magiclake autumn 2009

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Concept and Styling, Ravaioli Silenzi Studio, Studio Limbo, F. Radice


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EDITORIALE

Magic Lake Autumn 2009: Quel Ramo del Lago di Como Cari Lettori,

Dear Readers,

non state per leggere il più importante romanzo della letteratura italiana di tutti i tempi: “I Promessi Sposi”, ma state per conoscere il particolare territorio che ha affascinato Alessandro Manzoni, non solo indiscusso genio del Romanticismo, ma anche testimone autorevole ed incondizionato di quelle bellezze naturali che la provincia di Lecco ha saputo custodire e mantenere nel tempo. Da pagina 177 MAGIC LAKE COMO diventa MAGIC LAKE LECCO. Servizi di approfondimento vi aspettano per farvi proseguire nell’esplorazione della geografia insubrica, così come vi avevamo annunciato nell’editoriale dell’edizione Spring... ...ma le novità non finiscono qui! E’ con emozione che Magic Lake presenta ai suoi lettori la conclusione del progetto “Ritorno alla luce”: diciotto pagine che illustrano il percorso del restauro completo di due pale e di quattro tele settecentesche appartenenti alla quadreria del Duomo di Como e la straordinaria scoperta della firma dell’artista che ha eseguito una delle due grandi pale. Si tratta nientemeno che del pittore Giovanni Battista Recchi. Il restauro, voluto e sostenuto principalmente dall’associazione di imprenditori mecenati Amici di Como, è stato condiviso dalla Fondazione Provinciale della Comunità Comasca e da Intesa San Paolo, quest'ultima già associata ad Amici di Como. L'impegnativo progetto, il più importante intervento di restauro dopo quello del Duomo, ha raggiunto il suo scopo: restituire alla città la possibilità di ammirare alcuni capolavori d’arte densi di significato, che verranno messi in mostra nella Cattedrale di Como, splendido gioiello architettonico.

you are not going to read the most important novel in the Italian literature “I Promessi Sposi” (The Betrothed), instead you are going to discover the particular landscape, which fascinated Alessandro Manzoni, an unquestioned genius of Romanticism, but also an authoritative and unconditioned witness of the natural beauties, which were so long kept and maintained in the province of Lecco. From page 177 MAGIC LAKE COMO turns to be MAGIC LAKE LECCO. You will have the possibility to read and appreciate the Insubric area, as we already announced in the Spring edition… …but the surprises don’t finish here! Magic Lake is excited to present to its readers the realization of the project “Ritorno alla Luce” (Return to light): 18 pages which describe the complete restoration of two altar pieces and four canvas dated back to the 18th century, property of the canvas’ collection of the Duomo di Como and the extraordinary discovery of the name of the artist who realized one of the two altar pieces, actually it was made by Giovanni Battista Recchi. The restoration was promoted and sponsored by the association of entrepreneurs and patrons of the arts Amici di Como, together with Fondazione Provinciale della Comunità Comasca and Intesa San Paolo which is already member of the association Amici di Como. The demanding project, which represents the most important restoration work after the Cathedral restoration, reached its aim: to give the opportunity of admiring some works of art, which are full of significance. They will be displayed in the magnificent architectonical jewel that is the Cathedral of Como.

Buona visita!

Enjoy your visit! Gli Editori Daniele Brunati Rosaria Casali

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The Editors Daniele Brunati Rosaria Casali

Magic Lake Autumn 2009: Quel Ramo del Lago di Como

...CHE VOLGE A MEZZOGIORNO, TRA DUE CATENE NON INTERROTTE DI MONTI,…


Per chi tiene il finestrino abbassato anche alla guida di un sottomarino.

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® Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO) Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore

sommario

summary

Patrocinata da • Sponsored by Regione Lombardia Provincia di Como Comune di Como Camera di Commercio di Como Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Comune di Como Progetto editoriale • Research Editor Daniele Brunati Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Editor Daniele Brunati Grafica • Graphic Andrea Pedretti Testi • Research and Material Banca BSI SA, Mons. Lorenzo Bataloni, Laura Bernasconi, Suor Emanuela Bianchini, Roberta Brucato, Daniele Brunati, Rosaria Casali, Gian Maria Casella, Gianfranco Casnati, Antonella Clemente, S.E. Mons. Diego Coletti, Elisabetta Comerio, Elisa Corti, Anna Danielon, Pietro Ebreo, Davide Fent, Raffaella Di Paola, Impresa Petazzi, Marco Lombardo Giassetti, Francesca Neri, Daniele Pescarmona, Isabella Preda, Provincia di Como assessorato all’Ambiente, Provincia di Lecco assessorato al Turismo, Alfredo Ratti, Renata Romano, Scatola del Tempo, Ufficio stampa Poliform.

In copertina: Francesco Facchinetti Fucsia Music In the photo cover: Francesco Facchinetti Fucsia Music

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Pubblicità • Advertising TBM Service, Paolo Fasola Traduzioni • Translations Elena Pedretti Revisione testi • Proof reading Amelia Guarneri, Nadia Baba Foto • Photographic Material A3, Fucsia Music, Davide Bigi, Andrea Butti, Maurizio Camponovo, Carlo Pozzoni, Mattia Vacca, Guido Taroni, Banca BSI SA, Antonella di Girolamo, Ruggero Passeri, Paolo Durastante, Archivi: Camera nazionale della moda italiana, Suzuky, Ristorante Gatto Nero, Canottieri Lario, CLAC, Goigest, Iltex, Ufficio stampa ospedale Sant'Anna, Famiglia Cassin, Studio Michelangelo, Giuseppe Perone, Rodacciai, Parco Ciani, Nini Binda, Provincia di Como, Porsche Como, Archivio Petazzi Costruzioni, Scatola del Tempo, La Murrina, Poliform, Vasconi, Consorzio Brianteo Villa Greppi, Provincia di Lecco assessorato al Turismo, Andreoni Presepi, Joe Fly Sailing Team, Segreteria di redazione • Editorial Support Team Elena Massari Amministrazione • Administration Rosaria Casali Un ringraziamento speciale • Special thanks to a Giovanni e Ornella Anzani per la generosa disponibilità e concreta collaborazione

piazza Duomo 17 22100 Como Tel. 031.268.989 e-mail tbmservice@tin.it

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È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©

