magiclake spring 2009

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Concept and Styling, Ravaioli Silenzi Studio, Studio Limbo, F. Radice Artwork, William Xerra Photo, Gionata Xerra

milano design 22/27 april 09 SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE 2009 Milan Fair, Rho-Pero Milan 22th_27th April Hall 5 stand A05 A07

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EDITORIALE

Magic Lake Como Cari Lettori,

Dear Readers,

il numero primaverile del primo lustro di vita di MAGIC LAKE COMO’s review vede consolidarsi l’amore per il nostro territorio che ci accomuna. Questo sentimento, unito alla filosofia che sta alla base di questa iniziativa editoriale, di promuoverne le risorse e di farne emergere le potenzialità ancora celate, ci ha spronato a metterci nuovamente in gioco. La spinta determinante ad attuare un grande cambiamento – sintetizzato nel titolo – è stata data da un nostro lettore che, in occasione di un soggiorno sul nostro Lago ha letto la nostra rivista e, tornato in Canada, ci ha scritto per avere le copie di MAGIC LAKE COMO’s review per fare conoscere ai suoi concittadini le nostre bellezze e il nostro Lago a loro sconosciute. Quelle righe unite ai diversi attestati di stima e di riconoscimento ricevuti in questi anni ci hanno fatto riflettere, per questo abbiamo deciso di ampliare la nostra vision implementando la presenza e la diffusione della rivista in tutto il mondo! Potrà sembrare una meta ardua da raggiungere ma, grazie alla partnership strategica con la compagnia aerea LIVINGSTON SpA – il vettore italiano leader per i voli leisure in tutto il mondo – sarà possibile distribuire a bordo dei loro aeromobili MAGIC LAKE COMO’s review a migliaia di passeggeri della business class che voleranno sulle tratte a lungo raggio, diretti verso destinazioni lontane (dai Caraibi all’Oceano Indiano, dal Centro-Sud America all’Africa) o da esse provenienti. Questo non è l’unico cambiamento! La rivista è un continuo divenire e poiché la globalità in cui viviamo dev’essere concepita nel senso positivo del termine abbiamo deciso di allargare la nostra attenzione al territorio circostante, a partire da quello dell’Insubria (la regione italo-svizzera dei laghi prealpini, comprendente anche le province di Novara e di Lecco, ndr), per offrire un ventaglio di scenari e di proposte a 360° al lettore di casa e del mondo, valorizzando così i legami naturali e storici con questa nostra magica terra.

the spring edition of the first 5-yearperiod of MAGIC LAKE COMO’s review sees the consolidation of the love for our territory. This feeling, together with the philosophy which is the basis of the editor initiative, aims at promoting the resources, to let the hidden potentials come out; this is the reason why we are involved in this project once again. The determining incentive to make a big change –expressed in the title – was given by a reader of us who, on the occasion of a holiday on our Lake, reads our magazine and when he went back to Canada he wrote us to get copies of MAGIC LAKE COMO’s review in order to promote our territory and its beauty among his friends. Those words, together with the different certificates of appreciation received during these years, made us think and decide to open our vision and distribute our magazine all over the world! It could seem a difficult task but thanks to the strategic partnership with the airline LIVINGSTON SpA – leader company for leisure flights all over the world – it will be possible to distribute MAGIC LAKE COMO’s review to thousands of passengers, who fly in the business class, from Caribbean to the Indian Ocean, from the Center-South America to Africa. It isn’t the only change! The magazine is always transforming and the globalization, in which we live, has to be seen as something positive, so we decided to open our view of the territory, which surrounds the Insubria area (the Italian-Swiss area of the lakes, including the provinces of Novara and Lecco) to offer many sceneries and proposals to the local and to the foreign readers, giving value to the natural and historical links of our magic territory.

Gli Editori Daniele Brunati Rosaria Casali

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The Editors Daniele Brunati Rosaria Casali

Magic Lake Como … in the world

… NEL MONDO


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® Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO) Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore piazza Duomo 17 - 22100 Como Tel. 031.26.89.89 e-mail info@comosmagiclake.com

sommario

summary

Patrocinata da • Sponsored by Regione Lombardia Provincia di Como Comune di Como Camera di Commercio di Como Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Comune di Como Progetto editoriale • Research Editor Daniele Brunati Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Editor Franco Bartolini Grafica • Graphic Andrea Pedretti Testi • Research and Material Paolo Annoni, Nadia Baba, Andrea Bambace, Banca BSI SA, Franco Bartolini, Luca Bernardi, Franco Binaghi, Roberta Brucato, Anna Campaniello, Antonella Clemente, Elisabetta Comerio, Elisa Corti, Viviana Dalla Pria, Stefania De Giorgi, Marcello Dubini, Daniela Giunco, Elena Massari, Lorenzo Morandotti, Massimo Moscardi, Provincia di Como assessorato all’Ambiente, Alfredo Ratti, Silvia Ruscitto, Daniela Tanzi.

In copertina: Michelle Hunziker, ©EnricoVallini/Photomovie In the photo cover: Michelle Hunziker, ©EnricoVallini/Photomovie

Traduzioni • Translations Elena Pedretti, Jerry Edwards Revisione testi • Proof reading A3, Carla Pomoni

Un ringraziamento speciale • Special thanks to Paolo Annoni, Marianna Borrelli, Alfio Barindelli, la redazione e tutti i collaboratori del Corriere di Como per la grande disponbilità e alta professionalità.

piazza Duomo 17 22100 Como Tel. 031.268.989 e-mail tbmservice@tin.it

WWW.COMOSMAGICLAKE.COM

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Gianmaria Buccellati, l’Orafo del tempo Gianmaria Buccellati, the Goldsmith of the time

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Mario Botta. Fonte di Idee Mario Botta. Source of Ideas

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Bruno Fabio Massa. L’esclusivo lifestyle firmato Villa d’Este Bruno Fabio Massa. The exclusive lifestyle signed by Villa d’Este

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Ercole Pignatelli, un viaggio senza fine Ercole Pignatelli, a never ending journey

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Franco Soldaini, da 50 anni Maestro del gusto Franco Soldaini, for 50 years Master of Taste

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Foto • Photographic Material A3, Antonio Agostini, Ricardo Baldassarre, Franco Bartolini, Matteo Bigi, Andrea Butti, Gianmarco Chierigato, Vincenzo di Cillo, Roberto Crippa, Stefano Gattini, Carlo Pozzoni, Daniela Tanzi, Mattia Vacca, © Enrico Vallin/Photomovie, Vasconi, Banca BSI SA, Archivio Cosmit, Archivio Studio Michelangelo, Rodacciai, Slalom, Archivio Parco Ciani, Archivio Ristorante Imbarcadero, C.R.E.A. Provincia di Como, Porsche Como, Archivio Corriere di Como, Archivio Simoni, Archivio Relaxia, Archivio Petazzi Costruzioni.

Amministrazione • Administration Rosaria Casali

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Pubblicità • Advertising TBM Service

Segreteria della redazione • Editorial Support Team Elena Massari

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PEOPLE Michelle “Lario, mon amour” Michelle “Lario, mon amour”

È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©

Vestivamo alla Bini. Stefania racconta We wore Bini style. Stefania tells us Amstrong il Cowboy torna a correre e passerà da Como Amstrong the cowboy is back racing and Como’s on his route Eventi 80 anni di eleganza a Villa d’Este 80 years of elegance at Villa d’Este Gli Amici di Como “in-cantano” al Sociale Amici di Como “in-cantano” at Sociale

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L’abitare contemporaneo in scena al Salone del Mobile Modern living in centre state at Salone del Mobile

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Il Mondo a Proposte The world at Proposte

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Chagall, Kandinsky, Malevic. Maestri dell’Avanguardia russa Chagall, Kandinsky, Malevic. Russian Avant-garde masters at Villa Olmo

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Daniele Brunati relatore: Turismo e commercio. Idee e proposte Daniele Brunati as a speaker: Tourism and Trade. Ideas and proposals


STZ

The Event. Salone Internazionale del Mobile Euroluce, Salone Internazionale dell’Illuminazione Salone Internazionale del Complemento d’Arredo SaloneSatellite Fiera Milano, Rho, 22/27.04.09 Cosmit spa Foro Buonaparte 65 20121 Milano, Italia

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TERRITORIO Rendez-vous a Cernobbio di re, vip e star negli scatti Vasconi Rendez-vous in Cernobbio of kings, vips and stars in the lens of the photographers Vasconi Morcote e il suo Vico. Tra storia e natura Morcote and its Vico. Where history meets natura Vercana, ricordi siciliani sul Lario Vercana, sicilian memories on the lake Amici di Como e Città dei Balocchi. XV anni insieme Amici di Como and Città dei Balocchi. 15th years together

Immagine e significato 102 LaTheSindone. Holy Shroud. Image and meaning

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Il Velario è di scena. Un’opera d’arte torna a splendere Il Velario on stage a new shine for a masterpiece

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Giornate del verde pulito. Insieme per difendere l’ambiente Clean green day. Defending the environment together.

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Advertising Relaxia Larius SPA, un’oasi che piace a chi piace Relaxia Larius SPA, an oasis which is loved by people who are loved

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Petazzi Costruzioni presenta la Villa Bianca a Como Petazzi Costruzioni presents Villa Bianca in Como

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Petazzi Costruzioni presenta Parco Sant’Andrea a Menaggio Petazzi Costruzioni presents residence Parco Sant’Andrea in Menaggio

Abbigliamento Donna 144 Simoni Simoni Women Dresses Diesel. L’ultima novità in casa Porsche 169 Cayenne Cayenne Diesel. Porsche’s latest addition

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ARTE BSI e il progetto Martha Argerich. Ottava edizione del giugno musicale BSI and Martha Argerich project. In June the Eighth Edition

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ANNIVERSARI 40 anni in…”Famiglia” 40 yeas with…”Family” Sport “Joe” Maspero “Fly”. La sorpresa della Louis Vuitton Pacific Series “Joe” Maspero “Fly”. The surprise of Louis Vuitton Pacific Series Acura Miami Grand Prix Championship. Il trionfo di Joe Fly Acura Miami Grand Prix Championship. Joe Fly’s triumph

premia Gianluca Roda 188 Porche Porche rewards Gianluca Roda Action disseta lo sport 192 NGC NGC Action quenches sport’s thirst

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Food and drink Le eccellenze di Visini…Mirabella Domus, la nuova esclusiva Visini’s excellence…Mirabella Domus, the new exclusive

Parco Ciani, il ristornate versatile 198 Ristorante Parco Ciani restaurant, the multifunctional restaurant

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Hotel Metropole e Ristorante Imbarcadero: passioni in riva al Lago Hotel Metropole and Ristorante Imbarcadero: passions on the lake shore

Cafè…da gustare e ricordare 204 Eupili Eupili Cafè...to taste and remember

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Novità nella tradizione. La rivoluzione a tavola con Alfredo Ratti News in the tradition. The revolution on the table with Alfredo Ratti


6-7-8 MAGGIO 2009 VILLA ERBA CERNOBBIO

ANTEPRIMA MONDIALE DEL TESSUTO D’ARREDAMENTO E DEL TENDAGGIO

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Home project 09 italian glass creativity

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Il progetto della casa contemporanea: un’eccezionale varietà tipologica per consentire la ricerca di soluzioni d’interni sempre più individuali. La Murrina presenta una collezione di lampade pensate come elementi di definizione stilistica degli spazi domestici. Corpi illuminanti e oggetti che interpretano diverse concezioni estetiche, accomunati dal materiale antico da cui prendono forma: il vetro di Murano.

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Michelle

“Lario, mon AMOUR” Incontro con l’affascinante e briosa Hunziker. Le sue visite sul Lago di Como e il suo impegno sociale in difesa delle donne vittime di violenze di Elisabetta Comerio

INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

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PEOPLE

“Pronto...ciao sono Michelle”. Uno squillo come tanti, ma una voce inconfondibile. Le facciamo compagnia per un pò, lungo la strada che l’accompagna agli studi di Mediaset. Modello ideale per le donne italiane e vincitrice del Premio TV 2009 come Miglior Personaggio Femminile dell’Anno. Michelle Hunziker, solare e spontanea, in questa intervista racconta delle sue passioni, dei suoi amori e del suo legame con il Lago di Como, connesso imprescindibilmente all’amico Lorenzo Vanini. In questo momento lei è particolarmente attiva nel settore sociale con la fondazione Doppia Difesa. Ci vuole spiegare come è nato questo progetto? «Questo progetto è nato da un sentimento profondo che ho radicato in me da tantissimi anni perché, come molte donne in Italia, ho vissuto, attraverso l’esperienza di amiche e persone a me vicine, tanti problemi, tanta violenza domestica, tanta discriminazione. Aiutando proprio queste persone a uscire da situazioni difficili, mi sono accorta che la giustizia italiana aveva grandi lacune. Infatti, quattro anni fa, quando ho deciso di avviare questo progetto, non esisteva nessuna legge che proteggesse le vittime di stalking e di violenza. Noi, intendo io e l’avvocato Giulia Bongiorno, avevamo inoltrato una proposta di legge, proprio sullo stalking, che è stata ammessa, fino a diventare oggi un decreto legge. Prima una donna che decideva di denunciare una persona che l’aveva violentata e picchiata, oltre a dover affrontare un percorso oneroso anche dal punto di vista economico, non aveva neanche la possibilità di ottenere aiuto e sostegno dalle forze dell’ordine o dalla magistratura, correndo così grossi rischi. Noi oggi siamo molto orgogliose del risultato raggiunto.» Sappiamo che lei stessa è stata vittima di episodi di stalking. «Infatti. Questa associazione è nata proprio perché, avendo avuto io stessa problemi con

PER DONAZIONI: Associazione Doppia Difesa

C/c N. 000000044071 CIN H ABI 05584 CAB 01730 IBAN IT86 H 05584 01730 000000044071 www.doppiadifesa.it

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Nella pagina precedente Michelle Hunziker in “Natale a Rio”. Sotto, Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, © Enrico Vallini/Photomovie. In the previous page Michelle Hunziker in “Natale a Rio”. Below Michelle Hunziker and Giulia Bongiorno, © Enrico Vallini/Photomovie.

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Sopra e a lato, immagini di Michelle Hunziker tratte dal film “Natale in Crociera”, del 2007 di Neri Parenti. Above and on the side images of Michelle Hunziker from the movie “Natale in Crociera”, 2007 by Neri Parenti.

degli stalker, ho reagito e ho deciso di affidarmi all’avvocato Bongiorno. Ci siamo accorte, confrontandoci, della forte necessità di proteggere tutte le vittime di discriminazione e violenza. Così è nata l’idea di creare insieme una fondazione. La scelta del nome non è casuale: si chiama Doppia Difesa perché Giulia Bongiorno rappresenta la giustizia, io la comunicazione, il contatto con la stampa.» Quindi il vostro è un aiuto concreto. «Un aiuto concreto che sostiene le vittime dai punti di vista legale, psicologico e sanitario, offrendo un servizio gratuito o dando la possibilità di rivolgersi a noi in forma anonima. Inoltre, negli ospedali Fatebenefratelli, grazie a un accordo raggiunto con Doppiadifesa, le vittime di violenze non pagheranno le cure al pronto soccorso e potranno contare subito, se vorranno, anche sull’assistenza legale.» Veniamo ora a un argomento più “frivolo”: il Lago di Como. C’è qualcosa che la lega al nostro territorio?

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«Certo. Soprattutto l’amico Lorenzo Vanini, che conosco da quando avevo 18 anni. Lui ha avuto un ruolo fondamentale nella conservazione del mio sorriso e non solo. Ogni volta che vengo da Lorenzo, mi fermo sempre a mangiare qualcosa vicino al lago. Mi piace molto questa zona, la trovo estremamente romantica, di grande ispirazione. Ci sono persone che trovano triste il lago quando piove, a me invece piace moltissimo.» Le capita di visitare il nostro territorio, solo per cullarsi nella sua magica atmosfera? «Mi piace anche venire a prendermi un gelato sul Lago di Como, avendo la fortuna di vivere a pochi chilometri. Visito spesso anche il Lago di Lugano, altra città a cui sono molto affezionata. Ho poi diversi ricordi che mi legano al lago: infatti ho trascorso 4 anni della mia vita a Caslano, dove da bambina andavo a dare da mangiare alle anatre e ai cigni.» Ha fatto televisione, cinema teatro. In


quale “mondo” riesce ad esprimere più se stessa? «Difficile dirlo. Credo che sia fondamentale rimanere elastici, trovare il progetto che sia adattabile al tuo personaggio che non tradisca mai il pubblico e che sia sempre coerente con quello che tu fai e quello che vuoi trasmettere. Io adoro il teatro quasi più di ogni altra cosa, mi dà una carica emotiva e artistica senza uguali, anche se non lascerei mai la televisione, che è il mio pane. Ho fatto l’esperienza del musical e mi piace moltissimo avere il contatto diretto con il pubblico, così come mi piace la diretta. Quindi “Striscia la Notizia” mi diverte tantissimo, tutto è spontaneo, mi sento come se fossi a casa tutte le sere con gli italiani a chiacchierare con loro all’ora di cena. E anche il cinema mi piace... Insomma, non saprei dire in quale ruolo mi sento più adatta.» A proposito di “Striscia la Notizia”, come è nato il personaggio di Losanna? «Mi è venuto in mente perché mi fa molto

ridere l’approccio che noi svizzeri abbiamo con la vita. Mi è nato da dentro: sono andata in una sartoria e così, con ironia e autoironia, ho trovato questa parrucca “scrausa”, e mi sono messa a giocare un po’, interpretando un’inviata particolare. Non è assolutamente un’offesa agli svizzeri, se non fossi svizzera lo sarebbe, invece mi sto prendendo in giro da sola. Losanna piace tantissimo ai bambini, alle donne e a grande richiesta ho dovuto riproporla.» Lei è prima di tutto una mamma. Ha tanti spazi da dedicare a sua figlia? «Sono una mamma presente, fortunata perché lavoro a Milano e mi è sempre capitato di fare tutto quello che ho fatto, a parte la tv tedesca e i film di Natale, vicino a mia figlia. Ho sempre accettato lavori che fossero vicini a casa perché per me Aurora è più importante di ogni altra cosa. Quindi mi sento assolutamente privilegiata perché non sempre accade di poter svolgere l’attività che hai sempre

sognato a pochi chilometri da casa.» Essendo lei mamma, credo che la qualità della vita sia per lei molto importante. Abitare a Milano ha i suoi aspetti positivi, ma vivere in realtà più piccole ha altre peculiarità molto attraenti. «Aurora ha avuto la fortuna di trascorrere i primi anni della sua vita in campagna, immersa nel verde, poi ci siamo trasferiti a Milano. Io cerco sempre di portarla nei week end fuori città, per ossigenare i polmoni e apprezzare la magia di certi luoghi. Appena potrò, porterò Aurora a vivere fuori città.» Un’ultima domanda: non ha mai pensato di trasferirsi sul lago di Como? «Fino ad oggi, purtroppo, non ho avuto tempo di cercare casa fuori Milano…ma sicuramente il Lago di Como è un luogo che mi affascina e mi attrae moltissimo.»


In questa pagina, Michelle Hunziker in “Natale a Rio” On this page , Michelle Hunziker in “Natale a Rio”

Nella pagina di destra, Michelle Hunziker nel musical “Tutti insieme appassionatamente”, regia di Saverio Marconi; foto Antonio Agostini On the opposite page Michelle Hunziker in the musical “Tutti insieme appassionatamente”, by Saverio Marconi; photo by Antonio Agostini

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Sopra da sinistra Michelle Hunziker e Gerry Scotti in “Paperissima”, foto Gianmarco Chierigato. In primo piano Michelle Hunziker nei panni di “Losanna”, foto Vincenzo di Cillo. Above , on the left, Michelle Hunziker and Gerry Scotti at “Paperissima”, photo by Gianmarco Chierigato. Below, on the right, Michelle Hunziker playing “Losanna”, photo by Vincenzo di Cillo.

Michelle “Lario, mon AMOUR” Ideal model for Italian women, she won the Prize TV 2009 as Best Femal Figure of the Year, Michelle Hunziker, radiant and open, in this interview she tells us about her passions, her loves and her relation with Lake Como, strictly connected with her friend Lorenzo Vanini. In this moment you are particularly active in the social sector with the foundation Double Difense. Could you explain us how this project

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started? «This project started with a strong feeling I have had in myself since many years, because as many women in Italy, I experienced through the experiences of friends and people close to me, many problems, lots of home violence, lots of discrimination. Helping these people to overcome difficult situations, I realized that Italian justice had big gaps, actually when I decided to start this project 4 years ago, there was no law to protect people from stalking and violence. I and the lawyer Giulia Bongiorno, made a bill about stalking, which passed and today it is an order.» We know that you have been victim of stalking. «Yes, that’s right. This association was born because I had problems with stalkers, I reacted and I decided to rely on the lawyer Bongiorno. We noticed that there was a strong need to protect all the victims of discrimination


Sopra, Michelle Hunziker e Ezio Greggio durante il programma “Striscia la notizia”, foto di Vincenzo di Cillo. Above, Michelle Hunziker and Ezio Greggio during the programme “Striscia la notizia” photo by Vincenzo di Cillo.

and violence. So we had the idea to create a foundation to support the victims from the legal, psychological and medical point of view. The choice of the name is not made by chance: Double Difense, because Giulia Bongiorno represents justice and I represent communication and contact with press.» Let’s talk about something more “frivolous”: Lake Como. Is there something that links you to our territory? «Sure. Above all my friend Lorenzo Vanini, I know him since I was 18 years old. He has a very important role because he preserves my smile and not just it. Every time I come and see Lorenzo, I stop on the way to eat something close to the lake. I really like this area, it is very romantic and of great inspiration. There are people who think that the lake is sad when it rains, on the contrary I like it a lot.»

Does it happen that you come and visit our territory, just to enjoy the beautiful atmosphere? «I like to come here and have an ice-cream on Lake Como, I am lucky to live just few kilometers away.» You worked for the TV, cinema, theatre. What is the “world” where you express yourself in the best way? «It is hard to say. I think it is important to be flexible, to find a project that you can adapt to yourself and you don’t betray your public, you have to be consistent with what you do and what you transmit. I adore theatre above everything, it gives me an emotional and artistic charge like nothing before, but I will never leave the TV, I like it so much. I made the experience of the musical, I love to have a direct contact with the public and I love to perform live. I like “Stri-

scia la Notizia” and everything which is spontaneous, I feel like I am at home with Italian people every night and I talk with them at dinner time. I like cinema too….So I couldn’t say what is my favorite role.» Regarding “Striscia la Notizia”, how was the character Losanna born? «I create it because it’s funny the approach that Swiss people have with life. It was born inside of me: I went to a tailor’s shop and with irony and selfirony, I found a “peculiar” wig and then I started playing and interpreting a strange reporter. Absolutely it is not to offend Swiss people, because I am Swiss too, so I am making fun of myself.» Last question: have you ever thought to move to Lake Como? «Up to now, unfortunately, I haven’t had time to look for a home outside Milan…but certainly Lake Como is a place that fascinates me and attracts me a lot.»

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80 anni

di ELEGANZA a Villa d’Este di Roberta Brucato foto Vasconi

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Sotto, le auto e gli invitati sulla Terrazza a Lago di Villa d’Este il 18 Settembre 1932 Below, people and cars on the lake Terrace Villa d’Este on 18th September 1932

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EVENTI

Sopra da sinistra BMW 502, BMW 3 15 Dixi, a sinistra BMW 303 Above on the left BMW 502, BMW 3 15 Dixi, on the left BMW 303

Dal 24 al 26 aprile 2009 a Cernobbio si rinnova un appuntamento ormai irrinunciabile per tutti gli appassionati di automobili, un weekend speciale all’insegna del buon gusto e dell’eccezionalità. La cornice dell’evento è il suggestivo parco del Grand Hotel Villa D’Este a Cernobbio sul Lago di Como, aperto al pubblico dall’impeccabile ospite, l’amministratore delegato Dr. Jean-Marc Droulers. Nel 1568 Tolomeo Gallio, cardinale di Como, fece costruire la villa - chiamata Garrovo - quale sua residenza privata. Nel 1873 è stata trasformata in un lussuoso resort che mantiene intatto l’antico fascino della dimora aristocratica. Dal 1° settembre del 1929, data della prima edizione del Concorso d’Eleganza per Automobili in questi luoghi, la collaborazione di Villa d’Este con l’Automobile Club di Como ed i rappresentanti del mondo automobilistico di tutto il mondo non è mai venuta meno. Da 80 anni si rinnova la manifestazione che prevede un fitto programma, con la sfilata e la

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presentazione dei modelli alla giuria presieduta da Lorenzo Ramacioni, più l’esposizione nel parco di Villa D’Este ed in quello di Villa Erba a Cernobbio, nel giorno conclusivo. Quest’anno è inoltre ancora più speciale: il Gruppo Bmw, che dal 1997 patrocina l’evento e collabora attivamente con i suoi marchi più prestigiosi, Bmw e Rolls-Royce, festeggia l’ottantesimo anniversario della presentazione al pubblico della sua prima automobile , la Dixi 3/15 DA 1. Il concorso prevede la partecipazione di oltre 50 esemplari selezionati delle migliori case automobilistiche di tutti i tempi ; le categorie fondamentali sono due: le Vetture d’epoca e le Concept Car & Prototyp. I premi in palio sono ben dieci, otto dei quali assegnati dalla giuria secondo diversi parametri come la vettura meglio conservata, la più elegante, la più emozionante, il miglior restauro ed anche per la macchina proveniente con mezzi propri da più lontano. Tradizionale è il referendum pubblico per asse-

gnare la “Coppa d’Oro Villa d’Este” e il “Bmw Italia Throphy”. Tra le vetture più interessanti indicate dal selecting adviser, Urs Paul Ramseier, si ammireranno la Bugatti Atlantic 57SC del 1938, l’Alfa Romeo 8C 2900B Berlinetta del 1938, la Momo Mirage 2+2 Coupé del 1972, la Bmw 2800 Spicup Coupé del 1969. Saranno presenti Ferrari da corsa, Jaguar, Maserati, Mercedes, Rolls-Royce e Bentley e speciali collezioni Bmw. Completano il programma alcune mostre speciali, la celebrazione ogni anno di uno dei grandi carrozzieri del passato, nonché la partecipazione di Veteran Cars Clubs. Quest’anno lo sponsor principale del Concorso d’Eleganza è Girard Perregaux. Dunque, anche per questa edizione dell’aprile 2009 le aspettative sono tante e per tutti: al suono dei rombanti motori e alla vista delle sfavillanti cromature possiamo vivere un’esperienza culturale del bello e della passione.


