magiclake autumn 2008

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magic lake

grazie Clooney

Caro George,

Dear George,

Grazie per averci regalato una serata magica, speciale ed unica. Grazie per essere stato cosĂŹ divertente, disponibile, generoso e sincero. Grazie per essere un Amico.

Thank you to have given us a magic, special and unique evening. Thank you to has been so amusing, generous, helpful and sincere. Thank you to be a Friend.

Con gratitudine e stima

With affection and gratidude, best regards Gli Editori Daniele Brunati, Rosaria Casali

The Editors Daniele Brunati, Rosaria Casali

MAGIC LAKE THANKS Clooney...

EDITORIALE


In copertina: George Clooney (foto © Pozzoni) In the photo cover: George Clooney (foto © Pozzoni)

24 62 67 82 156 182 50 64 106 116 122 126 138 140 142 148 44 58 70 78 88 112

sommario summary

EVENTI George Clooney: un Amico tra gli Amici George Clooney: a Friend among “Amici” BSI, Swiss Architectural Award BSI, Swiss Architectural Award Macef Lab. A Villa Erba l’innovazione degli accessori per la casa Macef Lab. At Villa Erba Innovation in household accessories Buccellati. Gioielli come opere d’arte Buccellati: Jewels as works of art Guido Ravasi. Il signore della Seta Guido Ravasi. The lord of Silk Parolario. I libri in piazza Cavour Parolario: Books in Piazza Cavour PEOPLE Giuseppe Guzzetti. Un comasco illustre Giuseppe Guzzetti. One of Como’s illustrious sons Graziella Martini Giobbi. Una donna di successo Graziella Martini Giobbi. A Successful Woman Clerici Tessuto. Artigiani del lusso Clerici Tessuto. Luxory Craftsmen Ricordando Bruno Remembering Bruno Riccardo Tisci veste anche Madonna Riccardo Tisci dresses Madonna too Claudio Quarta. Dalla biotecnologia alla produzione di vino Claudio Quarta. From biotechnology to wine production Roberta Redaelli. Naturale o sofisticata... Roberta Redaelli Natural or sophisticated... Mauro Cozza e il suo “Father Fontana” Mauro Cozza and his ‘Father Fontana’ Barba Montefusco. La designer che crea all’imbrunire Barbara Montefusco: the designer that works at dusk Francesco Peronese il notaio che corre Francesco Peronese The notary who runs TERRITORIO Brunate, il balcone di Como Brunate, the Balcony of Como Sapori d’autunno intorno all’antico torchio di Palanzo Tastes of autumn around the Palanzo’s old wine press C’era una volta il confine Once upon a time there was the Border Un “green” sempre verde An ever green “Green” Amici di Como. Una casa in costruzione Amici di Como. A house being built Circle Club. Lusso no limits Circle Club. Luxory no limits

132 152 158 170 144 174 176 188 184 186 193 197 198 200 204 206 162 155 161

L’educazione ambientale entra in classe Environmental Education Becomes an area of study La tradizione del pizzo di Cantù Cantu’s lace tradition Musei: istruzioni per l’uso Museums: instruction for use I colori dell’autunno alla Fondazione Minoprio The colors of autumn at Minoprio Foundation SPECIALE VIAGGI L’Egitto tra il Nilo e Alessandro Magno Egypt between the Nile and Alexander the Great ITINERARI Da Tosnacco al Rifugio Bugone From Tosnacco to Bugone Refuge La Cardina di Linati, Munari e Piccardo The Cardina of Linati, Munari and Piccardo Corrado Fontana. Alla scoperta del Triangolo Lariano Corrado Fontana Discovering the Lariano Triangle SPORT Francesca Rio. Dal Lario l’erede della Kostner Francesca Rio. From the Lake, Kostner’s heir Roda vola in Spagna Roda is flying in Spain Rally di Como. Conferma tricolore Como Rally. Tricolour confirmation Magic corre in Lombardia e in Sardegna Magic races in Lombardy and in Sardinia Joe Fly Vicecampione continentale Farr40 Joe Fly Runners-up in the Farr 40 Continental FOOD AND DRINK In cucina con Alfredo Ratti: Il brodo In the Kitchen with Alfredo Ratti: the broth Locanda La Vignetta. Sentirsi a casa propria Locanda la Vignetta Feel right at home Vecchia trattoria al Monte.Quasi una baita! Vecchia trattoria al Monte. Almost a mountain chalet! MODA Pellicceria Elsa Oldoini. Una tradizione senza fine Pellicceria Elsa Oldoini. Tradition without an End ADVERTISING Il Centro Porsche Como presenta la 911 a Lecco The Centro Porsche Como presents the 911 at Lecco Gruppo S.C.A. e le nuove Subaru The Gruppo S.C.A. and the new Subarus

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EVENTI

GEORGE CLOONEY

di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni / Magic Lake SERVIZIO IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

Sopra, Mario Pittorelli e Daniele Brunati premiano George Clooney Above, Mario Pittorelli and Daniele Brunati award George Clooney

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Un AMICO tra gli Amici

La star hollywoodiana protagonista della serata “Una goccia di lago per il Darfur” 25


“Una goccia di lago per il Darfur”. Detto così, potrebbe sembrare uno slogan particolarmente indovinato, invece il concetto va ben oltre: racchiude infatti tutta la filosofia di un pensiero che ha radici molto solide. La “goccia” rappresenta il nostro semplice ma profondamente voluto e sentito apporto; il “lago” racchiude l’essenza del nostro territorio, proprio quella realtà che vuole rendere omaggio a George Clooney; infine il Darfur, il progetto nel quale la star hollywoodiana è impegnata. Il desiderio di organizzare l’evento benefico “Una goccia di lago per il Darfur”, nasce come il sentito bisogno di tributare il giusto riconoscimento a George Clooney, come fosse un semplice concittadino, per il suo profondo impegno a favore di un Paese dilaniato dalla guerra, dove i diritti umani sono praticamente azzerati e le prospettive di vita diventano barlumi di speranza. Infatti, George Clooney, insieme a altri suoi colleghi altrettanto illustri, è fondatore dell’associazione “Not on our watch” che da anni si adopera a favore di questa regione del Sudan. Ma l’evento “Una goccia di lago per il Darfur” ha voluto anche essere un riconoscimento ad un cittadino speciale del nostro lago che condivide la filosofia che caratterizza il “lake mood”. Un “grazie” a Mr Clooney per aver riportato la nostra attenzione di abitanti, a volte distratti, sulla consapevolezza di vivere in una terra unica. George Clooney, un amico tra gli amici. Non a caso, “proud supporter” della serata è stata “Amici di Como” che, in occasione di questo appuntamento, ha attribuito a Mr. Clooney il ruolo di socio dell’associazione che ha creduto fortemente nel suo progetto di solidarietà. Una decisione non certo casuale, ma figlia di affinità specifiche: Amici di Como e George Clooney, infatti, sono accomunati da una profonda passione per il nostro territorio, da un grande amore per il nostro lago, le nostre valli, le nostre ricchezze architettoniche e paesaggistiche. E adesso anche da un’ulteriore motivazione, infinitamente più nobile: restituire il sorriso e la speranza alla popolazione del Darfur. In questo modo il legame tra Clooney e il nostro territorio è diventato ancora più profondo,

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radicato, inscindibile grazie a Amici di Como e a “Una goccia di lago per il Darfur”. LA SERATA Al Menaggio & Cadenabbia Golf Club giovedì 4 settembre si respirava un’atmosfera amichevole, quasi scanzonata e informale. Quell’atmosfera voluta dal Comitato Promotore, T.B.M. Service & C., Menaggio & Cadenabbia Golf Club, Petazzi Costruzioni e la rivista Magic Lake. Ma per la perfetta riuscita dell’evento era indispen-

In alto, George Clooney con Vittorio Roncoroni, sopra con Daniele Brunati Top left, George Clooney and Vittorio Roncoroni, above the actor and Daniele Brunati

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Sotto, alcuni momenti della serata e George Clooney con Rosaria Casali della T.B.M. Service & C. Below, some evening moments and George Clooney with the T.B.M. Service & C. member, Rosaria Casali

sabile un ingrediente: la complicità di George Clooney. Mr Clooney ha varcato i cancelli del Golf alle 20.30 e, prima di accomodarsi per la cena, preparata dallo chef Giancarlo Morelli, della Locanda del Pomiroeu, si è intrattenuto con i presenti, dispensando sorrisi e rendendosi disponibile con tutti gli ospiti. A quel punto i timori hanno lasciato spazio a una certezza: la serata poteva davvero iniziare. E sotto i migliori auspici. Dentro la sala – magnificamente allestita da Maria Luigia Faggian – un uomo semplice, ma attento, gentile, elegante, con un inconfondibile sorriso, luminoso e intrigante, disponibile e solare, che ha catalizzato su di sé gli sguardi dei 160 invitati. Un uomo che ha lasciato oltre la porta lo spettacolo, le luci della ribalta, gli sfarzi di Hollywood, insieme alla consapevolezza di essere oggi uno dei personaggi (o forse il personaggio) più ambito e ricercato al mondo, mettendosi a disposizione degli “amici”. Anfitrione della serata Daniele Brunati, editore della rivista “Magic Lake” e rappresentante del comitato organizzatore, che nello spazio dedicato alla presentazione dell’evento è stato coinvolto in gag improvvisate e in divertenti siparietti che l’hanno visto protagonista con George Clooney. Durante lo sketch, Mr Clooney ha ricevuto da Mario Pittorelli, presidente di “Amici di Como”, la tessera di socio dell’associazione, e una caratteristica “lucia” in argento, entrambe incise

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dal cesellatore Virginio Consonni, che faranno capolino nel soggiorno di George. Per la condivisione di un progetto più importante, da concretizzare nei prossimi anni, Rosaria Casali ha consegnato poi a George anche l’attestato di presidente onorario di “Una goccia di lago per il Darfur”. Questo gesto ha voluto simboleggiare e sancire l’impegno reciproco del comitato organizzatore e di Mr Clooney. George ha inoltre ricevuto da due aziende associate ad Amici di Como, un cesto di prodotti tipici del territorio, confezionato dal Consorzio Sapori di Terra - Sapori di Lago, oltre a una confezione di vini offerta dall’imprenditore del settore vitivinicolo Claudio Quarta - Magistra Vini. Il Comitato organizzatore ha voluto poi donare a George, un “album virtuale”, realizzato da Mauro Cozza e Giuliano Piccolo, che racchiude l’anima della nostra terra, fatta di tesori naturali, di tramonti mozzafiato, di sguardi della nostra gente, di immagini delle nostre tradizioni. Inoltre, per esprimere e sintetizzare il messaggio e i valori di questa serata, è stato realizzato da Maurizio Camponovo un breve filmato, con sequenze girate in riva al Lago di Como, consegnato da Sylvie Petazzi a Mr Clooney. Protagonista poi il documentario sul Darfur, firmato George e Nick Clooney, dal titolo “A journey to Darfur”. Lo stesso illustre ospite ha poi voluto prendere la parola per sottolineare il bisogno di impe-

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Sotto, George Clooney al tavolo con Sylvie Petazzi e Gennara Faggian Below, George Clooney sitting at the table with Silvie Petazzi and Gennara Faggian

gnarsi in questo progetto e ha voluto ringraziare personalmente tutti i presenti per aver scelto di essere in prima linea nella raccolta fondi per questa iniziativa a lui tanto cara, riconoscendo il valore della nostra “goccia”. Il presidente del Golf Club, Vittorio Roncoroni, ha poi voluto ringraziare personalmente l’amico fraterno George per la sua presenza e il suo impegno, chiedendogli nel contempo di non abbandonare il Lago di Como. George ha risposto con un sorriso e un segno di assenso, più importanti e significativi di qualsiasi parola. Clooney ha personalmente autografato delle magliette offerte agli ospiti al termine della cena. La prima è stata acquistata da un nuovo associato di Amici di Como, Eclectica, società specializzata nel concepire e gestire eventi unici di lusso, che si è aggiudicata il prezioso cimelio “griffato” con un generoso contributo, facendo da apripista ad altre donazioni. Il buffet di dolci è stato servito all’esterno della Club House, tra un ballo e un brindisi. La festa è continuata per tutta la serata, proseguendo in quel clima di cordialità e amicizia che ha contraddistinto l’intero evento. George si è intrattenuto in questa atmosfera familiare, danzando con “gli amici” fino a notte inoltrata. L’ottima sorveglianza, realizzata dalla Security Transport, in collaborazione con il personale del Golf Club, ha permesso il perfetto svolgimento dell’evento. Prerogativa del comitato organizzatore, il lavoro di squadra: fondamentale la disponibilità di Vittorio Roncoroni e della moglie Maria Luigia, prezioso l’impegno di Celestino Petazzi e della moglie Sylvie, decisiva la presenza di Daniele

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Brunati, che nonostante i postumi di un incidente, si è sempre fatto “trovare sul pezzo”, determinanti le capacità di Rosaria Casali, che ha tessuto le fila di questa grande tela. Non è mancato poi, come di consueto, l’entusiasmo di tutto il team della T.B.M. Service & C., ideatrice di questo progetto, altra carta vincente della serata. Un ringraziamento sincero a Elena Massari, Nadia Baba, Elisabetta Comerio, Andrea Pedretti, Andrea Ferrari, Maria Formigoni e Silvia Galli. E un grazie di cuore a tutti coloro che hanno col-

laborato per la buona riuscita della serata: Menaggio & Cadenabbia Golf Club, Consorzio per la tutela dei prodotti tradizionali della provincia di Corno “Sapori di terra Sapori di Lago”, Magistra Vini, Parco San Marco, Locanda del Pomiroeu, Exposervice, Henry Cotton’s, Eclectica, Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù, Accademia3. Nella prossima puntata, tutte le curiosità, altre immagini inedite e gli aneddoti più divertenti. Non perdete quindi l’uscita invernale della rivista “Magic Lake!”.


Sotto Maria Luigia Faggian dona un cesto “Sapori di Terra Sapori di Lago” a Mr Clooney. In basso, da sinistra, Daniele Brunati, Claudio Quarta, George e gli amici Waldo e Giovanni

A sinistra, George con gli amici Waldo e Sam. Sotto una delle magliette autografate da Clooney. In basso l’associato Eclectica

Below, Maria Luigia Faggian giving a basket to Mr Clooney. Bottom left, Brunati, Waldo, Claudio Quarta, George and Giovanni

Left, George and his friends Waldo and Sam. Below a Clooney’s autographed t-shirt and the Eclectica associate

GEORGE CLOONEY

A Friend among “Amici”

The Hollywood star was protagonist of the evening ‘A drop of lake for Dafur’ ‘A drop of lake for Dafur’. Said like that it may seem to be a very appropriate slogan, but there’s much more to it: it in fact encapsulates a philosophy of thinking which has very deep roots. The ‘drop’ represents our simple but profoundly heartfelt contribution; the ‘lake’ encapsulates the

essence of our homeland, the very one wishing to honour George Clooney; and lastly Dafur, the project the Hollywood star is committed to. Our desire to organise the benefit event ‘A drop of lake for Dafur’, was thus born out of the sincere need to pay proper tribute to George Clooney, as if he were simply a fellow citizen, for his deep commitment to a Country stricken by war, where human rights have practically been annihilated and future prospects have become no more than dim lights in the distance. Together with other equally famous colleagues, George Clooney in fact founded the associa-

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tion ‘Not on our watch’ which has for years been supporting this region of Sudan. But the event ‘A drop of lake for Darfur’ was also meant to acknowledge a special citizen on our lake who shares the philosophy typifying the ‘lake mood’. A ‘thank you’ to Mr Clooney for bringing home to local inhabitants - sometimes with their heads in the clouds - an awareness of living in a unique area. George Clooney, a friend among friends and not by chance a proud supporter of the evening; and on this occasion it was ‘Amici di Como’ who appointed Mr Clooney as a member of this association who have wholeheartedly backed his

solidarity project. Not just a chance decision, but the brainchild of specific affinities: Amici di Como and George Clooney are in fact bound by the same deep passionate love for our homeland and our lake and valleys, and our wealth of fine architecture and scenery. And now by an infinitely more noble motivation as well: that of restoring hope and putting a smile back on the faces of the people of Dafur. In this way the ties binding Clooney to our area are now more deep-rooted and indissoluble than ever thanks to Amici di Como and a ‘A drop of Lake for Dafur’.

THE EVENING At Menaggio - Cadenabbia Golf Club on 4th September the atmosphere was friendly, quite laidback and informal, as envisaged by the Promotion Committee, T.B.M. Service & C., Menaggio and Cadenabbia Golf Club, Petazzi Costruzioni and the magazine Magic Lake. But for the event to go off perfectly one ingredient was vital: the involvement of George Clooney. Mr Clooney came through the Golf Club gates at 8.30pm; before sitting down to dinner, made by Osteria Del Pomiroeu chef Giancarlo Morelli, he mingled with guests bestowing smiles and acting in a completely approachable way. At that point all fears were dispensed with: the evening could really get under way - and things augered well! And in the hall - magnificently decorated by Maria Luigia Faggian - a simple yet attentive man, who was polite and elegant with his unmistakable smile, radiant and intriguing, approachable and irrepressible, had 160 pairs of guests’ eyes focused on him; a man who’d left entertainment, spotlights and Hollywood luxury at home, together with his awareness of being one of the most (perhaps the most) desirable and sought-after people in the world today, and made himself available to ‘friends’. Host of the evening Magic Lake magazine editor Daniele Brunati who also represented the organising committee, was involved during the presentation of the event in some quick-fire gags and entertaining entr’acte one-liners together with George Clooney. While this was going on, ‘Amici di Como’ President Mario Pittorelli gave Mr Clooney the association’s membership card and a typical silver ‘lucia’ (typical Lake Como boat), both engraved by chaser Virginio Consonni, which will be displayed discretely in George’s sitting room. To enable the setting up of a more imporatant joint project over the next few years, Rosaria Casali then appointed George as Honourary

President of ‘A drop of lake for Darfur’. This gesture was to symbolize and sanction the mutual commitment of the organising committee and Mr Clooney. George moreover received a hamper of typical local produce filled by the Consorzio Sapori di Terra, Sapori di Lago as well as a case of wines offered by vintner Claudio Quarta. The Organising Committee then gave George a ‘virtual album’ compliled by Mauro Cozza and Giulino Piccolo encapsulating the essence of our homeland, consisting of natural treasures, breathtaking sunsets, the expressions of local

people and pictures of our traditions. Moreover, so as to summarize the evening’s message and values Maurizio Camponovo had made a short film wth footage shot on the banks of Lake Como which Sylvie Petazzi handed over to Mr Clooney. Next George and Nick Clooney’s documentary on Darfur was shown, entitled ‘A Journey to Darfur’. Then the illustrious guest himself wanted to say a few words to stress the need for commitment to the project, as well as to thank all those present personally for being in the forefront in raising funds for an initiative that means a lot to him, recognising the value of our ‘drop’. The Chairman

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Sotto, da sinistra, Elena Massari, Elisabetta Comerio, Maria Formigoni, George Clooney, Rosaria Casali,Luca Bernardi e Nadia Baba. In basso, Marc Clark, Sylvie Petazzi, Luca Bernardi, Maria Luigia Faggian, Celestino Petazzi, Rosaria Casali, Vittorio Roncoroni, Elena Massari e Gennara Faggian

of the Golf Club Vittorio Roncoroni then wished to thank his fraternal friend Clooney personally for his presence and commitment, and at the same time ask him not to leave Lake Como. George replied with a smile and a nod of agreement which meant much more than any words. Clooney personally signed t-shirts on offer to guests at the end of the dinner; the first was purchased by new ‘Amici di Como’ member Eclectica, a company specialising in devising and running grandiose events, which snapped up the precious ‘designer’ souvenir with a generous offer and paved the way for other donations. The dessert buffet was served outside the Club House between dances and toasts. The party went on all evening in that same atmosphere of cordiality and friendship that marked the whole event. George stayed on in this informal atmosphere dancing with ‘his friends’ into the small hours. Security Transport’s excellent security arrangements enabled the event to go off perfectly. The organising committee’s prerogative was teamwork: the availability of Vittorio Roncoroni and his wife Maria Luigia was crucial; the commitment of Celestino Petazzi and his wife Sylvie was precious; the presence of Daniele Brunati was decisive, who despite a recent accident was always ready for action; the capacity of Rosaria Casali was pivotal as she brought the whole thing together. Then as ever the great enthusiasm of the whole T.B.M. Service & C. team who thought up this project proved another winning card of the evening. Our thanks go to: Elena Massari, Nadia Baba, Elisabetta Comerio, Andrea Pedretti, An-

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drea Ferrari, Maria Formigoni and Silvia Galli. Now a sincere thank you to all those who collaborated to make a success of the evening: Parco San Marco, Exposervice, Henry Cotton’s, Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù. Our next number will include all the curious happenings, other unpublished pictures and some highly entertaining stories. So don’t miss the magazine Magic Lake’s winter edition!

Top, left to right, Elena Massari, Elisabetta Comerio, Maria Formigoni, George Clooney, Rosaria Casali,Luca Bernardi and Nadia Baba. Above, Marc Clark, Silvie Petazzi, Luca Bernardi, Maria Luigia Faggian, Celestino Petazzi, Rosaria Casali, Vittorio Roncoroni, Elena Massari and Gennara Faggian






TERRITORIO

Sopra, lo splendido panorama che si gode da Brunate. A destra, la funicolare Above, a beautiful landscape from Brunate. Right, the funicular

BRUNATE, il balcone di Como

La funicolare, il faro dedicato a Volta e le ville Liberty foto Viviana Dalla Pria e Comune di Brunate 44


Da sinistra, il faro di San Maurizio, villa Ghezzi e l’ex Albergo Brunate

Particolari delle ville Liberty di Brunate Brunate’s Liberty villas particulars

Left to right, the San Maurizio’s floodlight, villa Ghezzi and the ex-Albergo Brunate

Nel corso di un soggiorno a Como, anche di un solo weekend non può mancare una visita a Brunate, balcone di Como e del suo Lago a oltre 700 metri di altitudine, facile da raggiungere in auto o con la funicolare dell’Atm, che parte da piazza De Gasperi, all’inizio di viale Geno. Un borgo storico chiamato “Castello” e le ville Liberty arroccate su un ripido e boscoso versante montuoso che fa parte del Triangolo Lariano (tra Como, Lecco e Bellagio) rendono Brunate il crocevia di decine e decine di indimenticabili escursioni. L’apertura dell’orizzonte da Oriente a Occidente offre un panorama unico in tutta la Lombardia. Un viaggio sospeso sopra la città di Como e il primo bacino del Lario con vista sulle Alpi occidentali e il Monte Rosa. Il nucleo originario del paese è raccolto sul fianco della montagna protetta dal vento e risale al Medioevo.A incantare per la bellezza dei parchi e la cura delle facciate sono le numerose ville sorte alla fine dell’Ottocento e nel primo Novecento grazie allo sviluppo turistico del borgo

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garantito dalla funicolare (inaugurata nel 1894). Turismo legato alla nobiltà e all’alta borghesia milanese, arrestatosi nel dopoguerra, ma che oggi, con la fuga dalle città, sta vivendo un periodo di rinascita. Proprio ai primi del Novecento risale la villa Giuliani (della famiglia che inventò il noto “Amaro medicinale”) con architettura tipicamente Liberty nella struttura e nelle decorazioni è ancora oggi utilizzata dalla famiglia Giuliani per eventi esclusivi. Salendo per via alle Colme si incontra villa Elisi, edificata nel 1912 su progetto di un giovane architetto futurista, Antonio Sant’Elia. Chi sceglie di giungere a Brunate con la funicolare panoramica arriva in piazza Bonacossa, dedicata alla famiglia di conti milanesi proprietari della “Gazzetta dello Sport”, tra gli ospiti illustri del borgo. Tra questi anche il poeta bulgaro Penco Slavejkov. All’arrivo non possono sfuggire due imponenti palazzi, il Grand Hotel Milano, da anni in stato di semi-abbandono e l’ex Hotel Brunate, realizzato

nel 1893 e oggi suddiviso in esclusivi appartamenti che dominano Como. Dalla Corte del Castello, uno dei luoghi più antichi del centro storico, si può scendere alla suggestiva Corte degli Ebrei. La strada principale del paese – dove si trova villa Franceschini, oggi sede del Municipio - è via Volta, dedicata allo scienziato che soggiornò da bambino a Brunate. La chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, ristrutturata nel Seicento e ampliata nel 1932 conserva un affresco del Quattrocento con Santa Guglielma, oltre a lavori di Giovan Battista Recchi di fine Seicento. Dicevamo delle decine e decine di escursioni, la più semplice, in mezz’ora di cammino seguendo la mulattiera tra ville e giardini (per chi ha difficoltà a camminare, dalla Funicolare è attivo anche un servizio autobus), giunge alla frazione San Maurizio (906 m) dove si erge il Faro Voltiano, edificato nel 1927 (come il Tempio Voltiano dei giardini a lago), nel centenario della morte dello scienziato, dall’ingegner Gabriele Giussani.

Da San Maurizio si apre il panorama verso nord anche sul secondo bacino del Lario. Per gli amanti del trekking e della mountain bike, San Maurizio è il punto di partenza per splendidi itinerari sulla dorsale del Triangolo Lariano, tra le cime del Boletto, del Bolettone e del Palanzone, fino ad arrivare dopo ore di pedalate al Pian del Tivano o a Bellagio. Attualmente l’amministrazione comunale brunatese è particolarmente attiva sul fronte dell’organizzazione di eventi culturali. Nella bella stagione si sono tenuti trenta interessanti appuntamenti: i “Concerti del tramonto” allestiti nell’auditorium della Biblioteca, gli incontri di poesia, le presentazioni di libri, le proiezioni di film, le serate sulla storia, la cultura, le tradizioni locali e l’educazione civica. Il 30 novembre appuntamento con la sagra patronale di Sant’Andrea (mercatino, gastronomia tipica e animazione). Per maggiori informazioni ci si può collegare al sito www.comune.brunate.co.it

BRUNATE, the Balcony of Como Liberty Villas, the Funicular and the Volta Lighthouse

On a holiday in Como, even if it’s just a weehend break, you’ve just got to visit Brunate the balcony of Como and its Lake, over 700 metres high and easily reached by car or using the ATM funicular railway which leaves from Piazza De Gasperi at the start of Viale Geno. A historic hamlet called ‘Castello’ and the liberty villas nestling on a steep wooded mountainside (which begins from the Lariano Triangle between Como, Lecco and Bellagio) make Brunate the crossroads of scores of unforgettable excursions. The horizon sweeping round from east to west is a panoramic view which is unique in the whole of Lombardy. A journey suspended above the town of Como and the the first branch of the Lario with a view of the Western Alps and Monte Rosa. The original nucleus of the village is huddled together on the side of the mountain shielded from the wind and dates back to the Middle Ages. Large numbers of well-preserved, enchanting villas with lovely parks were built in the late 1800s and early 1900s thanks to the hamlet’s development as a tourist

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Il borgo di Brunate

INFO

Brunate’s village destination guaranteed by the funicular railway (inaugurated in 1894). Tourism connected with Milanese aristocracy and upper-middle classes, declining after the war, but which is now enjoying a revival as people escape from town. Villa Giuliani dates back to the early 1900s (owned by the family which invented the famous ‘Medicinal Amaro’), with its typically liberty-style architecture in its construction and embellishments and is still used today by the Giuliani family for special events. Climbing up the Via alle Colme you come across Villa Elisi built in 1912 and designed by young futurist architect Antonio Sant Elia. Those choosing to get up to Brunate on the panoramic funicular arrive in Piazza Bonacossa dedicated to the family of Milanese Counts who own ‘Gazzetta dello Sport’, who are one of the hamlet’s illustrious guests; another is the Bulgarian poet Penmco Slavejkov. On arriving you can’t miss two imposing buildings, the Grand Hotel Milano currently looking for someone to restore it after years of semi-abandonment, and the former Hotel Brunate, built in 1893 but now split up into luxury flats looking out over Como. From the Corte del Castello, one of the oldest spots in the historic centre, you can walk down to the evocative Corte degli Ebrei. The village’s main street − where Villa Franceschini stands (the present premises of the Town Hall) − is Via Volta dedicated to the scientist who used to stay in Brunate as a child. The parish church of St Andrea, restored in the 1600s and extended in 1932, is decorated with a 15th century fresco depicting Santa Guglielma, as well as late 17th century works by Giovan Battista Recchi. We mentioned scores of excursions, the simplest of which is a half-hour walk up the mule track between villas and gar-

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dens (those who might find it difficult to walk up from the Funicular can take a bus), which reaches the hamlet of San Maurizio (906m) where the Volta Lighthouse stands − built in 1927 (like the Volta Temple in the lakeside gardens) to mark the 100 th anniversary of the scientist’s death by the engineer Gabriele Giussani. From San Maurizio the view opens out to the North to include the Lario’s second branch as well. For walkers and mountainbikers, San Maurizio is the starting point of some fantastic routes along the Lariano Triangle ridge joining the summits of Boletto, Bolettone and Palanzone, as far as (after several hours of cycling) the Pian del Tivano or Bellagio. These days Brunate Council is very much into cultural events; this summer 30 interesting events were organised including ‘Sunset Concerts’ in the Library Auditorium, poetry reading, book presentations, film screenings, and evenings on history, culture, local traditions and civic education. On 30 th November make a date with Patron St Andrea’s feast (stalls, typical local fare and animation). For further information visit website: www.comune.brunate.co.it

Dove magiare e soggiornare (le strutture sono aperte tutto l’anno) Locanda Milano (3 stelle) 12 camere 26 posti letto via Volta tel. 031.3365069 VistaLago (3 stelle) 13 camere 26 posti letto via Roma 25 tel. 031.364070 Capanna Cao (1 stella) 8 camere 17 posti letto via alle Colme 35 tel. 031.220221 Baita Carla 7 (1 stella) 7 camere 13 letti via alle Colme tel. 031.220186 Baita Bondella (1 stella) 8 camere 16 letti via Bel Paese 9 tel. 031.220307 Il Falchetto (3 stelle) 7 camere 13 letti salita Peltrera 37 tel. 031.220427 B&B La Mirandola 3 camere 6 letti mulattiera per San Maurizio 20 tel. 031.220539 B&B San Maurizio 2 camere 6 letti via alle Colme 2 tel. 031.220412 B&B Casa Gerente 2 camere 6 letti via Cantore 155 tel. 031.220111 Ristorante Bellavista piazza Bonacossa 2 tel. 031.221031

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PEOPLE

GIUSEPPE GUZZETTI

A colloquio con un comasco ILLUSTRE di Elisabetta Comerio foto Archivio Fondazione Cariplo

La sua vita, la missione della Fondazione Cariplo e il ruolo di Como nell’Expo2015 50

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“Magic Lake” incontra l’avvocato Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo per parlare del territorio lariano, della sua brillante carriera e dell’Expo 2015. Presidente Guzzetti, lei è considerato un comasco d’eccezione, nato a Turate e cresciuto professionalmente nel capoluogo lariano. Ci racconti il suo personale legame con il territorio. Le mie radici, la mia famiglia, i miei ricordi più cari stanno qui. Anche se poi la vita mi ha portato altrove, a Milano, a Roma… Ma continuo a vivere in questa zona, ad apprezzarne le bellezze e i paesaggi, e mi piace rimanere informato su ciò che vi accade. Sono riuscito a mantenere i rapporti con gli amici, i conoscenti, gli ex colleghi. Non dimenticherò mai lo sviluppo che ho visto realizzarsi sotto i miei occhi; quello delle zone rurali, di certe aree, come ad esempio l’Alto Lario, in grave stato di arretratezza, con grandi difficoltà infrastrutturali, mancanza di servizi, la povertà. Con soddisfazione riscontro che, oggi, molti di quei problemi sono stati risolti. Tutto ciò accadeva parecchi anni fa, quando il fenomeno del contrabbando attraverso la Svizzera era ancora diffuso. Oggi ci sono i frontalieri: lavoratori che hanno saputo rovesciare a loro vantaggio una situazione di partenza negativa, l’essere lontani dal capoluogo, in mezzo alle montagne, spesso isolati, dove opportunità di lavoro non ce n’erano… Presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri, presidente della giunta regionale della Lombardia e senatore della Repubblica, membro sia della Prima Commissione al Senato (Affari costituzionali) sia della Commissione Bicamerale per le Riforme istituzionali, oltre che del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea occidentale. Queste cariche parlano del suo passato e del suo presente e descrivono la sua figura di uomo di spicco nel panorama nazionale e internazionale. Come vede il suo futuro? In ogni attività che ho svolto ho sempre cercato di mantenere l’attenzione e il rispetto per le persone che i miei genitori mi hanno insegnato e trasmesso. E soprattutto ho sempre portato con me i consigli degli anziani che fin da bambino ho avuto occasione di avere vicino; mia nonna materna, a malapena, sapeva scrivere, portava in sé una grande saggezza popolare che amava esprimere con proverbi in dialetto: semplicità e umiltà, con quelle parole sapeva trasmetterne tante. Ma oggi è di moda l’inglese… La saggezza di quelle persone mi è stata di grande aiuto. La vita, poi, mi ha offerto la grande opportunità di vivere questi principi in ambienti di prestigio. E quel tesoro di valori mi è stato utilissimo: anche le grandi istituzioni sono fatte di persone con cui si è chiamati a lavorare, confrontarsi, battagliare se è necessario, ma sempre considerando i limiti imposti dall’aver di fronte uomini e donne che portano dentro di sé

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valori assoluti. Ho chiuso definitivamente con la politica, anche se questa ha rappresentato una eccezionale e lunga pagina della mia vita. Nelle attività a cui mi dedico oggi, con grande impegno in campo filantropico, cerco di fare tesoro delle esperienze del passato: ho cercato di farne una sintesi e di impiegarle al meglio per svolgere bene questo compito, al servizio di chi lavora in silenzio, e spesso gratuitamente, per gli altri. Ecco il mio futuro sarà impegnato in queste attività, con una particolare attenzione verso i giovani, che rappresentano invece il domani di questo Paese. La Fondazione Cariplo pone le sue basi su una missione specifica: la filantropia a sostegno di enti no profit. Quanto le appartiene la missione della Fondazione? Ho avuto la fortuna di vivere in prima persona il completo passaggio delle istituzioni filantropiche come la nostra che in passato erano legate alle Casse di Risparmio che avevano per tradizione la beneficenza. Le fondazioni possono costituire una risorsa

fondamentale per sostenere lo sviluppo sociale, culturale, politico ed economico di un Paese. La condizione perché ciò si realizzi è che le fondazioni possano operare liberamente. In questa sintesi si trovano anni di duro lavoro, impegnati nell’ottenere un riconoscimento formale come corpi intermedi, e – aggiungo – insostituibili della nostra società. Nella mission della Fondazione Cariplo rivedo il mio passato, la mia cultura, perfino il mio modo di essere, per questo motivo esserne presidente è un piacere per me oltre che un onore. Ma il compiacimento sta nel fatto che l’intero board della Fondazione, la Commissione Centrale di Beneficenza, il consiglio di amministrazione, condividono questa missione. E così, da quando è nata, nel 1991, la Fondazione è cresciuta e si è evoluta in relazione alla continua diversificazione dei bisogni del territorio, cercando nuove metodologie di intervento e nuove strategie. La missione di Fondazione Cariplo è quella di operare, senza scopo di lucro, con obiettivi di interesse generale e di utilità pubblica in vari settori, dall’arte alla

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cultura, dall’educazione alla ricerca scientifica, dalla sanità al sostegno alle categorie sociali più deboli. L’espressione che meglio definisce il ruolo della Fondazione Cariplo è quella che la prefigura come “una risorsa per aiutare le istituzioni sociali e civili a servire meglio la propria comunità”. La mia soddisfazione maggiore sta nel vedere che la Fondazione cresce, crescono le persone giovani che vi lavorano, aumentano le attività e siamo sempre alla ricerca di modalità moderne per fare meglio il nostro lavoro. La Fondazione Cariplo sostiene lo sviluppo e l’innovazione sociale, vuole dare un futuro alle idee. Il futuro di Milano, così come di molte città lombarde, è fortemente legato all’evento EXPO2015. Lei come giudica questa chance? L’Expo rappresenta una grande opportunità proprio per pensare allo sviluppo urbanistico partendo però dalle necessità reali delle persone, delle famiglie, delle giovani coppie, delle imprese e di tutti coloro che vivono e operano in città. Lo sviluppo urbanistico, infrastrutturale e viario ha senso se si tengono in considerazione le necessità primarie: occorre ridisegnare città vivibili e accoglienti, non solo nelle zone del centro, ma anche, e soprattutto, nelle periferie. Quale potrà essere il ruolo di Como in questo appuntamento internazionale? Como può sfruttare favorevolmente l’evento per aumentare la propria notorietà nel mondo: è una località piacevole a poca distanza da Milano, città fulcro dell’evento, immersa in una zona di grande attrattiva, dove i visitatori possono trovare ciò che una grande metropoli non può offrire. Giocano a suo favore anche la “pubblicità” che alcune star di fama internazionale le hanno fatto, scegliendo di viverci. Como deve farsi trovare preparata per partecipare all’organizzazione di eventi satellite, cercando di cogliere le proprie peculiarità. Ma deve soprattutto farsi trovare pronta, a creare i presupposti perché l’evento sia da volano per il futuro. Su quali progetti, secondo la sua esperienza, Como dovrebbe puntare in vista di questa prestigiosa occasione per differenziarsi da altre province lombarde? E quanto Lei e la Fondazione potrete essere d’aiuto a questi progetti? La Fondazione Cariplo ha sempre dimostrato attenzione nei confronti del territorio di Como, così come per quelli delle altre province lombarde: è il presupposto della nostra attività. Ogni anno eroghiamo contributi per milioni di euro. C’è un grande progetto di particolare importanza che potrà davvero rappresentare il fiore all’occhiello in vista dell’Expo 2015, quello dei Magistri Comacini, un grande intervento, perfino complesso, di rilancio delle bellezze dell’Isola Comacina e del Centro ed Alto Lago, finanziato, alcuni anni fa, con oltre 7 milioni di euro: quel progetto sta proseguendo nella sua realizzazione. Nel 2007 (secondo l’ultimo bilancio

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GIUSEPPE GUZZETTI An interview with one of Como’s illustrious sons

His life, the mission of the Fondazione Cariplo and Como’s role in Expo 2015

approvato) la Fondazione Cariplo ha concesso agli enti non profit che operano nella provincia di Como contributi per oltre 18 milioni di euro. Un terzo di questi contributi sono andati al settore dell’arte e della cultura, ma il 38% è stato destinato a progetti di carattere scientifico. Dati che confermano che questo è un territorio dalle grandi tradizioni culturali, ricco di un patrimonio artistico e architettonico importante, da conservare e rilanciare; in più ha capacità di innovazione, ed è molto impegnato sul fronte della ricerca scientifica. Como dispone di due università (Insubria e Politecnico); ho visto, recentemente, avviarsi iniziative per la formazione del capitale umano di eccellenza e per il sostegno con strumenti di ricerca e finanziari che possono dare una mano al difficile futuro dei giovani e alle aziende comasche. Da questa lettura, a partire dal nostro osservatorio, verrebbe da dire che Como dovrebbe puntare sulla sua tradizionale accoglienza turistica, cogliendo le opportunità che le vengono offerte dal suo territorio, dal suo splendido lago e dai suoi prestigiosi monu-

menti. Ma l’Expo 2015, non deve rappresentare un’occasione per differenziarsi, semmai per fare rete. Solo così l’evento avrà successo anche in seguito, una volta terminata la manifestazione. Un territorio, oggi, come qualsiasi altra attività, deve essere in grado di diversificare il rischio: ecco perché puntare tutto e solo sul turismo può essere un errore: occorre crescere in tutti gli ambiti, in mondo armonico, così da essere pronti a sopportare eventuali crisi in un settore. Ecco perché è importante la tendenza riscontrata dalla Fondazione che vede Como impegnata anche sul fronte della ricerca scientifica: significa che dietro la splendida cornice fatta di lago e montagne, c’è un tessuto impegnato anche su altri fronti. Questa può essere l’arma vincente.

