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EDITORIALE
Nozze Magic... Magic Wedding...
Cari Lettori,
Dear Readers,
Per il numero autunnale, la redazione si è impegnata a scrivere articoli dai contenuti significativi, corredati da belle fotografie, riguardanti personaggi autorevoli e storie felici. Come l’evento più rilevante della Clooney's story: il matrimonio dell'attore americano con l’affascinante Amal. Abbiamo voluto fare gli auguri alla bella coppia ricordando alcuni momenti della stupenda serata passata insieme al Menaggio & Cadenabbia Golf Club per raccogliere fondi destinati alle popolazioni del Darfur. Proprio in quella occasione, George ha ricevuto la "Lucia d’argento" quale socio onorario di Amici di Como. Il nostro lago è stato ancora una volta protagonista a Cernobbio per la quarantesima edizione del Forum Ambrosetti che ha visto la presenza a Villa D’Este di esponenti nazionali e internazionali della politica, dell’economia e della finanza. Noi c’eravamo per rendervi partecipi dell’importanza di questo evento attraverso le interviste agli ideatori del meeting, Alfredo Ambrosetti, fondatore dell’omonimo studio e all’a.d. Valerio De Molli. Il forum è stato l’occasione anche per la prima Intervista rilasciata in esclusiva dalla signora Lella Ambrosetti, rappresentate per l’Italia dell’organizzazione Special Olimpycs. Non mancano cultura, libri con le pagine dedicate alla Fondazione Cologni e con l'anticipazione del nuovo scritto di Alain Mességué che racconta gli incontri più importanti e curiosi della sua vita. Imprenditori e professionisti del mondo economico e finanziario di nuovo protagonisti a Villa d’Este per la settima edizione del convegno del Sestante, il tradizionale appuntamento annuale in collaborazione con Patrimony 1873. Non perdetevi, cari lettori, il bel servizio dedicato al borgo di Zelbio e al suo festival culturale con il critico Philippe Daverio, l’architetto Mario Botta e lo stilista Elio Fiorucci e una puntatina a Montorfano per il settimo Trofeo Moncler - Amici di Como e Magic Lake, nella splendida cornice di uno dei più rinomati green internazionali, il Circolo Villa d’Este. A seguire pagine d’oro celebrano il trionfo di Arianna Errigo per il suo titolo iridato bis ai Campionati Mondiali di scherma a Kazan e per concludere, lo straordinario evento della beatificazione di Madre Giovannina Franchi, la fondatrice della Congregazione delle Suore Infermiere dell’ospedale Valduce: per la prima volta la proclamazione di una Beata in Duomo, nel cuore della città.
For the Autumn issue, the editorial staff did their best to write meaningful, interesting articles, accompanied by beautiful photography, regarding important personalities and positive, upbeat themes such as the wedding of George Clooney. We wanted to offer our best wishes to the newlyweds remembering some of the moments we spent with Mr Clooney at Menaggio & Cadenabbia Golf Club to raise funds for the people of Darfur. On that particular occasion, Clooney received a silver Lucia as the honorary member of Amici di Como. Our lake once again became a protagonist when 40th anniversary of Forum Ambrosietto was held at Villa d'Este where high-ranking national and international politicians and economists met. We were there to interview the inventors of the event like Alfredo Ambrosetti, the founder of a namesake company, and the general manager Valerio De Molli. The Forum also allowed us to get an exclusive interview with Lella Ambrosetti, Italian representative at the Special Olympics Organization. There's no lack of culture, books giving space to Fondazione Cologni and a preview of a new book penned by Alain Mességué narrating the most important and interesting parts of his life. Villa d'Este is hosting the seventh edition of Sestante Convention, the annual meeting in collaboration with Patrimony 1873, where economists and members of business community and finance come together. Dear readers, don't miss the story devoted to the hamlet of Zelvio and its cultural festival with art critic Philippe Daverio, architect Mario Botta and fashion designer, Elio Fiorucci, and a short visit to Montorfano for the 7th Trofeo Moncler - Amici di Como and Magic Lake, hosted by Circolo Villa d’Este, one of the most prestigious golf clubs in Italy. 'Golden' pages follow reporting the success story of Arianna Errigo who won a second gold medal at the fencing championships held in Kazan, and to conclude, the extraordinary event held for the canonization of Madre Giovannina Franchi, the founder of the congregation of nuns as nurses still working at the Valduce Hospital of Como. For the first time the canonization of a woman is to be proclaimed in the cathedral of Como right in the heart of the city.
Buona lettura,
Enjoy, happy reading.
Gli Editori Daniele Brunati Rosaria Casali
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Editors Daniele Brunati Rosaria Casali
sommario summary 10
Esclusive
People
• The European House • George Clooney Amal Alamuddin Ambrosetti • Arianna Errigo • Special Olympics Italia
Territorio
Eventi
Speciali
• Zelbio • Mu.R.A.C.
• Convegno Sestante • “Ritratti di Città”
• Beatificazione Suor Giovannina Franchi
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Autumn 2014 anno X - n. 3 www.magiclakecomo.it
Anniversary
Ciao Franco PEOPLE
photo © Olycom
GEORGE CLOONEY AMAL ALAMUDDIN
Gli Sposi del Lago Bride and Groom of the Lake Como o3epo
KOMO
city
Milano
swiss
mountain
Ticino Valtellina
In copertina: George Clooney e Amal Alamuddin foto © Olycom In the photo cover: George Clooney and Amal Alamuddin photo © Olycom
È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©
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George Clooney Amal Alamuddin, auguri George George Clooney Amal Alamuddin, congratulations George
44
Arianna Errigo, una ragazza d'oro Arianna Errigo, a gold girl
144 152
Luigi Cavadini: "Ritratti di Città" a Villa Olmo Luigi Cavadini: "Ritratti di Città" in Villa Olmo
170
Stefano Misesti, una pennellata tra Europa e Asia Stefano Misesti, a brush stroke between Europe and Asia
Suor Giovannina Franchi Beata per Como Suor Giovannina Franchi a blessed for Como
news
66 116
Alain Mességué, il sorriso fa bene alla salute Alain Mességué, smiling is good for your health
140
Mu.R.A.C. tutti in fila per il rifugio della memoria Mu.R.A.C. in line for the refuge of the memory
162 208 214
Goga e Magoga, Davide Van De Sfroos Goga e Magoga, Davide Van De Sfroos
Il tappezziere come mestiere d'arte The upholsterer as an art
216
Mille e una notte A thousand and one night
220
Al ristorante Piazza Repubblica, il principe della tavola At the restaurant Piazza Repubblica,the prince of the table
A passeggio sul lungolago internazionale Walking on the International lakefront
Gioie per momenti preziosi Jewels for precious moments
economia
71 16
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Convegno del Sestante, impresa 3.0 Convegno del Sestante, enterprise 3.0
Piazza Cavour 25 - Como
sommario summary
48
Eventi Forum Ambrosetti. Da 40 anni l'agenda dell'umanità. Intervista a Alfredo Ambrosetti e Valerio De Molli Forum Ambrosetti. For 40 years the agenda of humanity. Meeting with Alfredo Ambrosetti and Valerio De Molli
84 118
Amici di Como & Magic Lake a Lugano Amici di Como & Magic Lake at Lugano
166
Davide Frigerio, tela e letteratura Davide Frigerio, canvas and literature
184 192 201
Palio del Baradello, lo sbarco del Barbarossa Palio del Baradello, the arrival of Barbarossa
204 210 218 222 223 269 271
Al Circolo Golf Villa D'Este trofeo Moncler - Amici di Como & Magic Lake Circolo golf Villa D'Este the Moncler trophy Amici di Como & Magic Lake
Cascata di Rose A cascade of roses Simposio del gusto al CastaDiva Resort & SPA Men's Fashion Candida Morvillo: Le stelle non sono lontane Candida Morvillo: Stars are not far away La Milanesiana La Milanesiana Sicurezza stradale al Ferrari village Road safety at Ferrari village Un nuovo dono ai City Angels A new present to the City Angels Giovani promesse alla 20ª Pro-Am Under 12/15 Promising young players at 20th Pro-Am Under 12/15 5° Trofeo del Mattone
cultura
62
18
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Fondazione Cologni. Il giardino del paradiso Fondazione Cologni. The garden of paradise
160 224
Tra social e tradizione Between social and tradition
276
Giuseppe Sinigaglia, nascita di un mito Giuseppe Sinigaglia, myth was born
MaTeinItaly MaTeinItaly
sommario summary
196
speciali
Più Salute Lorenzo Vanini. Caro Dentista. Lorenzo Vanini. Dear Dentist. territorio
78 132
Antica e affascinante "Gelbi" Ancient and fascinating "Gelbi" Zampilli e giochi d'acqua, le fontane sono tornate in piazza Cavour Gushes and water games, the fountains are back in piazza Cavour exhibition
148
"Golf once upon a time" "Golf once upon a time"
Sport
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Special Olympics, palestra di vita Special Olympics, life gym
284
Progetto Giovani, la nuova stagione Progetto Giovani, the new season
ATP Tour Challenger Città di Como 2014 - "Avanti così puntiamo a Expo" ATP Tour Challenger Città di Como 2014 - Target: Expo 2015 Giorgio e Andrea Roda: una stagione alla grande Giorgio and Andrea Roda: a great season Calcio Como - Giancarlo Centi: "L'Aria sta cambiando" Calcio Como - Giancarlo Centi: "The air is changing" Briantea 84, il nuovo capitano Briantea 84, the new captain
Food and drink
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In cucina e in cantina con Davide ed Emanuele In the kitchen and the cellar with Davide and Emanuele arte
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Gianmaria Bonà, Abissi
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focus on
Il mio nome è Angelo Novi My name is Angelo Novi
Sapienza antica tecnica moderna Ancient knowledge modern technique
sommario summary o3epo
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swiss Mendrisiotto: la Svizzera piu’ vicina all’EXPO 2015
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mountain Profumo di cirmolo, la Stüa “del Nino” COMOREVIEW
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Valtellina
“Cavallo con briglie” 2009, bronzo, cm 98x96x50
FERNANDO BOTERO CORTINA D’AMPEZZO PIAZZA SILVESTRO FRANCESCHI, 1 VIA ROMA, 2 TEL. 0436 867400 cortinaitalia@continiarte.com
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Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Numero iscrizione ROC: 23521
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Patrocinata da • Sponsored by Regione Lombardia, Provincia di Como, Comune di Como Camera di Commercio di Como Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Provincia di Lecco Assessorato al Turismo Comune di Como Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio Progetto editoriale • Research Editor Daniele Brunati, Rosaria Casali
Con un totale di € 20,00 (contributo per le spese di spedizione per l'Italia) avrai 4 numeri di Magic Lake
Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Editor Daniele Brunati Grafica • Graphic Andrea Pedretti
Compila il documento e invialo al n. di fax 031 267044, via email a
Testi • Research and Material Daniele Brunati, Davide Cantoni, Marina Moretti, Ivan Rota, Stefania De Giorgi, Sergio Luce, Fabrizio Comerio, Rosaria Casali, Nadia Baba, Nadia Lupi, Gian Enrico Ghilotti, Lorenzo Vanini, Davide Lacchini, Emanuele Riva, Irene F. Ferro, Francesca Sammartino, Davide Fent, Roberta Brucato, Guido Capizzi, Alessandra Butti, Vincenzo Carrante
tbmservice@tin.it o spedisci in busta chiusa a TBM Service & C. Piazza Duomo 17, 22100 Como tel. +39 031 268989
Pubblicità • Advertising TBM Service & C. Traduzioni • Translations Elena Pedretti, Martin Gani, Mark Buckley, Giulia Ilyna Revisione testi • Proof reading Amelia Guarneri
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Art. 1 Oggetto Con la compilazione della presente scheda si sottoscrive l’abbonamento alla rivista Magic Lake Como Review edita da TBM Service & C. Editore, con l’impegno di corrispondere il prezzo pattuito di € 20 (contributo per le spese di spedizione) per n.4 riviste. Il corrispettivo pattuito viene versato contestualmente alla sottoscrizione del presente abbonamento. TBM Service & C. Editore si impegna ad inviare la rivista all’indirizzo indicato nella presente scheda. Art. 2 Durata dell’abbonamento Il presente abbonamento ha durata di anni uno a partire dalla data di sottoscrizione e comprende quattro spedizioni comprensive quattro numeri della rivista de qua. L’abbonamento si rinnoverà tacitamente per un altro anno, e così per i successivi, se non perverrà disdetta a TBM Service & C. Editore (P.zza Duomo, 17 22100 Como) con raccomandata a.r. entro 30 gg. dalla scadenza. Art. 3 Costo dell’abbonamento L’acquisto dell’ abbonamento avverrà tramite pagamento bonifico bancario intestato a TBM Service & C. Editore, codice IBAN: IT 41 V 08430 10900 000000260382. Il prezzo pattuito per il presente abbonamento potrà subire variazioni di anno in anno. TBM Service & C. comunicherà entro il 31/12 di ciascun anno l’eventuale aumento del costo per l’anno successivo al fine di consentire all’abbonato di poter disdettare l’abbonamento alla rivista nei termini previsti. In mancanza di disdetta tempestiva il presente abbonamento verrà rinnovato tacitamente al nuovo prezzo. Art. 4 Foro competente Ogni controversia che dovesse insorgere tra le Parti per l’esecuzione e/o interpretazione del presente contratto di abbonamento sarà competente la Camera Arbitrale e Servizio di Conciliazione presso la CCIAA di Como, in via Parini, 16 Como.
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(artt.13 e 23 D.Lgs. 196/2003 - Codice della privacy) Ai sensi del Decreto Legislativo 196/2003, La informiamo che i dati assunti da TBM Service & C. Editore, titolare del trattamento, saranno utilizzati esclusivamente ai fini degli adempimenti contabili, amministrativi, fiscali e per l’adempimento od assolvimento dei relativi obblighi normativi connessi con la gestione dell’acquisto in oggetto e saranno conservati a cura della stessa in archivi elettronici e cartacei nel rispetto delle misure di sicurezza previste dalla suddetta legge. Il rifiuto al trattamento dei dati richiesti - che sono indispensabili alla gestione dell’acquisto - renderebbe impossibile la prosecuzione dello stesso. I dati verranno trattai e conservati con modalità e procedure di sicurezza al fine di garantire il Suo diritto alla privacy. I suoi dati personali, comuni e sensibili, non saranno trattati per finalità diverse da quelle sopra indicate e comunque non lo saranno per finalità pubblicitariee similari. Lei può esercitare in qualunque momento i diritti indicati dall’art.7 del D. Lgs. 196/2003.
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31-03-2009 11:35:24
Foto • Photographic Material Menaggio & Cadenabbia Golf Club, Circolo Golf Villa d'Este, Carlo Pozzoni, Piero Vasconi, Maurizio Camponovo, Olycom, Ansa, Andrea Butti, Francesco Corbetta, Nick Zonna, Alessandra Butti, Emanuele Zamponi, Silvano Rebai, Alberto Mascheroni, Giorgio Femia, Elvira Pezzotti, Ludovico Giussani, Mauro Fuggiaschi, Gioele Pagani, Alessandro Di Meo, Andrea Merola, A.B., Giuliano Gatti, Nicoletta Colace, Luca Renoldi, archivi: Damiani, Enrico Levrini, Bizzi/Federscherma, The European House-Ambrosetti, Special Olympics, Gianmaria Bonà, Navigazione Lago di Como, Villa Carlotta, Davide Frigerio, Stefano Misesti, Grand Hotel Tremezzo, Studio Vanini, A3, TBM Service, Consolato Giordania, Villa d'Este, Fondazione Cologni, Petazzi Costruzioni, Roda, Briantea84, Pallacanestro Cantù, Parolario, Batevents, Estival jazz Lugano, photo Fermariello, Tenuta dell'Annunziata, Mendrisiotto Turismo, Geographica, C.M. alta Valtellina, Tennis Como, Decorazioni Savio, Elvira Pezzotti, Ludovico Giussani, Mu.R.A.C., Casta Diva, Premio Fogazzaro, Palio del Baradello archivio Focus On: Bulgari, Galleria d'Arte Contini, Fenegro Cashmere, Guffanti, Gini Giuseppe, Ovas, Iperauto, Famiglia Comasca Segreteria di redazione • Editorial Support Team Marina Buonomo, Chiara Bordoli, Eleonora Silvia Ferro Amministrazione • Administration Daniela Fasola Un ringraziamento speciale • Special thanks to a Giovanni e Ornella Anzani per la generosa disponibilità e concreta collaborazione
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Ciao Franco Essere un ragazzetto di bottega nella redazione di un giornale dove Being a young boy si aggirava, tra un colpo di tosse e l'altro, Franco Bartolini non era cosa facile. Non brutta, anzi, ma davvero non facile. Franco, il Bartolo, non ne lasciava scappare una. “Cos'hai scritto? Ma ti pare? Dai, rimettilo a posto. E se non ci riesci ricomincia da capo”. I pezzi, gli articoli, quando passavano dalle sue mani venivano emendati, rivisti, perfezionati. Non era pignoleria, né gusto perfido nell'accanirsi con chi, poppante del mestiere, si affacciava alla professione. Era, piuttosto, rispetto profondo e appassionato per la lingua italiana: per la sintassi e la grammatica, per lo stile, per la bellezza, la fluidità e, su tutto, la sintesi (forse unica, codificabile regola per un giornalista). Eredità di un'altra scuola, un altro tempo. Un tempo nobile in cui le accuse di sciatteria e ignoranza erano le peggiori che si potessero rivolgere a un cronista. Franco ha diretto Magic Lake dal primo numero del 2005 fino all'inizio del 2009 e oggi lo ricordiamo con nostalgia. Se ne è andato a 78 anni, per una di quelle bestie grame, uno di quei mali che speranze non ne lasciano. Ma ha lavorato per tutta la vita, Franco. Ha lavorato più di molti, e, soprattutto, finché ne ha avuto voglia, per poi dedicarsi interamente ai suoi libri. Perché il Bartolo, giornalista professionista era anche un eccellente fotografo. Per la casa editrice di Como, Editoriale srl, aveva dato alle stampe “Como Nascosta”, “Lario Nascosto” e i “Castelli da scoprire del Lario e del Ticino”. Nel 2012 aveva ricevuto la medaglia d’oro dell’ordine dei giornalisti per i cinquant'anni di iscrizione. Una carriera dalla lunga radice, che ha attraversato gli anni duri per l'Italia, quelli detti “di piombo”, delle bombe, dell'odio. Ha lavorato per molto tempo a “La Notte” e collaborato con numerosi quotidiani nazionali. Poi dalla fondazione al 2011 è stato collaboratore del Corriere di Como. Sulle pagine del quotidiano lariano il vicedirettore Marco Guggiari, in un delicato e affettuoso articolo, seguito alla scomparsa di Franco, racconta: “Celebri i suoi aneddoti. Negli “anni di piombo” del terrorismo il suo telefono squillava e, all’altro capo del filo, una voce sibilava: «Prendi la matita e scrivi». Gli arrivavano così le comunicazioni relative alla lotta contro lo Stato. L’attività di Franco è stata avventurosa, pronto com’era a qualsiasi impresa pur di arrivare sul posto prima degli altri, che si trattasse della tragedia di Longarone o della morte di Giangiacomo Feltrinelli accanto a un traliccio di Segrate. Aveva conosciuto i grandi del giornalismo e non solo. Un nome su tutti: Dino Buzzati”. Segnato dalla scomparsa prematura di una figlia, morta da bambina, nel 2013 aveva perso la madre, “che adoro” diceva sempre, arrivata a 102 anni. Negli ultimi tempi la moglie e collega Anna Fiume aveva fatto sapere che era stato ricoverato in ospedale a Lecco per poi passare all’hospice “Il Gelso” di Ca’ Prina a Erba. Alla famiglia di Franco Bartolini vanno le condoglianze non di circostanza, ma di tutto cuore della redazione di Magic Lake. In questo mestiere che sovverte la locuzione latina “verba volant, scripta manent” - perché le parole dei giornalisti (siano esse impresse a piombo o volatili nel web) vengono dimenticate in fretta e sono pochi quelli che rimangono - di Franco restano il carattere aspro e la grande generosità, la memoria, la freschezza degli insegnamenti. Nella mente resta la redazione quando è buio e fuori, nel mondo dei “normali”, si riposa, si cena e si esce di casa. Restano i pezzi che non andavano mai bene e quelle parole: “Davide, voi giovani ammazzate questo mestiere. Va beh, fa niente, è una bella serata, vieni fuori a fumare”.
in a newspaper office, with Franco Bartolini always coughing, was not easy. Not bad, but for sure not easy. Franco, the Bartolo, didn't miss one. "What have you written? Is that the case? Come on, put it right. If you can’t make it, start again from the beginning”. The pieces, the articles, when they passed from his hands were amended, seen again, improved. It was not pedantry, neither perfidious taste in to attack a beginner who was just starting this job. On the contrary, it was a deep and impassioned respect for the Italian language: for the syntax and the grammar, for the style, for the beauty, the fluidity and, above all, the synthesis (perhaps the only real rule for a journalist). Inheritance of another school, another time. A noble time, in which an accuse of sloppiness and ignorance was the worst you could turn to a reporter. Franco directed Magic Lake from the first edition in 2005 to the beginning of 2009 and today we miss him. He passed away at the age of 78, after a disease that doesn’t leave hopes. He worked for his whole life, Franco. He worked more than most of the people and above all until he wanted and then he dedicated his time to his books. Because the Bartolo, professional journalist was also an excellent photographer. For the publisher of Como, Editoriale srl, he wrote “Como Nascosta”, “Lario Nascosto” e i “Castelli da scoprire del Lario e del Ticino”. In 2012 he got the gold medal from the journalist association for his 50 year registration. A long career, which also experienced the hardest years of Italy, the so called “years of lead” of bombs and hate. He worked many years for the newspaper “La Notte” and collaborated with numerous Italian newspapers. Then from the foundation of the Corriere di Como until 2011 he was a collaborator. On the pages of the newspaper of Como, the vice director Marco Guggiari wrote a delicate and affectionate article for Franco, he tells: “His anecdotes were famous. In the “years of lead” of terrorism his phone rang and a voice from the other part said «Take a pencil and write». He got information related to the fight against the State. The activity of Franco was adventurous, ready to arrive before the others, for any kind of event. He met the important personalities of journalism and many more. One name above the others: the Italian writer Dino Buzzati.” He lost a daughter when she was a little child, in 2013 he lost his mother, “I adore her” he was always saying, who died at the age of 102. Recently his wife and collegue Anna Fiume told he was at the hospital in Lecco and then he went to the hospice “Il Gelso” di Ca’ Prina a Erba. We, the editorial office of Magic Lake, send our condolences to the family of Franco Bartolini. In this job, that doesn’t follow the Latin idiomatic expression “verba volant, scripta manent” – because the journalist words (on the printed edition or on the web site) are easily forgotten and only a few remain – we cannot forget the sharp personality and the great generosity, the memory, the freshness of the teachings of Franco. In the mind there is the editorial office when outside is dark and in the world of the “normal” people there is a time for a rest, for dinner and then for going out. There are the pieces that were not good and those words: “Davide, you, the young generations are killing this job. Well, that’s fine, it is a nice evening, let’s go and smoke outside”.
Davide Cantoni
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GEORGE CLOONEY AMAL ALAMUDDIN
Auguri George di Davide Cantoni foto Archivio TBM Service, ©Olycom, ANSA©Alessandro Di Meo/Andrea Merola Quando un amico si sposa è sempre una festa. Quando quell'amico è George Clooney la festa diventa evento mondano, ghiotta occasione di gossip, oggetto del desiderio del jet set, dei giornalisti e dei fotografi in arrivo da tutto il mondo. Prima del divo, prima della star, prima di tutto, però, George Clooney è per Magic Lake un amico, una persona cui essere sinceramente affezionati, un uomo generoso e per bene che, ovviamente, fa anche un gran bel lavoro. Un lavoro da riflettori puntati, è vero, ma la nostra è un'altra storia. Già, perché di George Clooney abbiamo conosciuto l'aspetto più intimo e personale quando insieme abbiamo curato un'iniziativa per il Darfur. Oggi (nel momento in cui andiamo in stampa il matrimonio non è ancora stato celebrato, ma lo sarà quando sfoglierete la rivista) il cittadino più illustre di Laglio è convolato a nozze con la sua Amal. Così per chi tiene in mano Magic Lake, edizione Autumn,
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scatta anche un gioco, una sorta di "trova l'errore" : può essere divertente capire se tutte le anticipazioni, i sussurri, le voci dei soliti beninformati hanno poi trovato conferma. Evento il 27 settembre, avevano rivelato l'Us Weekly e il Daily Mail, rito celebrato da Walter Veltroni, a Venezia nel palazzo del XIII secolo Ca' Farsetti. Spese interamente coperte dai genitori della sposa: Ramzi e Baria Alamuddin, giornalista lei e docente di economia in pensione lui. Tutto pagato, insomma: dalla festa prematrimoniale la sera del 26 all'Hotel Cipriani, cinque stelle raggiungibile solo in motoscafo, al pranzo di nozze allestito all'Aman Canal Grande Hotel (ma è il caso di chiamarlo hotel? Diciamo una reggia) sette stelle con pochissime camere (24), il cui costo oscilla tra i mille e i tremila euro a notte, all’interno di Palazzo Papadopoli. Entrambe le strutture, blindatissme, sono state dichiarate sold out dal 25 al 29 settembre. Gossip anche sulla
colonna sonora che dovrebbe essere stata affidata ad Andrea Bocelli. Damigella di Amal la sorella Tala, George ha invece scelto il marito di Cindy Crawford, Rande Gerber quale testimone. Pochi invitati, non più di sessanta, tra cui spiccano gli amici Matt Damon e la moglie, mentre ancora pochi giorni prima delle nozze non si sapeva nulla della presenza di Brad Pitt e Angelina Jolie. Oggi, come detto, il gioco è vedere quante previsioni sono state azzeccate. Magic Lake invece vuole ringraziare e fare gli auguri a Mr. Clooney tornando con la memoria alla sera del 4 settembre 2008 al Menaggio & Cadenabbia Golf Club quando si svolse l'evento “Una goccia di lago per il Darfur”, momento di riflessione, solidarietà e festa che organizzammo per sostenere l'incessante lavoro di Clooney in favore di un luogo dilaniato dalla guerra, dove i diritti umani sono azzerati e le prospettive di vita solo barlumi di speranza. Il divo hol-
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Nella pagina precedente Amal e George a Palazzo Vecchio a Firenze per la Celebrity Fight Night; in questa pagina, George e Amal ritratti a Firenze; nella pagina successiva, sopra, Clooney e la fidanzata all'arrivo a Venezia alla vigilia del matrimonio; sotto, Rande Gerber, Cindy Crawford, Amal Alamuddin e George Clooney a bordo di un taxi boat
lywoodiano infatti, insieme con diversi colleghi, è fondatore dell’associazione “Not on our watch” che da anni si adopera a favore dalla provincia dell'Ovest Sudan. Nella stessa occasione Amici di Como ha conferito a George il ruolo di socio onorario dell'associazione. Al Menaggio & Cadenabbia Golf Club è stata una serata tra vecchi amici, informale e divertente dove l'ospite si è lasciato andare a scherzi e serenità. Un'immagine ben diversa da quella che il luogo comune su star e divi vorrebbe. Ecco come dalle pagine di Magic Lake, Elisabetta Comerio ha raccontato i momenti della serata: “Mr. Clooney ha varcato i cancelli alle 20.30 e si è intrattenuto con i presenti, dispensando sorrisi e rendendosi disponibile con tutti gli ospiti. A quel punto i timori hanno lasciato spazio a una certezza: la serata poteva davvero iniziare. E sotto i mi-
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On the previous page, Amal and George al Palazzo Vecchio in Florence for the Celebrity Fight Night; on this page, George and Amal in Florence; on the next page, above, Clooney and his girlfriend arrive in Venice on the eve of the wedding ; below, Rande Gerber, Cindy Crawford, Amal Alamuddin and George Clooney on a taxi boat
gliori auspici. Un uomo semplice ma attento, gentile, elegante, con un inconfondibile sorriso, luminoso e intrigante, disponibile e solare, ha catalizzato su di sé gli sguardi dei 160 invitati. Un uomo che ha lasciato oltre la porta lo spettacolo, le luci della ribalta, gli sfarzi di Hollywood, insieme alla consapevolezza di essere oggi uno dei personaggi (o forse il personaggio) più ambito e ricercato al mondo, mettendosi a disposizione degli “amici”. Anfitrione della serata Daniele Brunati editore di Magic Lake e rappresentante del comitato organizzatore (che coraggiosamente ha affrontato la serata con un braccio ingessato e una stampella) nello spazio dedicato alla presentazione dell’evento è stato coinvolto in gag improvvisate e divertenti siparietti da Clooney. Per la condivisione di un progetto più importante, Rosaria Casali ha consegna-
to poi a George anche l’attestato di presidente onorario di “Una goccia di lago per il Darfur”. Questo gesto ha voluto simboleggiare e sancire l’impegno reciproco del comitato organizzatore e di Mr. Clooney”. La festa è continuata per tutta la serata, proseguendo in quel clima di cordialità e amicizia che ha contraddistinto l’intero evento. George si è intrattenuto in questa atmosfera familiare, danzando fino a notte inoltrata. Con questo ricordo, ben custodito anche oltre le pagine della rivista, abbiamo scelto di augurare ogni bene ai novelli sposi. Perché Mr. Clooney non è solo un testimonial, un uomo di facciata, ma un uomo con cui abbiamo condiviso un progetto in cui crediamo e che ha dimostrato di agire con piena consapevolezza e senza clamore. Come abbiamo detto, un amico e una persona davvero per bene.
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A lato, una tenera immagine della coppia a Malibu To the side, a tender picture of the couple at Malibu
Congratulations George When a friend weds, it's always an uplifting celebration. When that friend is George Clooney, the celebration becomes a highsociety event, an excellent opportunity for worldly gossip, an object of desire for the jet-set, drawing journalists and photographers from around the world. Before the celebrity, before the movie star, above all, George Clooney for Magic Lake is a friend to whom the magazine is sincerely attached to; he's a generous person of character who obviously does his job well. He's always in the limelight, true, but ours is a different story. Yes, we came to know a more personal aspect George Clooney, when, together, we managed the Darfur initiative. Today (when the magazine is at the printers Clooney's wedding still hasn't taken place but he will while you're leafing through these pages) the most illustrious citizen of Laglio is to be married to Amal. For those holding the fall issue of Magic Lake in their hands
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can participate in a game, a sort of spot the error. It should be fun to see whether all the previews, anticipations, rumors, 'inside' information coming from 'reliable' sources were in fact true. The September 27 as the wedding day, 13th-century Cà' Farsetti in Venice as the place, and Walter Veltroni as the marriage officiant were revealed by US Weekly and Daily Mail. Ceremony expenses would be met by the bride's parents, Ramzi and Barbara Alamuddin, a retired professor of economics and journalist respectively. All paid for from the pre-nuptial celebration on Sep 26 at Hotel Cpriani, a 5-star hotel accessed only by boat, to the wedding lunch at Aman Canal Grande Hotel, a 7-star establishment with very few rooms (24 in all) that costs between €1,000 and €3,000 a night, inside Palazzo Papadopoli. Both hotels, off-limits to all but few, were declared fully-booked between Sep 25 and 29. Rumors would have us believe Andrea Bocelli
would sing at the wedding. Maid of honor was to be Tala, Clooney apparently chose Cindy Crawford's brother, Rande Gerber, as best man. Number of guests was cut down to under 60 among them Matt Damon and wife but until a few days before the wedding attendance of Angelina Jolie and Brad Pitt was not certain. Today, as mentioned, the fun side is to see how many of these predictions came true. Magic Lake would like to thank and offer their best wishes to Mr Clooney remembering the evening of Sep 4, 2008 at Menaggio & Cadenabbia Golf Club when the charity event, "A drop of lake for Darfur' took place to support Clooney's hard work to help the people of Darfur torn apart by war where human rights do not exist with little prospect of life worth living. The Hollywood star, together with other friends, is in fact the founder of the association, Not On Our Watch, that's been working for years to support this province in West Sudan. At the same charity evening Amici di Como gave Clooney an honorary membership to the association. The event at Menaggio & Cadenabbia Golf Club was an informal evening among old friends where Clooney relaxed and had fun too, a very different picture from the clichéd behavior of celebrities. Here's how Elisabetta Comerio reported the evening in Magic Lake: "Mr Clooney arrived at 20.30 being polite, likeable and chatting with everyone present. At that moment, all apprehension disappeared, the serious business of the evening could begin. A down to earth, attentive, kind, smartly dressed person with his characteristic smile, sunny and intriguing Clooney had the attention of 160 guests. He left behind the glittery world of show business, the ostentation of Hollywood, his stature as an A-list celebrity, puttinh himself at the disposal of 'Amici' for this important humanitarian cause. Daniele Brunati, the editor of Magic Lake and representative of the organizing committee (he attended despite an arm in cast and crutches) was there at the presentation of the event becoming the receiving end of jokes and gags improvised by Clooney. As a symbol of sharing a common project, A drop of lake for Darfur, Rosaria Casali awarded Clooney an honorary presidency to ratify this common commitment to help the people of Darfur. The evening pleasantly continued in an atmosphere of reciprocal friendship and cordiality. Clooney was thoroughly satisfied with what the evening had achieved and had a good time too, dancing till late night. With this memory, preserved beyond the pages of the magazine, we would like to offer our best wishes and congratulate the newly-weds. George Clooney is not only a testimonial, a face, but a man with whom we have shared a project we believe in, he has always acted with awareness and no clamor regarding the initiative. As we said, he's a friend and a person of character.
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GEORGE E GLI AMICI Tutte le immagini in esclusiva della serata al Menaggio & Cadenabbia Golf Club GEORGE E GLIGEORGE AMICI E GLI AMICI Tutte le immaginiTutte le immagini in esclusiva dellainserata esclusiva della serata al Menaggio & Cadenabbia al Menaggio & Cadenabbia Golf Club Golf Club
Nelle foto, gli ospiti del Charity Dinner al Menaggio & Cadenabbia Golf Club In the photos, the guests of the Charity Dinner at Menaggio & Cadenabbia Golf Club
EVENTI
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Testo Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni
Testo Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni
Per una sera George Clooney è stato ospite, padrone di casa, anfitrione, invitato. Ma sempre protagonista assoluto e ricercatissimo. Lui, il mito dei miti, la star delle star, il simbolo di Hollywood, è stato un Amico a 360°. Un sorriso, una battuta, uno sguardo di quelli che solo lui sa fare, un accenno di danza, un brindisi in compagnia: questo è stato il nuovo “Amico di Como” per i pochi fortunati che lo hanno visto all’opera quella sera al Golf Club di Menaggio & Cadenabbia. Chi si aspettava una persona riservata e inavvicinabile ha avuto modo di ospiricrePer una sera George Clooney è stato dersi: quelledi ore in invitato. compagnia te, padrone casa,trascorse anfitrione, di amici hanno riflesso assoluto un’immagine di Ma sempre protagonista e ricerGeorge Clooney completamente catissimo. Lui, il mito dei miti, la stardiversa delle dagliil stereotipi qualche volta lo un acstar, simbolo diche Hollywood, è stato compagnano. È stato simpatico e cortese, Amico a 360°. Un sorriso, una battuta, uno giocherellone e che disponibile, sguardo di quelli solo lui saentusiasta fare, un ac-e propositivo. Ha apprezzato il vino bianco cenno di danza, un brindisi in compagnia: che gli hanno (lui“Amico che, notoriamenquesto è statoservito il nuovo di Como” te, ama solo i rossi ache tavola), ha gradito per i pochi fortunati lo hanno visto al-la cucina equella i dolci, è stato protagonista di un l’opera sera al Golf Club di Menagsimpatico siparietto con il coordinatore di gio & Cadenabbia. Amici Como, Daniele Brunati, ha ballato Chi si diaspettava una persona riservata diverse ore quasi senzamodo fermarsi eper inavvicinabile ha avuto di mai. ricreNon88 siquelle è fattoore mancare niente e niente ha dersi: trascorse in compagnia fatto mancare suo pubblico che lo di ha di amici hannoalriflesso un’immagine eletto, ancora di più, a proprio beniamino. George Clooney completamente diversa Un inedito George dagli stereotipi che Clooney, qualche che voltahaloconacquistato davvero tutti.simpatico e cortese, compagnano. È stato La sensazione,einsomma, è stata quella di giocherellone disponibile, entusiasta e trovarsi in compagnia noniltanto dell’atpropositivo. Ha apprezzato vino bianco toregli hollywoodiano più che, ricercato, ma del che hanno servito (lui notoriamensimpatico amico mette alte, ama solo i rossidiafamiglia tavola), che ha gradito la legria eevivacizza la serata. cucina i dolci, è stato protagonista di un E che finosiparietto all’ultimocon si èil “concesso senza simpatico coordinatore di freni”:dilaComo, serata Daniele si è chiusa solo quando se Amici Brunati, ha ballato ne èdiverse andatoore a notte per quasifonda. senza fermarsi mai. Non si è fatto mancare niente e niente ha fatto mancare al suo pubblico che lo ha eletto, ancora di più, a proprio beniamino. Un inedito George Clooney, che ha conquistato davvero tutti.
Testo Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni
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George and the Amici All the images of the exclusive evening at the Menaggio & Cadenabbia Golf Club
Sotto, da sinistra, Elena Massari, Elisabetta Comerio, Maria Formigoni, George Clooney, Rosaria Casali,Luca Bernardi e Nadia Baba. In basso, Marc Clark, Sylvie Petazzi, Luca Bernardi, Maria Luigia Faggian, Celestino Petazzi, Rosaria Casali, Vittorio Roncoroni, Elena Massari e Gennara Faggian
Sotto Maria Luigia Faggian o “Sapori di Terra Sapori di Lago” ney. In basso, da sinistra, Daniele Brunati, Claudio Quarta, George e gli amici Waldo e Giovanni
A sinistra, George con gli amici Waldo e Sam. Sotto una delle magliette autografate da Clooney. In basso l’associato Eclectica
elow, Maria Luigia Faggian giving Mr Clooney. Bottom left, Brunati, udio Quarta, George and Giovanni
Left, George and his friends Waldo and Sam. Below a Clooney’s autographed t-shirt and the Eclectica associate
Golf Club Vittorio Roncoroni then wished to his fraternal friend Clooney personally for sence and commitment, and at the same sk him not to leave Lake Como. e replied with a smile and a nod of agreewhich meant much more than any words. ey personally signed t-shirts on offer to at the end of the dinner; the first was ased by new ‘Amici di Como’ member ca, a company specialising in devising nning grandiose events, which snapped precious ‘designer’ souvenir with a generer and paved the way for other donations. essert buffet was served outside the Club between dances and toasts. arty went on all evening in that same atmoe of cordiality and friendship that marked ole event. e stayed on in this informal atmosphere g with ‘his friends’ into the small hours. ty Transport’s excellent security arrangeenabled the event to go off perfectly. rganising committee’s prerogative was 40 ork: the availability of Vittorio Roncoroni s wife Maria Luigia was crucial; the comnt of Celestino Petazzi and his wife Sylvie COMOREVIEW
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THE EVENING At Menaggio - Cadenabbia Golf Club on 4th September the atmosphere was friendly, quite laidback and informal, as envisaged by the Promotion Committee, T.B.M. Service & C., Menaggio and Cadenabbia Golf Club, Petazzi Costruzioni and the magazineMaria Magic Lake. drea Ferrari, Formigoni and Silvia But for the event to go off perfectly one ingredient
Galli.
Top, left to right, Elena Massari, Elisabetta
eorge
dal cesellatore Virginio Consonni, capolino nel soggiorno di George.
f alle , preocansenti, nibile anno oteva
sera George Clooney è stato ospione di casa, anfitrione, invitato. pre protagonista assoluto e ricero. Lui, il mito dei miti, la star delle a da e, ma mbolo di Hollywood, è stato un dibile solaUn sorriso, una battuta, uno ei360°. 160 rta lo i di Hol-quelli che solo lui sa fare, un acssere iggio) danza, un brindisi in compagnia: dosi a è stato il nuovo “Amico di Como” ditore chi e del fortunati che lo hanno visto aldediquella sera al Golf Club di Menagcoinarietti eorge denabbia. to da aspettava una persona riservata omo”, a cacinabile ha avuto modo di ricrencise uelle ore trascorse in compagnia hanno riflesso un’immagine di Clooney completamente diversa ereotipi che qualche volta lo acnano. È stato simpatico e cortese, ellone e disponibile, entusiasta e ivo. Ha apprezzato il vino bianco anno servito (lui che, notoriamensolo i rossi a tavola), ha gradito la i dolci, è stato protagonista di un o siparietto con il coordinatore di Como, Daniele Brunati, ha ballato rse ore quasi senza fermarsi mai. fatto mancare niente e niente ha ancare al suo pubblico che lo ha ncora di più, a proprio beniamino. ito George Clooney, che ha condavvero tutti. zione, insomma, è stata quella di in compagnia non tanto dell’atlywoodiano più ricercato, ma del o amico di famiglia che mette alvivacizza la serata. no all’ultimo si è “concesso senza serata si è chiusa solo quando se ato a notte fonda.
Per la condivisione di un progetto p te, da concretizzare nei prossimi a Casali ha consegnato poi a Georg testato di presidente onorario di “U lago per il Darfur”. Questo gesto ha boleggiare e sancire l’impegno re comitato organizzatore e di Mr Cloo
George ha inoltre ricevuto da due sociate ad Amici di Como, un cest tipici del territorio, confezionato da Sapori di Terra - Sapori di Lago, oltr fezione di vini offerta dall’imprendito re vitivinicolo Claudio Quarta - Mag
Il Comitato organizzatore ha volut re a George, un “album virtuale”, r Mauro Cozza e Giuliano Piccolo, ch l’anima della nostra terra, fatta di te di tramonti mozzafiato, di sguardi gente, di immagini delle nostre trad Inoltre, per esprimere e sintetizzare gio e i valori di questa serata, è sta da Maurizio Camponovo un breve sequenze girate in riva al Lago di C gnato da Sylvie Petazzi a Mr Cloone Protagonista poi il documentario s mato George e Nick Clooney, dal t ney to Darfur”. Lo stesso illustre ospite ha poi vo re la parola per sottolineare il bisog
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Sotto, da sinistra, Elena Massari, Elisabetta Comerio, Maria Formigoni, George Clooney, Rosaria Casali,Luca Bernardi e Nadia Baba. In basso, Marc Clark, Sylvie Petazzi, Luca Bernardi, Maria Luigia Faggian, Celestino Petazzi, Rosaria Casali, Vittorio Roncoroni, Elena Massari e Gennara Faggian
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of the Golf Club Vittorio Roncoroni then wished to thank his fraternal friend Clooney personally for his presence and commitment, and at the same
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ARIANNA ERRIGO
UNA RAGAZZA D’ORO di Marina Moretti foto Archivio Enrico Levrini, foto Bizzi/FederScherma
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Sopra, Arianna Errigo durante una dimostrazione; nella pagina precedente, con la medaglia d'oro ai Campionati Mondiali di Kazan
Gli ori non le hanno dato alla testa. Incontrare oggi Arianna Errigo è ritrovare quella ragazzina che ogni giorno entrava nella palestra di via dei Partigiani e per ore e ore lavorava in pedana. Tenacemente. Con semplicità. Ancora non sapeva quello che il futuro le avrebbe riservato. Quattro volte al primo posto nella classifica generale di Coppa del Mondo, medaglia d’oro ai Mondiali di Budapest (2013) e Kazan (2014), oro a squadre alle Olimpiadi di Londra (2012). Una vita dedicata alla scherma nell’ambito della storica Società Comense. «Mi sento comasca – esordisce – a Como sono cresciuta come donna e come atleta, spesso torno ancora alla palestra Negretti per allenarmi o per fare qualche tiro con gli atleti più piccoli». Per loro sei un simbolo da imitare… «Mi fa piacere ricevere i complimenti, ma è soprattutto una grossa responsabilità, lo sport deve dare un buon esempio». C’è più soddisfazione in un oro olimpico o mondiale?
Above, Arianna Errigo during a demonstration; on the previous page, with the gold medal at the World Championships in Kazan
«Non c’è dubbio, l’oro olimpico. E’ sempre stato il mio sogno vincere un’olimpiade individuale. A Londra sono arrivata così vicino… ora riproverò a Rio nel 2016». Come hai capito che la scherma era la tua vita? «A quattordici anni ho iniziato a fare qualche gara a buon livello, ma la svolta è arrivata quando sono entrata nella categoria assoluta a vent’anni. Sono partita al 117esimo posto e a fine stagione ero prima in classifica generale (ndr: anno 2008-2009). Lì ho realizzato che potevo farcela». Monzese di nascita, come sei arrivata a Como? «Volevo cambiare società e sono approdata alla Ginnastica Comense per lavorare con il maestro Giovanni Bortolaso. Un sodalizio durato 10 anni, i dieci anni cruciali della mia vita. Ora sono iscritta alla nuova Comense Scherma». Non hai mai lasciato la società anche quando si è trovata in grave difficoltà…
«La Comense è stata tutto per me…una seconda casa». Una vita di sacrifici? «I primi anni vivevo a Monza e ogni giorno venivo a Como per gli allenamenti, ho due genitori fantastici che mi hanno sempre sostenuto e accompagnato. Poi ho trovato casa e per qualche anno ho vissuto proprio da comasca». Come ti sei trovata? «Benissimo. Anche se da due anni mi alleno a Frascati, ma non vedo l’ora di tornare a Como per vedere gli amici e salire con i compagni sulla storica pedana di via Negretti. Un gruppo di comaschi viene sempre alle mie gare. So che Como per me è sempre presente». Cos’altro c’è nel futuro di Arianna Errigo? «Lo studio, mi sono iscritta all’Università al corso di Tecniche ortopediche. Sto pensando al mio futuro, voglio avere delle alternative per quando smetterò di gareggiare». E tornare a vivere a Como? «Perché no?!»
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Il Dream Team medaglia d'oro a squadre ai Mondiali: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Martina Batini, Valentina Vezzali The Dream Team gold medal at the World Cup: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Martina Batini, Valentina Vezzali
ARIANNA ERRIGO A GOLD GIRL She didn't change after the gold medals she got. When you meet Arianna Errigo you see that she didn't change from the time when she entered the gym in via Partigiani. At that time she did't know about her future. 4 times first in the World Championship, gold medal in the World Championship of Budapest (2013) and Kazan (2014), gold with the team at the Olympics in London (2012). «I feel I am from Como - she said - I grew up in Como as a woman and as a athlete, I often come back to the gym Negretti to practise or to stay with the youngrst athlets». For them you are a symbol to follow... «I am happy they like me, but it is a great responsability». Are you more satisfied with an Olympic gold medal or with a World Championship
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gold medal? «An Olympic gold medal. It has always been my dream. In London I was so close to it...now I will try again in Rio». How did you understand that fencing was your life? «When I was 14 years old I started to compete at high level, but when the big step was when I started to be in the ranking. I was 117 and at the end of the season I was first (2008-2009)». You were born in Monza, how did you come to Como? «I arrived at Ginnastica Comense to work with the master Giovanni Bortolaso. We worked together for 10 years, 10 important years for my life. Now I am in the new club, Comense Scherma». You never left the club also when it was fa-
cing great difficulties... «Comense was everything for me...a second home». Was it hard for you? «The first years I lived in Monza and everyday I came to Como for practising. Then I had a house in Como and for some years I lived as a citizens of Como». How was it? «It was beautiful. Now I live in Frascati, but I can't wait to come to Como. A group of people from Como always come to the games. Como is always with me». What is there in the future of Arianna Errigo? «My degree. I want to have some options when I stop to play». And maybe you come back to Como? «Why not?!»
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The European House - Ambrosetti
DA 40 ANNI L’AGENDA DELL’UMANITA’ di Daniele Brunati, R. C. foto Archivio The European House - Ambrosetti, Piero Vasconi
#1 Incontro con Alfredo Ambrosetti Economisti, imprenditori e politici si sono ritrovati a Villa d’Este, a Cernobbio, dal 5 al 7 settembre per la 40a edizione del Forum Ambrosetti dal titolo "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive". Era presente anche Magic Lake che ha avuto il privilegio di incontrare Alfredo Ambrosetti, fondatore di The European House - Ambrosetti che da quarant’anni organizza l’incontro. Un incontro la cui fama è indissolubilmente legata al nome di Villa d’Este e di Cernobbio e quindi alla famiglia Fontana. “Momento importante per il Forum Ambrosetti è stata l’amicizia con Loris Fontana, lo abbiamo conosciuto tanti anni fa e ne abbiamo una gran-
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dissima stima”. Quello che si nota nelle sale di Villa d’Este è la familiarità di questo ambiente, al Forum non c’è mai quella polemica stretta e aggressiva che si avverte altrove. E’ stato difficile riuscire a creare questa atmosfera? «Questa è sempre stata una delle nostre caratteristiche distintive. Io ho ricevuto, a suo tempo, una bellissima lettera da Luciano Lama che aveva partecipato a uno dei nostri incontri. E anche se in quel momento c’erano dei dibattiti molto franchi e accesi fra lui, Romiti e altri.., mi scrisse che noi eravamo stati gli unici a permettere a parti contrapposte di esprimersi in libertà e di
creare quindi dialoghi costruttivi». Se Alfredo Ambrosetti dovesse definire il Forum Ambrosetti come lo definirebbe? «L’incontro che raggruppa come relatori, ma anche come partecipanti, persone di altissimo livello. Anche i partecipanti sono tutti esponenti dell’alta direzione. Questa è una delle regole del Forum, non ammettere persone che non siano di alta direzione. Grazie a questa interazione, con un programma incentrato su temi di grande attualità, si creano delle definizioni di una realtà che aggiorna quello scenario che ognuno ha inevitabilmente nella sua testa e nel suo ambito di riferimento. Quindi questo crea
In this page and in the next Heads of state, top representatives of European institutions, cabinet ministers, Nobel laureates, businessmen, managers and experts from around the world who partecipated in the Forum Ambrosetti, Villa D'Este, Lago di Como
In questa pagina e nelle succesive, i Capi di Stato e di Governo, massimi rappresentanti delle istituzioni europee, Ministri, premi Nobel, imprenditori, manager ed esperti di tutto il mondo presenti al Forum Ambrosetti, Villa D'Este, Lago di Como
un arricchimento che poi si trasmette in utilità nell’operato quotidiano sia degli imprenditori sia degli economisti sia degli altri esperti». E’ stato così fin da sempre? «Ricordo che alla prima edizione del Forum Ambrosetti, nel luglio del 1975, alla sera Nino Andreatta, che era uno dei protagonisti di quei primi anni, venne da me e mi disse, lui che non era certo un campione di umiltà: “Devo confessare una cosa, non ho mai imparato tanto come in questi tre giorni”. Perché il Forum elabora uno scenario complessivo: il primo giorno lo scenario del mondo, il secondo dell’Europa, il terzo dell’Italia alla luce degli scenari mondiali
ed europei». Al Forum Ambrosetti convivono imprenditoria e politica. Due mondi sicuramente difficili da mettere insieme perché portatori di posizioni contrastanti. E’ questo il bello del Forum? «E’ una delle scelte di base quella di coinvolgere gli imprenditori. E al Forum vengono gli imprenditori più importanti del Paese a dibattere con gli interlocutori politici, i membri del governo e dell’opposizione, per creare quindi un dialogo che cerca di dare alla fine un risultato». Quanto è stato importante il rapporto con l’ambasciatore Sergio Romano?
«È un rapporto che dura da tanti anni, con grande stima da parte nostra. Ora avendo celebrato il 40esimo, gli abbiamo affidato il compito di scrivere tutta la storia di questi 40 anni nel mondo in modo da fare un parallelo con il 40esimo del Forum Ambrosetti». Un'ultima domanda un po’ personale. Quanto è contata in tutti questi anni la vicinanza di sua moglie Lella? «Mia moglie io la chiamo - mi scusi l’enfasi - la moglie magica, la mamma magica, la nonna magica. Abbiamo quattro nipotine tutte femmine, al mio fianco è stata una persona dal valore indescrivibile».
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#2 Incontro con Valerio De Molli A conclusione del Forum Ambrosetti, incontriamo nei saloni di Villa d’Este Valerio De Molli, a.d. di The European House – Ambrosetti, che risulta tra i migliori think tank privati a livello mondiale. È l’unica società italiana presente in questa classifica che raccoglie a livello internazionale società di analisi economica, politica e strategica. Più nello specifico, The European House - Ambrosetti è il primo think tank italiano riconosciuto, il quarto europeo e sedicesimo al mondo. Valerio De Molli si presenta sempre pieno di energia e la prima domanda viene spontanea. Terminato il Forum, ora finalmente si rilasserà? «No, non ancora, la prima intervista è con voi di Magic Lake, poi mi aspettano la Rai e la Cbnc» Come si configura il rapporto del Forum Am-
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brosetti con la città di Como? «Non c’è nessun rapporto particolare, noi siamo andati avanti per la nostra strada con la missione di offrire alla classe dirigente dell’Italia, dell’Europa e del mondo un’opportunità di incontro qualificata, seria e apartitica sui temi chiave dell’agenda dell’umanità, dei governi e delle imprese. Ed è questo un tipo di missione che prescinde dal territorio che lo ospita. Questo incontro potrei organizzarlo a Varese, a Ginevra, ovunque. Noi stiamo costruendo un percorso di grande crescita internazionale. Fra quattro settimane avremo un altro Forum sul rapporto Europa - Africa in Sudafrica, ogni anno a Bruxelles facciamo un grande raduno sulla competitività dei Paesi…quindi il nostro lavoro prescinde dall’insediamento. Ma non è un problema di Como, è un problema del sistema
italiano. La Svizzera, ad esempio, per Davos mobilita risorse importanti, nell’ordine di qualche decina di milioni di franchi svizzeri. Ma, come ho detto, questo non è un problema legato alla città di Como, ma a un modo di fare di questo Paese dove si tende più a gettare fango e a screditare che non a fare squadra. Detto questo, qui noi stiamo bene, ho rinunciato a richieste multimilionarie di spostare l’iniziativa altrove, siamo stati corteggiati da molti Paesi confinati, dalla Svizzera, dalla Francia, dalla Slovenia, dal Principato di Monaco e da altre città d’Italia, non ultima Varese, la città dove io risiedo. Però riteniamo che ogni iniziativa abbia le sue radici e le sue motivazioni, quindi non penseremmo di muoverci, sempre che rimanga la chemistry positiva fra struttura alberghiera, territorio e il nostro team».
