magiclake spring 2010

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5 EDITORIALE

Cari Lettori,

cinque anni trascorsi senza quasi rendersene conto. Quando il nostro grafico ha scritto in copertina “Spring 2010 - Anno VI n.1” abbiamo realizzato che sì il 2010 è il sesto di pubblicazione, ma “anagraficamente” è il quinto compleanno di Magic Lake e di What’s On e non potevamo non ricordarlo e festeggiarlo. Abbiamo pensato e ripensato a cosa scrivere per ricordare questa ricorrenza, i cinque anni di Magic Lake e di What’s on ma… non è semplice descrivere l’affetto, la stima, il rispetto e la gratitudine che abbiamo nei confronti dei nostri lettori, dei nostri collaboratori e dei nostri fornitori ed inserzionisti che, nel corso di questi anni, sono diventati Amici importanti. Già l’amicizia, quella con la A maiuscola che ci lega, in modo particolare, alle aziende associate ad Amici di Como, senza il cui sostegno, morale ed economico, non avremmo potuto raggiungere i successi ottenuti, nonché alle Istituzioni locali che hanno creduto con noi in questo progetto sin dall’inizio. Magiche avventure hanno accompagnato la redazione di ogni numero ed è con l’entusiasmo di un bambino di fronte ad una nuova scoperta che affrontiamo le nuove edizioni, ogni servizio rappresenta un traguardo da raggiungere dando il meglio di ciò che sappiamo offrire. Ciascun numero per noi è speciale: ci innamoriamo dei personaggi, delle loro storie, visitiamo luoghi incantevoli a due passi da noi, impariamo a conoscere le eccellenze del nostro territorio, ci appassioniamo alle avventure sportive e culinarie dei nostri protagonisti e scopriamo eventi ed appuntamenti di ogni tipo dei nostri paesi. Una promessa vi vogliamo fare per il futuro: manterremo alto l’impegno e la serietà che mettiamo in prima persona in ogni edizione e l’entusiasmo dell’ultimo numero per noi sarà lo stesso del primo! Gli Editori Daniele Brunati Rosaria Casali

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Dear Readers,

five years went by, almost without realizing it. When our graphic designer wrote “Spring 2010 - Year VI n.1” on the cover, we realized that 2010 is the 6th year of our magazine, so we have to celebrate the fifth anniversary of Magic Lake and What’s On. We thought for long about what we could write to celebrate this anniversary, five years of Magic Lake and What’s On but…it is not easy to describe the affection, the estimation, the respect and the gratitude we have for our readers, our staff, our suppliers and our advertisers; over the years they became important friends. We are true friends with the associated companies of Amici di Como, we couldn’t have reached our goals without their moral and economic support, together with the institutions, which believed in us from the very beginning. Magic adventures are linked to the editing of each number, we prepare every edition with the enthusiasm of a child in front of a new discovery, every report represents a goal and we always try and give our best. Every edition is a special one for us: we fall in love with the personalities and their stories, we visit enchanting places that are so close to us, we learn about the excellences of our territory, we are into the sports and food adventures of our protagonists and we discover that in our towns you can participate in any kind of events and appointments. We would make a promise for the future: we will keep high our personal commitment and our reliability in every edition and the enthusiasm of the last edition will be the same as the enthusiasm of the first one! The Editors Daniele Brunati Rosaria Casali

A glance at the past…and one at the future of MAGIC LAKE

Uno sguardo al passato... e uno al futuro di MAGIC LAKE


ROYAL OAK OFFSHORE CRONOGRAFO


®

Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO)

sommario

summary

Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore Patrocinata da • Sponsored by Regione Lombardia Provincia di Como Comune di Como Camera di Commercio di Como

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Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Comune di Como Progetto editoriale • Research Editor Daniele Brunati Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Editor Daniele Brunati Grafica • Graphic TBM Service, Andrea Pedretti Testi • Research and Material Roberta Brucato, Daniele Brunati, Elisabetta Comerio, Emanuela Della Vigna, Raffaella Di Paola, Fabio Dadati, Stefania De Giorgi, Federico Faverio, Davide Fent, Marili Fontana, Marisa Gorza, Davide Lacchini, Marco Lombardo Giassetti, Sergio Luce, Renata Romano, Andrea Vitali, Banca BSI SA

In copertina: Antonio Rossi © Carlo Pozzoni In the photo cover: Antonio Rossi © Carlo Pozzoni

Pubblicità • Advertising TBM Service, Paolo Fasola Traduzioni • Translations Elena Pedretti Revisione testi • Proof reading Amelia Guarneri Foto • Photographic Material Archivio Mons. G. Ghiberti, Carlo Pozzoni, Andrea Butti, Alberto Locatelli, Angelo Margutti, Kreissa, Matteo Bigi, Sergio Baricci, A3, Giovanni Luisoni, Archivi: Villa d'Este, Fondazione Cologni, Velasco Vitali, Livingston, Parco Spina Verde, G.G. Brown III, Emanuele Zamponi, Antonella Mandelli, Valerio Mainardi, Marco Monaldi, Rêve Zone, Estetica Revolution, Suzuky, CLAC, Banca BSI SA, Petazzi Costruzioni, Gruppo Industriale Formenti, Legnanesi, Clerici Tessuto, Sim-patia, Mendrisiotto Turismo, Funicolare San Salvatore, Comune di Bellano, Pallacanestro Cantù I Saloni: Saverio Lombardi Vallauri, Luciano Pascali, Carola Merello, Pasquale Formisano, Fregoso-Basalto, Tilde De Tullio, Alessandro Russotti

PEOPLE Antonio Rossi, uno sguardo a Londra 2012 Antonio Rossi, a glance at London 2012 Michele Tortora, il mio impegno per Como Michele Tortora, my commitment for Como

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Carla Porta Musa, Magic...Carla 108 Carla Porta Musa, Magic...Carla 108

70 90

Sante Frantellizzi, gentiluomo di Stato Sante Frantellizzi, State Gentleman

Massimo Ferrero, ciak...si vola Massimo Ferrero, ciak...let's fly

Antonella Mandelli, la storia di Fata turbina Antonella Mandelli, the turbine Fairy's story

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Carlo Pozzoni, obiettivo d'arte Carlo Pozzoni, art shots

206 208

Marco Monaldi, il pittore dell'Arma Marco Monaldi, the painter of the Army

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Christian Beretta, che campione! Christian Beretta, what a champion!

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Carlo Cranchi, uomo di sapore Carlo Cranchi, a man of taste

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Valerio Mainardi, sim sala ...Valery Valerio Mainardi, sim sala...Valery

dinastie Mr. George Garvin Brown III, dal 1870 generazioni di "spirito" Mr. George Garvin Brown III, history of a dinasty from 1870

Segreteria di redazione • Editorial Support Team Elena Massari Amministrazione • Administration Rosaria Casali Un ringraziamento speciale • Special thanks to

a Giovanni e Ornella Anzani per la generosa disponibilità e concreta collaborazione; a Alfredo Ratti per l'amicizia e la professionalità dimostrata verso Magic Lake

piazza Duomo 17 22100 Como Tel. 031.268.989 e-mail tbmservice@tin.it

www.comosmagiclake.com

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È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©

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CULTURA Fondazione Cologni, creatività + artigianato d'eccellenza = lusso Fondazione Cologni, creativity + excellent handicraft = luxury Palazzo Sormani ospita Seta·Oro·Cremisi Palazzo Sormani guests Silk·Gold·Crimson BSI presenta Marchiati "Svizzera" BSI presents Branded "Swiss"


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Eventi Concorso d'Eleganza Villa d'Este Concorso d'Eleganza Villa d'Este

99

Amici di Como Amici di Como

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La Sindone The Holy Shroud

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"Memorial Stefano Casiraghi" "Memorial Stefano Casiraghi"

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La Città dei Balocchi The Città dei Balocchi

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Rubens e i Fiamminghi Rubens and the Flemish

I Saloni, belli da vivere I Saloni, beautiful to live in

Proposte 2010. L'anno dell'interior textile Proposte 2010. The year of the interior textile

48 della Spina Verde, custode di mille tesori 64 Parco The park of Spina Verde, hides many treasures Anniversario in vetta al Generoso Anniversary on the top of Generoso

San Salvatore festeggia 120 anni 80 LaThefunicolare Funicolar San Salvatore celebrates 120 years domotica di Sim-patia 142 LaThecasa domotic home of Sim-patia

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un paese da romanzo 182 Bellano, Bellano, a novel town Vitali, metafore di vita 190 Velasco Velasco Vitali, metaphores of life Lake sbarca a Lecco 196 Magic Magic Lake Lecco di Natale 198 IlThelagoChristmas lake Italia, nuovo lavoro e nuova ricchezza 204 Futuro Futuro Italia, new work and new richness

Case Museo. Ospiti inaspettati Case Museum. Unexpected guests

TERRITORIO C.I.A., star bene sul Lago di Como C.I.A., feeling great on Lake Como

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NEWS Livingston vola per Haiti Livingston flies for Haiti

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Gruppo Industriale Formenti, il buon dormire: una filosofia di vita Gruppo Industriale Formenti, a good sleep: a life philosophy

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Collettiva Milano Style Collective Milano Style

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Clac, formare il settore Clac, training course

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Michelle Obama, sceglie Made in Como Michelle Obama, chooses Made in Como

Magic Lake Lecco Andrea Vitali, una ricetta per scrivere Andrea Vitali, a prescription to write

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Sport Magic Lake & Amici di Como vanno a canestro Magic Lake & Amici di Como shoot a basket

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Food and drink Davide Lacchini, oggi cucino io! Davide Lacchini, I'm going to do the cooking today

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Advertising Rêve Zone, un'esperienza di benessere in un ambiente da sogno Rêve Zone, a wellness experience in a dream place

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Estetica Revolution Estetica Revolution

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Petazzi Costruzioni presenta: Residenza I Larici Petazzi Costruzioni presents: Residence I Larici

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Suzuki, primavera in GPL Suzuki, spring in GPL

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SPECIALI What's on What's on

ERRATA CORRIGE Nell'edizione Winter 2009 di Magic Lake la ricetta "Il baccalà della Vigilia" è stata erroneamente attribuita ad Alfredo Ratti. L'autrice esclusiva della ricetta è la signora Viviana Lapertosa.


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Una materia fuori dal tempo, a cui la creatività dei designer e dei maestri vetrai dona un forte legame con il nostro tempo. Dalle citazioni di disegni classici alle intuizioni formali più originali, una “manualità evidente” in piena continuità con una preziosa tradizione. Una collezione esclusiva, internazionale, che nella propria ampiezza di proposte permette la più totale libertà di approccio progettuale.


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1. Lolita. Massima essenzialità per una forma geometrica rigorosa, primaria, che vive di trasparenze e gradazioni di luce. 2. Glamour. Un design che attualizza elementi decorativi classici, in un’interpretazione di forte caratterizzazione. Le spirali sottolineano la maestria nella lavorazione del vetro.

3. Rio. Un vaso in vetro che nella forma asimmetrica sottolinea la modellatura a mano, con la superficie composta da murrine. 4. Astra design Denis Santachiara. Sfere in vetro colorato che sembrano galleggiare in una bolla trasparente: un design dagli elementi ludici, dove la luce crea un’idea di leggerezza.


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...ed oggi 20 anni di successo


PEOPLE

Antonio Rossi Uno sguardo

a Londra 2012 INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Elisabetta Comerio foto Kreissa, Carlo Pozzoni

Nome: Antonio; cognome: Rossi. Insieme fanno così: Antonio Rossi. Generalità decisamente comuni a molti altri italiani e, se vogliamo, anche un po’ banali. Ma se fate un esperimento e provate a chiedere a chiunque chi è Antonio Rossi, ebbene tutti risponderanno alla vostra domanda senza la minima esitazione: “Antonio Rossi? Il canoista!”. Chiamarsi Rossi nel mondo dello sport ed essere un campione non è del tutto originale: come lui, infatti, il mai dimenticato Paolo Rossi, il Pablito del 1982, che ci condusse per mano fin sul gradino più alto della scala del calcio, portando in Italia la Coppa del mondo, conquistata a suon di goal in Spagna. Per non parlare di Valentino Rossi, pluri iridato delle due ruote che macina chilometri d’asfalto a velocità supersonica e non ha nessuna intenzione di abdicare o di andare in pensione anticipatamente. Proprio come il pilota di Tavullia, anche Antonio Rossi non ha ancora deciso di smettere con lo sport “vero”, quello che regala le emozioni più forti. Le paga-

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ie continuano a mulinare in acqua e non è il momento di chiuderle in un armadio perché nel mirino del plurimedagliato lecchese c’è un nuovo obiettivo, un pensiero stupendo che lo accompagna ancora oggi. E qual è questo pensiero? Con calma e ci arriviamo. Intanto cominciamo a dire che Antonio Rossi ci accoglie con uno dei suoi impagabili sorrisi nel nuovo ufficio che l’amministrazione provinciale di Lecco gli ha messo a disposizione, dal momento che da qualche mese è stato nominato assessore allo sport della Provincia. Curiosamente, dalle sue finestre non si vede il lago. Un fatto strano e bizzarro per uno come lui che, del lago, ha fatto una seconda (o forse addirittura prima) casa. L’acqua è un elemento naturale per Lei che proprio sull’acqua ha costruito i suoi trionfi. Che rapporto ha con il lago? «Premetto che abito proprio di fronte al lago e quindi era impossibile che non diventasse parte essenziale di me. Ho iniziato ad andare in canoa nell’82 e quindi potete immaginare


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Sotto, a sinistra, il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano consegna il Tricolore ad Antonio Rossi prima della partenza per le Olimpiadi di Pechino 2008; a destra, gli ori conquistati dal canoista alle Olimpiadi. Nella pagina a lato, Antonio Rossi portabandiera a Pechino

quante remate e quanti ricordi mi legano al nostro lago». Per un attimo guardiamo il lago dal punto di vista turistico. Crede che a livello provinciale si faccia abbastanza per promuovere le bellezze che esso offre? «Sicuramente si potrebbe fare qualcosa di più. Credo che le bellezze del nostro territorio vadano maggiormente valorizzate e che alcune zone meriterebbero di essere rese più vivibili e fruibili». Invece da dove nasce la scelta di entrare in politica? «Entrare in politica è una parola grossa. Diciamo che finite le ultime Olimpiadi, è nata l’idea di impegnarmi nello sport a livello istituzionale per cercare di ottenere qualche risultato positivo anche qui. E dal mio arrivo in Provincia qualcosa è migliorato: il budget dell’assessorato allo sport della Provincia di Lecco è triplicato e credo che questo sia già un primo passo importante per aiutare lo sport del territorio». Come concilia, oggi, l’impegno politico e lo sport? «Pensavo di stare più a casa decidendo di accettare questo ruolo, in realtà, con tutte

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Below, on the left, the President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano gives the Italian flag to Antonio Rossi before he leaves for the Olympic Games in Beijing 2008; on the right, the medals that the champion won at the Olympics. In the next page, Antonio Rossi is carrying the Italian flag in Beijing

le associazioni che ci sono sul territorio, ho i sabati e le domeniche impegnati, senza parlare delle cene. Infatti ormai praticamente mi alleno solo per smaltire quelle... Riesco però a ritagliarmi momenti per salire in canoa. Quest’anno l’idea è di gareggiare a livello nazionale, con il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle. L’anno prossimo ci saranno poi le qualificazioni olimpiche e quindi sarà l’anno più impegnativo». E la famiglia? «Prima era più facile per mia moglie riuscire a gestire i figli, adesso che sono cresciuti, anche lei ha bisogno una mano e io dedico molto volentieri a loro il mio tempo». Ora ci conceda, invece, di vestire i panni dei tifosi e di aprire un capitolo che lei conosce molto bene: quello delle Olimpiadi. Quali sono le emozioni legate alla partecipazione a questo magico evento? «Tante, soprattutto se si pensa che ho avuto la fortuna di prendere parte a cinque Olimpiadi. La prima nel 1992, a Barcellona, è stata per me un’esperienza straordinaria. Partecipare alle Olimpiadi significa sì gareggiare, ma soprattutto vivere il villaggio olimpico, quindi entrare in contatto con gli sportivi


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Sotto, a sinistra, Antonio Rossi pagaia con il grande campione di sci alpino Alberto Tomba

che prima vedevi solo nelle foto sui giornali, incontrare persone provenienti da Paesi, culture e religioni diverse. Insomma, vuol dire arricchirsi». E cosa significa, invece, avere al collo una medaglia olimpica? «Quando gareggi la tensione è fortissima, poi quando vinci e sali sul podio, anche se dura soltanto pochi minuti, l’emozione cresce ancora di più. Sono momenti indescrivibili nei quali ti viene voglia di porti altri traguardi, magari quattro anni dopo». Qual è stata l’emozione più forte che sportivamente ha vissuto? «L’emozione più forte l’ho provata portando la bandiera a Pechino. È la soddisfazione più grande della mia carriera, più di tutte le medaglie. L’idea di essere scelto come alfiere ha significato per me il coronamento di un sogno, il riconoscimento da parte dello sport italiano di aver fatto qualche cosa di importante, al punto di essere considerato un riferimento per tutti». C’era qualche altro atleta in lizza per ricoprire questo ruolo? «Sì, tre: Massimiliano Rosolino, Valentina Vezzali e Josefa Idem. Valentina è stata esclusa perché nel 1996 la bandiera era stata portata

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Below, on the left, Antonio Rossi goes canoeing with the important champion of alpine ski Alberto Tomba

dall’altra schermitrice Giovanna Trillini; Massimiliano gareggiava il giorno dopo e Josefa forse non è stata avvantaggiata perché di origini tedesche… Insomma, ho avuto fortuna». Cinque Olimpiadi, tante medaglie. La domanda è: campioni si nasce o si diventa? «Nel mio caso, si diventa. Sono partito da Lecco senza troppe speranze e senza aver vinto una gara regionale. Quando ho conquistato il primo titolo italiano, era come se avessi vinto un’Olimpiade. Ognuno ha percorsi diversi e nel mio caso è un fatto di volontà. Io non ho mai pensato di essere un talento, quindi ho sempre lavorato il 10% in più degli altri». Ci sveli qualche aneddoto legato alla sua partecipazione alle Olimpiadi.. «Ne ricordo tantissimi, ma ce n’è uno particolarmente divertente legato alla stampa. Eravamo a Barcellona, nel villaggio olimpico che somigliava tanto al paese dei balocchi. Una sera mi trovavo in una sala giochi con la mia attuale moglie e il mio compagno di canoa. Guardavamo i videogiochi, quando ad un tratto arriva un fotografo che ci chiede di fingere di esultare davanti allo schermo per fare vedere quanto ci stavamo divertendo. Ci prestiamo a questo scatto e il giorno seguente, sul quotidiano La Repubblica, il titolo: “Atleti

fanno festa fino a mezzanotte…” e sotto la foto di noi tre esultanti». E dopo Barcellona? «Sicuramente l’Olimpiade più bella è stata Sidney: impeccabile come gestione, con un giusto equilibrio. Pechino era perfetta..forse troppo perfetta. Quelli di Atlanta sono stati, invece, i Giochi più “blindati” mentre quella di Atene è stata l’edizione certamente più goliardica». Ed ecco qua il pensiero stupendo di Antonio Rossi che vi avevamo promesso. Un pensiero che parte nel 1992 da Barcellona e arriva, vent’anni dopo, nel 2012 a Londra, sede dei prossimi Giochi Olimpici. Un sogno irrealizzabile? «Vedremo. Se Pechino mi sembrava lontana, Londra è lontanissima. Anche perché, dopo aver fatto il portabandiera, l’unica cosa a cui potrei ambire di più è il taglio del nastro, però non si sa mai..». Capito? Il signor Rossi ha un sogno nel cassetto e fra una delibera, una riunione di giunta e una cena di rappresentanza ci dà dentro con le pagaiate. Conoscendolo, siamo pronti a scommettere che sentiremo ancora parlare di lui, magari in inglese..


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Sotto, a sinistra, Antonio Rossi con la divisa della Guardia di Finanza; a destra, l'atleta con la sua famiglia: Lucia, la moglie, Angelica e Riccardo Yuri, i figli

A GLANCE at

LONDON 2012

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Below, on the left, Antonio Rossi with the uniform of the Guardia di Finanza; on the right, the athlete with his family: his wife Lucia and his children, Angelica and Riccardo Yuri

Name: Antonio; Last name: Rossi. Together it sounds: Antonio Rossi. A very common name for many Italians. But if you try and ask to anyboby who Antonio Rossi is, no doubt the answer will always be the same:“Antonio Rossi? The canoeist!”. It isn’t something new to be Rossi and to be successful in sports: we can mention for example Paolo Rossi, who played a very important part in the 1982 FIFA World Cup, when Italy won it. Then there is Valentino Rossi, champion of the Moto Gp, who wants to continue and perform for long. Just like Valentino Rossi, also Antonio Rossi hasn’t decided to give up with the “real” sport. The paddles continue to spin in the water and the time is not ripe to close them in a closet, because the champion from Lecco has a goal to reach, he has a wonderful dream he wants to fulfill. What is his dream? We will discover it. Antonio Rossi welcomes us with one of his great smiles in his new office that the Provincial Administration of Lecco gave him at disposal, since some months ago he became Sports Councilor of the province. Water is a natural element for you and you reached your goals on the water. What is your relation with the lake?

«I live in front of the lake and so it came natural to me that water turned to be an essential part of me. I started go canoeing in 1982, so you can well imagine how many memories I have of our lake». Why did you decide to be in politics? «To be in politics means a lot. I can say that after the last Olympics I took part in, I thought I could do something for sports at institutional level to reach some positive results also in this field». Today how do you combine political commitments and sport? «I thought I could have more time to stay home when I accepted this charge, but I am busy on Saturdays and Sundays, as well as for working dinners…But I try and find some time to go canoeing. This year the idea was to compete at national level, with the sports group of Fiamme Gialle (a body of police officers). Next year I will take part in the Olympic qualifications and so it will be very demanding». And your family? «When my children were babies it was easier to organize the day, then they grew up and now my wife needs a hand, so I am happy to spend my time with them».



Sotto, Antonio Rossi riceve le chiavi della Città dei Balocchi (III edizione 1996), in occasione dell'inaugurazione della pista del ghiaccio in piazza Cavour a Como

Below, Antonio Rossi gets the keys of Città dei Balocchi (3rd edition, 1996), on the occasion of the inauguration of the ice ring in piazza Cavour, Como

Now I will play the part of an Italian fan and I will talk about something you know very well: the Olympic Games. What are the emotions linked to the participation to this event? «Many, above all if you think that I got the chance to participate in 5 Olympics. The first one in Barcelona in 1992, it was an extraordinary experience. To take part into the Olympics means to compete, but above all to live in the Olympic Village; that is to enter into contact with people you usually see just on the newspapers, to meet people coming from different countries with different religions and cultures, this is a way to enrich yourself». What does it mean to win an Olympic medal? «During the competition tension is very high, when you win and you are on the podium, even though it lasts just few minutes, emotion is even higher». What was the strongest emotion you had in the sports field? «The strongest emotion I had was carrying the flag in Beijing. It actually was the most important moment of my entire career, more important than all the medals, it was a dream that came true». Five Olympic Games, many medals. The question is: are you born champion or do you become a champion? «In my case, I became a champion. I never thought I was a talented person, so I worked 10% more than the others». Tell us some anecdotes linked to the Olympic Ga-

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mes… «One is particularly funny, it happened with the press. We were in Barcelona, in the Olympic Village. It looked like a fairyland. One night I, my wife and my canoe partner were in a games room, then a photographer came and asked us to pretend to rejoice in front of a screen to show that people are having fun at the Olympics. He took a picture and the day after on the Italian newspaper La Repubblica we read: “Athletes celebrate until midnight…” and we saw that picture». And after Barcellona? «For sure the most beautiful Olympics were held in Sidney: flawless organization, with a good balance. Beijing was perfect…maybe too perfect. In Atlanta the Olympics were the most “armoured”, while in Athens they were the most funny». Here it is the wonderful dream that Antonio Rossi promised us. Starting from 1992 in Barcelona and arriving, 20 years later, in 2012 in London, headquarters of the next edition of the Olympic Games. Is it possible to fulfill this dream? «We’ll see. Beijing looked far-off for me, but London is very far-off. Last time I carried the flag, so I could aspire to cut the tape. You never know…» Do you see? Mister Rossi has a dream to fulfill, apart from signing bylaws, participating in meetings with the district council and having working dinners, he has time to use his paddles. We can bet that we will hear of him again. Maybe in London…



PEOPLE

Michele tortora

Il mio IMPEGNO

per COMO di Daniele Brunati foto Carlo Pozzoni

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Nelle foto, S.E. il Prefetto di Como dott. Michele Tortora con il sindaco di Como, Stefano Bruni; sotto, con la signora Gianna Ratti In the photos, the Prefect of Como, Michele Tortora with the mayor of Como, Stefano Bruni; below, with Mrs Gianna Ratti

Abbiamo deciso di incontrare il nuovo Prefetto di Como, il dottor Michele Tortora, per dargli il benvenuto e per farlo conoscere ai nostri lettori. Nato a Trieste il 20 giugno 1954, laureato presso l’Università degli Studi di Roma, inizia la sua carriera nel 1982, prestando servizio nelle prefetture di Milano e Brescia, per poi approdare a Como qualche mese fa. Da qui comincia la nostra storia.. Vorrei iniziare questa chiacchierata togliendomi una curiosità: quando è stato avvisato di questa sua nomina? «La nomina è arrivata ufficialmente il 17 dicembre, era un giovedì. Avevo ricevuto però una sorta di investitura informale da parte del ministro Maroni, che aveva preannunciato la nomina qualche giorno prima, a margine di una riunione tenutasi a Milano». Questo è il suo primo incarico come Prefetto. Como, al di là del contesto e del paesaggio che tutti ci invidiano, vive evidenti problemi dovuti, per esempio, alla sua geografia che la porta ad essere città di confine. Un incarico forte ed impegnativo sotto diversi aspetti quello assegnatole, che Le dà responsabilità importanti, non crede? «Como è una provincia problematica e importante che fa da cuscinetto tra l'Italia e la Svizzera. Esistono problemi infrastrutturali, problemi legati alle migliaia di tir che ogni giorni passano il confine e conseguenti problemi di inquinamento e di viabilità. Avere Como come primo incarico è per me motivo di grande orgoglio». Il ruolo da Lei ricoperto richiede un alto senso di responsabilità e del dovere nei confronti del Governo centrale e del cittadino. Come si concretizza questo ruolo nel quotidiano? «Arrivo in ufficio verso le otto e mezza, comincio a controllare le carte arrivate durante la notte, incontro i miei collaboratori, poi avvio gli appuntamenti programmati. Una caratteristica del lavoro del Prefetto è che si modula a seconda delle problematiche emergenti dal territorio. Un giorno ci si occupa di problemi di sicurezza, l'altro giorno di protezione civile, un altro di enti locali e così via. Il menu quotidiano si definisce di volta in volta, quindi difficilmente può essere deciso in anticipo. Ci sono, però, anche momenti cadenzati, come l’appuntamento settimanale con i vertici delle forze dell'ordine nel corso del quale vengono trattate le principali criticità che riguardano l’ordine e la sicurezza pubblica. Ma il bello del mio lavoro è che è per certi versi imprevedibile». Un focus sul futuro. A Como ci sono problemi che riguardano le infrastrutture, l'innovazione, il turismo, l'energia, l’economia. Quali le sue priorità? «La crisi economica è il tema più preoccupante. Considerata la sua struttura economico

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S.E. il Prefetto di Como con i collaboratori della Prefettura di Como The Perfect of Como with the staff of the Prefecture of Como

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Il dott. Michele Tortora con gli editori della rivista Magic Lake

My commitment

Michele Tortora with the publishers of the magazine Magic Lake

for COMO

industriale che la espone ai mutamenti internazionali, Como è stata colpita duramente dal problema dell'occupazione. Noi monitoriamo costantemente questa situazione attraverso un contatto con le associazioni imprenditoriali e con quelle sindacali. Ci sono poi altri problemi che esulano dalla nostra competenza diretta. Noi possiamo fare da volano per favorire certi processi, ma non possiamo entrare nel merito di scelte che riguardano la politica del territorio». A proposito delle problematiche legate all’abuso di alcool, il suo atteggiamento è improntato verso la tolleranza zero? «Assolutamente sì. La provincia vive un andamento di incidenti stradali che mantiene livelli assai preoccupanti, malgrado gli sforzi fatti negli ultimi tempi. Noi intensificheremo questi sforzi e moltiplicheremo i controlli sul territorio, cercando di dare una sterzata risolutiva a questo problema». La nostra scelta editoriale è parlare del bello e degli aspetti positivi che caratterizzano il nostro territorio. A questo proposito, ha già fatto considerazioni su qualcosa che ha visto di virtuoso o ha un suggerimento che funga anche da stimolo per i nostri lettori? «Sono convinto che Como presenti una qualità della vita sopra la media. Offre tutti i servizi di una grande città, anche a livelli eccellenti, come l'ospedale e l'università. Credo che Como abbia qualità straordinarie anche dal punto di vista umano: ho conosciuto, in questi primi mesi, le espressioni del mondo imprenditoriale, politico, sindacale e sono convinto che si tratti di persone dalle grandi qualità. Se posso permettermi un suggerimento, bisognerebbe unire tutte queste risorse per raggiungere quegli obiettivi ambiziosi che il territorio merita». Fare gruppo insomma..

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«Fare lavoro di squadra: credo sia questa la prima cosa. Individuare pochi obiettivi, ma significativi, e concentrarsi su quelli». Lei ha vissuto proprio a Milano il periodo in cui la città è stata protagonista per l'assegnazione dell'Expo 2015. Dopo soli due mesi dal Suo insediamento, ha già individuato quale potrà essere il ruolo di Como? «Al tempo della nomina di Milano come sede dell'Expo ero capo di gabinetto e ho comunque seguito l'andamento della vicenda molto da vicino. L’Expo è una straordinaria occasione per il territorio milanese e di riflesso anche per quello comasco. La politica del territorio deve fare squadra, dimostrare grande coesione per realizzare progetti importanti in termini, per esempio, di turismo e infrastrutture». Si dice che l'Expo venga trattata esclusivamente dal pubblico e che manchi il coinvolgimento del privato che deve subire e non può proporre. Condivide questa opinione? «La chiave del successo è la sinergia pubblico – privato. Credo che escludere il privato sia miope, ma sono convinto altresì che una questione così delicata non possa essere lasciata solo all'iniziativa privata». Per concludere, ci permettiamo di entrare un po' nel personale: nei suoi sogni di bambino, che cosa avrebbe voluto fare da grande? «Di sicuro non avrei mai immaginato di fare il Prefetto. Poi i casi della vita sono strani..». Forse, come tanti, voleva fare il pilota o il vigile del fuoco o l’astronauta? «No, per un periodo ho desiderato diventare uno scienziato, una dimensione così lontana da quella che vivo ora.. Ma è un po' come nel film “Sliding doors”: si apre una porta, si varca la soglia, e la vita cambia all'improvviso».

