magiclake autumn / winter 2007

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Lorenzo Vanini, il dentista musicista Lorenzo Vanini, the Musician Dentist

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Il workshop di Villa d’Este, 33 anni di successo The Villa d’Este Workshop, a 33 years Success Story

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Pompieri, eroi di vita quotidiana Firemen, daily life heroes

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Vedi Torno... e ci ritorni See Torno and come back again

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Carnevale di Schignano Schignano Carneval

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Il mondo della neve nel cuore delle Alpi The world of snow in the heart of the Alps

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Vecchie bricolle Old Smugglers’ Bags

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La Provincia di Como per l’energia The Province of Como’s Energy Policy

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Gli Amici di Como guardano al futuro The Friends of Como look to the Future

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Natale a Como vuol dire Città dei Balocchi Christmas in Como means Città dei Balocchi

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Banche e imecenatismo, binomio indissolubile Banks and Patronage bound to be together

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Lariofiere e la Mostra Mercato dell’Artigianato Lariofiere and the Market Crafts Exhibition

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Como parla americano, l’America parla comasco Como speaks American, America speaks Comascan

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In un libro la storia di Campione In a Book the History of Campione

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Ristorante Antica Darsena Antica Darsena Restaurant

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Belvedere di nome, di fatto e di piatto 182 Belvedere by name And its Food is worth seeing too! Il pesce di lago secondo Martino Lake fish according to Martino

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fashion editoriale

Immobiliare Noseda, case come storie di vita The Noseda Estate Agency, Houses as lifetime stories

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sport

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anniversary

Una vita ad arte, il suo capolavoro A concocted life, his masterpiece

Magic Lake cresce Magic Lake is growing up

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Autunno Inverno Coast+Weber+Ahaus Autumn Winter Coast+Weber+Ahaus

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Magic sui green europei Magic on European Greens

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Barche da sogno al Primatist Trophy Dream boats at the Primatist Trophy

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Al volante con Max Behind the Wheel with Max

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Menphis festeggia 25 anni Menphis celebrates 25 years

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Bric’s 55 anni di qualità ed eleganza Bric’s 55 years of Quality and Elegance

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I primi 10 anni della Compagnia delle Opere 126 The first ten years of the Compagnia delle Opere Lillia, mezzo secolo di star Lillia, Star fifty years on

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Caramel powered by Mercedes Gruppo S.C.A. 18 Caramel powered by Mercedes Gruppo S.C.A. “Da capo”... La nuova 911 Turbo Cabriolet 27 “From the very top”... the New 911 Turbo Cabriolet

Tutti gli appuntamenti dell’autunno/inverno in provincia di Como si trovano su What’s on All the events for the autumn/winter in the province of Como can be found on What’s on

Meda Immagine, la luce diventa arte Meda Immagine, light becoming art

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Autumn/Winter 2007 anno III - n. 3

La Nuova Audi A4 The New Audi A4

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In copertina: Gianni Versace foto © Archivio Studio Brivio

Iper di Grandate... un’abbinata vincente Iper di Grandate... a winning Partnership

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Magic Lake in tutta Italia con Sofipost 178 Magic Lake all over Italy thanks to Sofipost La posta privata sulle sponde del Lario The private Mail Service on the Lake

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In the photo cover: Gianni Versace photo © Studio Brivio

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SOMMARIO / SUMMARY


magic lake cresce Cari Lettori,

abbiamo deciso di scrivere questo editoriale perché vogliamo condividere con voi tre importanti traguardi che abbiamo raggiunto. Primo, e forse più importante, i numerosi attestati di stima espressi dai nostri lettori italiani e stranieri nei confronti delle nostre pubblicazioni “Magic Lake Como’s Review” e “What’s On”, uniti all’aumento di richieste di abbonamento; secondo, la diffusione ancora più capillare e mirata su tutto il territorio nazionale grazie alla partnership intrapresa con “Sofipost” e, terzo, un omaggio riservato ai nostri abbonati: allegato a questo numero troveranno un magazine di qualità, il “Luogo Ideale”, grazie alla concreta collaborazione instaurata con l’Iper. Per concludere un sincero grazie alle Istituzioni, agli inserzionisti che sin dal primo numero hanno creduto in questo progetto editoriale, a tutti i lettori che lo apprezzano e all’associazione “Amici di Como”, partner indispensabile e fondamentale che ha reso possibile la realizzazione delle pubblicazioni. Ed ora buona lettura in compagnia delle 188 pagine…Al prossimo traguardo. Gli Editori Daniele Brunati Rosaria Casali

Dear Readers,

we decided to write this editorial in order to share with you the great goals we reached. First and most important, the high esteem with which our Italian and foreign readers held our magazines “Magic Lake Como’s Review” and “What’s On” with a consequent rising of subscription requests. Second, a most capillary and focused nationwide distribution thanks to “Sofipost” partnership, and third, an homage reserved to our subscribers: with this issue you will find as attachment a quality magazine, “The ideal place”, with the collaboration of Iper. To conclude, we wish to thank the Institutions, all advertisers who by the first number appearance have believed in our publishing plan, finally all readers who have appreciated it, and “Amici di Como” Association, most important and fundamental partner, which allowed the publication to be performed. Now, we wish you a good reading in company with more than 188 pages..until the new goal. The Editorial Board Daniele Brunati Rosaria Casali

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Il progetto della casa contemporanea: un’eccezionale varietà tipologica per consentire la ricerca di soluzioni d’interni sempre più individuali. La Murrina presenta una collezione di lampade pensate come elementi di definizione stilistica degli spazi domestici. Corpi illuminanti e oggetti che interpretano diverse concezioni estetiche, accomunati dal materiale antico da cui prendono forma: il vetro di Murano.

Una materia fuori dal tempo, a cui la creatività dei designer e dei maestri vetrai dona un forte legame con il nostro tempo. Dalle citazioni di disegni classici alle intuizioni formali più originali, una “manualità evidente” in piena continuità con una preziosa tradizione. Una collezione esclusiva, internazionale, che nella propria ampiezza di proposte permette la più totale libertà di approccio progettuale.

1. Lolita. Massima essenzialità per una forma geometrica rigorosa, primaria, che vive di trasparenze e gradazioni di luce. 2. Glamour. Un design che attualizza elementi decorativi classici, in un’interpretazione di forte caratterizzazione. Le spirali sottolineano la maestria nella lavorazione del vetro.

3. Rio. Un vaso in vetro che nella forma asimmetrica sottolinea la modellatura a mano, con la superficie composta da murrine. 4. Astra design Denis Santachiara. Sfere in vetro colorato che sembrano galleggiare in una bolla trasparente: un design dagli elementi ludici, dove la luce crea un’idea di leggerezza.


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Il Gruppo S.C.A., uno dei maggior network di concessionarie Mercedes-Benz, Smart e Subaru nel Nord Italia con sede centrale a Como in via Cecilio 4, è da tempo protagonista della nightlife della vivace Brianza grazie alle numerose sponsorizzazioni e iniziative con i locali più cool del momento. In quest’ottica la società che dal 1971 commercializza e offre assistenza a vetture, veicoli commerciali e industriali – una vera realtà industriale con oltre 600 addetti – ha stretto un originale accordo con il Caramel Fashion Club di Erba. Il Caramel è il locale glamour per eccellenza della Brianza. Una cornice calda e accogliente in cui è possibile sia godersi un’ottima cena sia ballare fino a tarda notte sul ritmo di una musica sapientemente mixata.

caramel POWERED BY MERCEDES-BENZ GRUPPO S.C.A.

Per la stagione 2007-2008 il Gruppo S.C.A. diventa main sponsor del club che si trasforma in Caramel powered by Mercedes-Benz Gruppo S.C.A. La partnership ha portato a un restyling completo del locale diviso ora in due sale a tema, l’una Smart, l’altra Mercedes-Benz. L’arredamento richiama il mood dei due marchi automobilistici nello stile e nei colori, in modo particolare nella sala Mercedes-Benz a ogni tavolo corrisponde il nome di un’automobile. La scelta spazia tra una Slk, una Cls o magari una ML. Non manca la sala piscina dedicata alla zona ristorante per godersi un’ottima cena prima di ballare nelle notti più esclusive della Brianza. Parata di Vip per l’inaugurazione del Caramel powered by Mercedes Benz Gruppo S.C.A., a iniziare dalla presentatrice di “On the Road Miami” su Italia 1, Ludmilla Radchenko e dalla vincitrice del concorso della nota marca di intimo Miss “Roberta” 2007, Marysthell García Polanco. Gradito ospite della serata anche il sindaco di Como, Stefano Bruni, che si è prestato per foto e interviste televisive insieme con l’amministratore delegato del Gruppo S.C.A., Guglielmo Marino, il quale afferma che la scelta del connubio Gruppo S.C.A. e Caramel è stata quasi ovvia e naturale visti i punti che accomunano il locale con il mood di Mercedes-Benz da una parte per la classe, l’eleganza, il comfort e Smart dall’altra per la vitalità e spontaneità.

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The Gruppo S.C.A., one of the leading Mercedes-Benz, Smart and Subaru dealership networks in Northern Italy with its headquarters in Como in Via Cecilio 4, has for some time been involved in swinging Brianza’s nightlife through various sponsorship deals and initiatives with the coolest nightspots on the current scene. This is how the company which has been trading and servicing commercial and industrial vehicles since 1971 – an industrial scale operation with a workforce of over 600 – has made an original agreement with the Caramel Fashion Club in Erba. The Caramel is by far Brianza’s top glamour club: a warm cosy setting where you can enjoy a great dinner as well as dance the night away to an aptly selected mix of music. In the 2007/08 season the Gruppo S.C.A. will take over as the club’s main sponsor in its new Caramel powered by Mercedes-Benz format. The partnership has led to the total restyling of the establishment, now split into two theme rooms: Smart and Mercedes-Benz. The decor reflects the mood of the two makes of car in its style and colours; particularly so in the Mercedes-Benz room where tables are called after names of car. The choices ranges between an Slk, a Cls or possibly an ML. And there’s a swimming-pool room as part of the restaurant area where you can enjoy a great meal before dancing through Brianza’s most exclusive nights. Caramel powered by Mercedes-Benz Gruppo S.C.A. was inaugurated by a real VIPs’ parade kicking off with Italia 1’s Ludmilla Radchenko hostess of ‘On the Road Miami’, and winner of the famous Miss ‘Roberta’ 2007 underwear contest Maryshell García Polanco. Also another very welcome guest at the evening was Como Mayor Stefano Bruni who was photographed and interviewed on TV together with the Gruppo S.C.A.’s managing director Guglielmo Marino, who is of the opinion that the union of Gruppo S.C.A. and Caramel was an obvious natural one considering the common ground the club shares with Mercedes-Benz’s image of class, elegance and comfort on the one hand, and Smart’s image of vitality and spontaneity on the other.

Sopra, alcuni momenti della festa, a sinistra, Guglielmo Marino con Ludmilla Radchenko. Sotto, il sindaco di Como, Stefano Bruni Above, some moments of the party, left, Guglielmo Marino and Ludmilla Radchenko. Below, Como Mayor Stefano Bruni

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Dagli anni Settanta il workshop Ambrosetti a Villa d’Este è il più importante appuntamento politico-economico italiano. Un evento che dà lustro al Lago di Como e porta la sua immagine in tutto il mondo. Ne parliamo con Alfredo Ambrosetti, fondatore e animatore dello studio di consulenza d’impresa che porta il suo nome, e promotore del prestigioso Forum di Cernobbio. Ambrosetti, come è nata l’idea del workshop? «L’idea del workshop “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, che si realizza annualmente a Villa d’Este, nacque in una nebbiosa serata del novembre 1974, a circa 10 anni dalla fondazione del nostro Gruppo professionale di Consulenza Direzionale, avvenuta nel 1965. In quella nebbiosa serata del 1974, Umberto Colombo e io stavamo tornando in treno dal Veneto, dove avevamo tenuto due sessioni del servizio Ap (Aggiornamento Permanente per le alte direzioni d’impresa). Ci scambiavamo considerazioni sui tanti problemi del momento: problemi sociali e occupazionali, terrorismo, inflazione a due cifre, catastrofiche previsioni del Club di Roma sui limiti delle risorse, ecc. Obiettai che stavamo affrontando i temi – aspetti sociali, aspetti economici e finanziari, aspetti

Since the 1970s the Ambrosetti workshop at Villa d’Este has been the major item on Italy’s political and economic agenda; an event bringing some fame to Lake Como as well as boosting its image worldwide. We chat about it with Alfredo Ambrosetti, the founder of and driving-force behind the business consultancy firm named after him, and promotor of Cernobbio’s prestigious Forum. Ambrosetti, how was the idea of a workshop born? “The idea behind Villa d’Este’s annual workshop ‘The Scenario of Today and Tomorrow for Competitive Strategies’ was born one foggy evening in November 1974, roughly 10 years after our Professional Management Consultancy Group had been founded in 1965. On that foggy evening in 1974 Umberto Colombo and I were on a train coming back from Veneto where we had held two AP Service sessions (Permanent Updating for Upper Company Management). We were debating various topical issues: social and employment problems, terrorism, double-figure inflation, the Club of Rome’s catastrophic forecasts regarding resource limits, etc. I objected that we were tackling subjects (social aspects, economic and financial aspects, aspects regarding technologies and resources) in a disjointed fashion. In the real world on the other hand such issues are inextricably entwined. One year later the Villa d’Este workshop was the brainchild of these

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Il workshop di Villa d’Este, un successo che dura da 33 anni

TERRITORIO

The Villa d’Este

Il WORKSHOP di

Villa d’Este

un successo che dura da 33 anni

Workshop - a Success Story lasting 33 years


tecnologici e di risorse – in modo dissociato. Nella realtà concreta, invece, tali temi si presentano profondamente intrecciati». Sulla base di questa riflessione, nascerà l’anno successivo il workshop di Villa d’Este. «Si pensò a un evento di tre giorni, com’è tuttora, proprio perché tre erano i temi da trattare in modo sistemico e integrato: gli aspetti socio-politici, quelli di carattere economico e finanziario e quelli relativi alle tecnologie e alle risorse. Coerentemente, erano tre i membri del panel chiamati a guidare e orchestrare i lavori: Franco Alberoni, Nino Andreatta e Umberto Colombo. L’avvio fu non poco problematico: la data prevista dovette essere cambiata a causa della caduta del governo e delle elezioni anticipate, i partecipanti paganti furono solo 14. Economicamente, un “bagno di sangue”. I dubbi se ripetere l’iniziativa erano pesanti e fondati. Al termine dei lavori, Nino Andreatta decise di restare con la mia famiglia. Era il mese di luglio. La sera, eravamo al Sacro Monte, sopra Varese, sdraiati e rilassati in giardino ad ammirare un cielo straordinariamente terso e stellato. Nino Andreatta mi disse: “Posso fare una confidenza? Non ho mai imparato tanto in vita mia come in questi tre giorni”. Quella frase, detta spontaneamente da un personaggio notoriamente senza complessi di inferiorità, spazzò via ogni mio dubbio. Nel 1976 i partecipanti furono 37. L’anno successivo, il panel venne allargato a Franco Modigliani e a Romano Prodi. Le adesioni si moltiplicarono e cominciò quel fattore di successo e, non meno, di mal di testa chiamato “lista d’attesa”: dalla prima edizione, e senza eccezione alcuna, il numero dei responsabili aziendali che ci chiede di partecipare è andato aumentando, mentre l’evento si svolge nella stessa sala, con i relativi limiti fisici. I posti disponibili vengono esauriti in poco tempo dopo l’invio della lettera di partecipazione. Il mal di testa della lista d’attesa dura molti mesi, non solo perché lasciare qualcuno in lista d’attesa non coincide con il nostro desiderio di spalancare la porta a tutti, ma anche perché non raramente coinvolge clienti, per noi importanti, di altri nostri servizi professionali. Sottolineo il fatto che noi siamo nati, siamo e saremo prioritariamente “consulenti di direzione”. Per noi, la consulenza è un’attività per sua natura molto riservata e, quindi, non comunica. Si crea così il rischio dell’equivoco che le attività destinate a più Gruppi/Imprese contemporaneamente, che per loro natura comunicano (come è il caso del workshop in oggetto), possano far percepire che esse rappresentano la nostra attività prevalente o addirittura unica. Negli anni successivi il numero dei relatori aumentò con la partecipazione di capi di Stato, leader di governo, premi Nobel, esperti eccellenti a livello internazionale sui temi più importanti per il mondo, per l’Europa, per l’Italia». Perché sceglieste proprio Villa d’Este, sul Lago di Como, una sede che non avete mai abbandonato? «Per la sua bellezza: non è un caso che molti, soprattutto tra quelli che veramente conoscono il mondo, lo ritengano il miglior albergo del globo. Per una riunione di tre giorni con persone tutte importanti e abituate ai grandi comfort, ci voleva un posto che, oltre che bellissimo, consentisse di essere contemporaneamente dentro e fuori. Cosa significa? Dentro, perché all’interno di una proprietà e quindi controllato; fuori, perché strutturato in modo da avere parchi e spazi esterni per poter fruire in modo gradito del tempo libero e delle pause dei lavori, oltre ad avere spazi di dimensioni tali da consentire contatti e incontri riservati, che peraltro sono frequenti tra le tantissime persone importanti che hanno spesso molte cose da dirsi e da negoziare. Infine per l’ubicazione. Nel cuore di una parte estremamente produttiva in campo economico, vicina a Milano, vicina alla Svizzera e, non meno, baricentrica rispetto a ben tre aeroporti: Malpensa, Linate e Agno. Sotto questo profilo bisogna poi aggiungere che Villa d’Este ha un eliporto che permette arrivi e partenze in elicottero».

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considerations. A 3-day event was envisaged – as indeed it is now – as it was planned to deal with three topics in a systemic integrated way: socio-political aspects, economic and financial ones, and those connected with technologies and resources. For consistency’s sake, three members of the panel were assigned the task of leading and orchestrating the work schedule: Franco Alberoni, Nino Andreatta and Umberto Colombo. Things got off to a shaky start: the scheduled date had to be changed through the government falling and having to hold early elections; only 14 paying participants turned up – an economic ‘blood bath’. Strong, well-founded reservations were expressed about repeating the event. At the end of the proceedings, Nino Andreatta decided to spend a few days with me and my family. It was the month of July and one evening we were up Sacro Monte above Varese, lying relaxed in the garden to admire an extraordinarily clear and star-studded sky. Nino Andreatta said this to me: “Can I share something with you? I’ve never learned so much in my whole life as I have in the last three days”. Those few words uttered spontaneously by someone with a

Why did you actually choose Villa d’Este on Lake Como, a venue you’ve never abbandoned? “For its sheer beauty: it’s no coincidence that many people – especially well-travelled ones – consider it to be the best hotel in the world. For a 3-day meeting of VIPs accustomed to maximum comfort it just had to be somewhere which apart from being beautiful enabled you to be indoors and outdoors at the same time. What do I mean by this? Indoors, because it’s inside a building and things are under control; outdoors, because the layout of the place provides parks and outside spaces for your optimum enjoyment of free time and gaps in the schedule; moreover the size of grounds makes for private contacts and meetings, which are in fact frequent with so many important people gathered together who often have a lot to say to and negotiate with each other. And lastly the location in Italy’s economic heartland, near Milan, near Switzerland and, no less important, its pivotal position with respect to no fewer than three airports: Malpensa, Linate and Agno. Regarding this aspect mention should be made of Villa d’Este’s heliport enabling helicopters to take off and land”.

Nelle pagine precedenti, Alfredo Ambrosetti e il Grand Hotel Villa d’Este. Sotto, l’attuale pontefice, Benedetto XVI, allora cardinale Joseph Ratzinger, con Henry Kissinger, segretario di Stato Usa dal 1973 al 1977 On the previous pages, Alfredo Ambrosetti and the Villa d’Este Grand Hotel. Below, Pope Benedict XVI, when was Cardinal Joseph Ratzinger with Henry Kissinger, Secretary of State of the United States from 1973 till 1977

Sopra, Mikhail Gorbachev (Gorbaciov), ex presidente sovietico, al Workshop di Villa d’Este Above, Mikhail Gorbachev (Gorbachyov), the USSR’s ex-president, at Villa d’Este Workshop

reputation for being self-assured dispelled my every doubt. In 1976 there were 37 speakers taking part; the following year the panel also included Franco Modigliani and Romano Prodi. Participant numbers rocketed and success brought with it no less than that headache of having to draw up a ‘waiting list’: right from the start (without exception) the number of company managers wishing to take part grew, while the event is still held in the same hall where space is limited. No sooner are invitations sent out than places are snapped up; this waiting-list headache can last months, not only because putting applicants on waiting lists goes against our open-door policy, but also because this often involves clients requiring other professional services we offer who mean a lot to us. I should stress the fact that we were, are and will remain foremost ‘management consultants’. We treat consultancy as something intrinsically confidential, and thus not communicable. So there’s the risk of a misunderstanding that activities involving Groups/Businesses simultaneously who – by their very nature are in the business of communicating (as is the case at the workshop in question) – might give one the impression that they constitute our main or indeed only sphere of activity. Over the years the number of lecturers increased with the participation of Heads of State, government leaders and Nobel Prize Winners, all internationally acclaimed experts on crucial world, European and Italian issues”.

A sinistra,Shimon Peres, Yasser Arafat e Gianni Agnelli discutono durante il Workshop. A destra, l’ex premier spagnolo José María Aznar e Mario Monti Left, Shimon Peres, Yasser Arafat and Gianni Agnelli talking during the Workshop. Right, the Spain’s expremier, José Maria Aznar and Mario Monti


“DA CAPO”…

La Nuova 911 Turbo Cabriolet Cresce la gamma dei modelli 911

La “Dr. Ing. h. c. F. Porsche AG” ha presentato lo scorso settembre la nuova 911 Turbo Cabriolet. La Cabriolet, modello di punta della serie 911, rientra nell’ormai ventennale tradizione della 911 Turbo con la classica capote in tessuto. La versione a 2+2 posti garantisce le performance di guida di una vettura sportiva ad alte prestazioni offrendo, nello stesso tempo, il tipico piacere di guida di una Cabriolet. Inoltre la 911 Turbo Cabriolet, grazie alla costruzione leggera sviluppata coerentemente all’aerodinamica straordinaria e alla tecnica avanzata del motore, presenta consumi ridotti rispetto alla concorrenza. Come la 911 Turbo Coupè, anche la Cabriolet monta un motore boxer a 6 cilindri con cilindrata da 3,6 litri, sovralimentato da 2 turbocompressori con turbine a geometria variabile (VTG). Il propulsore sviluppa 480 Cv (353 kW) e una coppia di 620 Nm già a 1.950 giri/ minuto. Installando il pacchetto “Sport Chrono Turbo“ opzionale, con funzione overboost, può raggiungere rapidamente i 680 Nm. La versione con cambio manuale effettua lo sprint da 0 a 100 km/h in 4 secondi. Con il Tiptronic S il tempo si riduce a 3,8 secondi. Entrambe le versioni raggiungono la velocità massima di 310 km/h. La 911 Turbo Cabriolet consuma 12,9 litri ogni 100 km: un valore significativo rispetto alle concorrenti. La versione aperta della 911 Turbo pesa solo 70 kg in più rispetto alla Coupé. La capote leggera a tre strati che si apre o si chiude del tutto automaticamente in circa 20 secondi consente di mantenere il baricentro basso. Il Centro Porsche Como, guidato da Marco Teli, ha organizzato l’evento di lancio del nuovo modello firmato Porsche a Villa Perego di Cremnago di Inverigo. Gli ospiti, dopo aver gustato un delizioso aperitivo accompagnato dal suono melodico e armonioso di arpa e violino, hanno potuto ammirare la nuova 911 Turbo Cabriolet che ha fatto il suo ingresso sotto la luce di scoppiettanti fuochi d’artificio.

In September the ‘Dr. Ing. h.c.F. Porsche AG’ presented the new 911 Turbo Cabriolet. The Cabriolet – the top model in the 911 series – has become part of the 20-year-long 911 Turbo tradition with its classic fabric top. The 2+2 seater version guarantees the driving performance of a high-performance sports vehicle, at the same time offering the typical driving pleasure provided by a Cabriolet. The 911 Turbo Cabriolet moreover, thanks to its light construction design in keeping with its exceptional aerodynamic properties and advanced engine design, consumes less fuel than its rivals. Like the the 911 Turbo Coupé, the Cabriolet is also fitted with a 6-cylinder 3.6 litre boxer engine, boosted by 2 turbo compressors with variable turbine geometry (VTG). The engine generates 480 hp (353 kw) and a torque of 620 nm at as low as 1950 revs/minute. By installing the optional ‘Sport Chrono Turbo’ package with its overboost function, it can rapidly reach 680 nm. The manual gear version does the 0-100km/h sprint in 4 seconds; with Tiptronic S the time is cut to 3.8 seconds. Both versions can achieve a maximum speed of 310 km/h. The 911 Turbo Cabriolet consumes 12.9 litres every 100 km – significantly better than its competitors. The open-top version of the 911 Turbo weighs only 70 kg more than the Coupè. Its light 3-layer top which opens and closes completely automatically in about 20 seconds keeps the centre of gravity low. The Centro Porsche Como run by Marco Teli organized the new Porsche model’s launch event at Villa Perego in Cremnago di Inverigo. After enjoying a delicious aperitif to the melodic harmonious sound of the harp and violin, guests were able to admire the new 911 Turbo Cabriolet as it made its entrance under the light of crackling fireworks.

A sinistra, Marco Teli e alcuni momenti della presentazione della nuova 911 Turbo Cabriolet a Villa Perego di Cremnago di Inverigo Left, Marco Teli and the new 911 Turbo Cabriolet event at Villa Perego in Cremnago di Inverigo

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“FROM THE VERY TOP”... THE NEW 911 TURBO CABRIOLET. THE 911 RANGE OF MODELS IS GROWING

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«Ho sempre sognato e saputo quello che sarei diventato». Erano gli anni Sessanta quando Gianni Versace scoprì il mosaico romano di una Medusa, situato vicino alla casa di famiglia. È solo un ragazzo, ma già disegna vestiti e sogna di diventare famoso come i grandi numi dell’haute couture. Quelle parole diventano il suo credo, la Medusa il suo logo. Spinto dalla madre, proprietaria di un’importante sartoria di Reggio Calabria, lascia la città natale e si trasferisce a Milano per costruire il proprio futuro. Si rende subito conto che per scalare l’Olimpo della moda non basta il talento, ci vuole ben altro: colpire l’immaginazione del pubblico e dei media. Come? Diventando fonte di attrazione come i suoi spettacolari vestiti. C’è però un gap da colmare tra il suo background borghese e l’aristocratico mondo che lo aspetta. Per sfondare deve inventarsi una vita ad arte: il suo primo capolavoro. Comincia un’immaginifica storia di riscatto sociale attraverso viaggi, cultura, incontri e case importanti. Scrive l’autorevole “New Yorker” nell’omaggio post mortem: “Versace è stato l’unico tra i titani contemporanei che è divenuto non solo uno stilista delle star, ma una star lui stesso”. Si inventa un nuovo stile di vita. Il lusso ha bisogno di favole: lui si fa fotografare accomodato su una lunga poltrona, giacca da lord, piglio da imperatore che rimanda ai ritratti della famiglia Bonaparte. «Determinato, costante,

“I always dreamed of and knew what I would become”. Back in the ‘60s Gianni Versace found a Roman mosaic of Medusa near the family home. He was just a lad, but he was already designing clothes and dreaming of becoming famous like the big names in haute couture. Those words were to become his creed, the Medusa his logo. Encouraged by his mother who owned one of Reggio Calabria’s most renowned tailor’s shops, he left his home town for Milan to build his future. He soon realised that talent was not enough to scale fashion’s Olympus, you needed much more: to capture the imagination of the public and the media. But how? By standing out like his spectacular clothes. But the gap had to be bridged between his middle-class background and the aristocratic world awaiting him. To break through he had to devise a concocted life: his first masterpiece. Thus began an imaginary story of social liberation through travel, culture, meetings and top fashion houses. In a tribute to him after his death the authoritative ‘New Yorker’ had this to say: “Versace was the only giant of his time to become not only the stylist of the stars, but a star himself”. He assumed a new lifestyle. Luxury needs myths: he had himself photographed on a chaise longue wearing the jacket of a lord with the air of an emperor, reminiscent of Bonaparte family portraits. “He was determined and steady, and overcame his natural shyness in order to shine

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A CONCOCTED LIFE , HIS MASTERPIECE Luxury and grandeur - the Emperor of Fashion

PEOPLE

VITA AD ARTE, IL SUO

Lusso e “grandeur” ne fanno l’imperatore della moda 28

di Serena Brivio

CAPOLAVORO 29


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vince la naturale timidezza per scalfire vecchi e stereotipati schemi dell’eleganza», racconta Gigi Monti, fondatore della Basile, che gli trova lavoro da Callaghan, Genny e in altre prestigiose aziende di settore. «La sua voglia di osare e la mia esperienza creano subito un prodotto di successo, Versace si impone come stilista di rottura», aggiunge l’industriale. Dopo qualche stagione la giovane promessa si mette in proprio, assorbe tutto da tutti come una spugna. Lavora giorno e notte per imporsi nel Gotha, come designer e come uomo. Assume più modelle di quelle che si potrebbe permettere, investe i primi guadagni in una casa al di sopra delle sue possibilità. «Eravamo alla Mantero a scegliere dei tessuti – ricorda ancora Monti – Otto, l’ultimo dei fratelli, gli parlò di una bellissima casa in vendita. Gli disse “Costa poco, compriamola!”. Quando Versace vede Villa Fontanelle fa correre la sua immaginazione. Ne fa la sua reggia, lo specchio del suo successo in società e nel business. Restituita all’antico

up tired old stereotypes of elegance”, recounts Gigi Monti the founder of Basile, which procured him work from Callaghan, Genny, and other prestigious fashion houses. “His daring and my experience were the formula for success; Versace’s style was one of dramatic change”, the businessman adds. After a few seasons his early promise of self-made success became all-consuming. He would work day and night to make his mark in Gotha, both as a designer and as a person. He took on more models than he could afford and invested his first earnings in a house he could ill-afford. “We were at Mantero’s selecting fabrics”, recalls Monti again. “Otto the yougest brother mentioned a beautiful house on sale to him. He told him ‘It’s a bargain, let’s snap it up!’“. Once Versace had seen Villa Fontanelle he went into fantasy mode. He made it his palace, a reflection of his social and business success. Returned to its former splendour his Moltrasio abode was to fill up with Greek and Roman artefacts, empire period bronzes and furniture, and the works of leading 20th

Nelle pagine precedenti, Gianni Versace con Elton John, Linda Evangelista e un’altra top model, e Villa Fontanelle di Moltrasio (foto Bartolini). A destra, Versace con Maurice Béjart. Sopra, Gianni con Jacques Chirac e, a sinistra, con i suoi amati tessuti di seta On the previous pages, Gianni Versace with Elton John, Linda Evangelista and another top model, and Villa Fontanelle in Moltrasio. Right, Gianni Versace with Maurice Béjart and top right, with Jacques Chirac. Left , with the silks he loved

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splendore, la magione di Moltrasio si popola di vestigia greco-romane, bronzi e mobili impero, opere dei maggiori artisti del Novecento. Ogni angolo della residenza lariana trasuda nobiltà e grandeur. Una casa museo che lo stilista usa per coltivare la sua intensa vita con celebrità dell’arte, della musica, del teatro, del cinema e della letteratura. Il rifugio di Como, il più amato, diventa crocevia di personaggi e linguaggi che ispirano le collezioni della maison. È la perfetta immagine che Versace ha sempre voluto di sé, ipermediatizzata con la sua moda. Cosa incredibile, il Maestro della manipolazione non cede però il suo io più autentico e profondo al potere dell’apparenza. Per la famiglia e solo pochi intimi rimane sempre un uomo di disarmante candore, generoso e delicato. Un esempio di umiltà con le persone più semplici. Un campione di educazione quando i suoi abiti sfiorano i confini della volgarità. Un genio dell’eccesso che non si è mai drogato, non ne aveva bisogno. Un amico meraviglioso che non si interessa solo del tuo lavoro, ma anche di come stanno i tuoi figli».

century artists. Every nook and cranny of the Larian residence exuded nobility and grandeur, a museum house the stylist exploited to cultivate friendships made in his intense life with notables from the the world of art, music, the theatre, the cinema and literature. His Como retreat – the one he most loved – became a crossroads of personalities and languages inspiring the maison’s collections. It was the perfect image Versace had always wanted for himself, with huge media-like fashion overtones. What is astonishing is that this Master of manipulation never sold his true, deeper soul to the devil of power and appearance: for his family and a few close friends he would always remain disarmingly candid, generous and gentle; an example of humility with the simplest of people. The personification of good manners at the same time as his dresses were flirting with vulgarity. An over-the-top genious who never touched drugs – he didn’t need to. A wonderful friend who was not just interested in your work, but how your children were too”.