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“Inconfondibili vini da uve sapientemente coltivate e vinificate per catturare il sole e i profumi del Sud”. A Como presso l’enoteca Delizie di Bacco, via Briantea, 19 Como


Sopra, alcune auto al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este Above, some cars at the Elegance Competition in Villa d’Este

80 years of ELEGANCE at Villa d’Este From 24th to 26th April 2009 in Cernobbio there is an appointment people who love cars cannot miss, a special weekend to promote taste and exceptionality. The frame for this event is the evocative park of Grand Hotel Villa D’Este in Cernobbio on Lake Como, open to the public by the impeccable guest, the President Dr. Jean-Marc Droulers. Since 80 years the competition foresees a rich programme, with the show and the presentation of the models to the jury presided by Mr. Lorenzo Ramacioni, the exhibition in the park on Villa D’Este and in the one of Villa Erba in Cernobbio. This year is even more special: the group BMW,

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it is the sponsor of the event since 1997, it celebrates 80th anniversary of the presentation to the public of its first car, Dixi 3/15 DA 1. In the competition more than 50 models are involved, divided into two main categories: Vintage cars and Concept Car & Prototyp. There are ten prizes, eight are given by the jury according to different parameters. The public referendum is a tradition to assign the “Coppa d’Oro Villa d’Este” and “BMW Italia Throphy”. The following cars are taking part into the context: Ferrari race, Jaguar, Maserati, Mercedes, Rolls-Royce and Bentley and special collections BMW. Some special exhibition are included in the programme, the celebration of one of the best coach maker of the past, as well as the participation of Veteran Cars Clubs. This year the main sponsor of the Elegance Competition is GIRARD PERREGAUX. Even for this edition 2009, the expectations are many and for everyone.


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TERRITORIO

RENDEZ–VOUS a Cernobbio

di re, vip e star negli scatti

VASCONI

di Roberta Brucato foto Vasconi

Da sinistra, le tre generazioni di Vasconi, il capostipite Piero con la moglie Giuseppina, il figlio Antonio iscritto all’Albo d’Oro della città di Cernobbio e il nipote Piero. On the left, three generation of Vasconi, the founder Piero with his wife Giuseppina, his son Antonio member of “Albo d’Oro” of the city Cernobbio and his nephew Piero.

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Il principe Umberto di Savoia con la consorte Maria Josè a Villa d’Este, anno 1937 The king Umberto di Savoia with his wife Maria Josè a Villa d’Este, 1937 Henry Lacoste al campionato del mondo di tennis, Villa d’Este, anno 1933 Henry Lacoste at the Tennis World Cup, Villa d’Este, 1933

Josephine Baker a Villa d’Este anno 1931 Josephine Baker guest of Rotary Como in Villa d’Este, 1931

Si può guardare Cernobbio con gli occhi speciali dei Vasconi, fotografi da tre generazioni. Con le loro immagini è subito storia di questi luoghi, delle strade, dei negozi, degli avvenimenti importanti e dei personaggi che hanno percorso la strettoia, la Riva o che hanno soggiornato nelle splendide ville che impreziosiscono il territorio. Decidere di raggiungere la città di Cernobbio sulla sponda occidentale del Lago di Como, a pochi chilometri dal capoluogo, è consuetudine frequente: la Riva e lo splendido panorama del lago che si apre innanzi sono attrattive uniche per tutti, da sempre. Per il comasco ed il cernobbiese è quasi irrinunciabile la passeggiata ai primi tepori primaverili gustando un gelato all’uscita della messa domenicale, una colazione in settimana, oppure un aperitivo all’Harry’S Bar. Gli alberghi che si affacciano sulla riva, l’approdo in stile Liberty dei battelli della navigazione, il verde ben curato, la fontana ed anche le barche, riparate sui gradoni al sole, completano la vista del lago, del cielo e dei monti verdeggianti. Cernobbio rappresenta una meta certa se si visita il lago: la commistione di storia, cultura locale, architettura delle più raffinate, il fascino del luogo preferito dai personaggi noti del jet set di tutti i tempi, fanno di questa località un obiettivo turistico rinomato in tutto il mondo. Ma Cernobbio è soprattutto un luogo di vita, di lavoro, di fede condivisa, di idee dei cittadini di tutte le sue frazioni, da Piazza Santo Stefano a Rovenna, da Casnedo a Cernobbio stessa, dal Monte Bisbino a San Giuseppe. Le prime notizie di Cernobbio risalgono intorno all’anno 1000 quale località dedicata

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Sopra a sinistra, foto storica del lungolago di Cernobbio; in alto , il pontile di Cernobbio Above on the left, historical image of the square in Cernobbio; above the dock of Cernobbio

alla spiritualità con ben due monasteri in prossimità di due torrenti, il Greggio ed il Garòvo. Nel 1284 alla comunità cernobbiese viene data l’attribuzione di “borgo”, degna di un podestà e di statuti propri. Le principali famiglie che godono del potere territoriale sono state la Iovio (poi Giovio), la De Sasso (o De Saxo) e la Gallio. A cavallo tra il XVI ed il XVII secolo Cernobbio subisce la dominazione spagnola e con il nuovo regime austriaco il borgo risulta unito a Como. Nel 1816 Cernobbio è comune autonomo e si unirà successivamente, nel 1939, con i comuni di Piazza Santo Stefano e Rovenna. Con decreto del Presidente della Repubblica del 24 maggio 2005 al Comune di Cernobbio viene concesso il titolo di Città. Cernobbio è anche il luogo di chiese antiche e di ville famose, per l’incantevole posizione ed il clima favorevole. Villa d’Este. Trasformata alla fine dell’Ottocento in un grande

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albergo, nel dopoguerra soprattutto è luogo rinomato di appuntamenti mondani e teatro di avvenimenti sportivi e di grande risonanza nella stampa. Villa Erba. Qui si svolge una intensa vita culturale e mondana; la villa è stata la dimora nei mesi estivi anche del noto regista Luchino Visconti, che qui ultimò il montaggio del suo film “Ludwig”. Villa Bernasconi. L’edificio è un mirabile esempio italiano del Liberty floreale che riprende nei motivi decorativi l’iconografia dei bachi da seta, delle farfalle e della lavorazione della stessa seta, quale omaggio all’attività familiare. Oggi di proprietà del Comune di Cernobbio, e già sede di pregevoli mostre, è in fase di progettazione di ulteriori restauri e valorizzazione quale centro di promozione culturale. Villa Pizzo, costruita su una punta , il Pizz, tra Cernobbio e Moltrasio, che si estende al livello della villa padronale con ordinati vialetti tra aiuole, siepi e fontane barocche.


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Sopra, Silvio Berlusconi, Gianni Agnelli, Valery Giscard d’Estaing e Michail Gorbaciov al Forum annuale Ambrosetti, Villa d’ Este 1997. A lato, Monica Bellucci sfila per Valentino (nella foto), Villa d’Este 1999. Above, Silvio Berlusconi, Gianni Agnelli, Valery Giscard d’Estaing and Michail Gorbaciov at the annual Forum Ambrosetti, Villa d’ Este 1997. On the right, Monica Bellucci catwalk for Valentino (image), Villa d’Este 1999.

RENDEZ–VOUS in Cernobbio Kings, Vips and Stars in the lens of the photographers VASCONI You can enjoy Cernobbio with the special eyes of the Vasconi, photographers for three generations: with their images they made the history of these places, of the important events and of the people who went into the strettoia, riva or who spent their time in the beautiful villas, which make the territory precious. Cernobbio: the history of an enchanting place in the lens

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of the photographers Vasconi. It is quite common to go and reach the city of Cernobbio on the western shore of Lake Como, it is located just few kilometers away from the city: the riva and the beautiful landscape of the lake which is open in front of us are unique attractions for everyone, since ever. For the local people from Como and from Cernobbio, you cannot miss a nice walk in the early spring, enjoying an ice-cream after the mass on Sunday, a breakfast in the week or an appetizer at Harry’S Bar. Cernobbio, from Piazza Santo Stefano in Rovenna, from Casnedo to Cernobbio main centre, from Mount Bisbino to San Giuseppe, represents an usual destination if you visit the lake. The mix of history, local culture, very refined architecture, fascination of the place where you can meet important people, turn Cernobbio to

be a touristic place known all over the world. Cernobbio is also a place of ancient churches and famous villas, for the enchanting position and the nice climate conditions: Villa d’Este became a great hotel at the end of the 19th century, after the Second World War it is an important place where the high society met and where sports events were held. Today the tradition of the Grand Hotel continues, it is a place for wealthy guests and seat of important congresses, such as Workshop Ambrosetti. Villa Erba is a place with a lot of cultural and wordly life. A big park around the lake with the dock and a precious botanical garden with the riding track surround the building. Villa Bernasconi, a great example of flower Liberty, it has the decorations of the iconography of silk worms, of butterflies, of silk production. Villa Pizzo, built on a peak between Cernobbio and Moltrasio.


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Fasi di lavorazione orologi-gioiello: incisione su lamella in oro, incassatura diamanti e quadrante incisione “Venezia” Manufacturing processes of jewels-watches: engraving on a gold plate, diamond setting and clock face “Venezia”

Gianmaria Buccellati, originario di Milano e innamorato della sua città, è una delle figure più rappresentative della nostra epoca. Diverso da altri grandi imprenditori, è un esempio per tutti coloro che hanno la fortuna di conoscere lui, la sua storia o avvicinarsi alla sua grande passione. Console onorario dell’Honduras per 28 anni, Cavaliere di Gran Croce e fondatore dell’Istituto Gemmologico Italiano, sono soltanto alcuni dei riconoscimenti avuti e delle cariche ricoperte nel corso degli anni di impegno nel suo lavoro. Non ama soffermarsi sulle onorificenze ricevute, delle quali è comunque molto orgoglioso, ma preferisce parlare dei suoi gioielli, dei suoi argenti, dei suoi orologi, delle persone che l’hanno affiancato nel suo cammino e della sua ultima “creatura”, Buccellati Watches. A dieci anni dalla fondazione della Buccellati Watches, è doveroso rivolgerle la prima domanda proprio su questa realtà. Cosa l’ha spinto ad aprire un laboratorio come quello di Chiasso?

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«È un’idea nata appunto circa dieci anni fa, perché avevo un forte desiderio di produrre orologi. Già li facevo, ma in maniera diversa, cioè utilizzando le casse acquistate da altri e modificandole con il mio stile. Ad un certo punto ho pensato che come facevo gioielli, avrei potuto fare anche orologi. Così sono nati i primi tre modelli. Ho cercato di introdurre qualche novità, rendendo prima di tutto pura, semplice ed esteticamente bella la cassa dell’orologio ed eseguendo poi diversi studi sulla creazione dei cinturini. Da 10 anni a questa parte abbiamo fatto grandi progressi, dovuti principalmente a tre fattori: il primo è rappresentato dal fatto che tutti gli orologi sono swiss made, una garanzia di qualità. Il secondo punto fondamentale è che i modelli sono originali, diversi da tutti gli altri. La gente è sempre alla ricerca della novità ed io, con questo tipo di oggetto, offro la possibilità di indossare un pezzo unico. La terza ragione è che la Buccellati Watches non è tanto un’azienda, ma una realtà in cui la collaborazione e l’unità

sono i primi ingredienti del successo.» Quali sono i “trucchi” per instaurare un così forte legame tra lei ed i suoi collaboratori e creare uno spirito di squadra così intenso? «Io, semplicemente, credo di dimostrare loro il mio affetto. Tutti i componenti di questo team sono consapevoli di far parte di una realtà importante, che deve appunto il suo successo alla forte coesione. Naturalmente io sono stato parte di questo progetto, ma i valori vengono non solo da me, ma anche dalle persone che compongono il team, come la dott.ssa Lidia Carrion, una catalizzatrice di sentimenti ed iniziative, verso la quale nutro profonda stima.» Le sue creazioni sono spesso frutto di emozioni personali che lei riesce a racchiudere in un gioiello, proprio come un pittore fa con una tela. Lei si sente più orafo o più artista? «Io rifiuto nel modo più assoluto la parola artista perché per me l’arte è una cosa con


Gianmaria Buccellati mostra alcune delle sue prestigiose creazioni che sono state esposte ai Musei del Cremlino Gianmaria Buccellati shows some of his prestigious creations, which were exhibited at the Museums of Kremlin

la A maiuscola. Mi considero un bravo orafo, una bravo gioielliere. Quando sono stato per la prima volta al Cremlino, in occasione della mostra personale dei miei gioielli e dei miei argenti, sono rimasto stupito. Confesso che ha emozionato anche me vedere quella grande esposizione. La mostra era un insieme di pezzi straordinari, talmente unici che si era portati a pensare: “Quest’uomo è un artista”. Io preferirei che si dicesse: “Questo è un bravo orafo, come non ce ne sono più”.» Sappiamo che lei ha un forte legame con le nostre zone. Ha mai tratto ispirazione da qualcuno degli splendidi scorci offerti dal nostro territorio? «La verità è che traggo ispirazione da ciò che vedo e vivo. Molto spesso, quando realizzo un oggetto, senza rendermene conto, vengo ispirato da una delle immagini che ho conservato nella mente. È solo nel momento in cui vedo l’opera terminata che mi accorgo che quell’oggetto richiama un ricordo, un paesaggio, una città, un particolare. Per questo le

dico che ogni cosa può essere per me fonte d’ispirazione, certamente anche il magnifico territorio comasco. Sono poi legato al vostro territorio anche per un altro motivo: il laboratorio Buccellati nel Triangolo Lariano, dove è impegnato mio figlio Andrea. Questo legame è nato alcuni anni fa, grazie ad un amico speciale.» Una tradizione lunga tre generazioni. Cosa prova a vedere i suoi figli proseguire sulla sua strada? «Io penso che sia nel dna umano, quando una persona intraprende un lavoro con questa passione, desiderare che qualcuno prosegua nella medesima direzione. Non posso dire che sia una cosa naturale ma, seppur io non li abbia mai forzati, i miei tre figli sono tutti in azienda. Dobbiamo misurarci l’uno con l’altro, ma stiamo ottenendo ottimi risultati. Ho fiducia in loro, so che sapranno portare avanti questo mio progetto.» Anche sua moglie lavora al suo fianco. Che ruolo ricopre all’interno dell’azienda?

«Mia moglie è con me da 30 anni. Inevitabilmente lei ha un ruolo professionalmente speciale: gestire la rete di distribuzione dell’alta gioielleria in tutti i negozi. Noi ne abbiamo 7 di proprietà e alcune decine tra franchising e distributori. Mi affianca, così come tutti i miei figli. Rosie, per me, è un appoggio importante e conto molto sulla sua presenza.» Cosa è per lei l’amore? «L’amore è tutto. Ma credo che ci siano diversi tipi di amore. Prima di tutto l’amore per una donna, capace di muovere il mondo. Poi l’amore per il proprio lavoro, capace di regalare grandi emozioni e immense soddisfazioni. Nella mia vita ho sempre creduto in questo tipo d’amore e l’ho trasferito nel mio lavoro, anche concretamente, inseguendo il bello attraverso le mie creazioni. Poi c’è l’amore per il prossimo, per me un valore imprescindibile. In un’epoca in cui l’egoismo è divenuto ormai la normalità, io credo che questa forma d’amore incarni appieno il mio pensiero e la mia persona.»

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Sotto, Lidia Carrion accanto ad alcune coppe esposte alla mostra personale al Cremlino “Buccellati Timeless Art” nel settembre 2008. A destra Gianmaria Buccellati e la moglie Rosie all’inaugurazione della mostra Below, Lidia Carrion near some shown at the personal exhibition at the Kremlin: “Buccellati Timeless Art” in September 2008. On the right Gianmaria Buccellati and his wife Rosie at the inauguration af the exhibition

A Chiasso, oltre al laboratorio, da qualche mese è attiva una scuola di formazione. Come e perché è nato questo progetto? «La scuola è un’aspirazione che ho per me stesso e per l’azienda. È difficile trovare specialisti che si dedichino a questo tipo di lavoro, così ho pensato di trovare il modo di formarli. In effetti lo faccio già a Milano, ma non in forma istituzionale come a Chiasso. Il Canton Ticino ha dimostrato di capire che porto un know how che è cultura e che ingrandisce le possibilità di uno Stato, di una Confederazione. Quando uno è come me così attaccato al suo lavoro, l’idea di creare continuità, dà molta soddisfazione. Inoltre, la dott.ssa Lidia Carrion, la responsabile di Buccellati Watches, è una grande promulgatrice del mio pensiero, entusiasta e capace. Attraverso questo progetto posso tramandare l’arte orafa a tutti i miei allievi,

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per mantenere viva una tradizione che altrimenti rischierebbe di scomparire. » Lo scorso anno, nella medesima direzione, ha dato corpo, a Venezia, alla Fondazione Gianmaria Buccellati. «Nell’arco della mia vita ho fatto diversi oggetti soltanto per me, per il piacere di far vedere al mondo che in un’era in cui tutto viene standardizzato, c’è chi ancora ha la capacità e la volontà di creare qualcosa di unico. Le motivazioni che mi hanno spinto alla creazione della Fondazione sono, come già dicevamo prima, il desiderio di dare continuità alla mia azienda, una sorta di gratificazione personale, e soprattutto un riconoscimento voluto per tutti coloro che in questi anni hanno lavorato per me, contribuendo a realizzare oggetti così perfetti. Inoltre il mio desiderio era di omaggiare il ricordo di mio padre, Mario, il primo a rendere così grande il nome di Buccellati.»

THE GOLDSMITH of the time Gianmaria Buccellati was born in Milan and he is in love with his city, he is one of the most representative personality of our time. Different from the big entrepreneurs, he is an example for those who are lucky to know himself, his story or for those who can get close to his great passion. Honorary Consul of Honduras for 28 years, Sir of the Great Cross and founder of the Istituto Gemmologico Italiano (Italian Gemmological Institute): these are just a few rewards and positions he got for his commitment during the years. He doesn’t like to talk about his rewards, for those he is very proud, he prefers talking about his jewels, his silver, his watches and the people who worked with him during his life and his last


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Gianmaria e Rosie Buccellati con alcuni dei preziosi gioielli Gianmaria and Rosie Buccellati with some of their precious jewels

“creature”, Buccellati Watches. It’s ten years from the foundation of Buccellati Watches, so the first question has to be about this reality. Why did you open a laboratory such as the one in Chiasso? «This idea was born ten years ago, because I had a strong desire to produce watches. I already produced them in a different way, that is using the watchcases of other producers and modifying them with my style. At a certain point, I thought that I produced jewels, so I could produce watches too. I created the first three models. I tried and introduced something new, first of all I made a pure, simple and esthetically nice watchcase, then I made some studies for the creation of the watch bands. Since 10 years we have made big progresses, thanks to three factors: first of all the fact that the watches are Swiss made, a warranty of quality. The second important point is that the models are original, different from all the others. People are always looking for something new and

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with this type of object, I offer the possibility to wear a unique piece. The third reason is that Buccellati Watches is not just a company, but a reality, where collaboration and unity are the most important elements to be successful.» What are the “secrets” to have a strong tie between you and your staff, so that you can create such a strong spirit of a team? «I simply believe I show them my affection. All the members of this team know they are part of a very important reality, which is successful thanks to its cohesion. Obviously I was part of this project, but the values come not just from me, but also from the persons who are part of the team, for example Mrs Lidia Carrion, who catalyzes feelings and initiatives, I have a high opinion of her.» Your creations come from personal emotions that you put into a jewel, just like a painter does in front of a canvas. Are you more goldsmith or artist? «I absolutely refuse the word artist, because for

me art is something with a huge value. I think I am a good goldsmith, a good jeweler. When I went to the Kremlin for the first time, on the occasion of the personal exhibition of my jewels and of my silver, I was astonished. I confess I was impressed by that huge exhibition. There was a collection of extraordinary pieces, so unique that people thought: “This man is an artist”. I prefer people to tell: “He is a good goldsmith, it’s hard to find one as good as him.» We know you have a strong bond with our area. Have you ever taken inspiration from one of the great landscapes of our territory? «The truth is that I take inspiration from what I see and what I experience. Very often, when I realize an object, I don’t even pay attention and I take inspiration from one of the images I have kept in my mind. It’s just when I see a finished work that I realize that object is connected with a memory, a landscape, a city or a particular. For this reason, I can say that everything can be


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Da sinistra, Elisabetta Comerio, Gianmaria Buccellati, Rosaria Casali, Rosie Buccellati, Emanuela Della Vigna. On the left, Elisabetta Comerio, Gianmaria Buccellati, Rosaria Casali, Rosie Buccellati, Emanuela Della Vigna. a source of inspiration, for sure also the beautiful Como area. I have a bond with your territory for another reason: the laboratory Buccellati in the Triangle Area of Como, where my son Andrea is working. This bond started a few years ago, thanks to a special friend.» A tradition for three generations. What do you feel when you see your sons following your way? «I think that when a person starts a job with such a passion, it is in the human DNA the desire to see someone continuing in the same direction. I cannot tell it is a natural thing, but even though I never forced my three sons, they work in the company. We have to compare one another, but we are getting very good results. I trust them, I know they can carry on my project.» Your wife works in the company too. What is her position in the company? «My wife has stayed at my side for 30 years. Obviously she has a very special position: to handle the distribution net of the high jewelry in all the shops. We own 7 of them and some tens are franchising and distribution shops. She works close to me, just like my sons. Rosie is a very important support and I rely on her presence.»

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Give us a definition for love. «Love is everything. I think that there are different types of love: first of all love for a woman, which can move the world. Then love for the job, which can give great emotions and immense satisfaction. In my life I have always believed in this kind of love and I transferred it in my job, looking for the beauty in my creations. Then there is love for the neighbour, which is an unavoidable value. In a time of selfishness as a rule, I believe that this kind of love represents my thought and myself very well.» In Chiasso, apart from the atelier, a training school was born some months ago. How and why did you start this project? «The school is an ambition I have for myself and for the company. It is very hard to find some experts who dedicate themselves to this type of job, so I thought to train them. Actually, I already do so in Milan, but not in an official way, just like in Chiasso. In Canton Ticino (Switzerland) there is a strong interest in the know how, because it represents culture and it increases the possibility of a nation, of a confederation. When someone is so close to his job, the idea of creating continuity gives satisfaction. Mo-

reover, Lidia Carrion, responsible for Buccellati Watches, agrees with me and she is enthusiastic and skilled. With this project I can teach the goldsmith art to all my pupils, to keep the tradition alive, otherwise it will disappear. » Last year, following this direction, you created the Fondazione Gianmaria Buccellati (Gianmaria Buccellati Foundation) in Venice. «In my life I made some objects just for me, for the pleasure to show to the world that in a time when everything is standardized, there is someone who has the ability and the will to create something unique. The reasons which made me create the Foundation are the desire to foster continuity for my company, as I was telling before, together with the personal satisfaction, but above all a recognition for those who have worked for me during these years, giving their contribution in the realization of such perfect objects. Moreover my desire was to pay homage to the memory of my father, he was the first who gave a great importance to the name Buccellati.»


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Morcote e il suo Vico tra storia e natura testo e foto di Franco Bartolini

Un borgo e un castello medievali da scoprire sulle rive del Ceresio poco dopo il confine tra Italia e Ticino

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A sinistra, la Torre del capitano (1246) e, sotto, l’osteria di Vico dove si serve selvaggina. In basso, il curioso stemma di Morcote, con una scrofa e una pastorella On the left, the Torre del Capitano (1246) and below, the Osteria di Vico where you can eat game. Below, a particular crest of Morcote, with a sow and a shepherd girl

Da vedere subito la Torre del Capitano, del 1246, a lago e il castello, la cui origine è avvolta nel mistero, ma che si fa risalire al 926 d.C. per essere completato tra l’XI e il XIV secolo. Dalla rocca, che aveva due tunnel comunicanti con il porto per sopperire agli assedi, quando scarseggiavano il cibo e le munizioni, la vita sull’intero Lago di Lugano è impagabile. Oggi il castello è di proprietà privata, ma può essere visitato se al citofono risponde qualcuno. Sorge a Vico Morcote, borgo pure antico, che si raggiunge con una strada ben segnalata. Queste imponenti mura hanno fatto gola a tutti i casati che hanno scritto la storia di mezza Italia e dell’intero Ticino, sono state oggetto di conquista dei Visconti, Duchi imperiali di Milano, dei loro parenti stretti Sforza, dei comaschi Rusca, o Rusconi, dei feudatari di Lugano, infine dei Confederati svizzeri. Così, attraversato il Basso Medioevo, arriviamo al 1512, quando il fortino perde, come molti suoi gemelli, l’importanza strategica militare. E, qui, gli anziani del posto raccontano un aneddoto che si tramanda da generazioni. Il castello non si sottrasse alla sorte comune di altri fortini e diventò como-

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da “cava” di pietre per costruire la sottostante chiesa di Santa Maria del Sasso. Ma, si narra che, mentre gli operai portavano giù i blocchi, i soldati rimasti di guardia si davano da fare per riportarle al loro posto, sugli spalti. Al castellano non piaceva l’idea del luogo di culto. Forse, perché doveva difendere la memoria dei suoi avi, che un paio di secoli prima – è storia documentata – davano nel maniero “orge come ai tempi di Roma pagana”. La chiesa comunque fu finita, e merita la salita di 380 gradini, ripagata da un alto panorama da… cartolina. Una visita vale la pena anche il tempio di Sant’Antonio Abate, con la sua sagoma ottagonale identica all’edificio sacro che compare nel quadro del “Matrimonio della Vergine” di Raffaello. A proposito d’arte, Morcote ha dato i natali a decine di maestri della pittura e dell’architettura, poi a magistrati ed esponenti del clero, nonché al padre di Aniceto, che fu decimo Papa dopo Pietro, dal 155 al 166 d.C. Una famiglia in particolare, quella di Antonio Sardi e del figlio Giuseppe, che hanno firmato tra l’altro, a Venezia, le chiese degli Scalzi e di Santa Maria del Giglio. Più alcuni morcotesi

del ramo Fossati, architetti al servizio dello zar Nicola I e restauratori di Santa Sofia, a Istanbul. La scalinata monumentale di 380 gradini è dono di Davide Fossati, nel 1728. Ma, se si vuole sapere tutto, proprio tutto, su questo incantevole angolo d’Europa, si può acquistare in loco il volume “Morcote, arte e storia”, per 50 franchi. Soltanto le leggende che descrive valgono la spesa.