Magic Lake meets the new Prefect of Como, Michele Tortora. I would start with a curiosity: when did you know you were about to become Prefect of Como? «I got the official designation on 17th December 2009, but the informal ordination by the minister Maroni took place some days before». This is your first charge of Prefect. Como lives clear problems connected to the fact that it is a boundary city. You have an important role which implies important responsibilities. «Como is a buffer province between Italy and Switzerland and this condition creates different problems. For this reason, and for many others, I have to be proud of my first charge». Let’s focus on the future. What are your priorities? «The economic crisis and the employment are the most alarming problems, which we constantly supervise». Talking about alcohol abuse, is your policy in direction of zero tolerance? «Yes it is. In the province we are registering a worrying rate of car accidents. We will concentrate ourselves on this issue and we will increase the number of controls». Have you already noticed some excellencies or have you already in mind a suggestion which can be given to our readers? «I am sure that Como presents a life quality which is above the average and I think that it has extraordinary qualities regarding the humane point of view. We should combine these resources to achieve ambitious goals». Have you already detected the role of Como during Expo 2015? «The entire territory has to act together to realize important projects in tourism and infrastructures». Now I have a personal question for you: what job did you want to do when you were a child? «I would never have imagined I could have become a Prefect». Maybe, as everyone, you would become a pilot…«No I wouldn’t, for a while I wanted to be a scientist. But it is just like sliding doors: a door is open, you enter and suddenly your life changes».


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EVENTI

Concorso d'ELEGANZA

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Villa d’Este di Roberta Brucato foto Archivio Villa d'Este

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L’edizione 2010 del Concorso d’Eleganza Villa d’Este è alle porte: dal 23 al 25 aprile i raffinati giardini di Villa D’Este e di Villa Erba a Cernobbio ospitano eccezionali fuoriserie del passato che “gareggiano” in perfezione di design, originalità e charme. Una consuetudine che ormai dal 1929 non perde in brillantezza ed entusiasmo da parte degli organizzatori, dei collezionisti di tutto il mondo e soprattutto dal foltissimo numero di visitatori appassionati. La giuria, presieduta da Lorenzo Ramaciotti e da grandi conoscitori internazionali del mondo delle automobili, svolge un impegnativo compito nell’assegnare il prestigioso premio "Best of Show", offerto dal Gruppo BMW patrocinante la manifestazione; tuttavia altrettanto emozionante è la vittoria della “Coppa d’Oro Villa d’Este”, assegnata a suffragio popolare. Altri premi sono a disposizione delle numerose automobili in gara, come quello per le concept cars ed i prototipi contemporanei basato, come per le automobili d’epoca, essenzialmente sul design e le sue tendenze. Così il Concorso ritrova il suo spirito origi-

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nale, occasione speciale per i carrozzieri di presentare le ultime novità. Quest’anno 52 selezionatissime automobili, suddivise in otto classi diverse, si contendono gli ambiti premi. Di sicuro richiamo è la partecipazione della Jaguar C-Type del 1952, vincitrice di numerose competizioni in America e della 24 Ore di Le Mans, della Talbot-Lago, T150 C SS Goutte d’Eau del 1938 dalla particolare carrozzeria a forma di goccia, dell’Alfa Romeo Giulia 1600 Sport Pininfarina del 1965 dalla struttura leggera con telaio tubolare e carrozzeria in alluminio ancora con vernice originale e della BMW 328 Mille Miglia Roadster Serie 1 del 1937, chiamata anche “Roadster Piega dei pantaloni” per la linea aerodinamica dei parafanghi, ispiratrice del modello del 1940 vincitore alla Mille Miglia con i piloti Fritz Huschke von Hanstein e Walter Bäumer, di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario. Una speciale esposizione del BMW Group Classic "fuori concorso" completa la manifestazione che ogni anno sorprende e mantiene un carattere di elegantissima eccezionalità.


A destra, Jean Marc Droulers, Amministratore Delegato di Villa d'Este, premia il vincitore della Coppa d'Oro Villa d'Este durante l'edizione 2009, Jon Shirley On the right, Jean Marc Droulers, Managing Director of Villa d'Este, gives the prize of the Gold Cup Villa d'Este to Jon Shirley during the edition 2009

Concorso d'ELEGANZA

Villa d’Este

The edition 2010 of the Concorso d'Eleganza Villa d’Este is almost beginning: from 23rd to 25th April the elegant gardens of Villa D’Este and Villa Erba a Cernobbio will be the location for exceptional custom-built models, which compete in design perfection, original elements and charme. This event goes back to 1929 and it is always glossy, characterized by the enthusiasm of organizers, collectors coming from of all over the world and above all of visitors who are really very fond of it. The jury is presided over Lorenzo Ramaciotti and international experts of the car sector, its task is very demanding, because they have to give the prestigious prize "Best of Show", offered by the BMW Group, the sponsor of the event, but also the prize “Gold Cup Villa d’Este” at popular suffrage is very exciting. This year the selection of 52 cars, divided in 8 different classes, compete to win the prestigious prizes. The event is completed with a special exhibition of BMW Group Classic, which surprises and gives a very elegant accent.

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P

W

il tempo è uno dei beni più preziosi scegliete di viverlo con noi!

Time is precious, spend it with us!

otremmo dirvi che abbiamo i panorami più affascinanti del mondo, che il nostro patrimonio artistico e culturale è un tesoro unico da scoprire, che la gastronomia è per noi genuina e che i sapori sono veri, che sappiamo divertirvi con effetti speciali e farvi rilassare con un accurato relax, che abbiamo centri congressuali attrezzati per il turismo d’affari, che niente è lasciato al caso per farvi vivere emozioni uniche, che non ci siamo improvvisati albergatori ma che lo facciamo con coscienza da più di due secoli che l’accoglienza dei nostri alberghi è quella che riservereste al vostro migliore amico, ma una sola cosa vogliamo dirvi:

e could say that we have the most attractive landscapes in the world, that our artistic and cultural heritage is a unique treasure to discover, that our gastronomy is genuine and the tastes are real, that we have the ability to amuse you with special effects and to completely relax you, that our convention centers are equipped for business tourism, that we don’t leave anything to chance so that you may experience great emotions, that we have two centuries of experience as hotel owners and that our hotels welcome you as a best friend. Instead, we want to tell you one thing:

Antonello Passera Presidente C.I.A. Il Consorzio raggruppa i maggiori alberghi di Como, Cernobbio, Moltrasio, Tremezzo e, rappresenta un attore importante che, con azioni concrete, partecipa alla promozione ed allo sviluppo del comparto turistico lariano. Offre al mercato interessato un’attività di servizio nella logistica alberghiera per l’organizzazione di grandi eventi congrassuali a Villa Erba e su tutto il territorio provinciale e lavora in stretta collaborazione con tutti gli enti, sia pubblici che privati, impegnati alla crescita qualitativa della destinazione “Como ed il suo lago” nel mondo. 48

Our association gathers the best hotels in Como, Cernobbio, Moltrasio and Tremezzo. It acts as an important institution, through concrete actions, for promoting and developping lake Como Turism. C.I.A. offers services in hotel logistics to organize large events in Villa Erba and in the surrounding territory. In addition, the association works in close collaboration with all institutions, both public and private, that are committed to improve the quality of the destination “Como and its lake” around the world.

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PEOPLE

CARLA PORTA MUSA

Magic...

...CARLA 108 di Raffaella Di Paola foto Carlo Pozzoni

Sarà perché da bambina era la più gracile dei quattro fratelli - ricorda dei gran compleanni trascorsi a letto malata - ed è stata allevata a suon di olio di fegato di merluzzo; sarà perché a quarantacinque anni si è comprata una tomba a Portofino, che si trova ancora lì, entrando subito a sinistra, con l’epitaffio “Carla Porta Musa/scrittrice” con la sola data di nascita; sarà perché ha trascorso più di cinquant’anni a Montecatini, quindici giorni a maggio e quindici a settembre, tra cure termali e incontri con personaggi famosi all’Albergo “La Pace”; fatto sta che Carla il 15 marzo 2010 taglia l’invidiabile traguardo delle 108 primavere! E ciò che sorprende non è soltanto la longevità della scrittrice comasca, ma il suo modo di padroneggiare ancora l’esistenza, sempre vigile sul mondo che la circonda (trascorre almeno un paio d’ore al giorno nella lettura dei quotidiani locali e nazionali), circondata dall’affetto

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Sopra, da sinistra, Carla a 4 anni; al centro, Carla, la prima da sinistra, con i suoi fratelli Anna, Mario ed Elvio; a destra, Carla a 31 anni. A lato, con la figlia Livia di 40 giorni Above, on the left, Carla 4 years old; in the middle, Carla, the first from the left, with her brothers Anna, Mario and Elvio; on the right Carla 31 years old. On the side Carla with her daugther Livia when she was 40 days old

di parenti, amici, conoscenti e ammiratori, costantemente proiettata verso nuovi obiettivi. Carla, quanto contano per te gli affetti e le relazioni? «Nella mia vita sono stati e sono fondamentali, a partire dal rapporto speciale che avevo con mio padre Enrico Musa, che mi ha trasmesso l’amore per la cultura e per la mia città ed è stato il fondatore dell’Istituto Carducci esattamente cento anni fa; da mio marito Giannino Porta, che, nonostante qualche torto subito, è stato l’unico uomo che abbia veramente amato; da mia figlia Livia (a cui debbo - come ha scritto nella dedica del suo penultimo libro - il privilegio di vivere una vecchiezza gioiosa) e che ora sta dando l’anima per infondere nuovo vigore al Carducci voluto dal suo nonno; da mia nipote Giovannella, che mi ha regalato un meraviglioso pronipote, Giuseppe Carlo; fino alle amiche ed amici che ogni giorno riempiono il mio tempo di compagnia e a tutte le persone che incontro, che ho sempre cercato di aiutare, in particolare i giovani». Quando la si ascolta narrare della sua splendida infanzia, ci si perde quasi in un modo fiabesco d’altri tempi, tra l’abbaiare dei sei cani della meravigliosa villa settecentesca in riva al lago (abbattuta per far posto - come ricorda lei - ad un orrendo edificio moderno!) e l’incedere del maggiordomo che annunciava: ”Signorina Carla, la Marchesa Saporiti l’aspetta per il thè” e l’invitava nella villa adiacente, ora sede dell’Amministrazione provinciale. «Sono davvero grata a mio padre e a mia madre - confida Carla - per l’amore e l’educazione che ho ricevuto, che mi ha portato, dai 14 ai 18 anni, a frequentare collegi in Svizzera, Inghilterra, Francia. All’inizio è stata dura, piangevo sempre, perché pensavo agli affetti lontani,

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Sopra, Carla guarda l'acquerello della sua villa d'infanzia dipinto dal nipote Gianni Musa; a lato, l'armadio con i vari servizi di Carla Above, Carla looks at the watercolour representing her childhood villa, painted by her grandson Gianni Musa; on the side, a sideboard with many dinner sets of Carla

cani compresi. Oggi è ancora indelebile in me il ricordo di quanto ho imparato e forte il legame con quei luoghi….al punto che ogni Natale invio ancora il panettone al Collegio di Brillantmont a Losanna. Rammento ancora con precisione come è proprio lì che – a partire da un banale episodio di rape strappate nell’orto - mi è stata insegnata l’importanza di dire sempre la verità, riconoscendo i propri errori, tanto che, da quel momento in poi, non ho più detto bugie. Anche oggi dico sempre quello che penso e, piuttosto che dire una bugia, taccio. Quando sono tornata a Como, imminente la prima guerra mondiale, a mio padre, che mi chiedeva che desideri avessi, ho risposto: Adesso voglio imparare l’italiano!». Arriva poi la stagione della scrittura, dai primi “Momenti lirici”, al romanzo “Il tuo cuore e il mio”, negli anni ’50, fino ai più recenti “Quaderni rossi”, la trilogia “Villa Elisabetta” (2008) e l’ultimo racconto “Le tre zitelle”, appena pubblicato come regalo di compleanno dal Rotary Club di Appiano Gentile. Si contano oltre trenta volumi, tra raccolte di poesie, romanzi, racconti per bambini e, addirittura, un libro di ricette: “A tavola con Carla Porta Musa”, tutti intessuti di ricordi autobiografici e di una sottile e garbata fantasia. Come donna che ha percorso l’intero ventesimo secolo ed è approdata nel ventunesimo, quale consideri l’aspetto più negativo e quale quello più bello del nostro tempo? «L’aspetto deteriore è per me senza dubbio la maleducazione, mentre trovo un’opportunità meravigliosa la facilità di spostarsi in ogni parte del mondo, la possibilità anche per i giovani di conoscere realtà diverse e di fare nuove esperienze». Ce lo dice con un sorriso dolce e un po' incantato, quasi rievocasse la magica atmosfera di tanti suoi viaggi.

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Sotto, a sinistra, Carla Porta Musa con l'amica Raffaella Di Paola e suo marito Stefano Bruni, sindaco di Como; a destra, con la figlia Livia e la nipote Giovannella

Below, on the left, Carla Porta Musa with her friend Raffaella Di Paola and her husband Stefano Bruni, mayor of Como; on the right, her daughter Livia and her grand-daughter Giovannella

Magic...

...CARLA 108

When she was a child, she was the most weakly of the four children, she was brought up with cod-liver oil; when she was 45 years old, she decided to buy herself a grave in Portofino, that is still there, when you enter you find it on the left, with the epitaph “Carla Porta Musa/ scrittrice” (Carla Porta Musa/ writer) with the date of birth on it; she spent more than 50 year in Montecatini, 15 days in May and 15 days in September, going to the spa and meeting famous personalities at the hotel “La Pace”; on 15th March 2010 Carla is turning 108 years old! What is impressive, it is not just the longevity of the writer of Como, but above all how she lives, attentive to the world around her, surrounded by the love of her relatives, friends and fans, she is always concentrated on her new goals. Carla, is it important to be surrounded by people who care for you? «In my life people who care for me have always had a very important role, starting from the special relation I had with my dad Enrico Musa, who transmitted me the love for culture and for my city; continuing with my husband, despite some torts, he was the only man I have really loved; then my daughter Livia gives me the chance “to live a happy oldness” and my grand-daughter Giovannella gave me a wonderful great-grandson, Giuseppe Carlo; I cannot forget my friends who spend some time with me and all the people I meet, I have always tried and help them, in particular young people». When you hear her talk about her happy childhood, you get lost in a fairytale world, with the six dogs in the 18th century villa on the lake shores and

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the butler who said: “Miss Carla, the Marchesa Saporiti is waiting for you to have a tea together”. “I am very grateful to my father and my mother –says Carla – for the love and the education I got; when I was 14 until 18 years old, I went to boarding schools in Switzerland, England, France. At the beginning it was hard, I was always crying, because I was thinking of my family, who was far away, but still today I remember how much I learned and I still have a strong bond with those places…When I got back to Como, it was almost the time of the First World War, my father asked me what my wishes were, I answered “Now I want to learn Italian!” Then I started writing, the first book was “Momenti lirici” (Lyrics Moments) and the first novel “Il tuo cuore e il mio” (Your heart and mine) in the 50ies, the most recent ones are “Quaderni rossi” (Red books), the trilogy “Villa Elisabetta” (2008) and the last one “Le tre zitelle” (The three spinsters) (2009). More than 30 volumes, poems, novels, children books and also a recipe book “A tavola con Carla Porta Musa” (Cooking with Carla Porta Musa). They are all rich in autobiographical memories and a soft imagination. You are a woman who lived in the 20th century and who is living in the 21st century, what is the most positive and what is the most negative aspect of our time? «For sure the most negative aspect is rudeness, while the most positive one is the opportunity to travel around the world, the opportunity for young people to get to know different realities and to make new experiences». She is telling this with a charmed smile on her face, as she recalls the magic atmosphere of her travels.


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Massimo Ferrero

"CIAK" si VOLA di Daniele Brunati foto Archivio Livingston

Massimo Ferrero nasce a Roma, dove esordisce giovanissimo come “runner” e, a soli diciotto anni, inizia la carriera nel settore della produzione, percorrendo tutto l’iter fino a ricoprire rispettivamente i ruoli di direttore di produzione, organizzatore generale e produttore esecutivo. Proprietario di diverse sale cinematografiche, qualche tempo fa acquista la compagnia aerea Livingston. Un imprenditore cinematografico prestato all’aviazione. Come è nata questa scelta? «C’è una forte similitudine tra il mondo delle sale cinematografiche e quello degli aerei. In entrambi i casi si stacca un biglietto, ci si accomoda su una poltrona e ci si prepara per un meraviglioso viaggio».

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Quali i progetti di cambiamento all’interno della compagnia aerea? «Stiamo studiando, per prima cosa, un cambiamento di immagine, modificando il logo Livingston. Oltre al colore arancio, sarà aggiunto il blu, il mio colore. L’”omino” andrà in pensione ed è allo studio un’immagine che colleghi idealmente il mondo cinematografico a quello dell’aviazione. Voglio modificare anche il modo di volare delle persone, puntando sulla qualità e offrendo ai passeggeri un volo diverso da tutti gli altri. Nei nuovi airbus ho portato un po’ di cinema, posizionando degli schermi davanti ad ogni sedile, grazie ai quali saranno proposti festival del cinema e festival musicali. Ci sarà anche un cuoco a bordo che cucinerà per i passeggeri.


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Massimo Ferrero with his friend Ricky Tognazzi

Massimo Ferrero con l'amico Ricky Tognazzi

Voglio che la gente si senta a casa». A proposito di cinema, quale potrebbe essere, a suo avviso, il giusto imput per rilanciare il cinema italiano? «Bisogna cambiare il sistema. Oggi il cinema è frequentato solo dai giovani, mentre credo sia importante che questo mondo sia a portata di tutti. Mancano, per esempio, le strutture per accogliere gli anziani che, di conseguenza, vengono tagliati fuori da questa dimensione. Io voglio portare innovazione, qualità». Sempre alla ricerca di nuove location, di nuove ispirazioni, di nuovi orizzonti. Il lago di Como è già stato scelto da alcune importanti case di produzione internazionali. Ha mai pensato al lago di Como come set di un film? «Il lago di Como è già stato in passato un set

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perfetto per riprese cinematografiche e certamente lo potrebbe essere ancora. È necessario però che le produzioni possano avere un supporto iniziale da parte delle istituzioni locali, come succede in tutte le città location di film, forti della consapevolezza che il “carrozzone” cinematografico muove almeno un centinaio di persone, producendo un indotto per il territorio di milioni di euro. Creare una Film Commission sul lago sarebbe la mossa vincente, così da poter avere un referente unico capace di unire tutte le forze e coordinarle al meglio». Tornando alla Livingston, sappiamo che la compagnia aerea da lei presieduta è stata scelta per organizzare ed effettuare voli umanitari da e per Haiti. Cosa ha significato per lei?

«Siamo orgogliosi di aver partecipato a questa operazione umanitaria. Voglio ringraziare il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni per averci dato la possibilità di impegnarci in questo progetto. Ridare speranza a queste persone e regalare loro una nuova prospettiva di vita ci ha reso fieri e felici». La nostra conversazione ogni tanto viene interrotta da qualche telefonata, ma considerando che dall’altra parte della cornetta ci sono personaggi del calibro di Ricky Tognazzi, lasciamo fare e, anzi, ci rendiamo conto del valore del professionista con il quale stiamo dialogando. Ci saluta con la promessa di venire presto a trovarci sul lago di Como, magari per il girare il suo prossimo film.


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Massimo Ferrero con il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni a bordo del volo umanitario Livingston da Haiti

Massimo Ferrero with the President of the Lombardy region, Roberto Formigoni on an humanitarian flight Livingston from Haiti

CIAK...

LET'S FLY

Massimo Ferrero was born in Rome and he entered in contact with the movie world. He his first steps as an actor when he was very young and when he turned 18 years old he became producer, then production manager, general manager and executive producer. He owned many movie theatres and later on he bought the Livingston airline. How did you make this choice? «There is a strong connection between the approach to the movie theatre and the airplanes. In both situations you have a ticket, you have your seat and you are ready for a wonderful journey». What are the changes that will occur in the airline organization? «We are studying a change in our image, modi-

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fying the logo of Livingston. I would also change the way people fly, relying on quality and offering a flight that is different from all the others». Have you ever thought of Lake Como as a movie set? «Lake Como has already been a perfect movie set for different shots and it could be used again. It is necessary that the productions have an initial support by the local institutions». Let’s go back to Livingston, we know that the airline you presides over was selected to organize the humanitarian flight from and to Haiti. What does it mean to you? «We are proud that we are participating in this humanitarian project and for this reason I would thank the President of the Lombardy region Roberto Formigoni».


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LIVINGSTON

Lunedì 8 febbraio i primi feriti del terremoto che ha colpito Haiti sono atterrati sul suolo italiano, all’aeroporto di Malpensa, con un volo Livingston. La Regione Lombardia ha infatti scelto la compagnia aerea italiana per organizzare le missioni per l’invio di personale, farmaci ed alimenti sull’isola caraibica e per traghettare verso una nuova speranza alcune vittime del sisma che nel nostro paese hanno potuto ricevere le cure necessarie negli ospedali Niguarda di Milano, San Gerardo di Monza e Riuniti di Bergamo, strutture che si sono rese disponibili ad accogliere fino a trecento malati. Questa prima operazione, coordinata tra la Regione Lombardia, il Ministero degli Affari Esteri, la Croce Rossa Italiana e le Ong, ha portato in Italia tre adulti e quattro minorenni. Sul volo della Livingston anche il dottor Federico Federighi, anestesista e

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rianimatore dell’azienda ospedaliera Sant’Anna di Como, specializzato in medicina dei disastri, e già impegnato in passato in altre parti del mondo, che descrive questo viaggio come “un’esperienza magnifica”. Ci affidiamo ora alle parole di uno dei protagonisti di questa missione, il comandante Paolo Vigo, per farci raccontare tutte le emozioni del suo “volo speciale”. «Credo che questo sia stato il volo più bello della mia carriera. Come volontario della Croce Bianca Milano, ho partecipato anche a tutti i preparativi operativi, insieme ai tecnici della Livingston e ad una équipe di AREU 118 Lombardia, per accogliere i feriti e prepararsi a qualsiasi tipo di emergenza. Con il dott. Guido Villa si è preso in considerazione ogni più piccolo dettaglio, in modo da essere pronti a caricare i feriti nel minor tempo

possibile e minimizzare così la nostra sosta all’aeroporto di Haiti. Durante il volo mi è spesso capitato di pensare come sia stato gratificante per me uscire dalla routine dei voli turistici e vedere la compagnia per cui lavoro impegnarsi in una missione umanitaria di questo genere. Vedere poi lo sguardo dei feriti, carico di speranza, ha reso tutto ancora più emozionante. La soddisfazione di lavorare in perfetta armonia con i medici e infermieri di AREU 118, i tecnici della Livingston, il nostro ufficio operativo e tutto l’equipaggio, avendo come unico scopo la cura delle persone colpite dal sisma, ha reso questo volo unico. Di sicuro vedendo i feriti sbarcare dal nostro aereo per essere inviati negli ospedali lombardi, mi ha fatto sentire orgoglioso di essere italiano e di lavorare per una compagnia come la Livingston (e garantisco che questa non è retorica)».


vola per HAITI

Sopra, a sinistra, il dott. Federico Federighi; a destra, il comandante Paolo Vigo tra il personale medico presente sul "volo speciale" da Haiti Above, on the left, dr. Federico Federighi; on the right, the capitain Paolo Vigo among the medical staff on the "special flight" from Haiti

LIVINGSTON flies for HAITI Monday 8th February the first injured persons during the earthquake of Haiti landed on the Italian territory. With a Livingston flight. The Lombardy region selected the Italian airline to organize missions to send people, medicines and food on the Caribbean island and to bring some victims of the earthquake towards a new hope, in our country they got the chance to have the necessary treatments in the hospitals of the Lombardy region. On the Livingston flight there was also doctor Federico Federighi, anaesthetist who works for the hospital Sant’Anna in Como,

specialized in Medicine for Emergencies, who describes this travel as a “magnificent experience”. The captain Paolo Vigo tells us about his “special flight”. «During the flight I thought how great it was for me to leave the routine of the tourist flights and to see the airline I work for to be involved in a humanitarian mission like this one. When the injured persons regained the hope in their eyes, I was really moved. It was a great satisfaction to work in a perfect harmony with doctors and medical attendants of the AREU 118, the staff of Livingston and the entire crew. We had the treatment of these people as a goal, this made this flight a special one. For sure when I saw the injured getting off the flight I was proud to be Italian and to work for Livingston airline».

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TERRITORIO

Parco della

SPINA VERDE custode di mille tesori di Renata Romano foto Matteo Bigi, Archivio Parco della Spina Verde 64


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Natura Valbasca The nature in Valbasca

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Nella pagina precedente, panorama dal "pin umbrela". Sotto, da sinistra, Pianvalle, civiltà Golasecca, insediamento XII sec.; a destra,linea difensiva Cadorna, trincea Como si estende tra l'ampia baia del primo bacino del Lario e le morbide colline delle Prealpi; ad est della città una lunga fascia di verde si insinua, incontaminata e silenziosa, fra la frenetica vita moderna ed i ricordi più antichi della convalle: è il Parco Regionale della Spina Verde. Grazie all'intuizione di chi ha voluto salvaguardare questi ettari di natura e storia, oggi possiamo fruire di un vero scrigno di piccoli e grandi tesori. Le colline che fanno parte del Parco sono percorribili attraverso una rete di facili sentieri, ben indicati, che portano il visitatore ad apprezzare la bellezza della natura, i fantastici panorami che spaziano dall'arco alpino all'alta pianura lombarda e l'unicità di manufatti storici, immersi nel contesto naturale. La particolare conformazione morfologica, la posizione geografica, la presenza di antiche vie di comunicazione fra il centro Europa e l'area mediterranea hanno fatto di questo territorio un importante crocevia di cose, persone e culture, oltre che culla di civiltà e caposaldo militare. L'uomo si insediò in questi boschi sin dalla preistoria e, grazie alle ricerche effettuate nel secolo scorso, molte sono le tracce della sua vita e della sua religione che sono pervenute sino a noi, come l' affascinante e misteriosa Fonte della Mojenca, inserita in un anfiteatro naturale, realizzata per canalizzare una sorgente e che presenta una peculiarità: nel giorno del solstizio d'inverno, al tramonto, i raggi del sole penetrano all'interno della galleria, esaltando l'antico carattere mistico e propiziatorio. Al Medioevo risalgono le imponenti vestigia del Baradello: torre di avvistamento voluta dall'Imperatore Federico Barbarossa sul colle che già vide, per la sua importante posizione strategica, la presenza delle legioni romane a difesa dei confini. Il colle è oggetto di interventi per renderne più sicuro l'accesso, per la riqualificazione boschiva e per valorizzare i manufatti della prima cerchia muraria e la palazzina denominata “del Barbarossa”. La vocazione difensiva dell'intera area è constatabile osservando le notevoli tracce della Linea Cadorna, opera militare del secolo scorso: camminamenti, gallerie, antichi depositi di armi sono oggi percorribili, non certo con lo spirito bellicoso per cui sono nati, ma alla ricerca, nel verde silenzio della natura, di quella quiete per cui Giovanni Verga definì il Baradello “Faro di pace”.

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In the previous pages, the view from"pin umbrela"; above, on the left, Pianvalle, the civilization Golasecca; on the right, the defensive military work Linea Cadorna

The Park of SPINA VERDE hides many TREASURES Como extends between the large area of the first basin of Lake Como and the mild hills of the Prealps; on the east side of the city a long unpolluted and silent stripe of green stretches, close to the frenetic modern life and the ancient heritage of the valley: it is the Regional Park of Spina Verde, a real chest with small and big treasures. The hills are part of the Park and they can be crossed following a net of simple paths, which are well indicated, so that the visitors can appreciate the beauty of the natural landscape, the enchanting views from the Alpine arch to the high Po valley and the uniqueness of the historical buildings located in the natural landscape.

The particular morphological shape, the geographic position, the ancient way of communications between the central part of Europe and the Mediterranean let this territory be an important crossing point of things, people and cultures, moreover it was a cradle of civilization and a military stronghold. The important traces of the Baradello castle are dated back to the Medieval Times: a tower built by the Emperor Fredrick III Hohenstaufen, on the same hill where the Romans had their legions to protect the borders. The defensive vocation of the entire area can be seen watching the traces of the Linea Cadorna, a military work of the 20th century.

Info

Consorzio Parco Spina Verde di Como Via Imbonati, 1 22020 Cavallasca Como tel. 0039 031 211131 www.spinaverde.it segreteria@spinaverde.it


OVAS LOGISTIX srl Via Pian D’Erba, 16 22036 Erba (CO) Tel. 031 610 671 Fax 031 33 55 125

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PEOPLE

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SANTE FRANTELLIZZI

Gentiluomo

di STATO

di Daniele Brunati foto Carlo Pozzoni

Il “Prefetto gentiluomo”. Così è stato definito Sante Fratellizzi che a Sondrio e a Como ha ricoperto la carica prefettizia e che, per qualche mese, ha svolto il ruolo di commissario straordinario per il Comune di Lecco. In queste pagine, traccia un primo bilancio sulla sua carriera, lunga quarant’anni, al servizio dello Stato e delle persone. La prima domanda può apparire ovvia, ma doverosa. Un breve bilancio di tutti questi anni al servizio dello Stato e delle persone. «Quasi una vita dedicata allo Stato mi ha lasciato senza alcun dubbio una grande soddisfazione personale e professionale. Nelle varie sedi in cui ho lavorato, ho avuto modo di affrontare le più diverse problematiche a livello istituzionale, economico e sociale. Questo ha sicuramente contribuito a formarmi, mettendomi in condizioni di poter svolgere al meglio la funzione prefettizia nelle due sedi di Sondrio e di Como. Il servizio dello Stato, cui ho dedicato, appunto, ben quaranta anni, mi ha portato a considerare come esso coincida con il servizio alle persone ed alla società, che sono parte integrante dello Stato». Sondrio, Como e Lecco. Tre province attraenti per natura. Quale ricordo la lega ad ognuna di

queste città? «Sondrio e Como, ove ho avuto l'onore ed il piacere di svolgere le funzioni di Prefetto, evocano in me sensazioni molto piacevoli sia a livello professionale che personale. Le due province, pur nella diversità, offrono spettacoli della natura ed aspetti paesaggistici quasi unici. Inoltre, nell'affrontare le varie problematiche, ho avuto modo di conoscere le popolazioni delle due province, intessendo con loro un rapporto molto bello, nonostante mi avessero avvertito che avrei trovato persone molto chiuse: non è così, in quanto, a mio avviso,le persone sono o sembrano chiuse fin quando non le si coinvolgedopodichè si crea un rapporto molto bello: così è accaduto sia a Sondrio che a Como. L'esperienza di Lecco, anch'essa inserita in un ambiente paesaggistico meraviglioso, è diversa in quanto vi svolgo per un periodo temporaneo le funzioni di Commissario straordinario. In ogni caso anche questa esperienza mi sta facendo amare una città ricca di tradizioni manzoniane». Secondo Lei quale potrebbe essere il ruolo di Como e Lecco nell’Expo 2015? «Ritengo che sia Como che Lecco possano svolgere un ruolo determinante nell'ambito dell'Ex-

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po 2015 con le attrattive paesaggistiche e con le strutture che possono offrire. Anzi, ritengo che le due realtà debbano approfittare di questa ghiotta occasione e non rimanerne fuori. D'altra parte sappiamo di personaggi di responsabilità e uomini politici di rilievo che sono originari delle due province e che in questo momento stanno lavorando per l’Expo. Occorre che diano un forte contributo perchè sia Como che Lecco entrino a pieno titolo nelle manifestazioni dell’Expo 2015». E’ noto il Suo impegno nel coordinare le forze cittadine nella promozione dell’educazione civica all’interno della manifestazione natalizia comasca "Città dei Balocchi". Vicino alla gente comune, a quella in difficoltà, e soprattutto al mondo giovanile. Quali sono stati gli approcci che ha adottato per avvicinarsi a queste realtà? «Nella mia permanenza a Como ho potuto apprezzare la manifestazione della Città dei Balocchi, organizzata dal Consorzio Como Turistica, dedicata soprattutto ai bambini, ma che coinvolge anche gli adulti. Attraverso un coordinamento tra le istituzioni e le forze cittadine, si è ritenuto di inserire nella già ricca manifestazione maggiori elementi che potessero avere dei risvolti educativi nei confronti dei ragazzi. La partecipazione delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana etc. contribuiscono a far conoscere i compiti, le competenze degli enti istituzionali e nello stesso tempo portano ad essere conosciuti come persone vicine ai ragazzi ed ai giovani. E' chiaro che un Prefetto non può rimanere insensibile alle difficoltà che emergono nella società, soprattutto nel mondo giovanile e deve saper cogliere le occasioni di coinvolgimento degli enti istituzionali, statali , regionali e locali, perchè si creino le sinergie utili a trovare soluzioni alle varie problematiche sociali, dovute alle difficili situazioni economiche e al disagio giovanile. Occorre coinvolgere, da soli non si va da nessuna parte». Quale sogno nel cassetto è più orgoglioso di aver realizzato? «Parlando per esclusivo aspetto professionale, aver raggiunto il grado di Prefetto ed averne potuto esercitare le funzioni in due realtà (Sondrio e Como), che conoscevo poco e che ora mi sono rimaste molto nel cuore. Non ho altri sogni rimasti nel cassetto». Come ha conciliato, nella Sua lunga carriera, gli impegni familiari con quelli istituzionali che l’hanno spesso portato a cambiare città? «Se ho potuto realizzare tutto ciò molto lo debbo alla mia famiglia, in particolare a mia moglie che ha saputo accompagnarmi in questo stupendo viaggio, sobbarcandosi spesso i compiti per cui io non avevo il tempo di occuparmene. Insegnare e portare avanti la famiglia con due figli e con la mia presenza incostante non è cosa di poco conto, ma lei c'è riuscita! Anche i figli hanno fatto la loro parte con grande senso di responsabilità. Approfitto per ringraziarli...anche per avermi reso nonno». Ci può svelare quale sarà il suo futuro? «Il mio futuro a questo punto sarà da pensionato e da nonno, salvo che il Governo, come successo per Lecco, non decida di affidarmi qualche altro incarico».