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TERRITORIO

Firemen, daily life Heroes

POMPIERI, eroi di vita quotidiana di Paolo Moretti foto Franco Boschetto e Archivio Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Como

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Una moto d’acqua. Un motoscafo. I sommozzatori. Gli ingredienti e le specializzazioni ci sono tutti. E così i vigili del fuoco hanno deciso che dalla prossima estate attiveranno un “comando di pronto intervento acquatico” tra Bellagio e Menaggio. Non solo fiamme e incendi, per i pompieri comaschi, impegnati quotidianamente in decine di interventi di soccorso sulle strade, sul lago, sulle montagne, nei fiumi e ovunque ci sia bisogno di loro. «Quando si pensa a noi – commenta il comandante provinciale, Marisa Cesario – si è portati a pensare agli incendi. In realtà i vigili del fuoco intervengono ovunque ci sia bisogno di un intervento tecnico d’urgenza. Ogni pompiere ha un libretto individuale di formazione che va aggiornato in continuazione. E questo consente una preparazione costante in materia non

A destra, un pompiere di Como. e sotto, un’esercitazione. A pagina 39 uno spettacolare recupero in montagna (© Ufficio comunicazione esterna del C.N.VV.F. www.vigilfuoco.it)

Right a Como’s fireman and below, an exercise. On page 39, a difficult mountain lifesaving

A jet-ski. A motorboat. Divers. The ingredients and specialist skills are all there. And so starting next summer Lake Como firefighters have decided to activate a ‘water flying squad’ between Bellagio and Menaggio. So Como’s firemen aren’t just involved with flames and fires; every day they provide full emergency cover on roads, lakes, mountains, rivers and everywhere else they are needed. “When people think of us”, remarks Provincial Fire Chief, Marisa Cesario, “they tend to think of fires. In fact, firefighters go into action wherever an emergency requiring technical expertise occurs. Every fireman has a personal training record constantly being updated. This means training is geared not only to rescue work but also to emergency service work”. The emergency 115 number is probably the one tourists know best. Hotel rooms, campsites and hospitality premises in

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solo di soccorso, ma anche di Protezione civile». Il numero d’emergenza 115 è forse uno dei più conosciuti, dai turisti. Non c’è stanza d’albergo, campeggio o struttura ricettiva, infatti, che non abbia un cartello con le istruzioni da seguire “in caso di incendio”. «Questo – prosegue il comandante – fa sì che spesso la nostra centrale operativa sia il fulcro delle richieste di intervento da parte dei turisti stranieri». Anche per questo si è pensato al comando di pronto intervento acquatico nei mesi estivi, quelli in cui le emergenze sul Lago di Como sono all’ordine del giorno: imbarcazioni in avaria, velisti portati al largo dal vento, bagnanti in difficoltà. Ma accanto a questi interventi di routine, i vigili del fuoco lariani uniscono competenze di grande professionalità. È il caso del nucleo di pronto intervento Nbcr, ovvero l’unità di

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decontaminazione in caso di attacco nucleare, batteriologico, chimico: «Siamo all’avanguardia – conferma ancora il comandante – In Lombardia siamo stati tra i primi ad attivare questa unità». Più in generale, però, è proprio il corpo nazionale dei vigili del fuoco a vantare professionalità riconosciute a livello internazionale. «La Protezione civile italiana, che è presa a esempio in tutto il mondo per la sua preparazione e la sua struttura, ha come modello proprio i vigili del fuoco». Non a caso anche da Como ogni giorno è pronta a partire una colonna mobile di intervento per emergenze sia in Italia sia all’estero: «E sono molti i nostri uomini che si rendono disponibili per questo tipo di interventi». Perché, si sa, sacrificio e coraggio sono parole d’ordine che valgono per tutti i pompieri. A New York, come sul Lario.

general, in effect all display cards telling you what to do ‘in the event of fire’. “This means”, the Fire Chief goes on, “that our fire station switchboard often receives calls for help from foreign tourists”.. For this reason too it was decided to set up a water flying squad over the summer months when emergencies on Lake Como are a daily occurrence: boats in distress, water sportspeople blown away from the shore by the wind, and bathers in trouble. But apart from routine call-outs, Como’s fire brigade is highly skilled in other areas. Take the NBCR unit handling decontamination in the event of nuclear, bacteriological or chemical attacks: “We’re at the cutting edge”, the Fire Chief assures us. “In Lombardy we were one of the first to set up such a unit”. Generally speaking though, it’s really the national fire brigade corps who can boast internationally acclaimed expertise.

“The Italian National Disaster Unit, whose training and organisational structure are an example to the rest of the world, is actually based on the fire brigade”. It’s no coincidence that Como too is always in a state of readiness to dispatch an emergency service unit to locations at home or abroad: “Many of our men volunteer for this kind of assignment”. Because it’s no secret that sacrifice and courage are the watchwords of all firefighters – in New York or on the Lario.

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ANNIVERSARY

Menphis celebrates 25 years

Menphis 25 anni 42

festeggia Da sinistra, Marco, Gilberto e Giacomo Menin Left to right, Marco, Gilberto and Giacomo Menin

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Il carattere familiare unito a una costante voglia di innovare nel segno della qualità. Questi i due pilastri su cui si fonda il successo tutto comasco, ma che ha superato i confini nazionali, del gruppo Menphis. L’azienda, che ha sede a Casnate e che festeggia 25 anni di attività e riconoscimenti, rappresenta un esempio davvero unico nel panorama imprenditoriale lariano. La Menphis è infatti la vera pioniera nell’utilizzo della tecnica “transfer” per la stampa e la decorazione delle più svariate superfici. Una tecnica che ha reso possibile ottenere effetti decorativi di grande impatto e proporre idee creative che possano adattarsi in modo flessibile alle tendenze della moda (grazie alle applicazioni su tessuti, cuoio e pelle), alle applicazioni sui metalli, ceramiche e plastiche e quindi al mondo dell’arredamento e dell’architettura. Il tutto sempre con effetti decorativi di grande impatto e massima libertà creativa. Il fondatore della Menphis, Gilberto Menin, ci ha raccontato i segreti del successo. «Prima di tutto – esordisce Menin – mi piace sottolineare il carattere totalmente familiare dell’impresa, nella quale non ho mai avuto soci esterni, ma in cui ho coinvolto i figli Giacomo, direttore commerciale, e Marco, responsabile R & D e delle tecnologie applicative di produzione. L’altro aspetto decisivo per raggiungere i risultati concreti che oggi vediamo è stata la voglia di innovare in continuazione». Proprio Menin è da sempre il principale innovatore all’interno dell’azienda. «È vero – conferma – ho sempre puntato moltissimo sull’innovazione, sulla sperimentazione, sulla ricerca, per poter anticipare le tendenze. Costanza e velocità decisionale che hanno consentito a Menphis molte soddisfazioni». Basti pensare che la società oggi conta 180 dipendenti e 6 stabilimenti, tutti in provincia di Como, per una superficie produttiva di 30mila metri quadrati. Gli sforzi continui con investimenti su macchinari e innovazione hanno dato frutti concreti: nel 2006, il fatturato si è attestato intorno ai 35 milioni di euro (+25% sull’anno prima) provenienti quasi per il 50% dai mercati esteri. «L’azienda – spiega ancora Gilberto Menin – ha sempre coniugato l’obiettivo della massima qualità dei prodotti con il servizio impeccabile al cliente, mettendo la propria esperienza e il proprio know-how a disposizione del cliente. Una scelta assai apprezzata nei Paesi esteri e che si è rivelata molto proficua». Altro fiore all’occhiello della Menphis, l’attenzione all’ambiente. «Utilizziamo, nella gran parte dei casi, materiali non inquinanti – dice Menin – e in ogni caso ci siamo dotati di sofisticati sistemi di depurazione e di abbattimento dei fumi per rispettare sempre la natura». Per l’unicità dei prodotti, alla Menphis si sono rivolti nomi importanti dell’alta moda anche perché, conclude Gilberto Menin, «le conoscenze e il buongusto che per esempio nel settore del tessile esistono in questa provincia non hanno eguali. Però – è il monito dell’imprenditore – il made in Italy è una base di partenza ma non basta. Servono qualità e innovazione, sempre». E alla Menphis lo sanno bene.

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A sinistra e in alto a sinistra, l’insediamento produttivo della Menphis a Casnate con Bernate (Como). Sopra, due delle applicazioni dei prodotti Menphis Left and top left, the Menphis Industrial Pole in Casnate con Bernate (Como Province). Above, two applications of Menphis products

Its Family character and a constant desire to upgrade quality. These are the two pillars the all-Como (and also worldwide) success of the Menphis group is based on. This Comobased firm celebrating 25 years of operations and recognition is a really unique example on the Como entreprenurial scene. Menphis in fact pioneered the ‘transfer’ technique for printing and the decoration of many different surfaces. This method has made it possible to obtain highly effective decorative effects and come up with creative ideas which may be adapted in a flexible way to fashion trends (thanks to applications on fabrics, leather and skin), and applications on metal, ceramics and plastics, and thus to the world of decor and architecture. All this with high-impact decorative effects and optimum creative freedom. The founder and figurehead of Menphis has been Gilberto Menin who shared the secrets of its success with us. “First of all”, begins Menin, “I want to stress the family character of the business, in which I’ve never had outside partners but only family involvement. I involved my sons, Giacomo is the export manager, and Marco as Head of Research and Development applied to the production. The other decisive fact to get the concrete results we can see now was constant updating”. Menin has always been the firm’s main innovator. “That’s true”, he confirms. “I’ve always put the emphasis on innovation, experimentation and research to anticipate the trends. This perseverance and the ability to make rapid decisions allowed to Menphis great satisfactions”. Just think that the company now has a workforce of 180 and 6 factories all in the province of Como spread over an area of 30,000sq metres. Continuous investments in machinery and innovation bore fruit: in 2006 the turnover was about 35 million euros (25% up on the previous year), of which 50% from foreign countries. “The firm”, Gilberto explains once more, “has always combined top product quality with impeccable customer service. That’s why Menphis puts its expertise and know-how at customers’ disposal, which is much appreciated in the foreign countries as well as being very profitable for us”. Another jewel in Menphis’s crown is their concern for the environment. “We generally use non-polluting materials”, says Menin. “And anyway we have sophisticated purification and smoke filtration plants out of respect for nature”. Menphis’s unique products have attracted big fashion names. “Also because”, Menin winds up, “the expertise and good taste typical of the textile sector in this province are unequalled. However (the businessman warns) being ‘Made in Italy’ is only the start. You need quality and innovation, all the time”. And don’t they know it at Menphis!

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Bric’s ANNIVERSARY

55 anni di qualità ed eleganza

Bric’s 55 years of Quality and Elegance

La Bric’s, fondata nel 1952 da Mario Briccola, celebra quest’anno 55 anni di vita e di successi. Sono passati 55 anni da quando Mario Briccola ha dato inizio alla storia di Bric’s, 55 anni di vita, successi e sogni che ogni giorno nascono e si concretizzano. Una borsa, una valigia, una 24 ore Bric’s non si guardano…si ammirano! Oggi come nel 1952 traspare la ricerca di stile, di adeguamento alle mode del tempo che scorre, mantenendo sempre gli ottimi materiali e la qualità di cui Bric’s non ha mai voluto fare a meno. L’entusiasmo, il desiderio e la voglia di fare e di creare hanno reso grande Bric’s. Papà Mario ha saputo trasmettere ai figli la sua passione per il proprio lavoro, i suoi valori, e da questo imprinting, da questa formazione familiare, Roberto, Attilio, Mariangela, Pietro, Giovanni, Beatrice proseguono sul percorso, inaugurato 55 anni or sono, con coerenza e dedizione. Le certezze e le affermazioni ottenute sono solo la base per continuare a creare e crescere: il successo acquisito finora rappresenta solo le fondamenta del futuro Bric’s. Alla base del successo Bric’s si trova una saggia strategia di marketing, focalizzata sull’offerta di un prodotto raffinato e funzionale, caratterizzato da un ottimo rapporto immagine/qualità/ prezzo, la capacità di saper armonizzare concretezza e creatività, innovazione e tradizione, e il “gioco di squadra”, in cui tutti partecipano con la convinzione di essere parte attiva di un team vincente, in cui ognuno ha la sensazione di aver contribuito alla riuscita di questo successo. Il piacere di lavorare insieme, la gioia di assistere alla crescita, di vedere il prodotto, come lo stile, che cambia negli anni, che si evolve, che dal core business della valigeria si affaccia alla moda, gradualmente, con personalità e intraprendenza… affermandosi. Tutto questo è Bric’s. E ora il team Bric’s vanta anche nuovi ingressi eccellenti in quanto il consolidato management familiare si è arricchito di nuove risorse umane con elevate specificità. L’ingresso più importante è sicuramente quello di Marc Gourmelen come Art Director Bric’s. Dai primi mesi del 2007 Marc è infatti entrato a far parte della “squadra Bric’s” per sovrintendere e coordinare il comparto stile dell’azienda. Un tocco creativo volto a ottimizzare le risorse stilistiche di Bric’s. Marc Gourmelen, figura di spicco nel panorama della moda internazionale, ha trascorso il suo primo periodo in azienda studiando la storia di Bric’s, guardando negli archivi storici per indagarne il percorso evolutivo, dai primi passi fino alla realtà attuale. Solo apprendendo ciò che è stato il passato si può costruire su di esso, capitalizzarne i plus e migliorare ciò che è ancora suscettibile di modifiche in senso positivo. Ed è proprio in quest’ottica che è nata la linea che vuole essere la celebrazione “fatta a prodotto” di questo 55° anniversario, la 55esima. Una linea che nasce dai capisaldi della più pura ed originaria tradizione Bric’s, il Viaggio, integrandola con maestria nella produzione dei più attuali, alla moda e innovativi accessori

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Sopra, da sinistra: Pietro, Mariangela, Attilio, Mario, Roberto, Beatrice e Giovanni Briccola. In alto a destra, una borsa Bric’s. A sinistra, il fondatore Mario Briccola a Firenze Above, left to right: Pietro, Mariangela, Attilio, Mario, Roberto, Beatrice and Giovanni Briccola. Top right, a Bric’s bag. Left the Bric’s founder, Mario Briccola in Florence

Bric’s founded in 1952 by Mario Briccola is this year celebrating 55 years of life and success. Fifty-five years have gone by since Mario Briccola’s Bric’s story first began: 55 years of life, success and dreams being born every day and then realized. You don’t just look at Bric’s handbags, suitcases and overnight cases... you admire them! Today as in 1952 the same qualities stand out: the quest for style, the ability to keep up with fast-changing trends still using fine materials, without neglecting Bric’s high standards of quality. Bric’s success has been based on enthusiasm, and the desire and determination to implement and create. Papà Mario has succeeded in instilling his passionate love for what he does and his values into his children; and this imprinting and family background have enabled Roberto, Attilio, Mariangela, Pietro, Giovanni and Beatrice to continue this 55-year journey with consistency and dedication. The certainty of past achievements is merely the basis for further creative growth: past success simply represents the foundations of Bric’s future. Underpinning Bric’s success is wise marketing strategy focussed on offering a refined functional product, characterized by an optimum image/quality/ price relationship, skill in blending functionality with creativity, innovation with tradition, and ‘teamwork’ where everyone feels actively involved in a winning team and that they have contributed to an assignment’s successful

implementation. The pleasure of working together, the joy of being involved in development, of seeing products (as well as styles) change and evolve over the years, as the core suitcase business gradually ventures into the world of fashion with personality and enterprise... and makes its mark. That’s what Bric’s is all about. And now the Bric’s team is also proud to welcome two outstanding new members in as much as the consolidated family management has been enriched with new human resources with highly specific skills. The most important new face is definitely that of Marc Gourmelen as Bric’s Art Director. Since early 2007 Marc has in fact been part of the ‘Bric’s Team’ to supervise and coordinate the company’s style section; his creative touch serves to optimize Bric’s stylistic resources. Internationally acclaimed on the fashion scene, Marc Gourmelen has started off at Bric’s by studying its history as he goes through the archives to get an insight into its evolutionary odyssey from its first faltering steps right up to its current position. An understanding of the past is the key to building on it, capitalizing on its strengths and improving what lends itself to positive intervention. And the 55th line meant to be the ‘product

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per il viaggio e non solo. Forme classiche, eco d’altri tempi come la valigia da portare a mano, leggerissima, semplicemente bella ed elegante, trasportate ai giorni nostri grazie all’introduzione di nuovi materiali, tonalità accattivanti e soluzioni stilistiche innovative. Pochi e selezionati prodotti per una Limited Edition di spicco: una valigia a mano, una 24 ore che può essere usata anche come borsa a mano, due bauletti diligenza, due borsoni, di cui uno con ruote, e una elegante borsa a mano verticale. I modelli della linea 55esima sono caratterizzati dalla particolare forma squadrata e da bande di pelle che dipartono dai manici, volte a sottolineare la ricercatezza e la linearità del design. Quattro le varianti: una nel più storico e riconosciuto materiale Bric’s, Life con il suo moustang oliva e i riporti in fine pelle color tabacco, un’altra versione in tecno-satin crispy panna in abbinamento a pregiata pelle di vitello, nero lucido, e le due proposte interamente in pelle. Una nell’elegante e classica pelle, scelta anche per l’abbinamento Life, in nuance tabacco, un elegante cuoio toscano; l’altra, preziosa e raffinata, in pelle nera palmellata a mano. Anche il logo Bric’s si veste a festa e per l’occasione subirà un restyling e sarà presentato in una nuova versione più accattivante e celebrativa in oro-metallo.

inspired’ celebration of this 55th anniversary is the brainchild of this very approach. A line born of the essence of Bric’s most pure and original tradition the Viaggio, intergrated in masterly fashion into the production of the latest trendy and innovative travelling accessories – and more. Classic forms harking back to former times such as the hand suitcase; as light as a feather, simply beautiful and elegant, skillfully updated via new materials, captivating colours and novel approaches to style. This outstanding Limited Edition will consist of a few select products: a hand hold-all style case which can also be used as a handbag; two carriage-style trunkettes, two large bags (one with wheels), and a smart upright bag. Models of the 55th line have a typical square shape and leather bands starting out from the handles highlighting the refined, linear nature of the design. There are four variations: one is in Bric’s oldest best-known material, Life with its olive moustang and fine tobacco-coloured skin embellishments; another version in crispy, cream-coloured techno-satin combined with shiny black high-quality calf skin; and lastly two all-leather items. One is in elegant classic leather (partly chosen for the Life combination) in a tobacco tint, an elegant Tuscan leather; the other precious refined one is in black, hand-pumelled skin. Bric’s logo will be in its party outfit too for the occasion as it undergoes restyling; it will be presented in a new more captivating celebratory metallic gold version.

Sotto, un momento della festa per il 55° anniversario nello store Bric’s in Galleria a Milano Below, a moment of the 55th anniversary party at Bric’s store in Milano Gallery

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La scienza migliora il riposo

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PEOPLE

immobiliare THE NOSEDA ESTATE AGENCY, HOUSES AS LIFETIME STORIES

Noseda case

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come storie di

vita

Case come storie di vita. Il messaggio che Tommaso Noseda impresse nell’anima dell’attività immobiliare da lui fondata negli anni ’30 a Como sembra aver attraversato il tempo intatto. Ed essersi dunque trasferito per altre due generazioni, passando dal figlio Salvatore fino ai nipoti Paolo e Stefano che, con lui, oggi, reggono saldamente il timone dello studio. L’immobiliare Noseda, d’altronde, a Como, come ormai nel mondo, da quei tempi lontani è sempre rimasta sinonimo di lavoro fatto con amore. E i fratelli Paolo e Stefano, che abbiamo incontrato nello studio di piazza Volta che da solo meriterebbe una visita, lo confermano con un piccolo strappo alla proverbiale riservatezza. «Per noi – dice Paolo, 45 anni, uno più del fratello – l’obiettivo fondamentale è andare oltre il concetto di affare immobiliare. I principi di una volta, gli stessi che si tramandano da tre generazioni, sono

Houses as lifetime stories, this is the message that Tommaso Noseda has fixed into his Estate Agency founded in the thirties in Como and that has come trough time intact, passed on to his son Salvatore and his grandsons Paolo and Stefano that manage the studio today. In fact, in Como and around the world, Noseda Estate Agency has come to mean passionate work. We met the Noseda brothers, Paolo and Stefano, in their piazza Volta office that alone is worth a visit. Overcoming their renown discretion, Paolo, 45 years old, one year older than his brother, says – “our main goal is to go beyond the concept of estate business. Time old principles, that have come along three generations, guide us in offering our clients complete, accurate and reliable service”. In fact there is an almost sartorial quality to the care with which the Noseda family follow each transaction

di Emanuele Caso foto Mattia Vacca 53


Nella foto sotto 1944 Tomaso il fondatore con la moglie Licia Accanto un interno dello studio dsasdgds dsjbfsd xsaf s chsd cjdshc ch sdh cdsh vkjfdhjvd ckhdshv

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la nostra guida per offrire ai clienti un servizio completo, affidabile e accurato in ogni dettaglio». C’è qualcosa di sartoriale, in effetti, nella cura che i Noseda impiegano nel seguire ogni trattativa, o anche soltanto nell’accogliere i clienti in cerca di consigli ed esperienza. Che si tratti di un appartamento o di una villa da favola, per Paolo e Stefano non cambia nulla. Ogni cliente sarà seguito in ogni passo direttamente da loro. «Ogni cliente si aspetta professionalità, trasparenza assoluta e il mantenimento delle promesse – sottolinea ancora Paolo – e per noi garantire queste aspettative è un dovere, al di là dell’esito di ogni incontro. Il rapporto umano, che garantiamo sempre in prima persona, e la disponibilità sono valori che non hanno prezzo, per i quali è giusto spendere il tempo dovuto e che comunque ripagano sempre con l’apprezzamento di chi si rivolge a noi e si sente tutelato». Un metodo di lavoro che, negli anni, è andato ben oltre i confini di Como, tanto da portare l’immobiliare Noseda a essere un punto di riferimento in mezzo mondo per le compravendite di immobili, le consulenze legali, i migliori investimenti immobiliari e persino sulle progettazioni d’arredo degli interni. Impossibile chiedere ai fratelli

Noseda di rivelare segreti della loro formula di successo, le risposte sono più complesse. «L’unico segreto è curare con pazienza e costanza tutte le relazioni – spiega Stefano – e poi rispondere nel modo migliore alle aspettative di chi compra una casa nuova, non valutando soltanto l’aspetto economico ma assecondando la necessità di cambiare l’armonia dei luoghi in cui si vive». Un argomento, quest’ultimo, sul quale sia Paolo sia lo stesso Stefano puntano molto, come dimostrano le centinaia di volumi aggiornatissimi su tutto ciò che può fare di una casa un vero e proprio vestito su misura del proprietario. Dall’America all’Inghilterra, passando per la Francia e l’Australia, moltissimi nomi del cinema e dello spettacolo si sono rivolti all’immobiliare di piazza Volta per una villa da sogno o anche soltanto per un soggiorno più breve. Qualche nome? Impossibile farne, la riservatezza dell’immobiliare Noseda su questo punto rimane invalicabile. Eppure le cronache giornalistiche, senza mai una conferma ufficiale dello studio che fa della privacy un principio assoluto, hanno più volte affiancato il nome dell’immobiliare Noseda a quello

or even just welcome clients who are looking for advice and experience. Be it an apartment or a fabulous villa, it’s all the same to Stefano and Paolo. Each customer is followed personally step by step. – “Every client expects professional service, absolute clarity and reliance” – Paolo points out – “ and for us to guarantee these expectations is a must, beyond the outcome of each meeting. Human relations, that we always guarantee personally, and willingness are priceless values that are worth the time spent and that are always paid pack through the appreciation we receive from our customers”. A working method that over the years has bought the Noseda Estate Agency beyond the boundaries of Como, and has made the studio a point of reference for real estate transactions and investments, legal consulting and even interior design. It’s impossible to worm out the Nosedas’ formula for success, “our only secret” – explains Stefano -

“is to steadfastly and patiently take care of all relations. Our response to the expectations of someone who is buying a new house is to not only look into the economic side, but also into the need to change one’s living environment”. This last aspect is something in which both Paolo and Stefano strongly believe, as can be seen by the numerous updated publications they have concerning anything that can make a house into a truly tailored outfit for its owner. From the States to England, from France to Australia, several celebrities have come to the studio in piazza Volta looking for a dream-like villa or only for a short stay. We can capture no names from the Noseda agency, as their discretion is insurmountable on this item. Yet newspapers have often associated the studio with notorious celebrities such as football player Jurgen Klinsmann, Eric Estrada, the famous police officer Poncharello from the TV show Chips, Arnold Schwarzenegger, Madonna, Sylvester Stallone or the prince of the Arab Emirates that

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di Vip, dal centravanti tedesco dell’Inter Jurgen Klinsmann, a Eric Estrada, il famoso agente Poncharello dei Chips, fino ad Arnold Schwarzenegger, Madonna, Sylvester Stallone o il principe degli Emirati Arabi che si stabilì a Faggeto Lario e chiese una villa per sé e una per le sue mogli. L’attività dei Noseda, però, non è affatto rivolta soltanto ai Vip. Anzi, ben al di là dei nomi da copertina, numerose famiglie di professionisti, industriali e manager hanno coronato il sogno della casa perfetta affidandosi all’immobiliare di piazza Volta e decretandone l’affidabilità ad ogni livello. «Il dato comune a tutti i clienti, però – assicurano Paolo e Stefano – è la convinzione che questo lago e queste montagne siano uniche». Tanto da far sbilanciare i fratelli sul futuro quasi magico del Lario. «Siamo soltanto all’inizio del fenomeno iniziato negli anni ’80 – assicura Paolo, con l’espressione di chi parla per certezze – L’arrivo di star come George Clooney non resterà un fatto isolato». E se lo dicono i Noseda, c’è da crederci.

settled in Faggeto Lario and required a second villa for his wifes. But the Noseda Estate Agency doesn’t work only for celebrities, to the contrary they have helped thousands of families of professionals, tycoons and managers in finding their perfect home. “The common ground with all our clients” – Paolo and Stefano assure us – “is that this lake and these mountains are unique”. So much so that they expect an almost magiclike future for Lake Como. “We are only at the beginning of a phenomenon that started in the ’80” – says Paolo – “the arrival of stars like George Clooney will not remain an isolated event”. And if the Nosedas say so, we can only believe them.

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BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873

Questo non è un violino. Lo era nel 1737, quando fu realizzato dal Guarneri del Gesù. Poi, è diventato un oggetto di valore inestimabile. BSI cura i patrimoni dei propri clienti con l’obiettivo di preservarli e valorizzarli nel tempo, grazie alla competenza e alla passione che la guida da 130 anni.

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PEOPLE

di Paolo Annoni

il dentista musicista

Foto Chicco Broli

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L’incontro con Lorenzo Vanini è di quelli che non si dimenticano. Ti aspetti di arrivare in un freddo studio medico per la solita intervista e ti trovi invece nel parco di una villa di San Fedele Intelvi, paese dell’omonima valle, equidistante dal Comasco e dalla Svizzera, dai Laghi di Como e di Lugano. A tavola con Vanini, l’editore di “Magic Lake”, Daniele Brunati, una dentista di Londra di origine indiana, madre di una giornalista specializzata in guide turistiche, poi Davide Van De Sfroos e i suoi musicisti, che stanno registrando, con la partecipazione di Lorenzo in versione pianista, il loro nuovo album proprio nello studio che il dottor Vanini ha allestito nella villa. Si parla di tutto, dalla musica a Bush. Sì, perché Vanini è così, un vulcano. Difficile se non impossibile stare al suo passo, anche quando sale agilmente le scale del suo studio poco distante dalla villa, nella piazza di San Fedele, o ti porge pubblicazioni, articoli, dvd e libri in tutte le lingue. Studi medici sulla ricostruzione dei denti, una collana di dvd sul restauro estetico del dente vitale e, a dimostrare il suo profondo amore per la musica, anche un cd di pianoterapia con dodici pezzi suonati e realizzati in collaborazione con Carlo Uboldi. È difficile tratteggiare in poche righe l’uomo che con i suoi studi in materia di odontoiatria estetica ha rivoluzionato una professione. Il suo nome, è il caso di dirlo, è sulla bocca di tutti, a iniziare dai personaggi del jet set. Però attenzione, non chiamatelo il “dentista dei

lorenzo VANINI An encounter with Lorenzo Vanini is an unforgettable experience. Instead of the normal sort of interview in a cold dental surgery you find yourself in the park of a villa in San Fedele Intelvi, a village in the valley of the same name, midway between Como and Switzerland and Lake Como and Lake Lugano. Sitting round the table with Vanini are Magic Lake editor Daniele Brunati, a London dentist of Indian origin and the mother of a jounalist specialized in tour guides, together with Davide Van De Sfroos and his musicians who are recording their new album featuring Lorenzo – this time in his pianist’s hat – in the very studio Dr Vanini has set up in his villa. The conversation ranges from music to Bush – in keeping with Vanini’s volcanic approach to life. It’s virtually impossible to keep up with him as he shoots up the stairs of his studio adjacent to his villa in San Fedele square, or presents you with publications, articles, DVDs and books in various languages: dental reconstruction studies, a series of DVDs on the aesthetic restoration of living teeth; and to demonstrate his deep love of music, even a piano therapy CD with twelve tracks played and produced in collaboration with Carlo Uboldi. It really takes more than just a few lines to provide a profile of a man whose Aesthetic Dentistry studies have revolutionized a whole profession. It’s no exaggeration to say that his name is on everyone’s lips – beginning with jet set personalities. But mind you

Lorenzo Vanini the Musician Dentist

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Vip”, non vuole diventare famoso per i suoi clienti. «Nel mio studio tutti i pazienti sono trattati da Vip» dice. Va bene, non citeremo quindi Ramazzotti, la Hunziker, Costa, Bergomi, la Ferrario, la Arcuri, che allo studio Vanini periodicamente sono di casa. Lorenzo Vanini nasce nel 1955 in Valle Intelvi da una famiglia modesta che crede però profondamente nella cultura, a 360 gradi. Si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia nel 1980. I suoi maestri più importanti sono stati i dottori Ivano Casartelli e Fabio Toffenetti (presidente degli “Amici di Brugg”), che ama spesso ricordare, poi una lunga carriera a studiare i materiali collaborando con Bayer, 3M e da dodici anni con il dipartimento sviluppo e ricerca materiali della GDF di Francoforte per trovare nuovi materiali e tecniche di ricostruttiva estetica. «Per molti l’aspetto estetico è

diventato fondamentale – dice il dottore – così abbiamo trovato nuove strade per l’estetica ricostruttiva dei denti anteriori. Ho studiato i biomateriali e i materiali compositi in Germania, a Francoforte. Ho ideato una nuova metodica per la determinazione del colore in odontoiatria e una particolare tecnica di stratificazione anatomica dei materiali compositi, oggi diffusa in campo internazionale e adottata come materia di insegnamento in molte università italiane, europee e statunitensi. Stiamo sviluppando un nuovo materiale con caratteristiche estetiche innovative relativamente all’indice di rifrazione che renderà più semplice riprodurre il colore naturale del dente; ci stiamo avvicinando sempre più allo stesso livello dello smalto naturale. Questa ricerca è iniziata quattro anni fa dopo aver esposto la mia idea al dottor Niem, il chimico tedesco responsabile di un team di centocinquanta

don’t refer to him as a ‘VIP dentist’; he doesn’t want his claim to fame to be based on big names. “In my surgery all my patients are treated like VIPs!” he says. So we won’t mention Ramazzotti, Hunziker, Costa, Bergomi, Ferrario or Arcuri who all periodically drop in at Vanini’s surgery. Lorenzo Vanini was born in 1955 in Valle Intelvi into a modest family who placed great importance on all-round culture. He graduated in Medicine and Surgery at Pavia University in 1980. His most important mentors were Dr Ivano Casartelli and Dr Fabio Toffenetti (President of the Friends of Brugg), whom he often remembers with fondness; there followed a long career studying materials in collaboration with Bayer, 3M and the last twelve years with GDF’s materials’ development and research department in Frankfurt, endeavouring to come up with new cosmetic reconstruction materials and techniques. “To many people, looks are all-important”, says the doctor. “So we’ve found new approaches to

the cosmetic reconstruction of front teeth. I studied biomaterials and composite materials in Germany, in Frankfurt; and I devised a new method of determining odontological colour and a special anatomical stratification technique for composite materials, which is now known internationally and has been adopted for teaching purposes in many Italian, European and U.S. universities. We’re developing a new material with innovative aesthetic properties varying in accordance with the refraction index which will make it more simple to reproduce a tooth’s natural colour; we’re getting nearer and nearer to standard natural enamel”. “This research began four years ago after I’d shared my idea with Dr Niem, the German chemist heading a team of 150 researchers including chemists, physicists and engineers who work in his department. We set out full of enthusiasm but ran into enormous trouble regarding both international patent registration and product

Nelle pagine precedenti, Lorenzo Vanini nel parco della sua villa di San Fedele. Sotto, il dentista con tutta la famiglia, la moglie Olga e le figlie, Margherita e Letizia, di 8 e 3 anni e mezzo On the previous pages, Lorenzo Vanini, in his villa’s garden at San Fedele.Below, the dentist together with his family, his wife Olga, and the two girls, Margherita and Letizia, aged 8 and 3 and half

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NATURALE FRESCHEZZA

NATURAL FRESHNESS

ricercatori tra chimici, fisici e ingegneri che lavorano nel suo dipartimento. Siamo partiti con grande entusiasmo incontrando però enormi difficoltà sia nel depositare il brevetto internazionale, sia nello sviluppo del prodotto, come sempre avviene quando ti addentri in campi nuovi, poco o per nulla esplorati e conosciuti. Oggi il nuovo materiale è nella fase finale di messa a punto e inoltre il governo locale tedesco (Hessenagentur) e l’European Council, avendo recepito l’importanza della nostra ricerca, saranno gli sponsor ufficiali del progetto; questo fatto mi rende orgoglioso di essere italiano». In vent’anni di studi, il dentista ha brevettato una tecnica di stratificazione e determinazione del colore che in tutto il mondo viene chiamata del “dottor Vanini”. Vanini è docente di Odontoiatria Ricostruttiva Estetica alla Sapienza di Roma e all’Università di Marsiglia, socio attivo della Società italiana di Odontoiatria Conservativa e dell’American Society for Dental Aesthetic. Svolge attività di ricerca in Italia e in Germania ed è docente di master universitari in Italia e all’estero. Quando non è in giro per il mondo tiene corsi di aggiornamento nel suo centro corsi a San Fedele, magari collegato via satellite in videoconferenza con la Germania o con l’Olanda. Se vi capiterà di incontrarlo non pensate però a un saccente medico che vi tedierà con una valanga di termini tecnici. Vanini è genuino come la sua terra, che non ha mai voluto abbandonare, genuino come la tavola imbandita per quell’indimenticabile intervista a San Fedele, a colazione con invitati di lingue e culture diverse. Un po’ di prosciutto crudo, funghi della Valle Intelvi, salame nostrano, salmone, un assaggio di lasagne, frutta e un bel gelato. Dimenticavamo la cosa più importante: Lorenzo Vanini è sposato, con una dentista naturalmente, Olga Klimoskaia, conosciuta come allieva in università e da dieci anni moglie e preziosa collaboratrice nello studio di San Fedele; Olga e Lorenzo hanno due splendide bambine, Margherita e Letizia, di 8 e 3 anni e mezzo.

