al capo. Il massaggio nella sua verisone attuale è stato messo a punto da Vimala McClure, una studiosa americana, combinando varie tecniche come il massaggio svedese, il massaggio indiano, la riflessologia plantare e lo yoga. La storia del massaggio al bambino è antichissima: nella tradizione indiana i gesti vengono tramandati di generazione in generazione, da genitore a genitore. Un

bellissimo video che ne narra le origini è Shantala di Frédérick Leboyer (il medico-poeta della nascita senza violenza) che testimonia i gesti antichi di una madre indiana, di nome Shantala, che massaggia con mani sapienti il suo bambino sulle sue ginocchia. Vimala McClure negli anni Settanta, a seguito di un viaggio in India e dopo la nascita dei suoi due figli, decide di studiare una sequenza apposita per dare la possibilità a tutti i genitori di massaggiare il proprio bambino. Si documenta inoltre sulle


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evidenze scientifiche esistenti per confermare la positività e i benefici del contatto fisico.

Come imparare a massaggiare il bambino

Il corso per i genitori proposto da Aimi (l’Associazione italiana per il massaggio infantile) si svolge in 4 o 5 lezioni della durata di circa un’ora, un’ora e mezza. Le lezioni hanno cadenza settimanale, in modo da dare la possibilità di rielaborare e apprendere al meglio i passaggi e di esercitarsi con il massaggio a casa con il bambino, in un ambiente tranquillo e rilassato che lui conosce e in cui si sente a suo agio. In ogni lezione i massaggi vengono rivisitati più volte. Alla

massaggiata a piacere, non serve a tutti i costi rispettare ad ogni sessione l’intera sequenza. Se per esempio il bambino soffre di coliche possiamo focalizzarci solo sul massaggio al pancino. Oppure se vuole un massaggio rilassante prima di dormire potremmo massaggiargli i piedini e il viso, zone particolarmente “rilassanti” se massaggiate.

I benefici per il neonato

Ci sono molte evidenze scientifiche che testimoniano i benefici del massaggio, anche se, come sempre accade, la ricerca non si arresta mai e serviranno in futuro molti altri studi per approfondire e conoscere meglio i vari aspetti legati a

In generale il massaggio al bambino migliora la relazione tra genitore e bambino, stimola il sistema nervoso e gli organi vitali, rilassa e dà sollievo ai piccoli malesseri

fine di ogni lezione rimane del tempo per una discussione su un argomento a piacere, che può anche essere proposto dai genitori, i quali possono intervenire, porre domande, discutere e confrontarsi con gli altri. La sequenza dei massaggi si presta benissimo ad essere adattata da ogni singola famiglia a seconda delle esigenze. Non si tratta di una sequenza rigida: ogni parte del corpo può essere

questo argomento. La studiosa che più si è occupata di questo argomento è Tiffany Field, ricercatrice e coordinatrice di oltre 50 ricerche sul tatto presso il Miami Touch Research Institute, centro impegnato a livello mondiale in studi riguardanti la pelle come organo di senso. In generale il massaggio al bambino migliora la relazione tra genitore e bambino, stimola il sistema nervoso e gli organi

vitali, rilassa e dà sollievo ai piccoli malesseri. Tutto questo in particolare grazie agli ormoni benefici che vengono secreti dall’organismo durante il massaggio tra cui endorfine e ossitocina. Le endorfine sono degli oppiacei endogeni che hanno il compito di farci percepire meno dolore, l’ossitocina invece è il cosiddetto ormone dell’amore, implicato in molti aspetti della vita affettiva dell’individuo. Il massaggio, inoltre, contribuisce ad abbassare i livelli di cortisolo, conosciuto a sua volta come l’ormone dello stress che si presenta in situazioni di disagio. Il cortisolo ha in particolare il compito, nel nostro organismo, di rompere gli acidi grassi e di trasformarli in energia disponibile per affrontare le situazioni allarmanti. Ha però anche un effetto “corrosivo”, come dice Sue Gerhardt nel suo recente e bellissimo libro Perché si devono amare i bambini: ci sono prove che suggeriscono che un elevato livello di cortisolo possa risultare tossico per lo sviluppo del cervello nel corso del tempo, in particolare l’eccesso di cortisolo può incidere sullo sviluppo della parte orbitofrontale della corteccia prefrontale, l’area responsabile della lettura dei segnali sociali e dell’adattamento alle norme condivise. Il massaggio, abbassando i livelli di cortisolo, induce e facilita la maturazione del sistema nervoso del bambino, ancora così malleabile e aperto ai cambiamenti. È proprio nei primi mesi di vita, infatti, che i neurotrasmettitori trovano i percorsi che si