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Al termine di tre giorni così intensi e così stressanti, che soddisfazione si prova? «Provo grande orgoglio e ammirazione per tutta la mia squadra perché tutto questo avviene grazie a loro. Lavoriamo bene insieme, un po’ per tradizione e un po’ per la capacità di scegliere le persone giuste, un po’ per la motivazione che le anima. La cosa che più mi soddisfa è vedere il grande orgoglio e passione che ciascuno mette. Questa è la cosa più bella, poi certo c’è la soddisfazione dei clienti, tutto sta in piedi alla fine perché c’è qualcuno che è disposto a pagare per i valori trasmessi». Cosa sta dietro le quinte di un Forum che ha sempre un grande spazio nel panorama internazionale? «Guardi, noi dopodomani mattina abbiamo la prima riunione post evento, un momento chiave per capitalizzare lo sforzo di quest’anno e pianificare l’edizione 2015, dal 4 al 6 settembre. Già oggi
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abbiamo le conferme che verranno membri di governo e capi di Stato di diversi Paesi. Sappiamo anche chi fra le personalità internazionali importanti verrà nel 2016. Quindi è una ruota che gira e che continuamente guarda avanti. Il nostro impegno è grande, al momento del Forum noi abbiamo qui 80 nostre persone nei vari ruoli, senza contare i 15 dell’agenzia che ci affianca e i 150 uomini del corpo di sicurezza di Como che ci segue in modo impeccabile. Noi facciamo eventi ovunque nel mondo, ma la qualità delle persone che troviamo qui, sia a livello dell’ospitalità che a livello del sistema di sicurezza non ha pari». La prossima edizione si colloca nel cuore dell’Expo. Avete qualche tema che riguarda l’esposizione universale oppure questo evento noi influisce sul vostro programma? «La missione dell’Expo sarà ‘Nutrire il pianeta energia per la vita’. Nel settembre 2015 certamente toccheremo l’argomento, sarà uno dei
12 moduli su cui costruiremo i topics dell’anno prossimo. Però sarà solo un dodicesimo del programma». La nostra associazione “Amici di Como” è formata da 114 aziende e dalla più piccola alla più grande abbiamo sposato la filosofia del mecenatismo. In una sua intervista lei parlava di imprenditorialità diffusa, di investire sulla cultura perché può produrre valori e occupazione. Noi stiamo lavorando su un’opera di Daniel Libeskind che ci regalerà il progetto esecutivo. Sarà un monumento ad Alessandro Volta che vogliamo collocare sulla diga nel primo bacino del lago. Nella sua ottica, lei ritiene che la nostra sia la strada giusta? «Ogni territorio che abbia ambizione di sviluppo ha un’opera iconica, un oggetto iconico. Il monumento potrebbe diventare un nuovo simbolo per Como».
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#1 Interview with Alfredo Ambrosetti Economists, entrepreneurs and politicians met at the Grand Hotel Villa d’Este in Cernobbio September 5, 6 and 7 2014 for the 40th edition of Forum Ambrosetti entitled “Lo scenario di oggi e di domain per le strategie competitive”. Magic Lake was present and had the privilege to meet Alfredo Ambrosetti, founder of The European House – Ambrosetti, which organizes the meeting for 40 years. A meeting whose fame is indissolubly tied to the name of Villa d’Este and Cernobbio and therefore to the family Fontana. «An important moment for the Forum Ambrosetti has been the friendship with Loris Fontana, we met him many years ago and we have a high regard for him». What you notice when you are in the rooms of Villa d’Este is the familiarity, at the Forum you never hear of an aggressive debate, that you can find somewhere else. Was it difficult to create this kind of atmosphere? «This has always been one of our distinctive characteristics. I received once a beautiful letter from Luciano Lama, he took part at one of our meetings. Even though at that time there were some direct and high pitched debates among him, Romiti and others…, we wrote me that we were the only ones who allow people of opposing ideas freely express themselves and create therefore constructive dialogues». Should Alfredo Ambrosetti define the Forum Ambrosetti, how would you define it? «The meeting that gathers as speakers, but also as participants, people of very high-level. Even the participants have very important positions. This is one of the rules of the Forum, to avoid people who haven’t important positions. Thanks to this interaction, with a program focused on actual topics, definitions of a reality that updates the scenery everybody has inevitably in his mind and in his circle of reference. This represents an enrichment that is then transmitted in the everyday work both for economists and for other experts». Was it always so? «I remember the first edition of the Forum Ambrosetti, in July 1975, in the evening Nino Andreatta, who was one of the protagonists of those years, came to me and told me, actually he wasn’t known to be a modest person: “I have to say that I never learned as much as I did in these three days”. Because the Forum elaborates a general scenery: the first day on the world, the second Europe, the third Italy considering the international and European sceneries». At the Forum Ambrosetti enterprise and politics coexist. Two difficult worlds to put together because they carry conflicting positions. Is it the characteristic of the Forum?
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«One of the main choices is to involve the entrepreneurs. At the Forum the most important entrepreneurs of Italy come and debate with politicians, the members of the government and the opposition, to create a constructive dialogue». Was it important the relationship with the ambassador Sergio Romano? «It is a relationship that lasted for years, we have a high regard for him. We celebrated 40 years so we gave him the commitment to write the entire history of these 40 years in the world, so we can make a parallel with the 40th anniversary of the Forum Ambrosetti». The last question is a bit personal. Can you tell us the importance of the presence of your wife Lella? «I call my wife – excuse me the emphasis – a magic wife, a magic mother, a magic grandmother. We have four grandchildren, all girls, by my side she has been a person of indescribable value».
#2 Interview with Valerio De Molli At the end of the Forum Ambrosetti, we meet in the rooms of the Grand Hotel Villa d’Este Valerio De Molli, M.D. of the European House – Ambrosetti, which is considered one of the best international think tank. It is the only Italian company present in this classification that gathers companies of economic, politics and strategic analysis at international level. To be precise, The European House – Ambrosetti is the first official Italian think tank, the fourth in Europe and the sixteenth in the world. Valerio De Molli comes full of energy and the first question comes spontaneous. Once you finish the Forum, will you take a rest? «No, not yet, the first interview is with you of Magic Lake, then Rai and Cnn are waiting for me». How is the relationship of the Forum Ambrosetti with the city of Como? «There is not a particular relationship, our goal is to follow our mission, to offer an opportunity of a qualified, serious and non-party meeting on topics of humanity, governments and enterprises for the ruling class of Italy, of Europe and of the world. This type of mission that is independent from the territory where the meeting is held, it could be held in Varese, Geneva, anywhere. We are building a path of international growth. In four weeks we are having another Forum on the relationship Europe – Africa in South Africa, every year in Bruxelles we meet to talk about the competitiveness of the countries…so our work is independent from the place where we are. The problem is not Como, the problem is the Italian system. Switzerland, for example, for Davos allocates important resources, some dozen million Swiss francs. But, as I said, this problem is not linked to the city of Como, but to
an Italian attitude, where it is easier to mudsling and discredit rather than to work as a team. After that, we are well here, I refused multimillionaire requests to move the meeting elsewhere, in neighboring countries, Switzerland, France, Slovenia, Monaco and also in other Italian cities, the last one is Varese, the city where I live. However we believe that every initiative has its roots and its motivations, therefore we would not think about moving, should we always keep the positive chemistry among the hotel, the territory and our team». At the end of three intense and stressful days, are you satisfied? «I am proud and I admire my team because everything happens thanks to them. We work well together, for the tradition, for selecting the right persons and for the motivation they share. The most important thing for me is to see the pride and the passion of everyone. This is the most beautiful thing and then the satisfaction of the clients, everything goes well because there is always someone ready to pay for the transmitted values». What is it behind the scenes of a Forum that always has a great importance at international level? «Well, the day after tomorrow, in the morning we have the first meeting after the event, a key moment post event, a key moment to capitalize I effort of this year and to plan the edition 2015, September 4,5 and 6. Today we have already the confirmations that will come members of government and heads of state of different Countries. We also know who among the important international personalities will come in 2016. It is a wheel that turns and that continually looks ahead. Our commitment is great, during the Forum we have here 80 people of our staff in the different roles, without counting the 15 people of the agency that works with you and 150 men of the security of Como, who follow us in an impeccable way. We organize events all over the world, but the quality of the people we find here, both for the hospitality and for the security system is incomparable». The next edition is held in the heart of the Expo. Do you have some topics regarding the universal fair or this event doesn’t influence your program? «The mission of the Expo will be 'to Feed the planet energy for life.' In September 2015 we will certainly talk of the topic, it will be one of the 12 forms on which we will build the topics of next year. However it will be just a twelfth of the program». Our association "Amici di Como" is made of 114 companies and from the smallest to the biggest we follow the philosophy of patronage. In an interview you spoke of investing in culture, because it can create values and jobs. We are working on a work of art of Daniel Libeskind who will give us the executive project. It will be a monument dedicated to Alessandro Volta we would position on the dyke of the first basin of Lake Como. In your opinion, is it the right road to follow? «Every territory that has an ambition of development has an iconic work of art, an iconic object. The monument could become a new symbol for Como».
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SPORT
SPECIAL OLYMPICS Palestra di vita INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE
di Daniele Brunati, R. C. foto Archivio S. O. Una gioia europea, che ha unito diverse bandiere e colori sotto lo stesso riflettore. Dal 13 al 21 settembre in Belgio, ad Anversa, si sono svolti i Giochi Europei Special Olympics a cui la delegazione italiana ha partecipato con 46 atleti e un palmares di grande soddisfazione: 13 medaglie d’oro, 27 d’argento e 16 di bronzo. Tutti uniti per celebrare lo sport nella sua più completa accezione e per i valori che trasmette. Perché parlare degli atleti Special Olympics significa evidenziare l’importanza dello sport come mezzo per la piena integrazione delle persone con disabilità intellettiva nella società. Ed è stata per Magic Lake una grande gioia incontrare una persona come Lella Ambrosetti, membro del Comitato Italiano Special Olympics, presente al Forum Ambrosetti a Cernobbio. Qual è la sua mission? «Special Olympics è un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento socia-
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le e di gratificazione. Può essere palestra di vita che offre agli atleti Special Olympics la possibilità di valorizzare le loro diverse abilità e di spenderle produttivamente nella società. Si tratta di un messaggio di grande speranza rivolto a milioni di persone, ai loro familiari ed alla comunità tutta». Cosa la differenzia dalle altre associazioni? «Rispetto alle altre organizzazioni sportive, Special Olympics, ovunque nel mondo e ad ogni livello (locale, nazionale ed internazionale), è un programma educativo che propone ed organizza allenamenti ed eventi per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità. Durante le manifestazioni sportive ogni atleta, sulla base di regolamenti internazionali continuamente testati ed aggiornati, viene premiato secondo le proprie abilità. Lo scopo dell’organizzazione è quello di dare a tutti le stesse opportunità. Special Olympics coniuga due aspetti della nostra vita: lo sport e il sociale». Quali sono i progetti in essere e quali quelli futuri?
«Come già accennato, si sono appena positivamente conclusi i Giochi Europei di Anversa a cui hanno partecipato 58 delegazioni provenienti da Europa-Eurasia con più di 2000 atleti impegnati in 11 discipline sportive. Seguiranno poi nel corso dell’anno eventi di carattere locale, regionale e nazionale. I due eventi che coinvolgono tutta l’Europa, European Basketball e Football Week, organizzati rispettivamente con la Euroleague e con la Uefa. Fino ad arrivare ai prossimi Mondiali che si terranno a luglio 2015 a Los Angeles dove i presidenti onorari dei Giochi saranno Michelle e Barack Obama. Inoltre, ci sono i programmi sempre in essere in Special Olympics, in particolare il Progetto Unified (*) e il Progetto Young Athletes (**)». Qual è il legame con The European House Ambrosetti? «Verso la fine degli anni ’90, mi trovavo con mio marito a Tel Aviv per un convegno sulla pace nel mondo, organizzato dall’allora primo ministro israeliano Shimon Peres. In quell’occasione ebbi modo di conoscere il presidente mondiale di Special Olympics Tim Shriver (figlio della fondatrice di Spe-
Nella foto, la Delegazione Italiana che ha partecipato agli Special Olympics European Summer Games In the photo, the Italian Delegation who participated in the Special Olympics European Summer Games
cial Olympics Eunice Kennedy, sorella di John F. Kennedy). Mi parlò a lungo di questo movimento e alla fine decisi di contattarne la sede italiana. Fui invitata a una competizione di ippica per atleti “speciali” a Napoli. Rimasi profondamente colpita dalla serietà e dall’impegno con cui questi ragazzi “speciali” gareggiavano: non si trattava solo di vincere una competizione sportiva, ma in gioco era la costruzione della propria vita: una vita fatta non solo di difficoltà, di impegno e di sacrifici, ma anche di soddisfazioni e realizzazione di sé: come tutti. Pensai che il Forum di Villa d’Este potesse essere un’ottima occasione per far conoscere e diffondere Special Olympics. Si è così creato un forte legame tra The European HouseAmbrosetti e Special Olympics, che dura tuttora. L’evento di Villa d’Este, che riunisce tantissime persone tutte molto importanti, costituisce un palcoscenico di grande prestigio per far conoscere Special Olympics e ricordarne le finalità; celebrare campioni “speciali” assieme a grandi campioni vincitori di importantissime competizioni internazionali; alimentare nei rappresentanti di
Special Olympics un sentimento di grande soddisfazione e di profonda motivazione; promuoverne il sostegno». Cosa si prova a lavorare con questi ragazzi? «All'inizio è come se fossero in un guscio che rende difficoltosa la comunicazione ma, una volta che vengono messi in un contesto favorevole e si offrono loro adeguate opportunità di formazione, allora si aprono ed emerge il talento. E’ questa la cosa bellissima, noi vediamo sbocciare questi ragazzi». Come selezionate gli atleti? «E’ un punto cruciale, Special Olympics si differenzia da tutte le altre strutture sportive perché noi non abbiamo al centro il raggiungimento della competizione pura, che è giusta nello sport normale. Noi invece utilizziamo lo sport come un mezzo educativo, per far emergere le potenzialità di ciascuno. E durante le gare i ragazzi sono suddivisi dai nostri tecnici secondo varie categorie, che non sono la A, la B o la C, ma categorie che rispecchiano le stesse potenzialità in modo che tutti i concorrenti abbiamo la possibilità di vincere».
Ci racconta un fatto particolare? «Ricordo un episodio capitato durante un’olimpiade nel South Carolina. Due atleti amici correvano i 100 metri. Poco prima dell’arrivo - erano primo e secondo - uno dei due ha inciampato ed è caduto. E sa cosa ha fatto l’altro? Si è fermato per aiutarlo a rialzarsi. Queste cose non si vedranno mai in una competizione normale. Noi siamo diversi per queste cose. L’amicizia ha avuto più valore della gara. Per noi la competizione è importante perché è uno stimolo notevole, ma non è l’obiettivo. L’obiettivo è la crescita di questi ragazzi per far emergere le loro potenzialità, le loro capacità e il loro talento». Come si sostiene Special Olympics? «Abbiamo una rete di centinaia di volontari. Abbiamo anche tanti contatti con le scuole per aiutare insegnanti e compagni di scuola a convivere con questi ragazzi. Noi abbiamo creato il cosiddetto sport integrato. Ad esempio ci sono squadre di calcio in cui i nostri ragazzi giocano con i loro compagni di scuola, in modo da imparare a convivere insieme. Così riusciamo a combattere anche gli atteggiamenti non adeguati»
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Sopra, a sinistra, delegazione di atleti in visita alla Ferrari; a destra, in occasione dell'80° compleanno di Giorgio Armani; sotto, a sinistra, Eunice Kennedy (seduta), fondatrice di Special Olympics, saluta la delegazione italiana tra cui Alessandro Palazzotti (Vice Presidente) e Alessandra Palazzotti (Direttrice, seconda da sinistra); a destra, i campioni Special Olympics con Lella Ambrosetti ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo i Giochi Olimpici di Shangai
An European joy, that united different flags and colors under the same reflector. From 13th to 21st September, the European Games Special Olympics were held in Belgium, in Antwerp and the Italian delegation participated with 46 athletes winning 13 gold medals, 27 silver medals and 16 bronze medals. All together to celebrate sport in its most complete meaning and for the values that it transmits. Speaking of the athletes Special Olympics means to stress the importance of the sport as mean for the full integration of people with intellectual disabilities in the society. For Magic Lake was a great joy to meet Lella Ambrosetti, member of the Italian Committee Special Olympics, present at the Forum Ambrosetti to Cernobbio. What is your mission? «Special Olympics is an international program of trainings and athletic competitions for people with intellectual disabilities. Sport, offering continuous opportunities to show courage and ability, becomes an effective tool of social recognition and gratification. It can be a life
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Above, left, delegation of athletes in view of the Ferrari; right, on the occasion of the 80th birthday of Giorgio Armani; below, left, Eunice Kennedy (seated), founder of Special Olympics, welcomed the Italian delegation including Alessandro Palazzotti (Vice President) and Alessandra Palazzotti (Director, second from left); right, the champions Special Olyimpics with Lella Ambrosetti received at the Quirinal by the President of Republic Giorgio Napolitano after the Olimpic Games in Shangai
gym that offers to the athletes Special Olympics the possibility to valorize their different abilities and to productively use them in the society. It is a message of great hope turned to millions of people, to their relatives and the entire community». What is the difference with other associations? «In comparison to the other sports organizations, Special Olympics, anywhere in the world and at any level (local, national and international), is an educational program that proposes and organizes trainings and events for people with intellectual disabilities and for any level of ability. During the sports events every athlete, on the base of international rules which are always tested and updated, got a prize according to his abilities. The purpose of the organization is to give the same opportunities to everybody. Special Olympics combines two aspects of our life: sport and social issues». What are the present projects and the future projects?
«It has just successfully completed the European games in Anversa which was attended by 58 delegations from Europe - Eurasia with more than 2,000 athletes competing in 11 sports. The Italian delegation will be composed of 46 athletes, 15 technicians and 2 delegates. Then during the year, there will be local, regional and national events. The two events that involve the entire Europe, European Basketball and Football Week, are respectively organized with Euroleague and with Uefa. Until the next World Cups held in July 2015 in Los Angeles, where the Honorary Presidents of the Games are Michelle and Barack Obama. Moreover, the regular programs in Special Olympics, particularly the Project Unified (*) and the Project Young Athletes (**) ». Why are you linked to The European House Ambrosetti? «At the end of the '90ies, I was with my husband in Tel Aviv for a conference on the peace in the world, organized by the former Prime Minister Shimon Peres. On that occasion I had
Sopra, a sinistra, atleti Special Olympics ospiti di una sessione di allenamento dell'Inter; a destra, Above, left, Special Olympics athletes guests to a training session of the Inter; right, the President Special Olympics Maurizio Romiti with Alessandra Palazzotti at Villa d'Este (The European Houseil Presidente Maurizio Romiti Special Olimpics Italia con Alessandra Palazzotti a Villa d'Este Ambrosetti Forum) with a delegation of Special Olimpycs Italy; below, to the left, the athletes to (Forum The European House-Ambrosetti) con una delegazione Special Olimpycs Italia; sotto, the Vatican by Papa Francesco; right, the President of the United States Barack Obama receives a a sinistra, gli atleti in Vaticano da Papa Francesco; a destra, il Presidente degli Stati Uniti Special Olympics athlete Barack Obama riceve un atleta Special Olympics
the opportunity to know the World President of Special Olympics Tim Shriver (son of the founder of Special Olympics Eunice Kennedy, sister of John F. Kennedy). He talked a lot with me about this association and I decided to contact the Italian seat. I was invited for a horse-racing for "special" athletes in Naples. I was deeply struck by the seriousness and by the dedication of these "special" athletes: it wasn’t just winning a sports competition, but also to get satisfactions in life: a life made not only of difficulties and sacrifices, but also of satisfactions and realization of yourself: as everybody. I thought that the Forum of Villa of Este could be a good occasion to let people know the Special Olympics. So we create a strong bond between The European House-Ambrosetti and Special Olympics, that still exists. The event of Villa d’Este, that gathers many important people, is a stage for Special Olympics and its finalities to celebrate "special" champions together with great champions of important international sports events and to support the
Special Olympics». How is it to work with these guys? «At the begining it is as if they were in a shell that makes it difficult to notice, but once they are placed in a favorable environment and provide them with adequate training opportunities, then open and emerging talent». How do you select the athletes? «It is a crucial point, Special Olympics differentiates from all the other sports facilities because we are not focus on the pure competition, that is correct in the normal sport. Instead we use the sport as an educational mean, to develop the potentialities of every athlete. During the competitions the guys are divided by our technicians according to the various categories, that are not A, B or C but categories that consider the same potentialities so that all the competitors have the possibility to win». Can you tell us of a particular episode? «I remember an episode which happened during the Olympic Games in South Carolina. Two athletes who were friends run 100 meters.
Shortly before arrival (they were the first and the second) one of the two stumbled and fell one of the two stumbled and then fell. Do you know what did the other athlete do? He stopped to help him. These things don’t happen in a normal competition. We are different in this way. Friendship is more important than a competition. For us the competition is important because it is a important stimulus, but it is not the goal. The goal is the growth of these guys to develop their potentialities, their abilities and their talent». How can people support the Special Olympics? «We have a net of hundreds of volunteers. We also have so many contacts with the schools to help teachers and schoolmates to stay with these guys. We have created the so-called integrated sport. There are for instance soccer teams in which our guys play with their schoolmates, in order to let them play and stay together. So we can try and fight the inappropriate attitudes».
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Sotto, Gian Marco Follini Below, Gian Marco Follini
Mamma, le mie vittorie sono tue Il desiderio di renderla partecipe di un momento magico. Il primo pensiero di Gian Marco Follini è rivolto alla mamma, scomparsa nel 2005. Sale sul podio visibilmente emozionato, lo sguardo attonito, ma allo stesso tempo la consapevolezza di aver compiuto un’impresa. Gian Marco ha vinto due medaglie d’oro, una a squadre, l’altra nel doppio maschile. Fa parte della delegazione Italiana, nella disciplina sportiva delle bocce, dei Giochi Europei Special Olympics 2014 che si stanno svolgendo ad Anversa, Belgio. Una vittoria importante da condividere con i suoi compagni: Mariangela Nori, Sara Mercenaro e Rosario Vella. Ma anche con la famiglia e con tutti coloro che, nel corso del tempo, gli sono stati vicini permettendogli di realizzare il suo sogno come ad esempio i Lions di Varese che lo hanno adottato come campione - indossare la divisa della nazionale italiana per rappresentare il proprio Paese ad una competizione internazionale. La perdita della madre ha rappresentato certamente un vuoto enorme, ma dal quale ha avuto la forza di rialzarsi e di vincere la sfida più grande: vivere da solo nella casa di sempre e raggiungere la sede di lavoro in totale autonomia. Oggi Gian Marco riceve anche i riconoscimenti sportivi, frutto di un importante progetto di crescita che intende portare avanti con la solita grinta e determinazione.
Thank you mom: my wins are dedicated to you The desire to involve her in a magic moment. The first thought of Gian Marco Follini is for his mom, who passed away in 2005. He was very excited on the podium, a surprised glance, but at the same time the awareness to have completed an enterprise. Gian Marco won two gold medals, one team medal, the other one in the men’s double. He is in the Italian Delegation, in the bowl game of the European Games Special Olympics 2014 in Antwerp, Belgium. An important win to celebrate with his team mates: Mariangela Nori, Sara Mercenaro and Rosario Vella. But also with his family and with all the people, who during the years, supported him to make his dream come true, that is to wear the jersey of the Italian national team to represent his country in an international competition. He lost his mom, leaving an enormous void, but he has the strength to rise again and to win the greatest challenge: to live by himself in the same house and to reach the job place in total autonomy. Today Gian Marco receives also the sports recognitions fruit of an important project of growth he wants tocarry on with his usual grim and determination.
(*) Lo “sport unificato” rappresenta uno straordinario mezzo per perseguire la “missione” del movimento. E’ rivolto alle scuole di ogni ordine e grado ed alle associazioni sportive anche non scolastiche. Riunisce nella medesima squadra atleti con e senza disabilità intellettiva, dando così l’opportunità a studenti e membri del corpo docente di conoscere e comprendere meglio le persone con disabilità intellettiva che possono così socializzare con il gruppo dei pari conseguendo soddisfacenti risultati, nel campo dell’autonomia, dell’autodeterminazione e dell’autostima.
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Inoltre, questo programma incoraggia gli alunni senza disabilità a sviluppare comportamenti virtuosi, diventando in questo contesto facilitatori del gioco dei compagni con disabilità intellettiva, con conseguente significativa diminuzione di comportamenti devianti, quali il bullismo. (**) “Young Athletes” è un programma di gioco e attività motoria per bambini con disabilità intellettiva dai 2 fino ai 7 anni. E’ rivolto alle scuole materne, al primo ciclo di scuole elementari ed ai gruppi di gioco. Può essere utilizzato an-
che assieme a bambini piccoli senza disabilità intellettiva. (*) The "Unified Sports" is an extraordinary means to pursue the "mission" of the movement. It is for schools of all levels and even non-school sports clubs. (**) "Young Athletes" is a program of physical activity for children with intellectual disabilities from 2 up to 7 years. It is for primary chools, at the primary schools and group plays. It can also be used with small children without intellectual disabilities.
Sotto, Leonardo Lancia ed Eleonora Santolina Below, Leonardo Lancia and Eleonora Santolina
L’amore di due atleti Special Olympics ai Giochi Europei di Anversa 2014 Uno sguardo intenso, un tenero abbraccio. La testimonianza di un amore sbocciato tre anni fa. Uniti dalla passione comune per la ginnastica artistica, Leonardo Lancia ed Eleonora Santolini si sono conosciuti durante i Giochi Nazionali Estivi Special Olympics Italia di La Spezia, nel 2011, e da allora non si sono mai più lasciati. Il destino che ha permesso loro di incontrarsi, li proietta, oggi, ad Anversa, Belgio, dove si stanno svolgendo gli Europei Special Olympics. Convocati dalle rispettive delegazioni per rappresentare la loro nazione ai Giochi, l’Italia per Leonardo e la Repubblica di San Marino per Eleonora, hanno la possibilità di condividere l’importante esperienza europea con la forza e la determinazione che contraddistingue i veri campioni. Sognano di vincere una medaglia, la vittoria rappresenta l’obiettivo di ogni atleta, ma attraverso l’impegno, il sostegno reciproco, la complicità ed il sorriso, che mettono nell’affrontare le sfide sportive così come quelle di tutti i giorni, esprimono la gioia di chi, al di là del risultato, sa già di aver vinto la propria gara. Entrambi, hanno intrapreso, da tempo, un percorso di crescita, umano e sportivo, che ha permesso loro di raggiungere un importante livello di autonomia. Leonardo è un appassionato di tecnologia e prende il treno da solo per raggiungere la sua Eleonora durante i fine settimana. Oggi, più uniti che mai, vivono l’emozione di indossare i colori della propria nazionale, domani quello di andare a vivere insieme.
The love of two Special Olympics Athletes at the European Olympics of Antwerp 2014 An intense look, a tender embrace. The testimony of a love born three years ago. United by the common passion for the artistic gymnastics, Leonardo Lancia and Eleonora Santolini met during the Summer National Games Special Olympics Italy of La Spezia, in 2011, and they never left each other. The destiny wants them to meet and today they are projected in Antwerp, Belgium, where the European Special Olympics are held. Summoned by the respective Delegations to represent their nation to the Games, Italy for Leonardo and the Republic of San Marino for Eleonora, they have the possibility to share the important European experience with the strength and the determination that countersigns the true champions. The dream to win a medal, victory represents the goal of every Athlete, but through the commitment, the mutual support, the complicity and the smile, to face the sports challenges as those of every day, they express the joy of whom, beyond the result, knows already to have won his own competition. It is a long time they both undertook a human and sports path of growth, which let them reach an important level of autonomy. Leonardo likes technology and catches alone the train to reach his Eleonora during the weekend. Today, more united than ever, they live the emotion to wear the colors of their national, tomorrow the one to go to live together.
Info
Si può sostenere Special Olympics Italia aderendo alla campagna “Adotta un Campione”, sostenendo singoli progetti, acquistando sul sito ufficiale il merchandising www.specialolympics.it donando il proprio 5xmille, oppure con donazioni libere. Per informazioni Special Olympics Italia di Roma Tel. +39 06 52246484. Presidente di Special Olympics Italia Maurizio Romiti, Vice Presidenti Angelo Moratti, Alessandro Palazzotti e Federico Vicentini, Direttore Nazionale Alessandra Palazzotti. Lella Ambrosetti è Membro del Consiglio Nazionale.
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Franco Cologni, Presidente della Fondazione omonima, foto di Emanuele Zamponi Franco Cologni, Chairman of homonymous Foundation, photo by Emanuele Zamponi
IL GIARDINO DEL PARADISO di Francesca Sammartino traduzione Mark Buckley
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La copertina del libro "Il Giardino del Paradiso", Carthusia Edizioni, 2014 The cover of the book "The Garden of Paradise", Carthusia Edizioni, 2014 La collana per ragazzi Storietalentuose, ideata dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte, si arricchisce di una nuova uscita: Il Giardino del Paradiso. Il libro, pubblicato dalla casa editrice specializzata Carthusia, nasce in occasione della mostra che si è svolta dal 23 maggio al 1° settembre 2014 presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano dal titolo “Il Giardino del Paradiso. Restauro, storia, simboli del tappeto 'delle tigri' del Museo Poldi Pezzoli”, curata da Michael Franses (autorità in materia di studio dell'arte del tessile), Annalisa Zanni, direttore del Museo Poldi Pezzoli e Federica Manoli, responsabile delle collezioni tessili del Museo. La mostra si sviluppa attorno al “Tappeto delle tigri” (noto anche come il “Dario del mondo”) uno dei capolavori della collezione del Museo Poldi Pezzoli realizzato circa 450 anni fa in Persia centrale e acquistato da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel 1855. Si tratta di uno dei pochi esemplari di tappeti giunto integro fino ai nostri giorni con la vivacità cromatica originaria. Il manufatto è stato tessuto nei laboratori reali nell'ultimo decennio del regno dello Shah Savafide Tahmasp I (che regnò dal 1524 al 1576). A partire dal 2013 il “Tappeto delle tigri” è stato sottoposto a un impegnativo intervento di restauro, realizzato nei laboratori milanesi di Open Care-Servizi per l'Arte con il generoso sostegno della Fondazione Bruschettini per l'Arte Islamica e Asiatica, nel corso del quale i curatori hanno avuto modo di studiarlo approfonditamente dal punto di vista storico e materico. Dall'incontro con il Museo Poldi Pezzoli e Open Care-Servizi per l'Arte è nata l'idea da parte della Fondazione Cologni di realizzare, come terza pubblicazione della collana Storietalentuose, il libro per ragazzi che porta lo stesso suggestivo titolo dell’esposizione: Il Giardino del Paradiso. Qui si narra la storia di Dario, un ragazzino come tanti, ma anche un re innamorato. Proprio nel salone di un museo iniziano le coraggiose prove che dovrà sostenere per raggiungere l'amata Mina, sparita improvvisamente dentro un antichissimo tappeto incantato. Ma si tratta solo di un tappeto? Oppure di un giardino delle meraviglie, popolato da tigri, draghi e geni alati? L’avventuroso e poetico racconto della nota autrice per ragazzi Emanuela Nava accompagna il piccolo lettore alla scoperta dell’antico tappeto “delle tigri”, ambientando la storia di Dario e Mina fra i suoi meravigliosi disegni. Il volume è arricchito inoltre dalle suggestive e preziose illustrazioni di Patrizia La Porta, che si dipanano man mano che si apre il libro. Il format innovativo della collana Storietalentuose è infatti un pieghevole cartonato di 24 pagine brevettato da Carthusia, che permette una duplice lettura: da un lato si sfoglia come un vero e proprio libro illustrato, sull'altro si snoda in un'unica grande illustrazione completata da schede di approfondimento sulla storia del tappeto “delle tigri” e più in generale del tappeto come suggestivo manufatto d’arte da sempre presente nella storia dell’uomo con molte funzioni e significati anche simbolici e religiosi. Interlocutori privilegiati della collana sono, con i ragazzi, le famiglie e gli insegnanti che troveranno in questo libro un utile strumento di lavoro per approfondire in casa e a scuola il tema dell'orientamento alle professioni d'arte. Il libro è stato offerto in dono al pubblico del Museo Poldi Pezzoli, per iniziativa della Fondazione Cologni e Open Care nel corso di diverse iniziative durante i mesi di apertura della mostra, dagli aperitivi serali alle attività didattiche estive; è inoltre distribuito nelle librerie di tutto il territorio nazionale e nei principali siti di vendita libraria on-line.
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THE GARDEN OF PARADISE The Storietalentuose series for children, created by the Cologni Foundation, is enriched by a new release: The Garden of Paradise. The book, by specialised publishing house Carthusia, was created on the occasion of "The Garden of Paradise. Restoration, history, symbols of the carpet 'of tigers'" exhibition, which was held from May 23rd to September 1st 2014 at the Poldi Pezzoli Museum in Milan. The exhibition was curated by Michael Franses (leading authority in the field of study of textile art), Annalisa Zanni, director of the Poldi Pezzoli Museum and Federica Manoli, head of textile collections of the Museum. The exhibition is built around the "Tiger Carpet" (also known as the "Darius of the world"), one of the masterpieces of the Poldi Pezzoli Museum collection, created about 450 years ago in Central Persia and bought by Gian Giacomo Poldi Pezzoli in 1855. Its is one of the few examples
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of carpets which have survived intact to the present day in its brilliant original colours. The artifact was woven in royal laboratories during the last decade of the reign of Shah Tahmasp Savafide I (who reigned from 1524-1576). Since 2013, the "Tiger Carpet" has been subjected to an exacting restoration process, carried out in the Milan laboratories of Open Care - Servizi per l'arte thanks to the generous support of the Bruschettini Foundation for Islamic and Asian Art, during which the curators have had the opportunity to study it in detail from the point of view of history and materials. From the meeting between the Poldi Pezzoli Museum and Open Care - Servizi per l'arte emerged the idea, by the Cologni Foundation, to create, as a third publication in the Storietalentuose series, the children's book of the same evocative name as the exhibition "The Garden of Paradise." In it the story of Darius is
told, a child like any other, but also a king in love. It was right in the exhibit room of a museum that began the courageous labours he had to overcome to reach beloved Mina, who had suddenly disappeared inside an ancient enchanted carpet. But is it simply a rug? Or is it a garden of wonders, inhabited by tigers, dragons and winged spirits? This adventurous and poetic tale, by famous children's author Emanuela Nava, accompanies the young reader on the discovery of the ancient carpet "tigers", against the backdrop of the story of Mina and Dario among its wonderful designs. The book is further embellished by the wonderful illustrations of Patrizia La Porta, which unfold progressively as you open the book. The innovative format of the series Storietalentuose is in fact a folding 24 page pop up patented by Carthusia, which gives a double reading experience: on one side it reads
like a real illustrated book, on the other a single large illustration unfolds, complete with information sheets on the history of the carpet "tigers" and more generally of the carpet as an evocative example of art ever present in human history with many functions and meanings both symbolic and religious. Privileged interlocutors of the series are, along with the children, families and teachers who will find this book a useful working tool to examine, both at home and at school, the theme of introduction to the artisanal professions. The book was offered as a gift to the public of the Poldi Pezzoli Museum, as an initiative by the Cologni Foundation and Open Care, in the course of a number of events during the months of the exhibition, from evening aperitifs to summer educational activities; it is also distributed in bookstores throughout the country and in main online bookstores.
Illustrazioni di Patrizia La Porta Š 2014 Carthusia Edizioni Illustration by Patrizia La Porta Š 2014 Carthusia Edizioni
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N E WS
ALAIN MESSÉGUÉ IL SORRISO FA BENE ALLA SALUTE di Marina Moretti foto Archivio Parolario
Alain Mességué torna a raccontarsi. Questa volta non attraverso le ricette, ma con gli aneddoti di una vita. Più di 40 anni di professione in cui ha incontrato tante persone, note e meno note, che ora diventano i protagonisti del libro ‘Anche io so sorridere’, scritto in collaborazione con Gian Paolo Serino e presentato in anteprima a Parolario. La ricetta è di far del bene ai lettori, guidandoli verso un benessere fisico e spirituale fondato sulla capacità di sorridere. Un benessere che Mességué costruisce impastando d’ironica leggerezza mondana i segreti di quel nutrizionismo sano di cui si sente sempre più l'esigenza. Il nuovo libro è quindi il racconto dei suoi 40 anni di vita e di lavoro, tra Francia, Italia e Svizzera dove ha avuto l'opportunità di incontrare tante persone che lo hanno spesso fatto divertire. E poiché sorridere fa bene a tutti, ma mangiare bene ancora di più, Mességué presenta anche varie ricette che fanno parte della sua dieta e rivela alcuni piccoli segreti sulle sue cure. Quando uscirà il libro? «La prossima primavera, fra aprile e maggio, in occasione dell’Expo 2015 di Milano che avrà il cibo come tema portante». Perché ha ripreso in mano la penna dopo tanti anni dall’uscita del suo ‘Il metodo Mességué per dimagrire’? «Quasi per caso. Una sera stavo guardando un programma in TV. Sullo schermo comparivano vecchie immagini di diversi attori…. Con un po’ di nostalgia ho raccontato a mio figlio alcuni aneddoti su questo o quell’altro. E lui mi ha detto, ‘Ma perché non raccoglierli in un libro?’». Chi sono i protagonisti? «Una ventina di personaggi, da Federico Fellini a Franco Zeffirelli, da Naomi Campbell a Silvio Berlusconi, da Ugo Tognazzi ad Alberto Sordi, da Lino Banfi a Maurizio Costanzo, da Jerry Calà a Marcello Mastroianni, da Adolfo Celi a Enrico Vanzina, da Flavio Briatore a Gualtiero Marchesi. Tutti ospiti che ho conosciuto in quasi 40 anni. E con alcuni sono nate anche delle belle amicizie».
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Che quadro ne esce? «Un quadro assolutamente inedito perché tutti i miei ospiti sono raccontati da un punto di vista particolare. In alcuni casi, sono proprio loro a narrare episodi divertenti, come quando Lino Banfi parla del celebre Aldo Fabrizi che nascondeva delle fettine di prosciutto tra le pagine di una sceneggiatura che teneva sempre a portata di mano». Perché il sorriso è così importante? «Perché sorridere fa bene a tutti. Io avevo la fama di essere abbastanza severo con i miei ospiti, in realtà non è così. Ho sempre cercato di sorridere, forse non lo faccio pubblicamente perché non mi prenderebbero sul serio. Sono un po’ orso, ma un orso gentile». E la collaborazione con Gian Paolo Serino? «Con Gian Paolo è nato subito un rapporto bellissimo, siamo immediatamente entrati in sintonia, era la persona che cercavo, qualcuno che entrasse nella mia testa. E ho avuto la fortuna di incontrarlo e lavorare con lui». Ma il libro comprende anche le ricette? «Certamente, per ogni personaggio c’è una ricetta, talvolta creata insieme oppure particolarmente apprezzata o amata. E alla fine, qualche consiglio generale». E la ricetta più importante, quella del vivere bene? «Una buona alimentazione, un po’ di attività fisica e un po’ di tempo per pensare a se stessi. Nella vita stressante di oggi, è molto importante cercare di ritagliarsi uno spazio per sé. E per sorridere, perché il sorriso fa bene alla salute». E lei nella sua Collina d’Oro sorride sempre? «Forse non sempre, ma come dice il titolo del libro, anche io so sorridere. E sono soddisfatto della tranquilla pace della Collina d’Oro (ndr: il resort in Canton Ticino dove Mességué mette in pratica il suo metodo) perché corrisponde al luogo che ho sempre cercato».
Alain Mességué a Parolario 2014
Alain Mességué at Parolario 2014
ALAIN MESSÉGUÉ SMILING IS GOOD FOR YOUR HEALTH
Alain Mességué gave us another interview about his life. In 40 years of his job he met many people, more or less famous, who are now becoming the protagonists of the book 'I can smile too', written in collaboration with Gian Paolo Serino presented at Parolario. The recipe is to help the readers in finding a physical and spiritual wellness based on the ability to smile. The new book is about the people he met who let him have fun. Smiling is good for everybody, but eating well is even better, Mességué also presents different recipes and tells us some 'little secret' about his treatments. When is the book published? «Next spring, between April and May, on the occasion of Expo 2015». Why did you decide to write a book after so many years from the publication of your book "Method Mességué to loose weight'? «One evening I was watching a tv program with different actors... I told my son some stories about them. And he told me 'Why don't you collect all these stories in a book?». Who are the protagonists? «Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Naomi Campbell, Silvio Berlusconi, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Lino Banfi, Maurizio Costanzo, Jerry Calà, Marcello Mastroianni, Adolfo Celi, Enrico Vanzina, Flavio Briatore, Gualtiero Marchesi». What does it come out?
«An unusual picture because all my guests are described from a particular point of view. In some cases, they tell funny stories, for example when Lino Banfi talked of a famous colleague Aldo Fabrizi who used to hide prosciutto between the pages of a script». Why is that so important to smile? «Because smiling is healthy for everybody». And the collaboration with Gian Paolo Serino? «With Gian Paolo we directly had a beautiful relationship, I had the fortune to meet him and work with him». Does the book include recipes too? «Of course, for every celebrity there is a recipe, sometimes it was created with the celebrity, sometimes it was a recipe particularly appreciated by the celebrity. And at the end come some general suggestions». And the most important recipe, the one of a good life quality? «Healthy food, some physical activity and some time for yourself and to smile». And at Collina d'Oro do you always smile? «Maybe not always, but as title of the book says, I can smile too. And I am happy of the peaceful atmosphere of the Collina d'Oro (the resort in Canton Ticino where Mességué uses his method) because it is exactly the place I was looking for».
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A sinistra, Gian Paolo Serino, al centro Alain Mességué, a destra Serena Brivio a Parolario 2014
On the left, Gian Paolo Serino, center Alain Mességué, right Serena Brivio at Parolario 2014
IL MIO LAVORO CON MESSÉGUÉ
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di Gian Paolo Serino
WORKING WITH MESSÉGUÉ
E’ stata una fortuna poter collaborare con Alain Mességué. In molti me l’hanno chiesto, comprese molte famose rockstar, ma ho sempre declinato. Nel mio mestiere, che è la mia passione, è importante non solo poter instaurare un rapporto di empatia con chi ha scritto il libro ma, soprattutto, appassionarsi. Questo è un libro dove ci sono consigli di vita e benessere, aneddoti e suggerimenti: un libro “nobile”, se così posso definirlo. Un libro che regala molto. Per avvicinarsi a un mito di oggi, che ha fatto della cultura del Benessere la propria missione di vita, ma anche ai miti del cinema, del jet-set, della politica con la loro angolazione “inedita” di “pazienti”. Si sono messi a nudo: con le loro passioni e debolezze, vizi e virtù ed è stata sin dalla mia prima lettura, appassionante. Pur essendo francese Alain Mességué usa un italiano molto fluente, che mi ha colpito da subito: ma si sa, dove non arriva il benessere, ci arriva la testa. Ho la fortuna di lavorare accanto a uomo con un raro spessore culturale – e credo di poterlo dire, pur avendo 42 anni ho collaborato per molto tempo con tutte le “terze pagine” dei maggiori quotidiani e settimanali italiani, prima di decidere di dedicarmi quasi esclusivamente alla scrittura. E a fine lavoro – quasi - cosa ho capito? Quello che mai avevo capito in vita mia, forse. O che avevo perso. Che anche io so (sor)ridere.
I was so lucky to have the chance to work with Alain Mességué. Many people asked me to work together, even famous rockstars, but I have always refused. In my job, which is my passion, it is important to create a relationship of empathy with the writer, but above all to get involved. This is a book where you can find suggestions about life and wellness: a "noble" book, if I can say so. A book that can give you a lot. To get to know a myth, who made Wellness his life mission, but also to the myths of movie theatre, celebrities with their "unknown" role of "patients". They revealed themselves: with their passions and their weaknesses, vices and virtues and it was from the beginning, my first fascinating reading. Alain Mességué is French, but he speaks a fluent Italian, I was impressed: but you know, where wellness doesn't arrive, it comes the head. I have the fortune to work side by side with a man of an unusual cultural depth - I believe I can say that after 42 years, I collaborated with the cultural page of most part of the Italian newspapers and magazines, after that I decided to focus on writing. And almost at the end of the job - what did I understand? I understood what I never understood in my entire life. Or what I lost: I can also smile and laugh.
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Quando si hanno potere e potenza, è difficile farne a meno. Lo capisci quando guidi una F-TYPE Coupé. Con il suo motore Supercharged, ti darà un controllo della strada con un’agilità che non avresti ritenuto possibile. E con i suoi 550 CV, che la portano da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi, non c’è dubbio su chi sia a comandare in strada. Ma ricorda: da un grande potere derivano grandi responsabilità.
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ECONOMIA
CONVEGNO DEL SESTANTE Impresa 3.0 di Davide Cantoni foto Maurizio Camponovo
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I partecipanti al Convegno del Sestante in Sala Regina Participants taking part at Convegno del Sestante in Sala Regina
Capitalizzare le esperienze passate e farne sapienza al servizio del futuro. Analizzare i meccanismi economici, sociali e finanziari per essere protagonisti della realtà e non semplici spettatori. Cogliere i segnali di cambiamento e anticipare i trend futuri per beneficiare del vantaggio competitivo dei “first movers”. Il convegno del Sestante si conferma anche per l'edizione 2014, la settima, un passaggio centrale per professionisti, imprenditori e attori economici. "Impresa 3.0" il fil rouge che ha intrecciato gli interventi dei relatori davanti a un pubblico di oltre duecento persone ospitate nelle sale di Villa d'Este, a Cernobbio. “Il sestante – spiegano gli organizzatori, l'associazione Amici di Como in testa - è lo strumento di navigazione an-
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cora oggi più affidabile poiché permette di calcolare una posizione su una mappa e tracciare una rotta, mettendo in relazione l’orizzonte con le stelle in un preciso momento; allo stesso modo, i convegni del Sestante si pongono come momenti di incontro tesi a individuare – nell’assoluta indipendenza intellettuale – la giusta direzione, dato il contesto di riferimento. I lavori della giornata sono stati aperti da Fabio Selli di Patrimony 1873 che ha analizzato i "fattori critici di successo'" per l’impresa del domani". “Sul fronte delle Pmi a struttura familistica bisogna affrontare – ha spiegato – la successione e il passaggio di consegne verso le nuove generazioni proteggendo il patrimonio impresa, valorizzando i talenti con un preciso percorso di crescita
e responsabilità chiare, riducendo lo spontaneismo. Per “vincere” a livello internazionale le aziende devono adottare nuovi modelli di marketing, spostando il baricentro della competizione da 'cosa possiamo produrre' a 'cosa possiamo fare per i nostri clienti', puntare a un chiaro posizionamento di prodotto all’interno di una strategia di diversificazione su più mercati, e diventando abili a cambiare velocemente mentalità per anticipare o comprendere istantaneamente i mutamenti nei criteri d’acquisto del consumatore finale". Fenomeno già in atto in molti paesi e soprattutto negli ex paesi emergenti BRICS . In questo contesto, acquisire familiarità con le nuove tecnologie e le loro potenzialità diventa vitale in ottica internazionalizzazione. A seguire è
stato il turno di Christophe Yvetot, direttore dell'Ufficio di Rappresentanza dell'Unido, organizzazione per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite. “L'Unido – ha spiegato – nata per i Paesi poveri ha ottenuto un grande spazio nella cooperazione internazionale. L'Ente ha il compito di produrre analisi di comparazione a livello planetario”. “Il mondo si sta industrializzando – ha evidenziato – più di 40 Paesi del Sud hanno fatto progressi, c'è una crescente espansione delle classi medie soprattutto in Asia”. Dunque vi sono opportunità per le imprese italiane, soprattutto le Pmi, che hanno bisogno della cooperazione internazionale”. Di “lusso cultura e manifattura” ha parlato Alberto Cavalli direttore generale della Fondazione Cologni. “Nel mercato del
lusso – ha detto – l'Italia ha una leadership, una vocazione antica di secoli. Oggi questa vocazione viene magnificata ma non sempre tutelata”. Quindi, secondo Cavalli, “quando si parla di lusso si parla di un bene culturale, di bellezza. Il prodotto non può essere solo ben eseguito ma deve essere bello, cioè in grado di trasmettere qualcosa”. Perché “la bellezza è uno strumento di conoscenza e la vera tradizione della manifattura italiana si nutre di cultura per creare oggetti e arrivare alla verità attraverso la bellezza”. Di web, social media e e-commerce ha parlato Umberto Pieraccioni, fondatore e Ceo di Famebridge. ”L'impresa – ha sottolineato – non può non essere nel web. L'e-commerce è il fattore critico di successo: ha la velocità del tempo reale,
I relatori del Convegno del Sestante Speakers at Convegno del Sestante
offre semplicità nella richiesta di informazioni e crea confidenza e legame con i clienti ovunque essi siano”. Clienti che, ha spiegato, “tramite i social network si possono raggiungere in tutto il mondo”. L'esigenza prima del cliente è il dialogo, “i clienti vogliono interfacciarsi con le aziende e vogliono risposte immediate. Il web non è solo comunicazione ma il nuovo modello di business completo e parallelo. L'importante è valutare i rischi. Le aziende posizionate online3 devono monitorare la diffamazione e proteggere il proprio brand”. Di aziende familiari, mercati e strategie internazionali ha parlato Nicola Lattanzi, professore associato di Strategia e governo dell'azienda familiare dell'Università di Pisa. “Siamo il Paese con il più alto numero di ad-
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detti al manifatturiero – ha detto – e osserviamo il processo in corso di democratizzazione e riorganizzazione geografica dell'internazionalizzazione”. Accade, insomma, qualcosa di assolutamente nuovo: “Cresce l'interesse della domanda internazionale di prodotti e servizi di aziende non fortemente brandizzate del Made in Italy”. Marchio di garanzia che va ultra specializzato: “Arriveremo al Made in Como, al Made in ogni distretto esistente”. L'ultimo intervento è stato di Francesco Pacifici della segreteria tecnica del Ministero dello sviluppo Economico. Un discorso molto netto: “Le imprese italiane – ha detto – sono troppo dipendenti dal credito bancario, l'economia del Paese ha perso slancio in questi ultimi venti anni principalmente a causa della riduzione della produttività manifatturiera”.
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I relatori del Convegno del Sestante 2014 Speakers at Convegno del Sestante 2014 1 Dott. F. Selli Partner Patrimony 1873 2 Sig. D.Brunati TBM Service & C. 3 Dott. F. Pacifici Segreteria Tecnica del ministero dello Sviluppo Economico 4 Dott. U. Pieraccioni Founder & CEO Famebridge 5 Dott. C. Yvetot head of UNIDO Representation Office to the European Union 6 Prof. N. Lattanzi, associato di Strategia e governo dell'azienda familiare. Università di Pisa. 7 A. Cavalli, Direttore Generale Fondazione Cologni
“Sembra – ha aggiunto – che ci sarà evidenza di una scarsa efficienza nell'allocazione delle risorse che sono state indirizzate verso settori con minor crescita di produttività”. Per questo “bisogna non solo mettere a disposizione più risorse ma anche allocarle più correttamente”. Insomma “dopo anni di credito facile e male allocato è arrivato il credit crunch (la stretta del credito, ndr) e l'incremento dei costi di finanziamento per le imprese”. Bisogna, quindi, “superare il bancacentrismo”. Dopo il 2012 diversi decreti hanno permesso alle Pmi “l'accesso a investimenti fino a quel momento non possibili consentendo l'emissione di obbligazioni da parte di società non quotate”. Lo scopo è e deve essere, in definitiva “liberare risorse”. Solo così il Paese arriverà a un vero e tangibile ritorno allo sviluppo.