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In the previous page, above, Sante Frantellizzi with Dionigi Tettamanzi, Archbishop of Milan and Diego Coletti, Bishop of Como; in the middle, with the senator Alessio Butti; below, with Leonardo Carioni, President of the Province of Como. In this page, with his wife Maria and his grandchildren

Nella pagina precedente, in alto, dott. Sante Frantellizzi con S.E. Dionigi Tettamanzi Arcivescovo di Milano e S.E. Diego Coletti Vescovo di Como; al centro, con il senatore Alessio Butti; sotto, con Leonardo Carioni Presidente Provincia di Como. In questa pagina, con la moglie Maria e le nipoti

State

GENTLEMAN

The “Gentleman Prefect”. This is the definition for Sante Fratellizzi, prefect in Sondrio and Como. For some months he has also been extraordinary chief officer for the Municipality of Lecco. In these pages, he makes a first assessment of his 40 year career, at service of his country and of the people. A short report on all these years at service of the country and of the people. «Almost my entire life has been dedicated to the country and this represents a great satisfaction, both from the personal and from the professional point of view and I would say that it is on an equal footing with the service to the people and to the society». Sondrio, Como and Lecco. What memories

do you have of each city? «Sondrio and Como make me think of very pleasant professional and personal memories. The experience of Lecco is different, even though I am starting loving this city, which is rich in traditions linked to the writer Alessandro Manzoni». In your opinion, what positions will Como and Lecco have in Expo 2015? «I believe that both Como and Lecco could have a very decisive role in Expo 2015 thanks to the beautiful landscapes and the facilities they can offer. Actually we know that important personalities and politicians, who come from these two provinces, are now working for Expo». We know that you were involved in the organization of the city forces to promote civic-

mindedness during the event of Città dei Balocchi. What are the approaches you used to get close to these realities? «When I was in Como, I got the chance to appreciate the event Città dei Balocchi. The presence of the police, the firemen and the red cross gives an great contribution for the introduction of the institutional bodies, with their tasks and their competences». How did you combine your family with your institutional position? «I have to thank my family in this respect, above all my wife who was able to stay by me during this beautiful journey. My children played an important part too, with a strong sense of responsibility».

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Francesca Valenza, ideatrice e proprietaria di RĂŞve Zone con tutto lo staff

Un’esperienza di benessere in un ambiente da sogno

Via Auguadri, 12 - 22100 Como - tel: +39 031.243316 www.revezone.it

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Rêve Zone è il luogo dove benessere fisico e psichico si incontrano per regalare un momento di vero e assoluto relax. Il valore aggiunto offerto da questo centro è la cura del corpo che viaggia parallelamente a quella della mente, secondo quella filosofia di cultura estetica che intende le due dimensioni come imprescindibili. Entrare in questo luogo significa scegliere un percorso che sappia andare oltre la mera apparenza o il semplice benessere legato alla nostra immagine esteriore per approfondire e curare anche tutti quegli aspetti che interessano la nostra anima, la sostanza del nostro essere. Rêve Zone significa questo, la zona dei sogni, ovvero un luogo dove ogni dettaglio, ogni trattamento, ogni colore, riporta ad un percorso onirico. Rêve Zone è anche un centro all’avanguardia che, attraverso le più moderne tecnologie, cerca di soddisfare le esigenze del cliente. In vista dell’estate, Rêve Zone propone EPOREX K69 un trattamento specifico per viso (face lifting, anti-ageing e trattamento all’acne) e corpo (anticellulite, adipe, smagliature, rimodellamento e bonificazione muscolare) che nutre e rinnova la pelle donandole elasticità, compattezza e tonicità grazie alla quantità di principi attivi che trasferisce. EPOREX K69 rientra nella categoria di Tecnologie Estetico Medicali ed opera attraverso un metodo non invasivo e in assenza di qualsiasi tipo di dolore o effetto collaterale. Rêve Zone is the place where the physical and the psychic wellness meet to enjoy a real and absolute relax. The added value offered by this center is the body care which goes on equal footing with the psychic wellness, according to the philosophy of aesthetic culture which considers the two dimensions as essential. To enter in this place means to select a treatment that will overcome the appearance or the simple wellness linked to our exterior look to treat all the aspects which characterize our soul and the substance of ourselves. Rêve Zone means all of this, the zone of our dreams, that is a place where every detail, every treatment, every colour goes back to a dream aspect. Rêve Zone is also a modern center with brand new technologies, which satisfies the needs of the customers. Thinking about the summer, Rêve Zone proposes EPOREX K69, a specific treatment for your face (face lifting, anti-ageing and acne treatment) and your body (anti cellulite, adipose tissues, stretch marks, remodeling and well toned muscles) which nourishes and renovates your skin, donating elasticity, compactness and well toned thanks to the quantity of active principles it transfers. EPOREX K69 is part of the category of Medical Aesthetic Technologies and it operates using a non-invasive method, with no pain and no side effects.


TERRITORIO

Anniversario IN VETTA al Generoso di Marili Fontana foto Giovanni Luisoni

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Nella pagina precedente, panoramica della vetta (1704s/lm) con il treno a cremagliera. Sotto, a sinistra, Mulino di Bruzella, il museo è nel territorio; a destra, vista panoramica, non solo natura!

In the previous page, the view from the peak (1704) with the rack railway. Below, on the left, Mulino di Bruzella, the museum is in the territory; on the right, a panoramic view, not only nature! ,

Per chi viene da Sud, il Mendrisiotto è la prima area verde che incontra dopo Milano. Molte le ragioni per fermarsi e scoprire il Mendrisiotto. Il Monte Generoso (1704m/sm) è una delle due montagne che abbracciano la regione. Splendida e maestosa essa si estende su un’area molto vasta e comprende, tra l’altro, le splendide valli di Muggio e Valmara ed ha quest’anno l’onore di segnare due importanti anniversari: i 120 anni di attività della Ferrovia Monte Generoso ed i 30 anni del Museo Etnografico della Valle di Muggio. Vere perle d’indubbio valore nel panorama delle offerte ricreativo-turistiche cantonali, questi due prodotti raccolgono successo ed apprezzamento da parte di chi frequenta la regione per vacanza o per un momento di svago. La Ferrovia Monte Generoso ha iniziato la sua attività nel lontano giugno 1890. Il tracciato odierno, da Capolago alla Vetta, è ancora quello originario e permette di spaziare con lo sguardo su una natura incontaminata e cogliere panorami mozzafiato. In Vetta due ristoranti con terrazza panoramica accolgono gli ospiti ed un ricco programma di appuntamenti gastronomici e di proposte escursionistiche assicurano momenti di piacevole relax. Un centro d’osservazione astronomica propone di scoprire il cosmo, mentre, più vicine, si possono ammirare le vette del Monte Rosa, della Jungfrau, del San Gottardo e degli Appennini. Il prossimo 4 giugno, in occasione dei festeggiamenti ufficiali per i 120 anni d’attività, il trenino a cremagliera effettuerà corse speciali con locomotive d’epo-

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ca e proporrà un programma d’attività particolarmente interessante sotto tutti i punti di vista. Occasione da non perdere! A qualche chilometro di distanza, raggiungibile a piedi dalla Vetta, scendendo lungo uno dei sentieri escursionistici e sostando, se si vuole, per una visita ad una delle “nevère” restaurate nel corso degli ultimi decenni dal Museo Etnografico della Valle di Muggio, si trova il centro informativo del museo “nel territorio”. La valle di Muggio è un’ampia vallata che dalla Vetta del Generoso scende fino nelle Gole del Parco della Breggia e molto di quanto si può visitare qui è opera del progetto sviluppato dal locale Museo Etnografico che imposta il suo lavoro sulla valorizzazione e conservazione del patrimonio storico, artistico, etnografico e naturalistico della regione. Se il suo centro informativo è a Cabbio, i suoi oggetti come nevère, roccoli, graa, bolle, fontane, cisterne, ponti, carbonaie, sostre, mulini, in parte restaurati, possono essere visitati nel territorio. Dal 24 aprile una speciale esposizione dedicata al Monte Generoso sarà visitabile presso la Casa Cantoni a Cabbio.

INFO

www.mendrisiottotourism.ch tel. +41 91 6413050 www.montegeneroso.ch te. +41 91 6305111

Anniversary on the TOP of Generoso Mount Generoso (1704 meters above the sea level) is one of the two mountains which surround the region of the Mendrisiotto, it is located in a large area and it includes the beautiful Muggio and Valmara Valleys. This year it celebrates two important anniversaries: 120 years of the Railway Mount Generoso and 30 years of the Ethnographic Museum of the Muggio Valley. The Railway Mount Generoso was opened in June 1980. The present railway, from Capolago to Vetta, is still the original one. In Vetta two restaurant with a panoramic balcony welcome the guests. Thanks to an astronomic center you can discover the cosmos, moreover you can enjoy the closest peaks of Mount Rose, Jungfrau, Saint Gotthard and the Appennini. The Muggio Valley is a wide valley which goes down from the Vetta of the Mount Generoso until it reaches the gorges of the Breggia Park. Much part of what you can visit here is part of the project developed by the Ethnographic Museum, which aims at giving value and preserve the historical, artistic, ethnographic and natural heritage of the region. From 24th April the museum will host a special exhibition dedicated to Mount Generoso at the Casa Cantoni in Cabbio.



TERRITORIO

La Funicolare SAN SALVATORE festeggia 120 anni di Federico Faverio foto Archivio San Salvatore

Su e giù da 120 anni, emozioni infinite e la capacità di sapersi rinnovare, anno dopo anno, permettono alla funicolare ticinese del monte San Salvatore, alle porte di Lugano, di raggiungere l’invidiabile anniversario. «Si deve essere stati quassù personalmente, se ci si vuole fare un’idea di tutta la sua grandiosità e magnificenza, e allora si annovererà questo momento fra i belli e indimenticabili della propria vita»; così il filosofo tedesco Lorenz Hirschfeld descriveva nel ‘700 il monte San Salvatore, ed oggi noi possiamo continuare a fruirne la bellezza raggiungendo la sua vetta a 912 m.s.l.m. in dodici minuti partendo da Lugano Paradiso attraverso un percorso spettacolarmente ripido. La stagione 2010, dal 13 marzo, esattamente a 120 anni dall’inaugurazione, e che continuerà fino ad ottobre, si presenta particolarmente ricca di iniziative per celebrare l’importante anniversario. Per coinvolgere meglio il pubblico svizzero

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e non solo, i promotori hanno pensato ad un gemellaggio con la ferrovia del Monte Generoso, anch’essa inaugurata 120 anni fa, ed ora insieme sotto un unico logo e slogan: “Insieme per il turismo”. Mostre, agevolazioni, momenti di ritrovo ed un particolare “revival” dei materiali pubblicitari, locandine in primis, dagli albori. Ancora oggi la funicolare è una straordinaria ed avanguardistica opera di ingegneria, ma soprattutto è stato il primo impianto di risalita con destinazione prettamente turistica del Ticino insieme al Monte Generoso. Rinnovata nel 2001, la funivia del San Salvatore vede le sue origini nascere dall’intuizione di un fiorentino, Stefano Siccoli, che nel 1870 aveva previsto le potenzialità di una funicolare con un albergo in vetta. Passarono però venti anni e molti altri promotori per arrivare al primo viaggio e raggiungere agevolmente la sommità del Pan di Zucchero del golfo di Lugano.


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Nella pagina precedente, partenza della funicolare; sotto, a sinistra, immagine panoramica del lago di Lugano e funicolare; a destra, il panorama dalla vetta

In the previous page, the star of the cable; below, on the left, a panoramic view of Lake Lugano and the cable car; on the right, a panoramic view

The FUNICOLAR San Salvatore CELEBRATES

120 years

Up and down for 120 years, year after year infinite emotions and the ability of innovation gave a very important contribution to the cable car of the mount San Salvatore in Ticino in order to reach this enviable anniversary. The season 2010, which starts on 28th March, exactly 120 years after the inauguration, continues until October and it is rich in initiatives to celebrate the important anniversary. To involve not only the Swiss public, the promoters thought of a twinning with the railway of Mount Generoso, which was also inaugurated 120 years ago. Now they are joined with a single logo and slogan: “Together for tourism”. Exhibitions, promotions,

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meetings and a particular “revival” of advertisement materials, starting with the very first posters. Today the railway is an extraordinary and modern work of engineering, but above all it has been the first ski lift with a touristic destination in Ticino, together with the Mount Generoso. Renovated in 2001, the funicolar of San Salvatore was built following the idea of a man from Florence, Stefano Siccoli, who studied the project of a cable car and an hotel at the top of the mountain in 1870. 20 years passed by and many other promoters studied projects, until people made the first ride to reach the peak of Pan di Zucchero the top of Lugano in Ticino.

INFO

www.montesansalvatore.ch info@montesansalvatore.ch Funicolare Lugano, Paradiso Monte San Salvatore SA, Casella postale 442 CH-6902 Lugano Paradiso tel. +41 919852828 fax. +41 919852829


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DINASTIE Parte Prima

george garvin brown III

Dal 1870 generazioni di "SPIRITO" INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Marco Lombardo Giassetti foto Archivio G. G. Brown III Effetto giorno, siamo al quarto piano di un appartamento nel pieno centro di Milano con vista sul lago, proprio il Lago di Como s’intende. C’è un computer acceso dove passano decine e decine di foto che raccontano una vita, un’epopea. L’uomo al timone, o, meglio, al mouse, le commenta una per una: “Qui sono con una mia amica”, “questo è il mio bisnonno”, “qui sono con una mia amica”, “questi

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sono i miei figli e i mie nipoti”, “qui sono con una mia amica”, “questa è la mia casa del Kentucky”, “qui sono con una mia amica”, “questa è la mia barca”, “qui sono con una mia a… ops, questa è meglio di no”. Dalla casa ovviamente il lago non si può vedere, ma si sente e sarà anche per quel modello di cabinato che campeggia su una mensola, il “Lady Trudy II”. L’uomo, George Garvin


In alto, da sinistra, i fratelli Brown, padre e zio di G.G.B.III; sotto, il fondatore della Old Forester, nonno di G.G.B.III Above, on the left, the Brown brothers, father and uncle of G.G.B.III; below, the founder of Old Forester, grandfather of G.G.B.III

Brown III, si affretta a specificare: “E’ dedicata a mia madre Trudy Polk Brown, una donna eccezionale”. George Garvin III è questo, l’erede di una grande famiglia diventata la prima produttrice mondiale di liquori (conoscete il Jack Daniel’s?), ma pure un gentleman del sud degli Stati Uniti – così com’è del Kentucky (coincidenza?) l’altro illustre abitante del Lario, George Clooney - diventato

cittadino del mondo ed approdato a migliaia di chilometri di distanza, tra il centro di Milano e la sua barca ormeggiata a Como. Il tutto dopo un’avventura spettacolare, che Garvin III definisce “un ascensore pieno di alti e bassi. Sì, la mia vita è un ascensore”. Partiamo dal primo piano, allora: la farmacia. OLD FORESTER George Garvin Brown I era un farmacista di

Louisville, Kentucky, convinto che il raffreddore si curasse semplicemente con un whisky. Funzionava, così si decise a produrlo in proprio e a mettere sulle bottiglie un marchio che ne garantisse la genuinità. L’Old Forester cominciò così ad essere venduto su ricetta medica; resuscitava anche i morti – dicevano – e soprattutto era più buono di quei whiskacci che vendevano nei saloon:“Lui fu pratica-

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Sopra, a sinistra, G.G.B.III in braccio alla madre Lady Trudy; a destra, i genitori di G.G.B.III Above, on the left, G .G.B.III with his mother Lady Trudy; on the right, the parents of G.G.B.III

mente un genio – spiega il pronipote -, perché quando arrivò il proibizionismo gli altri produttori dovettero chiudere, mentre l’Old Forester continuò ad essere venduto”. Per far questo produsse anche “La Santa Bibbia del proibizionismo”, un manuale pieno di versetti biblici e salmi che dimostravano l’assenza di aspetti demoniaci dell’alcol. Funzionò, naturalmente. E in quei tempi aumentarono i malati di raffreddore. L’azienda così si espanse, passò ovviamente a George Garvin II, che fu chiamato così “perché George Garvin I aveva un fratello che era già stato chiamato George Garvin junior”. La Brown Forman riuscì a passare anche la tempesta della seconda guerra mondiale, ma intanto la famiglia si era già allargata, perché Garvin II aveva trovato moglie, proprio lei, lady Trudy. ”Fu il fratello di mia madre a farli conoscere: lei faceva la modella a New York, lui la chiamò dicendo: “Ehi, prendi il treno e torna a casa: ho qualcuno da farti incontrare, è un uomo importante”. Così fu”. Detto, fatto: Trudy divenne Polk Brown. IL PRESIDENTE E’ come nei film, insomma: il successo di una grande famiglia americana si misura dall’au-

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torità della padrona di casa: “Mia mamma era davvero speciale: sapeva dirigere la famiglia con autorevolezza e affetto”. Le veniva naturale d’altronde: anche lei arrivava da una famiglia illustre del sud, il suo bisnonno – James Knox Polk – era stato l’undicesimo presidente degli Stati Uniti d’America e sotto di lui l’Unione conquistò New Mexico, Arizona e California. “Era un uomo deciso: disse che avrebbe fatto solo quattro anni di mandato e mantenne la promessa: dal 1845 al 1849. Suo padre vinse a dadi contro il governatore del North Carolina un terreno nel Tennessee, che allora faceva ancora parte di quello Stato. Lo utilizzò per costruire una proprietà che gli servì anche per nascondere gioielli e argenteria durante la guerra di secessione, nella quale combattè anche il fratello di James. Ancora oggi quella piantagione si chiama “Rattle and snap”, ovvero “fai tintinnare e schiocca le dita”, così come si faceva nel gioco dei dadi. Il fratello di James K. Polk rimase senza una gamba: gli misero una protesi vuota, lui la riempi con delle bottiglie di whisky. Come vede era destino…”. LADY TRUDY Insomma: George Garvin II mandava avanti

l’azienda, Trudy Polk teneva insieme la casa e la famiglia. George III mostra con orgoglio un ritratto della madre e mentre racconta fa brillare involontariamente, ma significativamente gli occhi: “Mia mamma era molto bella: partì dal Tennesse, si spostò in Virginia per studiare, poi andò a Pasadena e quindi fino alle Hawaii per trasferirsi successivamente a New York per fare la modella. Dopo la telefonata del fratello e l’incontro con mio padre tornò nel Kentucky, che non era più solo provincia del Tennessee, per badare a noi. Era una donna tosta, amorevole e pratica. Amava tanto i cani: fu lei a importare in Usa la razza dei Cavalier King Charles Spaniel, alla fine ne aveva circa 35 che curava personalmente. Quando una femmina era incinta la metteva a partorire dentro l’armadio di papà: si faceva portare una bottiglia di Old Forester, staccava il cordone ombelicale con i denti e sterilizzava tutto con il whisky. Quando ho sposato Antonella Mandelli, la mia seconda moglie, il suo giudizio è stato determinante. Senza il suo sì, il matrimonio non si sarebbe fatto”. To be continued...


Sopra, G.G.B.III con la seconda moglie Antonella Mandelli; a lato, sopra, sul motoscafo Pershing sul lago di Como; sotto, con il suo cane Above, G.G.B.III with his second wife Antonella Mandelli; on the side, above, with the motorboat Pershing on Lake Como; below, with his dog

History of a DINASTY from 1870

Day light, we are at the fourth floor of a flat located in the center of Milan, with a view on the lake, I mean on Lake Como. A computer with thousands of pictures and a life story. The man with the mouse in his hand is telling the story: “Here it’s me with a friend of mine”, “he is my grandfather”, “here it’s me with a friend of mine”, “they are my children and my nephews” “Here it’s me with a friend of mine”, “this is my home in Kentucky”, “Here it’s me with a friend of mine”, “this is my boat”, “here it is me with… ops forget about it”. Obviously from his home you cannot see the lake, but you can feel the lake thanks to a cabin cruiser model on a shelf, “Lady Trudy II”. The man is George Garvin

Brown III and he wants to stress: “It is dedicated to my mom, Trudy Polk Brown. An great woman”. George Garvin III is the heir of an important family, who became the first world producer of liquors (do you know Jack Daniel’s?) but he is also a gentleman coming from the south part of the United States – the famous actor who lives on Lake Como, George Clooney, is from Kentucky too – he is a citizen of the world and now he lives far away from his home town, divided between the center of Milan and his boat on Lake Como. Everything happened as a wonderful adventure, Garvin III defines it as a “elevator, with high and low. Actually, my life is like an elevator”. Let’s start from the first floor:

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Sopra, a sinistra, il comandante dell'imbarcazione privata sul lago di Como, Monique Brignoni, con il pilota Roberto Ruggieri; a destra, G.G.B.III osserva il suo yacht "Lady Trudy" Above, on the left, the captain of the private boat on Lake Como, Monique Brignoni, with the pilot Roberto Ruggieri; on the right, G.G.B.III looks at his yacht "Lady Trudy"

the chemist’ shop. OLD FORESTER George Garvin Brown I was a chemist in Louisville, Kentucky, he was sure that a cold can be treated with whisky. He worked on it and he decided he could produce his own whisky, then he put a brand to grant genuineness. Old Forester started to be sold as a prescription drug, it made miracles –that’s what everybody said – and above all it was much better than those bad whiskies that were sold in saloons: “He was a genius – says the great-grandson – because at the time of prohibition, all the other producers had to close, while Old Forester continued to be sold”. To make this, he also produced “The Holy Bible of prohibition”, a manual full of biblical verses and psalms, which demonstrated the absence of demonic aspects in the alcohol. It worked well. At that time people who had colds increased. The company was growing and it became property of George Garvin II, he was called George Garvin II “because George Garvin I had a brother called George Garvin junior”. The Brown Forman overcame the bad times of Second War World and the family was becoming bigger because Garvin II got married with Lady Trudy. “The brother

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of my mom introduced my parents: she worked as a model in New York, he called her and said: “Hey, take a train and come back home: I have someone to introduce you, he is an important man”. So it was and Trudy became Polk Brown. THE PRESIDENT It’s just like in the movies, that is: the success of an important American family can be measured with the authority of the lady of the house “My mom was really special: she could head the family with authority and love”. It was something natural for her: she came from a famous family of the south, her greatgrandfather – James Knox Polk – was the 11th President of the United States and with him the United States conquered New Mexico, Arizona and California. “He was a very determined man: he said he would have been President for just the 4 years of the mandate and he kept the promise: from 1845 to 1849. His father won with dices a land in Tennessee, he was playing against the Governor of North Carolina. He used it to hide jewels and silverware during the War of Secession, in which his brother took part. Still today this land is called “Rattle and snap”, as you say when you play dices. The brother of James K. Polk lost a

leg, he had an empty prosthesis and he filled it with bottles of whisky. It was the destiny…”. LADY TRUDY George Garvin II was running the company, Trudy Polk was running the house and the family. George III is proud to show a pictures of his mom and while he is telling the story, his eyes are shining involuntary but significantly: “My mom was very beautiful: she left Tennessee, she moved to Virginia to study, then she lived in Pasadena and in Hawaii, finally she moved to New York to become a model. After her brother ‘s phone call and the meeting with my dad, she came back to Kentucky, which was no more just province of Tennessee, to look after ourselves. She was a strong woman, lovely and practical. She loved dogs: she imported the breed of Cavalier King Charles Spaniel in the US, she got 35 dogs and she was personally taking care of them. When a dog was pregnant, she took her in our father’s closet, she asked for a bottle of Old Forester, then she took the umbilical cord away and she sterilized with whisky. When I married Antonella Mandelli, my second wife, my mother’s opinion was decisive. No wedding without her approval”. To be continued...


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PEOPLE

Antonella Mandelli

La Storia di FATA

TURBINA

INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Marco Lombardo Giassetti foto Carlo Pozzoni, Archivio Mandelli

Il titolo migliore gliel’hanno dato all’inizio degli anni Ottanta: “la fata turbina”. Compare su una rivista specializzata che Antonella Mandelli, la fata di cui sopra, fa uscire magicamente da un faldone pieno di ritagli: “Perché in un mondo di gente che si inventa tante cose, io voglio dimostrare che ciò che racconto l’ho fatto davvero”. Infatti: è tutto certificato. Antonella ha un passato vincente nello sport, ma non quello che ci si potrebbe aspettare da una donna: è stata campionessa di rally. E così da Erba, dov’è nata, è poi

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finita a Hollywood, passando dal Kentucky e da Montecarlo, per finire allo Yacht Club di Como in una splendida mattina ventosa che ravviva i suoi ricordi e il suo fascino e che rende ancora più attarente la sua vita da romanzo cominciata con una piccola bugia detta al padre, un commerciante di legnami. “Avevo cominciato con lo sci: solo che non riuscii (o non volevano che riuscissi) a entrare in nazionale e così, dopo l’ennesima delusione, chiesi a papà i soldi per comprare un’auto. Non sapeva che sarei tornata a casa con un' auto da


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rally” e soprattutto che l’avrebbe usata davvero. In pratica, su una Opel Kadett, a soli 23 anni, Antonella si butta nel mondo delle quattro ruote, inanellando successi e corteggiatori. Dopo sole tre gare il Jolly Club le mette in mano una fiammante Fiat Abarth ufficiale, al volante della quale la Mandelli comincia la strada per il successo. Bella e brava, insomma, un mix che produce il titolo al campionato italiano Fiat Alitalia del 1979 e poi una lunga serie di titoli europei femminili dal 1981 al 1985: “Ma non pensate che fosse come gareggiare contro nessuno: per prendere punti dovevi arrivare nei rally almeno nei primi dieci. Era tutto frutto di fatica, sudore e bravura”. Vero. Così com’è vero che l’ingresso di Antonella nel mondo dei rally produce subito un testacoda mediatico: “Il mio migliore risultato l’ho fatto a

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Madeira: prima di salire sul podio mi hanno fatto passare in mezzo a due ali di tifosi e c’era chi mi faceva toccare e baciare i bambini, neppure fossi un calciatore famoso! Uno addirittura si prese pure la maglietta sudata che mi ero tolta durante una pausa tra le prove speciali: questo episodio fu lo spunto per un articolo di Guido Rancati; lui scriveva sempre cose carine su di me e quella volta mi prese in giro perché mi presentai al controllo dei commissari in hot pants. Oggi non ci baderebbe più nessuno, ma allora…”. Allora infatti si prese il titolo di Fata Turbina. Dopo il rally c’è stata anche la motonautica, perché con i motori ormai nel sangue non si poteva farne a meno. Gare importanti – tra le altre i mondiali ad Atlantic City e la Viareggio-Bastia-Viareggio nel ruolo di navigatrice - e soprattutto la solita adrenalina che

pulsa, “perché quando fai uno sport così, non esiste la sensazione di pericolo: pensi sempre che gli incidenti capitino solo agli altri”. Nel mezzo un matrimonio, e non uno qualunque: Antonella infatti, frequentando da spettatrice una gara di Formula 1, incontra nel box della Tyrrel l’allora sponsor George Garvin Brown III, erede della dinastia dei whisky. Risultato: Fata Turbina sposa Mister Jack Daniel’s nel Kentucky, con la benedizione di mamma Trudy e la vita da favola continua. Anche oggi, che non è più la signora Brown e che vive vista mare a Montecarlo: “Ne ho passate tante in questi anni, ma ora penso che il mio prossimo sogno è di vivere di nuovo qui. Ho vissuto nei più bei posti del mondo, ma questa vista sul lago di Como non ha paragoni”. Sorridete: Fata Turbina sta tornando a casa.


A sinistra, Antonella Mandelli allo Yacht Club di Como; sotto, le passioni di una vita: rally e motonautica

On the left, Antonella Mandelli at the Yacht Club of Como; below, her life passions: rally and motorboat

The Turbine FAIRY's Story She got the best title at the beginning of the 80ies: “Turbine Fairy”. It can be read on a specialized magazine that Antonella Mandelli still keeps with jealousy. Ex rally champion, her life is just like a novel, which started with a lie she told her father, when she asked him the money to buy a car. He didn’t know she was coming home with a rally car: when Antonella was 23, she decided to start her experience in the world of cars, after three competitions Jolly Club gave her an official brand new Fiat Abarth. The result was: a prize in the Italian championship Fiat Alitalia in 1979 and then a long list of European women prizes from 1981 to 1985. “Don’t think that it was like competing against nobody: to gain points you have to be in the first ten places in rally competitions. It was the result of hard work, determination and skills”. The best result was achieved in Madeira, with a second

place and a particular event that inspired Guido Rancati: “I went to the commissioner control with hot pants on. Today nobody cares, but at that time was different…”. On that occasion the name “Turbine Fairy” was invented. Her passion was not just for rally, but also for speedboat racing – she competed at the world championship in Atlantic City and at the Viareggio-Bastia-Viareggio as a navigator – and a fairy-tale wedding: Antonella was watching a Formula 1 competition and she met the sponsor of Tyrrel, George Galvin Brown III, heir of the whisky dynasty. The result was: a wedding in Kentucky with the blessing of mam Trudi. Today Antonella Mandelli is no longer Mrs Brown and she lives in Montecarlo, now she has a new dream to realize: “I lived in the most beautiful places of the world, but this view on Lake Como is matchless. I will come back in Como to live here”.