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L’ulramillenario Castello di Vico Morcote circondato da vigneti e in posizione strategica sul Ceresio The ancient castle of Morcote surrounded by vineyards, located in a strategic position upon Lake Lugano

Morcote and its Vico

Where history meets natura A village and a mediaeval castle just waiting to be discovered on the shores of Lake Ceresio just over the Italian/Swiss border

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Evocative little streets offer glimpses of the lake and there are breathtaking hilltop views. Local artists have produced masterpieces even in Venice and Russia. Make a beeline for the 1246 Captain’s Tower on the lake and the privately-owned castle in Vico Morcote dating back to 926 AD. Its mighty walls were to tempt the Viscontis, the Imperial Dukes of Milan, the Sforzas, the Ruscas (or Rusconis) of Como, the feudal lords of Lugano and last of all the Swiss Confederates. The castle became a convenient ‘quarry’ to provide stones to build the church below of Santa Maria del Sasso. The view afforded from the church makes the

380-step climb well worth it. Another worthwhile visit is to the temple of Sant’Antonio Abate. Morcote is the birthplace of dozens of master artists and architects as well as magistrates and members of the clergy, and Pope Aniceto’s father. In addition to other buildings, Antonio Sardi and his son Giuseppe designed the Venetian churches of Scalzi and Santa Maria del Giglio. Members of Morcote’s Fossati family were commissioned as architects by Tsar Nicholas I as well as restoring Santa Sofia in Istanbul. For further information you can buy a book there called “Morcote, art and history” for 50 francs.


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VERCANA ricordi Siciliani sul Lario di Daniela Giunco foto Matteo Bigi 80


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TERRITORIO

Sotto, alcuni suggestivi vicoli dell’antico borgo di Vercana Below, some ancient details of the village Vercana

Per chi, lasciata la statale Regina all’altezza di Dongo, sale a Vercana, affrontando ripetuti tornanti, mentre i panorami si fanno sempre più vasti, fino a dominare buona parte del lago, il fascino è subito nel paesaggio: lo sguardo si estende al di là del promontorio di Bellagio, a quel ramo immortalato dal Manzoni, si sofferma su altri borghi che sembrano lì da toccare; hanno nomi dal fascino antico Stazzona, Germasino e Garzeno… Tanti piccoli paesi arrampicati lungo i costoni della montagna, dove la vita scorre tranquilla, fuori dal tempo. Nelle piccole piazze, per le vie, non di rado accade, nel silenzio assorto, di sentire pronunciare nomi propri appartenenti ad altre culture: Rosalia … Agata… Non si tratta, come sarebbe facile credere, della traccia della massiccia emigrazione che nell’ultimo dopoguerra dalla Sicilia si è rivolta alla Lombardia per cercarvi lavoro e migliori condizioni di vita, al contrario è il ricordo, e non il solo, di un’emigrazione a rovescio, da questi paesi verso il sud. “La gente del Lario, in generale, è di ingegno pronto, robusta, abituata alle armi ed alle fatiche, dedita al commercio, desiderosa di cambiar dimora, astuta nei traffici, onesta e

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laboriosa… I Comensi emigrano, dediti a far denaro; e quando hanno fatto fortuna, ritornano generalmente in patria…” scriveva nel 1616 Sigismondo Boldoni. Aggiungeva: “gli abitanti delle montagne tra Rezzonico a Sorico sono soliti emigrare in Sicilia ed esercitano il commercio tra Palermo e Messina”. Fu proprio grazie a questi migranti che il culto palermitano di santa Rosalia venne trapiantato anche in Alto Lario, dando vita ad un’intensa devozione popolare. A Vercana, a Trezzone, a Caino non solo i nomi propri della gente rimandano al passato di migrazione e lavoro in terre lontane: la bella chiesa di san Salvatore, a Vercana stupisce il visitatore per la magnificenza dell’interno: a dar inizio ad una lunga serie di donazioni fu nel 1569 il primo emigrato a Palermo di cui abbiamo notizia, deceduto in terra di Sicilia. Generazioni successive aggiunsero pregi e decori, con opere di artisti locali, (il più celebre è Antonio Caraccioli, di Caino, autore di affreschi dai colori accesi) oppure di artisti provenienti dall’attuale canton Ticino come Agostino Silva o ancora dal Milanese come Felice Biella. Nella cappella di S. Rosalia è affrescata una

piccola nave, con chiaro riferimento al mezzo di trasporto più usato dai migranti. Sulla parete di fondo vi è invece una tela con l’incoronazione della santa, non datata né firmata, ma di scuola palermitana, come attesta l’indicazione Panormi. Il 4 settembre, giorno della sua festa, le donne altolariane, ancora fino all’inizio dell’Ottocento indossavano, come segno di devozione un vestito di panno marrone, dall’ampia gonna arricciata, allacciato sul busto da nastri del tutto simile a quello delle devote di Palermo ed i bellissimi gioielli di provenienza siciliana. Per le vie del paese, nelle frazioni, piccole edicole devozionali accendono di colori le nude pareti scrostate di case e cascine. Quasi rincorrendole con gli occhi, si sale lungo la nuova strada carrozzabile che porta all’alpe. L’azzurro specchio del lago ancora appare dopo le curve in squarci luminosi fino alla frazione di Caino, ai monti di Vercana. All’alpe di Graglio il panorama è mozzafiato: nessun rumore, se non il verso delle coturnici; greggi di capre e di bovini al pascolo. Nei locali dell’alpeggi, saporiti formaggi e latte fresco confortano anche il palato dell’escursionista.


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Sotto a sinistra, la chiesa di San Sebastiano; a destra, la statua di santa Rosalia Below on the left, the Churc of San Sebastiano; on the right the statue of Santa Rosalia

VERCANA

Sicilian memories on the lake The suburb of Vercana is located in the middle of the hill above the village of Dongo. It is fascinating for the tourist because you can have a beautiful view: going up, in every direction you can enjoy a wide and rich landscape. The names of the inhabitants (Rosa-

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lia, Agata‌) go back to an ancient migration which started in 16th century; the inhabitants of this area move to the south of Italy, in particular to Palermo, in Sicily. In the church of San Salvatore, enriched with the money that immigrants sent home, there is a chapel dedicated to Saint Rosalia, protectress of Palermo; on the houses you can find characteristic votive frescos, which testify the devoutness of the population. Climbing up towards the Alpine huts, you have a wider view on the lake and you can enjoy a peace and a silence far from everything. In the Alpine huts tourists can taste the local cheese.



ARTE

BSI e il Progetto Martha Argerich

Ottava edizione del giugno musicale Fondata nel 1873, a Lugano, BSI SA è la banca più antica del Canton Ticino. Oggi è un istituto specializzato nella gestione patrimoniale e nei servizi alla clientela privata e istituzionale ed è presente sui principali mercati finanziari. Dal 1998 è interamente controllata dal Gruppo Generali, una delle maggiori società assicurative a livello mondiale. Al centro della sua filosofia aziendale vi sono i rapporti personali con i clienti e la costante ricerca di performance finanziarie e sociali. BSI pone la massima attenzione nello stabilire e nel mantenere relazioni durevoli e continue con i clienti, offrendo allo stesso tempo una gestione globale con prodotti efficaci e di alto livello. La stessa passione, apertura mentale e serenità trovano una precisa corrispondenza anche nelle attività a carattere scientifico e culturale che la banca promuove. Da sempre BSI si distingue per il forte impegno nella realizzazione di numerose iniziative di prestigio che spaziano dalle esposizioni di collezioni rare e preziose dei BSI Album, alle pubblicazioni, alla grande musica classica con eventi quali il Progetto Martha Argerich e i Monaco Music Masters, che permette a giovani talenti di beneficiare dei consigli dei più grandi maestri di musica. Il Progetto Martha Argerich, promosso da Lugano Festival, RSI Rete Due e BSI, giunge all’ottava edizione e conferma, accanto alla grande pianista argentina, una nutrita serie di presenze artistiche. Un particolare riguardo sarà riservato agli anniversari del 2009: il bicentenario della nascita di Felix Mendelssohn-Bartholdy e il 50° della morte di Ernest Bloch. Nei concerti sinfonici, diretti rispettivamente da Alexander Vedernikov e Gabriel Chmura, la tradizionale sfilata di solisti riserverà l’ascolto di opere poco frequentate, con i pianisti Mauricio Vallina (nel “Concerto n. 2” di MacDowell), Nelson Goerner (nel “Concerto op. 66” di Martucci), Akane Sakai (nel “Concerto di Schoenberg”), di Dong Hyek Lim e Francesco Piemontesi nel “Doppio

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Concerto in mi magg.” di Mendelssohn, i violoncellisti Mischa Maisky (in “Schelomo” di Bloch), Gautier Capuçon (nel “Concerto di Walton”), nonché delle Noches en los jardines de Espana di De Falla che Martha Argerich riproporrà dopo molti anni. Nei concerti di musica da camera, accanto a capolavori come il “Quartetto op. 60” di Brahms e il Trio op. 97 di Beethoven, spiccano composizioni meno conosciute quali il “Sestetto in mi bemolle” di Glinka, il Quintetto n. 1 di Bloch, il Quintetto giovanile di Bartok, il “Sestetto op. 110” di Mendelssohn, il ”Lovisa Trio” di Sibelius, la “Sonata per violino e pianoforte” di Lekeu, che vedranno impegnati accanto a Martha Argerich i pianisti Nicholas Angelich, Polina Leschenko, Lylia Zilberstein, Alexander Gurning, Gabriela Montero, Walter Delahunt, Giorgia

Tomassi, Dagmar Clottu, i violinisti Dora Schwarzberg, Renaud Capuçon, Alissa Margulis, Geza Hosszu-Legocky, Lucia Hall, le violiste Nora Romanoff, Lyda Chen, i violoncellisti Mark Drobinsky, Jorge Bosso. Numerose pure le combinazioni in coppia che saranno fornite dalla nutrita squadra di pianisti: Gabriele Baldocci, Karin Lechner, Sergio Tiempo, Karin Merle, Alexander Mogilevsky, Youlia Zaichina, mentre Alexander Gurning, Khatia Buniatishvili ed Eduardo Hubert saranno chiamati a dar corpo alla prima esecuzione degli “Schizzi orchestrali” per tre pianoforti del compositore svizzero Francesco Hoch. L’idea sottintesa di competizione tra esecutori sarà estesa ai recital, dove per la prima volta sarà possibile confrontare i risultati interpretativi della stessa composizione. Al

centro della programmazione sta il pianoforte, non solo con le opere originali, ma anche con le trascrizioni, che storicamente hanno avuto un ruolo importante nella diffusione capillare della musica nei Paesi più discosti e nel privato delle famiglie. Per celebrare questo aspetto è da segnalare l’ultimo appuntamento dedicato all’”opera senza canto”, cioè alle elaborazioni pianistiche del repertorio operistico, per l’occasione festosamente incorniciate dalle fantasie di Alessandro Lucchetti su “Rigoletto” e “Tosca” eseguite dall’ensemble diretto da Antonio Ballista. Ospiti di particolare rilievo sono Stephen Kovacevich e Ivry Gitlis chiamato a tenere una master class al Conservatorio della Svizzera Italiana. Il programma dettagliato della manifestazione, che si svolgerà dall’8 al 29 giugno 2009, sarà progressivamente aggiornato nel sito www.rtsi.ch/argerich, in cui sarà anche possibile ascoltare i concerti trasmessi dalla Radio Svizzera in diretta (visual radio).

Nella pagina a fianco, Gautier Capuçon, la violinista Dora Schwarzberg e Martha Argerich A sinistra, Mischa Maisky On the previous page, Gautier Capuçon, the violinist Dora Schwarzberg and Martha Argerich Left, Mischa Maisky

BSI and Martha Argerich Project In June the Eighth Edition Founded in 1873 in Lugano, BSI SA is the oldest bank in the Canton of Ticino. Today this banking institute specialises in asset management and services to private and institutional customers, and is active in the main financial markets. Since 1988 it has been controlled entirely by Groppo Generali, one of the leading world insurance companies. Pivotal to its corporate philosophy are its personal relations with customers and its constant endeavour to perform well financially and socially. BSI places great emphasis on establishing and maintaining long-lasting relationships

with its customers, as it offers global management with efficacious high-level products. Now in its eighth edition the Martha Argerich Project, under the auspices of the Lugano Festival, RSI Channel Two and the BSI Bank, is confirming – together with the great Argentinian pianist – the tradition of a rich line-up of artistic talent. In the symphony concerts, conducted respectively by Alexander Vedernikov and Gabriel Chmura, the traditional parade of soloists will be performing some less popular works with pianist Mauricio Vallina (in Concert no. 2 by MacDowell), Nelson Goerner (in Concert op. 66 by Martucci), Akane Sakai (in a Concert by Schoenberg), by Dong Hyek Lim and Francesco Piemontesi in the Double Concert in E maj. by Mendelssohn, the ‘cellists Mischa Maisky (in Bloch’s Schelomo) and Gautier Capucon (in a Concert by Walton), as well as the Noches en los Jardines de Espana by De Falla which Martha Argerich will be reperforming after many years.

Concerts of camera music have been planned with Martha Argerich in the company of pianists Nicholas Angelich, Polina Leschenko, Lylia Zilberstein, Alexander Gurning, Gabriela Montero, Walter Delahunt, Giorgia Tomassi, Dagmar Clottu, violinists Dora Schwarzberg, Renaud Capucon, Alissa Margulis, Geza HosszuLegocky, Lucia Hall, violists Nora Romanoff, Lyda Chen, ‘cellists Mark Drobinsky and Jorge Bosso. A rich and varied combination of paired pianists will also be performing. A detailed concert programme (8th - 29th June 2009) will undergo constant updating on site www.rtsi.ch/argerich, where it will also be possible to hear live concerts broadcast by Radio Svizzera (visual radio). For further information on BSI: www.bsibank.com

Info

Per ulteriori informazioni:

For further information:

www.ch.bsibank.com

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Amici di Como e

CittĂ dei Balocchi 15 anni INSIEME di Elisabetta Comerio foto Pozzoni - Butti


Amici di Como

e il Progetto LUCE

della Città dei Balocchi

La Città dei Balocchi è una famiglia, una grande famiglia. Il gruppo è la vera forza della manifestazione, l’unione di intenti è il suo principale motore. Questi gli ingredienti del successo, i motivi per cui, ogni anno, la kermesse natalizia comasca riesce a regalare a migliaia di visitatori un Natale speciale. La Città dei Balocchi, sostenuta in qualità di main sponsor dall’associazione Amici di Como, ha proposto, in occasione della sua XV edizione, un calendario di iniziative gratuite, caratteristica che ne fa un evento sociale di notevole portata. Durante la passata edizione, la manifestazione ha voluto conservare le caratteristiche che fin dal primo anno la contraddistinguono: l’attenzione alla solidarietà, la promozione dello sport e delle tradizioni del nostro territorio. Tra le novità introdotte per festeggiare questo compleanno spicca il Progetto Luce, attraverso il quale i più suggestivi angoli della città sono stati valorizzati. Un ideale itinerario di luce ha accompagnato

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i visitatori da piazza Duomo, dove sono state anche illuminate le vetrate della Cattedrale, al Lungo Lago, passando per i Portici Plinio e piazza Cavour. La Città dei Balocchi, come di consueto, non si è chiusa al centro, ma ha ampliato i suoi orizzonti fino a via Borgovico, dove è stato allestito un suggestivo presepe nella sede dell’amministrazione provinciale.

Amici di Como and the LIGHT project The Project Light is one of the initiatives of Città dei Balocchi. An ideal itinerary of light in the piazza Duomo, with the illumination of the stain glass windows of the Cathedral, the lake shores, the Portici Plinio and piazza Cavour. In this project via Borgovico was involved too, actually there was a nice Christmas crib in the garden of the provincial administration.

Sotto l’illuminazione del lungo lago e il presepe allestito presso la sede dell’Amministrazione provinciale ; a destra l’illuminazione delle vetrate e del rosone, accanto il Palazzo del Broletto Below the lights of the lake shores and the crip of the Provincial Administration; on the right piazza Duomo and the lighted stained glass windows


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Amici di Como

e i grandi EVENTI

della Città dei Balocchi

L’aspetto più tradizionale della manifestazione riguarda appuntamenti davvero speciali. Infatti, non potevano mancare in questa XV edizione i grandi eventi che hanno fatto registrare il consueto successo di presenze e che ogni anno si ripetono, per la gioia di grandi e piccini. L’arrivo di Babbo Natale il 24 dicembre in piazza Duomo, il Capodanno in piazza, quest’anno reso ancor più magico e suggestivo dalla neve, e la grande festa il giorno dell’Epifania hanno richiamato in città migliaia di giovani e famiglie, affezionati a

questi appuntamenti. Bambini estasiati alla vista di Babbo Natale che racconta loro meravigliose storie di viaggi in giro per il mondo, occhi rivolti verso la diga foranea per non perdersi neanche un bagliore riflesso sul primo bacino del lago, una Befana che si cala dalla torre del Broletto con sacchi pieni di dolci e caramelle… Queste le fotografie di pomeriggi e notti indimenticabili, che regalano emozioni e che non smettono mai di affascinare e attirare in centro città gente di tutte le età.

In queste pagine alcuni momenti dell’arrivo di Babbo Natale e della Befana On these pages some moments of the Christmas Celebrations

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In queste pagine immagini dello spettacolo piromusicale sul lago nella notte di Capodanno On these pages images of the fireworks on the lake during the New Year’s Eve

Amici di Como and important EVENTS The most traditional aspect of the event is connected to special appointments. Actually, there were important events during the 15th edition with lots of people who took part in them, these events are organized every year for the happiness of adults and children. Santa Klaus comes to piazza Duomo on 24th December, then the celebration of the New Year’s Eve in the square, this year was really magic with the snow, and the celebration of the Epiphany collected thousands of young people and families, who love these events. Children were surprised by Santa Klaus, who was telling them wonderful stories of travels around the world, their eyes turned to the lake to enjoy all the lights of the first basin of the lake, they saw the Befana (kindly old witch who brings children toys on Twelfth Night) letting herself down from the old town old with bags of candies and sweets‌ These are memories of unforgettable afternoons and nights, which convey emotions and are fascinating, so many people are attracted in the city centre.

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In queste pagine immagini dello spettacolo piromusicale sul lago nella notte di Capodanno On these pages images of the fireworks on the lake during the New Year’s Eve

Sotto, gli atleti di fama internazionale Maurizio Margaglio, Philippe Candeloro e Silvia Fontana in occasione del Grand Galà 30 anni Henry Cotton’s. Below, Maurizio Margaglio, Philippe Candeloro and Silvia Fontana during the Grand Galà 30 years of Henry Cotton’s.

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Sotto un’esibizione delle atlete dell’Olimpia Club Como Below, a performance of the athlets of Olimpia Club Como

Sopra, Amici di Como, organizzatori e collaboratori della Città dei Balocchi sulla tribuna della pista del ghiaccio Above, Amici di Como, organizers and staff of Città dei Balocchi on the stand of the ice rink

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A destra, il questore dott. Massimo Maria Mazza; sotto, la Fanfara della Polizia di Stato e alcuni ospiti della serata On the right, the chief Massimo Maria Mazza; belowe, the Fanfara della Polizia di Stato and some guests at the event

La XV edizione della Città dei Balocchi, all’interno del suo ricco calendario, ha ospitato l’esclusivo concerto della “Fanfara della Polizia di Stato” al Teatro Sociale. Amici di Como, in collaborazione con la Questura di Como, il 20 dicembre ha infatti sostenuto ed organizzato il “Concerto di Natale”. Un appuntamento gratuito che ha voluto essere un simbolico augurio di “Buon Natale” rivolto alla città dall’associazione e dal questore, dott. Massimo Maria Mazza. La Fanfara ha eseguito uno spettacolo accattivante sul palco del Teatro Sociale di Como, alternando canzoni natalizie a classici della musica di ogni tempo.

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Amici di Como

e la FANFARA della Polizia di Stato

Amici di Como end the Fanfara della polizia di Stato In the rich program, the 15th edition of Città dei Balocchi had also the prestigious appointment regarding the exclusive concert performed by “Fanfara della Polizia di Stato” (Military Band of the State Police). On 20th December, Amici di Como supported and organized the “Christmas’ Concert” in collaboration with the Police Headquarters of Como, in the Teatro Sociale in Como. An appointment that was a symbolic “Merry Christmas” addressed to the city by the association and by the Chief of Police, Massimo Maria Mazza. They performed a captivating show on the stage of the theatre in Como, alternating Christmas songs with classical.

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Sindone

La Immagine e significato di Luca Bernardi foto Carlo Pozzoni



Nelle pagine precedenti alcune immagini dell’evento riguardante la Sindone organizzato dagli Amici di Como e tenuto nella Cattedrale di Como nel marzo scorso. On the previous pages some images of the event regarding the Holy Shroud organized by Amici di Como and held in the Cathedral of Como in March

Sopra da sinistra, mons. Diego Coletti, vescovo di Como, mons. Lorenzo Bataloni arciprete della Cattedrale e mons. Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione Diocesana per la Sindone di Torino, durante i loro interventi.

“Senno me par e cortisia / impazzir per lo bel Messia”. Così il grande Jacopone da Todi si esprime in una delle sue Laudi più belle: ciò che al mondo appare come stoltezza e follia, è vera sapienza e luce di Dio. È quanto devono aver compreso più di duemila persone che hanno affollato la Cattedrale di Como in occasione dell’incontro “La Sindone, l’immagine e il suo significato” organizzato dall’associazione Amici di Como, in collaborazione con la Diocesi di Como, la chiesa Cattedrale e la Commissione Diocesana per la Sindone di Torino. Con il contributo di canto, musica e immagini, il responsabile della conservazione della Santa Sindone, monsignor Giuseppe Ghiberti, ha posto mirabilmente al centro dell’incontro gli interrogativi che emergono naturalmente nella contemplazione della reliquia. Tutti gli sguardi erano fissi sul volto impresso sul lenzuolo,

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Above on the left, mons. Diego Coletti, bishop of Como, mons. Lorenzo Bataloni Archpriest of the Cathedral and mons. Giuseppe Ghiberti, President of the Diocese Commission for the Holy Shroud in Turin, during their speeches.

specchio di avvenimenti drammatici occorsi ad un uomo, orribilmente torturato e sottoposto al supplizio della croce. Molti indizi segnalano come quell’uomo sia quel Gesù di cui ci narrano i Vangeli, e di là delle prove scientifiche a favore o meno dell’autenticità della Sindone, sembrava ancora risuonare la domanda fatta dal Maestro ai suoi discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”. Tutti i presenti hanno potuto trovare in loro stessi una risposta a questa domanda, aiutati dalla descrizione accurata dell’uomo della Sindone che ha regalato la preziosa presenza di Monsignor Ghiberti. Colpisce in quel volto la serenità nella sofferenza che costituisce preludio alla speranza di salvezza che si concretizzerà nella Pasqua di resurrezione. Quale misteriosa fotografia di un amico scomparso, l’immagine sindonica ci guarda dal passato: i racconti dei Vangeli prendono così spessore, possia-

mo integrare quelle parole con l’immagine, il risultato è suggestivo. La Sindone si pone discretamente lungo il cammino dell’uomo, non impone la fede, ma pone una domanda. Ciascuno è libero di rispondere, nessuno può rimanere indifferente. Le icone più antiche ancora conservate, databili al VI secolo dopo Cristo, e a loro volte copie di archetipi tramandati da una generazione all’altra, ritraggono sorprendentemente un uomo straordinariamente somigliante all’uomo della Sindone; quell’uomo ci invita anche oggi a quell’incontro con Lui che è fondamento e caratteristica esclusiva del cristianesimo. Questo appuntamento è stato arricchito dalla magistrale interpretazione del baritono Carlo Morini che, accompagnato dal maestro Alessandro Picchi e dalle immagini di Don Andrea Straffi, ha eseguito canti di L. Perosi, per concludere con il brano “Anima Christi”.


Sopra alcuni ospiti dell’esclusiva serata in Duomo Above some guests during the exclusive event in the Cathedral

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The Holy Shroud

image and meaning

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“Senno me par e cortisia / impazzir per lo bel Messia”, these words are by Jacopone da Todi, who expressed what follows: what appears to be foolish and mad to the world, turns to be wisdom and light for God. It is what two thousand people understood on the occasion of the appointment “La Sindone, l’immagine e il suo significato” (The Holy Shroud, the image and its meaning) in the Cathedral of Como, organized by the Association Amici di Como, in collaboration with the Diocese of Como, the Cathedral and the Diocese Commission for the Holy Shroud in Turin. With the contribution of songs, music and images, the person responsible for the preservation of the Holy Shroud, Monsignor Ghiberti, exposed the questions related to the contemplation of the relic. All the eyes were fixed on the face imprinted on the blanket, mirror


Nella foto, in basso a sinistra, il baritono Carlo Morini In the image, below on the left, the baritone Carlo Morini

of dramatic events for the man, who was tortured and submitted to the agony of the Cross. Many evidences give proof to the fact that he was Jesus of the Gospel. A part from the scientific evidence regarding the Holy Shroud in favour or not of the authenticity of the Holy Shroud, it was just like we heard the question Jesus asked to his disciples: “Who do you think I am?”. People who were present could find in themselves an answer to this question, helped by the precise description of the man represented by the Holy Shroud, made by Monsignor Ghiberti. In the face what strikes is the serenity in the pain, which represents the prelude to the hope of salvation, which becomes real in the Easter of Resurrection. Like a mysterious picture of a lost friend, the image looks at us from the past: the stories of the Gospel gain importance and we

can link those words with the image, the result is impressive. The Holy Shroud is close to the history of every man, it doesn’t impose the faith, but it just poses a question. Everyone is free to answer, noboby can be indifferent. The ancient icons which are still preserved, dated back to the 6th century A.C., which are copies of the archetypes handed out from one generation to the other, represent a man, who is surprisingly very similar to the man represented in the Holy Shroud; that man invites us to that meeting with Him and it is foundation and exclusive characteristic of Christianity. This appointment was enriched by the great interpretation of the baritone Carlo Morini and of the maestro Alessandro Picchi, by the images of Don Andrea Straffi, proposed lyrics by L.Perosi, ending with “Anima Christi”.