Magic Lake meets lawyer Giuseppe Guzzetti, Chairman of the Fondazione Cariplo to discuss the Como area, his brilliant career and Expo2015. President Guzzetti, you are looked upon as an exceptional Comascan born in Turate and reaching the heights of your profession in the Lariano provincial capital. Tell us about your personal ties with the area. My roots, my family and my fondest memories are here, although my life has taken me elsewhere to Milan, Rome,... But I still live in this area and appreciate its beauty and landscapes, and I like to keep up to date with what’s going on. I’ve managed to keep up with friends, acquaintances and former colleagues; and I’ll never forget the development I’ve seen taking place under my very eyes, such as that in certain areas like the Top Lake for instance, which were backward in terms of infrastructure and services as well as being poor. That many of those problems have now been solved is cause for personal satisfaction.This all happened many years ago when smuggling to and from Switzerland was still rife. Nowadays there are cross-border commuters, workers who have turned a negative starting position (living up in the mountains often isolated and far away from the provincial capital, with no jobs... ) round to their advantage. Chairman of the Fondazione and ACRI, President of Regional Council of Lombardy and Senator of the Republic, member of both the First Senate Committee (Constitutional Affairs) and the Upper and Lower House Committee for Institutional Reform, as well as of the Council of Europe and the West European Union. These posts tell us about your present and past and are indicative of a person of great stature on the national and international scene. What does your future hold? In everything I’ve done I’ve always tried to treat people with consideration and respect in keeping with what my parents inculcated in me. And above all I’ve always set great store on the advice of old people who from my childhood happened to be close to me; my mater-

nal grandmother who was barely literate but possessed common wisdom which she loved to impart through adages in dialect: simplicity and humility, with those words she could communicate a great deal. But nowadays English is all the rage... The wisdom of those people put me in good stead. Then life has given me a great opportunity to live out these principles in prestigious environments. And that treasure chest of values has been invaluable to me: even great institutions are made up of people whom you have to work with, come up against and battle things out with if necessary, without ever ignoring the limits imposed by having men and women in front of you who possess absolute values. Although politics used to play an enormous part in my life for a long time, I’ve finished with them for ever. My great current commitment to philanthropic work draws a lot on my past experience: I’ve tried to synthesize it and use it as effectively as possible to do a good job in serving those who work quietly - often for nothing - for others. So

my future will be spent doing this focussing my attention on young people who in effect represent the future of our country. The Fondazione Cariplo has one specific mission: philanthropy supporting non-profit organisations. To what extent do you share the foundation’s vision? I’ve personally been lucky enough to live through the total transformation of charitable trusts like ours which used to be connected with the Casse di Risparmio which was traditionally involved in charity work. Foundations can play a pivotal role in sustaining a country’s social, cultural and economic development. For this to happen foundations must be able to operate freely. This all takes years of hard work in order to obtain formal recognition as go-between bodies which - let me add - are irreplaceable in our society. In Fondazione Cariplo’s mission I continue to see my past, my culture and even my own persona; and that’s why being its chairman is both a pleasure and an honour for me. But what’s really satisfying

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is the fact that the whole board of the Foundation, the Central Benefit Committee and the board of directors share this mission. So since its inception in 1991, the Foundation has grown and evolved in keeping with the continuous diversification of the area’s needs by adopting new approaches and strategies. Fondazione Cariplo’s vision is that of working (for no financial gain) towards goals of general interest and public usefulness in various spheres such as art, culture, education, scientific research, health and supporting vulnerable members of spociety. Fondazione Cariplo’s role might best be summed up as “a resource to help social and civil institutions to serve their own community better.” I get enormous satisfaction from seeing the Foundation grow, together with the young people working in it and its range of activities; we’re always seeking up-to-date ways to achieve our ends more effectively. The Fondazione Cariplo backs development and social innovation, as it tries to turn ideas into future actions. Like many towns in Lombardy, Milan’s future is strongly bound up with the Expo 2015 event; how do you rate this chance? Expo represents a great opportunity for urban regeneration - as long as the real needs of people, families, young couples, businesses, and all those who live and work in the city are catered for. Infrastructural urban regeneration etc., makes sense if primary prerequisites are borne in mind: the town needs redesigning so as to be liveable and welcoming not just in the city centre but also and above all on the outskirts. What role could Como play in this international appointment? Como can exploit the event favourably to up its world profile: it’s a pleasant locality near the event’s pivotal city Milan, and is set in a highly attractive area where visitors can find things a great metropolis can’t offer them. The good ‘publicity’ from international stars choosing to live here plays in its favour as well. Como must make sure it’s ready to organise satellite events showcasing its own unique points. But the keyword is readiness - creating the preconditions for the event to pave the way for the future. Based on your experience, what sort of projects should Como be envisaging for such a prestigious occasion singling it out from other Lombard provinces? And how much can such projects expect to be helped by you and the Foundation? The Fondazione Cariplo has always been sensitive to the needs of the Como area - as it has for other Lombard provinces: that’s what we’re all about. Every year we donate millions of euros. One hugely important project which might well turn out to be the forthcoming EXPO2015 jewel in the crown is that of the

Magistri Comacini; this is a grand, somewhat complex scheme to reinstate the beauty of the Isola Comacina and the Central and Top lake areas. Funded some years back to the tune of over 7 million euros the scheme is undergoing implementation. In 2007 (in accordance with the last budget passed) the Fondazione Cariplo donated over 18 million euros to non-profit bodies operating in the Province of Como. A third of the sums donated went towards art and culture, whereas 38% went towards science projects - figures confirming our area’s great cultural tradition with an important artistic and architectural heritage worth preserving and reinstating; it is moreover an area capable of innovation and at the cutting edge in scientific research. Como boasts two universities (Insubria and Polytechnic); I recently saw plans to raise human capital of excellence to support vehicles of research and funding, to give Como’s young people and businesses a hand in tackling a difficult future.

Such considerations prompt us to say that Como should make the most of its traditional way of welcoming tourists through exploiting its area’s amenities, its splendid lake and fine monuments. But Expo2015 shouldn’t be used to stress differences but rather to interact. Only this way will the event have positive longterm repercussions. The management of an area (like any other business) must entail risk spreading, which is why putting all your eggs in one tourist basket is wrong: all sectors need harmonious growth in order to get through individual sector crises. Hence the importance of the Foundation’s trend also to back scientific research in Como: it means that behind the splendid backdrop of the lake and the mountains, there’s action on other fronts too. This may be a winning weapon.

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TERRITORIO

Sapori d’AUTUNNO intorno all’ANTICO TORCHIO A Palanzo si rinnova la tradizionale sagra di ottobre di Daniela Giunco foto Zambra

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In queste pagine e nelle precedenti, alcune immagini del torchio di Palanzo On this pages and on the previous pages, some images of Palanzo’s old wine press

Ogni anno, quando l’estate è ormai finita, ma l’autunno, sulle rive del Lario, regala ancora giornate di struggente bellezza, un gigante centenario si risveglia e intorno a lui un intero paese è in festa dal mattino alla sera. Il piccolo paese è Palanzo, un borgo arroccato a un’altezza di settecento metri sulle pendici dei monti lariani, sopra Faggeto Lario (di cui oggi Palanzo è frazione); un borgo antico fatto di case in pietra tra cui si snodano come rughe vicoli acciottolati di montagna. Le case qui hanno mantenuto le caratteristiche architettoniche delle semplici abitazioni contadine, impreziosite da bei portali e volte in sasso, cortili, androni, ballatoi in legno ingentiliti dai fiori. La festa è annunciata da un profumo fragrante di castagne e salsiccia che si spande per le vie, ammalia e cattura il cuore e lo stomaco. È questo profumo a guidarti da lui, dal gigante custodito , come in una teca, dalle pietre del centenario edificio che gli venne eretto intorno, quasi a proteggerlo dalle ingiurie del tempo e, dentro lo scrigno di sasso, eccolo alfine: un gigantesco torchio del 1500 ricavato da un unico tronco di castagno, e non un castagno qualunque, ma un albero di dodici metri di altezza. Lo vollero costruire gli abitanti di Palanzo nel 1572, utilizzando appunto un castagno che sorgeva

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in quel luogo e, da allora, generazione dopo generazione, lo utilizzarono per ricavare dalle noci il prezioso olio e dalle viti un vinello aspro e sapido detto “bruschett”. Ogni anno, la seconda domenica d’ottobre, il gigante rinasce e viene rimesso in azione per spremere il succo di turgidi grappoli d’uva e si gode la festa allegra del paese fatta di musiche, balli e profumi. Una festa d’autunno con i sapori e l’atmosfera d’un tempo: il profumo delle caldarroste ricorda che è arrivato l’autunno, l’aroma saporoso delle salamelle e delle salsicce riporta alla mente l’atmosfera contadina, i ritmi delle stagioni di un tempo in cui i prati intorno a Palanzo erano coltivati a granoturco e orzo e per delimitare i poderi venivano piantate le viti. Ogni contadino in ottobre era impegnato nella sua piccola vendemmia, pigiava l’ uva raccolta nei tini e portava al torchio le vinacce per una seconda spremitura. Non si buttava nulla, allora. Dopo le avventure e le stravaganze estive la sagra del torchio ti riconcilia con la tranquilla normalità dei ritmi naturali contadini, della vita com’era un tempo, degli antichi mestieri: è l’occasione per ritrovarsi in allegria, per godere degli ultimi tepori quando l’inverno è ancora lontano.

Tastes of autumn around the old wine press Palanzo hosts a rerun of the traditional October feast

Every year when summer is over but autumn on the banks of the Lario still has beautiful romantic days to offer, an age-old giant reawakens and around him from morning to night a whole village is in festive mood. The village is Palanzo, a hamlet nestling on Lake Como’s mountain slopes above Faggeto Lario (which Palanzo is now part of) at a height of 700 metres; an ancient group of stone dwellings furrowed by cobbled mountain streets. The houses here have preserved the same architectural features of simple peasant dwellingplaces, embellished by stone portals and vaults, and courtyards, entrances and wooden balconies, ornated with flowers. The feast is announced by a fragrant aroma of chestnuts and sausages wafting through the streets, bewitching and capturing hearts and stomachs. And this very aroma leads you to this giant imprisoned as if in a shrine by the stones of the ancient buildiong built round him, as if to shield him from the ravishes of time; then at last within a casket of stone stands the huge 16th century wine press carved out of a single chesnut-tree trunk - and not just any old chestnut tree - but a 12-metre long tree. The inhabitants of Palanzo wanted to build it in 1572, using a chestnut tree which in fact stood in that very place; and since then generation

after generation has used it to extract precious walnut oil, and from the vines a sour yet tasty little wine called bruschett. Every year on the second Sunday in October, the giant is reborn and pressed back into service to squeeze the juice out of turgid bunches of grapes as well as enjoy the merry village festivities consisting of music, dancing and aromas. An autumn feast with the flavours and atmosphere of yesteryear: the smell of the roasting chestnuts reminds you that autumn is here; the tasty smell of the salami and sausages is reminiscent of a rural atmosphere; the rhythm of the seasons takes you back to when the fields around Palanzo were cultivated with maize and barley, and vines would be planted as farmland boundries. In October all the peasants would be tied up harvesting their few grapes; the grapes picked would be crushed in vats and any remaining marc would be taken to the press for a second pressing. In those days nothing was wasted. After your adventures and overdoing things in the summer, the feast of the wine press is a gentle way of returning to the quiet normality of the natural rhythms of the countryside, life as it used to be with its ancient crafts: it’s an occasion for a jolly get-together to enjoy the last warm days when winter is still a long way off.

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ARCHITETTURA

BSI Swiss Architectural Award

che la correda, intende offrire uno spaccato significativo della produzione architettonica contemporanea, registrandone orientamenti, temi e figure emergenti. Un’iniziativa che, negli auspici di Mario Botta, presidente della giuria e vice-presidente della BSI Architectural Foundation, intende rafforzare il ruolo di Mendrisio quale polo di eccellenza nel campo dell’architettura. BSI Swiss Architectural Award come simbolo del dialogo fra istituzioni culturali e finanziarie che insieme danno prova della volontà concreta di voler analizzare e ridefinire la complessità dei nessi tra sviluppo, sensibilità ambientale, impegno cosciente e autonomia di pensiero, individuale e comunitaria.

BSI Swiss Architectural Award The international circuit for architecture prizes will have an important new date this year: 13 November 2008. On this date the winner of the first BSI Swiss Architectural Award will be awarded. This new award is preannounced to become one of the most prestigious in its field. Quest’anno il panorama dei premi di architettura internazionali si arricchisce di un nuovo significativo appuntamento: il 13 novembre, infatti, sarà premiato il vincitore della prima edizione del BSI Swiss Architectural Award, riconoscimento che si preannuncia tra i più prestigiosi del settore. Nel dicembre del 2006 è stata costituita da Banca del Gottardo una Fondazione per la promozione delle conoscenze, della formazione e della ricerca nel campo dell’architettura, questo interesse è stato concretizzato con l’istituzione del Premio stesso. Con l’acquisizione di Banca del Gottardo da parte di BSI SA, tale coinvolgimento nel campo dell’architettura continua a essere attuale e la partecipazione a questo progetto sta prendendo sempre più corpo e importanza dimostrando, ancora una volta, il forte legame che BSI ha con la cultura contribuendo così alla crescita di una diffusa consapevolezza circa l’importanza della scienza e delle arti per la vita quotidiana e per lo sviluppo sostenibile della nostra società. BSI Swiss Architectural Award intende riconoscere e segnalare all’attenzione del pubblico

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e dei media gli architetti che, attraverso le loro opere, offrono un contributo rilevante alla cultura architettonica contemporanea, dimostrando particolare sensibilità nei confronti del contesto paesaggistico e ambientale. Sola condizione è che i candidati non abbiano superato i 50 anni di età e abbiano realizzato almeno tre opere significative: due requisiti fissati al fine di segnalare architetti di provata esperienza, ma non ancora compiutamente affermati sulla scena internazionale. Il prestigio del premio, generosamente dotato (per il vincitore è prevista una ricompensa di 100mila franchi svizzeri), non deriva soltanto dall’autorevole patrocinio dell’Ufficio Federale della Cultura della Confederazione Svizzera e dell’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera Italiana (il direttore, Valentin Bearth, siede tra i membri della giuria), ma anche dal particolare meccanismo di selezione, che affida la segnalazione dei candidati a un collegio di consulenti scelti tra architetti e critici del settore di fama internazionale. Così la prima edizione ha potuto fruire della collaborazione di architetti e intellettuali del calibro di Laurent Beaudouin (Francia), Gonçalo Byrne (Portogallo), Alberto

Campo Baeza (Spagna), Massimo Carmassi e Roberto Collovà (Italia), Kenneth Frampton (Stati Uniti), Dan S. Hanganu (Canada), Yung Ho Chang (Cina), Kengo Kuma (Giappone), Paulo Mendes da Rocha (Brasile), Boris Podrecca (Austria), Anant Raje (India) e Bruno Reichlin (Svizzera). Un collegio davvero internazionale, che ha comunicato alla giuria del premio, presieduta da Mario Botta e composta da Emilio Ambasz (Stati Uniti), Valentin Bearth (Svizzera), Davide Croff (Italia) e Zhi Wenjun (Cina), i nomi di 30 candidati selezionati tra professionisti del mondo intero. Il carattere cosmopolita del collegio di consulenti e di giurati ha determinato una composizione assai variegata dal punto di vista geografico e culturale dei candidati, assicurando al premio visibilità e rilevanza internazionali. L’organizzazione del premio, affidata all’Archivio del Moderno dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, con la collaborazione di BSI SA, avrà il suo culmine nella cerimonia di premiazione, che si terrà all’Accademia di Architettura, come detto, il 13 novembre prossimo. In quell’occasione sarà pure allestita, presso la Galleria dell’Accademia, un’esposizione delle opere presentate dai candidati: mostra che, insieme al catalogo

In December 2006 Banca del Gottardo set up a foundation for promoting knowledge, education and research in the field of architecture. The new architecture award is a specific expression of this interest. This involvement in the field of architecture has not stopped with the recent acquisition of Banca del Gottardo by BSI AG. Participation in this project is growing as its importance, demonstrating once again BSI’s strong cultural ties. BSI is committed to helping raise awareness of the importance of science and the arts in daily life and in the sustainable development of our society. The purpose of the BSI Swiss Architectural Award is to recognize, and bring to public and media attention, those architects who have made an important contribution to contemporary architecture and who have shown particular sensitivity to the landscape and environmental context of their designs. The only conditions are that candidates must not be older than 50 and must have produced at least three major works. The purpose of the two conditions is to showcase architects with experience but who have not yet gained widespread international fame.

Da sinistra Barbara Cortella, Head of Foundation Management, Zhi Wenjun, Giurato, Emilio Ambasz, Giurato, Felix Ehrat, Presidente della Fondazione, Valentin Bearth, Giurato e Direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio, Nicola Navone, Vice Direttore dell’Archivio del Moderno e coordinatore della segreteria del Premio e Mario Botta, Presidente della Giuria e Vice Presidente della Fondazione

The award includes generous prize money, with the winner due to receive CHF 100,000. Its prestige does not derive solely from the authoritative sponsorship of the Swiss Federal Office for Culture and the Academy of Architecture of the Università della Svizzera Italiana (the director of which, Valentin Bearth, is a member of the award jury), but also from the specific way in which the candidates are selected. A group of internationally renowned architects and architectural critics act as advisors to make the selections. In its first year, the award will benefit from the collaboration of architects and thinkers of the calibre of Laurent Beaudouin (France), Gonçalo Byrne (Portugal), Alberto Campo Baeza (Spain), Massimo Carmassi and Roberto Collovà (Italy), Kenneth Frampton (United States), Dan S. Hanganu (Canada), Yung Ho Chang (China), Kengo Kuma (Japan), Paulo Mendes da Rocha (Brazil), Boris Podrecca (Austria), Anant Raje (India) and Bruno Reichlin (Switzerland). This international group gave the award jury the names of 30 candidates selected from professionals around the world. The award jury is chaired by Mario Botta and comprises Emilio Ambasz (United States), Valentin Bearth (Switzerland), Davide Croff (Italy) and Zhi Wenjun (China). The cosmopolitan nature of the advisor group and the award jury has led to a wide range of countries and cultures being represented among the candidates and ensures that the award will have international visibility and relevance. The organization of the award is being handled by the Archivio del Moderno of the Academy of Architecture in Mendrisio, with the collaboration of BSI AG. The award will be presented at an award ceremony at the Academy of Architecture on 13 November. For the occasion there will also be an exhibition of the works submitted by the candidates at the Academy’s gallery. The exhibition along with accompanying catalogue will offer an insightful look at contemporary architecture, including the current trends, topics and emerging architects. This purpose of the initiative, as Mario Botta, the chairman of the award jury and vice president of

From the left to the right: Barbara Cortella, Head of Foundation Management, Zhi Wenjun, member of the Jury, Emilio Ambasz, Member of the Jury, Felix Ehrat, President of the Foundation, Valentin Bearth, Member of the Jury and Director of the Academy of Architecture in Mendrisio, Nicola Navone, Vice-Director of the Archivio del Moderno and coordinator of the Award secretary and Mario Botta, President of the Jury and Vice-President of the Foundation

the BSI Architectural Foundation, pointed out, is to raise the profile of Mendrisio as a hub of excellence in the field of architecture. Mendrisio is the home of the Academy of Architecture of the Università della Svizzera Italiana and the Archivio del Moderno. The BSI Swiss Architectural Award is a symbol of the dialogue between cultural and financial institutions. Together, these institutions have put a high priority on analysing and redefining the complex links between growth, environmental awareness, responsible commitment and independent critical thinking in individuals and in the community.

INFO Per ulteriori informazioni: For further information: BARBARA CORTELLA FOUNDATION MANAGEMENT tel. +41 (0)91 809 45 61 Fax +41 (0)91 809 40 50 barbara.cortella@bsibank.com

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PEOPLE

Graziella Martini Giobbi

Una donna di successo negli anni del boom economico

In queste pagine, alcune immagini delle precedenti edizioni del Macef On this pages, some images of Macef last edition

di Fabrizio Barabesi Donna e manager di successo. Un binomio impensabile specialmente se si volge lo sguardo all’Italia degli anni Sessanta, quando per il gentil sesso sembrava impossibile conquistare ruoli di rilievo nel mondo professionale. Ma queste difficoltà non hanno spaventato Graziella Martini Giobbi, che grazie alla determinazione tipica dei porlezzesi come lei, è riuscita a imporre in un mondo prettamente maschile le sue doti imprenditoriali e la sua astuzia femminile. Le capacità innate e la grande esperienza maturata come dirigente d’azienda, l’hanno portata a fondare, insieme al marito, Massimo Martini, il Macef, prestigiosa fiera internazionale della casa nata nel 1964. È così che la signora Giobbi ha cominciato la sua brillante carriera di ma-

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nager fieristico. E c’era da aspettarselo da una porlezzese doc innamorata del lago di Como e della silenziosa operosità dei suoi abitanti. Una donna che ha sempre tenuto fede al suo motto: «Bisogna impegnarsi e lavorare duramente piuttosto che parlare». E così è stato fin dalla più tenera età: da giovane lascia la tranquillità della natia Porlezza e si trasferisce con la famiglia a Milano, al seguito del papà impiegato delle Ferrovie Nord. È proprio all’ombra della Madonnina che ottiene le sue due lauree, una in Economia e Commercio all’Università Cattolica e una in Giurisprudenza alla Statale. Questo brillante curriculum accademico è solo l’inizio di una vita ricca di impegni professionali che non hanno però mai offuscato il suo attaccamento alla famiglia:

madre di tre figli, ha saputo ben conciliare il suo essere mamma con il ruolo di spicco nell’ambiente fieristico italiano. Nel binomio lavoro-vita privata, centrale è stata la figura del marito, in memoria del quale, la manager lariana, dal 2006 vicepresidente vicario di Fondazione Fiera Milano, ha istituito il premio “Macef design Massimo Martini”, rivolto ai designer emergenti. Ancora oggi Graziella Martini Giobbi si dedica a tutti questi impegni anima e corpo. E il segreto di tanta energia non va cercato lontano. «Non appena posso – ci confida Graziella Martini Giobbi – ritorno nella mia casa di Porlezza. Qui mi rilasso e mi ritempro godendo della bellezza del nostro lago».

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Graziella Martini Giobbi A Successful Woman in the Boom Years

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Woman and successful manager; an unlikely combination especially back in the 60s when the fair sex found it virtually impossible to make it to the top in the professional world. But such difficulties didn’t scare Graziella Martini Giobbi, who used her Porlezza determination to break into a totally male world with her entrepreneurial flair and feminine astuteness. Her innate ability and wealth of experience acquired as a company executive, paved the way for her and her husband Massimo Martini to found Macef, the prestiious international home fair born in 1964. That’s how Mrs Giobbi began her brilliant career as exhibition manager. All par for the course from a DOC inhabitant of Porlezza in love with Lake Como and its inhabitants’ attitude of quietly getting on with the job. A woman who’s always been faithful to her motto: “Knuckle down and work hard rather than talk.” That’s how she’s been since childhood: still young she left the tranquillity of her native Porlez-

za and moved to Milan with her family, following her father employed by Ferrovie Nord. She graduated right beneath the Madonnina in Economics and Business Studies at the Catholic University and in Law at the State University. These brilliant academic achievements were just the beginning of a professionally demanding life which has never however interfered with her family ties: mother of three children she has ably reconciled her being a mother with her top job in the Italian exhibition world. A pivotal role in combining work with private life was played by her husband in whose memory the Como manager (who since 2006 has been Vice Presidente Vicario di Fondazione Fiera Milano) has introduced the ‘Macef Design Massimo Martini’ award for up-and-coming designers. Even today Graziella Martini Giobbi gives such commitments all she’s got. And the secret of all this energy is close at hand. “As soon as I can,” she confesses, “I go home to my house in Porlezza, where I chill out and enjoy our lovely lake”.

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EVENTI

Macef Lab

A Villa Erba l’innovazione dell’accessorio per la casa di F. Bar.

Macef Lab

At Villa Erba Innovation in Household Accessories

Un momento della presentazione di Macef Lab lo scorso settembre a Villa Erba A moment of Macef Lab press conference last September at Villa Erba

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Il futuro nasce dall’innovazione. È questo il principio che animerà il “Macef Lab” un prestigioso convegno internazionale, fortemente voluto per diffondere la conoscenza. L’evento è programmato per il prossimo mese di gennaio nella suggestiva cornice di Villa Erba a Cernobbio. Si tratta di un progetto, ideato e realizzato da Fiera Milano International, che presenterà e illustrerà i più significativi esempi di innovazione e ricerca nel mondo degli accessori per la casa. Diciassette aziende esporranno, nei padiglioni del polo fieristico di Cernobbio, i risultati del loro incessante lavoro di ricerca. E il settore della casa, grazie al genio italico, da sempre ci offre nuovi oggetti, nuove idee e nuove forme esportate nel mondo intero. Potremo così vedere l’evoluzione di oggetti originalissimi come le sedie o gli sgabelli a forma di molare o di volto umano. Oppure dell’accappatoio fatto con una fibra ottenuta al 100% dal legno. «Tutti oggetti che poi vengono effettivamente utilizzati in casa», precisa l’amministratore delegato

di Fiera International, Sandro Bicocchi. Intorno all’aspetto pratico e tangibile dell’universo casa, tutti i protagonisti di questo mondo si confronteranno e potranno trarre spunti per migliorarsi, utilizzando tecniche e metodi innovativi. «È un’iniziativa volta a creare un ponte di conoscenza e stimolo tra le aziende che fanno riferimento al Macef, cioè al mondo della casa – spiega Sandro Bicocchi – Il Lab, costola del Macef, nasce dunque come un vero e proprio laboratorio dove creare. Deve essere una risposta alla crisi dei consumi in atto, con la certezza che risulteranno favorite le imprese capaci di sviluppare e consolidare le proprie capacità innovative».

The future is the brainchild of innovation. This principle will animate ‘Macef Lab’: a prestigious international conference, responding to the great demand for the dissemination of knowledge. The event is planned for January in the evocative setting of Villa Erba in Cernobbio. The project was thought up and implemented by Fiera Milano International, which will present and illustrate the most significant examples of innovation and research in the world of household accessories. Seventeen companies will be showcasing the results of their ongoing research work in the pavilions of Cernobbio’s exhibition centre. Thanks to Italian ingenuity the home sector has always offered us new objects, ideas and forms which are exported worldwide. So we’ll be able to see the evolution of such basic items as chairs or stools into the shapes of molar teeth or human faces. Or else bathrobes made from 100% wood fibres. “All objects that are in fact used in the home,” specifies Fiera International’s managing director Sandro Bicocchi. Practical and tangible aspects of the house will undergo comparison by operators gleaning tips to improve by using innovative techniques and methods. “The event aims to build bridges of know-how and stimulus between companies who follow Macef’s lead, i.e. the world of the home,” explains Sandro Bicocchi. “The Lab - a spin-off of Macef - has been conceived as a full-blown creative workshop. It must be a response to the current consumer crisis, and provide the certainty that businesses who develop and consolidate their capacity to be innovative will come out on top.”

Alcuni oggetti innovativi per la casa esposti al Macef Lab Some innovative household accessories exposed to Macef Lab 69


TERRITORIO

C’era una volta il CONFINE di Rodolfo Mecarelli*

Sopra e a sinistra, cartoline dall’Archivio fotografico Museo 6ª Legione Guardia di Finanza, Como A scorrere le fotografie di tanti anni fa, leggendone le didascalie, sembra quasi impossibile, considerate le condizioni attuali, che lungo i crinali delle montagne e i sentieri che collegano il territorio italiano con quello svizzero, per moltissimi anni, si siano fronteggiati uomini con la divisa della Guardia di Finanza e i contrabbandieri. Moltissimi anni. Più di una generazione se, con la memoria, torniamo sino alla seconda metà dell’800 quando furono utilizzati anche i cani per contrabbandare merci e un giovane finanziere inventò la rete di Stato, a protezione doganale di alcuni tratti di frontiera. Tantissime storie di persone. Amare storie che sono continuate anche nel XX secolo. Anzi, nel Novecento il contrabbando si fa ancora più cruento tanto da provocare innumerevoli morti e disgrazie. Tanti morti sia tra le Fiamme Gialle (anche le guardie di confine del Canton Ticino ebbero i

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loro caduti) sia tra gli stessi contrabbandieri. Una volta la neve con le slavine, un’altra un crepaccio o le acque del lago, un’altra ancora un colpo d’arma da fuoco. E per tutti una giustificazione: per i finanzieri, il dovere di proteggere i confini d’Italia dal traffico illecito di merci di ogni genere, a tutela non solo dell’Erario ma anche degli imprenditori e dei commercianti onesti, quelli cioè che producono e vendono le merci rispettando le leggi nazionali, in particolare quelle tributarie. Per i contrabbandieri, che ritenevano di fare il contrabbando “per necessità”, a causa delle scarse risorse economiche comasche che ebbero anche l’effetto di provocare l’emigrazione di una parte della popolazione verso aree più sviluppate. Le cronache di quei tempi ci ricordano che le autorità italiane e svizzere emanavano leggi e regolamenti, lanciando anche proclami contro il

Above and left, photographic postcards from The 6th Legion Museum Guardia di Finanza, Como

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contrabbando; che la Guardia di Finanza continuava a impegnare centinaia di uomini lungo il confine in qualsiasi ora di ogni giorno dell’anno; che i contrabbandieri continuavano a fare i contrabbandieri arrivando a proporre, addirittura, la legalizzazione del contrabbando stesso, coinvolgendo in questo fenomeno illegale tanti giovani nati nei paesi vicini alla frontiera. È lecito, credo, chiedersi se si poteva fare di più (e meglio) da parte degli organi preposti al governo nazionale e a quello delle città, agli amministratori dei piccoli comuni nei territori di confine, ai maestri e ai professori delle scuole, agli imprenditori, agli intellettuali, ai preti.

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Penso, per esempio, a un maggior sviluppo economico del territorio per offrire più (e migliori) posti di lavoro; penso alla scuola dove la cultura alla legalità – al rispetto cioè delle regole di una comunità – deve essere un punto fermo, direi l’asse portante sul quale fondare tutta la conoscenza dei giovani studenti, i futuri cittadini adulti del Paese. E nel frattempo, in un periodo lunghissimo, tanti uomini (a volte anche le donne) nei territori di confine sfidavano le leggi dello Stato e con esse i finanzieri, la maggior parte dei quali, provenendo dalle regioni del Centro-Sud d’Italia, si ritrovavano su montagne sconosciute nel tentativo

Sopra, finanzieri in ricognizione con l’elicottero AB 412 nei pressi del vecchio Distaccamento del Giovo. A destra, uno dei cippi di confine tra l’Italia e la Svizzera, in prossimità dell’oratorio di San Jorio Above, Finazieris patrol with the AB 412 helicopter near the old Giovio’s Detachment. Right, one of stone border between Italy and Switzerland, close to the San Jorio church

di fare fino in fondo il proprio dovere. Per poche lire, emigranti in divisa con l’onere, in primo luogo, di non macchiarla con atti disonesti. Tra poche settimane, il 1º novembre – tra l’Italia e la Confederazione Elvetica – sarà data esecuzione all’Accordo di Schengen. Ciò significa che le persone avranno piena libertà di passaggio tra i due Stati. E seppur resterà ancora un regime doganale e valutario diverso tra i due Paesi, non c’è dubbio che questa data avrà una portata storica. La Svizzera condividerà con i Paesi dell’Unione europea le banche dati di polizia, i controlli e

le attività previste – dall’Accordo stesso – nelle zone transfrontaliere. Un passo decisivo della Svizzera verso l’Unione Europea e dell’Unione verso la Confederazione. Scorgendo ottimisticamente, quindi, nel prossimo 1º novembre una prima tappa di altre che verranno, attraverso le quali anche le merci e i capitali godranno della piena libertà di circolazione, si può affermare che “c’era una volta il confine”. Senza però dimenticarlo. Non per un superficiale e qualunquistico “romanticismo” ma per rispetto e in memoria di tutti i caduti, dei destini interrotti, delle sofferenze di tutte quelle persone, in divisa e non, che proprio

lungo il confine hanno vissuto lunghi, indimenticabili e irripetibili momenti della loro vita facendo la storia di questa terra di frontiera.

LA 6ª LEGIONE La 6ª Legione della Guardia di Finanza di Como istituita al termine del 2° conflitto mondiale con D.M. 11 dicembre 1945, e soppressa il 31 dicembre 1999, si estendeva ,all’atto della fondazione, su una superficie di kmq 6.569,45 comprendente le province di Como, Varese, Sondrio e l’attuale provincia di Lecco.

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Dal Comando , che aveva la sua sede presso il prestigioso Palazzo Terragni in Piazza del Popolo a Como, dipendevano 3.176 militari, tra Ufficiali, Sottufficiali, Appuntati e Finanzieri. Questi militari limitatamente al territorio della Provincia di Como erano impiegati nei seguenti Reparti: Nucleo Polizia Tributaria Investigativa di Como Circolo di Como Circolo di Menaggio Ufficio del Servizio Naviglio con competenza sulle acque del lago di Como Le Fiamme Gialle – per combattere soprattutto il

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contrabbando – erano diffuse capillarmente sul territorio. Le caserme, infatti erano presenti in Como, Erba, Cantù, Lecco, Cernobbio, Maslianico, San Ambrogio, Piazzola, Monte Bisbino, Torriggia, Bugone, Murelli, Nesso, Binate, Ponte Chiasso, Olgiate Comasco, Ronago, Serafino, Mulini, Gironico, Parè, Drezzo, Colombirolino, Uggiate, Sommazzo, Rodero, Bizzarrone, Menaggio, Colico, Bellano, Dongo, Germasino, Giovo, Garzeno, San Jorio, Sommafiume, Gravedona, Baggio, Gera Lario, Dossoliro, Vincino, Porlezza, Osteno, Carlazzo, S. Nazzaro, Cavargna. Oria, S. Margherita, Dasio, S. Mamete, San Fedele Intelvi, Pellio Intelvi, Monte Cristè, Lan-

Veduta aerea dei monti dell’Altolago. Sullo sfondo Capo Spartivento

Cernobbio, Tavernola e la Valle del Breggia verso la Svizzera, sullo sfondo, le Alpi.

Aerial photography of Altolago mountains. In the background, Cape Spartivento

Cernobbio, Tavernola, Breggia Valley and Switzerland, in the background, the Alps

zo Intelvi, Argegno, Casasco Intelvi, Zocca dei Monti, Prabello. Durante la vigilanza sul confine italo-svizzero nel corso degli anni, per l’asprezza della frontiera lungo le montagne e la cruenta attività di contrasto ai traffici illeciti, sono deceduti in servizio 110 militari. In ricordo del loro sacrificio sono stati eretti nel tempo monumenti e lapidi , e sono state intitolate vie e piazze in alcuni Comuni della Provincia di Como.

*Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Como

Once upon a time there was the BORDER

When you look through old photos and their captions it’s hard to believe (considering the present state of things) that for many years along the mountain ridges and footpaths connecting Italy to Switzerland there was a state of conflict between men donning Guardia di Finanza uniforms and smugglers. Very many years; more than a generation if we cast our minds back to the 2nd half of the 1800s when even dogs were used to smuggle goods, and a young Finanziere thought of introducing a State Fence along stretches of the border for customs’ purposes. So many stories of people; bitter stories continuing into the 20th century as

well. Indeed, in the 1900s smuggling was to become even more ruthless causing large numbers of deaths and accidents. Many deaths both of Fiamme Gialle (also Canton Ticino’s Border Guards were killed) and smugglers. Sometimes it was snowslides, others it was crevices or drowning in the lake, other times again through being shot. And all of them had clean consciences: the Finanzieres’ duty was to stop Italy’s borders being used for all kinds of illegal traffic, not just to protect the Inland Revenue but also honest businessmen and traders who produced and sold goods respecting national laws, especially those regarding excise duty; the

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Sotto, segnaletica dei sentieri. A sinistram finanzieri in ricognizione al confine. (Archivio fotografico Guardia di Finanza) Below, signs of paths. Left, finanzieris patrol on the border. (Photo Archive Guardia di Finanza)

smugglers who considered contraband activity ‘necessary’ because of the state of the Como economy, leading to the emigration of some people to more developed areas. Contemporary reports remind us that the Italian and Swiss Authorities used to bring out laws and regulations, and even make official proclamations regarding smuggling: that the Guardia di Finanza were continuing to deploy hundreds of men along the border all day every day; that smugglers were carrying on with their activities and even suggesting the legalisation of contraband, as they involved handreds of local young people along the border in this illegal phenomenon. In my view you can’t help wondering whether national or local Bodies couldn’t have done more (and better), including small municipal authorities along the border, those involved in education, the business community, intellectuals and priests. For example, I’m thinking about greater local economic growth providing more (and better) job opportunities; and schools where a culture of legality - i.e. respect for a community’s rules - is absolutely pivotal for the education of young students who will be the future adult citizens of a Nation. And meanwhile over many years, many men (and sometimes women too) in the border area challenged the laws of the State and its Finanzieri, many of whom from the centre/south of Italy found themselves on unfamiliar mountains attempting to do their duty as well as they could. The onus was on poorly paid immigrants, above all not to disgrace the uniform by acting dishonestly. Shortly (on 1st November) Italy and Switzerland will be ratifying the Schengen Agreement enabling their citizens to move freely between the two States. And although the two Countries will still have separate customs regimes and different currencies, this date will undoubtedly be of historic importance. Switzerland and EU Countries will share the same Police data bases, controls and activities

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Un cippo di confine visto dal territorio Svizzero A border stone viewed by Switzerland

envisaged by the Agreement in the border areas. It’s a big step for both entities. So looking optimistically upon 1st November as the first of many measures through which goods and capital will also enjoy freedom of circulation, it can be stated that “once upon a time there was a border.” But let’s not forget it. Not out of superficial, off-the-cuff ‘romanticism’ but out of respect for the memory of all Those who Died, whose destinies were curtailed, and the suffering of those along the border - uniformed and ununiformed alike - who lived unforgettable and irrepeatable moments of their lives in the story of this great frontier land.