PEOPLE Francesco Facchinetti, "Mi do i numeri" Francesco Facchinetti, "I give myself markes" Fausto Fontana, Il James Bond del lago Fausto Fontana, James Bond of the lake

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Cav. Mario Boselli, Era e sarà Made in Italy lifestyle Cav. Mario Boselli, It was and will be Made in Italy lifestyle

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Andrea Mentasti, Il manager dell'ospedale "Ad Personam" Andrea Mentasti, the manager of the hospital "Ad Personam"

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Nini Binda, Gentleman Driver Nini Binda, Gentleman Driver

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Giuseppe Perone, Oltre lo sguardo Giuseppe Perone, beyond the glance

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Guido Taroni, Scatti con stile Guido Taroni, shoots of style

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Pablo Echaurren, un futurista poliedrico Pablo Echaurren, a polyedric futurist

Giovannina Franchi, Carità incondizionata Giovannina Franchi, unconditioned charity

"i Vasconi", Fotografie di storia e cultura in 100 anni "i Vasconi", photos of history and culture in 100 years


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SPECIALI International Magic Lake with ILTEX International Magic Lake with ILTEX

on 80 What's What's on alla Luce 102 Ritorno Magic Lake Lecco di Magic Lake 220 IlThemondo world of Magic Lake

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Eventi Amici di Como, Magic Lake & Villa d'Este Amici di Como, Magic Lake & Villa d'Este

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Convegni del Sestante, II edizione Conferences of sestante, 2nd edition

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Dicembre Città dei Balocchi, un must per grandi e piccoli December Città dei balocchi, a must for adults and kids

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Festival del Design in Brianza Festival of Design in Brianza

200

Parolario, appunti di viaggio Parolario, travel notes

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TERRITORIO Carimate, la perla della Brianza Carimate, the pearl of Brianza

ambientale sul territorio lariano 170 Educazione Environmental education on the Como territory

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...e lucean le stelle...2009miniartextilcosmo

145 ..e lucean le stelle...2009miniartextilcosmo 177

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COMO NEL MONDO Very Important Poliform Contract al G8 Vert Important Poliform Conmtract at G8

Marchini, l'innovazione nella tradizione 66 Rizzieri Rizzieri Marchini, the innovation in the tradition Geraldini, un nobile dal cuore verde 70 Jacopo Jacopo Geraldini, a noble man with a green heart

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Magic Lake Lecco Riccardo Cassin, la leggenda di una roccia Riccardo cassin, the legend of a stone

Greppi, un tesoro riscoperto 180 Villa Villa Greppi, a rediscovered treasure & Benessere 184 Brianza Brianza & Wellness

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Advertising La Murrina, disegni di luce La Murrina, disegni of light

Costruzioni presenta due immobili realizzati 84 Petazzi sul Lago di Como

Petazzi Costruzioni presents two real estates on Lake Como

Scatola del Tempo 86 LaLa Scatola del Tempo anni di Suzuki 139 100 100 years of Suzuky SA, Les Sommets du Classique 198 BSI BSI SA, Les Sommet du Classique dimensione, la nuova Porsche Panamera 224 LaThequarta fourth dimension, the new Porsche Panamera

C.I.A., Star bene sul Lago di Como

48 C.I.A., Feeling great on Lake Como

ARTE Produzione serica in Lombardia 1400-2000 Seta · Oro · Cremisi Silk production in Lombardy 1400-2000 Silk • Gold • Cochineal

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Sport Canottieri Lario olimpionica Olimpionic Canottieri Lario

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Joe Fly sailing Team, a tutto podio Joe Fly Sailing Team, at the top

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Giulia Petazzi, la giovane cavallerizza Giulia Petazzi, the young rider

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Food and drink I braciuluni di Alfredo Ratti I Braciuluni

On the Rod(a) On the Rod(a) Wakeboard sul lago Wakeboard on the lake




... è in arrivo il Natale ...




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PEOPLE

"Mi Do i NUMERI"

Francesco Facchinetti INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Elisabetta Comerio foto Fucsia Music, Archivio Goigest

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Nella pagina precedente e sotto, Francesco Facchinetti In the previous page and below, Francesco Facchinetti

Come nelle migliori tradizioni dei report gossippari estivi, abbiamo raggiunto Francesco Facchinetti a Ibiza, dove ha trascorso una parte delle sue vacanze, e dove ci ha regalato un po’ del suo tempo. Così, per curiosare nella sua vita. Il ragazzo brianzolo della "Canzone del Capitano" ora è uno showman ricercatissimo, un professionista che a soli ventinove anni ha saputo ritagliarsi spazi importanti in televisione, in radio, nel cinema, nella musica e nella narrativa. Iniziamo l’intervista in modo un po’ insolito: sarà lui a darsi i voti in pagella! Cominciamo con un voto al Francesco Facchinetti cantante. «Direi sei e mezzo. Un voto ottimo, considerando i miei percorsi scolastici. Ho sempre amato l’idea di un personaggio capace di trattare la musica come un gioco. Oggi manca il “tormentone”, con la sua anima estiva, che faccia divertire la gente. Ricordo le estati raccontate da Jovanotti, 883, Fiorello e tanti altri cantanti che ci regalavano la colonna so-