Sopra, sala Regina; sotto, un momento conviviale nel parco di Villa d'Este Above, Sala Regina; below, a moment in the park of Villa d'Este
CONVEGNO DEL SESTANTE Enterprise 3.0 To understand the present to approach the future without fear. To analyse the economic, social and financial mechanisms to be a part and not merely a spectator. The Sextant conference 2014 represents, in its seventh year, a major event for professionals, entrepreneurs and economic players. Enterprise 3.0, the common thread interwoven by guest speakers in front of an audience of over two hundred people housed within the walls of Villa d'Este, in Cernobbio. "The sextant – explain the organizers ,the association Friends of Como at the forefront - is one of the most fascinating means of interaction between man and the universe, as well as still being the most reliable navigation tool given that it enables us to compute a position on a map, linking the horizon with the stars on a certain date, without being dependent on external sources. Similarly, the conference of the Sextant presents concentrated moments aimed at identifying - with absolute intellectual
independence - the right direction, within the context in a given time". The day's proceedings were opened by Fabio Selli of Patrimony 1873. "The aim of the conference” – he explained - “is to help the professional to find a course, find the critical success factors, reacting promptly to anticipate future trends using 'wisdom is the daughter of experience' in the words of Leonardo da Vinci”. The guidelines laid down by Selli, the 'critical success factors' can be identified by some specific considerations: "On the subject of SMEs in a family structure we must face” - he explained - “the succession, the generational shift towards the young, protecting the enterprise assets. So it is necessary for the company to proceed by reducing spontaneity and randomness by looking at the new models of marketing, changing from 'what can we produce' to 'what can we do for our clients'". The global strategy, he then stressed, "must coincide with the ability to place the product where the opportunities
are presenting themselves in that precise moment". Afterwards it was the turn of Christophe Yvetot, Director of the Representative Office of UNIDO, United Nations Industrial Development Organization. "The UNIDO - he explained - born for poorer countries has obtained a great space in international cooperation. The Authority has the task of producing comparative analysis at the global level”. "The world is becoming industrialized – he said - more than 40 countries of the South have made progress, there is a growing expansion of the middle classes, especially in Asia. So there are opportunities for Italian companies, especially SMEs, who are in need of international cooperation". "Luxury culture and manufacture" was deliberated by Alberto Cavalli, director general of the Cologni foundation. "In the luxury market - he said - Italy has a leadership, a centuries-old vocation. Today, this vocation is magnified but not always preserved". Thus, according to Cavalli, "when
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Nella foto, gli organizzatori e i relatori In the photo, organizers and speakers
we talk about luxury we talk about a cultural asset, of beauty. The product can not only be well made but it must be beautiful, that is, able to convey something”. Because "beauty is an instrument of knowledge and true tradition of Italian craftsmanship feeds on culture to create fine objects and arrive at the truth through beauty". On Economics and the web there was Umberto Pieraccioni, founder and CEO of Famebridge. “The company” - he said - “cannot not be on the web. E-commerce is the critical factor of success: it has the speed of real time, offers simplicity in the request for information and creates feeling and bonds with your customers wherever they are”. Customers who, he explained, "through social networks, you can reach all over the world". The first requirement of the customer is dialogue, "customers want to interface with companies and they want immediate answers. The web is not only communication but the new complete and pa-
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rallel business model. It is important to assess the risks. Companies positioned online should monitor defamation and protect their brand". A talk on family firms, markets and international strategies was given by Nicola Lattanzi, associate professor of strategy and governance of the family business at the University of Pisa. "We are the country with the highest number of employees in the manufacturing sector” - he said - “and observe the ongoing process of democratization and geographical internationalization reorganization". In fact, something entirely new is happening: "International demand is growing for products and services of companies not heavily branded Made in Italy". A guaranteed brand which is ultra specialized: "We will arrive at Made in Como, at Made in every district that exists". The last discussion was by Francesco Pacifici of the technical secretariat of the Ministry of Economic Development. A very clear message:
"Italian companies” - he said - “are too dependent on bank credit, the country's economy has lost momentum in these last twenty years, mainly due to the reduction in manufacturing productivity". "It seems” - he added - “that there will be evidence of a lack of efficiency in the allocation of resources that have been directed towards sectors with lower productivity growth". For this reason, "we need not only to provide more resources but also allocate them more correctly". In short, "after years of easy but badly allocated credit the credit crunch arrived and so did an increase in financing costs for companies". We must, therefore, overcome bank dependence. " After 2012 several laws have enabled SMEs' access investment not previously possible by allowing the issuance of bonds by non-listed companies". The purpose is and must be, ultimately "to free up resources". Only then will the country undergo a real and tangible return to development.
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ANTICA E AFFASCINANTE "GELBI" di Davide Cantoni foto Alberto Mascheroni
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Sopra, a sinistra, panorama di Zelbio; a destra, Mario Botta
Il viaggiatore che volesse lasciare per qualche tempo il lago di Como e salire alla montagna (che del lago porterà comunque e sempre la vista, l'odore e la presenza) può arrivare a Nesso e, dopo aver meditato di fronte a uno degli orridi più belli del mondo, svoltare per via Pian del Tivano. Armato della pazienza di chi deve affrontare innumerevoli tornanti, premiato però da foreste e boschi di rara bellezza, il viaggiatore arriverà a Zelbio. Il paese si trova a 802 metri sul livello del mare e confina con i comuni di Bellagio, Lezzeno, Nesso, Sormano e Veleso. Il nome Zelbio, in dialetto Gelbi ha origini tanto antiche quanto ambiguamente affascinanti. Forse di radice sanscrita, Ji'vri (vecchio) o Jala (acqua), potrebbe invece originare da Gerb (zerb), vale a dire acerbo. La somma delle possibili etimologie offre una vasta gamma di interpretazioni tutte dense di immagini. Da segnalare che secondo alcuni ricercatori il nome Zelbio potrebbe derivare da Gelbio, contrazione del nome Gilberto. “Curioso è notare la diffusione del toponimo Gelbio e derivati – spiegano sul sito del Comune - ad Argegno si trova un'immagine votiva chiamata 'Madonna di Gelbio', un torrente nei dintorni di Mandello del Lario si chiama 'Zerbo', il promontorio dell'ex ospedale psichiatrico era invece segnato sulle carte come 'Zelbio'”. Il comune si estende su una superficie di 467 ettari, 4670000 metri quadrati. La costruzione del Municipio di Zelbio è datata 1908, su disegno e progetto del geometra Corbelli di Nesso. L'edificio, che si trova in piazza Roma, sulla strada che porta al Piano del Tivano originariamente assolse anche la funzione di scuola. Zelbio, terra di origini celtico liguri, stazione militare romana del secondo secolo dopo Cristo, è citata fin dal 1275 (giorno primo mese di aprile) in un do-
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Above, on the left, panorama of Zelbio; on the right, Mario Botta
cumento dell'Ospedale Santa Maria di Nesso. "In loco de Zelbio, montis de Nescio", riferisce il documento, quasi a voler affermare lo stretto legame che nei secoli avvincerà i due paesi. Altra fonte cita, in un documento del giorno 11 agosto 1325, "in territorio de Zelbio actum in loco de Zelbio". Nel 1335, invece gli Statuti di Como (Volumen Magnum) parlano di un "Burgi Zelbi". Nel Medioevo Zelbio fece parte del feudo di Nesso, nel 1497 fu donato da Ludovico M. Sforza alla sua prediletta, Lucrezia Crivelli. Dopo secoli di storia di unioni e separazioni, Zelbio ottenne piena autonomia nel 1948. Il secondo dopoguerra coincise con il boom turistico di Zelbio, che anche grazie al vicino Piano del Tivano si impose come meta turistica di primo piano in ambito regionale. Quest'anno Zelbio è stato il centro di un evento di portata nazionale: Zelbiocult. Una stagione di eventi culturali che hanno visto ospiti di assoluto livello: da Philippe Daverio a Claudio Martelli, da Mario Botta e Elena Russo Arman fino a Uliano Lucas e Elio Fiorucci. Zelbio è meta per cultura e natura, dal paese si snodano percorsi di rara bellezza. San Primo, Forcoletta, Colma del Pian del Tivano, Palanzone, tanto per citare, sono sentieri ben noti agli appassionati di montagna. Ben note anche le grotte Tacchi e Buco della Nicolina, amatissime dagli speleologi e le piste da sci del Pian del Tivano. Da vedere sicuramente la chiesa di San Paolo che conserva al proprio interno una tela di Carloni e l'oratorio dei SS Primo e Feliciano, detto dell'addolorata, che custodisce una tavola che rappresenta la Pietà databile alla seconda metà del XV secolo. Ovviamente non mancano ristoranti e trattorie dove attingere a piene mani da una cucina locale di ottimo gusto. (Tra le fonti, ringraziamo: comune.zelbio.co.it)
Sopra, a sinistra Elio Fiorucci; a destra Philippe Daverio
The traveller who wants to leave Lake Como and climb up the mountain (where you can also enjoy a view, the taste and the presence of the lake) can reach Nesso and after having enjoyed the “Orrido” waterfall of Nesso, can turn to the Pian del Tivano. With some patience he can reach forests and woods of rare beauty and then get to Zelbio. The village is located 802 meters above the sea level and is surrounded by the villages of Bellagio, Lezzeno, Nesso, Sormano and Veleso. The name Zelbio, in dialect Gelbi has lots of interpretations. Maybe the origin is Sanskrit, Ji'vri (old) or Jala (water), or also from Gerb (zerb), that is unripe. The possible versions can lead to very different interpretations. According to some researchers, the name Zelbio comes from Gelbio, a nickname of Gilberto. “It is curious to notice the spread of the word Gelbio and similar ones – as explained in the website of the municipality – in Argegno you can find a votive picture called “Madonna di Gelbio” and a river near Mandello del Lario is called 'Zerbo', the promontory of the former psychiatric hospital was called 'Zelbio'”. The town is on a surface of 467 ectars, 4670000 square meters. The Town Hall of Zelbio is dated back to 1908, a drawing and a project of the surveyor Corbelli of Nesso. The building is located in Piazza Roma, on the road that leads to Piano del Tivano originally it was also used a s a school. Zelbio has Celtic-Ligurian origin, Roman military station in the 2nd century A.C., it
Above, on the left Elio Fiorucci; on the right Philippe Daverio
was quoted in 1275 (1st April) in a document of the hospital Santa Maria of Nesso. "In loco de Zelbio, montis de Nescio", the document testified the strong bond between the city towns also in the following centuries. In a document of 11th August 1325 it is written "in territorio de Zelbio actum in loco de Zelbio". In 1335, the Volumen Magum of Como have "Burgi Zelbi". In the medieval time Zelbio was part of Nesso, in 1497 it was donated by Ludovico M. Sforza to Lucrezia Crivelli. After centuries of history, unions and separations, Zelbio became independent in 1948. After World War 2, Zelbio became a tourist destination, also thanks to the neighbouring Piano del Tivano. This year Zelbio is a center of an important national event. Zelbiocult. A season of cultural events with famous guests: from Philippe Daverio to Claudio Martelli, from Mario Botta to Elena Russo Arman until Uliano Lucas and Elio Fiorucci. Zelbio is a destination for culture and nature, from the villages start paths of rare beauty. San Primo, Forcoletta, Colma del Pian del Tivano, Palanzone, just to quote but a few and it is also a destination for those who like skiing in Pian del Tivano. Tourists cannot miss the church of San Paolo, with a painting of Carloni and the oratory of SS Primo e Feliciano, with an altarpiece with a Pietà of the second half of the 15th century. Then there is a big choice of restaurants where you can enjoy the typical food with local products. (Thanks to: comune.zelbio.co.it)
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AMICI DI COMO & MAGIC LAKE: a Lugano di M.B. foto Piero Vasconi
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Sopra, a sinistra Daniele Brunati, editore Magic Lake; a destra, Silvio Santambrogio, presidente di Amici di Como
Above, on the left Daniele Brunati, editor of Magic Lake; on the right, Silvio Santambrogio, president of Amici di Como.
AMICI DI COMO & MAGIC LAKE DA DIECI ANNI INSIEME Dieci anni. Dieci anni e una grande torta Saint Honoré. Dieci anni e una festa per Magic Lake. 250 ospiti hanno sfidato la pioggia e si sono ritrovati al Grand Hotel Eden di Lugano che, alla fine, ha premiato i coraggiosi regalando alcuni panorami indimenticabili. Sulle rive del Ceresio, si è svolto il consueto
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appuntamento dell’Associazione Amici di Como, in occasione del numero estivo del magazine. Una presentazione coincisa con la celebrazione dei (primi) dieci anni di pubblicazione di Magic Lake e di What’s On, la guida agli eventi del territorio lariano. Era il 20 Maggio 2005 quando Daniele Brunati
e Rosaria Casali si presentarono al pubblico per annunciare l'uscita di una nuova rivista, impegnandosi con i primi lungimiranti inserzionisti e con i primi convinti sostenitori, cioè il gruppo degli Amici di Como. Per ricordare gli inizi di Magic Lake e What’s On, è stato proiettato un simpatico video con le
A sinistra, il direttore del Grand Hotel Eden, Massimiliano Trombetta On the left, the director of the Grand Hotel Eden, Massimiliano Trombetta
A lato, in questa pagina e nella precedente, il presidente Silvio Santambrogio con i nuovi associati On the side, in this page and in the previous ones, the president Silvio Santambrogio with the new members
immagini risalenti a 10 anni fa e con tutte le 34 copertine dal 2005 ad oggi. Durante la serata, si è parlato, poi, dei progetti dell’associazione Amici di Como. Il presidente Silvio Santambrogio ha dato il benvenuto a cinque nuovi soci sottolineando la vitalità del sodalizio che continua a raccogliere
importanti consensi. Daniele Brunati ha aggiornato gli ospiti sulla più importante operazione in programma, il Monumento alla Luce – The Life Electric di Daniel Libeskind e ha dato il via al rilancio in grande stile del mito ‘Volta’ con il progetto ‘Como a 220 Volta’ che costituirà uno degli eventi
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A sinistra, in alto, Daniele Brunati; al centro, Fabio Selli, Patrimony 1873; sotto, gli ospiti della serata On the left, above, Daniele Brunati; in the center, Fabio Selli, Patrimony 1873; below, the guests
di maggior spicco della Regione Lombardia per Expo 2015. A questo proposito è intervenuto Pierfranco Faletti, imprenditore e top manager del settore energia, che ha presentato il suo libro ‘Luci a Milano – 50 frammenti degli anni 50’. Sul fronte dei risultati raggiunti, Brunati ha poi ricordato il prolungamento dell’apertura della passeggiata temporanea del lungolago ‘Amici di Como’ e ha annunciato la nuova operazione di riqualificazione delle fontane di piazza Cavour, quale ideale completamento di un progetto dedicato alla Luce e all’Acqua che l’associazione sta portando avanti in vista di Expo. Alla serata è intervenuto Fabio Selli, rappresentante di Patrimony 1873, che ha presentato la settima edizione del Convegno del Sestante che si svolge annualmente a Villa d’Este. E per concludere, prima della cena, l’ingresso trionfale della grande torta. La torta dei 10 anni di Magic Lake e di What’s On.
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In questa pagina e nelle successive, alcuni momenti della serata al Grand Hotel Eden di Lugano On this page and in the following ones, some moments of the evening at the Grand Hotel Eden in Lugano
AMICI DI COMO & MAGIC LAKE TOGETHER FOR 10 YEARS Ten years. Ten years and a big Saint HonorĂŠ cake. Ten years and a party for Magic Lake. 250 guests regardless the rain met at the Grand Hotel Eden of Lugano that, at the end, let us enjoy beautiful views. On the shores of Lake Lugano, it was held the usual appointment of the association Amici di Como, on the occasion of the summer edition of the magazine. A presentation to celebrate the (first) ten years of the magazine Magic Lake and What's On, the guide of the events held in the teritory of Lake Como. On the 20th May 2005 Daniele Brunati and Rosaria Casali announced the issue of the first edition of the magazine, with the first advertisers who joined them and with a group of friends, the association Amici di Como. The president Silvio Santambrogio welcomed the new five members stressing the fact that the association is always growing. Daniele Brunati gave some information regarding the most important project they have,
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"The Life Electric" by Daniel Libeskind and he spoke about the myth 'Volta' with the project 'Como at 220 Volta' which is representing one of the main event of the Lombardy Region for Expo 2015. Pierfranco Faletti, entrepreneur and top manager in the energy sector, presented his book 'Lights in Milan - 50 fragments of the '50ies'. Regarding the results achieved, Brunati talked of the opening of another part of the temporary lakefront 'Amici di Como' and he announced the new project of requalification of the fountains of piazza Cavour, as ideal fitting of a project dedicated to Light and Water that the association is carrying on for Expo. Fabio Selli, representing Patrimony 1873, presented the 7th edition of Sestante held every year in Villa d'Este. At the end, before dinner, the triumphal entrance of the big cake. The cake of 10 years of Magic Lake and What's On.
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Passeggiata “Amici di Como” 114 Lungolago, Como COMOREVIEW
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A PASSEGGIO SUL LUNGOLAGO INTERNAZIONALE
I turisti che restano a bocca aperta davanti alle meraviglie del panorama. I bambini che saltano felici da un gioco all’altro. Gli anziani che si rilassano sulle panchine guardando il lago. I ragazzi che camminano mano nella mano. Un’altra estate è passata e ancora una volta la passeggiata temporanea del lungolago ‘Amici di Como’ è stata uno dei luoghi più scelti, più frequentati e più amati, nonostante le molte giornate di maltempo. Per i promotori, vedere tante, tante persone è il risultato più bello. È la certezza di avere lavorato bene per la città. Una città che è sempre più nota grazie anche alla passeggiata del lungolago. Non si contano le foto scattate e i video girati da centinaia di migliaia di turisti che hanno immortalato il lago proprio da qui. Su Facebook, Twitter e WhatsApp, il Lago di Como e il suo lungolago stanno facendo il giro del mondo e sono ovunque su blog e diari di viaggio, offrendo una suggestiva e accogliente immagine della città. Grazie soprattutto ad Amici di Como e Consorzio Como Turistica che hanno provveduto a mantenere per tutta l’estate nel migliore dei modi il verde, le fontanelle colorate, i giochi, gli arredi e che hanno prolungato idealmente il percorso con il ripristino delle dieci fontane di piazza Cavour. I comaschi hanno apprezzato questo impegno con la loro costante presenza.
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WALKING ON THE INTERNATIONAL LAKEFRONT Tourists stop and enjoy the beautiful views. Children jump happy here and there. Elderly people relax on the benches and look at the lake. Kids walk hand in hand. Another summer went by and once again the temporary lakefront 'Amici di Como' was one of the most visited places. Despite the bad weather conditions. It is the most important aspect for those who financed it. Many photos and many videos made by hundred thousands tourists who were on Lake Como. On Facebook, Twitter and WhatsApp, Lake Como and the lakefront are famous all over the world and are on blog and travel diaries, offering a nice and welcoming image of the city. This is thanks to Amici di Como and Consorzio Como Turistica who took care of the green, of the colored fountains and the setting. The promenade was prolongued with the restoration of the 10 fountains of piazza Cavour. The people of Como appreciated this commitment and the constant presence.
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Al Circolo Golf Villa d’Este Trofeo Moncler Amici di Como & Magic Trofeo di Golf TextLake di Marina Moretti di Marina Moretti foto Carlo Pozzoni, Circolo Golf Villa D'Este foto Carlo Pozzoni, Circolo Golf Villa D'Este
Dalla terrazza della Club House lo sguardo spazia sui campi da golf del Circolo Villa d’Este e, oltre le cime degli alberi, si scorge anche il lago di Montorfano. Le palline volano nel cielo di una giornata estiva, anche se un po’ grigia. I più mattinieri sono sul green fin dalle prime luci dell’alba, gli altri arrivano alla spicciolata, chi in tutta fretta pochi minuti prima dell’orario di partenza, chi invece più rilassato trova il tempo di scambiare quattro chiacchiere con gli amici, fra le immancabili battute scherzose che sottolineano il clima della gara. Una giornata pienamente riuscita che segna un appuntamento irrinunciabile per i 140 appassionati golfisti che hanno partecipato al settimo Trofeo Moncler - Amici di Como e Magic Lake, sabato 21 giugno 2014, nella splendida cornice di uno dei più rinomati green internazionali. I vincitori: 1° categoria, Alice Gatti (1° netto), Alessandro Previero (1° lordo), Andrea Bologna (2° netto); 2° categoria, Andrea Mantegazza (1° netto), Ilvo Tolu (2° netto); 3° categoria, Miriam Schiavoni (1° netto) Fiorenza Mariani (2° netto); 1° Signore, Susanna Leoni; 1° Seniores, Andrea Tieghi. Il Trofeo Moncler - Amici di Como e Magic Lake è stata l’occasione per incontrare il nuovo presidente del Circolo Golf Villa D’Este, Walter Ragazzi. Sembra un binomio perfetto. Villa d’Este, insignita dal C.O.N.I. con stella d'oro al merito sportivo. Il neo-presidente, insignito della medaglia d’oro al merito atletico per i successi ottenuti nella motonautica. Nella vita di Walter Ragazzi, imprenditore alla guida dell’azienda di famiglia Idea SpA, ci sono, infatti, due grandi passioni: il golf (“sono iscritto dal 1970, sono uno dei soci più anziani”) e la motonautica (“anche se per me ormai è preistoria”). A onore del vero, è dagli anni ’90
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che Ragazzi ha smesso di gareggiare sui bolidi dell’acqua, ma prima si è tolto lo sfizio di vincere praticamente tutto, dai campionati italiani al mondiale Offshore. La motonautica è stata il primo amore? «Ho gareggiato per 15 anni, è stato un periodo molto bello e ricco di soddisfazioni, ma ormai appartiene al passato. Ora la mia passione è il golf». Walter Ragazzi è stato eletto presidente dopo l’assemblea ordinaria dei soci che ha nominato il nuovo consiglio direttivo: Franco Mieli, Claudio Moro, Stefania Ponti, Elisabetta Majocchi, Giovanni Cavadini e Antonio Munafò. Eletti con un vasto consenso… «Un bel risultato. Il nuovo consiglio segna un ricambio generazionale e per la prima volta annovera la presenza di due donne. Nell’ambito di una tradizione che vogliamo assolutamente mantenere, si è voluto dare una svolta moderna a un club importante come il nostro. E questo i soci lo hanno capito». Pensa che le sue doti manageriali siano utili per guidare il Circolo Villa D’Este? «I tempi cambiano. Oggi il golf va gestito come un’azienda sia da un punto di vista manageriale che sportivo. Non esiste più la figura del presidente mecenate chiamato a fare qualche discorso e basta. Ora occorre gente preparata a redigere i bilanci e a guardare al futuro. Il nostro consiglio intende fare tutto questo dividendosi compiti e impegni». Quali sono i suoi progetti e i suoi programmi? E i primi interventi?
«Villa d’Este deve mantenere la tradizione per cui è rinomata, di club di servizio, ma contemporaneamente deve aprirsi a nuove iniziative e al mondo del turismo. Una delle prime decisioni, condivise dai soci, è stata quella di cancellare il giorno di chiusura settimanale al martedì e ridurre in modo drastico la pausa invernale. Ora il club è aperto praticamente tutto l’anno». Ma aprirsi al turismo non significa contraddire la tradizione di circolo esclusivo che Villa d’Este ha molto a cuore? «Occorre trovare l’equilibrio giusto, posso assicurare che Villa d’Este non diventerà mai il campo del tipo ‘pay and play’. La preferenza sarà sempre data ai soci, ma i tempi cambiano e stiamo puntando su una politica di apertura rivolta in particolare ai giovani e alle famiglie». Attraverso quali strategie? «Una politica di agevolazione delle quote. Ma anche lo sviluppo di nuove infrastrutture senza però snaturare la caratteristica principale del circolo che è quella del gioco del golf». Villa Erba sarà la sede a ottobre dell’IGTM 2014. Un evento ambito da molti paesi. Che tipo di impulso potrà dare al golf a Como e in Italia? «Sarà un evento molto positivo, un’opportunità da sfruttare il più possibile. E che per la prima volta ha creato vera sinergia fra i vari circoli del golf in Lombardia. Una vera novità». Diciotto buche disegnate dall'architetto britannico Peter Gannon ed inaugurate nel 1926, il Circolo Villa d'Este è una delle punte di diamante del golf italiano nel mondo. L’ambientazione sulle colline comasche che dominano il Lago di Montorfano, in un bosco di oltre trentamila
alberi, con castani, pini e betulle lo rende uno scenario d’incomparabile bellezza naturale, come spiega Andrea Contigiani, segretario del Circolo. Quali sono le caratteristiche che piacciono agli appassionati? «Il percorso è ritagliato in un ambiente naturale rispettando il disegno del terreno: ogni buca è unica e diversa. L’architetto Peter Gannon era mancino, quindi ha disegnato un campo molto tecnico e difficile. La Club-House è stata costruita su disegno dell’architetto Giuseppe Bergomi in sincronia con il campo, circondata da otto buche: negli anni ’20 era una rarità». A Villa d’Este hanno giocato personaggi illustri? «Il libro d’oro del Circolo annovera le firme di Re Leopoldo del Belgio e della Regina Liliana de Rethy, del loro figlio Baldovino, di Edoardo d’Inghilterra, di Alfonso XIII di Spagna, di Costantino di Grecia e di tutti i bei nomi dell’aristocrazia europea, nonché il fior fiore dell’industria, dell’arte e del cinema mondiale, con Clarke Gable e Bing Crosby in testa. Le 18 buche sono state il palcoscenico di sette Open d’Italia e di cinquantadue Campionati internazionali dilettanti, a partire dalla prima edizione nel 1932, e di trentanove Campionati Internazionali d’Italia Femminili. Molti soci e professionisti hanno difeso, in competizioni sportive importanti, i colori del Circolo Golf Villa d’Este». E la situazione attuale? “Sono circa 400 i soci, molti comaschi e alcuni milanesi. Quello che piace è l’atmosfera, l’attenzione con cui curiamo i 55 ettari di prato, l’accoglienza del personale altamente qualificato: chi entra al Circolo Villa d’Este si sente a casa».
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A sinistra , Walter Ragazzi, presidente Circolo Golf Villa d'Este; al centro, il consiglio direttivo Franco Mieli, Claudio Moro, Stefania Ponti, Walter Ragazzi, Elisabetta Majocchi, Antonio Munafò e Giovanni Cavadini; destra, Andrea Contigiani, segretario del Circolo
CIRCOLO GOLF VILLA D’ESTE THE MONCLER TROPHY - AMICI DI COMO & MAGIC LAKE From the balcony of the Club House you have a great view of the golf course of the Golf Club Villa d'Este, behind the peaks of the trees, you can also see Lake Montorfano. The golf balls fly in the sky during a summer day, even though it is a bit grey. The morning persons are already on the green, other players came later, some others are in a rush just before the beginnig of the competition, some players are relaxed and talk with friends. A day that represents a fundamental apointment for 140 golfers who took part to the 7th Moncler Trophy - Amici di Como and Magic Lake, on 21st June 2014, in the beautiful setting of one of the most famous green. The winners: 1st category, Alice Gatti (1st net), Alessandro Previero (1st gross), Andrea Bologna (2nd net); 2nd category, Andrea Mantegazza (1st net) Ilvo Tolu (2nd net); 3rd category, Miriam Schiavoni (1st net) Fiorenza Mariani (2nd net); 1st Ladies, Susanna Leoni; 1s Seniors, Andrea Tieghi. The Moncler Trophy - Amici di Como and Magic Lake was the occasion
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to meet the new president, Walter Ragazzi, enterpreneur with two passions: golf and speedboat racing. In the '90ies he stop competing in speedboat racing, before that he won everything, from the Italian Championship to the World Champion Offshore. Was speedboat racing your first love? «I competed for 15 years, I had a great time, but now it is part of the past. Today my passion is golf». With Walter Ragazzi it was also elected the new Board of Directors: Franco Mieli, Claudio Moro, Stefania Ponti, Elisabetta Majocchi, Giovanni Cavadini and Antonio Munafò. Do you think that your enterpreneurial abilities also helped you in the Golf Club Villa d'Este? «Today golf has to be seen as a company, both from the enterpreneurial and sports point of view. Our goal is to handle it sharing commitments and tasks».
On the left, Walter Ragazzi, president Circolo Golf Villa d'Este; in the center, the board of directors, Franco Mieli, Claudio Moro, Stefania Ponti, Walter Ragazzi, Elisabetta Majocchi, Antonio Munafò and Giovanni Cavadini; on the right, Andrea Contigiani, secretary of the Club
What are your projects? «Villa d'Este has to keep the tradition of service club, but it also has to open itself to new initiatives and to the tourism world. One of the first decisions was to stay open all week and to stay open longer in winter». Does it mean you want to contrast the tradition of exclusive golf club that characterizes Villa d'Este? «We have to find a balance, I can grant you that Villa d'Este won't become a golf course 'pay and play'. The members come first, but times are changing and we are relying more on young people and families. We are also thinking of creating new infrastructures». Villa Erba is the seat of IGTM 2014 in October. Many countries are looking to host this event. What kind of impulse can it give in Como and in Italy? «It is an interesting opportunity, for the first time it created a synergy among the golf clubs of the Lombardy region. It is something really new».
18 holes by the British architect Peter Gannon inaugurated in 1926, the Golf Club Villa d'Este is one of the pearls of the Italian golf in the world, explains Andrea Contigiani, secretary of the Golf Club. What are its characteristics? «The course is in a natural setting, respecting the ground: every hole is unique and different, Peter Gannon was left hand, so he created a very technical and difficult course». Did important golf players play in Villa d'Este? «The golden book of the Golf Club has important signatures, King Leopold of Belgium and the Queen Liliana de Rethy, their son Baldovino, Edward of England, Alfonso XIII of Spain, Costantino of Greece, Clarke Gable and Bing Crosby». How is the present situation? «There are about 400 members. People like the setting, the attention we give to the 55 ectar of green, the highly qualified staff».
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ZAMPILLI E GIOCHI D’ACQUA LE FONTANE SONO TORNATE IN PIAZZA CAVOUR di Marina Moretti foto Francesco Corbetta, Archivio TBM Service
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È il momento giusto per rinnovarsi. La vita è fatta di momenti intensi e pause rilassanti. Noi lo sappiamo bene, perché da molti anni lavoriamo intensamente per rendervi sempre più confortevoli le pause caffè. Da sempre ci impegniamo a offrire soluzioni personalizzate affinché tutti possano godere al meglio di quei momenti di relax, di chiacchiere e di sorrisi, e affrontare con lo spirito giusto il lavoro quotidiano. In tutti questi anni la qualità dei nostri prodotti si è affermata in tutta Italia, abbiamo arricchito la nostra offerta e modernizzato il nostro sistema di assistenza per garantire ai nostri clienti un servizio di ristoro automatico davvero completo e affidabile. Ora è il momento giusto per rinnovarci e presentarci con un’immagine nuova. Un segno che rimarca il nostro impegno per innovare e migliorare le vostre pause di piacere.
In queste pagine, le fasi dell'intervento di ripristino delle fontane in piazza Cavour
Erano spente da quasi due anni. Una ferita per i comaschi legati al salotto di piazza Cavour. Così Amici di Como e Consorzio Como Turistica hanno voluto impegnarsi ancora una volta in prima persona per dare un volto più armonioso alla città. Hanno scelto una data simbolica, l’anniversario della riapertura della passeggiata temporanea del lungolago ‘Amici di Como’. Venerdì 4 luglio 2014, sono tornate in funzione le dieci fontane di piazza Cavour. Erano in tanti ad assistere a questo momento. Il presidente onorario di Amici di Como Mario Pittorelli, il presidente del Consorzio Como Turistica Roberto Cassani, il coordinatore del progetto Daniele Brunati, l’assessore comunale al Verde e all’Arredo urbano Daniela Gerosa, l’editore della rivista Magic Lake Rosaria Casali e tutti coloro che avevano lavorato per ripristinare i giochi
In these pages, the phases of the restoration of the fountains in Piazza Cavour
d’acqua. Un’operazione portata a termine grazie alla collaborazione fra pubblico e privato in un tempo record di soli sette giorni lavorativi e sostenuta da due associati storici di Amici di Como: il presidente onorario Mario Pittorelli, presidente della Bianchi Group, e le riviste Magic Lake e What’s On che festeggiano i dieci anni di pubblicazione. «Un grazie bello, grande, cubitale - sono state le parole dell’assessore Daniela Gerosa – un grazie alle due associazioni e a tutti gli sponsor che hanno dato il loro fattivo contributo alla riqualificazione delle fontane. Il segreto è lavorare tutti insieme. Siamo contenti che questo stile di aiuto alla cosa pubblica stia contagiando molti soggetti. E questo lo dobbiamo al buon esempio partito da Amici di Como e dal Consorzio Como Turistica». La decisione di riaccendere le fonta-
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ne è scaturita dalla volontà di ridare un elemento di pregio a piazza Cavour, uno dei luoghi più frequentati e graditi dai cittadini e dai turisti. E’ evidente il disegno di continuità, anche dal punto di vista urbanistico, con le fontanelle colorate della passeggiata del lungolago e con la riqualificazione della fontana di Villa Geno. Altrettanto evidente è l’attenzione per la cura e l’immagine della città in vista di Expo 2015. «Volevo dare un segnale positivo - commenta Mario Pittorelli, presidente onorario di Amici di Como - per essere di stimolo ad altri. Vogliamo far passare il messaggio che se tutti dessero un contributo avremmo una città più bella». Le fontane erano state spente nel 2012. I primi lavori sono stati quelli di rimozione di tutte le parti ammalorate. Si è provveduto poi alla pulizia dei bacini e alla sostituzione degli elementi non più funzionanti: filtri, pompe,
galleggianti, fari illuminanti. I getti sono stati sostituiti con zampilli tubolari, al posto del vecchio e sporco ciottolame sono stati posati nuovi ciottoli immacolati. Nuovo anche l’orologio che regola il funzionamento elettrico e l’intero manto erboso del tipo green solitamente usato per i campi da golf. I lavori sono stati realizzati grazie a Bianchi Group Logistic & International Forwarding Agents- Magic Lake Como Review – Amici di Como, in collaborazione con Acquanatura s.r.l. - Frigerio Roberto & C s.n.c. - Diodato Pasquale - Gini s.p.a. lavori stradali - Greenservice Italia s.r.l. - arch. Gianmarco Martorana – arch. Alessandro Neri e alla concreta collaborazione e disponibilità dell’ing. Antonio Ferro, direttore Area Opere Pubbliche e Servizi per la Città del Comune di Como e dell’ing. Pietro Gilardoni, dirigente del settore Reti, Impianti tecnologici e Strade del Comune di Como.
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Concept & Styling TBM Service & C. - Como
Facciate ventilate
GUSHES AND WATER GAMES THE FOUNTAINS ARE BACK IN PIAZZA CAVOUR They haven't been working for 2 years. A wound for the people if Como linked to the sitting room of piazza Cavour. Amici di Como and Consorzio Como Turistica decided to give their personal contribution to embellish the city. They chose a symbolic date, the anniversary of the reopening of the temporary promenade "Amici di Como". On Friday 4th July 2014, the ten fountains of piazza Cavour were on, with the presence of the honorary president, Mario Pittorelli, the president of Consorzio Como Turistica Roberto Cassani, the coordinator of the project Daniele Brunati, the city councillor of the urban setting Daniela Gerosa, the editor of the magazine Magic Lake Rosaria Casali. The project was carried out in 7 days thanks to the collaboration between the public and the private sector and it was supported by the historic membersof Amici di Como: the honorary president Mario Pittorelli, president of Bianchi Group and the magazines Magic Lake and What’s On which celebrate their 10th anniversary. «Thanks to the two associations - says the councillor Daniela Gerosa - and to all the sponsors who gave their contribution». The
decision to switch on the fountains came from the idea to embellish piazza Cavour and ideally to give continuity to the colored fountains of the promenade on the lakefront and to the requalification of the Fountain of Villa Geno. «We want to give a message - says Mario Pittorelli, honorary president of Amici di Como - should everyone gives a personal contribution, we would have a better city». Fountains were switched off in 2012. First they were cleaned and all the parts which were not functioning were replaced. The grass was substituted with the grass that is usually used on golf courses. This was possible thanks to Bianchi Group Logistic & International Forwarding AgentsMagic Lake Como Review – Amici di Como, in collaboration with Acquanatura s.r.l. - Frigerio Roberto & C s.n.c. - Diodato Pasquale - Gini s.p.a. lavori stradali - Greenservice Italia s.r.l. - arch. Gianmarco Martorana – arch. Alessandro Neri and the collaboration and the support of the engineer Antonio Ferro, director of Public Works and Services for the city of Como and of the engineer Pietro Gilardoni, director of the sector Nets, technological plants and streets of the city of Como.
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NEWS
Tutti in fila per il Rifugio della Memoria
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di Davide Cantoni foto Archivio Mu.R.A.C., Giorgio Femia
In line for the refuge of the memory
La cronaca è quella di un successo annunciato. 2.500 persone in poco più di tre mesi di attività. Una media di 20 al giorno (con punte nettamente più alte), gruppi di 40 visitatori: bambini, giovani, associazioni, scuole, turisti. Il Mu.R.A.C. Museo dei rifugi antiaerei di Como è stato un'intuizione geniale, frutto del lavoro di due architetti lariani, Gianmarco Martorana e Marco Castiglioni, in stretta collaborazione con la Croce Rossa cittadina di via Italia Libera, dove ha sede la struttura. I due professionisti negli ultimi tre anni hanno mappato tutti i rifugi antiaerei della città e si sono mossi tra archivi pubblici e privati. Con un'attività di puro volontariato (grazie al sostegno di Amici di Como, del Consorzio Como Turistica e, a un bando da 80mila Euro della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca che ha permesso il restauro della struttura) i due hanno catalogato centinaia di reperti - tra cui maschere antigas, casse di pronto soccorso, strumentazione medica e documenti - oltre a migliaia di fotografie che mostrano gli scavi per la costruzione dei rifugi e la fortificazione degli edifici storici della città tra cui spicca quella del Duomo. All’interno del museo è stato studiato un percorso che conduce il visitatore attraverso uno spaccato dei giorni comaschi durante il periodo dei bombardamenti, itinerario tra memoria e storia intenso: pensato per mostrare gli istanti più duri della seconda guerra mondiale. La visita passa anche attraverso la proiezione di video che narrano gli istanti della caduta delle bombe (a Como non ve ne furono ma solo per miracolo). La Croce Rossa cittadina ha affiancato e sostenuto il progetto di Martorana e Castiglioni e garantisce, grazie al volontariato dei propri operatori, l’apertura della struttura. Visto l'enorme successo a breve partirà un doppio percorso: ai visitatori sarà offerta la visita al museo e un incontro con gli operatori del sodalizio per un approfondimento sulla loro attività. Il successo è descritto dai numeri, è vero, ma più di una fredda somma di accessi contano le centinaia di messaggi scritti sul quaderno a disposizione dei visitatori. Bambini e adulti che lasciano traccia della commozione provata, dello stupore di fronte a un pezzo di storia troppo spesso dimenticata e, anche, del piacere di ritrovare un pezzo di Como, sotterraneo e dimenticato. Ora a disposizione di tutti. Info e prenotazioni: murac.it
The report of an announced success. 2.500 people in few more than three months of activity. An average of 20 a day, groups of 40 visitors: children, young people, associations, schools, tourists. The Mu.R.A.C. Museum of the antiaircraft shelters of Como has been a genial intuition, fruit of the job of two architects from Como, Gianmarco Martorana and Marco Castiglioni, in collaboration with the city Red Cross of via Italia Libera, where the museum is located. The two architects in the last three years have created a map of all the antiaircraft shelters of the city and examined public and private files. A pure voluntary work (thanks to the support of Amici di Como, Consorzio Como Turistica, and 80.000 Euro from the Provincial Foundation of the Comunità Comasca that allowed the restoration) the two architects cataloged hundreds of findings -among which gas masks, first aid boxes, medical instruments and documents - besides thousands of photos that show the excavations for the construction of the shelters and the fortification of the historical buildings, among which is the Cathedral. Inside the museum there is a path that leads the visitor to the days of the bombardments in Como, intense itinerary between memory and history: it is studied to narrate the hardest instants of the fall of the bombs. The visit also includes a video about the bombardments (in Como there were no bombs, only for a miracle). The Red Cross of the city supported the project of Martorana and Castiglioni and it guarantees, thanks to the voluntary service, the opening of the museum. Considering the enormous success soon it is starting a new path: visitors can visit the museum and a meeting with the operators for a deep analysis on their activity. For sure success is described by the numbers, but more than the number of accesses, the hundred messages written on the notebook at disposal of the visitors make the difference. Children and adults leave their sign, their amazement in front of a piece of history which too often is forgotten and, also, of the pleasure to find again an underground and forgotten piece of Como. Now at disposal of everybody. Information and reservations: murac.it
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Mu.R.A.C. MUSEO RIFUGI ANTIAEREI COMO
Sopra, a sinistra, esterni del Mu.R.A.C; a destra, il taglio del nastro; sotto, a sinistra le personalitĂ intervenute all'inaugurazione; a destra, una sala del museo
Above, on the left, outside of the Mu.R.A.C; on the right, cutting the ribbon; below, on the left ,the personalities taking part at the opening; on the right, a room of the museum
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PEOPLE
LUIGI CAVADINI
“Ritratti di Città” a Villa Olmo di Davide Fent foto Carlo Pozzoni “Ritratti di città” presenta oltre sessanta opere attraverso un percorso che intende indagare, per la prima volta attraverso una mostra, l’incidenza dell’immagine della città moderna tra utopia, mito e realtà. Ci racconta che impatto sta avendo sul pubblico? «L'impatto sul pubblico mi pare decisamente positivo. I visitatori escono soddisfatti dopo aver percorso questa carrellata di opere che, attraverso cento anni della storia dell'arte italiana, illustra un tema - la città, appunto - che appartiene a tutti noi e che in un modo o nell'altro ci
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interroga quotidianamente». In relazione al tema, come trait d’union tra la prima rassegna sulla città del 2013, quella di quest’anno e la terza che ci sarà nel 2015 può in sintesi definire la filosofia di questo percorso? «La riflessione sul tema della città - che cosa ha significato in passato, la situazione odierna, le prospettive e le speranze per il futuro - ha, nella società di oggi, un peso evidente. Le problematiche che ne accompagnano lo sviluppo sono all'attenzione di tutti, dal semplice
cittadino al filosofo, al letterato, al politico. La preoccupazione per il futuro e, di conseguenza, la costruzione di nuove prospettive passano proprio da questa riflessione. Ecco il perché di questo trittico di mostre». Quanto è importante la mostra collaterale presso la Pinacoteca Civica dedicata ad Aldo Galli, uno degli astrattisti storici comaschi che nella sua opera ha sviluppato a lungo e con varie declinazioni il tema della città? «La mostra di Aldo Galli in Pinacoteca, realizzata grazie al Festival della Luce e
Nella pagina precedente, l'assessore alla cultura Luigi Cavadini; in questa pagina, sopra a sinistra sala 8, Nuove visioni urbane, a destra sala 4, Paesaggi di città; sotto, a sinistra sala 2, Lo sguardo metafisico, a destra sala 6 , Scultura Architettura Luogo
all’Accademia Aldo Galli, costituisce una sorta di ingrandimento su un passaggio della mostra “Ritratti di città”: concentra infatti l’attenzione su uno dei maestri dell’astrattismo comasco, presente comunque nella rassegna di Villa Olmo, e ne segue il lucido e intrigante itinerario proprio nello sviluppo del tema, che è ben individuato dal sottotitolo dell’esposizione “Luci ed astrazioni di città”. Attenzione quindi rivolta all’argomento generale in un ambito che si situa tra figurazione e astrazione lungo quarant’anni di pittura di questo importante
On the previous page, Luigi Cavadini; on this page, above, on the left hall 8, New urban visions, on the right hall 4, Landscapes of the city; below, on the left hall 2, Metaphysical gaze, on the right hall 6, Sculpture Architecture Location
maestro». Da storico dell’arte cosa pensa di chi dice che c'era una volta il critico d’arte e ora non c'è più. Svanito nel nulla, anzi no, riconvertito, geneticamente modificato per essere adattato alle nuove esigenze. Una volta, quando c'era, il critico era uno storico (parola grossa, oggi desueta) se non addirittura un letterato (un poeta, uno scrittore). Era insomma un intellettuale. Adesso non è più così, il critico ha subito una profonda metamorfosi? «Credo che se il critico d’arte non ha la
stoffa e la preparazione dello storico, i risultati del suo lavoro possono essere solo superficiali e difficilmente riusciranno a mantenere valore e peso nel tempo». Quanto è soddisfatto di questa mostra curata da Flaminio Gualdoni? «Flaminio Gualdoni ha costruito questa mostra con la logica dello storico che guarda al tema e individua le opere più significative per rappresentarlo. Proprio per questo la mostra ha una organicità assolutamente apprezzabile e una leggibilità ampia, adatta a qualunque tipo di fruitore».
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VIlla Olmo, sede della mostra VIlla Olmo, seat of exhibition
Luigi Cavadini " Ritratti di Città" at Villa Olmo “Ritratti di città (Urban sceneries)” presents more than 60 works of art, the goal is to show for the first time in an exhibition, the incidence of the image of the modern city - among utopia, myth and reality, can you explain us the impact is is having on the public? «I think that the impact on the public is positive. The visitors are satisfied after they follow the path of the different works of art that, throughout 100 years of the history of the Italian art, introduces a subject - that is the city - which belongs to all of us and in one way or in another way poses us questions».
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In relation of this subject, like a crossing point between the first exhibition about the city in 2013 and the one of this year and the third one which is held in 2015, can you define the philosophy of this path? «The consideration on the subject of the city - its meaning in the past, the present situation, the perspectives and the hopes for the future - has, in the present society, a clear importance. The problems that go along the development are the attention of everybody, from the simple citizen to the philosopher, the politician. The worries for the future and, as a consequence, the bu-
ilding of new perspectives comes from this idea. This is the reason of the three exhibitions». What is the importance of the collateral exhibition at the Pinacoteca Civica dedicated to Aldo Galli, one of the historical abstractist of Como who developed for long and in many ways the subject of the city? «The exhibition of Aldo Galli in Pinacoteca, made thanks to the Light Festival and the Accademy Aldo Galli, represents a sort of magnifying lens on a passage of the exhibition "Ritratti di città": it is focused on one of the masters of the abstractism in Como,
In questa pagina, sopra l'assessore Luigi Cavadini illustra l'opera di Arnaldo Pomodoro; sotto, sala 8, Nuove visioni urbane On this page, above Luigi Cavadini illustrates the work of Arnaldo Pomodoro; below, hall 8, New urban visions'
present in the exhibition of Villa Olmo and it follows the clear and intriguing itinerary in the development of the subject, which is well identified by the subtitle of the exhibition "Luci ed astrazioni di città". The attention is on the general subject, between image and abstraction in 40 years of painting of this important master». As art critic what do you think of those who say that there was the art critic, but now he no longer exists. He disappeared, or better, he changed to follow the new needs. When there was the art critic, he was an expert of history or a poet, a writer. He was an intellectual.
Today things have changed, did the art critic experience a deep metamorphosis? «I believe that if the art critic has not the knowledge of an expert of history, the results of his work can just be superficial and they won't last for long». Are you satisfied of this exhibition under the guidance of Flaminio Gualdoni? «Flaminio Gualdoni developed this exhibition with the joy of the expert of history who looks at the subject and detects the most important works of art to represent it. For this reason, the exhibition is complete and it can be read by any visitor».
Info
RITRATTI DI CITTA'. URBAN SCENERIES Da Boccioni a De Chirico, da Sironi a Merz a oggi Como, Villa Olmo (via Cantoni 1) dal 28 giugno al 16 novembre 2014 www.ritrattidicitta.com www.cultura.comune.como.it
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EXHIBITION
"GOLF ONCE UPON A TIME" Tra green, caddie e greenkeeper, rivive a villa Carlotta l'atmosfera di inizio novecento di Marina Moretti foto Archivio Villa Carlotta
di Marina Moretti foto .....
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Tra foto d’epoca, memorabilia e oggetti vintage, si ripercorre l’amore per il territorio e la passione per lo sport propria del turismo d’élite del Lago di Como dei primi del ‘900. Un amore e una passione che animarono anche Antonello Passera, l’imprenditore prematuramente scomparso, vice presidente di Villa Carlotta. Proprio da una sua idea è nata la mostra ‘Golf. Once upon a time’ che la casa museo sul lago di Como ospita fino al 9 novembre. In concomitanza con l’IGTM International Golf Travel Market, in programma a Villa Erba a Cernobbio dal 27 al 30 ottobre, questa mostra intende proporre a curiosi e appassionati un affresco dello straordinario legame tra il golf e il Lario. Già nel titolo riecheggia quello che i visitatori di Villa Carlotta possono scoprire: foto d’epoca che ritraggono la nobiltà e l’élite straniera mentre si cimenta con “tee”, “green” e “match play”, ma anche cartelloni pubblicitari, dipinti e sculture che richiamano echi di una moda d’altri tempi, fedele racconto del cambiamento dei costumi della società nel corso degli anni fino al secondo conflitto mondiale. La mostra, a cura di Serena Bertolucci e Michela Gatti, è stata realizzata grazie alla collaborazione con Menaggio Cadenabbia Golf Club, il circolo Golf Villa d’Este e molti collezionisti privati per celebrare anche il territorio lariano che da sempre ha un legame tutto speciale con il golf. Dalla fine dell’Ottocento, Menaggio, Tremezzo e Bellagio sono sempre state mete esclusive del turismo d’élite anglosassone che faceva dello sport sul green uno dei suoi passatempi preferiti. Testimonianza eccellente sono il Menaggio e Cadenabbia Golf Club, il secondo circolo più antico d’Italia, nato nel 1907 dalla passione di quattro gentiluomini inglesi capeggiati dal banchiere Henry John Mylius. Il Circolo Villa d’Este sul cui albo d’oro spiccano firme di reali e aristocratici. Il Golf Club di Dervio esistito per pochissimi anni e poi svanito. La mostra non vuole essere solo un ricordo di quello che è stato, ma anche un viaggio sorprendente e inusuale per promuovere il Lario e la sua storia che da Como a Lecco conta oggi ben 7 campi da golf. Un ponte tra passato e futuro, tra cultura e storia, tra costume e moda. La mostra ‘Golf. Once upon a time’ è aperta fino al 9 novembre. Informazioni www.villacarlotta. it, segreteria@villacarlotta.it, tel. +39.0344.40405
Among old photos and vintage objects, you can see the love for the territory and the passion for the sport typical of the elite tourism of Lake Como at the beginning of the 20th century. Love and passion that also animated Antonello Passera, entrepreneur who prematurely passed away, vice president of Villa Carlotta. From an idea of Passera, the exhibition ‘Golf. Once upon a time’ was born, it is held in Villa Carlotta until November 9. In concomitance with the IGTM International Golf Travel Market, scheduled in Villa Erba in Cernobbio from 27th to 30th October, this exhibition aims at presenting a fresco of the extraordinary bond between golf and Lake Como. Already in the title it resounds what the visitors of Villa Carlotta can discover: old photos of the noble families involved in "tee", "green" and "match play", but also advertising placards, paintings and sculptures that recall an ancient fashion, faithful story of the change of the dresses of the society during the years up to World War II. The exhibition, edited by Serena Bertolucci and Michela Gatti, have been realized thanks to the collaboration with Menaggio Cadenabbia Golf Club, the Golf Villa d’Este and many private collectors to also celebrate the territory of Como which has always had a special bond with golf. From the end of the 19th century, Menaggio, Tremezzo and Bellagio has been exclusive destinations of the tourism of Anglo-Saxon elite who liked to play golf. Excellent testimony is the Menaggio and Cadenabbia Golf Club, the second most ancient club of Italy, born in 1907 by the passion of four English gentlemen led by the banker Henry John Mylius. The Golf Villa d’Este on whose gold bulletinboard detaches signatures of Royal and aristocrats. The Golf Club of Dervio existed only for few years and then it disappeared. The exhibition doesn't want to be only a memory of the past, but also an amazing and unusual trip to promote Lake Como and its history that from Como to Lecco counts a total of 7 golf courses. A bridge between the past and the future, between culture and history, between tradition and fashion. The exhibition 'Golf. Once upon a time' it is open until November 9. For information www. villacarlotta.it, segreteria@villacarlotta.it, tel. +39.0344.40405
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Varenna
Ristorante Pizzeria Victoria Grill, completamente rinnovato. Eleganza, Tradizione, QualitĂ .
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SUOR GIOVANNINA FRANCHI
BEATA PER COMO di Marina Moretti foto Carlo Pozzoni, Archivio T.B.M. Service
Il 20 settembre 2014 ha segnato una data importante per Como: la solenne beatificazione di suor Giovannina Franchi, fondatrice della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata. Un giorno importante per Como non solo perché, dopo Luigi Guanella e Nicolò Rusca, si amplia la schiera di santi e beati comaschi, ma anche per lo stretto legame fra la città e l’Ospedale Valduce. Un legame iniziato proprio con la scelta provocatoria di madre Franchi, donna dell’alta borghesia, che abbandonò gli agi familiari e con tre compagne, il 27 settembre 1853, andò a vivere in via Vitani, centro più povero e malfamato della città, mettendosi al servizio della gente umile, curando i malati e accogliendoli nella sua casa, tutt’ora cuore della Congregazione. Una scelta che Giovannina portò all’estremo. Quando nel 1872 un’epidemia di vaiolo nero flagellò la città, madre Franchi curò senza sosta gli ammalati, finendo essa stessa per contrarre il morbo. Incurante della sofferenza, offrì la vita per la sua città. E così fu. Risulta infatti che dopo la sua morte il 23 febbraio 1872, l’epidemia finì senza fare altre vittime. Per conoscere meglio l’opera e la figura della beata Giovannina, incontriamo suor Emanuela Bianchini, madre generale della Congregazione, suor Beniamina Bonesso, autrice della mostra “La carità nella città” e Pa-
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squalina Principe, la cui guarigione miracolosa è stata annoverata nel processo di beatificazione. Suor Emanuela Bianchini è madre generale della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata del Valduce che da oltre un secolo e mezzo si occupano dell’assistenza medica e riabilitativa. Un legame molto stretto fra Como e l’Ospedale creato proprio da suor Giovannina? «Dirò di più. Morendo, madre Franchi ha offerto la sua vita perché finisse il flagello del vaiolo. Solo questo fatto mi sembra meriti grande venerazione da parte della popolazione di Como. C’è poi l’opera delle suore che hanno donato il meglio di sé nel servire gli infermi con gran cuore, come desiderio della fondatrice». Cosa rappresenta la beatificazione di suor Franchi? «E’ un momento di emozione e di ringraziamento al Signore perché madre Giovannina ci ha donato un grande carisma più che mai attuale: la fede profonda radicata nella preghiera, la carità nel servire gli ammalati, l’umiltà nello svolgere le mansioni più umili e nascoste, l’amore per la Chiesa e la profonda fiducia nella divina provvidenza». Quale esempio offre a noi una santità come quella di suor Giovannina?