THE 6th LEGION The 6th Legion of the Como’s Guardia di Finanza established at the end of the 2nd World War with D.M. December 11th 1945, and abolished on December 31st 1999, stretched at the foundation, an area of 6569.45 square kilometers comprising

the provinces of Como, Varese, Sondrio and the province of Lecco. The Command had its headquarters at the prestigious Palazzo Terragni in Piazza del Popolo in Como. It had 3176 depended military, including officers, lieutenants. These military limited to the province of Como were used in the following departments: Nucleus Tax Police Investigative Como Circle of Como Circle of Menaggio Office of Service Naviglio competently on the waters of Lake Como The Yellow Flame - especially to combat smuggling - were spread throughout the territory. The barracks, in fact, were present in Como, Erba, Cantu, Lecco, Cernobbio, Maslianico, St. Ambrose, Pitch, Monte Bisbino, Torriggia, Bugone, Murelli, Link, Binate, Ponte Chiasso, Lívingston, Ronago, Serafino, Mills, Girona, Parè, Drezzo, Colombirolino, Uggiano, Sommazzo, Rodero, Bizzarrone, Menaggio, Colico, Bellano, Dongo, Germasino, Giove, Garzeno, San Jorio, Sommafiume, Gravedona, Baggio, Gera Lario,

Dossoliro, Vincino, Porlezza, Osteno, Carlazzo, S. Nazzaro, Cavargna. Oria, S. Margherita, Dasius, S. Mamete, San Fedele Intelvi, Pellio Intelvi, Monte Cristo, Lanzo Intelvi, Argegno, Casasco Intelvi, Zocca dei Monti, Prabello. One hundred ten military have died in service while monitoring the Italian-Swiss border over the years, for the harshness of the border along the mountains and bloody activities against trafficking. In memory of their sacrifice has been erected monuments and tombstones, and were entitled streets and squares in some municipalities of the province of Como.

*Provincial Commander Como’s Guardia di Finanza

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TERRITORIO

MENAGGIO & CADENABBIA GOLF CLUB

Un “green” SEMPRE VERDE di D.T.

Il green e la biblioteca del Golf Club Menaggio & Cadenabbia (foto Baricci). A destra, Vittorio Roncoroni e George Clooney Golf Club Menaggio & Cadenabbia green and library (photo by Baricci). Right, Vittorio Roncoroni and George Clooney 78

Cento anni e sempre “verde”. Un curioso gioco di parole per presentarvi non un arzillo vecchietto ma una tra le più belle e invidiate realtà lariane. Il Menaggio & Cadenabbia Golf Club infatti ha una storia alle spalle di tutto rispetto. Con Vittorio Roncoroni, presidente del club, facciamo un salto indietro nel tempo per scoprire notizie e curiosità. «La storia di questo club – spiega Roncoroni – è assolutamente affascinante e assomiglia a una fiaba. Sul finire dell’800, il Lago di Como era una delle destinazioni più frequentate dal turismo d’elite anglosassone in particolare le zone di Menaggio, Tremezzo, Cadenabbia e Bellagio. Il 10 gennaio 1907, quattro signori

inglesi, capeggiati dal banchiere Henry John Mylius, si riunirono all’Hotel Victoria di Menaggio per fondare proprio quello che sarebbe divenuto il Menaggio & Cadenabbia Golf Club». I fratelli Roncoroni, si avvicinarono al golf dopo la Seconda guerra mondiale. Uno dei fratelli, Antonio, si appassionò a tal punto da coinvolgere gli altri componenti della famiglia all’acquisto del club che avvenne nel 1961. Non solo buche e “green”, al Golf Club c’è una rarità: la suggestiva biblioteca, che è universalmente considerata il più prezioso concentrato di pubblicazioni golfistiche esistente al mondo. Per i più esigenti e precisi, i volumi sono ben 1.200! E parlando

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di golf, viene naturale interrogarsi sull’abilità di Vittorio Roncoroni: «Ho incominciato a giocare nel 1959 ma la vera passione nacque qualche anno dopo, quando iniziai a vincere le prime gare. Ancora oggi, il mio gioco mi consente di mantenere un Handicap 5 che è di tutto rispetto a 58 anni!». Ricorda qualche aneddoto curioso capitato al club? «Rammento quando, il Golf di Menaggio, vinse il primo Campionato italiano Juniores a squadre giocato proprio sul nostro campo, sconvolgendo tutte le previsioni e meravigliando maestri e incaricati federali. Fu una grande soddisfazione per il Circolo». Al Club, si respira il profumo di “Old English” ma, chi sono stati e chi sono i vostri “Vip”? «A Menaggio sono sicuramente passati numerosi ospiti illustri: Adenauer, il famoso cancelliere tedesco, Sofia Loren, la sorella del marito, Carlo Ponti, che è sempre nostra socia e George Clooney, adorabile e sempre disponibile. Tutte le persone che collaborano al Circolo, l’hanno definito, in dialetto, “uno dei nostri”». Il Golf Club e il nostro lago, quale potrebbe essere la similitudine che lega queste due realtà? «Il Menaggio & Cadenabbia Golf Club è un tutt’uno con il Lago di Como perché ha scritto comunque una piccola parte di storia. L’eleganza, la classe, il verde dei prati, ricreano una piccola “Como”. La nostra è un’attività sportiva ma anche turistica e mi piace pensare che il turismo sarà la carta vincente dello sviluppo futuro del lago e del nostro circolo».

A sinistra, Tommaso Lipari; sotto un suo disegno

MENAGGIO & CADENABBIA GOLF CLUB

Left, Tommaso Lipari; below, a Lipari’s drawing

AN EVER GREEN “GREEN” Hundred years old and ever “green”. A curious pun to introduce to you not a sprightly old man, but one of the most beautiful and envied realities of Lake Como. The Menaggio & Cadenabbia Golf Club boasts a noteworthy history. Together with Vittorio Roncoroni, the Club’s President, we make a leap back in the past to find out news and curiosities. “The history of this club - explains Roncoroni - is absolutely charming and it resembles a fairy tale. By the end of 19th century, Lake Como was one of the most popular destinations among the Anglo-Saxon elite tourism, in particular the Menaggio, Tremezzo, Cadenabbia and Ballagio areas. On 10th January 1907, four English men, headed by banker Henry John Mylius, met at the Victoria hotel in Menaggio to set up just what it would have become the Menaggio & Cadenabbia golf club”. The Roncoroni brothers approached the golf after the Second World War.

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One of the brothers, Antonio, was keen on golf to such an extent that he succeeded in convincing the other family members to purchase the Club, which occurred in 1961. Not just holes and “green”, the Golf Club offers a rarity, i.e. the suggestive library that is universally considered the most precious concentrate of publications on golf all over the world. It is for meticulous people, there are as many as 1,200 volumes! And talking about golf, it is natural to wonder about Vittorio Roncoroni’s ability: “I started playing in 1959, but the real passion arouse some years later when I started winning the first competitions. Still nowadays, I can keep handicap 5, which is praiseworthy at 58 years!”. Can you remember some curious anecdote that has occurred at the Club? “I remember when the Menaggio Golf won the 1st Italian Juniores Team-Championship on our course, thus upsetting all forecasts and astonishing Federal teachers and operators. It was a

great satisfaction for the Club”. At the Club, you can breathe an “Old English” atmosphere, but who have been and who are your “VIP”? “Many famous people have surely visited Menaggio, such as Adenauer, a famous German chancellor, Sofia Loren, Carlo Ponti’s, i.e. her husband’s sister, who is still our member and George Clooney, adorable and always on hand. All the people working with the Club have defined him “one of our folks” in dialect. The Golf Club and our Lake, what have these two realities in common? “The Menaggio & Cadenabbia Golf Club is an integral part of Lake Como because it has any way written a small part of history. Elegance, class and the green of the grass recreate a small “Como”. Our activity is a sports activity, but also a tourist one and I like thinking that tourism will be the winning card of the future development of the Lake and our Club”.


EVENTI

BUCCELLATI GIANMARIA

Gioielli come opere d’arte 82

Trame in purissimo oro che traggono ispirazione dai rinomati pizzi di Venezia, di Bruges e di Valenciennes, oltre che dal Rinascimento, dal Barocco e dal Rococo. I suoi preziosi gioielli sono conosciuti in tutto il mondo, vere e proprie opere d’arte realizzate da maestri artigiani di rinomata professionalità, che usano fedelmente le tecniche del passato. Stiamo parlando di Gianmaria Buccellati, l’orafo milanese che oggi continua la tradizione del capostipite Contardo Buccellati, che intorno al 1750 avviò un negozio in via degli Orafi a Milano, e del padre Mario (1891-1965), il fondatore della tradizione familiare moderna, che nel 1919 rilevò l’attività dei suoi cugini e la proseguì con il proprio nome, aprendo il primo negozio vicino al Teatro alla Scala a Milano e in pochi anni anche a Firenze, Roma e New York. Gianmaria Buccellati ha decisamente ereditato lo spirito creativo del padre, che lo ha portato a realizzare gioielli unici e a diffondere il suo nome a livello mondiale. Attualmente i prestigiosi saloni e negozi “Gianmaria Buccellati” sono nei luoghi più esclusivi: in Italia, a Milano, in Costa Smeralda, a Venezia, a Capri e a Firenze; nel mondo a Parigi, Tokyo, Osaka, Nagoya, Hong Kong, Beverly Hills, New York, Aspen, Londra e Mosca. L’azienda è strutturata in una rete di imprese sparse per la Penisola. L’head office di Milano è la sede della produzione di alta gioielleria. Sul Lario, a Valbrona, viene prodotta la “Collezione Buccellati”, linea più versatile e moderna. La realizzazione degli argenti si svolge a Bologna. Infine, la creazione degli orologi-gioiello, attiva dal 2000, nasce nella vicina Chiasso. Il successo ha, quindi, radici lontane, si consolida nel presente ed è sicuro traguardo nel futuro. Oggi le collezioni di gioielli, argenti e orologi Buccellati sono ambiti “oggetti del desiderio”, perché riuniscono varie ed esclusive tecniche realizzative che contribuiscono a una finitura estremamente raffinata. E il segreto è presto detto. Al contrario di molte Case che si affidano a designer

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esterni e al lavoro di artigiani a contratto, Buccellati preserva la tradizione della bottega italiana: Gianmaria e suo figlio Andrea disegnano personalmente le loro creazioni, che vengono eseguite a mano nei loro laboratori da abilissimi artigiani. Andrea Buccellati rappresenta la terza generazione e il futuro del gruppo. Oltre a disegnare personalmente le collezioni insieme al padre, controlla la produzione di tutta la gioielleria ed è stato recentemente nominato presidente e amministratore del distaccamento Usa e consigliere delegato della Buccellati Holding Italia. Il gruppo Buccellati rimane comunque un’impresa familiare, nella quale tutti i membri contribuiscono fattivamente con apporti concreti, in concertazione con Gianmaria Buccellati: la moglie, Rosie, è attiva nel settore commerciale; Gino, il figlio più grande, dirige la fabbrica di argenteria; mentre Maria Cristina, la figlia, si occupa del marketing e della comunicazione del marchio. L’attività del gruppo si apre, infine, a nuovi orizzonti. Una nuova iniziativa, infatti, sottolinea la partecipazione e l’interesse di Gianmaria Buccellati nei confronti del mondo della cultura e dell’arte.

LA MOSTRA AL CREMLINO Il Museo del Cremlino a Mosca ha aperto i battenti il 25 settembre al Maestro orafo Gianmaria Buccellati, con una mostra personale retrospettiva nell’Assumption Belfry. L’esposizione si chiuderà il prossimo 10 gennaio 2009. L’Assumption Belfry fu costruito tra il 1523 ed il 1543 proprio da un architetto italiano e confina con il campanile di Ivan il Grande, che si dice segni il centro geografico preciso di Mosca. Le creazioni di Gianmaria Buccellati verranno quindi esposte in una struttura architettonica di origine italiana e si troveranno nell’esatto centro di questa incantevole capitale per fare rivivere ai visitatori della mostra la storia della famosa dinastia di gioiellieri.

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e preziose sale espositive. Già in passato, Gianmaria Buccellati ha avuto la possibilità di collaborare con alcuni grandi Musei. Nel 2006 presenziò al Museo Poldi Pezzoli per dare nuovo lustro alla Sala degli ori e, in quella occasione, illustrò fotograficamente tutte le fasi di lavorazione a pizzo di un anello, dimostrando tutta la passione e la precisione che bisogna avere per portare a termine tale operazione. Nel 2007, in occasione dell’apertura della Sala degli Orafi del XIX° secolo, al Museo di Palazzo Pitti Gianmaria Buccellati donò due spille, una disegnata dal padre Mario e una creata da lui, che oggi rimangono in mostra permanente, una accanto all’altra. Info: www.buccellati.com

La mostra è organizzata in modo che la peculiarità delle lavorazioni e l’unicità dei prodotti siano il fil rouge di questi 147 oggetti accuratamente selezionati per descriverne la storia e l’evoluzione. Sono esposti oggetti realizzati da Mario Buccellati, precursore generazionale e fondatore del marchio, oggi facenti parte della collezione di famiglia. Autentici pezzi da museo scaturiti dal genio creativo di Gianmaria Buccellati e di suo figlio Andrea, oltre a pezzi unici richiamati da varie collezioni private proprio per questa occasione espositiva. Le creazioni a nido d’ape, le pietre più preziose e colorate superbamente accostate come sulla tavolozza di un pittore, i collier più regali e le coppe impareggiabili. L’attenzione viene attirata principalmente dalla fusione fra creatività e abilità tecnica, che insieme conferiscono a oro e pietre il potere di trasmettere agli occhi la loro magia. Ancora una volta, dopo la mostra allo Smithsonian di Washington nel 2000, la collaborazione con un museo sottolinea quanto la storia di Buccellati sia “arte”, intesa come tributo sia alla creatività che alla maestria, e quanto in modo naturale abbandoni i canali più commerciali occupando le silenziose

Gianmaria

BUCCELLATI

Jewels as works of art Wefts made of extremely pure gold inspired by the renowned Venice, Bruges and Valenciennes laces as well as by the Renaissance, the Baroque and the Rococo. Its precious jewels are known all over the world. They are full-blown works of art made by highly professional master artisans faithfully using the techniques from the past. We are talking about Gianmaria Buccellati, the Milanese goldsmith currently continuing the tradition of Contardo Buccellati, i.e. the family founder who opened a shop in via degli Orafi in Milan more or less in 1750, and about his father Mario (1891-1965), the founder of the modern family tradition who took over his cousins’ activity in 1919 and continued it under his own name by opening the first shop near Teatro La Scala in Milan and just a few years later also in Florence, Rome and New York. Gianmaria Buccellati has definitely inherited his father’s creative spirit which has enabled him to create unique jewels and to make his name known all over the world. Nowadays, their prestigious showrooms and shops “Gianmaria Buccellati” are located in very exclusive places: in Italy in Milan, in Costa Smeralda, in Venice, in Capri and in Florence; in the rest of the world in Paris, Tokyo, Osaka, Nagoya, Hong Kong, Beverly Hills, New York, Aspen, London and Moscow. The business consists of a network of companies located over the whole Peninsula. The head office in Milan produces high-quality jewelry. The “Buccellati Collection”which is a more versatile and modern line, is produced on the banks of of Lake Lario, in Val-

brona. Silverware is produced in Bologna. Lastly, the creation of jewel-watches, active since 2000, originated in Chiasso. So success is rooted in the past, is being strengthened in the present and will be certain target in the future. Nowadays, the collections of Buccellati jewels, silverware and watches are “longedfor items” because they combine various and exclusive artisan techniques that contribute to an extremely refined finish. And their secret is obvious. Unlike many Firms relying upon external designers and the work of contract artisans, Buccellati preserves the tradition of an Italian shop: Gianmaria and his son, Andrea, personally design their own creations that are manually executed by skilful artisans in their workshops. Andrea Buccellati represents the third gene-

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ration and the future of the group. Besides personally designing the collections with his father, he checks the production of all jewels and has recently been appointed president and director of the USA spin-off branch as well as Buccellati Holding Italia’s managing director. However, the Buccellati group remains a family concern, whose members all contribute actively and concretely, in cooperation with Gianmaria Buccellati. His wife, Rosie, is active in the marketing department; Gino, the eldest son, manages the silverware company whereas Maria Cristina, the daughter, is responsible for marketing and trademark promotion. Last of all, the group’s range of activities is opening up to new horizons.

KREMLIN’S EXHIBITION The Kremlin Museum in Moscow opened its doors on the 25th of September to the Master Goldsmith Gianmaria Buccellati, with its personal retrospective exhibition in the Assumption Belfry. The exhibition will close on the next 10th of January 2009. The

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Assumption Belfry was in fact built between 1523 and 1543 by an Italian architect and borders on Ivan the Great’s bell tower, which it is said, marks the precise geographic centre of Moscow. Thus the creations of Gianmaria Buccellati will be exhibited in an architectural structure of Italian origin and will be in the exact centre of this enchanting capital to enable visitors to the exhibition to relive the history of the famous dynasty of jewelers. The exhibition is organized in such a way that the peculiarity of the craftsmanship and the uniqueness of the products are the connecting thread of these 147 objects carefully selected to describe their history and evolution. Objects realized by Mario Buccellati, generational precursor and founder of the brand, are displayed which today are part of the family collection. Authentic museum pieces brainchildren of the creative genius of Gianmaria Buccellati and his son Andrea as well as unique items gathered from private collections to mark this exhibition. The honeycomb creations, the most precious and coloured stones optimally matched as if on a painter’s palette, the most regal collies and the incomparable

cups. One’s attention is mainly captured by the fusion between creativity and technical skill, which together give the gold and stones the power to convey their magic to the eyes. Once again, after the exhibition at the Smithsonian Institution, Washington in 2000, the cooperation with a museum emphasizes how much Buccellati’ s history is “art”, meant as homage to both creativity and ability, and the natural way in which he rejects the more commercial venues for silent and prestigious exhibition halls. Already in the past, Gianmaria Buccellati had the chance to cooperate with some important Museums: in 2006 he was present at Poldi Pezzoli Museum to give a new lustre to the Gold Hall and, on that occasion, illustrated via pictures, all the manufacturing phases of a ring with a lace effect, showing all the passion and precision needed to complete that operation. In 2007, to mark the Nineteenth Century Goldsmith Hall opening at Palazzo Pitti Museum, Gianmaria Buccellati donated two brooches, one designed by his father Mario and one he created himself which nowadays are in a permanent exhibition, one next to the other. Info: www.buccellati.com


AMICI DI COMO

Una CASA in COSTRUZIONE AMICI DI COMO A house being built

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di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni

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A sinistra, Silvio Santambrogio. Sotto Daniele Brunati, Jean Marc Droulers e Mario Pittorelli a Villa d’Este

Sotto, Antonio Spallino, Monsignor Lorenzo Bataloni e Alberto Frigerio Below, Antonio Spallino, Monsignor Lorenzo Bataloni and Alberto Frigerio

Left, Silvio Santambrogio. Below, Daniele Brunati, Jean Marc Droulers and Mario Pittorelli at Villa d’Este

Per spiegare Amici di Como, Silvio Santambrogio amministratore delegato di “Tre-P & Tre-Più” e tra i soci fondatori dell’associazione sceglie il parallelo con una casa. «Oggi molti possono vedere cosa Amici di Como fa per il territorio, ma mi piacerebbe descrivere cosa esiste dietro, all’interno del nostro gruppo. Il primo elemento – prosegue Santambrogio – potrà sembrare banale, ma a differenza di altre associazioni, nessuno degli Amici di Como è mosso da interessi personali e da protagonismo per avere visibilità. Nessuno ha ambizioni politiche. Non può resistere con noi, l’opportunista, ma a tutti si danno delle opportunità. Ci sentiamo tutti uguali e partecipi di questo grande cantiere. Abbiamo già realizzato le fondamenta e la prima soletta della casa». Un primo livello creato con il piacere di discutere insieme, di ascoltare i progetti altrui in un clima tranquillo e sereno. Di realizzare molti di questi progetti per il territorio. Ma torniamo al paragone con l’edilizia. Per salire ancora di un piano, quali obiettivi vi siete prefissi? «Il progetto è semplice ed è già partito, ossia mettere in sinergia tra loro non solo i soci, ma anche le aziende di Amici di Como, tutte realtà di ottimo livello. Permettetemi un esempio: io prima stampavo i cataloghi della mia azienda a Torino, grazie agli Amici di Como ho conosciuto una tipografia che garantisce lo stesso servizio a Lomazzo. Perché dare lavoro a Torino e non al mio territorio? Così ho cambiato fornitore, con grande soddisfazione. Un piccolo esempio, ma ce ne possono essere tanti simili di sinergia e collaborazione». Ecco quindi la seconda soletta di Amici di Como, creata dal cementarsi dei rapporti tra i soci e dal maggiore coinvolgimento nella mission di mecenatismo per il territorio. Non vi vorrete però fermare al primo piano? «Assolutamente no, abbiamo grande voglia di arrivare al tetto della casa, una casa che una volta costruita diventi un punto di riferimento

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non indifferente per il territorio e che resti con la porta sempre aperta per tutti. Non siamo un club elitario, vogliamo crescere in maniera intelligente, pulita, vera e corretta. E penso esistano sia le possibilità sia le qualità per farlo». Ma cosa servirà per crescere ancora? «Il terzo elemento fondamentale, il calcestruzzo che fa la casa è l’intelligenza dei nostri imprenditori, la concretezza dei nostri soci che mettono a disposizione le competenze che hanno reso vincenti le loro aziende nell’associazione. La prossima sfida sarà l’apertura anche ad altre intelligenze, non più solo quelle degli imprenditori, ma anche quelle dei professionisti».

SERATA MAGIC LAKE – AMICI DI COMO Il 24 giugno “Magic Lake Como Review” è stata protagonista di una serata suggestiva, per la magnifica location di Villa d’Este, coinvolgente, per la presentazione innovativa e appassionante, confidenziale, per i rapporti e il clima che si respirava nelle sale del magnifico Grand Hotel affacciato sulle rive del lago. Ogni anno una cornice di pregio e fascino, ogni anno un magazine sempre più radicato sul territorio, completo, ricco di approfondimenti, immagini mozzafiato, che racconta della nostra terra attraverso le voci dei suoi protagonisti. In questa occasione è stato festeggiato il deci-

mo numero di “Magic Lake”, un traguardo che meritava certamente un palcoscenico d’eccezione. Nella prima parte della serata si è svolta la presentazione del numero estivo della rivista: in questa occasione sono state “sfogliate” le pagine e svelate le immagini del nuovo “Magic Lake”. Durante la presentazione, sono intervenuti Jean Marc Droulers, amministratore delegato di Villa d’Este, Mario Pittorelli, l’avvocato Antonio Spallino e monsignor Lorenzo Bataloni. Inoltre, Amici di Como ha presentato un video promozionale del nostro territorio, che rientra nel progetto di promozione turistica nato per favorire l’incoming turistico sul nostro lago, e che prevede un ampliamento con la realizzazione di

due siti Internet in vista di Expo 2015. In platea ospiti d’eccezione: inserzionisti, associati di “Amici di Como”, collaboratori e affezionati lettori del magazine edito dalla T.B.M. Service & C.. Al termine della cena, gli ospiti hanno ricevuto in anteprima una copia della rivista, con in copertina la diva Monica Bellucci, ed un capo inedito personalizzato “Magic Lake”, firmato Henry Cotton’s.

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To expain Amici di Como, Silvio Santambrigio Managing director of ‘Tre-P & Tre-Più’ and one of the founder members of the association chooses the analogy with a house. “Nowadays many people can see what Amici di Como does for our area, but I’d like to describe what’s going on behind the scenes inside our group. The first aspect,” Santambrogio goes on, “might seem banal; unlike other associations no Amici di Como members have vested interests or seek exposure. Nobody is politically motivated. Opportunists fall by the way, but everybody has

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the same opportunity. We all feel equal and involved in this great building site. We’ve already laid the house’s foundations and the first concrete slab.” A first floor created through pleasurable discussion and by listening to others’ ideas in an atmosphere of tranquillity and serenity, and by implementing many of these schemes for the area. But let’s get back to the comparison with building. In order to go up another floor what targets have you set youselves? “The project is simple and is already under way,

namely not only to get our members interacting, but also the Amici di Como companies - all top level entities. Let me give you an example; I used to get my company’s catalogues printed in Turin, but thanks to Amici di Como I got to know a printing firm who can provide the same service in Lomazzo. Why patronise Turin and not my area? So I changed supplier and I’m very satisfied. A small example, but there may be many others of synergy and collaboration.” So here’s Amici di Como’s second slab, created by cementing relations between members and

greater involvement in a mission of patronage for the area. But you surely don’t want to stop at the first floor, Santambrogio?” Absolutely not! We’re dying to get up to the roof of the house, a house which upon completion will become a pivotal vehicle of reference for our area with an ever-open door for everyone. We’re not an elitist club, we want to grow in an intelligent, clean, true and correct manner. And I believe we have the prerequisites and qualities to do this.” But what’s the point of further growth? “The third crucial element, the concrete making

the house is the intelligence of our businessmen and women, the concreteness of our members who put the experise that has made their companies winners at the association’s disposal.

MAGIC LAKE - AMICI DI COMO NIGHT On 24th June Magic Lake Como Review was in the limelight of an evocative evening at the splendid Villa D’Este location, made engaging by an innovative and thrilling presentation, and intimate by relationships and the atmosphere in the halls of the magnificent hotel looking out over the lake. Every year a precious enchanting backdrop, every year a magazine with ever deeper roots in the area, which is complete and full of in-depth articles and stunning pictures recounting our

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homeland through the voices of its protagonists. On this occasion the 10 th number of Magic Lake was celebrated, a goal which certainly merited an exceptional setting. The first part of the evening was given over to the presentation of the magazine’s summer number: the pages were ‘flicked through’ to reveal the pictures in the new Magic Lake. The presentation involved Villa d’Este’s managing director Jean Marc Droulers, Mario Pittorelli, the Lawyer Antonio Spallino and Msgr Lorenzo Bataloni. In addition Amici di Como showed a pro-

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motional video of our area as part of a project to increase to number of tourists coming to our lake via the setting-up of two websites for Expo2015. Special guests included advertisers, Amici di Como members, collaborators and fond readers of the magazine published by T.B.M. Service & C.. At the end of the dinner guests were given copy of the magazime hot off the press, featuring diva Monica Bellucci on the cover, and a new personalised Magic Lake garment designed by Henry Cotton’s.

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adc pubblicita

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e la fiscalità INTERNAZIONALE

Amici di Como, che ha sempre fatto proprio un poliedrico interesse per il territorio, non poteva certo tralasciare l’impegno di chi in esso opera, in qualità di imprenditore. Per questa ragione, ha scelto di partecipare in qualità di local partner, a fianco dell’istituto bancario BSI SA, al primo Convegno del Sestante. Sede di questo primo appuntamento, il Grand Hotel Villa d’Este. L’appuntamento è stato organizzato dall’istituto bancario BSI SA, T.B.M. Service & C., con la collaborazione dello Studio Torres e Associati e dello Studio Tundo Associazione Professionale di Milano. Questo esclusivo evento ha richiamato a Villa d’Este professionisti dalle province di Como, Lecco, Varese e Milano.

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AMICI DI COMO and international taxation Amici di Como has always championed the area’s interests on a wide front, and the business community’s modus operandi has certainly never been neglected. For this reason it opted to take part as a local partner side by side with the BSI SA bank in the first Sestante Symposium. The venue was the Grand Hotel Villa d’Este. The meeting was organised by the BSI SA bank and T.B.M. Service & C., with the collaboration of Studio Torres and associates of the Studio

Sopra alcuni dei relatori Above some of the chairmen Tundo Associazione Professionale in Milan. This exclusive event in Villa d’Este welcomed professional operators from Como, Lecco, Varese and the provincial capital of Milan.


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per i valori della CULTURA

L’associazione ha dato eco all’incontro, organizzato dal Rotary Club Como Baradello presieduto da Massimo Scolari, consigliere di Amici di Como, dal tema “Il filosofo e la tecnica. Pensare un mondo che cambia”. L’incontro è stato condotto, presso il Politecnico di Como, da tre guide d’eccezione: lo scienziato Giulio Casati, l’ordinario di Filosofia della Scienza, Giulio Giorello e Marco Vitale, economista d’impresa.

AMICI DI COMO for cultural values The association endorsed the meeting held by the Rotary Club Baradello chaired by Amici di Como adviser Massimo Scolari on the subject ‘Philosophy and Technics. Think up a changing World’. The meeting was held at Como Polytechnic by three expert speakers: the scientist Giulio Casati professor of the Philosophy of Science, Giulio Giorello and Marco Vitale business economist.

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per i valori della famiglia:

Como Città dei Balocchi La Città dei Balocchi si appresta a varcare il traguardo delle XV edizioni e anche Amici di Como, main sponsor della manifestazione natalizia comasca, festeggerà insieme alla manifestazione l’importante obiettivo raggiunto. L’associazione ha infatti sposato la causa della kermesse da diversi anni, periodo durante il quale il legame è diventato sempre più forte ed imprescindibile. Amici di Como ha voluto essere in prima linea nella promozione dell’evento perché condivide con la Città dei Balocchi la filosofia: il desiderio di regalare a Como, ed in particolare alle famiglie e ai bambini del territorio, un Natale magico, attraverso il ritorno alle tradizioni, valorizzando la condivisione, attraverso momenti di aggregazione, proponendo un panorama di iniziative gratuite, accessibili a tutti.

AMICI DI COMO for family values Como Città dei Blocchi The Città dei Balocchi is coming up to its 15th edition and Amici di Como, the main sponsors of this Christmas event in Como will also be celebrating the event as well as the important objective reached. The association has in fact supported the event for many years, over which period the tie has become increasingly stronger and indissoluable. Amici di Como wanted to be in the front line promoting the event because it shares Città dei Balocchi’s philosophy: the desire to give Como - and in particular families and children in the area - a magic Christmas via a return to tradition, emphasising sharing through being together, and the laying on of free events for everyone.

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e il restauro della QUADRERIA del DUOMO

È partita durante l’estate l’importante opera di tutela del patrimonio artistico firmata da Amici di Como. Un progetto pluriennale, in accordo con la Diocesi di Como, per intervenire con il recupero di tele appartenenti alla quadreria del Duomo. Il restauro viene curato dall’artista bresciano Gian Maria Casella, aiutato dal figlio Alberto e dal suo staff. “Magic Lake” è entrato nel laboratorio dei Casella per verificare lo stato di avanzamento dell’arte dei lavori. «Prima di cominciare la fase del restauro vera e propria – spiega Gian Maria Casella – abbiamo realizzato una completa documentazione fotografica. Vi è stato quindi l’incontro con Daniele Pescarmona della Sovrintendenza delle Belle Arti della Lombardia, che ha autorizzato i ritocchi». Il primo intervento di Casella - restauratore che in una lunga carriera iniziata nel 1960 ha messo le mani tra l’altro su due Raffaello a Brescia, su un Tiziano e su dei Caravaggio a Parigi e a Roma – riguarderà un dipinto olio su tela di cm 215 x 130, raffigurante uno dei quattro Santi Vescovi Lombardi. Il quadro si presenta oggi in uno stato di conservazione molto precario. «In alcune parti è caduto il colore, sono state messe pezze, ci sono tagli e buchi. Fortunatamente non vi sono parti da ricostruire nel disegno. In questo caso il restauro sarebbe molto più complicato. Sono ormai cinquant’anni che lavoro su capolavori e vedrete i risultati anche su questa tela. Il cielo del quadro era diventato nero, ma basta saperlo trattare per riscoprirlo azzurro. È stato necessario smontare i vecchi

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telai e realizzarne dei nuovi». Il dipinto verrà montato sui nuovi assi d’abete impermeabilizzati, soltanto questa operazione durerà un mese e mezzo. «Il restauro è un lavoro lungo e meticoloso, ma dà grandi soddisfazioni», conclude Casella.

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and the restoration of the Cathedral Picture Gallery During the summer the imporatant work of tutelage of our artistic heritage started thanks to Amici di Como. In collaboration with the Diocese of Como this long-term project will restore canvasses belonging to the Duomo’s picture Gallery. Restoration work will be undertaken by Brescia artist Gian Maria Casella, assisted by his son Alberto and the rest of his staff. Magic Lake visited the Casellas’ laboratory to see how the artistic work was progressing. “Before we started full-blown restoration,” explains Gian Maria Casella, “we took detailed photographs. Next we met Daniele Pescarmona from Lombardy’s Fine Arts Supervisory Board,

A sinistra, Gian Maria Casella. Sopra, il primo dei quadri oggetto dell’intervento di restauro Left, Gian Maria Casella. Above, the first of paintings bought in restoration who authorised the touch-up work.” Casella’s restoration career began in 1960 and has included two Raffaellos in Brescia, a Tiziano and some Caravaggios in Paris and Rome. He will commence with a 215 x130 cm oil canvas depicting one of the four Lombard Bishop Saints. The painting is in a precarious condition at the moment. “In some areas the paint has broken off and it’s been patched up; there are cuts and holes in it. Luckily no radical reconstruction is required. In that case restoration would be much more complicated. I’ve been working on old masters for 50 years and you’ll see the results on this painting too. The sky in the picture has turned black, but you just need to know how to treat it to return it to blue. We had to dismantle the old frames and make new ones.” The painting will be mounted on new waterpfroofed deal bording, which alone will take six weeks. “Restoration work is long and meticulous, but it’s very rewarding,” concludes Casella.