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nora di un momento. Ora non succede più». Un voto come conduttore. «Quella de "L'isola dei famosi" è stata la mia prima esperienza come conduttore e mi concedo ancora un bel sei e mezzo. Dovevo imparare molte cose: la padronanza del mezzo televisivo, come interagire con la camera e con il pubblico a casa. Invece mi assegno qualcosa in più, un bel sei/sette, per la conduzione di "X Factor"». Forse un po’ poco, secondo noi, ma lui argomenta la sua votazione: «Credo sia giusto stare basso con i voti perché negli anni ho capito quanto sia importante imparare a scalare una montagna, senza per questo voler arrivare subito in vetta». Un voto come doppiatore. «Quando nel 2005 ho doppiato "Robots", un film d’animazione, mi sono trovato a lavorare con professionisti che mi hanno aiutato e insegnato tanto. Per ora, però, penso di meritarmi un sei, non di più». Un voto allo scrittore.


Sotto, da sinistra, Francesco Facchinetti con Mara Maionchi; a destra, durante una registrazione radiofonica Below, on the left, Francesco Facchinetti with Mara Maionchi; on the right, during a radio program

«“Quello che non ti aspetti” è stato la mia prima esperienza nella produzione scritta. Domenico Liggeri ed io abbiamo cercato di tirare fuori una storia con un senso, che non fosse solo una biografia, ma avesse una forte componente di fantasia. Ribadisco il precedente sei perché ho tutto da imparare. Ora abbiamo in cantiere un altro romanzo, che probabilmente uscirà nei prossimi mesi». Ovviamente, ti chiediamo un voto come dj. «Questo è il mio lavoro, quindi penso di meritarmi sette/otto. Lo faccio da quando avevo diciotto anni e mi dà tantissime soddisfazioni. Il programma che ho condotto quest’anno con Nicoletta de Ponti su RTL è stato il più ascoltato nelle radio italiane nel “drive time”». Scopriamo anche un Francesco Facchinetti attore… «Infatti. Ad ottobre ci sarà la mia prima volta sugli schermi televisivi nella serie “Commissario Coliandro”, dove interpreto un serial killer».

Un voto a te stesso. «Mi darei un "rimandato a settembre", perché nella vita si può fare sempre meglio». In questi anni c’è stata una crescita, un cambiamento: da Dj Francesco a Francesco Facchinetti. «Ad un certo punto ti rendi conto che hai dei limiti, quindi fai la cosa che ti viene meglio, cercando di crescere e di essere sempre più coinvolto. Ad esempio, mentre prima "X Factor" era soltanto un programma che presentavo, quest’anno parteciperò a tutti gli aspetti produttivi ed artistici, per essere più responsabile di quello che accade e per arricchirmi professionalmente». Francesco Facchinetti e Roby Facchinetti: si è parlato tanto di questo rapporto...ma raccontacelo tu. «Il mio non è mai stato un padre invadente, che mi ha obbligato a fare alcune scelte invece di altre. Siamo due persone completamente diverse, ma abbiamo un fuoco in comune: la passione per l’arte, per la musica,

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A lato, Francesco Facchinetti nello studio di "X Factor" On the side, Francesco Facchinetti in the studio of "X Factor"

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per la vita. Lui mi ha trasmesso un metodo di lavoro e di vita: essere figlio di Obama, di Bush o di una persona comune non cambia le cose, è fondamentale l’indole di ognuno, la propria determinazione». Ci accomuna il nostro territorio. Perché Francesco Facchinetti sceglie di vivere a Mariano Comense? «Riconosco che ciò che vivo nel mio lavoro non è reale, è una cosa che scorre parallelamente alla mia vita. Quindi ho bisogno di qualcosa di concreto, che bilanci questo aspetto. E non c’è realtà più vera che casa mia, i miei amici, i miei parenti, il giornalaio, il pasticcere, il bar che frequento da vent’anni…quelle cose normali che ti servono quando vivi una vita che normale non è. Tutti i giorni prendo la macchina e vado a Milano, come un viaggiatore che si trova nel paese dei balocchi, poi la sera dico: “Torniamo a casa”. Ora ne sto costruendo una tutta mia, dopo anni in una comune, ma sempre a Mariano Comense».

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Una giornata con te. «Allora…per prima cosa è obbligatorio fare una lampada. Poi la tradizione vuole che si vada a prendere una piadina "Da Gigi". Segue il giro delle sette parrocchie: si vanno a trovare mia nonna, le zie, i cugini…La serata comincia al San Marco, un ristorante di Arosio, dove, i miei amici ed io, mangiamo e facciamo un gran casino, quasi insopportabile. Purtroppo la Brianza non offre grandi posti dove i ragazzi si possano divertire, a parte discoteche e pub. Invece io vorrei che ci fossero centri ricreativi dove suonare, dipingere, andare in skate…». È possibile incontrare Francesco Facchinetti sul lungolago o che passeggia per le vie di Como? «Così romantico non lo sono stato mai. Andavo sempre a Como in motorino per comprare fumetti in via Milano e vestiti al "Vecchio Armadio". Comunque è un’idea: proverò a giocare la carta “lungolago”, vediamo se porta bene…»


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Sotto, il nuovo team di "X Factor", da sinistra, Francesco Facchinetti, Claudia Mori, Morgan, Mara Maionchi Below, the new team of"X Factor", from the left, Francesco Facchinetti, Claudia Mori, Morgan, Mara Maionchi