Sopra, un momento della cerimonia di Beatificazione
«La santità si costruisce sulle doti umane, e madre Franchi ha attuato in pieno la perfezione della sua umanità. Guidata da un cuore buono e grande, ha saputo rendersi disponibile ed accogliente ad ogni povertà del suo tempo, rivelando l’amore di Dio attraverso un aiuto concreto. Madre Giovannina definisce la carità come: ‘amore universale che tutti abbraccia nel Signore e non esclude nessuno’. Mai come oggi, in questa società multietnica e multireligiosa, tali parole risuonano attuali. Alle consorelle, suor Giovannina diceva che dovevano essere ‘coraggiose ed umili nello stesso tempo, pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del silenzio e della fatica, ben disposte all’assistenza degli infermi e a qualunque opera di carità con animo sereno’. Le virtù umane quali la buona educazione, la finezza, la delicatezza, la semplicità, la rettitudine sono lo stile di vita che madre Giovannina ha praticato e ha lasciato come testamento sia per le sue figlie sia per tutti quanti operano nel campo assistenziale». Nella causa di beatificazione è stato riconosciuto il miracolo, avvenuto presso l’Ospedale Valduce nel 1981, attribuito all’intercessione di madre Franchi. Si tratta della guarigione da asfissia neonatale grave di una bambina, Pasqualina. Dopo oltre cinque ore di tentativi di rianimazione falliti,
Above, a moment of the ceremony of Beatification
mentre veniva invocata l’intercessione di suor Giovannina, la piccola mostrò alcuni segni di vita: un aumento della frequenza cardiaca, la comparsa di qualche atto respiratorio e il miglioramento della cianosi. Ad essere sorprendente e riconosciuto come scientificamente inspiegabile fu non solo l’istantaneità della guarigione, ma anche la sua completezza, senza cioè quegli esiti neurologici purtroppo inevitabili in questi casi. Che ricordo avete di quel fatto miracoloso? «La suora che ha pregato e ha messo l’immaginetta della fondatrice nell’incubatrice è deceduta. Sovente ci ricordava con commozione il fatto ritenuto subito miracoloso anche dai medici presenti. Devo però aggiungere che da sempre le suore affidano all’intercessione e alla protezione della Madre i malati, soprattutto quelli gravi, e che sempre abbiamo percepito la vicinanza e l’aiuto di suor Giovannina». Dove si possono venerare le sue spoglie? «Alla morte di vaiolo nero, il suo corpo venne seppellito in tutta fretta in una tomba comune dove erano state poste già sei consorelle. Nel 1935 vennero esumate le salme e collocate senza distinzione nell’attuale tomba al cimitero monumentale di Como. Risultò impossibile identificare i resti
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Sopra, suor Emanuela Bianchini, madre generale della Congregazione e suor Beniamina Bonesso
mortali della Madre che riposa fra le sue figlie nella tomba della Comunità. Là è possibile venerarla. Per tutte noi però il luogo della memoria è la casa di Via Vitani e stiamo infatti studiando una forma per renderla luogo di preghiera e di ricordo». Quale dono chiedete a suor Giovannina per il vostro ospedale e la città che lei ha amato e servito? «Il grande evento della beatificazione è un segno di incoraggiamento per riprendere slancio verso un futuro nuovo e migliore, in questo momento in cui le difficoltà nel campo sanitario sembra che ci sovrastino. Il dono più bello? Che l’ospedale possa diventare sempre più faro di carità nella città di Como, come lo fu la Pia Casa, il luogo per eccellenza dove il malato, immagine di Cristo sofferente sulla croce, venga amato, servito, onorato». UNA VITA IN 220 PASSI Suor Beniamina Bonesso è autrice della mostra “La carità nella città: il limpido esempio di madre Giovannina”, una serie di disegni sulla vita di madre Franchi esposti in Duomo in preparazione della cerimonia di beatificazione. Infermiera di sala operatoria, dipinge nei pochi momenti liberi, soprattutto di notte.
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Above, sister Emanuela Bianchini, Mother General of the Congregation and sister Beniamina Bonesso
Come sono nate queste opere? «Sembra strano, ma a Como, la sua città, suor Giovannina è poco conosciuta. Ho pensato quindi a un percorso storico per raccontare, attraverso le immagini, dove ha vissuto e operato. Sempre a Como, o meglio nel centro di Como. Tutta la sua storia è racchiusa in pochi metri, i 220 passi che separano la casa natale in via Cinque Giornate e la casa di via Vittani dove curò gli ammalati e dove morì». Cosa ha cercato di mettere in evidenza in questi disegni? «Lo spirito di madre Franchi, donna umilissima, ma dotata di una grande capacità organizzativa. La sua caratteristica era lavorare senza parlare. E infatti scrisse il ‘Metodo di Vita’, una sorta di regola destinata alle consorelle, ma non lasciò scritto nulla di se stessa». Che tipo di personalità era quella di suor Giovannina? «Aveva una grande attrattiva, iniziò la sua opera nel 1853 e dopo soli due anni aveva intorno a sé già dieci consorelle. Era dotata di una forte spiritualità eucaristica, diceva ‘Nella cappella e nella corsia non c’è differenza, lì si incontra Gesù». Alla sua morte, la consorella madre Giuseppina Pozzi, che poi continuò la sua opera e acquistò il terreno dove sorge l’attuale ospedale, scrisse ‘Oggi è caduto un seme prezioso che faceva germogliare tutta quanta la terra’. «La sua vita è stata tutta come un seme prezioso, ma lo è stata anche
In questa pagina, suor Emanuela Bianchini, il card. Angelo Amato Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, mons. Diego Coletti vescovo di Como e Pasqualina Principe
la sua morte, offerta per chiedere al Signore di far terminare l’epidemia di vaiolo. Madre Franchi ha davvero chiuso in questo modo il cerchio di una esistenza tutta dedicata alla sua Como». Lei, suor Beniamina, ha vissuto con le consorelle la gioia del miracolo, la guarigione miracolosa di Pasqualina. Cosa avete provato quel giorno? «Non ero presente personalmente perché ero impegnata in sala operatoria, ma la sera stessa suor Laura ci raccontò quanto era successo. Fu una gioia grandissima per questo grande evento. Il vero miracolo non fu solo che Pasqualina riprese le funzioni vitali, ma che non subì alcuna conseguenza dallo stato di asfissia neonatale». IL SEME PREZIOSO LA GRAZIA DEL MIRACOLO Pasqualina Principe è ora una donna di 33 anni che vive in provincia di Avellino, ha un figlio Stefano di 8 anni ed è in attesa della secondogenita. Quando e come ha saputo le vicende legate alla sua nascita? «Mamma e papà hanno sempre parlato di una nascita problematica, ma senza entrare nel dettaglio. Quando però nel 1996 fummo con-
On this page, Sister Emanuela Bianchini, card. Angelo Amato, Prefect of the Congregation for the Causes of Saints, Bishop Diego Coletti and Pasqualina Principe
vocati a Como per l’apertura del processo di beatificazione, allora mi spiegarono tutto per prepararmi a quello che sarebbe successo». Come si è sentita? «All’inizio, completamente smarrita. Poi ho capito la grandezza della situazione e mi sono posta molti perché…perché era toccato a me, perché ero stata scelta io... proprio quell’anno avevo iniziato a frequentare un centro di assistenza per bambini disabili, quindi avevo visto i danni provocati dall’asfissia neonatale. Mi sono sentita prescelta e questo ha suscitato in me un insieme di gioia e paura». Nella sua famiglia come si ricorda madre Franchi? «Tutti abbiamo una devozione speciale per suor Giovannina, soprattutto i miei genitori e i miei zii. Abbiamo in casa diverse immaginette. Io mi affido a Lei quando devo affrontare un momento particolare o la ringrazio quando qualcosa va bene». Cosa ha raccontato a suo figlio? «Stefano ha otto anni, l’età delle tante domande. Ne abbiamo parlato, si è dimostrato molto maturo, ha capito tutto. E’ eccitatissimo per la beatificazione della ‘nostra’ suor Giovannina». E lei come sta vivendo questo momento? «Sono contentissima. E anche un po’ orgogliosa. Appena ho saputo che madre Franchi sarebbe stata proclamata beata, ho pensato: ‘Allora sono servita. Ho ricambiato quel grande dono ricevuto da Lei».
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Sopra, luoghi e momenti della vita di madre Giovannina Franchi nei disegni di suor Beniamina Bonesso
Above, places and moments of the life of mother Giovannina Franchi in the drawings of sister Beniamina Bonesso
A blessed for Como 20th September 2014 is the day of the celebration of Blessed suor Giovannina Franchi, founder of the Congregazione delle Suore Infermiere dell'Addolorata of the Hospital Valduce. Madre Franchi, on 27th September 1853, decided to leave her rich family to go to Via Vitani to take care of people with deseases. Her choice was extreme. When in 1872 there was a smallpox epidemy, she took the smallpox and apshe died for her city. After her death on 23rd February 1872, the epidemy stopped. To better know Beata Giovannina, we met sister Emanuela Bianchini, General Mother of the Congregation, sister Beniamina Bonesso, author of the exhibition "Charity in the city" and Pasqualina Principe, her healing miracle was considered part of the beatification process. Sister Emanuela Bianchini, between Como and the Valduce there is a very strong bond, born with sister Giovannina? «Madre Franchi offered her life to make the epidemic of smallpox end. This fact deserves a great veneration by the city of Como. Then the Sisters gave their best to help people with deseases». What does the Beatification of sister Franchi represent? «It is a touching moment because Madre Giovannina trasmitted us a great charisma: the faith in praying, the charity in helping other people, the humble nature and the love for the church and the trust in the divine providence». What is the example a saint such as sister Giovannina offer us? «A saint becomes a saint following the human gifts and Madre Franchi followed the perfection of her humanity, for her charity is 'Universal love of God for everyone with no exceptions. These words are so true today in this multietnical and multireligious society». In the beatification it was mentioned the miracle of the healing of a child from It was hard to explain the complete healing, without neurologic consequences. What is the memory you have of that fact? «The sister who prayed and put the image of the Founder in the incubator
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died. Often she was mentioning the fact that was immediately considered a miracle. I have to add that the sisters pray her for the people with deaseases and we have always felt she was close to us». Where can people pray on her tomb? «She was in a common grave with other sisters. In 1935 her relics were moved to a tomb in the monumental cemetery of Como. Anyway for all of us the place of the memory is the House in Via Vitani». Sister Beniamina Bonesso is the author of the drawings "Charity in the city". How were these works born? «It seems strange, but in Como sister Giovannina is not much known. All the history is in few meters, 220 steps that separate her home town in via Cinque Giornate and the House in via Vittani where she helped people with deseases and where she died». What did you try and stress in these drawings? «The attitude of Madre Franchi. She used to work without talking». When she died it was written 'Today a precious seed fell'. «Her life was as a precious seed, but also her death. Madre Franchi closed a cycle of an existence dedicated to Como». Pasqualina Principe is 33 years old and she lives in the province of Avellino, she has a son, Stefano, who is 8 years old and she is pregnant. How did you know about the story linked to your birth? «My mother and my father always spoke of a problematic birth, but in 1996 when the Beatification Process started, they explain me everything». In your family how do you think of Madre Franchi? «We all have a special devotion for sister Giovannina. I pray her when I have to face a special situation or I thank her when something goes well». What did you tell to your son? «Stefano is very excited for the beatification of 'our' sister Giovannina». And how are you living this moment? «I am proud. As soon as I knew that Madre Franchi was proclamed Blessed, I thought I returned the great gift she did to me».
ph. Michele D'amore
FOTO CINE CLUB CERNOBBIO 36째 Concorso Fotografico Nazionale 5a edizione in fotografia digitale 2014
ph. Giuseppe Sordelli
PREMI - Premio speciale Foto Cine Club Cernobbio. La Giuria assegnerà il premio all’autore o agli autori giovani (under 18) con foto ammesse, segnalate o premiate al concorso.
- Premio speciale “Liala” del Comune di Carate Urio - Lago di Como Per ricordare una delle più amate scrittrici italiane di romanzi del ‘900, la Giuria assegnerà il premio all’autore di un’immagine romantica e romanzesca di tutto il nostro concorso.
- Premio speciale Dott. Sante Frantellizzi già Prefetto di Como. La Giuria assegnerà il premio all’autore della migliore fotografia di Paesaggio.
- Premio speciale della Foto Elit di Cantù Per ricordare il fotografo Leon Battista Guarisco
- Premio speciale “Famiglia Comasca” per la Città di Tokamachi Giappone (Città gemellata con Como) La Giuria assegnerà i premi (prodotti in seta di Como) agli autori giapponesi delle migliori fotografie del Giappone.
- Premio speciale “Amici di Como” La Giuria assegnerà il premio all’autore dell’immagine più bella di una manifestazione organizzata da “Amici di Como” - Premio Speciale Giulio Mantovani Per ricordare il Cav. Alfredo Mantovani B. F. I. Benemerito della Fotografia Italiana
INFO Concorso Fotografico 2014 Mercoledì 15 ottobre 2014: termine presentazione delle opere. 16 Novembre 2014 : prima proiezione e premiazione nella Sala Regina del Grand Hotel Villa d'Este, Cernobbio, Lago di Como
Foto Cine Club Cernobbio c/o Antonio Vasconi via Regina 36 22012 Cernobbio Como fotovasconi@virgilio.it www.fotocineclubcernobbio.it
C U LT U R A
Premio Fogazzaro
TRA SOCIAL E TRADIZIONE Alberto Buscaglia
di Davide Cantoni foto Archivio Premio Fogazzaro Il piccolo mondo è sempre antico, ma conosce e interpreta bene la contemporaneità. Sette edizioni e sette anni di successo. Il Premio Antonio Fogazzaro, ideato e curato da Alberto Buscaglia, chiude l'edizione 2014 con un bilancio estremamente positivo. Il riconoscimento è nato per onorare la memoria di Antonio Fogazzaro, autore tra i più significativi della storia letteraria italiana tra Otto e Novecento che alla sua terra materna, la Valsolda, dedicò alcune della pagine più belle e più note della sua opera letteraria. Domenica 13 luglio a Villa Carlotta di Tremezzo, sono stati proclamati i vincitori dei concorsi letterari dedicati al Racconto inedito, alla Poesia edita e al concorso facebook di microletteratura “Post office” (su premioantoniofogazzaro.it il dettaglio dei premiati) Alberto Buscaglia, quali criteri generali sono stati adottati dalle giurie nell'assegnare i premi? «Sin dalla prima edizione del premio abbiamo cercato di costituire giurie di eccellenza, chiamando scrittori, studiosi, docenti universitari di sicuro valore, contemporaneamente rappresentativi del territorio, comprendendo in questo concetto anche la vicinissima Svizzera: l’italianista Renato Martinoni, gli scrittori e poeti Giuseppe Curonici e Alberto Nessi hanno portato il loro contributo di giurati con una prospettiva certamente più internazionale. Nelle giurie del Fogazzaro hanno dato il loro contributo nomi più che autorevoli nel panorama delle lettere nazionali: Marta Morazzoni, Andrea Vitali, Piero Gibellini, Silvio Raffo, Maurizio Cucchi, Mario Santagostini, Tiziana Piras, Gian Paolo Serino, Laura Garavaglia, Gianmarco Gaspari, Matteo Vercesi, Linda Terziroli… I criteri con cui si assegnano i premi sono quelli della massima autonomia dei giurati nel valutare innanzitutto la qualità letteraria dei testi e la loro originalità narrativa in riferimento ai temi proposti per la categoria dei Racconti inediti o la maturità poetica e la forza innovativa in una raccolta di liriche per la categoria Poesia edita». Dopo sette edizioni che bilancio generale potete tracciare? «Un bilancio più che positivo, nonostante i problemi che il premio ha subito con la pesante crisi finanziaria ed economica, come per qualsiasi altra attività. Il premio in questi sette anni si è imposto a livello nazionale con la partecipazione ai concorsi letterari di quasi tutte le regioni italiane e anche dell’estero. Con l’istituzione del Premio poesia edita
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una interessante e notevole partecipazione di piccole, medie e grandi case editrici del settore e di autori da tutto il Paese. Gli incontri letterari hanno proposto soprattutto autori emergenti anche del territorio, ma già di peso sul piano nazionale, come Giovanni Cocco o Sergio Peter». Anticipiamo qualcosa in vista dell'edizione 2015? «Anche nel campo della cultura si sente la necessità di creare sinergie fra iniziative che hanno gli stessi obiettivi agendo sullo stesso territorio. Forse il 2015 per il Premio Fogazzaro può essere l’anno per concretizzare queste auspicate sinergie, mantenendo comunque una sua specificità ideativa e organizzativa e nel contempo ampliando il suo calendario e i luoghi dove realizzare gli eventi». La contemporaneità del premio con l'Expo, nel 2015, ne determinerà qualche linea guida? «Il tema dell’Expo è molto ampio e suggeritore di spunti, trattando di problematiche legate all’alimentazione, quindi sarà certamente ispiratore di temi per il concorso Racconto inedito, ma anche per promuovere incontri letterari o musicali. Senza dimenticare che il nome di Fogazzaro ci impegna anche ad approfondire tematiche legate alla sua narrativa e al suo pensiero. In questo senso stiamo già lavorando a un secondo volume dedicato alle trasposizioni cinematografiche dei romanzi fogazzariani, questa volta pubblicando e analizzando la sceneggiatura inedita del film “Malombra” di Mario Soldati (1942)». Lo spazio dedicato alla microletteratura è una finestra aperta sul social. Qual è il rapporto tra un premio a vocazione "tradizionale" come il Fogazzaro e la rete? «Il Premio Fogazzaro è stato uno dei primi concorsi letterari ad aprirsi e a confrontarsi con la rete e con i molti appassionati autori del social network. E’ stata una straordinaria esperienza di apertura a un pubblico vastissimo, ampliando considerevolmente gli orizzonti del premio. La qualità dei microtesti si è rivelata interessante e non inferiore a quella del concorso più adulto del racconto inedito, e i molti testi sottoposti al parere della giuria sono stati valutati con il medesimo rigore degli altri concorsi, giudicando essenzialmente la loro qualità narrativa e letteraria. Basti accennare che tra i giurati della microletteratura social c’è Gian Paolo Serino, che non è solo uno dei critici letterari più autorevoli e innovativi, ma è anche un esperto e geniale utilizzatore della rete».
Sopra, il libro di Alberto Buscaglia e Tiziana Piras; a destra, Villa Fogazzaro Roi a Valsolda
Above, the book by Alberto Buscaglia and Tiziana Piras on the right, Villa Fogazzaro Roi at Valsolda
BETWEEN SOCIAL AND TRADITION The small world is always ancient, but it knows and it interprets well the contemporaneity. Seven editions and seven years of success. The Antonio Fogazzaro Prize, conceived by Alberto Buscaglia, closed the edition 2014 in a very positive way. The recognition was born for honoring the memory of Antonio Fogazzaro, one of the most important authors of the Italian literary history between 19th and the 20th century. He dedicated to his hometown, Valsolda, some of the most beautiful and famous pages of his literary work. Sunday July 13 in Villa Carlotta of Tremezzo, the winners of the literary contests Unpublished Story, edited Poetry and micro-literature “Post office” were proclaimed (on premioantoniofogazzaro.it details on prize winners) Alberto Buscaglia, which are the general criterions adopted by the juries to give the prizes? "Since the first edition of the prize we tried to create juries of excellence, calling writers, experts, important university teachers, contemporarily representatives of the territory, considering also the nearby Switzerland: Renato Martinoni, the writers and poets Giuseppe Curonici and Alberto Nessi certainly brought their contribution of jurors with a more international perspective. In the juries of the Fogazzaro also international authoritative names: Piero Gibellini, Silvio Raffo, Maurizio Cucchi, Mario Santagostini, Tiziana Piras, Gian Paolo Serino, Laura Garavaglia, Gianmarco Gaspari, Matteo Vercesi, Linda Terziroli… The criterions with which the prizes are assigned are the maximum autonomy of the jurors in judging first of all the literary quality and their originality referred to the subjects proposed for the category of Unpublished Story or the poetic maturity and the innovative strength in the lyrics of the category edited Poetry”. After seven editions what is your opinion? “My opinion is more than positive, despite the problems we had due to the financial and economic crisis, as for any other activity. The prize in these seven years imposed at national level with the participation to the literary contests of almost all the Italian regions and also of foreign countries.
With the institution of the Prize Unpublished poetry, we had an interesting and important participation of small, medium and big size publishing houses of the sector and authors from all over the country. The literary meetings proposed above all emerging authors also of the territory, but already famous at national level, such as Giovanni Cocco or Sergio Peter”. Can we anticipate something about the edition 2015? "Also in the field of the culture, there is the necessity to create synergies among initiatives that have the same goals acting on the same territory. Perhaps 2015 for the Prize Fogazzaro can be the year to concretize these auspicious synergies, maintaining a special organization, at the same time having more events and locations”. Will the contemporaneity of the prize with Expo, in 2015, determine some guidelines? "Expo is a very interesting event because it is about food and nutrition, so it will be a source of inspiration for the Unpublished Story, but also to promote literary or musical meetings. We shouldn’t forget that the name Fogazzaro make us deal with topics linked to his works and his thoughts. The space dedicated to the micro-literature is an open window on the social. What is the relationship between a “traditional” prize such as Fogazzaro and the web? "The Prize Fogazzaro has been one of the first literary contests to open and to compare with the web and with many impassioned authors of the social network. It was an extraordinary experience of opening to a vast public, considerably widening the horizons of the prize. The quality of the micro-texts was revealed interesting and not inferior to that of the oldest contest of the Unpublished Story and many texts submitted to the opinion of the jury have been valued with the same rigor of the other contests, essentially judging their narrative and literary quality. For example among the jurors of the social micro-literature is Gian Paolo Serino, who is not just one of the most authoritative and innovative critic, but also an expert and genial user of the web”.
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NEWS
GOGA E MAGOGA DAVIDE VAN DE SFROOS di Davide Cantoni foto Batevents Territorio e terra. Territorio e acqua. Popolare ma non pop. Folk senza folklore. Cresce, evolve, cambia. Davide Van De Sfroos, piaccia o meno, è persona che fa la muta. Come quei rettili, le lucertole, tanto cari al cantautore del lago. Mai un album ruffianamente legato al precedente (scivolone di molti, il tentativo di replica-clone di un successo), mai lavori sciatti o improvvisati tanto per andare in studio di registrazione. Davide lavora, lavora sodo e studia. Piaccia o meno. Però piace, anche questa volta. Il 2014 è stato, ed è ancora, un anno pieno per il menestrello di Giulino di Mezzegra (anzi, di Pola) che corre veloce su tre binari: all'uscita del nuovo album, Goga e Magoga si è accompagnato il Lombardia Expo Tour, roadshow di presentazione nelle 12 province lombarde dell'Expo 2015. Obiettivo del viaggio è coinvolgere i cittadini, giocando su identità e cultura di ogni provincia, in un processo di partecipazione che porti all'universale meneghina. De Sfroos (territorio e terra, non dimentichiamo) è l'uomo simbolo dell'evento. E poi c'è stato l'enorme successo di Terra e Acqua, un percorso di eventi alla scoperta del Lago di Como tra musica, poesia, tradizione, gastronomia, arte, storia e natura (dettagli su: itinerarifolk.com). L'album “Goga e Magoga”, ispirazione biblica tra mito e storia, un significato che in qualche modo rimanda all’attesa. L’attesa secondo Davide Van de Sfroos che, come sempre, gioca con la memoria e l’immaginario, gioca con la lingua per farne uno strumento proprio di indagine, osservazione e naturalmente canzone. Quindi interrogarsi troppo su cosa significhi esattamente il titolo del nuovo al-
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bum del cantautore comasco è prematuro e può essere fuorviante: bisogna attendere prima di averlo tra le mani e poi nelle orecchie per lasciarsi all’ascolto e perché il senso arrivi col tempo. Certo ci sono i Gog e i Magog come spiega l'onniscienza del Wiki: “Gog e Magog sono leggendarie popolazioni dell'Asia centrale, citate nella tradizione biblica e poi in quella coranica, quali genti selvagge e sanguinarie, fonti di incombente e terribile minaccia” E poi ci sono i detti popolari e le usanze. Ma «il disco può essere serenamente definito visionario e bipolare – dice De Sfroos – in un’epoca che con il bipolarismo e la confusione interiore ed esteriore ha imparato a convivere con apparente rassegnazione». «Sotto il titolo di Goga e Magoga, detto popolare ormai in disuso ma ancora assolutamente attuale – aggiunge – si snodano le sedici canzoni che si dividono in otto più aggressive, ritmate e consapevoli su quello che siamo riusciti a diventare nel corso degli anni, dopo avere fatto il bello e il cattivo tempo, e otto più introspettive e mormorate, quasi a sottolineare la forza dolce del lato emotivo che da sempre ci sorregge e ci rende migliori di quello che pensavamo di essere. Musicalmente il disco non si pone confini o limiti, spaziando dalla ballata acustica ai flussi psichedelici e fortemente ritmati e contaminati, un sound generale tipicamente rock nel senso libero del termine che non tralascia gli ingredienti abituali del folk». Quindi: a tre anni di distanza dal grande successo Yanez, dunque Davide Van De Sfroos torna con un nuovo disco: 16 brani inediti, un lavoro che rappresenta un ulteriore passo avanti nella crescita di un musicista atipico che, coerentemente con il passato, continua a scrivere privilegiando il dialetto della sua terra, la Tremezzina, sul lago di Como.
In questa pagina, Davide Van De Sfroos; nella pagina precedente, la copertina dell'album 'Goga e Magoga'
Territory and earth. Territory and water. Popular but not pop. Folk without folklore. It grows, it evolves, it changes. Davide Van De Sfroos, it doesn’t matter if you like him or no, is a person that changes. Like a reptile, a lizard that the singer of the lake likes so much. No album is so tied up to the previous one (like many do, to have a replica of the success), never careless or improvised just to go and record it. Davide works, he works very hard and he studies. Like it or no. However people like him also this time. 2014 was and still is, a busy year for the musician of Giulino di Mezzegra, (or better, of Pola) who runs fast on three platforms: after the new album, Goga and Magoga follows the Lombardia Expo Tour, presentation roadshow in the 12 Lombardy provinces of Expo 2015. The goal of the trip is to involve the citizens, playing on identity and culture of every province in a process of sharing to end with the big event in Milan. De Sfroos (territory and earth) is the man symbol of the event. Then there was the great success of Earth and Water, different events to discover Lake Como among music, poetry, tradition, gastronomy, art, history and nature (for more info go to:itinerarifolk.com). The album “Goga e Magoga”, biblical inspiration between myth and history, a meaning that somehow postpones the wait. The wait, according to Davide Van de Sfroos, plays with memory and imaginary, it plays with the language to make it a tool of investigation, observation and na-
On this page, Davide Van De Sfroos; in the previous page, the cover of the album 'Goga and Magoga'
turally a song. So posing too many questions on what the title of the new album of the singer and songwriter of Como means is premature and can also be misleading: you have to wait until you have it in your hands and then in your ears to listen it and the meaning will come later. There are certainly the Gog and the Magog as explained in the omniscience of the Wiki: "Gog and Magog are legendary populations of central Asia, quoted in the biblical tradition and then in the Koranic, wild and bloodthirsty people, sources of incumbent and terrible threat" And then there are the popular mottos and the customs. But "the album can serenely be defined visionary and bipolar – says De Sfroos - in an epoch where he learned to cohabit with internal and external confusion with apparent resignation."Under the title of Goga and Magoga, popular motto no longer used but still actual – he adds – there are 16 songs that are divided into 8 more aggressive, with rhythm and aware of what we ménage to become during the years and 8 more introspective and whispered, almost to stress the sweet strength of the emotional side that for a long time supports us and it makes us better than we thought we were. Musically the album doesn’t set borders or limits, going from the acoustic ballad to the strongly contaminated psychedelic flows, a general sound typically rock in the free sense of the term that doesn't skip the usual ingredients of the folk." So: 3 years the great success of Yanez, Davide Van De Sfroos is back with a new album:16 unpublished songs, a job that represents a further step toward the growth of an atypical musician who, coherently with the past, still writes in the dialect of his place, the Tremezzina, on Lake Como.
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ARTE
IL MIO NOME È ANGELO NOVI di Stefania De Giorgi foto Carlo Pozzoni Lanzo d’Intelvi ha dato i natali ad un’importante figura artistica, che forse non tutti conoscono: Angelo Novi. Angelo Novi è stato uno dei più importanti fotografi di scena nel panorama cinematografico italiano del Novecento e si è guadagnato la propria notorietà attraverso l’interpretazione artistica dei momenti da ritrarre. Generalmente il fotografo di scena riporta in un’immagine fotogrammi delle scene di film con scatti eseguiti durante le riprese, per cui spesso si hanno fotografie realizzate con tecniche raffinatissime, ma prive di una propria identità. Il fotografo intelvese ha saputo cogliere attimi altamente emozionanti, carichi di forza e passionalità: è stato in grado di produrre composizioni con caratteristiche che declamano le sue indiscutibili capacità artistiche. Istanti inconsueti, momenti nei quali sono racchiusi stati d’animo carpiti durante le fasi di lavorazione delle grandi pellicole, espressioni afferrate in un lampo, che lasciano trasparire ansie e turbamenti del backstage, un’abilità maturata dal fotografo durante le esperienze come reporter degli avvenimenti più difficili della storia. Una mostra delle opere di Angelo Novi, allestita nella terra alla quale ha continuato ad essere sempre legato e che gli ha dato i natali, non era mai stata organizzata. Grazie alla volontà e alla costanza del fotoreporter Carlo Pozzoni si sono potute ammirare al broletto di Como molte delle immagini realizzate da Novi. Carlo Pozzoni, dopo aver preso contatto con la moglie e la figlia del fotografo, Simonetta Borsini e
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Francesca Novi, ha vagliato 65 foto tratte da una selezione di 99 che anni prima lo stesso autore aveva selezionato per una grande mostra a Roma nel 1991. Il curatore ha scelto il materiale più rappresentativo per illustrare nel migliore e più completo dei modi la figura di Novi. La mostra parte da un’immagine del film del 1960 “Era notte a Roma”, di Roberto Rossellini e prosegue nel tempo fino ad arrivare a quella dell’ultimo lavoro del Maestro “L’amore immaginario”, di Fabio Carpi, risalente al 1991. Il percorso offre a chi lo osserva tutte le peculiarità che distinguono il fotografo intelvese. Il suo eccelso valore artistico e la sua bravura nell’andare oltre le immagini di scena era tale che Bernardo Bertolucci, nel film “L’ultimo Imperatore”, decise di girare una scena con l’inquadratura e il taglio che Novi era riuscito a rendere in una fotografia che il regista aveva visto. Si sono potute ammirare, nell’ambito della mostra al Broletto, molte immagini ormai divenute celebri come la fotografia tratta dal “Vangelo secondo Matteo”, che Pier Paolo Pasolini ha voluto come locandina del film, nella quale con un’enorme carica d’intensità si rappresenta il bacio di Giuda. L’eccezionalità e l’acutezza di Novi è contenuta in opere come quella originata da “Ultimo Tango a Parigi”, nella quale la figura sullo sfondo di Marlon Brando è incorniciata dalla siluette del profilo di Maria Schneider. La mostra, conclusa alla fine di luglio, ha reso omaggio al grandissimo fotografo morto nel 1997 e per sua volontà sepolto a Lanzo d’Intelvi.
Nella pagina precedente, Angelo Novi; in questa pagina, a lato, copertina del Libro "Il mio nome è Angelo Novi"; al centro , da sinistra "Ultimo Tango a Parigi -Bertolucci" e "Vangelo secondo Matteo- Pasolini"; sotto, la mostra al Broletto On the previous page, Angelo Novi; on this page, on the left, the cover of the book "Il mio nome è Angelo Novi"; in the middle, from left, "L'ultimo Tango a Parigi -Bertolucci" and "Il Vangelo secondo Matteo- Pasolini"; below, the exhibition
MY NAME IS ANGELO NOVI Lanzo d’Intelvi is the hometown of the artist Angelo Novi, one of the most important photographer in the movie theatre in Italy in the 20th century. Usually the photographer makes photos during the shooting, so often the photos are made with refined techniques, but with no identity. The photographer from the valley Intelvi captured emotional moments, rich in strenght and passion, unusual moments, where you can see emotions during the most important scenes, expressions of the moment, characterized by fears and doubts of the backstage. An exhibition of the works of art by Angelo Novi was held at Broletto in Como thanks to the photoreporter Carlo Pozzoni. He got in contact with the wife and the daughter of the photographer, Simonetta Borsini and Francesca Novi, he selected 65 photos and the most important material. The exhibition starts from a pictures of the movie in 1960 "Era notte a Roma", by Roberto Rossellini and continues until his last work of the master "L'amore immaginario" by Fabio Carpi, dated back to 1991. The path is rich of peculiarities which countersign the photographer of the valley Intelvi. He was very good in going behind the scene images, Bernardo Bertolucci in the movie "L'ultimo imperatore" decided to make a scene with a perspective that Novi represented in a photo. The exhibition ended at the end of July, it paid homage to the great photographer, who died in 1997 and according to his will he was buried in Lanzo d'Intelvi.
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EVENTI
DAVIDE FRIGERIO
Tela e Letteratura di Davide Cantoni foto Archivio Davide Frigerio
Una cattedra di letteratura e lingua italiana e latina all'istituto Sant'Elia di Cantù. Laurea in lettere classiche, indirizzo archeologico-artistico. “In qualche modo – racconta - penso che la mia formazione si rifletta nell'idea che ho di pittura e di arte in generale”. Davide Frigerio, insomma, si muove tra penna, gessetto per lavagna e pennello. Pensiero eclettico e una profonda attenzione al lavoro dello statunitense Edward Hopper. Quando ha iniziato a dipingere? «Ricordo la mia prima mostra piena di ingenuità e di suggestioni da bambino (i macchiaioli e van Gogh). Avevo dodici anni. Ma la svolta c'è stata durante gli anni dell'università, partecipando al corso di disegno della Fondazione Ratti, sotto la guida critica ma affettuosa dei professori Collina e Somaini. Sono arrivate da loro le prime conferme e i primi stimoli a insistere su questa strada. Per un paio di anni ho vinto anche il primo premio come miglior disegno realizzato. Parliamo del 1987/88 se non ricordo male. Ma è dal 1994 che la pittura è diventata un elemento costante della mia vita. Da allora a oggi una
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cinquantina di mostre tra personali e collettive; sia chiaro, non vivo di pittura perché è difficilissimo essere inseriti nel circuito delle gallerie o della critica; non importa. Ho alcuni collezionisti che mi onorano della loro stima e per ora va bene così». Perché dipingere? «Mah. E' stata una cosa naturale, naturale e graduale. Un dono, in un certo modo. Ricordo ancora lo stupore provato quando ho visto per la prima volta lo sfondo de "La Vergine delle rocce" di Leonardo; probabilmente non sapevo nemmeno chi fosse perché non sapevo leggere». Nonostante si definisca figurativo, noto che il termine, rispetto al risultato delle sue opere, risulta un po' stretto. Difficile incastonarla in un genere. «Non so, forse perché non mi ritengo né un astrattista né un informale, ma mi rendo benissimo conto che le categorie sono scatole sempre molto strette, anguste. Poi, mi creda, se si ha la fortuna (per dire) di non vivere con la pittura, uno può sperimentare più linguag-
Sopra, "Sedia in un prato fiorito", 2003, olio su tela, cm 250x150
gi, più percorsi figurativi e di espressione. Forse arriverà il momento in cui uno sarà prioritario, ma per ora no. E poi è la realtà stessa che ci circonda che si compone di mille linguaggi, di mille codici. Perché un artista dovrebbe averne uno solo? Naturalmente è solo una mia opinione». Prima una lunga riflessione artistica sul paesaggio urbano, oggi? «Il paesaggio urbano risale a qualche anno addietro, poi ci sono state le stanze d'albergo (adoro Hopper) e le stazioni. Ultimamente sto ritornando alla figura umana, cercando però di farla diventare in qualche modo paesaggio». Cosa deve ai suoi maestri? «Tutto. Ci sono pittori che ancor oggi mi lasciano senza fiato. Pittori che, fuori dall'ambito degli addetti ai lavori, sono praticamente sconosciuti». Come mai il pennello? Lei è un letterato: perché non la penna? «La scrittura è qualcosa di più intimo, ti mette a nudo molto più dell'arte. E a volte mi fa paura. La pittura, i quadri, quando li esponi,
Above, "Sedia in un prato fiorito, 2003, canvas, 250x150 cm
sono anche uno schermo: tu sei dietro, nascosto, invisibile. A me va bene così. Anzi mi vien da ridere quando qualcuno mi chiede " Perchè colori così scuri? sei triste?", la mia risposta è sempre quella "avevo finito i colori allegri. Mi era rimasto solo il nero e il rosso"». Quanto incide il suo lavoro di pittore sull'attività di insegnante? «La pittura ti sviluppa una forma di sensibilità e di percezione delle cose che a volte può ritornare quando si parla di poeti e si leggono poesie. "L'azzurro dell'azzurro di stoviglia" di Gozzano io so esattamente cos'è, e le lontananze di Leopardi non le leggo, le vedo». Le arti - genericamente dette - figurative sono un ausilio durante le sue lezioni? «Tantissimo: leggere "Donna de paradiso" di Iacopone da Todi mentre si proietta la Crocifissione di Masaccio conservata a Capodimonte può essere per un ragazzo un'esperienza illuminante». L'ultima esposizione di Frigerio, alla Torre delle Arti a Bellagio, è stata un successo. Per tutti gli appuntamenti in calendario: davidefrigerio.com
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In questa pagina, sopra da sinistra, "Figura femminile", 2014, olio su tela, cm 70x80, "Volto particolare", 2013, olio su tela, 150x100; sotto da sinistra, "Figura femminile", 2014, olio su tela, cm 100x150, "Volto", 2013, olio su tela, cm 150x100.
On this page, above left, "Figura Femminile," 2014, canvas, 70x80 cm,"Volto particolare", 2013, canvas, 150x100; Below from left, "Figura femminile", 2014, canvas, 100x150 cm, "Volto", 2013, canvas, 150x100 cm.
Davide Frigerio: Canvas and literature Professor of literature and Italian and Latin language at the institute Sant'Elia of Cantù. He graduated in classical letters, archaeological-artistic concentration. "In some ways - he says - I think that my studies reflect my idea of painting and of art." Davide Frigerio, goes from pen to a piece of chalk to a brush. Eclectic mind and a deep attention of the job of the American Edward Hopper. When did you begin to paint? "I remember my first exhibition full of ingenuity and suggestions of a child (the macchiaioli and van Gogh). I was twelve years old. But the change took place during my years of university, taking part in the sketch course of the Fondazione Ratti, under the critic but affectionate guidance of the professors Collina and Somaini. They gave me the first confirmations and ideas to insist on this road. For a couple of years I won the first prize as the best sketch, in 1987/1988 if I remember well. But in 1994 painting became a constant element of my life. From
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that time up to now 50 among personal and collective shows; to tell the truth, I don’t live of painting because it is very hard to be in the circuit of galleries and critics; I don’t care. I have some collectors who honor me with their respect and for now it is ok". Why do you paint? "Well, it came as something natural, natural and gradual. A gift, in a certain way. I still remember the astonishment when I first saw the "La Vergine delle rocce" by Leonardo; probably I didn't even know who he was because I couldn’t read". Despite you consider yourself a figurative painter, I can say that this definition is a little too reducing for your works. "I don't know, perhaps because I don't consider me neither an abstractionist neither an informal, but I am well aware that categories are boxes, which always turned to be too small. Then believe me, if you are lucky enough not to live with painting, you can experiment different languages, different figurative and ex-
Sopra, "Sonno", 2013, olio su tela, cm 150x100
pression path. Maybe it will come the moment when one is going to be a priority, but not now. And then the reality around us is made of thousands languages with thousands codes. Why should an artist have just one? Of course it is just my opinion.” First a long artistic reflection on the urban landscape, today? "The urban landscape go back to a few years ago, then the rooms of the hotel (I adore Hopper) and the stations. Recently I am going back to the human body, trying and make it become a landscape”. What did your teachers transmit you? "Everything. There are painters who still now leave me breathless. Painters who, out of the circle of the experts, are practically unknown". Why the brush? You are a literate: why not the pen? "The writing is something more intimate, it reveals you more than the art. And sometime it frightens me. Painting, pictures, when you exhibit them, are also a
Above, "Sonno", 2013, canvas, 150x100 cm
screen: you are behind, hidden, invisible. For me it is ok. Or better I laugh when someone asks me “Why such dark colors? Are you sad?” my answer is always the same “I run out of happy colors. I just had back and red”. How much does your work of painter affect your activity of teacher? "Painting develops in you a form of sensibility and perception of things that can return when you speak of poets and when you read poetry. "L'azzurro dell'azzurro di stoviglia" by Gozzano I know excatly what it is and regarding the distances of Leopardi, I don’t read them, but I can see them”. Can the usually called figurative arts help you during your lessons? "A lot: reading "Donna de paradiso" by Iacopone da Todi while you project the Crucifixion of Masaccio kept at Capodimonte could be an illuminating experience for a boy”. The last exhibition of Frigerio, at the Torre delle Arti a Bellagio, was a success. For further information: davidefrigerio.com
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Nella pagina a fianco 1. illustrazione poster manifestazione "Como Città dei Balocchi"; 2. alcune realizzazioni diStefano Miseseti 3. Illustrazione per inserto "La Provincia di Como - MAG" In the next page 1.Illustration for the event "Como Città dei Balocchi" 2.some works by Stefano Misesti 3.Illustration for the insert "La Provincia di Como -MAG"
stefano misesti
UNA PENNELLATA TRA EUROPA E ASIA di Marina Moretti foto Archivio Stefano Misesti
Disegnatore, illustratore, pittore, fumettista… è poliedrica l’attività di Stefano Misesti, noto a Como soprattutto per le locandine della "Città dei Balocchi" e le collaborazioni con quotidiani e riviste. Ma non tutti sanno che Stefano è famoso anche a Taiwan. Sì, perché con la moglie Yao-Hong, anche lei illustratrice (è un vizio di famiglia) e con il figlio Ivan, vive e lavora sei mesi a Como e sei a Taipei. Non è un po’ scomodo? «All’inizio sì, ora ci siamo organizzati e abbiamo una casa qui e una là. Non spostiamo nulla, facciamo solo il volo di an-
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data e ritorno». E come organizzi il lavoro? «Il mio studio è tutto in un borsa. La mia intera attività è racchiusa in un hard disk. Con internet si riesce a lavorare bene anche dall’estremo oriente». Ti senti più fumettista, illustratore, pittore…? «Mi sento più illustratore perché è l’attività con cui ho iniziato, la pittura è occasionale». Da comasco doc che però viaggia e vive anche all’estero, come vedi la città di Como?
«Non sono la persona che ha scelto di vivere altrove per scappare, anzi. Quando sono lontano a lungo ne sento nostalgia. A Como si riesce a vivere tranquillamente per il bello che la città è capace di dare. Soprattutto confrontata con il caos di Taipei…. qui con l’isola pedonale, il tanto verde e il bel lungolago è un paradiso. E mi piace vedere che ci sono persone che si adoperano per renderla più bella». Come sono nate le locandine che hai disegnato per la Città dei Balocchi? «Ho cercato di pensare all’idea di un Natale che rallegra non solo i singoli e le
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famiglie, ma anche la città. Mi sono ispirato alla festa in piazza, ai giocattoli, ai personaggi tipici, ai pupazzi di neve a cui ho aggiunto sempre qualche elemento locale, il Baradello, il faro voltiano, la funicolare, il lago, cioè gli elementi più riconoscibili». Tra i personaggi che hai creato qual è il tuo preferito, quello in cui ti identifichi? «Maciste, nato quasi per caso per ironizzare i vecchi film anni 50-60. Si crede un supereroe ma non ha nessun potere, mi piace l’idea di questa normalità».
In TV si continuano a vedere personaggi negativi o trasgressivi, invece i tuoi sono personaggi positivi. «Preferisco usare l’ironia come molla per far sorridere e riflettere. Chi legge un fumetto ironico, è indotto a pensare. Si raggiunge lo scopo in modo molto più efficace della trasgressività a ogni costo». Anche Jason, il tuo ultimo personaggio, è un supereroe al contrario. «Con Barbara Frandino abbiamo studiato questo personaggio che vuole fare tante cose, a volte riesce a volte no, ha
le sue forze e le sue debolezze, come le persone normali. In un momento in cui la società e i media sbandierano la perfezione a tutti i costi, è importante che i bambini e i ragazzi capiscano che non occorre essere per forza superperfetti. Jason rispecchia la natura umana». E se dovessi ridurre Como a un fumetto? «(ride)… non so. Non la vedo come uno fumetto fantasy alla Marvel o horror alla Dylan Dog, piuttosto come un fumetto di tipo disneyano. Con i suoi normali supereroi di ogni giorno».
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In questa pagina, 1. Taipei, quartiere di Ximen Ding, 2. Il figlio Ivan con la rielaborazione del personaggio mascotte Open Chiang per mostre in Taiwan realizzato da Stefano Misesti, 3. Stefano Misesti con la moglie Yao - Hong alla mostra Taichung; nella pagina successiva, opere grafiche
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On this page , 1.Taipei , area of Ximan Ding, 2. The son Ivan with the rielaboration of the character mascotte Open Chiangfor exhibitions in Taiwan by Stefano Misestiù, 3. Stefano Misesti with his wife Yao-Hong at the exhibition Taichung; on the next page, graphic works
STEFANO MISESTI A BRUSH STROKE BETWEEN EUROPE AND ASIA Disegner, illustrator, painter, cartoonist Stefano Misesti is involved in many activities, in Como he is famous for the advertisement campaign of "Città dei Balocchi" and he also collaborates with newspapers and magazines. But not everybody knows that Stefano is also famous in Taiwan. Yes, with his wife, Yao-Hong, illustrator too and with his son Ivan, lives and works 6 months in Como and six months in Taipei. Isn't it difficult? «At the beginning it was, now we are organized and we have a home here and a home there». How do you organize your work? «My office is in a bag and in an hard disk. With the Internet you can work well in the Far East». Are you more cartoonist, illustrator, painter?
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«I feel I am more an illustrator, painting is something that I occasionally do». You are from Como but you travel and live also abroad, how do you see the city of Como? «When I am away I miss Como. In Como you can live peacefully. About all if I compare Como with Taipei...here we have the pedestrian area, the green and the lakefront, this is a paradise. I like to see that there are people who are involved to make it even more beautiful». How did you create the posters of “Città dei Balocchi“? «I thought that Christmas is not just for children and families, but also for the city and I added some local elements, the Baradello castle, the lighthouse of Volta, the cable car. And the lake».
Among the characters you invented who is your favourite one? «Maciste, he was born to make fun of the old movies of the '50ies and '60ies. He thinks he is a superhero, but he has no power, I like the idea of a normal man». Also Jason, you last character, is a reversed superhero. «With Barbara Frandino we studied this character with his strenghts and his weaknesses, just like everyone. It is important that children understand you don't need to be super perfect». How will you represent Como in a comic???? «(He laughs)... I don't know. I don't see it like a fantasy like a Marvel or like an horror like a Dylan Dog, I see it more like a Disney city. With its normal superheros of every day».
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ARTE
GIANMARIA BONÀ
ABISSI di Stefania De Giorgi foto gianmariabona.it La scultura come pittura e la pittura come scultura sono caratteristiche di un artista poliedrico come Gianmaria Bonà e delle sue opere cariche di forza, capaci di emozionare chi le osserva. Gianmaria Bonà, pseudonimo di Gianmario Bonanomi, dopo aver condotto studi di natura diversa, si avvicina all’arte per pura passione, sentimento dal quale è incorniciata tutta la sua produzione artistica. Nato a Perego in provincia di Lecco dove vive, dopo aver deciso di dedicare il suo tempo alla ricerca pittorica, approda, a 28 anni, nel 1982, alla
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sua prima mostra personale. Immediata la riscossione di consensi per le sue opere: il processo evolutivo di maturazione artistica è decisamente rapido. Una figura caleidoscopica che affonda la propria ricerca in qualsiasi forma d’arte. Risultato: una poetica inedita e personale che si muove agevolmente in correnti che vanno dall’astrattismo al surrealismo, passando dall’espressionismo e trasponendosi poi nella realtà vista e vissuta nell’intrico delle filosofie veristiche. E’ come se l’artista avesse rapito completamente lo spazio in tutte le
In questa pagina, Mantidex
sue dimensioni, la capacità encomiabile di governare una superficie, sinonimo di bidimensionalità, come l’acquerello e la consapevolezza spaziale di una scultura a tuttotondo. Una sequenza vorticosa di colori che virano dalla veemenza del magenta ai toni degli azzurri che vanno a sperdersi in velatissime ed eteree sfumature. Nonostante l’evanescente impercettibilità dei colori acquerellati, si percepisce la forte plasticità delle linee che si trasformano in forme voluttuose. Nelle opere dell’artista traspare la determinatezza di un gesto
On this page, Mantidex
unico, che in un brevissimo frangente si trasforma in una sagoma piena di una carica sensoriale incomparabile. Nei lavori di Bonà al culmine della maturità artistica è tangibile la padronanza e il dominio della materia, che nelle sue mani riesce a trasformarsi in intriganti interpretazioni naturalistiche. La ricerca formale dell’artista perviene ad una tale raffinatezza da riuscire a trarre dal bronzo vaporosità e impalpabilità, nel susseguirsi di figure nate dalla interpretazione creativa, traboccanti di sensualità, alle quali però non manca una
notevole dose d’ironia, componente che contraddistingue la produzione dell’artista. L’evidente gioco stilistico con rimandi naturalistici è percettibile negli intrecci surrealisti delle sculture di Bonà, le quali, attraverso la trasformazione di comuni simboli, esprimono un linguaggio personale. L’immediatezza produttiva manifesta delle opere cattura il fruitore, il quale, lasciandosi trascinare nel turbine delle sfaccettature vorticose, può afferrare ed essere avvinto dall’essenza della Weltanshauung dell’artista.
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In questa pagina, opere della serie Tsunami
On this page, works of the serie Tsunami
ABISSI Sculpture as painting and painting as sculpture are characteristics of a polyhedral artist, Gianmaria BonĂ and his works of art full of strength, transmit emotions to those who look at them. Gianmaria BonĂ , pseudonym of Gianmario Bonanomi, after having conducted studies of different nature, gets to art for pure passion, feeling that characterizes his entire artistic production. Born in Perego in the province of Lecco, where he lives, after having decided to devote his time to the pictorial search, he made his first personal exhibition in 1982, when he was 28. He immediately got consents for his works: the
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evolutionary process of artistic maturation is decidedly rapid. A kaleidoscopic figure that analyses any form of art. Result: an unpublished and personal poetic technique that goes from abstract art to the surrealism, passing from the expressionism and transposing then in the reality seen and lived in the mix of realistic philosophies. It seems like the artist completely captured the space in all its dimensions, the praiseworthy ability to govern a surface, synonymous of two dimensions as water-color and the spatial awareness of a sculpture. A whirling sequence of colors that go from the vehemence of the magen-
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In questa pagina, opere della serie Acquerelli
ta to the blue tones that become veiled and ethereal tones. Despite the evanescent effect of the water colors, the strong plasticity of the lines transformed in voluptuous forms. In the works of the artist the determination of a single gesture that in a moment becomes an outline full of an incomparable sensorial strength. In the works of BonĂ at the peak of the artistic maturity you can see the mastery and the dominion of the subject, that in his hands becomes part of scheming naturalistic interpretations. The formal search of the artist reaches such a refinement to get filminess and impalpability from the bronze, following
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On this page, works of the serie Acquerelli
then figures born by the creative interpretation, overflowing of sensuality, with a notable dose of irony, component that countersigns the production of the artist. The evident stylistic game with you postpone naturalistic it is perceptible in the surrealist interlacements of the sculptures of BonĂ , which, through the transformation of communes symbols, express a personal language. The apparent productive immediateness of the works captures the observer, who follows the whirling facets, he can touch and be bound from the essence of the Weltanschauung of the artist.