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IL BUON DORMIRE: una filosofia di vita

Gruppo Industriale Formenti Il 2010 si apre con un’importante novità nel mercato del bedding: il Gruppo Industriale Formenti ha sottoscritto con Pirelli & C. S.p.A. un contratto di licenza per la produzione e la distribuzione, in Italia e in altri paesi del Mediterraneo, di materassi, cuscini e letti a marchio Pirelli. Il Gruppo Industriale Formenti, società fondata nel 1975, 7 stabilimenti di produzione in Italia, produce anche sistemi per dormire a marchio Simmons e Flexlinea. Una struttura verticalizzata che gestisce e controlla al proprio interno tutto il processo produttivo e tecnologico. Tra i pochi produttori mondiali di schiuma di lattice per il settore del bedding può garantire il controllo di tutte le fasi di lavorazione per ottenere uno standard qualitativo elevatissimo. Fortemente convinto che il buon riposo migliori la qualità della vita, il Gruppo Industriale Formenti è un punto di riferimento per l’intero settore del bedding europeo ed ha sempre investito grandi risorse in innovazioni tecnologiche che le sono valse il riconoscimento, anche a livello internazionale, di azienda produttrice di prodotti di elevatissima qualità.

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NEWS

Materassi A lato, le particolarità e innovazioni del nuovo materasso Pirelli: la superficie non omogenea del materasso capace di adattarsi alle diverse conformazioni corporee con alveoli a stadi per offrire morbidezza e comfort; i fori passanti, garanzia di ricambio d’aria; infine, complessivamente, la struttura dei materassi si dimostra perfettamente adattabile alle diverse aree del corpo.

On the side, clockwise, new mattress Pirelli; elements of innovations: a nonhomogeneous surface of the mattress, which can be adapted to the body; holes, which grant the passage of the air; finally, the structure of the mattresses can be adaptable to the different parts of our body.

A good sleep:

a life PHILOSOPHY

2010 brings something new in the bedding market: the Gruppo Industriale Formenti signed a licence contract with Pirelli & C. S.p.A. to produce and distribute mattresses, pillows and beds in Italy and in other Mediterranean countries using the Pirelli trademark. The Gruppo Industriale Formenti was founded in 1975 and it has 7 production plants in Italy, it produces also bed components for the brand Simmons and Flexlinea. A vertical structure which handles and controls the entire productive and technological process. Among the very few world producers of latex foam for the bedding sector, it can grant the control of the working phases to reach very high quality standards. A good sleep improves the life quality, this is the reason why the Gruppo Industriale Formenti is a reference point for the whole sector of the European bedding and it has always invested lots of resources in technological innovation. Today it is considered a leader company of quality products at international level.

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GLI EVENTI DEL LAGO DI COMO sono questi i contenuti della guida “WHAT’S ON”, l’iniziativa editoriale di TBM SERVICE & C., che da questo numero è parte integrante del magazine “MAGIC LAKE Como’s review”. Nelle pagine della guida sono indicati gli appuntamenti, gli incontri, i grandi eventi e le informazioni che raccontano con un linguaggio ed una grafica semplice e diretta, l’espressione della creatività delle persone che si impegnano per il territorio, per offrire un’accoglienza di qualità al turista e al cittadino. Magic Lake & What’s On ancora più unite per un’informazione completa a 360° del Lago di Como in tutto il mondo. Lake Como events’ guide These are the contents of the guide WHAT’S ON, edited by TBM SERVICE & C., that now you can find inside Magic Lake. In the guide there are the appointments, meetings, events and information that tell you, with simple and direct language and design, the creative expression of those who play an important role in the territory, to offer a quality welcome to the tourist and to the citizen. Magic Lake & What’s On together all over the world with detailed information on Lake Como


LA GUIDA AGLI EVENTI DI COMO E DEL SUO TERRITORIO LAKE COMO EVENTS’ GUIDE Magic Lake & What’s On

Ancora più unite per un’informazione completa a 360° del Lago di Como in tutto il mondo. Together all over the world with detailed information on Lake Como

APRILE MAGGIO GIUGNO APRIL MAY JUNE 2010, Anno 6 Numero 2 | 2010, Year 6 Number 2

l’età l’età dell’eleganza dell’eleganza Le Filande e Tessiture Costa

Filandedegli e Tessiture nellaLeComo anniCosta Cinquanta nella Como degli anni Cinquanta

6 maggio - 27 giugno 2010 Villa del Grumello

LAKE COMO 6 maggio - 27 giugno 2010 EVENTS’ GUIDE Como, via per Cernobbio 11

Villa del Grumello

orari da martedì a domenica dalle ore 10 alle 19 info tel. +39 031 233 111 - www.fondazioneratti.org

* Eventi Como, Lecco e Como, via per Cernobbio 11 Cantone Ticino * Rubens e i Fiamminghi

orari da martedì a domenica dalle ore 10 alle 19 info tel. +39 031 233 111 - www.fondazioneratti.org * I Legnanesi

* Festa di Primavera a Como

www.youtube.com/magiclakecomoreview www.issuu.com/magiclakecomo


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TERRITORIO

Amici di Como nata nove anni fa dalla volontà di pochi amici fortemente motivati da un amore per il nostro territorio, è diventata oggi una forza che riunisce oltre 100 imprese, tra le piÚ rappresentative della provincia. Una filosofia, quella dell'Associazione Amici di Como, polinterventista, ma volta al raggiungimento di un unico risultato: promuovere, tutelare e difendere le eccellenze e i valori del nostro territorio. Come? Proponendo, finanziando direttamente e facendo finanziare ai suoi associati iniziative e progetti concreti di sviluppo in svariati settori, da quello sociale a quello culturale, da quello ludico a quello sportivo.

Amici di Como was born 9 years ago following the desire of few friends who had a strong love for our territory, today it is a powerful association which gathers together more than 100 companies, the most representative of the province. The association Amici di Como follows a multitasking philosophy to reach a single result: promote, safeguard and defend the excellences and the values of our territory. How? Promoting, financing directly and through the associated companies events and projects in different sectors, from the social one to the amusement and sports ones.

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EVENTI

Ritorno alla

LUCE

Un “ritorno”, quello delle quattro tele e delle due pale, nella loro sede originale, come patrimonio dell’intera città. Una “luce” che illumina nuovamente le sei opere, ora esposte sulla controffaciata della Cattedrale comasca. “Ritorno alla Luce” era un progetto ambizioso, diventato oggi realtà, voluto fortemente dall’associazione Amici di Como che nel suo dna ha la tutela e la valorizzazione delle ricchezze custodite nel nostro territorio.

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Four canvas and two altar pieces are returning to their original position, an heritage for the whole city. A “light” which lights up the six artworks, which are located on the counter façade of the Cathedral of Como. “Return to the light” was an ambitious project, that today it has become a reality, Amici di Como did a lot to reach this goal, to safeguard and to give value to the richness of our territory.


EVENTI

La SINDONE

Sopra, alcune immagini dell'evento "La Sindone, l'immagine e il suo significato" organizzato da Amici di Como e tenutosi nel Duomo di Como nel marzo 2009

Dal 10 aprile al 23 maggio 2010 il Duomo di Torino aprirà le sue porte a milioni di fedeli che raggiungeranno la città piemontese in occasione dell’Ostensione della Sindone. Quest’anno, per la prima volta, sarà possibile vedere la santa reliquia dopo l’intervento di restauro a cui è stata sottoposta nel 2002, operazione resasi necessaria perché, con il passare del tempo, le tensioni delle cuciture rendevano sempre più profonde le pieghe presenti sul telo e i residui organici potevano diventare elementi di rischio per la conservazione. Nuovo e più ricco di informazioni, rispetto all’evento del 2000 in occasione del Giubileo, sarà anche l’allestimento del percorso di introduzione alla visione del Lenzuolo, che, tra le altre cose, nell’area di prelettura proporrà inedite immagini ad altissima risoluzione. Inoltre, l’ostensione della Santa Sindone sarà accompagnata da iniziative ecclesiali e culturali, come mostre, concerti e conferenze. Un avvenimento al quale i fedeli comaschi si sono avvicinati grazie all’appuntamento che nel marzo 2009 l’associazione Amici di Como ha organizzato nel Duomo di Como alla presenza di Mons. Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone, che con l’ausilio di immagini e filmati, ha cercato di svelare i misteri che si celano dietro il sacro lenzuolo di lino.

Above, some images of the event "The Holy Shroud, image and meaning" organized by Amici di Como and held in the Cathedral of Como in March 2009

The HOLY Shroud From 10th April to 23rd May 2010 the Cathedral of Turin opens its doors to thousands of faithful who will reach the city in Piedmont for the exposition of the Holy Shroud. This year, for the first time, it is possible to see the sacred relic after the conservation process of 2002 and the display of the Holy Shroud will be introduced by a new and more complete setting. The faithful of Como got the chance participate in an event organized by the association Amici di Como in March 2009. On that occasion, Mons. Giuseppe Ghiberti, deep connoisseur of the Holy Shroud tried and explained the mystery of the Holy Shroud with photos and films.

INFO

www.sindone.org Duomo di Torino dal 10 aprile al 23 maggio Numero Verde 0080007463663 / +39 0114399901 Prenotazione obbligatoria

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A lato, immagine della Sindone (2002) colore e negativo B/N, foto archivio Mons. G. Ghiberti

Da sinistra, volto (2000); al centro, volto a colori (2002); a destra, volto, negativo B/N (2002), foto archivio Mons. G. Ghiberti

Interventi rilasciati in occasione dell'evento "La Sindone, l'immagine il suo significato", Cattedrale di Como, 6 marzo 2009.

Contemplare un quadro; guardare, nella preghiera, un'icona; indagare su un reperto storico documentario. Tutte e tre queste cose si rincorrono nel rapporto tra l'uomo e il lenzuolo della Sindone. L'indagine storica è senz'altro rispettabile e importante per stabilire, per quanto possibile, l'attendibilità di un giudizio di autenticità sul reperto. Ma le cose più importanti sono la contemplazione della bellezza straordinaria di questa immagine di un uomo crocifisso, e l'opportunità che tale immagine dà al credente per fissare lo sguardo sulla grandezza e l'importanza della Passione del Signore. È ovvio che la fede del credente non è legata all'autenticità del sacro

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lenzuolo. Ma fa bene al cuore pensare che una reliquia di questo spessore, di questa importanza, abbia attraversato i secoli e, mantenendo intatto il suo mistero e il suo fascino, possa essere accostata, ancora oggi, come un invito a considerare il grande, e definitivo, gesto d'amore con il quale Dio in persona ha donato se stesso per la nostra salvezza.

+ Diego Coletti Vescovo della Diocesi di Como


La Sindone è un lenzuolo di lino, dal formato strano, lungo metri 4,40 e alto circa m. 1,13. Porta i segni di una vicenda molto movimentata, ma nonostante gli strapazzi più gravi ha conservato una consistenza solida. Sul centro del lenzuolo è visibile una figura umana, evidenziata per il colore bruno scuro, della stessa natura ma di maggiore intensità del colore del lenzuolo stesso. La visibilità dell'immagine è garantita solo dall'intensità del contrasto nei confronti dello sfondo: se questo contrasto dovesse scomparire, non si distinguerebbe più la figura. Rimarrebbe invece la visibilità del sangue, che si distingue dal resto ed è sparso su molte parti della superficie corporea, in particolare sulla testa e sulla faccia, sulla schiena, sul fianco destro, sui polsi delle mani e sulle piante dei piedi. Non c'è dubbio che si tratta della figura di un uomo morto a causa della crocifissione. E di quella tortura l'immagine attesta tutti

i particolari più crudeli. Il lenzuolo sindonico non rivela nome e causa del sofferente e della sua vicenda drammatica. Tra i documenti a noi noti dell'antichità solo i vangeli propongono esattamente la stessa vicenda, quando narrano la crocifissione di Gesù. Inoltre descrivono anche particolari assai rari, che troviamo però attestati sulla Sindone, contemporaneamente, come il colpo di lancia inferto a un cadavere e la corona di spine. Chiamare la Sindone "specchio" o "voce" del Vangelo non è esagerato. Questa constatazione fa sorgere un sentimento di rapporto affettuoso e devoto in chi si affaccia su questo reperto. E' il motivo per cui la Chiesa sente l'obbligo di sfruttare questa presenza a scopo di evangelizzazione, convinta che la Provvidenza gliel'ha affidata per questo scopo. La Chiesa è interessata anche, certamente, alle ricerche scientifiche su questo reperto: non vuole invadere il

campo degli scienziati, ma raccomanda loro di agire nelle regole deontologiche delle loro discipline. I risultati di queste ricerche devono essere giudicati dai ricercatori stessi. Per ora le indicazioni sulla datazione del telo sono discordi tra di loro, mentre sulle modalità della formazione dell'immagine nessuno scienziato serio per ora è in grado di dare una risposta. Per il rapporto religioso con la Sindone questi risultati non sono condizionanti, perché la Sindone è sempre un segno misterioso ed eloquentissimo della bontà senza limiti del Signore. Una specie di fotografia lasciatami da un fratello, alla sua morte: la morte più dolorosa, la fotografia più commovente. Mons. Giuseppe Ghiberti Presidente della Commissione Diocesana per la Sindone di Torino

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EVENTI

Sport &

CHARITY di Marisa Gorza

Il ridente, ma anche un po’ misterioso, paesaggio del Lago di Como che ha fatto da scenario alla narrativa di molti scrittori e poeti, tra i quali Stendhal, George Sand, Mark Twain…, farà da palcoscenico al “Trofeo Como Lake Golf”. Lo scopo principale dell’evento và però oltre la sfida sportiva, essendo quello di incrementare i fondi per l’Associazione Star Team for the Children di Monaco, destinati ai bambini meno fortunati dell’intero pianeta. L’Associazione, fondata nel 1993 da S.A.S. Principe Alberto II di Monaco e dall’architetto Mauro Serra, raggiunge l’obiettivo attraverso l’organizzazione d’eventi sportivi ad altissimo livello, coinvolgendo attivamente i suoi componenti, atleti di varie discipline e di fama mondiale. Il “Trofeo Como Lake Golf”, con formula pro-am di due score su quattro, si svolgerà in un circuito di cinque tappe nei più presigiosi circoli del Lario: Villa d’Este (26/3), Carimate (16/4), Monticello (21/5), Menaggio (11/6), La Pinetina (2/7). Il clou sarà l’evento conclusivo, articolato in tre giorni comprendenti il 24 settembre presso il Golf Club Villa d’Este, la finale del circuito in memoria di Stefano Casiraghi. Ed è proprio il Memorial a Stefano Casiraghi che porterà sulle rive del Lago di Como S.A.S. Principe Alberto II di Monaco, la Principessa Carolina con i figli e la famiglia Casiraghi. Il 25 settembre sarà disputata la partita di Calcio che impegnerà gli atleti dello Star Team for the Children, capitanati nientemeno che da S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco. Il giorno seguente, in collaborazione con Tullio Abbate, verrà reso omaggio alla grande passione di Stefano Casiraghi, mettendo in mostra sulle acque del Lago di Como gli off shore di sua proprietà. Inoltre, il noto Mario Brenna, amico e fotografo ufficiale di Stefano Casiraghi, allestirà un’esposizione con immagini fotografiche a lui dedicate. Un grande evento di charity, memory, sport and style che si svolgerà sulle suggestive rive del Lago di Como.

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The pleasant and yet a bit mysterious Como Lake landscape, setting of the works of many writers and poets, among them Stendhal, George Sand, Mark Twain… will be the stage of the “Como Lake Golf Trophy”. However the main purpose of the Event goes farther the sports challenge, being that to gather funds for the Star Team For The Children of Monaco, to be given to the less lucky children in the World. The Institution, founded in 1993 by His Majestity the Prince Albert II of Monaco and the architect Mauro Serra, achieves his goal by organizing high level sports events and engaging his members who are all world different sports disciplines champions. “Como Lake Golf Trophy’’ (competition teams formulated for-am 2 balls on four) will take place in 5 stages and it will involve 5 Golf Clubs of the Lake of Como: 26th March 2010 Golf Club Villa d’Este, 16th April 2010 Golf Club Carimate, 21st May 2010 Golf Club Monticello, 11th June 2010 Golf Club Menaggio, 2nd July 2010 Golf Club La Pinetina. The peak of the Event, spread over three days, includes the Final of the Trophy dedicated to Stefano Casiraghi’s Memorial on 24th September at the Golf Club of Villa d'Este. And it is actually Stefano Casiraghi’s Memorial that will take on the Como Lakesides His Majestity the Prince Albert II of Monaco, Princess Carolina with Casiraghi’s children and Casiraghi Family. On 25th September the Star Team for The Children, led by His Majestity the Prince Albert II of Monaco and no less, will play a football match at the Como Stadium. Next day a tribute to Stefano Casiraghi's great passion will be organized by the joint-work of Tullio Abbate, showing off his famous off shore boats. Besides Mario Brenna, Stefano's friend and his official photographer, will present an Exhibition with pictures portraying him. A great Event of Charity, Memory, Sports and Style that will take place on the charming sides of Como Lake.


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EVENTI

I Legnanesi a

Il 26 e 27 aprile la Teresa, la Mabilia e il Giovanni, rispettivamente Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Luigi Campisi, torneranno a calcare il palco del Teatro Sociale di Como con la nuova rivista “Oh Vita… Oh Vita Straca”. Per il quarto anno consecutivo l’associazione Amici di Como ha voluto offrire al pubblico comasco la possibilità di trascorrere qualche ora in compagnia della famiglia lombarda più amata dalle platee teatrali, che proporrà uno spettacolo totalmente nuovo, in ogni sua parte: trama, musiche e costumi. Come sempre, la forza dei Legnanesi resta quella di cavalcare l’at-

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COMO

tualità, con precisi e azzeccati spunti presi dalla vita quotidiana, con sfumature tragicomiche e una scenografia capace, ogni volta, di stupire e affascinare. Nel clima della quanto mai reale recessione, lo spettacolo “Oh Vita… Oh Vita Straca” è incentrato sul tema del lavoro che è purtroppo sempre meno per i giovani e sempre più difficile per chi avanza con gli anni. E lo stesso accade alla famiglia Colombo. Dunque, come fare? La Teresa non sta a guardare e, combattiva come non mai, si ingegna per arrotondare la sua magra pensione e il ridicolo salario della figlia.

On 26th and 27th April Antonio Provasio, Enrico Dalceri and Luigi Campisi will play the roles of Teresa, Mabilia and Giovanni at the Teatro Sociale of Como with the new show “Oh Vita… Oh Vita Straca” (Oh Life…Oh Tired Life). For the fourth year the association Amici di Como decided to offer the opportunity to the public of Como to spend some hours with the most beloved Lombardy family of the theatre, they will perform a completely new show, in every single part: plot, music and costumes. As always, the strength of the Legnanesi lays in the ability of speaking about current events, with precise topics taken by everyday life, with comic tones and a surprising and fascinating set design.



EVENTI

XVI EDIZIONE

Una Grande

FAMIGLIA

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A Big

Family

Un libro fatto di centinaia, anzi migliaia di pagine, parole che si susseguono, immagini che descrivono momenti di gioia, serenità, festa.. e poi luci, tante luci, che regalano un abito nuovo alla nostra città. Questo, e molto altro ancora, è la Città dei Balocchi. Una manifestazione nata con un obiettivo semplice, animare il Natale comasco, ma che negli anni è cresciuta, fino ad arriva al suo sedicesimo anno. Un traguardo importante festeggiato con un’edizione piena di musica, stelle, pianeti, fuochi d’artificio, ghiaccio, presepi, befane, dipinti, maghi e burattini. E sfogliando il capitolo dedicato all’edizione appena trascorsa, incontriamo personaggi che hanno divertito e stupito bambini ed adulti, e ripercorriamo i grandi eventi che, come ogni anno, hanno coinvolto migliaia di persone.

A book made of hundreds, or better thousands of pages, words that come one after the other, images that describe moments of happiness, harmony, parties…and then lights, many lights, which donate a new dress to our city. All of this and much more is Città dei Balocchi. An event created to reach a simple goal, to have a bright Christmas in Como, during the years it has grown up and now it has reached the 16th edition. A very important step, which was celebrated with an edition rich in music, stars, planets, fireworks, ice, cribs, paintings, magicians and puppets. When we take a look to the past edition, we meet people who entertained children and adults and we think of all the great events that involved thousands of people.

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Le STAR della XIV EDIZIONE

Oltre 2.000 doni distribuiti la Vigilia di Natale, 4.000 bambini presenti il giorno dell’Epifania, 40.000 persone in viale Geno per il Capodanno sul Lago edizione 2009 – 2010. Solo qualche numero che descriva, più di tante parole, gli eventi clou della Como Città dei Balocchi, manifestazione sostenuta dalle Istituzioni e da tanti sponsor privati capeggiati dall’Associazione Amici di Como. Tre appuntamenti imperdibili per tante famiglie che ogni anno raggiungono piazza Duomo per non perdersi il mirabolante arrivo della Befana o l’imponente ingresso di Babbo Natale e che, ogni 31 dicembre, aspettano che lo spettacolo pirotecnico le traghetti simbolicamente dall’anno vecchio a quello nuovo, sullo sfondo del lago di Como.

Nelle foto, l'arrivo di Babbo Natale e della Befana in Piazza Duomo In the photos, the arrival of Santa Klaus and Befana in Piazza Duomo

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STARS of XIV EDIZIONE

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Il Capodanno sul lago 2009-2010 A New Year's Eve on the lake 2009-2010

More than 2.000 gifts distributed during the Christmas Eve, 4.000 children on the Epiphany, 40.000 people in viale Geno for the New Year’s Eve on the lake, edition 20092010…just some figures to describe the most important appointments organized by Como Città dei Balocchi, an event that is supported by the institutions and by many private sponsors, leaded by the association Amici di Como. Three appointments not to be missed by families that every year reach piazza Duomo to watch the arrival of the old woman who brings gifts on the day of the Epiphany or the imposing entrance of Santa Klaus or come to the lake shores to watch the fireworks and celebrate the New Year.

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EVENTI

Piccolo Teatro Grassi, conferenza stampa I Saloni 2010, 11 febbraio 2010, foto Luciano Pascali. Da sinistra, Carlo Guglielmi, presidente Cosmit, Massimo Bottura, chef, Davide Rampello, presidente della Triennale, Ricky Tognazzi, l'architetto Pierluigi Cerri, Piero Chiambretti e Margherita Buy

BELLI da

VIVERE

14-19 Aprile Milano Rho Fiera

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di Stefania De Giorgi


foto Alessandro Russotti

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foto Saverio Lombardi Vallauri

Milano si prepara ad accogliere l’annuale appuntamento con quello che può essere definito l’evento più importante del settore dell’arredamento che si svolgerà dal 14 al 19 aprile. Dopo l’esito del tutto positivo della scorsa edizione de “I Saloni”, anche quest’anno le previsioni fanno confidare in una riconferma del successo. La risposta positiva si è già avuta da parte degli espositori che hanno fatto registrare il tutto esaurito nei 210.000 metri quadrati del quartiere fiera Milano Rho, dove si svolgerà la 49° edizione del Salone Internazionale del Mobile con Eurocucina, Salone internazionale del bagno, Salone internazionale del complemento d’arredo e Salone satellite. Appropriata e non casuale la definizione che è stata attribuita: "La città dei Saloni". Sicuramente non si avranno delusioni dagli eccezionali eventi che affiancano la manifestazione fieristica. Le iniziative singolari e innovative coinvolgono location inconsuete e straordinarie come le quattro case- museo di Milano nelle quali il contemporaneo si fonde armoniosamente con il tempo delle epoche trascorse.

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Milan is ready to welcome the annual appointment which represents the most important event in the furniture sector, it is held from 14th to 19th April. After the positive results of the last edition of “I Saloni”, this year the forecasts let us think about another successful edition. The positive answer of the exhibitors is shown by the fact that 210.000 square meters of the exhibition Milano Rho are entirely sold out, the 49th edition of Salone Internazionale del Mobile (International Furniture Fair) is held together with Eurocucina, Bathroom International Fair, International Complementary Furniture Fair and Satellite Fair. The definition given to this event is appropriate and precise, that is “The city of fairs”. For sure the events organized during this fair will play a very important role too. From 11th March innovative initiatives are starting, for example one involves the four homemuseums of Milan, in which the contemporary art is combined with the one of past times.

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foto Luciano Pascali

Torna Eurocucina, la biennale dei mobili per cucina, giunta alla 18ª edizione, forte della partecipazione delle migliori aziende italiane ed estere del settore. Fra le diverse ed esaustive proposte di qualità si segnala il design delle cucine moderne, in particolare il valore della ricerca e dell’innovazione dei materiali, l’attenzione rivolta alle nuove ritualità della vita domestica, in cui la cucina diventa sempre più luogo di socializzazione, l’impegno nel coniugare la massima qualità alla massima durata. Fra i significativi eventi collaterali ricordiamo FTK (Technology For the Kitchen) con le sue proposte d’avanguardia nel campo della tecnologia degli elettrodomestici da incasso e delle cappe d’arredo, evidenziate a livello di immagine dall’allestimento dello Studio Cerri & Associati / Pierluigi Cerri e Alessandro Colombo.

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Eurocucina gathers together the best Italian and foreign companies of the furniture sector. Among the different high quality proposals the design of modern kitchen plays an important role, in particular the value of material research and innovation, the attention is dedicated to the life in the modern kitchen. The kitchen is considered a place to socialize, where the highest quality and the longest duration are well combined. Among the important side events we have to mention FTK (Technology For the Kitchen), with its avant-garde proposals in the appliance technology and in the exhaust fan furniture, presented in the photo of Studio Cerri & Associati / Pierluigi Cerri e Alessandro Colombo.


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foto Carola Merello

Il SaloneSatellite è sempre stato il trampolino di lancio dei giovani designers: dal 1998 prosegue questa iniziativa per dare spazio alla creatività. L’iniziativa, che non vuole per questo limitare l’inventiva, è un passo per agevolare il contatto degli emergenti con le aziende presenti al Salone. I progetti parteciperanno ad un concorso che avrà come giuria notevoli personalità del mondo del design. Innovazioni saranno introdotte anche nell’allestimento, affidato a 5 giovani designers, ex partecipanti del SaloneSatellite, che avranno il compito di predisporre 5 spazi rappresentanti i 5 continenti.

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SaloneSatellite has always been a launch pad for young designers: this initiative started in 1998 and continued through the years in order to give place to creativity. The event is a way to implement the contact of the emerging designers with the participating companies. The projects are presented in a competition with a jury of personalities of the design world. In the setting there are innovations too, it is made by 5 young designers, former participants of the SaloneSatellite, they are organizing 5 places representing the 5 continents.

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I Saloni in

Milano, capitale del design, ha sempre dato la possibilità di scoprire angoli nascosti della città che all’improvviso diventano scenari e contenitori di originalità e creatività. Ancora una volta la città non delude, anzi, si può dire che in questa occasione supera se stessa. Le quattro case-museo nel centro di Milano, che rappresentano già un fatto unico per l’Europa, si offrono come location eccezionali per l’esposizione di opere di designers contemporanei. Un’idea nata da Annalisa Zanni, responsabile del circuito delle case-museo, sposata immediatamente dal direttore generale del Cosmit Marco Sabetta e dal presidente Carlo Guglielmi e realizzata grazie al sostegno della fondazione Cariplo e del Comune di Milano. E’ da sottolineare che questi luoghi, prima di essere musei, sono abitazioni e, in quanto tali, pronte ad accogliere oggetti di ogni genere. Con l’esperimento si dimostra che il “design guarda al passato per progettare il futuro”

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CITTÀ

come evidenzia Annalisa Zanni. La realizzazione ha comportato uno studio intensivo per la selezione dei duecento pezzi scelti tra opere di giovani designer e opere di grandi maestri, ma tutte con forti connotazioni che mettono in risalto la propria presenza. La mostra vede come curatore Beppe Finessi e vanta la collaborazione di Italo Lupi per la realizzazione del curatissimo catalogo edito da Corriani Editore oltre che per la veste grafica dell’evento. Il risultato è straordinario con i “rimandi e giochi di sponda fra passato e futuro”, come sostiene il curatore, oltre che un maturo dialogo fra contenitore e contenuto. Non si esclude che qualche “ospite inaspettato” possa trovare alloggio definitivo in queste case…potrebbe essere la dimostrazione che la vita delle magnifiche dimore continua con gli oggetti della storia dell’antiquariato del futuro.


Milan is the capital of the design and once again it doesn’t disappoint, on the contrary, in this occasion it surpasses itself. The four home-museum in the center of Milan represent a unique event in Europe, they are used as exceptional locations to exhibit works of art by contemporary designers. It is important to say that these places before they became museum they were homes and so they were designed to welcome any elements. Thanks to this experiment, you can see that “design looks at the past to project the future”. The realization implied an intensive study to select 200 pieces among works of art of young designers and of important artists, but they all have strong connotations which let people focus on them. The catalogue published by Corriani Editore is very detailed. The result is extraordinary, a ripe dialogue between container and

content. Maybe some “unexpected guest” will find a definitive accommodation in these homes…it could be the demonstration that life in magnificent locations continues with pieces of future antique history.

CASE MUSEO DI MILANO c/o Fondazione Artistica Poldi Pezzoli Onlus Ente Capofila Via Manzoni, 12 20121 Milano (MI) - Italia t +39 02 45473800 f +39 02 45473811 www.casemuseomilano.it info@casemuseomilano.it

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MUSEO BAGATTI VALSECCHI

foto Pasquale Formisano

A sinistra, Galleria delle Armi, Ron Arad, sedia Wavy, 2007, Moroso; a destra, Sala da Pranzo, Patricia Urquiola, poltrona Crinoline, 2008, B&B Italia

A sinistra, Sala della Stufa Valtellinese, Gaetano Pesce, poltroncina Nobody's Perfect, 2002, Zerodisegno; a destra, Sala dell'Affresco, Steven Holl, contenitore Riddled, 2006, Horm

Alla fine dell’Ottocento i fratelli Bagatti Valsecchi vollero rendere la loro dimora nel cuore di Milano il più possibile simile alle abitazioni signorili del Cinquecento lombardo. Le ricerche di manufatti di ogni tempo da parte dei fratelli diedero senz’altro buoni frutti. Per design non si intende soltanto la progettazione di divani o prodotti “nobili”, poichè la ricerca formale è estesa anche ad utensili con funzioni semplici ed essenziali, per cui il vaglio degli “ospiti” si muove soprattutto partendo da questo presupposto. Girovagando all’interno della casa possono sfuggire piccoli oggetti perfettamente mimetizzati, al contrario di altri che balzano fuori esuberanti. Il risultato è stupefacente: la lampada “La La Lamp” di Helen Kontouris, la poltroncina “Nobody” di Gaetano Pesce, le sedute “Wavy” di Ron Arad.

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At the end of the 19th century the brothers Bagatti Valsecchi wanted to have their home in the center of Milan look like the luxury homes of the 16th century in Lombardy. The research of handiworks of different periods gave good results. Design doesn’t only involve the study of sofas or “noble” products, but the formal research also involves tools with simple and essential functions, so the “guests” were selected thinking about this assumption. Walking in the home, you can admire simple pieces positioned with a perfect camouflage ability, on the contrary some others come out with exuberance. The result is enchanting, the lamp “La La Lamp” by Helen Kontouris, the armchair “Nobody” by Gaetano Pesce, the chairs “Wavy” by Ron Arad.