I give myself markes

Francesco Facchinetti Following the best traditions of the summer gossip reports, we have reached Francesco Facchinetti in Ibiza, where he spent part of his vacation, we met him to talk about it and to discover some curiosity about his life. This guy from Brianza became famous with the song Canzone del Capitano (Song of the Captain) and now he is a requested showman, he is 29 and he has already managed to find some important places in TV, radio, cinema, music and literature. We start our interview in an unusual way: he has to give votes to himself, from 1 to 10. Give a vote to Francesco Facchinetti as a singer. «I would say 6 1/2. A very good vote, if I consider my school career. I have always loved the idea of a person who could handle music as a game. Today we no longer have the “song of the summer”, that people like. I remember the summers described by the Italian singers Jovanotti, 883, Fiorello and some others, who gave us as a present the song of the moment, it doesn’t happen today». A vote as a showman. «My first experience as a showman was with the Island of the Famous, here I give a 6 1/2. There still

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were lots of things to learn: how to use this mean, how to interact with the camera and the people watching you. In X-Factor I give a 6/7». We think he could have been more generous. But he says: «I think it is fair to give low votes, because during the years I understood that it is very important to learn climbing a mountain, without going straight to the top». A vote as a dubber. «When in 2005 I dubbed Robots, a cartoon, I worked with professionals who helped me a lot. Up to now, I think I can deserve 6, no more than that». A vote as a writer. «“Quello che non ti aspetti” (What you don’t expect) was my first experience as a writer. Domenico Liggeri and I tried to come out with a story with a plot, not just a biography, but also something with a bit of imagination. My vote here is 6, I still have a long way to go. Now we have to work on another novel, it should be published in a few months». Obviously we ask you a vote as a dj. «This is my job, so I think I deserve 7/8. I am doing it since I was 18 and it gives me lots of satisfactions. The show I made this year with Nicoletta de Ponti on RTL was the one with the largest audience among the Italian radio in the “drive time”». We discover that Francesco Facchinetti is an actor to… «That’s true. In October I will be on a TV serie “Commissario Coliandro”, where I am a serial killer». A vote to yourself. «I would say study more and come back next time,


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Sotto, Francesco Facchinetti con il padre Roby Facchinetti Below, Francesco Facchinetti with his father Roby Facchinetti

because in your life you can always improve». In these years we have seen a change: from Dj Francesco to Francesco Facchinetti. «At a certain point you understand you have limits, so you usually want to do what you can do in the best way, trying to improve and being always more involved. For example, I used to be the showman of X Factor, this year instead I will take part also in the production, to be more responsible of what happens and to improve from the professional point of view». Francesco Facchinetti and your father Roby Facchinetti. Everybody speaks of this relationship. Tell us about it… «My father has never been an intrusive father, who forced me to make certain decisions. We are totally different, but we have a common fire: passion for art, music and life. He taught me a method of work and a method of life. It doesn’t matter if you are the son of Obama or Bush or of a common person, this doesn’t change things. What is important is your nature and your determination». We have something in common: our territory. Why does Francesco Facchinetti decide to live in Mariano Comense? «I recognize that what I experience in my job is not real, it is something which goes along my life. So I need something real to find a balance with this

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aspect. There is nothing more real than my home, my friends, my relatives, the news dealer, the candy maker, the bar where we go for 20 years…the normal things you need when you live a life that is not common. Every day I drive my car to Milan, just like I am a tourist in a fairyland, then in the evening I say: “Let’s go back home”. Now I am building my own house, always in Mariano Comense». A day with you. «Well…first of all I need a sunlamp. Then there is the tradition of a piadina (unleavened focaccia bread) Da Gigi, nearby the sunlamp center. Then I start to visit my relatives: my grandmother, my aunts, my cousins…The evening starts at San Marco, a restaurant in Arosio, where we eat and we are very loud, almost unbearable. Unfortunately Brianza doesn’t offer many places where young people can have fun, a part from discos and pubs. I would see more recreational centers for young people, where they can play, paint and go with the skate…» Is it possible to meet Francesco Facchinetti on the lake shore or see him walking in the streets of Como? «I have never been such a romantic person. I used to come to Como with my scooter to buy comics in via Milano or cloths at Vecchio Armadio. Anyway it can be an idea: I can try and use the option “lake shore”, let’s see how it works…»


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PEOPLE

FAUSTO FONTANA

Il James Bond del LAGO INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Marco Lombardo Giassetti foto A3, Archivio Gatto Nero, Carlo Pozzoni

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Sopra, il fantastico panorama che si gode dalla terrazza del ristorante Above, the beautiful view you can enjoy from the restaurant' terrace

Il personaggio, come tutti i VIP suoi amici, si fa desiderare. Allora, grazie alla complicità di Claudia, splendida e infallibile manager dagli occhi verdi, sfoglio le pagine ingiallite dei vecchi album dalle copertine in pelle. Dentro c’è un tesoro: testimonianze fotografiche e dediche di ospiti famosi del jet set internazionale, del mondo sportivo, dell’economia, della politica e della nobiltà d’altri tempi che hanno reso onore al personaggio: Fausto Fontana. Lui è una spia, un “James Bond” che a 59 anni fa ancora di professione l’agente segreto. Certo, come ogni buon 007 ha una seconda identità, rispettabilissima peraltro, come ristoratore. Lui, finalmente, ammette: «Ho i miei inviati in tutta la zona del lago, non mi sfugge niente. Arriva qualcuno ed io lo so. E so anche che presto arriverà al Gatto Nero». Il Gatto Nero, per intenderci, è la nota trattoria che dà il lavoro ufficiale a Fontana e dove, sin dall’ingresso, ti sembra di entrare in un garden inglese ma con una vista mozzafiato su tutto il primo bacino del lago di