Ristorante • Lounge Bar • Tea Room In prossimità del lago e del Duomo di Como, il ristorante i Tigli in Theoria accoglie i suoi ospiti in un contesto di importanza storica, con sale eleganti, calde e confortevoli, dove è possibile assaporare una varietà di menù prelibati. La cucina creativa, basata sull’alta qualità e la freschezza dei prodotti utilizzati, propone piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna, seguendo la stagionalità e la grande varietà dei prodotti italiani, accompagnati da un’ottima e curata selezione di vini. Ai piani superiori sono a disposizione dei clienti un suggestivo e socievole Lounge Bar, per trascorrere momenti in tutto relax, e una raffinata Sala da Tè, dove si possono sorseggiare miscele pregiate. Via Bianchi Giovini, 41 • Como • Tel. +39 031 305272 – +39 031 301334 • info@theoriagallery.it • www.intheoria.it COMOREVIEW
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ARTE
SAVIO DECORAZIONI
Sapienza antica Tecnica moderna di E.M.B. foto Archivio Decorazioni Savio
In un Paese che troppo spesso ha dimenticato la propria arte (intesa come sapienza antica, mano che lavora guidata dalla conoscenza trasmessa di padre in figlio: quella dell’artigianato nobile) esistono esperienze uniche che hanno attraversato il tempo, hanno perfezionato i metodi tradizionali, senza snaturarli, e li hanno traghettati nel presente: un patrimonio di conoscenza e operosità. Blevio ospita un’azienda dove un gruppo di novelli maestri comacini conosciuti a livello internazionale lavora e crea. E’ la famiglia Savio della
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Savio Decorazioni. Un portfolio d’eccezione che parte da alcuni tra i più prestigiosi e antichi hotel italiani, passa dagli Emirati Arabi e Kuwait, e arriva a dimore storiche di rara bellezza. “Graffiti, trompe l’oeil, finti marmi, stucchi, dipinti, volte immaginarie, tralci di fiori, ramages o geometrie che si inseguono lungo le pareti. Come per impalpabile alchimia il colore si fonde alla calce, al gesso, alle sostanze naturali e artificiali con cui lavoriamo e in questo modo dà vita a un gioco di fregi, cornici, lesene e capricci architettonici”,
racconta il decano dell’azienda, Vanni Savio. I Savio restaurano e restituiscono splendore alle pareti delle dimore antiche a palazzi sontuosi. Creano nuovi disegni in coerenza con la struttura e la natura di un ambiente rispettandone l’impronta stilistica. L’azienda segue il committente in ogni fase operativa: “dal progetto al pennello”. Un lavoro d’équipe, in ogni fase. “Non potrebbe essere altrimenti considerando la portata degli interventi e la molteplicità dei ruoli coinvolti in un’opera: dal cementista, all’arredatore, dall’architet-
Nella pagina precedente, Vanni Savio con la sua équipe. In questa pagina, aree di intervento e progetti eseguiti, sopra al Palace Hotel di Como; al centro, al Cremlino a Mosca; sotto, a sinistra e al centro, al palazzo Al Bidaa' in Kuwait; a sinistra in una villa privata a Como
to al pittore, dall’ingegnere al restauratore”. Dalle parole di Vanni Savio emergono il piacere, il profondo rispetto, l’attenzione poetica e maniacale nei confronti di un mestiere delicatissimo, quasi chirurgico, che si confronta ordinariamente con cultura, arte e storia perché tornino al presente recuperati, restituiti nella loro dimensione originaria. Fra le eccellenze dell’azienda da ricordare i 20 anni di lavori a Villa d’Este di Cernobbio, gli interventi al Castello di Mozzo di Bergamo, all’Hotel Principe di Savoia di Milano, al Cremlino di Mosca, a Palazzo Mantero di Como. Non solo “super dimore” comunque,
On the previous page, Vanni Savio with his team. On this page, intervention areas and projects, above, at Palace Hotel in Como; in the center, at Kremlin in Moscow, below, left and center, the Al Bidaa' Palace in Kuwait; on the left in a private villa in Como
la Savio (oltre al padre seguono l’azienda anche i figli Cristina, Giancarlo e Gianluca) interviene anche su strutture e case private. “Operiamo – spiega il titolare – con l’appoggio di una rete di esperti e specialisti, capaci di intervenire anche su problematiche quali consolidamento degli intonaci e messa a punto dei supporti. Nel corso degli anni abbiamo lavorato con architetti e arredatori di fama internazionale”. I segreti non possono essere tutti rivelati, l’azienda interviene con metodologie, affinate nel corso di decenni, che custodisce gelosamente. “Sono molti e molto esclusivi i tratti del nostro
lavoro – dice Savio – a partire dai materiali, dagli strumenti per arrivare ai trattamenti e ad alcune sequenze di lavoro. Non possiamo svelare tutto ma sicuramente per ogni committente garantiamo una qualità assoluta grazie alla preparazione, giocata tra le migliori accademie e il lavoro in bottega, dei nostri collaboratori. A questo uniamo il meglio delle nuove tecnologie”. “La decorazione – conclude Savio – veste, arreda, è arte. E come ogni opera d’arte è anche, e soprattutto investimento, Per questo crea una ricchezza esteriore che torna moltiplicata, da subito, in un grande valore”.
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In questa pagina, area di intervento e progetti eseguiti: Villa d'Este, Castello di Mozzo, Palazzo Mantero, Hotel Terminus, Hotel Principe di Savoia
On this page, intervention area and projects: Villa d'Este, Castello di Mozzo, Palazzo Mantero, Hotel Terminus, Hotel Principe di Savoia
ANCIENT KNOWLEDGE MODERN TECHNIQUE In a country where too often people forgot their art (that is the ancient knowledge, that was trasmitted from father to son: the noble handicraft) there are unique techniques which survived during the centuries, the traditional methods have been improved and got to the present days: an heritage of knowledge and industriousness. Blevio hosted a company where a group of young masters from Como, known at international level, work and create. It is the family Savio of Savio Decorazioni. An exceptional portfolio which starts with the most prestigious and ancient Italian hotels, then go to the Arabian Emirates and Kuwait, and get to historical residences of unexceptional beauty. "Graffiti, trompe l'oeil, fake marbles, stucco, paintings, vaults, flower decorations, ramages and geometries along the walls. The color matches with lime, chalks, natural and artificial substances we work with and in this way we create a mix of frames, pillars and architectural decorations" says the dean of the company, Vanni Savio. The Savio family restores and
give beauty to the walls of ancient residences and magnificent palaces. They create new decorations in harmony with the structure and the environment respecting the original style. The company follows the client in every operative part: "from the project to the brush". A team work in every phase. “It couldn't be different, considering the importance of the interventions and the people involved in the work: from construction worker to the interior designer, from the architect to the painter, from the engineer to the restorer". from the words of Vanni Savio you can understand the pleasure, the great respect and the poetic attention for a very delicate job, which is always combined with culture, art and history to support them and bring them to their original dimension. Among the excellences of the company: 20 years works at Villa d'Este in Cernobbio, the works at Castello di Mozzo of Bergamo, at the Hotel Principe di Savoia of Milan, at the Kremlin of Moscow, at Palazzo Mantero of Como. Not just "super residences", Savio (not only the
father is in the company, but also the children Cristina, Giancarlo and Gianluca) works also in private properties. "We work- says the owner - with experts and specialists, they are able to handle the consolidation of plasters and reparation of supports. During the years, we have worked with architects and interior designers famous all over the world". The secrets cannot all be revealed, the company works using methods that have been developed during the years, which cannot be explained. “Our work is very exclusive - says Savio - starting from the materials, the instruments and also some processes and sequences of the work. We cannot reveal everything but for every customer we can grant the top quality, thanks to thr preparation developed between the academic study and the activity in the workshop. Then we also use the best new technologies". "Decoration - ends Savio is a key element, it is art. As every work of art it is also investment, for this reason it creates an external richness which immediately comes back multiplied in a great value".
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EVENTI
IL PALIO DEL BARADELLO Lo sbarco del Barbarossa di M.B. foto Archivio Palio del Baradello, Mauro Fuggiaschi Con la vittoria del borgo di Camerlata si è conclusa l’edizione 2014 del Palio del Baradello, la tradizionale manifestazione che rievoca un’epoca lontana, quando nel 1159 Federico I detto il Barbarossa riuscì finalmente a liberare Como dal giogo della dominazione milanese che regnava da oltre 30 anni, da quando cioè con l’incendio e il saccheggio della città ad opera dei Milanesi, si era conclusa una guerra durata 10 interminabili anni. Come ogni anno, per quasi un mese, Como ha rivissuto con il Palio i giorni festosi (e fastosi) di allora e i borghi di Camerlata, San Martino, Camnago Volta, Tavernola e i comuni di Cernobbio e Casnate si sono sfidati nelle tre gare tipiche: il tiro con l’arco nello scenario delle mura di Porta Torre, la carriolana du-
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rante la festa di via Milano, il tiro alla fune al termine della sfilata storica. La principale novità di questa edizione è stata lo scenografico sbarco a Como del Barbarossa nell’antico porto della città, seguito da un corteo di imbarcazioni lariane, con dignitari, dame e militi. Teatro dell’evento piazza Cavour dove l'imperatore è sceso a terra e poi in corteo, accompagnato da giocolieri e musici, ha raggiunto il duomo e il broletto. Nell’atmosfera suggestiva sotto il portico, si è svolta la tradizionale cena medievale a base di pietanze preparate secondo le ricette del dodicesimo secolo, mentre la piazza era animata dal grande spettacolo dei giullari che si sono esibiti in giochi di fuoco, equilibrismi di spade con bellissimi esemplari di serpen-
ti (innocui) di varie specie e grandezze. A conclusione del palio, l’intera città è stata coinvolta nel gran corteo storico del Barbarossa che ha attraversato le vie del centro, rievocando l’ingresso glorioso dell’imperatore e della consorte Beatrice di Borgogna. Una sfilata di centinaia di figuranti in costume con il carroccio e le macchine da guerra, gli sbandieratori, i musici e i falconieri. In piazza Cavour la manifestazione tradizionale ha avuto la sua degna conclusione con la passerella di tutti i gruppi che hanno partecipato al Palio del Baradello edizione 2014 e con l’ultima gara da cui è uscito vincitore il borgo di Camerlata che si è aggiudicato il drappo dipinto a mano quest’anno dalla pittrice Jo Taiana.
Nelle foto sopra, la benedizione degli stendardi e lo sbarco del Barbarossa a Como; sotto, la consegna delle chiavi della cittĂ
In the photos above, the blessing of the banners and the arrival of Barbarossa in Como; below, the delivery of the keys
PALIO DEL BARADELLO THE ARRIVAL OF BARBAROSSA With the victory of Borgo di Camerlata ended the edition 2014 of the Palio del Baradello, the traditional event focused on the past history of the city, when in 1159 Federico I called the Barbarossa (Red Beard) free the city of Como from the Milanese domination which was ruling for more than 30 years, when they gave fire and sacked the city, after the endless 10 year war. According to the tradition, for almost a month, Como lived again the glory days with the Palio and the Borghi of Camerlata, San Martino, Camnago Volta, Tavernola and the municipalities of Cernobbio and Casnate competed in the three typical contests: the Archery in the setting of the city walls of Porta Torre, the Hand-cart contest during the
festival of via Milano, the Tug-of-war at the end of the historical parade. The principal novelty of this edition was the spectacular arrival of Barbarossa in the ancient harbor of the city, followed by a procession of boats with dignitaries, dames and warriors. The event was held in piazza Cavour, where the emperor arrived and then in procession, accompanied by jugglers and musicians, reached the Cathedral and the Broletto. In the suggestive atmosphere under the portico, the traditional medieval supper was cooked following the recipes of the 12th century, while in the square there was a show of minstrels with fire games, acrobatics of swords and beautiful samples of snakes (harmless) of various kinds and dimen-
sions. At the end of the Palio, the whole city was involved in the Gran Historical Procession of the Barbarossa that has crossed the streets of the center recalling the glorious entry of the emperor and his wife Beatrice of Borgogna. A parade of hundreds people wearing typical dresses with the carroccio and the war instruments, the flag wavers, the musicians and the falconers. In piazza Cavour the traditional event ended with the parade of all the participants of Palio of the Baradello edition 2014 and with the last competition and the winner who turned to be Borgo di Camerlata, they got the prize which this year was a painted cloth that this year was made by hand by the painter Jo Taiana.
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E’ sulle rive del Lago di Como, che il Grand Hotel Tremezzo ha costruito negli anni la sua storia, una storia di famiglia fatta di ospitalità di alto livello e di Art du Bien Vivre. L’hotel apre i battenti agli inizi del ‘900 ai tempi del grand tour romantico e dei grandi viaggiatori, quando il lago di Como era già una tappa immancabile del turismo d’élite proveniente dall’Europa e da tutto il mondo. Un gentiluomo di Bellagio innamorato del bello in ogni sua forma, Enea Gandola, dopo avere viaggiato in lungo e in largo, decise di costruire un albergo che potesse esprimere classe e raffinatezza, offrire la miglior vista sullo splendido lago di Como e rispondere alle esigenze dell’esigente turismo di lusso dell’epoca. Fu qui, sul meraviglioso e panoramico terreno confinante con il parco di Villa Carlotta, che il Grand Hotel Tremezzo fu inaugurato il 10 luglio 1910 con una festa all’altezza del suo nome. Oggi, dopo più di cento anni, è ancora una volta una famiglia a proseguire la tradizione del Grand Hotel Tremezzo, orgogliosa di celebrare i suoi 104 anni di charme e di autentica ospitalità italiana. Un’ospitalità che ha saputo prevedere le esigenze del mercato e offrire, in epoche diverse, l’unicità dell’accoglienza di una famiglia italiana, pur rapportandosi ad un target internazionale. A 104 anni dalla sua apertura, sono l’esperienza culinaria di Gualtiero Marchesi, la ricercata ospitalità delle Suite Storiche dedicate alle “Donne del Lago”, le nuove esclusive Rooftop Suite, il trendy T Beach, la nuova T Spa e la scelta di partner strategici unici e di altissimo livello, ad evidenziarne il successo. Per celebrare il suo compleanno, il Grand Hotel Tremezzo ha inaugurato la nuova Lake Como Luxury Station Pommery al T Beach, concept esclusivo che la Maison Pommery dedica all’iconico Grand Hotel, per celebrare più di un secolo di storia. Simbolo di eleganza e savoir-faire, lo Champagne Pommery è il leitmotiv nelle occasioni di convivialità e condivisione, di uno stile di vita ricercato e raffinato tipico della Dolce Vita italiana di cui il celebre Hotel è icona nel mondo. Sabato 05 luglio, in una serata molto esclusiva strettamente su invito, una splendida luna si è fermata a guardare il magnifico party organizzato per questo festeggiamento speciale in uno degli hotel più charmant del lago di Como. Tra gli ospiti illustri, amici e amministratori locali, lo stesso Gualtiero Marchesi, lo chef per eccellenza nel panorama italiano e consulente dell’hotel, e Magic Lake. A fare gli onori di casa la famiglia proprietaria che, per l’occasione, ha allestito dei percorsi enogastronomici tutti basati sull’italianità e il genio creativo della cucina di Marchesi, che hanno portato gli ospiti a scoprire le maestose sale e i giardini lussureggianti dell’hotel, capolavori di architettura ed eleganza. Osvaldo Presazzi, primo chef del Grand Hotel Tremezzo, ha inscenato una rappresentazione culinaria di grande impatto con ostriche e champagne sull’incantevole terrazza del T Bar, una degustazione di formaggi e vini locali nella suggestiva cantina de L’Escale Fondue & Wine Bar, una variegata selezione di pizze e focacce appena sfornati nel cuore parco, grigliate e fritti gustati al T Beach e il prezioso piatto firmato Marchesi, Riso e Oro presentato a La Terrazza. Il culmine della festa è stato l’arrivo di una bottiglia Salmanazar di Pommery Noir personalizzata appositamente per l’occasione speciale, accomapagnata da una grandissima torta a forma di stella, quella più luminosa del firmamento con i 104 dell’hotel.
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On the shores of the Lake Como, Grand Hotel Tremezzo built its history, the history of a family characterized by the top hospitality and the so called "Art du Bien Vivre”. The hotel opened at the beginning of the 20th century at the time of the romantic Grand Tour and of the travellers, when Lake Como was already part of the élite tourism coming from Europe and from all over the world. A gentleman from Bellagio fell in love with the beauty in all its form, Enea Gandola, of the beautiful one in every form of his, Enea Gandola, after having traveled all over, he decided to build an hotel which could express class and refinement, offer the best view of Lake Como and meet the needs of a demanding tourism of luxury of the time. It was here, on the marvelous and panoramic bordering ground with the park of Villa Carlotta, that Grand Hotel Tremezzo was inaugurated July 10 1910 with a fabulous party. Today, after more than 100 years, a family continues the tradition of Grand Hotel Tremezzo, proud to celebrate 104 years of charm and authentic Italian hospitality. A hospitality that foresees the demands of the market and offers, in different times, the unique welcome of an Italian family for international guests. After 104 years from the opening, the culinary experience of Gualtiero Marchesi, the hospitality of the Historical Suite dedicated to the “Women of the Lake”, the new exclusive Rooftop Suite, the trendy T Beach, the new T Spa and the choice of unique strategic high-level partners stressed its success. To celebrate the birthday of Grand Hotel Tremezzo, it took place the inauguration of the new Lake Como Luxury Station Pommery at T Beach, exclusive concept that Maison Pommery dedicates to the Grand Hotel. Symbol of elegance and savoir-faire, the Champagne Pommery is the leitmotiv in the social occasions for a refined style typical of the Italian Dolce Vita, of which the famous hotel is an icon in the world. Saturday July 05, in a very exclusive evening tightly on invitation, a splendid moon stopped to look at the magnificent party organized for this special celebration in one of the most charming hotel on Lake Como. Among the illustrious guests, friends and local administrators, Gualtiero Marchesi, the chef for excellence in the Italian panorama and advisor of the hotel and Magic Lake. To make the honors of house the family owner that, for the occasion, prepared some dishes based on the Italian tradition and the creativity of Marchesi, which let the guests discover the majestic rooms and the luxuriant gardens of the hotel, masterpieces of architecture and elegance. Osvaldo Presazzi, first chef of Grand Hotel Tremezzo, created a culinary representation of great impact with oysters and champagne on the enchanting terrace of the T Bar, a tasting of cheeses and local wines in the suggestive wine cellar L’Escale Fondue & Wine Bar, a variegated selection of pizzas and pizza breads baked in the heart of the garden, grilled and fried food at T Beach and the precious dish signed by Marchesi, Riso e Oro presented at La Terrrazza. The peak of the party was the arrival of a bottle Salmanazar di Pommery Noir personalized for the special occasion, with a big star cake, the most bright of the firmament with 104 years of the hotel.
photo © Grand Hotel Tremezzo189 COMOREVIEW
Гранд Отель Тремеццо, расположенный на берегу озера Комо, обладает уникальной историей, рассказывающей об удивительных моментах жизни итальянской семьи, артистически сочетающей гостеприимство высочайшего уровня с искусством “красивой жизни”. Отель принял первых гостей в начале XX века в момент моды на “большое романтическое путешествие”, когда озеро Комо было обязательным направлением элитного туризма в Европе и во всем мире. Энеа Гандола, джентльмен из Белладжио, любитель красоты во всех ее формах, после долгих путешествий решил построить отель высочайшего уровня и изысканности с лучшим видом на прекрасное озеро Комо, отвечающий в то время потребностям туристов, любящих роскошь. Именно здесь 10 июля 1910 г. на живописном и панорамном участке земли, граничащим с парком Виллы Карлотта, был открыт Гранд Отель Тремеццо. В честь этого события был устроен грандиозный праздник. Сегодня по прошествии более ста лет семья по-прежнему продолжает традиции Гранд Отеля Тремеццо и с гордостью отмечает свой 104-летний путь любви к прекрасному, отмеченный настоящим итальянским гостеприимством. Уникальное радушие итальянской семьи всегда соответствовало потребностям рынка и в разные эпохи было тесно связано с международной аудиторией. И сегодня после 104 лет с момента открытия гостиницы её успех вновь подчеркивается гастрономическим талантом и опытом шефа Гуалтьеро Маркези, изысканным гостеприимством исторических номеров-люкс, посвященных “Женщинам Озера”, эксклюзивным номером Rooftop Suite, модным T Beach, новой T Spa и тщательным выбором стратегических партнеров высочайшего уровня. В честь празднования своего дня рождения в Гранд Отеле Тремеццо открыт в T Beach новый Lake Como Luxury Station Pommery, отличающейся эксклюзивной концепцией, со знаменитым брендом Maison Pommery, посвященным знаменитой гостинице, которая отмечает свою вековую историю. Эмблема элегантности и “красивой жизни”, шампанское Pommery знаменито как лучшее сопровождение праздников и прекрасное дополнение изысканного стиля итальянской “Dolce Vita”, символом которой является известный во всём мире отель. В субботу 5 июля состоялась эксклюзивная вечеринка исключительно по приглашению. Красивая луна замерла, чтобы полюбоваться на великолепный праздник, организованный в честь одного из самых очаровательных отелей озера Комо. Среди почетных гостей, друзей и представителей местной власти присутствовали консультант отеля Гуалтьеро Маркези, один из самых знаменитых шеф-поваров Италии, а также журнал Magic Lake. По этому случаю в честь семьи владельцев было предложено специальное меню, посвящённое итальянской кухне и творчеству гениального шефа Маркези. Гостей принимали в величественных залах и роскошных садах, настоящих шедеврах архитектуры и элегантности. Освальдо Пресацци, главный шефповар Гранд Отеля Тремеццо, устроил кулинарную презентацию с устрицами и шампанским на прекрасной террасе T Bar, затем состоялась дегустация местных сыров и вин в винном погребе L’Escale Fondue & Wine Bar. Гостям был предложен богатый выбор пицц и фокач, которые пеклись прямо в центре парка, а также гриль и жареные продукты в T Beach. Центральным событием вечера было блюдо от шефа Маркези “Рис и Золото”, предложенное на La Terrazza. Кульминацией праздника стали уникальная бутылка Pommery Salmanazar Noir, выполненная специально по случаю, и огромный торт в форме звезды, самой яркой на небосводе в честь 104-летия отеля!
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EVENTI
CASCATA DI ROSE di Roberta Brucato foto Archivio Tenuta dell'Annunziata
Sulle colline di un rigoglioso territorio tra l’Italia e la Svizzera, circondata da tredici ettari di un fitto bosco di castagni, la Tenuta de l’Annunziata di Uggiate Trevano rappresenta il risultato di una magica formula tra natura, storia del territorio e ricerca del benessere. Qui si incontrano la tradizione, con il risorgere dell’ antico casale “Nunziada”, pacifico luogo di rifugio del famoso imprenditore e mecenate Francesco Somaini nel secolo scorso, e l’innovazione, nella ricerca del massimo comfort per il cliente grazie ad un perfetto connubio tra arte culinaria e relax. Si giunge ad un luogo rispettoso della natura: l’edificio principale è stato restaurato utilizzando i materiali del passato: legno, pietra, ferro. Dalla torretta è possibile ammirare il paesaggio circostante con la catena del Monte Rosa e il Monviso, gli Appennini piacentini e
la campagna comasca. Il progetto si compone dell’azienda agricola, del relais con venti camere doppie, del ristorante e della beauty farm. Quest’ultima collabora con un laboratorio scientifico per creare una linea di prodotti personalizzata che nasce dalle materie prime dall’azienda agricola. La Tenuta de l’Annunziata costituisce un’oasi di tranquillità e ritorno alla natura, ma al contempo è l’occasione per godere del proprio tempo libero in modo ottimale e secondo i propri desideri, siano essi legati alle delizie del palato o alla cura di sé. I proprietari, Adriano, Elisabetta e Arianna Guffanti, grandi conoscitori del territorio e dei suoi prodotti, sono fermamente convinti che è possibile proporre l’eccellenza in una dimensione di completa e assoluta naturalità. La natura quale spunto per occasioni di socialità e condivisione del “ben-essere”: ad
esempio le oltre quattrocento rose antiche nel parco antistante la tenuta hanno dato il via all’evento “Le rose antiche. Storia, salute e bellezza” apprezzato da più di cento persone in un’intera settimana di settembre. Molte le proposte: culinarie, con la cena al sapore di rose dello chef Augusto, enologiche, con i prodotti “Rosé” dell’azienda agricola Roeno, artistiche, grazie al vernissage con il tema delle rose, curato in collaborazione con la Galleria Gulp di Olgiate Comasco, del maestro Antonio Massa e alla lecture sulle rose antiche di Maria Antonietta Battiata, ed infine quelle legate alla SPA, con tutti i trattamenti dedicati alla rosa. Natura, serenità, gusto e cultura sono carte vincenti per la nostra salute interiore, la Tenuta de l’Annunziata può decisamente favorire il nostro percorso verso il piacere. www. tenutadelannunziata.it
A cascade of roses On the hills between Italy and Switzerland, surrounded by thirteen hectares of a dense wood of chestnut trees, Tenuta de l’Annunziata of Uggiate Trevano represents the result of a magic formula among nature, history of the territory and search of comfort. Here tradition, with the ancient hamlet "Nunziada", and innovation met, in order to search the maximum comfort for the guests thanks to a perfect match between culinary art and relax. You comes to a respectful place of nature: the principal building has been restored using the materials of the past and from the turret it is possible to admire the surrounding landscape. The project is made of the agricultural firm, the Relais with twenty double rooms, the Restaurant and the Beauty Farm. The Beauty Farm collaborates with a scientific laboratory to create a personalized line of products that it is born from the products of the agricultural firm. The owners, Adriano, Elisabetta
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and Arianna Guffanti, are firmly convinced that it is possible to propose the excellence in a dimension of complete and absolute natural setting. Nature is the occasion for meeting and for sharing “well-ness”: for example over 400 ancient roses in the park in front of the property represented the beginning of an event “The ancient roses. History, health and beauty." A lot of the proposals: gastronomy, with the dinner with the taste of roses of the Chef Augusto, wine tasting, with the products "Rosè" of the agricultural firm Roeno, art, thanks to the vernissage with the theme of the roses, in collaboration with the Gallery Gulp of Olgiate Comasco, of the teacher Antonio Massa and lectures on the ancient roses of Maria Antoinette Battiata, and finally the SPA, with all the treatments with roses.
ВОДОПАД РОЗ В Уджате Тревано, на холмах между Италией и Швейцарией, в окружении тринадцати гектаров каштанового леса, расположена усадьба Tenuta de l’Annunziata. Результат волшебного объединения природы, местной истории и качественного образа жизни. Здесь, после возрождения старинной фермы "Nunziada", гости могут познакомиться не только с традициями, но и инновациями. Их ожидает максимальный комфорт, созданный благодаря отличному сочетанию отдыха и кулинарного искусства. Это место создано с уважением к природе: главное здание восстановлено с использованием материалов прошлого, а с башни можно полюбоваться на окружающий пейзаж. Комплекс состоит из фермы, гостиницы на двадцать двухместных номеров, ресторана и СПА. В салоне красоты работает научная лаборатория, где создается линия косметических продуктов на базе сырья, производимого на ферме. Владельцы, Адриано, Элизабетта и Арианна Гуффанти твердо убеждены, что можно предложить высшее качество, полностью используя натуральное хозяйство. Природа является лучшим вдохновением для общения и совместного использования "благо-состояния": например, более четыреста роз старинных сортов в парке перед усадьбой стали стартом для события "Розы старинных сортов. История, здоровье и красота". Было представлено множество идей: кулинарных, с ужином с ароматом роз от шеф-повара Аугусто, винных, с сортами "Розе" от винодельни Roeno, художественных, благодаря вернисажу Антонио Масса на тему роз в сотрудничестве с галереей Gulp из Ольджате Комаско, литературных, с чтениями МарииАнтониетты про розы старинных сортов, и, наконец, косметических, связанных со СПА, со всеми процедурами, где используются розы.
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ministeriali italiani
Programmi
Settembre 2014 Apertura
dell'International School of Ticino (3-6 anni) AUtUNNO 2014 Inaugurazione della nuova ala di ISC dedicata alla scuola secondaria
International School of Como via Adda, 25 | 22073 Fino Mornasco (Como, Italy) | tel/fax + 39 031 572289 | +39 031 576186 info@iscomo.com | www.iscomo.com
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Salute
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a cura dello specialista: Dr. Lorenzo Vanini доктор Лоренцо Ванини
Caro Dentista… Dr. Lorenzo Vanini
I
l proprio dentista diventa spesso una figura di riferimento con la quale si genera un rapporto che va oltre la classica fiducia che il paziente ripone nella figura medica. Soprattutto quando si affrontano sedute numerose e prolungate, il rapporto interpersonale tra dentista e paziente si trasforma, diventa un rapporto stretto, si parla di esperienze personali, si commentano i fatti di cronaca, si parla del più e del meno e spesso si scherza. Certo, in questa ottica ci si riferisce al proprio dentista anteponendo il “caro”, a rappresentare la stima e l’affetto che si nutre per il professionista che si sta occupando con dedizione e passione alla nostra salute. Non bisogna però dimenticare che il “caro dentista” fa spesso riferimento all’aspetto economico, molto meno piacevole rispetto a quello del rapporto interpersonale. E’ vero, quando si parla di dentisti, non viene mai tralasciato questo aspetto; in effetti, se è necessario affrontare un percorso terapeutico, il costo delle terapie è sicuramente quanto di più spiacevole si possa affrontare. E’, tuttavia, necessario fare delle considerazioni a riguardo. Oggi sono sempre più diffusi centri odontoiatrici a buon mercato, molte persone fanno viaggi fuori dall’Italia per curarsi, la concorrenza e la crisi hanno reso più spietate le regole del mercato e, per attirare pazienti, i costi si sono molto abbassati. In questi casi, però, ciò che ne risente è la qualità della prestazione. Tenendo come punto di partenza costante l’abilità manuale, le conoscenze scientifiche e il grado di aggiornamento del proprio dentista, gran parte del costo della prestazione è dovuto alle tecniche, ai materiali utilizzati e ai tempi necessari. Così come in tutti gli ambiti in cui è presente una notevole sofisticazione tecnologica, anche in odontoiatria i materiali migliori sono molto costosi. Questo dipende sia dalle caratteristiche dei materiali, sia dalla ricerca che le aziende e le Università hanno effettuato su quelle componenti. Ad esempio, i materiali migliori oggi disponibili sul mercato odontoiatrico, hanno caratteristiche che li rendono eccellenti dal punto di vista della biocompatibilità: si comportano, in definitiva, in maniera molto simile al dente naturale durante la masticazione. Queste caratteristiche, inoltre, permettono al materiale di “invecchiare” con lo stesso ritmo dei denti naturali e, quindi, di lavorare in armonia con il resto del cavo orale. I materiali più economici, al contrario, sono il risultato della ricerca di qualche decennio fa: sono certamente sicuri, ma molto meno performanti. La ceramica, uno dei materiali più utilizzati in odontoiatria, è, ad esempio, presente sul mercato in diverse tipologie, ognuna con caratteristiche diverse. Alcuni tipi di ceramica possono essere usate su denti posteriori, prettamente deputati alla masticazione, altri tipi sono più indicati nei denti anteriori, nei quali l’estetica riveste il ruolo di primo piano. Non esiste, quindi, una ceramica, o qualsiasi altro materiale, generico adatto a tutte le situazioni e a tutti i pazienti, ma prodotti diversi, con caratteristiche differenti e con indicazioni cliniche per l’utilizzo ben precise. In questo caso, la differenza tra un lavoro eccellente e uno mediocre, è fatta anche dalle capacità del dentista nel saper scegliere quale materiale usare in quella specifica situazione; questo, tuttavia, richiede un livello di aggiornamento notevole, che solo in pochi sono in grado di mantenere costante durante gli anni della loro pratica clinica. Similmente all’esempio della ceramica, anche nell’ambito dei materiali da ricostruzione definiti compositi esistono innumerevoli tipologie, ma
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soprattutto ogni azienda (e sono molte) produce uno specifico composito. In questo caso, un’altra difficoltà che deve affrontare un dentista, anche se ben aggiornato, risiede nel fatto che solo poche aziende riportano le caratteristiche fisiche dei materiali (ad esempio l’indice di abrasione, l’indice di rifrazione della luce, la durezza, ecc.). Il confronto tra diversi materiali diventa, quindi, difficoltoso e solo chi ha dimestichezza con la ricerca scientifica internazionale è in grado di orientarsi correttamente. Tutto ciò fa alzare i prezzi che deve sobbarcarsi il paziente anche sotto un altro punto di vista: il tempo. Il tempo che un ottimo dentista deve dedicare all’aggiornamento e alla ricerca dovrebbe rappresentare almeno il 40% della sua attività. Ciò richiede molta energia e molta fatica, ma rappresenta un punto fondamentale, così come il tempo dedicato al lavoro in poltrona. Per eseguire una terapia, ad esempio una ricostruzione di un dente cariato, un dentista potrebbe impiegarci un’ora e un altro due ore. Il secondo dentista è solo più lento? Probabilmente no, è solo più preciso, più accurato e maggiormente dedito a rispettare tutti i passaggi e i tempi dettati dai protocolli per eseguire quella specifica procedura clinica. E’ simile l’esempio di acquistare un paio di scarpe da pochi euro a un mercato cinese oppure farle realizzare su misura da un artigiano italiano. Il primo paio è stato prodotto velocemente dagli operai perché l’azienda basa i suoi introiti sul numero di scarpe prodotte; è stato costruito in maniera standard e utilizzando materiali economici sempre per mantenere un prezzo basso per il pubblico garantendo comunque un guadagno per l’azienda. Il paio di scarpe prodotto artigianalmente è fatto su misura, perfetto solo per quei piedi; l’artigiano che lo produce ha una lunga esperienza, utilizza solo i materiali migliori senza badare a spese e dedica gesti calmi e precisi a ogni fase lavorativa: ciò richiede molto tempo e un notevole costo. Tutto questo si traduce in un prezzo molto elevato per l’acquirente che però avrà un prodotto perfetto, durevole e confortevole. In odontoiatria valgono le stesse regole. Quando il piano di cura prevede anche la realizzazione di protesi, il successo della terapia risiede, poi, non solo nelle capacità e conoscenze del dentista, ma anche in quelle dell’odontotecnico. Anche qui le regole sono le stesse. Una corona realizzata seguendo in maniera rigorosa tutti i passaggi, utilizzando i materiali e le tecniche migliori e con un elevato margine di precisione richiede molto tempo al tecnico e molte spese. Un altro tra gli innumerevoli fattori che concorrono a produrre un lavoro perfetto è il grado di precisione: l’uso da parte del dentista e dell’odontotecnico di sistemi ingrandenti deve essere oggigiorno una costante. Più è possibile ingrandire ciò su cui si sta lavorando, più il lavoro sarà preciso. Ovviamente i sistemi ingrandenti e i microscopi operatori hanno costi notevoli, anche di decine o centinaia di migliaia di euro. In conclusione, un lavoro economico realizzato velocemente, senza rispettare pedissequamente le procedure, con materiali scadenti, dura pochissimi anni e genera altre problematiche che poi richiedono interventi sempre maggiori. Un lavoro inizialmente molto dispendioso, ma realizzato con calma e dedizione in maniera estremamente precisa, utilizzando i migliori materiali, dura decenni, non crea problematiche e richiede solo una blanda manutenzione durante le visite di controllo periodiche. In questa ottica un lavoro realizzato ottimamente deve anche essere considerato come un investimento nel tempo, sia economico, ma soprattutto in salute.
STUDIO ODONTOIATRICO DR. LORENZO VANINI
Dear dentist
Corso San Gottardo 25 Chiasso (Svizzera) Tel. +4191 6829527
O
ur dentist often becomes a reference figure with whom we establish a rapport that goes beyond the classic patient-doctor relationship. Above all when numerous, prolonged sessions take place, the interaction between dentist and patient transforms into a closer relationship, personal experiences are discussed, current issued are commented on, they chat about this and that, they often joke. In this context, the dentist is referred to as 'dear' to acknowledge one's esteem and affection for the professional who's taking care of our health with such devotion. At the same time we mustn't forget 'dear dentist' often also refers to expense, decidedly a much less pleasant context. Its' true, talking about dentists the expense aspect is never neglected; if a necessary treatment is to be braved, the most unpleasant aspect is usually the cost. Nevertheless, it is important to consider the options. Today there's an increasing number of economical dental surgeries, many people travel abroad to get af fordable dental treatment, competition and economic crisis have rendered the market fierce, and to attract clients prices have come down. In these cases, however, what 's truly af fected is the qualit y of ser vice. Taking for granted the manual skills and up-todate scientific knowledge of the dentist, most of the expense is due to techniques and materials used and time spent for the treatment. As in all settings where considerably sophisticated technology exists, also in dentistr y the best materials are expensive. This depends on the properties of the materials and the amount of research that went into their realization by companies and universities. For instance, the best materials on the market today are excellent regarding biocompatibilit y: they behave in a ver y similar way to natural teeth when chewing; they age at the same rate as natural teeth and hence func tion in harmony with the rest of the components in the mouth. Cheaper materials on the other hand have been around a few decades, they're safe but much less ef f icient. Ceramic, one of the most commonly used materials in dentistr y, comes in different t ypes each with dif ferent proper ties. Some t ypes of ceramic may be used for the back teeth, responsible for chewing, other t ypes are more suitable as front teeth where aesthetics is more impor tant. In other words there's no general ceramic, or any other material, suitable for all situations or patients; dif ferent produc ts with specif ic proper ties are therefore ne cessar y for dif ferent clinical cases. The dif ference bet ween e xcellent and ordinar y work also depends on the dentist 's competence in choosing the appropriate material, a skill that requires updating throughout one's career. On a similar note to the ceramic, numerous t ypes of reconstruc tion materials known as composites can be found on the market but ever y manufac turer produces one specif ic composite. In this case the dentist, even if up -to - date, has to tackle yet another pro -
blem, few manufac turers reveal the physical proper ties of the materials (e.g. abrasion resistance inde x, hardness, refrac tive inde x etc.). Comparison bet ween dif ferent materials therefore becomes dif f icult and only those familiar with international scientif ic research are able to make the right choices. All this leads to rising costs the patient has to meet also from another point of view: time. Time that a good dentist has to devo te to update and research which should be no less than 40% of professional life. This requires much energy and ef for t as does at tending to, treating the patient, but is fundamental. To carr y out a treatment, e.g. reconstruc tion following tooth decay, one dentist may need an hour, another t wo hours. Is the second dentist simply slow? Probably not, just more precise and more careful going through all the steps and timeframes necessar y for this par ticular t ype of treatment. It 's similar to buying a cheap pair of mass- produced shoes made in China or custom-made shoes craf ted by an Italian ar tisan. The former is produced fast using economical materials to keep costs low, the prof its come from large numbers sold. The hand-made shoes are custom-made per fec t just for those feet; the ar tisan making them is e xperienced, uses the best materials available regardless of cost and dedicates precision, care and at tention to ever y step of his craf t, all this requires time and money. This means high prices for the buyer but in return he or she will have a per fec t produc t that will be comfor table and long-lasting. In dentistr y the same rules apply. When the treatment plan includes prosthesis, the success of the outcome depends not only on the dentist but also the dental technician. Here too the rules are the same. A dental crown realized following all the necessar y steps and precautions, using the best materials and techniques with a high degree of precision requires a lot of time and e xpense. Another of the numerous fac tors that ensure per fec tion is precision. Today, the use of magnif ying systems by dentists and technicians is a must. The more the magnif ication, the bet ter, more precise will be the work . Obviously magnif ying systems and operating microscopes are remarkably e xpensive costing tens even hundreds of thousands of euros. In conclusion, economical, quickly done work without respec ting the necessar y procedures, with low- qualit y materials, doesn' t last long and leads to other problems necessitating more and more e x tensive treatment. Work that may be e xpensive but done with care and at tention, as precisely as possible, using the best materials available, lasts decades, does not create problems and only requires simple maintenance. From this point of view a job well-done should be considered a long-term investment, both economic and in our health.
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У важаемый Стоматолог! Ваш стоматолог часто становится лучшим индикатором отношений,
которые перерастают уровень доверия, возникающий между врачом и пациентом. В особенности, когда речь идет о многочисленных и длительных приёмах у зубного врача, межличностные отношения между стоматологом и пациентом трансформируются и возникает тесная связь: часто заходит разговор о личном, комментируются новости, ведётся беседа о том, о сём, звучат шутки. Конечно, в таком контексте отношений с собственным стоматологом понятие "дорогой" уходит на второй план, уступая место уважению и привязанности к профессионалу, который с полной отдачей и страстью работает для улучшения нашего здоровья. Но не нужно забывать, что под "дорогим стоматологом" часто подразумевается экономический аспект отношений, гораздо менее приятный, чем межличностный. В самом деле, когда речь заходит о зубном враче, никогда не забывается и эта сторона вопроса; при необходимости проведения курса лечения, его стоимость, безусловно, это один из самых неприятных моментов. Однако, необходимо рассмотреть некоторые соображения по этому поводу. Сегодня появляется все больше и больше стоматологических центров, предлагающих услуги по дешевой цене, многие едут на лечение за пределы Италии, конкуренция и кризис сделали ещё жестче правила рыночной экономики и, чтобы привлечь пациентов, намного снизилась стоимость лечения. Однако, в таких случаях это отражается и на качестве исполнения. Принимая за точку отсчёта качество и мастерство ручного труда, научные знания и уровень соответствия вашего стоматолога с требованиями современности, большая часть стоимости услуг относится к используемым методам, материалам и соответственно необходимому для исполнения времени. Как и в других областях, где применяются высокие технологии, в стоматологии наилучшие материалы стоят очень дорого. Это зависит как от характеристик материала, так и от проводимых на нём пробных исследований, которые осуществляют компании-производители и Университеты. Например, лучшие материалы, доступные сегодня на стоматологическом рынке, обладают характеристиками, которые делают их непревзойдёнными с точки зрения биосовместимости: в итоге они ведут себя аналогично естественнымзубамвовремяпроцессажевания.Крометого,благодаря своим особенным качествам материал "стареет" одновременно с естественными зубами, находясь, таким образом, в гармонии с остальной частью ротовой полости. Более дешевые материалы, наоборот, являются результатом исследований, проходивших нескольких десятилетий назад: конечно, они безопасны, но гораздо менее эффективны. Например, керамика, один из наиболее часто используемых материалов в стоматологии, представлена на рынке в различных вариантах, отличающихся по своим характеристикам. Некоторые виды керамики можно использовать для задних зубов, предназначенных чисто для жевательной функции, другие разновидности более подходят для передних зубов, где главную роль играет эстетика. Таким образом, не существует керамики или какого-либо другого материала, универсально подходящего для всех ситуаций и всех пациентов, а есть различная продукция с многообразием характеристик и применений для определённых клинических показаний. В этом случае, разница между отличной и посредственной работой проявляется в способности стоматолога выбрать правильные материалы для использования в конкретной ситуации. Однако это требует значительного уровня повышения квалификации, который лишь немногие способны постоянно поддерживать в течение многолетней клинической практики. По аналогии примера с керамикой, в сфере так называемого композита, материала применяемого для реконструкции, существует бесчисленное множество подвидов, и каждая компания (а их очень
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много) производит собственную разновидность. В этом случае зубные врачи, даже прекрасно знакомые со всеми новшествами, сталкиваются с ещё одной трудностью. Она заключается в том, что лишь немногие компании сообщают физические характеристики материала (например, индекс стойкости к истиранию, показатель преломления света, твердость, и т.д.). Таким образом, сложно сравнивать различные материалы, и только те, кто знакомы с международными научными исследованиями, имеют возможность ориентироваться должным образом. Все это поднимает цены, которые ложатся на плечо пациента также и с другой стороны: затраченное время. Время, необходимое хорошему стоматологу для повышения квалификации и исследований, должно составлять по меньшей мере 40% от его деятельности. Это требует много энергии и усилий и является ключевым моментом, также как и время, посвященное работе в зубном кабинете. Чтобы осуществить терапию, например, реконструкцию кариозного зуба, одному стоматологу необходим час, а другому – два. Второй стоматолог просто медленнее? Наверное, нет, он более точный, более тщательный и более детально соблюдает все процессы и их продолжительность, согласно предписаниям для выполнения конкретной клинической процедуры. Это можно сравнить с приобретением обуви за несколько евро на китайском рынке или же выполненной на заказ итальянским мастером. Первый тип обуви рабочие делают быстро, потому что доходы компании зависят от количества; производство стандартизировано и используются недорогие материалы, чтобы всегда поддерживалась низкая цена для населения и при этом обеспечивалась прибыль для компании. Обувь ручной работы, сделанная на заказ, просто идеально подходит именно для ног заказчика; мастер-производитель обладает многолетним опытом и использует только лучшие материалы, не экономя, его жесты спокойны и точны на всех этапах производства, которое требует много времени и значительных затрат. Все это создаёт очень высокую цену для покупателя, получающего, однако, в результате идеальное изделие, прочное и удобное. В стоматологии действуют те же правила. Когда в план лечения также включена реализация протеза, успех терапии заключается в способностях и знаниях не только зубного врача, но и зубного техника. И здесь правила одинаковы. Зубной техник затрачивает много времени и средств на производство коронки, выполненной с надлежащей последовательностью и с высокой степенью точности, а также с использованием лучших материалов и передовых методов. Среди многих факторов, которые в совокупности помогают осуществить прекрасную работу, важнейшую роль играет степень точности исполнения: сегодня стоматолог и зубной техник должны постоянно использовать системы увеличения. Большая возможность увеличения изображения того, над чем ведётся работа, повышает точность исполнения. Подобные системы увеличения и хирургические микроскопы достаточно дорогие, порой их стоимость – десятки или даже сотни тысяч евро. Можно сделать вывод: дешёвая работа осуществляется быстро, без "рабского" соблюдения необходимой методики, с худшими материалами, рассчитанными лишь на несколько лет и порождающими в дальнейшем ряд проблем, которые требуют большего вмешательства. А изначально очень дорогостоящая работа, но выполненная спокойно, самоотверженно и очень точно, с использованием лучших материалов, сохраняется на протяжении десятилетий, не создает проблем и требует только небольшого обслуживания в течение периодических осмотров. С этой точки зрения, хорошо сделанную работу следует рассматривать как долгосрочную инвестицию не только в экономическом смысле, но и, что самое главное, как вклад в собственное здоровье.
EVENTI
SIMPOSIO DEL GUSTO al CastaDiva Resort di M.B. foto Archivio CastaDiva Resort
Nella settimana dal 21 al 24 novembre, nell’incantevole e lussuosa cornice del Castadiva Resort & SPA, avrà luogo “Il simposio del Gusto 2014”, un evento unico dedicato alle eccellenze della buona tavola. La terza edizione della manifestazione vedrà protagonisti indiscussi importanti chef che si alterneranno nelle cucine del resort. Si tratta di una settimana dedicata a nomi d’eccellenza italiani e internazionali selezionati per le loro peculiarità e la loro capacità di interpretare il cibo. Tutte le serate sono aperte non solo ai clienti dell’albergo ma anche al pubblico esterno. L’edizione dello scorso anno aveva visto alternarsi nelle cucine del lussuoso albergo chef pluripremiati con le stelle Michelin come Davide Oldani, Massimo Spigaroli, Marco Sacco, Gianni D’Amato, Alessandro Circiello, Andrea Berton, Antonino Cannavacciuolo e Alessio Mecozzi, executive chef ristorante Orangerie del CastaDiva Resort. Per ogni serata era previsto l’aperitivo, la premiazione dello chef e la cena di gala con menu abbinato a una degustazione di vini pregiati. Quest’anno, il Simposio del Gusto si appresta a replicare il successo delle precedenti edizioni, come sempre in una cornice d’eccezione, quell’angolo di lago di cui si innamorò l’immortale Giuditta Pasta, una delle cantanti liriche più amate d'Europa. From on November 21 to November 24, in the enchanting and luxurious frame of the Castadiva Resort & SPA, is held "The symposium of Taste 2014", an unique event dedicated to the excellences of the good food. The third edition of the event will have as protagonists undisputed important Chefs who will alternate in the kitchens of the Resort. It is a week dedicated to Italian and international excellent chefs selected for their peculiarities and their ability to interpret the food. In the least year edition there were famous Chefs who got the Michelin stars, for example Davide Oldani, Massimo Spigaroli, Marco Sacco, Gianni D’Amato, Alessandro Circiello, Andrea Berton, Antonino Cannavacciuolo and Alessio Mecozzi, Executive Chef ristorante Orangerie of CastaDiva Resort. The setting of the event is the corner of Lake Como that the lyric singer famous all over Europe, Giuditta Pasta fell in love with.
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Vive a Mendrisio (Canton Ticino). Di lui ha detto la critica Simona Ostinelli: “L’unica arte a cui Lupi guarda con interesse è quella infantile. Sintesi e semplicità: questa è la strada per raggiungere la vera scoperta”. Mentre il critico Paolo Levi nel 1996
scriveva: “Il suo é un nascondersi e un riapparire, un travestirsi attraverso panni dal taglio surreale. Le sue tecniche miste su tela hanno due chiavi di lettura. La prima verte sui contenuti, la seconda sulla capacità pittorica da non sottovalutare”.
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di Ivan Rota foto ©Nick Zonna
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In queste pagine, alcuni momenti delle sfilate dedicate alla Moda Uomo In these pages, few moments of the shows dedicated to Men's Fashion
i reality (a volte) si muore: correva questo gossip durante la fashion week (corta) dedicata all'uomo: la partecipazione a un reality avrebbe creato problemi tra un dandy e il suo "mentoredirettora". Pochi giorni in cui si sono sovrapposti tanti, forse troppi eventi. La domanda che agli addetti al settore sorgeva spontanea: ma a chi sono rivolti? Effettivamente, visti i parterre, si notava la mancanza di molti volti "utili" a vantaggio di prime file che combattevano contro la forza di gravità: l'eccessiva quantità di botox avrebbe potuto provocare un'esplosione. La "malattia" di Milano è quella di non saper essere trasversale, di non sapere unire l'alto e il basso, di creare divertimento. Per questo ci piace Alessandra Moschillo che riesce a mischiare rock e cultura, televisione e trasgressione. Con il padre Saverio, ha ricevuto gli ospiti alla sfilata di John Richmond: un universo colorato, un ricordo degli anni Ottanta, in prima fila, infatti, la rediviva contessa Pinina Garavaglia, oggi un'icona in quel di Ibiza e Formentera. Ad applaudire il bellissimo attore americano Jesse Metcalfe accompagnato dall'attrice Cara Santana, il campione di scherma Aldo Montano, Roberto Alessi, Francesco Testi, Alfonso Signorini e Maddalena Corvaglia, Elenoire Casalegno, Giulia Rebel, l'intelligente e defilata psicologa Ilaria Squaiella. Poi nel backstage una vera e propria festa: tartine e champagne per tutti in un' "ambiance" lontana anni luce dallo (spesso) "stitico" mondo della moda: tanta allegria e ingresso al cocktail permesso a tutti i comuni mortali. E mentre Barbara Berlusconi annunciava che il nuovo stadio sarà aperto tra cinque anni, il cavaliere Mario Boselli diceva, a ragione, che è inutile concentrare il tutto in tre giorni e mezzo: occorre diluire il calendario. Degne di nota (solo) alcune presentazioni: in primis, le animazioni policrome nella chiesa di San Paolo Converso per Piquadro, i ballerini della Scala, coordinati da Andrea Volpintesta e Sabrina Brazzo, a Palazzo Cusani per "The Bridge" in collaborazione con Pininfarina: ammira-
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tissimo il direttore di Assolombarda Michele Angelo Verna. Strani, ma unici, gli abiti di Angelo Galasso mentre da Philipp Plein rock a tutto spiano. Prima dell'inaugurazione del negozio, la sua sfilata unica a bordo piscina: molto glam. A "salvare" il tutto Giorgio Armani che, sfilando l'ultimo giorno, riesce a trattenere i compratori e i giornalisti in città. Respiro internazionale da Stella McCarney che all'Orto Botanico ha creato un frenetico mix: (l'ormai inguardabile) Steve Tyler, la designer Patricia Urquiola, Michelangelo Pistoletto e la sempre presente Margaret Madè. Successo per il "muro delle bambole" contro il femminicidio, iniziativa ideata dall'infaticabile Jo Squillo: presente la cantante Giusi Ferreri che, su un giornale, è stata definita stilista. Vabbè. Alla bellissima sfilata di Bottega Veneta, i blogger si divertivano a fotografare zucchine e peperoni dell'orto in cui si è svolta. Prada "couture", Gucci militaresco, Etro geniale. Ricevimento alla Società del Giardino by Camera Nazionale della Moda per Rosita Missoni: visti e salutati Michele Norsa, Remo Ruffini, Umbero Angeloni e numerosi stlisti. Complimenti alla simpatia vera di Tomaso Trussardi e della sorella Gaia. La regina di questa tornata di sfilate è stata Emily Ratajkowski, protagonista con Ben Affleck di "Gone Girl": in prima fila da Dolce & Gabbana e poi alla festa di GQ America a Ceresio 7. Il party più ambito: quello di Antonio Coppola nel suo "Atlasfoyer". Chiudiamo con Candela Novembre e Carlo Mazzoni, direttore dell' "Officiel": due vere perle rare nel mondo a volte scostante del fashion: sono dotati di un glamour e di una simpatia che raramente vengono viste mixate così bene. E chi è quell'attore che si è appartato con un famoso stilista nel bel mezzo di una festa? E chi è il maniaco che ha inseguito Daniela Javarone chiamandola "regina dei nanetti? Infine, guerra tra due soubrette: una brasiliana, l'altra argentina. La prima non digerisce ancora che l'altra l'abbia definita "vecchia"... Un appello al sindaco Giuliano Pisapia: potenziate i mezzi pubblici!
Of reality shows (at times) one may die. This gossip was making the
rounds during the (short) fashion week devoted to men. Participation in a reality show may have created problems between a dandy and his mentor. Within few days many, perhaps too many events overlapped. The question that those in charge naturally asked themselves was: who are they aimed for? As a matter of fact, observed from the ground many 'useful' faces were missing to the advantage of first rows that fought against the force of gravity: excessive amount of botox could have caused an explosion. The Milanese 'disease' is not knowing how to have a wide appeal, not knowing how to unite the tall and short, how to entertain. That's why we like Alessandra Moschillo who manages to mix rock and culture, TV and transgression. With father Saverio she received guests at John Richmond's fashion show: a colorful universe, a memory from 1980s, in the first row, in fact, reigned Countess Pinina Garavaglia, today an icon for those of Ibiza and Formentera. A round of applause for American actor, Jesse Metcalfe, accompanied by actress, Cara Santana, the fencing champion, Aldo Montano, Roberto Alessi, Francesco Testi, Alfonso Signorini, Maddalena Corvaglia, Elenoire Casalegno, Giulia Rebel, and intelligent psychologist Ilaria Squaiella who suddenly disappeared. Then in the backstage, a true celebration: canapé and champagne for everyone in an ambiance light year away from the (often) 'constipated' world of fashion. A lot of mirth and access to cocktail to all common mortals. While Barbara Berlusconi announced that her new football stadium would be inaugurated in five years' time, Mario Boselli was, rightly, saying that it is pointless to concentrate everything into three and a half days, the calendar has to be extended to more days. It's worth noting (only) some presentations: first of all, the polychrome animation in the church of San Paolo Converso for Piquadro, the ballerinas of La Scala, coordinated by Andrea Volpintesta and Sabrina Brazzo, at Palazzo Cusani for 'The Bridge' in collaboration with Pininfarina: the director, Assolombarda Mi-
chele Angelo Verna, was much admired. Strange but unique were the gowns by Angelo Galasso, meanwhile Philipp Plein rock blared in the background. Before the inauguration of the store, the fashion show on the edge of the swimming-pool was indeed unique. All Giorgio Armani has to have the thumbs up, holding his show on the last day manages to keep buyers and journalists in town. An international respite arrived from Stella McCarney who at Orto Botanico created a frenetic blend: (by now uninspiring) Steve Tyler, designer Patricia Urquiola, Michelangelo Pistoletto, and ever present, Margaret Madè. Success for 'wall of dolls' against violence on women, an initiative by untiring Jo Squillo, presented singer Giusi Ferreri that one magazine defined fashion designer. Oh well. Beautiful show by Bottega Veneta, bloggers had fun taking photos of zucchini and green peppers in the vegetable garden the event took place. Prada 'couture' military-style Gucci, genial Etro. Reception at Società del Giardino by Camera Nazionale della Moda for Rosita Missoni: seen and greeted Michele Norsa, Remo Ruffini, Umbero Angeloni and numerous fashion designers. Compliments to truly likeable Tomaso Trussardi and sister Gaia. The queen of this round of fashion shows was, Emily Ratajkowski, the protagonist with Ben Affleck in the movie 'Gone Girl': in the first row at Dolce & Gabbana and then at the party of GQ America at Ceresio 7. The most sough-after get-together must have been that of Antonio Coppola in his 'Atlasfoyer.' Let's wrap up with, Candela Novembre and Carlo Mazzoni, director of 'Officiel,' two rare pearls in the at times inconsistent world of fashion. They are gifted with glamour and display pleasant personalities, qualities that rarely blend so well. Who's that actor hidden away in a corner with a famous fashion designer in the midst of a noisy party? And who's that maniac following Daniela Javarone calling her 'the queen of midgets?' Finally, a war between two soubrettes, a Brasilian and an Argentinean. One still can't get over being defined, 'old' by the other...An appeal to mayor, Giuliano Pisapia: please improve public transport!