Museo Bagatti Valsecchi Ospiti inaspettati. Case di ieri, Design di oggi 11marzo-2maggio 2010 Via Santo Spirito, 10 / Via Gesù 20121 Milano tel. 02.7600.6132 www.museobagattivalsecchi.org info@museobagattivalsecchi.org


CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO

foto Pasquale Formisano

A sinistra, Tinello Sironi, Fernando & Humberto Campana, sedia Jenette, 2005, Edra; Marco Ferreri, set di bicchieri Oerre, 2004, De Vecchi; a destra, Anticamera, Konstantin Grcic, sedia Chair_One, 2004, Magis; Ron Arad, tappeto Do-Lo-Rez, 2009, Nanimarquina

Sala da Pranzo, Alfredo Häberli, umidificatore Stromboli, 2009, Il Coccio; Nucleo_Piergiorgio Robino + Stefania Fersini, poltrona Primitive armchair, 2009, Nucleo; Konstantine Grcic, poltrona Chaos, 2001, ClassiCon

La casa-museo Boschi Di Stefano si offre come sede per l'esposizione di opere di design con duecento pezzi scelti, per ragioni di spazio, fra gli oltre duemila capolavori del Novecento della sua entusiasmante collezione. Non potrebbe esserci sede più consona a far convivere armonicamente i concetti spaziali di Lucio Fontana della sala monografica con il piatto di Thomas Alonso; alloggia “Janette” la sedia dei fratelli Campana accanto ai manufatti in radica di noce Ducrot. La fusione prosegue con l’accoglienza del tappeto “Do-lo-rez” di Ron Arad e la sedia “Chair_One” di Kostantin Grcic nell’anticamera della casa, per continuare poi con una sedia di Patricia Urquiola e tanti altri pezzi realizzati con materiali innovativi e accurata ricerca delle forme.

The home-museum Boschi Di Stefano offers an exciting collection of more than 2000 works of art of the 20th century, only 200 are exhibited, due to the space at disposal. It is considered the seat of an exhibition of design works of art. For this reason this seat is perfect to harmoniously combine the ideas of space of Lucio Fontana in the monographic room with the plate by Thomas Alonso; you can admire the paintings by Sironi and “Janette”, the chair by the brothers Campana, nearby the handiworks in briar Ducrot. The fusion continues with the carpet “Dolo-rez” by Ron Arad and the chair “Chair_One” by Kostantin Grcic in the antechamber of the home. Furthermore a chair by Patricia Urquiola and many pieces realized with innovative materials and an accurate shape research.

Fondazione Boschi Di Stefano Ospiti inaspettati. Case di ieri, Design di oggi 11marzo-2maggio 2010 via G. Jan 15, 20129 Milano Tel 0274281000 Fax 0220402241 www.fondazioneboschidistefano.it info@fondazioneboschidistefano.com

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VILLA NECCHI CAMPIGLIO

foto Fregoso-Basalto

A sinistra, Atrio al primo piano, Luca Nichetto, tappeto Geo Art, 2009, Nodus; a destra, Bagno degli ospiti detto "del principe", Maarten De Ceulaer, armadio Valises, 2008, Casamania

Sala da Pranzo, 1. Mario Bellini, sedia Ki, 2009, Horm; 2. Peter Traag, sedia Mummy, 2005, Edra; 3. Roberto Barbieri, sedia Alma, 2002, B&B Italia; 4. Jean Nouvel, sedia MM01, 2009, Matteograssi; 5. Yoshioka Tokujin, sedia Ami Ami, 2009, Kartell; 6. Shingeru Ban, sedia United System, 2009, Artek; 7. Damian Williamson, sedia Spring, 2006, De Padova; 8. Hannes Wettstein, sedia Alfa, 2001, Molteni

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Villa Necchi Campiglio, progettata nel 1932 da Piero Portaluppi, si presenta come un'equilibrata combinazione tra il genio creativo del razionalismo ed elementi Déco. Quale palcoscenico potrebbe essere più adatto ad accogliere la lampada-fucile di Philip Starck o il tappeto “Geo Art” di Luca Nichetto se non una casa con uno spirito brioso e talvolta severo? Per le peculiarità descritte, la dimora si presta ad un intervento di sostituzione: oggetti con la stessa funzione o ingombro prendono il posto di quelli preesistenti. Compare così accordato il gruppo di sedie nella sala da pranzo firmate da Mario Bellini, Hannes Wettstein, Peter Traag, Jean Nouvel, Portaluppi e si susseguono i vari sostituti che molto spesso raggiungono una tale integrazione che dell’”Ospite” rimane veramente molto poco.

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Villa Necchi Campiglio designed by Piero Portaluppi in 1932, it is an accurate combination of functionalism and creative wit with some Déco elements. A home with a vivacious and sometimes strict spirit is the best location for a lamp-gun by Philip Starck, the carpet “Geo Art ” by Luca Nichetto. For the peculiarities that are described, the home is ideal for an intervention of exchange, pieces with the same function or the same encumbrance substitute the preexisting ones. You can admire the group of chairs of the dining room by Mario Bellini, Hannes Wettstein, Peter Traag, Jean Nouvel, Portaluppi, and then there are different substitutions, which can reach a real integration and they no longer look like “guests”.

VILLA NECCHI CAMPIGLIO Ospiti inaspettati. Case di ieri, Design di oggi 11 marzo - 2 maggio 2010 Via Mozart 14 - 20122 Milano Tel. 02 76340121 - Fax 02 76395526 fainecchi@fondoambiente.it www.fondoambiente.it


MUSEO POLDI PEZZOLI

foto Pasquale Formisano / Fregoso-Basalto

A sinistra, Sala degli Stranieri, Lorenzo Damiani, tappeto Mondo, 2008, Cappellini; Fabio Novembre, vassoio 100 Piazze - Torino, 2008, Driade; François Azambourg, sedia Mr. Bugatti, 2006, Cappellini ; a destra, Sala del Perugino e Sala dei Trecenteschi, Ronan & Erwann Bouroullec, modulo tessile componibile Clouds, 2008, Kvadrat; Toyo Ito, panca Ripples, 2004, Horm

Salone Dorato, Gaetano Pesce, divano La Michetta, 2005, Meritalia

Si pone come capofila di questo eccezionale avvenimento la seducente atmosfera che nella sua unicità il Museo Poldi Pezzoli può trasmettere. Luogo di culto per le collezioni e per le opere di arti decorative create nei vari periodi storici, gli “ospiti” trovano già un terreno fertile nel quale andare a vivere. Il connubio forgiato fra il contemporaneo e le esposizioni permanenti ha cercato di mantenere una coerenza di tema a seconda degli ambienti nei quali vengono collocati. Così la sala che accoglie gli stipi napoletani del XVII secolo con decorazioni raffiguranti le scoperte geografiche, fa da cornice al tappeto “Mondo” di Lorenzo Damiani, al vassoio “100 piazze” di Fabio Novembre e la spumeggiante sedia “Mr Bugatti chair” di François Azambourg. Come richiamo al capitonné ottocentesco si rivela la “Michetta”, il vivace divano di Gaetano Pesce.

It is the first one (it is pacer) which took part in this exceptional initiative with its seductive atmosphere and its uniqueness: Museo Poldi Pezzoli. Place of cult for collections, for the works of decorative arts created in the different historical periods, the “guests” already find a fertile land where they can live. The union of contemporary art and permanent exhibitions follows a theme consistency in the different rooms where the works of art are placed. In the room with the Neapolitan pieces of furniture, dated back to the 17th century with decorations representing geographical discoveries, you can admire the carpet “Mondo” by Lorenzo Damiani, the tray “100 piazze” by Fabio Novembre and the bubbly chair “Mr Bugatti chair” by François Azambourg. Moreover nearby the capitonnè of the 19th century, there is “Michetta”, the bright sofa by Gaetano Pesce.

Museo Poldi Pezzoli Ospiti inaspettati. Case di ieri, Design di oggi 11marzo-2maggio 2010 via Manzoni 12 20121 Milano tel. 02 794889 - 02 796334 | fax 02 45473811 www.museopoldipezzoli.org info@museopoldipezzoli.org

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A sinistra, immagini da Peter Greenaway, Le Nozze di Cana di Paolo Veronese, photo©Luciano Romano; sotto, Robert Wilson, dallo spettacolo teatrale The Days Before, photo ©Tilde De Tullio

In occasione dei saloni non manca un momento multimediale, un’interpretazione della convivialità tipica italiana. Sede dell’evento è Villa Reale Galleria d’Arte Moderna che per l’occasione apre i propri sotterranei, luoghi che un tempo erano adibiti alla preparazione e alla conservazione dei cibi. Nei piani superiori tutte le arti, cinema, teatro, pittura, video, musica reinterpretano celebri banchetti e i diversi modi di stare insieme a tavola. La cucina enfatizza i valori dell’amicizia, della bellezza e della creatività dell’atto del mangiare. Una situazione che non si ferma in un’unica location, ma prosegue nella fantastica cornice della Pinacoteca di Brera.

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On the occasion of the Saloni there is also a multimedia event, an interpretation of the typical Italian attitude. Seat of this event: Villa Reale, Gallery of Modern Art, on this occasion it opens its underground, a place where it occurred the preparation and the storage of food in the past. In the upper floors arts, movie, theatre, painting, video, music interpret famous banquets and the different ways to have a meal together. The kitchen focuses on friendship, beauty and creativity. It doesn’t have a single location, but it continues in the fantastic frame of the Pinacoteca di Brera.

Tutti a tavola! Dei cinque sensi e della convivialità 14 aprile-9 maggio 2010

Galleria d'Arte Moderna di Milano

Via Palestro 16 - 20121 Milano tel +39 0276340809 - fax +39 0277809761 www.gam-milano.com

PINACOTECA DI BRERA

Via Brera, 28 20121 Milano tel 02 722 631 fax 02 720 011 40 Pinacoteca: brera.artimi@arti.beniculturali.it Soprintendenza: sbsae-mi@beniculturali.it


PLANETARIO

A sinistra,Fotogramma da video-installazione "Un bagno di stelle"; sotto, Girl On The Moon, (4th August 1943: Austrian born actress Hedy Lamarr (1913-2000) models a long flowing dress whilst reclining on a crescent moon in a publicity shot for her film "The Heavenly Body", photo by Clarence Sinclair Bull/John Kobal Foundation/Getty Images)

Il Salone Internazionale del Bagno, con un carico di genialità, colloca un evento dedicato alla stanza da bagno in una sede alquanto insolita. In occasione dell’ottantesimo anniversario del planetario progettato da Piero Portaluppi, una suggestiva video-istallazione celebra la bellezza e la grazia del corpo femminile e del cielo stellato. La cura e la rigenerazione del corpo transita attraverso questo luogo. La trasformazione del culto del corpo è sottolineata nel video in tutto il percorso che dal rinascimento approda alle dive italiane e alle star di Hollywood. Allo stesso modo può essere pari la metamorfosi del bagno che da luogo strettamente privato diviene protagonista dell’abitare. La voce narrante scelta per accompagnare l’evoluzione dei canoni della bellezza è di Margherita Buy.

The Bathroom International Fair, with a very intuitive attitude, is connected to an event dedicated to the bathroom, which takes place in a very unusual seat. On the occasion of 80th anniversary of the planetarium projected by Piero Portaluppi, a suggestive video-installation celebrates the beauty and the grace of the female body and of the starry sky. The treatment and the regeneration of the body occur in this place. The change in the cult of the body is described in the entire path that from the Renaissance arrives to the Italian and Hollywood stars. At the same time there is the description of the bathroom metamorphosis: from a private place it becomes a protagonist of the house. The voice which is going to describe the evolution of the beauty is the one of Margherita Buy.

Civico Planetario "Ulrico Hoepli" Un bagno di stelle 14 - 19 aprile 2010 ore 18.00 - 23.00 (spettacolo ogni 30') c/o Giardini Pubblici "Indro Montanelli" c.so Venezia, 57 - 20121 Milano Tel. 02-88463340 lunedì-venerdì, ore 9:00-12:00 Fax 02-88463559 www.comune.milano.it c.planetario@comune.milano.it

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WORLD PREVIEW OF FURNISHING FABRICS AND CURTAINS

5-6-7 MAY 2010 Villa Erba, Cernobbio (Como, Italy) SPECIALIZED EXHIBITION Admittance by invitation only PROPOSTE SRL Viale Sarca, 223 20126 Milano - Italy Tel. +39 02 6434054 Fax +39 02 66119130 info@propostefair.it www.propostefair.it © Design by Karim Rashid


COLLETTIVA

MILANO STYLE

LA PRESENZA CLASSICA MADE IN LOMBARDY AL SALONE DEL MOBILE DI MILANO www.milano-style.it

COLLECTIVE

MILANO STYLE THE CLASSICAL PRESENCE MADE IN LOMBARDY AT THE SALONE DEL MOBILE OF MILANO

The Collective Milano Style takes part for the 13th year at the Salone Internazionale del Mobile di Milano from 14th to 19th April 2010 at the Pavillion 2.

La Collettiva Milano Style sarà presente per il 13° anno consecutivo al Salone Internazionale del Mobile di Milano dal 14 – 19 aprile 2010 presso il Padiglione 2. Rappresentanti di un gusto mai tramontato e sempre di moda, con la propria produzione e le proprie eccellenze, le imprese partecipanti alla Collettiva Milano Style rappresentano presso il Salone Internazionale del Mobile di Milano l’altra metà dell’abitare: l’arredo classico con le sue unicità, bellezze e qualità apprezzate dai cultori del vivere raffinato e “senza tempo”. L’evento milanese non è solo un happening per celebrare le grandi firme del design internazionale, ma anche un momento per ribadire come l’arredo ed i suoi trend stilistici non possano prescindere da quel

mondo che ruota intorno a linee dal gusto raffinato, curate da una manualità artigianale di rara perizia. Milano Style è inoltre e soprattutto progettazione, espressione di quella innata capacità di sviluppare gli ambienti attorno alle esigenze del cliente, interpretandone in modo elegante e raffinato lo stile di vita. 23 aziende aggregate, un’area espositiva di oltre 1500 metri quadri, un elegante allestimento comune ed una immagine grafica coordinata, con pregiate personalizzazioni delle aree espositive, la Collettiva Milano Style è gestita e coordinata da CLAC che si occupa di tutte le attività inerenti alla gestione, segreteria organizzativa, allestimento, progettazione e realizzazione delle azioni di comunicazione, personalizzazione grafica dell’allestimento, immagine coordinata ed eventi collaterali.

They represent a style that has never been out of date and always fashionable; with its production and its excellences, the companies which take part in the collective Milano Style represent the other side of the world of furniture at the Salone Internazionale del Mobile di Milano: the classical furniture with its uniqueness, its beauty and its qualities, which are appreciated by people who live in a refined and “timeless” way. The event in Milan is not just an appointment to celebrate the important brands of the international design, but it is also an occasion to understand that furniture and style trends are linked to the world which turns around the lines of refined taste, characterized by an handcrafted ability of rare skill. Moreover Milano Style is connected to the design, as an expression of the natural ability to develop environments around the customers’ needs, interpreting the life style in an elegant and refined way. 23 companies, an exhibition hall of more than 1500 square meters, an elegant common furniture and a coordinated graphic image, with customized solutions in the exhibition areas. The Collective Milano Style is managed and coordinated by CLAC, which is in charge of the activities connected to the organization, furniture, design and communication strategies as well as to the graphic, image and side events. 133


EVENTI

Proposte 2010

l’anno dell'INTERIOR TEXTILE

testo Sergio Luce foto Angelo Margutti

Il 2010 è un anno importante per Proposte. Ecco perché il global designer Karim Rashid ha progettato la pagina pubblicitaria di Proposte scrivendo i numeri con il tessuto e impiegando per sua stessa ammissione “il colore fucsia quale sinonimo di messaggi positivi e ottimistici”. Quest’anno quindi, Proposte, leader vincente delle fiere tessili mondiali, lancia un altro messaggio: che il 2010 sia l’anno del tessile d’arredamento! Accoglieranno l’idea i giornalisti, gli architetti, i designer, tutti gli operatori del tessuto e del tendaggio? «La finalità di questa decisione è di far sì che i vari settori coinvolti, e cioè i produttori di mobile imbottito, gli stilisti del tessile, gli architetti e i designer, insieme ai distributori del tessile sui mercati, coadiuvati dai rispettivi analisti del marketing, siano in particolare quest’anno attivi nella valorizzazione del tessile per la decorazione d’interni. Proposte dedicherà quest’anno tutta l’attenzione al valore che il tessile d’arredamento ha rivestito nei secoli precedenti della nostra storia insieme ad altrettanta attenzione verso i nuovi orizzonti cui il tessuto di attuale e futura produzione si sta avviando nelle nostre strutture industriali». 134


A lato, Piercarlo Viganò, presidente di Proposte con Karim Rashid; sotto, immagini delle precedenti edizioni di Proposte

On the side, Piercarlo Viganò, President of Proposte with Karim Rashid; below, photos of the previous editions of Proposte

Proposte 2010

the year of the interior textile

2010 is an important year for the exhibition Proposte. This is the reason why the global designer Karim Rashid realized the advertisement page of Proposte writing the numbers with the fabrics and using as he admitted “fuchsia as a symbolical colour for positive and optimistic messages”. So this year Proposte, which is a winning leader among the worldwide textile exhibitions, launches another message: 2010 the year of the interior textile! Will journalists, architects, designers and all the interior operators welcome this idea? «The goal is to have different sectors together, that is furniture producers, textile stylists, architects and designers together with the distributors of textile products, to give value to the textile for the interior decorations. This year Proposte aims at devoting all the attention to the value that interior textile had in the previous centuries of our history and to the new developments that present and future fabrics are starting in our industrial companies».

Info

5-7 Maggio 2010 Villa Erba Cernobbio www.propostefair.it Ufficio stampa Studio Michelangelo tel. 0039 02 4695404 www.michelangelomilano.it

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Sopra, gli ospiti della tavola rotonda tenutasi all'Hotel Principe di Savoia a Milano; il pubblico presente in sala Above, the guests of the conference held at the hotel Principe di Savoia in Milan; the public of the event

"Gli ARCHITETTI

amano il TESSUTO?"

Il 25 febbraio scorso si è tenuta all’Hotel Principe di Savoia di Milano una tavola rotonda che ha attirato una grande affluenza di architetti e di giornalisti. Il tema era: gli architetti amano il tessuto? La sottile vena provocatoria era motivata dal fatto che nelle facoltà di design e di architettura si parla poco di tessile; nella mente del designer il divano nasce nudo e non già rivestito. Perché non si porta il tessuto al cuore della progettazione? Durante l’incontro il presidente di Proposte, Piercarlo Viganò, ha sostenuto: «Sarebbe ridicolo pensare che l’incontro di questa sera insegnerà a tutti noi come fare sistema. Ma fare sistema che cosa vuol dire? Tenterò qualche risposta. Fare sistema vuol dire non lavorare a compartimenti stagni, lavorare insieme, cercare di rispettare e supportare gli uni il lavoro degli altri. Significa che ogni anello della famosa catena di produzione deve favorire l’anello precedente e quello successivo». 136

Sopra, da sinistra, Ettore Mocchetti, direttore di AD, Nicola Fabrizio, editore tessile, l'architetto Piero Lissoni e Giovanni Anzani, amministratore delegato di Poliform e neo presidente di Assarredo Above, on the left, Ettore Mocchetti, director of AD, Nicola Fabrizio, publisher textiles, the architect Piero Lissoni and Giovanni Anzani, managing director of Poliform and new President of Assarredo

DO ARCHITECTS love FABRICS? On 25th February 2010 it was held a meeting at the Hotel Principe di Savoia in Milan, which attracted many architects and journalists. The topic was: Do architects love fabrics? The provocative question was motivated by the fact that designers and architects don’t speak much of textile; in the mind of the designer the sofa was born naked and not coated; finally, why don’t we have the fabric at the very heart of the design? During the meeting, the President of Proposte, Piercarlo Viganò, says: «It is not enough to participate in this meeting tonight to work as a team. But what does it mean to work as a team? I try and give some answers. To work as a team means cooperation, respect and support each other. Any part of the production chain has to help the previous and the next ring».



EVENTI

A sinistra, Il giudizio di Paride, olio su rame, Paul Rubens; a destra, Le Tre Grazie, olio su tavola, Paul Rubens On the left, The Judgement of Paris, oil on copper, Paul Rubens; on the right, The Three Graces, oil painting, Paul Rubens

Rubens

e i Fiamminghi

di Davide Fent foto Archivio Grandi Mostre Como

"Rubens e i Fiamminghi" è la nuova grande esposizione d’arte ideata e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como nella splendida cornice di Villa Olmo, ormai divenuta prestigiosa sede di rilevanza internazionale. L’esposizione, curata da Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como e da Renate Trnek, direttrice della Gemäldegalerie dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, ha come fulcro 25 opere di Rubens, maestro del Barocco, provenienti da alcuni dei più importanti musei viennesi come la Pinacoteca dell’Accademia di Belle Arti, il Liechtenstein Museum e il Kunsthistorisches Museum. Faranno da corollario all’esposizione cinquanta opere pittoriche dei principali artisti fiamminghi, contemporanei di Rubens, come l’allievo e amico Anthonis Van Dyck, Gaspard de Crayer, Jacob Jordaens, Pieter Boel, Theodor Thulden e Jan De Heem. Di notevole pregio alcuni piccoli oli su tavola raffiguranti soggetti sacri, serviti a Rubens come studi preparatori per i trentanove dipinti commissionatigli nel 1620 per il soffitto della Chiesa dei Gesuiti di Anversa. Per numero e qua-

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Sopra, a sinistra, Ritratto di un bambino di quattro anni, olio su tavola, Cornelis de Vos; a destra, Ritratto di Elisabetta, figlia dell'artista, olio su tela, Jacob Jordaens. Sotto, a sinistra, Autoritratto, olio su tavola, Anthonis van Dyck; a destra, Ritratto di donna, olio su tela, Gaspard de Crayer Above, on the left, Portrait of a 4 year-old child, oil painting, Cornelis de Vos; on the right Portrait of Elisabeth, daughter of the painter, oil painting, Jacob Jordaens. Below, on the left, Selfportrait, oil painting, Anthonis van Dyck; on the right, Portrait of a woman, oil painting, Gaspard de Crayer

Nella pagina a lato, sopra, Allegoria dell'entrata di s'Hertogenbosch e Meierij nell'Unione di Utrecht, olio su tavola, Theodor van Thulden; sotto, Sontuosa natura morta con pappagallo, olio su tela, Jan Davidsz. de Heem On the side page, above, Allegory at the entrance of s'Hertogenbosch and Meierij in the Union of Utrecht, oil painting, Theodor van Thulden; below, Magnificent Still Life with Parrot, oil painting, Jan Davidsz. de Heem

lità delle opere, l’esposizione si presenta come una delle più importanti mostre su Rubens realizzate in Italia e rappresenta perciò un’occasione unica per ammirare una così ampia selezione della produzione del grande maestro della pittura barocca seicentesca. Nel pieno fiorire di un secolo, quale il Seicento, rigoglioso di espressioni d’arte, l’opera di Rubens fu il punto di maggior pienezza creativa. “La mostra di Villa Olmo - commenta il curatore Sergio Gaddi - celebra la genialità e la modernità di uno dei maestri assoluti della pittura, una personalità che dopo quattrocento anni continua a sorprendere per la potenza grandiosa ed esuberante del segno che ha reso universale il Barocco europeo. Rubens è sempre contemporaneo perché fissa nel tempo l’ideale della bellezza classica e riesce a dare la vita alle sue figure attraverso la luce e il colore". Il percorso espositivo, suddiviso nelle nove sale di Villa Olmo, si snoda attraverso i temi caratteristici della pittura di Rubens, come i soggetti sacri, i riferimenti alla storia e al mito e contempla alcuni dei maggiori capolavori del maestro fiammingo. Tra questi, "le Tre Grazie" (1620-1624), tutto un fluire di

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Rubens

and the Flemish Rubens and the Flemish is the title of the new important exhibition organized by the Cultural Department of the Municipality of Como in the beautiful location of Villa Olmo, which has become a prestigious centre of international importance. The exhibition, organized by the Councillor Sergio Gaddi, responsible for Culture and by Renate Trnek, director of the Gemäldegalerie of the Fine Arts Academy of Wien, is made of 25 works of art by Rubens, master of the Baroque, coming from some of the most important museums of Wien, for example the Academy of Fine Arts, the Liechtenstein Museum and the Kunsthistorisches Museum. 50 works of art of the main Flamish artists are the corollary of the exhibition, which goes from Rubens to the contemporary artists, such as the pupil and the friend Anthonis Van Dyck , Gaspard de Crayer, Jacob Jordaens, Pieter Boel, Theodor Thulden and Jan De Heem. Moreover there are some small oil paintings of great beauty representing holy scenes. The exhibition rooms are 9 inside the enchanting Villa Olmo and the artistic path develops following the characteristic subjects of Rubens paintings, for example the holy scenes, the references to history and myth and also some of the masterpieces of the Flamish master. Among these, The Three Graces (1620-1624), a flow of mythology to enrich the women beauty in the triumph of curves. To mention, two paintings, which are bigger than 2 meters, representing Victory and Virtue and The Trophy of the Weapons (1616-1617). Moreover other significant works of art are The Circumcision of Jesus Christ (1605), which respects precise iconographic indications given by the Counter-Reformation and the Holy Madonna of the Vallicella (1608). An absolute rarity is the Judgement of Paris (1605-1608), one of the four works of art which Rubens made on copper, that today is located at the Prado Museum in Madrid.

mitologie intese a magnificare la bellezza muliebre nel trionfo delle forme. Particolarmente importanti sono le due tele, di oltre tre metri di dimensione, che raffigurano "Vittoria e Virtù" e "Il trofeo di armi", appartenenti al ciclo che Rubens dedicò al console Publio Decio Mure (1616-1617). Sono da ricordare, tra le altre, "La circoncisione di Cristo" (1605), che risponde a precise indicazioni iconografiche dettate dalla Controriforma, e la "Madonna della Vallicella" (1608), due straordinari modelli per le pale d’altare della Chiesa dei Gesuiti a Genova e di Santa Maria della Vallicella a Roma, nelle quali l’impostazione teatrale della luce e l’atmosfera cromatica rivelano l’influsso dei grandi pittori veneziani del Cinquecento. Un’assoluta rarità è "Il giudizio di Paride" (1605-1608), una delle sole quattro opere che Rubens realizza su tavola di rame, ora al Prado di Madrid. È questo uno dei più incantevoli ‘poemi’ dipinti da Rubens, in cui tutto, dall’insieme della composizione, alle figure, al paesaggio, al cielo che le sovrasta si risolve nel colore, nella pittura pura stesa con pennellate fluide, fondendo in un unico indissolubile sia le figure che l’ambiente che le circonda.

Info RUBENS E I FIAMMINGHI Fino al 25 Luglio 2010 Dove: Villa Olmo in via Cantoni 1 a Como Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.00-20.00 venerdì, sabato e domenica 9.00-22.00 lunedì chiuso Infoline: tel. 02.54916 Prenotazione gruppi: tel 031 571979 – fax 031 3385561 www.grandimostrecomo.it

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TERRITORIO

La casa

DOMOTICA di SIM-PATIA di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni, Sergio Baricci L’emozione più forte è quella che si legge negli occhi dei residenti delle case domotiche dell’associazione Sim-patia, inaugurate lo scorso 16 febbraio alla presenza di numerose autorità. L’aspetto straordinario è che ogni dettaglio è stato pensato ed adattato per le persone diversamente abili che vivono nei tre appartamenti di Beregazzo con Figliaro, che presto diventeranno quattro con l’aggiunta di quello di Albate, pensati per offrire

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ai disabili soluzioni di vita autonoma. Il design tecnologico si impone prepotentemente e positivamente, dunque, anche nel mondo delle disabilità, mettendosi al servizio di tutti coloro che necessitano di vedere semplificati gesti quotidiani e domestici. Grazie ai monitor touch – screen e agli appositi computer, spesso posizionati direttamente sulle carrozzine, è possibile accendere e spegnere le luci, aprire e chiudere le porte, alzare ed


Nelle foto, i residenti mostrano a Roberto Formigoni, Presidente Regione Lombardia, le apparecchiature tecnologiche in occasione dell'inaugurazione della casa domotica In the photos, the residents show the technological equipments to Roberto Formigoni, on the occasion of the inauguration of te domotic home

abbassare le tapparelle, attivare gli elettrodomestici, oltre che, in caso di emergenza, azionare l’allarme e le telecamere (collegate con la sede di Valmorea), tramite un semplice pulsante posizionato su un braccialetto. Una nuova frontiera della tecnologia, utilizzata per donare una maggiore autonomia a persone che, a causa di forti disabilità, sono costrette a dipendere da terzi e vivere in luoghi protetti, ma che ora possono riacquistare la loro indipendenza. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che non ha voluto mancare a questo importante appuntamento, sottolineando la preziosità dell’operato di Sim-patia, realtà che si è dimostrata capace di mettere al centro la persona con una struttura all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e dello stile di vita offerto all’ospite. Allo stesso tempo, il Presidente dell’associazione, Gerolamo Saibene, ha sottolineato quanto sia stato impegnativo, ma anche gratificante, poter offrire agli ospiti una nuova possibilità di autosuf-

ficienza. L’inaugurazione delle case domotiche ha coinvolto tutta la grande famiglia di Sim-patia. Presenti a questo appuntamento, insieme ai tanti sostenitori e operatori, anche Sergio Ratti, presidente dell’Associazione Amici di Sim-patia, e Irma Missaglia, direttrice del centro, che ha spiegato i prossimi obiettivi della realtà di Valmorea. Infatti, Simpatia non si ferma qui. È in cantiere un nuovo progetto per garantire agli ospiti del centro la possibilità di un lavoro vero che possa renderli indipendenti anche a livello economico. Daniele Brunati, coordinatore del Consorzio Como Turistica, ha poi consegnato al presidente Gerolamo Saibene, i fondi raccolti per l’associazione Sim-patia durante la Città dei Balocchi. Un impegno che la manifestazione, in occasione della sua XVI edizione, ha voluto profondere a favore di questa realtà attraverso l’attrazione del trenino che per tutto il mese di dicembre, e oltre, ha girato per le vie della città, facendo pagare ai visitatori un euro per ogni singola corsa e destinando tutto il ricavato per questo progetto sociale.

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Nelle foto in alto, il Presidente Gerolamo Saibene e la direttrice dell'Associazione Sim-patia, Irma Missaglia

Sopra, a sinistra, il Presidente dell'Associazione Amici di Sim-patia, Sergio Ratti, Irma Missaglia e Gerolamo Saibene con Roberto Formigoni; a destra, Daniele Brunati, Giorgio Pozzi e Gerolamo Saibene

Above, on the right, the President Gerolamo Saibene and the director of the Association Sm-patia, Irma Missaglia

Above, on the left, the President of the Association Amici di Sim-patia, Sergio Ratti, Irma Missaglia and Gerolamo Saibene with Roberto Formigoni; on the right, Daniele Brunati, Giorgio Pozzi and Gerolamo Saibene

The domotic home

of SIM-PATIA

The strongest emotion can be read in the eyes of the people who live in their domotic-system homes of the association Sim-patia, inaugurated on 16th February 2010. The extraordinary aspect is that every detail has been studied and adapted to meet the needs of disabled people, in order to offer them independent life solutions. The technological design is working in this direction too, in the world of disability people can find a great help in simplifying everyday life and habits thanks to touchscreen monitors and an appropriate pc, which can be positioned on the wheelchairs. It is possible to switch on and switch off the lights, close and open the doors, using rolling shutters and household appliances, and in case of emergencies they can activate the alarm and the cameras (connected with the headquarters in Valmorea), thanks to a simple button positioned on a bracelet. Roberto Formigoni, President of the 144

Lombardy region, took part in the inauguration and stressed the fact that Sim-patia gave a very important contribution in this respect. At the same time, the President of association Gerolamo Saibene mentioned the fact that offering a new possibility of self-sufficiency to their guests is very demanding but also very gratifying. At this appointment there were many supporters and operators together with Sergio Ratti, President of the Association Amici di Sim-patia and Irma Missaglia, director of center, who described the next goals of the center in Valmorea. There is also a new project to develop in order to grant the possibility of a real job and an economic independence. Moreover Daniele Brunati, coordinator of Consorzio Como Turistica, gave to the President Saibene the money collected for the association Sim-patia during the event CittĂ dei Balocchi.