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PEOPLE

CLERICI TESSUTO

ARTIGIANI del LUSSO

Alessandro Tessuto presidente della Clerici Tessuto Spa Alessandro Tessuto Clerici Tessuto Spa president Artigiani del lusso con un gruppo di 300 dipendenti e un vero e proprio minidistretto agile, flessibile e tempestivo in ogni sua componente, dal filo al prodotto finito. È questa la scommessa vinta dalla Clerici Tessuto & C. Spa. L’azienda è nata quasi un secolo fa dall’infaticabile tenacia di una donna speciale, Rachele Clerici Tessuto, che nel 1922 decide di investire in una piccola tessitura con macchine e telai a mano. Nell’arco di tre generazioni, pezza su pezza, l’azienda ha saputo tessere il suo successo. Oggi la Clerici Tessuto è gruppo leader sulla scena italiana ed è riconosciuta a livello internazionale per prestigio e garanzia di qualità. La sua produzione è caratterizzata dall’intreccio di due importanti valori: la trama dell’esperienza e l’ordito della ricerca. L’azienda, forte di un’antica tradizione tessile, è infatti lanciata verso il futuro e spinta da un poderoso impegno nell’innovazione. Produce oggi oltre due milioni e mezzo di metri di tessuto all’anno con una rete di vendita che raggiunge circa 1.500 clienti suddivisi per il 45% in Italia, il 41% in Europa, il 5% nell’Est Asiatico e il 9% in Nord America. Nel 2007 il fatturato dell’azienda è stato di 58 milioni di euro, quello complessivo del gruppo di 78 milioni. Oggi l’accorto custode della preziosa memoria familiare, contraddistinta dalla passione per l’eccellenza, è Alessandro Tessuto, presiden-

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te della società. Rientrato in azienda trent’anni fa, dopo un’esperienza esterna, Tessuto assume subito il ruolo di vicepresidente e direttore commerciale per l’Italia e per l’estero. Dieci anni più tardi, alla prematura scomparsa del padre, siede sulla poltrona di presidente e il gruppo, grazie al suo impulso e alla sua direzione, otterrà nel volgere di poco tempo lusinghieri risultati. Accanto alla già esistente tessitura sorge la nuova sede commerciale di Grandate, viene potenziato l’apparato vendite con l’apertura degli uffici di New York e Parigi, diversificata la produzione grazie alla creazione delle nuove divisioni di cravatteria, arredamento e accessorio e acquisite partecipazioni in importanti realtà industriali della filiera comasca. Il coraggio imprenditoriale espresso dai suoi predecessori lo ha spinto a una nuova sfida. E la sua intuizione è già divenuta progetto vincente. Alla competitività del mercato globale la Clerici Tessuto ha risposto aprendosi a nuove partnership senza smarrire la propria identità. In un mercato divenuto sempre più instabile e imprevedibile, l’azienda ha puntato sulla strategia di un perfetto gioco di squadra. A Como oggi lavora a pieno regime la prima microfiliera serica d’Italia. Alessandro Tessuto ha assunto la regia di

un’operazione che ha messo in rete le migliori energie e competenze presenti nel settore tessile comasco. È così nato un minidistretto agile, flessibile, tempestivo in ogni sua componente, dal filo al prodotto finito. Nel territorio è ancorata una catena produttiva full Italy in grado di raggiungere ogni orizzonte commerciale: abbigliamento, cravatte, foulard, arredamento, intimo e beachwear. Gli anelli che la compongono sono sinonimo di estro e affidabilità. «La qualità elevata e la cura artigianale dei prodotti sono diventati un obbligo per chi vuole restare sul mercato nella fascia più alta – dice Alessandro Tessuto – nel nostro gruppo riusciamo a creare un “vestito su misura” per il cliente. Per questo serve il servizio e la flessibilità, che vanno garantiti anche con numeri e costi da industria di un gruppo da 650 persone. La nostra vocazione è per un prodotto di qualità alta e altissima, oggi non si lavora più con i numeri, i metri di stoffa, bensì con delle stoffe-gioiello». Quali sono le sfide attuali e future della Clerici Tessuto? «Oggi stiamo valorizzando il nostro passato – risponde il presidente - archiviando elettronicamente tutti i campionari che hanno fatto la storia della nostra e di altre aziende tessili lariane. Nel futuro della Clerici Tessuto vedo

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una nuova diversificazione dei settori merceologici, per coprire tutti i segmenti del tessile, sviluppare l’accessorio per la casa, la valigeria. Non escludo il lancio di un nuovo brand legato all’azienda o l’evoluzione di un marchio già nostro a questo scopo». Sono numerosi anche gli incarichi pubblici ricoperti in questi anni da Allessandro Tessuto, già presidente del Consorzio per le esportazioni Ideaitalia, dell’Ufficio italiano Seta, dell’Associazione Serica italiana, consigliere di Federtessile, presidente del Tessile di Como e oggi membro del Comitato di strategia di Prèmiere Vision. Non è mancato un impegno politico, prima in Comune a Como, come consigliere e poi come assessore provinciale con delega alla formazione professionale e al Lavoro. TESSITURA CLERICI TESSUTO & C. SPA, Grandate La holding che controlla e alimenta l’intera catena produttiva e commerciale. BOSETTI SPA, Fino Mornasco Il complesso, attrezzato secondo i più avanzati criteri tecnologici, ha consentito di raddoppiare il potenziale di produzione. TINTORIA TINTSETA SPA, Villa Guardia Oltre ad occuparsi della fase di tintura, l’azienda è specializzata nella nobilitazione dei tessuti serici per abbigliamento. STAMPERIA SARA SPA, Villa Guardia La struttura utilizza tecniche tradizionali e moderne: quadri a mano, cilindri, manomacchina, per tessuti stampati del settore abbigliamento, arredamento, accessorio, intimo e beachwear. Una parte della produzione è per conto terzi. SARA INK SPA, Villa Guardia L’azienda è caratterizzata dall’utilizzo dei più moderni sistemi di stampa digitale: Ink-Jet è

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una soluzione rapida, efficace e a basso impatto ambientale. Anche in questo caso parte della produzione è destinata a conto terzi. LOGISTICA La microfiliera dispone di un polo logistico a Villa Guardia che si sviluppa su una superficie di oltre 3.000 metri quadrati. POLO ABBIGLIAMENTO CLERICI TESSUTO Marchio leader di tessuti per abbigliamento FANTOCCOLI Ricerca d’avanguardia per il segmento più trendy del fashion BEACH & BODY Divisione creata per soddisfare le esigenze dei settori intimo, beachwear e techno-sport POLO ACCESSORIO Divisione di tessuti tinti in filo e stampa per cravatte, foulard, valigeria e borse che produce e distribuisce POLO ARREDAMENTO LUNA HOME Divisione arredamento che si rivolge agli editori tessili e all’industria con proposte di tessuti per imbottito e tendaggi in unito, jacquard e stampato BROCHIER Divisione che edita e distribuisce al dettaglio un’esclusiva collezione di tessuti per arredamento SOCIETÀ COMMERCIALI CONTROLLATE GUEST SPA, Villa Guardia Divisione dedicata alla grande distribuzione NEW TESS SRL, Milano Concept store di tessuti e prodotti finiti UFFICI ESTERI CLERICI TESSUTO FRANCE, Parigi CLERICI TESSUTO USA CORPORATION, New York

CLERICI TESSUTO LUXURY CRAFTSMEN Luxury craftsmen employing a workforce of 650 (300 alone in the main branch) and with its own full-blown estate; it’s agile, flexible and dynamic in all aspects, from the first thread to the finished product. That’s what Clerici Tessuto & C. Spa have pulled off. The company was founded nearly 100 years ago thanks to the indefatigable tenacity of a special lady, Rachele Clerici Tessuto who in 1922 decided to invest in a little textile mill with hand-operated machinery and looms. Over three generations, piece after piece, the company has woven the fabric of its own success. Today Clerici Tessuto is leader in Italy and enjoys international acclaim for its prestige and guarantee of quality. Its production is characterised by the weaving together of two crucial values: the weft of experience and the warp of research. With its consolidated long textile tradition, the company has in fact launched itself into the future through its total and utter commitment to innovation. It currently turns out two and a half million metres of fabrics a year, with a sales network serving about 1,500 customers split into 45% in Italy, 41% in (the rest of) Europe, 5% in the Far East and 9% in North America. In 2007 the company had a turnover of 58 million euros, whereas the whole group’s was 78 million. Today the careful custodian of precious family memory which stands out for its striving after excellence is Alessandro Tessuto, the chairman of the company. Back in the firm 30 years ago after working elsewhere, Tessuto took over straight away as vice-chairman and sales manager for

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Sotto, i tavoli rotanti della stamperia e la sede della Clerici Tessuto a Grandate Below, rotating printing tables and the Clerici Tessuto headquarter in Grandate

Italy and abroad. Ten years later, on his father’s untimely death he took over the chairmanship, and the group thanks to his drive and management was soon to achieve brilliant results. Next to the existing mill new commercial premises were built in Grandate and the sales network was enhanced by opening new offices in New York and Paris; production diversification took place through the setting-up of new tie, furnishing and accessories divisions, and holdings were acquired in leading entities of Como’s textile industry. His predecessors’ entrepreneurial courage has inspired him to take up a new challenge; and his intuition means he’s already on to a winner. Clerici Tessuto’s response to global competition has been to go into new partnerships yet retain its own identity. In an increasingly erratic market the company has opted for a strategy of perfect teamwork. Today in Como Italy’s first silk micro-mill is operating flat out. Alessandro Tessuto has taken up the management of an operation that has networked the best resources of high energy and expertise in Como’s tetile sector. The resulting brainchild was an agile, flexible, dynamic mini-estate in every way from the first thread to the finished prouct. The area now has a production anchorchain full Italy covering a full panorama of market items: clothing, ties, headscarfs, furnishing, underwear and beachwear. The links it consists of are synonyms of creative flair and reliability. “High product quality and craftsmanship are crucial if you want to stay at the top of the market,” says Alessandro Tessuto. “In our group we manage to create ‘tailor-made’ clothes for customers; so you need to be able to guarantee service and flexibility, albeit with figures and costs typical of a business with a workforce of 650. Our vocation calls for high - indeed very high - quality products: we no longer work with figures, metres of cloth, but with sheer jewels of cloth.” What are the present and future challenges facing Clerici Tessuto? “We’re currently taking stock of our past,” the chairman replies, “by electronically filing all our sample collections which make up the history of our own and other Como textile companies. In Clerici Tessuto’s future I envisage further product diversification so as to cover the whole textile range, and then the development of household accessories and suitcase items. I don’t rule out the launch of a new company brand or the evolution of an existing one for this purpose.” And over the last few years Alessandro Tessuto has been active in public office as well: former chairman of the Consortium for Ideaitalia exports, in the Ufficio italiano Seta, in the Associazione Serica italiana, advisor to Federtessile, chairman of Tessile di Como and now member of Premiere Vision’s Strategy Committee. He’s been involved in poitics too, first in Como Town Hall as an advisor and then as provincial councillor in charge of Work and Professional Training. THE STRUCTURE WEAVING Clerici Tessuto & C. Spa, Grandate The holding controlling and supplying the whole production and marketing chain. Bosetti Spa, Fino Mornasco This technologically highly advanced complex has enabled production potential to be doubled.

DYE-WORKS Tintseta Spa, Villa Guardia In addition to dyeing, the company is speciallised in the enoblement of silk fabrics for clothing. PRINTING WORKS Sara Spa, Villa Guardia Here traditional and modern techniques are used: hand screens, rotary screens, hand machinery for printed fabrics in the clothing, furnishing, accessories, underwear and beachwear sectors. Some 3rd party production goes on. Sara Ink, Villa Guardia The company uses ultra-modern digital printing systems: Ink-Jet is a rapid, efficacious, environmentally friendly solution. Here too some of the production is 3rd party. LOGISTICS The micro-mill’s logistic hub is in Villa Guardia covering an area of over 3000 square metres. CLOTHING HUB Clerici Tessuto Leading clothing fabrics brand. Fantoccoli Avant-garde mega-trendy fashion research. Beach & Body

Division created to meet demand in underwear, beachwear and technosport sectors. ACCESSORY HUB Yarn-dyed and printed fabrics division for ties, headscarfs, cases and bags, which produces and distributes. FURNISHING HUB Luna Home Furnishing division dealing with textile publishers and industry with fabrics solutions for one-piece, jacquard and printed upholstery and curtaining. Brochier Division editing and undertaking retail distribution of an exclusive furnishing fabrics collection. CONTROLLED MARKETING COMPANIES Guest Spa, Villa Guardia Division devoted to large-scale distribution. New Tess srl, Milan Fabrics and finished products concept store. OFFICES ABROAD Clerici Tessuto France, Paris Clerici Tessuto USA Corporation, New York

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TERRITORIO

CircleClub LUSSO no LIMITS

“Il lusso che si utilizza, ma non si possiede”. Questa la filosofia che accompagna l’avventura del CircleClub che lo scorso luglio allo Sporting Club di Moregallo ha presentato i suoi nuovi motoscafi, offrendo un servizio unico a tutti coloro che decideranno di diventare soci di questo esclusivo circolo. Protagonisti della serata l’eleganza delle imbarcazioni, cullate dalle acque del lago, e il prestigio delle più importanti firme automobilistiche, immerse in una cornice d’eccezione. CircleClub si propone come il miglior “private banker” nell’offerta di beni di lusso, mettendo a disposizione una vasta gamma di servizi: auto

prestigiose, jet privati ed elicotteri, ville e chalet in località esclusive, opere d’arte da collezione e, da oggi, attraverso la collaborazione con Eclectica, anche le nuove Chris Craft Corsair 33’ e Colombo Super Indios 32 hard top, presentate in anteprima durante la serata. La collaborazione con la nuova società permetterà uno sviluppo ulteriore sul Lago di Como, per quanto riguarda tutti i servizi legati ai viaggi e all’entertainment. I soci, versando la quota d’iscrizione di 20mila euro, hanno diritto a una membership card di mille punti, scalabili, che consente loro di utilizzare numerosi beni.

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Anche CircleClub, realtà a livello nazionale, ha voluto avvicinarsi alla realtà del Lago di Como, riconosciuta oggi terra di eccellenze, sfruttando quelli che sono i luoghi più prestigiosi e lussuosi affacciati sul Lario. I soci avranno infatti la possibilità di vivere serate da sogno, raggiungendo le magnifiche Villa Erba, Villa d’Este, Villa Carlotta e Villa Serbelloni, a bordo di una delle esclusive imbarcazioni. «CircleClub non poteva restare insensibile al fascino e all’eleganza di questi luoghi, che ogni anno richiamano i più grandi nomi della moda, delle istituzioni e del jet set internazionale − spiega Paolo Guarnieri, amministratore delegato di CircleClub − D’altra parte, la nostra filosofia è proprio quella di offrire sempre il meglio ai nostri soci in ogni periodo dell’anno e un weekend o una vacanza sul Lago di Como, in questa stagione, rappresentano il massimo del piacere». Per rendere ancora più concreto e tangibile l’interesse verso il territorio comasco, CircleClub ha chiesto di poter omaggiare i propri soci della rivista, “Magic Lake”, come segno di riconoscenza dell’eccellenza, dell’eleganza e del prestigio di un magazine che, attraverso le sue pagine, racconta l’essenza della nostra terra, seguendo proprio questi canoni.

Circle Club luxury no limits A new service on Lake Como: motorboats, cars, helicopters and villas on loan “Luxury you use but don’t own.” This is the philosophy underpinning the CircleClub venture whose new motorboats were showcased in July at Moregallo Sporting Club when a unique service was offered to all those wishing to join this exclusive club. The evening highlighted the elegance of the craft bobbing on the waters of the lake and the prestige of leading makes of automobiles in a truly unique setting. CircleClub will be acting as top ‘private banker’ by offering luxury goods and a wide range of services: prestige cars, private jets and helicopters, villas and chalets in exclusive locations, collectors’ works of art and, starting today in collaboration with Eclectica, even new Chris Craft Corsair 33’ and Colombo Super Indios 32 hard tops given a sneak preview during the evening. This collaboration with the new company will en-

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able Lake Como to be further exploited regarding all types of travel and entertainment services. By paying an enrolment fee of 20,000 euros members will be entitled to a 1000 redeemable points membership card allowing them to use numerous facilities. The nationwide CircleClub too has wanted to become involved with Lake Como - now recognised as being the homeland of excellence - by exploiting its most prestigious and luxurious lakeside sites. Members will in fact be able to enjoy dream evenings by going to magnificent Villa Erba, Villa d’Este, Villa Carlotta and Serbelloni on board one of our exclusive craft. “CircleClub just couldn’t remain indifferent to the charm and elegance of such spots as these, which every year attract big names from the world of fashion, institutions and the international jet set,” explains CircleClub’s Managing Director Paolo Guarnieri.

“Our philosophy in fact is that of always offering the best to our members year round, and a weekend or holiday on Lake Como at this time of the year is pure delight.” So as to make interest in the Como area even more concrete and hands-on, CircleClub has asked if it can give its members a complimentary copy of ‘Magic Lake’ in recognition of the excellence, elegance and prestige of a magazine which through its pages recounts the essence of our land via these very canons.


PEOPLE

Ricordando

BRUNO

di Mauro Peverelli

Il segno lasciato dal fondatore di Primatist nelle parole di chi lo ha conosciuto 116


Nelle pagine precedenti, Bruno Abbate, Guido Cappellini, Loris Capirossi, Jerry Calà e Giorgio Faletti. Sotto, Bruno Abbate con il figlio Marco. A destra, un offshore Primatist

Dalla scorsa estate il Lario è più solo. In un giorno di luglio, se ne è andato Bruno Abbate, personaggio noto in Italia e nel mondo che avrebbe compiuto 57 anni nello stesso mese che se l’è invece portato con sé. È un vuoto enorme, quello lasciato dallo sportivo e imprenditore comasco, che ha legato il suo nome in modo indissolubile al marchio “Primatist”, l’azienda con sede a Grandola ed Uniti – comune a metà tra il Lario e il Ceresio − leader nella costruzione di barche da diporto. Ma Bruno Abbate è stato molto di più. Nella sua bacheca fanno bella mostra allori di ogni tipo, essendo stato – negli anni ’80 – un campione di motonautica. Tra i suoi successi, su tutti, un titolo europeo di Offshore Classe 1. Dopo la scomparsa del figlio Guidino nel 1995, a causa di un incidente stradale ad Argegno, Bruno Abbate è stato pure promotore dello “Special Team” dedicato proprio alla sua memoria. Con questa squadra nell’attuale stagione di F1 motonautica corre il campione del mondo, Guido Cappellini, che da sempre è legato alla famiglia Abbate. Infatti il numero di gara del pilota di Mariano Comense è il 74, l’anno di nascita di Guidino. Alle esequie, celebrate nella chiesa di Sant’Abbondio a Mezzegra (che non è riuscita a contenere tutte le persone giunte per l’ultimo saluto), c’era gente comune del lago, ma anche personaggi famosi. Perché come detto, Bruno Abbate aveva amici ovunque. «Posso dire di aver perso non solo un amico ma un fratello maggiore», è stato il commento di Guido Cappellini, nove volte campione del mondo di motonautica, alla notizia della scomparsa di Abbate. «Bruno era sempre un passo avanti a tutti, con le sue idee geniali. Ha fatto grandi cose, e altre avrebbe potuto farne se ne avesse avuto il tempo». Restando nel mondo dei motori, dalla Repubblica Ceca, sulla pista di Brno, anche Loris “Capirex” Capirossi, 35 anni e poco meno di 300 gare nel Mondiale di motociclismo, ha voluto ricordare Bruno Abbate nel giorno del 99° podio in carriera, giunto alla 19ª stagione iridata. «Bruno mi telefonava sempre, dopo ogni gara, per chiedermi come era andata e per incoraggiarmi.

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Per questo, quando in America ho saputo della sua scomparsa, ho pensato subito di dedicargli un risultato importante. Ed è quello che faccio qui a Brno: questo terzo posto è per lui, un amico vero. Sono vicino a tutti i suoi familiari». Ma il racconto del campione del motociclismo italiano prosegue: «Di lui ho solo bei ricordi. Era una persona dal cuore grande. Mi manca molto. Sono andato alla sua commemorazione in Sardegna, isola che avevo conosciuto grazie a Bruno, ma non era la stessa cosa. Anche la Sardegna era meno bella senza lui». Il rapporto con la famiglia continua. «Sono stato da loro due volte dopo l’addio a Bruno, il rapporto di amicizia che si è creato con gli Abbate è speciale. Grazie a Bruno ho conosciuto anche il vostro splendido lago. Mi ha aperto le porte di Como. Non faceva solo barche. Era una persona unica». Il mondo dello sport, ma anche quello dello spettacolo. Anche se è difficile comprendere Giorgio Faletti – cantante, cabarettista, attore e scrittore di best seller – in questa definizione assai ristretta. Pure lui era grande amico di Abbate, e il suo ricordo dell’imprenditore e sportivo lariano è ancora vivo e palpitante. «Bruno mi ha insegnato ad amare il mare – dice – Quando l’ho conosciuto ho avuto la conferma che il viaggio è quasi sempre più importante della meta. Grazie a lui, ho capito fino in fondo quanto è bello navigare, quale che sia la condizione del tempo e ho realizzato in via definitiva che quello è il vero momento di pace e non quando si arriva in un porto sicuro. Dato che sono un inguaribile sognatore, spero che dove sta adesso Bruno ci sia un mare piatto davanti e dietro e la scia di una barca e un vento amico e un lungo viaggio da compiere col sorriso sulle labbra. Un eterno istante, un brevissimo per sempre». Ma Bruno era soprattutto un uomo attivo nel sociale, come testimonia Giulio Sala, presidente della Fondazione Rosa Blu Onlus che, affiancata all’Anfas, sta raccogliendo i fondi per realizzare una casa per diasabili da 40 posti a Grandola ed Uniti appoggiata a quella già esistente. Uno sforzo – la prima pietra è stata posata in aprile – che porterà alla fine ad un esborso tra i 5 e i 6 milioni di euro.

On the previous pages, Bruno Abbate, Guido Cappellini, Loris Capirossi, Jerry Calà and Giorgio Faletti. Left, Bruno Abbate with his son Marco. Below, a Primatist offshore

«Abbiamo ricevuto diverse contributi dagli Abbate – dice il presidente – La sua famiglia ha sempre onorato la nostra fondazione che si occupa di disabili psicofisici che assistiamo in un centro residenziale a Grandola ed Uniti. Abbiamo una lista attesa di oltre 20 persone che vorrebbero essere ospitate e stiamo dunque costruendo un nuovo centro più grande». Una struttura a cui ha contribuito anche il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, oltre come detto alla famiglia Abbate che al posto dei fiori, in occasione del funerale di Bruno, ha chiesto offerte per la fondazione. «In ricordo di Guidino, già in passato gli Abbate diedero un grande contributo, tanto che dedicammo alla memoria del figlio di Bruno la palestra della struttura già esistente. Lo stesso faremo con Bruno, dedicandogli probabilmente il laboratorio. Spero che altri seguano il loro esempio». «Mi è difficile parlare di Bruno al passato» ha la voce rotta dall’emozione Jerry Calà quando parla del suo amico. Apre poi il libro dei ricordi, ad iniziare dall’ultimo, quando in ospedale, Calà gli disse: “Io non so se ti ho dato tutto quello che tu mi hai dato”. «Ci eravamo conosciuti in Sardegna alla fine degli anni Ottanta - prosegue il cantante e attore - per me è stato come incontrare il mare. Mi ha insegnato la passione per la barca, ad andare per mare e a rispettarlo. La nostra collaborazione è proseguita per anni, sono stato testimonial dei cantieri». Sarà Jerry con Abbate e Vittorio Grancia a ideare il Primatist Trophy. «Ci sentivamo spesso, con la sua vitalità sempre voglia di fare nasceva sempre qualcosa». Diversi anche gli episodi legati al cinema, in “Abbronzantissimi” Jerry Calà vive proprio su un Primatist 34. «Era uguale a quello che mi aveva dato» spiega. Jerry ha scritto anche una poesia per Bruno Abbate, che qui pubblichiamo per la prima volta, con una dedica speciale dell’artista alla famiglia: «In un giorno di sole / una barca dal porto / ha mollato gli ormeggi / per il suo grande viaggio / e palando sull’acqua / di quel complice lago / poi saltò sulle onde / e la sua rotta fu il cielo / ora c’è un’altra stella / per noi qui naviganti / facci strada ad ognuno / con la tua luce Bruno».

Remembering Bruno Last sumer, on a day in July, Bruno Abbate passed away. He would have turned 57 later that same month. Abbate was well known in Italy and the world. The sporty and entrepreneurial man from Como had an indissoluble bond with “Primatist”, the company based in Grandola ed Uniti - a place halfway between Lario and Ceresio - a leader in the building of recreation boats. But Bruno Abbate was much more. In his showcase he had laurels of every kind, having been a champion of motorboating in the ’80s. Of all of his successes, one of the greatest was his European title of Offshore First Class. After the disappearance of his son Giudino in 1995, due to a road accident in Argegno, Bruno Abbate became the promoter of the “Special Team” dedicated to the memory of his son. With this team, during the season of the F1 motorboating, he raced the nine time champion of the world, Guido Capellini, who had always been tied to the Abbate family. The racing number of Mariano Comense is 74, the year of Guidino’s birth. At the funeral, celebrated at the church of Sant’Abbondio in Mezzegra (which could not hold all of the people who came for their last goodbyes) there were people from the lake as well as famous people. This is because Bruno Abbate had friends evryhwere, not only on his beloved Lake Como. “I can say that I not only lost a friend, I lost an older brother”, was the comment of the nine time champion of motorboating, Guido Cappellini when he heard the news about Abbate’s passing. “Bruno was always a step ahead of us, with his brilliant ideas. He did great things and he would have been able to do even more if he had had time”. Staying in the world of motors, on the Brno slopes, in the Czech Republic, even Lo-

ris “Capirex” Capirossi, the 35 year old who has competed in just shy of 300 motorcycle racing competitions, wanted to remember Bruno Abbate when he stepped up to the podium as a winner for the 99th time during the 19th world competition. “Bruno always phoned me after every competition to ask me how things had gone and to encourage me. For this reason, when I learned about his passing while in America, I thought about dedicating an important win to him. It is what I am doing here in Brno: this third place is for him, a true friend. I am close to all of his family members”. But the Italian motorcycle champion’s tale continues: “I have only great memories of him. He was a big-hearted person. I miss him a lot. I went to his commemoration in Sardinia, an island that I came to know thanks to Bruno, but it wasn’t the same. Even Sardinia was less pretty without him.” His relationship with the family continues. “I was with them twice after saying goodbye to Bruno, the friendly relationship with the Abbates is special. Thanks to Bruno I also knew your splendid lake. He opened the door to Como for me. He didn’t only make boats. He was a unique person.” The world of sport and that of show business. Even if it is difficlut to understand Giorgio Faletti - the singer, cabaret man, actor, and writer of bestsellers amongst other things. Even he was a good friend of Abbate and his memory of the entrepreneur and a Larian sportsman is still alive. “Bruno taught me to love the sea - he says - When I met him I was given confirmation that the journey is almost always more important than the end goal. Thanks to him, I understand how beautiful it is to navigate, whatever the weather conditions and I was able to realize in a definitive way that that is a a real moment of peace, rather than the arrival into a secure port. Given that I am a dreamer, I hope that where Bruno is now there is a calm sea ahead and behind, a wake of a boat, a friendly wind, and a long journey to the finish line with a smile on his lips. An eternal instant, a brief moment forever. But Bruno was, above all, a socially active person,

as attested to by Giulio Sala, President of the Fondazione Rosa Blu Onlus that, along with Anfas, is collecting money to build a house for the disabled with 40 openings in Grandola ed Uniti, next to the one already in existence. An effort - the first stone was set in April - that will eventually lead to a disbursement of between 5 and 6 million euro. “We have received many contributions from the Abbates,” says the President. “His family has always honoured our foundation that takes care of the psycho-physically disabled who we help in our residential centre in Grandola ed Uniti. We have a waiting list of over 20 people who would like to come here and we are therefore building a new centre that is larger.” A structure to which the president of Inter, Massimo Moratti, has also contributed, like the before-mentioned Abbate family who, for Bruno’s funeral requested that donations be made to the foundation instead of flowers. “In the past, in Guido’s memory, the Abbates also gave a large contribution, so much that we dedicate the already existing building’s gym to Bruno’s son. We will do the same with Bruno, probably dedicating the laboratory to him. I hope that others follow their example.” “It is difficult to talk about Bruno using the past” Jerry Calà is moved when he talks about his friend. He opens the book of memories, starting with the last one, when in the hospital Jerry Calà told him “I don’t know if I have given you everything you gave me”. “We met in Sardinia at the end of the ‘80ies and for me it was just like meeting the sea. I learned the passion for the boat from him, how to be out in the sea and how to respect it. Our collaboration continued for many years, I was his testimonial”. Jerry with Abbate and Vittorio Grancia invented the Primatist Trophy.”We were often in touch, with his strong will we always created something”. Various the episodes connected with the movie, in the movie “Abbronzantissimi” Jerry Calà lives on a Primatist 34. “It was the same as the one he gave me” he explains. Jerry wrote also a poem for Bruno Abbate’s family, we publish it for the first time.

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PEOPLE

Riccardo Tisci

veste anche

MADONNA

di Paolo Annoni

Tisci tra Marpessa e Mariacarla Boscono (foto Sergio Baricci) Tisci between Marpessa and Mariacarla Boscono 122

Ispirazione latina, gotica e zingara per il tour mondiale della star 123


Nelle pagine precedenti il primo bozzetto disegnato da Tisci e indossato da Madonna. A sinistra, lo schizzo del mantello nero di seta e sopra, Madonna sul palco. A destra il terzo look (disegno e foto) creato dal direttore creativo di Givenchy per la pop star (photo Kevin Mazur for Givenchy)

Aveva già vestito Nicole Kidman e tante altre star, ma non ha nascosto l’emozione Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, quando gli è stato chiesto di creare qualcosa di esclusivo per Madonna. Un altro successo per il 34enne comasco (è originario di Cermenate dove vive ancora la sua famiglia) che “Magic Lake” aveva presentato e intervistato nel numero della scorsa primavera. «Si, ero veramente emozionato quando Madonna mi ha chiesto di crearle uno special look per il suo tour» ammette lo stilista emergente del panorama internazionale della moda. “Sticky & Sweet” è il titolo della tournée che l’ha portata a Roma lo scorso 6 settembre come unica tappa italiana dei 51 concerti in giro per il mondo. «Madonna aveva già scelto alcuni pezzi dalla collezione “moda pronta” autunno/inverno 2008. Penso che il tema “gotico latino” sia veramente adatto a lei – dice lo stilista – alla sua forte

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femminilità: le catene, le croci, i collari, i fronzoli. Da questo punto di partenza abbiamo lavorato insieme per sviluppare tre look differenti. Una giacca maschile con sensuali righe nere, ricamata a mano e impreziosita da perline. Volevo poi aggiungere un elemento a questo look e così ho creato un gilet con dettagli ispirati dagli abiti maschili», anche su questo capo ricami di perline per un impatto straordinario con le luci del palco. Dal Pimp Gangster (il mondo del rap duro americano) e all’Art Deco al gotico del secondo abito. «Madonna mi ha chiesto di lavorare sull’idea di una mantella – ricorda Tisci – Ho voluto creare la silhouette più drammatica possibile, con tanto di cappuccio. Così ho tagliato un enorme volume di taffettà di seta nera. Per il richiamo al romanticismo gotico ho poi ricamato un’enorme croce sul davanti con pietre nere». Nel terzo abito Tisci ha preso

On the previous pages, the first sketch drawn by Tisci and wore by Madonna. Left, the drawing of the long hooded cape in black silk and above, Madonna on stage. Right a third rlook (sketch and photo) created by the Creative Director of Givenchy for the pop star

Riccardo Tisci dresses Madonna too

ispirazione invece dai costumi zingari. Colori vivaci misti al nero e finiture d’oro. Un po’ di rosa shocking, infine, per citare l’ultimo successo di Madonna, “Hard Candy”, nelle camicette dei ballerini e dei cantanti del complesso. «Devo ammetterlo – conclude Tisci – questo è stato uno dei momenti più interessanti ed emotivamente più appaganti della mia vita. Sono felice di avere avuto la possibilità di fare conoscere il mondo Givenchy Haute Couture a un’icona come Madonna. Un’artista e una donna per cui ho grande rispetto e ammirazione. Le sarò sempre grato per avermi ammesso a far parte del sua incredibile universo». Per Louise Veronica Ciccone, che in base ad alcune stime a fine 2007 aveva già venduto 400 milioni di dischi entrando nel Guinness dei primati, un nuovo legame con Como, che passa sempre per la moda, come era stato per l’amicizia con i Versace e i suoi soggiorni a Villa Fontanelle.

Latin, Gothic and Gypsy inspiration for the Star’s World Tour He had previously dressed Nicole Kidman and many other stars but Givenchy’s creative director Riccardo Tisci made no attempt to hide how thrilled he was at being asked to come up with something exclusive for Madonna. Yet another success for the 30-yearold Como man (from Cermenate where he still lives with his family) presented and interviewed by Magic Lake in its spring number. “Sure, I was really over the moon when Madonna asked me to create a special look for her tour,” confesses the up-and-coming stylist of the international fashion scene. There was just one Italian gig in Rome on 6th September as part of the ‘Sticky & Sweet’ 51gig world tour. “Madonna had already selected some items from the ‘ready fashion’ autumn/ winter 2008 collection. I think the ‘Latin Gothic’ theme suits her down to the ground,” says the stylist, “with her strong

femininity: the chains, the crosses, the collars and the tassels. From this starting point we worked together to come up with three different looks. A masculine jacket with sensual black stripes, embroidered by hand and embellished with beads. Then I wanted to enhance this look by creating a waiscoat with details inspired by male garments.” This item too uses embroidered beads to provide breathtaking stagelighting effects. From Pimp Gangster (the world of American hard rap) and Art Deco to the Gothic of the second outfit. “Madonna asked me to work on the idea of a cloak,” recalls Tisci. “I wanted to create the most dramatic silhouette possible, with a showy hood. So I cut out a vast quantity of black silk taffeta. To provide overtones of Gothic Romanticism I then embroidered a huge cross on the front with black stones.” In the case of the third gar-

ment on the other hand Tisci was inspired by gypsy costumes. Vivacious colours mixed with black and gold finishes. And lastly a dash of shocking pink (a reference to Madonna’s last hit ‘Hard Candy’) in the blouses of the dancers and backing singers. “I have to admit,” concludes Tisci, “that this was one of the most interesting and emotionally rewarding moments of my life. I’m so happy to have been given the chance to showcase the Givenchy Haute Couture world to an icon like Madonna, an artist and woman I admire and respect. I’ll always be grateful to her for letting me into her incredible universe. ” So Louise Veronica Ciccone, who by the end of 2007 had been estimated to have sold 400 million discs earning her a place in the Guiness Book of Records, has a new tie with Como - once more connected with fashion as happened when she was friendly with the Versaces and used to stay at Villa Fontanelle.

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PEOPLE

CLAUDIO QUARTA

Dalla RICERCA biotecnologica alla produzione di VINO di Paolo Annoni

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Sotto, una panoramica da Casino Nitti. A destra, alcune bottiglie della cantina Emera e un grappolo di Negramaro. Il Negramaro è un vitigno autoctono salentino da cui deriva sia un rosso (Anime di Niuru Maru – nome dialettale per Negro Amaro) sia un rosato (Rose), in blend con la Malvasia

Passati i cinquanta se una persona si guarda alle spalle può dire di solito di aver fatto una, due cinque cose importanti. Se questa persona invece è Claudio Quarta gli eventi del suo passato sono «enne» e altrettanti quelli che realizzerà nel futuro. La sua storia, il suo caso imprenditoriale potrebbero essere oggetto di tesi di laurea, così come lo sono già le società che ha fondato. Non mi stupisco, così, se quando ci incontriamo nel suo ufficio sul lago, tra Como e Cernobbio, utilizzi una presentazione in Power point e una lavagna luminosa per ripercorrere trent’anni della sua vita. Lo scorso anno il «caso Quarta» è stato illustrato al Bioforum proprio con questa presentazione. Inizia così a raccontare le fasi della sua vita. Da ricercatore a manager a imprenditore. Io prendo appunti, alla fine saranno cinque fogli fitti di block notes, che purtroppo devo riassumere in queste poche righe. Originario del Salento, Quarta si laurea in Biologia a Perugia nel 1979. La sua carriera si apre nella Genetica Medica tra Perugia e Roma, per la prevenzione delle malattie genetiche. «È stata la mia grande passione e ho sempre creduto che fosse lo scopo della mia vita» dice. Nell’84 viene assunto dalla Lepetit di Brindisi, dove lavora per la produzione di antibiotici. Si occupa dello sviluppo dei processi industriali, al fine di aumentare la produttività riducendo l’impatto ambientale. Nel ’92 diventa dirigente e nel ’94 ha un incarico nel centro ricerche di Gerenzano (Varese). La famiglia rimane a Lecce per un anno, poi lo raggiunge a Como, che Quarta ha scelto per vivere. Nell’aprile del ’95 la Dow Chemical Company, la multinazionale a cui apparteneva la Lepetit, viene acquisita dalla Hoechst, che crea la Hoechst-Marion-Roussel (HMR), ora Sanofi-Aventis. Il centro ricerche di Gerenzano non serve più. «Sarebbe stato chiuso entro

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il dicembre ’96 – ricorda Quarta – ci fu una reazione violenta, una sorta di caos primordiale. E dal caos nasce sempre qualcosa e nacque una società di biotecnologie». Biosearch era la prima azienda di biotecnologie italiana. Quarta ne era l’artefice principale, e il suo business plan convinse la HMR a finanziare l’iniziativa con 28 miliardi di lire. Di successo in successo Biosearch approda in Borsa, il titolo però inizia a perdere quota; serve una via di uscita e Quarta la trova attraverso la fusione con la società americana Versicor, nasce la Vicuron. L’imprenditore si trasferisce negli States, nei pressi di Philadelphia, dopo un anno come era stato in precedenza con il trasloco a Como, lo raggiungono la moglie e i due figli. Passano alcuni mesi, Vicuron è quotata a Wall Street; ed ecco il nuovo colpo di scena, la Pfizer avvia i contatti per acquisire la Vicuron-Biotech, Quarta prima lascia l’azienda e gli Stati Uniti, poi decide di aderire all’opa lanciata da Pfizer e di vendere tutte le sue azioni. Ora vuole produrre il vino. «Non deve stupire questa decisione – spiega Quarta - a parte il legame che ho sempre avuto con la terra e con il piccolo vigneto di mio nonno nel Leccese, la produzione del vino è molto simile alla biotecnologia, perché entrambe le realtà sono realizzate con dei microrganismi». Dalla genetica medica all’industria, da manager a imprenditore. Quarta non affronta mai una nuova avventura senza preparazione e del vino sarebbe in grado di parlare per ore, dalla storia, con la nascita delle coltivazioni nell’attuale Georgia, a oggi, passando per Robert Mondavi e le classifiche del giornalista a stelle e strisce Robert Parker. Poi parliamo del progetto Magistra. Il logo è un grappolo d’uva, ma la produzione vinicola rappresenta solo un acino del grappolo. «Il nostro logo può sembrare una corona – dice

Abowe, panoramic photo from Casino Nitti. Right, some bottles of Emera winery and a bunch of Negramaro. The Negramaro is a wine from Salento from which derives either a red (Anime di Niuru Maru - dialect name for Negro Amaro) or a pink (Rose), blend in with the Malvasia Quarta - ma anche una piramide rovesciata, che è pure il mio modello d’aziendama anche una piramide rovesciata, che è pure il mio modello d’azienda, con i vertici a supporto della base, che è a contatto con l’esterno. In Magistra Vini ogni chicco è una cantina, oggi abbiamo Sanpaolo, Emera e Casino Nitti». Quarta crede nello sviluppo del territorio attraverso il turismo enogastronomico. Per questo vuole trasformare le masserie presenti nei poderi che ha acquisito e sta acquisendo in veri e propri resort con tanto di beauty farm. Il primo esempio sarà Casino Nitti, 70 ettari vicino al mare in Puglia già tenuta del presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti. L’inaugurazione del resort è prevista nel 2010. Dal 1994 intanto, a parte la parentesi americana, Quarta non ha mai lasciato Como. Non cercherà un terreno anche sul Lario per il suo progetto Magistra Vini? «Mi piacerebbe trovare un luogo adatto, non dimentichiamo che sul lago vi erano splendide viti distrutte poi dal 1870 dalla fillossera. Di certo rimarrò qui, ho un ufficio della «Quarta&Partners» a Tavernola, la sede operativa è a Gerenzano dove era la Lepetit, Alfredo Ratti è mio consulente per la scelta del verde nei poderi». La Quarta&Partners è entrata anche nella grande famiglia degli Amici di Como e una simile mente non potrà fare che bene all’associazione e al territorio.

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CLAUDIO QUARTA

From biotechnological research to wine production When you are over fifty, if you look behind your back, you can usually say you have done one, two, five important things. If this person is Claudio Quarta, the events of his past are “n” and he is likely to accomplish as many in the future. His history and his entrepreneurial case might be the subject-matter of a degree thesis, just as the companies he has founded. I am not surprised if - when we meet in his office on the edge of the lake, between Como and Cernobbio, - he uses a power point presentation and a lighted board to run through thirty years of his life. Last year, the “Quarta case” was illustrated at the Bioforum, just with this presentation. He starts telling the phases of his life, from a researcher to a manager and entrepreneur. I make notes. In the end, I write five close sheets of block notes I must unfortunately sum up in these very few lines. Coming from Salento, Quarta graduated in Biology in Perugia in 1979. His career opened in the Medical Genetics, between Perugia and Rome, for the prevention of genetic diseases. “It has been my great passion and I have always believed that it was the purpose of my life”, he says. In 1984, he was hired by Lepetit in Brindisi, where he worked for the production of antibiotics. He was responsible for the development of industrial processes in order to increase the production rate by reducing the environmental impact. In 1992, he became a manager and in 1994, he was assigned a task at the research centre in Gerenzano (Varese). The family remained in Lecce for a year, then joined him in Como, where Quarta has chosen to live. In April 1995, the Dow Chemical Company, the multinational which belonged to the Lepetit was acquired by Hoechst, which creates the Hoechst-Marion-Roussel (HMR), now SanofiAventis. The research centre in Gerenzano is no longer of use. “It would be closed by December 1996 - remembers Quarta - it was a violent reaction, a kind of primordial chaos, chaos is always giving rise to something and a biotechnology company was set up”. Biosearch was the first Italian biotechnology company. Quarta was the main author and his business plan convinced HMR to finance the initiative by using 28 billion lire. From success to success, Biosearch was quoted at the Stock Exchange. However, the stock started to decline in value. There was the need for a way out and Quarta found it by merging with Versicor, an American company. Vicuron was set up. The entrepreneur moved to the States, near Philadelphia. After a year, just as it had happened when he had moved to Como, he was joined by his wife and his two children.