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Como. Nonostante la strada per inerpicarsi sopra Cernobbio, nonostante abbia un parcheggio difficoltoso e, nonostante il nome che porta, è diventato un segnale luminoso sulla cartina di Como e dintorni: «Già, Gatto Nero… Si chiamava così prima, era una privativa-trattoria gestita per 40 anni dalla signora Gabriella. Anche un posto di contrabbando: c’erano sali e tabacchi. Poi, un giorno, lo rileva un tipo che decide di cambiargli il nome per superstizione: Gatto Rosa. Risultato: dopo un anno fallisce e per i 5 successivi il ristorante resta chiuso. Poi sono arrivato io e gli ho rimesso il nome originario». Ha funzionato: ora il Gatto Nero è il ristorante del Vip della porta accanto, nel senso che lì i personaggi escono dall’Isola dei famosi per ritrovarsi un po’ terreni intorno a un tavolo. «Soprattutto sanno che qui privacy e tranquillità sono la prima cosa». Faccia i nomi, però… «Ultimamente Ruper Murdoch, Robert De Niro, Britney Spears, Neil Armstrong, Avril


Sopra, interni del ristorante Above, the interiors of the restaurant

Avigne, le signore Berlusconi, Dell’Utri, Kakà, David e Victoria Beckam, Mourinho… Devo continuare?» Se vuole… «Ecco, anche un principe arabo che ha una proprietà qui sul lago: erano in dieci, sono arrivati con dieci auto di lusso…». Insomma, un successone. Com’è cominciata? «La mia famiglia aveva la trattoria Sant’Anna, nata nel 1907 col mio bisnonno. Mamma Cecilia ci sapeva fare in cucina e piano piano cominciò ad arrivare gente famosa». Ripartiamo con la lista? «Le dico solo che lì sono usciti in pubblico per la prima volta Carolina e Casiraghi e che lì sono diventato amico di Rummenigge». Lei che è milanista… «Già. Una domenica sera, alle 22.30, si presenta con Liam Brady – allora non sapevo chi fosse – e chiede di una tv per vedere i goal: l’ho mandato su in casa con mio padre, in tre sul divano davanti alla Domenica Sportiva.

Questo è Kalle…». Torniamo al Gatto Nero. «A un certo punto 20 anni fa un amico mi porta a vedere questo posto: guardi che vista…». In effetti... «Ecco: decido di ricominciare da qui. Parto con due soci, un amico e mio fratello, poi resto da solo con la mia compagna Piera: trattoria alla buona con due tipi di vini, uno bianco e uno rosso. E si ballava sui tavoli…». Poi, un giorno… «Un giorno, 10 anni fa, decido di cambiare: fare il ristoratore a Como è difficile, allora ho cambiato genere». Ristorante di charme, quindi. «Ristorante curato ed attento ai minimi particolari, con uno staff affiatato e professionale. Qui la cucina è tradizionale, ma le materie prime sono selezionatissime: si deve poter riconoscere il sapore dei cibi». A giudicare dalle visite di George Clooney, ha funzionato!

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A destra, in alto, Hansi Wasmeier e signora, Fausto con Piera, Karl-Heinz Rumenigge e signora; al centro, a sinistra, Fausto Fontana con Kaka e sua madre, a destra, Fausto Fontata con Daniel Craig; sotto, con Bruno Lauzi On the right, above, Hansi Wasmeier with his wife, Fausto with Piera, Karl-Heinz Rumenigge with his wife; in the middle, from the left, Fausto Fontana with Kaka and his mother, on the right, Fausto Fontata with Daniel Craig; below, with Bruno Lauzi

«George è una persona speciale: recentemente è venuto qui con i genitori. Quella sera c’era anche la Arcuri con degli amici e mi sono trovato i paparazzi fuori e le foto sui giornali. Mi ha dato un po’ fastidio: sa, la privacy…». Giusto, il Vip della porta accanto… «Io tratto le persone tutte allo stesso modo: quando entrano qui sono tutti clienti da soddisfare». E a giudicare dai risultati è andata bene. «E’ andata bene, ma le dico una cosa: il ristorante ha successo, ma i soldi non sono tutto, soprattutto per me che sono nato povero. I soldi servono a fare felici le persone; il mio compito è di fare uscire dal locale clienti soddisfatti, perciò devo imparare a conoscere i gusti di ogni singola persona». Vorrei continuare, però come nelle trame dei film del raffinato agente segreto, c’è un colpo di scena: nel più rigoroso anonimato arriva un noto campione sportivo che ha fatto sognare almeno due generazioni e che oggi ricopre un altro importante ruolo. Ma questa è un’altra storia...

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A sinistra, George Clooney, Fausto Fontana e Michael Douglas; al centro, Fausto Fontana con Catherine Zeta Jones; sotto, con Liam Gallagher e Lora H. On the left, George Clooney, Fausto Fontana and Michael Douglas; in the middle, Fausto Fontana with Catherine Zeta Jones; below, with Liam Gallagher and Lora H.