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Sopra, Vanini musicista durante un’esibizione a Villa Erba dopo un congresso Above, Vanini musician during a concert in Villa Erba after a medical congress

development, as always happens when you venture into hitherto virtually unexplored territory. Today this new material has reached its final refinement stage, and the local German government (Hessenagentur) together with the European Council – having realized the importance of our research – will be the project’s official sponsors; this fact makes me proud to be Italian!” Twenty years’ research has led to the dentist’s patenting a layering and colour determination technique which is known the world over as “Dr Vanini’s”. Vanini is Head of Aesthetic Reconstruction Dentistry at Rome’s Sapienza University as well as at the University of Marseilles, an active member of the Società Italiana di Odontoiatria Conservativa and the American Society for Dental Aesthetics. He conducts research in Italy and Germany and is lecturer in Master degrees in Italian and foreign universities. When not travelling around the world he gives refresher lectures at his course centre in San Fedele, sometimes relayed via satellite as videoconferences to Germany or Holland. But if you run into him, don’t dismiss him as some know-it-all doctor who will bog you down in technical jargon: Vanini is as down to earth as his place of origin which he has never abbandoned, as down to earth as that table set out for that unforgettable interview in San Fedele over a meal with guests of different languages and cultures – some raw ham, mushrooms from Valle Intelvi, free-range salame, salmon, a lasagna taster, fruit and some nice icecream. But we’re forgetting the most important thing: Lorenzo Vanini is married to Olga Klimoskaia (a dentist of course) whom he met when she was a university student; for ten years she’s been his wife and indispensable collaborator in their San Fedele surgery. Olga and Lorenzo have two lovely girls Margherita and Letizia aged 8 and 3 and a half.

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TERRITORIO

Vedi

Torno ...e ci ritorni

di Franco Bartolini foto Franco Bartolini e Maurizio Pratelli

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See Torno and come back again Quattro passi nelle vecchie strade a lago, rasentando case secolari ben ristrutturate, che tuttavia mantengono facciate gentilizie, di cui alcune di elegante cotto con stemmi e altre con caratteristici portoncini di pietra. Un itinerario ideale per vivere qualche minuto di romanticismo e catturare fotograficamente scorci pittorici oltre i quali si staglia il blu dell’acqua lacustre. Non contenti, ci si può spingere verso la parte alta dove, tra suggestivi vicoli acciottolati e basse volte che li mettono in comunicazione, si scorgono le antiche case di pura pietra, che tradiscono l’origine contadina o artigiana, molte però riadattate ad abitazione e qualcuna in fase di rifacimento conservativo. Questa è la zona che trasuda la storia ultramillenaria del borgo, che un tempo era più ricco, quindi più potente, di Como capoluogo. Ricchezza che derivava dalla lavorazione dei “panni lani”, antenati della seta, esportati allora in tutta Europa. Siamo a Torno, paese aggrappato alla falde della collina che culmina in Montepiatto, pochi edifici adibiti a luoghi di villeggiatura – anche per l’aria salubre dell’altura – un tempo rifugio dalle pestilenze. Dal piazzale adiacente alla chiesa di Santa Elisabetta, con annesso convento abitato da monache fino al XVI secolo, quando le due sopravvissute furono “rapite” da Carlo Borromeo e portate (la leggenda dice in volo) al Sacro Monte di Varese, da quassù, insomma, il panorama sul Lario è a dir poco unico. Certo, per arrivare a Montepiatto ci vogliono un paio d’ore di cammino su un sentiero scalinato ben tenuto. Ma, credete, ne vale la pena. E non si manchi di visitare la chiesa di Santa Tecla, a lago, e di vedere lo splendido gruppo ligneo, otto figure scolpite in pioppo, che raffigurano il “Compianto al Cristo morto”. E,

A walk along the old lake side lanes along well renovated century old houses that maintain noble facades, some in elegant terracotta tiles with coats of arms, others with distinctive stone doorways. An ideal itinerary to experience a few romantic moments and capture picturesque views with the lake’s blu waters in the background. Wandering towards the higher part of town, among suggestive cobbled lanes and low vaults, you can spot ancient stone dwellings betraining their farmer and artisan origin. Many have now been turned into houses or are being renovated. The bourgh’s millenary history exudes in this area, once wealthier and more important than Como. Its riches came from the processing of woollen fabrics exported in all of Europe. We are in Torno, the town clinging to the sides of the slope culminating into Montepiatto, with its few summer houses that once served as refuge from pestilence. The view from the square next to Saint Elisabeth’s Chuch, with its convent inhabited by nuns up until the 16th century, when the last two were kidnapped by Carlo Borromeo and carried to the Sacred Mount in Varese (the legend says they where flown), the view of Lake Como, we were saying, is breathtaking. Of course you need a two hour walk up a well kept stair trek to reach Montepiatto, but it’s well worth it. And don’t forget to visit St. Tecla Chuch along the lake, with its eight figure woodden sculpture depicting the “mourning of Jesus”. But most of all don’t miss the nearby Chuch of St. John. Its origin is unknown and it is now late gothic, its

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Sopra, la scalinata che porta a Santa Tecla. A sinistra, uno dei suggestivi vicoli acciottolati, con le basse volte Above, the stairway to Santa Tecla Churc. Left, one of the suggestive cobbled lanes with low vaults


A destra, il porticiollo di Torno con la chiesa di Santa Tecla. A sinistra, l’arrivo di un battello e un’altro vicolo del paese Right, the Torno’s marina with Santa Tecla’s Church. Left a boat arrival and another Torno’s lane

soprattutto, la non lontana chiesa di San Giovanni. Non se ne conosce l’origine, ora è di stile tardogotico; l’impagabile portale marmoreo, fine Quattrocento, è della scuola dei Rodari, insigni scultori anche del Duomo di Como. Vi è custodito anche un chiodo di ferro, che la tradizione vuole essere uno dei chiodi della croce di Cristo. Fu lasciato qui da un vescovo alemanno reduce da Gerusalemme liberata (XI secolo). Il prelato, fermatosi a Torno nel viaggio di ritorno in patria, tentò tre volte di uscire in barca verso l’altolago, ma fu sempre respinto da un forte vento, che però cadeva quando la barca rientrava. Il vescovo si convinse che fosse intervento divino e lo interpretò come ordine a lasciare qui il Sacro Chiodo. Che poi sarebbe diventato miracoloso grazie all’acqua in cui periodicamente veniva immerso. Torno dista pochi minuti d’auto da Como, verso Bellagio, e oggi dispone di numerosi posteggi, che anni fa mancavano.

beautiful ’400 stone portal is of the Rodari school, who were famous sculturers that also worked for the Duomo in Como. Inside the church is a steel nail that legend says is one of those from Holy Cross, it was left here by a german bishop returning from freed Gerusalem (XI century). The prelate stopped in Torno on his way home and tried three times to leave by boat and was always prevented by strong winds that ceased once he returned to harbour. He took this to be a sign from God that the Holy Nail should be left in Torno, where it eventually became miraculous thanks to the water into which it was periodically immersed. Torno is only a few minute’s drive from Como, towards Bellagio, and now offers a lot of parking space that was once lacking. The origin of its name – there are various theories – may come from the celtic word “turn”, maybe because the lake “turns” around its promontory.

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IL VAPORE, PARK PRIVATO E PASTA FATTA IN CASA

IL VAPORE, A PRIVATE PARK AND HOME MADE PASTA

Il Vapore, gestione familiare dal 2001, si apre al termine della stradina scalinata che porta alla suggestiva piazzetta con il porticciolo e l’imbarcadero dei battelli. È dunque agevole raggiungerlo via lago con il servizio di linea o con un motoscafo da piazza Cavour, a Como. Il giardino a lago è il vanto estetico dei titolari, con i suoi alberi secolari, dai rami bassi, nodosi, a mo’ di bonsai però cresciuto. Il “tris Vapore” di pasta fatta in casa è il modo migliore per aprire, dopo gli antipasti, il pranzo o la cena. E il tiramisù sempre della casa è quello ottimale per chiuderli. In mezzo, soltanto l’imbarazzo della scelta. Per i vini un profumato Franciacorta bianco o un ben noto e apprezzato Sassella rosso. Per chi volesse arrivare in macchina, invece che via lago, il Vapore dispone anche di una decina di posti auto. Osserva il turno di riposo il mercoledì. Telefono 031.419311

Il Vapore, family managed since 2001, stands at the end of the lane that leads to the quaint town square with its small harbor and boat pier. Therefore it can be easily reached by boat with the regular service or by motorboat from Piazza Cavour in Como. The lake side garden, with its ancient trees and gnarled branches like overgrown bonsais, is the owners’ pride. Vapore’s triple home made pasta dish is the best way to start lunch or dinner, the house’s tiramisu is an excellent way to end it. In between you have only to choose, and as for wines, try a savory white Franciacorta or a renown red Sassella. If you prefer coming by car, Il Vapore also has about ten parking spots. Closing day on Wednesdays. Tel. 031 419 311

Il nome deriva – ma le tesi sono diverse – dal celtico “turn”, svolta, forse perché il lago gira intorno al promontorio. Una giornata a Torno non è soltanto un bagno di atmosfera unica e di storia, significa anche scoprire nei ristoranti con vista lago i sapori di una cucina che non si dimentica. Altro ottimo motivo per Torn... are. In questa pagina trovate anche due ottime possibilità per una cena o un pranzo indimenticabile. A un terzo ristorante, il Belvedere (tel. 031.419010), noto per essere il set della soap opera “Vivere” abbiamo dedicato un servizio a pagina 182.

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A day in Torno is not only a dip into history and a unique atmosphere, but it also means exploring the lake side restaurants with their unforgettable flavours, another excellent reason to come back again. On this page you can find two excellent possibility to have an unforgettable dinner or lunch. We dedicated an article on page 182 to a third restaurant, the Belvedere, also famous as a set of the soap opera “Vivere” (Telephone 031 419 010),

VILLA FLORA, UN MENU DA LECCARSI LE DITA

VILLA FLORA, A FINGER LIKING MENU

Uno spettacolo per gli occhi e tentazioni per il palato. In più un ambiente gentilizio che ha quasi 300 anni. Infatti, il Villa Flora, che offre una veranda a vetri a picco sul lago, è in una fantastica dimora che risale al 1723. È ristorante e hotel dal 1959, con un primo cuoco con trascorsi al Palace di St. Moritz, a Villa d’Este di Cernobbio ed esperienze in Inghilterra. Oggi è tutto in mano a Massimo Xodo, nipote dell’ex maître, con un passato anche in Francia e in Germania. E, cosa non da poco, è aperto sette giorni su sette. Cosa offre a tavola? La risposta è in un menu rompicapo con una cinquantina di piatti che fanno riflettere anche il più smaliziato dei buongustai. C’è praticamente di tutto e in tutti i modi, dal tradizionale pesce di lago ai primi piatti con tartufo nero, dalla vera fiorentina ai dolci con frutti di bosco. E, per la bella stagione, non manca la piscina. Telefono 031.419222 cellulare 335.6757394

A spectacle for the eyes and a temptation for the palate. Plus a noble setting over 300 years old. In fact Villa Flora, with its glass veranda on the lake, is in a spectacular building dating back to 1723. It has been a restaurant and hotel since 1959 and its first chef was at the Palace in St. Moritz, Villa d’Este in Como and England. Today it is all managed by Massimo Xodo, grandson of the previous maître, who has also worked in France and Germany. And it is open seven days a week, which is quite unusual. What does its table offer? The answer is in a complex menu with over fifty dishes that baffle even to the most talented gourmet. There’s practically everything, cooked in every way, from traditional lake fish to black truffle main courses, from the real “Florentine” steak to berry desserts. And in the warmer season there’s also the pool. Tel. 031 419 222, Cell. phone 335 675 7394


TERRITORIO

The Beautiful and the Ugly In queste pagine alcune immagini delle tradizionali maschere di Schignano (© foto GiovanniSalici.com) On this pages, some images of Schignano’s Carneval traditional Masks

Maschere intagliate a mano in legno di noce, costumi tradizionali preparati accuratamente, a uno a uno, decine di figuranti che mettono in scena la quotidiana contrapposizione tra i ricchi e i poveri. È irresistibile per gli amanti dei travestimenti e delle feste in maschera il fascino esercitato dal Carnevale di Schignano, sicuramente il più caratteristico del territorio lariano. La kermesse vanta un’antica tradizione e ha origini che si tramandano di anno in anno e resistono al passare del tempo e delle mode. Ogni anno, in occasione del Carnevale, a Schignano decine di figuranti mettono in scena la contrapposizione, senza venire mai in contatto, nell’indifferenza reciproca, tra i Belli, cioè i signori e i Brutti, che rappresentano i poveri. I ricchi, detti Mascarun o Bej, si travestono in casa con l’aiuto delle donne della famiglia e vestono costumi sfarzosi ed eleganti. Indossano un gran cappello decorato con piume, fiori e nastri multicolori. Legati alla cintura hanno dei campanacci di bronzo che fanno un rumore caratteristico per segnare l’arrivo e il passaggio del corteo. I Brutti si mascherano in stalle e fienili fuori dal paese, indossano tute da lavoro e pelli di pecora. Sulle spalle portano gerle piene di rifiuti, mentre sulle loro teste si notano grandi corna di bue, corrono senza tregua per le vie del paese facendo risuonare i loro campanacci di ferro, si rotolano per terra e si gettano al suolo come morti. L’elemento più caratteristico sono le maschere che coprono i volti dei figuranti, tutte intagliate a mano in legno di noce. Pezzi unici, che in molti casi vantano storie che rimandano indietro nel tempo.

Hand-carved walnut-wood masks, traditional costumes carefully tailored one by one, dozens of walk-on extras enacting the daily discord between rich and poor. Those who love dressing up and fancy-dress parties will find Schignano Carneval, which is definitely the most typical one in the Como area, irresistibly spellbinding. The kermis proudly re-enacts an ancient tradition whose origins are handed down year after year standing the test of both time and passing fashion. Every year to mark Carneval in Schignano dozens of walk-on extras stage the rivalry between the Beautiful (i.e. the gentry) and the Ugly (representing the poor); this all takes place with no contact between the two mutually indifferent parties. The rich called Mascarun or Bej, dress up at home with the help of the women in the family in elegant gaudy costumes. They wear huge hats ornated with feathers, flowers and multi-coloured ribbons. Tied to their belts are bronze cowbells clanging characteristically to mark the arrival and passing-by of the procession. The Ugly dress up in cowsheds and barns outside the village in overalls and sheep skins. On their backs they carry panniers filled with rubbish, whereas large ox horns can be seen on their heads. They rush unceasingly through the streets of the village jangling their iron cowbells, roll around on the ground and throw themselves down as though they were dead. The typical slant to events is provided by the players’ handcarved walnut face-masks, unique items often depicting age-old tales. The procession is opened by the Sapoeur (the tillers) attired in sheep skins and with blackened faces. In the evening of Shrove Tuesday along comes Carlisep

CARNEVALE di

Schignano di Anna Campaniello Foto Giovanni Salici

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I belli e i brutti

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Il corteo viene aperto dai Sapoeur, gli zappatori, vestiti di pelli di pecora e con il volto annerito. La sera del martedì grasso appare, trascinato da una slitta, Carlisep, un fantoccio che raffigura il Carnevale morente. I partecipanti al corteo vogliono bruciarlo, lui scappa ma viene ripreso e la festa si conclude con un grande rogo in piazza.

SCHIGNANO Schignano è un paesino della provincia di Como che sorge a circa 650 metri di altitudine. Nella bella stagione è la partenza ideale per escursioni a piedi, ma è conosciuto soprattutto per il Carnevale. Per raggiungere Schignano da Como, costeggiando la riva occidentale del lago, si imbocca la statale 340 Regina che si percorre fino ad Argegno, dove si imbocca la deviazione per Schignano.

being dragged on a sledge, an effigy representing the dying Carneval. The people parading want to burn him; he escapes but is recaptured and the party winds up with a huge bonfire in the square.

SCHIGNANO

Schignano is a village in the Province of Como at a height of 650 metres asl. On a fine summer’s day it’s an ideal place to start a walk from, but its real claim to fame is its Carneval. To get to Schignano from Como along the western side of the lake, you take the ‘Statale 340 Regina’ road as far as Argegno where you turn off to Schignano.

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I PERSONAGGI DEL CARNEVALE

CARNEVAL CHARACTERS

I Sapoeur e La Sigurtà Due maschere che aprono il corteo, vestite con pelli di pecora. In mezzo ai due Sapeaur la figura della Sigurtà che rappresenta la sicurezza. Il Mascarun Il bello, la maschera che rappresenta l’antico signorotto. Il Brut Il brutto, maschera che rappresenta il povero sottomesso al signorotto. La Ciocia Maschera che rappresenta la moglie serva del Mascarun, tenuta legata a una corda dal marito, contro il quale impreca per tutta la manifestazione. Il Carlisep Il fantoccio del Carnevale morente, che alla fine verrà bruciato.

The Sapoeur and The Sigurtà The two masks opening the procession, worn by extras in sheep skins. Between the two Sapeur is the Sigurtà who represents security. The Mascarun The handsome masked character who represents the ancient Squire. Il Brut The Ugly, the masked figure represents the poor submitted to the lording The Ciocia The masked figure depicting the servant wife of the Mascarun, whose husband keeps her tethered and whom she curses for the whole event. The Carlisep The dying Carneval’s effigy, destined to be burned at the end.


MEDA IMMAGINE - LIGHT BECOMING ART

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MEDA Immagine LA LUCE DIVENTA ARTE

La luce che diventa arte. Le firme più prestigiose abbinate a oggetti unici, non comuni, destinati a chi il bello lo apprezza e lo desidera. Tutto ciò è Meda Immagine, di Luciano e Giovanna Martinoli (nella foto) gioiello incastonato nell’incantevole piazza Castello, a Cernobbio, a un passo dal lago, in un angolo nascosto che apre il proprio splendore solo a chi vuole cercare. Ed è questo il senso dell’esposizione voluta dal titolare, Luciano Martinoli.Un posto non visibile a tutti, ma solo a chi vuole vedere l’arte e ne comprende l’estetica e la qualità degli oggetti. Meda Immagine però ha voluto fare di più, aggiungendo alle opere di illuminazione e dei complementi di arredamenti: mobili, vasi, poltrone, tutti lavorati con professionalità artigianale e, soprattutto, con i migliori materiali presenti sul mercato. «Noi ci rivolgiamo alle persone che vogliono la qualità - dice Martinoli - Il Lago di Como sta diventando anno dopo anno un punto di richiamo per il turismo internazionale. Non solo Villa d’Este o Bellagio, dunque, ma tutto il ramo di Como. Ci sono personaggi, non solo stranieri, che comprano le splendide dimore del lago. Abitazioni non comuni, che non possono essere arredate in modo normale. Noi ci rivolgiamo a loro, a gente preparata al bello, all’estetica e allo stile». L’anno di Meda Immagine non è stato povero di soddisfazioni. «È stata una stagione piacevole prosegue Martinoli - in mezzo a persone che hanno apprezzato la nostra professionalità. Abbiamo parlato con tanti italiani, ma anche con turisti inglesi, tedeschi, belgi, interessati e preparati alla cultura dello stile italiano, anche contemporaneo. I nostri oggetti sono ideati e realizzati dai marchi più importanti al mondo, da Baccarat a Lalique, da Flos a Barovier & Toso, da Adele Cassina ai Cugini Lanzani a Fontana Arte». La chiusura è per l’incantevole location dell’esposizione di Meda Immagine. «Il centro storico di Cernobbio è splendido - conclude Martinoli - viette e piazze in cui perdere gli occhi. Le potenzialità sono incredibilmente alte per renderlo attraente anche per i turisti. Noi stiamo dando in questo senso il nostro contributo».

l i f e

e m o t i o n s

Light becoming art. Highly prestigious brand names associated with unique, uncommon objects destined for those who appreciate and desire things of beauty. All this is Meda Immagine (the company set ub by Luciano and Giovanna Martinoli, in the photo), a jewel set in enchanting Piazza Castello in Cernobbio, a stone’s throw from the lake in a hidden nook which will only reveal its splendour to those seeking it. That’s what owner Luciano Martinoli’s exhibition is all about. Not somewhere conspicuous, only visible to lovers of art who understand his objects’ aesthetic qualities. But Meda Immagine has endeavoured to go further by adding items for lighting and furnishings accessories: furniture, vases and armchairs, all professionally crafted and above all using the best materials available. “We’re after people who love quality”, says Martinoli. “Year after year Lake Como has become an international tourist hot spot; not only Villa d’Este or Bellagio but the whole Como branch of the lake. Big names – and not just foreigners – are buying splendid lakeside dwellings.These are very special homes which cannot be furnished in the normal way. So people who appreciate beauty, aesthetics and style are our target”.Meda Immagine’s year has been rewarding. “It’s been a nice season”, Martinoli goes on, “mixing with people who have appreciated our professional approach. We’ve had dealings with large numbers of Italians, but also with English, German and Belgian holidaymakers interested in and familiar with the culture of Italian style, also in its contemporary format. Our articles are designed and produced by leading world makers such as Baccarat, Lalique, Flos, Barovier & Toso, Adele Cassina, Cugini Lanzani and Fontana Arte”. To round off, the delightful location of the Meda Immagine exhibition: “Cernobbio’s historic centre really is splendid”, concludes Martinoli. “Little streets and squares to feast your eyes on. It has incredible potential as a tourist attraction as well. We hope we’re contributing to this in our own way”.

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TERRITORIO

Lombardy ski area The world of snow in the heart of the Alps

Il mondo della neve nel cuore delle Alpi

Sky Area LO M B A R D I A

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Dott. Pier Gianni Prosperini Assessore Giovani, Sport, Promozione Attività Turistica Regione Lombardia Dott. Pier Gianni Prosperini Regional councilor for Youth, Sport and Tourist promotion Lombardy Region

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BENVENUTI NEL CUORE DELLE ALPI

WELCOME TO THE HEART OF THE ALPS

Con gli sci e lo snow-board le montagne di Lombardia, autentici gioielli di straordinaria bellezza, riescono a esprimersi nel più sportivo dei modi. Le nostre nevi regalano esperienze impagabili, là dove nuvole e cielo incorniciano piste da campioni. I borghi montani nascondono antiche suggestioni fatte di baite e fitti boschi. La natura incontaminata si sposa con impianti di risalita all’avanguardia, offrendo a ognuno l’opportunità di godere al meglio del tempo libero. Innumerevoli attrattive accolgono il turista che sceglie i monti lombardi, e che ne potrà apprezzare l’ospitalità calorosa, una cucina fatta di tradizione e sapori da riscoprire, rilassanti centri termali, eventi culturali e sportivi di eccellenza. Per una vacanza vincente, vi aspettiamo nel magico regno della neve di Lombardia.

The Lombardy Alps, true jewels of extraordinary beauty, express their most sportive side through skiing and snowboarding. Our championship slopes, framed by the clouds and sky offer incomparable experiences. The mountain burghs, with their alpine refuges and thick woods hold an ancient charm. Uncontaminated nature and state-of-the-art ski lifts provide each and everyone with the opportunity to enjoy their free time. Numerous attractions await the tourist who chooses the mountains of Lombardy, their warm hospitality, the traditional cuisine, relaxing thermal spas and excellent cultural and sport events. Come into the snow’s magic kingdom for a winning holiday in Lombardy.

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LA SKI-AREA LOMBARDIA

THE LOMBARDY SKI AREA

LE OROBIE BERGAMASCHE E BRESCIANE

THE OROBIE ALPS IN THE BERGAMO AND BRESCIA AREA

Sciare sulle montagne delle Orobie bergamasche: luoghi che conservano, ancora oggi, un fascino naturale e magico. Decine e decine le piste per la discesa e lo sci di fondo, a innevamento naturale o artificiale garantito fino a primavera avanzata, impianti e attrezzature alberghiere di prestigio e itinerari di sci alpinismo tra i più interessanti. Questo e molto di più nella suggestiva Val Brembana, ai confini della provincia di Sondrio, una delle realtà ecologiche più ricche di tutta la Lombardia in cui la natura e l’uomo hanno imparato a vivere in perfetto equilibrio. Numerose e famose le località sciistiche: Foppolo, Carona, San Simone-Valleve. Foppolo, in particolare, è certamente la più nota delle stazioni sciistiche bergamasche. Il ventaglio di piste, di diversi gradi di difficoltà e tecnica, la rendono adatta a un turismo di principianti e sportivi provetti. Le più famose sono quelle di Montebello e Vago, collegate con quelle di Carona. La Val Brembana non è solo rinomata per lo sci. Il Museo Etnografico Alta Valle Brembana di Valtorta, il Museo della Valle di Zogno, il Museo di San Lorenzo con oggetti di arte sacra provenienti da tutta la valle e il Museo di Scienze Naturali nella vicina San Pellegrino Terme costituiscono un’ottima occasione di svago e di conoscenza per tutti coloro che sono interessati a riscoprire le radici storiche e culturali della zona. Senza dimenticare gli ottimi ristoranti in cui degustare i prodotti tipici della valle e un’altra risorsa del territorio, rappresentata dalle acque termali di San Pellegrino Terme, di cui è nota, in tutta Italia, l’efficacia curativa.

The Bergamo’s Orobie mountain area maintains a natural and magic attraction. Dozens of tracks for down-hill and crosscountry skiing, natural and artificial snow guaranteed until late spring, prestigious facilities and hotels and the most interesting alpine skiing itineraries. You will find this and much more in the Brembana valley, on the border with the Sondrio province, one of the richest natural areas in all of Lombardy, where man and nature have learnt to live in perfect harmony. The skiing resorts are numerous and renown: Foppolo, Carona and San Simone-Valleve. Foppolo, particularly, in surely the most famous in the Bergamo area. The range of skiing slopes requiring various degrees of difficulty and techniques suit both beginners and experts. The most popular are those of Montebello and Vago, connected to Carona. The Brembana valley is not only renown for skiing, Valtorta’s higher Brembana valley ethnographic museum, the Zogno Valley museum, San Lorenzo’s museum, holding religious artifacts from the entire valley, and the natural sciences museum in the nearby San Pellegrino Terme are an excellent opportunity for all those who are interested in rediscovering the area’s historical and cultural roots. And last but not least are the excellent restaurants with the valley’s typical produce and another resource of the land, the thermal waters of San Pellegrino Terme, renown in all of Italy for their healing properties.