After some months, Vicuron was quoted in Wall Street. Another coup de theatre: Pfizer started contacts to acquire Vicuron-Biotech. Quarta first left the company and the United States, then decided to join the public purchase offer launched by Pfizer and to sell all his shares. Now, he wanted to produce wine. “This decision shall not astonish - explains Quarta - except for the bond I have always had with the land and my grandfather’s small vineyard in the Leccese area, wine production is very similar to biotechnology since both realities are accomplished by means of micro-organisms”. From medical genetics to industry, from manager to entrepreneur. Quarta never undertakes a new adventure without any preparation and he would be able to talk about wine for hours, starting from history with the coming up of the cultivations in present Georgia to date, through Robert Mondavi, and the place-lists of Robert Parker, a stars and striped journalist. Afterwards, we talk about the Magistra project. The logo is a bunch of grapes, but wine production only represents a grape of the bunch. “Our logo may look like a crown - says Quarta - but also a reversed pyramid, which is also my company’s model, with the top management supporting the lower levels of the organization,

which are in contact with the outside every single grape is a vineyard and acellar at Magistravini. Nowadays, we have got Sanpaolo, Emera and Casino Nitti”. Quarta believes in the development of the territory through enogastronomical tourism. This is the reason why he wishes to change the farmhouses in the estates he has acquired and he is acquiring in real resorts, complete with a beauty farm. The first example will be Casino Nitti, 70 hectares in the proximity of the sea in Puglia, Prime Minister Francesco Saverio Nitti’s former estate. The resort is scheduled to open in 2010. Starting from 1994, except for the American period, Quarta has never left Como. Is he looking for a soil on the edge of Lake Lario for his Magistra Vini project too? “I would like to find a suitable place, let’s remember that marvellous grapevines grew on the edge of the Lake and that they were destroyed by phyloxera in 1870. I will certainly remain here. I have got a “Quarta&Partners” office in Tavernola, the operational head office is in Gerenzano where Lepetit was located, Alfredo Ratti is my advisor for choosing green areas in the estates”. Quarta&Partners has become a member of the Amici di Como large family and such a mind will certainly be good for the association and the territory.

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TERRITORIO

TERRITORIO

L’EDUCAZIONE ambientale entra in classe di Andrea Bambace e Laura Bernasconi (C.R.E.A.)

Le iniziative del C.R.E.A. di Como con le scuole del territorio 132

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Environmental Education Becomes an area of study The initiatives of the C.R.E.A. in Como’s area «Papà, sai che non devi buttare in terra il mozzicone di sigaretta? Sai che la maggior parte dei rifiuti può essere riciclata?». Non è detto che l’educazione debba avvenire per forza in direzione genitore-figlio. A volte, infatti, possono essere i “piccoli” a insegnarci qualcosa di prezioso. Chi oggi ha quaranta-cinquant’anni è stato bambino in tempi in cui c’era meno attenzione all’ambiente. Oggi, invece, la salvaguardia del pianeta è tra i primi temi dell’agenda mondiale. Educare i bambini al rispetto dell’ambiente non significa solamente formare dei futuri cittadini modello: capita infatti che i piccoli, una volta tornati a casa, insegnino a mamma e papà qualche “trucco” che aiuta a vivere rispettando l’ambiente. Da questo si comprende l’importanza dell’attività del CREA di Como. L’acronimo sta per Centro di Riferimento per l’Educazione Ambientale: si tratta, in sostanza, di un organismo nato in seno alla Provincia di Como, grazie a una convenzione stipulata con la Regione Lombardia. Gli educatori del CREA propongono e promuovono progetti e attività, coinvolgendo ogni anno circa 600 classi su tutto il territorio lariano. Proviamo a fare un rapido conto: con una media (poco generosa) di venti alunni per classe, il CREA riesce a contattare almeno 12mila alunni. Che, dopo aver imparato significato e concetti della sostenibilità, torneranno a casa e racconteranno nelle loro famiglie perché e come bisogna rispettare l’ambiente. La missione del Crea, infatti, non è solamente spiegare ai ragazzi i problemi ambientali, ma far diventare i giovani «promotori di stili di vita più consapevoli». Il bacino di utenza cui si rivolge l’équipe di Villa Saporiti è soprattutto il mondo della scuola. Negli ultimi tre anni scolastici il Crea ha organizzato laboratori su qualsiasi argomento inerente all’ambiente: acqua, riciclaggio, carta, origine dei laghi, energia, sole, biodiversità, cambiamenti climatici e mobilità sostenibile, solo per citarne alcuni. Ogni anno, l’attività del Centro di Riferimento per l’Educazione Ambientale coinvolge un gran numero di ragazzi: 690 classi nel 2005-2006, 693 nel 2006-2007 e 814 nel 20072008. Il programma per l’anno scolastico in corso è straordinariamente ricco e gli istituti potranno aderire a diversi progetti: “A piedi nel parco”, in collaborazione con le guardie ecologiche volontarie, “Sos Natura” o “La strada e la sostenibilità ambientale”, in collaborazione con la polizia locale e provinciale. Gli altri laboratori previsti per l’attuale anno scolastico sono: “Nautilus”, laboratorio di comunicazione ambientale in collaborazione con CiaoComo Radio, “Riciclare per non inquinare”, “Metti la carta in gioco”, “L’acqua, una risorsa preziosa”, “L’impronta ecologica”, “C’è energia ed energia”, “Muto come un pesce?” e “Sotto assedio”, laboratorio di teatro

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con Christian Poggioni e con la regia di Dario Tognocchi, direttore del Teatro dei Burattini di Como. Le scuole possono inoltrare richiesta d’adesione ai laboratori del Crea a partire dal 25 settembre, inviando un fax allo 031.230383; ogni classe potrà fare un solo laboratorio. È sufficiente navigare sul sito www.creacomo.it per rendersi conto di come sia possibile educare i bimbi a essere, domani, cittadini consapevoli della delicatezza dell’ambiente in cui vivono.

“Dad, do you know that you should not throw your cigarette on the ground? Do you know that the majority of garbage can be recycled?” It isn’t a given that education can only take place by a parent teaching a child. Sometimes, even children can teach us something important. Those who are forty or fifty years old today were children when there was less attention paid to the environment. Today looking after the planet is the world’s agenda. Educating children to respect the environment does not only mean making future model citizens. Once they return home, children teach their parents some “tricks” that can help their families to respect the environment. The importance of the activity of CREA in Como is clear. The acronym stands for the Reference Centre for Environmental Education. This is a body that was created in the heart of the Province of Como, thanks to an agreement stipulated by the Lombard Region. The CREA educators propose and promote projects and activities that, every year, involve around 600 classes from the Larian area. Let’s try to make a quick calculation: with a (not very generous) average of twenty alumni per class, CREA succeeds in contacting at least twelve thousand alumni. After having learned the significance and concepts pertaining to sustainability, they return home to tell their families why and how to respect the environment. CREA’s mission, in fact, is not only to explain to children about environmental problems, but to make young people ‘promoters of more aware lifestyles’. The place of consumption that the villa Saporiti team turns to is mostly the school environment. In the last three school years, CREA has organized groups to investigate any topic relating to the environment: water, recycling, paper, the origin of lakes, energy, the sun, biodiversity, climate changes and sustainable mobility, to name a few. Ever year, the activity of the Centre reaches out to a large number of children: 690 classes in 2005/2006, 693 in 2006/2007 and 814 in 2007/2008. The program for the school year is extraordinarily rich. Schools can carry out different projects: ‘On foot in the park”, in collaboration with volunteer eco-guides, ‘Sos Natura’ or “The street and the sustainable environment’, in collaboration with the local provincial police. Other projects forseen for this academic year include: ‘Nautilus’ environmental communication project in collaboration with CiaoComo Radio, ‘Recycle to not pollute’, ‘Put the paper in play’, ‘Water, a precious resource’, ‘The ecological impact’, ‘There is energy and energy’, a theatre workshop with Christian Pog-

gioni and Dario Tognocchi, the director of the Puppet Theatre in Como. Schools can forward a request to participate to CREA workshops starting the 25th of September by sending a fax to 031/230383. Each class can participate in one workshop. It is enough to visit the site: www.creacomo. it to understand how it is possible to educate children to be citizens who are aware of the delicate nature of the environment in which they live.

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PEOPLE

ROBERTA REDAELLI

Naturale o sofisticata …comunque mai banale

ROBERTA REDAELLI

A sinistra, Roberta Redaelli. A destra, la stilista nel suo atelier in via Varesina, a Como, con alcuni modelli realizzati. Sotto, un modello della collezione invernale e il particolare di un vestito

Natural or sophisticated ...but never banal

Left, Roberta Redaelli. Right, the stylist in her atelier in via Varesina (Como) with some models that she created. Below, a winter clothing dress and a particular of the garment

di Daniela Tanzi foto Roberto Crippa

Sensuale, attraente e a tratti maliziosa. Roberta Redaelli, fisico slanciato e portamento felino, dovuto probabilmente anche al suo passato da modella, è una designer un po’ sopra le righe. Una comasca che, in questi mesi, festeggia ben vent’anni di carriera e che, con grinta e determinazione, è riuscita a conquistare, con i suoi modelli e tessuti, il mondo intero. «La passione per la moda è nata con me – spiega la stilista – non c’è stata una scintilla particolare, i disegni, le stoffe fanno parte della mia vita da sempre, disegno dall’età di sei anni». La sua prima sfilata risale al 1994 a Ginevra. Il successo ottenuto è clamoroso tanto che prosegue ancora a oggi in tutta la Svizzera romanda. Le collezioni della Redaelli, hanno viaggiato in tutto il mondo: Medio Oriente,

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Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrain, Cina e Giappone. Ma, cosa hanno di straordinario gli abiti di questa versatile designer per essere unici e particolari? «Il segreto, se di segreto si può parlare, – incalza la stilista – è racchiuso nel tessuto. Le collezioni sono realizzate con uno speciale tipo di maglia-tessuto, differenziata nei diversi pesi e compattezze e ottenuta grazie ad una continua ricerca di filati che, abbinati tra loro, danno origine a un materiale compatto, in apparenza un tessuto, che tuttavia conserva le caratteristiche di duttilità e comfort tipiche della maglia». Ma, c’è di più, forse un pizzico di tecnologia. «A rinnovare la nostra produzione – spiega orgogliosa Roberta – io e le mie collaboratrici, nel

laboratorio di via Varesina a Como, abbiamo recentemente introdotto sui nostri materiali la stampa. I disegni realizzati vengono stampati con un nuovo sistema sperimentale che consente un effetto fotografico e l’impiego di una gamma infinita di colori. La stessa attenta ricerca è fatta su accessori e gioielli». Modelli, colori e tanta fantasia ma, cosa ama maggiormente di questa sua professione? «Mi affascina il fatto di far scaturire dal niente un desiderio e materializzarlo sotto forma di abiti e stoffe interpretando così le infinite potenzialità della bellezza dell’essere donna: dinamica e attiva oppure elegante e ricercata. Diverse personalità che hanno però in comune la voglia di non essere anonima». E che con lo stile di Roberta, mai lo sarà…

Sensual, attractive and mischievious features. Roberta Redaelli carries herself like a feline, probably because she was a model. She is a designer from Como. In a few months, she is celebrating her twenty year career. With grit and determination she has succeeded in conquering, with models and fabric, the entire world. “The passion for fashion was born - the stylist explains - there was not a particular spark. The designs and the fabrics have always been a part of my life. I have been designing since I was six years old”. Her first fashion show was in 1994 in Geneva. It was so successful that it continues to this day in Switzerland. Redaelli’s collections have travelled throughout the world: the Middle East, Saudia Arabia, the Arab

Emirates, Bahrain, China, and Japan. But, what is so unique about the clothing of this versatile designer? “The secret, if it is possible to talk about a secret, the stylist explains - is in the fabric. The collections are made with a special type of fabric, differentiated by weight and compactness and obtained thanks to a continual research into spinning that created a more compact material that appears to be a fabric that retains the characteristic flexibility and comfort”. But, there is more, perhaps a pinch of technology. “To renew our production - Roberta proudly explains - together with my collaborators, in the laboratory of Varesina in Como, we recently introduced a print on our materials. The designs were printed with a new experi-

mental system that creates a photographic effect and uses an infinite array of colors. The same attentive research was made for accessories and jewelry”. Models, colors and a lot of fantasy. But what does she love more than this profession? “The fact of being able to unleash a desire and to realize it, interpreting the infinite potentialities of the beauty of being a woman. Different personalities have the desire to not be anonymous in common”. With Roberta’s style, you will never be anonymous...

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PEOPLE

Mauro COZZA

e il suo “Father Fontana”

«Il difficile non è venire a galla, ma rimanerci…» «Ho iniziato a 8 anni filmando in Super8 le api che vanno di fiore in fiore…». Mauro Cozza, filmaker comasco, non si è fermato al lavoro, indiscutibilmente laborioso, delle api, il suo percorso artistico ha fatto passi da gigante. Ma, andiamo con ordine. «Ho frequentato un corso post-diploma di tecniche cine-televisive a Milano, sono entrato subito nel “giro”, lavorando per Espansione Tv e Antenna 3. Ho seguito gravi fatti di cronaca, quali l’alluvione in Valtellina e la tragedia della Conca di Crezzo. In seguito, l’esigenza di lavorare in piena autonomia ha preso il sopravvento. Con grinta e determinazione, ho creato il mio studio di produzioni video “Mc2 Studio”, con Giuliano Piccolo e Carlo Boghi». Tanta esperienza e molti riconoscimenti. Cozza ha realizzato cortometraggi quali “Laghita” per la Tsi, “Lovecrash”, pluripremiato in Italia e all’estero. È stato coautore e regista di “Ragazze nella notte” sempre per la Tsi. Per la Regione Lombardia ha creato diversi documentari: da “Galliano, 1.000 anni di storia” per il Comune di Cantù al dvd “Ventanas” per Davide Van De Sfroos. Segue il team velico Joe Fly nelle più impor-

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tanti tappe internazionali e gestisce la comunicazione audiovisiva delle Grandi Mostre di Como. La sua ultima fatica è: “Father Fontana” quali sono i risvolti salienti di questo progetto? «Il cortometraggio “Father Fontana”, fa parte del progetto “La Strega di Portobello” voluto da Paulo Coelho. Una trama interessante; la protagonista, Athena, dopo aver manifestato a Padre Fontana il desiderio di diventare madre, si ritrova, a distanza di un anno, sola e abbandonata sia dal marito sia dalla Chiesa. Il corto è stato girato in quattro giorni a Dorio, sul ramo di Lecco. Due i protagonisti: Elio Noseda (Padre Fontana), attore comasco dallo sguardo magnetico, che ha lavorato con importanti registi italiani e Annalisa Nizzoli, giovane attrice, esordiente nel campo della fiction. Annalisa è stata scelta come protagonista grazie alla sua capacità di adattarsi ai tre momenti principali del racconto in maniera del tutto naturale e credibile. Ha dovuto sostenere un corso accelerato di chitarra e di postura per poter doppiare il brano cantato nella scena iniziale». “Father Fontana”, girato in inglese, è stato in-

di D.T.

serito fra i 3 cortometraggi (su 400) finalisti a livello internazionale del “Witch of Portobello Project” di Paulo Coelho. Quali sono i suoi progetti futuri? «Alla luce di questa positiva e recente esperienza, desidero dare sempre più spazio alla fiction con nuove idee che stanno già maturando. Molti anni fa sognavo esattamente di fare questo lavoro e penso di esserci riuscito. Miro ora al lungometraggio». Per entrare nel mondo cine-televisivo, quanto contano le “famose” raccomandazioni ? «Si può emergere anche senza esperienza. Il difficile non è venire a galla, ma rimanerci…». Una battuta infine con l’attrice protagonista, Annalisa Nizzoli. Com’è stato lavorare sul set? «È stata una piacevole esperienza, davvero molto interessante. Ho potuto esprimere la parte artistica di Annalisa, che forse era nascosta da qualche parte. Mi piacerebbe ritornare sul set ma, il fatto di diventare a tutti i costi un’attrice, non rientra nei miei progetti futuri, anche se mi piace lasciare aperte tutte le porte. Al momento sto ultimando la laurea in mediazione interlinguistica e interculturale. Il mondo del cinema è però sempre affascinante».

Mauro Cozza and his ‘Father Fontana’ “It’s not difficult getting to the top, it’s staying up there...” “I began at the age of 8 taking Super8 shots of bees going from flower to flower... “ Como filmaker Mauro Cozza did not stop with the indisputably hard work bees do; he has blazed a remarkable artistic trail. But let’s start at the beginning. “Then I attended a post-diploma course in movie and television film techniques in Milan, and straight away managed to break in by working for Espansione TV and Antenna 3. I covered such tragic events as the Valtellina flood and the Conca di Crezzo tragedy. Soon after my need to be independent took over. Sweating blood and tears I set up my own video production studio: ‘Mc2 Studio’ with Giuliano Piccolo and Carlo Boghi.” He’s had a lot of experience and recognition. Cozza has made short films such as ‘Laghita’ and ‘Lovecrash’ for the TSI, receiving numerous awards both in Italy and abroad. He co-wrote and directed ‘Ragazze nella Notte’ once again for the TSI. For the Lombardy Region he has undertaken various documentaries from ‘Galliano, 1000 anni di Storia’ for the municipality of Cantù to the DVD ‘Ventanas’ for Davide Van De Sfroos. He covers the Joe Fly sailing team on their biggest international events and handles the audiovisual linkups of the Grandi Mostre di Como. Your latest effort is ‘Father Fontana’: what is the basic storyline of this project? The short film ‘Father Fontana’ is part of Paulo Coelho’s ‘Witch of Portobello Project’. It’s got an interesting plot; after revealing to Father Fontana that she’d like to become a mother, the main character Athena ends up a year later abandoned both by her husband and by the Church. The filming in Dorio on the Lecco branch of the lake took four days. There are two protagonists: Elio Noseda (Father Fontana), a Como actor with a magnetic expression, has worked with some top Italian directors; Annalisa Nizzoli is a budding young actress on the fiction scene. She was chosen to star because of her natural credible way of relating to the story’s three main phases. She had to go on guitar and posture crash courses to be able to dub the song in the first scene.” The English version of ‘Father Fontana’ was one of the 3 (out of 400) international finalists in Paulo Coelho’s ‘Witch of Portobello Project’. What are your future plans? In the light of this positive recent experience, I’d like to devote more time to fiction with some new ideas I’ve been thinking through. Years ago I used to dream of doing this very kind of work - and I think I’ve succeeded. Now I’ve got long films in my sights.” In order to make it in the movie/television world, how much ‘string pulling’ goes on? “You can make your mark even with no previous experience. It’s not difficult getting to the top, it’s

staying up there..”. Finally, a bar with the actress, Annalisa Nizzoli. How has been working on the set? “It was a pleasant experience, very interesting indeed. I worked on my artistic side, which was probably hidden away somewhere. I would like to be back on the set, but becoming an actress at all costs is not part of my plans for the future. I am almost graduated in Interlinguistic and Intercultural Mediation but still like to keep all doors open. Movie world has not lost its charm”.

A sinistra, Mauro Cozza, sopra, Annalisa Nizzoli ed Elio Noseda Left, Mauro Cozza, above, Annalisa Nizzoli and Elio Noseda

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PEOPLE

A sinistra, Barbara alla sua postazione di lavoro. Sotto, un ultimo modello di Barbara Montefusco e gli schizzi della designer Left, Barbara next to her sewing machine. Belowe, a last model of Barbara Montefusco and the designer’s sketches

Barbara Montefusco: the designer that works at dusk

Barbara Montefusco, class of 1983, is a promising young designer from Como. Her artistic journey began when she was young, thanks to her uncle who was a painter and to her passion for colors. “I adored how he painted subjects - Barbara says - in this way, a little at a time, I too began to paint. First I represented faces. Then, I focused on the human figure, and especially the female figure. One day my father gave me a book of fashionplates and my interest in anatomy made me want to dress the figures”. Barbara obtained a diploma in Fashion Designing at the Marangoni Institute in Milan and then began working. After having worked for almost two years in

a sportswear and streetwear company, she opted to approach the artistinal sector and dedicate herself to creating unique pieces by hand. “At a time like this - the designer explains where everything is a copy of everything else, I felt the need to find a different dimension that was closer to my idea of making fashion. Actually, I work in an artisinal fashion laboratory in the historic centre of Como”. Barbara is so capable that she can create a model directly on fabric. “Fabrics - Barbara Montefusco says again suggest lines, lengths, and forms. I do not use a pencil and paper, I create the paper model with real measurements, then I cut and assem-

Barbara Montefusco

La DESIGNER che crea all’IMBRUNIRE

di Daniela Tanzi foto Roberto Crippa Barbara Montefusco, classe 1983, è una giovane e promettente designer comasca. Il suo percorso artistico inizia in tenera età grazie ad uno zio pittore e alla sua passione per i colori. «Adoravo come dipingeva i soggetti – racconta Barbara – così, poco per volta, ho cominciato a disegnare anch’io. Inizialmente rappresentavo volti poi mi sono focalizzata sulla figura umana; soprattutto su quella femminile. Un giorno, mio padre mi regalò un libro sui figurini di moda e l’interesse per l’anatomia del corpo ha fatto nascere in me la voglia di vestire queste figure». Barbara ottiene il diploma in Fashion Designer all’Istituto Marangoni di Milano ed entra subito nel mondo del lavoro. Dopo aver lavorato per quasi due anni a Milano, in un’azienda

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di sportwear e streetwear, abbandona l’aspetto produttivo dell’abbigliamento fatto in serie per approdare al settore artigianale e dedicarsi così alla creazione di pochi pezzi unici, fatti a mano. «In un momento come questo – spiega la designer – dove tutto è una copia dell’altro dove l’omologazione ha preso ormai piede, ho sentito il bisogno di trovare una dimensione diversa, più consona alla mia idea di fare moda. Attualmente lavoro in un laboratorio artigianale di moda, nel centro storico di Como». Barbara è talmente abile da creare il modello direttamente su stoffa. «I tessuti, – incalza Barbara – mi suggeriscono linee, lunghezze e forme. Non uso matita e foglio, realizzo direttamente il cartamodello con misure reali, per passare poi

al taglio e all’assemblaggio di tutti i pezzi». Creativo e faticoso il lavoro di una designer. «Ricordo ancora – continua Barbara - una gonna realizzata con centinaia di striscioline di tessuto tutte cucite a mano». Barbara ama le tenebre e sottolinea: «Il giorno mi distrae. Preferisco creare di notte accompagnata dalle note di un blues». Inevitabile chiedere a Barbara i gusti personali in fatto di abiti. «Amo i capi comodi, i pantaloni larghi dal taglio maschile, le gonne lunghe, odio invece i vestiti da sera. Mi piace il nero, dà sicurezza». Nella mente di una designer non manca certo il sogno nel cassetto: «Vorrei essere tre figure in una: stilista, modellista e sarta».

ble all of the pieces”.The work of a designer is creative and exhausting. “I still remember - Barbara continues - a skirt made with hundreds of strips of fabric all sown by hand”. Barbara loves shadows and explains: “The day distracts me. I prefer to create at night accompanied by blues music”. It is inevitable to ask Barbara what her personal taste in clothes is. “I love long trousers cut for men, long skirts. Instead, I hate evening clothes. I like black. It gives a feeling of confidence”. A designer has unrealized dreams: “I would like to be three things: a stylist, a pattern maker and a seamstress”.

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SPECIALE VIAGGI

L’EGITTO tra il Nilo e ...

Egypt between

the Nile and...

L’Egitto, la culla della civiltà occidentale. Un universo da vivere in soggiorni esclusivi, coccolati dal lento correre del fiume Nilo oppure seguendo le orme del grande condottiero macedone, dalla città a lui dedicata, Alessandria ad altri luoghi resi mitici dalle sue gesta. Rallo Travel & Lifestyle propone per i lettori di “Magic Lake” due modi esclusivi per vivere il Paese delle piramidi. Il primo è in crociera sulla Dahabeyat Queen Farida, barca a vela varata all’inizio del 2008 e realizzata interamente di legno per ricalcare perfettamente lo stile delle imbarcazioni dei sultani e dei pascià che solcavano il grande fiume nel Diciottesimo secolo. Dieci giorni da ritagliarsi per un itinerario sublime per vivere a pieno l’esperienza unica e senza eguali

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di una navigazione a vela lungo il Nilo. La Dahabeyat Queen Farida dispone solo di 8 cabine, di cui 2 suite, tutte con servizi privati, elegantemente arredate in stile etnico, di un ponte sole ombreggiato e attrezzato dove poter godere del panorama in navigazione e di una piccola, ma accogliente lounge dove si consumano i pasti. Le aree comuni e le cabine sono dotate di aria condizionata. La crociera sul Nilo proposta da Rallo Viaggi parte dopo un breve tour tra i gioielli della civiltà egiziana, i tesori del Cairo e di Luxor. L’imbarco sulla Dahabeyat Queen Farida avviene a Esna, poco distante dal Tempio di Knoum. La navigazione prosegue verso El Kab, l’antico sito di Nekheb, situato sulla riva destra del Nilo. Sono

i suggestivi tempi a caratterizzare il viaggio, dei veri e propri prodigi dell’ingegneria del tempo, come le costruzioni di Horus, terminate in epoca tolemaica e che riassumono rigorosamente tutta la tradizione egizia. Gebel El Silsil, invece, altra meta del tour è stata la maggior cava di arenaria di tutto l’Egitto. Il viaggio sul Nilo prosegue placidamente verso Kom Ombo, città che in epoca antica era il crocevia della rotta carovaniera della Nubia con i sentieri dell’oro del deserto orientale. Quindi il giorno successivo per Daraw, posta sulla riva destra del Nilo e famosa per il mercato dei cammelli. Allo sbarco previsto ad Aswan avrete vissuto un’esperienza indimenticabile e compreso a pieno la grandezza della civiltà dei faraoni.

Egypt, the cradle of Western civilization. A universe to be experienced. Stay by the Nile or follow in the footsteps of the great Macedonian military leader from Alexandria, the city dedicated to him, to other places that he made famous. Rallo Travel & Lifestyle proposes two exclusive ways to experience the country of pyramids to the readers of “Magic Lake”. The first is a cruise on the Dahabeyat Queen Farida, a sailboat launched at the start of 2008. The boat is made entirely of wood in order to replicate the boats of the sultans and the pascià that traveled on the river in the eighteenth century. Ten days set aside for the unique experience of sailing along the Nile. The Dahabeyat Queen Farida only has 8 cabins, 2 of which are suites. All cabins are ensuite, are elegantly furnished, and have a shaded outdoor area. There is also a welcoming lounge where meals are taken. The common areas and the cabins have air conditioning. The Rallo Viaggi cruise on the Nile departs after a brief tour of the jewels of Egyptian civilization: the treasures of Cairo and of Luxor. The Dahabeyat Queen Farida departs from Esna, which is not far from the Knoum Temple. The ship sails towards El Kab, the ancient site of Nekheb on the right bank of the Nile. The trip is characterized by feats of engineering. Horus’ buildings, finished during the Ptolomeic era, summarise the entire Egyptian tradition. Gebel El Silsil, another stop on the tour, was the most important sandstone quarry in Egypt. The journey on the Nile continues towards Kom Ombo, a city that in ancient times was the crossroads of the Nubian carovan trail and the paths of gold of the oriental desert. The trip than moves on to Daraw, on the right bank of the Nile. Daraw is famous for its camel market. Once you arrive and disembark at Aswan, you will have had an unforgettable experience and you will have fully understood the greatness of the civilization of the pharoahs.

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...Alessandro Magno In una settimana di tour esclusivo Sulle orme di Alessandro Magno, da Alessandria a Baharya, si scopre invece il mondo delle Oasi Egiziane, spesso descritto come un “altro Egitto”. Se infatti la valle del Nilo ha un suo patrimonio monumentale senza eguali, esiste un altro Paese da visitare, ricco di meraviglie archeologiche, ma soprattutto naturali. La più nota delle oasi egiziane è forse la rigogliosa e fertile Siwa, che sorge in una depressione del Deserto Occidentale estesa per 80 km. Un paesaggio a un passo dal confine libico. Anche per questo Siwa era un punto di sosta della pista carovaniera dei datteri che attraversava il deserto nell’antichità. L’Oasi è tuttora abitata da una popolazione di origine berbera che ha mantenuto usi e tradizioni antichi e addirittura una propria lingua, il siwi. Dal punto di vista naturalistico appare all’occhio del visitatore come un vero e proprio angolo di paradiso circondato dal deserto più aspro. Il paesaggio dell’oasi è infatti costituito da fitti palmeti , tre laghi salati e quasi mille sorgenti. Il tour di una settimana proposto da Rallo Viaggi copre anche l’oasi di Bahariya, anch’essa in una depressione, ma di ben 2.000 chilometri quadrati. Nel cosiddetto Nuovo Regno l’Oasi era collegata alla Valle del Nilo e alle Oasi di El Fayoum e Siwa da molte vie carovaniere ed era rinomata per la produzione di frumento ed uva. Negli ultimi anni l’Oasi di Bahariya è tornata alla ribalta per la scoperta da parte dell’archeologo egiziano più famoso, il dottor Zahi Hawass e del più spettacolare nascondiglio di Mummie mai scoperto in Egitto. Il Dr Hawass, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, estrasse più di 100 mummie in una singola stagione da un sito che misurava 6 km quadrati. Da allora lazona viene consociuta come la Valle delle Mummie d’Oro. Altri punti di interesse dell’Oasi sono rappresentati dal Museo di Bawiti, dalla tomba di Bannentiu e dal Tempio di Haiz. L’acqua del Nilo e quella delle oasi, entrambe fonte di vita per l’uomo e oggi paesaggi dove il turista possa vivere emozioni da sogno.

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...Alexander the Great During a week-long tour following in the footsteps of Alexander the Great, from Alexandria to Baharya, you will discover a world of Egyptian oases, which are often described as “another Egypt”. If the Valley of the Nile is without any rivals, there is another place to visit that is full of archaeological and natural marvels. The most well known of the Egyptian oases is perhaps the flourishing fertile Siwa, which rises in a depression in the Western Desert for 80 km. The landscape is close to the Lybian border. For this reason, Siwa was a rest stop along the caravan trail that crossed the desert in antiquity. The Oasis is still inhabited by a population of Berbers that has maintained its ancient customs and traditions, and even its language, Siwi. From a naturalistic point of view, the place seems like a corner of paradise surrounded by a harsh desert. The landscape of the Oasis, in fact, has palm trees, three salt lakes and almost one thousand springs. The week-long Rallo Viaggi tour also takes in the Bahariya Oasis. This is a depression of 2,000 square km. In the so-called New Kingdom, the oasis was linked to the Valley of the Nile and to the Oasis of El Fayoum and Siwa by many carovan roads. It was renouned for its production of wheat and grapes. In recent years the Bahariya oasis has come to attention because of the most famous Egyptian archaeologist, Doctor Zahi Hawass, and also because it is the most

Un’esclusiva di spectacular hiding place for mummies ever discovered in Egypt. Dr Hawass, General Secretary of the Councuil of the Egyptian Antiquities, extracted more than 100 mummies in a single season from a site that measured six square km. Since then, the area has been known as the Valley of the Golden Mummies. Other places of interest are represented by the Bawiti Museum, the Bannentiu tomb, and the Haiz Temple. The water from the Nile and from the Oasis, both a source of life for men, are today landscapes where tourists can experience things they could otherwise only dream about. Tutte le proposte possono essere personalizzate. Quotazioni a partire da 2.550 euro per la crociera sul Nilo in Dahabeyat e a partire da 1.860 euro l’itinerario “Sulle orme di Alessandro Magno” All the proposals can be personalized. Quotations starting from 2.550 euro for the Nile cruise in Dahabeyat and from 1.860 euro for the tour “Sulle orme di Alessandro Magno”

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PEOPLE

FRANCESCO PERONESE

IL NOTAIO CHE CORRE

A sinistra, Francesco Peronese. Sotto, il notaio in gara con Uber Riva e un’immagine della 100 km del Sahara a tappe Left, Francesco Peronese. Belowe, the notary running with Riva Uber and an image of 100 km Sahara in stages

di Emanuele Caso foto Mattia Vacca

Per 120 chilometri nel deserto con il giovane Uber Riva 148

Voi correreste per 120 chilometri nel deserto, dormendo tra gli scorpioni e affrontando branchi di cani randagi e affamati? Molto probabilmente no, eppure c’è un comasco che lo ha già fatto e intende provarci ancora. È Francesco Peronese, tra più conosciuti notai della città e vero appassionato di corse e imprese estreme. «Un amore che risale agli anni delle scuole medie – racconta Peronese – quando iniziai a partecipare a eventi podistici competitivi di livello regionale, con buoni risultati». Fu soltanto l’università, intorno ai 20 anni, a fermare la lunga marcia del “notaio volante” per l’impegno sui libri. Ma la voglia di correre gli è sempre rimasta dentro. «Il ritorno in grande stile – dice Peronese – avvenne nel 1995, quando partecipai alla maratona di Milano. Andò bene, sia per i tempi sia per la risposta del fisico». E infatti, nel novembre dello stesso anno, ecco il notaio distinguersi alla maratona di New York, e poi ad Atene, Parigi, Berlino e persino in Polinesia. Nel 2003, l’occasione di un’esperienza unica al mondo. «Faccio parte dei Lions, un’associazione che da sempre si occupa dei problemi delle persone non vedenti – racconta Peronese – E così conobbi la storia di Uber Riva, un giovane lecchese cieco dalla nascita capace però di diventare campione italiano di sci sull’acqua e con il desiderio di cimentarsi in una corsa estrema non riservata soltanto ai disabili». Fu così che, nel marzo 2004, Peronese e Riva si conobbero e poi, insieme con altri 93 partecipanti, si trovarono ai blocchi di partenza per la traversata del deserto del Sahara tunisino in 4 tappe, tra il Sud di Djerba e il confine con la Libia. Oltre 120 chilometri di corsa in totale. «Io e Uber eravamo uniti da una corda, con la quale di fatto comunicavo a lui il percorso, le insidie del terreno e le vie da seguire. Avevo la grande responsabilità di guidarlo e portarlo sulle parti migliori del tracciato, e alla fine ce la siamo cavata bene – ricorda il notaio

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comasco – Forse abbiamo rischiato di più durante le notti, quando dormivamo sotto tende di iuta legate a bastoni. Al risveglio, trovavamo intorno a noi le tracce lasciate dagli scorpioni». Molte le altre difficoltà, dalle escursioni termiche vicine ai 50 gradi (45-47 di giorno, vicine allo zero di notte), fino alle vesciche causate dalla sabbia e alle difficoltà di orientamento tra le dune. «Ma il momento peggiore – sottolinea Peronese – fu quando io e Uber ci trovammo improvvisamente di fronte a un branco di cani selvatici, aggressivi e affamati. Rimanemmo immobili per un po’, poi ne colpii uno con un sasso e fortunatamente loro scapparono senza aggredirci». All’arrivo, dopo le quattro tappe, erano rimaste poche energie ma molta soddisfazione. «E l’anno prossimo – preannuncia Peronese – tornerò da solo. A 67 anni voglio capire i miei limiti».

Francesco Peronese The notary who runs

For 120 kilometers in the deserts with the young blind man from Lecco, Uber Riva Would you run for 120 kilometers in the desert, sleeping among scorpions and facing herds of wild hungry dogs? Most probably not and yet there’s a person from Como who already did it and intends to try it again. He’s Francesco Peronese, among the most famous notaries in town and really keen about runs and extreme challenges. “A passion that started during the secondary school - Peronese tells - when I began to partecipate at regional competitive road runners events with good results”. Only the University, when he was about 20 years old, stopped the long march of the “flying notary” due to its dedication to the books. But the feel of running has always been inside him. “The grand return - Peronese says - was in 1995, when I took part in Milan marathon . It went well for both times and body response”. And in fact, in November during the same year there was the notary who distinguished himself in New York marathon and then Athens, Paris, Berlin and even Polynesia.. In 2003, the chance to live an unique experience all over the world. “I’m part of the Lions, an association that, from far back, takes care of blinds people

problems - Peronese tells - And I’ve known about Uber Riva’s story this way , a young man from Lecco blind by birth but able to become Italian champion of water sky with the desire to take a stab at an extreme run not only reserved to handicapped people”. That’s how, in March 2004, Peronese and Riva met and then , with other 93 participants, they were together at the start of the Tunisian Sahara desert crossing in 4 stops off between southern Djerba and Libian border. Over 120 kilometers of run total. “Uber and I were linked by a rope by which I actually communicated him the route, the eventual problems with the soil and the path to follow. I had the great responsibility to lead him and bring him over the best parts of the way and, at the end, we did it well - remembers the notary from Como - Maybe

we risked more during the nights when we slept under the tents made of jute tied up by sticks. At the awakening we found signs of scorpions around us”. Many other difficulties, from thermal range close to 50 degrees (45-47 during the day and close to zero at night ), to the galls caused by the sand and the lack of orientation among the dunes. “But the worst moment - Peronese remarks - has been when Uber and I suddenly found ourselves in front of a herd of wild, aggressive and hungry dogs. We stayed motionless for a while then I hit one of them with a stone; fortunately they ran away without attacking us”. At the arrive, after the four stops off, we had left a very few amount of energy but a great satisfaction. “And next year - Peronese anticipates - I’ll come back alone. Being 67 years old, I want to understand my limits”.