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Gli Amici di Como “IN-CANTANO” al Sociale di Daniela Tanzi foto Mattia Vacca

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Sopra, a sinistra, i Vintage; a destra, partendo dall’alto, i Beati, Blackstones e i Nuovi Angeli Above, on the left, the Vintage; on the right, the Beati, Blackstones and the Nuovi Angeli

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Sopra, Daniele Brunati al centro, a sinistra Gerolamo Saibene, presidente dell’Associazione “Sim-patia” e a destra Leo Valli Above, in the middle Daniele Brunati, on the left Gerolamo Saibene, president of “Sim-patia” and on the right Leo Valli Ritmi, canzoni, battute e tanta buona musica, sono stati gli ingredienti principali dello show “Como che in-canta”, organizzato da “Amici di Como”, “Etv” e “Corriere di Como” giovedì 12 marzo al Teatro Sociale. «Si tratta - spiega Daniele Brunati - l’ideatore dell’iniziativa di una nuova formula di spettacolo musicale a scopo benefico per aiutare l’associazione comasca “Sim-patia” di Valmorea che si occupa di disabili. Gratuitamente e, è proprio il caso di dire, con il cuore in mano, personaggi politici, imprenditori e musicisti, hanno dato vita ad una kermesse musicale di tutto rispetto proponendo brani “ever green” degli anni ’60 e ’70. Leo Valli, presentatore e mattatore della serata, ha rivestito i panni di Maurizio Costanzo dando vita ad un insolito e originale “Maurizio Costanzo Show” con la regia di Renzo Pesci. Tra gag e simpatiche battute di Valli, il folto pubblico del Sociale, ha potuto seguire le performance di ben quattro band che si sono alternate sul palco. I Nuovi Angeli (con il cantante comasco Raffaele Schiavoni, Paki Canzi, Valentina Ferri, Stefano Mellerio, Paolo Pagani e Emilio Bonvini), hanno pro-

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posto le celebri e sempre orecchiabili “Singapore” e “Donna Felicità”, I Beati composto da Cesare Baj, Gianfranco Ambrosoli, Daniele Baricci, Paolo Teatini e Maurizio Orlandi, hanno invece interpretato cover di gruppi americani e inglesi. Il presentatore, Leo Valli, ha accolto e intervistato su un divano rosso, posto strategicamente sul palco, i politici che nel corso della serata, si sono cimentati in ruoli a loro non consoni, come la recitazione e il canto. Sorprendente l’esibizione di Leonardo Carioni, presidente dell’amministrazione provinciale che ha interpretato l’ “Emozione non ha voce”, canzone non semplice di Adriano Celentano. Sergio Gaddi, assessore alla Cultura del Comune di Como, si è calato invece nei panni di attore e con voce profonda, ha eseguito brani abilmente tratti da “Le piccole cose che amo di te” di Stefano Benni, “Se” di Rudyard Kipling e “S’i fosse foco arderei ‘l mondo” di Cecco Angiolieri. E restando in tema di politica, Giorgio Pozzi, commissario provinciale di Forza Italia, ha proposto i brani “Un’avventura” di Battisti e “Che sarà” dei Ricchi e Poveri. Grazie anche ad un sapiente gioco di luci, il pubblico, caldo

e sempre partecipe, ha potuto rivivere i fantastici brani degli anni ’70. I Blackstones (Frank Night, Sir Darius McCarthey, Riki Van Der Wall, Lanny Brush e Nick Dylan),band riconosciuta come gruppo autorizzato al tributo di Bob Dylan, ha presentato brani dell’artista statunitense. Infine, I Vintage, gruppo musicale composto da Maurizio Giunco, Massimo Vita, Valter Azzolini e Vanny Patriarca, accompagnato dall’orchestra sinfonica diretta dal maestro Pierangelo Gelmini, ha magistralmente e magicamente, concluso la serata. <Positivo il bilancio della serata – ha commentato Daniele Brunati, patron di “Amici di Como” – i comaschi hanno risposto con il cuore. Siamo riusciti, anche grazie alla preziosa collaborazione di Etv e Corriere di Como, a creare un “magico” gioco di squadra divulgando la musica per una ragione nobile. Uno spettacolo musicale a scopo benefico; oltre 10mila Euro raccolti per l’associazione lariana Sim-patia. I lariani, sono sempre molto generosi e, per restare in tema di musica, hanno generosamente risposto unanimi in modo corale».


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Sopra, da sinistra, Leonardo Carioni, Giorgio Pozzi insieme con Leo Valli; sopra, Sergio Gaddi Above, on the left, Leonardo Carioni, Giorgio Pozzi with Leo Valli; above, Sergio Gaddi

Amici di Como “IN-CANTANO” at … Sociale Rhythm, songs, jokes and lots of good music are the main ingredients of the show “Como che in-canta” (Como sings songs), organized by “Amici di Como”, “Etv” and “Corriere di Como” on Thursday 12th March at the Teatro Sociale. An extraordinary musical show with a charity purpose, in order to help the association “Simpatia” of Valmorea, that takes care of disabled persons. Politicians, entrepreneurs and musicians gave life to a musical kermesse of all respect proposing “ever green” songs of ‘60ies and ‘70ies. Leo Valli, anchorman of the evening, pretended to act like the Italian anchorman Maurizio Costanzo during his “Maurizio Costanzo Show” with the direction of Renzo Pesci. Between gag and jokes of the anchorman, the crowded theatre followed the performances of four bands, which alternated themselves on stage. The Nuovi Angeli (Raffaele Schiavoni, Paki Canzi, Valentina Ferri, Stefano Mellerio, Paolo Pagani e Emilio Bonvini) proposed the famous

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and always catchy “Singapore” and “Donna Felicità”, the Beati, musical group composed by Cesar Baj, Gianfranco Ambrosoli, Daniele Baricci, Paolo Teatini and Maurizio Orlandi, introduced covers of American and English groups. The anchorman, Leo Valli received and interviewed politicians on a red sofa, which was strategically placed on stage, during the evening they tried unusual roles for them, for example acting and singing. Surprising the performance of Leonardo Carioni, President of the Provincial Administration, who sang “Emozione non ha voce” by Adriano Celentano, a song which is not easy to perform. Sergio Gaddi, Councilor of Culture in the Municipality of Como turned to be an actor and with a deep voice, he recited parts of “Le piccole cose che amo di te” by Stefano Benni, “Se” by Rudyard Kipling and “S’i fosse foco arderei ‘l mondo” by Cecco Angiolieri. Continuing with politicians, Giorgio Pozzi, commissioner of Forza Italia, proposed the songs “Un’avventu-

ra” by Battisti and “Che sarà” by Ricchi e Poveri. Thanks also to a good game of lights the public, warmth and always involved, listened to the fantastic songs of ‘70ies. The Blackstones (Frank Night, Sir Darius McCarthey, Riki Van Der Wall, Lanny Brush e Nick Dylan), band known as an authorized group, paid a tribute to Bob Dylan and presented songs of the American artist. At the end, the Vintage, group made by Massimo Vita, Maurizio Giunco, Walter Azzolini and Vanny Patriarca, together with the symphony orchestra, directed by the maestro Pierangelo Gelmini, skillfully and magically, closed the evening. «Positive evening – said Daniele Brunati, patron of “Amici di Como” – the people of Como answered with their heart; more than 10 thousand Euro were given to the association “Sim-patia”. They are always very generous and talking about music, we can say that they answered in a choral way…”»



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Petazzi Costruzioni presenta

la Villa Bianca a Como

Il progetto Villa Bianca a Como in viale Geno Como’s Villa Bianca project in viale Geno

Villa Bianca è incastonata come un diadema tra l’azzurro del lago e il verde della collina in viale Geno, la via più prestigiosa di Como. La dimora ripropone in chiave di estrema modernità il dialogo fra interno ed esterno che anche in passato ha caratterizzato lo stile razionalista delle ville lariane. L’uso raffinato di materiali naturali è una delle più evidenti cifre stilistiche del progetto Villa Bianca. La pietra riveste e protegge, il vetro favorisce il gioco di leggerezza e trasparenza, il legno trasmette all’habitat un calore quasi fisico, il marmo esalta la luminosità grazie alla totale esposizione al sole. Villa Bianca vive e respira, in contatto con gli elementi della natura. E’ prevista la creazione di una piscina, di aree fitness e benessere e di una winery. All’esterno, invece, nel verdeggiante giardino, il piano interrato ospiterà un ampio parcheggio privato e una darsena con posti barca e accesso diretto al lago. Villa Bianca è un’iniziativa di The Carlyle Group, il progetto è dello studio Ardea.

Petazzi Costruzioni presents Villa Bianca in Como Villa Bianca sits tiara-like between the blue of the lake and the green of the hill in Viale Geno, Como’s most prestigious thoroughfare. Villa Bianca offers a very modern take on the dialogue between exterior and interior which has previously been a feature of a rationalist-style villas on Como Lake. One of the most obvious stylistic features of Villa Bianca’s project is the sophisticated use of natural materials. Stone is used to cover and protect, Glass enables the play of light and transparency,

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wood gives the living space ab almost physical warmth thanks to the total exposure to the sun. Villa Bianca lives and breathes in contact with natural elements. At Villa Bianca there will be a swimming pool, health and fitness areas, and a winery. Meanwhile, outside in the lush garden the lower ground floor will house a large private car park together with a dock, with moorage for boats and direct access to the lake.

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Villa Bianca is an initiative by The Carlyle Group, the project is by study Ardea.

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la residenza Parco Sant’Andrea a Menaggio L’uomo e la natura vivono in perfetto equilibrio in questo complesso residenziale di 23 appartamenti a minimo impatto ambientale situato a Menaggio. La montagna ospita il verde dell’opera in un’unione che amplifica la vegetazione preesistente. L’edificio sembra aggiungere natura alla natura. L’ingegner Arturo Montanelli ha sviluppato il progetto in un contesto esclusivo; le unità abitative somigliano a balconi affacciati sul lago che scendono a cascata per terminare in una bellissima piscina. Per la particolare attenzione a tutti gli aspetti di architettura sostenibile e per i materiali utilizzati, l’edificio ha un basso consumo energetico. La pietra domina incontrastata l’intero complesso. Alcuni particolari della residenza con piscina del Parco Sant’Andrea a Menaggio Some Menaggio’s Parco Sant’Andrea residence and swimming-pool particulars

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Residence Parco Sant’Andrea in Menaggio

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Man and nature live in perfect harmony in this residential complex of 23 environmentally friendly appartments in Menaggio. The mountain plays host to the project’s greenery as they combine to enhance the existing flora. It’s as if the building adds nature to nature. Engineer Arturo Montanelli has developed the project in an exclusive context; the residential units resemble balconies overlooking the lake as they cascade down to a beautiful swimming-pool. For the special attention paid to all its architecturally

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sustainable aspects and for the materials used, the building has been classified as Class C. Stone predominates the whole complex.

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PEOPLE

L’architetto Mario Botta, noto a livello internazionale per aver firmato progetti che fanno la storia dell’architettura, durante l’importante convegno tenuto a Porlezza. A destra, il manifesto della serata The architect Mario Botta, known at international level for his projects, which are part of the architecture history, during the important conference held in Porlezza. On the right, the poster of the event

MARIO BOTTA

Fonte di

idee

Il maestro del design ospite illustre di un convegno sull’ architettura di Stefania De Giorgi foto Daniela Tanzi 116


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A destra, al tavolo l’arch. Mario Botta con l’ ing. Daniele Manzolini Sotto un momento del convegno On the right the architect Mario Botta with the engineer Daniele Manzolini Below, a moment of the conference Nella pagina accanto, sotto, un momento del convegno; sopra l’arch. Mario Botta con gli organizzatori Celestino Petazzi e Stefano Selva In the next page, below, a moment of the conference; above the architect Mario Botta with the organizers

Porlezza ha avuto il piacere di ospitare nel marzo scorso, Mario Botta, illustre maestro dell’architettura internazionale. Lo showroom Selva Arredamenti, location d’eccezione, ha inizialmente accolto fotografi e giornalisti che, tra divani, cuscini e complementi d’arredo, hanno avuto modo di conoscere e chiacchierare con Botta sugli aspetti della sua filosofia progettuale di alcune sue opere. Brillante e disponibile, Botta, ha avuto parole di stima nei riguardi della rivista Magic Lake che nel 2007 ha ospitato tra i servizi, una sua intervista in esclusiva. A seguire, un selezionato numero di ospiti ha potuto conoscere, in una situazione conviviale al restaurant

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e wine bar HCP Zero il maestro. Quest’ultimo in maniera curiosa, ha improvvisato schizzi di architetture fantastiche, autografi e dediche sulla ristampa del suo volume “Quasi un diario”. La serata, organizzata da Edil G.F.P. e dagli associati di Amici di Como, Petazzi Costruzioni e Selva arredamenti, ha avuto il suo culmine nel convegno dal titolo “Sogno nella realtà” che ha visto come relatore d’eccezione, proprio l’architetto Mario Botta presentato ed introdotto dall’ing. Daniele Manzolini. Il maestro, ha illustrato alcune sue recenti opere e ha sottolineato la sua interpretazione dello spazio del sacro librandosi dalla


chiesa ettagonale del Santo Volto di Torino alla Sinagoga a Tel Aviv. Ha di seguito raccontato alcuni aspetti singolari relativi alla realizzazione della Cantina Petra a Suvereto, in Toscana rivelando alcuni aneddoti relativi allo sviluppo della progettazione dati dalle particolari esigenze del committente. Il percorso narrativo di Botta, ha abbracciato poi le esperienze in India tra stupore e fascino delle tecniche costruttive locali, proseguendo con il vissuto in lavorativo in Corea del Sud. L’entusiasmo del pubblico era tangibile, ascoltava rapito l’avvicendarsi delle cronache concernenti i cantieri da lui condotti; gli intervenuti rimarcavano le sue avvincenti

descrizioni con applausi scroscianti pieni di calore e gratitudine. Ha voluto poi, dedicare un cenno specifico a Borromini, alle sue origini svizzere e al riconoscimento apportato all’opera del grande maestro barocco con la realizzazione del modello del San Carlino a Lugano. In fase conclusiva, l’architetto Botta, ha esaudito il desiderio dei presenti e ha risposto a domande tecniche e a curiosità, infine facendo riferimento al titolo della serata: “Sogno nella realtà”, ha espresso il suo personale sogno nel cassetto…un convento che potrebbe rappresentare il ciclo della vita.

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Sopra l’arch. Mario Botta autografa la rivista Magic Lake Como’s Review; a lato alcuni tra gli architetti presenti e la giornalista di Magic Lake, Daniela Tanzi Above the architect signes the magazine Magic Lake Como’s review; on the side some achitets and a journalist of Magic Lake, Daniela Tanzi

Source of ideas Master of design famous guest of a conference of architecture Last March Porlezza had the pleasure to guest Mario Botta, famous master of international architecture. In the exceptional location of the showroom Selva Arredamenti photographers and journalists among sofas, cushions and pieces of furniture had the chance to know Botta and to talk with him about his project philosophy of some of his works. Brillant and open, Botta had words of appreciation for the magazine Magic Lake, in 2007 it was published an exclusive interview of him. Later on, a selected number of guests knew the master, in a convi-

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vial situation at the restaurant and wine bar HCP Zero. Botta improvised sketches of fantastic architectures, autographs and dedications on the reprint of his volume“Quasi un diario”. The evening organized by Edil G.F.P. and by the members of Amici di Como, Petazzi Costruzioni and Selva arredamenti reached the highest moment a the conference “Sogno nella realtà” (Dream in reality), the most important speaker was the architect Mario Botta, presented and introduced by the engineer Daniele Manzolini. The master illustrated some of his recent works of art and he stressed his interpretation of the space of the sacred, going from the heptagonal church of Santo Volto in Turin to the Synagogue in Tel Aviv. Then he told some particular aspects about the construction of the Cantina Petra in Suvereto, Tuscany revealing a few anecdotes related to the development of the data processing considering the particular needs of the cu-

stomer. The narrative path of Botta embraced experiences in India between astonishment and fascination of the local construction techniques, continuing with the works in South Korea. The enthusiasm of the public was clear, people were listening to the succession of the descriptions about his building sites; the public was stressing the interesting descriptions with thunderous applauses rich in warmth and gratitude. Then he wanted to dedicate a specific mention to Borromini, to his Swiss origins and to the recognition given to the work of the great baroque master with the realization of the model of San Carlino in Lugano. At the end, the architect Botta fulfilled the wish of the public and he answered to technical questions and curiosities and referring to the title of the evening “Sogno nella realtà” (Dream in reality) he expressed his personal dream…a convent which could represent the cycle of life.



PEOPLE

Bruno FABIO Massa

L’ESCLUSIVO

lifestyle firmato

VILLA D’ESTE di Elisabetta Comerio foto A3 INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

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foto Mattia Vacca


Alcuni capi della collezione 2009 Items of clothing of the collection 2009

Ad un anno dalla nascita dell’idea che ha dato vita a questo ambizioso progetto, Bruno Massa, già direttore generale della Daks Simpson e oggi responsabile del piano di sviluppo del brand “Villa d’Este”, racconta la filosofia, la ricerca e lo sviluppo dei prodotti d’eccellenza legati imprescindibilmente al nostro territorio. Esperto nel settore del fashion e del lusso, Bruno Massa ha sposato con entusiasmo l’idea della Società Villa d’Este e ha apportato un valore aggiunto, fatto di gusto e lunga esperienza maturata nel settore della moda, alla collezione di prodotti che saranno presentati nel corso del 2009: dall’abbigliamento al profumo, dalle proposte per la casa al food. Come è nata la sinergia tra lei e il Grand Hotel Villa d’Este? «Circa un anno fa sono partiti diversi studi e

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verifiche per capire quale direzione potesse prendere un’espansione dell’attività del gruppo Villa d’Este. Attraverso uno studio internazionale, si è evidenziato come il nome Villa d’Este goda di una notorietà del marchio molto alta presso un consumatore d’èlite in tutti mercati del mondo: dall’Asia alla Russia, dall’India all’Europa e soprattutto negli Stati Uniti, dove Villa d’Este è un’icona di benessere ed eleganza. In un periodo in cui i grandi della moda - Versace, Bulgari, Armani e Moschino - si cimentano nell’hotellerie, noi abbiamo scelto di intraprendere un’iniziativa di brand extension controcorrente: creare un’estensione dei prodotti a marchio Villa d’Este, legittimati dalla presenza di una villa che racchiude al suo interno 500 anni di storia e tradizione. Crediamo che avere un

marchio noto, con una storia bellissima da raccontare, sia un elemento fondamentale per questa operazione.» In un mercato così ampio, quale pensa che sia il valore aggiunto di questi prodotti? «Rifuggiamo i corridoi caotici della moda, ma puntiamo sul lifestyle, offrendo una vasta gamma di prodotti di classe. Tutte le proposte saranno ovviamente di altissima qualità, coerenti con l’immagine di eleganza dell’hotel. Resteremo ancorati ad un livello qualitativo senza compromessi, rifiutando l’idea di far parte di quella serie di brand che utilizzano un’immagine prestigiosa per vendere prodotti più commerciali. Le nostre collezioni racchiuderanno l’essenza del buon gusto, del lusso, riservando molta attenzione al particolare, proponendo anche


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prodotti fatti su misura.» Dove saranno distribuiti i prodotti del brand Villa d’Este? «I punti di distribuzione saranno individuati in una selezione dei più prestigiosi department stores internazionali, cominciando dall’Italia per poi aprirci all’Europa e al mondo, accanto a boutique specializzate, oltre che naturalmente all’interno dello stesso hotel». Quanto Made in Como e quanto Made in Italy nei vostri prodotti? «Prettamente Made in Como sarà la parte degli accessori che viene dal settore serico. Vantiamo la collaborazione con la Iltex di Como, Alcuni accessori della collezione 2009 Accessories of the collection 2009

specializzata nella produzione di accessori di seta e cashmere, che realizzerà tutta la parte dei fouldards e delle sciarpe. Tutto il resto sarà prodotto non soltanto nel Comasco, ma nelle regioni del nord Italia, attraverso la scelta di aziende eccellenti nel loro settore». Ritiene che l’uscita del brand potrà incidere positivamente sul turismo, promuovendo il Lago di Como? «Ci auguriamo che l’operazione possa portare un contributo in questo senso. Promuovendo i prodotti con il marchio Villa d’Este nel mondo, andremo a raccontare, sia attraverso eventi stampa locali sia attraverso materiale che sarà realizzato e connesso a tutti i prodotti, la storia del territorio e di una delle sue eccellenze. Ogni prodotto sarà infatti corredato da un book history, monografico

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del Grand Hotel Villa d’Este e quindi del Lago di Como». Quali le tappe di presentazione dei prodotti della collezione griffata Villa d’Este? «Al Salone del Mobile, in aprile, sono presentate le collezioni di corredi ed accessori per la casa. In autunno sarà invece la volta dei prodotti per il benessere e la persona, dedicati al wellness della SPA di Villa d’Este, unitamente a una prima selezione di prodotti food. A questo proposito, stiamo lavorando per trovare e comprendere quali potrebbero essere i piatti tipici del Lago di Como da far rientrare nella nostra offerta. È in corso, poi, la presentazione della linea di abbigliamento e del luggage».


THE EXCLUSIVE lifestyle signed

Villa d’Este

A year ago Bruno Massa gave birth to the idea that has given life to this ambitious project. He was already General Director of DAKS Simpson and today he has become responsible for the development plan of the brand “Villa d’Este”, he explains philosophy, research and development of the products of excellence that are deeply linked to our territory. Expert in the field of fashion and luxury, Bruno Massa has welcomed with enthusiasm the idea of the Società Villa d’Este and he brought an added value, made of taste and long experience which came from the world of fashion, to the collection of products which are presented in 2009: from clo-

thing to perfume, from house to food. Where did the synergy between you Villa d’Este come from? «A year ago studies and controls were carried out in order to understand what type of growth the group Villa d’Este could develop. Thanks to an international study it was stressed that the name Villa d’Este has a very high brand fame among elite consumers all over the world: from Asia to Russia, from India to Europe and above all in the United States, where Villa d’Este means wealth and elegance. In a time when the most important fashion designers – Versace, Bulgari, Armani and Moschino – are experiencing the hotellerie, we decided to start the project of brand extension against the mainstream: create an extension of the products with the brand

Villa d’Este, legitimated by the presence of a villa which contains 500 years of history and tradition. We believe we have a famous brand, a beautiful story to tell and this is very important for this operation. » In such a big market, what is the added value of these products? «We avoid the chaotic corridors of fashion, but we rely on life style, offering a wide range of products of class. All the proposals will be of the highest quality, consistent with the image of elegance of the hotel. We will remain anchored to a level of quality without compromises, refusing the idea of being part of a series of brands which use a prestigious image to sell commercial products. Our collections will include the essence of good taste and luxury, reserving much attention

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Sotto alcuni capi della nuova collezione Below some items of clothing of the new collection

to the particular and proposing customized solutions.» Where will the products of the brand Villa d’Este be distributed? «The points of distribution will be identified among a selection of the most prestigious department stores in the world, first in Italy and then in Europe and in the world, next to specialized boutique and of course in the hotel itself.» How much Made in Como and how much Made in Italy in your products? «Mainly Made in Como will be the part of the accessories which comes from the silk industry. We boast the collaboration with Iltex in Como, specialized in the production of accessories of silk and cashmere, which will

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produce foulards and scarves. All the rest will be produced not exactly in the Como area, but in the regions of the north of Italy, selecting companies which reach the excellence in their sectors.» Do you think that the brand can have a positive effect on tourism and on the promotion of Lake Como? «We hope that this operation can bring a contribution in this direction. By promoting the products with the brand Villa d’Este in the world, we are going to tell both through the events promoted by the local press and through the material which will be realized and connected to all the products, the history of the territory and of one of its excellence. Each product will be accompanied by a mo-

nographic book history of the Grand Hotel Villa d’Este and therefore of Lake Como.» What are the stages of presentation of the products of the collection called Villa d’Este? «At the Salone del Mobile, in April, we will present the collections of equipment and accessories for the house. In autumn it’s the turn of the products for wellbeing and personal care, dedicated to the wellness of the SPA in Villa d’Este, together with a first selection of food products. In this respect, we are working to find and understand what are the typical products of Lake Como to include in our offer. Then, the presentation of the clothing line and of the luggage is ongoing.»



EVENTI

L’abitare contemporaneo In vetrina al SaLone

del

MobiLe

di Marcello Dubini foto Archivio Cosmit

Quattro saloni per mostrare e raccontare le forme, i colori e i materiali dell’abitare contemporaneo, con uno sguardo aperto sulle suggestioni del futuro. E con la complicità di Milano, capitale del design che per l’occasione allestisce una miriade di appuntamenti paralleli, all’insegna della creatività. Fulcro delle manifestazioni sarà il moderno quartiere fieristico di Rho, che dal 22 al 27 aprile ospiterà “The Event”, come sono state ribattezzate le quattro rassegne che si intersecheranno negli oltre 200mila metri quadrati di avveniristici spazi espositivi di Fiera Milano. Al “Salone Internazionale del Mobile”, giunto alla 48ª edizione, si sono via via affiancati negli anni “Euroluce”, il “Salone Internazionale del Complemento d’Arredo” e il “SaloneSatellite”. Un mix di appuntamenti che nello scorso anno ha richiamato più di 348mila operatori

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giunti da 160 Paesi del mondo e che tra pochi giorni schiererà oltre 2.500 espositori. Una rassegna che si appresta ad aprire all’insegna dell’entusiasmo e dell’ottimismo, nonostante le difficoltà dei mercati di mezzo mondo. «In questa crisi economica c’è una componente importante che è determinata dal clima di sfiducia – sottolinea Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit, l’ente fieristico che dal 1961 organizza la manifestazione in collaborazione con Federlegno-Arredo - Occorre che le imprese facciano un forte investimento in una comunicazione positiva e orientata a far percepire il loro sforzo di innovazione in termini di prodotti e processi. Per la prima volta dobbiamo porci il problema non solo di come uscire dalla crisi, ma anche di come farlo percepire al mercato». Anche per questo motivo la gamma di proposte del “Salone del Mobile” e della 23ª

di Andrea Bambace e Laura Bernasconi (C.R.E.A.)