COLERE - SCHILPARIO E LIZZOLA - VALBONDIONE La nostra escursione nelle valli bergamasche non può prescindere dalla Val di Scalve con le località di Schilpario e Colere e dal comprensorio sciistico Lizzola-Valbondione situato nell’alta Val Seriana. Una stazione all’avanguardia con 30 km di tracciati innevati, uno snowpark e interessanti itinerari di trekking sulle splendide cime nei dintorni; i sentieri più battuti sono quelli che conducono al Monte Gleno (2.882 m) e al suggestivo Pizzo Tre Confini (2.824 m). PRESOLANA - MONTE PORA Importante comprensorio sciistico delle Orobie è anche quello formato dal Passo della Presolana (1.609 m) e dal Monte Pora (1.879 m). Da qui sono facilmente raggiungibili piste la cui pendenza le rende un’ottima palestra per gli sciatori alle prime armi. Discese divertenti sono garantite anche agli snowborder, mentre ben tre piste sono riservate ai funamboli di bob e slittino. Gli amanti del pattinaggio potranno divertirsi sulle piste scoperte del Passo della Presolana, mentre, per quanti volessero cimentarsi con l’arrampicata indoor, l’indirizzo giusto è la nuovissima palestra del Parco della Montagna a Bratto. LA VALTELLINA APRICA Adagiata su un altopiano a 1.200 metri, a cavallo tra le province di Brescia e Sondrio, Aprica, “reginetta delle Orobie”, è una stazione sciistica relativamente giovane facilmente raggiungibile. Il tracciato più famoso in Aprica è certamente la Benedetti, consigliata ai soli esperti che, dalla zona del Palabione, discende terminando sui prati di Campetti. Per gli amanti del free style su tavola l’indirizzo giusto è lo snowpark di Magnolia, mentre per i “fondisti” vi sono l’anello di fondo di Pian di Gembro e di Trivigno. BORMIO - VALDIDENTRO Dall’Aprica a Bormio, capitale indiscussa del Parco Nazionale dello Stelvio, su cui si impone la mole della Cresta di Reit (3.075 m). Chi si dirige da queste parti solitamente è alla ricerca di impianti moderni e confortevoli e di piste tanto ampie da permettere di effettuare discese in piena sicurezza. Infatti, la ski area BormioOga-Valdidentro è fra le più complete della Valtellina e di tutto l’arco alpino. Questo salotto dello sci può vantare oltre 50 km di tracciati, serviti da 16 impianti di risalita che, dai 3.000 metri del Valcetta, scendono fino ai 1.225 del paese. Difficilmente un discesista può continuare a definirsi tale senza aver provato i 4 km della famosa pista Stelvio. LIVIGNO Il nostro percorso attraverso le più rinomate stazioni invernali approda a Livigno. Stesa per 13 km su un vasto altopiano soleggiato, è oggi una moderna località turistica di richiamo internazionale. MADESIMO Un tempo tappa di frontalieri diretti in Svizzera, Madesimo è oggi

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COLERE – SCHILPARIO AND LIZZOLA – VALBONDIONE Our overview of the Bergamo valleys cannot ignore the Scalve valleys with Schilpario and Colere and the skiing resort of Lizzola-Valbondione in the higher Seriana valley. An avant-garde resort with 30 km of ski tracks, a snow park and interesting trekking itineraries in the surrounding mountains. The most followed treks are those that lead to Mount Gleno (2882 m) and suggestive Pizzo Tre Confini (2824 m) PRESOLANA – MOUNT PORA Another important ski area in the Orobie includes the Presolana Pass (1609 m) and Mount Pora (1879 m). From here you can reach ski slopes that are not too steep, making them an excellent spot for beginners. Fun slides are guaranteed also for snow-boarders while three slopes are reserved for bobs and sleds. Skaters can enjoy the covered rings of Presolana Pass, while those who want to try indoor climbing can check out the new Mountain and in Bratto Park Gym. VALTELLINA APRICA Resting on a plateau at 1200 meters, on the border between the provinces of Sondrio and Brescia, Aprica, the “Orobie queen”, is a comparatively new ski resort, easily reached. Its most famous track is certainly the Benedetti, for experts only, running down from the Palabione area to the Campetti fields. For snowboard freestyle fans the place to be is Magnolia’s snow park, while cross-country skiers can try out the Pian di Gembro and Trivigno rings. BORMIO – VALDIDENTRO From Aprica on to Bormio, the unchallenged capital of the Stelvio National Park, right below the majestic Cresta di Reit (3075 m). Those who choose this area are usually looking for modern and comfortable facilities with wide slopes that allow truly safe skiing. In fact the Bormio-Oga-Valdidentro ski area is among the most complete in Valtellina and the entire Alps. This luxurious ski area can boast over 50 km of tracks, served by 16 ski lifts that range from the 3000 m of Valcetta to the town’s 1225 m. No skier can truly consider himself such without having tried the famous 4 km Stelvio slope. LIVIGNO Out tour of the most renown ski resorts has come to Livigno. Lying over 13 km on a vast sunny plateau it is now an internationally renown tourist spot. MADESIMO Once a stopping place for border-workers going into Switzerland, Madesimo is now a renown skiing location. Ski lovers can make use of its vast skiing area that also includes the Campodolcino municipality and the Motta hamlet. Canalone is the most famous slope, its notorious “black” level contrasting with the “white” scenery all around.

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una rinomata località sciisitica. Gli sportivi possono fruire di una vasta ski area, formata anche dal comune di Campodolcino e dalla frazione di Motta. Canalone è il tracciato più noto, conosciuto per il netto contrasto tra il “nero” del suo livello di difficoltà e il “bianco” del paesaggio in cui è immersa. SANTA CATERINA VALFURVA Una delle mete valtellinesi più frequentate in inverno è Santa Caterina Valfurva, a soli 12 km da Bormio. STELVIO Per calcare le sue piste bisogna attendere l’estate: è il Passo dello Stelvio, nel gruppo Ortles-Cevedale, tra Lombardia, Alto Adige e Trentino. Un ricco carosello di tracciati: otto gli impianti di risalita per servire oltre 20 km di piste. Tra le più emozionanti la Livrio, la Geister e la Nagler, tutte e tre sotto la mole della Punta degli Spiriti (3.467 m). Smessi gli sci, si consiglia una visita al Museo Storico Carlo Donegani in cui è esposta la fedele ricostruzione di una trincea della Grande Guerra. VALMALENCO SKI Il gruppo del Bernina e il massiccio del Disgrazia sono le sentinelle secolari che vegliano sui tanti turisti che ogni anno decidono di avvicinarsi alla Valmalenco. Principali località della valle sono Chiesa Val Malenco e Caspoggio. TONALE - PONTE DI LEGNO Alle porte del Parco Nazionale dello Stelvio e del Parco Regionale Adamello-Brenta vi sono le località di Temù, Ponte di Legno e Passo del Tonale collegate da una vera e propria “autostrada sospesa”. La parte portante di questo progetto, dall’onirico nome di “Grande Sogno”, sarà completato la prossima stagione invernale, quando entrerà in funzione la cabinova a otto posti da Ponte di Legno fino alle piste del Tonale. LA VALSASSINA BOBBIO - VALTORTA A poco più di un’ora d’auto da Milano, vi è il comprensorio Piani di Bobbio-Valtorta, è posto sui crinali che dividono la lecchese Valsassina dalla bergamasca Val Brembana.

SANTA CATERINA VALFURVA One of the most visited Valtellina locations, Santa Caterina Valfurva is only 12 km from Bergamo. STELVIO You have to wait until summer to slide down its slopes: it’s the Stelvio Pass, part of the Ortles-Cevedale mountain group, between Lombardy, Alto Adige and Trentino. A rich variety of tracks with eight ski lifts serving over 20 km of slopes Among the most exciting are Livrio, Geister and Nagler, all below the imposing Punta degli Spiriti (3467 m). Once you take your skis off we suggest a tour of the historical Carlo Donegani Museum that shows exact replicas of first world war trenches. VALMALENCO SKI The Bernina mountain group and the Disgrazia massif are the centuries old sentinels watching over the numerous tourist that decide to come to Valmalenco. The valley’s main locations are Chiesa Val Malenco and Caspoggio. TONALE – PONTE DI LEGNO Just outside the Stelvio National Park and the Adamello-Brenta Regional Park are Temù, Ponte di Legno and the Tonale Pass, connected by an actual “suspended highway”. The main part of this project, called “Great dream”, will be completed by the next winter season, when an eight seat cabin line from Ponte di Legno to the Tonale slopes will be operational. VALSASSINA BOBBIO – VALTORTA Just over an hour’s drive from Milan, the Piani di BobbioValtorta resort lies over the mountains that divide Lecco’s Valsassina from Bergamo’s Brembana valley.

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Alle pagine 80 e 81, il Monte Cevedale. Alle pagine 84 e 85 le Valli del Bitto, alle pagine 88 e 89 l’Alpe Prabello. Sopra, il rifugio Marco e Rosa (foto Regione Lombardia, assessorato al Turismo) On pages 80 and 81, the Monte Cevedale. On pages 84 and 85 The Bitto’s Valleys, on pages 88 and 89 the Alpe Prabello. Above, the Marco e Rosa Alp shelter (photo by Lombardy council for Tourist promotion)

INFO SKI www.turismo.regione.lombardia.it Provincia di Como www.provincia.como.it Tel. 031.23.01.11 Provincia di Sondrio www.provincia.so.it Tel. 0342.53.11.11 Provincia di Bergamo www.provincia.bergamo.it Tel. 035.38.71.11 Provincia di Brescia www.provincia.brescia.it Tel. 030.37.491 Provincia di Lecco www.provincia.lecco.it Tel. 0341.36.23.60 Provincia di Pavia www.provincia.pv.it Tel.0382.59.71

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TERRITORIO Dalla località di Piano delle Noci, a Pellio Intelvi, inizia un percorso che vi proponiamo per tutte le stagioni. Un incontro con la Storia, attraverso il “sentiero delle trincee”, e con maestosi esemplari della natura, quali il “faggio parlante”, ma anche con alpeggi immersi nel verde e incontaminate sorgenti d’acqua. Un itinerario piuttosto breve e non impegnativo. Il punto di partenza è un piccolo posteggio costeggiante la strada, posto fra il golf e la rinomata Locanda del Notaio a Piano delle Noci. Imboccata la salita, giungerete in breve a un pascolo verso la frazione “Lissiga”. A questo punto occorre seguire la strada sterrata fino ad arrivare a un bivio: svoltate a destra e proseguite lungo il sentiero pianeggiante. Alla vostra sinistra potrete scorgere la “Cascina della Pola”. Il cammino conduce alla Valle della Fornace, così chiamata perché in passato vi erano grandi forni utilizzati per ricavare la calce. Risalite ora verso il fontanino della Valle dell’Inferno: consigliamo di soffermarvi ad ammirarlo perché l’acqua che vi scorre sgorga tra rocce calcaree e si dice che abbia proprietà curative. Proseguite sino a giungere in località “Quattro Strade” dove troverete comodi tavoli a cui accomodarvi per riposarvi e rifocillarvi. Il luogo in cui vi trovate è la Foresta Demaniale del Monte Generoso: una bellissima faggeta, ombrosa e fresca anche in estate, malgrado la quota non altissima (1.000 metri scarsi). Imboccherete ora il cosiddetto Percorso delle trincee, recentemente recuperate e rese visitabili in totale sicurezza dall’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura). È un percorso tematico, che testimonia il passaggio dei nostri soldati durante la Grande Guerra. Proseguite ed ecco, finalmente, il maestoso “fòo di paròl”, il faggio secolare su cui i contrabbandieri incidevano messaggi, le “ultime parole”, prima di transitare, in totale silenzio, e valicare “de sfross” il confine. La strada si fa ora sempre più stretta fino a diventare un sentiero: percorretelo fino a un bivio; svoltate a sinistra, risalite per arrivare a un altro faggio, il “fòo del bài” che, per l’età e l’imponenza, è stato dichiarato dalla Lombardia albero monumentale. Qui troverete anche una sorgente di acqua cristallina dove è possibile rinfrescarsi. Riprendete il cammino per la vicina Alpe di Gotta (1.246 m), alpeggio recentemente ristrutturato e utilizzato per il pascolo estivo. Se siete fortunati potrete anche incontrare camosci, cervi e caprioli. Attraversata tutta l’alpe per la carrozzabile in salita, arriverete in pochi minuti al Barco dei Montoni e, da lì, giungerete velocemente all’Alpe di Boli. A ripagarvi delle fatiche compiute una vista mozzafiato sulle cime. Non sarà difficile identificarle. Dopo il meritato riposo, è tempo di tornare indietro. Dopo circa 50 metri di discesa, sulla destra, incontrerete una “nevèra”. Proseguite fino a ricongiungervi con la strada asfaltata, oltrepassate l’ampio parcheggio e, in prossimità del primo tornante, imboccate un sentierino sulla sinistra. Scendendo sul filone del Cristè arrivate a una bolla, caratteristica naturale di questa valle, svoltate a sinistra e scendete fino a incontrare un ampio pascolo, l’Alpe Nuovo. Tenendovi sul crinale della morena dell’ultima glaciazione, continuate la discesa sino alla strada sterrata che vi riporta in località “Lissiga” e, da qui, al Piano delle Noci.

Old Smugglers’ Bags

VECCHIE

bricolle di Samantha Panzeri ed Enrico Sala

From the locality of Piano delle Noci in Pellio Intelvi a walk begins you can do at any time of the year. This encounter with History along the ‘trench track’ includes such majestic examples of local flora as the ‘talking beech’, in addition to verdant alpine meadows and uncontaminated spring waters. The route is fairly short and gentle. The starting point is a little roadside layby between the golfcourse and the renouned Piano delle Noci in Locanda del Notaio. After walking uphill you’ll soon reach a pasture towards the hamlet ‘Lissiga’. At this point you must go along a rough track as far as a fork: turn right along a flat path. To your left you may catch a glimpse of the ‘Cascina della Pola’. Your walk takes you to the Valle della Fornace, so called because of the former limekilns there. Now carry on up towards the spring of the Valle dell’Inferno: we suggest stopping off to admire it as the water seeping out of the calcareous rocks that is said to be therapeutic. Go on till you get to the locality ‘Quattro Strade’ where you will find comfortable tables to sit down at to rest and have some refreshments. You are now in the Foresta Demaniale del Monte Generoso: a beautiful, cool, shady beech wood – even in summer – despite its relatively low altitude (barely 1000 metres). Next you’ll enter the so-called Trench Trail, which has recently been restored and made safe to visit by ERSAF (the Regional Board for Services to Agriculture). This is a themed itinerary testifying to the passage of our soldiers during the Great War. Walk on until you finally come to the majestic fòo di paròl, the ancient beech-tree on which the smugglers would carve messages – the ‘last words’ – before crossing ‘de sfross’ the border in total silence. Now the trail gets narrower and narrower until it becomes a path: go along it till it forks; turn left and climb up to another beech the fòo del bài, which thanks to its age and imposing appearance has been declared a Lombardy monument. Here you will also find a spring of crystal-clear water for your refreshment. Continue your walk on to the Alpe di Gotta (1246 m), a recently reestablished alpine site for summer grazing. With a bit of luck you may come across chamois, deer or roe deer. After crossing the whole alpine pasture up the carriage road, you will take a few minutes to reach the Barco dei Montoni and thence in no time the Alpe di Boli. Your efforts will be rewarded by the breathtaking view afforded of the Val Masino and Lecco peaks. It won’t be difficult to identify them. After a wellearned rest, it’s time to go back. After a drop of about 50 metres you will come across a ‘nevèra’ (snow storage pit) on your right. Carry on till you are back on the tarmac road past a large carpark, then near the next bend take a little footpath to the left. Descending the Cristè Seam you reach a tarn, one of this valley’s natural features; turn left down to a wide pasture the Alpe Nuovo. Staying on the morenic ridge dating back to the last ice age, you continue your descent down to the rough road then back to the locality ‘Lissiga’ and thence to the Piano delle Noci. A cura del CAI sezione di Como

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TERRITORIO

La recente discussione sul fabbisogno energetico del nostro Paese, prepotentemente entrata nelle nostre case con i cambiamenti climatici, le emergenze black-out e il costante, inarrestabile, aumento della benzina, della luce e del gas, al di là delle diverse opinioni, ha avuto il merito di portare l’attenzione sui consumi energetici degli italiani. Anche la gente comune si sta rendendo conto che il proprio stile di vita non può essere disgiunto dallo sviluppo sostenibile, cioè dalla corretta gestione e uso delle risorse naturali. Prima di pensare a come e quanta nuova energia produrre (o da quale Paese straniero comprarla) ha invece senso chiedersi come possiamo usare meglio quella già disponibile, magari rinnovabile e, soprattutto, quanta energia possiamo risparmiare nel quotidiano (in casa, in ufficio, in azienda, nei trasporti). L’assessore provinciale all’Ecologia e Ambiente, Francesco Cattaneo evidenzia come sul Lario si consumi l’equivalente di oltre 1,5 milioni di tonnellate di petrolio ogni anno. Le nostre emissioni in atmosfera nel 2007 saranno di 4,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica e i nostri consumi di energia sono aumentati del 13,5% dal 2000 al 2007. «Ma il dato che fa riflettere - spiega l’assessore Cattaneo, è che almeno il 30% dell’energia

Recent discussion about Italy’s energy requirements, now a pressing household topic thanks to climate change, emergency power-cuts and the never-ending hikes in the prices of petrol, gas and electricity (whatever one’s opinions are), has certainly concentrated our minds on Italians’ energy consumption. Even ordinary people are realizing that one’s lifestyle cannot be divorced from sustainable development, i.e. the proper management and use of natural resources. Before considering how and how much new energy to produce (or from which foreign country to buy it), it is sensible instead to ask how to better exploit what we already have – possibly from a renewable source – but above all how much energy could be saved on a daily basis (in the home, in the office, at work, in transportation). The Provincial Councillor concerned with the Environment Francesco Cattaneo states that the Lake Como area consumes the

che consumiamo ogni giorno è letteralmente sprecata». Gli impegni presi dall’Italia con il protocollo di Kyoto ci obbligano a ridurre le nostre emissioni in atmosfera del 6,5% rispetto al 1990 (ovvero di quasi il 30% rispetto alla situazione attuale). Analogamente gli obiettivi delle direttive europee impongono il raggiungimento del 22% dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili sul nostro fabbisogno elettrico e del 12% sull’energia complessiva consumata, o, ancora, una riduzione del 9% entro il 2015 (-20% entro il 2020) di tutti i nostri consumi finali di energia. Gli obiettivi da raggiungere sono quindi tanti, sicuramente difficili ma non impossibili. Cosa fare è noto da tempo. Ora è il momento di agire, prima che sia troppo tardi. La Provincia di Como è una delle poche province italiane che si è dotata di un proprio Piano Energetico (la normativa italiana, infatti, non lo prevedono). Approvato nel 2005, il Piano propone un fitto e articolato programma di azioni per raggiungere gli obiettivi previsti dalle leggi

La

equivalent of over 1.5 million tons of oil every year. Our emissions into the atmosphere in 2007 will be 4.5 million tonnes of carbon dioxide and our energy consumption has gone up by 13.5% between 2000 and 2007. “But what is astonishing, “explains Cllr Cattaneo, “is that at least 30% of our everday energy consumption literally goes up in smoke”. Italy’s commitment to the ‘Kyoto Protocol’ ‘oblige’ us to cut back our emissions into the atmosphere by 6.5% with respect to 1990 (i.e. almost 30% less than now). Similarly EU directives aim to produce 22% of our total electricity requirement from renewable sources and 12% of our total energy consumed; or again, a reduction of 9% by 2015 (-20% by 2020) of all our total energy consumption. This large number of targets are difficult but not impossible to reach. What we must do is not new: act now before it’s too late. The Province of Como is one of the few in Italy to have adopted an Energy Plan (not statutory in Italy). Approved in 2005 the Plan envisages a comprehensive range of measures to meet national

Provincia

di Como per l’ENERGIA

The Province of Como’s Energy Policy

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A sinistra, l’assessore provinciale all’Ambiente, Francesco Cattaneo. A destra e nelle pagine precedenti, impianti fotovoltaici sui tetti di Como Leftt, the Provincial Councillor concerned with the Environment Francesco Cattaneo. Right, photovoltaic solar units on Como’s roofs

nazionali ed europee, coinvolgendo tutti i settori della società, nessuno escluso. La Provincia, da parte sua, si è impegnata autonomamente anche con un proprio programma interno di azioni che va ben al di là delle normali funzioni amministrative di sua competenza. Con uno stanziamento complessivo di quasi 700mila euro la Provincia di Como nel 2006-2007 ha finanziato la realizzazione di 28 nuovi impianti solari fotovoltaici pubblici, la redazione di nuovi e innovativi regolamenti edilizi comunali in 35 comuni e di piani regolatori generali di illuminazione pubblica in 9 comuni. Sono stati avviati inoltre programmi on-line di informazione agli enti locali e al cittadino (www. sportelloenergiacomo.it), progetti di educazione energetica per le scuole (Crea) e le prime fasi del “Piano degli spostamenti casa-lavoro dei propri dipendenti”, e realizzando diagnosi e certificazione energetica della sede di Como. Azioni importanti, da proseguire e da imitare. E per il futuro? Entro la fine dell’anno verrà presentato l’aggiornamento del Piano Energetico provinciale 20072012, in linea e in sinergia con il Piano d’Azione per l’Energia della Regione Lombardia, pubblicato nel mese di luglio. Il nuovo Piano sarà un articolato e dettagliato documento, fondato principalmente sull’efficienza, il risparmio energetico, lo sviluppo delle fonti rinnovabili locali e proporrà oltre 40 azioni da realizzare entro il 2012 con il coinvolgimento di tutti i settori e di tutti gli “attori” locali: popolazione, pubblica amministrazione, imprese, servizi, trasporti. Una sfida che, secondo quanto affermato dall’assessore Cattaneo, è forse la più importante che il territorio abbia mai dovuto affrontare sul piano dell’energia.

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and EU targets, involving the public and private sector 100%. For its part, the Province has undertaken an autonomous commitment including its own local series of measures well beyond its normal administrative brief. In 2006/07 with a total budget of nearly 700,000 euros the Province of Como has financed the implementation of 28 new public photovoltaic solar units, the drawing up of new and innovative municipal building regulations in 35 Municipalities and General Street Lighting Regulations in 9 Municipalities. Besides this on-line information sites have been activated for public bodies and private citizens (www.sportelloenergiacomo.it), energy education projects for schools (CREA) and the first stages of a ‘Municipal Employees Commuting Plan’, plus the carrying out of energy diagnosis and certification of its Como premises. All crucial courses of action to be carried forward and emulated. But what about the future? By the end of the year the 2007-2012 Provincial Energy Plan will be submitted for updating, in line and synergy with the Lombardy Region Energy Action Plan, published in July. This new Plan will be a detailed articulated document mainly concerning efficiency, energy saving, the development of renewable local sources and over 40 measures for implementation by 2012 involving all sectors and local ‘actors’: citizens, public bodies, corporations, services and transport. A challenge which in Cllr Cattaneo’s opinion is possibly the greatest our area has ever had to face on the energy front.

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nuova AUDI A4

New Audi A4

Per il modello il cui nome è legato al marchio Audi al punto da rappresentarne il punto di riferimento sia in termini di volumi che di notorietà, il gene Audi doveva esprimere in maniera chiara tutti i suoi valori. E lo ha fatto. Audi A4 è una vettura completamente nuova nel design, nella tecnologia e nel comfort. Come già era stato per le generazioni precedenti, ma certamente questa volta in maniera ancor più forte, Audi A4 è destinata a definire i nuovi standard del segmento sotto tutti i punti idi vista.

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La nuova Audi A4 segna un nuovo livello di perfezione in cui eleganza e sportività, comfort e potenza convivono armonicamente. La linea vivace del profilo rende la sua estetica filante e dinamica. Il cofano motore lungo, il corpo vettura robusto, le ruote grandi e gli sbalzi corti esprimono sportività e sicurezza di sé. Il design è inconfondibilmente Audi: la linea a V del cofano motore si integra perfettamente con la griglia Singleframe che, con le grandi prese d’aria laterali anteriori, rivela tutto il carattere sportivo della nuova Audi A4. I nuovi motori più potenti, gli spazi e il nuovo design degli interni, le novità tecnologiche e la nuova generazione di equipaggiamenti sia di serie che optional, fanno di A4 una vettura del segmento D con caratteristiche certamente appartenenti ai segmenti superiori. LE MOTORIZZAZIONI DISPONIBILI SARANNO: - 1.8 TFSI 118 kW (160 CV) trazione anteriore, cambio manuale a 6 marce; - 3.2 FSI 195 kW (265 CV) quattro, cambio manuale a 6 marce; - 2.0 TDI 105 kW (143 CV) con filtro antiparticolato, trazione anteriore, cambio manuale a 6 marce; - 2.7 TDI 140 kW (190 CV) con filtro antiparticolato, trazione anteriore, cambio multitronic. PER LA FINE DEL 2007: - 3.0 TDI 176 kW (240 CV) quattro con filtro antiparticolato, cambio manuale a 6 marce.

Audi’s most representative model should clearly express all the brand’s values, and it does. The Audi A4 is a completely new vehicle in its design, technology and comfort. As it was for the previous generations, and even more so now, Audi A4 is destined to become the segment’s new benchmark from every point of view. The new Audi A4 defines a higher level of perfection where elegance, sportiness, comfort and power are harmoniously combined. The profile’s lively outline provides a dynamic and flowing contour, the long bonnet, a robust saloon body, big wheels and shorter overhangs express sportiness and self assurance. The design is undeniably Audi: the Singleframe grid, with its wide front vents fits in perfectly with the bonnet’s V line revealing new A4’s sportiness. The new, more powerful engines, the space inside and its design, the technological novelties and the new generation equipment and trim, both standard and optional, make the A4 a D segment car with obviously superior segment characteristics. THE ENGINE COMBINATIONS AVAILABLE ARE: - 1.8 TFSI 118 kW (160 CV) front-wheel drive, six-speed manual gearbox; - 3.2 FSI 195 kW (265 CV) quattro permanent all-wheel drive, six-speed manual gearbox; - 2.0 TDI 105 kW (143 CV) with special exhaust filter, frontwheel drive, six-speed manual gearbox; - 2.7 TDI 140 kW (190 CV) with special exhaust filter, frontwheel drive, multitronic gearbox. BY THE END OF 2007: - 3.0 TDI 176 kW (240 CV) quattro permanent all-wheel drive with special exhaust filter, six-speed manual gearbox

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www.amicidicomo.it

TERRITORIO

gli Quella appena trascorsa è stata un’estate all’insegna dell’impegno e dell’intervento in più campi per gli Amici di Como, l’associazione nata cinque anni fa da un gruppo di imprenditori fortemente motivati dalla passione per il territorio lariano e oggi diventata una forza che riunisce settanta imprese sparse in tutta la provincia. Ci spiega la strategia polinterventista dell’associazione, Giovanni “Nino” Anzani, consigliere di Amici di Como e amministratore delegato della Poliform. «Alle parole di solito preferisco i fatti, ma ne spendo volentieri qualcuna - dice Anzani - per dare un’idea della nostra attività, volta al raggiungimento di un unico risultato: far crescere l’immagine del capoluogo e di tutto il suo territorio, proponendo, finanziando direttamente e facendo finanziare agli associati iniziative e progetti concreti di sviluppo. Oggi gli Amici di Como cercano nuovi amici. L’associazione da cinque anni rappresenta in modo forte e compatto la terra comasca e si impegna per promuovere la conservazione dei

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The Friends of Como look to the Future

This last summer has been one of active commitment in various fields for the Friends of Como, the association born 5 years ago by a group of businessmen who were highly motivated by their paasionate love of the Como area, which has now a unifying force for over 70 businesses scattered right across the province. The association’s multi-pronged action strategy is explained to us by Friends of Como advisor and managing director of Poliform, Giovanni ‘Nino’ Anzani. “I usually prefer actions to words”, says Anzani, “but I’m more than happy to give you some idea of what we do with just one outcome in mind: to boost the image of the provincial capital and its surrounding area by suggesting, directly financing and getting its members financed for concrete development projects and initiatives. Today the Friends of Como are looking for new friends. For 5 years the association has represented the Como area robustly and solidly in its commitment to promote and

amici di como

guardano al FUTURO

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keep up its values and traditions. We want to further develope our horizons”. To this end ‘Magic Lake’ too has assumed a pivotal role. “I believe it’s a valid tool to cement ties between existing members as well as help the association to grow, by involving new economic local entities”, says the advisor to Friends of Como, who also acts as an editorial consultant to Magic Lake. “We’ve been called the area’s new patrons which sums us up exactly; that’s the direction we’re planning to take. But one word of caution though”, emphasizes Anzani. “Our mission is to upgrade the Como area and all that’s in it – its landscape, its tourist amenities like hotels and museums. We’d also like to highlight figureheads who have left or are leaving their mark on the history of our homeland”. Hence the Friends of Como support sport, culture and tourism on the Lario. And what about Friends of Como’s future strategy? “We want to broaden our membership base through new entrepreneurial entities in the area joining us, be they pofessional people or artisans. New members must share our vision and philosophy. You don’t join Friends of Como to do business, although it’s true that to be successful in business one’s outside contacts are fundamental. We’re a non-political association, but we do hold discussions

Nelle pagine precedenti, un gruppo di Amici di Como nel giardino del Tremezzo Palace (© foto GiovanniSalici.com). A sinistra, la partenza in motoscafo da piazza Cavour (foto Baricci). Sotto, un momento della festa (© foto GiovanniSalici.com) valori e delle tradizioni, e ora vuole allargare ulteriormente i suoi orizzonti». In questa direzione anche “Magic Lake” ha assunto un ruolo fondamentale. «Penso che sia uno degli strumenti per mantenere coesi i soci attuali e far crescere l’associazione, coinvolgendo altre realtà economiche locali», dice ancora il consigliere di Amici di Como, che è anche consulente editoriale di “Magic Lake”. «Ci chiamano i nuovi mecenati del territorio ed è una definizione azzeccata, una direzione che intendiamo seguire. Attenzione, però - precisa Anzani - la nostra mission è valorizzare il territorio di Como, con tutto quello che ci sta dentro, sia da un punto di vista sia paesaggistico, da quello delle infrastrutture turistiche, gli alberghi, i musei. Vogliamo dare risalto anche ad alcune figure che hanno lasciato o stanno lasciando un segno nella storia di questa terra». Così gli Amici di Como sostengono il mondo dello sport e della cultura, sono promotori del turismo sul Lario. E quale sarà la strategia degli Amici di Como per il futuro? «Vogliamo allargare la base dell’associazione, con l’ingresso di nuove realtà imprenditoriali del territorio, professionisti e artigiani. I nuovi associati devono condividere la nostra mission, sposare la nostra filosofia. Non si entra negli Amici di Como per fare business, anche se nel mondo del lavoro di oggi le relazioni che si creano in ogni ambito sono fondamentali. La nostra associazione, poi, è apolitica, ma dialoga con le amministrazioni pubbliche per sostenere e organizzare eventi. Siamo un gruppo di

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On the previous pages, some Friends of Como in the Tremezzo Palace garden. Left, the motorboat start from Piazza Cavour. Below, a moment of the party

Sopra, da sinistra, Daniele Brunati, Paolo De Santis e Mario Pittorelli (© foto GiovanniSalici. com). A destra, Giovanni Anzani Above left to right, Daniele Brunati, Paolo De Santis and Mario Pittorelli. Right, Giovanni Anzani

amici che vogliono darsi da fare per il territorio. Oggi, vorremmo avere, se è possibile, una maggiore partecipazione del territorio stesso per incidere maggiormente».

Amici di Como per i valori del territorio

Chiarite con Giovanni Anzani la filosofia e la mission degli Amici di Como, ecco un rapido excursus sugli ultimi eventi legati. Il primo appuntamento risale al luglio scorso ed è intrinsecamente legato a “Magic Lake”. Un gran galà, organizzato dagli Amici di Como ha accompagnato infatti l’uscita del numero estivo di “Magic”, con in copertina il grande Robert De Niro. L’evento è stato organizzato in una delle perle del Lago di Como, il Gran Hotel di Tremezzo. Per alcuni dei soci, l’emozione di approdare al Tremezzo Palace a bordo di un motoscafo messo a disposizione dallo storico servizio di taxi-boat “Tassel”. La cena è stata preceduta da una presentazione dell’iniziativa editoriale. Presenti il presidente degli Amici di Como, Mario Pittorelli, il coordinatore, Daniele Brunati, Paolo De Santis, presidente della Camera di Commercio di Como, Sergio Gaddi, assessore alla Cultura del Comune di Como, Francesco Cattaneo vicepresidente della Provincia di Como e assessore provinciale all’Ecologia e Achille Mojoli, assessore provinciale al Turismo. Si è parlato di lago e di turismo aiutati dalla magnifica serata e dall’incantevole cornice.

Amici di Como per i valori della cultura Amici di Como per i valori del territorio, ma anche per quelli della cultura. In questo ambito si colloca l’eccezionale presenza a Como del Coro della Cattedrale di Exeter nella Basilica di San Fedele. Il coro, la cui nascita risale al XIII secolo, si è esibito nella splendida e suggestiva cornice della

with local authorities to support and organize events. We’re a group of friends wanting to work for our area. If possible we’d like it to become more involved to give us more clout”.

Friends of Como for area values Having got Giovanni Anzani to set out Friends of Como’s mission, here’s a quick rundown of their recent events. The first was back in July and was closely linked to Magic Lake. Friends of Como organized a gala event to mark the summer issue of Magic featuring the great Robert De Niro on the cover. This was held in that Lake Como pearl the Grand Hotel di Tremezzo. Some of the members had the thrill of disembarking at Tremezzo Palace from a motorboat kindly provided by that historic taxi-boat service called ‘Tassel’. Before dinner there was a presentation of the editorial initiative. Present were Friends of Como president Mario Pittorelli, coordinator Daniele Brunati, president of the Como Chamber of Commerce Paolo De Santis, Como’s Municipal Councillor for Culture Sergio Gaddi, vice-president of the Provincia di Como and provincial councillor for Ecology Francesco Cattaneo, and provincial head of Tourism Achille Mojoli. The lake and tourism were discussed with the assistance of a magnificent evening and a delightful backdrop.