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In questa pagina, capi delle sfilate milanesi delle collezioni Uomo,Fall/Winter 14/15 1 Diesel, 2 Dirk Bikkenbergs, 3 Ermenegildo Zegna, 4 Giorgio Armani, 5 Gucci, 6 John Richmond, 7 Missoni, 8 Prada, 9 Roberto Cavalli, 10 Salvatore Ferragamo, 11 Versace On this page, Milan Menswear fashion show models Fall/Winter 14/15 , 1 Diesel, 2 Dirk Bikkenbergs, 3 Ermenegildo Zegna, 4 Giorgio Armani, 5 Gucci, 6 John Richmond, 7 Missoni, 8 Prada, 9 Roberto Cavalli, 10 Salvatore Ferragamo, 11 Versace
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GIOIE PER MOMENTI PREZIOSI di Stefania De Giorgi foto ©Nick Zonna
Damiani, che dagli anni Venti continua a incantare il pubblico con i suoi raffinatissimi gioielli, ha presentato la nuova collezione dei magnifici capolavori nati dal connubio fra la fine destrezza applicativa di tecniche orafe ed il più sofisticato design. La sensibilità di Damiani nell’analisi delle forme si appella direttamente alla natura traendo ispirazione dalla leggiadria della farfalla per la collezione “Battito d’Ali”. Gli esperti orafi della maison hanno creato un gioco di vuoti e pieni in una forma circolare che evoca le ali della farfalla. Avvalendosi di oro bianco e oro rosa, diamanti bianchi, zaffiri, rubini, ametiste, topazi e diamanti brown hanno eseguito diverse varianti di orecchini, anelli e pendenti. L’iconica "D", iniziale della maison, rimane anche per la collezione di quest’anno fulcro e motore interpretativo per sollecitare la creatività dei designers. Le accurate ed eleganti creazioni "D.Icon" e "D.Lace" sbocciano dalla rielaborazione e dalla ripetizione del simbolo donando ad esse preziosità con l’ausilio degli intramontabili diamanti sinonimo di raffinatezza. La ricerca formale e l’audacia sono elementi che da sempre hanno contraddistinto Damiani, per cui non stupisce che nel vaglio dei materiali sia stato scelto di intercalare nell’oro rosa la ceramica lucida. Esito: ricercatezza e stile nel ricamo concentrico che caratterizza una variante della collezione "Damianissima", linea classica anch’essa ispirata alla "D" di Damiani che per la celebrazione dei novant’anni si veste di un nuovo design contemporaneo. Nel 1980 Damiano Damiani ha disegnato “Gomitolo” che da allora è stato emblema rappresentativo del brand, il quale da una profonda conoscenza della tradizione ha consacrato la classe e la passione per l’arte della gioielleria e orafa che ha conquistato il mondo. Le note fasce intrecciate sono il frutto di esecuzione magistrale di mani esperte che con piccoli diamanti incastonati creano superfici lucenti. La capacità di emozionare di “Gomitolo” per la sua incantevole magnificenza continua nella versione dell’attuale collezione con le parure anelloorecchini-bracciale, realizzate con full pavé di diamanti brown e oro rosa o con full pavé in diamanti black su oro bianco. I gioielli presentati da Damiani sono ancora la riprova della ricercatezza nel gusto dello stile supremo simbolo di eleganza della maison.
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1. Pendente, orecchini e anello collezione "Battito d'Ali"; 2. Bracciale collezione "Gomitolo"; 3. Bracciale collezione "D. Lace" pavè; 4. Bracciale collezione "D. Icon"; 5. Bracciali collezione "Damianissima"
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1. Pendant, earrings and ring "Battito d'Ali" collection; 2. Bracelet "Gomitolo" collection; 3. Bracelet "D. Lace" pavè collection; 4. Bracelet "D. Icon" collection; 5. Bracelets "Damianissima" collection
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JEWELS FOR PRECIOUS MOMENTS Damiani, who has been enchanting the public with its refined jewelry since 1920s, has presented a new collection of masterpieces born out of a blend between fine technical goldsmith's skills and sophisticated design. The sensitivity of Damiani in analyzing shapes and forms derives from nature itself drawing inspiration from butterflies for the 'Battito d'Ali' (beating of wings) collection. Expert goldsmiths of Damiani created a play of full and empty spaces in a circular fashion that evoke the wings of a butterfly. Using white and pink gold, white diamonds, sapphires, rubies, amethysts, topaz and brown diamonds they made a series of earrings, rings and necklaces. The iconic 'D', the initial of the famed jewelers, is remaining also for this year as the focus and interpretational engine to stimulate the creativity of the designers. The precise and elegant creations, 'D.Icon' and 'D.Lace' bloom from the reworking and repetition of the symbol giving it a preciousness with the help of diamonds, synonyms of refined taste since time immemorial. Formal research and audacity have always distinguished Damiani, hence it doesn't come as a surprise to see an unexpected blend of materials: glossy ceramic immersed in pink gold. Result: refinement and style in the concentric embroidery which characterizes a variant of the 'Damianissima' collection, a classic line also inspired by the 'D' of Damiani for the celebration of the 90th anniversary of the brand, is here reinvented with a new, contemporary design. In 1980 Damiano Damiani designed the 'Gomitolo' (ball of wool) which has since become a symbol of the brand, drawing from a profound knowledge of traditions it has consecrated the class and passion for the art of jewelry and goldsmiths conquering world markets for Damiani. The well-known, intertwined bands are the result of expert hands masterly setting small diamonds to create glittering surfaces. The ability of the 'Gomitolo' to move and thrill for its enchanting magnificence is continuing in the current collection with the ring-earrings-bracelet sets realized with brown diamonds and pink gold or black diamonds on white gold. The jewels presented by Damiani once again encapsulate refinement, taste and supreme style, a true symbol of elegance.
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CANDIDA MORVILLO
LE STELLE NON SONO LONTANE di Ivan Rota foto ©Nick Zonna Pranzo di chiusura dell'Associazione "Amici della Lirica" al ristorante "Giannino" a Milano. Daniela Javarone ha fatto ancora centro riuscendo a radunare duecento persone in un'assolata giornata di giugno. Ma chi mai avrà potuto scatenare tanto interesse? Una delle giornaliste più amate d'Italia, la donna che è riuscita a scoprire il figlio segreto di Maria Angiolillo, che ha intervistato (unica) Filippo Ascione per molto tempo collaboratore di Federico Fellini, lei, presenza forte e allo stesso algida di "Porta a Porta". Persino un nugolo di fan che le urlava: "Sei un mito!". Ora in forza a "Io Donna", giornalista di "Oggi", poi di "Vanity Fair, direttrice di Novella 2000 dal 2008 al 2011, Candida Morvillo ha assistito da quell’osservatorio privilegiato ad anni in cui il gossip è stato drammaticamente centrale nella vita politica del nostro Paese. Della
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fatale attrazione tra belle donne e uomini potenti l’autrice racconta nel suo libro, già vendutissimo,"Le Stelle non sono lontane", edito da Bompiani, suo primo romanzo. A 25 anni, Astrid è la stella del pomeriggio Tv e aspirante moglie di Giangi di Settembrini, giovane aristocratico con la fama del playboy che la sera si addormenta sul divano senza neanche considerarla. Arrivare a condurre lo show del sabato sera sarebbe per Astrid la svolta di un’intera carriera, ma per ottenere ciò che vuole dovrebbe riuscire, contro altre agguerrite aspiranti conduttrici, a guadagnarsi i favori del presidente Cesare Gallia, capriccioso padrone della casta al governo. L’arrivo di una misteriosa busta verde sgretolerà in un attimo le speranze di Astrid, costringendola ad affrontare i suoi segreti e le sue paure. Morvillo, sino ad oggi, ha già
In alto, a sinistra, Daniela Javarone, Candida Morvillo e Rosaria Casali; a destra, Antonio Di Pietro, Diamante D'Alessio, Daniela Javarone, Candida Morvillo, Emanuele Fortunati, Salvo Javarone. In basso, a sinistra, Diamante D'Alessio, Silvana Giacobini, Candida Morvillo, Daniela Javarone, Francisca Albamonte; a destra, Cristiano Malgioglio,Ivan Damiano Rota, Diamante D'Alessio,Candida Morvillo
fatto venticinque presentazioni, a fine estate arriverà a sessantacinque: a Milano è stata prima "introdotta" da Elisabetta Sgarbi e ora da Diamante D'Alessio, direttore di "Io Donna", che ha saputo calamitare l'attenzione dei commensali con una presentazione ironica e affettuosa. In un ristorante "intasato" in cui si sono dovuti aggiungere tavoli anche all'ultimo minuto, vista l'affuenza, Daniela Javarone sgridava chi non ascoltava. Tra questi, Carlotta Costa, la proprietaria del parco giochi in cui viene custodita la scimmietta abbandonata da Justin Bieber. All'entrata del locale, i City Angels, capitanati da Mario Furlan, l'associazione che si occupa di aiutare i senzatetto. Associazione alla quale Morvillo è molto legata, regalando, ogni anno, a Natale, un raggio di sole a chi vive di stenti. Tra gli ospiti Cristiano Malgioglio, ormai
At the top, on the left, Daniela Javarone, Candida Morvillo and Rosaria Casali; on the right, Antonio Di Pietro, Diamante D'Alessio, Daniela Javarone, Candida Morvillo, Emanuele Fortunati, Salvo Javarone. At the bottom, on the left, Diamante D'Alessio, Silvana Giacobini, Candida Morvillo, Daniela Javarone, Francesca Albamontes; on the right, Cristiano Malgioglio, Ivan Damiano Rota, Diamabte D'Alessio, Candida Morvillo
icona "camp" dopo la sua partecipazione a "Chiambretti Supermarket": il cantautore sedeva vicino al grande fotografo Bob Krieger (ha praticamente fotografato tutti e a lui è stata dedicata una gigantesca mostra a Palazzo Reale a Milano): i due si sono messi a parlare e, dopo l'antipasto, sono fuggiti via insieme. Krieger voleva fotografarlo: detto e fatto, si sono diretti verso lo studio di Bob e, in poche ore, il servizio è stato realizzato. Visti e salutati, Silvana Giacobini, lo stilista Massimo Crivelli ormai di stanza a Londra dove, tra le sue clienti, annovera Kate Middletone, Andrea Mascaretti, Mario e Salvo Javarone, Katia Noventa, Angela Formaggia, la sarta che ha realizzato gli abiti per il matrimonio di Belen Rodriguez disegnati da Daniele Carlotta, Anna Repellini e il generale Mauro Del Vecchio.
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Sotto, Daniela Javarone premia Dario Bordet e Alessandro Trani; al centro, a sinistra, Emanuele Fortunati; a destra, Candida Morvillo autografa il libro a Nunzio Fabiano; in basso, Bob Krieger, Mario Furlan e Veridiana Mallmann
Below, Daniela Javarone rewards Dario Bordet and Alessandro Trani; in the middle, on the left, Emanuele Fortunati; on the right, Candida Morvillo signing his book at Nunzio Fabiano; below, Bob Krieger, Mario Furlan and Veridiana Mallmann
STARS ARE NOT FAR AWAY
Closing lunch of the Association, 'Amici della Lirica' at 'Giannino' of Milan. Daniela Javarone hit the bull's eye again managing to gather 200 people on a sunny June day. Who else could have generated so much interest? One of the most loved journalists in Italy, the woman who managed to discover the secret son of Maria Angiolillo, and interviewed Filippo Ascione, a long-time collaborator of Federico Fellini, she, with a strong but cool stance like in Porta a Porta. Even a group of fans shouting, "You're awesome." Now a force in 'Io Donna', journalist at 'Oggi', and 'Vanity Fair', editor of Novella 2000 from 2008 to 2011, Candida Morvillo has been closely observing the gossip scene so dramatically central in Italian politics. In her first, successful novel, Le stelle non sono lontane, (Stars are not far away), published by Bompiani, she narrates the fatal attraction between powerful men and beautiful women. 25-year-old Astrid is the star of afternoon TV and aspires to marry Giangi di Settembrini, a young aristocrat, playboy, who falls asleep on the couch without any consideration for her. Hosting the Saturday evening show for her would mark a turning point for her career, but to obtain the job she has to fight off fierce competition from other aspiring women, and get the approval of Cesare Gallia, the capricious politician with the power to assign TV jobs. The arrival of a green envelope shatters Astrid's dreams instantly forcing her to face up to her secrets and fears. Morvillo has already made 25 presentations, by the end of summer she'll reach 65 presentations. In Milan she was first introduced by Elisabetta Sgarbi and now by Diamante D'Alessio, editor of 'Io Donna' and was able to pull the attention of the diners with a light-hearted, ironic and affectionate presentation. In a packed restaurant where more tables had to be brought in, even at the last minute bearing in mind the demand, Daniela Javarone scolded those not listening, among them, Carlotta Costa, the owner of the playground where the monkey abandoned by Justin Bieber is kept. At the entrance of the restaurant, we notice the City Angels, the association that aids the homeless, headed by Mario Furlan. Morvillo is very attached to the association and every year at Christmas she brings a ray light to these unfortunate people. Among the guests, Cristiano Malgioglio, by now an icon of the 'camp' after his participation in the TV show, Chiambretti Supermarket. Malgioglio was sitting next to photographer, Bob Krieger (he has practically photographed everyone, an exhibition of his work was held at Palazzo Reale, Milan); the two began talking and after tasting the appetizers they disappeared. Krieger wanted to take his photos, OK, no problems, they went to Bob's studio and got the job done. within a few hours. Seen and greeted, Silvana Giacobini, fashion designer Massimo Crivelli now practically lives in London, where, among his clients we can count, Kate Middletone, Andrea Mascaretti, Mario and Salvo Javarone, Katia Noventa, Angela Formaggia, the dressmaker who realized Belen Rodriguez's wedding dress designed by Daniele Carlotta, Anna Repellini and general Mauro Del Vecchio.
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IL TAPPEZZIERE MESTIERE D'A RTE di Sergio Luce foto Fermariello
Ricevo un invito per la presentazione, nell’arcinota Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, di un libro dal titolo intrigante “La regola del talento”, Marsilio Editori. Il talento non si compra al mercato, non ce l’hanno tutti, mi dico, mentre qui diventa una regola. Di cosa si tratta? Bene, ci vado, e non mi pento perché la sala stracolma mi dice che l’argomento merita e chi presenta è nientemeno che Ferruccio de Bortoli. Si parla dei mestieri d’arte italiani, insegnati in scuole di eccellenza poco conosciute, ma che da ora i giovani potranno rintracciare sul sito www.scuolemestieridarte.it e frequentare per apprendere le attività che la nostra storia potrebbe insegnare a tutto il mondo. E che invece vengono trascurate. Pochi giorni dopo ho l’opportunità di visitare Villa Spada a Bologna, sede dal 1990 del Museo Storico Didattico della Tappezzeria, che racchiude un patrimonio artistico di rara importanza: non solo uno spazio espositivo con finalità didattiche, ma una fucina di proposte, di studio e di analisi per l’artigianato della tessitura e della tappezzeria. Passano pochi mesi e ricevo un altro invito. CITA. Consociazione Italiana Tappezzieri Arredatori organizza, in occasione dell’inaugurazione della Fiera Homi a FieraMilano–Rho, un convegno dal titolo altrettanto in-
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trigante, “Nostalgia no, futuro sì – Qualificazione dei mestieri d’arte italiani”. Bene anche qui, ci vado e non mi pento. Mi trovo immerso in un concorso lanciato per la scelta del nuovo marchio di CITA, che vede la partecipazione di giovani grafici attirati da un premio che, in verità, non rispetta la legge del mercato, ma che rappresenta comunque un incentivo. Una giuria presieduta da Dalia Gallico è chiusa in una sala adiacente e ne uscirà solo quando sarà stato scelto il vincitore. Quando inizia il convegno, gli interventi sono rivolti a valorizzare il mestiere d’arte del tappezziere. Vengo a sapere che in fiera espongono dodici tappezzieri in rappresentanza di una figura professionale che a pieno titolo rientra tra i mestieri d’arte già dal tempo del Re Sole, quando una rigida etichetta di corte stabiliva le gerarchie nel sedersi: poltrone ricche e pompose per gli alti dignitari, via via più modeste per gli altri. E allora mi nasce una domanda spontanea. Perché mai i nostri studenti non si orientano più verso queste attività che, lungi dal cadere nei toni banali della nostalgia, potrebbero condurli verso un futuro migliore, ricco di stimoli e soddisfazioni? Sarà perché le nostre istituzioni non fanno nulla per proporle e reclamizzarle?
The upholsterer as an art I received an invitation in the famous Sala Buzzati of the Foundation Corriere della Sera for the presentation of a book entitled “La regola del talento” (The rule of the talent), Marsilio Editori. Talent is not something you buy at the market, not everybody has it, here instead it is a rule. What are they talking about? Well, I went and I was happy to be there because the room is crowded, the presentation is held by Ferruccio de Bortoli. It is about the Italian art jobs, taught in the schools of excellence that are not so famous, even though from now young people can find on the web site www.scuolemestieridarte.it and go there to learn the activities that our history could teach all over the world. Instead they are neglected. Few days later I have the opportunity to visit Villa Spada in Bologna, seat from 1990 of the Didactic Historical Museum of the Tapestry, that contains an artistic patrimony of rare importance: not only an exhibition space with didactic purposes but also different proposals, to study and analyze the craftsmanship of the weaving and the tapestry. Few months later I received another invitation. C.I.T.A.. Association of Italian Upholsterers organizes, on the occasion of the inauguration of the Fiera Homi in FieraMilano–Rho, a conference with an interesting title, "Nostalgia no, future yes. Qualification of the Italian art jobs." Well, I went there and I was happy to be there. I was in a middle
of a contest launched for the choice of the new mark of CITA, with the participation of young graphic designers attracted by a prize that, in truth, it doesn't respect the law of the market, but which represents an incentive however. A jury presided by Dalia Gallico was closed in an adjacent room and it would come out only with the name of the winner. When the conference started, the interventions aimed to give value to the work of the upholsterer. I discovered that in the exhibition there are 12 upholsterers representing a profession that is one of the job arts for a long time. So I asked myself: why our students don’t learn this jobs that far from falling in the banal tones of the nostalgia could lead them toward a better future, full of satisfaction. Maybe it is because our institutions don’t do anything to propose and advertise them.
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NEWS
MILLE E UNA NOTTE di M.M. foto Archivio Consolato Giordania Sarà la prima sfilata a livello europeo di giovani stilisti del mondo arabo. Il progetto, denominato “Mille e una notte a Milano”, è stato presentato il 15 settembre da S.E. Khaled Al Wehsheh, console onorario del Regno Hascemita di Giordania all'Istituto dei Ciechi di Milano. La “prima” della sfilata è in programma il 24 febbraio 2015 e si avvarrà della collaborazione della Camera
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Nazionale della Moda Italiana, con il sostegno di “SICIS Jewels”, main sponsor dell’iniziativa. Il progetto “Mille e una notte a Milano” ha anche una finalità benefica per aiutare, con l’invio di materiale scolastico, bambini in difficoltà economica. Inoltre, è in fase di organizzazione un gruppo di medici italiani per curare i profughi siriani che oggi si trovano in Giordania.
Nella pagina precedente, il Console Onorario di Giordania Khaled Al Wehsheh, la moglie e l'assessore Cristina Tajani; in questa pagina, sopra, a sinistra, Khaled Al Wehsheh e la moglie con il Console Generale degli Stati Uniti d’America Philip T. Reeker; a destra, il direttore della Sicis Jewels sig. Gulli; sotto, a sinistra, il console con il presidente della Camera della Moda Mario Boselli; a destra, Khaled Al Wehsheh e il Console Generale della Federazione Russa Alexander Nurizade
On the previous page, the Honorary Consul of Jordan Khaled Al Wehsheh, his wife and Cristina Tajani; on this page, above, on the left, Khaled Al Wehsheh and his wife with the General Consul of the United States of America Philip T. Reeker; on the right, the director of Sicis Jewels Mr. Gulli; below, on the left, the consule with the President of the Chamber of Fashion Mario Boselli; on the right, Khaled Al Wehsheh and the General Consul of the Russian Federation Alexander Nurizade
A THOUSAND AND ONE NIGHT It will be the first European fashion show of young stylists of the Arabian world. The project, called "A thousand and one night in Milan", on September 15 presented by S.E. Khaled Al Wehsheh, honorary consul of the Hascemita Kingdom of Jordan at the institute of the Blinds of Milan. The "premiere" of the fashion show is scheduled February 24 2015 in collaboration with the National Chamber of
Italian Fashion, with the support of "SICIS Jewels", main sponsor of the initiative. The project "A thousand and one night in Milan" also has a charity purpose, to help children with economic difficulties sending them scholastic material. Moreover, a group of Italian doctors is organizing to take care of the Syrian refugees who are now in Jordan.
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EVENTI
In alto, la presentazione dell'evento; in basso, Filippo Del Corno, Novo Umberto Maerna, Cristina Cappellini, Edoardo Nesi, Elisabetta Sgarbi, Jonathan Lethem, Dario Franceschini, Michael Cunningham
Above, the presentation of the event; bottom, Filippo Del Corno, Novo Umberto Maerna, Cristina Cappellini, Edoardo Nesi, Elisabetta Sgarbi, Jonathan Lethem, Dario Franceschini, Michael Cunningham
LA MILANESIANA di Ivan Rota foto ©Nick Zonna Ha 15 anni, la Milanesiana, una kermesse intellettuale che guarda al futuro indagando la Fortuna. Sul tema si è discusso lungo i 18 giorni nei quali si articola la kermesse - totalmente gratuita - ideata da Elisabetta Sgarbi. Dal 23 giugno al 10 luglio la Cultura è stata come sempre protagonista in un programma che ha affiancato ad appuntamenti tradizionali come le serate al Teatro Dal Verme e gli aperitivi con l'autore alla Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, nuove proposte, su tutte un corposo programma di mostre e spettacoli teatrali e tante mini-sezioni che invadono decine di spazi di Milano, sconfinando a Torino, con maggior forza rispetto al passato. Gli ingredienti del grande evento ci sono. Fra i 160 ospiti si contano un premio Nobel e un Pulitzer, 4 premi Strega, 2 premi Tenco, una Palma d'Oro e 2 premi Duse, per limitarci a un assaggio. Ma non sono queste le componenti che hanno fatto palpitare Sgarbi in fase di preparazione: «Trovare i finanziamenti è stato molto più impegnativo di quanto non sia stato costruire il programma» ha detto il direttore artistico in sede di presentazione. I tagli si sentono anche alla Milanesiana che ha visto un'ulteriore riduzione di budget passando dai 690 mila euro del 2013 ai 600 mila di quest'anno, «200
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mila dei quali sono stati coperti da contributi pubblici» ha precisato Sgarbi. Primo finanziatore è ancora una volta la Provincia di Milano. E anche qui le spine fanno compagnia ai petali. Perché il 31 dicembre 2014 sull'ente di Palazzo Isimbardi cala definitavamente il sipario. Resta così da capire da chi verranno assorbiti competenze e fondi (e in che modo verranno rimodulati). Milanesiana si trova schiacciata fra la voglia di crescere e lo spauracchio della cancellazione. L'inaugurazione del 23 giugno ha visto l'intervento del Ministro della Cultura Dario Franceschini, il prologo dell'autore statunitense Jonathan Lethem in libreria con "Il giardino dei diffidenti" (Bompiani) e il dialogo fra Edoardo Nesi e Gino Paoli. E il cantautore ligure ha chiuso la serata in musica con l'accompagnamento di Danilo Rea. Micheal Cunningham sbarca alla Milanesiana da habitué: Il 24 giugno l'autore de "Le ore" ha incontrato la collega Melania Mazzucco nel corso di una serata chiusa dal concerto di Ute Lemper alle prese con Pablo Neruda. Ha chiuso il terzetto di eventi imperdibili di questa sezione l'incontro del 25 giugno con il premio Nobel per la Letteratura Gao Xingjian del quale è stato proiettato un cortometraggio e si è ascoltato un inedito. Lo stesso ha fatto Susanna Tamaro.
In alto, il pubblico in coda al Teatro Grassi; in basso, a sinistra, Vittorio Sgarbi e la sorella Elisabetta consegnano ad Antonio Lòpez Garcìa il Premio Rosa d'Oro; a destra, Ornella Vanoni, Pino Roveredo, Roberto Vecchioni ed Elisabetta Sgarbi
La Milanesina, an intellectual fair conceived by Elisabetta Sgarbi, has turned 15, and is looking to the future investigating, luck. The topic was indeed discussed for 18 days, the length of the meeting, and no admission fee was charged. From Jun 23 to Jul 10 culture was always a protagonist in a program that flanked and supported traditional meetings such as the evenings at Teatro Dal Verme and aperitif with the author, Sala Buzzati of Fondazione Corriere della Sera, new ideas and proposals were put forward, in all a dense program of exhibitions and theatre shows and many mini-sections that 'invaded' dozens of places in the city even moving to Turin in increasing numbers. Among the 160 guests we can count a Nobel laureate, and a Pulitzer winner, four Strega (literature award), two Tenco (music award), one Palm d'Or, and two Duse (theatre award). But these are not what made worried Sgarbi the most during the preparation stage, "Finding funds, financing the event was much harder than building the program," she said at the presentation. "Cuts have arrived here too, our budget was reduced from €690,000 in 2013 to €600,000 this year, €200,000 of which came
Above, the audience lined up at the Teatro Grassi; bottom, on the left, Vittorio Sgarbi and her sister Elizabeth deliver to Antonio Lopez Garcia Rosa d'Oro Award; on the right, Ornella Vanoni, Pino Roveredo, Roberto Vecchioni and Elisabetta Sgarbi
from public funds. The main financing again came from Provincia di Milano. Also here thorns keep company with petals. On Dec 31, 2014 Palazzo Isimbardi, the seat of the Provincia, closes down definitively. We are left to wonder who will take over the responsibilities of the provincial administration. Milanesiana is stuck between the desire to grow and the risk of closing down for good. At the Jun 23 inauguration Dario Franceschini, the minister for culture, gave a speech, American author, Jonathan Lethem read the prologue of his book, Dissident Gardens, translated into Italian by Bompiani publishers, and Edoardo Nesi and Gino Paoli held a dialogue. Paoli, the Ligurian singer, sang accompanied by Danilo Rea. Writer, Micheal Cunningham is a regular at Milanesiana, on Jun 24 this Pulitzer winner met Melania Mazzucco during an evening that concluded with a concert by Ute Lemper singing Pablo Neruda. The third of the unmissable events in this section was the meeting on Jun 25 with the Nobel laureate Gao Xingjian who brought along a short film and read an unpublished piece. Susanna Tamaro did the same.
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NEWS
Al Ristorante Piazza Repubblica IL PRINCIPE DELLA TAVOLA At the Restaurant Piazza Repubblica THE PRINCE OF THE TABLE Nel cuore di Milano, la zona attorno a Piazza Repubblica è quella dei ristoranti frequentati dai vip. Il ristorante Piazza Repubblica si contraddistingue non solo per l'eleganza e la raffinatezza, ma soprattutto per la ricerca degli ingredienti, l’attenzione e la cura nella preparazione dei piatti nel rispetto della stagionalità. Il proprietario comasco, Giorgio Bernasconi, si occupa personalmente delle materie prime ed è esigentissimo con i fornitori. Con l’autunno il ristorante diventa il regno di un pregiato ingrediente, il tartufo bianco. Piatti semplici che vengono magistralmente esaltati dall’aggiunta del principe della tavola. Una festa per i veri gourmet, dove i singoli sapori non si sovrappongono, ma forniscono il proprio contributo affinché il risultato finale si traduca in una sinfonia perfetta: tuorlo d’uovo, spuma di patate tartufata con nuvola di tartufo bianco pregiato in coppa Martini, risotto carnaroli o tagliolini di pasta fresca al burro e timo montato con tartufo bianco pregiato, cotta e cruda di battuta di manzo, scaloppa di foie gras con insalatina, carciofi, menta e bianco pregiato, capesante scottate alla plancia con crema di parmigiano reggiano tartufata, radicchietti e bianco pregiato, zuppetta di camomilla, mantecato freddo al fior di panna, fiori edibili, tartufo bianco pregiato: un menu da 110 e lode assolutamente da non perdere per la delizia del palato.
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In the heart of Milan, the area around Piazza Repubblica is the one of vip restaurant. The restaurant Piazza Repubblica is not only countersigned for elegance and refinement, but above all for the ingredients, the attention and the care in the preparation of the dishes respecting the seasonality. The owner from Como, Giorgio Bernasconi, personally takes care of the ingredients and he is very demanding with his suppliers. In autumn the restaurant becomes the kingdom of a refined ingredient, the white truffle. Simple dishes which are magisterially exalted by the addition of the prince of the table. A party for the true gourmets, where the single tastes don't overlap, but they give their contribution for the final result to reach a perfect harmony: yolk of egg, potatoes foam of truffle with truffle in a Martini cup, risotto carnaroli or tagliolini of fresh pasta with butter and thyme and refined white truffle, tarter or cooked meat, scallops of foie gras with salad, artichokes, mint and white truffle, capesante with a truffled cream of parmesan cheese, chamomile soup, flowers to eat: a quality menu for the delight of the palate.
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Via Aldo Manunzio, 11 Milano tel. +39 0262695105 www.piazzarepubblica.com
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EVENTI
SICUREZZA STRADALE AL FERRARI VILLAGE
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di M. M. foto ©Nick Zonna
ROAD SAFETY AT FERRARI VILLAGE
Un circuito di Formula Uno in pieno centro a Milano. Per un giorno, piazza Liberty si è trasformata nel paradiso dei motori, il Ferrari Village. Un paradiso dedicato soprattutto ai più giovani che hanno trovato ad aspettarli un percorso stradale e un simulatore delle automobili da corsa. L’iniziativa è stata attuata presso il Ferrari Store, venerdì 5 settembre 2014, in concomitanza con il Gran Premio di Formula Uno a Monza, l’appuntamento più atteso ogni anno dagli appassionati della scuderia del mitico cavallino rampante. Una scenografia dominata, inutile dirlo, dal colore rosso, per un duplice obiettivo: sensibilizzare bambini e ragazzi sul tema della sicurezza stradale e presentare alcuni nuovi prodotti del brand di Maranello. E così, come se fosse un gioco, i più giovani hanno potuto mettersi alla guida di mini auto lungo un apposito percorso educativo sotto lo sguardo attento degli agenti della polizia municipale che li hanno condotti alla scoperta delle principali regole della strada. I più arditi hanno provato l’ebbrezza di una vettura da corsa al volante del simulatore di Formula 1. Nell’attiguo Ferrari Store, sono stati presentati i nuovi prodotti del brand Ferrari, dagli orologi ai profumi, agli articoli per la scuola e per l'infanzia, tutti con il cavallino in bella vista. Ma la più ammirata era sempre lei, la rossa (per l’occasione vestita di bianco da corsa): uno dei pezzi più pregiati della scuderia di Maranello, la bellissima Ferrari Gran Turismo.
A circuit of Formula One in the full center in Milan. For one day, piazza Liberty turned to be a paradise of motors, the Ferrari Village. A paradise devoted above all to the young people who found a circuit and a simulator of the cars. The initiative was held near the Ferrari Store, Friday September 5 2014, in concomitance with the Gran Premio of Formula One in Monza, every year the most attended appointment by the fans of the mythical rampant foal. The scenography was dominated by the red color, for two reasons: to sensitize children and boys on the theme of the road safety and to introduce some new products of the brand of Maranello. And so, as if it were a game, the youngest people could drive the mini cars on a special educational run under the careful look of the agents of the town police who let them discover the main rules of the road. The gamest tried the thrill of a race car with the simulator of Formula 1. In the nearby Ferrari Store, the new products of the brand Ferrari, from the watches to the perfumes, to the articles for the school and for children, all with the symbol of Ferrari. But the most admired it is always the red (for the occasion dressed in white): one of the most appreciated pieces of the stable of Maranello, the beautiful Ferrari Gran Tourism.
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EVENTI
UN NUOVO DONO AI CITY ANGLES di Ivan Rota foto ©Nick Zonna
A NEW PRESENT TO THE CITY ANGELS
Si è tenuta lunedì 21 luglio 2014, in via San Fedele a Milano, la consegna ufficiale di un’unità mobile ai City Angels da parte del Rotary Club Milano Porta Venezia, alla presenza del sindaco Giuliano Pisapia. Un'unità mobile con la quale portare ogni sera conforto ai senzatetto di Milano e con la quale trasportare i profughi siriani ed eritrei nel centro d'accoglienza degli Angeli in viale Toscana. Un dono offerto dal Rotary Club Milano Porta Venezia, che ha coinvolto anche altri club del distretto, in particolare i club Rho Fiera Centenario, Milano Cordusio, Bollate Mirone e Cusago Visconteo, e la Rotary Foundation, nell'impresa di raccogliere fondi attraverso una lotteria. Grazie alla cifra raccolta di 47mila euro è stato possibile acquistare e attrezzare un pulmino Ford Transit da nove posti a sedere, con ampio bagagliaio dove stipare coperte, vestiti, sacchi a pelo e generi di conforto per i bisognosi. Alla consegna ufficiale, oltre al sindaco Giuliano Pisapia, erano presenti Mario Furlan, fondatore dei City Angels, la madrina Daniela Javarone, il direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Curia di Milano Don Davide Milani e le autorità rotariane, tra cui il governatore uscente Paolo Zampaglione, il presidente uscente del Rotary Club Milano Porta Venezia Carlo Corsi e il presidente entrante Fabrizio Gonni.
Monday July 21 2014, in the street San Fedele in Milan, it was held the official delivery of a mobile unity to the City Angels by the Rotary Club Milan Porta Venezia, with the mayor Giuliano Pisapia. A mobile unity with which brings every evening some help to the homeless people in Milan and to transport the Syrian and Eritrean refugees in the center of the Angels in viale Toscana. A gift offered by the Rotary Club Milan Porta Venezia, that also involved other clubs of the district, particularly the clubs Rho Fiera Centenary, Milan Cordusio, Bollate Mirone and Cusago Visconteo and the Rotary Foundation, in the enterprise to collect funds with a lottery. Thanks to the amount they collected, that is 47000 Euro, it was possible to buy and equip a mini bus Ford Transit with 9 seats, with a big luggage compartment to put blankets, dresses, sleeping bags and first kits. For the official delivery there were the mayor Giuliano Pisapia and also Mario Furlan, founder of the City Angels, the sponsor Daniela Javarone, the manager of the office for the Social Communications of the Curia of Milan Don Davide Milani and the authorities of Rotary, among them the outgoing governor Paolo Zampaglione, the outgoing president of the Rotary Club Milan Porta Venezia Carlo Corsi and the new president Fabrizio Gonni.
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MaTeinItaly di Irene F. Ferro foto Gioele Pagani
MaTeinItaly-Matematici alla scoperta del futuro è un viaggio all’interno della matematica come non l’avete mai vista. Alla Triennale di Milano dal 14 settembre al 23 novembre, la mostra, promossa dall’Università degli Studi di Milano, dall’Università Bocconi e dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha il compito di spiegare come la matematica sia presente nella vita di tutti i giorni anche se invisibile agli occhi. È un tuffo nel passato e nel futuro, la perfetta unione tra matematica, filosofia e arte che dall’antichità ai giorni nostri ha influenzato la conoscenza e l’idea di natura e realtà. All’interno della mostra si ha la netta sensazione di ripercorrere la storia passo dopo passo: dai maggiori esponenti della matematica nell’antichità, come Leonardo Fibonacci e Tartaglia, ad ampie sezioni interattive, a cura dei videoartisti di camerAnebbia, le quali, simili a tecnologie quasi futuristiche e fantascienti-
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fiche, permettono di toccare con mano la matematica. Ciò contribuisce al vero obiettivo dei curatori Renato Betti, Gilberto Bini, Maria Dedò, Simonetta Di Sieno e Angelo Gerraggio ovvero avvicinare al mondo della matematica non solo coloro che già ne sono affascinati, ma anche tutti quelli che non l’hanno mai amata. Semplicemente spostandosi all’interno della stanza, il visitatore può quindi entrare nella Città Ideale di Berlino di Francesco di Giorgio grazie ad una riproduzione interattiva che registra il movimento e quindi cambia il punto di vista prospettico. Selezionando un qualsiasi pianeta, uno schermo rivela come sarebbe il moto dei pianeti se quel pianeta fosse il centro del sistema planetario. Una sezione della mostra è interamente dedicata allo studio e alla trasformazione della realtà attraverso i modelli matematici, dove non solo il visitatore interagirà con uno scher-
mo capace di mostrare i vettori relativi a alla propria posizione e velocità all’interno della stanza, ma avrà anche la possibilità di vedere come questi modelli matematici sono applicati alla medicina per le patologie del sistema cardiovascolare, al mondo dello sport nella realizzazione di caschi più confortevoli e sicuri, costumi da bagno che migliorano le prestazioni dei nuotatori e perfino alla nazionale italiana di pallavolo impegnata nei campionati del mondo. Infine, il visitatore avrà l’opportunità di entrare nel vivo della ricerca matematica contemporanea: lo studio di una “quarta dimensione”, realtà superiore alle tre dimensioni che ben conosciamo. Senza questa mostra spettacolare sarebbe difficile comprendere come la matematica sia un aspetto intrinseco della vita quotidiana. Come diceva Gallileo «La natura è scritta in caratteri matematici», un messaggio che rimane sempre attuale. mateinitaly.it
MaTeinItaly-Matematici to discover the future is a travel in mathematics to the discovery of the future it is a trip inside the mathematics as you have never seen before. At the Triennale di Milano from 14th September to 23rd November, the exhibition, promoted by Università degli Studi di Milano, Università Bocconi and Università degli Studi di Milano-Bicocca aims at explaining how mathematics is part of everyday life, even if it is invisible to the eyes. It is a dive in the past and in the future, the perfect union among mathematics, philosophy and art that from the antiquity to our days influenced the knowledge and the idea of nature and reality. In the exhibition, you can get the feeling that you go back to the history step by step: from the great representatives of mathematics in the past, such as Leonardo Fibonacci and Tartaglia with interactive sections, edited by the video ar-
tists of camerAnebbia, they are similar to almost futuristic and space age technologies, let you touch mathematics with hand. This contributes to the real goal of Renato Betti, Gilberto Bini, Maria Dedò, Simonetta Di Sieno and Angelo Gerraggio that is to get people close to the world of mathematics not only the people who are already interested in, but also those who never loved it. Simply moving inside the room, the visitor can enter the Ideal City of Berlin of Francesco di Giorgio thanks to an interactive reproduction which records the movement and changes the perspective point of view. Selecting any planet, a screen reveals as it would be the motion of the planets if that planet were the center of the planetary system. A section of the exhibition is entirely dedicated to the study and the transformation of the reality through the mathematical models, where
not only the visitor will interact with a screen able to show the vectors related to its own position and speed inside the room, but he will also have the possibility to see how these mathematical models are applied to medicine for pathologies of the cardiovascular system, to the sports world for more comforting and safe helmets, swimming suits to improve the performances of the swimmers and even for the Italian volley team involved in the world championship. Finally, the visitor can experience the contemporary mathematical search: the study of a "fourth dimension", a reality superior to the three dimensions we know well. Without this spectacular exhibition it would be difficult to understand how mathematics is an intrinsic aspect of the daily life. As Galileo said "Nature is written in mathematical characters", a message which is always actual. mateinitaly.it
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WORK IN PROGRESS
VILLA TAMI - SORENGO A Sorengo, la ristrutturazione di “Casa Erreti”, casa che l’Architetto Rino Tami progettò e realizzò nel 1963. Nel fabbricato l’Architetto ha voluto dare risalto al tema del tetto a falde nelle sue molteplici declinazioni. Il progetto di recupero e ristrutturazione è stato curato dall’Architetto Bruno Huber dello studio d’architettura Bruno Huber Architetti SA di Lugano. VILLA TAMI - SORENGO In Sorengo, the restoration of “Casa Erreti”, house that the architect Rino Tami projected and built in 1963. In the building, the architect wanted to focus the attention on the roof in layers with its multiple declinations. The project of restoration was carried out by the architect Bruno Huber in the architecture studio Bruno Huber Architetti SA of Lugano.
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Ticino
Mendrisiotto: la Svizzera piu’ vicina a EXPO 2015
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In questa pagina, in alto il Mulino Bruzella; sotto, cena in musica On this page, above Mulino Bruzella; below, dinner with music
di Nadia Lupi foto Mendrisiotto Turismo Questa regione è la prima Svizzera che s’incontra provenendo da sud. Una regione che vive i contrasti e i valori della Svizzera e dell'Italia. La Regione è da scoprire. Genuina, dinamica, particolarmente attaccata alle tradizioni ed ai prodotti del suo territorio. Una regione che risulta particolarmente vivace nel corso dei mesi autunnali con un’interessante e ricca scelta di proposte per tutti gli amanti della buona tavola e dei buoni vini. Numerose sono le sagre paesane, come anche le occasioni per conoscere i ristoranti e grotti locali grazie alle Rassegne Gastronomiche. Ma l’autunno è anche tempo di raccolta di castagne e d’uva e allora perché non valutare la possibilità di partecipare personalmente alla vendemmia e di seguire le
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diverse manifestazioni legate al tema della castagna? Per saperne di più basta consultare l’agenda o le offerte pubblicate sul sito dell’ente turistico, dove è anche possibile visionare filmati e foto della regione. Ogni stagione regala colori ed emozioni particolari nel Mendrisiotto e Basso Ceresio. Qui, in questo periodo dell’anno, i colori dei grandi boschi che si estendono sul Monte San Giorgio, sul Sighignola, come anche sul Monte Generoso ed in tutta la Valle di Muggio risultano molto carichi e particolarmente suggestivi. Il modo migliore per apprezzare la magia di questo paesaggio è quella di percorrere uno dei numerosi sentieri escursionistici o di bike. I punti panoramici sono numerosi. Proprio grazie al particolare, cu-
rato, suggestivo e ben conservato paesaggio, la Valle di Muggio ha ricevuto l’importante riconoscimento di “Paesaggio svizzero 2014”. Un premio meritato in particolare da parte di coloro che lavorano al progetto da molti anni. La Valle di Muggio è un luogo che merita assolutamente di essere visitato! E il suggerimento può quindi essere quello di fare una capatina a Cabbio per visitare il museo e raccogliere le informazioni utili prima di addentrarsi per una bella passeggiata nel territorio. Scoprire la Valle di Muggio può rivelarsi un'esperienza assolutamente appagante e non mancheranno certo le sorprese. Per informazioni scaricate la APP Mendrisiotto e sfogliate i nostri prospetti oppure contattate: www.mendrisiottoturismo.ch
In alto un bel panorama; sotto, il Roccolo Pianspessa Above a beautiful view; below, Roccolo Pianspessa
Mendrisiotto: Switzerland closer to EXPO 2015 This region is the first one you find when you come from the south. A region charac terized by the contrasts a n d t h e v a l u e s o f Sw i t z e r l a n d a n d I t a l y. A r e g i o n t o d i s c o v e r. G e n u i n e , dynamic, par ticularly at tached to the traditions and the products of i t s t e r r i t o r y. A r e g i o n w h i c h i s p a rticularly lively in the autumn, with an interesting and rich selection of proposals for those who like good food and good wines. Many festivals in the villages and many occasions to discover restaurants and t ypical grot to thanks to the food festivals. But the autumn is also the time to collect chestnuts and grapes, so why
d o n' t y o u t a k e p a r t i n i t a n d f o l l o w t h e d i f f e r e n t a c t i v i t i e s? To h a v e m o r e information go and visit the web site of the tourist of f ice, where you can also see videos and photos of the region. Any season has par ticular and unique colors in the area of Mendrisiotto and Lower Lake Lugano. In this t i m e o f t h e y e a r, t h e c o l o r s o f t h e h u g e woods ex tend on Mount San Giorgio, on Sighignola and also on the Mount G e n e r o s o a n d i n t h e e n t i r e Va l l e y o f Muggio, they are rich and particularly beautiful. The best way to appreciate the magic of this landscape is to follow of one of these paths on foot or with the mountain bike. There are
plent y of panoramic points. This t ypical and suggestive landscape also got a n i m p o r t a n t a w a r d " Sw i s s l a n d s c a p e 2 014 " . T h i s a w a r d i s d e s e r v e d b y t h o se who work on this project for many y e a r s . T h e Va l l e y o f M u g g i o i s a p l a c e you cannot miss! The suggestion can be to go to Cabbio to visit the museum and collect useful information before you go and take a walk in the territo r y. D i s c o v e r i n g t h e Va l l e y o f M u g g i o can be a unique expereicne and you w i l l a l s o h a v e s o m e s u r p r i s e s . F o r f u rther information download the APP Mendrisiot to and take a look at our c a t a l o g u e s o r c o n t a c t : w w w. m e n d r i siottoturismo.ch
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EVENTI
LOCARNO STELLA DEL CINEMA di Guido Capizzi foto ©Nick Zonna
Al 67° Festival del Film a Locarno, la piazza Grande con il gigantesco schermo per 8.000 spettatori e le decine di strutture hanno fatto della città ticinese, per una decina di giorni in agosto, una capitale del cinema, alla pari di Berlino, Cannes e Venezia. Pardo d'oro al regista filippino Lav Diaz che ha vinto il prestigioso riconoscimento per il film "From What Is Before". Un Festival ricco di emozioni: Pardo alla carriera per Jean-Pierre Léaud, concorso internazionale con 17 lungometraggi (13 in prima mondiale), concorso “Cineasti del presente” dedicato alla scoperta di sicuri autori di
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domani (15 tra opere prime e seconde), “Sign of Life” nuova sezione che indaga nella frontiera del cinema tra nuove forme narrative e innovazione del linguaggio. Come ha detto il presidente del Festival, Marco Solari, “alta qualità artistica e tecnica, efficienza operativa, rigore finanziario sono alla base del nostro lavoro quotidiano”. Una combinazione vincente per collocare quello di Locarno tra i più quotati eventi internazionali. E poi due serate di pre-festival con Indiana Jones e “I predatori dell’arca perduta” e “I 400 colpi”, capolavoro di François Truffaut a 30 anni dalla morte. Pre-
miati Giancarlo Giannini, ospite d’onore per la retrospettiva dedicata alla Titanus e Juliette Binoche. Presente anche l’attrice Emmanuelle Seigner per introdurre la proiezione di “Venere in pelliccia”, film del 2013. Il film “Lucy” di Luc Bresson ha inaugurato le proiezioni in piazza Grande dove è stato proiettato anche “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Al Festival di Locarno anche l’omaggio delle “Vie del Cinema” di Milano: tre giorni con una selezione delle opere premiate. Ancora una volta la cinematografia è protagonista dell’arte contemporanea. E il pubblico ha gradito.
1 Il regista Lav Diaz, vincitore del Pardo d'Oro 2014 con il film"From What Is Before"; 2 Giancarlo Giannini, Excellence Award Moët & Chandon; 3 Juliette Binoche, Excellence Award Moet&Chandon; 4 Agnès Varda, Pardo d'onore Swisscom; 5 Nansun Shi, Pardo Raimondo Rezzonico; 6 Armin Mueller Stahl, Lifetime Achievement Award Parmigiani; 7 Garret Brown, Vision Award; 8 Jean Pierre Léaud, Pardo alla Carriera ; 9 Mia Farrow, vincitrice del premio Leopard Club
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1 Lav Diaz, Pardo d'Oro 2014 for Best Film "From What Is Before"; 2 Giancarlo Giannini, Excellence Award Moët & Chandon; 3 Juliette Binoche, Excellence Award Moet&Chandon; 4 Agnès Varda, Pardo d'onore Swisscom; 5 Nansun Shi, Pardo Raimondo Rezzonico; 6 Armin Mueller Stahl, Award Parmigiani; 7 Garret Brown, Vision Award; 8 Jean Pierre Léaud, Pardo Carriera ; 9 Mia Farrow, Leopard Club Award
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LOCARNO STAR OF THE MOVIE 67th edition of Festival del Film in Locarno, piazza Grande with the huge screen for 8.000 spectators and dozen of facilities made the city of Ticino, for 10 days in August, a capital of movie theatre, such as Berlin, Cannes and Venice. The Pardo d'oro was delivered to the Philippine movie maker Lav Diaz, who won the prestigious award for the movie "From What Is Before". A Festival rich of emotions: Pardo of the career for JeanPierre Léaud, international contest with 17 feature films (13 first run) contest “Cineasti del presente” dedicated to the future movie makers (15 among first and second works), “Sign of Life” a new section which is focused on new narrative forms and innovative language. As the president of the Festival, Marco Solari, said "high artistic and technical quality, operative efficiency, finance rigor are the basis of our daily work". A winning
combination to put Locarno among the most important international events. And then two evenings of "pre-festival" with Indiana Jones and "Raiders of the Lost Ark" and "Les Quatre Cents Coups", masterpiece by François Truffaut, 30 years after his death. Giancarlo Giannini got an award and he was a special guest for the retrospective dedicated to the Titanus and Juliette Binoche. Also present the actress Emmanuelle Seiger to present the movie "Venus in fur", 2013. The movie "Lucy" by Luc Besson inaugurated piazza Grande, where it was also shown "Il Gattopardo" by Luchino Visconti. At Festival di Locarno also a homage to the "Streets of cinema" of Milan: three days with a selection of fhe awarded works. Once again cinematography protagonist of contemporary art. The public enjoye the project.
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EVENTI
JAZZ & CO. MUSICA E ANIMA di Guido Capizzi foto Estival Jazz Lugano
Ancora una volta due piazze del Ticino hanno ospitato e diffuso gratuitamente per il pubblico di appassionati, presenti anche sotto l’acquazzone temporalesco, buona musica. E’ “EstivalJazz” di Mendrisio e Lugano l’opportunità che ogni anno gli organizzatori (Jacky Marti e Andreas Wyden) offrono con cinque concerti open air. Partner e sponsor hanno consentito di portare nelle due città svizzere per la 36^ edizione molti protagonisti internazionali di grande buona musica, quella magia di note che emoziona e coinvolge. Intanto, è
stato assegnato a Youssou N’ Dour il premio alla carriera. Il musicista africano che ha collaborato con Peter Gabriel, Paul Simon e Sting, creando la combinazione tra ritmi del Senegal, il suo Paese, musica caraibica e pop. Personaggio di valore anche per il suo impegno in politica, per le lotte sociali contro la siccità, la povertà, l’apartheid, l’emigrazione. Paladino di Amnesty International e ambasciatore dell’Unicef è ministro della cultura e del turismo in Senegal. Dunque, anche nel 2014, cinque serate di buona musica. L’Orchestra del-
la Svizzera italiana, diretta da Gast Waltring, accompagnata dalla cantante del Benin Angelique Kidjo. Sul palco di piazzale alla Valle di Mendrisio si sono esibiti gruppi coinvolgenti: i Troker dal Messico, i Red Hot Chilli Pipers dalla Scozia, i Toguna dall’India. Il prestigioso Eric Burdon, una delle più belle voci del rock, con gli Animals. In piazza della Riforma a Lugano nove concerti che hanno coinvolto il pubblico di appassionati, sempre più numeroso e contento di ascoltare buona musica. Appuntamento a luglio 2015.
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Jazz & co. music and soul Once again two squares of Ticino hosted important music events that people who like music can enjoy for free, despite the summer rain. “EstivalJazz� of Mendrisio and Lugano is a good opportunity that the organizers (Jacky Marti e Andreas Wyden) give to enjoy open air concerts during five concerts. Partners and sponsors brought in the two Swiss cities for the 36th edition many international protagonists of the high level music, the magic of notes which involve and enchant. Career award for Youssou N' Dour, the African musician collaborated with Peter
Gabriel, Paul Simon and Sting, creating the combination among the rythms of Senegal, his country, Carribean music and pop music. Important personality also for his commitment in politics, for the social fights against lack of water, poverty, apartheid, supporter of Amnesty International and ambassador of Unicef, he is Minister of Culture and Tourism in Senegal. So also in 2014, five evenings of good music. On the stage of Piazzale alla Valle of Mendrisio and in piazza della Riforma in Lugano, the concerts involved the passionate public, happy to enjoy music of
high level. Starting from the Orchestra of the Svizzera italiana, directed by Gast Waltring, with the singer from Benin Angelique Kidjo. Then Troker from Mexico, the Red Hot Chilli Pipers from Scotland, the Toguna from India, the prestigious Eric Burdon, one of the best voice of rock, with the Animals. A great and surprising program, that a part from satisfy all the jazz lovers, explored the rich world of the World Music and of the great Rock with a spirit that leads to union and knowledge among the different cultures, to tollerance and to sharing experiences.