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Bambini e Genitori fisseranno nelle memoria biologica interna dell’individuo. Crescendo, invece, i nostri sistemi interni si stabilizzano

positivamente o negativamente, l’intera vita dell’individuo. Certo si potranno modificare anche in futuro, ma, come

«Sul piano fisiologico, il piccolo d’uomo è in buona misura ancora parte del corpo della madre. Dipende dal suo latte per nutrirsi, per regolare il battito del cuore e la pressione del sangue e per garantirsi una protezione immunitaria. Sia la sua attività muscolare che il suo ormone della crescita sono regolati dal contatto con lei. Il suo corpo lo tiene caldo e lei disperde gli ormoni dello stress per lui, toccandolo e nutrendolo.» Sue Gerhardt, Perché si devono amare i bambini

e diventano relativamente immutabili. Tutti i tipi di esperienze che il bambino fa con le persone che si prendono cura di lui sono fissate a livello biologico: immaginiamo quindi quanto possano essere essenziali le esperienze che si verificano proprio nei primi mesi di vita, dal momento che i percorsi dei neurotrasmettitori sono ancora così “vergini” e influenzeranno,

sa chiunque abbia cercato di modificare le proprie reazioni emotive, la costituzione di nuove abitudini in età adulta è impresa ardua. Sarebbe interessantissimo addentrarci nei complessi meandri della chimica del nostro cervello, ma non è questo il luogo. Sottolineo solo che il massaggio, come la leggera attività fisica e la meditazione, ha uno

straordinario potere calmante ed antidepressivo nell’adulto, figuriamoci nel neonato di pochi mesi il cui sistema nervoso è in fase di rapida crescita. L’entità e la velocità dello sviluppo del cervello nel primo anno di vita (o periodo primale, come viene chiamato da Michel Odent) non avrà pari nell’intera vita dell’individuo.

Cosa leggere Vimala McClure Massaggio al Bambino, Massaggio d’Amore Manuale pratico di massaggio infantile per genitori Bonomi, 2001 Sue Gerhardt Perché si devono amare i bambini Raffaello Cortina Editore, 2006

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Elena Dal Prà Elena Dal Prà è pedagogista e insegnante di massaggio infantile; approfondisce tematiche legate alla crescita dei bambini e in particolare alle questioni educative e ambientali relative allo svezzamento da pannolino. È autrice del libro Via il pannolino! Come dare l’addio al pannolino in una prospettiva educativa etica ed ecologica edito nel 2011 dalla casa Editrice il Leone Verde, collana “Il Bambinonaturale”. Svolge attività di consulenza per enti pubblici e associazioni per il sostegno della donna, madre e lavoratrice. Scrive per il web aggiornando siti dedicati alla genitorialità: in particolare per genitorimagazine.it si occupa della rubrica Stile Naturale, mentre nel sito bambinonaturale.it aggiorna periodicamente la rubrica Togliere il pannolino. È ideatrice e curatrice del sito personale www.bobbe.it dedicato al massaggio infantile. Abita in provincia di Udine ed è felicemente madre di due bambine.