James Bond of the Lake FAUSTO FONTANA The personality acts the same as his VIP friends and keeps me waiting. So, thanks to the complicity of Claudia, wonderful and infallible manager with green eyes, I look through the yellow pages of old photo albums with leather covers. Inside there is a treasure: photos and words of famous guests from the international jet set, from the sports world to the economic and political world, but also the aristocratic families, who made him famous: he is Fausto Fontana. He is a spy, a 59 year-old “James Bond”, who is still a secret agent. Sure, as any good 007 he has a second identity too, a very respectful one: he is a restaurateur. Finally he admits:”I have my envoys all over the lake, everything is under control. If someone arrives here, I know it and I also know he will come to Gatto Nero”. Gatto Nero is the famous restaurant where Fontana officially works and where, from the very entrance, you have the idea to enter into an English garden with a breathtaking view on the first basin of Lake Como. Despite the climbing road above Cernobbio, despite the difficult parking and despite the name (the translation is: Black Cat and according to the tradition the black cat brings

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Sopra, Fausto Fontana con la fedele Pupa, tra le vie di Cernobbio; a destra, con Claudia Seifert Above, Fausto Fontana with the faithful Pupa, in the streets of Cernobbio; on the right, with Claudia Seifert

bad luck), it is one of the highlights of the Como area: “That’s right, Gatto Nero…This used to be the first name, it was a simple restaurant run by Mrs Gabriella for 40 years. It was a place where people used to smuggle: salts and tobacco. Then, one day a man bought it and decided to change the name into Gatto Rosa (Pink Cat). The result was that after one year he went bankrupt and it was closed for 5 years. Then I arrived and I decided to name it with the original name”. It worked and now Gatto Nero is a restaurant for VIP staying in a simple context, actually they leave the show business and turned to be very simple persons around a table. “Above all here they find privacy and peace, this is very important”. Give us some names… “Recently Ruper Murdoch, Robert De Niro, Britney Spears, Neil Armstrong, Avril Avigne, Mrs Berlusconi, Dell’Utri, Kakà, David and Victoria Beckam, Mourinho… Shall I continue?” Please… “Well, even an Arabian king who has a residence on the lake: 10 persons, with 10 luxus cars…”. A great success. How did it start? “My family owned the restaurant Sant’Anna in Como, opened in 1907 by my great-grandfather. My mom, Cecilia, was a very good cook and famous persons started coming in our re-

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staurant”. Let’s start with a list again… “I just tell you that the Princess Caroline of Monaco and Casiraghi made their first public appearance there. An there I became friend of Rummenigge”. But you support AC Milan… “Yes. A Sunday evening he came with Liam Brady – I didn’t know who he was – at 10.30 p.m. He asked me for a TV to watch the goals: I told him to go upstairs with my dad, the three of them were on a sofa to watch the Italian sports programme Domenica Sportiva. This is Kalle…” Let’s go back to Gatto Nero. “20 years ago a friend of mine took me to have a look at this place: look at the view…” What a view. “I decided to start something here. I started with a friend and my brother, then I continued with my partner Piera: a simple restaurant with two types of wine, a white and a red one. And people used to dance on the tables…” Then, one day… “One day, 10 years ago, I decided to change: in Como it is hard to be a restaurateur, I wanted something different”. A charm restaurant. “An attention to the details and a very close and professional staff. Here we offer traditional

food but the ingredients are carefully selected: you have to taste the food”. It worked well, considering the visits of George Clooney. “George is a special person: recently he was here with his parents. That evening there was also Manuela Arcuri with some friends and I found the paparazzi outside the restaurant and photos on the magazines. I was a little upset: you know, for the privacy…”. Right, VIP staying in a simple context… “My guests are all the same to me: when they enter in my restaurant they just are guests to appease”. Judging from the results, everything went well. “Everything went well, but I can tell you: the restaurant is successful, but money are not everything, above all for me, because I was born poor. Money are useful to make people happy, my goal is that people who come here have to go out happy. For this reason I have to know everyone’s tastes”. I would continue, but as in the story of the refined secret agent, there is a sensational development: in total anonymity a famous sports champion arrives, he made two generations dreamed and today he has an important position. But this is another story...


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più affascinanti del mondo, che il nostro patrimonio artistico e culturale è un tesoro unico da scoprire, che la gastronomia è per noi genuina e che i sapori sono veri, che sappiamo divertirvi con effetti speciali e farvi rilassare con un accurato relax, che abbiamo centri congressuali attrezzati per il turismo d’affari , che niente è lasciato al caso per farvi vivere emozioni uniche, che non ci siamo improvvisati albergatori ma che lo facciamo con coscienza da più di due secoli che l’accoglienza dei nostri alberghi è quella che riservereste al vostro migliore amico, ma una sola cosa vogliamo dirvi:

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attractive landscapes in the world, that our artistic and cultural heritage is a unique treasure to discover, that our gastronomy is genuine and the tastes are real, that we have the ability to amuse you with special effects and to completely relax you, that our convention centers are equipped for business tourism, that we don’t leave anything to chance so that you may experience great emotions, that we have two centuries of experience as hotel owners and that our hotels welcome you as a best friend. Instead, we want to tell you one thing:

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Il Consorzio raggruppa i maggiori alberghi di Como, Cernobbio, Moltrasio, Tremezzo e, rappresenta un attore importante che, con azioni concrete, partecipa alla promozione ed allo sviluppo del comparto turistico lariano. Offre al mercato interessato un’attività di servizio nella logistica alberghiera per l’organizzazione di grandi eventi congrassuali a Villa Erba e su tutto il territorio provinciale e lavora in stretta collaborazione con tutti gli enti, sia pubblici che privati, impegnati alla crescita qualitativa della destinazione “Como ed il suo lago” nel mondo.

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Antonello Passera Presidente C.I.A.

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tempo è uno dei beni più preziosi C.diI.viverlo A. con noi! . A. ilscegliete C. I. A.