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mountain
Valtellina
Profumo di cirmolo, la Stüa “del Nino” COMOREVIEW
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di Gian Enrico Ghilotti foto Silvano Rebai Paolo Gianola mi sta aspettando. È lì, sull’atrio del suo laboratorio di restauro di mobili antichi. Mi accolgono pareti ricoperte di serrature come tanti ex‐voto. Stanno lì appese, reduci di usci centenari, pronte e impazienti di conoscere nuove porte da aprire, nuove vite da accudire e proteggere. Il profumo di legno di cirmolo incensa la sacralità di questo ingresso nel tempo. Paolo mi stringe la mano. «Ciao. Ben arrivato nel mio lavoro». Poche parole che ti danno il benvenuto in un’etica artigiana dove il lavoro è la vita. Scelte e diplomi che solo il travaso di generazioni riescono ad assemblare. Un incastro tra legni vecchi e nuovi, che diventano un unico pezzo. «Vieni». Mi guida in questo reparto di rianimazione della cultura del legno, tra credenze, scrigni, tavoli, porte e portoncini con catenacci seicenteschi. Alcuni già curati, altri in attesa di cure. Eccoci. Arriviamo davanti alla porta della stüa. Piccola come un tesoro. Forse troppo piccola per tutta la storia e le vite che ha contenuto e protetto. Nino Gianola, “il Nino”, il papà di Paolo, l’ha collocata qui, al centro del suo laboratorio. Come un tabernacolo e la sacralità nel varcarne la porta è tattile. Il profumo di cirmolo si impossessa delle nostre narici facendoci inalare la storia. Non fosse altro che per quella data, 1726 incisa sopra la porta d’ingresso. Entro con riguardo. La maniglia di ferro ha conosciuto mani differenti. Nodose, screpolate dal freddo, ansiose di un approdo sicuro, caldo, familiare. Mani contadine. Il ferro si è lasciato ridurre dal tempo, senza però abdicare alla funzio-
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ne che la forgia gli aveva assegnato 287 anni fa. Appena entri nella stüa, ti giri. D’istinto. Come per cercare conferma che hai varcato la storia. Che vieni da un altro mondo. Poi ti guardi in giro. «Misura 3,50 x 3,75 metri, per un’altezza di 2.26», mi dice Paolo, cercando di dare un perimetro al mio stupore. Ma guarda, l’altezza è identica a quella indicata da Le Corbusier per il suo Modulor. Solo che il grande architetto svelò al mondo la sua intuizione per “una gamma di misure armoniose e utili per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all'architettura…” nel 1948. Quelle dimensioni che dall’esterno mi sembravano piccole, ora dischiudono un mondo. Ti fai avvolgere dallo spazio come in una cattedrale. Cerchi di dare uno sguardo a ciò che il tuo stupore non può contenere. Cerchi di dare un ordine a un percorso di conoscenza che senti avrà bisogno di aiuto. Un microcosmo che è approdato qui nel 1982. Scoperto, smontato, ripulito e rimontato pezzo per pezzo. «I legni erano tutti coperti di fuliggine, neri come la pece», Paolo inizia a lanciarmi una fune di scoperta. Aveva 10 anni quando suo papà, “il Nino”, la scoprì tra i castagneti della Val Bregaglia Italiana. Là dove le pareti di granito sono severe e il varco alpino tra Italia e Svizzera si allunga verso il cielo, essenziale come una scultura di Alberto Giacometti. Mi stupisce come Paolo spesso ripeta “è la stüa del Nino”, come un tributo di riconoscenza, un’orazione intima che mi è permesso di ascoltare. Mi racconta come il Nino la scoprì in uno dei
suoi tanti pellegrinaggi alla ricerca della storia, in un’archeologia di montagne e uomini. Era come se gli ultimi proprietari, traghettati tra l’Ottocento e il Novecento, l’avessero appena lasciata. Avessero chiuso l’uscio per scendere in paese a scambiare il loro lavoro contadino con sale e farina. «Pensa che sul letto c’era ancora un paio di pantaloni». L’unica cosa che il nipote degli ultimi proprietari ha voluto tenere per sé. «Sai che stavano in piedi da soli, avevano 32 pezze di rammendo. Le abbiamo contate, sai!», mi dice Paolo. Ride. Me lo immagino, bambino di 10 anni, insieme a suo papà, impegnato in questo esercizio di contabilità, sicuramente chiuso con una risata che sigillava la memoria, sciogliendo lo stupore in gioco. «Quando mio papà vide la stüa la prima volta» continua Paolo «ricordo come la guardò attentamente. Rivedo ancora il suo sguardo». Consapevole della scoperta. Certo del lavoro di restauro che l’attendeva. Contento per le soddisfazioni che quel lavoro gli avrebbe riservato. «Sì, la po’ interesamm». «Sì, può interessarmi». Disse ai suoi proprietari. Poche parole, misurate, artigiane. Attente ad arginare sogni ed entusiasmo di fronte ad un tesoro ritrovato. Ad uno scrigno nascosto con modestia per secoli, tra castagni e betulle, ancora gelosamente pieno di tutti gli oggetti che molte vite avevano sedimentato al suo interno. Paolo passa la mano sulla spalliera nodosa del letto, lisciata dal tempo. Mima il gesto di suo padre. «Lui faceva così», continua, accarezzando il legno che diventa, al tat-
to, tutt’uno con gli affetti e col cuore. Tutto ciò che si vede all’interno della stüa del Nino, ha la proporzione della saggezza contadina. Ogni cosa, letto, tavolo, la credenza con al di sotto il posto per le galline, la stufa in pietra, il banchetto da scarpolino ancora pieno di sgorbie, aghi e coltelli. Tutto risponde ed ubbidisce ad una sua funzione. Ancora adesso, dopo oltre 200 anni. Nato e costruito per essere traghettato fin qui nel tempo. Paolo apre un’anta della credenza‐ «Ecco, qui riponevano le uova». Un ripiano con gli incavi che le contenevano si materializza davanti agli occhi, come duecento anni fa. Semplice e utile. Saggio. Tutto è incredibilmente ergonomico. «Prova a sederti qui». Paolo mi indica uno sgabello, all’apparenza tozzo e basso, ricavato da un legno in un solo pezzo che prima di diventare seduta aveva fatto scolare nel suo incavo i formaggi dalla loro cagliata. La comodità della seduta, la giusta proporzione tra altezza e schienale, fanno scordare la durezza del legno ormai diventato osso. «Qui ci vivevano in almeno otto persone, tra nonni, genitori e bambini». Il letto è il testimone di questa convivenza. Sotto quello dei genitori scorre quello dei bimbi, su ruote. Naturalmente di legno. Identico nelle forme, solo più piccolo, per nascondersi sotto quello “dei grandi”, a risparmiare spazio. «Ci dormivano quattro bimbi», mi dice Paolo. Distesi uno accanto all’altro. Vicini, riscaldandosi a vicenda come una covata. Di fronte al letto il tavolo si ripiega appiattendosi contro la parete.
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Paolo sorride «come quello dell’Ikea, solo che questo è del 1700». Ma c’è di più. Dove è incernierato alla parete ‐ mi fa notare Paolo ‐ sono state ricavate due lunette, una per lato. «Vedi, così potevano sedersi a tavola due persone in più». Tavole contadine. Povere, ma sempre generose nell’accogliere altre bocche. Penso alle otto persone che passavano qui le loro notti e i loro inverni. A lavorare, ad aggiustare attrezzi e scarpe, a pregare perché il buon Dio desse raccolto, salute e “timor di Dio”. Che era una sintesi di tutte le leggi umane e divine. Chiusi e protetti qui. Ad attendere giornate più generose di luce e lavoro. Quella che ora sembra un’intimità dettata dalle misure di uno spazio, allora era la vita. Vissuta tra un dentro e un fuori, entrambi sacri e benedetti. La terra e la famiglia. Entrambi gravidi di futuro e speranze. Quando le generazioni scivolavano una nell’altra lasciando un sedimento prezioso di esperienza e saggezza. Quando il tempo aveva il suo scorrere e la natura era calendario e metronomo insieme. Questa stüa faceva parte di un’unica abitazione con annessa una “cucina de fumm”, esterna con un grande focolare adatto a contenere le caldere in rame. Tutti i muri esterni erano in sasso, tronchi incastrati e poca calce. «Sai che per isolarla dal freddo, nell’intercapedine tra legno e muro esterno, quando la costruivano» ‐ mi dice Paolo ‐ «ci mettevano muschio, foglie e ricci di castagne. Ne abbiamo trovato per
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uno spessore di dieci centimetri quando l’abbiamo smontata e portata qui». Ora la stüa del Nino, come la chiama Paolo, è qui. La smonteranno per portarla in un laboratorio più piccolo. «Andiamo via da qui, torniamo nel vecchio laboratorio del papà». A Paolo la stüa del Nino l’hanno chiesta in tanti, ma lui al massimo la presta per qualche esposizione. «Sempre che me la trattino bene e che io possa stare con lei». Affetti che solo chi ama il proprio lavoro può capire. Usciamo dalla stüa. Mi giro ancora una volta. Sopra l’ingresso Paolo ha appeso due fotografie. Piccole, nella modestia e riservatezza che “il Nino” gli ha insegnato. In una c’è lui. Nino, vestito “della festa”. Nell’altra la nonna di Paolo. Abbigliata in costume e al lavoro all’arcolaio che sta nella stüa. Una ricostruzione scenografica dal sapore intimo e familiare. Sul tavolo‐scrivania al di fuori della stüa, Paolo ha impilato alcuni raccoglitori ad anelli. Contengono il “metodo” e il lavoro della famiglia. Mobili, stüe ricostruite in case e ville engadinesi, confessionali seicenteschi recuperati e rianimati dopo alluvioni e umidità di sagrestie. Tutto catalogato con foto, schizzi e appunti del prima e del dopo restauro. Prima di uscire e ripassare davanti alle pareti di legni in attesa di cure ed alle serrature in attesa di nuovi usci, saluto Lucilla e Andrea. I fratelli di Paolo. Tutti e tre eredi di questa arte artigiana e del lavoro “del Nino”. Il legno è vivo. Il profumo di cirmolo mi accompagna.
In queste pagine, interni della 'Stüa del Nino' In these pages, the interior of the 'Stüa del Nino'
LA STÜA La “Stüa” è un locale caratteristico dell’arco Alpino, prevalentemente nord orientale. Interamente rivestito in legno, veniva un tempo isolato termicamente con materiale leggero, come muschio o ricci di castagne, inserendolo tra il rivestimento e la muratura, così da offrire una valida difesa contro le rigide temperature della montagna. Utilizzata come soggiorno – camera nei mesi più freddi, la Stüa era riscaldata con una “pigna” in pietra che, onde evitare i rischi del fumo e del fuoco, aveva la bocca di accensione all’esterno, quasi sempre verso un focolare utilizzato sia per la cottura dei cibi che per la preparazione di prodotti caseari. La stüa era la stanza, camera riscaldata dove la famiglia si raccoglieva, mangiava, lavorava, passava la serata in veglia e dormiva. Remo Bracchi, linguista e docente di glottologia presso la facoltà di lettere cristiane e classiche dell'Università Pontificia Salesiana di Roma, a proposito delle abitazioni di una volta scrive: “Gli ambienti erano generalmente poveri, ma se ne curava la funzionalità ricorrendo a ingegnose strategie basate sulla possibilità di usi differenti dei medesimi spazi. Le cassapanche si utilizzavano tanto per la custodia di vettovaglie o di oggetti di vario genere quanto come sedili. Per risparmiare il restringimento dei vani si evitava la costruzione di scale nei locali interni, preferendo l’accesso ai piani superiori attraverso rampe esterne o mediante l’apertura di una botola con scale a pioli, issata verso il soffitto al momento dell’utilizzo e accantonata quando non serviva più agli spostamenti. Nelle cucine le tavole si ripiegavano verso la parete, in modo da permettere la libera circolazione per il disbrigo delle faccende domestiche quando non ci si trovava seduti tutti insieme a consumare le refezioni. Un letto basso, munito di rotelle, destinato ai bambini, veniva estratto da sotto il letto matrimoniale soltanto durante la notte. Nelle calde stanze in legno si poteva così trascorrere la maggior parte delle serate invernali. Le donne filavano e cucivano, gli uomini aggiustavano le suppellettili della casa e preparavano gli attrezzi agricoli per la prossima stagione. Insieme si socializzava, si educava, si pregava e si tramandavano le memorie collettive a coloro che le ascoltavano per trasmetterle, a loro volta, a chi sarebbe venuto dopo”. Il termine Stüa, in tedesco Stube (stanza scaldata), deriva dal verbo greco – latino extupure “esalare fumo o vapore”, derivato da tùpos variante di typhos “fumo, vapore, esalazione”.
“Stüa” is a typical place in the north western Alpine arch, it is made of wood and it is entirely covered by light material, such as moss or chestnut husks, putting it between the covering and the walls, in order to give a good defense against the mountain temperatures. Used as a dining room – and sleeping room in the coolest months, the Stüa was heated with a “pine cone” that, to avoid the risks of smoke and fire, had the ignition outside, usually towards a fireplace to cook the food and to prepare home-made products. Stüa was the room where the family used to gather, eat, work and spend the evening and then sleep. Remo Bracchi, linguist and teacher at the Università Pontificia Salesiana of Rome, writes about the ancient houses as follows: “The rooms were generally poor, but the functionality was important using different strategies based on the possibility of different uses of the same place. To save place staircases were not built inside but outside, or it was used a trap-door with a staircase. In the kitchen the tables were fold towards the wall, so that people could have more place to move. A small bed with small wheels, was used for children, was put under a double bed during the day. In the warm rooms made of wood people could spend the winter evenings. Women spin or sew, men repair house furnishings and prepare farming tools for the next season. Together people could socialize, get an education and pass the memories to those who were listening, in order to let them transmit to the next generation”. The word Stüa, in German Stube (warm room), comes from the Greek-Latin verb extupure “exhale smoke or gas”, coming from tùpos or typhos “smoke, gas, exhalation”.
Info
La Stüa che vi abbiamo presentato in questo articolo è visitabile a Montagna in Valtellina, nelle immediate vicinanze di Sondrio, presso il laboratorio "Valtellina Antichi Restauri" Tel. + 39 0342 200339 valtellinaantichirestauri.it
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FOCUS
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Focus on è il titolo della sezione che Magic Lake ha deciso di dedicare alle nostre eccellenze imprenditoriali e non, capaci di migliorarsi continuamente e che si impegnano in prima persona, attraverso il proprio lavoro, nella promozione del nostro territorio nel mondo. Focus on is the title of the section that Magic Lake dedicated to the excellences, entrepreneurial and non, which are able to improve continuously and which, thanks to their work, are personally committed in the promotion of our territor y in the world.
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Bulgari: i dettagli fanno la perfezione Bulgari: the details make the perfection
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Maserati apre a Como con Scuderia Blu Maserati opens in Como with scuderia blu
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Cristian Contini sbarca a Londra Cristian Contini arrives in London
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Laura D'Incalci "A cavallo sono un re" Laura D'Incalci "A cavallo sono un re"
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Fenegro Cashmere, il filo della bellezza Fenegro Cashmere, the yarn of beauty
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C'era una volta il lungolago Once upon a time there was the lakefront
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Goofy, la nuova abitazione evoluta Goofy, the new residence
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Epitaffi senza il morto Epitaph without dead
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Gini Giuseppe, opere pubbliche e private Gini Giuseppe, public and private works
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Disegni e poesie sul taccuino della Famiglia Comasca Drawings and potries on the Agenda of Famiglia Comasca
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Migliori risultati con il Toyota Production System Better results with the Toyota Production System
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BULGARI: I DETTAGLI FANNO LA PERFEZIONE F O C U S O N
Lucea e Octo: due stelle della collezione Bulgari, una dedicata alla donna, l’altra all’uomo. Lucea rappresenta un tributo alla meridiana e unisce funzionalità e design. La cassa arrotondata, il fondello sinuoso e un’ampia gamma di tonalità e stili rendono l’estetica tanto luminosamente femminile quanto inconfondibile. Valorizzato dal taglio a cabochon in nobile porpora, questo orologio a carica automatica sfoggia quel tratto di audacia che è un classico di Bulgari. La corona è ornata da uno splendido diamante, una scintillante allusione alla bellezza spirituale della donna. Lo sfavillante bracciale trae ispirazione da Serpenti, la collezione icona di Bulgari, le cui linee possenti controbilanciano la voluttuosa cassa rotonda. Grazie alla sua versatilità, Lucea è l’accessorio ideale per ogni occasione e con 12 modelli spazia dal classico orologio in acciaio agli esemplari sfarzosi in oro rosa e con pavé di diamanti. Sfavillanti ad ogni ora, alcuni esemplari si accendono grazie al luccichio dei brillanti o alla lucentezza della madreperla, altri pongono al centro l’antica Roma prendendo a prestito i numeri XII e VI della meridiana per indicare le ore. Come uno
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specchio, Lucea esprime femminilità e si rivolge a una donna carismatica e dalla personalità fuori dal comune. La seduzione dell’orologio Octo riesce a coniugare la genialità di Leonardo da Vinci con la precisione dei maestri orologiai svizzeri. Perfetta sintesi tra funzionalità e bellezza, come furono le intuizioni leonardesche, Octo interpreta paradossi e contrasti per meglio esprimere i suoi molteplici caratteri: la cassa sagomata composta da 110 differenti sfaccettature, la maestà del metallo oro o acciaio, la tradizione degli artigiani di Saingnelégie, le forme esclusive che non trovano confronto nell’universo dell’alta orologeria poiché sono ottogonali ma attorniate da una lunetta rotonda. Octo prosegue nella centenaria ricerca Bulgari di combinare la forma al servizio della perfezione e dell’equilibrio e da quest’anno estende la sua offerta arricchendosi di una versione con Tourbillon ultrapiatto, il più fine esistente sul mercato. Così il più sottile dei meccanismi mai immaginati o concepiti scivola nel cuore dell’orologio Octo per concretizzare l’unione tra l’alta orologeria svizzera e la creatività italiana, la più fantasiosa e sensuale.
BULGARI: THE DETAILS MAKE THE PERFECTION
Lucea and Octo: two stars of the Bulgari collection, one is for woman and the other one is for man. Lucea represents a tribute to sundial and it combines functionality and design. The case has a round shape, curvy and in different colors and styles, perfect for women and unique. Its originality is a classic element of Bulgari. A beautiful diamond is located around the crown. The bracelet took inspiration from Serpenti, an icon collection of Bulgari, its lines counterbalance the round case. Thanks to its versatility, Lucea with its 12 models goes from the classic watches to the most particular ones in pink gold and with diamond pavè. Shining at every hour, some models switch on with the shining of the dia-
monds and of the pearls, other models have the ancient Rome in the middle and the sundial. The seduction of the watch Octo combines the genius of Leonardo da Vinci with the precision of the Swiss makers. Octo interpreters paradoxes and contrasts to better explain its different characteristics: the case made of 110 different faceting, the majesty of the gold or iron metal, the tradition of the Swiss handicraft of SaingnelĂŠgie, the exclusive design, octagonal but surrounded by a round lunette Octo continues the research Bulgari which lasted for 100 years, that is to combine design and precision and from this year its offer also includes a flat Tourbillon, the flatest you can find on the market.
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CRISTIAN CONTINI SBARCA A LONDRA F O C U S O N
E’ partito alla conquista del mercato inglese Cristian Contini. A maggio ha aperto una galleria a Londra, al n.105 di New Bond Street, una traversa di Oxford Street nel cuore della capitale britannica. Figlio d’arte di uno dei maggiori galleristi italiani, fin da giovanissimo Cristian ha seguito le orme del padre Stefano e, dopo essersi dedicato al prestigioso spazio espositivo di Cortina d’Ampezzo, ora ha coronato il sogno di aprire una galleria a Londra. Perché l’Inghilterra? «Perché l’ho sempre considerata un modello sul piano della creatività e dell’organizzazione. Londra è una piazza straordinariamente influente e dinamica, che stimola nuovi progetti e proietta verso il futuro: per me è superiore anche a New York». Quali sono i suoi progetti? «Ho inaugurato la Contini Art UK con la mostra dedicata al celebre scultore polacco Igor Mitoraj. A ottobre, una grande esposizione con le opere del geniale artista cubano Julio Larraz. A novembre, sarà Michail Barysnikov, il famoso ballerino, ma anche eccellente fotografo, ad aprire la stagione prenatalizia. E poi eventi dedicati a personalità del calibro di Omar Hassan, Paolo Vegas, Helidon Xhixha oltre a
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Fernando Botero, Giuseppe Veneziano, Fabrizio Plessi, Mario Arlati, Enzo Fiore, Enrico Ghinato». Ormai si considera britannico a tutti gli effetti? «Vivo a Londra ma non mi sento meno italiano di prima e continuo a mantenere fitti contatti con gallerie italiane. Mi auguro che Contini Art UK possa costituire una sorta di avamposto della cultura e della sensibilità italiane in terra inglese». Da Londra come vede la situazione nel nostro Paese? «Il mercato italiano mi ha maturato nel gusto e ha affinato la mia competenza, ma in Italia c’è una situazione bloccata. Dopo la fase della Transavanguardia, abbiamo scimmiottato quel che veniva fatto all’estero. Da almeno 30 anni manca un movimento forte che riesca a portare avanti in modo originale una propria idea di contemporaneità». Prospettive per il futuro? «L’Italia è ricca di singoli artisti in grado di raccogliere riconoscimenti internazionali, quello che manca è la dote di sapersi unire per portare avanti un discorso organico. Ed è un vero peccato, perché la genialità, fra gli artisti italiani, non manca affatto».
CRISTIAN CONTINI ARRIVES IN LONDON
The conquest of the British market has started for Cristian Contini. In May he opened a gallery in London, at 105 New Bond Street, just off of Oxford Street in the heart of the capital. Son of one of the most prominent Italian art gallery owners, from an early age Cristian has followed in the footsteps of his father Stephen and, after having devoted himself to the prestigious exhibition area of Cortina d'Ampezzo, he has now realised his dream of opening a gallery in London. Why the UK? «Because I've always considered it a model in terms of creativity and organization. London is a extraordinarily influential and dynamic market, stimulating new projects and projecting art into the future, for me even more so than New York». What are your plans? «I opened Contini Art UK with an exhibition dedicated to the famous Polish sculptor Igor Mitoraj. In October, a major exhibition with the works of the brilliant Cuban artist Julio Larraz. In November, it will be Mikhail Baryshnikov, the famous dancer, but also excellent photographer, to open the pre-Christmas season. And
then events dedicated to the likes of Omar Hassan, Paul Vegas, Helidon Xhixha as well as Fernando Botero, Giuseppe Veneziano, Fabrizio Plessi, Mario Arlati, Enzo Fiore, Enrico Ghinato». You consider yourself British in all respects? «I live in London but I do not feel less Italian than before and I continue to maintain close contact with Italian galleries. I hope that Contini Art UK can constitute a sort of outpost of Italian culture on English soil». From London how do you see the situation in our country? «The Italian market has matured my taste and has honed my skills, but in Italy the situation is stagnant. After a phase of being at the forefront, we slavishly copied what was being done abroad. We haven't seen a movement strong enough to impose an original contemporary idea in the last 30 years». Prospects for the future? «Italy is full of individual artists capable of picking up international awards, what is lacking is the gift of knowing how to come together to show a united front. And it's a shame because there is no lack of genius among Italian artists».
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FENEGRO CASHMERE, IL FILO DELLA BELLEZZA F O C U S O N
La storia di Fenegro Cashmere è intrecciata alla ricerca della raffinatezza e del gusto. Da 30 anni, Giancarla Pelucchi punta tutto sulla qualità del prodotto e sull’aggiornamento tecnico e stilistico. La ricerca meticolosa del miglior filato, l’attenzione per l’originalità dei punti e delle forme, la precisione e la puntualità delle consegne contribuiscono al successo di questo marchio. Il prodotto è caldo e morbido e soprattutto realizzato interamente in Italia. Le collezioni vanno dalla tradizionale produzione di maglieria per uomo e donna a quella di coperte e articoli da regalo. Così nella produzione di Fenegro Cashmere, la differenza si misura nel gusto raffinato e di classe, nell'equilibrio di una femminilità che scopre nelle forme classiche tocchi attuali e che segue le stagioni senza alterarsi, ma piuttosto celebra l'eterno ideale del bello. Il fatto di avere una donna alla guida porta gusto e stile, come solo il naturale istinto femminile per ciò che è esteticamente bello può fare. La carriera di Giancarla Pelucchi è il risultato del ruolo di donna come protagonista. È il modello di chi sa condurre con successo e coerenza le proprie attitudini e i propri valori. Di chi non si accontenta di guardare gli eventi e le mode, ma imprime in essi un segno e un distintivo in cui potersi identificare.
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The history of Fenegrò Cashmire is linked to research of refinement and of taste. For 30 years, Giancarla Pelucchi relies on the product quality and on brandnew trends. The research of the best yarn and of original elements, the precision and the punctual deliveries contribute to the success of this brand. The product is warm and soft and it is also entirely made in Italy. The collections go from the traditional productions of man and woman knitwear to the blankets and gifts. In the production of Fenegrò Cashmere, you can see the difference in the refined and class touch, in the balance of the womanliness which discovers modern touches in the classical forms and follows the seasons without changing, on the contrary it celebrates the eternal ideal of beauty. Having a woman as a leader brings style becuase the natural instinct of a woman always looks for the beauty. The career of Giancarla Pelucchi is the result of the role of a woman as a protagonist. She is the example of a woman who knows how to lead with success and knowledge her company, following the values she believes in. She doesn't just look at the events and at the new trends because she wants to leave a personal sign in which you can identify yourself.
FENEGRO CASHMERE, THE YARN OF BEAUTY
Info FENEGRO CASHMERE Fenegrò (CO) via XXV Aprile, 3 Tel. +39.031.352.00.70 info@fenegro.com Milano via Spartaco, 2 Tel . +39.02.54.56.883 spartaco@fenegro.com www.fenegro.com
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GOOFY, LA NUOVA ABITAZIONE EVOLUTA F O C U S O N
L’uso sapiente del vetro crea la sensazione che non esistano i muri e che lo spazio sia costruito con l'aria pura, la luce e l'acqua. E’ un sogno: vivere in una casa che oltrepassa il concetto di lusso per abbracciare l’ideale estetico del bello, confortevole, tecnologico, ecologico ed efficiente. In una parola, in una casa evoluta di alta architettura contemporanea. Un sogno che è diventato realtà nelle abitazioni ‘Goofy’, l’ultima recentemente inaugurata in provincia di Como. Definirle di elevata tecnologia è riduttivo perché, come ci racconta l’ingegner Luca Guffanti, amministratore delegato della Guffanti A. Spa, il concetto è ben più articolato. Come nasce il progetto Goofy? «Negli ultimi anni abbiamo voluto dedicare una parte della nostra attività a una fascia di mercato ben precisa che va oltre la concezione standard dell’abitare, una clientela sofisticata e appassionata di design, quindi di una casa dal livello tecnologico altissimo. Siamo riusciti ad assicurare comodità fino a qualche tempo fa impensabili in un design ricercato dove le forme sono il perfetto connubio fra ricerca estetica e comfort abitativo». Ad esempio? «Le ampie vetrate che offrono luce naturale ma, grazie all’attenta progettazione, non sono mai colpite direttamente dai raggi solari in modo da evitare il surriscaldamento estivo». Abbiamo parlato di alta tecnologia…
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«Qui si entra nel dettaglio e l’elenco si fa lungo. Basti dire che ogni progetto Goofy è a basso impatto energetico e acustico, è dotato di climatizzazione con raffrescamento e riscaldamento a pavimento, ventilazione meccanica che purifica l’aria rendendo l’ambiente salubre, piani di cottura a induzione che garantiscono l’assenza di gas, impianti di sicurezza evoluti, impianti di domotica che consentono una facile gestione di tutta l’abitazione: Goofy sa quando fa caldo e quando fa freddo, quando c’è luce e quando c’è buio, quando deve irrigare il giardino e quando deve aprire o chiudere le tende… e potrei andare avanti ancora». E per il relax? «Ci sono anche la piscina e la zona wellness che stanno regalando al proprietario della nuova abitazione Goofy e alla sua famiglia momenti gratificanti». Una soddisfazione anche per voi vedere il cliente contento… «Certamente, anche perché l’abitazione viene realizzata dal nostro ufficio progettazione per quanto riguarda gli aspetti architettonici e impiantistici, ma in stretto contatto con il cliente per soddisfare le sue richieste specifiche». E’ un progetto che interessa anche all’estero… «Un'abitazione Goofy è protagonista di un bell’articolo pubblicato sull'edizione autunno 2014 della rivista spagnola ‘Arquitectura y Diseño’s’, un segno della rilevanza internazionale che sta assumendo Goofy».
GOOFY, THE NEW RESIDENCE
The wise use of the glass creates the feeling that walls don't exist and that the space is built with pure air, light and water. It is a dream: living in a house that goes beyond the concept of luxury to embrace the aesthetical ideal of the beautiful, comforting, technological, ecological and efficient environment. In a word, in an evolved house of high contemporary architecture. A dream that has become reality in the residences 'Goofy', the last one was recently inaugurated in the province of Como. Say that they represent an elevated technology is not enough, because as the managing director of Guffanti A. Spa, the engineer Luca Guffanti, told us the concept is more articulated. How was the project Goofy born? "In the last years we wanted to devote a part of our activity to a well precise band of market that goes over the standard conception of living, sophisticated and impassioned clients, therefore a house of the highest technological level. We managed to grant some comforts that until some time ago were unthinkable with a particular design where forms are the perfect match between aesthetics and housing comfort". For instance? "The ample glass door that offer a natural light but, thanks to the careful planning, they are never hit directly from the solar rays in order to avoid the summer overheating".
We spoke of high technology… "Here we go into details and the list is long. Enough it to say that every project Goofy is at low energetic and acoustic impact, with air control on the floor, mechanical ventilation that purifies the air making the environment healthier, induction cooking that guarantee the absence gas, evolved safety systems, home automation that permit an easy management of the whole residence: Goofy knows when it is warm and when it is cold, when it is light and when it is dark, when you must irrigate the garden and when you must open or to close the curtains… and I could still continue". And for the relax? "They are also there the swimming pool and the wellness area that are giving to the owner of Goofy and his family gratifying moments". A satisfaction also for you to see an happy client… "Certainly, also because the residence is studied in our planning office as far as the architectural and the plants are concerned, but in close contact with the client to satisfy his specific needs" It is project that also involves foreign countries… "A residence Goofy is the protagonist of a beautiful article published on the autumn edition 2014 of the Spanish magazine 'Arquitectura y Diseño's', a sign of the international importance that Goofy is having".
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GINI GIUSEPPE, OPERE PUBBLICHE E PRIVATE F O C U S O N
L’azienda è stata fondata dal Sig. Giuseppe Gini nel 1952. Inizialmente si è occupata di pavimentazioni in porfido e acciottolati. In questo periodo sono stati realizzati interventi importanti, come il collegamento stradale in porfido fra la stazione di Como San Giovanni e via Fontana, la strada provinciale in porfido che collega San Fedele Intelvi e Porlezza e la condotta fognaria nel quartiere di Como Borghi. Nei primi anni ’60 l’azienda ha iniziato a occuparsi di asfaltature con l’installazione di un impianto per la produzione di conglomerati bituminosi, primo a Como. Oggi, l’azienda è specializzata nell’esecuzione di lavori in terra, costruzioni edili e stradali, lavori idraulici, acquedotti e fognature, impianti di irrigazione, lavori di difesa e sistemazione idraulica, lavori di sistemazione agraria, forestale e di verde pubblico, opere di segnaletica e di sicurezza stradale, impianti di sollevamento, di potabilizzazione e di depurazione delle acque, opere di indagine del sottosuolo. Gli interventi più recenti riguardano la realizzazione della nuova strada provinciale Cantù-Casnate, la bretella Como
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via Pasta-Grandate, la passeggiata temporanea del lungolago ‘Amici di Como’ e il rispristino delle fontane di piazza Cavour. Il suo raggio d’azione si estende a tutta la provincia di Como, Lecco, Varese, Milano e altre province della Lombardia. La serietà e la professionalità con cui la Gini Giuseppe S.p.A. svolge la sua attività ha permesso all’azienda di acquisire notorietà in tutta la zona e di avere importanti commesse. La clientela è formata sia da Enti Pubblici che da società private. La Gini Giuseppe S.p.A. ha alle sue dipendenze circa 30 addetti, altamente specializzati nel settore, ha sede a Grandate su un’area di 20.000 metri quadrati e ha a disposizione un vasto parco macchine in continua trasformazione per permettere all’azienda di restare al passo con i tempi e per renderla completamente autonoma nel gestire l’attività di cantiere. Gini Giuseppe S.p.A. è azienda certificata ICMQ e in possesso di attestazione PROTOS SOA e aderisce ad ANCE Como, partecipa alle società Consorzio Comense Inerti S.p.A, Milano Bitumi S.p.A e Novabit S.r.l.
GINI GIUSEPPE, PUBLIC AND PRIVATE WORKS
The company was founded by Mr Giuseppe Gini in 1952. At the beginning it was working in the sector of porphyry stone and cobblestones. In this period it carried out important interventions, such as the street connection in porphyry between the station of Como San Giovanni and via Fontana, the provincial street in porphyry which connects San Fedele Intelvi and Porlezza and the drainage system in the area of Como Borghi. At the beginnig of the '60ies the company started and took care of paved floor using a system for the production of bituminous conglomeration, the first in Como. Today the company is specialized in building constructions and street constructions, hydraulic works, acqueducts and drainage systems, irrigations, agricultural and forest works, signage and street safety, water treatment and subsoil works. The most recent interventions involved the new provincial street Cantù-Casnate, the connector Como via PastaGrandate, the temporary lakefront promenade ‘Amici di Como’ and the reactivation of the fountains of piazza Cavour. It works all over the province of Como, Lecco, Varese, Milano and other provinces of the Lombardy region. The reliability and the professional skills of Gini Giuseppe S.p.A. let
the company become important in the whole area and to get important works. Its clients are both Public Bodies and private ones. The Gini Giuseppe S.p.A. has 30 highly qualified employees, the seat is in Grandate on 20.000 square meters and it has a big machine fleet always evolving to let the company be at the forefront and to easily handle the contruction site activities. Gini Giuseppe S.p.A. is a company certified ICMQ and with the declaration PROTOS SOA and is a member of ANCE Como, it is part of the companies Consorzio Comense Inerti S.p.A, Milano Bitumi S.p.A e Novabit S.r.l.
Info
GINI GIUSEPPE S.P.A. Via Madonna 34 22070 Grandate (Como) Tel. + 39 031 451784 Fax + 39 031 451861 info@ginigiuseppespa.it ginigiuseppe@legalmail.it www.ginigiuseppe.it
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MIGLIORI RISULTATI CON IL TOYOTA PRODUCTION SYSTEM F O C U S O N
La parola crisi in giapponese viene scritta con due ideogrammi: uno significa “pericolo”, l’altro “opportunità”. E’ con questo approccio che in Toyota si affrontano i problemi, consapevoli del fatto che la crisi può essere un buon pretesto per attuare un processo di cambiamento ( Kai ) finalizzato allo stare meglio (Zen) . Il 27 giugno scorso presso la sede di Erba di Ovas Toyota Material Handling è stato organizzato il primo di una serie di workshop ed eventi indirizzati a quel target di aziende particolarmente sensibili al tema del Change Management e ai vantaggi che il “Lean Thinking”, nato in Toyota a partire dagli anni '40 con quello che ormai è universalmente conosciuto come TPS (Toyota Production System), può portare alle aziende in un periodo di crisi. L’evento organizzato da Toyota Academy, divisione di formazione e consulenza in ambito Toyota Way e TPS di Toyota Material Handling Italia, ha visto la partecipazione di manager ed imprenditori di importanti aziende del territorio tra cui Yamaha Motor Racing, squadra corse Moto GP di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. In questo primo appuntamento si è trattato il tema della lotta agli sprechi all’interno dei magazzini tramite l’applicazione degli strumenti e dei valori del TPS, con un focus particolare rivolto all’importanza che le persone hanno nel processo di miglioramento continuo. Come sottolineato da Maurizio Mazzieri, Deputy Managing Director di Toyota Material Handling Italia, e come rimarcato da Emanuele Cesari, responsabile di Toyota
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Academy, “…le azioni volte a portare dei miglioramenti in azienda e a ridurre i MUDA (sprechi) devono essere portate avanti da manager che non operano chiusi nel loro ufficio, ma direttamente nel “ Genba “ ossia “sul campo “, tramite l’osservazione diretta e lo scambio di informazioni con chi lavora quotidianamente in reparto; coinvolgendo le persone a tutti i livelli che possono dare un contributo fondamentale nella lotta agli sprechi”. “No People, no Money, no Space” è uno slogan che sintetizza molto bene quelli che sono i vantaggi che si possono ottenere dall’applicazione della metodologia TPS e sta a significare che la costante attenzione alla individuazione degli sprechi può portare a risultati significativi in termini di maggiore profitto per l’azienda senza effettuare importanti investimenti in macchinari, struttura o personale aggiuntivo. La storia di Toyota è l’esempio lampante di quanto tutto questo sia vero e dei risultati che si possono ottenere. In un incontro successivo che si è tenuto sempre presso la sede di Ovas Tmh il 19 settembre 2014 , Toyota Material Handling e Yamaha Motor Racing hanno coinvolto le aziende partecipanti in un evento incentrato sulla competizione come fattore determinante per essere protagonisti in compagnia della moto di Valentino Rossi. Lo scopo di questi incontri è quello di creare delle occasioni di incontro tra imprese del territorio che possa essere favorevole ad un confronto, fornendo al tempo stesso un punto di vista diverso su come poter affrontare i periodi difficoltà.
BETTER RESULTS WITH THE TOYOTA PRODUCTION SYSTEM
The word 'crisis' in Japanise is written with two signs: one means 'danger' and the other one means 'opportunity'. This is the approach of Toyota to tackle problems, aware of the fact that the crisis can be a good occasion to start a process of change (Kai) in order to feel better (Zen). On 27th June at the seat of Erba of Ovas Toyota Material Handling was held the first of different events for companies interested in the subject of Change Management and the advantages of ‘Lean Thinking’, born in Toyota in the '40ies with the TPS (Toyota Production System). The event organized by Toyota Academy, the training department during Toyota Way and TPS di Toyota Material Handling Italia, had many participants, managers and entrepreneurs of important companies, among them Yamaha Motor Racing, Moto GP Team of Jorge Lorenzo and Valentino Rossi. During this first meeting, the topic was to avoid waste in the warehouses using the instruments and the values of TPS, with a particular attention dedicated to the importance of the people in the process of continuous improvement. As stressed by Maurizio Mazzieri, Deputy Managing Director of Toyota Material Handling Italia,
and by Emanuele Cesari, responsible for Toyota Academy, "... actions which aim at improving the companies and at reducing the MUDA (wastes) have to be carried out by managers who don't work closed in their offices, but directly 'Genba' that is 'on the field', involving with the exchange of information, those who work everyday at any level". ‘No People, no Money, no Space’ is the slogan that sumarizes the advantages of the use of the method TPS. The constant attention to detect wastes can lead to significative results in terms of economic advantages for the companies, without making important investments in machines, seats or staff. The story of Toyota is the clear example that this is true. In the next meeting, held at the seat Ovas Tmh on 19th September 2014, Toyota Material Handling and Yamaha Motor Racing have involved the participating companies in an event focused on Competition as a determining factor to be protagonists with the motorbike of Valentino Rossi. The aim of this meetings is to create some occasion of meeting among companies of the territory which can encourage a comparison, giving at the same time a different point of view on how to tackle a difficult time.
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MASERATI APRE A COMO CON SCUDERIA BLU F O C U S O N
Il marchio non richiede presentazioni. Maserati, sinonimo di lusso italiano legato alle alte prestazioni, sbarca a Como grazie alla famiglia Parolini di Scuderia Blu che fa parte della prestigiosa catena di concessionarie Iperauto. Lo staff al gran completo, centinaia di fornitori e di clienti hanno partecipato all’inaugurazione del nuovo Salone Maserati il 10 maggio in Via Tentorio 6 (replica il giorno dopo a Bergamo con l’apertura del Salone di Via Stezzano 51). La presenza di grandi e lussuosi marchi rispecchia un mercato dell’auto che a Como si è modificato, più che nei numeri, nella tipologia: una bella sfida per il gruppo Iperauto rappresentato da Laura Parolini. «Sono fiduciosa, riteniamo che Como sia una piazza molto interessante con un forte potenziale di crescita per un marchio che ha dimostrato di essere al passo con i tempi. Abbiamo raccolto la scommessa e con orgoglio ci apprestiamo a condividere gli ambiziosi progetti di un brand che rappresenta lo stile italiano nel mondo». Perché piacciono questi gioielli automobilistici?
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«Perché alla comodità affiancano alte prestazioni, che sono garantite anche nelle versioni diesel pensate per accontentare un pubblico sempre più vasto. E le cifre ci danno ragione. Nei primi sei mesi dell’anno le immatricolazioni Maserati sono cresciute del 632%. In un momento così difficile è un dato particolarmente positivo». Quali sono le strategie del marchio? «Guardando al futuro, Maserati ha un progetto di sviluppo molto interessante che prevede il lancio di un SUV e dell’Alfieri. Sono auto disegnate e prodotte in Italia, eleganti, ma con un’anima sportiva, che possono sfidare a testa alta le concorrenti». Chi è il cliente Maserati? «L’appassionato Maserati è un cliente che cerca un’auto lussuosa ma anche sportiva, una vettura con cui viaggiare comodi ma con un motore ad elevate prestazioni». Il nuovo Salone Maserati di in Via Tentorio 6 a Como sarà anche punto di riferimento anche per le province di Sondrio, Lecco e Varese.
MASERATI OPENS IN COMO WITH SCUDERIA BLU
The brand doesn't need any introduction. Maserati, symbol of Italian luxury and linked to the high performances is coming to Como thanks to the family Parolini of the Scuderia Blu which is part of the prestigious group Iperauto. The whole staff, hundreds of suppliers and customers took part to the opening cerimony of the new Salone Maserati on 10th May in via Tentorio 6 (on 11th a second opening cerimony was held in Bergamo at the Salone di Via Stezzano 51). The presence of big and important brands means that the car market changed in Como, not in the number, in the type of car: a good challenge for the group Iperauto represented by Laura Parolini. «I am trustful, we believe that Como is a very interesting area with a strong growth potential for a brand that showed to be modern. We accepted the bet and we are proud to share the ambitious projects of a brand which represent the Italian Style in the world». Why do people like these car jewels? «Because they are comfortable but they also have good performan-
ces, that are now granted by the Diesel version in order to satisfy more and more clients. We can take a look at the figures. In the first six-month-period, the brand Maserati got an increase in sale which accounts for 632%. It is an important data in such a difficult moment». What are the strategies of the brand? «Looking at the future, we have an interesting developing project with SUV Maserati and with Alfieri. These cars are designed and produced in Italy, elegant but with a sports soul, they can easily compete with other similar cars». Who is the client who buys Maserati? «He is the client who looks for a luxury car but also looks for a sports car, he wants comfort but with high level performances». The new Salone Maserati in Via Tentorio 6 in Como is also going to be a reference point also for the provinces of Sondrio, Lecco and Varese.
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LAURA D'INCALCI, IL LIBRO: A CAVALLO SONO UN RE F O C U S O N
LAURA D’INCALCI, nata e vissuta a Milano, risiede a Como da diversi anni. Laureata in Scienze politiche, giornalista free lance, privilegia tematiche sociali e culturali. Ha curato inchieste e servizi giornalistici sul variegato mondo del volontariato inerente a famiglia, vita, salute, scuola. Dal 1999 collabora con il quotidiano La Provincia. Tre figli e due nipoti, non ha mai perso il contatto con il mondo dei giovani, per i quali organizza laboratori di giornalismo. Coniugando l’interesse educativo con l’esperienza professionale, ha contribuito alla nascita del giornale Parsifal realizzato dagli studenti delle scuole superiori. Nel 2008 con le Edizioni Itaca ha pubblicato L’olio nel vetro scuro, una serie di storie tratte dal mondo dell’emarginazione e della solidarietà.
Storie come queste sono straordinarie, ma pochi le conoscono: Laura D’Incalci ha colto l’opportunità di incontrare queste persone e di rendere note vicende solitamente destinate a restare nell’ombra. Siamo così condotti in un mondo “speciale”: un continuum popolato di assilli e problemi, di malattie, handicap, solitudini; ricco però di un’umanità straordinaria e preziosa. Le storie raccontate non coinvolgono soltanto chi è colpito da una particolare sventura, ma aprono una finestra sulla vita umana, rivelando una ricchezza desiderabile per tutti.
In copertina: Roberto a cavallo con accanto la terapista dell’Associazione Thaïs
Storie che normalmente non fanno notizia. Straordinarie per quanto rivelano della vita, del suo senso e del suo valore. Sono le storie raccontate nel libro ‘A cavallo sono un re’ di Laura D’Incalci, giornalista freelance, attenta alle tematiche sociali e culturali, pubblicato dalle edizioni San Paolo. L’autrice racconta storie vere di disabilità, dovute a incidenti stradali o sul lavoro, a errori umani o a malattie invalidanti. Per tutti il destino potrebbe essere uno solo: la disperazione e il pianto. E invece no. Sono il sorriso e la serenità. Merito dell’associazione Thais guidata da Pia Pullici, un centro che da trent’anni organizza attività sportive, corsi di nuoto e ippoterapia. Il viaggio di Laura D’Incalci è cominciato incontrando i disabili, i loro parenti più stretti, gli amici e i volontari. Risultato: venti storie ricche di umanità straordinaria e preziosa, raccontate con una passione e una partecipazione assolutamente coinvolgenti. Il lettore scopre così un universo dove il confine fra normale ed eccezionale si fa spesso sottile e dove i miracoli – da quelli assolutamente
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improbabili a quelli che paiono quasi irrilevanti a chi è estraneo a quel mondo – non sono affatto rari. Dice l’autrice: «Ogni occasione di incontro, ogni dialogo con i protagonisti ha suscitato in me soprattutto stupore: del tutto eccezionale è stato poter entrare nella vita degli altri, varcare la soglia di un’umanità provata, visitata dal dolore e da contraddizioni a volte laceranti, rivelata senza reticenze, con il cuore oltre che con le parole, a volte bagnate di lacrime». Nel titolo del libro, Laura D’Incalci cita la poesia scritta da una ragazzo autistico di nome Andrea più di 25 anni fa. Quando gli venne chiesto di descrivere le sue sensazioni in groppa a un cavallo durante le sedute di ippoterapia, Andrea non usò molte frasi, scrisse solo “A cavallo io sono un re che vede il mondo sotto di sé”. Laura d’Incalci ha presentato il suo libro a Parolario 2014 e ha vinto il primo premio ex aequo al Concorso Internazionale di Letteratura Città di Como nella sezione Racconti del Territorio. A cavallo sono un re. di Laura D'Incalci. Edizioni San Paolo
Così scriveva Andrea, un ragazzo autistico di 14 anni, svelando con quella sua poesia ingenua un mondo inimmaginabile. Avvolto in un guscio invisibile, Andrea non dava alcun segno di poter o voler comunicare con gli altri, fino a quando non iniziò il corso di ippoterapia con l’associazione Thais. Anche Roberto, spastico, che non ha mai potuto muovere un passo né parlare, ma comunica con il linguaggio Bliss, racconta così le sue emozioni in sella:
A CAVALLO SONO UN RE
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A cavallo io sono un re che vede il mondo sotto di sé…
LAURA D’INCALCI
A CAVALLO SONO UN RE Storie oltre i limiti
L. D’INCALCI
Quando io cavalco posso camminare e correre e sono felice...
€ 0,00
ASSOCIAZIONE THAÏS
9 788821 591518
Stories that usually are not 'in the news'. Extraordinary because they reveal the meaning and the value of life. These are the stories of the book 'A cavallo sono un re' by Laura D'Incalci, published by edizioni San Paolo. The author tells real stories of disability, caused by car accidents or injuries on the work place, human mistakes or deases. For everybody the destiny seems to be only one: despair and tears. But this is not so. The destiny is smiles and serenity. Thanks to the association Thais coordinated by Pia Pullici, it organizes sports activity and horse therapy for more than 30 years. Laura D’Incalci started meeting the disabled people, their parents and the voluntaries. The result is 20 stories of extraordinary humanity. The reader discovers a universe where the border between 'normal' and 'exceptional' is
very thin and where 'miracles' are not so rare. The writer says: "In every meeting I had I was astonished: it was exceptional to enter in other people's life and to experience the humanity, full of sorrow and contraddictions, it was revealed with the heart more than with words". In the title, Laura D'Incalci quote the poetry written by an autistic...... kid, Andrea, more than 25 years ago. When he was asked to describe his sensations on a horse during the horse therapy, Andrea wrote “A cavallo io sono un re che vede il mondo sotto di sé” (On the horse I am a king, who see the world below himself). Laura d’Incalci presented her book at Parolario 2014 and she won the first prize exaequo to the International Literature Contest Città di Como in the section Tales of the Territory.
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C'ERA UNA VOLTA IL LUNGOLAGO F O C U S O N
«Ho un figlio, nato nel 2003, che non ha mai visto il lungolago, la parte più bella della nostra città, lo stesso posto dove io da piccolo scorrazzavo avanti e indietro in bicicletta». Lo scrive Enrico Levrini nella prefazione all’opera “C’era una volta il lungolago – La riva di Como da Villa Olmo a Villa Geno”, pubblicata in un cofanetto di due volumi da Editoriale Lariana e completata da un breve opuscolo del giornalista Emanuele Caso. Lo stesso autore confessa che non è stato semplice lavorare sul passato evitando di essere condizionati dal presente, ma il risultato è un affresco con più di 600 immagini, aneddoti e curiosità raccolte in una certosina ricostruzione che ha recuperato immagini storiche e inedite. A differenza di quelli svizzeri come Lugano o Ginevra, realizzati in un unico progetto, il lungo-
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lago di Como è stato costruito a pezzi, in epoche diverse e con materiali differenti da architetti che seguivano gli stili del loro tempo. A metà Ottocento, i giardini delle ville arrivano a lambire la riva e piazza Cavour era un immenso porto. La parte centrale, dai giardini pubblici a Sant’Agostino, è stata completata con un aspetto uniforme solo nel 1899, in occasione dell’Esposizione Voltiana. La riva della zona stadio con i suoi monumenti risale agli anni ‘30. La passeggiata che porta a Villa Geno è stata inaugurata negli anni ‘40, mentre quella di Villa Olmo è stata completata negli anni ‘60. Un lavoro disomogeneo che però, nella sua discontinuità, mantiene intatto il fascino e la bellezza del primo bacino. C'era una volta il lungolago. Di Enrico Levrini. Editoriale Lariana.
ONCE UPON A TIME THERE WAS THE LAKEFRONT
«I have a son, he was born in 2003, he has never seen the lakefront, the most beautiful part of our city, the place where I used to ride my bicycle when I was a child». This is the preface Enrico Levrini wrote for the book “C’era una volta il lungolago – La riva di Como da Villa Olmo a Villa Geno”, published in two volumes by Editoriale Lariana and completed by a booklet by the journalist Emanuele Caso. The writer confesses it wasn't easy to work on the past without being influenced by the present, but the result is a collection of mire than 600 photos, stories and curiosities to go back to the past days. Different from the lakefronts of Lake Lugano and the lake in Ginevra, which were made out of a single project, the la-
kefront of Lake Como wasn't built following a single project, but in different parts with different materials by architecs who followed different trends. In the middle of the 19th century, the gardens of the villas reached the lakefront and piazza Cavour was a huge harbour. The big part of the public gardens of Sant'Agostino was completed with a uniform setting just in 1899, on the occasion of the Exhibition dedicate to Alessandro Volta. The shore of the area around the stadium with its monuments is dated back to the '40ies, while the one of Villa Olmo was completed in the '60ies. The work was not uniform, even though it still has his fascination and beauty of the first basin.