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TERRITORIO

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A sinistra e nelle pagine precedenti e sotto, alcune immagini della passata edizione del Salone del Mobile Left, on the previous pages and under, some images of Salone del Mobile’s last year edition

edizione del “Salone del Complemento d’Arredo” sarà ampia e variegata, con una panoramica esaustiva sull’arredo per la casa, sia per quanto riguarda le tipologie - dal pezzo unico al coordinato - sia negli stili, dal classico al design, dal moderno alle nuove tendenze. Ricca anche la vetrina offerta dalla 25ª edizione di “Euroluce”, rassegna dedicata all’illuminazione. Sarà invece la 12ª volta per il “SaloneSatellite”, palcoscenico privilegiato per 700 giovani designer, rigorosamente under 35, in gran parte provenienti dall’estero. L’ingresso a “The Event” è riservato agli operatori, eccezion fatta per il “SaloneSatellite”, aperto al pubblico ogni giorno, dalle 9.30 alle 18.30. E domenica 26 aprile tutti e quattro i saloni spalancheranno le porte anche ai non addetti ai lavori, sempre dalle 9.30 alle 18.30 (www.cosmit.it). L’offerta dei “Saloni” non si ferma però qui, ma invade il centro della metropoli, con eventi collaterali organizzati in collaborazione con il Comune di Milano, che ha messo a disposizione Palazzo Reale, prestigiosa sede espositiva a due passi dal Duomo. Dal 22 aprile al 21 giugno lo storico edificio ospiterà la mostra “Magnificenza e Progetto. Cinquecento anni di grandi mobili italiani a confronto”, dedicata alla riscoperta delle origini del made in Italy attraverso una carrellata di arredi moderni e antichi. La luce sarà invece la protagonista dell’installazione dell’artista britannico Cerith Wyn Evans, dal titolo “INVOCATION (I call your image to mind)”, che nello stesso periodo avrà come sfondo il cortile di Palazzo Reale.

MODERN living In centre state at SalONE

del

MObilE Four halls displaying and describing the shapes, colours and materials of modern living, with eyes wide open to future trends. Hand in hand with design capital Milan which will be setting up a miriad of parallel events with a creative slant for the occasion. Playing a pivotal role in the exhibition will be the modern fair complex of Rho which from 22nd to 27th April will be hosting ‘The Event’, as the four shows criss-crossing more than 200,000 sq m of Fiera Milano’s futuristic display areas have been renamed. The ‘Salone Internazionale del Mobile’ furniture fair now in its 48th edition has over the years been joined by the ‘Euroluce’ light fair, the ‘Salone Internazionale del Complemento Arredo’ furnishings accessories fair and the ‘SaloneSatellite’.

So there’s a mix of options which last year attracted more than 348,000 operators from 160 different countries, and which will shortly see 2,500 exhibitors manning the stands. “In this period of recession there’s an imporatant component determined by the climate of no confidence,” points out Carlo Goglielmi the president of Cosmit (the fair consortium which has been organising the event in collaboration with Federlegno- Arredo). “Firms need to invest strongly in positive communication to show the effort being taken to be innovative in terms of products and processes. For the first time we’re faced with the problem of not just getting through the recession but also getting this across on the market place.” For this reason too the product range at ‘Salone del Mobile’ and at the 23rd edition of ‘Salone del Complemento d’Arredo’ will be wide and varied, with an exhaustive display of home furnishing both regarding types – from one-piece to modular – and styles – from classic to design, from modern to new trend. Rich too will be the shop-window on offer at the 25th edition of ‘Euroluce’, the lighting exhibition. It’s the 12th time on the other hand for ‘SaloneSatellite’ where 700 mostly foreign under 35-year-old designers will enjoy the privilege of being centre stage. Admission to ‘The Event’ is restricted to sector operators, except for ‘SaloneSatellite’ which will also be open to the public everyday from 9.30am - 6.30pm. And on Sunday 26th April all 4 exhibitions will open their doors to the general public from 9.30am - 6.30pm (www. cosmit.it).

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EVENTI

Il mondo a ProPoste di Viviana Dalla Pria foto Archivio Studio Michelangelo

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Prestigiosa anteprima del tessuto d’arredamento e del tendaggio a Cernobbio


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Si apre il prossimo 6 maggio (e si chiuderà l’8) a Villa Erba di Cernobbio, la XVII edizione di “Proposte”, l’anteprima mondiale del tessuto d’arredamento e del tendaggio promossa da Ascontex Promozioni e Consorzio Tendaggio Italiano. La presentazione dell’evento è stata organizzata a Milano nella Sala Cenacolo del Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci. «Un luogo dedicato alla scienza e alla cultura è la prova che “Proposte” trova valido supporto nei contenuti di arte e di storia che accompagnano da sempre il mondo dell’interior textile, ha spiegato il presidente di “Proposte”, Piercarlo Viganò. «Il museo ha messo in funzione nell’occasione un telaio costruito su disegno di Leonardo. La nostra fiera crede nella cultura, e non potrebbe essere diversamente, dato che la cultura scorre trasversale nell’intera attività dell’industria tessile. La prova di ciò è il volume “Tessuti del Novecento” voluto da “Proposte” e stampato dall’editore Skira che vi è stato presentato l’anno scorso da Chiara Buss durante la nostra conferenza stampa nella sede de “Il Sole 24 Ore”», ha aggiunto Viganò. È intervenuto invece sulla crisi economica il consigliere Mauro Cavelli: «La nostra posizione come industriali è di agire con forza e impegnare al massimo la struttura produttiva, perché ci sono considerazioni inconfutabili per sperare e “Proposte” - per la serietà nella selezione, la qualità dell’aggregazione industriale che rappresenta - è e resterà lo strumento migliore per l’incontro tra imprenditoria e buyer di rilevanza mondiale». La visita agli stand di Villa Erba a Cernobbio consentirà di rilevare gli ultimi orientamenti del “best of” della produzione tessile europea. Ciò va attribuito al rinnovato e amplificato impegno che gli espositori hanno sostenuto per fronteggiare le reali difficoltà esistenti al momento in tutti i Paesi.

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La strategia industriale alla base del successo di “Proposte” poggia su tre aspetti precisi. Il primo è la miscela vincente ricerca-sviluppo-creatività-design tessile-innovazione. Il secondo è l’indagine costante dei mercati mondiali e dei rispettivi canali di commercializzazione. Il terzo è l’attenzione a cultura + arte, a supporto del core business di Proposte che è l’interior textile. Previsto anche quest’anno per la serata di giovedì 7 maggio un evento musicale con il Tangaria Quartet di Richard Galliano e special guest Hamilton de Holanda.

Sopra e nelle pagine precedenti, tessuti, allestimenti e visitatori durante la passata edizione di “Proposte” a Villa Erba Above and on the previous pages, fabrics, fittings and visitors during last year “Proposte” at Villa Erba


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The world at ProPosTe Prestigious preview of Furnishing and Curtaining Fabrics

From 6th to 8th May Villa Erba in Cernobbio will be hosting the 17th edition of Proposte, the world preview of furnishing and curtaining fabrics organised by Ascontex Promozioni and Consorzio Tendaggio Italiano. The presentation of the event was held in Milan in the Sala Cenacolo of the Leonardo da Vinci Museum. “The choice of a place devoted to science and culture is an endorsement of the fact that Proposte is based on aspects of art and history which have always been part of the interior textile world,” was how Proposte’s President Piero Viganò put it. To mark the occasion the Museum has made a loom designed by Leonardo operational. Visitors to the stands in Cernobbio’s Villa Erba will be given the low-down on the latest ‘best of’ trends in European fabrics production. It’s all down to the renewed wider-ranging commitment undertaken by exhibitors to face down the current difficulties worldwide. The industrial strategy underpinning Proposte’s success is based on a winning mix of innovative textile research/development/creativity/ de-

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sign, by constantly monitoring world markets and focussing on Culture + Art. On Thursday 7th May there will once more be a musical evening with Richard Galliano’s Tangaria Quartet featuring special guest Hamilton de Holanda.

Tessuto d’arredamento protagonista a Proposte dal 6 all’8 maggio a Villa Erba di Cernobbio Fabric furniture protagonist at Proposte May 6-8 at Villa Erba in Cernobbio


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Chagall, Kandinsky, Malevicˇ

Maestri dell’AvAnguArdiA russA

AAdestra, destra,due dueopere operedidiKazimir KazimirMalevic, Malevic, “Realismo “Realismopittorico pittoricodidiuna unacontadina contadina aadue duedimensioni”, dimensioni”,1915, 1915,olio oliosusutela tela 53x53 53x53ee“Testa “Testadidicontadino” contadino”,,192819281929, 1929,olio oliosusucompensato compensato69x55 69x55 Right, Right,two twoworks worksbybyKazimir KazimirMalevic Malevic ‘Pictorial ‘PictorialRealism Realismofofaapeasant peasantwoman woman inintwo twodimensions’ dimensions’,1915, ,1915,oil oilon oncanvas canvas 53x53 53x53and and‘Head ‘Headofofaapeasant’ peasant’, ,192819281929, 1929,oil oilon onplywood plywood69x55 69x55

A Villa Olmo geometrie e colori del Ventesimo secolo

testo testodidiLorenzo LorenzoMorandotti Morandotti

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Como si conferma crocevia d’arte internazionale e appuntamento fisso di un circuito espositivo di livello europeo, con la mostra “Chagall, Kandinsky, Malevic. Maestri dell’Avanguardia russa”, aperta fino a luglio. Si tratta della sesta tappa del progetto espositivo che ha portato nelle nove sale al pianterreno della storica dimora neoclassica di Villa Olmo, in via Cantoni, ben 400mila visitatori in cinque anni, dal 2004 a oggi. La rassegna, curata da Sergio Gaddi ed Evgenia Petrova - rispettivamente assessore alla Cultura di Como e responsabile dei musei d’arte russi - mette in scena - con il sobrio allestimento dell’architetto Ciro Mariani che sfrutta illuminazione a fibre ottiche e stampe su tessuti “hi tech” dell’azienda Menphis - ottanta opere, tra oli, tempere e disegni, provenienti dai maggiori musei e collezioni private russe. L’evento permette di ammirare opere dal primo decennio sino all’inizio degli anni Trenta del Novecento, di un formidabile poker d’assi della pittura: Vasilij Kandinsky, Marc Chagall, Kazimir Malevic e Pavel Filonov. La mostra è un’occasione preziosa, nell’anno che celebra il centenario del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti (morto proprio sul lago a Bellagio nel 1944) per far luce sul

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periodo di affermazione e successiva crisi delle Avanguardie storiche, e cioè di quei movimenti che, come sottolinea Gaddi, «allontanano il linguaggio dell’arte dalla logica della tradizione e della borghesia, superando la visione dominante dell’impressionismo francese per dare vita alle innovazioni formali del cubofuturismo, alle tensioni del suprematismo e alla modernità rarefatta dell’astrazione, fino alla svolta realista imposta da Stalin nel 1934». Tra le opere di maggior importanza e fascino si incontrano i dipinti astratti di Kandinsky realizzati tra il 1915 e il 1919, come “Due ovali” e “Ouverture”. Bordo viola, entrambi del 1919, o i due oli su vetro del 1918 intitolati “La cavallerizza” e “La cavallerizza sulla collina”. Da meditare a lungo, per la potenza espressiva nell’uso del colore e nella composizione dell’immagine, è poi il dipinto “Studio di case su una collina”, dal museo russo di San Pietroburgo, opera che compie giusto un secolo di vita ed è una delle più celebri del maestro. Su Malevic la mostra comasca offre la possibiltà di uno sguardo esaustivo con oltre 20 lavori, dall’apertura in chiave “europea” e cioè impressionista, postimpressionista e Nabis - come in “Autoritratto” del 1910, pas-

sando attraverso le opere cubofuturiste, alla fase suprematista culminante nel celeberrimo “Quadrato rosso” del 1915. A Villa Olmo spicca pure la ricostruzione, fin nei minimi particolari, della stanza di Marc Chagall, con tutti i mobili e le suppellettili, in cui il grande pittore russo visse e lavorò, quando abitava a Vitebsk, sua città natale.

Sopra, Marc Chagall, “L’ebreo rosso”, 1915, olio su cartone 100x80,5 e “Lo specchio” ,1915, olio su cartone 100x81 A destra, Wassily Kandinsky “Due ovali”, 1919, olio su tela 107x89,5 e “Amazzone sulle montagne”, 1918 , olio e smalto su vetro 31x24,7 Above, Marc Chagall, ‘Red Jew’ 1915 oil on cardboard 100x80.5 and ‘The Mirror’, 1915, oil on cardboard 100x81 Right, Wassily Kandinsky ‘Two ovals’, 1919, oil on canvas 107x89.5 and ‘Amazon in the Mountains’, 1918, oil and enamel on glass 31x24.7


Chagall, Kandinsky, Malevicˇ

Russian Avant-garde Masters at VILLA OLMO

Como confirms its position on the international art crossroads and its periodic appointment on the European exhibition circuit with the exhibition ‘Chagall, Kandinsky, Malevic. Russian Avant-garde Masters’, on until July. It’s the 6th of an exhibition project held in the nine groundfloor halls of the historic neoclassical residence of Villa Olmo in Via Cantoni, which has welcomed no fewer than 400,000 visitors over 5 years from 2004 to today. The collection under the tutelage of curators Sergio Gaddi and Evgenia Petrova (respectively Como’s councillor for culture and the head of Russian art museums) is displaying – with architect Ciro Mariani’s sober decor using fibre-optic illumination and ‘hi-tech’ fabric prints by the firm Menphis – 80 works including oils, tempere and drawings from Russia’s leading museums and private collections. The event will enable you to admire works from the first decade of the last century up until the early 1930s, by a formidable group of painting’s

big shots: Vasilij Kandinsky, Marc Chagall, Kazimir Malevic and Pavel Filonov. In the year marking the centenary of Filippo Tommaso’s Futurism (who actually died on the lake in Bellagio in 1944), the exhibition is a precious opportunity to shed some light on the period covering the rise and eventual demise of the Historic Avant-guarde Movement, i.e. of those movements which Gaddi asserts: “Divorce the language of art from bourgeoise logic and tradition, breaking free from the domineering vision of French Impressionism to give life to the formal innovations of cubofuturism, the tensions of suprematism and the rarified modernity of abstraction, up to the realist turning point imposed by Stalin in 1934.” Some of the most important and fascinating works are represented by Kandinsky’s abstract paintings undertaken between 1915 and 1919, such as ‘Two Ovals’ and ‘Ouverture, Violet Border’ both from 1919; or the two oils on glass from 1918 entitled ‘The Horsewoman’ and ‘The Horsewoman on the Hill’. Meriting lengthy meditation for its expressive power in the use of colour and the composition of its depiction is the painting ‘Study of Houses on a Hill’ from the Russian museum in St Petersburg, a work just coming up to its 100th birthday and one of the master’s most celebrated works.

In the case of Malevic the Como exhibition offers you an in-depth look with over 20 works with an initial ‘European’ slant, i.e. impressionist, postimpressionist and Nabis – as in Self-portrait from 1910, via cubofuturistic works to the suprematist period culminating in the highly renowned ‘Red Square’ of 1915. Villa Olmo features a highly detailed reconstruction of Marc Chagall’s room with all its furniture and furnishings where the great Russian painter lived and worked in his native town Vitebsk.

CHAGALL, KANDINSKY, MALEVIČ Maestri dell’Avanguardia russa Fino al 26 luglio Dove: Villa Olmo in via Cantoni 1 a Como Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9-20 venerdì, sabato e domenica 9-22 lunedì chiuso Infoline: tel. 02. 54918 Prenotazione Gruppi locali: tel. 031.571979 – fax. 031.3385561 Sito internet: www.grandimostrecomo.it

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A destra, Ercole Pignatelli, nella pagina accanto e nell’articolo alcune delle sue opere On the right, Ercole Pignatelli; on next pages some of his works

ERCOLE PIGNATELLI Un Viaggio

senza fine di Daniela Tanzi foto Carlo Pozzoni INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE Ama descriversi come responsabile e perennemente nel dubbio della ricerca. Noi invece, preferiamo parlare semplicemente di un grande artista. A Milano, tra uno schizzo, un bozzetto e due battute, abbiamo scoperto il presente, il passato e forse il futuro di Ercole Pignatelli. Sguardo attento e parlantina sciolta, nel suo atelier, dove il disordine ha le sembianze di un’opera d’arte incompiuta, si snoda la nostra chiacchierata.

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<Sono nato a Lecce nel 1935 – racconta Pignatelli - ho iniziato presto a dipingere, avevo sette anni e facevo la terza elementare>. Siamo però curiosi di conoscere da vicino la sua tecnica. <La mia tecnica? – incalza e sorride Ercole – fa parte della mia consapevole instabilità; potrebbe sembrare un discorso negativo ma, mi porta invece alla ricerca continua di un miglioramento. Noi artisti, lavoriamo e navighiamo su un filo come gli acrobati; è un filo sottilissimo, e se non si pone atten-


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zione, si può anche cadere e purtroppo, certe volte, sotto non c’è la rete…>. Cosa desidera trasmettere con le sue opere? <Non so esattamente cosa gli altri possano vedere o percepire dai miei dipinti; io disegno con il cuore, con la mente e con l’istinto, le mie sono opere che sento dall’interno, dall’anima, poi in seguito imprimo il mio pensiero sulla tela. C’è una particolarità che vorrei sottolineare: sono curioso e provocatorio, amo mettermi a lavorare quando ho un impegno da un’altra parte…con l’acqua alla gola. Quando creo, amo ascoltare Vivaldi, Mozart, Schubert, Straviskij, Bartok. L’ispirazione è molto importante e fondamentale. Nella mia lunga carriera artistica, ho avuto il piacere di incontrare tante donne ma, è stata sicuramente e lo è ancora Gabriella, mia compagna, la mia musa ispiratrice>. Fino ad ora, abbiamo analizzato il presente ma, se le dico Bar Jamaica, cosa le viene in mente? Ercole, alza lo sguardo al cielo e sorride.. <Sono arrivato a Milano il 20 novembre del 1953. I primi tempi del soggiorno milanese, sono stati tutt’altro che semplici. La mia avventura nel mondo dell’arte, dei dipinti e dei quadri, è iniziata a Palazzo Reale con la mostra di Picasso. Sono stato talmente folgorato da questo grandissimo artista che, ogni giorno, per un mese intero, non mancavo di visitare le sue opere. La mia prima stanza in affitto, era in via Formentini 5, nel quartiere di Brera, proprio vicino al Bar Jamaica frequentato da pittori, poeti e critici. Ho incontrato e conosciuto tantissimi personaggi: Salvatore Quasimodo, Ugo Mulas, Milena Milani, Lucio Fontana, Piero Manzoni. Con Fontana si instaurò subito un sodalizio che è durato dal 1953 al 1968 anno della sua morte. Ci scambiavamo i quadri e lo frequentavo quasi giornalmente portando con me una carica vitale che riusciva a trasmettermi mentre lo guardavo lavorare. E’ stato un pilastro e una sicurezza per tanti giovani come me>. E’ un nuova realtà per Pignatelli che ben presto, si avvicina al movimento culturale milanese, dal quale si trova a condividere gli interessi di rinnovamento: la sua arte inizia ad abbracciare intonazioni più smaglianti con infinite varianti di raffigurazioni. Peppino Palazzoli, direttore della Galleria Blu, gli commissiona alcuni dipinti. Nel novembre del 1954, Pignatelli, a Milano, vince il Premio

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San Fedele per i giovani. Da questo momento, il suo percorso artistico diventerà un susseguirsi di riconoscimenti. Ma il suo primo vero mercante rimane Carlo Cardazzo che gli acquista il primo quadro dipinto a Milano nel dicembre del 1953 nel gelido sgabuzzino di un metro quadrato di via Formentini. Pignatelli aveva 18 anni. Cardazzo lo presenta al Cavallino di Venezia, qui incontra il poeta Raffaele Carrieri che gli dedica il primo articolo su Epoca: “Ercole Pignatelli il ragazzo rondine”. La nostra chiacchierata, si snoda tra passato e futuro senza tralasciare il presente. <Ho tre figli – incalza Pignatelli – tutti artisti. Daniele è regista cinematografico, Luca è pittore, Francesco fotografo d’arte, ognuno

con una sua ben precisa personalità e un’altrettanto precisa collocazione nel mondo dell’arte. Insomma, siamo una famiglia che da sempre vive di immagini, sensazioni ed emozioni. I nostri sensi sono preziosi e inseparabili strumenti>. Lei ha una residenza a Garzola, cosa le piace della nostra città? <Como è fantastica, suggestivo è il centro storico, a Garzola, ho il mio angolo di pace dove raccolgo ed elaboro i miei più intimi pensieri>. Dopo tantissimi anni di dorato esilio tra Milano e Como, quali sono i rapporti che ha ancora con la sua terra? <In fondo, non mi sono mai allontanato completamente, ho ancora ottimi contatti con i

miei amici. C’è un fatto curioso che mi ha portato a pensare quanto sia forte il destino nella vita di una persona. Circa quindici anni fa, a Como, ho conosciuto Claudio Quarta, leccese anche lui, divenuto poi mio grande sostenitore nonché amico. Abbiamo tanti progetti e sogni che desideriamo realizzare>. Rimanendo in tema di sogni, ha un sogno nel cassetto? <Ne avrei diversi, vorrei riuscire ad arrivare ad un punto della mia carriera artistica e poter dire “mi fermo”, quel che ho fatto ho fatto ma, per giungere a tale traguardo, mi rendo anche conto che ci sarebbe ancora tanto da percorrere. Impossibile fare previsioni soprattutto in questo mestiere perché la vita di un artista è come un viaggio senza fine>.

ERCOLE PIGNATELLI

Ercole Pignatelli is not just an artist… he is a great artist. Eclectic, charismatic and always ready to joke. He was born in Lecce in 1935 and he moved to Milan in 1953. Painter of international fame, curious and provocative, he loves to draw with his heart, his mind and his instinct. When he creates, he likes listening to Vivaldi, Mozart, Bartok. <Inspiration – explains Pignatelli – is very important and fundamental. In my long artistic career, I had the pleasure to meet many women but Gabriella was and is still my muse, who inspires me>. Pignatelli met and collaborated with important artists: Salvatore Quasimodo, Ugo Mulas, Milena Milani, Lucio Fonta-

na, Piero Manzoni. Pignatelli lives in Milan, but he also has a house in Garzola…<Como is fantastic – explains the artist – the historic centre is suggestive and in Garzola I have my corner of peace, where I collect and draw up my most intimate thoughts>. Do you have an unfulfilled dream? <I have many, I wish I could reach a point of my career and be able to say “I can stop here”, I made what I made, but to achieve this goal I know that there is still a long way to go. It is impossible to make forecasts, especially in this job, because the life of an artist is a never ending journey>.

A never ending JOURNEY

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PEOPLE

FRANCO SOLDAINI DA 50 ANNI

Maestro del gusto

di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni ANTEPRIMA PER MAGIC LAKE

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Da sinistra, Franco Soldaini al Grand Hotel di Roma 1959 e al Grand Hotel di Sondrio 1967 On the left, Franco Soldaini at the Grand Hotel di Roma 1959 and at Grand Hotel di Sondrio 1967

A lato, Franco Soldaini con Amintore Fanfani al Grand Hotel di Bellagio 1969 On the left, Franco Soldaini with Amintore Fanfani at Grand Hotel of Bellagio 1969

Da sinistra, Franco Soldaini con lo Chef Giannino Sala al Grand Hotel di Bellagio 1969 On the left, Franco Soldaini con lo Chef Giannino Sala at Grand Hotel di Bellagio 1969

“Il contraddittorio è l’essenza della persona che si ritiene normalmente intelligente.” Questa la filosofia che da cinquant’anni guida Franco Soldaini, oggi direttore dell’Istituto Alberghiero Gianni Brera, nella sua professione. Un uomo di una classe incomparabile, che opera con passione, che ama mettersi in discussione. Ci racconti come è arrivato fino alle rive del nostro lago. «Dopo il Liceo Alberghiero di Strasburgo, ho iniziato a girare nei vari Paesi europei ed extraeuropei. Nell’aprile del 1959, l’Ente Nazionale Addestramento Lavoratori del Commercio mi destina a Castelfusano. Lì ho il primo contatto con Bellagio grazie all’incontro con il Sig. Vignati, direttore dell’albergo e origi-

nario proprio di quel luogo, al tempo a me sconosciuto. Esattamente dieci anni dopo, nell’aprile del ’69, arrivo a dirigere la più importante scuola alberghiera d’Italia, proprio a Bellagio. Tra il ’59 e il ‘69, lavoro in diverse città italiane, ma ho buoni motivi per dire che le ragioni del cuore sono tutte in Lombardia: nel 1963, infatti, mi mandano a Salice Terme, dove conosco mia moglie. A Bellagio ho fatto un percorso durato quasi 14 anni, in una scuola già eccellente nel suo campo grazie alla presenza di alcuni insegnanti non comuni: Luigi Marcolini, un grandissimo maître d’albergo, con una classe eccelsa, Giannino Sala, un grande chef, uomo di perfetto equilibrio e straordinaria bravura, e Aldo Restelli, un concierge, un personaggio incredibile,

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Sopra, Franco Soldaini all’ Istituto G. Brera con un gruppo di allievi Above, Franco Soldaini at Istituto G. Brera with a group of students

pieno di attenzioni e di classe.» Qual è stato primo impatto con il lago? «Durante la stagione bellagina mi sono innamorato del lago e ho deciso di non lasciarlo più. Ricordo l’amicizia che mi ha legato a tutta la popolazione, l’incredibile disponibilità degli abitanti. Ne ho avuto la prova appena arrivato a Bellagio quando sono stato invitato dai miei coscritti a mangiare un piatto strano che io, pieno di cucina internazionale e piatti raffinati, non avevo mai assaggiato: il “tocc”. Arrivato come ospite in questa casa, assisto ad un rito sconosciuto ed affascinante: tre uomini muscolosi alle prese con un paiolo messo sui carboni accesi, dove cuocevano polenta e formaggio. A turno, poi, ci si avvicinava al paiolo per prendere la polenta, servendosi con le mani. Da questo piatto, è nata la voglia di riesumare tutta la tradizione locale: ho “sguinzagliato i miei prodi” alle sagre di paese e nelle famiglie, così che potessero tornare con ricettari straordinari. Non si va in un luogo portando le proprie abitudini, ma, al contrario, si cerca di apprendere le tradizioni e i costumi locali.»