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Our association gathers the best hotels in Como, Cernobbio, Moltrasio and Tremezzo. It acts as an important institution, through concrete actions, for promoting and developping lake Como Turism. C.I.A. offers services in hotel logistics to organize large events in Villa Erba and in the surrounding territory. In addition, the association works in close collaboration with all institutions, both public and private, that are committed to improve the quality of the destination “Como and its lake” around the world.

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TERRITORIO

CARIMATE 52

di Davide Fent foto Davide Bigi


la

perla

della

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Carimate è un bel paese collinare ubicato a sud di Cantù, su una morbida altura che si innalza tra il fiume Seveso e il torrente Serenza. Comprende anche la frazione di Montesolaro, posta a nord del paese. Si perdono nel tempo le origini storiche di Carimate, che fu probabilmente fondato in età romana. Tra i suoi monumenti più importanti e significativi troviamo il castello, d’antica storia, oggi divenuto un prestigioso complesso alberghiero; l'oratorio di S. Maria dell'Albero, edificato secondo la tradizione in ricordo dell'apparizione della Vergine ad alcuni contadini; la Villa Vismara, già dei marchesi Brivio e passata in proprietà ad Alfonso Vismara. Noto in tutto il mondo, il castello di Carimate è tra gli alberghi situati tra Como e Milano con una storia antica e nobile. Il castello esisteva già nel XII secolo e fu dimora principesca di caccia di Luchino Visconti nel XIV secolo e della sua dinastia. Vi soggiornarono nomi illustri di tutta Europa, ospiti dei Visconti per battute di caccia e cenacoli culturali e tra questi anche l'Imperatore Massimiliano I d'Asburgo, nel lontano 1493, ed il Sovrano d’Italia Umberto I di Savoia. Durante il XX secolo il castello fu abbandonato e solo negli anni Ottanta ritrovò lo splendore e la vocazione all'accoglienza quando con il parco e le scuderie fu oggetto di un sapiente restauro che ne iniziò la rinascita. Dapprima l'importante studio di registrazione ed il pittoresco borgo commerciale, in seguito il campo da golf, l'hotel e il ristorante hanno restituito charme al Castello di Carimate. Il prestigioso Golf Club Carimate, nato nel 1961, sorge su un terreno residenziale di sessanta ettari. Lo caratterizzano una Club House moderna e funzionale ed un percorso di 18 buche che ne costituisce oggi

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l’aspetto più suggestivo. L’idea si sviluppò secondo un concetto che considerava già allora il percorso golfistico come elemento di sviluppo in una nuova concezione del vivere nel verde. Il Golf Club Carimate è un campo naturalmente ondulato, inserito in una grande varietà di alberi secolari e pregiati. Ogni buca ha il nome della pianta che la caratterizza, una delle diecimila specie che compongono lo straordinario patrimonio botanico del campo di Carimate. E’ un percorso divertente anche se molto tecnico, non lungo per il medio giocatore, che non annoia, ma che offre le difficoltà atte a risvegliare l’abilità dei professionisti, come i suoi drive delicati ed i veloci green. Carimate è oggi un esempio per qualsiasi iniziativa immobiliare impostata sul buon gusto e sul rispetto dell’ambiente. A Carimate c'è il famoso Santuario di Santa Maria dell'Albero dove, intorno al 1517, la Vergine Maria si manifestò ad alcuni contadini e fanciulli per annunciare la fine della carestia. Proprio in ricordo di questo episodio miracoloso, la popolazione avrebbe eretto il santuario della Madonna dell’Albero. Figura storica fu Arialdo da Carimate (canonizzato Santo nel 1904); il diacono brianzolo che, nel 1057, fece sorgere dal nulla il movimento dei Patari: un'istanza pauperistica sviluppatasi in Brianza e nella diocesi di Milano nel XI secolo, per l'esigenza di una spinta moralizzatrice all’interno del clero. La Brianza qui ti entra nel Cuore, quella descritta da Giovanni Testori, un grande del Novecento e non solo, che ha scelto le parole migliori per parlare del sapore di queste terre e del profumo della loro storia.


Nella pagina precedente, il Castello di Carimate; nella pagina accanto, da sinistra, veduta del campanile del santuario; a destra, particolare della volta; in questa pagina, l'affresco raffigurante il miracolo della Madonna dell'Albero In the previous page, the Castle of Carimate; in the nearby page, from the left, a view of the bell tower of the sanctuary; on the right, a detail of the vault; in this page, the fresco represanting the miracle of Madonna dell'Albero

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Sopra, il campo del Golf Club Carimate Above, the golf course of Golf Club Carimate

CARIMATE

the pearl of Brianza

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Positioned on a nice hill of Brianza (300 m) among Seveso Valley and Serenza Valley, you can find the village of Carimate, its origins go back to many centuries ago. Carimate is very much involved with the history of its castle. Among the most important and relevant monuments there is the castle with its ancient history, now turned into a prestigious hotel, the Oratory of S. Maria dell'Albero and Villa Vismara, property of the marquises Brivio and then of Alfonso Vismara. Known all over the world, the Castle of Carimate is among the hotels which are located between Como and Milan and it has an ancient and aristocratic history. It already existed in the 12th century, then it became a princely hunting residence of Luchino Visconti and his family. The prestigious Golf Club Carimate, inaugurated in 1961, is characterized by a modern and functional Club House and a golf course of 18 holes, it is very amusing and technical, not long for an average player. It offers difficulties which aim at improving the abilities of the professionals, such as delicate drive and fast green. In Carimate you can find the famous Sanctuary of Santa Maria dell'Albero; in 1517 some farmers and children saw the Virgin Mary and she announced them the end of famine. Brianza enters in your heart, as it described by Giovanni Testori, who chose the best words to describe the taste of this land and the scent of its history.