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Elogio della

Ciaspolata Impatto zero e consapevolezza: i vantaggi di un modo alternativo di vivere la montagna in inverno

La Redazione

Guida di trekking, vanta vent’anni di attività come guida e camminatore in tante parti del mondo. Fondatore dell’associazione di viaggi a piedi “Compagnia dei cammini”, Luca Gianotti ci spiega che cos’è una camminata con le ciaspole e ci racconta la magia del vivere la montagna lentamente, assaporandola passo dopo passo. Che cos’è una ciaspolata? È una camminata nella neve, con ai piedi le ciaspole, cioè le racchette da neve. Un tempo queste racchette

da neve erano costruite con materiali naturali, ed erano grandi o piccole a seconda dell’ambiente: sulle montagne alpine esistevano ciaspole a forma di fagiolo, di piccole dimensioni, adatte a nevi dure, mentre in Canada e nei boschi nevosi del continente americano si usavano grandi racchette intrecciate, per non affondare nella neve spolverina. Chi può praticarla? È necessaria una particolare attrezzatura? Tutti possono camminare nella neve con le ciaspole. Si deve solo sapere che è un po’ più faticoso di una camminata normale, per cui è sufficiente accorciare un po’ la lunghezza del percorso rispetto a

una camminata fatta in estate. La tecnica è molto semplice, dopo poche ore sarete già padroni dello strumento. Le ciaspole moderne hanno un vantaggio rivoluzionario: hanno i talloni liberi. La racchetta è legata solo nella parte anteriore del piede, e il piede sale e scende come se si camminasse senza, mentre la ciaspola scivola sul terreno. È simile al movimento dello sci di fondo. Questo rende la ciaspolata naturale. Le nuove ciaspole in commercio sono di due tipi: quelle di plastica rigida, più economiche ma meno ammortizzate, più adatte a terreni alpini e con neve dura. Poi ci sono le racchette da neve di tipo canadese-americano, in alluminio

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Eco Viaggi e gomma, più grandi e adatte alla neve fresca, ammortizzate perché il piede appoggia su un tessuto elastico; sono molto più costose ma la differenza e i vantaggi si vedono tutti. Quale atmosfera si respira durante una camminata in montagna con le racchette da neve? Durante una camminata in montagna con le ciaspole l’atmosfera è magica. Consiglio di approfittare di ogni nevicata, per camminare subito dopo, quando gli alberi sono carichi di neve e la neve e il vento creano giochi ed effetti di luce. Il silenzio durante queste camminate è un silenzio assordante. Se siete in gruppo, invitate i compagni a momenti di silenzio, per ascoltare. Le ciaspole in alluminio e gomma sono più adatte anche per questo: fanno meno rumore di quelle in plastica rigida. Con le ciaspole, dotate tutte di ramponcini per non scivolare

Il silenzio durante queste camminate è un silenzio assordante nella neve dura o ghiacciata, si possono raggiungere luoghi di montagna un tempo riservati agli scialpinisti. Anche se la precauzione è d’obbligo: avventuratevi solo su terreni in cui vi sentite sicuri, non azzardate mai oltre i limiti, e ricordatevi che d’inverno la prudenza va raddoppiata, perché le perturbazioni sono veloci ad arrivare e spesso intense. Ma quando, in tutta sicurezza, si

Luca Gianotti Nato nel 1961 a Modena, laurea in filosofia, guida di trekking da una ventina d’anni, tra i fondatori della Compagnia dei Cammini (www. cammini.eu), in passato ha fondato l’associazione “La Boscaglia”. Camminatore in tante parti del mondo, dalla Patagonia alla Thailandia, dall’Albania a Capoverde, da Socotra (Yemen) alla Norvegia, ha però sempre privilegiato i cammini mediterranei (Grecia, Turchia, Italia del Sud e isole). Si dedica all’approfondimento dei temi del camminare come terapia, e tiene corsi di camminate meditative. Il suo progetto su questo argomento è il Cammino Profondo, o Deep Walking (www.deepwalking. org ). Gestisce un agriturismo in Abruzzo, il Casale le Crete (www.casalelecrete.it). Qui organizza trekking con gli asini, il primo in Italia ad aver proposto la formula francese del trekking in autonomia, senza guida. Pubblica una newsletter quindicinale (Il Cammino) con migliaia di lettori, che parla di camminare, ma anche di decrescita e di scelte di vita consapevoli. Il suo sito internet personale è www.camminarelento.it.