Friends of Como for culture values Friends of Como for local values as well as those of culture. Regarding this, mention should be made of the visit to Como of Exeter Cathedral Choir who sang in the Basilica of San Fedele. The choir dating back to

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SISTINA DUONO

Sopra, il coro della Cattedrale di Exeter. A destra, il Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina Above, the Exeter Cathedral Choir. Right, the ‘Cappella Musicale Pontificia Sistina’ Choir

basilica comasca, in un repertorio di brani sacri. L’Associazione Amici di Como, ha voluto così donare alla città un appuntamento musicale internazionale, nel crescente spirito di arricchimento culturale che contraddistingue l’operato dell’associazione. Grande l’impegno profuso anche nell’ambito delle celebrazioni del IV Centenario della morte di Tolomeo Gallio, culminati con il concerto del prestigioso Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina in Cattedrale a Como lo scorso 19 ottobre. Senza dimenticare il restauro della “Sacra Famiglia” della parrocchiale di Lipomo, dipinto di scuola leonardesca.

Amici di Como per i valori dello sport All’impegno degli Amici di Como per i valori dello Sport vale la pena di dedicare un capitolo a parte. L’estate scorsa ha visto la conferma dell’impegno degli Amici di Como nel terzo quadrangolare di calcio “Alessandro Volta” organizzato allo stadio Sinigaglia. L’evento, che fa parte delle iniziative “Amici di Como per i valori della solidarietà”, ha visto la partecipazione, oltre che della squadra degli “Amici”, della Nazionale di Confindustria, della Nazionale Stilisti e di una rappresentativa della Chicco-Artsana. La vittoria è andata per il quarto anno consecutivo agli “Amici di Como”, rinforzati per l’occasione da alcune vecchie glorie del calcio lariano e italiano, da Claudio Gentile a Silvano Fontolan. Dopo l’abbinamento con l’apneista Paola Tagliabue, l’estate di mondo dello sport degli Amici di Como è decollata con l’operazione Pechino. Un progetto di marketing territoriale che ha coinvolto l’associazione e “Magic Lake”. In occasione dei Mondiali Juniores di canottaggio organizzati a Pechino dal 7 all’11 agosto, il made in Como ha infatti varcato la Grande Muraglia. Amici di Como ha accolto l’invito della Federazione Italiana Canottaggio a partecipare alla realizzazione dell’Italian Rowing Corner in occasione dei Mondiali Juniores di Pechino, motivati dalla costante attenzione allo sport del territorio e ai suoi valori, ma soprattutto dalla presenza alla competi-

the 13th century performed sacred works in the splendid and evocative setting of the Como basilica. In this way the Friends of Como Association gave the town an international musical appointment, reflecting the growing spirit of cultural enhancement marking the work of the association. The Association becomes involved even in the 4th centenary of Tolomeo Gallio’s death celebrations, that culminate with the prestigious concert of ‘Cappella Musicale Pontificia Sistina’ Choir in Como’s Cathedral the last 19th October. Is also important to remember the ‘Sacra Famiglia’ renovation, a leonardesque painting conserved in Lipomo’s church.

The Friends of Como for Sport values The Friends of Como’s commitment to Sport’s values deserves its own feature. Last summer was in itself an endorsement of the Association’s commitment in the 3rd 4-team ‘Alessandro Volta’ football tournament organised by the Sinigaglia Stadium. Part of the scheme called ‘Friends of Como for social solidarity’ this event involved the teams of ‘Friends’, the National Confederation of Industry, the National Stylists, and one representing Chicco-Artsana. The ‘Friends of Como’ won for the 4th year running, no doubt spurred on by former Lario and Italian soccer notables Claudio Gentile and Silvano Fontolan. After their backing for under-water swimmer Paola Tagliabue the Friends of Como’s sporting summer took off with (Operation Peking), an area marketing project involving the association and Magic Lake. To mark the Junior World Rowing event in Beijing (7th - 11th August), ‘Made in Como’ scaled the Great Wall. Friends of Como took up the Italian Rowing Federation’s offer to be involved in the setting up of an Italian Rowing Corner to mark the JWC event in Beijing, partly motivated by its constant interest in local sport and what it stands for, but


zione di due atleti della storica società comasca Canottieri Lario: Sabrina Noseda e Carlo Stradella. Sono state recapitate all’Italian Rowing Corner spazio ospitalità riservato ai media, agli sponsor del Coni e delle delegazioni di tutti i Paesi presenti ai campionati, quattromila copie di “Magic Lake”, accompagnate da una lettera in tutte le lingue con tutti i siti utili per conoscere la provincia di Como. Gli Amici di Como e “Magic Lake” hanno sostenuto inoltre i due atleti della Canottieri Lario impegnati nell’avventura iridata di Pechino. Sabrina e Carlo hanno indossato un abbigliamento personalizzato con i loghi dell’associazione e della rivista. Il binomio Amici di Como e canottaggio è proseguito fino a settembre, quando l’associazione ha coorganizzato con la Canottieri Lario G. Sinigaglia la quarta edizione del Trofeo Villa D’Este, regata internazionale di canottaggio tra il grand hotel più famoso del mondo e Villa Olmo. La manifestazione, vinta dal pluricampione olimpionico Elia Luini, ha avuto una coda in notturna con regate davanti alla diga foranea di Como e una simpatica sfida tra amministratori al remoergometro in piazza Cavour. Il canottaggio non è però l’unico sport ecologico che vede impegnati gli Amici di Como. “Magic” è protagonista sui campi delle regate veliche di tutto il mondo. Grazie all’abbinamento con il Joe Fly Sailing Team dell’armatore comasco Giovanni Maspero, il logo e la testata della prima rivista di marketing territoriale della provincia lariana salpano dalle rive del Lago di Como alla volta del Mediterraneo, per poi varcare le colonne di Gibilterra e dirigersi nello sconfinato Oceano. Proprio così, dalla scorsa estate le bianche vele del Joe Fly Sailing Team riportano in bella evidenza anche i nomi della

especially by the participation of two canoeists from the historic Como society ‘Canottieri Lario’: Sabrina Noseda and Carlo Stradella. The Italian Rowing Corner, which is a hospitality precinct open to media operators, Coni sponsors, and delegations from all the countries present at the championships, received 4000 copies of Magic Lake together with a multi-lingual letter listing all useful websites with Como Province info. In addition Friends of Como and Magic Lake supported the two Canottieri Lario rowers on their world venture in Beijing, Sabrina Noseda and Carlo Stradella, who donned personalized kits displaying association and magazine logos.The Friends of Como/rowing link-up continued until September when the association and Canottieri Lario G.Sinigaglia jointly organized the 4th edition of the Villa D’Este Trophy, the international rowing regatta between the most famous grand hotel in the world and Villa Olmo. The event won by Olympic mega-champ Elia Luini, wound up with some late-night regattas opposite Como’s Diga Foranea and a ‘friendly’ challenge between councillors on metered rowing machines in Piazza Cavour. But rowing isn’t the only ecological sport Friends of Como are involved in. ‘Magic’ is a leading actor at worldwide sailing regattas: thanks to a link-up with the Joe Fly Sailing Team of Como fitter-out Giovanni Maspero, the logo and the masthead of the first local marketing magazine in the province of Como’s setting sail from the shores of Lake Como bound for the Mediterranean, later to ply through the Straits of Gibraltar towards the open Ocean. Right on! Since this last summer the white sails of the Joe Fly Sailing Team

Sopra, un momento del Trofeo Villa D’Este di canottaggio (foto Baricci). Sotto, Sabrina Noseda e Carlo Stradella Above, a moment of Trofeo Villa D’Este rowing regatta. Below, Sabrina Noseda and Carlo Stradella

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nostra testata. Un abbinamento che speriamo sia di buon auspicio per quella che si è consacrata come la maggiore realtà velistica comasca a livello internazionale, forte delle sue partecipazioni a campionati italiani, europei e mondiali in più classi e sempre con risultati di tutto rispetto. “Magic” con il vento in poppa sulle vele di Joe Fly, ma non solo. Le copie della rivista accompagneranno il team dell’armatore comasco in ogni porto, in ogni base nautica toccata nel corso delle regate. “Magic Lake” diventa così anche ambasciatore del nostro territorio tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America. Questi i prossimi appuntamenti che vedranno impegnato il Joe Fly Sailing Team nelle classi Farr40, Melges24, M30, H22 in giro per l’Italia, l’Europa e il Mondo. Farr40 Acura Key West week - 21/25 gennaio 2008 - Key West Usa; Acura Miami Grand Prix - 6/9 marzo 2008 - Miami Usa; Ro-

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lex Farr 40 World Championship - 11/19 aprile 2008 - Miami Usa; Rolex Capri Sailing Week - 1st Series European Circuit 21/24 maggio 2008 - Capri Italia; Rolex Sardinia Cup - 16/21 giugno 2008 - Porto Cervo Italia; Rolex European Championship 26/31 agosto 2008 - Travemuende Germania Melges24 Campionato Italiano - 1/5 maggio 2008 - Porto Rotondo Italia; Campionati Mondiali - 30 maggio/6 giugno 2008 - Porto Cervo Italia M30 Campionato del Mondo - 1/7 ottobre 2007 - Porto Cervo Italia; Tour de France à la Voile - 01/30 Luglio 2008 Francia H22 Trittico del Lario - 20/21 ottobre 2007 - Como Italia; 33° Campionato Invernale Interlaghi - 1/4 novembre 2007- Lecco Italia

Sopra, la formazione Under 16 nazionale dell’Hockey Como Above, the Hockey Como Under 16s National team

have proudly displayed the name of our magazine too. Let’s hope this combination augers well for what is considered to be Como’s leading sailing squad at international level, boosted by impressive performances in various classes in Italian, European and World Championships. So ‘Magic’ has had the wind in its/Joe Fly’s sails – and it doesn’t end there! Copies of the magazine have accompanied the Como fitter-out’s team to every port and shipping facility visited during the regattas. ‘Magic Lake’ has thus also become an ambassador for our area, linking Europe to the USA. There follows a list of dates of the Joe Fly Sailing Team’s commitments in classes Farr40, Melges24, M30 and H22 throughout Italy, Europe and the world. Farr40 Acra Key West week (21st - 25th January) – Key West USA, Acura Miami Grand Prix (6th - 9th March 2008) – Miami

USA, Rolex Farr 40 World Championship (11th - 19th April 2008) – Miami USA, Rolex Capri Sailing Week – 1st Series European Circuit (21st - 24th May 2008) – Capri Italy, Rolex Sardinia Cup (16th - 21st June 2008) – Porto Cervo Italy, Rolex European Championship (26th - 31st August 2008) – Travemuende Germany Melges24 Italian Championship (1st - 5th May 2008) – Porto Rotondo Italy, World Championship (30th May - 6th June 2008) – Porto Cervo Italy M30 World Championship (1st - 7th October 2007) – Porto Cervo Italy, Tour de France Ó la Voile (1st - 30th July 2008) – France H22 Trittico del Lario (20th/21th October 2007) – Como Italy,

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Restiamo in acqua per parlare di pallanuoto, che la scorsa estate ha visto la squadra della Como Nuoto, sponsorizzata dagli Amici di Como, qualificarsi brillantemente per i playoff di qualificazione per la serie A1 e fallire di un soffio una storica promozione. Nel campo degli sport di squadra c’è anche un’importante novità. La formazione dell’Hockey Como, storica società di hockey lariana che parteciperà al campionato di Under 16 nazionale, sarà sostenuta dall’Associazione Amici di Como. Il team si presenta al via del campionato con sicure ambizioni di ben figurare. L’Hockey Como ha varato un importante programma concentrato sulle squadre dei settori giovanili. La prima squadra sarà l’Under 19 che prenderà la denominazione di Moncler - azienda associata agli Amici di Como - e parteciperà al campionato nazionale di prima divisione, vera vetrina nazionale di talenti emergenti. Buona parte dei giocatori di questa categoria fa parte delle rappresentative nazionali Under 20 e juniores.

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33rd Interlakes Winter Championship (1st - 4th November 2007) – Lecco Italy Let’s stay in the water to talk about water polo. Last summer the Como Nuoto Team, sponsored by the Friends of Como, got through the play-offs with flying colours to qualify for the A1 series and then only just missed legendary promotion. Regarding team sports there’s someting new as well. Como’s legendary hockey team – Hockey Como – which is going to take part in the Under16s National Championship will be backed by the Friends of Como Association. The team will be commencing play with high hopes. Hockey Como has been focussing its efforts on the youth teams. The first Under-19s team named Moncler (a Friends of Como associate firm) will take part in the 1st division national championship – a real showcase for up-and-coming talent – many of whose players belong to the representative National Under 20s and Juniors.

Nelle pagine precedenti, “Magic Lake” sulle vele di Joe Fly alla Rolex Cup. Sopra un’azione della Como Nuoto di pallanuoto (foto Baricci) On the previous pages, ‘Magic Lake’ displays on Joe Fly’s white sails during the Rolex Cup. Above, a Como Nuoto waterpolo team action

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TERRITORIO L’arrivo della Befana in piazza Duono. Nelle pagine seguenti, la pista del ghiaccio in piazza Cavour (foto Augusto Santini) The Epifany arrival at Piazza Duomo. On the following pages, the skating ring at Piazza Cavour (photo by Augusto Santini)

NATALE A COMO Ăˆ


“Città dei Balocchi” significa turismo, tradizioni, cultura, didattica, sport, aggregazione, divertimento, gastronomia e solidarietà. La manifestazione natalizia lariana, in questi 14 anni, ha valorizzato il centro storico con un progetto di illuminazione, vivacizzato le vie e le piazze comasche con attività poliedriche, ideato progetti e realizzato iniziative che hanno coinvolto migliaia di bambini, e non solo. Infatti, da sempre, il target di riferimento della manifestazione è la famiglia, alla quale la Città dei Balocchi vuole regalare un Natale speciale, dalle suggestioni incantevoli. La kermesse conferma la sua valenza sociale e solidale attraverso una serie di eventi completamente gratuiti, pensati per tutti i visitatori. Le moltissime associazione onlus del territorio hanno a disposizione una prestigiosa vetrina per far conoscere le loro finalità e le attività svolte. Importanti traguardi sono stati raggiunti nelle scorse edizioni della Città dei Balocchi: è stata varcata la soglia dei 600mila visitatori in 51 giorni di eventi, con punte di 80mila persone per lo spettacolo pirotecnico durante il Capodanno in piazza. Sono stati coinvolti 24mila alunni nel Progetto Scuole, che ha visto la presenza della manifestazione in tutta la provincia con il Progetto Territorio, e oltre 30mila pattinatori si sono avvicendati sulla suggestiva pista del ghiaccio di piazza Cavour. La 14esima edizione sarà dal 1° dicembre al 20 gennaio. L’Onu ha dedicato l’intero triennio 2007-2009 al Pianeta Terra. La Città dei Balocchi ha accolto la proposta dalle Nazioni Unite e la 14esima edizione della kermesse natalizia di Como ruoterà attorno a questa importante tematica. Il Consorzio Como Turistica sarà sostenuto, nel suo ruolo di organizzatore, dall’Associazione Amici di Como, main sponsor della manifestazione, dalle Istituzioni e, come sempre, potrà contare sull’appoggio di tanti preziosi sponsor privati. Le iniziative proposte saranno così incentrate sull’educazione ambientale, per sensibilizzare le nuove generazioni al risparmio energetico e al riciclo, per sviluppare nei giovani la consapevolezza dell’importanza primaria delle risorse naturali e della conseguente necessità di tutelarle, per istruire al rispetto e alla convivenza. Gli ingredienti scelti saranno, come da tradizione: laboratori ludico– didattici, esperienze sensoriali, incontri con personaggi che svilupperanno, insieme con i bambini, la tematica ambientale, e tanti eventi che accompagneranno residenti e turisti dai primi giorni di dicembre fino all’Epifania. Allo stesso tempo, tanto spazio sarà riservato alla creatività dei bambini e alla loro fervida fantasia, bacino dal quale attingere per creare storie e immagini meravigliose. Le location saranno piazza Cavour, con il ritorno della suggestiva pista del ghiaccio da 800 metri quadrati realizzata in collaborazione con Como Servizi Urbani, il Mercato del Tipico dell’associazione Lario Monte e il battello della Navigazione Lago di Como, oltre al Broletto in piazza Duomo, sede di tantissime attività dedicate ai più piccoli. Un palinsesto ricco di sorprese, nel quale non mancheranno appuntamenti attesi da grandi e piccini: i percorsi di educazione civica con le forze dell’ordine, l’arrivo di Babbo Natale il giorno della Vigilia, i festeggiamenti per Capodanno e la visita della Befana il 6 gennaio, che come da tradizione sarà l’evento di chiusura della Città dei Balocchi. Sito Internet ufficiale: www.cittadeibalocchi.it Città dei Balocchi means tourism, tradition, culture, teaching, sport, getting together, fun, food and solidarity. Over the last 14 years this Como Christmas festivity has regenerated the historic centre by lighting it up and bringing life to Como’s streets and squares with a kaleidescope of activities, projects and initiatives involving thousands of children – and others too! The event has in fact always been oriented around the family, whom the Città dei Balocchi tries to give a special magical Christmas to. The kermesse confirms its level of social and voluntary commitment via a series of completely free events aimed to please all kinds of visitors. The area’s many onlus (a tax-back scheme) voluntary groups are provided with a shopwindow to showcase their aims and activities. Recent editions of Città dei Balocchi have reached impressive milestones: over a 51-day period over 600,000 visitors have taken part in the festivities, peaking at 80,000 for the New Year’s Eve firework display in the square; and 24,000 pupils were involved in the Schools Project which was repeated all over the province as part of the Territory Project; more than 30,000 skaters took turns on the evocative ice rink in Piazza Cavour. The 14th Edition will be from 1st December to 20th January. UNO has dedicated the three years 2007-2009 to the Planet Earth. Città dei Balocchi has taken up the United Nations’ cause and Como’s 14th Christmas edition will focus on this crucial issue. In its organisational role the Como Tourist Board will be supported by the Friends of Como Association (the event’s main sponsor), Official Institutions, and, as always, it will be able to count on the backing of its many precious private sponsors. The agenda will thus focus on environmental education, so as to make the younger generation aware of energy saving and recycling, as well as the vital importance of natural resources and the consequent necessity of safeguarding them, and on teaching respect for and how to live in harmony with the earth. There will be the traditional mix of ingredients: playing/instructive workshops, sensory experiences, seminars with personalities who – together with the children – will develop environmental themes, and many other events to accompany locals and visitors alike from early December up to Epiphany. At the same time a great deal of space will be devoted to children’s creativity and their fertile imaginations, always a fount of stories and wonderful imagery. It will all be happening in Piazza Cavour (with the return of the evocative 800sq-m ice-rink undertaken in collaboration with Como Urban Services, the Lario Monte Association’s Typical Produce and the Lake Como Navigation’s pleasure boat) in addition to Broletto in Piazza Duomo – the venue for many children’s activities. So it’s a surprise-packed agenda, without neglecting events both young and old will be looking forward to: the civic training events with the police, the arrival of Father Christmas on Christmas Eve, the New Year’s Eve celebrations and a visit from the Befana on 6th January, which will be the traditional way of rounding off the Città dei Balocchi. Official Website: www.cittadeibalocchi.it

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Christmas in Como means Città dei Balocchi

Photo by Augusto Santini 119


TERRITORIO Da sempre le banche fanno del mecenatismo. Già nel Rinascimento i banchieri fiorentini hanno dapprima affiancato e poi sostituito principi e sovrani nell’attività di promozione diretta dell’arte e della cultura. E questa attività si è protratta fino ai nostri giorni, anche se con modalità e attività molto diverse e differenziate. Il mecenatismo nasce, come dice il nome stesso, con l’aretino Caio Mecenate (69 a.C. - 8 a.C.), che finanziò i grandi artisti e scrittori del suo tempo, come Virgilio e Orazio, non solo per amore dell’arte, ma anche perché celebrassero le glorie di Roma attraverso spettacoli, canti e creazione di opere d’arte. Allora come oggi, quindi il mecenatismo non era e non è fine a se stesso e disinteressato. Attraverso il suo sostegno all’arte, il mecenate cerca di avere quale contropartita un ritorno di immagine a livello culturale e ambientale. Così come Caio Mecenate utilizzava gli artisti per sponsorizzare l’impero di Cesare Ottaviano Augusto con un ritorno di prestigio per Roma, così anche oggi chi fa del mecenatismo vuole un ritorno di prestigio per se stesso o, nel caso per esempio di una banca, per l’istituto che rappresenta. Continuando l’attività delle banche di un tempo, anche i moderni istituti di credito hanno creato raccolte stabili d’arte e altre attività culturali per avere un forte impatto sociale e sostenere così l’immagine aziendale. Pur facendo salvo quindi il principio che mecenate è colui che sostiene e protegge le arti e la cultura in genere, garantendone la liberalità, è innegabile che oggi il mecenatismo si inserisca nel contesto delle politiche aziendali e in questo senso il confine tra mecenatismo e sponsoring è sempre più esiguo. Lo sponsoring è un’attività di marketing e quindi rappresenta un costo dal quale ci si attende un risultato, in questo caso in termini di immagine, di comunicazione globale dell’azienda. Gli interventi sono spesso occasionali, senza responsabilità sociali e culturali. Lo sponsoring può essere attivo (promozione diretta), oppure passivo (solo finanziamento). Il mecenatismo da parte sua è un impegno continuativo con responsabilità di impatto culturale e ambientale. Fare mecenatismo significa prendere parte alla sua realizzazione sin dalla fase di progettazione, con un impegno che può protrarsi a lungo-medio termine.

Banks and Patronage bound to be together

Le banche e il mecenatismo 120

Un binomio indissolubile

Pur essendoci quindi delle chiare differenze tra le due attività, ci sono però anche, e sempre di più, dei punti di contatto. L’impegno culturale infatti impatta l’immagine dell’azienda sia all’esterno sia all’interno, ne plasma l’identità, contribuisce a un inserimento più o meno ottimale nel tessuto in cui opera e, non da ultimo, concorre a formare l’intreccio di relazioni con tutti i suoi stakeholders. In questo senso il mecenatismo è un elemento chiave di una moderna corporate social responsability. La banca BSI, fin dalla sua nascita nel 1873, è stata e continua a essere all’avanguardia nel promuovere eventi e progetti di grande interesse nel campo della cultura e dell’arte, nella convinzione che il valore di ogni patrimonio, non solo finanziario o immobiliare, sia un bene prezioso per la comunità in cui la banca stessa opera. Come istituto bancario caratterizzato da storicità e tradizione, BSI ha sempre mantenuto un forte impegno nella realizzazione di numerose iniziative di prestigio, come esposizioni di raccolte rare e di collezioni esclusive nel programma BSI Album, volumi e pubblicazioni e festival di grande rilievo. BSI si impegna soprattutto in una compartecipazione culturale, sociale e umana sia nella comunicazione sia nel supporto organizzativo degli eventi. Un’iniziativa di cui BSI va particolarmente fiera è il sostenere attivamente giovani talenti nel settore musicale tramite i programmi Borsisti BSI e BSI Monaco Music Masters. Quest’ultimo è nato nel 2006 in collaborazione con l’Accademia di Musica Fondazione Principe Ranieri III e propone ai giovani talenti di beneficiare dei consigli dei più grandi maestri, attraverso sessioni esclusive. I BSI Monaco Music Masters si svolgono due volte all’anno per tre giorni con la partecipazione eccezionale del grande violinista Renaud Capuçon, a cui BSI ha affidato l’Isaak Stern ex Panette, Guarneri del Gesù, 1737, uno dei più mirabili esempi dell’epoca. A partire dal 2008, seguirà, ogni due anni, un programma della durata di una settimana, suddiviso in quattro discipline musicali con la partecipazione nel 2008, tra l’altro, di Emmanuel Pahud (flauto) e Stephen Kovacevich (piano). BSI è entusiasta di proporre il Progetto Martha Argerich rinomato a livello internazionale. Un documentario inedito sulla quinta edizione del progetto Martha Argerich e una galleria fotografica sono fruibili tramite il sito Internet www. bsi.ch dove il visitatore ha l’occasione di apprezzare gli sguardi carichi di concentrazione, l’agitazione prima di salire sul palco, l’euforia che segue una splendida esecuzione e l’entusiasmo durante le prove e poi ancora le prove e interviste inedite. Inoltre, l’Istituto bancario ticinese organizza, quest’anno per la quarta volta, tra Natale e Capodanno, nella splendida cornice dell’Eglise du Bois a St. Moritz, il BSI Winter Festival. I concerti pubblici di quest’anno si terranno il 27, 29 e 30 dicembre alla presenza di star internazionali come i fratelli Capuçon e il loro Quartetto d’archi, Paul Meyer e Michel Dalberto. L’impegno di BSI nelle arti è visibile anche attraverso la BSI Art Collection, nata nel 2000 come il risultato del desiderio della banca di essere coinvolta nel collezionismo d’arte contemporanea con lo scopo di rafforzare le relazioni con i clienti con i quali vuole condividere interessi, passioni e valori e la volontà di confermare il suo impegno verso il territorio dove opera, creando una memoria sociale e una collezione fruibile anche al pubblico. La BSI Art Collection annovera opere di artisti di grande fama internazionale, dislocati nelle varie sedi di BSI, sia in Svizzera sia all’estero. I cataloghi dedicati ai vari artisti e ai progetti “site-specific” sono reperibili nelle librerie specializzate, mentre un elenco delle opere in collezione si trova sul sito Internet www.bsi.ch/bsiartcollection. Pur trasformatosi nel tempo, per molti versi il mecenatismo è rimasto invariato. Oggi come agli albori ci sono gli elementi indispensabili come il prodigarsi operando in un forte contesto di responsabilità sociale, come pure il prestigio che si ricava dall’atto di mecenatismo che si è compiuto.

Banks have always acted as patrons. Even in Renaissance times Florentine bankers would stand side by side with – and later take the place of – princes and sovereign in the direct promotion of art and cuture. Such activities are still going on, albeit in totally different and varied ways. Mecenatismo (patronage) as its name implies was the brainchild of an inhabitant of Arezzo, Caio Mecenate (69 BC - 8 AD) who used to sponsor great artists and writers of his day – such as Virgil and Horace – not just for the sake of art, but also to encourage them to celebrate the glories of Rome through shows, singing, and the creation of works of art. So then as today patronage was not (and is not) an end in itself and disinterested; via their backing of art, patrons seek to obtain a return in the form of cultural and environmental image. So just as Caio Mecenate would use artists to sponsor Cesare Ottaviano Augusto’s empire and enhance Rome’s prestige, so today too purveyors of patronage want some prestige for themselves or – in the case for example of a bank – of the institution they represent. In keeping with tradition, modern banking institutions have also collected items of art and have got involved in cultural activities to make a strong social statement and thus enhance the company image. So while safeguarding the principle that patrons back and protect the arts and culture in general by guaranteeing their liberal status, it is nevertheless true that patronage nowadays plays a role in company policy; and in this sense the line between patronge and sponsorship is becoming increasingly blurred. Sponsorship is connected with marketing and thus represents a cost necessitating results, in this case in terms of the company’s image and global communication. Action often tends to be sporadic with little concern for its social and cultural impact. Sponsorship may be active (direct promotion), or passive (just financial). Patronage for its part means continuous commitment and awareness of its cultural and environmental impact. Responsible patronage means being involved in its implementation right from the planning stage, with a commitment which may be long or medium term. So while there are obvious differences between the two activities, they do also however (and increasingly so) overlap at the edges. Cultural commitment in fact impacts on a company’s image both outside and inside its walls, moulding its identity and contributing to its more or less optimum insertion into the fabric where it operates; and not last it contributes to the formation of a close-knit relationship with all its stakeholders. In this sense patronage is a key factor in modern corporate social responsibility. Right from its inception in 1873 the BSI bank was and still is on the cutting edge when it comes to promoting events of great cultural and artistic interest, with the conviction that an area’s heritage (not only in terms of finance or real estate) is a precious asset to the community where the bank operates. As a banking institution steeped in history and tradition, BSI has always been strongly committed to realizing prestigious initiatives, such as exhibitions of rare and exclusive collections as part of its BSI Album programme, books and other publications, and event-filled festivals. BSI is above all committed to cultural, social and people-oriented involvement both regarding communication and organizational support of events. One initiative BSI is particularly proud of is its active endorsement of talented young musicians through its BSI scholars and BSI Monaco Music Masters programmes. The latter came into being in 2006 in collaboration with the Accademia di Musica Fondazione Principe Ranieri lll, and encourage talented young people to benefit from advice from great maestros, through personally-tailored tuition. BSI Monaco Music Masters sessions are held for three days twice a year with the unique involvement of the great violinist Renaud Capucon, whom BSI has entrusted with the Isaak Stern exPanette, 1737 Guarneri del Gesù, one of the finest

Guarneriuses of its time. Every two years commencing in 2008 there will be a week-long programme, subdivided into four musical disciplines with the participation in 2008 (among others) of Emmanuele Pahud (flute) and Stephen Kovacevich (piano). BSI is delighted to endorse the internationally acclaimed Martha Argerich Project. An unaired documentary on the fifth edition of the Martha Argerich Project and a photo gallery are accessible on the website www. bsi.ch where visitors have the chance to appreciate the level of concentration on actors’ faces, their nervousness before a stage appearance, the euphoria after a magnificent performance, their enthusiasm during the rehearsals, and then again rehearsals and interviews never seen before. This year for the fourth time between Christmas and New Year’s Eve the Bank is moreover organizing the BSI Winter Festival to the splendid backdrop of the Eglise du Bois in St Moritz. This year’s concert for the public will be performed on 27th, 29th, and 30th December with such international stars as the Capucon brothers and their String Quartet, Paul Meyer and Michel Dalberto. BSI’s commitment to the arts is also evident in the BSI Art Collection, the turn-of-the-century brainchild of the bank’s desire to be involved in contemporary art collecting so as to consolidate relations with customers by sharing their interests, emotions and values while confirming its commitment to its operational catchment area via the creation of a social memory as well as a collection for public enjoyment. The BSI Art Collection exhibits works by internationally renowned artists, in its various Swiss and foreign branches. Catalogues devoted to the various artists and ‘site-specific’ projects are available in specialist bookshops, whereas a list of the works in the collection can be consulted on the website www.bsi. ch/bsiartcollection. Despite being changed by the passage of time, patronage has remained the same in many ways: today, as at the dawn of civilization, some of its aspects are indispensable such as doing your utmost to be socially responsible, and the prestige acquired when an act of patronage is fulfilled.