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Quindi 50 anni di formazione professionale. Cosa significa per lei “formare” i ragazzi di domani? «La formazione professionale non può esprimere solo una tecnica da acquisire, ma racchiude anche l’insegnamento della buona educazione, la capacità di porsi nei riguardi degli altri. È altresì necessario che i giovani sappiano che senza la cultura non si va da nessuna parte: e mi riferisco alle lingue straniere, oltre a italiano, storia e geografia, materie scientifiche. Da parte nostra, è necessario, per essere buoni insegnanti, dimostrare fiducia nei giovani, rappresentare per loro un esempio, guadagnandone il rispetto. Ci vuole amore, una parola grande, di cui spesso si abusa e che spesso è fraintesa, ma che significa avere a cuore ogni persona e il suo futuro.» La scuola che lei oggi dirige porta il nome di una grande figura dei nostri tempi, Gianni Brera. Vuole spiegare i motivi? «Gianni Brera era un grande enogastronomo, un amico, un uomo di una cultura immensa. Ci siamo conosciuti al Casnati, davanti ad un piatto di pasta

e fagioli. Gianni era un personaggio capace di incutere timore a chi non lo conosceva, ma che sapeva dare tanto. Un uomo generoso: non ricordo che abbia mai lasciato a nessuno dei suoi commensali la possibilità di pagare al suo posto. Un gentiluomo, con molto charme.» Como Città turistica. Questo desiderio può diventare realtà? «Il problema di Como è fare sistema, imparare a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo. Ma a priori è necessario porsi una domanda: Como vuole veramente essere una realtà turistica? Como non ha una mentalità “allenata” in questo senso, perché la città è sempre stata legata all’industria serica, al commercio. Negli ultimi anni si è scoperto che Como è ricca di risorse paesaggistiche, storiche, gastronomiche, e purtroppo non c’è l’abitudine al turismo. Senza guardare troppo lontano, basterebbe volgere lo sguardo verso la Tremezzina, zona dove, negli anni, si è sviluppata una forte mentalità turistica. Altre regioni italiane fanno di cordialità, accoglienza, disponibilità un vero must. Senza questi ingredienti faremo poca strada.»


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FRANCO SOLDAINI

For 50 years the MASTER of taste “The contradiction is the nature of a man, who thinks he is generally intelligent”. This is the motto that follows Franco Soldaini in his job. A man of exceptional class, who works with passion and loves to challenge. Tell us how you reached the shores of our lake… «In April 1959, the Ente Nazionale Addestramento Lavoratori del Commercio (National Boby for Trade Training) sent me to Castelfusano. There I had my first contact with Bellagio, thanks to the meeting with Mr Vignati, manager of the hotel and born there, actually that place was unknown for me. After 10 years, in April 1969, I came and run the most important hotel school in Italy, which was located in Bellagio.» What was your first impact with our territory? «During the season in Bellagio, I felt in love with the lake and I decided I couldn’t leave it. I remember the friendship of the inhabitants and their great availability. I had proof of that when I got to Bellagio and I was invited by people of my age to eat a particular dish I had never tried, I was actually concentrated on international food and refined dishes, that dish was: ul tocc (a polenta dish). From that occasion, I developed the desire to go back to the local tradition: I sent my staff to the food festival in the villages, so that they could create extraordinary recipe books.» 50 years of professional training. What does it mean to you to “train” young people? «Professional training is not just a technique to acquire, but it also includes good manners and the ability to interact with other people. It is also important to teach young people that without a cultural background, you don’t go anywhere: not just Foreign Languages are important, but also Italian, History, Geography and Scientific Subject. To be good teachers, for us it is important to place our trust in young people, to give them an example, to have their respect. They need love, it is a big word, sometime people abuse of it and misunderstand, but it means to care of people and of their future.» The school you run at the moment has the name of a great person of our time, Gianni Brera. What is the reason of this choice? «Gianni Brera was a very good food-and-wine

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connoisseur, a friend, a man of a immense culture. We met at the Casnati, in front of a dish with pasta and beans. Gianni could transmit fear to the people who didn’t know him, but he could give a lot. He was a generous man: I couldn’t remember he never gave to his table companions the possibility to pay for him. A gentleman, with lot of charme.» Como tourist city. Do you think this desire could turn into reality? «The problem we have in Como is to be able to work as a team to reach a goal. But it is important to ask ourselves: Does Como really want to be a tourist city? Como is not “trained” in this respect, because the city has always be connected to the silk industry, to the trade. In the last few years it was discovered that Como is reach in landscape, historic and food resources, but we are not used to rely on tourism.»

Franco Soldaini durante una degustazione Franco Soldaini during a tasting



A NN I V E R S A R I O

40 anni

in...“Famiglia� di Daniela Tanzi foto Roberto Crippa 160


Concerto di Capodanno al Teatro Sociale di Como New Year’s concert at Teatro Sociale di Como

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Nella pagina precedente il presidente Piercesare Bordoli con il vicepresidente Rita De Maria; sullo sfondo il fotoritratto del fondatore Piero Collina A destra, modellino dello storico Patria On the previous page the president Piercesare Bordoli with the vice-president Rita De Maria; in the background the portrait of the founder Piero Collina on the right, a model of the historical Patria

La Famiglia Comasca, associazione senza fini di lucro di via Bonanoni a Como, quest’anno spegnerà 40 candeline. Un traguardo notevole per l’ente ma anche per la città di Como. Una storia curiosa e interessante. Il 29 marzo 1969, dodici persone, si sono riunite intorno a Piero Collina, l’anima e l’artefice della Famiglia Comasca. Fra le dodici c’era anche Piercesare Bordoli, l’attuale presidente. Il gruppo, poco alla volta è cresciuto, ora i soci, sono circa mille. Il nome Famiglia Comasca, è stato scelto proprio da Collina per identificare un concetto di unione, nucleo, rapporto. In poche parole, un gruppo di amici che si incontrano per formare una bella famiglia. Profondi e soprattutto “Made in Como”, gli scopi dell’associazione che potremmo riassumere in poche ma eloquenti frasi: custodire, difendere, ravvivare, tramandare i valori testimoniati dalla gente comasca nel linguaggio, nei costumi, nella storia civile e religiosa, nella letteratura, nell’arte, nelle scienze e nelle attività economiche. Valorizzare nei modi più degni e convenienti quanto di bello, utile e caratteristico, viene fatto dai comaschi in terra comasca e al di fuori, sensibilizzando in modo opportuno ed efficace l’opinione pubblica. I soci della Famiglia Comasca, ricevono gratuitamente pubblicazioni che il gruppo stampa e sono davvero molte, riguardano il territorio lariano e la sua storia. Gli iscritti inoltre, hanno la possibilità di assistere al meraviglioso Concerto di Capodanno al Teatro Sociale. Nella sede di via Bonanomi, si organizzano mostre di fotografia, pittura e arte. Ma, Famiglia Comasca, non vuol dire solo cultura e tradizioni del territorio comasco; importanti sono anche i rapporti di gemellaggio che l’associazione mantiene con il Giappone e in passato con l’Ungheria. Interessante e curioso il link “Comaschi nel Mondo” che è sul sito:

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www.famigliacomasca.net, un valido canale per cercare di mantenere vivo il legame di conoscenza, di fraternità. Piercesare Bordoli, da 22 anni, è il presidente della Famiglia Comasca. Ex direttore di banca all’allora Banco Lariano in piazza Cavour, uomo generoso, altruista e dinamico con parecchie passioni tra cui la fotografia. <A vent’anni – osserva Bordoli - avevo un piccolo laboratorio fotografico, mi piaceva molto scattare le foto e svilupparle, poi, per una serie di lavori, ho dovuto abbandonare questo mio hobby». Viene naturale chiederle cosa ama maggiormente della nostra città? «Di Como, mi piace tutto, il paesaggio è fantastico e suggestivo. Non stimo invece come

è condotta». E concludendo, ha un sogno nel cassetto? «Sogni ne ho più di uno e riguardano proprio la nostra città. Mi piacerebbe un domani, poter riprendere a navigare sul lago a bordo dello storico battello Patria. L’amministrazione provinciale, ha appaltato il primo lotto di lavori per il recupero del “Patria”. E’ un motivo di gioia perché dopo 18 anni di battaglia, vediamo avvicinarsi il momento in cui torneremo a navigare sul nostro amato battello “a vapore”. Vorrei inoltre, terminare per i soci della Famiglia Comasca un vocabolario in dialetto comasco, ma, non è una cosa semplice… ».


40 years

with...“Famiglia” An important goal for the Famiglia Comasca that this year is turning 40 years old. The Association of via Bonanomi is located right in the center of the city and was born in 1969. It has about 1000 subscribers. The goals of the association are important and considerable: to defend, pass and keep the values testified by the people of Como and to give value to everything beautiful, useful and characteristic that the local people made. Piercesare Bordoli

is the president of the association for over 22 years and through the pages of our Magazine, he suggests you can visit the link “Comaschi nel Mondo” on the web site: www.famigliacomasca.net, a good way to get in contact with someone from Como who lives abroad. Recently, thanks to the Famiglia Comasca, the Provincial Administration has contracted the first part of work for the recovery of the famous steamboat “Patria”.

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PEOPLE

Vestivamo alla Bini

Stefania racconta di Daniela Tanzi foto Archivio Bini

Stefania Bini, stilista comasca, classe 1962, fin da piccola ha “respirato” aria di tessuti, colori e fantasia. «Tutto è iniziato casualmente – spiega la stessa Bini – è stato quasi tutto naturale per me a vent’anni iniziare a lavorare in questo settore. Ho cominciato nel 1985 con una piccola collezione di costumi da bagno». Stefania Bini è la figlia di Sergio Bini, che è stato titolare della Tessitura Serica Bini che fino alla metà degli anni ’80, è stata una delle aziende di tessuti leader a livello mondiale per creatività e qualità. Non solo costumi da bagno, Stefania ha curato un progetto ambizioso rispolverando l’archivio di tessuti del papà Sergio. «Amo molto tutto ciò che ruota intorno a stoffe e bozzetti; ho deciso così di dar sfogo alla mia creatività ripescando una passata collezione di abiti sofisticati con stampe degli anni ’60 e ’70. Il campiona-

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rio è stato realizzato quasi per scherzo in due mesi ed ha catturato subito l’attenzione degli addetti ai lavori che mi hanno invitato alla “Milano Collezioni”. In quest’occasione, ho avuto modo di partecipare alla manifestazione: “Il Touch”, dove ho concluso un contratto d’agenzia per la vendita della collezione con uno degli show room più qualificati di Milano, lo studio Limelight del Gruppo Zappieri». Colore, stoffe, stilista preferito, cosa e chi le piace? «Mi piacciono tutte la stoffe elasticizzate in genere, i miei colori preferiti sono il verde e l’azzurro provenzale anche se, in questi ultimi anni, mi sono fatta sedurre spesso dal lilla e dal viola nelle loro varie sfumature. Lo stilista preferito? Proprio non saprei, in genere mi piacciono molto i francesi..» La mente vulcanica di Stefania non si ferma

mai. Tema: gli animali! «L’idea di creare ciondoli e gioielli insoliti – racconta Stefania – è un’idea nata l’anno scorso sotto l’ombrellone mentre trascorrevo le vacanze con un’amica che ha un negozio storico di gioielleria sul Ponte Vecchio a Firenze. Io amo molto gli animali, i cani in particolare e le ho proposto di produrre insieme una piccola collezione: bracciali, ciondoli, girocolli con la sagoma di cani di razza, meticci e gattini; attualmente in vendita nel suo negozio. Nella nostra zona, si possono trovare invece a Cernobbio da Exante. Spero in breve di concludere un contratto con una grossa agenzia distributiva». Ha un sogno nel cassetto? «Smettere di lavorare per dedicarmi a qualche progetto no profit. Ne ho in mente molti ma non oso ancora nemmeno parlarne per scaramanzia…»


We wore Bini Style

Stefania tells us Stefania Bini, stylist from Como, born in 1962. Since she was a child, she “breathed” the air of fabrics, colours and patterns.«Everything started by chance – explains Stefania Bini – it was natural to me to start working in this sector. I started in 1985 with a small collection of bathing suits». Stefania Bini is the daughter of Sergio Bini, owner of the textile industry Tessitura Serica Bini. Up to the middle of the ‘80ies it was a leading company for creativity and quality at international level. Not just bathing suits, Stefania was involved in an ambitious project, going back to the fabrics of her father Sergio. «I love

everything which turns around fabrics and scale models, so I decided to express my creativity, representing an old collection of refined dresses with ‘60ies and ‘70ies patterns. The sampling was created almost for fun in two months and it captured the attention of the experts, who invited me at “Milano Collezioni”. On this occasion, I had the chance to take part into the event: “Il Touch”, where I signed a contract for the sale of the collection in one of the most qualified show room in Milan, the studio Limelight of the Gruppo Zappieri». Colour, fabrics, favourite designer, what and who do you like? «I like all stretch fabrics in general, my favourite colours are green and the Provencal blue even if, in the last few years, I was fascinated by lilac and violet in all their nuances. The favourite

designer? I don’t know, in general I like French designers very much…» The dynamic mind of Stefania never stops. Subject: animals! «The idea to create pendants and unusual jewels – explains Stefania – was born last year under the sunshades, while I was spending my holiday with a friend who has an historic jewelry shop on the Ponte Vecchio in Florence. I love animals, especially dogs, I proposed her to produce a small collection: bracelets, pendants, necklace with the shape of dogs, small cats; now they are sold in her shops. In our area, you can find them in Cernobbio at Exante. I hope I can make a contract with an important distribution company». Do you have an unfulfilled dream? «Stop working to devote myself to a non-profit project. I have many in my mind, but I don’t even dare to talk about them….».


TERRITORIO

Il VEL ARIO è di scena

Un’opera d’ar te torna a splendere di Daniela Tanzi foto Roberto Crippa

Sopra, il notaio Francesco Peronese. Il “Velario” del Teatro Sociale rappresenta l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che seppellì Ercolano e Pompei e dove trovò la morte il comasco Plinio il Vecchio, ammiraglio della flotta romana, che per studiare meglio il fenomeno, restò intossicato. Above, the notary Francesco Peronese. Il “Velario” at Teatro Sociale represents the eruption of the Vesuvio 79 A.C., which destroyed Ercolano and Pompei. Pliny the Older, admiral of the Roman fleet, to study the phenomenon, he has poised.

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Dopo oltre quarant’anni, il Velario del Teatro Sociale, ritrova il suo antico e “moderno” splendore. Un percorso estremamente impegnativo, delicato con un finale a … sorpresa. Per scoprire nei dettagli la vera storia del velario e curiosare, è proprio il caso di dire, nel dietro le quinte di questa operazione, abbiamo incontrato il notaio, nonché presidente della Società dei Palchettisti, Francesco Peronese. Come inizia la sua avventura con il velario del Teatro Sociale? «Sono stato il primo che ha posto il problema. Questo velario, ovvero il sipario che chiude il boccascena tra una rappresentazione e l’altra, dopo oltre 40 anni, non poteva resistere

ancora a lungo, abbandonato e avvolto in un angolo del Teatro Sociale. Bisognava agire, fare qualcosa…». E qualcosa è stato fatto… «E’ un cammino impegnativo ma ricco di soddisfazioni. Il progetto per ridare “vita e splendore” al velario, è partito nel 2006. Il preventivo si aggirava sui 250 mila euro, 104 mila euro sono stati erogati dalla regione Lombardia a fondo perso e il Comune di Como, ci ha fornito gratuitamente la palestra del Sinigaglia per più di un anno per le varie operazioni di restauro». Facciamo un tuffo nel passato, qual è la storia del velario? «Il velario è contemporaneo alla realizzazione

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Nelle tre immagini alcuni momenti fondamentali delle non facili fasi dei restauri con il gruppo di lavoro. In the three images some moments of the difficult restauration and the group at work.

del Teatro Sociale nel 1813, è un’opera pittorica su tela di Alessandro Sanquirico ai primi dell’800 che raffigura, in base a quanto descritto da Tacito, al seguito di Plinio il Giovane, la morte di Plinio il Vecchio durante l’eruzione del Vesuvio del 79 D.C.». Trasportare il velario dalla palestra del Sinigaglia fino al Teatro Sociale è stata un’impresa ardua … «Abbiamo dovuto imballare e arrotolare il velario su di un cilindro di cartone lungo 17 metri. Lo stesso cilindro è stato poi montato su due carrelli. Il gruppo ATI, con tanto di pet-

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torina catarifrangente, si è ritrovato di buon ora, alle 5.45 di sabato 17 gennaio. A questo punto, il velario, è stato trasportato dalla palestra fino al Sociale percorrendo il Lungo lago, piazza Cavour e via Plinio. Stupiti gli autisti dei bus che si sono visti occupare la corsia preferenziale da questo curioso aggeggio ingombrante!». Un restauro non semplice…. «L’intervento di restauro sul velario - spiega Peronese - è stato progettato ed eseguito da tre restauratori riuniti per l’occasione in una ATI (Associazione Temporanea d’Impresa):

Rossella Bernasconi, Erminia Affetti e Leonardo Camporini. Il gruppo doveva dare funzionalità al velario, ossia permettere di poterlo utilizzare come sipario di scena: alzarlo e abbassarlo. Si è dovuto pensare quindi a come ridare consistenza alle tele di supporto ridotte ormai a degli “stracci”, senza appesantire né irrigidire il velario». «Oltre ai “momenti difficili” - spiega in questo caso Rossella Bernasconi - dobbiamo dire che questo lavoro ha presentato anche “momenti faticosi” per la posizione di lavoro che per buona parte si è svolta con l’opera appoggiata al pavimento». Diverse figure professionali sono state coinvolte in questa grandiosa opera: l’architetto Luca Ambrosini, progettista del restauro di tutto il teatro, oltre che del velario, l’impresa Coduri de Cartosio per gli spostamenti dell’opera e il suo ricollocamento, il dott. Testa della “Stazione Sperimentale Carta Cartoni e Paste per Carta”, il dott. Daniele Pescarmona della Soprintendenza di Milano, le restauratrici Sivia Bianchi, Ivana Lunardi, Francesca Rigamonti, Gabriella Rossati e ovviamente lo stesso notaio Francesco Peronese, che ha seguito con entusiasmo le varie fasi di restauro». Tutto è bene quel che finisce bene… «Dal mio punto di vista – incalza – Peronese, il velario, non sarà solo il sipario del teatro Sociale ma un qualcosa di “vivo” ed estremamente bello per la nostra città e per i turisti che avranno modo di seguire le rappresentazioni al Sociale. Il pubblico potrà così ammirare il velario storico prima dello spettacolo; è proprio il caso di dire: sarà uno spettacolo…nello spettacolo!».


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CAYENNE DIESEL L’ ULTIMA NOVITA’ IN CASA PORSCHE

La produzione della nuova Cayenne Diesel è iniziata e adesso, più precisamente dal 26 Febbraio, l’ultimo gioiello firmato Porsche è disponibile presso il Centro Porsche Como e Lecco. Una novità davvero straordinaria per la casa tedesca: il primo Suv dotato di motore turbodiesel V6 da 3.0 litri che sprigiona 240 cavalli. Vettura dotata di un propulsore che si distingue per la risposta spontanea di una potente coppia massima di 550 Nm, che offre la dinamica delle vetture sportive unita allo straordinario dominio della strada per trasmettere il puro piacere di guida tipico di ogni Porsche. Inoltre la nuova Cayenne Diesel ha un consumo medio di soli 9,3 litri per 100 chilometri. Il Centro Porsche Como e il Centro Porsche Lecco, guidati come sempre dal titolare Marco Teli, per 10 giorni consecutivi hanno dato la possibilità a tutti coloro che lo desideravano di poter verificare di persona le caratteristiche tecniche e di guida del nuovo modello organizzando dei test drive in modo da convincere anche i più scettici che il nuovo modello Diesel non potrà essere solo che un successo.

CAYENNE DIESEL L’ ULTIMA NOVITA’ IN CASA PORSCHE L’ultimo gioiello firmato Porsche, la nuova Cayenne Diesel, è disponibile al Centro Porsche Como e Lecco. Si tratta del primo Suv dotato di motore turbodiesel V6 da 3.0 litri che sprigiona 240 cavalli. Il propulsore che si distingue per la risposta spontanea di una potente coppia massima di 550 Nm, che offre la dinamica delle vetture sportive unita allo straordinario dominio della strada per trasmettere il puro piacere di guida tipico di ogni Porsche. La nuova Cayenne Diesel ha un consumo medio di soli 9,3 litri per 100 chilometri. Attraverso dei test drive, il Centro Porsche Como e il Centro Porsche Lecco, guidati da Marco Teli, per 10 giorni consecutivi hanno dato la possibilità a tutti coloro che lo desideravano di verificare le caratteristiche tecniche e di guida del nuovo modello.

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Il VELARIO on stage a new shine for A MASTERPIECE After 40 years, the Curtain of the Teatro Sociale, regains its ancient splendor. Francesco Peronese, notary and president of the Society of the upper tier box holders, tells us the details of this operation. «The curtain –explains Peronese – is contemporary of the realization of the Teatro Sociale in 1813, it is a pictorial work of art on canvas of 140 mq, made by the painter Alessandro Sanquirico at the beginning of the 19th century and according to what was described by Tacitus together with Pliny the Younger, it represents the death of Pliny the Older during the eruption of the Vesuvius in 79 A.C. After 40 years, the curtain couldn’t resist for longer, abandoned and wrapped in a corner of the Teatro Sociale. The work of restoration on the curtain was studied and made by three restorers, who joined for the occasion under a ATI (Tempory Enterprise Association). This important project started in 2006. The costs are about 250 thousand Euro, 104 thousand Euro were allocated by the Lombardy region and by the Como Municipality, for one year we had the gym Sinigaglia at disposal for free, so that the restoration could be made». Finally now the Curtain is staged! Anche il trasporto dell’ imponente sipario del Sociale ha richiesto esperienza e professionalità degli addetti. Si tratta infatti, di dimensioni non comuni, ben 140 metri quadrati Skilled workers took care of the transport of the imposing stage. Actually, the dimension of it weren’t common: 140 square meters

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CI.ERRE ufficio S.r.l.

via per Olmeda, 1/A Capiago (CO) tel. 031 561006 r.a. www.cierre.it e-mail: cierre@cierre.it

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TERRITORIO

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Giornata del Verde Pulito Insieme per difendere l’ambiente di Andrea Bambace e Franco Binaghi La “Giornata del Verde Pulito” rappresenta forse una delle più “antiche” iniziative pubbliche di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini nella tutela e salvaguardia dell’ambiente. La manifestazione venne infatti istituita oltre dieci anni fa dalla Regione Lombardia. Durante la giornata, che si svolge in primavera nella data stabilita annualmente dalla Regione, i comuni che aderiscono coinvolgono i cittadini, sia singoli sia in forma di associazioni, richiedendo il loro aiuto volontario in una serie di attività, tra le quali principalmente vi sono la raccolta dei rifiuti abbandonati e interventi di manutenzione e

riqualificazione delle aree verdi pubbliche e dei boschi. Grande spazio viene ovviamente dato, in preparazione della giornata, alle iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza e delle scuole sui comportamenti e sugli stili di vita più sostenibili per una corretta fruizione dell’ambiente naturale. L’Assessorato Ecologia e Ambiente della Provincia di Como, come di consueto, coordina la manifestazione attraverso la raccolta delle adesioni dei comuni interessati, vagliando le proposte che i comuni stessi formulano per l’organizzazione della “Giornata” nel proprio territorio e ripartendo gli aiuti economici che

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Nella pagina precedente, i ragazzi piantumano un alberello in un momento della Giornata insubrica del Verde pulito tenutasi ad Albiolo nel 2008 On previous page, children planted a tree in a moment of the final day of the Albiolo’s Clean Green insubrica Days held in 2008

la Regione mette a disposizione per l’attuazione dell’iniziativa. L’assessore provinciale all’Ecologia, Paolo Mascetti, evidenzia che, nel corso degli anni, le adesioni spontanee sono sempre cresciute a riprova dell’incrementata sensibilità ambientale delle amministrazioni locali, che vedono nella “Giornata del Verde Pulito” un’occasione, non solo per valorizzare il proprio territorio, ma anche per proporre un’attività concreta di volontariato alla cittadinanza che spesso risponde in modo entusiastico. Le ultime edizioni hanno visto la partecipazione di oltre 80 comuni, distribuiti in modo omogeneo sul territorio provinciale, senza distinzione tra zone di pianura e aree di montagna e del lago; inoltre sono sempre di più i comuni che decidono di aderire alla mani174 22

festazione in forma associata tra di loro, garantendo in tal modo una ancora maggiore efficacia delle azioni di valorizzazione delle aree verdi. La notizia dei positivi risultati raggiunti ha addirittura varcato la frontiera e, a partire dallo scorso anno, la Comunità di Lavoro Regio Insubrica, in raccordo con la Provincia di Como, ha promosso un’edizione italo-svizzera della manifestazione, coinvolgendo una serie di amministrazioni locali ticinesi. La buona riuscita dell’iniziativa ha fatto sì che anche per quest’anno siano state riproposte le “Giornate” a carattere transfrontaliero, a dimostrazione che il rispetto del nostro ecosistema trasforma anche il confine da linea di separazione e di divisione in un terreno comune dove lavorare per un unico e prezioso scopo.

Un’azione congiunta che prevede, oltre alle attività di pulizia del verde, una serie di azioni di educazione ambientale nelle quali è in prima linea anche il CREA (centro di riferimento ambientale) della Provincia di Como.