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TERRITORIO

La tradizione del PIZZO di CANTÙ di Anna Campaniello foto Mattia Vacca

Il merletto si lavora esclusivamente a mano Cantu’s lace is used to work exclusively by hand

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Merlettaie che lavorano esclusivamente a mano, con la stessa abilità e maestria delle loro nonne e bisnonne, portando avanti una tradizione unica che si tramanda da una generazione all’altra senza perdere l’originalità e la qualità che hanno reso il “pizzo di Cantù” un prodotto conosciuto in tutto il mondo. Per promuovere quest’attività unica nel suo genere e tipica della cittadina brianzola, gli “Amici di Como”, in accordo in particolare con “Centocantù”, si sono attivati organizzando eventi studiati appositamente per far conoscere e apprezzare il merletto in tutta Italia e anche oltre i confini nazionali. Nell’ambito di questo lavoro di promozione, le merlettaie di Cantù hanno “vestito” monsignor Giovanni Francesco Brugnaro, dall’ottobre del 2007 nuovo vescovo di Camerino, importante diocesi delle Marche. L’abito indossato dal presule durante la cerimonia di insediamento è stato infatti confezionato interamente a mano in merletto di Cantù. L’opera è stata realizzata da due esperte della Cooperativa Produzione Merletti, sorta negli anni ’20 del secolo scorso e attualmente punto di riferimento per il pizzo di Cantù. Per attestare l’autenticità del prodotto è stato addirittura studiato il logo “CPM”, che certifica l’originalità di ogni singolo pezzo. Il lavoro delle merlettaie è molto più di una semplice e meccanica esecuzione di punti, che sono realizzati con un particolare filo noto proprio come Cotone Cantù. Si tratta piuttosto di un’opera che si completa nell’interpretazione artistica che viene data a ciascun pezzo. Nel caso dell’abito del vescovo ad esempio, le autrici dell’opera hanno dato forma alla dolcezza dello slancio di Gesù Bambino verso la Madonna così come alle sfumature di ogni singola piega dei vestiti delle figure sacre. La qualità del lavoro realizzato dalle esperte della Cooperativa Produzione Merletti è stata ulteriormente certificata da importanti riconoscimenti a livello nazionale, in particolare dalla medaglia d’oro alla Biennale Internazionale del Merletto di San Sepolcro nel 1992.

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IL CENTRO PORSCHE COMO

CANTÙ’S lace Tradition

Alcuni lavori realizzati con la tecnica del Pizzo di Cantù Some works made with Cantù’s lace technique

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Back in July the Centro Porsche Como presented the German Mother Company’s new ‘baby’ to its customers and to celebrate such a grand event an exceptional location was needed like the Filiale Service in Lecco. The success of the Como branch now operational for four years and the increase in sales and servicing, led the Centro Porsche Como to consider expanding the company and thus offer products and services more efficiently through widespread coverage of the area. So now with a branch in Como and one in Lecco Centro Porsche Como’s area network enjoys perfect coverage, and customers can expect the two branches to provide the same services from well-trained, friendly staff. The sort of welcome, warmth and quality that only the make Porsche can guarantee.

Lace makers used to work exclusively by hand with the same ability and skill as their gandmothers and great grandmothers, carrying on a unique tradition handed down from one generation to the next without losing the originality and quality which have made ‘Cantù lace’ famous all over the world. In order to promote this Brianza town’s uniquely typical activity ‘Amici di Como’ in agreement in particular with ‘Centrocantù’ have decided to organise events specially designed to spread a knowledge of and appreciation for lace both in and outside Italy. As part of this promotion campaign Cantù’s lace makers have ‘dressed’ Monsignor Giovanni Francesco Brugnaro who since October 2007 has been the new bishop of Camerino, an important diocese of the Marches. The robe worn by the prelate for his induction ceremony was in fact made entirely by hand in Cantù lace. The work was undertaken by two

experts of the Cooperativa Produzione Merletti founded back in the 1920s, which is now pivotal for Cantù’s exclusively handcrafted lace. To authenticate a product even a logo ‘CPM’ has been devised certifying the originality of each single item. Lace makers’ work is much more than mechanically making stitches with special thread actually called Cantù Cotton. It’s really a work of art involving the individual interpretation of each piece of lace. In the case of the bishop’s robe for instance, the craftswomen sought to depict Baby Jesus’ gentle demeanor vis-à-vis the Madonna as well as the nuances of every single fold of the sacred personages’ apparel. The quality of work undertaken by Cooperativa Produzione Merletti experts has been further certified by important national recognition in the form of a gold medal at the Biennale Internazionale del Merletto in San Sepolcro in 1992.

The Lecco branch handles Servicing and 2nd-Hand Vehicles, whereas new vehicle sales are staying in Como. Lecco moreover is the hub of the newly born Porsche Club Lario, the official club founded on 9th February and already actively promoting various events in the area. But let’s go back to the July event when guests were entertained by circus performers from the aperitif to the long-awaited moment of the presentation of the new Porsche 911. After admiring the car customers were invited into the showroom laid out for the evening as a restaurant where they were able to sample various delicacies. Yet another successful event for Centro Porsche Como’s owner Marco Teli and his staff.

The Centro Porsche Como presents the 911 at its new Branch in Lecco

presenta la 911 nella nuova filiale di Lecco

Nel luglio scorso il Centro Porsche Como ha presentato ai suoi clienti l’ultima nata della casa madre tedesca e per celebrare un simile evento importante serviva una location d’eccezione come la nuova Filiale Service di Lecco. Il successo della sede di Como, ormai attiva da quattro anni, e il crescente volume di vendita e di assistenza, hanno portato il Centro Porsche Como a pensare a un ingrandimento dell’azienda con obiettivo dichiarato di offrire prodotti e servizi in modo più efficace ed efficiente attraverso una capillare copertura del territorio. Oggi con una sede a Como e una a Lecco l’area di competenza del Centro Porsche Como risulta perfettamente coperta e i clienti trovano nelle due sedi gli stessi servizi e uno staff preparato e cordiale. Un’accoglienza, un calore e una qualità che solo il marchio Porsche garantisce. La filiale di Lecco offre il Service e l’Usato, rimane invece a Como la commercializzazione delle vetture nuove. Lecco è inoltre il centro nevralgico del neonato Porsche Club Lario, club ufficiale fondato il 9 febbraio scorso e già attivo sul territorio con numerose iniziative. Ma torniamo all’evento di luglio, dove gli ospiti sono stati accolti da animatori circensi che li hanno intrattenuti dall’aperitivo all’atteso momento di presentazione della nuova Porsche 911. Dopo aver ammirato la vettura i clienti si sono accomodati nel salone espositivo allestito per la serata a ristorante dove hanno potuto gustare numerose prelibatezze. Un altro evento ancora di successo per il titolare del Centro Porsche Como, Marco Teli e il suo staff.

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EVENTI

Guido Ravasi

Il Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti ha inaugurato il 26 settembre una mostra dedicata a Guido Ravasi (Milano 1877Como 1946), creatore nella prima metà del Novecento di straordinarie sete operate e stampate, con le quali partecipò alle Biennali di Monza degli anni Venti e all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1925. La mostra, che è aperta al pubblico sino all’8 dicembre 2008 presso la FAR, è a cura di Margherita Rosina e Francina Chiara, rispettivamente direttrice e curatrice del MuST. L’evento è patrocinato dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Como. Il MuST possiede una ricchissima collezione di tessuti e album - campionario della produzione di Ravasi, che costituiranno la base della mostra insieme a importanti reperti provenienti dagli archivi del Museo Didattico della Seta di Como, che collabora all’iniziativa. La figura di Guido Ravasi, artista-imprenditore che contribuì a diffondere la fama delle sete comasche nel mondo, viene indagata seguendo i vari filoni della sua produzione: dalle “sete d’arte” ai tessuti per cravatteria, dai leggeri stampati creati per le principali sartorie milanesi degli anni Venti, al famoso piviale realizzato per il pontefice Pio XI, che è uscito per la prima volta dalla Sacrestia della Cappella Sistina ed è stato restaurato per l’occasione dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Altri prestiti importanti di tessuti inediti provenienti da collezioni italiane e straniere andranno a completare il quadro della prima monografica dedicata a Guido Ravasi. La mostra si articola in sezioni, nelle quali i materiali saranno organizzati in base alla destinazione d’uso. Un primo gruppo, le “sete d’arte”, raccoglie la parte più spettacolare dei tessuti creati da Ravasi, con disegni dalla forte impronta orientale prodotti in innumerevoli varianti di colore. Foto degli anni Venti, eseguite dal famoso fotografo milanese Sommariva, illustreranno le sedi nelle quali furono esposti, restituendoci il gusto del periodo.

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Guido Ravasi il signore della Seta Una mostra dedicata al creatore di tessuti operati fino all’8 dicembre alla Fondazione Antonio Ratti di Viviana Dalla Pria La seconda sezione è dedicata alle committenze prestigiose, quali la Chiesa e lo Stato. Ravasi fu tra i fornitori del Vaticano. Per la chiusura della Porta Santa, in occasione del Giubileo del 1925, l’artista-imprenditore donò al pontefice Pio XI uno splendido parato di estrema leggerezza, conservato presso la Sacrestia della Cappella Sistina. In occasione del matrimonio di Maria José del Belgio con il principe ereditario Umberto di Savoia, Ravasi realizzò un raso operato a grandi motivi d’oro, che è presente nella mostra, destinato probabilmente alla fodera del manto nuziale. Come molti industriali del suo tempo, Ravasi intrattenne anche rapporti con il regime fascista, testimoniati da tessuti, sia operati sia stampati, la cui vicenda verrà ricostruita attraverso inediti documenti rinvenuti all’Archivio Centrale dello Stato di Roma. La cravatteria e l’abbigliamento maschile sono il fulcro della terza sezione. Como negli anni tra le due guerre fu una delle protagoniste europee nel campo della cravatteria, con studi di disegno importantissimi come quelli di Gualdo Porro, vincitore nel 1927 del premio internazionale “Salterio” per la migliore cravatta del mondo. La produzione di Ravasi in questo ambito mostra una modernità di disegno sorprendente, tale da

renderla interessante anche per i designer contemporanei. L’ultima parte della mostra sarà dedicata al rapporto tra Ravasi e la moda. I suoi legami con le più importanti sartorie milanesi degli anni Venti e Trenta sono poco conosciuti, ma sono qui documentati dalle riviste dell’epoca. Verranno esposti i tessuti da lui creati e i figurini di moda che rappresentano il risultato di questa collaborazione, assieme a un abito prestato dalle Civiche Raccolte di Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano. Infine, l’esposizione “Guido Ravasi il signore della Seta” è l’occasione anche per fare luce sui complessi rapporti che legarono Ravasi a una serie di figure di rilievo del Novecento: dallo scenografo Mario Cito Filomarino al pittore Piero Persicalli, fino al gioielliere Alfredo Ravasco, per giungere ai più importanti esponenti del panorama della cultura italiana tra le due guerre. Il catalogo, pubblicato dalla casa editrice Nodo libri di Como, è corredato dalle schede a colori dei tessuti esposti, illustrati a piena pagina e comprende la biografia del personaggio, un saggio sulla sua produzione tessile e contributi sul suo rapporto con la moda e sui suoi legami con il mondo culturale italiano.

Nella pagina a fianco, un ritratto di Guido Ravasi. A sinistra, una delle opere esposte, lo splendido parato di estrema leggerezza che Ravasi donò a Papa Pio XI e oggi conservato presso la Sacrestia della Cappella Sistina

The Lord of Silk An exhibition in honour of the creator of integrated pattern and printed silk

On 26 th September 2008 the Textile Studies Museum of the Fondazione Antonio Ratti inaugurated an exhibition in honour of Guido Ravasi (Milan 1877 – Como 1946), who in the first half of the 20 th Century was responsible for some remarkable integrated pattern and printed silk creations, with which he took part in the Monza Biennial in the 1920s and the International Exhibition in Paris in 1925. The exhibition open to the public until 8th December 2008 c/o FAR is under the tutelage of Margherita Rosina and Fancina Chiara, director and curator respectively of MuST. The event is patronized by the Regione Lombardia and the Provincia di Como. MuST owns a fine collection of fabrics and sample albums of Ravasi’s production, which the exhibition revolves round together with special items from the archives of Como’s Silk Education Museum, which is involved in the event. Guido Ravasi – the artist entrepreneur who helped to spread the fame of Como’s silk all over the world – will be scrutinised by analysizing the various items he produced: ‘fine art silks’, tie fabrics, light printed silks created for leading Milanese tailors’ shops in the 1920s, and the famous cope made for Pope Pius XI, which will for the first time leave the Sacresty of the Sistine Chapel and be resored for the occasion by Rome’s Central Institute for Restoration. Other loans of significant, previously unseen textiles from Italian and foreign collections will complete this first monographic depiction of Guido Ravasi. The exhibition is split into sections where materials will be organised according to their use. The first group ‘fine silk arts’ will display Ravasi’s more spectacular textile creations, with very oriental patterns in a vast range of colours. Photos from the 1920s taken by renowned Milan photographer Sommariva will show us where they were displayed and give us a feel for that period.

On the previous page, a Guido Ravasi portrait. Left, one of the works exposed, the magnificent featherweight tapestry Ravasi gave Pope Pius XI and now kept in the Sistine Chapel Sacresty

The second section will be devoted to the prestigious customers: Church and State. Ravasi was a purveyor to the Vatican; for the closure of the Holy Door on the occasion of the 1925 Jubilee, the artist entrepreneur gave Pope Pius XI a magnificent feather-weight tapestry now kept in the Sistine Chapel Sacresty. To mark the marriage of Maria Josè of Belgium and Hereditary Prince Umberto di Savoia, Ravasi wove a satin with large gold embellishments (to be exhibited) which was probably meant for the wedding-gown lining. In common with many industrialists of his day, Ravasi also had relations with the Fascist regime, as borne witness by integrated pattern and printed fabrics, whose background will be reconstructed through documents come to light in the Central Archives of the State of Rome. Ties and menswear will underscore the third section. Between the wars Como was a European leader in ties, with such top design studios as those of Gualdo Porro the 1927 winner of the international ‘Salterio’ award for the best tie in the world. This area of Ravasi’s work is astonishingly modern, so much so that present-day designers will find it interesting too.

The last part of the exhibition will deal with the relationship between Ravasi and fashion. His links with leading Milan tailors’ shops in the 1920s and 1930s aren’t very well known, but will be documented here by magazines of that time. His textile creations and fashion figurines resulting from this collaboration will be on show, together with a garment on loan from the Civiche Raccolte di Arte Applicata del Castello Sforzesco in Milan. And lastly, the exhibition Guido Ravasi the Lord of Silk will also be a chance to shed light on the complex relationships linking Ravasi with various big names of the 20 th Century: the set designer Mario Cito Filomarino, the painter Piero Persicalli and the jeweller Alfredo Ravasco, plus operators of standing in the world of Italian culture between the wars. The catalogue (published by Nodo libri di Como) will contain full-page illustrated colour files of fabrics on display, as well as a biography of Ravasi in the form of an essay on his textile production and references to his relationship with fashion and his links will the Italian world of culture. Information: MuST – Museo Studio del Tessuto della FAR, Tel: +39 031.233.224.

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TERRITORIO

MUSEI: istruzioni per l’uso di Roberta Brucato

A sinistra, il Museo Civico di Como. Sotto, il Museo del Ciclismo a Magreglio Left, the Civic Museum in Como. Below the Cycling Museum in Magreglio

Museums: instuctions for use

A museum is a permanent non-profit institution serving society and its development. It is open to the public and conducts research regarding material and intangible testimonies of humankind and its environment; it acquires them, preserves them, communicates them and, above all, displays them for purposes of study, education and pleasure. International Council of Museums Seul 2004

Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto. International Council of Museum Seul 2004 La Icom è l’organizzazione internazionale che lega i musei di tutto il mondo e raggruppa i maggiori studiosi e professionisti in materia per la risoluzione dei significati e dei problemi inerenti al museo, al suo sviluppo, ai cambiamenti di utenza e di finalità. La definizione del 2004 riassume anni di considerazioni e studi sul fine primo di un luogo che spesso consideriamo distante da noi, obsoleto e statico. È sorprendente invece scoprire oggi come il museo sia un luogo di comunicazione, lo strumento di rappresentazione della società. Comunicazione e luogo di realtà “negoziata”, determinato dalla cultura di coloro che lo allestiscono, dalla disponibilità di materiale e anche dalla cultura di chi lo recepisce, dal visitatore. Questi è un elemento attivo e destinatario di diversi messaggi: egli mette in moto una serie di relazioni con il patrimonio, con gli operatori, con

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gli altri utenti. Anche un solo oggetto posto in un museo propone un valore aggiunto, è la rappresentazione, la metafora di un intero mondo. Già Plinio nella sua “Storia Naturale” scrive del gusto del collezionismo delle gemme: si può capire un intero comparto del sapere, della cultura, anche da un solo singolo oggetto. Il museo ha dunque in sé grandi mezzi di rappresentazione e di comunicazione – gli oggetti e l’allestimento – per raccontare; è un fortissimo strumento che può parlare al pubblico consapevolmente o no. Nella rappresentazione di uno stesso oggetto si possono presentare allestimenti completamente diversi tra loro e in base a essi si comunicano differenti valori. Ad esempio, ipotizzando l’allestimento di un’anfora antica, possiamo sostituirci al curatore della mostra o del museo e proporre varie ipotesi: – tante anfore: la quantità ovvero la loro diffusione, l’avanzamento tecnologico in un determinato periodo storico, l’idea della produzione; oppure: – un allestimento “archeologico”, proponendo lo scavo, la stratificazione, la sedimentazione, la storia, il senso di un lavoro di Archeologia; o ancora: – le anfore poste in un’ambientazione, come la stiva di una nave, per un racconto materiale della storia; oppure:

– un allestimento di anfore quali “opere d’arte” in cui si mettono in risalto le linee artistiche, la forma, l’estetica, e così via. Insomma, ogni allestimento racconta altro: l’idea del museo si è evoluta dai lontani giorni in cui erano dominanti i parametri ottocenteschi di allestimenti esclusivamente cronologici, in cui doveva prevalere un progresso dell’uomo oggettivo, ma da lui distante. Oggi le scelte si sono diversificate, spaziando tra ambiti per tema, più “democratici”, aperti alle più svariate contaminazioni. Il luogo della sacralità si è adattato al cambiamento del visitatore, tentando di smorzare quell’impatto tradizionalmente reverenziale dovuto anche alle dimensioni architettoniche deputate agli allestimenti; il museo deve essere considerato un luogo non fragile, che non teme di diventare parte del quotidiano di tutti perché in realtà non può mai perdere la sua specificità, la sua identità. Gli attuali sistemi di vendita, di didattica, di promozione serale vogliono favorire questo fenomeno: l’attenzione alla persona e alla narrazione, non solo all’oggetto, in un luogo di incontro. La grande studiosa Mottola Molfino , affermava già negli anni Ottanta: «…il museo d’arte è in se stesso un documento globale della storia della società. Il museo è stato ed è tuttora un’identità storica tra la più significativa della nostra cultura,

poiché ogni museo rappresenta efficacemente la società o il gruppo, la cultura ed il gusto che lo hanno prodotto». E P. Kotler, guru del marketing in Museologia, negli anni Novanta affermava la necessità del museo quale erogatore di attività di svago per il ridotto tempo libero a disposizione dell’uomo moderno. Oggi si può parlare di una forte pubblicizzazione dei musei di tutti i tipi, dai più tradizionali, a quelli commemorativi e della memoria – in cui non è necessario l’utilizzo di oggetti ma piuttosto di idee, di luoghi o di esperienze di personaggi o di popoli – dai musei del patrimonio culturale immateriale, le pratiche, le rappresentazioni, gli strumenti e i manufatti di comunità di un territorio, ai musei virtuali in cui l’uomo sembra sconfinare in spazi sempre più vasti grazie alla messa in rete telematica delle informazioni, creando degli avveniristici metamusei. Dalle case museo agli ecomusei all’aperto possiamo usufruire oggi di molteplici racconti della nostra cultura, considerandola privata, personale, fruibile e non più sacra ed irraggiungibile. Il territorio di Como e della provincia comprende una grande varietà di musei dalle tipologie e dalla “personale missione” molto diverse tra loro: i Musei Civici, Como; il Museo Didattico della Seta, Como; il Museo del Cavallo Giocat-

tolo, Grandate; il Museo Civico, Erba; il Buco del Piombo, Alpe Turati; la Raccolta Museale dell’Avifauna Lombarda, Arosio; la Galleria del Design e dell’Arredamento, Cantù; Villa Carlotta, Tremezzo; Villa Mylius Vigoni, Loveno (Menaggio); Villa del Balbianello, Lenno; il Museo Diocesano d’Arte Sacra, Scaria (Lanzo d’Intelvi); il Museo dei Fossili dei Monti Intelvesi, Scaria (Lanzo d’Intelvi); il Museo della Valle, Cavargna; la Comunità Montana delle Alpi Lepontine, Porlezza; il Museo etnografico e dell’acqua, Albese con Cassano; il Museo Studio del Tessuto/MuST - FAR, Como; il Museo del Ciclismo, Magreglio. Un attuale ed evoluto sistema li riunisce, il Sistema Museale della Provincia di Como, nel concorde intento alla ottimizzazione delle risorse, alla valorizzazione ed alla fruizione per un crescente turismo e soprattutto per coloro che partecipano alla cultura quotidiana del territorio, i lariani. Per concludere con una frase a effetto del critico Achille Bonito Oliva: il Museo non è più solitario luogo di conoscenza e contemplazione silenziosa, piuttosto eclatante monumento al consumo estetico. Ma ben venga il consumo, se è di conoscenza della propria cultura: meritano almeno una visita nella propria vita tutti quei luoghi che si prefiggono lo scopo di perpetuare la memoria culturale in cui si è nati o in cui si è scelto di vivere.

ICOM is an international organisation linking museums all over the world and joining together leading scholars and professional operators who seek to define the significance of Museums and solve their inherent problems, and see to their development, changes in their modus operandi or their aims. The 2004 definition sums up years of considerations and studies of the basic objectives of museums which we often look upon as being far-off, obsolete and undynamic places. So it’s surprising on the other hand to discover that these days Museums are places of communication and vehicles representing society; so communication and reality sites ‘negotiated’ by visitors, according to availability of material and the respective cultures of curators and the visitors themselves. The latter are dynamic entities being bombarded with messages: a whole row of relations with one’s heritage, operators and other consumers is thus activated. Even one single object placed in a museum represents added value, a metaphor of a whole world. In his Natural History Pliny was already writing about the thrill of collecting gems: even one single item can open up entire areas of knowledge and culture. So museums are intrinsically pivotal vehicles of representation and communication - and they decide on the degree of public awareness. One given object can be exhibited in totally different ways according to which different values are communicated. For example, imagine we’re exhibiting an old amphora; let’s step into the curator’s shoes and examine various scenarios: - several amphorae: thus quantity as an expression of their dispersion, technological advancement in a given period of history, or an insight into production; or else - an ‘archeological’ layout including the excavation, stratification, sedimentation, history, or the significance of archeological work; or then again - amphorae placed in a given setting such as a ship’s hold, in a historical reconstruction; or else - amphorae exhibited as ‘works of art’ placing the emphasis on their artistic lines, shape, aesthetics etc. In short, every display tell its own story: museums have moved on from those far-

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IL GRUPPO S.C.A. E LE NUOVE SUBARU

Nelle sedi di Como e di Cantù per provare il motore BOXER DIESEL Sotto, il Museo del Cavallo Giocattolo, Villa Carlotta e il Museo Didattico della Seta Below, the Hourse Toy Museum, Villa Carlotta and the Educational Silk Museum off times when 19 th -century chronological parameters prevailed exclusively, where objective man’s progress was charted while he himself was virtually ignored. Nowadays choices have been diversified via theme headings, which are more ‘democratic’ and prone to various forms of contamination. Former ‘holy places’ have adapted to suit a changing public, in an attempt to do away with that traditional attitude of reverence caused partly by the sheer architectural size of display cases; museums must no longer be considered as fragile places, afraid of becoming part of all our everyday lives because in reality they can never lose their specificity, their identity. Current sales, teaching and evening promotion methods are based on this phenomenon: meeting somewhere to highlight the person and the ‘pitch’ rather than the object. The great academic Mottola Molfino was already able to say in the 1980s: ...art museums are themselves global documents recording society’s history. Museums have been and still are one of our culture’s most significant historical identities, inasmuch as every museum effectively represents the society or group, the culture and the tastes that produced it. In the 1990s Museology marketing guru E.P.Kotler promoted Museums as providers of leisure activities to meet modern man’s limited free time schedules. These days all kinds of museums are on offer, from the more traditional ones to commemorative ones (showcasing ideas, places or the experiences of individuals or peoples, rather than objects), from museums of intangible cultural heritage (practices, representations, tools and manufactured items of communities in any given area) to virtual museums where man is apparently increasingly less confined thanks to on-line information, creating futuristic ‘metamuseums’. From indoor museums to open-air ecomuseums we can now take advantage of a multiplicity of accounts of our culture, which we may consider for our own personal use and no more something holy and unreachable. The Como area and its province offers a great variety of museums of very different types and ‘personal missions’: The Civici Museums, Como; The Educational Silk Museum, Como, The Museum of the Horse Toy, Grandate; The Civic Museum, Erba; The Buco del Piombo, Alpe Turati, The Collection Museum of Lombard Avifauna, Arosio; The Design and Furnishing Gallery, Cantu, Villa Carlotta, Tremezzo, Villa Mylius Vigoni, Loveno (Menaggio), Villa del Balbianello, Lenno; The Diocesan Museum of Sacred Art, Scaria (Lanzo Intelvi), The Museum of Fossils of Intelvesi Mounts, Scaria (Lanzo Intelvi); The Valley Museum, Cavargna; The Comunità Montana Alpine Lepontine, Porlezza; The Ethnographic Museum and water, Albese con Cassano, The Studio Museum of Textiles / Must - FAR, Como,

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The Cycling Museum, Magreglio. They are united by an up-to-date, evolved organisation the ‘Sistema Museale della Provincia di Como’ in their shared aim to optimise resources, enhance and develop tourism, and above all involve local people in everyday local culture. We’ll wind up with an effective consideration from critic Achille Bonito Oliva: museums are no longer solitary places of knowledge and silent contemplation, but rather conspicuous monuments to aesthetic consumption. But long live consumption if it means knowing one’s own culture: all those places perpetuating cultural memory where you were born or have chosen to live merit at least one visit in your lifetime.

Un settembre da festeggiare per il Gruppo S.C.A., network di concessionarie Mercedes-Benz, Smart, Subaru e Tata che conta oggi 20 punti vendita nel Nord Italia. A quattro anni dall’ingresso di Subaru all’interno del Gruppo, le stelle della Casa delle Pleiadi non hanno mai smesso di brillare, portando una ventata di novità e successi nelle due sedi S.C.A. di Como e Cantù, che vantano la distribuzione unica del brand Subaru per la provincia. Sempre maggiore si sta rivelando la penetrazione del marchio nipponico nel territorio comasco, dove hanno trovato terreno fertile i modelli a doppia alimentazione, benzina e GPL, estesi alla gamma Legacy, Outback e nuova Impreza che hanno incrementato fortemente le vendite del Gruppo. E dopo il lancio della nuova Impreza STI, che ha lasciato entusiasti gli amanti del panorama rallistico, senza nessun rimpianto per il vecchio modello, ora nelle concessionarie del Gruppo S.C.A di Como e Cantù i fari sono puntati sull’ultimo nato: il motore Subaru Boxer Diesel. Unico nel suo genere, il motore Boxer Diesel è il primo esemplare al mondo a cilindri orizzontali contrapposti ed alimentato a gasolio. Si avvale di un basamento con cilindri in lega di alluminio e geometrie che gli permettono una larghezza pari a quella della stessa motorizzazione a benzina. Innovativi i valori di silenziosità, che con la completa assenza di vibrazioni ne fanno il punto di riferimento nella combattuta categoria dei 2 litri a gasolio. Attraverso un monoblocco compatto, l’albero motore è estremamente corto, a tutto vantaggio del contenimento delle vibrazioni che sono inferiori del 40% ai migliori 4 cilindri in linea del mercato: ciò si traduce in un ottimo equilibrio di rotazione, basse vibrazioni e livelli di comfort fino a ora mai raggiunti da una motorizzazione a gasolio. Ai vertici i valori di leggerezza per il motore categoria 2.0 litri, soli 177,1 chili. Leggero non solo nel peso ma anche nei consumi, 7,1 litri per 100 chilometri nel ciclo urbano. Numeri da record anche per il valore di coppia, dove il livello massimo viene raggiunto a soli 1800 giri con un valore di 350 Nm, in assoluto tra i più alti della categoria. Inoltre il propulsore, un due litri, offre 150 cavalli garantendo una sensazione di guida estremamente potente. Attorno ai 2400 giri si ottiene la velocità massima consentita in autostrada di 130 chilometri all’ora. Il regime massimo è contenuto a 3600 giri. A condire le interessantissime peculiarità del motore, la trazione integrale permanente, data dal sistema Symmetrical AWD (All Wheel Drive) che conferisce alla vettura una perfetta distribuzione dei pesi ed elevati standard di performance di guida. Legacy e Outback sono già equipaggiate del nuovo motore diesel, mentre per Settembre è previsto nelle concessionarie del Gruppo S.C.A. l’arrivo del nuovo Fo-

rester Boxer Diesel, con ben 150 cavalli e nuovi rapporti a 6 marce, ed entro fine anno anche Impreza entrerà nella gamma modelli Subaru Boxer Diesel. Non rimane che provarle presso le concessionarie del Gruppo S.C.A. di Como in via P.Paoli 53 e di Cantù in via Milano 38. www.grupposca.com

THE GRUPPO S.C.A. AND THE NEW SUBARUS

Visit the Como and Cantù branches to try out the BOXER DIESEL engine A September of celebration for the Gruppo S.C.A., the network of Mercedes- Benz, Smart, Subaru and Tata dealerships now boasting 20 sales outlets in Northern Italy. Four years after Subaru joined the Group the stars of the Pleiadi House have never stopped shining, bringing a wind of change and success to the two S.C.A. branches in Como and Cantù, who enjoy the exclusive distribution of the Subaru make in the province. The penetration of the Japanese make in the Como area gets greater and greater, especially in the case of petrol/GPL-fuelled hybrid models also extended to the ranges Legacy, Outback and new Impreza which have increased the Group’s sales enormously. And after the launch of the new Impreza STI which pleased rally fans who soon forgot the old model, now in Gruppo S.C.A.’s Como and Cantù dealerships there’s a new baby in the spotlight: the Subaru Boxer Diesel engine.

This unique Boxer Diesel engine is the first in the world with horizontal flat-4 cylinders fuelled by diesel. It has a bedplate with aluminium alloy cylinders and its geometry provides the same width as the same petrol version. It has good new silence ratings and no vibrations enabling it to stand out in the highly competitive 2-litre diesel range. Its compact cylinder block and extremely short drive shaft ensure minimal vibrations, 40% lower than the best straight 4-cylinder cars on the market: this means optimum rotational equilibrium, low vibrations and comfort levels never reached before in diesel vehicles. Its weight of 177 kg is remarkable for a 2-litre engine; and it’s not only light in its weight but also in its consumption with a mere 14.1 kilometers per litre on an urban run. Also recording breaking is its maximum torque rating of 350 NM at only 1,800 revs, right up at the top for its class. The 2-litre engine moreover generates 150 HP, guaranteeing an extremely powerful driving feel. Around 2,400 revs you get a maximum legal motorway speed of 130 km an hour. Maximum possible revs are 3,600. The engine’s fascinating features are further enhanced by its permanent integral drive system Symmetrical AWD (All Wheel Drive) providing perfect weight distribution and a superlative standard of driving performance. Legacy and Outback are already equipped with the new diesel engine whereas the new 150-horsepower and 6gear Forester Boxer Diesel is expected to arrive at the S.C.A. Group agencies in September. Impreza will be included in the range of Subaru Boxer Diesel models by the end of the year. So go and testdrive one at a Gruppo S.C.A. dealership in Via P.Paoli 53, Como or in Via Milano 38, Cantù! Info: www.grupposca.com

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MODA

PELLICCERIA ELSA OLDOINI

Una tradizione senza fine A fianco, 1950 - Elsa Oldoini indossa una sua creazione: una pelliccia di ocelot. A destra, l’inaugurazione dell’atelier di via Albertolli, a Como, nel 1961 Beside, 1950 - Elsa Oldoini wears a personal creation: an ocelot fur. Right, 1961, the via Albertolli atelier inauguration in Como

Tutto iniziò nel lontano 1948 quando… Sessanta e non sentirli! Uno stile “made in Como”, che ha fatto storia e continua tuttora. Generazioni e tanta passione per il design. Narrare le vicende e i percorsi della Pellicceria Elsa Oldoini non è semplice ma è sicuramente interessante. A farci da “cicerone” in questo nostro viaggio è il figlio Massimo Gervasini che, insieme a Simona, la sorella, si occupa di designer, contatto clienti e settore acquisti. «Tutto è iniziato casualmente – spiega Massimo – la mamma lavorava come pellicciaia e tra un bozzetto da realizzare e un orlo da sistemare, decise di aprire un proprio atelier. Era l’8 febbraio del 1948. Mamma Elsa era instancabile, aveva grinta e determinazione. Il successo è arrivato quasi subito». Negli anni ’60, la signora Elsa, affiancata dal marito Giuseppe, inaugura

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l’atelier-salotto di via Albertolli, con la presentazione della nuova collezione; appuntamento che si ripete con sempre più successo ogni autunno. E di autunno in autunno, gli anni passano ma, lo stile Elsa Oldoini rimane in classifica. Nel 1971 la famiglia avvia lo show-room di via Giovio, uno spazio che unisce il laboratorio all’area espositiva. Una sede spettacolare di 700 mq curata dall’architetto Emilio Terragni. Gli anni ’70 lasciano spazio ai “mitici” ’80. «Anni d’oro come ama definirli lo stesso Massimo - è il boom di modelle dalle chiome fluenti. Una moda che vuole e pretende uno stile fatto di sensualità e precisione nel contempo. I nostri capi venivano indossati dalla statuaria e bellissima Pat Cleveland, top model americana». I modelli sono sempre al passo con i tempi, anzi, forse addi-

Sopra, l’inaugurazione del negozio di via Giovio, a Como, nel 1971 Above, Como, the via Giovio showroom inauguration in 1971

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A sinistra, anno 1977, una modella nel negozio di via Giovio con un visone reversibile. Sotto, 1968, la presentazione della collezione Autunno/Inverno ’68’69 a Villa Olmo Left, year 1977, a model into the via Giovio showroom with a reversible mink. Below, 1968, the presentation of the collection Fall/ Winter ’68-’69 in Villa Olmo

rittura li anticipano. Le tendenze cambiano ma, per la Pellicceria Elsa Oldoini non è sicuramente un problema, anzi è una sfida. Le location per le presentazioni delle ultime collezioni sono sempre innovative. Qualche esempio? L’Ice-Bar di Milano, un evento spettacolare e unico nel suo genere organizzato in occasione dell’inaugurazione dello showroom di Milano in viale Ezio nel 2004. Anche la pelliccia si adegua al ritmo frenetico dei tempi grazie alle nuove tecniche di concia e lavorazione. In questo modo, un capo “classico” diventa attuale, conservando il valore di una

lavorazione artigianale che da sempre ha contraddistinto il marchio. È proprio il caso di dire: eleganza ed esperienza racchiuse nello stile Elsa Oldoini. In un batter d’occhio siamo arrivati ai giorni nostri. L’atelier ora è in piazza Volta, al primo piano di un antico palazzo del 1300, ma il nostro viaggio non è ancora terminato e siamo curiosi di conoscere il segreto di questo successo. «Prima di tutto, la fedeltà delle nostre clienti che ormai ci seguono da generazioni, poi non è da dimenticare il prezioso contributo delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori».

E concludendo, qual è il sogno ad occhi aperti di Massimo e Simona? «Ci piacerebbe presentare la prossima collezione a Villa Balbianello e istituire una borsa di studio per giovani stilisti in memoria di nostra madre».

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Sotto, il finale di sfilata al Grand Hotel di Como nel 1993. A sinistra, l’inaugurazione dell’atelier di via Fontana con i festeggiamenti per i 50 anni di attività nel 1998 Below, the final parade at Grand Hotel di Como in 1993. Left, the inauguration of via Fontana atelier and the 50th activity celebrations in 1998

Sotto, un défilé al Casino Sociale nel 1980 Below, a défilé at Casino Sociale in 1980

Pellicceria Elsa Oldoini

A Tradition without an End in Sight Everything began a long time ago in 1948 when... 166

To be sixty and not feel it! A “made in Como” style that made and continues to make history. Generations and a lot of passion for design. Telling the story of the Elsa Oldoini Furrier is not simple but is interesting. Her son Massimo Gervasini explains that, together with his sister Simona, they take care of designers, client contacts, and the acquisition sector. “Everything began casually - Massimo explains - mom worked as a furrier and between drawing a sketch and mending a hem, she decided to open her own atelier. It was the 8 th of February,

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Sopra, Massimo e Simona Gervasini all’Ice-Bar di Milano per l’inaugurazione dello show-room di viale Ezio nel 2004. A sinistra, Massimo quest’anno durante l’apertura del nuovo ingresso di piazza Volta, 7 Above, Massimo and Simona Gervasini at Milan Ice-Bar for the viale Ezio show-room inauguration in 2004. Left, Massimo today, during the opening of the new entrance of piazza Volta, 7 Sopra, anno 2003, nei saloni di Villa Geno per un appuntamento di moda. A destra, una speciale location nel 2004, al “Birrificio di Como” Above, in 2003, in the halls of Villa Geno for a fashion appointment. Right, a special location in 2004, at “Birrificio di Como”

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1948. Mamma Elsa, was inexhaustible. She had grit and determination. Success came quickly”. During the ’60s, Signora Elsa, with her husband Giuseppe at her side, opened the atelier in via Albertolli, with a new collection. This event repeated itself with increasing success every autumn. From autumn to autumn, the years passed and Elsa Oldoini’s style continued to be highly regarded. In 1971, the family opened a showroom in via Giovio, a place that brought together a laboratory and a display area. It is a spectacular place of 700 meters squared curated by the architect Emilio Terragni. The ’70s make way for

the mythical ’80s. “Golden years, as Massimo loves to define them - is the boom for models with flowing hair. A fashion that aims to evoke sensuality and precision at the same time. The beautiful American top model Pat Cleveland, wore our hats”. The models are always in keeping the times and even anticipate them. Trends change, but for the Elsa Oldoini Furrier, this is not a problem, but a challenge. The locations for the shows featuring the latest collections are always innovative. An example? The Ice-bar in Milan, a spectacular unique event organized for the opening of the

showroom in Milan in viale Ezio in 2004. Even fur changes alongside the frenetic rhythm of time thanks to new tecniques in tanning and processing. In this way, a ‘classic’ piece becomes reality. Preserving the value of a craft that has always characterized the brand. The elegance and experience encapsulated by Elsa Oldoini’s style has not come to an end. Today the atelier is in piazza Volta on the first floor of a building that dates back to the 1300s. Our tour is not at the end, we are curious to know the secret of this success. “First of all - says Massimo - the loyalty of our clients that have been with us for generations and

the contributions of our collaborators should not be forgotten”. And to conclude, what is Massimo and Simona’s dream? “We would like to present the next collection at Villa Balbianello and establish a scholarship for young designers in memory of our mother”.