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Archiviato il positivo bilancio della prima parte del 2007, Lariofiere è pronto per ospitare le importanti manifestazioni d’autunno, a iniziare dal main event della Mostra Mercato dell’Artigianato, poi Costimpresa, Innovatech e Automotorshow. Il polo espositivo di Erba si candida a svolgere un ruolo sempre più centrale per il sistema economico lariano, di cui è diretta espressione. «Abbiamo aspettative importanti per questo ultimo scorcio del 2007: vogliamo confermare i buoni risultati conseguiti da inizio anno fino all’estate e consolidare così il nostro ruolo di centro espositivo di primo

Having filed away the positive balance sheets for the first part of 2007, Lariofiere is ready to host the major autumn events, kicking off with the main one called the Market Crafts Exhibition, followed by Costimpresa, Innovatech and the Automotorshow. The exhibition venue of Erba is on offer to play an increasingly pivotal role in Como’s economic system, of which it is a direct expression. “We’ve got great expectations for the tail-end of 2007: we want to confirm the good results obtained from the beginning of the year up to the summer and thus consolidate our role of leading exhibition centre on

Sotto, il polo espositivo Lariofiere a Erba Below, Lariofiere, the exhibition venue of Erba

piano nel circuito regionale» spiega Massimo Sesana, presidente di Lariofiere. «Con il direttore Silvio Oldani e tutti i nostri collaboratori – prosegue Sesana – abbiamo messo a punto gli aspetti operativi delle prossime fiere in calendario, incontrando le associazioni di categoria espressione del tessuto economico del territorio delle due province di Lecco e Como. Il lavoro, fianco a fianco con le associazioni e le istituzioni, è infatti una delle risorse da cui, come centro congressi, non possiamo né vogliamo in alcun modo prescindere. È un rapporto vitale, che dà costantemente linfa di idee, energie e opportunità a Lariofiere, in uno scambio sinergico che ha quale obiettivo la crescita del territorio lariano». Molti infatti sono gli eventi che si collocano nel solco di

the regional circuit”, explains Lariofiere president Massimo Sesana. “With the director Silvio Oldani and all our other colleagues”, Sesana goes on, “we’ve fine-tuned the operational aspects of the forthcoming fairs on the agenda, and met trade affiliates who are the expression of the Lecco and Como Provinces’ economic fabric. Our work side by side with associations and institutions, and our congress centres, are resources we neither can nor wish to disregard in any way. We enjoy a vital rapport which constantly gives rise to ideas, opportunities and a vigorous approach at Lariofiere, in a synergic exchange aimed at promoting growth in the Como

e la mostra mercato dell’artigianato

Lariofiere and the Market Crafts Exhibition

LARIOFIERE

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questa partnership: «Pensiamo a Ristorexpo, o alla Meci. A fine ottobre vi è poi la Mostra Mercato dell’Artigianato, l’evento che più di ogni altro mobilita visitatori, lo scorso anno arrivati a toccare le 80mila presenze: qui il ruolo delle associazioni di Confartigianato Imprese di Como e Lecco è assolutamente centrale a livello di progettazione, organizzazione, scelte strategiche e coinvolgimento degli operatori». Proprio della Mostra Mercato dell’Artigianato ci anticipa i contenuti il presidente del comitato promotore della 34esima edizione, Alberto Crippa. «Si tratta del mio secondo anno di presidenza – spiega Crippa – da quando ho preso in mano le redini della mostra, mi sono posto tre obiettivi: riportare la qualità delle produzioni artigianali in fiera, selezionare gli espositori e qualificare l’intero mondo dell’artigiano, facendo vedere tutte le

area”. Many are the events which can be set in the context of this partnership: “Take Ristorexpo or Meci. At the end of October there’ll be the Market Crafts Exhibition, the one event that really does pull the public in, which last year got up to 80,000 visitors; here the role played by the Como and Lecco’s Confartigianato Business Associations is absolutely pivotal to planning, organization, strategic choices and operator involvement”. President of the 34 th edition promotion committee Alberto Crippa gives us a sneak preview of that same Market Crafts Exhibition. “This is now my second year of being president”, Crippa elucidates. “Since I’ve been in charge of the exhibition, I’ve set my sights on three objectives: bring back craftsmanship quality to the fair, carefully select exhibitors and set a global

categorie al pubblico. Non siamo imprenditori di serie B. Il nostro settore spazia dalla moda alla meccanica, noi artigiani ci avvaliamo della stessa tecnologia dei grossi gruppi industriali e in più mettiamo in campo il nostro bagaglio di esperienza sul campo». La Mostra Mercato dell’Artigianato ha aperto un dialogo anche con la cultura. «L’appuntamento di Lariofiere deve essere come la “Settimana della moda di Milano”, con numerosi eventi collaterali culturali – aggiunge il presidente Crippa - così abbiamo ideato il concorso letterario per scrittori, giornalisti e anche gente comune. Diamo spazio anche alla pittura, abbiamo chiesto ai giovani di disegnare gli artigiani, perché è bello capire quale è la nostra immagine tra le nuove generazioni». Qual è il target della vostra mostra? «L’anno scorso abbiamo staccato oltre 50mila biglietti, l’ingresso a 3 euro è un chiaro invito per le famiglie, che portino alla

standard for crafts, and make sure the public see a complete range of categories. We’re not 2 nd class businessmen: our sector ranges from fashion to mechanics; we artisans have access to the same technology as big industrial operators, and what’s more we have working expertise at our disposal”. The Market Crafts Exhibition has struck up a dialogue with the world of culture too. “Lariofiere as an event has got to be like ‘Milan Fashion Week’, with all sorts of spin-off events”, adds president Crippa. “So we’ve thought up a literary competition for writers, journalists and even the general public. We cater for painting as well, and we’ve asked young people to paint artisans – it’s nice to find out what image the younger generation has of us!” Who is your exhibition targeting? “Last year we tore off over 50,000 tickets; the 3-euro admission

Sotto e a destra, due stand di Lariofiere durante la Mostra Mercato dell’Artigianato Below and right, two Lariofiere’s stands during the Market Crafts Exhibition

mostra anche i figli e i nonni. Il percorso espositivo è semplice, abbiamo creato tre ambienti distinti, la casa, gli alimentari e l’oggettistica. E tutte le sere avremo incontri con scrittori, grandi sportivi e giornalisti su varie problematiche del mondo attuale, poi una mostra fotografica e uno spazio tutto per i bambini. Non mi resta che invitare tutti a Lariofiere dal 27 ottobre al 4 novembre, per l’inaugurazione avremo il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Guerini oltre a Renato Mannheimer che presenterà il suo studio sul nostro settore». Un grande evento per Lariofiere, che sa mettere le proprie professionalità e il proprio know-how al servizio delle esigenze espresse dalle rappresentanze del tessuto imprenditoriale locale: «Ci collochiamo in una terra di mezzo – aggiunge Massimo Sesana, presidente

dell’ente espositivo – Lariofiere non è Fiera Milano e non può avere le ambizioni nazionali o internazionali di questo polo; ma non è nemmeno un piccolo ente che vive per una sola manifestazione all’anno. E, a livello di localizzazione, si trova a Erba, a metà strada tra Lecco e Como. Se sappiamo valorizzare questi aspetti, come abbiamo cercato di fare in questi anni, e trasformarli in punti di forza, allora abbiamo un futuro. Dobbiamo cercare di costruire eventi che siano al servizio della crescita complessiva delle province di Lecco e Como e sappiano svolgere una funzione di richiamo verso la Brianza e la Valtellina. E dobbiamo esprimere una qualità, un’efficienza e un’efficacia organizzativa, di comunicazione e di marketing».

charge is a clear invitation for families to bring children and grandparents along to the show too. The display layout is simple: we’ve created three distinct environments, the home, food and gift items. And every evening we’ll be having meetings with writers, big names from the world of sport, and journalists discussing current world issues, then a photographic exhibition and an exclusive slot for children. I’ll end by inviting you all to Lariofiere from 27th October to 4 th November, to be inaugurated by National Confartigianato President Giorgo Guerini, and Renato Mannheimer who will be presenting his treatise on our sector”. It’s a great event for Lariofiere, which knows how to gear its expertise and know-how to the requirements expressed by those representing the fabric of local enterprise: “We’re in a halfway house”, adds Exhibition

President Massimo Sesana. “Lariofiere isn’t Milan Fair and can’t expect to have the same national or international ambitions as they do; but neither is it a little, one-off, annual event entity. And as far as its location is concerned it’s in Erba, midway between Lecco and Como. If we can appreciate these factors (as indeed we have in recent years) and turn them into strengths, then we’ve got a rosy future. We must seek to organize events serving to promote overall growth in the provinces of Lecco and Como, which will also tempt Brianza and Valtellina into the fold. And our keywords must be quality, efficiency, and organizational effectiveness from the point of view of communication and marketing”.

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The first ten years of the Compagnia delle Opere

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I primi anni della

delle

«In questo articolo non vorremmo celebrare la nostra storia», Paolo Gozzoli da alcuni mesi ha sostituito Pietro Bazzoni nel ruolo di direttore della Compagnia delle Opere di Como e Sondrio e inizia così la sua chiacchierata nell’avveniristica sede della Cdo, in via Oltrecolle a Como. Non è semplice non celebrare però chi in soli dieci anni di storia si è fatto così notare per dinamismo e capacità di fare squadra all’interno dell’eterogeneo panorama del mondo delle imprese lariano. Sfogliando i numeri di quella che diventò associazione territoriale nel 1997, si rimane a bocca aperta. Il grafico degli associati è in crescita esponenziale. Ha raggiunto e superato quota mille nel 2000 e varcato i duemila all’inizio di quest’anno. I membri della Cdo si dividono tra i settori Manifatturiero (43%) dei Servizi (28%) e del Commercio (27%) il restante 2% è rappresentato dall’Agricoltura e dalle Imprese sociali. Le piccole e medie realtà, con un fatturato da 100mila a 1 milione e mezzo di euro, rappresentano il 73% della Cdo, dove non mancano però grossi gruppi industriali, quali Also Enervit, Bennet, Iperal, Sampietro, Riva 1920, ecc. Il 9% degli associati fattura oltre 5milioni di euro e l’1% conta oltre 100 dipendenti. «Il lavoro è l’espressione del nostro essere… dal cuore il lavoro, dal lavoro l’opera. L’io, il potere, le opere». Sono queste la prima e l’ultima frase di don Luigi Giussani, padre spirituale della Cdo con papa Leone XIII, che compare sulla pergamena del decimo anniversario. Frasi che ben rendono le solide radici culturali della compagnia che più di altre associazioni di categoria, e con le stesse associazioni di categoria, ha dimostrato la capacità di lavorare insieme. Come è grande la capacità di fornire servizi a basso costo. «In particolare in un

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opere

“This article is a celebration of our history”, says Paolo Gozzoli who took over some months ago from Pietro Bazzoni as director of the Compagnia delle Opere in Como and Sondrio, thus beginning his chat in the CDO’s futuristic headquarters in Via Otrecolle in Como. But it’s hard not to celebrate someone who in just ten years of history so stood out for his dynamism and skill at team-building within the heterogeneous panorama of Como’s corporate world. Glancing at the figures of what became an area association in 1997 will make your jaw drop. The graph of numbers of members shows exponential growth: it went through the 1000-mark in 2000 and topped 2000 early this year. CDO members are split between the Manufacturing (43%) and the Service (28%) sectors, and that of Trade (27%), and the rest (2%) is made up of Agriculture and Social Bodies. Small and medium-sized businesses with a turnover between 100 thousand and a million and a half euros makes up 73% of the CDO, albeit including some large industrial concerns such as Also,Enervit, Bennet, Iperal, Sampietro, Riva 1920, etc. 9% of members have a turnover of more than 5 million euros and 1% have a workforce of at least 100 employees. “Work is the expression of our being... work stems from the heart, deeds stem from work. The ego, power, deeds”. These were the first and last words uttered by Don Luigi Guissani, the CDO’s spiritual father together with Pope Leone XIII, which appear on the 10th anniversary parchment document. Words indicative of the society’s solid cultural roots, which more than other business affiliations (yet often with those same affiliations) has shown its ability to work together – like its great ability to provide low-cost services. “Especially at a time when the GNP is ticking over, you need to save and cut down on your overheads. This strategy

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Sotto, alcuni momenti delle celebrazioni per il decimo anniversario della Cdo, sulla motonave Orione. In basso a destra, Attilio Briccola, Raffaele Vignali (presidente nazionale della Cdo), Pietro Bazzoni e Paolo Gozzoli Below, some moments of 10th Anniversary celebration of the Compagnia delle Opere, on Orione motorship. Bottom right, Attilio Briccola, Raffaele Vignali (CDO’s national president), Pietro Bazzoni and Paolo Gozzoli

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momento in cui il Pil non cresce, bisogna perseguire la strategia del risparmio, della riduzione dei costi fissi. Così nascono le nostre convenzioni relativamente all’energia, alla telefonia, alle banche. Pagare meno è la prima forma di risparmio». Così possiamo tornare ai numeri, sono quasi 4mila i conti correnti bancari in convenzione tra la Cdo di Como e Sondrio con oltre 10 istituti di credito di primaria importanza, oltre 50 i mutui o i finanziamenti erogati ogni anno. Cinquecento associati utilizzano la “Convenzione sulla Telefonia Mobile” con oltre 2.500 linee, da oltre tre anni, 240 aziende sono abbonate al servizio Icn (Telefonia Fissa, Adsl e Voipe), infine oltre 100 associati risparmiano, acquistando energia elettrica sul mercato libero, tramite una spa costruita ad hoc: “Utilità”. «La prima cosa per noi è la centralità delle persone – interviene però Gozzoli - La nostra mentalità ci spinge a seguire le esigenze della gente, a partire da quello che c’è. Sono importanti, ma non fondamentali i servizi e le convenzioni. Lo scopo dell’associazione è rimettere al centro l’associato. Ci consideriamo una compagnia di imprenditori più che una compagnia di imprese. Crediamo nel principio delle relazioni, così per noi vivere gli appuntamenti culturali, di carità e di business diventa la stessa cosa». E sono numerosi gli appuntamenti organizzati dalla Cdo, dalla fiera “Matching” che vedrà quest’anno 100 aziende di Como e Sondrio tra i 1.500 espositori, dal 19 al 21 novembre, con l’assemblea generale della Cdo, alla colletta del Banco Alimentare, sabato 24 novembre, e alle “tende Avsi” di fine anno.

internazionalizzazione; ma più di tutto ha generato rete e relazione tra gli associati, il vero elemento distintivo di una compagnia di imprenditori». Alcuni vi rimproverano un’eccessiva vicinanza tra fede e affari. Opere e sacrestia… «Bene, vuol dire che nel tempo siamo riusciti nell’intento di farci capire. La Cdo va a pescare nell’esperienza cristiana già nella sua origine, in particolare nell’adesione di alcuni al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione fondato da don Giussani. Fu proprio lui nell’86 a provocare alcuni di noi sulla nostra amicizia nel fare impresa, dicendo che se non eravamo in grado di aiutare un nostro amico di Alcamo a vendere il suo vino, se non lo si sosteneva nella ricerca di un mercato, non avremmo mai vissuto “un criterio ideale e un’amicizia operativa”. Oggi questo è il nostro motto più caro e, visto che più l’albero cresce, più deve andare in profondità con le radici, cercheremo di essere sempre più attenti a quella esperienza originale». E il rapporto con la Camera di Commercio? «È strettamente una questione di numeri, di rappresentanza. E’ ciò che legalmente ci spettava. In questi anni abbiamo lavorato bene, anzi molto bene, al punto che sono certo di non essere smentito se affermo che in questi anni il modo di fare impresa della provincia lariana ha fatto, con l’aiuto di tutti, grossi passi avanti». Politica e Cdo, in Italia e a Como. Mi pare ci sia stato molto in questi dieci anni. «Sì! Perché la politica, come le opere, ci interessa in quanto fa

Dopo questa doverosa introduzione, la parola di chi è presidente da dieci anni della Cdo, Attilio Briccola, che spiega così la “Compagnia”. «Un’associazione di imprenditori e di imprese: ecco cos’è la Cdo: anzi, probabilmente sarebbe più corretto definirla un’amicizia tra imprenditori e tra imprese con lo scopo di aiutarsi nel lavoro e nella vita quotidiana. Un tentativo ben riuscito di fare qualcosa assieme». Le va di fare un po’ di storia? «Bisogna per forza partire dal primo gruppo di amici che, già nel 1995, vivevano la storia di Cdo a Como come sede staccata di quella nazionale. Poi, nel ’97, incoraggiati dagli stessi imprenditori, decidemmo di impegnarci più a fondo col mondo imprenditoriale lariano, fondando la sede locale». Qual è la prima cosa che viene in mente ad Attilio Briccola se uno dice Compagnia delle Opere? «La prima parola è “grazie!” Nel fare la Cdo sono cresciuto come uomo e come imprenditore, grazie soprattutto al contatto diretto con chi nel Comasco condivide esperienze simili. E il mio augurio più grande è che la stessa esperienza sia stata fatta da ognuno dei nostri associati, che nel tempo si sono avvicinati, per curiosità, convenienza economica, desiderio di fare assieme, alla Cdo». Come è cambiata l’Associazione in questi dieci anni? «È cambiata assieme all’imprenditore comasco e valtellinese. Ha fornito servizi e convenzioni; ha fatto risparmiare in banca e sulle pubbliche utilità; ha proposto innovazione e

parte della capacità di appassionarsi alla realtà, al bene comune, senza pregiudizi e senza l’immobilismo prodotto dall’esasperata contrapposizione di due schieramenti, come è attualmente. La passione per il bene dei nostri associati passa attraverso la passione al bene nostro, delle nostre famiglie…di tutti. Per questo la vera e unica strada resta quella dell’educazione, unica posizione in grado di rilanciare il sistema Italia. È da qualunquisti accusare astrattamente politica ed economia senza ripartire dall’esperienza della responsabilità di ognuno, nell’ambiente in cui gli è dato da vivere». A chi il ringraziamento più sentito? «A mio padre e mia madre innanzitutto, per la semplice e intensa fede che mi hanno comunicato. A mia moglie, ai miei figli e ai miei fratelli per il tempo che occupo in associazione sottraendolo alla famiglia e all’azienda. Poi a tutti quelli, direttivo, struttura, associati, che in questi anni hanno contribuito alla grande sfida che si chiama Compagnia delle Opere».

led to agreements connected with energy, telephone services and banks. Paying less means saving. “ So it’s back to figures: almost 4000 current accounts enjoy the benefits of agreements between the Como and Sondrio branches of the CDO with over 10 major banks, in addition to 50 mortgages or other types of loan taken out every year. 500 members have taken advantage of a ‘Mobile Phone Agreement’ with more than 2500 lines for over three years, 240 businesses subscribe to a service called ICN (Landline, Broadband and VOIP), and lastly over 100 members save by buying electricity on the open market, through a purpose-formed public company : ‘Utilità’. At this point Gozzoli butts in: “We’re people-oriented; our mindset spurs us on to meet people’s needs, beginning with what we’ve got. Services and agreements may be important but they aren’t crucial. The association’s brief is to put members back into the spotlight; we look upon ouselves as a company of businessmen rather than a company of businesses. We’re about relationships, so it’s all the same to us whether we’ve got a date with culture, charity work or business”. And CDO’s agenda is jam-packed with event dates from the fair called ‘Matching’ which this year will have 100 Como and Sondrio firms among its 1500 exhibitors (19th - 21st November), with the CDO’s AGM, to the Food Bank’s collection (24th November), and the ‘AVSI Marquees’ winding up the year.

Como and Valtellina entrepreneurs. It has provided services and agreements; it has cut members’ bank and utility charges; it has encouraged innovation and internationalization; but above all it has a relations’ network between its Members, which is what an Entrepreneurial Association is all about”. Some might accuse a business set-up of having too cosy a relationship with the church. Worldly works mixing with things sacred... “Well, it simply means that over time we’ve managed to get our point across. Right from its early days the CDO was into Christian experience, in particular regarding the fact that some folk were members of the Ecclesiastical Movement of Communion and Liberation founded by Don Giussani. Back in ‘86 he was the very one to pull some of us up about friendship in business, by saying we couldn’t help an Alcamo friend to sell his wine unless we helped him market it; we could never hope to live out “an ideal criterion and a functional friendship”. This is now our most precious motto – and seeing that the more a tree grows the deeper its roots need to be, we’ll endeavour to adhere more and more deeply to our association’s original principles”. What about your relationship with the Chamber of Commerce? It’s strictly a question of numbers, of representation. That’s what was ours by rights. Over the last few years we’ve been successful – in fact very successful – to the point that I don’t think I’m exaggerating

After this necessary introduction we’re going to hand over to the CDO’s president for the last ten years Attilio Briccola who explains the ‘Company’ like this: “It’s an Association of Business People and Businesses, that’s what the CDO is; indeed, it would probably be more correct to define it as a friendship between business people and businesses who try to help one another in the workplace and in their everyday lives: a successful attempt to do things together”. Can you give us some historical background? “You’ve really got to go back to that first group of friends in 1995 who were already running a CDO branch in Como as an offshoot of our National Association. Then in ‘97 with encouragement from the businessmen themselves we decided to become more deeply committed to Como’s entrepreneurial world by founding a Local Branch”. What’s the first word that comes into Attilio Briccola’s head if someone mentions the CDO? “It’s just got to be “Thank you!” In setting up the CDO I’ve grown both as a person and a businessman, thanks especially to coming into direct contact with Como folk who share similar experiences. And it’s my sincere wish that such an experience is shared by all our members who over time have become involved with the CDO, out of curiosity, vested interests, or simply wishing to do things together”. How has the Association changed over the last ten years? “It has changed together with

if I say that Como Province’s business organization over recent years has (thanks to everyone’s contribution) grown by leaps and bounds”. National and local politics and the CDO: I reckon it’s all been happening over these last 10 years... “Right on! Because politics – like works – interests us, in that it’s part of one’s ablity to become passionately involved in real situations and the common good without bias and that immobilism caused by an exasperated lack of bipartisan cooperation, as is the case at the moment. Our passionate concern for our members’ wellbeing is on a par with the passionate concern for our wellbeing of our families... of everyone. To this end the only real tool is education, which would regenerate Italy too. It’s superficial to vaguely criticise political and economic activity without considering individual reponsibility in the environment one happens to live in”. Who do your greatest thanks go to? “To my parents first of all for the deep simple faith they blessed me with; followed by my wife and children and brothers for putting up with all the time I spend at the association away from my family and the firm. Then to all the managerial and affiliated bodies and members who have contributed over the years to that great challenge called Compagnia delle Opere”.

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autunno inverno COAST+WEBER +AHAUS

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Collezione Uomo Autunno Inverno 2007-2008

Men’s Collection Autumn Winter 2007-2008

Un autunno inverno 2007-2008 che invita a una nuova creatività nel mescolare stili e citazioni, verso un’eleganza assolutamente individuale da veri new dandy. Coast Weber Ahaus dà una sua rilettura trasgressiva, giocosa, molto raffinata, di linguaggi ben codificati. Tre i temi in collezione. College Bad Boys, Harlem Shuffle, SportStory. Tre modi di essere da fondere e confondere, in un personale mélange di emozioni.

The 2007-2008 autumn-winter season invites us to embrace new creativity when it comes to mixing styles and references, heading in the direction of a wholly individual brand of elegance inspired by the new dandy. Here, Coast Weber Ahaus gives its own irreverent, playful yet refined take on well-defined concepts. The collection features three themes. College Bad Boys, Harlem Shuffle and SportStory. Three ways of being that can be blended and muddled together for a personal mélange of emotions.

College Bad Boys. Iperformale e rigoroso, è l’abbigliamento da ragazzi del college, dall’aspetto impeccabile e con un lampo di cattiveria negli occhi. La divisa è perfetta, con gli stemmi dei campus ben riconoscibili e citati un po’ ovunque, il completo giacca e bermuda in gessato di flanella con bordi in grosgrain, i calzettoni in lana grossa a righe e la tracolla school bag in spina di shetland. A completare un mondo apparentemente irreprensibile, giocato nei toni del bordeaux, del grigio mélange, del blu e dell’ecrù, sono i classicissimi pullover argyle in cachemire, i caban in panno con interno in pelo bianco e dettagli raffinati come il fazzoletto da taschino, sempre con stemma. Ma il lato dark si rivela nelle stampe di sapore gotico delle camicie, con effetti di inedita ed elegantissima classicità animata da un tocco di mistero. Fra “Another Country” e “l’Attimo fuggente”.

College Bad Boys. Ultra-formal and severe, this is the clothing worn by college boys with an impeccable look and a wicked glint in their eyes. The uniform is perfect, with clearly recognisable campus blazons cropping up everywhere, on the flannel pinstripe jacket and Bermuda shorts with grosgrain trim, the heavy striped wool trousers and the school-style shoulder bag in Shetland herringbone. This apparently irreprehensible group played out in shades of maroon, mélange grey, dark blue and ecru is rounded off with the ultra-classic argyle pullovers in cashmere, cloth pea jackets with lining in white fur and refined details such as the pocket handkerchief, also adorned with a blazon. But the dark side comes through in the Gothic prints of the shirts, where the effects of a new and exceedingly elegant classical style are brought to life with a touch of mystery. Half-way between Another Country and Dead Poet’s Society.

Harlem Shuffle. Nuovi ritmi, scenari urbani, pura energia. Gli esordi del rap sul finire degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, e un’eleganza vistosa, aggressiva, da neri del ghetto. Traendo il meglio dalle suggestioni di quel periodo, rivisitato con un gusto sempre perfettamente calibrato. Protagonista è il tre pezzi, giacca, pantaloni, gilet, autentico culto di allora qui rieditato con grande cura sartoriale e materiali pregiati, come la grisaglia e le spine inglesi di lana. Un classico, mosso a sorpresa alla maniera di Coast Weber Ahaus, con dettagli luccicanti e ironici come le catene e gli anelli d’oro. È il ritorno del fancy, in particolare nei dettagli, con la macrofibbia-dollaro per la cintura, la zip-serpente per il giubbotto e le spille tempestate di brillanti effetto Las Vegas. Dinamici anche i colori, con i marroni, il blu, il rosso e il beige e una rivisitazione di classe dei capi più street, come i piumini aderenti in morbida nappa e le felpe in lana punto stoffa.

Harlem Shuffle. New rhythms, urban scenarios and unbridled energy. The appearance of rap in the late ‘70s and early ’80s and a showy, aggressive elegance inspired by ghetto Americans. The theme draws on the very best that period had to offer and provides a new take featuring perfectly calibrated taste. The three-piece suit with its jacket, trousers and waistcoat takes centre stage: this was all the rage back in the day, and here it has been reworked with painstaking sartorial care and sumptuous materials such as the grisaille and English wool herringbones. A classic given a surprising Coast Weber Ahaus twist with shiny, ironic details such as the chains and gold rings. It’s the return of fancy, in particular where details are concerned, with the maxi-dollar buckle for the belt, the snake-zip for the jacket and brooches encrusted with fake diamonds that bring Las Vegas to mind. The colours are also dynamic, with browns, dark blue, red and beige and a classy new take on the most streetwise garments, such as close-fitting quilted jackets in soft nappa and sweatshirts in stitched wool fabric.

Sport Story. Il tempo si dilata nella dimensione sognante dello sport anni ’30, dallo sci al pattinaggio su ghiaccio al tennis. Un ritorno alle origini dove non conta la performance, ma lo stato d’animo da viaggiatori romantici alla Bruce Chatwin. Con il piacere di lasciarsi avvolgere, pionieri dell’eleganza sportiva, nel fascino e nella nostalgia di luoghi simbolo della mondanità upper class come Chamonix e Cortina. I giacconi in lana o panno hanno un aspetto naturale e sofisticato, con la parte tecnica nascosta all’interno e realizzata in tessuti trilayer di nuova concezione, impermeabili e traspiranti. L’outfit si completa con il maglione in shetland rigato, con i pantaloni alla zuava e i calzettoni e gli scarponi. L’aspetto retrò predilige i tagli di derivazione army, proprio come l’abbigliamento sportivo dell’epoca, i colori classici come bianco, grigio mélange, nero e verde militare, e i grossi canvas di cotone. Con molta cura per gli accessori, come le bretelle con doppie asole da fissare a bottoni ricercatissimi. E una grande attenzione al dettaglio sartoriale, nei pantaloni foderati con un mix di tessuti, righe e stampine, quasi fossero cuciti a mano con una noncurante eleganza “fai da te”.

Autumn Winter COAST+WEBER +AHAUS

Collezione Donna Autunno Inverno 2007-2008 Volumi micro e macro, capi sport e suggestioni couture, tessuti preziosi e materiali tecnici. Per il prossimo autunno inverno COAST + WEBER + AHAUS è mix match più che mai senza regole eccetto una: femminilità sempre e comunque. In un gioco dell’eleganza che punta sui contrasti e corre liberamente fra quattro diversi temi ispirati al college, alle corse dei cavalli, al militare e al mondo dei biker. Ricca e sfaccettata, la collezione trova il suo fil rouge nella evidente citazione di pezzi classici rivisitati con spirito modernissimo, grazie a una grande ricerca sui dettagli e all’utilizzo inedito dei materiali. Per un modo di essere e di vivere unico. Raffinato, originale, inconfondibile COAST + WEBER + AHAUS. Al college ironiche, ribelli e sexy. La vita spensierata del campus fra sport e divertimenti, con un pizzico di ironia e dettagli sexy a sorpresa. L’anima ribelle delle school girl di COAST + WEBER + AHAUS si riconosce nei classici capi college declinati nei toni tradizionali del blu, del grigio, del bordeaux e del verdone, ma con vestibilità baby, ridottissime. La giacchettina in lana cotta blu con bordo dorato è perfetta con la ultramini pieghettata in panno grosso da cappotto o con il bermuda, sempre in lana. Molto femminili anche i pulloverini di ispirazione cricket, tennis o golf, impreziositi da grandi trecce applicate. Divertenti le maglie con finta polo trompe l’oeil e scollature profonde. Le camicie vengono dal guardaroba maschile, ma sono ampie sopra e strette in vita. Fra i pantaloni, i pinocchietto sport in tessuto tecnico hanno tagli ergonomicii e i modelli più eleganti sono arricchiti da bande laterali con applicazioni in strass. Fra i capispalla, il cappottino anni ’60 viene proposto in piumino e leggerissima microfibra giapponese. Torna anche il classico montgomery, con grandi polsi in pelliccia, bottoni dorati e fodera in seta a macropois. Stile Longchamp a briglia sciolta. Da Ascot a Longchamp bon ton, sport e mondanità si fondono in uno stile di grande eleganza, da interpretare in totale scioltezza. L’outfit da fantino è attualizzato dal giubbino aderentissimo in tessuto lucido di nylon indossato con il dolcevita in maglia sottile, abbinato al pantalone fuseaux bielastico. Il gradevole contrasto butta sulle spalle con nonchalance la cappa in loden con collo in pelliccia, che è corta, ma ampia e avvolgente. Camicie e abiti in chiffon dalle vestibilità vaporose, con stampe a fiori degagé o a grandi pois che evocano l’atmosfera da grandi occasioni della premiazione a fine derby. Licenze poetiche per i capispalla tratti dal country sport, come i bomber over e mini in cachemire, loden o pelle scamosciata. Un tocco di civetteria con il microgiubbino coprispalle, sempre in pelle scamosciata. I colori spaziano dal verde al melanzana al caki e al beige.

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Sport Story. Time stretches out in the dreamy sporting dimension of the ‘30s, from skiing to ice-skating and tennis. A return to the roots where the thing that counted most was not performance but the state of mind, like romantic travellers such as Bruce Chatwin. The pleasure of letting oneself be enveloped, pioneers of sporting elegance and the charm and nostalgia of places that symbolise the hideouts of the elite such as Chamonix and Cortina. Large wool or cloth jackets have a natural and sophisticated look, with the technical part hidden inside made using the very latest trilayer fabrics which are both waterproof and breathable. The outfit it rounded off with the striped Shetland sweater, knickerbockers, thick socks and boots. The retro look favours cuts of a military inspiration, just like the sportswear of the times, in classic colours such as white, melange grey, black and military green, and thick cotton canvases. Great care has been lavished on the accessories, such as the double-loop braces to be secured onto highly unusual buttons. And painstaking attention has also been dedicated to sartorial details, where the trousers have been lined with a mix of striped and print fabrics, almost as though they had been hand sewn with a slapdash “do-it-yourself” brand of elegance.