La tecnologia domotica aiuta i disabili a vivere con maggiore libertà e indipendenza; il tuo sostegno, anche se piccolo, sarà per noi un passo significativo per raggiungere l’autonomia nella vita quotidiana. Sostienici così: - Bonifico bancario sul CC n° 14537 c/o Banca Popolare di Bergamo IBAN IT48 I0542810905000000014537 Intestato a: Sim-patia per ulteriori informazioni visita il nostro sito

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Cercavate la testimonial del Made in Como nel mondo? Detto, fatto. Ci ha pensato la Clerici Tessuto vestendo Michelle Obama. Già, perché la first lady americana, ormai un’icona di stile, in più di un’occasione ha indossato abiti realizzati con stoffe della collezione pre-Fall 2010 dell’azienda lariana, griffati Calvin Klein e Michael Kors.

Are you looking for a testimonial for Made in Como? We have got one. Michelle Obama wears fabrics by Clerici Tessuto. Actually the American first lady is an icon of style, more than once, she wore dresses made with fabrics of the pre-Fall 2010 collection of the company from Como, designed by Calvin Klein and Michael Kors.

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C U LT U R A

CREATIVITA'+ ARTIGIANATO D'ECCELLENZA = LUSSO di Emanuela Della Vigna foto Emanuele Zamponi © Fondazione Cologni

Nell’ambito di RE.T.I.C.A. (il progetto di Rete Territoriale per l'Innovazione della Creatività Applicata che vede capofila l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e partner la Fondazione Cologni), Magic Lake, nel suo ruolo di argonauta, è stato partecipe a due interessanti incontri con artigiani, designers ed artisti, veri “Maestri d’Arte”, i quali hanno testimoniato con il loro operato ed il loro savoir-faire l’importanza fondamentale del connubio tra creatività ed artigianato d’eccellenza come base imprescindibile del lusso. Entrambi gli appuntamenti si sono tenuti a Milano, il primo è stato la tavola rotonda dal tema: “Made in Italy e Saper Fare: i mestieri d’arte della Moda” presso la Domus Academy e il secondo l'incontro dagli argomenti: “Mestieri d’Arte: il savoir-faire d’eccellenza alla radice del Lusso e del Design” presso la Creative Academy (la scuola internazionale di Design e Creative Management del Gruppo Richemont fondata da Franco Cologni).

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Franco Cologni, presidente della fondazione omonima, partner del progetto RE.T.I.C.A. Franco Cologni, President of the homonymous foundation, partner in the project RE.T.I.C.A.


Pino Grasso; alcuni ricami di Haute Couture Pino Grasso; some embroideries of Haute Couture

Guillaume Hinfray e Marco Censi, shoe designers; modello di scarpe firmate Guillaume Hinfray Guillaume Hinfray and Marco Censi, shoe designers; model of shoes by Guillaume Hinfray

Giuseppe Bettanin; calzature firmate "Bettanin & Venturi". Foto Serena Sgaravato Giuseppe Bettanin; Shoes by "Bettanin & Venturi". Photo Serena Sgaravato

Daniele Papuli; alcune delle sue originali creazioni in carta Daniele Papuli; some of his original creations in paper

La tavola rotonda svoltasi alla Domus Academy di Milano è stata l'occasione di approfondimento del tema del rapporto, spesso occulto, tra creatività e savoir-faire nella moda. Sulla capacità di coniugare il saper creare al saper fare, la progettualità alla manualità, si basa l’eccellenza della Moda italiana, ed i maestri d’arte, che, al confine tra arte ed artigianato, nei loro atéliers sono in grado di tradurre in elementi reali e di qualità idee e progetti dei creativi si rivelano loro partners imprescindibili. Il tema è stato sapientemente dibattuto dal Dr. Alberto Cavalli, Direttore Generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Lifestyle & Luxury Goods Correspondent del mensile "How to spend it Russia", con Pino Grasso, storico collaboratore milanese dei maggiori stilisti italiani, come Armani, Prada ed in particolare di Valentino, ricamatore di Haute Couture e di prêt-à-porter di alto livello, con un occhio attento all’innovazione ed alle tecniche d’avanguardia, grazie al quale è annoverato tra i cinque maestri italiani proposti dalla Fondazione Cologni e finalista nella categoria “Invenzione” al concorso “Talents du Luxe et de la Création” di Parigi. All’incontro hanno preso parte anche Andrea Guolo, scrittore e redattore di Lineapelle e gli shoe designers Marco Censi e Guillaume Hinfray, creatori di un brand di scarpe di lusso dal forte contenuto artigianale.

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CREATIVITY+EXCELLENT HANDICRAFT = LUXURY

Sopra, a destra, "Mestieri d' arte e Made in Italy - Giacimenti culturali da riscoprire", Marsilio editore. Il libro, curato da Paolo Colombo (sopra) prodotto dal Centro di ricerca "Arti e Mestieri" dell'Università Cattolica e pubblicato con il contributo di RobilantAssociati, rappresenta una straordinaria testimonianza di artigianato d'arte e d'eccellenza del nostro territorio

Above, from the right, "Mestieri d' arte e Made in Italy - Giacimenti culturali da riscoprire", published by Marsilio. The book, written by Paolo Colombo (on the side), studied by the Research Center of the Università Cattolica, represents an extraordinary example of art and excellence handicrafts in our territory.

L'incontro tenutosi presso la Creative Academy ha visto quali relatori il Dr Alberto Cavalli, Giuseppe ed Alberto Bettanin del calzaturificio Bettanin & Venturi e l’artista designer Daniele Papuli. Il Dr. Cavalli, appassionato relatore, ha ben esemplificato il tema, servendosi anche di video illustranti realtà artigianali del lusso, tra le quali quella di Pino Grasso. Le immagini esaltanti la perfezione dei dettagli, l’altissima abilità tecnica degli artigiani e lo standard di eccellenza raggiunti negli atéliers, hanno come leitmotiv la passione e l’amore per il lavoro artigianale, la ricerca del bello, della qualità, della perfezione -in una parola dell’eccellenza- e l’estrema attenzione per il dettaglio che rendono unici i prodotti frutto di un’originale idea creativa, realizzata a mano da un abile ed esperto artigiano. Chiarissimo il messaggio che la creatività da sola non basta. Le realtà artigianali d’eccellenza sono evidentemente strettamente legate al fashion, dove sono state storicamente la base del successo delle più importanti case di moda, ma sono ancora più legate al lusso, che le esalta e spinge a crescere, in quanto il vero lusso va oltre la moda; mentre la moda passa, l’alto artigianato artistico fa sì che un oggetto sopravviva nel tempo. Il Sig. Giuseppe Bettanin, quarta generazione di una famiglia di produttori di calzature fatte a mano, coadiuvato dal figlio, quinta generazione, sono la dimostrazione che l’eccellenza si raggiunge combinando l’utilizzo di MENTE, MANI e CUORE. Negli anni 80 e 90 il Sig. Bettanin è andato controcorrente ed anziché delocalizzare, ha deciso di realizzare in Italia qualcosa che non fosse possibile attuare altrove e, a scapito del profitto, avendo anche impiegato un anno e mezzo in ricerca senza far uscire un solo pezzo dall’azienda, ha messo a punto una speciale tecnica per la realizzazione a mano di calzature modello Goodyear, e per la colorazione totalmente manuale delle pelli. Il suo è un incoraggiamento ai giovani che si affacciano al mondo della moda a non spaventarsi di fronte ai tempi duri che li aspettano, ma piuttosto acquistare consapevolezza delle loro capacità e, credendoci, portare avanti con coraggio i loro progetti, senza farsi schiacciare dalle logiche di globalizzazione che hanno governato l’economia negli ultimi anni. Il designer ed artista Daniele Papuli avvalora le tesi oggetto dell’incontro, con le sue opere e con la sua storia di creativo appassionato, che ha fatto del suo amore per l’arte e la carta come materiale di espressione creativa, una professione di artigianato artistico di successo nel mondo del lusso, nel quale ha collaborato con nomi di prestigio come Missoni ed Hermès e che lo ha portato anche ad esporre i suoi gioielli di carta alla Triennale.

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Magic Lake, with its function of argonaut, took part in two interesting meetings organized by the Foundation Cologni with craftsmen, designers and artists, or “Masters of Art”. With their works and their savoir-faire they are testimonials of the fundamental importance of the union between creativity and excellent craftsmanship as main elements for luxury. Both meetings were held in Milan; the first one was a round table on “Made in Italy e Saper Fare: i mestieri d’arte e della Moda” (Made in Italy and Savoir-faire: artistic craft professions and fashion) at the Domus Academy, while the second meeting on “Mestieri d’Arte: il savoirfaire d’eccellenza alla radice del Lusso e del Design”(Artistic craft professions and excellent savoir-faire at the roots of luxury and design) was held at the Creative Academy (the international school of Design and Creative Management of the Group Richemont founded by Franco Cologni). The round table held at the Domus Academy was an occasion to discuss on the relation between creativity and savoir-faire in the fashion district. The excellence of Italian fashion is based on the ability of combining creativity and ability, project and craftsmanship; it is based on the maîtres d’art, skilful artisans that work between art and craftsmanship. In their atéliers they can translate in real and quality elements all the ideas and projects of creative people, thus acting are reliable partners. The meeting held at the Creative Academy and the images presented on this occasion showed the perfection of details, the high technical ability of craftsmen and the excellent standards reached in the top ateliers. The leitmotiv is passion and love for craftsmanship, research of beauty, quality and perfection – in one world: excellence – and the extreme attention for the details, which make of such unique products the result of an original creative idea realized by an expert and skilful craftsman. For sure creativity alone is not enough. The excellent craftsmanship realities are strictly connected with fashion, because they play a very important role in the success of fashion designers; but they are even more relevant for luxury, because real luxury is beyond fashion. Fashion goes by while the high artistic creations are timeless. The recent publication by Marsilio “Mestieri d’arte e Made in Italy – Giacimenti culturali da riscoprire” (Artistic craft professions and Made in Italy – Cultural fields to be rediscovered) by Paolo Colombo, with the collaboration of Alberto Cavalli, produced by the Research center “Arti e mestieri” of the Università Cattolica directed by Paolo Colombo, is complementary with the topics of the meetings and represents an extraordinary proof of the richness of the métiers d’art in our territory, a real cultural field to be treasured.


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C U LT U R A

Il mondo di

Magic Lake

Palazzo Sormani ospita

SETA·ORO·CREMISI

di Sergio Luce foto di Angelo Margutti, A3

Sopra, i relatori intervenuti alla serata di presentazione del volume Seta ·Oro·Cremisi: da sinistra, Marilena Poletti Pasero, Arturo Dell'Acqua Bellavitis, Chiara Buss, Mario Boselli e Annalisa Zanni; a lato, il pubblico presente in sala

Il 13 gennaio scorso, nella bella Sala del Grechetto di Palazzo Sormani a Milano, è stato presentato il volume Seta·Oro·Cremisi - Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza che ha accompagnato la mostra omonima tenutasi al Museo Poldi Pezzoli fino alla fine di febbraio. Presentati da Marilena Poletti Pasero, presidente dell’Unione Lettori Italiani, quattro relatori d’eccezione hanno intrattenuto un folto pubblico molto interessato all’argomento. Erano Mario Boselli, Chiara Buss, Arturo Dell’Acqua Bellavitis e Annalisa Zanni, nomi noti a tutti i nostri lettori perché Magic Lake si è già occupato di questo evento culturale dal titolo meritatamente altisonante: Produzione Serica in Lombardia dal 1400 al 2000. Si tratta di un progetto dell’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda (ISAL), curato da Chiara Buss, progetto che comprenderà cinque mostre, cinque volumi, corsi e conferenze per concludersi nel 2015 con la catalogazione multimediale di tutti i reperti serici lombardi esistenti al mondo. Il primo volume quindi Seta·Oro·Cremisi - Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza mette alla ribalta la seta, la straordinaria materia che ha riempito di sé arte e storia. “Dovrei dare tant’oro per così poca seta?”. Questa frase pronunciata nel I secolo d.C. da Vespasiano è consacrata dalla storia, ma vale più di una ricerca di mercato dei giorni nostri. Tanto bastò perché lui rifiutasse un

On the side, the speakers who took part in the presentation evening of the volume, Silk Gold Crimson: from the left, Marilena Poletti Pasero, Arturo Dell'Acqua Bellavitis, Chiara Buss, Mario Boselli and Annalisa Zanni; above the public present in the room

abito all’imperatrice. I primi due secoli d.C. segnano l’apice della potenza romana che esprime nel contempo uno sfrenato desiderio di lusso. Un abito di seta pura, holoserica vestis, costa tanto oro quanto pesa. Il costo è così alto che la legge ne limita l’uso alle sole donne, diffondendo il concetto che simile tessuto sia troppo effeminato per gli uomini. Il primo uomo che osa vestire di seta è l’imperatore Marco Aurelio Antonino e lo fa attribuendo alla seta la prerogativa di rappresentare, lei sola, la dignità di un sovrano. Ma saltiamo secoli e città e veniamo a Milano, dove all’epoca di Galeazzo Maria Sforza arriva la bachicoltura. Dissoluto e tirannico, il duca ha il merito di ascoltare un certo Giovanni Colidonio che si fa annunciare come “portatore di certa semenza che ne nasce li bigatti che fanno li folixelli di seta”. Una legge del 1470 ordina allora ai contadini di piantare gelsi, e quando non sono allevatori di bachi, sono tenuti a vendere a chi lo è le foglie dei gelsi a prezzo equo. Il vero artefice dell’industria della seta in Lombardia è però Ludovico Sforza detto il Moro, ”dal dialetto murun, gelso” sostiene Boselli: “l’albero che oltre alle foglie per nutrire il baco fa anche le more”. Il Cinquecento, secolo d’oro della seta, vede la corte dei Visconti e degli Sforza primeggiare tra tutte le corti europee nel decoro dei palazzi e nell’abbigliamento.

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Magic Lake continua a seguire i vari appuntamenti del progetto Seta·Oro·Cremisi

Magic Lake continues and follows the different appointments of the project of Seta·Oro·Crimson

Palazzo Sormani guests Silk·Gold·Crimson On 13th January 2010, in the beautiful Sala del Grechetto of Palazzo Sormani in Milan, there was the presentation of the volume Silk·Gold·Crimson – Secrets and technology at the Visconti and Sforza courts, it was named after the exhibition held at the Museo Poldi Pezzoli in Milan until the end of February. Presented by Marilena Poletti Pasero, President of the Unione Lettori Italiani (Union of Italian Readers), four important speakers were in front of a crowded public, who was very interested in this subject. They were Mario Boselli, Chiara Buss, Arturo Dell’Acqua Bellavitis and Annalisa Zanni, who are already known by our readers, as Magic Lake already presented this cultural event: Silk Production in Lombardy from 15th to 21st century. It is a project developed by the Institute of Fine Art in Lombardy (ISAL), coordinated by Chiara Buss, this project includes five exhibitions, five volumes, courses, conferences until 2015 ending with the multimedia cataloguing of all the Lombardy silk finds in the world. The first volume is Silk·Gold·Crimson – Secrets and technology at the Visconti and Sforza courts, in which silk is the protagonist, because it is a fabric that is strictly connected with art and history. “Should I give so much gold for such a small quantity of silk? ”. This sentence was pronounced by Vespasian in the 1st century a.C. and it

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is a part of the history, actually it has more value than a market research of our days. Pronouncing this sentence he refused a dress for the empress. The two centuries a.C. represented the highest level of the Roman empire, which was connected to the desire of luxury. A pure silk dress, holoserica vestis, cost as much as it weighed. The cost was so high that the law restricted the use just for women wide spreading the idea that this fabric was too ladylike for men. The first man who dared and wore silk was Marcus Aurelius Antoninus and he gave a very important meaning to silk: it represented the dignity of a king. Now leaving back centuries and cities, we reach Milan, where by the time of Galeazzo Maria Sforza the worm growing started. A law dated back to 1470 ordered to the farmers to grow mulberry trees and in case they were not worm breeders, they had to sell the leaves to the worm breeders at a reasonable price. The real creator of the silk industry in Lombardy was Ludovico Sforza called the Moor, “from the dialect murun, mulberry” said Boselli: “the tree has not just the leaves to feed the worm but also the blackberries”. The 16th century was the gold century for silk in Lombardy and the Visconti and Sforza courts were among the first in Europe for silk decorations of palaces and of clothes.



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RITUALS carezza materna / maternal caress citrus supreme aromaterapy massage eseguiti in hydrocare (lettino ad acqua basato sull’elemento liquido, il calore e la cromoestetica) aromaterapy massage in hydrocare (liquid water bed based on the liquid element, heat and chrome-aesthetics) acqua spa (nuvola di vapore che favorisce una profonda pulizia della pelle, accelera l’eliminazione delle tossine favorisce l’assorbimento dei principi attivi) water spa (a cloud of steam favors a deep cleansing of the skin, accelerates the elimination of toxins, promotes the absorption of active ingredients).


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PEOPLE

CARLO POZZONI

OBIETTIVO d'ARTE di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni

Curiosità, spirito di osservazione, umiltà. Queste le caratteristiche necessarie per diventare un grande fotografo. Parola di Carlo Pozzoni. Alla vigilia dei suoi primi 30 anni di carriera, Carlo Pozzoni, lecchese di origine, ma comasco d’adozione, si racconta, non solo attraverso le sue immagini, che hanno fatto il giro del mondo grazie a tante collaborazioni con i maggiori quotidiani italiani, l’agenzia Ansa, le riviste VilleGiardini, Dove, Interni e, persino, il prestigioso New York Times, ma anche attra162

verso le parole che ci accompagneranno nel suo mondo. Iniziamo parlando dei suoi esordi. «Avevo 14 anni quando mio padre decise che dovevo trovarmi un’occupazione estiva. Un suo carissimo amico aveva un laboratorio fotografico e così per i tre mesi estivi quella è stata la mia seconda casa. Ricordo ancora l'emozione della prima volta in camera oscura: non sapevo assolutamente niente di fotografia e di tecniche di sviluppo, ma vedere


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Nella foto, Papa Giovanni Paolo II il 5 maggio 1996 allo Stadio Sinigaglia di Como In the photo, Pope Giovanni Paolo II on 5th May 1996 at the Sinigaglia Stadium of Como

un foglio bianco che si trasforma in un’immagine è stata per me un’esperienza unica. In quel momento ho pensato: io voglio fare questo lavoro». L’incontro più significativo per la sua professione? «Ho collaborato con tanti fotografi, ma uno degli incontri più importanti della mia carriera è stato quello con il reporter Amedeo Vergani, un grandissimo professionista. Lui, tra le tante cose, lavorava per l'Istituto Geografico De Agostini, con il quale ho successivamente cominciato a collaborare anch'io. Da qui la svolta, nel 1981». Come è nata, invece, la collaborazione con il quotidiano “La Provincia”? «Nell’96 quando venne Papa Giovanni Paolo II a Como, l’allora direttore mi propose di seguire l’evento. Tutto è cominciato da lì». Ora uno sguardo al futuro. Quali i progetti nel cassetto pronti da realizzare? «Il mio futuro è dove vivo perché è qui che voglio lavorare e partire verso nuove destinazioni. Ho in cantiere due progetti importanti: il primo riguarda una mostra, che realizzerò tra aprile e maggio nella galleria “Il Tramite” di via Borgo Vico, dove esporrò foto artistiche realizzate senza artifici tecnologici. Il secondo, in autunno, in una sede prestigiosa, è un progetto legato all’architettura razionalista. Ma per il momento non voglio svelare altro». Ma Carlo Pozzoni è anche editore... 164

«È vero. Avendo già realizzato diversi libri fotografici per altri editori, mi sono accorto che tra il progetto e il lavoro finito, c’è una mediazione che non sempre è positiva. Così ho deciso di fare da me. Vorrei che la mia piccola casa editrice diventasse punto di riferimento per giovani artisti della fotografia». A proposito di libri, ci parli delle sue ultime “creature”. «Le Stanze di Carla, il mio ultimo libro editato, racconta la casa della scrittrice e poetessa comasca Carla Porta Musa, nasce dal progetto di una mostra fotografica legata alla manifestazione letteraria Parolario 2009. È sicuramente il mio lavoro più intimo, un omaggio ad una donna che ritengo straordinaria e che da pochi giorni ha compiuto 108 anni». E del libro Viaggio a Lourdes? «Ho deciso di documentare questa esperienza, di concerto con l’Unitalsi, raccontata con le mie immagini e le parole di Giuseppe Guin. Il viaggio in treno verso Lourdes è stata un’esperienza unica: le prospettive cambiano completamente grazie all’incontro con persone disabili e ammalate, capaci di trasmettere sentimenti di serenità e dolcezza che lasciano senza parole». Per chiudere, vorremmo ci regalasse l’immagine più bella che porta con lei del nostro lago. «Difficile scegliere, tra le tante però, i colori dell’autunno sul lago di Como sono incomparabili».


A destra, dall'alto, veduta urbana area Ticosa, Como; al centro, Villa Pliniana con le nebbie autunnali; sotto, ex area acciaieria e ferreria del Caleotto-Lecco On the right, from above, urban view Ticosa area, Como; in the middle, Villa Pliniana with the fall mist; below, the former steelworks and ironworks of Caleotto-Lecco

Art SHOTS

Getting close to 30 years of his career, Carlo Pozzoni is from Lecco, but now he lives in Como. He tells us about himself with his photos that travelled around the world thanks to the different collaborations with the most important Italian newspapers, the agency Ansa, the magazines VilleGiardini, Dove, Interni and even the prestigious New York Times, but also with the words that let us discover his world. Let’s talk about the beginning. «When I was 14 years old I found my first summer job in a photographic laboratory. From that moment I decided that I wanted to become a photographer». What was the most important meeting for your job? «For sure one of the most important meeting in my career was the one with the reporter Amedeo Vergani». How did you start your collaboration with the local newspaper “La Provincia”? «Everything started in 1996, when Pope Giovanni Paolo II arrived in Como». What are your goals for the future? «I have got two goals: the first one is an exhibition in the gallery “Il Tramite” in Como, between April and May. The second one is a project related to the rational architecture». Carlo Pozzoni is a publisher too… «That’s right. After many photographic books for other publishers, I realized that between the project and the final work there is a mediation that is not always positive. So I decided to do it by myself». Let’s talk about book, in particular about your last “creations”. «Le Stanze di Carla (The rooms of Carla) is about the home of the writer and poetess Carla Porta Musa. It is the most intimate work I have done, a homage to an extraordinary woman». And the book Viaggio a Lourdes (Travel to Lourdes)? «I decided to document this great experience together with the association Unitalsi with my photos and the words of Giuseppe Guin». Finally we would ask you a present: the best photo of our lake you carry with you. «It is hard to make a choice, among all the photos I would choose the matchless colours of autumn on Lake Como». 165




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BSI

presenta

Marchiati “Svizzera” Il meglio del Made in Switzerland, sinonimo di qualità, precisione e solidità, in una collezione di oggetti in mostra per la prima volta in Svizzera

Il progetto espositivo BSI Album presenta nelle vetrine delle filiali di Banca BSI di Bellinzona, Chiasso, Ginevra, Locarno, Lugano, St. Moritz e Zurigo, dal 21 gennaio al 30 aprile 2010, un’importante esposizione dal titolo Marchiati “Svizzera”: oggetti “fabbricati in Svizzera” che Riccardo Blumer ha ricercato, selezionato e infine raccolto in una collezione esclusiva, comprendente più di 80 manufatti di uso domestico, di produzione industriale o semi artigianale, realizzati tra gli anni Trenta e Settanta del secolo scorso. Gli oggetti esposti, declinati in una collezione da Riccardo Blumer, hanno l’obiettivo di raccontare una cultura del vivere quotidiano svizzero, impostata sui sentimenti di durata, solidità ed efficienza. Nell’epoca moderna l’artigianato e l’industria elvetica si sono distinti nel mondo per la loro eccellenza produttiva, tanto che il marchio di produzione svizzera è ormai diventato sinonimo di qualità e perfezione, in particolare nelle produzioni meccaniche dell’orologeria e ottiche della fotografia, ma non solo. Il marchio 170

di produzione è riconoscibile dai simboli quali la croce della bandiera oppure la balestra o la dicitura “costruito in Svizzera”, spesso accompagnati dal numero di brevetto. La mostra, presentata da BSI, espone manufatti di uso comune, generalmente oggetti “d’uso finale”, quali ferri da stiro, bilance e macchine da cucire, giochi per bambini, ma anche scarponi e slitte in legno; tutti oggetti che esprimono il caratteristico stile di vita svizzero e che oggi, nell’epoca della globalizzazione, sono del tutto scomparsi dagli scaffali delle grandi catene di distribuzione che hanno sostituito i negozi locali. La collezione esposta da BSI è il risultato di un percorso personale di riflessione storico-culturale che ha portato Blumer a ricercare, studiare e selezionare oggetti e strumenti capaci di dare conoscenza diretta del proprio essere svizzero. Gli Album di BSI sintetizzano il concetto di catalogazione e vogliono dare la possibilità di immergersi nelle collezioni passeggiando lungo le vetrine, come sfogliando un album di altri tempi.


A destra, la copertina del libro Marchiati “Svizzera” © 2010 BSI SA ; Pattini da ghiaccio © Franco Mattei, Claro. On the right, Catalogue cover Branded "Swiss" © 2010 BSI SA ; Ice skates © Franco Mattei, Claro.

A destra, Coltellino multifunzione tascabile; Barattolo ermetico © Franco Mattei, Claro. On the right, Multipurpose penknife; Airtight jar © Franco Mattei, Claro.

BSI presents Branded “Swiss”

The best of Made in Switzerland, symbol of quality, precision and solidity, in a collection of products exhibited in Switzerland for the first time The exhibition project BSI Album presents a very important collection called Branded "Swiss" in the shop windows of the branches of Bellinzona, Chiasso, Ginevra, Locarno, Lugano, St. Moritz and Zurich from 21st January to 30th April 2010: products “Made in Switzerland” that Riccardo Blumer selected and collected in a very exclusive exhibition, with more than 80 products for private, industrial or handicraft use, created between the 30ies and the 60ies of the 20th century. The products which are exhibited, collected by Riccardo Blumer, are part of everyday life in Switzerland, which is based on duration, solidity and efficiency. Nowadays Swiss handicraft and industry are known all over the world for the production excellence, actually the Swiss production brand is a symbol of quality and perfection, in particular in the mechani-

cal production of watches and in the optic production of photography, but also much more. The production brand is recognizable thanks to the red cross of the Swiss flag, or the crossbow or the wording "Made in Switzerland", often together with the patent number. The exhibition presented by BSI is made of products for private use, for example iron, scales and sewing-machine, toys and also ski boots and wooden sledges; these products represent the characteristic Swiss life style, today with the globalization they have disappeared from the shelves of big supermarkets, which have replaced the local shops. The collection that BSA exhibited is a result of a personal path of historical and cultural consideration, which let Blumer research, study and select products and instruments which can give a direct knowledge of being Swiss. The albums of BSI summarize the idea of cataloguing and give the opportunity to immerse yourself in the collections, walking along the shop windows, just like you were leafing through an album of old-time. 171


dal 1813

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Cari amici e cari lettori, anche se è già trascorso un anno, molti di noi non hanno dimenticato il grande Gianni! E per ricordarlo abbiamo pensato di allargare, a tutti coloro che lo stimavano, la conoscenza di un’iniziativa lodevole che sua moglie, Sabrina, ed alcuni loro amici, stanno realizzando e che Magic Lake ha deciso di promuovere e sostenere. Sabrina si è fatta promotrice di un comitato per la costituzione di un “FONDO BORSA DI STUDIO GIANNI ALDEGHI”, che sta raccogliendo le adesioni degli amici di Gianni che vogliono condividere questo gesto di “altruismo”, segno che rispecchia l’attenzione che Gianni ha sempre avuto per gli altri. La borsa di studio avrà lo scopo di agevolare chi, come Gianni, dimostra di amare la professione del ristoratore, nelle varie figure e forme in cui questo si concretizza, ma si trova in una situazione economica che rende problematica l’ultimazione del ciclo di istruzione prescelto. E’ in corso di definizione l’accordo con il Centro di Formazione Professionale di Monte Olimpino, per definire le modalità operative per iniziare a devolvere le prime borse di studio per il prossimo anno scolastico. L’assegnazione sarà deliberata da un Comitato di erogazione, di cui farà parte anche Sabrina, e che si avvarrà del supporto del Preside dell’Istituto per sovrintendere e garantire la corretta assegnazione delle borse di studio, che avverrà sulla base di criteri meritocratici e di solidarietà. Quindi tutti coloro che vogliono unirsi a questo progetto, con un gesto concreto, possono dare il loro contributo effettuando un bonifico a favore di “Borsa di Studio Gianni Aldeghi” IBAN IT 07 S 08430 10900 000000 261554 Grazie a tutti. «Ho raccolto con grande entusiasmo questo progetto e non posso che ringraziare Sabrina e gli amici di Gianni per l'idea di permettere a qualche meritevole studente del Centro di Formazione Professionale dell'Amministrazione Provinciale di Como di poter contare su una borsa di studio per proseguire o approfondire il percorso di studi. Un'iniziativa che raccoglie e mantiene vivi il pensiero, l'altruismo e i desideri di una persona scomparsa e li rende concreti attraverso un'opportunità di formazione gratuita». Alessandro Fermi Assessore Formazione Professionale,

Politiche attive del Lavoro della Provincia di Como


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Primavera in GPL A lato, Splash; sotto, da destra nuova Alto e Swift, tutte con gpl di serie: le tre vetture ecologiche Suzuki On the side, Splash; below, from the right the new Alto and Swift, all with included GPL the three environmentally friendly Suzuki cars

Il futuro in una semplice scelta: un’auto ecologica, un’auto gpl, un’auto Suzuki. Cosa distingue il gpl dai carburanti tradizionali? La produzione in quantità drasticamente minore di anidride carbonica, causa primaria dell’effetto serra, e di polveri sottili. Perché scegliere il gpl? È necessario che ognuno di noi faccia la sua parte. Il nostro pianeta ha bisogno di attenzione, difesa, e chiunque può contribuire alla sua salvaguardia, anche attraverso gesti quotidiani. Come? Scegliendo Suzuki e la sua “eco generation” con il gpl di serie. Swift, Alto e Splash sono le tre auto giovani, sportive e dinamiche firmate Suzuki che possiedono un valore aggiunto: sono vetture ecologiche. Suzuki, casa automobilistica all’avanguardia e sempre pronta a lanciare sul mercato prodotti competitivi, ha scelto queste tre auto per inaugurare la stagione del gpl. Tre modelli compatti, adatti ad una clientela giovane e chic, in perfetta sintonia con la filosofia Suzuki: godere di un’auto elegante e allo stesso tempo vivace, senza rinunciare all’aspetto economico ed ecologico. Swift, Alto e Splash vi aspettano nelle concessionarie Suzuki, per scegliere l’auto del futuro.