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A sinistra, Paolo Mascetti assessore provinciale all’Ambiente Left, Paolo Mascetti Provincial Concillor concerned with the Environment

Clean Green Day defending the environment together The ‘Clean Green Day’ is probably one of the ‘oldest’ local authority initiatives to raise awareness and involve townspeople in the tutelage and protection of the environment. The event was in fact inaugurated over 10 years ago by the Region of Lombardy. On a spring day chosen each year by the Region, participating municipalities involve individual citizens and associations in voluntary activities such as clearing up rubbish resulting from flytipping, and the maintenance and restoration of council park areas and woodlands. The Provincial Councillor for Ecology Paolo Mascetti points out that over the years unsolicited participation has grown constantly, added proof of increased environmental awareness on the part of local authorities who view ‘Clean Green Day’ not only as an occasion for local area regeneration, but also as a way to encourage concrete voluntary action on the part of townsfolk who generally respond with great enthusiasm. Recent editions have seen the participation of more than 80 municipalities and have even crossed the boarder; starting last year the ‘Comunità di Lavoro Regio Insubrica’ jointly with the Province of Como organised an Italo-Swiss edition of the event involving various local authorities in Ticino.

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EVENTI

Daniele Brunati

Relatore “Turismo e Commercio Idee e proposte“

di Nadia Baba foto A3

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“Turismo e Commercio idee e proposte per far vivere Lecco tutto l’anno“, questo il titolo dell’incontro del 19 febbraio, che si è tenuto nello spazio “Openspace 3.0” di Lecco. Invitato in qualità di relatore Daniele Brunati, editore della rivista Magic Lake, organizzatore di eventi ed ideatore del Consorzio Como Turistica, oltre al Presidente Pubblici Esercizi Unione Commercianti Lecchesi, Giandomenico Frigerio, e all’Assessore del Commercio di Lecco con delega all’Expo 2015, moderatore della serata Fabio Dadati, Segretario generale dell’associazione “Futuro Italia”. Al centro degli interventi, il turismo per la città di Lecco, raccontato anche attraverso le testimonianze di operatori commerciali del centro lecchese. Il turismo dunque quale risorsa da riscoprire e valorizzare per la terra manzoniana, ma per fare ciò spiega Daniele Brunati occorre una sinergia propositiva, o meglio un sistema sinergico tra soggetti pubblici e privati, costruito su una ripartizione delle capacità e delle responsabilità, dove l’imprenditoria e la vocazione turistica del privato, incon-

tra l’apertura delle istituzioni locali, in una comunione di vedute sugli obiettivi da raggiungere. Portando proprio come esempio la manifestazione comasca nata sedici anni fa: “Como Città dei Balocchi”, Daniele Bruanti rivela che il primo passo per trasformare quella che era solo un’idea fu compiuto da un allora neo-nato consorzio privato che con entusiasmo ed intraprendenza ha saputo presentare al Comune di Como, Provincia di Como e Regione Lombardia un concreto progetto che negli anni si è trasformato in uno strumento per la destagionalizzazione del flusso turistico. Daniele Brunati conclude il suo intervento con una proposta: la costruzione di un progetto ampio che veda le due province completarsi nell’offerta turistica, per soddisfare e incrementare la propria clientela, ma allo stesso tempo cercando di attrarre un sempre maggiore numero di visitatori, creando così un network moderno e dinamico, capace di soddisfare le richieste e le esigenze di un turismo sempre più attento alla qualità dell’offerta.


Sotto, alcuni momenti della conferenza Below, some moments of the conference

Daniele Brunati as a SPEAKER

“Tourism and Trade. Ideas and proposals”

“Tourism and Trade ideas and proposals to live Lecco all year” this is the title of the meeting held in the area “Openspace 3.0” in Lecco on 19th February. Daniele Brunati was invited as a speaker, he publishes the magazine Magic Lake, organizes events and created the Consorzio Como Turistica; the other speakers were Giandomenico Frigerio, president of the Pubblici Servizi Unione Commercianti Lecchesi and the Councillor of Commercio in Lecco with proxy to the Expo 2015, Fabio Dadati was the moderator of the evening as general Secretary of the association “Futuro Italia”. The conversations were all about tourism in the city of Lecco, which was also explained with the accounts of traders in the centre of Lecco. Tourism is a resource to rediscover and to invest on, but to do so – explains Daniele Brunati – we need a propositional synergy, or rather a synergistic system between public and private structures, built on a division of abilities and responsibilities, where the entrepreneurial spirit and the tourist vocation of the private meet the opening of the local institutions, creating a common view on the goals to reach. The example is the event which was held

in Como for the first time 16 years ago: Como Città dei Balocchi, Daniele Brunati reveals the first step to transform an idea into an important event organized by a new-born private association. With enthusiasm and boldness the association presented a concrete project to the Municipality of Como, Province of Como and Lombardy Region and now it has turned to be an instrument to have a tourist flow out of the regular tourist season. Daniele Brunati ends his contribution with a proposal: to develop a wide project with the combination of the province of Como and the province of Lecco to meet the tourist needs and to increase the number of tourists, at the same time it is important to attract as many tourists as possible and to create a modern and dynamic network, in order to supply high quality services.

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“Joe” “Joe” Maspero Maspero “Fly” “Fly” la la sorpresa della della Louis Vuitton Pacific Pacific Series Series di Elisa Corti Elisa Corti fotodiStefano Gattini foto Stefano Gattini INTERVISTA IN ESCLUSIVA INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE PER MAGIC LAKE


Nella pagina precedente, incrocio di vele durante il match race, sullo sfondo la città di Auchland; a lato, ingaggio tra Oracle e Damiani Italia On the previous page, intersecation of sails during the match race, on the background Auchland; hiring beetween Oracle and Damiani Italia

Inutile girarci in giro. Damiani Italia Challenge, il team velico concepito sul Lago di Como dalla grande passione del comasco Giovanni Maspero, è stato la piacevole sorpresa delle Louis Vuitton Pacific Series. Che in termini “volgari” sono state le regate, uno contro uno (i match race in gergo), che hanno riacceso in qualche modo il motore della Coppa America di vela. Sì perché ad Auckland, in Nuova Zelanda, c’erano praticamente tutti i reduci dell’America’s Cup - oltre a qualche debuttante - per contendersi un trofeo sicuramente di grande spessore. La sorpresa di cui parlavamo deriva dal fatto che ai piedi del podio, dietro ai dei veri “mostri sacri” della vela come Team New Zealand, vincitore su Alinghi detentore della Coppa America, e Bmw Oracle, si è piazzato proprio Italia. Quel team che in qualche modo proprio da queste colonne avevamo “spinto” con la forza dell’entusiasmo andando a gonfiare simbolicamente le vele verso un’avventura tanto incredibile quanto fantastica. Ora giù il cappello a chi ha creduto in questa avventura neozelandese portando tanto in alto il nome del Lago di Como nel mondo della vela. In primo luogo Giovanni Maspero che con Francesco Bruni (timoniere) e Joe Fly Sailing Team è l’anima lariana del progetto condiviso con la Dabliu Sail Projet di Andrea Cecchetti e Vasco Vascotto (skipper e tattico) - che ha portato a Italia Challenge. Mai il nostro lago era arrivato a tanto in questo genere di regate completamente diverse delle tradizionali proprio perché uno contro uno: fantastiche. Ed è proprio un globetrotter Giovanni Maspero, stanco ma felice, a tracciare un primo bilancio della trasferta ad Auckland partendo subito da un dato di fatto: “E’ stata un’esperienza positiva”. Ma si va subito oltre, con l’occhio di chi prima sa essere critico: “Non possiamo negare di essere soddisfatti del risultato. Un quarto posto era impensabile alla vigilia. Ma non è stato facile. Trovarsi a contatto di gomito con dei team di Coppa America ci ha fatto subito capire quanto il livello di professionalità debba essere elevato per poter competere: sia per coloro che sono in barca, sia per chi lavora a terra, lo shore team. Noi, forse, a livello di carichi di lavoro, avevamo un po sottovalutato l’evento, ma eravamo anche al debutto e ne faremo tesoro per il futuro”. Tutto vero ma togliersi il lusso di essere tra i pochi a bat-

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Alcuni momenti della vittoria Some images of the victory

tere Team New Zealand in casa propria è un biglietto da visita non indifferente: “Questo è vero – prosegue Maspero - . Battere i kiwi è stato fantastico e ci è servito ad acquisire rispetto da parte di questa gente che ama la vela spudoratamente. Ma vorrei dire che le vittorie più belle, quelle che porterò per sempre nel cuore, sono quelle ottenute contro gli inglesi di Team Origin di Ben Ainslie. Per me loro, oggi come oggi, sono il gruppo più forte. Tutti medagliati alle Olimpiadi, l’essenza della vela, e riuscire a mettere la nostra prua due volte davanti, credetemi, non ha prezzo”. Ma Italia, messa in acqua da Giovanni Maspero, ha persino battuto la mitica Luna Rossa. “Ecco, quella per me – puntualizza subito Maspero - è stata una vittoria malinconica. Non ho gioito anche se ero felice. L’ho detto più volte, io mi sono innamorato della vela grazie a Luna Rossa nel 2000, la “silver bullet”, proprio ad Auckland in Coppa America. Per questo ho sempre tifato per il team di Patrizio Bertelli. Mi auguro che possa tornare ai livelli che le competono”. Ma un’esperienza del genere non è fine a se stessa e Maspero, da manager oltre che da velista, lo sa bene: “Non lo nascondo. Da questa trasferta ho imparato moltissimo. A livello manageriale, di organizzazione e gestione del gruppo, anche sotto l’aspetto psicologico. Per capire certi eventi bisogna proprio viverli in diretta, è difficile spiegarlo a parole. Di certo la tensione è altissima e l’adrenalina ti resta in circolo 24 ore su 24. Forse l’unica cosa con non rifarei è unire due gruppi con anime diverse, cervelli diversi e quant’altro. Alla fine siamo riusciti a raggiungere una unità di intenti ma non è facile”. Ora però Giovanni Maspero e la Canottieri Lecco inizieranno il percorso più difficile, il “match race della vita”, quello che dovrà portare all’America’s Cup, con il reperimento delle risorse necessarie per poter continuare a sognare e far sognare il nostro splendido lago di Como.

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“Joe” Maspero “Fly” the surprise of Louis Vuitton Pacific Series Damiani Italia Challenge, the sailing team born on Lake Como from the great passion of Giovanni Maspero from Como, was the surprise of the Louis Vuitton Pacific Series in Auckland, New Zealand, with all the veterans of the America’s Cup. Fourth place behind Team New Zealand, Alinghi and Bmw Oracle. All the compliments go to those who have believed in this adventure in New Zealand, giving such an importance to Lake Como in the world of sailing. First of all Giovanni Maspero, together with Francesco Bruni (helmsman) e Joe Fly

Sailing Team is the soul of the project –shared with Dabliu Sail Projet of Andrea Cecchetti and Vasco Vascotto (skipper e tactical member) – which led to Italia Challenge. It was a positive experience – says Maspero – we cannot deny that we are satisfied with the result. A fourth place was unthinkable on the eve. But it was not easy. Such an experience does not end in itself and Maspero, as a manager but also as a sailor, knows it well: “I do not deny. I learned a lot from this experience, not just from the management and group organization point of view, but also from the psychological point of view”. However Giovanni Maspero and Canottieri Lecco are beginning the most difficult route, the “match of life”, the one which has to take them to the America’s Cup, with the collection of the necessary resources in order continue our dream and to let people dream our wonderful Lake Como.



Acura

Miami Grand Prix Championship

Il trionfo di Joe Fly di Elisa Corti foto Stefano Gattini 186


Joe Fly’s TRIUMPH Il 2009 è iniziato in maniera stellare per il Joe Fly Sailing Team di vela dell’armatore di Como Giovanni Maspero. Nelle acque cristalline di Miami, nella classe Farr 40, Joe Fly ha infatti vinto il prestigioso Acura Grand Prix Championship, il trofeo che viene assegnato all’equipaggio con il miglior punteggio sommando i risultati ottenuti delle regate di Key West – disputate a gennaio e con Joe Fly secondo - a quelle di Miami, dove l’affiatato gruppo di Giovanni Maspero al timone, è finito al terzo posto. Nell’Acura Grand Prix Championship Joe Fly ha lasciato alle sue spalle nientemeno che Mascalzone Latino, il campione del mondo della classe Farr 40. Una vittoria entusiasmante da condividere con tutto il team e cioè: Giovanni Maspero (timoniere), Francesco Bruni (tattico), Matteo Auguadro (prodiere), Alberto Bolzan (randista), Andrea Felci (stratega), Andrea Bussani e Pierluigi De Felice (tailer), Andrea Caracci (navigatore), Francesco Coari (albero) e Matteo De Luca (drizzista).

Joe Fly Sailing Team of Giovanni Maspero started the year 2009 in a wonderful way. In the crystal-clear water of Miami, in the category Farr 40, Joe Fly won the prestigious Acura Grand Prix Championship, the trophy of the crew with the best score adding the results obtained in the yacht race Key West – made in January with the second Joe Fly – to the ones of Miami, where the tight group of Giovanni Maspero at the rudder got the third place. In the Acura Grand Prix Championship Joe Fly it left even Mascalzone Latino behind, that is the World Champion of the category Farr 40. An exciting victory to share with the whole team, which is: Giovanni Maspero (steersman), Francesco Bruni (tactics man), Matteo Auguadro (bowman), Alberto Bolzan (mainsailman), Andrea Felci (strategist), Andrea Bussani e Pierluigi De Felice (tailer), Andrea Caracci (sailor), Francesco Coari (mast man) e Matteo De Luca (halyard man).

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SPoRT

Porsche premia di Massimo Moscardi

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Gianluca Roda


Soddisfazioni in pista ma non solo. Gianluca Roda, dopo essere salito sul podio del campionato automobilistico International Gt Open 2008, è stato premiato in Germania nella sede della Porsche per i risultati ottenuti al volante di una vettura della marca tedesca. Roda, infatti, lo scorso anno ha gareggiato con una Porsche 997 Gt2 in coppia con Richard Lietz: i due hanno ottenuto il secondo posto finale nel campionato che si disputa sulle più importanti piste europee, le stesse su cui si confrontano i bolidi di Formula 1. Una serie che peraltro nel 2009 dovrebbe prevedere anche una trasferta in Qatar, fuori dal Vecchio Continente. Gianluca Roda dunque ha ricevuto un riconoscimento per il suo sesto posto nel trofeo “Porsche Cup”, la speciale classifica annuale che tiene conto dei risultati ottenuti dai driver cosiddetti “privati” a bordo delle vetture tedesche in ogni tipo di competizione mondiale. Il pilota e imprenditore lariano si è piazzato sesto, migliore italiano e unico esponente del nostro Paese presente alla premiazione in Germania. Il riconoscimento è stato consegnato direttamente da Wendelin Wideking, presidente del consiglio d’amministrazione di Porsche AG, che si è complimentato con Roda per i positivi risultati ottenuti non solo lo scorso anno, ma anche nelle precedenti stagioni. «Una festa bellissima, con oltre 500 persone arrivate da tutto il mondo – dice Roda – alla quale erano presenti tutti i conduttori che si sono fatti onore guidando vetture Porsche. Tra loro anche Jos Verstappen, che vanta importanti trascorsi in Formula 1. E per me c’è poi la soddisfazione di finire nel libro ufficiale della casa, quello che ricorda i piloti che sono entrati nella classifica speciale del trofeo». Un premio che è giunto a suon di risultati positivi, visto che lo scorso anno Lietz e Roda

sono arrivati secondi nell’International Gt Open, ma hanno sfiorato il successo assoluto. Nel loro palmarè anche cinque vittorie. Roda è da anni, esattamente dal 1981, un apprezzato pilota nelle più importanti competizioni in Italia e in Europa. Dopo gli esordi nei rally, in cui si è tolto molte soddisfazioni, si è dedicato completamente alle gare in pista (la prima volta a Vallelunga nel 1988 alla “Due ore”, vinta in coppia con Massimo Pigoli su una Bmw 325). E nei più importanti autodromi mondiali l’imprenditore comasco ha preso l’abitudine di salire sul podio: in oltre sessanta occasioni, su 210 corse disputate, si è piazzato tra i primi tre. Tra i successi più importanti spicca, nel 1992, la vittoria nel campionato italiano Turismo gruppo A con una Ford Sierra. Senza dimenticare, in tempi più recenti, anche le affermazioni a rally storici, un’altra grande passione del comasco.

Porsche

incidentally in 2009 a leg is planned in Qatar, outside the Old Continent. So Gianluca Roda’s 6th place in the ‘Porsche Cup’ trophy received recognition; this special annual classification takes into account the worldwide results of socalled ‘private’ drivers’ in the German cars. The driver and Como businessman came in 6th, as the best Italian and only representative of our Country present at the award-giving ceremony in Germany. The award was given directly by Wendelin Wideking, the Chairman of the Porsche AG Board of Directors, who not only congratulated Roda on last year’s positive results but also on those of previous seasons. Says Roda: “It was a fantastic party with over 500 people from all over the world – including all the drivers honoured for driving Porsche vehicles. Among them was Jos Verstappen too, who’s made his mark in Formula 1. Then it’s very rewarding for me to end up in the official

rewards

Gianluca Roda Satisfaction on and off the track; after being on the rostrum for the 2008 International GT Open racing car championships, he has been given recognition in Porsche’s German headquarters for results achieved behind the wheel of a vehicle of the German make. Last year in fact Roda competed in a Porsche 997 Gt2 together with Richard Lietz: the two got a final second place in the championship held on major European racetracks, which Formula 1 vehicles also race on. A series for which

A sinistra, Gianluca Roda (primo a sinistra) sul podio del Gt Open Sotto, la Porsche di Roda Left, Gianluca Roda (first left) on the Gt Open podium Below, Roda’s Porsche

company book listing drivers who’ve made it into the special trophy classification.” So an award based on positive results, seeing that last year Lietz and Roda came in second in the International Gt Open – but they nearly hit the top spot. And they also have five wins in their prize-list.

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PEOPLE

Armstrong il cowboy torna a correre e passerà da como

Testo Anna Campaniello foto Mattia Vacca

A sinistra, Roberto Rigamonti con la maglia gialla del Tour de France 2005 vinto da Armstrong. Sopra, la figlia di Rigamonti con il “righello”, dolce molto apprezzato da Lance Left, Roberto Rigamonti with Tour de France 2005 Yellow Jersey won by Armstrong. Above, Roberto’s daughter with the “righello”, a cake much appreciated by Lance Nonostante il recente incidente durante una gara in Spagna, il cowboy “comasco” vuole tornare sulle strade del lago. Lance Armstrong, sette volte vincitore del Tour de France, a 37 anni sarà al via del Giro d’Italia del centenario. E difficilmente rinuncerà ad una tappa, magari fugace, nella “sua” Como, la città dove ha vissuto a lungo all’inizio degli anni Novanta e dove ha festeggiato il titolo iridato nel 1993. La foto di quella indimenticabile serata è ancora appesa alla parete della gelateria “Golosità”, sul lungolago di Como, dove il campione texano aveva organizzato la festa per la vittoria del Campionato del mondo. Accanto al quadro, in bella mostra c’è anche la maglia gialla di Armstrong, con tanto di dedica agli amici di “Como in bici”. Proprio nel banco-frigo del locale si nasconde ancora il “doping” segreto del campione, il “righello”, un dolcetto di pasta frolla ripieno di uvetta, noci e frutta candita. Ogni volta che Lance Armstrong usciva per un allenamento

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sulle strade lariane, quella al bar sul lungolago era una tappa fissa e irrinunciabile. «Ho conosciuto Lance tramite Massimo Testa, che allora era il medico della Motorola, la squadra di Armstrong – ricorda Roberto Rigamonti, titolare della gelateria “Golosità” – Il campione veniva spesso a mangiare il gelato. Ma soprattutto, quando usciva ad allenarsi si fermava sempre qui a mangiare un “righello”, un piccolo dolce ideale per andare in bici perché molto energetico ma altrettanto facile da digerire». Il cowboy varcava la porta sempre col sorriso sulle labbra. «Nel privato era il classico texano allegro e vivace, – ricorda Rigamonti –aveva già ottenuto risultati importanti in quegli anni ma non si dava alcuna importanza, anzi, si mostrava affabile e alla mano. Un ragazzo alla buona con abitudini sane e genuine». Alla gelateria “Golosità” sperano tutti di rivedere Lance nelle prossime settimane. «Il giro d’Italia non farà tappa a Como – sottolinea Roberto Rigamonti – ma chissà, il texano era

davvero legato a questa città, magari si farà vivo. Ce lo auguriamo. Quello che posso dire è che certamente ora è molto concentrato sulla gara, Lance non è una persona che fa le cose tanto per farle. Se ha deciso di correre il giro del centenario lo farà al massimo delle sue possibilità. Per vincere». Del resto, il profondo legame del campione texano con il Lago di Como emerge anche nel libro “Lance Armstrong l’uomo dei miracoli”, scritto da Pier Bergonzi ed edito da La Gazzetta dello Sport. Nel testo autobiografico, il campione ricorda gli anni tra il 1992 e il 1996, quando ha abitato in città, in via Magenta. Senza dimenticare il grande rapporto di amicizia con il compagno di squadra Fabio Casartelli, il ciclista di Albese con Cassano vittima di una caduta mortale in una tappa del Tour de France del 1995. Le strade del lago erano un itinerario ideale per i lunghissimi allenamenti del texano, con il Ghisallo e il Bisbino come varianti ai percorsi abituali. La fatica conclusiva, nella maggior parte dei casi, era la salita di Brunate.


A sinistra, Lance Armstrong con un gruppo di amici comaschi. Sopra in sella al Tour de France 2005 Left, Lance Armstrong with a group of Como’s friends. Above Lance at the Tour de France 2005

The cowboy is back racing and Como’s on his route

Despite the recent accident during a competition in Spain, the ‘Como’ cowboy’s back on roads of the lake. Lance Armstrong 7 times Tour de France winner will be setting off at the age of 37 on the Giro d’Italia centenary race. And he’s unlikely not to pop over – even if it’s a fleeting visit – to ‘his’ Como, the town where he lived for quite a long time in the early 90s and where he celebrated his world title win in 1993. The photo immortalising that unforgettable night is still hanging in the ‘Golosità’ ice-cream parlour on the promenade in Como, where the Texan champion held his World Championship victory party. Next to that picture is Armstrong’s yellow jersey as well, dedicated to his ‘Como in bici’ friends. Still stashed away in their fridge-bar is the champ’s secret ‘doping’ fix, the ‘righello’ (ruler): a flaky pastry sweet full of raisins, nuts and candid fruit. Whenever Lance Armstrong used to train on the lakeside roads a stop-off at that bar on the promenade was an absolute ‘must’. “I got to know Lance through Massimo Testa,

the then doctor of Armstrong’s Motorola team,” recalls Roberto Rigamonti the proprietor of the Golosità ice-cream parlour. “The champion would often pop in for an ice-cream. There’s no Como leg of the Giro d’Italia,” points out Rigamonti, “but you never know; the Texan was really very fond of this town and might well turn up.” The champ’s attachment to Lake Como comes out in a book too: ‘Lance Armstrong – Miracle Man’ written by Pier Bergonzi and edited by “La Gazzetta dello Sport”. And let’s not forget his friendship with Fabio Casartelli, the Albese cyclist tragically killed in a fall on the 1995 Tour de France.

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ADVErtIsING

NGC Action

disseta lo sport di Massimo Moscardi

A destra, Nicolas Mazzarino al Pianella di Cucciago per la presentazione degli integratori NGC Action e il ciclista Alessandro Ballan, campione del mondo in carica Right, Nicolas Mazzarino at Cucciago’s Pianella for NGC Action integrators showing and Cycling Worls Champion Alessandro Ballan Una nuova linea di integratori, NGC Action, voluta per attivare un dialogo diretto con il pubblico dei consumatori, soprattutto dei praticanti sport, ma senza dimenticare medici e farmacisti. Una promozione affidata prima di tutto al ciclismo, con personaggi del calibro di Alessandro Ballan, campione del mondo, e Damiano Cunego. Un abbinamento doveroso per sinergia e affinità con i primi prodotti, Mapooro e Carmiooro, ma senza dimenticare il basket, visto che la NGC Medical è proprietaria della maggioranza della Pallacanestro Cantù, formazione che ha scritto la storia di questo sport, non soltanto in Italia, ma an-

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che nel resto del mondo. «Con questo lancio ci rivolgiamo al grande pubblico – sostiene Natale Bellotti – vicepresidente di NGC Medical. Oltre che per gli sportivi, i prodotti sono adatti anche agli studenti, specie nei periodi di stress, alle persone anziane, spossate e affaticate, per le donne in genere, per chi soffre di crampi o è a dieta e a tanti altri ancora. Senza contare che l’enorme praticità della formula innovativa orodispersibile (che si assume cioè senz’acqua) e la piacevolezza del granulato ne ampliano l’utilizzo senza alcuna limitazione». Dunque un utilizzo a 360°, con lo stesso Bellotti che è anche uno sportivo praticante,


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NGC Action

quenches sport’s thirst

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grande amante del ciclismo, che ha voluto testare personalmente la bontà dei prodotti della linea NGC Action. «L’obiettivo è ottenere un concentrato di benessere e di completamento nutrizionale – aggiunge il vice presidente – I nostri integratori sono particolarmente avanzati per caratteristiche scientifiche e utilizzo innovativo. Iniziamo con Mapooro e Carmiooro, ma stiamo preparando un’ampia offerta di prodotti all’avanguardia a favore del benessere e della forma fisica in generale, disponibili esclusivamente in farmacia». Mapooro è un integratore di sali minerali, magnesio e potassio, mentre Carmiooro è un integratore alimentare di carnosina. Il primo è utile per ridare immediatamente energia. Il secondo svolge invece un ruolo importante nel regolare alcuni processi metabolici di produzione dell’energia, coadiuvante in occasione di prestazioni intense e di recupero post-sforzo. E, come detto, la NGC ha deciso di affidare il messaggio di promozione dei suoi prodotti ai protagonisti dello sport. Tester di Mapooro e Carmiooro sono stati grandi ciclisti, tra cui Alessandro Ballan, Damiano

Cunego e Damiano Caruso. Dall’8 marzo, data del derby con Milano, il logo di NGC Action compare sulle maglie della Pallacanestro Cantù. Ma non vanno poi dimenticate altre iniziative di promozione nel mondo dello sport, come la partnership con la squadra di ciclismo professionistico Carmiooro-A-Style e, nel mondo dei rally, quella con Marco Silva e Gianni Pina, equipaggio che da tre anni sale sul podio nel campionato italiano Trofeo Asfalto. NGC, inoltre, è vicina a molti team sportivi, giovanili, segno di un’attenzione non rivolta esclusivamente all’attività di vertice, ma anche alla promozione del vivaio di svariate discipline.