Woman’s Collection Autumn Winter 2007-2008 Micro and macro volumes, sporty outfits and tailoring impressions, precious fabrics and technical materials. For next autumn/winter COAST + WEBER + AHAUS proposes a mix match without any rule but one: femininity whenever and wherever. In a play with elegance that focuses on contrasts and freely runs across four different themes inspired by college, horse races, the army and the bikers world. Rich and multi-faceted, the collection finds its fil rouge in the visible imitation of classics revisited with a very modern spirit, thanks to in-depth research on details and to the unusual use of materials. For a unique way of being and living. Refined, original, unmistakable COAST + WEBER + AHAUS. At college ironic, rebellious and sexy. The carefree campus life between sports and fun, with a touch of irony and surprise sexy details. The rebellious soul of COAST + WEBER + AHAUS school girls comes out in the classic college garments in traditional blue, grey, burgundy and green hues, but with the slimmest baby fits. The blue boiled woollen short jacket with golden trim is a perfect match for the pleated ultra-mini skirt in thick wool or Bermuda shorts, in wool as well. Very feminine are also the short pullovers inspired by the cricket, tennis or golf style, made precious by large applied cables. Sweaters show off faux trompe l’oeil polos and deep necklines. The shirts come from the men’s closet, but are wide above and narrow on the waist. As for trousers, sporty Capri pants in technical fabrics have ergonomic cuts and the most elegant models are enriched by side bands with sequin applications. As for outerwear, the 60s short coat is proposed in down and very light Japanese micro-fibre. The classic duffel coat is back, with large fur cuffs, golden buttons and silk macro-dotted lining. Running wild Longchamp-style. From Ascot to Longchamp bon ton, sports and social life merge into one style of great elegance, to be interpreted in a totally laid-back fashion. The jockey outfit is in full swing matched with a slim short jacket in sheen nylon fabric with a fine polo neck sweater underneath, and elasticized leggings. And to create a pleasant contrast why not laying a short but wide loden cloak with fur collar on the shoulders? Chiffon shirts and dresses with loose fits, in flowery or dotted prints evoke the end-of-derby prize-giving atmosphere. Poetic licenses for outerwear inspired by country sports, such as oversized and mini bombers in cashmere, loden or suede. A touch of coquetry with the micro jacket, again in suede. The colour palette ranges from green, to aubergine, khaki and beige.

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Il fascino glam dell’uniforme. Lo stile militare in chiave contemporaneaevitailuoghicomuni,particolariglieffettistropicciati e lavati che giocano con tessuti veri – cotone prima di tutto – ma in versione stirata, impeccabile, elegantissima. Fra rigore e glamour l’uniforme si compone di combat in tessuto laminato d’oro, maglia scollata con fiocco sotto il seno e giubbino scamosciato con collo e polsi importanti in pelliccia. Variazioni anche sul tema del giubbino british con dettagli in maglia di lana. Di sapore autentico i cargo, le gonne e il trench in cotone oliato e pressato, dove si intravedono all’esterno le lavorazioni interne, con una sensazione di vissuto e “fatto a mano”. I colori prevedono tutte le gradazioni del verde, accanto a beige e bagliori dorati. Biker ladies in bianco e nero. È il tema che più di tutti gioca con i contrasti. Bianco e nero assoluto per una vita da bikers in cui alternare, sovrapporre e mescolare capi aggressivi con dettagli e pezzi quasi couture. Il pantalone in pelle nera con coulisse e l’abitino bianco inamidato in piquet di cotone convivono con spregiudicata disinvoltura. Di sera è gradito l’abito scuro. Irrinunciabile la giacca da smoking con piovra ricamata sulla schiena. La camicia da uomo sempre da smoking, con bottoni d’oro e polsini rigidi è completata da cravattino e si indossa con i pantaloni aderenti, sempre in pelle e con zip.

The glam appeal of the uniform. The military style in a contemporary version avoids commonplaces, the creased and washed looks are special and play with real fabrics – cotton above all – but in an ironed, impeccable, elegant version. Ranging between rigidity and glamour is the uniform made of combat trousers in gold laminated fabric, a low-cut top with a ribbon under the breast and a short suede jacket with fur collar and cuffs. Variations on the theme of the British short jacket are in the woollen details. Real authenticity can be found in the cargo pants, skirts and trench in oiled and pressed cotton, showing off the interior decorations, with a worn-out and handmade feeling. The colour palette includes all the hues of green, next to beige and golden sparks. Biker ladies in black and white. This is the theme that most of all plays with contrasts. Absolute black and white for a life as bikers where one can alternate, overlap and mix aggressive garments with almost-couture details and pieces. The black leather trousers drawstring and the starched white short dress in cotton piquet match together with daring ease. By night a black dress would be appreciated. The tuxedo jacket is a must-have with an octopus embroidered on the back. The men’s tuxedo shirt, with golden buttons and starched cuffs is accessorized with a tie and worn with slim-fit trousers, in leather and with a zipper.

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SPORT

magic sui

GREEN

europei

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Inizia su questo numero la collaborazione tra “Magic Lake” e Massimo Scolari. Imprenditore e socio di “Amici di Como”, Scolari è un grande appassionato di golf, interesse che ha spinto da qualche tempo il 51enne comasco a seguire e fotografare tutti i maggiori tornei d’Europa. «Un hobby che sta diventando un impegno importante e che mi porta ogni anno ad assistere ai dodici maggiori eventi del panorama golfistico continentale», spiega Scolari. La nostra finestra sui green e sugli eventi più in vista si apre con la “Ryder Cup” del settembre 2006 al K Club di Straffan nei pressi di Dublino in Irlanda. «La Ryder Cup è una sfida a squadre tra il team maschile del vecchio e del nuovo continente – spiega Scolari – Stati Uniti contro Europa, si tratta della maggiore competizione a squadre del mondo ed è seguitissima. Viene disputata ogni due anni, in gara i 12 migliori golfisti americani e i 12 migliori continentali. La caratteristica unica dell’evento è veder competere l’Europa come un’unica squadra». La vittoria nel 2006 è andata proprio al vecchio continente del capitano Jan Woosnam, che ha sconfitto gli Usa di Tiger Woods (siglando 8 match e mezzo su 12), la prossima edizione sarà nell’Illinois nel 2008, poi nel 2010 nel Galles. Il Team Europeo ha dedicato infatti questa vittoria a Heather Clarke, la moglie del campione Darren, scomparsa pochi

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Nella pagina precedente, Tiger Woods alla Ryder Cup 2006. A sinistra, Massimo Scolari con la coppa. Sotto, la buca 6 del Palmer Course On the previous page, Tiger Woods at 2006 Ryder Cup. Left, Massimo Scolari shows the Cup. Below the hole 6 at Palmer Course

Magic on European Greens

Beginning with this number ‘Magic Lake’ and Massimo Scolari will be working together. Entrepreneur and member of ‘Friends of Como’, Scolari loves golf with such passion that for some time the 51-year-old Comascan has been following and photographing all the major tournaments round Europe. “This hobby is becoming more of a commitment as every year it takes me to see twelve major continental golfing events”, explains Scolari. Our window on the greens and most prominent events gets under way with the September 2006 ‘Ryder Cup’ held at Straffan’s K Club near Dublin in Ireland. “The Ryder Cup is a men’s team challenge between the old and the new continents”, Scolari elaborates. “The United States versus Europe; it’s the major world team event and is very popular. It’s held every two years and the top 12 American golfers compete with the top 12 Europeans. The event’s unique feature is seeing Europe compete as a single team. “ In 2006 victory in fact went to the old continent captained by Ian Woosnam, which beat Tiger Woods’s US team (winning 8 and a half matches out of twelve); the next venue will be Illinois in 2008 and then Wales in 2010. The European Team in fact dedicated this victory to Heather, wife of the champion Darren Clarke who died a few days before the tournament. But

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giorni prima del torneo. Ma torniamo al K Club, ovvero Kildare Country Club, un paradiso nella verde Irlanda con tanto di hotel di lusso, naturalmente. L’evento ha avuto tra gli ospiti Bill Clinton, George Bush senior e Michael Jordan. Grazie alla Rider Cup quest’anno l’area di Dublino ha incrementato il turismo del 35%. Mille i giornalisti accreditati, centinaia di migliaia gli spettatori. «La Ryder Cup è una gara tutta particolare – conclude Scolari anche per la partecipazione del pubblico, che non tifa per un solo giocatore come negli altri tornei, bensì per tutta una squadra. Gli spettatori sono sempre un esempio di educazione e di rispetto per le regole».

let’s get back to the K Club, namely Kildare Country Club, a paradise in green Ireland abounding in luxurious hotels – naturally.Guests at the event have included Bill Clinton, George Bush Senior and Michael Jordan. Thanks to the Ryder Cup, Dublin Area’s tourist figures were up by 35% this year. There was a media contingent of a thousand, and hundreds of thousands of spectators. “The Ryder Cup is unique in its kind”, concludes Scolari, “also because of how the public participate, not just by rooting for single golfers as happens in other tournaments but for a whole team. And the spectators are always an example of good manners and respect for the rules”.

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Sopra, l’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ospite della Ryder Cup. A destra, Jan Woosnam, capitano delll’Europa, bacia la coppa appena vinta Above, Bill Clinton, USA past president, at the Ryder Cup. Right, Jan Woosnam, European team captain, kisses the Ryder Cup after the victory


SPORT

BARCHE da SOGNO al primatist trophy

Dream Boats at the Primatist Trophy

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Barche da sogno, il mare di Sardegna e tanti Vip. È la ricetta che dal 1991 ha consacrato il Primatist Trophy tra gli appuntamenti più attesi e coinvolgenti dell’estate. E così è stato anche per la 17esima edizione dell’evento organizzato dal Cantiere Nautico di Bruno e Marco Abbate. I favolosi bolidi dell’acqua pensati e realizzati sul Lago di Como si sono sfidati da nord a sud della Costa orientale della Sardegna. Dopo una battaglia senza confini, il Primatist Trophy 2007 (Portisco-Porto Ottiolu-Arbatax) è andato a “Furia” dell’ex re della racchetta Adriano Panatta e di Antonio Gioffredi (supportati da Marco Protasoni e Diego Brasili) sul G41’ o.l., che hanno avuto ragione su Claudio Manetti e Luciano Semplici (G36’ o.l.), già vincitori dell’edizione 2006. La tappa che ha deciso il titolo è stata la Porto Ottiolu-Arbatax, di ben 60 miglia. Un arrivo non casuale dato che proprio ad Arbatax è nato il nuovo cantiere Primatist. Proprio in Sardegna Abbate ha deciso di spostare parte della sua produzione. Qui, all’interno del nuovo polo tecnologico, verranno progettati i nuovi modelli sia della gamma Pininfarina sia di quella AeroTop Evolution. Si tratta di un centro produttivo da 42mila metri quadrati acquistato dal locale Consorzio Industriale a dimostrazione di come Bruno e Marco Abbate puntino come non mai sulle potenzialità della Sardegna, senza dimenticare naturalmente le radici lariane. «La nostra parola chiave deve essere qualità – dice Bruno Abbate – stiamo coniugando la tradizione familiare e la lunga esperienza alle nuove tecniche di lavorazione innalzando il più possibile il nostro standard produttivo e qualitativo. Molto nella nautica è cambiato e in quest’ottica ci piace provare a essere ancora una volta precursori di forme e sostanza». Quello di Adriano Panatta non è l’unico nome illustre a essere entrato nell’albo d’oro del Primatist Trophy. Nella prima edizione la vittoria andò ad Alberto Tomba e Michele Citterio, nel 1993 a Cesare Fiorio e Chicco Abbate, solo per fare qualche nome. Belle barche e bella gente nel 17esimo Primatist Trophy. Donne e motori sono un binomio che non si smentisce mai. Non sono passate inosservate le splendide attrici Barbara Livi e Lucia Stara, sempre a bordo del G41’ di Panatta. Presenti anche Patrizia Pellegrino e Claudia Peroni, mentre, tra i Vip del sesso forte, Alberto Tomba, Umberto Smaila, Valerio Merola, Luca Cassol, Pietro Vitalizi, Augusto De Megni e Pier Renato Esposito. Al Trophy 2007 anche l’ex pilota di F1 auto, Emanuele Pirro, che ha voluto salutare il fratello Raimondo (neoarmatore Primatist) impegnato alla guida di “Magic” con Franco Cicerano. Si allunga intanto la lista dei Vip al timone di un Primatist. Guido Cappellini, nove volte campione del mondo di F1, ha scelto un G46’ Pinifarina Special Edition. Lo ha voluto arancione e con mille accorgimenti tecnologici tra cui un telecomando che permette a Guido di pilotare pure dalla camera da letto, grazie anche a tre telecamere a raggi infrarossi. Anche Sete Gibernau si è regalato un fiammante G46’, mentre sul Lago di Como ha provato il “Terrible” offshore che raggiunge i 90 mph, spinto da 2.400 cavalli sviluppati dai tre motori Isotta Fraschini. «Questa barca è disumana», ha commentato il centauro. Loris Capirossi, infine, pilota Ducati e portacolori Primatist nella Moto Gp, ha preferito la comodità del G53’ Pininfarina.

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Nelle pagine precedenti, l’offshore “Terrible”. Sopra e sotto, Bruno Abbate con Adriano Panatta, vincitore del Primatis Trophy 2007 On the previous pages, the ‘Terrible’ offshore. Above and below, Bruno Abbate and Adriano Panatta the winner of Primatist Trophy 2007

Dream boats, the Sardinian sea and VIPs galore: since 1991 that has been the Primatist Trophy’s recipe for one of the most popular and captivating events of the summer. And the 17th edition organized by Bruno and Marco Abbate’s Boat Yard was no exception either. Those fabulous speedcraft designed and built on Lake Como battled it out on from the North to the South of Sardinia’s East Coast. After a no-holds barred battle, the Primatist Trophy 2007 (Portisco-Porto Ottiolu-Arbatax) went to ‘Furia’ owned by former tennis king Adriano Panatta and Antonio Gioffredi (supported by Marco Protasoni and Diego Brasili) on G41’o. l., who got the better of Claudio Manetti and Luciano Semplici (G36’o.l.) winners of the 2006 edition. The title’s decisive leg was the Porto Ottiolu-Arbatax one, no less than 60 miles. Quite a coincidence – Arbatax is the very place the new Primatist boatyard has been founded in: Sardinia is the very place Abbate has decided to move part of his production to. Here in the new technological hub the new models of both the Pinafarina and the AeroTop Evolution ranges will be designed. It’s a 42,000 sq mt producion centre purchased from the local Industrial Consortium, indicating how much Bruno and Marco Abbate wish to exploit Sardinia’s potential without, of course, forgetting their Como roots. “Our key word just has to be quality”, says Bruno Abbate. “We’re blending family tradition and long years of experience with new ways of working so as to optimize our standards of production and quality. Much has changed in the nautical world, and that’s why we’d like once more to be cutting edge both theoretically and practically”. Adriano Panatta’s is not the only illustrious name to appear on the Primatist Trophy roll of fame. Alberto Tomba and Michele Citterio won the first edition, as did Cesare Fiorio and Chicco Abbate in 1993 – just to mention a few. There were lovely boats and lovely people at the 17th Primatist Trophy. Women and motors is always a winning combination. You couldn’t help noticing those beautiful actresses Babara Livi and Lucia Stara, still on board Panatta’s G41. Patrizia Pellegrino and Claudia Peroni were around too, whereas VIPs of the stronger sex included Alberto Tomba, Umberto Smaila, Valerio Merola, Luca Cassol, Pietro Vitalizi, Augusto De Megni and Pier Renato Esposito. Trophy 2007 also welcomed former F1 racing driver Emanuele Pirro, who wanted to say ‘Hi!’ to his brother Raimondo (new Primatist fitter-out) who heads the ‘Magic’ team with Franco Cicerano. Meanwhile the Primatist Very Important Helmspersons’ list gets longer. Guido Cappellini, nine times F1 world champion, chose a G46’ Pinifarina Special Edition. He wanted it coloured orange with thousands of technological devices including a remote control, enabling him to even drive it from his bedroom thanks in part to three infrared-ray cameras. Even Sete Gibernau bought himself a brand-new G46’, whereas on Lake Como he tried out the offshore craft ‘Terrible’ which can get up to 90 mph, propelled by 2,400 hp generated by three Isotta Fraschini motors. “This boat is person-unfriendly”, was the motorcyclist’s comment. And last of all Loris Capirossi – Ducati racing biker and Moto Gp Primatist standard bearer – preferred the comfort of a G53’ Pininfarina.

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ANNIVERSARY

Lillia mezzo secolo di star di Davide Cantoni

di Andrea Bambace Foto di Mattia Vacca

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Sopra, Gianni Lillia. A sinistra, Stefano (secondo da sinistra) e Meco Lillia (secondo da destra) posano con i campioni della classe Star Above, Gianni Lillia. Left, Stefano (the second from the left) and Meco Lillia (the second from the right) together with the Star class champions

Lillia Star fifty years on

Un uomo d’altri tempi. Un imprenditore che conosce bene la parola lavoro. Compie 67 anni – e ne dimostra almeno 10 di meno - nell’anno in cui i suoi cantieri arrivano al mezzo secolo di vita e in cui le sue “Star” hanno vinto tutto quello che si poteva vincere. Meco Lillia è un personaggio unico. Sorride, semplice della semplicità degli umili, forte delle idee innovatrici e del coraggio di chi crede nel sacrificio e sa scommettere sul futuro. Mentre il mondo si stupisce dei risultati ottenuti dai gioielli prodotti dai cantieri di Musso lui si divide tranquillamente tra la costruzione degli scafi e il banco macelleria del suo supermercato. «Quando le persone si sorprendono di questa cosa – spiega divertito – io dico loro che non hanno capito nulla. Io amo stare tra la gente e amo il mio lavoro». Cinquant’anni di cantieri Lillia. Una storia che si intreccia con la realtà mondiale della vela, dove oggi tecnologia e artigianato si fondono in un capolavoro nautico. Un cantiere nato per caso. «In cantina – spiega Lillia – dalle mani di mio fratello Gianni, quando le barche si facevano ancora con il legno e la sega». Anni in cui lo strapotere statunitense spinse molti costruttori

A man of other times. An entrepreneur who knows what work is all about. He’s celebrating his 67th birthday – but looks about 10 years younger – in the same year that his boatyards turn 50 and his ‘Star’ boats have won all they could win. Meco Lillia is unique. He smiles the simple smile of the humble, his strength based on innovative ideas and the courage of one prepared to make sacrifices and risk his future.While the world stares in amazement at the achievements of the nautical gems turned out by his Musso boatyards, he divides his time quietly between building boats and the meat counter of his own supermarket. “ When people are surprised at this”, he explains jokingly, “I tell them they’ve missed the whole point: I love mixing with people and I love my work”. Fifty years of Lillia boatyards. A story which is interwoven with the reality of the sailing world, where technology and craftsmanship now bond together in a nautical masterpiece. The boatyard came into being by chance. “It all began in the cellar”, explains Lillia. “The work of my brother Gianni’s hands, when boats were made with wood and a saw”. They were years when American predominance forced many locals to abandon the trade. “But my brother hung in”, he explains, “and managed to launch his first

a lasciare. «Ma mio fratello non mollò – spiega - e riuscì a lanciare i suoi primi Dinghy 12 piedi». Gianni poi scomparve nel 1981 e per Meco arrivò, insieme con il dolore, il tempo delle scelte. Decise di continuare. «Gli anni Ottanta andarono abbastanza bene, ma non eravamo ancora dei fuoriclasse». La svolta, la prima, nel 1988. «Stavo per lasciare. Le nostre barche – ricorda – erano state scartate dalle Olimpiadi di Seul, una brutta botta. Poi qualcuno mi parlò di un brasiliano, tale Torben Grael. Navigava a modo suo. Bizzarro, imprevedibile, usava una vecchia Lillia con vele che erano quasi stracci. Eppure vinceva. Lo chiamai». Così nacque il sodalizio con lo “Stradivari” dell’acqua che divenne poi il campione noto nel mondo. Negli anni Novanta l’ingresso in azienda dei figli di Meco determinò il secondo, fondamentale, giro di boa. «Stefano e Francesco portarono idee, novità e competenza ed entrarono in sintonia con gli operai. Da ex velista li consigliavo. Così sono nate le nuove Star”. Star che da cinque anni sono le assolute regine delle regate, con un piccolo segreto. «La nuova linea – rivela Meco - quella nata tre anni fa,

12-foot Dinghies”. Then in 1981 Gianni died and it was a time both for grief and decisions. He decided to go on. “The 1980s were fairly promising but we weren’t yet in a league of our own”. The first breakthrough came in 1988. “ I was on the point of quitting”, he recalls. “Our boats had failed to make the Seul Olympics – it was a body blow! Then someone mentioned a certain Brasilian Torben Grael to me who sailed in his own original way. Bizarre and unpredictable, he used an old Lillia boat with sails which were nearly rags. But he still used to win. I called him up”. That’s how the relationship began with the ‘Stradivarius’ of the water who was later to become the famous world champion. In the 90s Meco’s sons’ arrival on the scene was the second pivotal turning point in the firm’s fortunes. “Stefano and Francesco’s ideas, novel approach and competence enabled them to empathise with the workforce. As a former yachtsman I was able to advise them. Thus the new Stars were born”. For the last 5 years Stars have been the absolute queens of the regattas – and there’s a little secret. “The new line now 3 years old”, reveals Meco, “is built on the original 1976 mould with minor alterations. My brother’s dream has been realized; he must have been looking down from the sky”. Some big


è prodotta sul primo stampo del 1976, con minime variazioni. Il sogno di mio fratello si è realizzato, si vede che si è affacciato dal cielo». In casa Lillia sono passati i più grandi. «Il pozzetto di Luna Rossa, diversi uomini di +39 e Alinghi: tutti nostri timonieri. La Star è la barca più tecnica e tattica al mondo, è difficile e non è per chiunque. Nemmeno per alcuni campioni». I cinquant’anni saranno festeggiati con due novità assolute. «Entro la fine dell’anno apriremo il nuovo cantiere a Pianello del Lario – annuncia Lillia – un gioiello di tecnologia e presto, grazie a mia figlia Benedetta, produrremo una linea di abbigliamento». E, chissà, forse un giorno i cantieri Lillia lavoreranno anche a uno scafo da America’s Cup. Meco sorride a una possibile, nuova, sfida: «Non ci mancano competenze e tecnologia. Se ce lo commissionano, perché no?».

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names have crossed the Lillia threshold. Luna Rossa’s Pozzetto, various +39 men and Alinghi: all our helmsmen. The Star is the most technical and tactical boat in the world; it’s difficult – not everyone can handle it, including some champions”. The 50th anniversary will be celebrated with two stop-press pieces of news. “By the end of the year we’ll be opening the new Pianello del Lario boatyard”, Lillia announces, “ a jewel in the technological crown; and soon (thanks to my daughter Benedetta) we’ll be producing a line of clothing”. And who can tell, maybe one day the Lillia boatyards will work on an America’s Cup craft... Meco smiles at the idea of a possible new challenge: “We’re not lacking in expertise or technology. If they commission one, why not?”

Xavier Rohart, campione del Mondo 2003 grazie ad una Star Lillia Xavier Rohart, World Champion 2003 thanks to a Lillia Star

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p e r i o d i c o che descrive l ’a r c h i t e t t u r d e l t e r r i t o

b i m e s t r a l e il paesaggio, a e l ’e d i l i z i a r i o l a r i a n o

ero

ve r s i o n e d i g i t a l e w w w. t a l e a o n l i n e. c o m

il quinto num

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SPORT

Al

volante

con MAX Behind the Wheel with Max

di Lorenzo Morandotti

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Nelle pagine precedenti, Massimiliano Pedalà nel Mondiale Turismo Wtc. A sinistra, il podio della gara di Oschersleben in Germania. A destra, Pedalà premiato come campione sociale Aci 2005 dal presidente Enrico Gelpi On the previous pages, Massimiliano Pedalà in the World Tourism Wtc. Left, the podium of Oschersleben race, in Germany. Right, Pedalà rewarded as Aci Social Champion 2005 by the president, Enrico Gelpi

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Affermato imprenditore e pilota di primo piano nelle gare automobilistiche nazionali e internazionali, Massimiliano Pedalà si inserisce a pieno titolo nell’elenco dei grandi driver che in ogni disciplina motoristica hanno difeso con onore i colori comaschi. La sua stagione 2007 è stata densa di soddisfazioni: nella serie cui ha preso parte, il campionato italiano Renault Clio Cup, ha conquistato il titolo tricolore con una prova d’anticipo. Pedalà ha ottenuto questa affermazione (peraltro la quarta consecutiva) in un anno in cui, oltretutto, è stato costretto a saltare due corse. Ma alla base di questo forfait c’è un motivo che gli fa onore: Seat Italia l’ha infatti chiamato per correre nel Mondiale Turismo Wtcc con la sua squadra ufficiale. E anche nei Gran Premi iridati Massimiliano si è tolto parecchie soddisfazioni. All’esordio sul circuito spagnolo di Valencia, senza aver provato prima la vettura, si è piazzato undicesimo assoluto e, soprattutto, terzo nella speciale classifica dei Privati, categoria in cui era iscritto. La conferma delle sue qualità è giunta nell’appuntamento successivo, con il primo e secondo piazzamento nelle due gare disputate a Brno sempre tra i Privati. Senza dimenticare, in questa occasione, il miglior giro tra tutte le vetture a trazione anteriore. E un successo è giunto pure nella terza uscita con il team Seat, in

Successful entrepreneur and top racing-car driver at national and international races. Massimiliano Pedalà is more than qualified to figure in the list of great drivers who have brought honour to Como in all racing formats. His 2007 season has been richly rewarding: in the Renault Clio Cup Italian Championships he was in, he won the tricolour title with a trial still in hand. What’s more this endorsement of Pedalà’s skill (in fact his 4th in a row) comes in a year when he’s had to forfeit 2 races, but for a reason he can be proud of: Seat Italia in fact called on him to race in the World Tourism WTCC with his official team. And in the World Grands Prix too he was on a winning streak. In his debut on the Spanish Valencia track with no prior test-drive he got an overall 11th place, but a 3rd in the special Private Classification he’d gone in for. His racing skills were further confirmed in his next races when he took 1st and 2nd places in the two Private Events in Brno, including the best round by a front-wheel drive vehicle. And there was to be another success on his 3rd Seat Team appearance as well, this time at Oschersleben

Germania, a Oschersleben. Prestazioni, queste, che hanno ben impressionato gli addetti ai lavori, ma non solo. «Non mi sembra ancora vero di essere stato protagonista in un campionato del mondo che fino a qualche mese fa guardavo comodamente seduto davanti alla televisione – afferma Massimiliano Pedalà - così come mi sento imbarazzato quando nei circuiti delle manifestazioni iridate mi capita che tante persone con in mano foto mie e della mia macchina mi fermino nel paddock per chiedermi un autografo». Un giusto riconoscimento per un protagonista dell’automobilismo che nella sua carriera è salito sul podio in oltre il 50% delle competizioni alle quali ha partecipato. Una percentuale che si alza se si guarda il rendimento degli ultimi quattro anni: la statistica dice addirittura di un 90% di piazzamenti tra i primi tre. «Sicuramente stagioni eccezionali», conclude il corridore comasco, che a 37 anni guarda avanti con fiducia: «Spero che per il futuro ci siano nuove opportunità ad alti livelli. Le motivazioni sono sempre altissime e l’obiettivo è di ottenere tante nuove soddisfazioni in questo sport».

in Germany. Performances like these have impressed the racing in-crowd, but not only them. “It still all seems a but unreal to have been up at the top in a world championship which until a few months ago I would have watched on TV from some cosy armchair”, admits Massimiliano Pedalà. “Just as I feel embarrassed at world championships when I’m buttenholed in the paddock by fans with photos of me and my car wanting autographs”. But just recognition for a top driver who in his career has climbed onto the podium in more than 50% of the events he’s taken part in. This percentage goes up if you take his performance over the last 4 years: we’re even talking about 90% placements in the first three. “Definitely exceptional seasons”, concludes the Como racer, who at the age of 37 is confident about his future: “I hope the future will bring new opportunities to stay on top; I’m highly motivated and my aim is to go on getting satisfaction out of this sport.

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TERRITORIO Quante Como ci sono nel mondo? Mentre l’associazione “Famiglia Comasca” di via Bonanomi 5 prosegue nella sua meritevole iniziativa “Comaschi nel mondo” per stabilire con la logica della rete una connessione tra il Lario e tutti i lariani sparsi sul pianeta, proviamo a contare quante località hanno riferimenti con la patria di Volta e dei missoltini in territorio americano: uno dei primi che vengono in mente quando si parla di immigrazione di massa e delle sue conseguenze anche sul piano toponomastico, ma anche uno dei primi quando si parla di turismo. Eh sì, perché non è un segreto che gran parte degli stranieri in visita sul Lario sono proprio a stelle e strisce. La rinomanza di Como negli Usa si è molto accresciuta grazie ai tanti film hollywoodiani girati sul lago e alla presenza di nomi illustri come quello dell’attore George Clooney. Dal 2005 è attivo addirittura un parco dei divertimenti a St. Paul nel Minnesota che si chiama Como Town. Ma quante località Usa con odor di lago è possibile registrare sulla carta geografica? Gli States, insospettabile terra brianzofila, annoverano ben sei “Monticello” (per la precisione in Arkansas, Iowa, Kentucky, Utah, Wisconsin e nello Stato di New York). Ma è proprio il capoluogo, Como, e il suo lago, ad avere ispirato tanti cloni in America: si pensi a “Lake Como”, un ricco, ma decisamente piccolo paese (conta circa 2.100 abitanti) del New Jersey, sull’oceano vicino ad Asbury Park (esattamente il luogo dove il rocker Usa “The Boss” Bruce Springsteen cominciò la sua carriera, dedicandogli poi un celebre disco), in una regione molto importante e ricca, a una cinquantina di chilometri da New York, in una delle zone più prospere degli Stati Uniti, non a caso scelta anche come residenza da attori, cantanti e Vip. La località, che era nata agli inizi del 1900 con il nome di South Belmar, con un apposito referendum popolare ha cambiato nome ed è stata ribattezzata proprio come il nostro lago. Merito del sindaco della penultima giunta in carica, l’ottantenne Lorenzo Chiaravallo, un italo-americano la cui famiglia è originaria di Caltanissetta, che ha addirittura istituito un gemellaggio avvalendosi della collaborazione dell’amministrazione provinciale di Como. Una partnership che potrà avere ricadute positive in termini sia di scambi turistici sia di rapporti di tipo economico. La proposta di cambiare nome alla città, che sorge su un piccolo lago, è partita da Joseph Louro, e fa parte di un progetto molto più largo di ampliamento e rilancio della cittadina. Ma si tratta in realtà di un ritorno alle origini: «Alla metà dell’Ottocento - ha spiegato in un’intervista Chiaravallo - questa zona si chiamava Como. Non sappiamo per quale motivo, ma ci sono alcuni atti del 1870 che portano la datazione Como». Nel 1924, anno ufficiale della fondazione del paese, però, è stato scelto il nome di South Belmar, che è rimasto fino a poco tempo fa. Ci sono altre due Lake Como per la cronaca negli Usa, precisamente nella contea di Putnam in Florida (circa mille abitanti) e in quella di Wayne, in Pennsylvania (224 abitanti, tutti bianchi,

COMO parla

americano

L’America parla

comasco Como speaks American America speaks Comascan

testo di Lorenzo Morandotti foto di Riccardo Monti

Just how many Comos are there in the world? While the ‘Como Family’ association in Via Bonanomi 5 continues its worthwhile initiative ‘Comascans in the World’ to establish via internet a connection between Lario and all the Como folk dotted around the planet, let’s try and count how many localities refer to the native land of Volta and shad fish in the USA: surely the place when it comes to mass immigration and its consequences, including those regarding place-names; but it’s also the place when it comes to tourism. Not half! It’s an open secret that most foreigners visiting Como come attired in stars and stripes. Como’s fame in the States has grown by leaps and bounds through so many Hollywood movies being filmed on the lake, and through the presence here of big names like the actor George Clooney. Since 2005 there’s been a fun park at St Paul’s in Minnesota called Como Town. But just how many US localities smelling of lake air can you spot on a map of America? The States (certified Brianza fans) boast no fewer than 6 ‘Monticellos’ (to be precise in Arkansas, Iowa, Kentucky, Utah, Wisconsin and New York State). But it’s the provincial capital itself Como – and its lake – which have inspired so many clones in America: what about ‘Lake Como’, an affluent but decidedly small town (counting approx. 2,100 inhabitants) in New Jersey on the ocean near Asbury Park (the very place where US rocker ‘The Boss’ Bruce Springsteen’s career began, which he dedicated a famous record to) a very rich and important district, about 50 km away from New York, in one of the most prosperous areas in the United States; it’s no coincidence that actors, singers and VIPs choose to live there as well. The village started life in the early 1900s as South Belmar, but changed its name to our lake’s as a result of a local referendum. This was all thanks to the last mayor but one Lorenzo Chiaravallo, an 80 year-old Italian American whose family came from Caltanissetta who even twinned the new town with Como via contacts with the provincial administration. Such a partnership should have positive spin-offs in terms of both tourism and the economy. The proposal to change the name of the town standing by a small lake was Joseph Louro’s brainchild, as part of a wider scheme to extend and regenerate the town. But it is in fact a return to its origins: “In the mid 1800s”, explained Chiaravallo in an interview, “this zone was called Como. We’re not sure why, but some 1870 paperwork is franked Como”. In 1924 however, the town’s official foundation year, the name South Belmar was chosen which stuck until quite recently. Just for the record there are two other Lake Comos in the USA, to be precise in Putnam county in Florida (pop. ca 1000) and in Wayne in Pennsylvania (224 inhabitants, all white ac-

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come si legge nella scheda anagrafica del sito zipcode.com). E quante località si chiamano invece schiettamente “Como”? Ve ne sono nella contea di Henry nel Tennessee, in quella di Panola nel Mississippi (circa 4.800 abitanti), nella contea di Hopkins in Texas (1.800 persone di età media attorno ai 35 anni). Pochi, nemmeno 300, gli abitanti della Como nella contea di Park nell’impervio e selvaggio Colorado. Mille abitanti di colore contro i 400 bianchi sono censiti nella Como della contea di Hertford nel North Carolina. L’effetto Lariowood può contare anche su una Bellagio artificiale: ricostruita da un miliardario americano, Steve Wynn, in un’enorme realizzazione a Las Vegas (appunto l’hotel e casinò Bellagio progettato dall’architetto Jon Jerde, viene visitata mediamente ogni anno da 29 milioni di persone. Molte di loro, suggestionate dalla bellezza del “modellino”, giungono ogni anno in Italia per godersi la natura e gli scorci della Bellagio originale. È uno degli hotel più esclusivi della città statunitense che è il tempio del denaro e del vizio in mezzo al deserto: ospita ristoranti “à la page” tra cui Olives, Prime e Le Cirque ed è famoso sopratutto per la sua fontana di 305 metri, che spruzza acqua fino a 73 metri di altezza. Il tutto con un sottofondo che va dalle note classiche ai musical di Broadway. Nell’albergo è stato anche ambientato un film di successo che ha meritato già due sequel, “Ocean’s Eleven”, interpretato dal citato divo George Clooney. Che la fama di Bellagio dilaghi negli Usa lo testimonia anche un fatto curioso: “Bellagio” è anche il nome di un giradischi per i vecchi “padelloni” a 33 giri in vinile (sì, proprio quelli minacciati da polvere e graffi), protagonisti di un revival in controtendenza nell’era del cd e della musica che si scarica da Internet. Il “Bellagio” è però per pochi. Costa infatti ben 4.625 euro, ha un piatto di 4 centimetri di spessore e un peso di oltre 20 chili. È prodotto in Toscana, dalla Blue Note di Montespertoli, che lo ha presentato guarda caso proprio all’International Consumer Electronics Show (Ces) di Las Vegas, prestigiosa fiera dell’elettronica che si svolge ogni mese di gennaio.

cording to the population records on website: zipcode.com). How many localities on the other hand are simply called ‘Como’? There are some in Henry County in Tennesse, Panola County in Mississippi (ca 4800 inhabitats),and Hopkins Couny in Texas (1800 people with an average age of about 35). Very few – not even 300 – Como inhabitants in Park County in deepest wild Colorado. One thousand coloured inhabitants compared with 400 whites on census records in the Hertford County Como in North Carolina. The Lariowood effect has also spawned an artificial Bellagio: replicated by US millionaire Steve Wynn in a huge Las Vegas project (namely Hotel and Casino Bellagio design by architect Jon Jerde) visited yearly by an average of 29 million people. Many of them enchanted by the beauty of the ‘replica’, come to Italy each year to enjoy the natural setting and views of the original Bellagio. It’s one of the most exclusive hotels in the US city which is the temple of money and gambling in the middle of the desert: site of à-la-page restaurants including Olives, Prime and Le Cirque, and is famous above all for its 305metre-fountain which sprays water up to a height of 73 metres. And all this to the accompaniment of music ranging from classical to Broadway musicals. The hotel was the set too for a successful movie leading to two follow-ups, Ocean’s Eleven starring the above-mentioned George Clooney. And Bellagio’s claim to US fame is confirmed by another curious fact too: ‘Bellagio’ is also the name of a record machine for those old 33 revs vinyl discs (that’s right the dusty scratched ones), enjoying a trend-in-reverse revival in the age of CDs and downloaded internet music. But ‘Bellagio’ is not for everyone: it costs 4,625 euros, has a 4cm-thick turntable and weighs over 20 kilos. Made in Tuscany by Blue Note in Montespertoli, who presented it (would you believe!) at the Las Vegas International Consumer Electronics Show (CES), a prestigious electronics fair held every January.