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Autotecnica A&B SEDE: Montorfano, lungo la Strada Statale Briantea (Statale Como-Bergamo), tel. 031/200 252 SHOWROOM: Como, via Napoleona (ang. P.zza San Rocco), tel. 031/24 17 64 www.absuzuki.it

SPRING in GPL The future in a simple choice: an environmentally friendly car, a gpl car, a Suzuki car. Which is the difference between the gpl and the traditional fuel? The reduced quantity of carbon dioxide, which is the main cause of the greenhouse effect and of dust. Why should you select the gpl? It is necessary that everyone plays his part. Our planet needs attention, defense and everyone can give his personal contribution to safeguard the planet, also in everyday life. How? Selecting Suzuki and the “eco generation” with the serial gpl. Swift, Alto and Splash are the th-

ree young, sports and dynamic Suzuki cars which have an added value: they are environmentally friendly cars. Suzuki is a modern car company, which is always ready to launch competitive products on the market, it has selected these three cars to inaugurate the gpl season. Three compact models, ideal for young and chic clients, in a perfect harmony with the Suzuki philosophy: enjoy an elegant and dynamic car, without renouncing to the economic and environmentally friendly aspect. Swift, Alto and Splash are waiting for you at the dealer: come and choose the car of the future!


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• GPL di serie con emissioni di C0 2 da record tra le vetture bi-fuel * • Consumi al minimo • Vantaggi al massimo * Nella foto Alto 1.0 GPL GLX. Consumo ciclo combinato: GPL 5,6 l/100 km; benzina 4,4 l/100 km. Emissioni di CO2 ciclo combinato: GPL 93 g/km; benzina 103 g/km.

SEDE: Strada Statale Briantea - Montorfano (Co) Tel. 031 200252 Fax 031 200209 SHOWROOM: Via Napoleona, angolo p.zza S.Rocco - Como Tel e Fax 031 241764 www.absuzuki.it


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Sotto, Andrea Vitali con il gruppo musicale "I Sulutumana" Below, Andrea Vitali with the music band "I Sulutumana"

L’inizio della sua produzione narrativa risale al 1990, quando Andrea Vitali, scrittore e medico di Bellano, esordisce con il romanzo breve “Il procuratore”: da allora il successo sembra non voler cessare. In queste pagine, Andrea Vitali si racconta e ci guida alla scoperta del suo amato paese, affacciato sulla sponda orientale del lago di Como. Si sente più medico prestato alla scrittura o scrittore con l’hobby della medicina? «Non mi sento prestato né dall’una né dall’altra parte. I due lavori, poiché li considero tali, si sono compenetrati col passare del tempo e sono come una sorta di vasi comunicanti dove l’uno passa energia all’altro». I suoi romanzi hanno sempre come sfondo Bellano. Solo perché è il luogo dove vive o perché un piccolo centro lacuale si presta alle sue storie?

«La ragione principale è che a me serve una geografia precisa per ambientare le mie storie e quella del mio paese è l’unica dentro la quale mi sento sicuro di muovermi. Tra l’altro mi sento che sia il teatro ideale per le storie che mi piace raccontare, un luogo dove non manca niente come panorama e paesaggio e che al massimo arricchisco con un poco di fantasia». Da sempre sostiene che sono i suoi pazienti a suggerirle le trame dei suoi romanzi: quante ne ha nel cassetto? E quante ne ha accantonate? «Non solo i miei pazienti, ma anche i miei concittadini a volte si piegano a raccontarmi aneddoti. A volte sono cose piccole piccole che hanno bisogno di maturare, a volte invece sono racconti orali già ben conformati che hanno bisogno di un po’di lavoro per diven-

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Sotto, una ragazza impegnata nella lettura di "Un amore di zitella", uno dei tanti romanzi di Andrea Vitali Below, a girl who is reading the book "Un amore di zitella", one of the books by Andrea Vitali

tare romanzo». Qualcuno l’ha giudicato scontroso, ma è forse solo un problema di timidezza: come è riuscito a vincerla e a proporsi alla gente? «Scontroso direi di no, forse è il tratto caratteriale degli abitatori di lago, o dei paesi, che li tiene in una sorta di neutralità armata nei confronti dell’esterno. Ma, sia ben chiaro, l’arma è caricata a salve e nessuno si fa male. La timidezza certo c’è, il confronto ripetuto col pubblico serve a mitigarla, ma non certo a risolverla del tutto». Il paragone con Piero Chiara la inorgoglisce, la imbarazza o le sembra adeguato?

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«Come molti altri narratori italiani Piero Chiara è stato ed è uno dei miei maestri di scrittura creativa. Grande narratore, il paragone mi imbarazza e mi inorgoglisce allo stesso tempo, ma credo che prima di confermarlo mi tocchi lavorare ancora un po’». Uno sguardo al futuro: qualche segreto da svelarci? «Due romanzi sicuramente corposi e abbastanza pronti per affrontare il giudizio del pubblico di cui uno ambientato a metà Ottocento, una specie di azzardo per togliersi di dosso quell’etichetta anni trenta che potrebbe diventare un rischio».


LA PREVENZIONE contro virus, batteri, spore e funghi. Il vapore che disinfetta. Sanità* pronto soccorso, ospedali, studi dentistici, etc.

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Luoghi

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*l’elenco è solo esplicativo e non esaustivo.

Sani System Polti è un’apparecchiatura elettro-medicale per la sanificazione di alto livello in ambienti a rischio di contaminazione biologica (dispositivo medico di classe 2A destinato ad uso professionale). Emette vapore saturo ad alta temperatura (180°) che, in combinazione con il sanificante HPMed, permette di abbattere in pochi secondi la carica batterica, fungina e virale delle superfici e tessuti su cui viene applicato. Ciò consente di ridurre rapidamente il rischio di infezioni crociate.

Sani System Polti è stato sviluppato sulla base di studi condotti dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia ed è stato successivamente sottoposto a numerosi test di laboratorio e studi clinici, sia in Italia che all’estero. Tali studi hanno dimostrato la sicurezza d’uso e l’efficacia biocida di Sani System Polti, che consente di ottenere risultati notevolmente superiori rispetto ai metodi tradizionali di sanificazione ambientale (es. disinfettanti chimici).

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La copertina dell'ultimo romanzo di Andrea Vitali The cover of the last novel by Andrea Vitali

The PRESCRIPTION to write

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Andrea Vitali is a writer and a doctor in Bellano, in these pages he tells about himself and he gives us a description of his beloved town, which is located on the east coast of Lake Como. Do you feel more a doctor who writes book or a writer with the hobby of medicine? «The two jobs, because I think there are both jobs for me, have been well combined in these years and they are like a sort of interconnected pots, where one passes the energy to the other». Your books have always Bellano as a location. Do you make this choice because it is the place where you live or because a small town on the lake shores is a good location for your books? «The main reason is because I need a precise geography to have a good location for my books and my town is the only place where I can easily move». Youhavealwayssaidthatyourpatientssuggestyou theplotsofyourbooks:howmanyplotsdoyouhave hiddeninyourdrawer?Andhowmanyhaveyousto-

red away? «Not just my patients, but also my fellow citizens tell me anecdotes». Some people say you are surly, maybe it is only a problem of shyness: how did you overcome it and propose yourself to the people? «ForsureIamshy,therepeatedconfrontationwiththepublichelpsalotinthisrespect,butitcannotsayIhavesorted out the problem». Does the comparison with Piero Chiara make you proud, embarrassed or is it appropriate? «Heisagreatstoryteller,Iamembarrassedforthiscomparison and at the same time I am proud of it, but I think that before I could confirm this, I have to work longer». Looking at the future: do you have any secrets to tell us? «Two books very rich in the contents and ready to be judged by the public, set in the middle of the 19th century, an hazard to leave the label of the 30ies which could turn to be a risk».


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TERRITORIO

BELLANO

Un paese da romanzo di Andrea Vitali foto Alberto Locatelli

FIRMA D'AUTORE IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

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A sinistra, immagini dell'ex cotonificio Cantoni; a destra, Torrente Pioverna, Orrido di Bellano On the left, the former cotton mill Cantoni; on the right, Torrent Pioverna, Orrido di Bellano

Per quanto il suo nome si presti, anche ai nostri giorni, a equivoci, giochi di parole o franche contumelie, Bellano è il luogo al quale sono più affezionato al mondo. Sono nato nel suo ospedale, l’Umberto I che come tale oggi non esiste più, in un febbraio di freddo polare e vanto questo primato nei confronti dei miei fratelli che invece, per aprire gli occhi e le orecchie al mondo, hanno seguito il percorso professionale di una zia ostetrica abbastanza itinerante. Mi tocca confessare però che l’amore per il mio paese è sbocciato più tardi. Verso i venticinque, ventisei anni. Quando, insomma, esauriti gli impegni di studio ho potuto cominciare a frequentarlo davvero. Sino ad allora, abitando in una casa decentrata, non avevo fatto altro, oltre a studiare, che guardare

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il lago e le sue profondità, quando me lo permetteva; oppure la montagna di fronte con le sue incerte luci estive e quelle ondivaghe delle macchine che percorrevano la statale Regina. Poi invece, grazie al mio mestiere di medico, ho cominciato a conoscerne gli angoli e le persone o le memorie che quegli angoli custodivano. Fu così che per me Bellano divenne, per copiare il titolo di un famoso libro di Leonardo Sciascia, una specie di teatro della memoria. Un luogo dove niente va sprecato, dove tutto aleggia nell’aria. Nelle cui contrade, anche adesso, benché deserte poiché pochi ormai le abitano e i negozianti hanno chiuso bottega, si sente comunque il fremito di una vita. Io, tanto per consolarmi e non arrendermi all’idea che il paese sia in fase terminale, mi sono fatto l’idea

che sotto la sua terra ci sia un cuore abbastanza vecchio e stanco che non si arrende mai al consiglio di fermarsi per un po’. Un cuore con una sorta di magnete, come fosse un moderno pacemaker, che attira e trattiene qui personaggi esuberanti oppure solo le loro storie fatte di parole che si sentono chiaramente nell’aria rarefatta del primo pomeriggio, quando passeggiare accanto all’ex cotonificio Cantoni oppure guardare il portone chiuso dal catenaccio dell’ex Circolo dei Lavoratori è esperienza sensibile. Certo, sto scrivendo di ex- cose, cose e uomini usciti dal tempo reale. Ma per uno come me che ci vive dentro sin da bambino visitare queste memorie non è impossibile, non serve nemmeno la cartina. Ed è quello che mi auguro per ciascuno.


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A destra, scorci di vie di Bellano; sotto, a sinistra, la chiesa di Bellano; a destra, il Santuario della Madonna delle Lacrime On the side, alleies of Bellano; above, on the left, the church of Bellano; on the right, the Sanctuary of the Madonna delle Lacrime

A NOVEL town Bellano is the place I am most fond of in the world. I was born in the hospital of Bellano, called Umberto I; today it is no longer existing. It was February and it was very cold, actually I was the first in my family who was born there, my brothers were born following the wandering route of an aunt who was an obstetrician. Anyway I have to say that my love for my town developed later on. I was about 25 or 26 years old, when I finished my studies and I started to be part of it. Before that time, my home wasn’t in a central position, so a part from studying, I

used to look at the lake and its deepness, when I could; or I looked at the mountain in front of me with its elusive summer lights and the weaves of the cars which were travelling on the road Regina. Later on, thanks to my job as a doctor, I started and knew the corners and the people or the memories that these corners kept. So Bellano became a sort of theatre of memory, to quote a famous book by Leonardo Sciascia. A place where nothing is wasted, where everything is wafting in the air. Streets are desert as just few people live there and shops are closed, but you

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Sotto, vista panoramica di Bellano Below, a panoramic view of Bellano

can still hear a trill of life. To console myself and not to give up to the idea that the town is at a terminal stage, I believe that under its ground there still is an old and tired heart which doesn’t listen to the advice to stop for a while. An heart with a sort of magnet, just like a modern pacemaker, which attracts and keeps here exuberant characters or just their stories made of words you can hear in the rarefied air of the early af-

ternoon, when walking along the ex cotton mill Cantoni or giving a look to the closed main door of the ex Circolo dei Lavoratori (Worker Club) is a sore experience. For sure I am writing of things that used to be and people who are out of real time. But for a person like me, who lives in this world since he was a child, visiting these memories it is possible, even without a map. It is what I wish for everyone.

L' Assessore al Turismo, Fabio Dadati

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ARTE

A destra, Il Branco On the right, The Breed

VELASCO VITALI

Metafore

di VITA

di Stefania De Giorgi foto Archivio Velasco Vitali

Velasco Vitali è nato a Bellano nel 1960. Comincia la sua attività artistica nel 1980 da autodidatta, determinante per l’avvio del percorso artistico è la stima che matura Giovanni Testori nei suoi confronti. Partecipa nel corso degli anni a varie importanti mostre internazionali. Sono numerose le personali e le collettive in giro per l’Italia caratterizzate da un interesse molto vivo per i paesaggi e i ritratti, sebbene la sua ricerca artistica sia incessante e molte delle sue esperienze espositive contemplino più discipline allo stesso tempo.

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Sembra quasi che la sua arte sia una naturale conseguenza del magnifico contesto del lago di Como nel quale è cresciuto. Potrebbe esserci qualcosa di vero in questa affermazione? «È vero dal punto vista biografico. Ho cominciato giovanissimo a dipingere, i miei studi figurativi si sono rivolti al solo paesaggio lariano, replicandolo all'infinito fino a scarnificarlo. Può darsi che quell'esercizio, fortemente intriso di disegno, abbia costituito l'ossatura di tutto il lavoro successivo. Quell'imprinting ha certamen-

te stabilito un grado di paternità e di corrispondenza con il paesaggio del lago, atmosfere che compaiono anche nei ritratti». Scrive Giovanni Testori: “Velasco ha evidentemente camminato, ardito anch’egli, con altri viandanti sul Ponte del Diavolo al San Gottardo, fermandosi però, più ardito, giunto al culmine del precipizio, a rimirare lo spettacolo di gole, rocce strapiombanti, picchi innevati, nebbie repentine, canaloni d’acqua gelata. Ha lasciato che tutti gli sfilassero di fianco, guardandolo stupiti,


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Sopra, M5 2008, olio su tela Above, M5 2008, oil on canvas

mentre il suo cuore si alimentava di quelle immagini, ne era terribilmente invaso. Quando, poi, è sceso verso la sua terra di Lombardia, verso il suo lago e altre montagne, non ha potuto dipingere se non con quel ricordo, con quella luce infiammata e livida, talvolta, “cemeteriale”, come ha osservato“. Quali sono le suggestioni che il territorio lombardo ha portato nella sua opera? «Se a "magnifico contesto" si aggiunge "luce infiammata e livida, talvolta, cemeteriale" si ottiene come risultante l'incipit per comprendere e riconoscere il paesaggio comasco. Nelle parole di Testori riconosco l' arte di spingersi oltre, uno sforzo che non è mai scontato e che ad un artista generalmente costa molto. La contemplazione è la capacità di riflettere sul proprio operare, è saper riconoscere e ricordare, è la forza di memorizzare e di raccontare di nuovo

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una storia attraverso l'inganno dell'arte». Uno dei temi fondamentali dei suoi lavori è la città: come vive il rapporto con essa? «Come paradigma della complessità. È stato un avvicinamento per gradi, mi affascina il ritmo di crescita costante, è un nucleo di forza dove le contraddizioni della nostra vita sono espresse al massimo livello, invasive al punto da plasmarne la conformazione urbanistica. Mi interessa questo movimento: una massa in continua trasformazione, una dinamicità che cerco di replicare nel farsi e disfarsi della pittura». Nelle sue opere passa con molta immediatezza dal bidimensionale della tela al materico delle sculture e talvolta, come in alcune sue mostre le fa dialogare assieme. Che relazione trova fra i due modi di operare? «È stato così naturale passare alla scultura che non mi sono mai posto il problema del prima e

del dopo, anzi, al contrario l'ho avvertito come un continuum di sviluppo fra due modi del fare. Lo spazio dove ambientare e collocare le opere è diventato improvvisamente una condizione imprescindibile e non riesco più a pensare ad un'opera senza considerare lo spazio che la ospiterà. Vorrei sempre più che quello spazio destinato diventasse parte integrante dell'opera, come se smontato quel luogo e quelle luci, fosse impossibile rivedere l'opera nella sua integrità». Come è nata la scelta del cane come soggetto delle sue sculture? «Non un cane, ma un intero branco. È la metafora dell'uomo come animale sociale, colto nella sua apparente condizione di libertà. È il vivere e il sopravvivere a tutte le difficoltà, facendo i conti con il capobranco, con la fame e le diversità di razza. È, in fondo e di nuovo, la metafora della città, dell'individuo che cerca



A sinistra, Cane, 2009, acquarello e inchiostro su carta; a destra, Il Proff, 1988, acrilico su tela On the left, Dog, 2009, watercolour and ink on paper; on the right, The Teacher, 1988, acrylic on canvas

un luogo e una protezione sicura per migliorare la propria vita in funzione e in equilibrio con gli altri. Si può anche nascere randagi, ma non è certo la condizione che cerchiamo». Per le sue sculture ha impiegato elementi materici poveri e inconsueti come cemento ferri e catrame. Da cosa nasce la scelta dei materiali? «Una scelta linguistica. Gli infiniti edifici abusivi del sud Italia mi hanno fatto pensare a un senso anarchico e provocatorio dell'architettura. Un modo d'operare che, se per l'architettura è negativo e produce danni al paesaggio oltre che all'ambiente, per l'arte assume una connotazione positiva, di libertà e di innovazione, un modo per ripensare al linguaggio della scultura. Nella pratica, anzichè partire dalla lezione accademica sbozzando e levigando, mi sono arrangiato con cemento, rete metallica e tondino, come un costruttore abusivo (di sculture)». Ci sono maestri nel panorama artistico di tutti i tempi che hanno influenzato la sua arte? «Hans Holbein e Caspar David Friedric. Poi anni dopo Velázquez. E poi la pittura e la scultura, i maestri di tutti i tempi, sarebbe come se uno scrittore affermasse di non leggere». Cosa prevale nel suo lavoro fra la spazialità del materico e l’esplosione passionale del colore? «Vorrei che prevalesse un’idea, un pensiero: l'idea che ho della vita. La materia e il colore sono mezzi per raccontare di noi e non delle macchie ben congeniate per arredare. In un presente così fortemente estetizzante è uno sforzo difficile ma mai inutile. Per me un principio di sopravvivenza e una speranza di futuro».

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Metaphores of LIFE Velasco Vitali was born in Bellano in 1960. He started his artistic activity in 1980 as an autodidact, Giovanni Testori had a great admiration for him and this aspect was determining for his artistic development. He took part in many important international exhibitions. He participated in many personal and collective exhibitions all over Italy, showing a strong interest for landscapes and portraits, even though his artistic research is endless and many of his exhibition experiences include more disciplines at the same time. It looks like your art is a natural consequence of the magnificent location of Lake Como, where you grew up. Is there something right in it? «It is true from the biographical point of view. I started painting when I was very young, my figurative studies focused on the landscape of Lake Como and I reproduced it so many times. Maybe that exercise, full of drawing, was the basis of a future work. That imprinting set some bonds with the landscape of Lake Como, you can see those atmospheres in the portraits too». One of the main subjects of your works is the city, how do you live your relation with it? «As a paradigm of complexity. I got close to it step by step, I am fascinated by the constant growing rhythm, it is a concentrated strength, in which the

contradictions of our time are expressed at the highest level, they are invasive and they mould the urban conformation. I am interested in this movement: a transforming mass, dynamics that I try and reproduce in paintings». What is the relation between sculpture and painting? «It was very natural for me to pass to sculpture and I didn’t have any problems of before and after, on the contrary, I saw a steady development between the two. The place where I could place the works of art became a necessary condition and now I cannot think of a work of art without thinking about its place. The place becomes part of the work of art, if the place doesn’t exist, the work of art doesn’t exist too». How did you decide that the dog could be the represented in your sculptures? «Not a single dog, but the whole pack. It is the metaphor of man as a social animal, caught in his apparent condition of freedom. He lives and survives all the difficulties, facing the head, with his hunger and the breed diversities. It is again the metaphor of the city, the individual is looking for a place and for a safe protection to improve his life, finding a balance with the others. Someone is born stray, but it is not the condition he is looking for».

Velasco Vitali - SBARCO

a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli 19 giugno – 5 settembre 2010 Pietrasanta (LU) Complesso di Sant’Agostino e Piazza del Duomo www.velascovitali.com


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EVENTI

MagicLake A lato, Fabio Dadati, assessore al Turismo della Provincia, al tavolo dei relatori On the side, Fabio Dadati, Province Tourism Councillor, at the table of the speakers

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sbarca a LECCO di Elisabetta Comerio foto Alberto Locatelli


Sotto, dall'alto, Sante Frantellizzi, commissario straordinario; al centro, Giuseppe Ciresa, presidente della Confcommercio; sotto, Daniele Brunati, editore della rivista Magic Lake Below, Sante Frantellizzi, extraordinary commissioner; in the middle, Giuseppe Ciresa, President of the Confcommercio; below, Daniele Brunati, publisher of the magzine Magic Lake Una nuova sfida, una nuova avventura quella intrapresa da Magic Lake da tre edizioni: aprirsi al territorio lecchese. Oltre ad aver dedicato una sezione della rivista a personaggi, luoghi ed eventi lecchesi, Magic Lake, in occasione dell’edizione Winter 2009, si è ritagliata uno spazio importante nella città manzoniana, per una serata di presentazione di questo prodotto editoriale. L’evento si è svolto al palazzo del Commercio (ex palazzo Falck), sede della Confcommercio di Lecco, dove Daniele Brunati, editore della rivista, ha sviluppato la linea editoriale e gli obiettivi perseguiti in questi cinque anni e dove Magic Lake ha ricevuto il plauso di importanti figure istituzionali come Fabio Dadati, assessore provinciale al Turismo, Sante Frantellizzi, allora commissario straordinario del Comune di Lecco e Giuseppe Ciresa, presidente della Concommercio di Lecco. Una platea formata da imprenditori, professionisti e semplici lettori ha sfogliato virtualmente, e non solo, gli ultimi numeri della rivista, scoprendone peculiarità e caratteristiche e porgendo a Magic Lake l’ufficiale “benvenuto a Lecco”. A new challenge, a new adventure for Magic Lake in its three last numbers: open itself to the territory of Lecco. Magic Lake, on the occasion of the edition Winter 2009, found an important place in the city of Lecco during a presentation evening of this editorial product. The event was held at the Palazzo Falck. During this appointment Daniele Brunati, publisher of the magazine, developed the editorial line and the goals reached in these five years. Magic Lake got the approval of important institutional personalities, such as Fabio Dadati, Tourism Councillor of the province, Sante Frantellizzi, chief officer and Giuseppe Ciresa, President of the Confcommercio.

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EVENTI

LECCO

Il Lago di Natale di Elisabetta Comerio foto Alberto Locatelli e TBM 198


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Nelle foto, alcuni momenti dell'arrivo di Babbo Natale a Lecco In the photos, some moments of the arrival of Santa Klaus in Lecco

In occasione della sua XVI edizione, la manifestazione Como Città dei Balocchi è sbarcata a Lecco. L'ha fatto bissando uno dei momenti più attesi dai bambini, un appuntamento che ogni anno richiama migliaia di giovanissimi visitatori nelle principali piazze comasche: l’arrivo di Babbo Natale. Il progetto “Lago di Natale”, proposto quest’anno nella sua prima edizione e nato da un’idea di Daniele Brunati e Fabio Dadati, rispettivamente coordinatore del Consorzio Como Turistica e assessore al turismo della Provincia di Lecco, vuole fungere da simbolico trait d’union tra le due città lacustri. L’appuntamento, datato 18 dicembre, ha richiamato sul lungo lago lecchese centinaia di bambini e di curiosi, che hanno potuto assistere ad un evento davvero entusiasmante. Infatti, come nelle migliori tradizioni, il Babbo Natale della Città dei Balocchi, Renato Nogara, ha fatto il suo ingresso nel territorio lecchese, arrivando dal cielo a bordo di un idrovolante dell’Aero Club

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Como, scortato da altri tre velivoli che hanno disegnato spettacolari rotte nel cielo, in attesa dello sbarco dell’omone con la barba bianca. Una volta giunto a terra, Babbo Natale ha accompagnato i bambini a palazzo Falck dove tanti aiutanti hanno distribuito utili doni firmati Cartorama e dolci caramelle. Dietro le barbe ed i cappelli, per l’occasione, il commissario straordinario del Comune, Sante Frantellizzi accompagnato dalla gentile consorte, signora Maria, Fabio Dadati, assessore al turismo della Provincia di Lecco e Antonio Rossi, assessore allo sport della Provincia di Lecco. Un’iniziativa sinergica tra Como e Lecco che ha riservato un grande successo oltre ad ogni aspettativa e che rappresenta certamente solo una prima tappa di un percorso di collaborazione che la manifestazione Città dei Balocchi, nella persona del suo coordinatore, Daniele Brunati, e l’amministrazione provinciale di Lecco, Fabio Dadati, consolideranno nelle future edizioni.


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L’arte della stampa

MARCO LUPI vive a Mendrisio (Canton Ticino). Di lui ha detto la critica Simona Ostinelli: “L’unica arte a cui Lupi guarda con interesse è quella infantile. Sintesi e semplicità: questa è la strada per raggiungere la vera scoperta”. Mentre il critico Paolo Levi nel 1996 scriveva: “Il suo é un nascondersi e un riapparire, un travestirsi attraverso panni dal taglio surreale. Le sue tecniche miste su tela hanno due chiavi di lettura. La prima verte sui contenuti, la seconda sulla capacità pittorica da non sottovalutare”.

LOMAZZO - Como - Italy www.tecnografica.ws


Sopra, le istituzioni presenti all'evento; alcuni momenti della consegna dei doni Above, the institutions during the event; some moments of the gifts' distribution

The CHRISTMAS

lake

On the occasion of its 16th edition, the event Como Città dei Balocchi landed on the city of Lecco, organizing the arrival of Santa Klaus. The project “Christmas Lake” was born following an idea of Daniele Brunati, coordinator of Consorzio Como Turistica and Fabio Dadati, Tourism Councillor of the Province of Lecco. This is a symbolic union between the two city linked by Lake Como. Thanks to this event, many children gathered on the lake promenade of Lecco and took part in this exciting appointment.

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Santa Klaus of Città dei Balocchi, Renato Nogara, entered in Lecco coming from the sky, on a seaplane of Aero Club Como. Once he landed, Santa Klaus reached the Palazzo Falck together with the children, then all the staff of Santa Klaus distributed presents with the brand Cartorama and candies. Behind beard and hat, the chief officer of the Municipality, Sante Frantellizzi with his wife, Maria, Fabio Dadati, Tourism Councillor of the Province of Lecco, Antonio Rossi, Sports Councillor of the Province of Lecco.


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EVENTI

Futuro Italia

Sopra, Marco Campanari Sotto, Riccardo Pietrabissa

Sopra, Fabio Dadati Sotto, Amedeo D'Angelo

Sopra, Daniele Nava Sotto, Silvio Santambrogio

NUOVO LAVORO

e NUOVA RICCHEZZA di Fabio Dadati foto Alberto Locatelli

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A sinistra, i relatori dell'incontro; la platea presente in sala On the left, the speakers during the meeting; the public in the conference room

I numeri della crisi lasciano senza fiato, ma il senso della serata organizzata dall'Associazione Futuro Italia è stato quello di reagire, portando le esperienze di uomini che hanno dimostrato, con la loro intraprendenza, coraggio ed idee. "Nuovo Lavoro e Nuova Ricchezza" è stato un incontro in cui abbiamo potuto ascoltare le testimonianze di persone che combattono. Sì, perché la sfida la vincono sempre gli uomini, con le loro idee, con la forza della determinazione e la virtù della costanza. Gli uomini che sono intervenuti a questo incontro ci hanno raccontato in che modo affrontano la nuova sfida della ripresa economica. Il prof. Riccardo Pietrabissa, pro Rettore del Politecnico di Milano, sede di Lecco, ci ha parlato del campus di Lecco e del progetto del laboratorio di ricerca sulla Nautica. Amedeo D'Angelo, vice presidente di Samsung Italia, ha recuperato un borgo antico sulle rive dell'Adda ed ha realizzato "Contrada Resort": un albergo, un ristorante

ed una SPA d'eccellenza. Con Marco Campanari siamo entrati in Avatar, i mondi virtuali sono arrivati nel sistema fieristico. Il giovane imprenditore ai vertici di Confindustria ha presentato un'innovazione a livello mondiale made in Lecco: HyperFair. Dal CLAC di Cantù design e qualità nei settori legno-arredo, tessile, e metalmeccanico, il presidente nonchè imprenitore Silvio Santamborgio ha lanciato la proposta forte del Festival del Design in Brianza. Insieme a loro un giovane imprenditore da sempre impegnato in politica, Daniele Nava, presidente della Provincia di Lecco. Sono stati loro a dimostrarci con le azioni concrete che il mondo non finisce, non finisce certo per nessuna crisi economica, nemmeno per la peggiore e la notte, pur lunga che sia, precede sempre l'alba. Difficile dire se siamo prossimi all'alba o se è già iniziata, certo è che è nostro dovere impegnarci e dimostrare che sappiamo fare e che possiamo vincere la sfida.

New work and

New Richness

A meeting organized by the Associazione Futuro Italia to overcome the crisis, listening to the testimonies of men, who faced this situation with their strength, their ideas and their determination. They showed us that with concrete actions the world doesn’t end, not for an economic crisis; even though it is a long and hard one. It is difficult to say if we are close to the end of this crisis or not, for sure we have to demonstrate that we can make it and win the challenge.

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PEOPLE

Marco monaldi

IL PITTORE

dell'ARMA

di Elisabetta Comerio foto Archivio Monaldi & TBM

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Sotto, Marco Monaldi con il colonnello Massimo Martinelli, direttore della Banda Nazionale dei Carabiniri, e il gallerista Stefano Rosa; a lato, in alto, il pittore con uno dei suoi quadri; sotto, gli acquarelli regalati ai bambini durante la Città dei Balocchi

Un impressionista adottato dall’Arma dei Carabinieri. Nativo di Ancona, ma residente da diversi anni ad Orsenigo, Marco Monaldi inizia la sua esperienza pittorica ritraendo paesaggi, vedute provenzali e soggetti floreali, per poi diventare, in seguito ad un importante incontro avvenuto nel 1994, il “Pittore dell’Arma”. Un amore nato e cresciuto sulle tele che raccontano la storia dei Carabinieri, descritta nella sua quotidianità, come nella sua unicità. Proprio questa passione, trasmessa sui dipinti, e la straordinaria capacità di rappresentare la vita dell’Arma hanno sancito il suo successo: «Da Palermo a Bolzano, sono più di 1.500 le opere raffiguranti l’Arma presenti nei diversi comandi provinciali e non solo. Infatti sono molti i personaggi politici e dello spettacolo che posseggono una delle mie opere». Monaldi ci mostra alcuni dei suoi dipinti, custoditi nel suo laboratorio e pronti per prendere il volo verso nuovi lidi: diverse ambientazioni, come Milano, Como e Roma; momenti importanti legati agli uomini in divisa, come la tragedia di Nassiriya e la battaglia di Pastrengo. Ma tutto, ad un tratto, si dipinge di tinte collodiane…vediamo infatti, tra i Carabinieri, sbucare un burattino di legno. «Come in una favola, gli uomini in divisa sono personaggi di sostegno ai più deboli, trasmettono sicurezza», ci spiega Monaldi. Questo è anche il messaggio che ogni anno viene passato nell’ambito della Città dei Balocchi dove Marco Monaldi espone le sue opere, affiancandosi alle attività proposte dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Como, realizzando anche piccoli acquarelli che vengono poi donati ai bambini. Grazie all’attenzione cresciuta in questi anni riguardo le sue

Below, from the left, Marco Monaldi with the colonel Massimo Martinelli and the gallerist, Stefano Rosa; on the side, the painter with one of his artwork; below, the watercolours given to the children during Città dei Balocchi

opere, i carabinieri di Monaldi stanno facendo il giro dell’Italia: Fermo, in occasione dell’esibizione della Banda dell’Arma dei Carabinieri, Cantù, Merate, Campione, Desio, Monza e ovviamente Como. Tanti gli appuntamenti futuri in calendario..sicuramente non mancherà la XVII edizione della Città dei Balocchi.