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raggiungono valli innevate in cui non c’è traccia umana, non ci sono impronte sulla neve se non quelle degli animali, e ci si sofferma sul silenzio e sui suoni intorno, ecco che scatta la magia. In luoghi anche vicini a casa, che grazie a una nevicata diventano luoghi nuovi, da consueti e conosciuti che erano. Sotto la neve la natura si riappropria di tutto. Perché consigli la ciaspolata e il camminare rispetto ad altri modi di vivere la montagna in inverno, quali lo sci alpino, lo snowboard ecc.? Il camminare con le ciaspole è un camminare lento e meditativo. Non è un’attività sportiva, anche se i benefici per il corpo e per la mente sono evidenti. È un’attività disintossicante, che si pratica il più possibile lontano dai luoghi turistici. Lo sci alpino e lo snowboard richiedono impianti di risalita ad alto impatto ambientale, richiedono neve artificiale che sfrutta le acque e le inquina, insomma dal punto di vista ambientale la ciaspolata è a impatto quasi zero, mentre lo sci alpino e lo snowboard sono ad alto impatto: attività poco ecologiche e quindi da mettere in discussione. Dal punto di vista interiore, poi, volete mettere la differenza tra un’attività che si svolge in luoghi


Eco viaggi affollati, la lotta per il parcheggio, la fila alle casse, la fila agli impianti, le urla, e una ciaspolata in un bosco senza tracce umane, anche vicino a casa, su terreno facile, in cui possiamo respirare a pieni polmoni, consapevoli del nostro respiro, pieni di gioia per il nostro qui e ora, affascinati dai cristalli di neve che riflettono la luce?

a riflessioni sulla sobrietà e sui consumi. Il tutto è proposto in viaggi di livello medio-facile, perché il tempo del camminare deve lasciare tempo per il camminare meditativo, senza fretta, con la lentezza necessaria per vivere il qui e ora. E i viaggi sono in luoghi dalla forte carica energetica, luoghi in cui la natura

Il camminare con le ciaspole è un camminare lento e meditativo. Non è un’attività sportiva, anche se i benefici per il corpo e per la mente sono evidenti Il camminare è gioia. Il camminare è rivoluzionario perché recupera ritmi più umani, più vicini alla naturalità dell’uomo, perché è un gesto contro, è una ribellione alla tecnologia e al consumismo, è una visione del mondo ai ritmi lenti dei propri passi. Oggi si parla di decrescita: chi è camminatore è decrescente per antonomasia, il camminare è un gesto di decrescita volontaria.

aiuta con il suo potere, come l’isola di Creta o la Sardegna.

Vuoi consigliare ai nostri lettori qualche libro che secondo te riesce a trasmettere la magia del camminare in montagna o del vivere solitario in montagna? Un libro che tutti dovrebbero leggere prima di avventurarsi nella natura in inverno è un piccolo racconto di Jack London, Preparare un fuoco (Mattioli1885): Che cos’è il deep walking? un testo che ci fa riflettere sul È un’evoluzione ulteriore del rapporto tra il camminatore e la camminare in consapevolezza. natura, sulla nostra sicurezza e È un modo di viaggiare sulla nostra precarietà, piccoli camminando in presenza uomini di fronte a una natura più mentale, sono viaggi speciali grande di noi, che crediamo di riservati a chi vuole utilizzare poter controllare. Altro libro che lo strumento del camminare consiglio è quello di Wu Ming 2 per fare passi di crescita e di Il sentiero degli dei: un viaggio ricerca interiore. In modo sobrio a piedi dietro casa, da Bologna a e leggero, durante il viaggio Firenze, diventa motivo per scavare vengono proposte alcune attività nella memoria, raccontare storie, e alcune riflessioni, dagli esercizi riflettere sull’impatto della Tav. di Qi Kong la mattina prima Quello di Wu Ming è l’approccio di colazione, a letture durante consapevole al camminare, ed il percorso, da un momento è una riflessione sul contrasto di camminata consapevole o tra l’uomo che cammina e il meditativa ogni giorno diversa, “progresso” che devasta la natura.