NGC Action is a new line of nutritional supplements for sportsmen and women. Endorsing the product are world cycling champions Alessandro Ballan and Damiano Cunego. A ‘must-have’ combination for synergy and affinity with the first products, Mapooro and Carmiooro – not to forget basketball, seeing that NGC Medical is major shareholder in Pallacanestro Cantù. “Our objective is to obtain a concentrate of wellbeing and nutritional supplement,” says NGC Medical’s Vice-President Natale Bellotti. “Our supplements are particularly advanced for their scientific characteristics and innovative use. We’re kicking off with Mapooro and Carmiooro, but we’re working on a wide range of avant-garde products to boost one’s well-being and general fitness – only on sale in chem-

ists.” Mapooro is a mineral salts, magnesium and potassium supplement, whereas Carmirooro is a nutritional supplement of carnosine. The former provides a quick energy fix. Since 8th March (the derby date with Milan) the NGC Action logo has been displayed on Pallacanestro Cantù’s shirts. Then not to be forgotten are other promotional initiatives in the world of sport such as the partnership with the CarmiooroA-Style professional cycling team, and the one connected with Marco Silva and Gianni Pina the rallying team who for the last three years have been up on the rostrum at the Italian Asphalt Trophy Championships. NGC is moreover behind many young people’s sports teams, showing that it doesn’t just focus on high-level events but also helps to bring on youth in all kinds of sports.

Sotto, a sinistra, Natale Bellotti e il team di ciclismo professionistico Camiooro-A-Style Below, left, Natale Bellotti and CamiooroA-Style professional cycling team


Le Eccellenze di

Mirabella Domus, la nuova esclusiva

VISINI...

foto Carlo Pozzoni 195


FOOD AND DRINK

Dimora risalente ai primi del Novecento, Mirabella Domus è la location esclusiva di Visini. La casa situata in splendida posizione è stata progettata nel 1912 dall’architetto Angelini di Bergamo e terminata dall’ing. Consonni di Milano su incarico di un’antica e nobile famiglia milanese. Sorge sulla riva destra del primo bacino del Lago di Como e da tempo memorabile questo luogo roccioso a picco sulla sponda orientale è chiamato Mirabello. A disposizione degli ospiti il piano nobile che, raggiungibile da un ampio scalone che sale da un ingresso indipendente offre stanze molto raccolte, dove eleganti finestre si affacciano su balconi con balaustre in ferro battuto, dalle quali si può ammirare un incredibile e unico panorama a 180 gradi, da Villa Olmo a Villa d’Este sino a Torno ed ancora più a Nord verso Toriggia e Brienno. All’interno della proprietà, protetta da un

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cancello in ferro battuto, si apre un giardino utilizzabile, raggiungibile, tramite un’ampia scalinata, direttamente dal lago. E’ questa la nuova sfida di Visini: Stefano, Corrado e la mamma Liliana hanno voluto iniziare un’altra “avventura” che aggiunge un’ulteriore perla alla già qualificata e prestigiosa “Antica Torre dei Mercanti”, negozio di gastronomia, enoteca, ristorante e pasticceria di via Ballarini, 9 nel centro storico di Como. Così Villa Mirabella diventerà dal 2009 il luogo dove si potrà personalizzare il proprio evento progettandolo insieme alla professionalità e allo stile di Visini. La cena, il meeting aziendale, il matrimonio o le occasioni direttamente organizzate da Visini vi daranno la possibilità di gustare non solo una cucina moderna, fatta di tradizioni e di prodotti tipicamente lariani reinterpretati da Stefano, ma anche la tipicità di una cucina italiana realizzata pun-

tando sempre sull’eccellenza e sull’attenta selezione delle materie prime. Riassumendo, Villa Mirabella è il luogo dove la famiglia Visini intende esprimere tutta la sua potenzialità in una dimora unica per riservatezza, ospitalità e buona cucina.

visini

Ristorante antica torre dei mercanti via Ballarini, 9 22100 Como tel. +39 031 242760 info@visini.it www.visini.it


La famiglia Visini e alcune immagini della villa Mirabella Visini’s family and some images of the Mirabella Domus

“Excellence of taste” Villa Mirabella Domus, VISINI’s new exclusive Residence going back to the beginning of the 20th century, Mirabella Domus is Visini’s exclusive location. The house situated in a wonderful site, was planned in 1912 by architect Angelini from Bergamo and was completed by engineer Consonni from Milan, on behalf of an ancient and noble Milanese family. It stands on the right side of the first basin of the lake Como. This rocky place, high up above the eastern shore of the lake, has been called Mirabello for ages. At the guests’ disposal, the main floor is

easly accessible by a wide grand staircase rising from an independent entrance and offers very cosy rooms, where elegant windows overlook balconies with wrought iron banisters, from which you can admire an incredible and unique panoramic view, from Villa Olmo to Villa d’Este, as far as Torno and more northwards as far as Toriggia and Brienno. Inside the estate which is protected by a wrought iron gate, these is a usable garden you can reach directly from the lake by a wide staircase. This is the new challenge by Visini: Stefano, Corrado, and their mother Liliana wanted to start another “adventure” which could add another pearl to the already qualified and prestigious “Antica Torre dei Mercanti”, delicatessen shop, wine merchant’s, restaurant and confectioner’s situated in via Ballerini, 9 in the old town of Como. So, from 2009 on, Villa Mirabella will become the place where you can personalized you own

event planning it together with Visini’s professional competence and style. Dinner, business meeting, marriage or events directly organized by Visini will give you the opportunity to taste not only the modern cuisine, made of tradition and typicalness of an Italian cuisine which as been realized always staking on the excellence and on the careful selection of raw materials. In brief: Villa Mirabelle will be the place where the Visinis mean to express all their potentiality dwelling which is unique for its reserve, ospitality and good cuisine.

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FOOD AND DRINK

PARCO CIANI il ristorante VERSATILE

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Parco Ciani MULTIFUNCTIONAL restaurant 199


IL RISTORANTE TRADIZIONALE Il Ristorante Parco Ciani è situato in una posizione centrale della Città di Lugano. Il luogo ideale per creare un locale che funzioni da centro di ritrovo oltre che da simbolo dell’attenzione della Città di Lugano per i suoi cittadini e per i turisti. Il ristorante coniuga elevati standard culinari ed un ambiente ricercato, inserendosi nel contesto di servizi offerti dal Palazzo dei Congressi in occasione di eventi, oltre che per gli abitanti della città. Il Ristorante Parco Ciani presenta, poi, delle rassegne gastronomiche a tema, valorizzando i prodotti tipici di ogni stagione e dimostrando molta attenzione alle ultime tendenze culinarie.

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Di seguito gli appuntamenti del 2009: 20 aprile – 10 maggio Rassegna gastronomica delle Marche 11 maggio – 31 maggio La dieta mediterranea a buffet 1 giugno – 21 giugno Bistecca alla Tartara, nuove tendenze 5 luglio – 30 agosto Estate, tempo di insalatissime 31 agosto – 20 settembre I funghi, un regalo dei nostri boschi 21 settembre – 1 novembre Tempo di Selvaggina al Parco Ciani 2 novembre – 22 novembre Rassegna gastronomica dell’aceto balsamico tradizionale 23 novembre – 13 dicembre Le specialità affumicate del grande nord

IL RISTORANTE CHE VIENE DA VOI Un servizio di ristorazione pensato ad hoc per i grandi e piccoli eventi di ogni giorno. Soluzioni mirate ed altamente personalizzate; curate nei dettagli, perché anche l’estetica vuole la sua parte. Parco Ciani Banqueting offre tutto ciò assieme ad una collaudata struttura logistica, in grado di rispondere tempestivamente ad ogni esigenza dei clienti


THE TRADITIONAL RESTAURANT Ristorante Parco Ciani is located in a central position of the city of Lugano. The ideal place to create a restaurant which can be a meeting place and a symbol of the attention of the city of Lugano for citizens and tourists. The restaurant combines high culinary standards with a refined surrounding, it is part of the services supplied by Palazzo dei Congressi on the occasion of events, but also for the local people. Moreover Ristorante Parco Ciani presents particular gastronomic events, giving value to the typical products of any season and showing a great attention to the recent culinary trends.

Here follows the appointments 2009: 20th April – 10th May Gastronomic collection of the Marches 11th May – 31st May The Mediterranean diet at buffet 1st June – 21st June Tartara steak, new trends 5th July – 30th August Summer, time of big salads 31st August – 20th September Mushrooms, a gift from our woods 21st September – 1st November Time for game at Parco Ciani 2nd November – 22nd November Gastronomic event about the traditional balsamic vi negar 23rd November– 13th December Smoked specialities of the great north

THE RESTAURANT, WHICH COMES TO YOU A restaurant service ad hoc for big and small events of every day. Specific and customized solutions; attention to the details, because the harmony is important too. Parco Ciani Banqueting offers all of this, together with a tested logistic organization, which can answer in time to the customers’ needs.

Ristorante PARCO Ciani piazza Indipendenza 4 6900 Lugano CH Tel.: + 41 (0)91 9238656 www.ristoranteparcociani.ch info@ristoranteparcociani.ch Aperto tutti i giorni

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FOOD AND DRINK

Hotel

METROPOLE e

Ristorante

IMBARCADERO:

passioni in riva al

È ancora in forma splendente. Situato in riva al lago sulla centralissima piazza Cavour, il Metropole Suisse di Como, offre un’ospitalità di qualità sia al turista che al viaggiatore d’affari. Curioso e interessante il passato di questo storico Hotel. Nato a metà dell’ottocento come “Pension Suisse”, di proprietà della famiglia Ghilardi, verso la fine del secolo, viene dato in affitto e poi venduto ad Angelo Cassani ed alla sua giovane sposa svizzera, Rosa Danioth. Alla prematura morte del marito, Rosa Danioth inizia un processo ambizioso ed intelligente di sviluppo e di aggiornamento che sarà continuato dai figli, dai nipoti e dai pronipoti che guidano oggi l’albergo, i cugini Roberto e Damiano Cassani. A partire dagli anni del dopoguerra, le sue stanze, hanno ospitato alcuni fra i più bei nomi delle cronache del tempo: Re Faruk, la principessa Furstemberg, i reali di Danimarca e personaggi dello spettacolo: Renato Rascel , Aldo Fabrizi, Peppino de Filippo, e negli anni

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Lago

più recenti, Carla Fracci, Diego Abatantuono, Silvio Orlando fino alla bellissima Micelle Hunziker. L’impegno costante al rinnovamento nel rispetto della tradizione, è ancora oggi il tratto saliente dello stile imprenditoriale della famiglia, che ha reso il Metropole Suisse uno degli alberghi più aggiornati, efficienti e dinamici della zona del Lario pur senza perdere il fascino delle sue architetture d’epoca. L’edificio in cui è ospitato l’albergo, ha il vincolo delle Belle Arti. Infatti il piano terreno e il primo piano della bella facciata ottocentesca, sono stati oggetto di un intervento di abbellimento del Terragni, razionalista comasco. Dalla hall dell’albergo, si accede direttamente al nuovo ristorante Imbarcadero che, completamene rinnovato, con una nuova gestione, offre una proposta gastronomica, attenta alla valorizzazione dei prodotti locali presentata in chiave elegante ed esclusiva in un contesto ricercato che si affaccia direttamente sul lungo lago.

Ristorante imbarcadero piazza Cavour 20 22100 Como Tel.: 031.270166 www.ristoranteimbarcadero.it info@ ristoranteimbarcadero.it Aperto tutti i giorni


Hotel Metropole and Ristorante Imbarcadero: passions on the lake shore It is still in shining form. Located on the lake shore in the central Piazza Cavour, the Metropole Suisse in Como offers a high level hospitality both to the tourist and to the business traveler. The past of this historical hotel is curious and interesting. Born in the middle of 19th century with the name “Pension Suisseâ€?, the owner was the family Ghilardi, at the end of the 19th century it was rent and then sold to Angelo Cassani and his young Swiss bride, Rosa Danioth. With the premature death of her husband, Rosa Danioth began an ambitious and intelligent process to develop and update what her sons, her grandchildren and great-grandchildren would have continued, today the owner are the cousins Roberto and Damiano Cassani. From the years after the war, its rooms hosted some of the most important names of that time: Re Faruk, Princess Furstemberg, the royal family of Denmark and the famous people of the show business: Renato Rascel, Aldo Fabrizi, Peppino de Filippo, in recent years: Carla Fracci, Diego Abatantuono, Silvio Orlando and the beautiful Michelle Hunziker. The constant efforts towards the renovation in the respect of tradition are the main features of the entrepreneurial style of the family, who made the Metropole Suisse one of the most updated, efficient and dynamic hotels of the area of Lake Como, without losing the charm of its period architectures. The hotel building is under the restrictions of Fine Arts. Indeed the ground floor and the first floor with the beautiful 19th century façade have been subject to an intervention of embellishment made by Terragni, the rationalist architect from Como. In 2004 there was the centenary of his birth. From the hall of the hotel there is the direct access to the new Restaurant Imbarcadero, completely renovated, with new management. It offers a gastronomic proposal which aims at focusing on the local products, presented in an elegant and exclusive way, the atmosphere is refined and it directly overlooks the lake.

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FOOD AND DRINK

EUPILI CAFÈ …da gustare e ricordare

Sul lago di Pusiano, l’Eupili Cafè, è una nuova realtà tutta da scoprire ma soprattutto da gustare. L’Eupili Cafè di Andrea Marchini e Giulio Beretta è una pasticceria, caffetteria, gelateria, un lounge bar con la possibilità di pranzare a mezzogiorno ed è soprattutto un locale “polivalente”, che abbraccia diversi tipi di clientela. Ogni momento all’Eupili Cafè è magico, alla mattina, è possibile gustare ben sette tipi di croissant e brioche e l’ottima caffetteria, seguita direttamente dalla società Illy Caffè con il programma “Artisti del gusto”, fa certamente iniziare la giornata in un modo positivo. A mezzogiorno il locale, si trasforma in un ristorante con cucina Express: piatti sempre di qualità, legati alla stagionalità, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Il ristorante propone tutti i giorni uno o più primi, l’Hamburgher Eupili, servito con pane fatto in casa e ricche insalate. Il menù viene inte-

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grato e adeguato stagionalmente, ad esempio, questo inverno, Andrea e Giulio, hanno proposto, prendendo spunto dalla tradizione lombarda, bolliti misti, cazzola, stinchi, ossibuchi, pasta e fagioli. Da non perdere i dessert per fine pranzo. Il tutto in un ambiente soft. Il pomeriggio, in un ambiente ottimale, è possibile degustare tè, tisane e caffetteria, con pasticceria di produzione propria firmata da un noto pasticcere milanese. Ma, è soprattutto nel dopocena che Eupili Lounge esprime al massimo le sue potenzialità, con una selezione di vini Lombardi frutto di una ricerca pluriennale accanto ai grandi champagne. Vastissima la scelta di Rhum, cognac, whisky e vodka. Ottima la selezione di birre esclusive, sia alla spina che in bottiglia, alcune introvabili perfino nei Pub più conosciuti. Grazie al sistema di illuminazione progettato dal famoso Light designer Matteo Fiore,

all’Eupili Cafè si respira un’atmosfera magica, che lo ha portato nell’arco di soli sette mesi a diventare un cult tra i locali di tendenza. E’ da segnalare il cigar corner, una sala privata per i fumatori, che offre degustazioni di sigari originali cubani “avana” abbinati a cognac rinomati. L’ambiente elegante che richiama una “club house”, sapientemente mixato ad un gusto moderno, può essere l’ambiente ideale per riunioni d’affari e private. Merita una visita il déhors, un allestimento curato nei particolari e nei dettagli permette di ammirare la splendida vista sul romantico lago di Pusiano. Un’altra particolarità di Eupili Cafè, sono i gelati, che Andrea Marchini prepara personalmente con soli ingredienti naturali e con metodo artigianale. Il risulato è un gelato magro, dal gusto “Vintage”, digeribile senza l’aggiunta di grassi vegetali. Eupili Cafè…da gustare e ricordare!


Eupili Cafè… to taste and to remember!

On Lake Pusiano, Eupili Cafè is a new reality to be discovered but especially to taste. Eupili Cafè is owned by Andrea Marchini and Giulio Beretta. It is a pastry, cafeteria, ice cream and lounge bar where you can have lunch and above all it is a place which has several types of customers. Each moment spent at the Eupili Cafè is magic; in the morning you can taste seven types of croissant together with the great cafeteria, characterized by the use of Illy Caffè and the programme “Artisti del gusto” (Artists of the taste), it helps people start the day in a positive way. At midday the cafè turns into a restaurant with express food: quality proposals according to the season, with

a very good price to quality ratio. Every day the restaurant proposes one or more first courses, the Hamburgher Eupili, served with home bread and rich salads. The menu is seasonally changed and modified, for example this winter Andrea and Giulio, inspired by the Lombardy tradition, proposed boiled meats, the typical cazzola, shin of veal containing marrowbone, pasta and beans. Highlights are the desserts at the end of the lunch. All in a soft environment. In the afternoon, in a nice atmosphere, you can taste tea, herbal teas and cafeteria, with home-made pastry by a famous Milanese pasty chef. But particularly after dinner Eupili Lounge expresses its potentials up to the top, with a selection of Lombardy wines, fruit of a long search, together with important champagne labels. Wide selection of rhum, cognac, whisky and vodka. High selection of exclusive beers, both on draught and in bottle, some of them are hard to find even in the

most famous pubs. Thanks to the system of lighting designed by the famous light designer Matteo Fiore, at the Eupili Cafè you can find a magic atmosphere and this is the reason why just in seven months it has become a cult among the trend cafè. To mention is the cigar corner, a private room for smokers which offers tastings of original “Havana” Cuban cigars, combined with important cognac. The elegant environment recalls a “club house”, widely mixed with a modern taste, it is the ideal place for business and private meetings. The déhors deserves a visit, a fitting with a particular attention to the beautiful view of Lake Pusiano. Another distinctive feature of Eupili Cafè are the ice creams, which are personally prepared with natural ingredients and a traditional method by Andrea Marchini. The result is a soft ice cream, with a “Vintage” taste, without the addition of vegetable fats. Eupili Cafè… to taste and to remember!

eupili café

via Mazzini 68 22030 Pusiano (CO) tel. 031.6579060 eupili@hotmail.it aperto tutti i giorni dalla domenica al giovedì 06:00 alle 00:00, venerdì e sabato dalle ore 06:00 alle 01:00

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FOOD AND DRINK

NOVITA’ NELLA TRADIZIONE

LA RIVOLUZIONE a tavola con Alfredo Nel corso degli ultimi trent’anni di cultura gastronomica, siamo passati attraverso numerose esperienze: dal rincorrere i modelli della “Nouvelle Cuisine” degli anni Ottanta, cucina di derivazione e impostazione francese, basata su cotture leggere, accostamenti inusuali, ricerca dei contrasti e l’astrazione e la manipolazione di forme, volume e colori, che ha influenzato le cucine di tutto il mondo, e in modo determinante anche la recente cucina giapponese. Poi successivamente si affermano i sostenitori della “fusion”, la cucina degli anni Novanta, promossa dalla globalizzazione delle merci, delle persone e, quindi, dell’unione di varie culture mediante l’uso di ingredienti da tutto il mondo, sovente interpretati con tecniche nostrane, per arrivare oggi a quelli della “Nueva Nouvelle Couisine” (con al vertice lo spagnolo Ferran Adrià, colui che ha frantumato i codici della cucina, creando un personale modello basato sulla creatività assoluta dei piatti, dando vita a seguaci più o meno validi, soprattutto se riproposti ovunque nel mondo da imitatori privi della sua complessità, genialità e capacità). Questi fenomeni di espressione culinaria, legati sicuramente a una esigenza di personalizzazione della cucina attraverso un individuale uso del colore, dell’esaltazione delle forme, del discreto, ma intenso e contrastante uso dei sapori, del personale incontro con prodotti di varie provenienze, coniugando sapori e vivande di vari luoghi e nazionalità, ci hanno ora spinto a un critico atteggiamento nei riguardi di questi promotori di una spesso non provata creatività e capacità, e talvolta delusi da esaltanti promesse – spesso non mantenute – di cuochi e ristoratori improvvisati sulle ali della moda, interpretazioni spesso risibili nella scelta degli accoppiamenti, dall’utilizzo dei prodotti frequentemente stranieri o esotici in cambio di quelli locali, di cui oggi riscopriamo i profumi, i sapori e la loro unicità. Il riscontro di questi fenomeni sviluppatisi in campo internazionale ha certamente susci-

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Ratti

tato reazioni nella nostra ristorazione, non riuscendo comunque a contaminare la cucina italiana di consolidata tradizione locale e che da tempo va affermandosi a livello internazionale. Siamo così giunti alla riscoperta e valorizzazione dei giacimenti gastronomici italiani. Le varie cucine tricolori, sempre molto differenti per cultura, posizione geografica e tradizioni agroalimentari, possono svolgere un ruolo importante a livello internazionale, sicuramente maggiormente significativo rispetto al passato. Oggi anche grazie alla visibilità e alla sempre maggiore credibilità di molti presidi slow food e di affermate produzioni, che hanno saputo confermare i valori e la genuinità nel tempo, formaggi, salumi, ortaggi, frutta e vino – salvato dall’indiscriminato uso delle barrique – hanno assunto funzioni in grado non solo di comunicare cultura materiale, ma anche emozioni, gusto, capaci anche di generare valore nei territori di produzione, riscoprendone le radici e la cultura contadi-

na, riuscendo persino a trasformare in mete turistiche luoghi e territori altrimenti carenti di attrattive, qualificando anche un viaggiatore del gusto, che sviluppa l’interesse di capire tutto ciò che si nasconde dietro a ciò che si mangia o si beve. Nel rispetto della riqualificazione e valorizzazione delle risorse delle cucine locali vi propongo l’ossobuco alla milanese. Dal milanese “oss bus”, osso bucato: la denominazione del piatto, ricavato da fette di geretto (o stinco) doverosamente da posteriore di vitello, sottolinea l’importanza dell’osso e, più ancora, del buco, per la buona riuscita della preparazione. Il buco è infatti ricolmo di midollo osseo, il quale, sciogliendosi superficialmente durante la cottura, dà la giusta consistenza alla salsa e ne ammorbidisce il gusto. Secondo la tradizione milanese, il midollo residuo si estrae dalla sua cavità con apposita palettina, chiamata ironicamente “agente delle tasse” o “esattore”.


OSSOBUCO ALLA MILANESE (Giancarlo Morelli, “Osteria del Pomiroeu” – Seregno) Ingredienti e componenti per 6 porzioni 2 kg di ossobuco (6 pezzi) di vitello tagliati piuttosto alti da uno stinco di vitello doverosamente posteriore 100 g di burro Prezzemolo q.b. Vino bianco q.b. Farina q.b. Un limone Aglio, scalogno, sale e pepe q.b. Preparazione In un tegame largo far soffriggere il burro con uno spiccio d’aglio, che andrà tolto; infarinare gli ossibuchi e rosolarli nel burro, lasciandoli colorire da una parte e dall’altra. Cuocerli a fuoco basso e a recipiente coperto, bagnandoli di tanto in tanto con qualche cucchiaiata di vino bianco o brodo; voltare ogni tanto la carne, salandola e preparandola giustamente. Preparare la “gremolada”: tritare il prezzemolo insieme con mezzo spicchio d’aglio e la scorza sottilissima del limone, solo la parte gialla. Circa 10 minuti prima di levare il recipiente dal fuoco, cospargere gli ossibuchi con questo trito. Disporli poi nel piatto di portata versandovi sopra il loro sughetto di cottura. Questa portata si abbina benissimo con un risotto alla milanese, purea di patate o polenta di granturco, così da fornire un piatto unico importante; come secondo, con piselli o fagiolini.

OSSOBUCO ALLA MILANESE (Giancarlo Morelli, ‘Osteria del Pomiroeu’ – Seregno)

A sinistra, Alfredo Ratti Sopra, un piatto con l’ossobuco Left, Alfredo Ratti Above, a plate with ‘ossobuco’

News in the tradition.

The revolution in the table with Alfredo Ratti

Over the last thirty years food and drink have gone through various phases: from the ‘Nouvelle Cuisine’ of the 80s, to the ‘Fusion’ of the 90s – a spin-off of globalisation in all its aspects; now we’re in the ‘Nueva Nouvelle Cuisine’ era. But such international fads have not succeeded in contaminating good old-fashioned Italian fare. So by way of reinstating and singing the paises of locally sourced cookery I give you OSSOBUCO ALLA MILANESE From ‘oss bus’ in Milan dialect: the very name of the dish, obtained from slicing the shank (or shin-bone) – but only from a calf’s hind quarters – is indicative of the importance of the bone, and even more so of the cavity, for the success of this dish.

Ingredients to serve 6 2kg of Ossobuco (6 pieces) of veal cut fairly high up from a veal shin-bone but only using the hind quarters 100g of butter Parsely a.r. White wine a.r. Flour a.r. 1 lemon Garlic, shallot, salt and pepper to taste What to do Brown a clove of garlic (to be removed later) in butter in a wide pan; dust the ossibuchi with flour and brown them in the butter on both sides. Let them simmer with the lid on, basting them every so often with teaspoons of white wine or stock; turn over from time to time and season appropriately. Prepare the ‘gremolada’: chop up the parsely together with half a clove of garlic and a scraping of lemon zest. About 10 minutes before taking the pan off the heat, sprinkle this seasoning onto the ossibuchi. Place them in a serving dish and pour the gravy from the cooking over them. This dish is excellent with ‘risotto alla milanese’, mashed potato or maize polenta, and is a 1-course meal in its own right; as a 2ndcourse, serve with peas or beans.

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