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EPITAFFI SENZA IL MORTO
di Davide Cantoni
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Lorenzo Morandotti Lapidario perché ha a che fare con la sintesi, con un lavoro di sottrazione dell'inutile che arriva a distillare i pensieri fino a farne essenza. Lapidario come un incisore, lo scalpellino che modella il sasso. E lapidario anche come quei tomi medievali che descrivono le pietre e le loro possibili qualità magiche. Così è "Crani e topi", ultimo libro del giornalista comasco Lorenzo Morandotti. Saggista, poeta, narratore. Morandotti ha a che fare con le parole da tutta la vita. E, va detto, ci sa fare. Dotato di ironia e astuzia straordinarie, unite a una profonda capacità analitica, Morandotti sceglie il modello dell'epitaffio (ma senza cadaveri), dell'aforisma (ma senza lezioni morali), della sentenza (ma senza emettere giudizio) per consegnare un testo che può essere divorato oppure, meglio, spiluccato un po' alla volta, come un cesto di ciliegie. Prima di tutto: cosa sono i crani e cosa sono i topi? Perché c'è una relazione tra loro? «Impossibile dare una definizione univoca, è il bello della scrittura quando è svincolata da necessità contingenti, e al tempo steso cerca di uscire dai cortocircuiti del solipsismo tipico della poesia, dove ci si guarda l'ombelico fino a consumarlo. Un'interpretazione possibile è che i crani sono il simbolo del destino mortale di ogni cosa, e i topi, esseri brulicanti e ahiloro vittime di cattiva stampa, in realtà molto evoluti tanto che probabilmente ci sopravviveranno, sono simbolo della permanenza della vita, che contraddice quindi la mortalità. La sintesi tra i due opposti è la consapevolezza, presente essa pure nel libro in modo brulicante, che la vera eternità è già insita nella materia. Nulla si crea e nulla si distrugge diceva qualcuno». Una scrittura minimale, asciutta, tesa tra ironia e lirica. Scegli l'aforisma, talora complice il calembour (più sottostante che diretto), per raccontare cosa? La struttura dell'aforisma, della locuzione, sfronda, pulisce, elimina l'inutile. E' il risultato di una vita giornalistica, dedita alla condensazione, o, al contrario, una risposta a una vita giornalistica dove sotto il paravento della sintesi il cronista bulimico si disperde in fiumi verbali? «Tieni conto che L’opera è partita da lontano, da sedimentazioni di testi brevi, aforismi, scaglie di poesia e di diario, microracconti, una sorta di intima satura lanx che è stata poi limata nel corso di quasi trent’anni e che ora ha la sua forma definitiva. E inaugura a suo modo un genere che trascende i limiti dell’aforistica pura e ridà o tenta di ridare nobiltà alla prosa poetica e alla forma del frammento che è un po’ la cifra della nostra epoca. Pillole di saggezza tra ironia e scetticismo, ma anche lacerti di storie incompiute o abbozzate, queste pagine sono a ben vedere un unicum nella scrittura
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letteraria di oggi. Costituiscono un originale reticolo di cortocircuiti verbali. Sfido a trovare qualcosa di simile». Leggendoti ogni tanto pare di osservare una stampa di Hokusai, dove nulla è di troppo. Opinione mia, sia chiaro, ma si percepisce un forte legame con la pittura, in generale. «Hai colto nel segno anche perché c'è proprio un grappolo di testi dedicati a dipinti o a pittori: Monet, Primo Conti (uscito sulla pagina dell'arte del Corriere della Sera"), e un autore inglese di oggi che amo molto, Glenn Brown». Perché sei finito in una collana dedicata all'Eros? Ti rendi conto che sei finito con De Sade, Focault e Crepax? Così, per dire... «Mi piace stare in compagnia dei classici. Un classico ti legge dentro piu di quanto tu legga lui, ha detto George Steiner. E poi la grafica è di una eleganza senza tempo e senza pari, nei libri che escono dalla fucina di via San Calimero 11. Molti frammenti parlano del corpo, dei vestiti, degli abiti. C'è un gioco di vedo e non vedo. E poi “Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Morte / Ingenerò la sorte”, ricordi? (Leopardi canto XXVII, "Amore e morte"). All’eterno binomio che vede sullo stesso piano Eros e Thanatos (ma qui non siamo in un racconto del pur pregevole Sclavi) è intimamente dedicato questo libro. Nella consapevolezza che, come dice Montaigne, “Filosofare è imparare a morire” e anche nella consapevolezza che attraverso la vittoria sulla paura di morire ottenuta volgendo costantemente il pensiero alla fine e all’impermanenza dell’esistere si raggiungono la libertà e la pace interiore. Come prescrive per l’antico samurai il trattato "Hagakure" del giapponese Yamamoto Tsunetomo. Questo libro è stato insieme per me piu di ogni altro al tempo stesso inferno, purgatorio e paradiso. La sintesi tra i due apparenti opposti, amore e morte, rivissuti attraverso particolari stadi come l’estasi, la sessualità e la consunzione, è data fin dal paratesto, in termini meno semiotici dalla copertina, una splendida Maddalena penitente – bel saggio di iconografia macrabro-erotica - attribuita nel 1988 a Guido Cagnacci in maniera definitiva da uno studio di Gianni Papi poi completato da un saggio su “Paragone”». Ci sono alcuni passaggi che richiamano con forza Il dizionario del Diavolo di Ambrose Bierce. Penso a: Unico modo lecito per suicidarsi: l’autofagia. Pallore in volto e sorriso rosso al centro: tuorlo d’uomo I defunti, che testardi. Viene loro concesso tutto. Perfino la bontà. E' un tuo nume tutelare? «Lo è insieme a una cricca di buontemponi non certo privi di ironia e di gusto per la vita composta da E.M. Cioran, Guido Ceronetti, Thomas Bernhard, Gottfried Benn».
EPITAPH WITHOUT THE DEAD
Lapidary because it has to do with synthesis, with a job of subtraction of the useless that distills the thoughts create essence. Lapidary, that is engraver, chisel that it models the stone. It is also lapidary as that medieval books that describe the stones and their presumed magic qualities. This is Crani e topi (Skulls and mice), the last book of the journalist from Como Lorenzo Morandotti. Essayist, poet, narrator. Morandotti worked with words his entire life. Endowed with extraordinary irony and astuteness, united to a deep analytical ability Morandotti chooses the model of the epigraph (but without dead bodies), of the aphorism (but without moral lessons), of the sentence (but without giving a judgment) to deliver a text that can be devoured but better, eat bit after bit, like a basket of cherries. First of all: what are the skulls and what are the mice? Why is there a relationship between them? «Impossible to give an univocal definition, the beautiful thing of writing is when it is free from the necessity to write and at the same time it tries and gets rid of the short-circuits of the poetry, where you look at your navel until you consume it. A possible interpretation is that the skulls are the symbol of the deadly destiny of everything and the mice, swarming beings and victims of bad press, in reality are very evolved and probably they will survive us, they are a symbol of the permanence of the life, that contradicts therefore mortality. The synthesis among the two opposite it is the awareness, present it also in the book in a swarming way, that true eternity is already part of the subject. Nothing is created and nothing can be destroyed someone said». A minimal, direct writing which is also ironic and lyric. When you choose the aphorism what do you want to say? «The work started from far away, from sedimentations of short texts, aphorisms, flakes of poetry and diary, short tales, a sort of intimate saturated lanx that has been filed then during almost thirty years and now it has its definitive form. It inaugurates a style that transcends the limits of the pure pithy and it gives or tries to give back nobility to the poetic prose and to the form of the fragment that it is in some way the figure of our epoch. Pills of wisdom between irony and skepticism, but also parts of incomplete or rough histories, these pages are an unicum in the present literary writing. They constitute an original network of short-circuits of writing. I challenge you to find something similar».
I LIBRI DI Lorenzo morandotti Poesia Respirazione Numerale
Lecce, Manni, 2001 Como, Lithos, 2001
Prosa Festival Alberi neri
Balerna, Ulivo, 1994 Cornate d’Adda, Ellin Selae, 1994
Saggistica Il sogno condiviso
Salerno, Ripostes, 1994
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DISEGNI E POESIE SUL TACCUINO DELLA FAMIGLIA COMASCA
Un omaggio a Piero Collina. Al poeta dialettale che insieme a 11 amici fondò nel 1969 la Famiglia Comasca. Il ‘Tacuìn di cumasch per ul 2015’, il tradizionale calendario in vernacolo realizzato ogni anno dall’associazione, riproduce infatti la raccolta di piccole poesie ‘Il Mangiomane’ di Piero Collina illustrate dalla sagace e ironica penna di Libico Maraja. Versi in dialetto e tavole in bianco e nero che videro la luce per la prima volta nell’Almanacco datato 1973. Attingendo al suo vastissimo patrimonio culturale, la Famiglia Comasca ha ripubblicato questa piccola opera, a quarant’anni di distanza, per rendere omaggio a una delle sue figure storiche, ideatore e cofondatore dell’associazione, presidente, poeta dialettale e autore della versione in vernacolo comasco dei 'Promessi Sposi'. Il filo conduttore delle dodici poesie del calendario è la tavola. «Piero era un gran buongustaio, amante della buona cucina» spiega il presidente dell’associazione Piercesare Bordoli. Ogni poesia
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è corredata dai disegni di un grande amico di Piero Collina, il noto illustratore Libico Maraja che, mese per mese, realizzò delle simpatiche caricature del poeta. Si vede il Collina che si scalda al fuoco di gennaio con in mano un bel ‘bicerott de vin’, a febbraio nell’interno di un’osteria dove un’opulenta ostessa serve ‘pulenta e murtadela su una tuvaja a quadretun’, nel primo sole di maggio gustarsi ‘un bel piatun de spaarg cun sur i oov’, al caldo di giugno ‘sbàtas in sul lètt in mutanditt con una russumada frésca de café’, a ottobre sognare ‘un risutin cui fuung e un bun barbéra’. Sul frontespizio del calendario, curato da Adriano Giudici, è raffigurata un’immagine emblematica della tradizione comasca, per l’occasione colorata da Rita De Maria: Collina nelle vesti di un pescatore a bordo di una Lucia accanto a un fumante piatto di alborelle fritte. Il ‘Tacuìn di cumasch per ul 2015’ con i santi e i beati di Como e i proverbi in dialetto, è già in fase di distribuzione ai soci e agli appassionati.
DRAWINGS AND POETRIES ON THE AGENDA OF FAMIGLIA COMASCA
A n h o m a g e to Pi e ro Co l l i n a . A d i a l e c t p o e t, wh o to g e th e r with 11 f ri e n ds fo u n d e d th e asso ci a ti o n Fa m ig l i a Co m asca i n 19 69. T h e ‘ Ta cu ì n d i cu m asch p e r u l 2015’, th e tra d iti o n a l ca l e n d a r i n d i a l e c t p ri nte d e ve r y ye a r by th e asso ci a ti o n , i n cl u d e s a co l l e c ti o n o f sh o r t p o e t ri e s ca l l e d th e ‘ I l M a n g i o m a n e ’ by Pi e ro Co l l i n a w ith th e i ro ni c i l l ustra ti o ns by L ib i co M a ra j a . D i a l e c t ve r se s a n d d ra w i ngs i n b l a ck a n d white w hi ch we re f i r s t p u b l ish e d i n th e e d iti o n d a te d b a ck to 1973 . T h a nk s to it s ri ch cu lt u ra l h e rita g e , th e Fa m i g l i a Co m asca re p u b l ish e d this sm a l l wo rk a f te r 4 0 ye a r s , to p a y h o m a g e to o n e o f th e m os t i m p o r ta nt p e r so n , co - fo u n d e r a n d p re si d e nt o f th e asso ci ati o n , d i a l e c t p o e t a n d a uth o r o f th e d ia l e c t ve r si o n o f " T h e B e t roth e d " . Fo o d is th e to p i c
o f th e 12 p o e tri e s . " Pi e ro l i ke d th e fo o d a l ot, h e l i ke d g o o d fo o d " e x p l a i ns th e p re si d e nt o f th e asso ciati o n Pi e rce sa re B o rd o l i . Eve r y p o e tr y is co m b i n e d with a d ra wi ng o f a g re at f ri e n d o f Pi e ro Co l l i n a , th e fa m o us i l l ustrato r L ib i co M a ra j a , wh o m o nth a f te r m o nth , m a d e ni ce ca ri catu re s o f th e p o e t. Yo u ca n se e Co l l i n a wh o f i n ds a wa r m p la ce cl ose to th e f i re i n J a nu a r y, i n Fe b r u a r y h e is i nsi d e o f a fa mi l y re sta u ra nt, i n J u n e h e sit s i n th e su n , i n O c to b e r h e d re a ms o f a risot to with m ush ro o ms . O n th e to p o f th e ca l e n d a r th e re is a s y m b o l i c p i c tu re o f th e tra d iti o n o f Co m o (fo r this sp e ci a l o ccasi o n co l o re d by R ita D e M a ri a): Co l l i n a is a f ish e rm a n o n th e t y p i ca l b o a t o f L a ke Co m o ca l l e d Lu cia , n e a r by h e h as a d ish o f f ri e d l a ke f ish .
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EVENTI
GIOVANI PROMESSE ALLA 20ª PRO – AM UNDER 12/15 Menaggio & Cadenabbia Golf Club, 30 giugno 2014
PROMISING YOUNG PLAYERS AT 20th PRO - AM UNDER 12/15
Sul classico percorso delle 18 buche di uno dei più antichi golf club italiani, le giovani promesse under 12 e under 15 hanno disputato la 20ª PRO – AM UNDER 12/15. I partecipanti, affiancati dai loro professionisti provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento al Menaggio & Cadenabbia Golf Club: un teatro di gara unico, con percorsi naturali, buche strette tra gli alberi e dislivelli pronunciati. La manifestazione ha impegnato i ragazzi in una gara di golf a coppie insieme a un professionista regolarmente iscritto alla PGA. Un successo straordinario grazie alla Petazzi Costruzioni e a tutti gli altri sponsor che per il sesto anno consecutivo si sono impegnati a sostenere l'evento.
On the classic course of 18 holes of one the most ancient Italian golf club, the promising young players under 12 and under 15 took part in the 20th PRO – AM UNDER12/15. The participants, together with their professional players coming from all over Italy, met at Menaggio & Cadenabbia Golf Club: a unique place to compete, with natural paths, narrow holes among trees and strong differences in height. The event involved the kids in a golf competition in pair, together with a professional player regularly admitted at PGA. An extraordinary success thanks to Petazzi Costruzioni and all the other sponsors that for the 6th year in a row supported the event.
media partner
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Events Lake Como
anno X n.3
AUTUMN 2014
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Events Lecco
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LAKE COMO, LECCO, VALTELLINA AND TICINO EVENTS’ GUIDE
Events Valtellina
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LA GUIDA AGLI EVENTI DEL LAGO DI COMO, LECCO, VALTELLINA E TICINO
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EVENTI
5° Trofeo del Mattone Lo scorso 5 luglio, il Menaggio & Cadenabbia Golf Club ha ospitato la quinta edizione del tradizionale "Trofeo del Mattone": una giornata di sole e numerosi partecipanti hanno reso la gara coinvolgente ed appassionante. Grande entusiasmo alla premiazione, durante la quale il Presidente Vittorio Roncoroni ha consegnato 18 sculture eseguite in ottone forgiate a mano, realizzate in esclusiva per la Petazzi Costruzioni dall’artista Gianmaria Bonà. La serata si è conclusa con un buffet offerto dallo sponsor. On 5th July 2014, the Menaggio & Cadenabbia Golf Club guested the fifth edition of the traditional "Trofeo del Mattone": a sunny day and many participants involved in a engaging and exciting competition. Great enthusiasm at the prize giving, during which the president Vittorio Roncoroni gave 18 sculptures made in brass and forged by hand, made by the artist Gianmaria Bonà as an eclusive production for Petazzi Costruzioni. In the evening a buffet dinner offered by the sponsor. La scultura realizzata dall'artista Gianmaria Bonà CATEGORIA UNICA 1° COPPIA NETTO BALGERA SERGIO – FUMAGALLI CARLO 1° COPPIA LORDO BUZZI SERGIO – PRESTI WALTER 2° COPPIA NETTO VISDOMINI ADRIANO – SCHEGGIA MATTIA PREMI SPECIALI 1° COPPIA LADY VENINI MARIA – PETAZZI MADDALENA 1° COPPIA SENIOR RONCORONI VITTORIO – LEOLI FRANCO 1° COPPIA JUNIOR PETAZZI ANDREA – VISDOMINI ANDREA 1° COPPIA MISTA FORMENTI MASSIMO – FORMENTI ALESSANDRA NEAREST TO THE PIN MASCHILE BUCA 3 NEAREST TO THE PIN FEMMINILE BUCA 3 DRIVING CONTEST MASCHILE BUCA 12 DRIVING CONTEST FEMMINILE BUCA 12
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FRAQUELLI LUIGI 2,40 NON ASSEGNATO PRESTI WALTER FALCONE CRISTINA
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SPORT
ATP TOUR CHALLENGER
CITTA' DI COMO 2014
"Avanti così puntiamo a Expo" di Davide Cantoni foto Archivio Tennis Como, Elvira Pezzotti, Ludovico Giussani Il Tennis Como scommette e vince sempre. La nona edizione del Challenger Atp Città di Como si è chiusa con un successo incredibile. Numeri in crescita rispetto alle precedenti edizioni, spalti pieni, anche durante le qualificazioni, finale presa d'assalto tanto che una parte del pubblico non è riuscita a entrare. «Almeno 13mila persone hanno affollato i campi per tutta la durata della manifestazione. Dico 'almeno' perché la sensazione è che siano state di più», spiega il presidente del Club, Giulio Pini. Insomma, mentre in Italia manifestazioni simili hanno chiuso o sono in sofferenza, sulle sponde del Lario le cose vanno diversamente. Dal punto di vista sportivo, i risultati sono ormai ben noti, la finale del singolo ha visto trionfare il serbo Viktor Troicki, che ha battuto (6-3, 6-2) l’irlandese Louk Sorensen. Il doppio ha visto la vittoria di Guido Andreozzi e Facundo Arguello (6-2 6-2) sulla coppia Steven Diez/Enrique Lopez-Perez. Giulio Pini, presidente del club dal 1992 ha vissuto tutte le stagioni e guida saldamente la struttura di Villa Olmo guardando già alla prossima edizione, quella del 2015 che si terrà in concomitanza con Expo. «E’ nostra intenzione – spiega - entrare fra le manifestazioni di contorno all’universale milanese. Stiamo lavorando per questo». Già, perché l'occasione è doppia: 10 anni di torneo e l'esposizione meneghina. «Quest'anno
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– dice Pini – abbiamo alzato il premio portandolo da 30 a 35mila euro, non ci dispiacerebbe elevarlo ulteriormente l'anno prossimo, obiettivo non facile, servono le condizioni giuste, ma possibile». Lavorare alla prossima edizione con in mano il successo di quest'anno non è poca cosa. L’ultimo torneo che, in ordine di tempo, ha chiuso i battenti è stato quello di Monza. In Lombardia, negli ultimi due anni, cinque manifestazioni sono state cancellate. Oggi sono rimasti Como, Milano e Bergamo. Qual è la formula magica? «Abbiamo sempre mantenuto la politica dei molti sponsor di medio contributo piuttosto che affidarci a un solo, grande, sostenitore economico». Il pubblico inoltre sembra davvero affezionato. «Per tutta la durata del torneo il Club – dice Pini – è sempre stato affollato. Almeno 400 persone erano sempre presenti, spesso molte di più, e parliamo delle qualificazioni. Ci sono tornei che raggiungono a fatica questi numeri il giorno della finale». Anche l'organizzazione ha viaggiato perfettamente, una macchina ben oliata, “lo staff ha lavorato benissimo, l'osservatore Atp si è complimentato per come abbiamo lavorato». Insomma, squadra che vince non si cambia e il Tennis Como si è ormai affermato ufficialmente a tutti i livelli sul piano internazionale. Per questo, chiude Pini, «la città ha bisogno di Tennis».
Il vincitore Viktor Troicki durante la finale; sotto, la premiazione dei finalisti, a sinistra Louk Sorensen con Gianpaolo Fumagalli presidente C.I.A. e Giulio Pini presidente Tennis Como; a destra, Viktor Troicki con Giulio Pini Above, the winner Viktor Troicki during the final match; below, the awards finalists, left, Louk Sorensen with Gianpaolo Fumagalli president C.I.A and Giulio Pini president Tennis Como; right, Viktor Troicki with Giulio Pini
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Target: Expo 2015
Sotto, la stretta di mano tra Viktor Troicki e Louk Sorensen; in basso, a sinistra il vincitore firma autografi, a destra Filippo Volandri Below, the handshake between Viktor Troicki and Louk Sorensen; down, on the left, the winner signing autographs; on the right, Filippo Volandri
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Tennis Como bets and always wins. The ninth edition of the Challenger Atp Città of Chest of drawers ended with an unbelievable success. Always better if compared with the previous editions, no empty seats, also during the qualifications, final taking of assault so much that a part of the spectators didn’t succeed in entering. “At least 13000 people came during the whole event. I said 'at least' because the feeling is that there were more”, explains the president of the Club, Giulio Pini. In short, while in Italy similar events closed or are suffering, on the shores of the Lake Como it is different. From the sports point of view, the results are well known by now, the Serb Viktor Troicki won the men final against the Irish Louk Sorensen (6-3, 6-2). In the double Guido Andreozzi and Facundo Arguello won against Steven Diez / Enrique Lopez-Perez (6-2 6 -2). Giulio Pini, president of the club from 1992 lived the whole experience from the beginning and is in charge of the club of Villa Olmo looking forward the next edition in 2015, held in concomitance with Expo. “Our intention –he explains – is to be part of the side events of the Expo. We are working in this direction”. The
occasion is double: 10th edition of the tournament and the Expo. “This year – says Pini – we have a higher prize, from 30000 to 35000 Euro, we would also increase it, even though it is not easy, we should look for the right conditions, but it is possible”. To work at the next edition after the success of this year is a good way to start. The last tournament that, in order of time, closed it was the one of Monza. In Lombardy, in the last two years, five events were cancelled. Today Como, Milan and Bergamo still survived. What is the magic formula? “We have always maintained the politics of many sponsors of middle contribution rather than having only one big economic support”. The spectators seem indeed really affectionate. "For the entire tournament the Club –says Pini – has always been crowded. At least 400 people they were always present, often a lot more, and we are speaking of the qualifications. There are tournaments that hardly reach those numbers on the day of the final”. The organization worked perfectly, a well-organized machine, the Atp observer congratulate us on the way we worked”. So never change the winning team and Tennis Como is officially known at international level. For this reason, Pini says “the city needs tennis”.
Sotto, la premiazione del doppio con al centro Paolo Carobbio direttore di torneo, Mario Pittorelli presidente Bianchi Group e Giulio Pini presidente Tennis Como; in basso, il pubblico Below, the awarding of double with Paul Carobbio sports director of the tournament, Mario Pittorelli President Bianchi Group and Giulio Pini President of Tennis Como; below, the audience
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C U LT U R A
GIUSEPPE SINIGAGLIA NASCITA DI UN MITO di Alessandra Butti foto A.B. Quando il 4 luglio 1914 Giuseppe Sinigaglia si stava preparando a remare sulle acque del Tamigi alla Royal Regatta di Henley, non immaginava quello che sarebbe accaduto dopo pochi minuti: non ci fu storia, sbaragliò tutti (compreso l’idolo di casa, l’inglese Colin Stuart) in un’incredibile galoppata verso il trionfo. Ma di sicuro non poteva sapere quel che sarebbe successo nei cent’anni successivi a quella strabiliante vittoria. Giuseppe Sinigaglia (il Sina, per gli amici) è diventato atleta ed eroe simbolo della città di Como: sono dedicati a lui lo stadio, la via adiacente, la piscina comunale, la Società Canottieri Lario e il monumento nel piazzale di Villa Geno. Ciò nonostante, spesso la sua storia e le sue imprese non sono note a tutti. E così, nel centenario della vittoria di Henley, il 4 luglio 2014, la Canottieri Lario – ora “Giuseppe Sinigaglia” – ha aperto al pubblico una mostra dedicata al suo atleta, proponendo un’esposizione di 60 pannelli con fotografie, cimeli, trofei e articoli di giornale dell’epoca, ritrovati nell’archivio della società o concessi da privati. Fra i tanti reperti compare anche la Diamond’s Sculls che Sinigaglia ricevette dalle mani della regina d’Inghilterra al termine della regata e il diploma del Real Rowing Club Ita-
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liano, conferito alla Lario come “segno speciale di benemerenza verso il canottaggio italiano per la vittoria riportata dal suo socio Giuseppe Sinigaglia”. La mostra, organizzata in più di un anno di lavoro, è stata curata da Enrico Levrini e Fabio Bedulli, intervenuti all’inaugurazione con il presidente della Canottieri Enzo Molteni, il prefetto Bruno Corda, il presidente del Coni Pier Luigi Marzorati, il sindaco Mario Lucini e il campione mondiale di canottaggio Daniele Gilardoni. Nato nel 1884, Giuseppe Sinigaglia si dimostra fin da subito un grande sportivo, vincendo nel 1905 il titolo italiano nella lotta greco-romana. Ma è quando si dedica anima e corpo al canottaggio con la Lario che i successi non tardano ad arrivare: dalla vittoria nel campionato italiano nel 1907 alla conquista di ben due titoli ai campionati europei del 1911, fino alla strabiliante impresa del 4 luglio 1914, la Diamond’s Sculls (che equivale all’attuale titolo mondiale). L’indole di combattente lo porta ad arruolarsi come volontario nel Regio Esercito durante il Primo conflitto mondiale: ottiene gradi e onori, ma sul Carso, dopo aver conquistato monte San Michele, una mitragliata lo colpisce a morte: era il 10 agosto 1916.
In alto, il campione del mondo di canottaggio Daniele Gilardoni, il sindaco Mario Lucini e il presidente della Canottieri Lario Enzo Molteni; sotto, Enzo Molteni con i curatori Enrico Levrini e Fabio Bedulli; a destra, la mostra
Above, the rowing world champion Daniele Gilardoni, the mayor Mario Lucini and the President of the Canottieri Lario Enzo Molteni; below, Enzo Molteni with the curators Enrico Levrini and Fabio Bedulli; on the right, the exhibition
GIUSEPPE SINIGAGLIA MYTH WAS BORN When on July 4 1914 Giuseppe Sinigaglia was preparing to row on the waters of the Tames at the Royal Regatta of Henley, he couldn’t imagine what would be happened after few minutes: no competition, he defeated everybody (including the home hero, the English Colin Stuart) in a great performance towards the victory. For sure he couldn’t know what it was going to happen in the following 100 years after that amazing victory. Giuseppe Sinigaglia (the Sina, called by his friends) became athlete and hero symbol of the city of Como: the soccer stadium is dedicated to him, together with the close street, the swimming pool, the Club Canottieri Lario and the monument in the square of Villa Geno. Despite all of this, often people don’t know him. So for the centenary of the victory of Henley, on July 4, 1914, the Canottieri Lario – now called “Giuseppe Sinigaglia” – opened an exhibition dedicated to the great athlete to the public. 60 panels with photos, trophies and articles of newspaper of that time, founded in the archives of the club and given by private. Among them, the Diamond's Sculls that Sinigaglia received from the hands of the queen of England at the end of the regatta and the diploma of the Italian Real Rowing Club,
conferred to the Lario as "a special sign of merit of the Italian boating for the victory brought by the member Giuseppe Sinigaglia." The exhibition, organized in more than one year by Henry Levrini and Fabio Bedulli, present at the inauguration with the president of the Canottieri Enzo Molteni, the prefect Bruno Corda, the president of Coni Pier Luigi Marzorati, the mayor Mario Lucini and the world champion of boating Daniel Gilardoni. Born in 1884, Giuseppe Sinigaglia immediately became a great sportsman, winning in 1905 the Italian title in the struggle Greek-Roman. Then he devoted his soul and body to the boating with the Lario and successes immediately arrived: from the victory in the Italian championship in 1907 winning two prizes at the European championships in 1911, to the conquest of two titles to the 1911 European championships, up to the amazing enterprise of July 4 1914, the Diamond's Sculls (same as the present world title). The nature of fighter brings him to become volunteer in the Regal Army during World War I: he got degrees and honors but on the Carso, after having conquered mountain St. Michele, a machine-gun fire killed him:it was August 10 1916.
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SPORT
GIORGIO E ANDREA RODA una stagione alla grande di M.B foto Archivio Roda
Estate di successi per Giorgio e Andrea Roda, i due giovani fratelli comaschi che stanno vivendo una fantastica stagione di grandi soddisfazioni. Andrea Roda ha conquistato la sua prima vittoria in Auto GP sul Red Bull Ring a Zeltweg. A luglio, il pilota comasco, sempre fedele ai colori della Virtuosi UK con cui debuttò nella serie lo scorso anno, ha ottenuto il suo primo successo in gara 2, dopo aver già festeggiato il podio in gara 1 con il terzo posto. Sin dalle prove libere, la vettura si era dimostrata molto performante ed il ventiquattrenne pilota italiano altrettanto veloce nel portarla in terza fila dopo il quinto tempo ottenuto al termine dei giri di qualificazione. «Sono felicissimo per questa vittoria – commenta Andrea - la aspettavo da tanto tempo ma ormai iniziavo a credere che non sarebbe più arrivata. Ora non ho certo intenzione di fermarmi». E infatti Andrea Roda ha ottenuto un ottimo piazzamento (quarto posto) a ferragosto anche nella penultima prova dell’Auto GP sulla pista tedesca del Nurburgring, uno dei
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templi dell’automobilismo internazionale. E’ stata un’estate positiva anche per il fratello Giorgio che, alla guida della sua Ferrari 458 Italia del team AF Corse, ha difeso il primato nel campionato GTS conquistando, sul circuito di Silverstone, il quinto podio stagionale. Era arrivato nel Regno Unito deciso a ripetere l’ottima prestazione del circuito dell’Hungaroring e con la voglia di mantenere la leadership nella classifica GTS. E ci è riuscito con due grandi prove di forza su un percorso che conosceva poco e che ha cambiato condizioni molte volte a causa di un meteo tipicamente inglese. In gara 1, ha ottenuto uno splendido secondo posto, mentre in gara 2, nelle convulse fasi di partenza, è andato in testacoda ed è stato costretto, giro dopo giro, a recuperare tempo e posizioni fino a portarsi, sotto la bandiera a scacchi, al nono posto assoluto. Anche per papà Gianluca l’estate è stata ricca di soddisfazioni con la terza partecipazione alla 24 Ore di Le Mans, la prima con la Ferrari dopo due anni di Porsche.
GIORGIO AND ANDREA RODA a great season A summer of successes for Giorgio and Andrea Roda, two brothers from Como who are experiencing a great season full of successes. Andrea Roda won his first Auto GP on Red Bull Ring in Zeltweg. In July, the driver from Como, always wearing the colors of Virtuosi UK, got his first success in game 2, after he had already celebrated the podium in game 1 with the third place. ÂŤI am very happy for this win - says Andrea - I was waiting for it for a long time, I started thinking I couldn't make it. Now I don't want to stopÂť. Actually Andrea Roda got a very good result (fourth place) on 15th August also in the Auto GP on the German rink of Nurburgring. It was a positive summer also for his brother Gior-
gio, he drove his Ferrari 458 Italia of the team AF Corse, he defended the first place in the championship GTS and on the rink of Silverstone he got the fifth podium of the season. He came to the United Kingdom to repeat the very good performance of the Hungaroring. He made it with two great performances on a circuit he wasn't so familiar for him. In game 1, he got a great second place, while in game 2 he made a spin and os he had to start and get positions until he reached the 9th position. Alos for their father Gianluca, the summer was full of satisfactions, he participated for the third time to the 24 Hours of Le Mans, first with Ferrari and then two years with Porsche.
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CALCIO COMO Giancarlo Centi: "L'aria sta cambiando" di Vincenzo Carrante foto Giuliano Gatti Eccolo Giancarlo, seduto in panchina ad osservare i bambini e ragazzi che ogni giorno si alternano sui campi di Orsenigo. Rimane lì, attento e discreto, a studiare ogni singolo movimento, ogni tocco di palla, prendendo nota degli aspetti su cui lavorare per crescere sempre di più. Antonello Venditti cantava “Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano” e così si può sintetizzare il legame tra il Calcio Como e Giancarlo Centi. «L’emozione che provo nel tornare a lavorare a tempo pieno per questi colori è indescrivibile. E' bastata una telefonata del presidente Porro. Non ci ho pensato due volte, il mio cuore è sempre rimasto qui». Lo storico capitano del Como degli anni ’80, recordman di presenze con la maglia azzurra, è tornato alla base con un ruolo importante, quello di coordinatore tecnico dell’intera società, dalla prima squadra al settore giovanile. «E’ necessario che tutti capiscano che bisogna remare da una sola parte per raggiungere grandi traguardi. L’unità della società in tutti i settori è fondamentale per dare seguito ad un progetto solido, fatto di idee e concetti». Per concretizzare questa filosofia, il settore giovanile dovrà diventare il serbatoio della prima squadra, un vivaio di livello che possa competere con altre realtà professionistiche. Quali responsabili del settore giovanile, Centi ha ritrovato due cari compagni come Galia e Fontolan. «E' una fortuna la loro presenza: sono persone che masticano calcio da anni. Dalla nostra collaborazione possono nascere importanti
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progetti che hanno come obiettivo la crescita dei nostri giovani». Obiettivo partito con una serie di importanti lavori del centro sportivo di Orsenigo, ora vero quartiere generale per tutti i calciatori azzurri. «Non so quante squadre possano permettersi un centro di questo livello. La ristrutturazione - due campi in erba sintetica, oltre ad uno in erba vera - deve far capire la solidità e la serietà di questa dirigenza che sta mettendo le fondamenta per durare a lungo ad alti livelli». Trasuda di passione Giancarlo quando parla di futuro, giovani e progetti. «Quest’anno partiamo con ben 9 squadre del settore giovanile, circa 200 ragazzi. E' la strada giusta per acquisire credibilità: il Calcio Como deve tornare ai fasti di un tempo, ma senza avere fretta. L'importante è seminare bene. Sento la responsabilità di tutto questo, perché il ragazzo va formato non solo sul piano calcistico ma soprattutto sul piano umano. Bisogna inserirlo in un ambiente sano ed educativo in cui i valori fondamentali siano quelli della cultura del lavoro, del rispetto, dell’umiltà, della capacità di soffrire e della volontà di migliorarsi». Il Como ha investito molto sul centro di Orsenigo, come sui giovani calciatori. «Questa società deve ricevere la massima ammirazione ed il massimo rispetto, sta facendo un lavoro straordinario, ha un progetto a lungo termine ma non trascura il presente: la prova è il fatto che ha allestito una squadra competitiva che in Lega Pro non deve temere nessuno». 1
GIANCARLO CENTI: "The air is changing" Giancarlo is sitting on the bench and he is looking at some of the children and kids who everyday play on the field of Orsenigo. He studies every single movement, every ball touch, writing notes about it. «The emotion I feel for working full time for this club is undescrible. After a phone call of the president Porro, I didn't think twice, my heart has always been here». The historical captain of Como in the '80ies, recordman of presences with the blue jersey, he is back with an important role, the team manager of the club, from the professional team to the youth sector. «It is necessary that everybody understands that we must have a common goal. It is fundamental to be united in every sector to follow a single project, made of ideas and projects». To follow this philosophy, the youth sector has to be fundamental for the professional team, it has to compete with other professional clubs. In the youth sector, Centi found two dear team mates, Galia and Fontolan. «Their presence is a fortune to me. From our collaboration we can create important projects, in or-
der to let our young players grow». The goal started with important works in the sports center of Orsenigo. «The renovation - two fields in turf and one in gras - is a sign of the solidity and of the reliability of this club». Giancarlo is passionate in talking about the future, the youth sector and the projects. «This year we start with 9 teams in the youth sector, about 200 kids. It is the right way to go: Calcio Como has to go back to his glorious past, bu step by step. The important thing is to follow a project. A kid has to grow not just from the soccer point of view, but above all from the human point of view. He has to stay in a good and educational environment, in which the values are hard work, respect, humility and. Eing ready to suffer and to improve». Como invested a lot in the center of Orsenigo, for example in the young players. «This club has to be admired and respected, it is doing an extraordinary work, it has a long term project, but it is still focused on the present: the proof is the fact that it has a competitive team that in Lega Pro has no one to fear».
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Briantea84 Il nuovo capitano di Fabrizio Comerio foto Archivio Briantea84, Nicoletta Colace, Luca Renoldi Si sa che vincere è difficile, ma riconfermarsi lo è ancora di più. La Briantea84 di basket in carrozzina, che ha conquistato lo scudetto, si prepara a scendere in campo con un nuovo capitano: Ian Sagar. Assoluto protagonista lo scorso anno della vittoria in campionato, Ian, inglese di origine ma ormai italiano a tutti gli effetti, è al terzo anno in terra brianzola. Ian, quest’anno ricoprirà il ruolo di capitano, quali sono le sue emozioni? «E’ sicuramente un onore immenso essere stato scelto come capitano della Briantea84. Ho grandi responsabilità perché questa è una squadra fantastica che può e deve ripetersi in campionato. Spero di riuscire a trasmettere tutta la mia leadership ai compagni, perché sono davvero entusiasta». Quali sono gli obiettivi del campionato? «Ogni anno l’obiettivo è lo stesso: vincere! Quest’anno ci siamo ulteriormente rinforzati, anche se sarà come sempre una battaglia, ma noi siamo
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pronti per ripetere la fantastica performance della scorsa stagione». Appunto: dopo aver vinto in Italia puntate anche all’Europa? «L’anno scorso siamo arrivati quarti in Coppa Campioni. Quest’anno con i nuovi arrivi - Fabio Raimondi che possiede una grande classe e un tiro da 3 impressionante e Filippo Carossino, solo per citarne due - vogliamo migliorare la nostra posizione. La Briantea84 deve diventare un vero e proprio punto di riferimento anche in Europa». Lei è in Italia ormai da un po’ di tempo, come si trova? «L’Italia è un gran bel posto dove vivere, soprattutto per uno come me che arriva dalla fredda e piovosa Inghilterra del Nord. Qui tutto parla di storia, il cibo è veramente speciale, insomma mi trovo benissimo e mi sto godendo ogni cosa di questo Paese. L’Italia sta diventando la mia seconda casa, ho una bellissima ragazza, spero di mettere su famiglia e rimanere qui a lungo».
BRIANTEA84 The new captain It is hard to win, but to win twice is even harder. Briantea84 of basket in wheelchair, which conquered the championship, is ready to come and play with a new captain: Ian Sagar. Last year he was an absolute protagonist to win the championship, Ian is English, but he now became completely Italian, he is now spending his third year in Brianza. Ian this year you are the captain, what are your emotions? I am honored. I have strong responsabilities, this is a great team which can and have to win another championship. I hope I can transmit my leadership to my team mates, because I am truly enthusiastic. What are the goals of the championship, is it possible to win again?
Every year the goal is the same: to win! This year we are getting stronger, even though we always have to fight. After you won in Italy, do you want to win in Europe to? Last year we got the fourth place in the Champion Cup. This year, with new players - Fabio Raimondi and Filippo Carossino - we want to improve. Briantea84 has to become a real reference point also in Europe. It's some time you are in Italy, do you like it? Italy is a beautiful place. There is lots of history, the food is special, I like it. Italy is becoming my second home, I have a beautiful girlfriend, I hope I can have a family and live here.
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Pallacanestro Cantù
PROGETTO GIOVANI La nuova stagione
di Fabrizio Comerio foto Archivio Pallacanestro Cantù Una nuova stagione è cominciata per Progetto Giovani di Cantù. Come ogni anno la voglia di migliorare e migliorarsi è tantissima in Brianza. In prima linea da sempre, Guido Nava Responsabile Organizzativo Progetto Giovani parla degli obiettivi stagionali e di ciò che i ragazzi devono imparare oltre alla pallacanestro. Inizia una nuova stagione, che obiettivi vi siete prefissati? «Progetto Giovani è arrivato al suo 8° anno di vita e ovviamente punta a migliorare il lavoro svolto sino ad ora. Quest’anno abbiamo potenziato lo staff tecnico inserendo due nuovi preparatori atletici che lavoreranno con tutti i gruppi di eccellenza, dall’under 19 all’under 13. Inoltre, cosa di cui siamo molto fieri, la squadra di serie C del Team Abc (società satellite della Pallacanestro Cantù e cofondatrice del PGC) sarà composta solo da elementi che giocheranno anche il campionato di Divisione nazionale giovanile». Cosa volete insegnare ai ragazzi oltre alla pallacanestro? «I ragazzi che giocano da noi sono fantastici. Iniziano la giornata ovviamente con la scuola, studiano, e poi tutti in palestra, qualcuno addirittura si fa 100 chilometri per raggiungere il palazzetto. Insomma, a Progetto Giovani sicuramente l’etica del lavoro e il valore del sacrificio si imparano sin da ragazzi. E’ evidente che i concetti di squadra, il bello della vittoria e l’amaro della sconfitta sono temi quotidiani sui parquet canturini. Tra le altre cose ogni anno premiamo i ragazzi che hanno ricevuto i migliori voti a scuola».
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Progetto Giovani è in continua espansione, quali sono i numeri attuali? «Il PGC gestisce direttamente i settori giovanili di Pallacanestro Cantù (oltre 100 ragazzi divisi in 5 squadre partecipanti tutte a campionati nazionali) e di Team Abc (circa 90 ragazzi in 4 gruppi regionali). Il centro minibasket conta invece altri 120-150 miniatleti. Inoltre ci sono 25 società comasche e non (come Sabaudia e Verona per esempio) affiliate al PGC e che vedono Cantù come un “punto di riferimento”. Insomma monitoriamo circa 3000 ragazzi e 2000 bambini, tutti con lo stesso sogno: giocare un giorno nella Pallacanestro Cantù». Quali sono i vostri progetti futuri? «Questa ormai è una macchina ben rodata e ogni anno cerchiamo di migliorare: di idee in cantiere ce ne sono molte. Se si parla di “basket giocato” la volontà è quella di potenziare la foresteria reclutando altri prospetti su scala nazionale (quest’anno abbiamo 3 ragazzi seguiti da un tutor) e proseguire nella costruzione di rapporti con le altre società. Il problema maggiore nel Canturino sono gli spazi palestre che ci obbligano a continui spostamenti oltretutto in orari quasi impossibili, ma su questo punto non possiamo fare molto. Inoltre vogliamo migliorare tutti gli aspetti legati alla formazione sia degli atleti sia dei nostri tecnici e, perché no, anche di quanti gravitano intorno al progetto. Nel corso di quest’anno faremo incontri con psicologi dello sport, medici, dietologi: insomma, cercheremo di fare anche “cultura sportiva”».
PROGETTO GIOVANI CANTU’ The new season A new season started for Progetto Giovani di Cantù. Always in the first line, Guido Nava Responsible of Progetto Giovani speaks of the seasonal goals and of what kids should learn a part from basketball. What are your goals? «Progetto Giovani reached its 8th year and it aims at improving the work carried out until now. This year we have more staff, two athletic trainers who will work with all the excellence groups, from under 19 to the under 13. Moreover, we are very proud that the team of "serie C" of the Team Abc is made just with athlets who are also going to play the championship of youth national division». What do you want to teach to the kids a part basketball? «Kids who are playing here are great. They start their day at school, they study and then they all come to the gym, some one them live 100 kilometers away. Progetto Giovani teaches the ethic of work and the value of sacrifice from thr very beginning. The idea of team, the happiness of a win and the sad moments after a defeat are daily topics in the gym of Cantù».
Progetto Giovani is always growing, what are the present figures? PGC directly “handles" the youth sector of Pallacanestro Cantù (over 100 kids divided in 5 teams, all taking part to the national championships) and of Team Abc (about 90 kids in 4 regional groups). The basketball for little kids has 120-150 little athlets. Moreover there are 25 clubs who have Cantù as a "reference point". So we follow about 3000 kids and 2000 children, all of them have the same dream: to wear the jersey of Pallacanestro Cantù. What are your future projects? Every year we try and improve. When we speak of basket, the will is to strenghten the guesthouse for players coming from all over Italy and to continue in creating relationships with other clubs. The main problems in Cantù are the gyms, which force us to continuos transfers. Moreover we want to improve all the aspects linked to the training of both athlets and staff who work for this project. During this year we are meeting sports psychologists, doctors, nutritionists: we are trying and making some "sports culture".
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FOOD AND DRINK
CUCINA & CANTINA KITCHEN & CELLAR
Davide Lacchini
Davide Lacchini è nato a Como nel 1961. Ricopre la carica di Food and Beverage Manager, Chef di cucina e consulente gastronomico presso l’Hotel Regina Olga e il ristorante Cenobio. Ha avuto esperienze lavorative presso il ristorante “Al musichiere”, Como; Paracucchi Locanda dell’angelo, Sarzana; ristorante club Canottieri Lario, Como; Grand hotel Serbelloni-Bellagio; Hotel Barchetta Excelsior, Como; Albergo Antico-Suisse; Hotel Principe di Savoia, Milano; Villa-mia, Torno; residenza della famiglia reale dell’Arabia Saudita; Casino’ di Campione d’Italia. Consulente e collaboratore del libro edito dalla Provincia di Como “Dal Lario alla Brianza”. Curatore editoriale del libro ”In cucina” prodotto dell’Associazione Provinciale dei Cuochi di Como. Sue le ricette rivisitate del libro "Le ricette del lago di Como". Insignito nel giugno 2014 del Cavalierato della Repubblica Italiana.
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di Davide Lacchini, Emanuele Riva foto Carlo Pozzoni
Emanuele Riva
Classe 1984, lavora presso il locale di famiglia La Cava dei Sapori a Como, ristorante aperto nel 2005 e gestito dal 2007. A 23 anni diventa sommelier e viene selezionato per il concorso “Maschio Bonaventura, la ricerca dell’eccellenza” dedicato ai migliori corsisti. In seguito partecipa ad altri master di formazione sia in Italia che all’ estero e partecipa ad importanti concorsi nazionali come master del Sangiovese, master del Nebbiolo, master del Sagrantino ecc. Nel 2011 conquista il titolo di Miglior Sommelier Professionista della Lombardia. Dal 2010 al 2013 è sul palco del Miglior sommelier d’Italia. Secondo classificato Miglior Sommelier d' Italia 2013. Oggi è relatore per corsi di sommelier in alcuni istituti alberghieri della regione e collabora con alcune riviste del settore.
Si ringrazia per la disponibilità e la collaborazione il direttore sig. Massimo Abbati, gli chef di cucina Fabiano Marzano e Luca Albanito dell'hotel Regina Olga di Cernobbio
FAGOTTINI DI CREPS AI FUNGHI CON CREMA ALL’ERBA CIPOLLINA
SMALL CREPES WITH MUSHROOMS AND CHIVES CREAM “Polin” Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti Igt 2012 - Pravis
Ingredienti per 6 persone: 1 scalogno,100 g di burro, 80 g di casera, 240 g di farina, 300 g di funghi porcini, 13 dl di latte, 1 porro, 1 tuorlo, 3 uova, 5 dl di panna, 3 cucchiai di grana, 1 bicchiere di vino bianco, olio, sale, pepe, prezzemolo e erba cipollina q.b.
To serve 6: 1 Shallot, 100 g of butter, 80 g of “casera” cheese, 240 g of flour, 300 g of porcino mushrooms, 13 dl of milk, 1 leek, 1 yolk, 3 eggs, 3 spoons of parmesan cheese, 1 glass of white wine, oil, salt, pepper, parsley and chives
Preparazione per le crespelle: 3 uova intere, 5 dl latte, 150 g di farina bianca, 10 g di burro fuso, olio, sale q.b Setacciare la farina e mischiarla con le uova, il sale, poi incorporare il latte e il burro fuso. Lasciare riposare il composto per almeno 20 minuti; cuocere un mestolino alla volta, in un padellino antiaderente e unto di olio del diametro di circa 15 cm.
Preparation of crepes: 3 Eggs, 5 dl of milk, 150 g of flour, 10 g. Of melted butter, oil, salt Mix the flour with eggs, salt and then add salt, milk and the melted butter. Leave to rest for at least 20 minutes; cook one ladle after the other in a pan with a diameter of around 15 cm with some oil.
Preparazione per il ripieno: 8 dl di latte, 90 g di farina, 300 g di funghi porcini, 1 scalogno, 3 cucchiai di grana grattugiato, 60 g di burro, 1 tuorlo , 1 porro, olio, sale, pepe e prezzemolo q.b.
Preparation of the filling: 8 Dl of milk, 90 g of flour, 300 g of porcini mushrooms, 1 shallot, 3 spoons of parmesan cheese, 60 g of butter, 1 yolk, 1 leek, oil, pepper and parsley
Tagliare i funghi e cuocerli con olio e scalogno tritato per circa 5 minuti, aggiungere il prezzemolo sminuzzato e un bicchiere di vino bianco secco e lasciare ridurre. Fare una besciamella con il burro, la farina ed il latte caldo, pepare, salare e cuocere per circa 10 minuti; incorporare la casera tagliata in piccoli pezzi e fuori dal fuoco il tuorlo ed i funghi.
Cut the mushrooms and cook them with oil and the minced shallot for about 5 minutes, add the minced parsley and a glass of dry white wine and let it reduce. Make a bechamel with butter, flour and warm milk, add pepper and salt and cook it for about 10 minutes, then also add the “casera” cheese cut into small pieces and out of the fire the yolk and the mushrooms.
Farcire le crespelle con il ripieno, legarle a fagottino con una striscia di porro scottato prima in acqua bollente, sistemarle in una pirofila imburrata, spolverizzarle con il grana ed irrorarle con il burro fuso rimasto, metterle a gratinare in forno a 180° per 15 minuti. Servire con una salsa ottenuta dalla riduzione di panna con 10 g di burro ed erba cipollina.
Fill the crepes, tie them with a strip of leek after leaving it in hot water, put them in a buttered heat-resistant pan, add the parmesan cheese and the melted butter on the top, cook au gratin in the oven at 180 degrees for 15 minutes. Serve them with a sauce you get from the reduction of the cream with 10 g of butter and chives.
Il coinvolgente colore dorato-ramato di questo pinot grigio è dato dalla macerazione a freddo delle bucce per una notte. Pravis, azienda giovane e dinamica della Valle dei Laghi, ha una linea di prodotti che raggiungono in pieno i già alti standard dei vini trentini. Questo calice al naso dona note floreali, unite ai profumi di frutta bianca e gialla che si ripresentano al palato, prolungando così la persistenza gustativa..vino quotidiano apprezzato per la sua versatilità. Temperatura di servizio 11°C.
“Polin” Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti Igt 2012 - Pravis The dark-golden color of this Pinot Grigio is obtained with the cold pressing of the skins for one night. The company Pravis, young and dynamic, located in the Valley of the Lakes, has a line of products that reaches the high standards of the wines of Trentino. You can smell flowers, white and yellow fruits, a wine which can be combined with different dishes. To serve at 11°C.
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OSSOBUCO DI VITELLO IN GREMOLATA CON TORTINO DI RISO AL SALTO
VEAL MARROW-BONE WITH A RICE PIE
Ingredienti per 6 persone. 6 ossibuchi di vitello da 300 g cad (stinco posteriore), 1 cipolla, ½ carota, 1 gambo di sedano,1 bicchiere di vino bianco secco, 200 g di passata di pomodoro, 50 g di burro, 50 g di farina, 1 lt di brodo, 1dl di olio di oliva, 1 spicchio d’aglio, 1cucchiaio di prezzemolo tritato e la buccia gialla grattugiata di mezzo limone.
To serve 6 N.6 Veal marrow-bone of 300 g each – (back shin), 1 onion,½ carrot, 1 stalk of celery, 1 glass of dry white wine, 200 g of tomato sauce, 50 g of butter, 50 g of flour, 1 liter of broth, 1 dl of olive oil, 1 clove of garlic, 1 spoon of minced parsley and the grated yellow peel of half lemon.
Per il tortino: 300 g di riso cotto alla milanese. In una padella capiente mettere il burro e l’olio, unire la cipolla, la carota ed il sedano tritati finemente e lasciare appassire a fuoco moderato. Nel frattempo preparare gli ossibuchi. Incidere con il coltello la pellicina che circonda gli ossibuchi per evitare che si arriccino durante la cottura. Infarinarli da entrambe i lati. Dopo circa 10 minuti le verdure saranno ben sudate, unire in padella gli ossibuchi e a fuoco vivace farli ben rosolare da entrambi i lati fino a ben colorire. Poi bagnarli con il vino. Lasciare sfumare, aggiungere il brodo, la passata di pomodoro, il sale ed il pepe q.b. Cuocere a fuoco lento per circa 1 ora e 3 quarti coprendo con un coperchio e lasciando un piccolo sfiato. Di tanto in tanto muoverli per non farli attaccare e a metà cottura girarli dall’altro lato. Nel frattempo preparare la famosa gremolata (dal milanese 'gremola’ ridotta in grani), un trito di prezzemolo, buccia grattugiata di mezzo limone e uno spicchio d’aglio che sarà aggiunto alcuni minuti prima della fine cottura. La tradizione lombarda vuole questo gustoso piatto accompagnato dal riso, dalla polenta o dalla purea di patate, noi lo accompagneremo con il riso al salto, dei piccoli dischi di riso (precedentemente già cotto e lasciato raffreddare) saltato e colorito in una piccola padella lionese con l’aggiunta di un filo d’ olio.
For the pie: 300 G of rice cooked in milanese style. In a big pan put butter and oil, then add onion, carrot and celery finely minced and let it cook on a medium flame. In the meantime prepare the marrow-bones, with a knife cut it the layer around the marrow-bones to avoid they curl during the cooking. Flour the marrow-bones on both sides. After about 10 minutes the vegetables are ready, add the marrow-bones and cook them on a high flame on both sides until they turn brown. Pour the wine and then add broth, tomato sauce, salt and pepper. Cook on a low flame for about 1 hour and 3 quarters covering with a lid partialy closed, move them once in a while so they don’t stick and cook them on both sides. In the meantime prepare the famous sauce called “gremolata” in milanese that is a mixture of minced parsley, grated yellow peel of half lemon and a clove of garlic added some minutes before the end of the cooking. According to the tradition of lombardy, this tasty dish is served with rice, polenta or mashed potatoes; instead we serve it with small pies of rice (cooked and cooled in advance) sauteed in a small pan with some oil. Curiosity: the veal marrow-bone is one of the recipe that made the history of the italian gastronomy in the world, it is one of the most beloved, cooked and copied dish also abroad. Anyway its history seems to be recent, because its origins are dated back to 19th century. It is so famous because it is not difficult to make and moreover it is not expensive, ideal for families.
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Barbacarlo Provincia di Pavia Rosso Igt 2012 - Lino Maga La collina Barbacarlo, così denominata, è da sempre proprietà della famiglia Maga. Qui crescono da anni i vitigni Croatina, Uva Rara e Vespolina miscelati in tradizionale proporzione. Il terreno è tufoso, con esposizione a sud-ovest. Le lavorazioni in vigna vengono ancora effettuate manualmente, la produzione è limitata e varia di anno in anno. In cantina, l’uva viene pigiata e fatta fermentare con macerazione in vecchie botti di rovere, segue poi l’imbottigliamento in primavera. Vino storico e punto di riferimento dell’Oltrepò Pavese, l’annata 2012 con la sua affascinante briosità sarà l’abbinamento ideale per piatti succulenti.
Barbacarlo Provincia di Pavia Rosso Igt 2012 - Lino Maga The hill called Barbacarlo has always been property of the family Maga. Here for years there are the vineyards Croatina, Uva Rara and Vespolina mixed with a traditional proportion. The land has a south-west exposition. The working is still manual , the production is limited and changes from year to year. In the cellar, the grapes are pressed and put in old oak and then in spring it is put in bottle. Historical wine and reference point of the area of Oltrepò Pavese. The production of the year 2012 with his fascinating flavour is perfectly combined with rich dishes.