Il viaggio

Capodanno 2011: Ciaspolata in Abruzzo al Casale le Crete “La Compagnia dei Cammini” propone un Capodanno diverso, lontano dalla pazza folla, nell’agriturismo Casale le Crete in Abruzzo: per quattro giorni, ogni giorno, si cammina sulla neve con le ciaspole alla ricerca di luoghi magici, per poi tornare ogni sera all’agriturismo e godersi il tepore del camino. Un capodanno riservato a un piccolo gruppo perché queste esperienze di contatto con la natura sono più ricche se riservate a piccoli gruppi. Per info: www.compagniadeicammini. it; luca@cammini.eu

Cosa leggere Luca Gianotti L’arte del camminare Edicicloeditore, 2011 Uno strumento pratico per chi si avvicina per la prima volta a queste esperienze, perché contiene consigli utili, ma anche chi già cammina nella natura può trovare riflessioni e spunti utili, sia per camminare in inverno che per camminare in consapevolezza in ogni stagione.

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Il Tuo Natale

Antipasto

Crostini con crema di piselli 200 g di piselli secchi 200 ml di brodo vegetale 40 g di pecorino poco stagionato 1 cucchiaio di crema di mandorle 8 fette di pancarré 1 scalogno 2 cucchiai di olio di oliva extravergine Sale e pepe Tritate lo scalogno e fatelo appassire in un pentolino con due cucchiai d’olio. Appena risulterà trasparente e ben cotto unite i piselli bagnandoli con il brodo vegetale o con acqua calda; salate e pepate, dopodiché fate cuocere per 12 minuti circa. Nel frattempo ritagliate le fette di pane a dischetti e tostateli sotto il grill del forno o sulla griglia calda. Frullate i piselli con la crema di mandorle nel mixer ottenendo una purea densa che farete raffreddare per poi spalmarla sui dischetti di pane in maniera uniforme. Aggiungete ora per guarnire una scaglia di pecorino e servite subito.

Barchette di lenticchie 250 g di pasta fillo - 200 g di lenticchie 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva 1 scalogno - 1 rametto di timo - Sale Bollite le lenticchie in acqua salata. Tritate lo scalogno e stufatelo in un pentolino con l’olio d’oliva. Unite le lenticchie ben cotte e fate rosolare; aggiungete poi le foglie di timo e frullate in un mixer il composto per poi tenerlo al caldo. Intanto stendete la pasta fillo a due strati alla volta e ritagliate con un coppa pasta dei cerchi che cuocerete nel forno a 200 °C in stampini cilindrici coperti da carta da forno con dei fagioli secchi al centro in modo tale che non si gonfino. Riempite ora le barchette di pasta con la crema di lenticchie e servite.