Pellicceria Elsa Oldoini piazza Volta, 7 Como www.elsaoldoini.com

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TERRITORIO

FONDAZIONE MINOPRIO

Oro, ambra e amaranto COLORANO il parco d’AUTUNNO di Katia Trinca Colonel La primavera regala meravigliose fioriture di tulipani, viole e azalee. L’autunno spruzza d’oro, d’ambra e di amaranto il suo immenso parco. È un vero e proprio giardino delle meraviglie, quello custodito dalla Fondazione Minoprio, ente senza scopo di lucro che opera nel settore agricolo e florovivaistico, e che invita i visitatori a scoprire i profumi, i colori e i sapori delle stagioni che la frenesia della vita quotidiana ci fa nno dimenticare. Anche quest’anno, tutte le domeniche di ottobre, si potrà godere dello splendido parco della Fondazione per la tradizionale manifestazione “Frutti & Colori d’Autunno”. Non solo per ammirare le collezioni arboree e arbustive che si tingono dei colori ottobrini, ma anche per visitare le serre tropicali dove si aprono i meravigliosi crisantemi coreani e le orchidee o per immergersi nel giardino mediterraneo, ricco di specie floreali rare e preziose. Il parco della Fondazione Minoprio a Vertemate, in provincia di Como, costituisce uno fra i più ricchi patrimoni botanici della Lombardia. Visitarlo è un’opportunità per conoscere meglio alcuni aspetti della nostra agricoltura e di quella di altri continenti, ma anche per imparare tutti i segreti del giardinaggio. Tra gli appuntamenti da non perdere, in occasione di “Frutti & Colori d’Autunno” c’è la “Mostra

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delle zucche”, una piccola serra delle meraviglie con cucurbitacee a forma di turbante, di stella o di fiore che vanno dai due etti ai duecento chili. O ancora, la colorata esposizione di castagne, kiwi, e nespoli germanici o quella delle mele verdi, gialle e rosse, impreziosita dalle antiche varietà i cui semi sono sempre più rari. La mostra “Frutti e colori del bosco: ombre alla Fondazione Minoprio” sarà un suggestivo viaggio là dove arte e natura si abbracciano, mentre l’esposizione dedicata all’apicoltura, con i prodotti provenienti dall’alveare, apre una vetrina sulle curiosità del mondo delle api e della produzione del miele. La festa è anche a misura di bambino. Tutti i piccoli, infatti, avranno la possibilità di divertirsi con i trattori-giocattolo creati da John Deere, mentre, a novembre, in occasione della Festa di Halloween, gli educatori del parco proporranno viaggi fantastici tra zucche e musica, con il contorno di gustose merende. I più spericolati potranno cimentarsi con il tree climbing, una divertente arrampicata sugli alberi, in assoluta sicurezza, per scoprire i segreti della vita delle piante. Nella serra dello spazio vendita si potranno acquistare piante verdi, fiorite e frutta di stagione, tutto di produzione della Fondazione.

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Minoprio Foundation Gold and amber are the colors of autumn The spring brings tulips, violets, and azaleas. The autumn sprouts gold and amber. The Minoprio Foundation is the custodian of a garden of marvels. It is an entity that works in the agricultural and flower growing sector and invites visitors to discover smells, colors and tastes of the season, which can easily be overlooked due to the frenetic pace of life. Even this year, every Sunday in October, it will be possible to enjoy the Foundation’s park during the traditional “Fruits and Colors of Autumn” show. Visitors will be able to admire the changing colors of the trees and to visit tropical greenhouses where marvelous Korean crysanthemums and orchids bloom or to immerse themselves in the Mediterranean garden, filled with rare and precious flowers. The park of the Minoprio Foundation in Vertemate, in the province of Como, is one of the richest botanic patrimonies in Lombardy. Visiting it is an opportunity to get to know some aspects related to our agriculture and to that of other continents, and also to learn all of the secrets of gardening. Of all of the events not to be missed at the “Fruits and Colors of Autumn” event, there is a “Pumpkin Event”, a small greenhouse with vegetables that look like stars or flowers that weigh from two hundred grams to due hundred kilos. The colorful exhibition of chestnuts, kiwis, and German medlars, and green, yellow and red apples, which are made more delicious because they are grown from ancient varieties. These have seeds that are becoming more and more rare. “Fruits and colors of the woods: shadow of the Minoprio Foundation”, will be a suggestive experience where art and nature meet, while the exhibition dedicated to bee keeping opens a window on the curiosities of the world of bees and the production of honey. The festival is also great for children. They will have the opportunity to enjoy themselves with toy tractors created by John Deere. In October, for Halloween, the park rangers will propose fantastic walks with music where there will be pumpkins and delicious snacks. It will be possible to climb trees without any danger to discover the secret lives of plants. In the greenhouse where things are on sale, you will be able to buy green plants, flowers and fruit that is in season, all of which have been grown at the Foundation.

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ITINERARI

Da Tosnacco al Rifugio Bugone di Samantha Panzeri foto di Felice de Paoli

Un’escursione che, attraverso l’Alta Via dei Monti Lariani, tra scorci panoramici, boschi rigogliosi, prati fioriti e l’azzurro del cielo, da Tosnacco conduce al Rifugio Bugone. Il piccolo paese lariano è facilmente raggiungibile sia con l’auto seguendo, da Como, le indicazioni per Cernobbio, Moltrasio e, da qui, per Tosnacco, sia con i mezzi pubblici prendendo gli autobus della linea Como-Tosnacco. La partenza dell’itinerario è dal centro del paese da cui si imbocca il sentiero indicato con il numero 1 (segnavia di colore rosso-bianco-rosso); al bivio, prendere a destra. La meta dista circa un’ora e mezzo. Il percorso, che procede sul versante del monte che guarda a sud-est, se il tempo è sereno, è sempre soleggiato così da rendere praticabile la passeggiata anche in periodi invernali. Procedendo lentamente si affronta l’ampia mulattiera che, affiancata da gradini, sale in modo decisamente ripido. Sarà la magia del luogo a ripagare della fatica che si sta facendo. Dopo circa un’ora di cammino, a mezza costa si

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giunge all’antico borgo dei Monti di Liscione, (m 704), nucleo contadino le cui origini risalgono al XVII secolo; le case sono perlopiù ristrutturate e una sosta permetterà di ammirare e godere pienamente del suggestivo panorama e dello scorcio di lago che si intravede dall’alto. All’uscita dall’abitato, al bivio, si svolta a destra in direzione Bugone (a sinistra si va per LemnaRovenna). Attraversato un maestoso castagneto dai tronchi secolari e ignorata la successiva deviazione per i Monti di Urio (raggiungibili in circa 20’), tra muretti, prati, alberi e terrazzamenti, si prosegue per poco meno di un’ora sino all’arrivo al Rifugio a quota 1.119 m sull’Alta Via dei Monti Lariani. Ancora una volta sarà la spettacolare veduta sul Lario – e sui paesini Blevio, Torno, Faggeto Lario che si intravedono sul versante opposto – a rinfrancare spirito e corpo.Certo una sosta al Rifugio Bugone – che offre un servizio di bar-ristorante e pernottamento in quasi tutti i mesi dell’anno (informazioni sugli orari di apertura al numero telefonico: 031.513.808)

– contribuirà indubbiamente a fornire energia al viaggiatore per il rientro. Per chi invece volesse camminare ancora un po’, è possibile con circa mezz’ora di cammino giungere al Rifugio Morelli, ampia costruzione ed ex caserma della Finanza dei tempi della mitica caccia ai contrabbandieri; il sentiero è molto suggestivo. Da qui parte il tracciato, molto bello, che passando per i Monti di Liscione riporta verso Tosnacco.

Sopra, a sinistra il nucleo contadino dei Monti di Liscione e il panorama che si gode nella salita Above, left the old town of Monti di Liscione and the spectacular view of the Lario

From Tosnacco to Bugone Refuge An excursion from Tosnacco, through the Alta via of the Larian Mountains, thick woods, flourishing fields, and blue skies to the Bugone Refuge. The small Larian town is easily reached by car or by public transport along the Como-Tosnacco line by leaving from Como, and following directions to Cernobbio, Moltrasio, and, from here, Tosnacco. The departure point for the itinerary is the centre of the town. From here, there is a signposted trail with the number 1 (the trailmarker is red white red). At the junction, take a right. The destination is about one and a half hours away. The route that proceeds on the side of the mountain that faces South-East, if the weather is calm, is always sunny so that it is even possible to take this path in winter. Proceeding slowly, there is a muletrack

flanked by steps. It rises steeply. The magic of the place is a reward for the tough journey. After about one hour of walking, halfway along the coast, there is the old town of Monti di Liscione (704 m.), which is a place whose origins date back to the 17th century. The houses have for the most part been restructured. A break will allow you to admire and to fully enjoy the suggestive panorama of the lake. On exiting the built-up area, at the junction, turn right towards Bugone (the left heads towards Lemna-Rovenna). Cross a centuries old chestnut tree forest and ignore the subsequent detour for Monti di Urio (which can be reached in about 20 minutes). Walk past walls, fields, trees, terracing, for a little less than one hour until you arrive at the Refuge, at 1,119 meters on the high road of the Larian Mountain. Again, it is the spectacular view of the Lario, Blevio, Torno, and Faggeto Lario that can be seen on the other mountainside that refresh you. The Bugone Refuge has a bar-restaurant

and lodging throughout almost the entire year (information on opening times can be obtained by calling: 031 513808). For those who want to continue walking a bit, it is possible to reach the Morelli Refuge after about a half hour. The Morelli Refuge is a big ex- Finance Police barracks that dates back to the time that there were people dealing in contraband. The path is very suggestive. The route that goes through the Liscione mountains leaves from here and heads towards Tosnacco.

INFO Dislivello: circa 800 m; da Tosnacco (350 m) al Rifugio Bugone (1.119m) tempo totale di cammino: circa 4 ore (salita + discesa) 175


ITINERARI

CARDINA

di Carlo Linati, Bruno Munari e Marcello Piccardo

di Davide Fent foto di Mattia Vacca «Con Brunate e col Baradello è uno dei colli più famigliari che attorniano la nostra Como, anzi, ancorché poco frequentato, è uno dei più sottomano, dei più vicini a noi, quello verso cui par incamminata più volentieri la marcia delle nostre case, nel rapido espandersi della città…». Così lo scrittore comasco Carlo Linati nel 1939 descriveva la collina di Cardina, ancora oggi un polmone verde che si estende di fronte a Como, sulla destra della strada per Chiasso. Il Gruppo Ambiente e Territorio ha ripristinato, alcuni anni fa, mettendolo in sicurezza con interventi di protezione, il sentiero millenario . «È una passeggiata agevole – come amava ricordare il compianto professor Marco Riva, agronomo e scrittore (autore del libretto di presentazione intitolato “Andemm a Cardina”), da sempre studioso e amante di Cardina e del territorio, scomparso lo scorso 25 agosto. Riva era stato prorettore, docente di Processi di tecnologia alimentare e responsabile dei laboratori di ricerche bibliografiche e Misure gastronomiche dell’Università di Scienze gastronome di Pollenzo - alla scoperta di luoghi di pregio artistico e ambientale, immersi in una natura rigogliosa”. l’Associazione Cardina (www.cardina.it) si è costituita da un anno grazie all’impegno dei residenti e con lo sprone di Federico Faverio, Alberto Schenetti e Massimo Stella. La sede è in via Luigi Conconi 12, a Como, neanche a dirlo, in località Cardina, di fronte al Ristorante Crotto del Lupo. La sala è situata accanto a quella che fu la sede del laboratorio e Cineteca Internazionale del Cinema di Monte Olimpino, utilizzato tra il 1962 e il 1972 da Bruno Munari e Marcello Piccardo per “fare dei film”. Anche la stessa stanza dell’associazione stata usata da Munari e al suo interno sono ancora presenti segni del suo passaggio. Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 - Milano, 30 settembre 1998) è stato un artista e designer italiano, uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del gioco, dell’infanzia e della creatività. Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del Novecento italiano. Marcello Piccardo pioniere del cinema, è invece una di quelle figure anomale che hanno lasciato un segno nella cultura dell’Italia degli anni Sessanta. Film-maker e intellettuale eclettico applicò i modi linguistici dell’Avanguardia al cinema industriale, realizzando alcuni dei più riusciti commercials della storia della pubblicità. Il suo gusto per la scoperta lo portò a partecipare alle prime esperienze televisive italiane e a dare vita all’originale e utopica esperienza del Monte Olimpino assieme a Bruno Munari. Negli anni fra il 1962 e

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TERRITORIO

il 1972, Munari e Piccardo iniziano un percorso di ricerca visiva. Oggi in un ambiente ancora salutare, incontaminato tra case secolari e villette incontriamo la cascina di Mirabello rimasta com’era nell’Ottocento e villa Pisani Dossi appartenuta all’illustre esponente della Scapigliatura milanese. E proseguiamo verso la sommità della collina e verso le trincee della linea Cadorna del 1915-18 che dalla bassa Ossola raggiungeva lo Stelvio. In una zona al fresco dell’ombra dei platani, c’è il Ristorante “Crotto del lupo”, che propone una cucina di impronta tradizionale fatta con prodotti del territorio lombardo. Una passeggiata della memoria, con aria salubre a zigzag tra poesia, boschi e acqua.

CARDINA

of Carlo Linati, Bruno Munari and Marcello Piccardo

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“Together with Brunate and Baradello this is one of the most familiar hills outside our Como; indeed, even though somewhat ignored it’s one of the handiest and closest to us, in the direction our houses seem to have chosen to spread, as the town expanded so rapidly... “That’s how Como writer Carlo Linati described Cardina Hill in 1939, which is still today a ‘green lung’ stretching out before Como, on the right of the road to Chiasso. Some years ago the ‘Environment and Territory Group’ reinstated its centuries-old footpath making it safe through protective measures. “It’s an undemanding walk,” as the late Professor Marco Riva, agronomist and writer (author of the little guide entitled “Andemm a Cardina”) used to love to remind people. Always an expert and lover of Cardina and the area, he died on 25th August. Riva had been vice-chancellor and professor of Food Processing Technology

in charge of Bibliographic Research and Gastronomic Measurement Laboratories at Pollenzo’s University of Gastronomic Science. “A walk of discovery of an artistically and environmentally rich area, an exuberant natural setting.” So it’s been regenerated for a year now thanks to the commitment of local residents, and the drive of Federico Faverio, Alberto Schenetti and Massimo Stella of the Cardina Association (www. cardina.it) in Via Luigi Conconi 12, Como in the locality of Cardina opposite the Crotto del Lupo Restaurant. The hall is situated next to the premises Monte Olimpino’s Cineteca Internazionale del Cinema and workshop used between 1962 and 1972 by Bruno Munari and Marcello Piccardo to “do films”. The association’s local branch too was used by Munari, evidence of which can still be seen inside. Bruno Munari (Milan, 24th October 1907 - Milan, 30 th September 1998) was an

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Italian artist and designer. He was one of the 20 th century’s leading lights in the fields of art, design and graphics, with pivotal contributions in various areas of visual expression (painting, sculpture, the cinema, graphics), and non-visual ones (writing, poetry, teaching methodology) conducting comprehensive research into play, childhood and creativity. Bruno Munari towered over the 20 th -century Italian scene in Da Vinci-like fashion. Movie pioneer Marcello Piccardo is an offbeat character who left his mark on Italy’s ’60s culture. This film-maker and eclectic intellectual applied avant-garde language models to the movie in-

dustry, turning out some of the most successful commercials ever produced in the history of advertising. His love of discovery led to his involvement in the early days of television broadcasting in Italy, as well as his original and utopian Monte Olimpino experience with Bruno Munari. Between 1962 and 1972 the two of them undertook a visual research project. On our healthy uncontaminated walk past centuries-old houses and little villas we come across the Mirabello croft still the same as it was in the 1800s, and the Pisani Dossi villa which belonged to the Milanese Scapigliatura (a literary and artistic movement in the late 1800s). And press-

ing on up to the summit of the hill we see the 1st World War Cadorna Line trenches which from lower Ossola went up to Stelvio. In a clearing in the cool shade of plane trees stands the ‘Crotto del lupo’ restaurant, offering plain traditional locally-sourced fare. A walk in the fresh air down memory lane zig-zagging between Poetry, woods and water.

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EVENTI

PAROLARIO Libri in piazza Cavour

di Lorenzo Morandotti

PAROLARIO Books in Piazza Cavour Un cappuccino o un piatto di spaghetti in riva al lago dei Vip, in compagnia di uno scrittore? Si può fare, ma solo a Como. Due settimane all’insegna della letteratura sul Lario che, amato da scrittori come Stendhal e da musicisti come Liszt, ha più di ogni altro l’arte dentro il proprio Dna. Anche quest’anno ha avuto successo la kermesse “Parolario”, patrocinata e sostenuta da Regione Lombardia, Provincia e Comune di Como, oltre che dalla Camera di Commercio lariana. Giunta all’ottava edizione, ha animato la fine dell’estate in città con oltre un centinaio di eventi tra presentazioni librarie, concerti, dibattiti, letture poetiche e proiezioni. Il tutto consacrato al libro come veicolo di sapere ma anche come occasione di incontro e strumento di comunicazione aperto al nuovo, come ha peraltro testimoniato la serata dedicata ai “Booktrailer”, ossia i filmati promozionali delle nuove edizioni di autori italiani che spopolano su Internet. La manifestazione comasca, tutta a ingresso gratuito (caratteristica che la distingue dal parallelo “Festivaletteratura” di Mantova) ha saputo collocarsi in questi anni nel settore degli eventi culturali potendo contare su decine di migliaia di visitatori ogni anno. Confermati anche per il 2008 i tre principali scenari degli eventi e cioè il fulcro, il salotto buono di piazza Cavour con i tendoni della parallela “Fiera del libro” e il consueto spazio ristorante e bar, più il Palazzo del Broletto e la Biblioteca comunale di piazzetta Venosto Lucati. Anima di “Parolario” è una duplice attenzione alla cultura comasca e alle sue tante voci e vocazioni, inserita però in un contesto più ampio con ospiti di livello nazionale (dalla scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti al mitico direttore della “Gazzetta dello Sport” Candido Cannavò) capaci di dar vita a dibattiti che lasciano il segno, fanno pensare non puntano solo all’intrattenimento fine a se stesso. Come ad esempio il ciclo di otto incontri, presentato per il quarto anno consecutivo, dedicato alla filosofia (declinata stavolta come campo di tensioni tra religione, etica e scienza), che ha avuto come ospite principe Emanuele Severino.

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Simbolo ancora una volta di tale tendenza, appunto il “giocare in casa” ma puntando in alto, protagonista dell’evento di apertura è stato lo scrittore Andrea Vitali, in procinto di uscire con il suo nuovo romanzo da Garzanti, ultimo di una serie di trionfi nelle vendite e nel cuore dei critici che lo hanno fatto diventare l’erede del luinese Piero Chiara. Il medico e scrittore di Bellano è stato accompagnato dalla band vallassinese dei Sulutumana per un evento fra parole e musica, seguito da una vasta folla. Sulla stessa linea anche il noto scrittore milanese (trapiantato sull’Appennino marchigiano) Andrea De Carlo, autore da Bompiani del romanzo di successo Durante, che ha proposto, invece della ormai desueta formula della conferenza, un vero e proprio reading musicale con brani di sua creazione e accompagnamento alle percussioni del fedele bengalese Arup Kanti Das, il 3 settembre. Un altro pilastro dell’edizione 2008 è stato il cinema, con il centenario della nascita di due attori mitici come Anna Magnani (1908-1973) e James

Stewart (1908-1997) celebrati con il meglio delle loro interpretazioni: da Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini e Mamma Roma (1962) di Pier Paolo Pisolini a Nodo alla gola (1948) di Alfred Hitchcock e L’uomo che uccise Liberty Valance (1962) di John Ford. Sempre in tema di cinema, ma con un ovvio sconfinamento nella letteratura, è stato ricordato il centenario della nascita dello scrittore Giovanni Guareschi, con la mostra “Una curiosa moltitudine. Fotografie ai tempi di Peppone e Don Camillo a Brescello” al Broletto: un’occasione d’oro per ricordare gli altrettanto mitici Fernandel e Gino Cervi, maschere sulla scena della Brescello divisa tra Chiesa e comunismo. Senza dimenticare – e facciamo poker – un altro centenario, quello di Cesare Pavese, ricordato con la proiezione della docufiction Un paese ci vuole di Vanni Vallino, omaggio ai luoghi narrati dallo scrittore piemontese, con interviste a persone che hanno avuto con lui stretti rapporti. Uno dei tanti modi per ribadire che la letteratura è vita.

A cappuccino or a plate of spaghetti in the company of a writer on the shore of the lake visited by VIPs? This can happen, but only in Como. Two weeks of literature about the Lario, which was admired by writers like Stendhal and musicians like Liszt. Even this year the “Parolario” festival sponsored by the Lombard Region, the Province and the Municipality of Como, and the Larian Exchange was successful. In its eighth edition, it had over one hundred events. There were book presentations, concerts, debates, poetry readings and screenings. The entire event, dedicated to the book as a vehicle of knowlege, was an occasion to meet and exchange ideas, as was made evident during the evening dedicatd to the “Booktrailer” or the films promoting new editions of Italian authors. The Como exhibition was free (this differentiated it from the Festivaletteratura in Montava). In the last few years it has been able to become a part of the cultural events sector by counting on tens of thousands of visitors. The three principle locations for 2008 were Piazza Cavour with marquees for the “Book Fair”, the usual restaurant bar space, plus the Palazzo del Broletto and the Library in Piazzetta Venosto Lucati. The spirit of the “Parolario” is animated by Como culture and by the voices of many guests (ranging from the writer Isabella Bossi Fedrigotti to the director of “Gazzetta dello sport” Candido Cannavò). These people are capable of enlivening debates that leave a mark and make you think. An example of this type of exchange was the cycle of eight meetings presented for the fourth consecutive year, which were dedicated to philosophy (treated this time as the place of tension between religion, ethics, and science). This cycle has had Prince Emanuele Severino as a guest. A symbol of this trend is a protagonist of the opening event, the writer Andrea Vitali, who is just about to have his new novel come out with

Garzanti. The novel has met with positive critical acclaim that has made him become the heir to the Luinese Piero Chiara. The doctor and writer from Bellano was accompanied by a Vallassinese band from Sulutumana for an event that mixed words and music. Along the same lines as the well-known Milanese author (transplanted to the Marche Appenines), Andrea De Carlo, the author from Bompiani, proposed instead an unusual form for the conference, a true musical reading accompanied by the percussion of Arup kanti Das from Bengal, on the 3rd of September. Another pillar of the 2008 edition was cinema one hundred years after the birth of the two great actors Anna Magnani (1908-1973) and James Steward (1908-1997), who were celebrated with their best films: from Rome Open City (1945) by Roberto Rossellini and Mamma Roma (1962) by Pier Paolo Pasolini to Nodo alla gola (1948) by Alfred Hitchcock and L’uomo che uccise Liberty Valance (1962) by John Ford. The centenery of the birth of the writer Giovanni Guareschi was remembered. The exhibition “A Curious Multitude. Photographs from the time of Peppone and Don Camillo to Brescello” to Broletto: was a special event that remembered other greats including Fernandel and Gino Cervi on the scene in Brescello. There was also a centenary of Cesare Pavese, who was remembered by screening the docu-fiction “Un paese ci vuole” by Vanni Vallino, an homage to the places written about by the Piedmontese writer, with interviews with people who had been close to him.

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SPORT

FRANCESCA RIO dal Lario l’erede della Kostner di D. Tanzi «Ho iniziato a sette anni, per curiosità, sulla pista del Palazzo del Ghiaccio di Casate. Non credevo di arrivare così in alto ma, forse era nel mio Dna. Il nonno Giancarlo Sioli infatti, era un abile pattinatore e si allenava in coppia con Bona Giammona a Milano al Piranesi. Insieme, hanno vinto i primi campionati italiani nel 1952». Francesca Rio, pattinatrice comasca diciassettenne, spiega così i suoi inizi. Da allora, la Rio ne ha fatta di strada e ha collezionato moltissimi successi. «Frequento il quinto anno del Liceo scientifico, la mia giornata tipo non si può dire certo rilassante. Terminata la scuola, mi aspettano gli allenamenti al DatchForum di Assago, a Milano, esercizi in pista e balletto per un totale di tre ore. Al mio rientro devo studia, spesso finisco anche dopo cena». Con determinazione e tanti sacrifici, la Rio ha già raggiunto un palmarès di tutto rispetto: campionessa italiana junior 2007, passaggio di categoria senior, primo posto al Gardena Spring Trophy, terzo posto ai campionati italiani senior 2008, primo posto al Triglav Trophy a Jesenice in Slovenia. Il titolo le ha permesso di entrare a far parte della World Standing. Come ci si sente a essere la numero tre in Italia nel pattinaggio artistico singolo? «La mia vita è cambiata. Ora ho un ruolo importante nella Nazionale, sono stata scelta come riserva della grande Carolina Kostner (21 anni) e di Valentina Marchei (23 anni) alle prossime Olimpiadi invernali in Canada a Vancouver nel 2010 nonostante abbia solo 17 anni. Se ho raggiunto tali livelli, devo ringraziare la mia famiglia che ha fatto molti sacrifici per me». È dolce e raffinata Francesca; per lei la musica nel pattinaggio riveste un ruolo importante. «Il mio sport non è fatto solo di salti e trottole, anche la musica ha un ruolo fondamentale, deve catturare il pubblico. Prima di affrontare una gara ho un rito: ascolto sull’iPod le canzoni di Tiziano Ferro». Emoziona di più l’applauso del pubblico o il risultato sul tabellone? «Non ho dubbi, l’applauso del pubblico. Ti riscalda subito». Facciamo un salto nel futuro. «Mi aspettano i Grand Prix Junior, gare di circuito mondiale, alcune gare internazionali senior e speriamo anche gli Europei del 2009 a Helsinki». Infine una curiosità, Francesca Rio si scatena solo sulla pista del ghiaccio o anche in discoteca? Lei esplode in una fragorosa risata. «Più spesso sul ghiaccio ma, quando capita anche in discoteca!».

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Sotto e a sinistra, Francesca Rio in azione. In basso, Giancarlo Sioli, nonno di Francesca, con Bona Giammona a Budapest, durante i Campionati Europei del 1955

Quando i sacrifici portano a essere 17enne la numero tre del pattinaggio italiano

Below and left, Frances Rio in action. Bottom right, Giancarlo Sioli, Francesca’s grandfather with Bona Giammona in Budapest, during the European Championships in 1955

FRANCESCA RIO

From the Lake, Kostner’s heir When sacrifice enables you to be number three of Italian skating at 17 years old “I started at seven, out of curiosity, on the Palazzo del Ghiaccio rink at Casate. I did not believe I could go so far, but it was perhaps in my dna. As a matter of fact, Giancarlo Sioli, her grandfather, was a skilful skater and trained with Bona Giammona in Milan at the Piranesi. They won the first Italian championships in 1952”. Francesca Rio, a 17-year skater from Como, explains her early days this way. Rio has made her way, thus achieving a lot of success. “I am attending the fifth year at the secondary school specialised in scientific studies. My typical day can not be defined relaxing at all. After school, I train at the DatchForum in Assago, in Milan, exercises on the rink and ballet for three hours as a whole. When I get home, I study, often even after dinner”. With determination and great sacrifice, Rio has already achieved a noteworthy palmares: Italian junior champion in 2007, shift to the senior category, first place at the Gardena Spring Trophy, third place at the Italian senior championship

in 2008, first place at the Triglav Trophy in Jesenice in Slovenia. This position enabled her to become part of the World Standing. How do you feel as number three of single figure skating in Italy? “My life has changed. Now, I am playing an important role in the National Team. I have been chosen as a reserve of great Carolina Kostner (21 years) and Valentina Marchei (23 years) at the next Winter Olympic Games in Canada at Vancouver in 2010, even if she is only 17. If I have achieved such levels, I must thank my family. It has made many sacrifices for me”. Francesca is sweet and refined. For her, music plays an important role in skating. “Skating is made not only of jumps and spinning tops. Music too has got a fundamental role, it must capture the public. Before competing, I have a rite. I listen to Tiziano Ferro’s songs on the iPod”. What is more exciting for you: the applause of the public or the result on the board? “I have got no doubt, the applause of the public. It is warming you up at once”. Let’s make a jump in the future. “I will compete in Junior Grand Prix, world races, some international senior races and we hope for the European championship in 2009 in Helsinki “. In the end a curiosity, is Francesca Rio going wild on the ice rink or in a disco too? Francesca bursts out laughing loudly “More often on the ice, but when it happens, also in a disco!”.

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SPORT

Roda vola in Spagna La Porsche dell’imprenditore lariano prima a Valencia nel GT Open La Porsche del pilota-imprenditore Gianluca Roda e del giovane driver austriaco Richard Lietz ancora protagonista del GT Open. La coppia di piloti ha infiammato il campionato internazionale nel quinto appuntamento dell’anno, che ha avuto luogo in luglio sul circuito cittadino di Valencia, lo stesso in cui lo scorso agosto ha corso la Formula 1. Davanti a circa 30mila spettatori Richard Lietz e Gianluca Roda hanno vinto dopo aver dominato la gara sin dalla bandiera verde a bordo della loro Porsche 997 “Autorlando”. La coppia italoaustriaca non ha avuto problemi a controllare e mantenere il comando davanti a Giacomo Ricci e Matteo Bobbi su Ferrari 430 e a Manuel Gião e Pedro Couceiro, il duo portoghese, sempre su Ferrari 430. Male invece i leader della classifica Andrea Montermini e Michele Maceratesi (Ferrari 430). Questi ultimi con i loro 107 punti vedono avvicinarsi i due portoghesi con 102 punti e proprio Lietz-Roda, ora terzi con 101 punti. Il titolo si giocherà fino all’ultimo giro di pista tra questi protagonisti del campionato.

Ma torniamo alla gara corsa nel circuito cittadino spagnolo. La partenza è spettacolare, con un incidente alle spalle dell’uomo della pole, Lietz, che intanto si invola. L’austriaco domina la gara e arriva al cambio pilota con 25” di vantaggio sul secondo. Dopo la sosta obbligatoria all’esperto Roda non resta che mantenere gli avversari sotto controllo dimostrando la solita grande classe e il carattere che lo hanno reso vincente in corsa come nella sua carriera imprenditoriale alla guida del gruppo Rodacciai. Alla bandiera a scacchi Roda avrà mantenuto gran parte del vantaggio accumulato dal compagno di squadra Lietz. In settembre in coppia con il pilota francese Patrick Pilet, Roda ha ottenuto un secondo posta nel Sara GT Campionato italiano Gran Turismo in programma al Misano World Circuit. Come di consueto, dopo i festeggiamenti per l’imprenditore comasco è già tempo però di pensare all’azienda, alla famiglia e alla prossima corsa di campionato. Il successo di Roda inorgoglisce anche “Magic Lake”, il logo della rivista del territorio lariano compare infatti sulla Porsche 997.

Roda is flying in Spain The Porsche of the entrepreneur from Como, first in Valencia in the GT Open The Porsche of the driver-entrepreneur Gianluca Roda and of the young Austrian driver Richard Lietz is still the protagonist of the GT Open. The two drivers have sparked excitement at the international championship, the fifth meeting of the year, which took place in July in Valencia, the same course as that used last August by Formula 1. Before about thirty thousand spectators, Richard Lietz and Gianluca Roda won. They dominated the competition from the moment the green flag was waved on the side of their 997 ‘Autorlando’ Porsche. The Austrian-Italian pair did not have any problems maintaining control in the same race as Giacomo Ricci and Matteo Bobbi, who were in a Ferrari 430 and Manuel Gião and Pedro Couceiro, the Portuguese duo also in a Ferrari 430. Andrea Montermini and Michele Maceratesi (Ferrari 430), the leaders of the classification had a tougher time. With 107 points, they see the two Portuguese with 102 points and Lietz-Roda, in third with 101 points, as close rivals. The title for this competi-

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tion will be in play until the last part of the race will have been completed. The start of the race is spectacular. There is an accident and Lietz takes off. The Austiran dominates the competition and arrives for the change of driver with a 25 second advantage. After the obligatory break, Roda has to dominate his adversaries. He shows the kind of character that has made him a winner in other races, such as the one run by the Rodacciai group. Once the checkered flag is waved, Roda will have kept the advantage accumulated by his teammate, Lietz. In September, paired with the French driver Patrick Pilet, Roda won second place in the Sara GT Championship Gran Turismo held at Misano World Circuit. As usual, after celebrations for the entrepreneur from Como, it is time to think about business, family and the next champion’s competition. Roda’s success will even make Magic Lake proud. The logo of the journal from the Como region appears on the Porsche 997.

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Corrado Fontana

Alla scoperta del Triangolo Lariano Viaggio da Canzo a Bellagio con il pilota comasco

testo e foto di Massimo Moscardi

È il pilota che ha vinto più volte il Rally Aci Como. Al suo attivo ha anche la conquista del titolo italiano nel “Trofeo Asfalto” e nel campionato “International Cup”. Corrado Fontana, classe 1974, è appassionato di nuove tecnologie (basta guardare il suo sito Internet www.corradofontana.it per farsi un’idea), ma allo stesso tempo ama le tradizioni e i sapori del territorio comasco, di cui è originario. Proprio con questo spirito, Fontana ha accettato di prendere per mano i lettori di “Magic Lake” e di accompagnarli nelle zone più caratteristiche del Triangolo Lariano, alla ricerca di luoghi da visitare e della cucina tipica.

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Un viaggio su strade che negli anni hanno ospitato grandi eventi sportivi, tra cui proprio il Rally Aci Como, valido per il campionato italiano e il Giro di Lombardia di ciclismo. «Partendo da Canzo – afferma Corrado Fontana – posso suggerire una tappa alla “Fabbrica dei nocciolini”. Un’attività nata nel 1922, oggi gestita dalla famiglia Figini. Una pasticceria che punta sulla qualità e sui prodotti locali, come i Nocciolini e il Pan Meino. Il laboratorio è aperto al pubblico, ma è meglio prenotare i prodotti da acquistare». A Canzo è consigliabile un giro per il paese, che offre anche belle passeggiate nei suoi boschi, ad

In alto, Corrado Fontana nell’ultimo Rally di Como. A sinistra, il pilota con Alberto Rinaldi, titolare della “Fabbrica dei nocciolini” a Canzo. Sopra, sul Lago del Segrino Above, Corrado Fontana in the last ‘Rally di Como’ edition. Left, the driver with Alberto Rinaldi, owner of “Fabbrica dei nocciolini” in Canzo. Above, Corrado Fontana on Lake Segrino

esempio con la risalita ai Corni di Canzo. Senza dimenticare l’incantevole Lago del Segrino, con la sua pista pedonale, chiusa alle auto, ideale per chi deve allenarsi e anche per le famiglie. «Poi – aggiunge Fontana – ci si può spostare per un aperitivo al bar trattoria Merican, un locale che è stato profondamente rinnovato dai suoi titolari». «Ovviamente ci si può fermare anche per un pranzo veloce – aggiunge Fontana – Ma per chi ha più tempo suggerisco un giro a Barni, al Rifugio Madonnina, da dove si gode una splendida vista sul ramo di Lecco del lago. Un posto che è gestito dalla famiglia Gilardoni, di

cui fa parte anche Gilles, valido pilota di rally. Il mio menù? Quello turistico a prezzo fisso, con salumi nostrani, risotto con funghi porcini, cosciotto di vitello alle verdure e per dessert gelato con castagne. Per chi invece vuole tenersi più leggero, propongo un piatto unico, gnocchi alla Madonnina, preceduti da un salamino di cavallo. L’ananas con gelato è comunque d’obbligo. Anche se è un vero peccato non assaggiare la polenta uncia, una vera specialità». Per una passeggiata pomeridiana digestiva Corrado Fontana ha vari suggerimenti. «Gli appassionati di ciclismo possono spostarsi al Muro di Sormano, a pochi minuti da Barni, una

A sinistra, un brindisi con Valentina Rinaldi, titolare del bar trattoria Merican di Canzo. Sopra, Fontana e il gestore Gilles Gilardoni con un piatto di polenta uncia alla Madonnina di Barni Left, a toast with Valentina Rinaldi, owner of Merican restaurant and bar in Canzo. Above, Fontana in Barni with Gilles Gilardoni, Madonnina restaurant manager, and a plate of ‘polenta uncia’

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ITINERARI

A sinistra, il pilota al Sacrario del Ghisallo. Sotto con Simone Gandola alla Pasticceria Castelli di Bellagio e alllo Chalet Gabriele con il gestore e rallysta Carlo Galli

Left, Fontana at the Ghisallo’s Shrine. Below, with Simone Gandola in Bellagio’s ‘Pasticceria Castelli’ and at ‘Chalet Gabriele’ with the manager and driver Carlo Galli

by the Gilardoni family, that Gilles, a rally driver, is part of. My menu? The fixed price tourist one with local salami, risotto with porcini mushrooms, leg of lamb with vegetables and, for dessert, ice cream with chestnuts. For those who would rather eat more lightly I suggest a single dish, gnocchi alla madonnina preceded by horse salami. Pineapple with ice cream is, however, required. Although, it is truly a shame not to taste the polenta uncia, a real specialty”. For an afternoon digestive walk Corrado Fontana has various suggestions. “Those passionate for cycling can move over to Muro di Sormano, a few minutes from Barni, a difficult road that was used in the Giro di Lombardia at the beginning of the 60s. It is a path that has recently been redone and I like the phrases written in the asphalt with quotes from the great champions.” The Muro also begins exactly where the Sormano special trial for the Aci Como Rally was located: “My favorite,” admits Corrado. Other suggestions for the afternoon in the Lariano Triangle. “On Colle del Ghisallo, those who love cycling can’t help but stop at the Cycling Museum and the Sanctuary revered by cyclists.” The driver also suggests a walk in Bellagio. “An enchanting spot, ideal for a romantic walk, per-

haps with a stop at the Pasticceria Castelli owned by Simone Gandola, another rally driver. I can suggest the exquisite “Baci di Bellagio” or the traditional sweet “Mataloc”. And from Bellaggio it is also possible to ferry over to Menaggio, on the other side of the Lake, in only a few minutes.” After such an intense day, Corrado Fontana has a final idea: “On the Como Aci Trophy special trial path “Piano Rancio” you can climb up to the Chalet, the famous Polentoteca managed by the Galli family.” Incidentally, Carlo Galli is another great personage in Comasco motoring having won the Lariano rally three times. “Above all, Galli is a long time friend,” says Fontana, “besides the quality of the cuisine and the good prices, I appreciate the family atmosphere at his locale.” Suggestions on dishes to try? “The choice is truly difficult, to be sure I propose any one from the dishes from the reserved menu: carbonad, polenta al tòoc, raclette, chinoise, and bourguignonne are all excellent when shared with the right companion! I assure you that you will spend a special evening with Carlo and his wife, Pinuccia.” An intense day learning about traditional flavours and the prettiest spots in the Lariano Triangle: “Beautiful spots”, concludes the Comasco driver, “that are worth being discovered.”