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A sinistra, il Casinò Bellagio a Las Vegas, sopra, Villa Olmo, a Como Right, the Casino Bellagio in Las Vegas, above, Villa Olmo, in Como

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Aut. Min. del 23.06.06

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TERRITORIO

libro la storia di campione In un

In a Book the History of Campione A novembre vedrà la luce un interessante volume dedicato alla storia di Campione d’Italia. Un testo, che riporta materiale inedito, volto alla realizzazione di un progetto di “alta” divulgazione sulle radici dell’enclave italiana in terra elvetica, dal Medioevo ai nostri giorni, ricca di testi rigorosi dal profilo storiografico (fondata su un’opportuna ricerca di fonti d’archivio), ma nel contempo accessibili a un pubblico non specialista. C’è una Storia, quella con la S maiuscola, di cui Campione d’Italia vuole andare fiera. È un patrimonio fatto di tradizioni, cultura, vite vissute che troppo spesso sono rimaste solo nei ricordi di pochi. Molto infatti si sta stemperando, con il pericolo di ritrovarsi un giorno senza più una memoria. Nasce dunque da un bisogno l’idea, concretizzatasi poco più di un anno fa, di un gruppo di amici, tutti con origini o legami affettivi campionesi (fra cui il parroco don Eugenio Mosca, artefice del museo parrocchiale, il compianto ex sindaco Franco Charrey, lo storico Fabrizio Mena, il giornalista Bruno Boccaletti, e Giovan Maria Staffieri, con il lodevole hobby della collezione di documenti su Campione). L’hanno chiamata così semplicemente “Storia e Cultura”, l’associazione, protagonista di una sfida non facile, ma appassionante e nella quale si sono riassunti desideri e ambizioni di chi il paese mostra (e ha mostrato) di amarlo disinteressatamente: quegli obiettivi di ricerca, acquisizione, conservazione e valorizzazione dei beni culturali e storici relativi alla piccola enclave italiana e alla sua comunità. Non solo attraverso la difesa del patrimonio storico e culturale di Campione, ma anche nel sostegno pieno a opere editoriali, come quella di prossima uscita. In November an interesting book about the history of Campione d’Italia will be coming out. This work containing hitherto unpublished material is part of a project to impart information of a ‘high’ academic standard regarding the roots of the Italian enclave in Switzerland from Mediaeval times to the present day, abounding in historiographically rigorous material (based on pertinent archive research), albeit accessible to a non-specialist readership. There’s one area of history with a capital H which Campione is pleased to be proud of. It’s a heritage based on tradition, culture, and people’s lives, recollections which have all too often remained in a few people’s heads. A great deal is in fact fading away, and there is a risk that it may eventually be lost for ever. The idea is thus the brainchild of this need and found concrete expression just over a year ago thanks to a group of friends all stemming from or having fond ties with Campione (including the parish priest Don Eugenio Mosca, the historian Fabrizio Mena, the journalist Bruno Boccaletti and Giovan Maria Staffieri whose commendable s collecting documents on Campione). The society they founded was called simply ‘History and Culture’; it faced a difficult but passionately interesting challenge and encapsulated the desires and ambitions of those expressing (and who have expressed) their disinterested love for the town, whose objectives were research, and the acquisition, preservation and appreciation of cultural and historical assets connected with the little Italian enclave and its community. Not only is Campione’s historical and cultural heritage protected, but there is also no shortage of editorial backing such as that of the next issue. “These are all basic components”, explained Franco Charrey only a few months ago before a cruel illness struck him down, “to

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L’arco di ingresso a Campione d’Italia The Campione d’Italia 169 Access Arc


Il Santuario della Madonna dei Ghirli Right, the Madonna dei Ghirli Sanctuary

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“Elementi fondamentali – aveva spiegato solo qualche mese fa Franco Charrey, poi mancato per una malattia che non perdona – per conoscere le nostre origini, per capire chi siamo e per dare un senso agli enormi sforzi e alle straordinarie qualità delle generazioni che ci hanno preceduto”. E non è certo il “capriccio” di un momento. Charrey ha dimostrato più volte di avere a cuore il comune nel quale è cresciuto, facendosi interprete in passato di volumi quali “I Maestri Campionesi”, “Il santuario di Santa Maria dei Ghirli” e “Isidoro Bianchi”, pittore campionese che lavorò con il Morazzone a Torino, ricevendo dalla famiglia sabauda considerevoli compensi e onori che gli valsero importanti incarichi per le decorazioni del Valentino e del Palazzo Reale torinese. “Ora si tratta però di dare continuità e coordinamento a questa attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico – non mancò di annotare il presidente – di trasmetterla ad altre persone, e soprattutto ai giovani, facendo in modo che l’impegno culturale sia continuativo a fronte di un impegno sempre più prevaricante da parte di quell’altra attività, meramente economica e “godereccia”, e qualche volta anche scandalistica del nostro paese”. Da qui un’altra idea. La cura di un libro, considerato la prima storia organica su Campione. Un’opera di cui è curatore lo storico Fabrizio Mena e consulente scientifico il professor Giorgio Chittolini dell’Università Statale di Milano, che si prefigge di ricostruire la storia del territorio e del comune dal Medioevo ad oggi, attraverso una serie di saggi capaci di far risaltare gli importanti valori storici, ambientali, demografici, paesaggistici, geografici e artistici. “Il nostro obiettivo è quello di veder realizzato entro l’autunno 2007 – ha precisato il professor Mena – un volume di “alta” divulgazione sulla storia di Campione d’Italia con testi rigorosi dal profilo storiografico, fondati su un’opportuna ricerca di fonti d’archivio ma nel contempo accessibili a un pubblico non specialista”. Un lavoro che per la sua complessità potrà lasciare porte aperte a nuovi interrogativi e questioni, e che potranno trovare ulteriori approfondimenti in successivi quaderni e ricerche. Perché è davvero vasta la storia di Campione. Una storia locale, ma non una storia chiusa nel locale. Le secolari vicende del territorio, le sue peculiarità giuridico-istituzionali, i principali momenti di svolta e i suoi protagonisti sono riletti e interpretati nello scenario di una vicenda corale che accomuna la comunità campionese a quelle delle terre dell’Alta Lombardia. Un lavoro peraltro che non vuole essere fin da subito esaustivo e completo negli interrogativi, ma che lascerà aperte nuove strade di interpretazione e questioni legate a questo meraviglioso comune, e che per questo comporterà nuove ricerche e nuove pubblicazioni con cadenza regolare.

A destra, il lungolago di Campione e sotto, San Zenone, in due foto d’epoca Right, the Campione’s lakefront, and below, San Zenone in two epoch photos

get to know our origins, understand who we are and make sense of the enormous efforts and outstanding qualities of our forefathers”. It’s not just a passing ‘whim’. More than once it was obvious that Charrey loved the Municipality where he grew up by identifying with its people in the past in such tomes as ‘Maestri Campionesi’, the ‘Sanctuary of Santa Maria dei Ghirli’ and ‘Isidoro Bianchi’, the Campione painter who worked with Morazzone in Turin where the Savoy family showered him with abundant remuneration and honours which put him in good stead for the Valentino Park architecture and Turin’s Royal Palace. “Now it’s a case however of giving continuity and coordination to the work of enhancing the historical and artistic heritage”, the president stated adamantly, “of communicating it to other (especially young) people in such a way that cultural commitment is ongoing when faced with the increasingly invasive efforts of those involved in other activities which are merely economic or ‘pleasure seeking’, or sometimes even aimed at scandal-mongering in our country”. From this another idea evolved: a book envisaged as the first organic history of Campione; a work under the guidance of historian Fabrizio Mena and scientific consultant Professor Giorgio Chittolini of Milan’s State University, the purpose of which was to reconstruct events in the Municipality from Mediaeval times up to the present day via a series of treatises able to highlight major historical, environmental, demographic, landscape-related, geographic and artistic values. “Our objective is to see the completion of a book by autumn 2007”, stresses Professor Mena, “imparting information of a ‘high’ academic standard on the history of Campione d’Italia with historiographically rigorous material based on pertinent archive research, albeit accessible to a non-specialist readership”. The complex nature of the work may leave the door open to new queries and questions leading to further in-depth learned papers and research. Campione’s history really is vast; it is local history but not history closed in by things local. The area’s age-old events, its legal and institutional peculiarities, the main turning-points in its history and its protagonists, are reviewed and interpreted in a scenario united by events common to both the communities of Campione and Upper Lombardy. The work does not in fact pretend to be exhaustive or ask all the relevant questions; it deliberately invites open interpretation and discussion of issues connected with this wonderful Municipality, and for this very reason will lead to new research and publications at regular intervals.

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un’abbinata vincente L’abbinamento a un prestigioso e storico marchio come Iper è certamente motivo di orgoglio per T.B.M. Service & C. Editore, che ha riconosciuto ne “Il luogo ideale” un prodotto dall’elevata qualità, in perfetta linea con la strategia editoriale di “Magic Lake”. Allo stesso tempo, grazie a questa operazione, sarà data la possibilità ai nostri lettori di approfondire la conoscenza dei valori della terra lariana e di scoprire suggestive proposte enogastronomiche. Questo progetto rispecchia appieno la filosofia di Iper; “Il luogo ideale” c’è: è un luogo dove il cliente conta più di tutto, dove non si scende mai a compromessi sulla qualità dei prodotti. Un luogo in cui è massimo l’impegno nella ricerca di un’offerta su misura per tutti. Un luogo dove si lavora per il cliente con serenità e allegria. “Il luogo ideale” vi aspetta all’Iper di Grandate.

The autumn edition of ‘Magic Lake’ has a nice surprise for its subscribers: they’ll be getting complimentary copies of the latest number of ‘Il luogo ideale’. ‘Il luogo ideale’ is a food and drink magazine published by Iper containing cookery tips, national curiosities, and typical Italian produce and restaurants. This link-up with a prestigious, legendary name like Iper is certainly cause for pride for T.B.M. Service & C. Editore, which realized the highquality nature of ‘Il luogo ideale’ would blend perfectly with the editorial strategy of ‘Magic Lake’. Thanks to this agreement ‘Magic Lake’ readers will be able to get to know their area’s values in greater depth, and at the same time pick up some good food and drink tips. The project is totally in keeping with Iper’s philosophy; ‘Il luogo ideale’ exists: an ideal place where customers are all-important, with no compromises on product quality. A place fully committed to providing tailor-made offers for everyone. A place working for customers with joy and serenity. ‘Il luogo ideale’ is waiting for you at the Iper in Grandate.

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La

posta privata sulle sponde del lario

The Private Postal Service on the banks of the Lario Como: Si chiama SOFIPOST®, l’alternativa nell’ambito dei servizi postali!… And more.

Como: SOFIPOST® is the alternative to traditional postal services!… and more.

Dall’ultimo anno del secolo scorso, con il dlgs. N°261/99 l’Italia ha iniziato ad adeguare la sua normativa sui servizi postali alla legislazione europea, introducendo una parziale liberalizzazione del settore, permettendo quindi alle imprese private l’esercizio del SERVIZIO POSTALE.

Since the end of the last century, with legal decree No. 261/99, Italy has been updating its regulations on postal services to European standards, introducing a partial liberalization of this area and therefore allowing the entrance of private companies in the POSTAL SERVICE’s management.

Nei primi anni del nuovo millennio, nel 2004 per la precisione, a Bosisio Parini il lungimirante dottor Filippo Fronterre organizza il primo servizio di posta privata “SOFIPOST®” in Italia. Inizialmente i “SOFIPOST Point” sono pochi, ovviamente, ma in breve tempo si moltiplicano su tutto il territorio nazionale.

In the first years of the new millennium, and precisely in 2004, in Bosisio Parini, farsighted Dr. Filippo Fronterre organized the first private postal service “SOFIPOST®” in Italy. Initially the “SOFIPOST Points” were few, of course, but in a short time they multiplied throughout the country.

La proposta innovativa di SOFIPOST® consiste nell’offrire al cliente non solo il recapito, ma anche la raccolta della corrispondenza, direttamente presso il mittente. Fino a ieri si andava alla posta, adesso è SOFIPOST® che viene da te per ritirare plichi e corrispondenza (posta prioritaria, raccomandate, assicurate, piego di libri, riviste, pubblicità, pacchi fino a 3 kg e altri servizi di spedizione).

The innovative service offered by SOFIPOST® consists in providing the client not only with the delivery but also with the collection of mail, directly at the sender’s site. Up until yesterday you used to go to the post office, now SOFIPOST® comes to you to collect your mail (ordinary mail, express mail, insured mail, books, magazines, advertising, packages up to 3 kg and other shipment services).

SOFIPOST® nel rispetto delle norme di legge si rivolge a imprese, organizzazioni, professionisti e pubblica amministrazione.

Operating as provided by the current legislation, SOFIPOST® is intended mainly for companies, organizations, professionals and the public administration.

SOFIPOST® è un servizio postale a tutti gli effetti, tenuto conto che il suo timbro apposto sulla corrispondenza ha valore legale come quello di Poste Italiane.

SOFIPOST® is a complete postal service, considering that the postage stamp that is applied to all correspondence has legal value just like that of the Italian Postal Service.

Il SOFIPOST® Point di Como propone una novità nella novità: utilizza infatti nella distribuzione cittadina un mezzo innovativo ed ecologico. Si chiama “Segway” ed è un veicolo elettrico dotato di una piantana, due ruote laterali e un lungo manubrio. Importato dall’America, è già molto diffuso in alcuni Paesi europei. Ideale per muoversi in città senza fare code, senza problemi di parcheggio e di emissioni inquinanti.

The SOFIPOST® Point in Como offers a novelty within the novelty: in fact for city deliveries it uses a new and ecological vehicle. It’s called “Segway” and it is an electric vehicle with a flat board, two side wheels and a long handle. Imported from the States, it is already widely used in some European countries. It is ideal for moving around the city as it avoids queues, parking problems and pollution.

Nel settembre 2006, data di apertura del Point di Como, i SOFIPOST® Point in Italia erano circa 20, a settembre 2007 abbiamo già superato quota 60 e visto il trend di crescita è realistico pensare che per la fine dell’anno raggiungeremo una più ampia diffusione. Altro dettaglio importante che evidenzia la crescita sta nel fatto che da luglio 2007 SOFIPOST® non è più una s.r.l., ma è diventata una S.p.A.

In September 2006, when the Como Point opened, the SOFIPOST® Points in Italy where about 20, in September 2007 we are already beyond 60 and considering the growth trend we can realistically presume they will reach an even wider spread by the end of the year. Another important detail that emphasizes the growth factor is that from July 2007 SOFIPOST® is no longer an Limited Company but a Joint-Stock Company.

Di recente SOFIPOST® ha iniziato un nuovo servizio di altissimo valore sociale: PHARMAPOST®, che si occupa del recapito a domicilio dei referti diagnostici. Questi pochi dati evidenziano le potenzialità di crescita di SOFIPOST®, che sono ancora enormi per offrire al pubblico un servizio sempre più capillare ed efficiente.

Recently SOFIPOST® has started a new service with an extremely high social value: PHARMAPOST®, delivers medical reports directly at home. These few data show SOFIPOST®’s growth potential that is still huge, in offering a service that is increasingly efficient and widespread.

SOFIPOST S.P.A.

POINT COMO

Via Pessina 7 22100 – Como (CO) Tel/Fax: 031-3371794 como@sofipost.it 179


RISTORANTE

antica darsena

ANTICA DARSENA RESTAURANT

FOOD AND DRINK

Il ristorante Antica Darsena è posizionato sulla vecchia darsena di una villa, ma collegato internamente con l’albergo. La sala, raffinatamente arredata, offre un suggestivo panorama del primo bacino del lago. È il luogo ideale per serate di gala o ricevimenti, per banchetti o per incontri d’affari, particolarmente studiato per andare incontro ai desideri della clientela più esigente. Il locale può ospitare banchetti da 40 a 130 persone ed è dotato di aria condizionata. Saletta ristorante riservata a richiesta. La cucina offre un’ampia scelta di piatti di cucina sia tradizionale italiana sia tipica locale, oltre ovviamente ai migliori piatti internazionali. Una sapiente scelta dalla nostra fornita cantina abbinerà il giusto vino a ogni menu.

The Antica Darsena Restaurant is situated on the old dock of the Villa but is connected inside to the Hotel. The dining room with its refined furniture offers a wonderful view of the Lake. The Antica Darsena is the ideal place for gala evenings or parties, for banquets and business meetings and is ready to satisfy ones needs and wants. The restaurant can accommodate from 40 to 130 people and is fully air-conditioned. Small dining rooms can be booked on request. The kitchen offers a wide selection of dishes, including traditional Italian, typical local cuisine, and international plates as well. A wide choice from our well stocked cellar vill combine the right wine to any menu.

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RISTORANTE ANTICA DARSENA PALACE HOTEL Lungo Lario Trieste 16 22100 Como Tel. 0039 031 23391 Fax 0039 031 303170 www.palacehotel.it info@palacehotel.it

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BELVEDERE BY NAME AND ITS FOOD IS WORTH SEEING TOO!

FOOD AND DRINK

belvedere di nome, di fatto e di piatto Quasi un secolo di vita dedicato all’ospitalità e alla cucina genuina. È citato in una nota guida gastronomica già nel 1917. Oggi è della famiglia Vaccani, che lo ha rilevato a metà anni Sessanta, dopo aver gestito un altro locale storico per le ghiottonerie, la famosa Pasticceria Bolla, in piazza Perretta, nel cuore della città murata, a Como. Scomparso il capostipite Sergio Vaccani, l’albergo Belvedere, a Torno, con sala da pranzo, terrazzo estivo e finestre nelle stanze che si affacciano su uno stupendo colpo d’occhio sul lago, è in mano a Ivonne – gelosissima delle sue ricette segrete – e ai figli Carlo e Laura. La signora è la cordialità e la simpatia personificate, oltre a essere l’anima di ciò che sa offrire ai buongustai. Ed è fiera di avere a suo fianco da ben 33 anni lo che Francesco. Carlo è orgoglioso della sua clientela anche internazionale e pare più che soddisfatto di una rivista olandese che parla di loro, ricordando quella cena come “Drogati dagli spaghetti”. Sì, i Vaccani, a noi piacerebbe definirli spacciatori di manicaretti. Con un pizzico di humour, ovvio. Perché, tra gli altri “stupefacenti”, quegli spaghetti alla Belvedere - ricetta, come detto, inviolabile - sono esaltati da

peperoncini della casa, preparati cioè sott’olio personalmente da madame Ivonne. E della figlia, Laura, non può non colpire il sorriso spontaneo con cui accoglie i clienti-amici, molti ormai fedelissimi di vecchia data, e li fa sentire subito come di casa. Sulle pareti della sala da pranzo antiche fotografie in bianco e nero dimostrano l’attaccamento dei Vaccani alla tradizione, che poi ai fornelli assorbe due concetti fondamentali, tipico e genuino. È fin troppo scontato dire che sul menu regna il pesce di lago, moltiplicato – quasi miracolosamente – in un’infinità di preparazioni, secondo il più classico una tira l’altra. Possiamo pescare a caso, tanto per cominciare, e nominare: missoltini con polenta taragna alla griglia, lavarello in carpione, agone in salsa verde, paté di pesce, ancora lavarello al burro nero e salvia dell’orto, e polenta di grano saraceno con porcini. I vini? «Bianco secco della casa, il nostro Rovere Arnes – dice Carlo Vaccani – leggermenre fruttato». E, dal modo con cui tiene in mano la bottiglia, con la delicatezza e la consapevolezza che ha al volante della sua barca da corsa – un vero laghée ha la motonautica nel Dna – non possiamo dargli torto.

Almost a century of hospitality and good plain cooking, as reported in an acclaimed good food guide back in 1917. Now it belongs to the Vaccani family who took it over in the mid 60s after running another legendary shop selling delicacies, the renowned Pasticceria Bolla in Piazza Perretta in the heart of Como’s walled town. After the death of the founder Sergio Vaccani, the hotel Belvedere in Torno (with its dining room, summer patio and rooms with windows affording stupendous glimpses of the lake) is owned by Ivonne - who jealously guards his secret recipes - and his children Carlo and Laura. Signora Vaccani is geniality and amicability in person, as well as being the one who keeps the gourmets happy and she’s proud to have had the chef Francesco by her side for 33 years. Carlo is also proud of his international patrons, and over the moon about a Dutch magazine who mentioned them and a dinner described as ‘Drugged by spaghetti’. Yes, we’d like to define the Vaccanis as delicacy peddlers; (we’re obviously being a bit facetious). Because among the other ‘drugs’ – that ‘spaghetti a la Belvedere’ (as mentioned a top secret recipe) – is pepped up by their own chili pepper concoction, i.e. one prepared in oil

personally by Madame Ivonne. And the daughter Laura? You can’t help being captivated by the spontaneous smile with which she greets her patron friends, many of whom are long-standing and are at once made to feel at home. The old black and white photos on the dining-room walls are indicative of the Vaccanis’ attachment to tradition, encapsulating two basic cookery concepts: typicality and authenticity. It’s hardly worth mentioning that lake fish are high up on the menu, finding expression – almost miraculously – in an infinite variety of dishes, in keeping with the old adage ‘one good thing leads to another’. Let’s fish a couple out at random just to get started with some names: grilled shad with polenta taragna, soused common whitefish, lake shad in green sauce, fish patè, more common whitefish in black butter and fresh sage, and once again polenta di grano saraceno with cep mushrooms. What about wines? “Dry white house wine, our Rovere Arnes”, says Carlo Vaccani. “It’s slightly fruity”. And from the way he holds the bottle delicately and sagely like a racing helmsman (real lake folk have got speedboat racing in their DNA), I wouldn’t question that.

IL BELVEDERE

Resta aperto fino all’Epifania, poi riapre a marzo. Giorno di chiusura martedì. Telefono 031.419100

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THE BELVEDERE

Is closed between Epiphany and March, and also closed on Tuesdays. Telephone 031.419100

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FOOD & DRINK Let’s continue the journey we began in the summer number of Magic Lake to discover the ancient recipes of Maestro Martino da Como. The original text of ‘Arte Coquinaria’ is written in 15 th century Italian which has been faithfully reproduced and not translated into English. Foreign tourists will be able to get a local Como person to explain the recipes – many locals will be only too willing. After sturgeon, eel and fresh-water pike, here are some more lake-fish suggestions from Maestro Martino: trout, tench, perch, barbel, grayling (or umber), rudd, carp and shad. It’s interesting to note the choice of any particular lake fish.

La “cucina atipica” di Alfredo Ratti The ‘atypical cousine’ by Alfredo Ratti

Proseguiamo il cammino iniziato nel numero estivo di Magic Lake alla scoperta delle antiche ricette del Maestro Martino da Como. Il testo originale di “Arte Coquinaria” è scritto nell’italiano del XV secolo e viene riportato fedelmente e senza la traduzione in inglese. I turisti stranieri potranno farsi spiegare le ricette da qualche comasco, troveranno molta gente disponibile. Dopo lo storione, l’anguilla e il luccio d’acqua dolce, ecco i suggerimenti del Maestro Martino su altri pesci di lago: le trutte (trote), le tenche, le persiche (pesce persico), il barbo, il temolo, le scarde (scardole), i carpani (carpe) e gli agoni. Da notare come siano chiare le preferenze per questo o quell’altro prodotto del nostro lago.

Trutte grosse

Nettale molto bene et tagliale per traverso in pezi larghi una manu; et conciarai questi tal pezi per ordine del caldaro o altro vaso dove li voli cocere, facendo che quello tagliato venga di sopra, et assettandole in questa forma assolo assolo gli buttarai del sale abundantemente. Et fatto questa de tutta la quantità che vole cocere, gli buttarai su dell’acqua pianamente con tale atttentione che non mandi via quello salo posto sopra il pesce, agiongnendoli ancora un poco di aceto, tanto che venga a stare il brodo sopra il pesce doi dita, et fallo bollire spiumandolo molto bene. Et como non fa più schiuma gli levarai di sotto quasi tutto il foco, per lasciarlo bollire quanto più ad ascio tu poterai, tanto che sia cotto. Dapoi cavalo forse sopra ad una tavola netta ad asciuccare, et di sopra gli metterai de le spetie dolci. Et con questa trutta darai il sapore bianco che habia zenzevero assai. Et quando è piccola nettarala molto bene et tagliala per lo longo da la schina dall’una parte et dall’altra. Et in quelli tagli mettirai del sale molto bene et simelemente ne gli metterai in corpo. Poi lasarai stare in soprescia tra doi taglieri con qualche peso di sopra per spatio doi o tre hore. Et fatto questo la ’nfarinarai et frigerai et in bono olio bene ad ascio. Et a questo modo la poterai conservare tre o quattro dì se ti piace.

Tenche

Gli sonno tre modi boni. Il primo allessa quando ella è grossa, et per suo sapore gli fari spra un brodetto con agresto, spetie, et petrosillo tagliato menuto; et con un pocho del brodo medesimo de la tenca. Il secundo modo la poi fare revesciata; essendo grossa la raschiarai et netterai molto bene, fenendola dal capo a la coda pel filo de la schina ne cavarai fora tutte le interiora et romperali ben le coste da

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Lake Fish according to Martino

tutti doi li lati. Poi prenderai le sue ova, el grasso, el ficaito, et non avendo la tencha seranno bone quelle di altri pesce. Et habi del petrosillo et altre bone herbe odorifere, le battirai molto bene insieme con questi ficati et ova et grasso del pesce, giognendoli un pocho d’aglio tagliato menuto, cioè in pezoli piccoli, un poco di pepe, del zafrano et del sale, un pochetto d’oglio; item del prune damascene secche o del viscioli o cerase o dell’uva passa o gigibo con alquanti pignoli mondi; item un roscio d’ova o doi fresche, secundo il tempo; incorporando molto bene tutte queste cose le mettirai sopra a questa tenca riversa, cioè sopra la pelle, che la pelle venga dallo lato dentro, et falla coscire con l’aco et col filo, overo la ligarai molto bene intorno intorno con uno spaco in modo che ritenga questo picno, et mettila sopra la graticola daendoli il focho ad ascio, che vole tempo assai ad essere ben cotta, et rostendola li farai una salmora con aceto, oglio, sale, zafrano, pepe, et un poca di sapa. Et como la volti, che più fiate se vole voltare, la bagnarai molto bene con questa tal salamoria. Il terzo et ultimo modo, quando la tenca è piccola, netta che l’habi molto bene, tagliala o aprila similmente per lo filo del la schina, et di sopra gli butta un poco di sale et infarinala dentro et fora frigendola in bono oglio. Et per sapore gli mettirai sopra del suco de narancio o dell’agresto.

Persiche

Quando è grosso vole essere allessato cavandone di fora l’interiora, non raschierai niente di fora; essendo ben frescho cocilo in acqua pura quando non poterai mettere con l’acqua un poco de aceto. Et cotto che ’l sia il mondarai et nettari di fora como se disse del luccio. Et quando è piccolo vole essere raschiato et fritto in oglio. Et ancora serà bono arrostito bagnandolo col la salamria.

Barbo

Fallo como ti piace, ma non è riputato bon pesce et le sue ova sonno pericolose a magnare spitialmente il mese di magio.

Temolo

Il temolo è optimo pesce, et fallo como ti piace, che ad ogni modo è bono, ma suo naturale è de frigiarlo.

Scarde

Cocile como ti pare che non v’è grascia né è pesce da farne stima

Carpani

Falli lessare quando sono grossi, et anche li poterai arrostire et frigiralli essendo piccini

Agoni d’acqua dolce

Seranno boni allessi con petrosillo, de botro et de le spetie; simelmente sonno boni fritti col suco d’aranci di sopra o agresto.

il

pesce di lago

secondo Martino 185


9 Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO)

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