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tutto verde! Stupisci i tuoi ospiti durante le feste con un menu tutto nuovo e naturale Silvia Strozzi

Primi Piatti

Zuppa di soia e cumino 500 g di soia secca - 1 pezzetto di alga kombu 3 litri di brodo vegetale 2 coste di sedano - 1 spicchio di aglio - 1 cipolla 2 cucchiaini di cumino - 1 cucchiaino di cannella in polvere 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine Mettete la soia in ammollo con l’alga kombu per una notte. Scaldate in un tegame 2 cucchiai di olio, unite la cipolla tritata, l’alloro e cuocete per 5 minuti, quindi unite la carota, il sedano tritati e cuocete ancora per 10 minuti. Aggiungete l’aglio schiacciato e le spezie, versate la soia e 3 litri di brodo vegetale. Portate a bollore e fate cuocere per circa 4 ore a fuoco lento, eliminando la schiuma in superficie. Passate la zuppa con il frullatore a immersione rendendola vellutata. Versate la zuppa nelle ciotole e condite con un filo di olio d’oliva extravergine e il cumino. Ravioli di fagioli borlotti (foto in basso) 300 g di farina - 2 uova - 300 g di fagioli borlotti lessati Per condire: 1 scalogno - 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine 1 peperoncino - 2 foglie di salvia Prendete i fagioli lessati, frullateli e condite la purea con sale e pepe. Impastate vigorosamente la farina con le uova e 1 mestolino d’acqua leggermente salata. Spianatela in sfoglie sottili e ricavatene dei rettangoli di circa 10 cm di larghezza. Distribuitevi sopra il ripieno a mucchietti e ripiegate la pasta chiudendo la farcia all’interno. Lessateli in acqua bollente salata. Intanto, soffriggete lo scalogno nell’olio con un cucchiaio di acqua. Unite il peperoncino e la salvia. A fine cottura, sgocciolate i ravioli con un mestolo forato, saltateli nel sugo saporito e servite subito.


Secondi e contorni

Gratin di tofu (foto) 200 g di tofu - 350 g di verdure di stagione 1 cucchiaio di pane grattugiato - 1 cipolla - 2 albumi Erbe aromatiche (timo, santoreggia, poco rosmarino, salvia) 3 cucchiai di olio di oliva extravergine - Sale Mescolate il tofu con la cipolla tagliata a listarelle sottili. Stufate in poca acqua per 15 minuti e lasciate raffreddare. Incorporate gli albumi, le erbe aromatiche, il sale e le verdure lessate tagliate finemente. Cospargete di pane grattugiato una teglia antiaderente, versatevi il composto e cuocete in forno a 170 °C per 20 minuti. Seitan bicolor (foto in alto) 400 g di seitan lavato a mano - 4 cucchiai di olio di sesamo 100 g di sesamo bianco - 100 g di sesamo nero Tagliate a fettine sottili il seitan. Passatene alcune fette nel sesamo bianco e altre nel sesamo nero. Scaldate una padella antiaderente o in ghisa, unite l’olio di sesamo e passatevi le fettine di seitan in modo che si formi una bella crosticina. Ripassate le fettine di seitan in forno per qualche minuto. Servite caldo.

Carciofi con amaranto (foto a sinistra) 2 cucchiai di amaranto cotto 4 carciofi romani 1 spicchio di aglio 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine Sale e pepe Per la besciamella ½ litro di latte di avena 2 cucchiai di farina di riso 2 cucchiai di olio di sesamo Pulite i carciofi, svuotateli del cuore e cuoceteli a vapore per 10-15 minuti controllando con al forchetta che l’interno sia morbido. Asciugateli e metteteli a testa in giù per scolarli. Mettete in una padella lo spicchio d’aglio e l’olio, scaldate velocemente, quindi togliete lo spicchio d’aglio e versate l’amaranto in modo che si insaporisca bene. salate e pepate a piacere e cuocete per 30 minuti circa. Nel frattempo tostate la farina di riso con l’olio di sesamo, aggiungete il latte di avena e fate addensare. Riempite i carciofi con l’amaranto, quindi copriteli con la besciamella vegetale. Infornate a 180 °C per 20 minuti prima di servire.