Sotto, Corrado Fontana sul “Muro di Sormano” Below, Corrado Fontana on “Muro di Sormano” strada durissima che è stata utilizzata nel Giro di Lombardia all’inizio degli anni ’60. Un percorso che di recente è stato risistemato e di cui mi piacciono le frasi scritte sull’asfalto, che riportano dichiarazioni di grandi campioni». Tra l’altro il Muro inizia proprio dove è stato posto il via della prova speciale di Sormano del Rally Aci Como: «La mia preferita» ammette Corrado. Altri suggerimenti per il pomeriggio nel Triangolo Lariano? «Sul Colle del Ghisallo chi ama lo sport del pedale non può non fermarsi al Museo del Ciclismo e al Santuario venerato dai corridori». Il pilota consiglia anche una passeggiata a Bellagio. «Luogo incantevole, ideale per un giro romantico, magari con una tappa alla Pasticceria Castelli, che è di Simone Gandola, anche lui valido rallista. Posso suggerire gli squisiti “Baci di Bellagio” o il dolce tipico “Mataloc”. E da Bellagio c’è anche la possibilità di traghettare e andare in pochi minuti a Menaggio, sull’altra sponda del Lago». Dopo una giornata così intensa, Corrado Fontana ha un’ultima idea: «Sul percorso della prova speciale del Trofeo Aci Como “Piano Rancio”, potete salire fino allo Chalet, la famosa Polentoteca gestita dalla famiglia Galli». Per inciso, Carlo Galli è un altro grande personaggio dell’automobilismo comasco, visto che ha vinto tre volte il rally lariano. «Prima di tutto Galli è un amico da lungo tempo – dice Fontana – Del suo locale, oltre alla qualità della cucina e ai prezzi contenuti apprezzo l’atmosfera familiare». Proposte sui piatti da degustare? «La scelta è davvero difficile, per andare sul sicuro propongo uno qualsiasi dei menù su prenotazione: carbonad, polenta al tòoc, la raclette, la chinoise, la bourguignonne, sono tutti ottimi se condivisi con la compagnia giusta! Vi assicuro che da Carlo e sua moglie Pinuccia trascorrerete una serata speciale». Una giornata intensa, all’insegna dei sapori tipici e dei luoghi più belli del Triangolo Lariano: «Posti bellissimi – conclude il driver comasco – che meritano di essere scoperti».

Corrado Fontana

Discovers the Lariano Triangle A tour from Canzo to Bellagio with the driver He is the driver who has won the Como Aci Rally many times. He also has the Italian title in the “Asphalt Trophy” and the “International Cup” championship under his belt. Corrado Fontana, born 1974, is passionate about new technology (just look at his Internet site www.corradofontana.it to give you an idea), but at the same time he loves traditions and the flavours of the Comasco area where he comes from. With this very spirit Fontana accepted taking the “Magic Lake” readers and accompanying them to the most characteristic spots of the Lariano Triangle to search out

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I LUOGHI CONSIGLIATI Fabbrica dei Nocciolini, via Brusa 32 Canzo Telefono 031.681007 www.fabbricadeinocciolini.it Trattoria del Merican, via Meda 17 Canzo Telefono 031.683210 Ristorante la Madonnina, via per la Madonnina Barni Telefono 031.965148 www.ristorantelamadonnina.it Pasticceria Castelli, via Garibaldi 19 Bellagio Telefono 031.950444 Polentoteca Chalet Gabriele, Piano Rancio Bellagio Telefono 031.963624. www.polentoteca.com spots to visit and traditional cuisine. A voyage over roads that, over the years, have hosted great sporting events, among them the Aci Como Rally, used for the Italian championship and the cycling Tour of Lombardy. “Leaving from Canzo”, says Corrado, “I can suggest a stop at the “Fabbrica dei nocciolini”. A business born in 1922 that is managed today by the Figini family; a pastry shop that relies on quality and local products like Nocciolini and Pan Meino”. The laboratory is open to the public, but reserving products to buy is advised.” At Canzo a tour of the town is suggested that also offers nice walks in its woods, for example with the climb to the Corni di Canzo. Don’t forget the enchanting Lago del Segrino with its walking trail that is closed to automobiles and ideal for those who want to exercise or for families. “Then,” adds Fontana, “We can move on over to have an aperitif at the Bar Trattoria Merican, a locale that has been greatly renovated by its owners.” “Obviously we can also stop for a quick lunch,” adds Fontana, “but for those who have more time I suggest a trip to the Madonnina refuge at Barni, from where we can enjoy a splendid view of the Lecco branch of the lake. It is a spot managed

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SPORT

Rally di Como conferma

TRICOLORE

di Massimo Moscardi

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Le valli lariane pronte ad accogliere l’élite dell’automobilismo nazionale 193


Al centro, il podio della gara dello scorso anno, vinta dall’equipaggio Gianfico-Mongillo. Nelle altre immagini alcuni tra i più importanti protagonisti della corsa del 2007 In the centerpiece, the podium of the race last year, won by the equipment Gianfico-Mongillo. In the other images, some important protagonists of the 2007 race

In queste pagine alcuni spettacolari passagi dell’ultima edizione del Rally Aci Como-Trofeo Etv AutoTorino. La partenza e le premiazioni avvengono nella centralissima in piazza Cavour In these pages some spectacular images of Rally Aci Como-Trofeo Etv AutoTorino last edition. Departure and award ceremonies take place in the central Piazza Cavour

Un appuntamento tra i più attesi dagli appassionati di sport, una gara che fa parte dell’élite dell’automobilismo nazionale. Le strade del Comasco il 9, 10 e 11 ottobre si preparano a ospitare il Rally Aci Como-Trofeo Etv AutoTorino. La corsa fa parte del campionato italiano della specialità e vedrà come protagonisti i più forti piloti nazionali. Un confronto che si annuncia appassionante sul fronte agonistico, ma che sarà anche l’ennesima opportunità di dare visibilità al territorio lariano. La competizione, infatti, toccherà alcune tra le zone più belle della provincia. Le prove speciali sono previste nel Triangolo Lariano e nelle Valli Intelvi e Cavargna, a ovest del lago.

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Non va poi dimenticato che un tratto cronometrato è previsto alle porte della città, sul percorso tra le frazioni di Camnago Volta e Civiglio. Partenza e arrivo saranno invece nella suggestiva cornisce di piazza Cavour. Il via ufficiale è in calendario giovedì 9 ottobre alle 19 dal “salotto” di Como. Il giorno successivo e il sabato i concorrenti si confronteranno in dodici prove speciali per poi chiudere con la passerella finale, di nuovo in piazza Cavour, alle 18 di sabato 11 ottobre. «La nostra gara ha avuto una crescita costante – dice Enrico Gelpi, comasco e presidente di Aci Italia – L’attenzione alla sicurezza e a ogni particolare nell’organizzazione e la scelta di percorsi

selettivi e apprezzati dai piloti hanno portato ad avere sempre valutazioni altissime da parte degli ispettori della Federazione». «Ora la corsa è inserita nel campionato italiano – aggiunge Gelpi – un obiettivo che è stato raggiunto grazie alla collaborazione di tutto il territorio. Mi riferisco agli sponsor, ai rappresentanti delle istituzioni, che hanno sempre dato il loro appoggio e alle forze dell’ordine, sempre indispensabili. Un grazie anche all’emittente Etv e a tutta la stampa, che hanno sempre contribuito a dare visibilità alla manifestazione e a farla conoscere al grande pubblico».

Como Rally Tricolour confirmation The Lariano Valleys are ready to play host to the elite of national motor racing The Lariano Valleys are ready to play host to the elite of national motor racing This appointment is one of the most popular with sports fans and an elite national motor racing contest. The 9th, 10 th and 11th October will see Como’s streets hosting the Rally Aci Como-Trofeo Etv AutoTorino. The race is part of the Italian championships in this speciality and will feature top national racing drivers. So a competitive meeting promising thrills as well as being yet another opportunity to give the Como area exposure. The competition will in fact be involving some of the province’s most beautiful areas. The special trials will be held in the Lariano Triangle, and the Intelvi and Cavargna Valleys to the west

of the Lake. And it shouldn’t be forgotten that one timed stretch is planned on the outskirts of the town between the suburbs of Camnago Volta and Civiglio. The start and finish on the other hand will be in the evocative setting of Cavour Square. The official commencement is scheduled for Thursday 9th October at 7pm from the ‘lounge’ of Como. The next day and on Saturday contestants will be challenging each other in 12 special trials, then winding things up with the final drive-by back in Cavour Square at 6pm on Saturday 11th October. “Our contest has grown steadily,” says the Como President of ACI Italia. “Attention to safety and every little organisational

detail, and our choice of selective routes drivers approve of have led to our being very highly rated by Federation inspectors. “Now the race has been incorporated in the Italian championships,” adds Gelpi, “an objective reached thanks to cooperation from the whole area; I’m talking about sponsors, local authority representatives - who have given us their full support - and the police who are indispensable. Our thanks too go to the station ETV and the press in general who have always given the event good exposure with the general public”.

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SPORT

MAGIC corre in Lombardia e in Sardegna

Magic races in Lombardy and Sardinia

Giornalista e collaboratore della rivista “Magic Lake”. Ma anche grande appassionato di rally. Massimo Moscardi, 37 anni, quando gli impegni di lavoro glielo consentono, indossa tuta e casco e fa il copilota di rally. E non perde occasione per promuovere il marchio di “Magic Lake”, che compare sempre sulle sue vetture. Nel 2008 ha corso tre gare in Lombardia (“Varese”, “Lecco” e “Ronde Val Cavargna”) e non è mancata una trasferta in Sardegna (“Rally del Vermentino”). I piloti con cui ha corso sono Fabio Butti e Giancarlo Consonni, le vetture, le spettacolari Renault Clio Super 1.600 e la Mitsubishi Evo 9 con i colori delle scuderie Val Senagra Corse e Cagliari Corse. Migliori risultati, quarto posto di classe al “Vermentino” e quinto alla “Ronde Valle Cavargna”. Nel curriculum agonistico di Moscardi anche un successo assoluto, nel 2002 in coppia con Giancarlo Consonni al Rally Colli Brianzoli.

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He’s a ‘Magic Lake’ magazine journalist and collaborator, but also mad about rallies. Work permitting Massimo Moscardi (37) dons his racing suit and helmet as a rally co-driver. And he never misses a chance to promote the ‘Magic Lake’ logo, which always appears on his vehicles. In 2008 he took part in three events in Lombary (‘Varese’, ‘Lecco’ and ‘Ronde Val Cavargna’) as well as an away race in Sardinia (‘Rally del Vermentino’). The drivers he raced with are Fabio Butti and Giancarlo Consonni, the cars the spectacular Renault Clio Super 1600 and the Mitsubishi Evo 9 with the colours of the racing stables Val Senagra Corse and Cagliari Corse. His best results were a 4th place in its class at the ‘Vermentino’ and a 5th at the ‘Ronde Valle Cavargna’. Moscardi’s racing career also boasts his 2002 victory with Giancarlo Consonni at the Colli Brianzoli Rally.

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SPORT

Joe Fly Vicecampione continentale Farr40 Il team di Giovanni Maspero battuto solo dagli iridati di Mascalzone Latino Dopo dieci regate e quattro giorni di intensa competizione si è chiuso nelle acque antistanti Travemunde (splendida località di villeggiatura sul Mar Baltico dotata di un’ampia spiaggia e di un noto centro termale) il Campionato europeo della classe Farr 40. Il campione del mondo in carica Mascalzone Latino si è aggiudicato il titolo, dopo un’accesa lotta sul campo di regata con Joe Fly, la barca dell’armatore lariano Giovanni Maspero che porta sulle sue vele i loghi di “Magic Lake” e degli “Amici di Como”. La quinta edizione della Rolex Baltic Week è stata organizzata dalla Nordeutschen Regatta Verein in collaborazione con il Lubecker Yacht Club e ha chiuso il circuito europeo Farr 40, una classe altamente competitiva che sta cominciando a raccogliere grandi consensi anche nel vecchio continente. Joe Fly si presentava all’appuntamento carico di aspettative e desideroso di tornare in acqua in una delle classi che gli sono più congeniali. Il team si è affidato ancora una volta all’esperienza e all’intuito del tattico Francesco Bruni, di ritorno dall’avventura newyorkese con Joe Fly Match Race. Al suo fianco Andrea Felci (stratega), Stefano Rizzi (tailer), Federico Michetti (prodiere), Alberto Bolzan (randa), Andrea Bussani (tailer), Luca Faravelli (albero), Matteo De Luca (jolly), Federico Insabato (drizze), comandante Alberto Fantini e naturalmente con l’armatore Giovanni Maspero nel ruolo di timoniere. I dodici team in gara si sfidano nella prima giornata in tre prove, su un percorso a bastone. La prima prova di giornata è stata vinta da Siragu-

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sawa, del finlandese Olli-Pekka Lumijarvi, seguito dal tedesco Struntje Light, del presidente Schaefer, e dal nostro Joe Fly. Mascalzone Latino parte male per un errore tattico, finendo sesto, ma si risolleva nelle due prove successive, vincendole. Anche Joe Fly conclude sempre in posizioni di testa, concludendo secondo e poi ancora terzo. Fino alla penultima sfida i due team italiani si trovavano in situazione di parità, con lo scafo di Vincenzo Onorato in testa grazie alle quattro vittorie ottenute. Decisiva è stata la prima prova disputata domenica, in condizioni di vento attorno ai 10 nodi da 120°. Joe Fly è stato penalizzato per una partenza anticipata, che lo ha visto perdere quasi un minuto rispetto al resto della flotta. A nulla è servita la rimonta fino al terzo posto sul traguardo. Mascalzone concludeva primo e si assicurava la vittoria overall con cinque piazze d’onore totali. «L’unica possibilità rimasta a questo punto per agguantare il titolo era mettere tre barche tra noi e Mascalzone – spiegano da Joe Fly - un’eventualità piuttosto remota visto che i migliori team in gara tagliavano la linea di partenza dell’ultima prova in anticipo». Con Asterisk (Danimarca), Struntje Light (Germania) e Siragusawa (Finlandia) fuori gioco si allontanava così l’ultima chance di vittoria. I due scafi italiani ingaggiavano quindi un duello in stile match race che li faceva concludere settimo (Joe Fly) e ottavo (Mascalzone), regalando la vittoria della prova all’ucraino Arctur. «Il bilancio finale è comunque positivo: su dieci regate, cinque volte è prevalso Joe Fly, cinque Mascalzone Latino. Terzo classificato il finlandese Siragusawa di Lumijarvi Olli-Peakka, rivelazione di questo campionato».

Joe Fly Runners-up in the Farr 40 Continental Giovanni Maspero’s team only beaten by world champions Mascalzone Latino After 10 regattas and 4 days of neck-to-neck racing the European Farr 40 Class Championships finished on the stretch of water opposite Travemunde (a splendid Baltic Sea resort with its vast beach and renowned spa). The reigning world champions Mascalzone Latino clinched the title after a hard-fought battle on the regatta field against Joe Fly, the Lariano fit-

ter-out Giovanni Maspero’s boat whose sails bear the ‘Magic Lake’ and ‘Amici di Como’ logos. The Rolex Baltic Week’s 5th edition was organised by the Nordeutschen Regatta Verein in collaboration with the Lubecker Yacht Club and wound up the European Farr 40 circuit, a highly competitive class which is beginning to build up a large following in Europe as well. Joe Fly turned up with high hopes and couldn’t wait to be back in the water in one of its favourite classes. The team had put itself back in the hands of experienced and intuitive tactician Francesco Bruni, just back from the New York Joe Fly Match Race venture. By his side were Andrea Felci (strategist), Stefano Rizzi (tailer), Federico Michetti (bowman), Alberto Bolzan (spanker operator), Andrea Bussani (tailer), Luca Faravelli (mastman), Matteo De Luca (factotum), Federico Insabato (halyard operator), Captain Alberto Fantini and of course fitter-out Giovanni Maspero at the

helm. On the first day the 12 teams competing battled it out in 3 trials over a W/L circuit. The first trial of the day went to Finn Olli-Pekka Lumijarvi’s Siragusawa, followed by President Schaefer’s German Struntje Light and our Joe Fly. Mascalzone Latino got off to a bad start due to a tactical error and finished 6th, but fought back in the next two trials which it won. Joe Fly too always ended in pole position, ending up second and then third again. Right up to the last but one race the two Italian teams were neck to neck, with Vincenzo Onorato’s craft ahead thanks to the four previous wins. Sunday’s first race in a 10-knot west wind was to prove decisive: Joe Fly suffered a false start penality of one minute with respect to the other contestents. Their fight back to third place on the line was to no avail: Mascalzone came in first gaining an overall victory with a total of five places of honour. “At that point our only remaining chance to

get the title would’ve been to put three boats between us and Mascalzone,” the Joe Fly team explains, “which was in the realm of fantasy seeing that the best teams competing went off to false starts in the last trial.” So with Asterisk (Denmark), Strutje Light (Germany) and Siragusawa (Finland) out of the running their last chance of winning faded away. The two Italian craft took each other on in a matchrace-style duel winding up 7th (Joe Fly) and 8th (Mascalzone), letting the Ukrainian Arctur win the trial. “Anyway the final outcome was positive: Joe Fly and Mascalzone Latino both won 5 out of 10 regattas. In third place was the Finnish Siragusawa belonging to Lumijarvi Olli-Peakka, the championship’s new star.”

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FOOD AND DRINK

In CUCINA con Alfredo Ratti Quando un buon ristorante si giudicava dal brodo

Come dimenticare (siamo intorno alla metà del secolo trascorso) che nei viaggi fuori porta, appuntamenti annuali alla ricerca di vegetali strani da proporre ai nostri clienti, uno dei riti che fuori dagli impegni professionali ricorreva, a cura del mio amato genitore, alla fine delle giornate tra esotiche vegetazioni, quando decideva che per quel giorno bastava la rassegna vegetale, era cercare l’albergo dove ci si doveva rilassare, trovare il proprio agio ed essere trattati e accuditi meglio che a casa nostra. La camera, che sovente condividevo con mio padre, era spesso anche un luogo di “tortura”, vista l’abitudine a russare del genitore. Rimaneva dunque il momento più atteso, quello dell’accesso al ristorante, ritrovo agognato durante tutta la giornata, per cui il più rinomato di quella località era ben scelto per avere il meglio e trovarsi bene e soddisfatti. Ricordo che il test più probante per definire le qualità gastronomiche del posto era il brodo, in quanto, se questo o il “consommé” erano ben fatti e ben serviti, potevamo essere tranquilli anche su tutto il resto. Se il brodo risultava passabile, o, peggio, mediocre, decretava con grande disappunto e rammarico la condanna di quel posto infame e la sua radiazione dalla lista delle nostre frequentazioni. E comunque, senza fare l’apologia del brodo, né con l’intento di porre nuovamente in auge

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metodi antichi e improponibili, dove per cultura e tradizione il percorso per una tazza di brodo coinvolgeva l’uso di ben sette chili di varie carni e due pollastri, è probabile che oggi novantanove ristoranti su cento sarebbero, con quei criteri, infrequentabili. Voglio con questo ricordare come il brodo di carne sia anche oggi indispensabile per completare o sottolineare numerose ricette e cose serie in cucina. Un buon brodo equilibrato, frutto di una saggia scelta di carni di manzo, vitello, pollo con l’aggiunta di verdure e aromi, servito in un’elegante tazza, rende l’approccio con la tavola invitante e accogliente. Bollente e fumante in inverno, tiepido per la primavera, fresco d’estate con l’aggiunta di un bicchierino di sherry, si pone alla fine di un antipasto e annuncia un piatto importante, così come, con pochi capelli d’angelo, con un pizzico di prezzemolo o di sedano, con un poco di stracciatella, ci aiuta nell’attesa del seguito del pranzo. E’ così che il brodo si identifica in tutte le occasioni come un segno di ricercatezza e anticipa il commensale alle prove più consistenti. Tra le numerose ricette sperimentate, mi piace ricordare quella di Livio Cerini di Castegnate ne “Il gentiluomo in cucina”, dilettante viveur saggio ed erudito nel coniugare il sapere al sapore

A sinistra, Alfredo Ratti (foto Mattia Vacca) Left, Alfredo Ratti

Il Brodo In una pentola capace con acqua fredda e poco sale (3 grammi per litro) si mettono un ginocchio di bue e una gambetta di vitello. Si pone sul fuoco quando l’acqua sta per bollire, si uniscono due carote, un gambo di sedano a pezzi, due patate, due rape, due cipolle con un chiodo di garofano, del pepe nero schiacciato, una spolverata di noce moscata, poco levistico (sedano di monte), qualche rametto di timo serpillo e di santoreggia, qualche foglia di alloro. Quando l’acqua riprende a bollire, si mette mezzo chilo di polpa di manzo o scamone. Dopo mezz’ora 200 o 300 grammi di piano di costale o biancostato e un pezzetto di punta di vitello. Dopo un’altra mezz’ora il pollo o mezzo pollo. Si lascia bollire per un’ora curando di aggiungere acqua bollente se quella di cottura diminuisce troppo e assaggiando per trovare il punto giusto di sale che, come detto, si doserà prudentissimamente durante la cottura. L’operazione di schiumatura si compirà attentamente senza interrompere il bollore con acqua fredda, la sgrassatura si limiterà a quel che si riesca a fare caldo. Giunti a fine cottura, si toglierà dal brodo la carne che, data l’immersione a ondate successive, risulterà cotta uniformemente. Avremo così un ottimo brodo profumato, ricco e saporito.

In the Kitchen with Alfredo Ratti When good restaurants were judged by their broth

How could I ever forget (we’re about the middle of the last century) that on our annual safaris hunting down strange plants for our customers, one of my dear father’s time-out rituals (at the end of the day once plant collection in exotic vegetation had been wound up) would be to look for a hotel to chill out in, feel at home and be treated and cosseted better than at home. My room which would frequently be shared with my father was often a ‘torture’ chamber too, as he used to snore. So I couldn’t wait to get down to the restaurant where I’d longed to be all day, a local one chosen to get the best, and be happy and satisfied. I remember that the surest test of an establishment’s gastronomic quality was the broth, inasmuch as if this or the consommé were made well and served well, we didn’t need to

worry about the rest. But if the broth turned out acceptable - or even worse mediocre - the wretched place (with great disappointment and regret) would be condemned and crossed off our list of ‘places to go’. And anyway, without being broth apologists or trying to reintroduce old-fashioned untenable methods whose culture and tradition meant that getting a dish of broth involved the use of a good seven kilos of various kinds of red meat and a couple of chickens, it’s highly likely today that 99 out of a 100 restaurants would (with such criteria) be out of bounds. This is just to emphasise that even today meat broth is indispensable to complete or enhance numerous recipes and good cookery in general. Good, well-balanced broth made from a wise choice of such meats as beef, veal and chicken plus vegetables and aromatic herbs, served in elegant broth dish makes dining more inviting and welcoming. Preferably hot and steaming in winter, lukewarm in spring, chilled in summer with a schooner of sherry, it marks the end of the starter and the arrival of the main course, just as a few capelli d’angelo (fine spaghetti) with some parsely or celery with a bit of stracciatella (poached egg) helps us to wait patiently for the rest of the meal. So broth is a refinement to suit all occasions preparing diners for more substantial tests.

Of my many favourite recipes put to the test that come to mind one is by Livio Cerini di Castegnate in ‘The Gentleman in the kitchen’, an amateur viveur and expert at transforming knowledge into taste. The Broth In a big saucepan containing cold water and a pinch of salt (3 grams per litre) put an ox-knee and a leg of veal. Bring to the boil adding two carrots, a cut-up stick of celery, two potatoes, two turnips, two onions with a clove, some ground black pepper, a pinch of cinnemon, some lovage (mountain celery), a sprig of wild thyme and savory, and a few bay leaves. Once the water is back on the boil add half a kilo of lean beef or rump, and half an hour later 200 or 300 grams of short rib of beef and a piece of veal brisket. After another half hour add a chicken or half a chicken. Simmer for an hour topping up with boiling water if level drops too low, and taste for saltiness adding salt (as mentioned earlier) very carefully from time to time if necessary. Skim gently without stopping boiling with cold water - make do with what you can do hot. When cooked, remove meat (which through being added in successive waves will be cooked evenly) from broth, which will thus be rich, flavoursome and have an excellent smell.

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L’OSPITALITÀ

passione di famiglia

All’epoca in cui il viaggio era un’esperienza di pochi privilegiati, sarebbe entrato nel diario del “buon mangiare”. Ieri come oggi, una sosta al “Navedano” è infatti un’esperienza da custodire tra i ricordi, un’emozione che appaga i cinque sensi. Entrando sono i fiori a colpire l’attenzione: un armonioso mosaico di corolle e rampicanti che, come un giardino, si sviluppano in ogni sala. Estate e inverno, dialogando con il verde esterno e creando un’avvolgente atmosfera di ospitalità. Ed è questa caratteristica, l’ospitalità, l’anima del locale e il tratto distintivo dei suoi proprietari, Lella e Giuliano Casartelli. Loro prima preoccupazione è quella di far sentire gli ospiti come a casa propria. Non è certo un caso che il Navedano sia diventato la tappa preferita delle celebrities di passaggio sul Lago di Como. Lella e Giuliano pensano a soddisfare le loro golosità, ma anche il loro desiderio di privacy. Così ogni stagione si allunga la lista dei personaggi famosi che raggiungono questo luogo di alta gastronomia, immerso in un parco post-industriale dove sono ancora visibili le tracce di storici opifici serici. Poco lontano dalla casa di Alessandro Volta, alla fine di una strada che sembra tracciata col compasso, il ristorante disegna il panorama con il suo inconfondibile color mattone. All’interno l’ingresso-salotto, già lussureggiante come una serra, introduce alle due sale destinate agli ospiti, complementari, ma molto diverse. Classica e raffinata la prima, riservata a eventi privati, rustico-chic, la seconda, più grande ma con angoli raccolti e schermati da quinte fiorite. Tutti gli ambienti si affacciano su un’ampia veranda, illuminata la sera da torce e candele. Lella e Giuliano Casartelli si sono occupati personalmente degli arredi, pochi mobili di carattere come il tovagliato e le decorazioni, che cambiano ogni settimana. Anche il menu è sempre unico e differente. Un’avventura del palato che attraversa la tradizione mediterranea con l’aggiunta di un tocco contemporaneo. Il martedì il ristorante è chiuso per l’intera giornata, il mercoledì è chiuso per il pranzo. La prenotazione è consigliabile (telefono 031.308080).

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In an era when travelling was for the privileged few, it would have merited a ‘good food’ entry in their diaries. Today as yesterday a stop-off at ‘Navedano’ is in effect something to be remembered, an experience to satisfy the five senses. On going in you are struck by the flowers: a harmonious mosaic of corollas and climbing plants which – as if in a garden – thrive throughout the whole premises. Summer and winter alike, in symbiosis with the green outside they create a cosy atmosphere of hospitality. And hospitality is the very essence of the place and its proprietors Lella and Giuliano Casartelli, whose one concern is to make diners feel at home. And it’s no coincidence that Navedano has become a favourite stop-off for visiting celebrities on Lake Como. Lella and Giuliano not only look after their stomachs but also their desire to have privacy. So each season there’s an ever-longer list of big names coming to savour the gastronomical delights of a place set deep in a post-industrial park, where you can still see the remains of historic silk mills. Not far from Alessandro Volta’s house at end of a road which looks as if it had been plotted with a compass, the unmistakable brick colour of the restaurant marks the view. The hothouse lushness of the entrance/lounge leads on to the two diners’ rooms which albeit totally different complement each other. The first has an air of classic refinement, the second bigger one (a private functions’ room) a rustic-chic air, with its snug, flower-adorned, partitioned-off corners. All the premises look out onto a wide verandah, lit up at night by flares and candles. Lella and Giuliano Casartelli saw to the furnishing personally: furniture with a lot of character, like the table-cloth/serviettes and decoration which change every week. The menu too is always unique and different. An adventure for the taste buds where traditional Mediterranean is given a modern touch. The restaurant is closed all day on Tuesdays and lunchtime Wednesdays. Booking advisable (tel: 031 30 80 80).

Hospitality is a family passion

FOOD AND DRINK

Ristorante Navedano

via Pannilani 22100 Como - Italia Telefono +39 031.308080 fax +39 031.3319016 www.ristorantenavedano.it

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FOOD AND DRINK

LOCANDA LA VIGNETTA

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Sentirsi a CASA PROPRIA

LOCANDA LA VIGNETTA

Il passato della locanda La Vignetta di Cremnago d’Inverigo, attiva dal 1910, prima che sui libri di cucina o negli articoli di giornale, si legge sui muri. Basta guardare, entrando nella saletta, le foto di cantanti e attori che sorridono, per capire che di storie da raccontare, queste mura, ne avrebbero davvero tante. Le ha anche la “Pina”, chiamata così dagli amici e dai clienti abituali, che è cresciuta tra questi tavoli e che aveva cinque anni quando cominciò a staccare i biglietti per gli avventori della balera. Tutto nacque come una semplice osteria con qualche stanza da affittare ai milanesi in villeggiatura, con pochi piatti brianzoli, di quelli che le massaie cucinavano a occhi chiusi e con tanta voglia di stare in compagnia. Basti ricordare le parole del padre di Pinuccia che

The past of Locanda La Vignetta in Cremnago d’Inverigo, since 1910, before its cookbooks or newspaper articles, is written on the walls. It’s enough to see, upon entering the room, the photographs of singers and smiling actors to understand that the stories these walls have to tell are many. It also has “Pina”, named so by her friends and regular customers, who grew up among these tables and was five years old when she began tearing ticket stubs for dance hall patrons. It all started with a simple tavern with a few rooms for rent for Milanese on holiday, with a few local dishes, which the housewives could cook with their eyes closed, and of course the desire for company. Just remember the words of Pinuccia’s father who said, “those who come here to eat, don’t make it back to the office.” It’s exactly this household spirit that one feels sitting outside

diceva: «Quei che vegnen chi a mangià, in uffisi ghe van pu». Ed è proprio questo lo spirito casalingo che si respira sedendosi all’esterno sotto il pergolato in estate e dentro nelle salette in inverno. Pinuccia Redaelli con il marito Enrico Longoni, maestro dei fornelli, portano avanti questa passione iniziata dai suoi nonni ormai quasi 100 anni fa e coronata recentemente dal riconoscimento della Regione Lombardia di “locale storico”. Il ristorante, soprattutto all’esterno prende la forma delle viti, che oltre a dare il nome alla locanda stessa la circondavano quando era una balera. I locali sono arredati elegantemente e l’ambiente, gradevole e accogliente, offre una svariata scelta di piatti: dagli gnocchi al ragù, alle

più delicate pennette ai carciofi, alle più saporite pappardelle con sugo di cinghiale, per non parlare dei secondi: ossibuchi in gremolata, cassoeula, costoletta alla milanese o il più ricco cappone ripieno; il tutto accompagnato da un’ampia carta dei vini. Il menu è comunque sempre personalizzabile, anche perché chi viene alla Vignetta deve sentirsi a casa propria concedendosi momenti di tranquillità, immersi nella pace di un suggestivo parco nel cuore della Brianza. Il martedì il locale è chiuso per l’intera giornata.

Feel right at home

under the pergola in the summer, and inside the dining rooms in the winter. Pinuccia Redaelli and her husband Enrico Longoni, master of cooking, bring forth this passion started by their grandparents almost 100 years ago and recently recognized by the Region of Lombardy as a “historic inn”. On the outside, the restaurant takes the form of the vines, which in addition to giving it its name, surrounded it when it was a dance hall. The rooms are elegantly furnished and the environment, pleasant and welcoming, offers a varied choice of dishes: from the gnocchi with ragu sauce, to the more delicate pennette with artichokes, to the more flavourful pappardelle with wild boar sauce, and not to mention the second courses, osso buco in gremolata, cassoeula, veal chop Milanese style, or the more rich stuffed

capon; all accompanied by a generous wine list. The menu, however, is always customizable because guests who come to the Vignetta should feel right at home, experiencing moments of relaxation, immersed in the peace of a suggestive park, in the heart of Brianza. The inn is closed all day on Tuesdays.

Antica locanda La Vignetta via Garibaldi 15 22040 Cremnago d’Inverigo (Como) Tel. 031.698212

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FOOD AND DRINK

VECCHIA TRATTORIA AL MONTE Quasi una baita! Uno scorcio di montagna a pochi minuti da Como. È possibile? Ma certo, grazie alla Vecchia Trattoria Al Monte di Gironico. Un ambiente caldo e accogliente che ricorda proprio un rifugio o una baita tra le alture. Paolo Strambini titolare e la socia Donatella Bernasconi, per amore del territorio lariano, hanno deciso di iniziare qualche anno fa, questa avventura tra specialità di carne e spezzatini succulenti. Il successo è stato immediato. La trattoria, ubicata nella zona collinare di Gironico, è l’ambiente ideale per chi cerca pace e serenità. Una caratteristica stufa in ghisa com-

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pleta l’arredamento rustico ma al contempo ricercato. Peppino Gagliardi, il cuoco, propone per questa stagione piatti davvero speciali e gustosi. Qualche esempio? Un bel risotto con funghi e castagne accompagnato da un vino corposo, per secondo delle costolette di agnello o capriolo con contorno di castagne glassate e mele con ripieno di ribes. Come dolce infine non poteva mancare la specialità della casa, un tiramisù con noci caramellate. Alla Vecchia Trattoria al Monte una fornita cantina, con vini provenienti da tutt’Italia, saprà accontentare anche il palato più esigente. Ci avviciniamo all’inverno e la

polenta con il brasato della Vecchia Trattoria al Monte vi conquisterà. Chiuso il lunedì e il sabato a mezzogiorno, salvo prenotazioni.

Vecchia Trattoria al Monte via Raimondi 4 22020 Gironico Tel. 031.44.05.11

VECCHIA TRATTORIA AL MONTE

Almost a mountain chalet!

A piece of the mountains just a few minutes from Como. Is it possible? Of course, thanks to Vecchia Trattoria Al Monte in Gironico. A warm and welcoming atmosphere that recalls a refuge or chalet in the mountains. Paolo Strambini, owner, and his partner Donatella Bernasconi, because of their love for the Lariano territory, decided a few years ago to start this adventure in specialties of meat and succulent stews. They found immediate success. The trattoria, located in a hilly area of Gironico, is the ideal place for those who seek peace and serenity. A characteristic cast iron stove, complete furnishings, rustic but still sought out. Peppino Gagliardi, the cook, is offering some truly special and delicious dishes this season. Some examples? A nice risotto with mushrooms and chestnuts, accompanied by a full-bodied wine; for a second course, lamb or venison cutlets with a side of glazed chestnuts and apples stuffed with currants; and for dessert, you can’t miss the house specialty, a tiramisù with caramelized walnuts. At Vecchia Trattoria al Monte, a well-stocked cellar, with wines from throughout Italy, will satisfy even the most demanding palate. We are approaching winter and the polenta with braised beef “alla Vecchia Trattoria al Monte” will capture your heart. Closed Mondays and Saturdays for lunch except with reservations.

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® Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO)

Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore piazza Duomo 17 - 22100 Como Tel. 031.26.89.89 e-mail info@comosmagiclake.com Patrocinata da • Sponsored by Regione Lombardia Provincia di Como Comune di Como Camera di Commercio di Como Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Comune di Como Cai Como, Touring Club Italiano Progetto editoriale • Research Editors Daniele Brunati Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Executive Manager Franco Bartolini Direttore editoriale • Editor-in-Chief Paolo Annoni Impaginazione • Paging Alfio Barindelli, Marianna Borrelli Testi • Research and Material Paolo Annoni, Andrea Bambace, Fabrizio Barabesi, Laura Bernasconi, Claudio Berni, Roberta Brucato, Anna Campaniello, Emanuele Caso, Elisabetta Comerio, Antonella Clemente, Viviana Dalla Pria, Davide Fent, Daniela Giunco, Rodolfo Mecarelli, Lorenzo Morandotti, Massimo Moscardi, Samantha Panzeri, Alfredo Ratti, Erika Sala, Daniela Tanzi, Katia Trinca Colonel, Mauro Peverelli, Comune di Brunate, Rallo Viaggi, BSI, Joe Fly, Eclectica Pubblicità • Advertising Andrea Pedretti, Andrea Ferrari Traduzioni • Translations Jerry Edwards Revisione testi • Proof reading Carla Pomoni Foto • Photographic Material Paolo Annoni, Sergio Baricci, Franco Bartolini, Alberto Casella, Mauro Cozza, Roberto Crippa, Viviana Dalla Pria, Felice de Paoli, Kevin Mazur for Givenchy, Massimo Moscardi, Enzo Pifferi, Carlo Pozzoni, Mattia Vacca, Zambra, Archivio Pellicceria Elsa Oldoini, C.R.E.A. Provincia di Como, Comune di Brunate, Porsche Como, Rallo Viaggi, Gruppo S.C.A., Joe Fly, Golf Club Menaggio & Cadenabbia, Archivio Guardia di Finanza di Como, Archivio Gianmaria Buccellati, Macef, Fondazione Minoprio, Eclectica, Archivio Corriere di Como, Clerici Tessuto, Rodacciai, Primatist, Quarta & Partners, Fondazione Cariplo Segreteria di redazione • Editorial Support Team Elena Massari Amministrazione • Administration Rosaria Casali

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