The painter of the Army He was born in Ancona, but he has been living in Orsenigo (Co) for many years. Marco Monaldi started his painting experience with landscapes, then he became “Painter for the Army”. A passion started and continued on the canvas which described the history of the Carabinieri, day by day, in a unique way. «From Palermo to Bolzano you can find more than 1.500 works of art representing the Carabinieri in the different provincial commands and much more». Monaldi shows us some of his paintings, which are kept in his laboratory and ready to be delivered to new places: for example Milan, Como and Rome; important scenes of the army, such as the tragedy of Nassiriya and the battle in Pastrengo. This is the message which characterizes every year the event of Città dei Balocchi, where Marco Monaldi exhibits his works of art, together with the activities proposed by the Command of the Carabinieri in Como, he also makes small watercolors, he gives to the children as presents. 207


PEOPLE

MAGO VALERY

SIM SALA VALERY “Da grande voglio fare il mago”. Antesignano di tanti discepoli di Harry Potter, Valerio Mainardi, in arte Mago Valery, a sette anni aveva già chiaro in mente quale sarebbe stato il suo futuro. «Tutto nasce da un regalo fattomi dai miei genitori, “La scatola di Silvan”. Da qui sono nate la mia passione e la mia curiosità. Mi sono poi iscritto al Club Magico Italiano e negli anni, avendo parenti in Inghilterra, ho avuto la fortuna di incontrare e avere come maestro uno dei più grandi maghi al mondo, Paul Daniels». E così Valery l'ha presa molto sul serio e si è dedicato alla micromagia, tanto da partecipare a diverse edizioni dei cam-

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pionati del mondo della categoria. Esistono dunque differenti specializzazioni nel mondo della magia? «Io ho scelto la micromagia, in inglese chiamata “close up”, che prevede una particolare vicinanza al pubblico ed un’estrema capacità nel movimento delle mani. Esistono però diverse specializzazioni: il mentalismo, la magia comica, la magia generale e le grandi illusioni». Scopriamo così che il Mago Valery possiede una capacità non comune e che si adatta perfettamente al personaggio: inventare nuovi trucchi e nuovi giochi. «Sono in grado di creare trucchi a tema, a seconda del mio interlocutore o del-


Sotto, da sinistra il Mago Valery con Polyno; al centro, con Silvan; a destra, con Maria Perrusi, Miss Italia 2009 Below, on the left, Mago valery with Polyno; in the middle, with Silvan; on the right, with Maria Perrusi, Miss Italia 2009

la realtà nella quale mi trovo a inscenare uno spettacolo». Oltre che uno dei cardini della manifestazione Città dei Balocchi, il nostro mago è anche molto legato alla vicina Svizzera, alla sua televisione e a diverse realtà ticinesi. «La rampa di lancio è stato un primo contatto nato con la Polizia Cantonale, per la quale ho creato Polyno, personaggio simbolo. Ho lavorato molto per loro, come per altre forze dell’ordine, italiane questa volta: Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Aeronautica Militare». Oltre che ospite fisso di Espansione Tv e della Città dei Balocchi, il Mago Valery è presente da qualche mese su youtube, uno dei portali più aggiornati al mondo, con oltre 30 video, e su magicvalery. com, dove trovate la sua biografia.

SIM SALA Valery “When I grow up I would like to be a magician”. Valerio Mainardi, known as Mago Valery, was 7 years old and he already knew what his future would have been. «Everything started when my parents gave me a present, “La scatola di Silvan” (The box of Silvan). Then I joined the Italian Magic Club and having relatives in England, I got the chance to have one of the best magicians in the world as a teacher, Paul Daniels». Valery dedicated himself to magic tricks and he took part to many editions of the championships in this category, but we discovered that there

are different branches of magic. «A part from my concentration, there are also mentalism, comic magic, general magic and great illusions». We discovered that Valery has an uncommon ability: to invent new tricks and new games. «I can invent thematic tricks depending on the person I am talking to or depending on the location where I have to display my show». He is not just one of the protagonists of Città dei Balocchi, he is also very popular in Switzerland, in the Swiss television and in different events. «The launching pad was a first contact with the Cantonal Police, with whom I worked a lot. I collaborated with other Italian forces: Carabinieri, Guardia di Finanza, Firemen, Aeronautical Military Service». You can find Valery on youtube, one of the most updated portals, with more than 30 videos and on magicvalery.com, where you can read his biography.

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SPORT

LUCA ORTHMANN

Magic Lake & Amici di Como vanno a CANESTRO Amici di Como e Magic Lake scendono in campo, ma non su un campo qualsiasi, bensì sul parquet del Pianella, storico palazzetto che ospita le partite casalinghe della Pallacanestro Cantù. Come? Ce lo racconta Luca Orthmann, amministratore delegato della storica società cestistica brianzola. Come vedrebbe un possibile impegno dell’associazione Amici di Como a sostegno del Progetto Giovani della Pallacanestro Cantù? «Credo che il Progetto Giovani Cantù sia patrimonio non solo della Pallacanestro e della città, bensì di tutto il territorio della provincia e come tale debba essere considerato, difeso e valorizzato. Amici di Como si e' sempre distinta per le sue iniziative di importante carattere sociale. Ritengo che ancora una volta l'Associazione possa cogliere una sfida ambiziosa quale quella di permettere al Progetto Giovani di crescere in termini di ragazzi e famiglie coinvolte, aiutandoci a trovare le risorse necessarie al mantenimento e allo sviluppo del movimento, sostituendosi, almeno in parte, al grande assente, cioè alle istituzioni che nulla fanno per darci un contributo». Pallacanestro Cantù e Magic Lake, insieme per la promozione del territorio. Come si concretizzerà questa sinergia? «Magic Lake e' una rivista importante che esalta l'imprenditoria, l'ingegno e l'arte della nostra terra. Noi come Pallacanestro pensiamo di poter contribuire alla diffusione della pubblicazione portando il suo nome sulle nostre sopramaglie in giro per tutta l'Italia e presentando l'uscita dei nuovi numeri in occasione delle nostre partite casalinghe, con eventi dedicati e significativi. D’altra parte ci fa molto piacere che una rivista così prestigiosa parli di noi e ci aiuti a diffondere la cultura dei nostri progetti, magari avvicinandoci a nuovi sponsor».

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A sinistra, una squadra di minibasket; a destra, un giocatore della squadra giovanile Pallacanestro Cantù On the left, a minibasket team; on the right, a player of the young Pallacanestro Cantù Team

MAGIC LAKE & AMICI DI COMO

GO TO THE BASKET

Amici di Como and Magic Lake are on the basketball court. It is not just a basketball common court, but the one of Pianella, historical arena in Cantù. How does it happen? Luca Orthmann, managing director of the Cantù team gives us the answer. Do you think that the association Amici di Como can participate in the Youth Project of Pallacanestro Cantù? «I think that the Youth Project Cantù is not just a heritage for basketball and the city, but also for the entire territory. Amici di Como has always participated in projects characterized by a strong social aspect. Once again the association can face an ambitious challenge, that is to support the growth of the Youth Project, which is important for both for players and families». Pallacanestro Cantù and Magic Lake, together to promote the territory. How does this synergy work? «Magic Lake is an important magazine, it promotes the entrepreneurial spirit, the genius and the art in our country. We think that we can give a contribution, having the name of the magazine on our over jerseys and presenting the new editions of the magazine, when we play at home. We are happy that such a prestigious magazine speaks of us and helps us in the promotion of our projects».

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PEOPLE

CRISTIAN BERETTA

Che

CAMPIONE!

di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni Caparbio, determinato, testardo. Questo è Christian Beretta, come lo conosciamo noi. Lui è il Babbo Natale più longevo della Città dei Balocchi. Non manca mai un’edizione, un appuntamento. Nel mese di dicembre veste gli abiti dell’omone con la barba bianca e trascorre i pomeriggi per le vie del centro città, regalando un sorriso ai bambini comaschi. Ma Christian Beretta è anche uno sportivo d’eccellenza del nostro territorio. Infatti, nonostante un drammatico incidente l’abbia costretto ad affrontare gravi disabilità, lui non si è perso d’animo, anzi, con ancor più voglia e passione, si è prefissato dei traguardi e li ha raggiunti. Nuoto e canottaggio sono i suoi grandi amori sportivi, il primo coltivato fin da bambino, il secondo nato nel corso degli ultimi anni. Cominciamo da qui la nostra storia: dalle decine di medaglie che Christian ci mostra con orgoglio, conquistate in diciotto anni passati in vasca. «Ho gareggiato per anni nell’associazione Osha-Asp e con il tempo ho raggiunto, grazie al nuoto, diversi traguardi, sia fisici sia sportivi. Questo sport mi ha aiutato prima di tutto a recuperare quasi completamente le mie facoltà, grazie al continuo allenamento a cui mi sottoponevo. Poi mi ha permesso di conqui212


Christian Beretta con Lorenzo Vismara, campione lariano di nuoto Christian Beretta with Lorenzo Vismara, swimming champion from Como

Christian Beretta con Enzo Molteni, presidente della Canottieri Lario Christian Beretta with Enzo molteni, president of Canottieri Lario

stare diversi titoli, come quello di campione italiano disabili 100 metri stile libero nel 1988, una vittoria ai campionati europei nel 1991 e la partecipazione alle Olimpiadi nel 1992». Così, solo per fare alcuni esempi... Nel 2006 è nata poi la forte passione per il canottaggio, tanto da aver convinto la Canottieri Lario ed il suo presidente, Enzo Molteni ad avviare l’attività per ragazzi disabili. L’adaptive rowing lariano, dopo quasi cinque anni di attività, punta a diventare il fiore all’occhiello del lago di Como. Christian ci spiega come è strutturata questa disciplina: «C’è una differenziazione, all’interno dell’adaptive rowing, tra disabilità fisiche e disabilità mentali. Questo implica la presenza di differenti equipaggi e diverse tipologie di imbarcazione». Prosegue raccontandoci del suo impegno alla Canottieri Lario: «Io sono sia un atleta sia un allenatore della Canottieri. Ho cominciato gareggiando, poi lo scorso anno mi sono avvicinato all’insegnamento, ricoprendo il ruolo di vice di Jaro Rocek, già mio allenatore. Lui è una persona a cui devo molto, un uomo che ha saputo condurre me ed i miei compagni a raggiungere importanti successi». Atleta o allenatore? «Difficile dirlo, ma devo ammettere che allenare e vedere crescere 213


Christian Beretta nel suo ufficio nel Comune di Como Christian Beretta at work

i ragazzi che seguo mi dà molta soddisfazione». Christian non è solo uno sportivo, ma dedica altrettanto entusiasmo alla lettura di libri storici, alla musica, ai personaggi e alle realtà del nostro territorio, tanto da aver collaborato, oltre ad altre pubblicazioni, anche alla stesura del libro sul centenario del Calcio Como. Quando parla del suo lavoro all’anagrafe del Comune di Como il suo sguardo si illumina e con orgoglio ci racconta dell’affetto delle sue colleghe, della sua dedizione. Siamo certi che il suo carattere lo porterà ancora lontano. Intanto, in attesa dell’apertura della stagione estiva di canottaggio, Christian continuerà i suoi allenamenti alla Lario... e noi a fare il tifo per lui.

What a

CHAMPION!

Christian Beretta is the oldest Santa Klaus of the Città dei Balocchi. Every December he is dressed as Santa with his white beard and he spends his afternoon in the streets of the city center. But Christian Beretta is also a sportsman of our territory. Actually, despite the dramatic accident that forced him to face significant disabilities, he never lost his spirit. Swimming and rowing are his sports passions, the first for 18 years and the second one started in 2006. «I competed for many years for the association Osha-Asp and thanks to swimming I reached many physical and sports goals. I got many prizes, for example the one of disabled Italian champion 100 meter freestyle in 1998, a prize at the European championship in 1991 and the participation at the Olympic Games in 1992». In 2006 he developed his passion for rowing and now he is part of the Canottieri Lario. «I am both an athlete and a coach of the Canottieri. I started competing and then last year I decided to become a coach, as a vice of Jaro Rocek, who used to be my coach». 214


In amore ci vuole trasporto.

In amore, quello per il territorio, ci vuole un trasporto ancora più competitivo. NOI crediamo nel mercato comasco e siamo convinti che investire in un servizio ancora più solido significhi migliorare anche le opportunità commerciali. Per questo oggi ritiriamo in giornata fino a tardi, con partenza la sera stessa. Disponiamo di un magazzino per servizi nazionali ed internazionali di 12.000 metri quadri. Effettuiamo partenze giornaliere per Spagna, Francia, Germania, Belgio, Inghilterra.

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PEOPLE

CARLO CRANCHI

Uomo

di SAPORE

di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni

Il suo piatto preferito? Uno, a vostra scelta, tra quelli della tradizione gastronomica locale. Questi i gusti di Carlo Cranchi, Presidente dell’Associazione Provinciale Cuochi di Como, realtà viva del nostro territorio che opera a favore della promozione della tradizione culinaria locale e che si occupa della formazione delle giovani leve. All’inizio del nostro incontro, Carlo Cranchi ci tiene a sottolineare che l’associazione da lui presieduta, nata nel 1973, è organizzatrice e promotrice di diversi eventi: la fiera di Sant’Abbondio, la Giornata del Cuoco in occasione della ricorrenza del patrono San Francesco Caracciolo, la Giornata del Ciclista – Champion day, il trofeo Arturo della Torre, il Concorso Mini Cuochi. Abbiamo preparato delle domande, ma il suo carisma e la sua storia ci stregano al punto che Carlo Cranchi ci racconta, senza vincoli, della sua cucina. «Sono diventato un cuoco per “colpa” del prete di Bellagio – sorride e ci svela che, come nelle migliori tradizioni, tutto è nato quasi per caso –. Infatti, quando a tredici anni mi sono trasferito a Bellagio, mia nonna mi ha aiutato a cercare un’occupazione. Così ho iniziato come garzone al Hotel Du Lac e da quel momento è iniziata la mia avventura in cucina. Dopo la scuola alberghiera, sono seguite una serie di esperienze in alcuni grandi alberghi di località turistiche rinomate per poi tornare a Bellagio. Sono arrivato alla Rockefeller Foundation, dove ho operato per venticinque anni, dopo un periodo di sostituzione dello chef di Villa Serbelloni. Qui ho avuto l’onore di lavorare con grandi maestri di cucina. Potrei raccontare decine e decine di aneddoti legati ai moltissimi personaggi della politica internazionale che venivano a farci visita, ma sarebbe impossibile fare una scelta». Prosegue raccontando quali sono stati, nel tempo, i cambiamenti vissuti nelle grandi cucine: «I cibi italiani hanno sbaragliato negli anni la cucina francese che la faceva da padrone nei più prestigiosi alberghi. Un altro aspetto a cui si presta sempre maggiore attenzione è la qualità

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Foto di Bruno Fasola

SOCIETA’ DI PULIZIE E SANIFICAZIONE

Competenza e Professionalità Servizio di pulizie uffici Servizio di pulizie industriali alimentari Servizio di pulizie industriali Trattamenti di sanitizzazione Trattamenti di disinfestazione

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Nella pagina precedente, la parata dei cuochi per la festa nazionale del patrono, San Francesco Caracciolo; sotto, una premiazione ufficiale dei Discepoli d'Escoffier; a destra, cuochi alla festa di Sant'Abbondio, patrono di Como

delle materie prime, tanto che alcuni grandi hotel hanno creato orti e allevamenti privati, per avere garanzie sulla qualità dei prodotti. Pioniere fu il Grand Hotel Villa Serbelloni che da molto tempo vanta una produzione privata di eccellente qualità e molto apprezzata dalla clientela». Abitante di Bellagio, chef di rilevanza internazionale…non possiamo esimerci dal chiedere la sua opinione sulla cucina molecolare che vede proprio la perla del nostro lago come indiscussa capitale italiana. «Quella della cucina molecolare rappresenta un’innovazione che ha riscosso un grandissimo successo. Anche chi, come me, è molto tradizionalista e legato alle materie prime di qualità, non può nascondere il successo di questo nuovo “modo di essere” in cucina». Parallelamente, registriamo ogni anno il grande successo della fiera di Sant’Abbondio, dove l’Associazione Provinciale Cuochi di Como propone piatti della nostra tradizione. «Sant’Abbondio rappresenta alla perfezione il desiderio di giovani e adulti di godere dei nostri sapori. Polenta, tocc, gnocchi alle ortiche, cutizza, trippa… questi sono i sapori più apprezzati dai comaschi e dai turisti». L’Associazione Provinciale Cuochi di Como, come già detto, si occupa anche della formazione del futuro della cucina. «Sono molti i giovani che si avvicinano al nostro mondo. Qualcuno lo fa con forte passione, altri con maggiore superficialità. Voglio sottolineare però che tra i nostri allievi c’è Luigi Gandola di cui avrete sentito parlare e che ha davanti un futuro luminoso. È lo chef del ristorante “Salice Blu” che, a soli 26 anni, ha già ricevuto importanti riconoscimenti». I prossimi mesi vedranno impegnato Carlo Cranchi in una serie di appuntamenti sul territorio, e non solo. Infatti, farà parte di una commissione internazionale di assaggi che da cinque anni si riunisce a Bruxelles all’International Taste e Quality Institute, «una garanzia di qualità per tutti coloro che vi partecipano».

In the previous page, the exhibition of the chefs during the national patron's day, San Francesco Caracciolo; below, an official prize giving of Discepoli d'Escoffier; on the right, chefs during the Sant'Abbondio fair, patron of Como

A MAN of

TASTE

Carlo Cranchi is the President of the Provincial Association Chefs of Como, this association organizes and promotes events on the territory since 1973. «Everything started when I was 13 years old, when I moved to Bellagio and I started working as a helper at the Hotel Du Lac. I finished the Hotel School and after some other work experiences in different hotels I started working at the Rockefeller Foundation». He continues describing the changes that occurred in the hotel kitchens: « Italian food routed French food in the course of the years. The quality of the food is becoming always more and more important». Inhabitant of Bellagio, chef of international importance…we have to ask him his opinion regarding the molecular food. «I am very traditionalist, but I cannot hide the fact that this innovative food has been successful». At the same time, we registered that every year the fair of Sant’Abbondio is triumphant thanks to the dishes of our tradition. «Polenta, tocc, gnocchi with nettle, cutizza, trippa…these are the dishes which are appreciated by the people of Como and by tourists». The Association is in charge of the future of our dishes. «Many young people are getting close to this world. I would stress the fact that among our pupils we have Luigi Gandola, chef of the restaurant “Salice Blu”, who has a bright future in front of him».

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FOOD AND DRINK

Nella foto, lo staff dell'Hotel Regina Olga, Cernobbio; da sinistra Stefano Gilardoni II° Chef; al centro Mauro Martino, Maître d'Hotel e Davide Lacchini, Chef di cucina In the photo, the staff of Hotel Regina Olga, Cernobbio; on the left, Stefano Gilardoni, 2nd Chef; in the middle, Mauro Martino, hotel Maître and Davide Lacchini, Chef

DAVIDE LACCHINI

Oggi CUCINO

io!

di Davide Lacchini foto Carlo Pozzoni

ALBORELLE, ACETO E SEGRIGIOLA: ECCOVI IL CARPIONE Il carpione è nato come tecnica di conservazione del pesce di acqua dolce, come scriveva il maestro Martino da Como (primo grande cuoco e codificatore di cucina italiana, che fu tra l’altro cuoco del patriarca di Aquileia e ciambellano papale) nel libro "De Arte Coquinaria", oggi in parte conservato presso la fondazione Bagnasco di Lugano. Martino da Como scriveva : “per preparare il carpione farai una salimora d’acqua et aceto tanto dell’uno quanto dell’altro, mettendogli del sale assai….”. Non per contraddire il Maestro ma il procedimento oggi è un po’ più complesso. Una volta pescato e pulito il pesce bisogna infarinarlo e cuocerlo friggendolo in padella, meglio con dell’ottimo olio di oliva, prodotto ancora oggi nella Tremezzina e nella zona di Bellagio, zone ricche di ulivi di cui già parlava Plinio il Giovane. Oggi la produzione di questo olio di nicchia è in crescita e gran parte del raccolto converge dallo storico frantoio dei fratelli Vanini di Lenno, attivo dal 1850. Una volta cotto il pesce si passa con della carta assorbente e lo si pone in un contenitore; quindi si prepara il carpione stufando le verdure e aggiungendo aceto e vino. Dopo circa 30 minuti il carpione è pronto, lo si versa sul pesce e si lascia riposare in frigorifero per almeno 24 ore. La particolarità del nostro carpione consta nelle verdure tagliate molto fini ma, soprattutto, nell’utilizzo della segrigiola, un’erba aromatica unica nella nostra zona, una sorta di timo selvatico che cresce sulle parti rocciose vicino al lago, dove batte il sole e il riverbero dell’acqua fa sì che riceva tutto il calore di cui ha bisogno per crescere rigogliosa. La medesima tecnica di preparazione vale anche per la verdura che, durante la cottura, bisogna tenere croccante, come per la carne di vitello, la cui tecnica non è propriamente tipica del Lario ma che si sta diffondendo anche nella nostra zona.

CURIOSITA’: Il carpione “è nato come piatto volgare” che garantiva alle famiglie qualcosa da mangiare per almeno due mesi dopo la stagione di pesca. Oggi è una raffinatezza gastronomica, ma è stato per molto tempo un metodo di conservazione. Quando il frigorifero era ancora ben lontano da essere inventato si utilizzavano tre tecniche di conservazione: la salagione, l’essicazione e, appunto, la carpionatura che, grazie all’acidità dovuta all’impiego dell’aceto, abbatte la carica batterica. A differenza dei cibi essiccati o messi sotto sale, quelli in carpione dovevano però essere tenuti in luoghi molto freschi, nelle cosiddette nevere o ghiacciaie. Queste ultime erano fosse ricavate nel terreno che venivano riempite con abbondante neve o ghiaccio e isolate con paglia. A Como città ne esistono ancora due: una in piazza Roma, detta “antico nevaio”; l’altra nei giardini tra via Vittorio Emanuele e Piazza S. Fedele è visibile sopra le abitazioni.

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Lavarello in carpione all’aceto di lamponi (*)

Fantasia di verdure in carpione all’aceto di miele di acacia (*)

Pulire, infarinare e friggere 900g. di alborelle fino a farle diventare belle croccanti. Tagliare a lamelle molto sottili 150 g. di cipolle,120 g. di sedano e 120 g. di carote; passarle in padella con un filo di olio della tremezzina. Aggiungere la segrigiola (timo selvatico), un paio di chiodi di garofano, una foglia di alloro, 5dl. di vino bianco secco e altrettanto di aceto,1 dl di brodo vegetale. Far bollire finchè il liquido si riduce di un terzo e aggiungere 20g. di zucchero, sale e pepe q.b. Una volta pronto il carpione lo si versa sul pesce e si lascia riposare per almeno 24 ore.

Pulire e sfilettare tre lavarelli. Separarli in due filetti, passarli nella farina e friggerli ben croccanti. Tagliare le verdure a julienne (come sopra) e imbiondirle in poco olio di oliva della tremezzina, a fuoco moderato. Aggiungere la segrigiola sale e pepe q.b., 10 g. di coriandolo, 5 dl. di aceto di lamponi e uguale di vino bianco secco, 1dl di brodo vegetale o fumetto di pesce. Lasciare ridurre di circa 1/3, quindi aggiungere 10 g di zucchero. Disporre i filetti in una pirofila e versarvi sopra l’intingolo. Questo piatto si può gustare anche tiepido, ma sicuramente risulta più saporito dopo alcuni giorni.

Tagliare a sottili medaglioni 2 zucchine, 1 porro, 1 melanzana a mezza luna, 1 peperone rosso, 1 peperone giallo a rombo. Passarle nella farina e friggerle avendo l’accortezza di lasciarle piuttosto croccanti perchè il carpione le cuocerà ulteriormente. Preparare il carpione come sopra, utilizzando l’aceto di miele e, al posto dello zucchero, un cucchiaio di miele dei produttori apistici della provincia di Como, aggiungendo una foglia di alloro e naturalmente la segrigiola. Una volta pronto, irrorare le verdure che precedentemente avete disposto in una terrina. Consumare nei giorni successivi.

Alborelle in carpione

Lavarello in carpione with raspberry vinegar

Fantasia di verdure in carpioneall’aceto di miele di acacia

Wash, flour and fry 900 g. of alborelle until they become crispy. Cut into thin slices 150 g. of onions, 120 g. of celery and 120 g. of carrots; put them in a pot with the olive oil of Tremezzo. Add wild thyme, some cloves, a leaf of bay tree, 5 dl. of dry white wine and 5 dl. of vinegar, 1 dl. of clear broth. Boil it until the liquid is reduced of one third and add 20 g. of sugar, salt and pepper. Once the carpione seasoning is ready, pour it on the fish and leave it like this for at least 24 hours.

Wash and clean three lavarelli. Cut into two filets, cover them with flour and fry them until they become crispy. Cut into thin slices the vegetables (as described above) and cook them with some olive oil of Tremezzo on a low heat. Add wild thyme, salt and pepper, 10 g. of coriander, 5 dl. of raspberry vinegar and 5 dl. of dry white wine, 1 dl. of clear broth or fish broth. Leave it like this, until it is reduced of one third, then add 10 g. of sugar. Put the filets on an oven-proof dish and pour the seasoning. This dish can be tasted also warm, but for sure it is better to taste it after some days.

Cut into small medallions 2 zucchini, 1 leek, 1 aubergine, 1 red pepper, 1 yellow pepper. Cover them with flour and fry them until they become crispy, because the carpione seasoning will also cook them. Prepare the carpione as it is described above, using the acacia honey vinegar and, instead of sugar, one spoon of the honey produced in the province of Como, adding a leaf of bay and the wild thyme. Once it is ready, pour the seasoning on the vegetables already put in a terrine. Eat it in the following days.

Alborelle in carpione dose per 6 p. (*)

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Nocette di vitello in carpione con aceto balsamico (*)

LAKE FISH, VINEGAR AND MARJORAM: HERE IS THE CARPIONE SEASONING The carpione seasoning was born as a method of lake fish storage. The technique is a little bit more complex today. Once the fish is ready to be cooked, cover it with flour and fried it in the pan with oil. The production of this particular oil is growing and a big part of the harvest is made by the historical oil mill of the brothers Vanini in Lenno, since 1850. When the fish is cooked and dried in a blottingpaper, put it in a container; then prepare the carpione seasoning boiling the vegetables and adding vinegar and wine. After about 30 minutes the carpione is ready, pour it on the fish and leave it in the fridge for at least 24 hours. It is important that vegetables are cut very thin and above all use the marjoram, an aromatic herb of our area. The same preparation technique is valid also for the vegetables that during the cooking time have to stay crispy, like the veal meat; this is not typical of our area, but it is becoming popular.

CURIOSITY Dopo aver battuto leggermente 12 nocette di vitello passarle nell’uovo sbattuto e nel pane grattugiato cuocendole lentamente in padella con olio, come si usa con la cotoletta alla milanese. Per il carpione stufate le solite verdure. Aggiungere 5 dl. di vino bianco secco, altrettanti di aceto, un cucchiaio di aceto balsamico e 20 g. di uvette appassite. Lasciare ridurre e versare sopra le nocette. Gustate il giorno dopo accompagnando il tutto con insalata di misticanza, condita con alcune gocce di aceto balsamico tradizionale.

Veal in carpione with balsamic vinegar After beating 12 pieces of veal, put them in the beaten egg and in the bread crumbs and cook them in the pot with oil, just like for the Milanese steak. For the carpione seasoning, cook the vegetables. Add 5 dl. of dry white wine, 5 dl. of vinegar, a spoon of balsamic vinegar and 20 g. of raisins. Leave it like this, until it is reduced and add the pieces of veal. Taste it the day after with salad, dressed with some drops of traditional balsamic vinegar.

The carpione seasoning was born as a very simple dish, today is it a gastronomic specialty, but for a long time it has been a method of storage. Different from the dried or under salt food, the carpione seasoning has to be in very fresh environment, the so called nevere or ice houses, excavated in the ground and filled with lots of snow or ice, then isolated with straw. In Como there are still two of them: one in piazza Roma, called “antico nevaio” (ancient snow-field); the second one in the public gardens between via Vittorio Emanuele and Piazza S.Fedele, it can be seen above the houses.

Info Davide Lacchini è nato a Como nel 1961. Ricopre la carica di Food and Beverage Manager, Chef di cucina e consulente gastronomico presso l’Hotel Regina Olga e il ristorante Cenobio. Ha avuto esperienze lavorative presso il Ristorante “Al musichiere”, Como; Paracucchi Locanda dell’angelo, Sarzana; ristorante club Canottieri Lario, Como; Grand hotel Serbelloni-Bellagio; Hotel Barchetta Excelsior, Como, Albergo Antico-Suisse; Hotel Principe di Savoia, Milano; Villa-mia, Torno; residenza della famiglia reale dell’Arabia Saudita; Casino’ di Campione d’Italia. Consulente e collaboratore del libro edito dalla Provincia di Como “Dal Lario alla Brianza”. Curatore editoriale del libro ”In cucina” prodotto dell’Associazione Provinciale dei Cuochi di Como.

Davide Lacchini was born in Como in 1961. Now he is Food and Beverage Manager, Chef and Gourmet Consultant at the Hotel Regina Olga and at the restaurant Cenobio. He worked for Ristorante Al musichiere, Como; Paracucchi Locanda dell’angelo, Sarzana; Ristorante Club Canottieri Lario, Como; Grand hotel Serbelloni-Bellagio; Hotel Barchetta Excelsior, Como, Albergo Antico-Suisse; Hotel Principe di Savoia, Milano; Villa-mia, Torno, residence of the royal family of Saudi Arabia; Casino’ di Campione d’Italia. Consultant and contributor of the book published by the Province of Como “Dal Lario alla Brianza” (From Lario to Brianza). Editorial consultant of the book “In cucina” (In the kitchen) printed by the Como Provincial Association of Chefs.

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L’arte della stampa

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Borgolombardo - Acrilico su tela cm. 35 x 50

La frequentazione di corsi di disegno e pittura la portano alle conoscenze e allo studio dei grandi maestri, abbracciando il figurativo quale ricerca iniziale, cercando nel disegno e nella perfezione delle forme la sua espressione.

LOMAZZO - Como - Italy www.tecnografica.ws




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