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Dessert e frutta

Mousse di Mela e Crema (foto in basso) 150 ml di crema bianca di soia 4 mele golden 3 cucchiai di malto di riso 1 limone Per decorare 1 cestino di ribes rossi Sbucciate 3 mele e tagliatele a dadini. Mettetele in un tegame con il malto e il succo del limone. Cuocete per 10 minuti a fuoco basso. Lasciate raffreddare e frullate. Unite alla purea di mela la crema di soia e mescolate delicatamente. Sistematene alcuni cucchiai in formine individuali e lasciate riposare in frigorifero. Nel frattempo tagliate la restante mela a fettine sottili. Sformate la mousse, decorate con le fettine di mela e i ribes rossi.

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Pere al cioccolato (foto nella pagina accanto in alto) 4 pere William 2 cucchiai di zucchero di canna 100 g di cioccolato fondente 2 bicchieri di succo di mela 2 cucchiai di latte di riso Dividete a metà le pere. Togliete il torsolo e mettetele a bollire nel succo di mela a cui avrete aggiunto lo zucchero di canna. Controllate la cottura con uno stuzzicadenti. Quando saranno cotte estraetele dal liquido di cottura. Nel frattempo sciogliete in un pentolino il cioccolato fondente, aggiungendo qualche cucchiaio di latte per renderlo denso al punto giusto. Versate il cioccolato sulle pere e servite.

Cucinare NaturalMente Scopri tutte le gustose ricette di questa collana! Ricette a base di cereali, frutta, verdura e ingredienti stagionali e naturali, pensate per tutti coloro che vogliono approcciarsi alla cucina sana e naturale, ma anche per suggerire tantissime idee a coloro che già da tempo utilizzano i principi dell’alimentazione naturale.

I cereali occupano un posto importante nella cultura alimentare italiana e da secoli rappresentano l’alimento principale della nostra dieta. Il loro successo nasce da molteplici fattori: l’alto valore energetico e nutrizionale, il facile trasporto e l’elevata osservabilità.

La cucina naturale e vegetariana è ricca di gusto e fa bene alla salute! È una scelta alimentare sana, molto varia e saporita e che rappresenta la decisione migliore per un ottimo stile di vita, equilibrato ed etico, che tiene conto delle stagioni e delle differenti esigenze energetiche del nostro organismo.

Pane di Natale 150 g di farina di kamut 350 g di farina semi-integrale 50 g di farina di cocco 25 g di lievito di birra 100 g di mandorle tritate 100 g di noci tritate 2 cucchiai di succo di mela 2 cucchiai di miele Latte di riso q.b. Sciogliete il lievito di birra in un bicchiere di latte di riso caldo. Sistemate sulla spianatoia le due farine mescolate, unite un pizzico di sale e il lievito sciolto. Impastate utilizzando acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto morbido ma consistente. Unite tutta la frutta secca tritata, il miele e il succo di mela tiepido. Lasciate riposare per un’ora e mezzo, quindi riprendete il composto e lavoratelo velocemente per qualche minuto. Mettetelo sulla placca del forno o una teglia e lasciate lievitare nuovamente per 2 ore. Cuocete in forno a 200 °C per 40 minuti, quindi aprite il forno e lasciatelo asciugare per ulteriori 15-20 minuti.

I germogli costituiscono un esempio della straordinaria capacità della natura di produrre energia vitale, che può essere sfruttata da ognuno di noi per procurarsi cibi freschi, ricchi di principi nutritivi come vitamine, enzimi ed oligoelementi, e di facile digestione. Fin dall’antichità, molti popoli utilizzavano quale cibo rigeneratore e terapeutico i grani germinati e i germogli e ne hanno tramandato l’uso.

Conosciamo davvero tutti i legumi e le loro straordinarie potenzialità? Lenticchie, fagioli, ceci, fave, piselli, fagiolini, lupini, cicerchia, soia e azuki. Scopriamoli in questo volume ricco di originali e gustose ricette dall’antipasto all’insolito dolce tutte sperimentate e illustrate da bellissime fotografie; tra le sue pagine troverete anche tutte le informazioni nutrizionali e i metodi di cottura.

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