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PEOPLE

CAV. MARIO BOSELLI

era e sarà...

MADE IN ITALY lifestyle

INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Daniele Brunati foto Camera nazionale della moda italiana

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Sopra, creazioni di Chicca Lualdi; sotto, creazioni di Gilda Giambra collezioni p/e 2010 Above, creations by Chicca Lualdi; below, creations by Gilda Giambra collections s/s 2010

Cari lettori, Magic Lake non poteva restare indifferente alle dichiarazioni rilasciate da una nota firma di un quotidiano internazionale in merito alla moda italiana. Magic Lake, orgoglioso del Made in Italy, per quello che è stato, per quello che è e per quello che sarà sempre per il mondo intero, avrebbe potuto scrivere di tutto e di più, ma non ce n’è bisogno; Magic Lake ha semplicemente rivolto tre domande al Cav. Mario Boselli, presidente della Camera della Moda Italiana, per fare chiarezza.

In questo momento quale ruolo ricopre Il Made in Italy nel mondo? «Il Made in Italy continua a tenere la posizione di supremazia assoluta nel prêt-à-porter alto, che è rappresentato a Milano, capitale indiscussa della moda non solo a livello italiano, ma a livello mondiale. E’ l’unica città in cui vengono organizzati nove momenti moda importanti: due edizioni di Milano Moda Donna con le sfilate femminili, due edizioni di Milano Moda Uomo con le sfilate maschili, due di Milano Moda Showroom e di Milano Moda Pre-collezioni, che inquadrano i periodi delle vendite e

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A destra, creazioni di Cristina Miraldi On the right, creations by Cristina Miraldi

A sinistra, creazioni di Cristiano Burani On the left, creations by Cristiano Burani

Milano Moda Design che si aggancia al Salone del Mobile, presentando le collezioni casa o di design degli stilisti». Perché viene messo in discussione? «Credo che l’attacco sia stato semplicemente mosso da un bieco interesse economico e dalla sempreverde invidia nei confronti della nostra moda che rimane la numero uno anche in un momento di crisi come questo. In particolare, le collezioni di questa settimana sono state eccellenti ed apprezzate da tutti, quindi certamente si tratta di una critica infondata, per favorire la concorrenza». Quale sarà il suo futuro? «Il ‘Bello Ben Fatto’ resta il nostro vanto e quindi, secondo me, la cosa su cui bisogna concentrarsi di più è un ritorno alle radici, nel senso di tornare ad essere più coerenti con i valori fondamentali del nostro sistema moda. Dobbiamo perciò vendere il più possibile il vero Made in Italy a prezzi coerenti con i costi di produzione italiani ed europei; non bisogna acquistare prodotti e semilavorati in pae-

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si extra europei, ad esempio in Cina, mantenendo i prezzi di vendita alti, perché questo comportamento danneggia il sistema e compromette il futuro della moda italiana».

CAV. MARIO BOSELLI It was and will be: MADE IN ITALY Lifestyle Dear readers, Magic Lake could not be indifferent in front of the declarations of a famous maison to an international newspaper, regarding the Italian fashion. We are proud


A destra, creazioni di A-LAB On the right, creations by A-LAB

A sinistra, creazioni di Paolo Errico On the left, creations by Paolo Errico

Sotto, in questa pagina e nella precedente, creazioni di Mauro Gasperi Below, in this page and the previous, creations by Mauro Gasperi of Made in Italy, for what it was, what it is and what it will be all over the world, we could have written even more about it, but there is no need; we simply asked three questions to Cav. Mario Boselli, President of the Chamber of Italian Fashion, just to be clear. What is the position of Made in Italy all over the world? Made in Italy still keeps an absolute supremacy on the high level of pret-à-porter, which is represented in Milan, unquestioned capital of Fashion not just in Italy, but also in the world. It is the only city where 9 important fashion events are held: two edition of Milano Moda Donna with women collections, two edition of Milano Moda Uomo with men collections, two edition of Milano Moda Showroom and of Milano Moda Pre-collezioni, during the sale periods and Milano Moda Design connected with Salone del Mobile, presenting house

collections or design collections of stylists. Why is it called into question? I think that the attack came from economic interests and from the envy for Italian fashion, which still gains the first place in the present moment of crisis. In particular, the collections of this week are excellent and appreciated by everybody, so this criticism has no foundation and it was made just to favour the competitors. What does the future hide? ‘Nice and Well Made’ is what we boast and I think that we need to concentrate ourselves more on our roots, that is to be more consistent with the main values of our fashion system. So we have to sell Made in Italy at the costs of Italian and European production, avoiding buying products and semi-finished goods in non-European countries, for example in China, keeping high sale prices, because this behavior damages the system and compromised the future of Italian fashion.

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COMO NEL MONDO

Very Important

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Poliform Contract arreda gli alloggi dei Capi di Stato e di Governo di Usa, Russia, Francia e Italia e dei loro staff. É uno dei partner del vertice G8, tenutosi all'Aquila dall'8 al 10 luglio 2009. Confermando la sua capacità di affiancare alta qualità, versatilità di intervento e completezza tipologica, Poliform Contract ha realizzato l'arredo degli alloggi dei Capi di Stato e di Governo. Il summit si è svolto interamente all’interno della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito le cui strutture, per l’occasione, sono state ristrutturate, con particolare attenzione agli alloggi destinati ad ospitare Barack Obama, Dmitrij Medvedev, Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi. Il progetto d'arredo proposto da Poliform Contract è stato caratterizzato da una concezione estetica rigorosa, lontana da ogni ostentazione, in linea con la decisione di realizzare un Vertice il più possibile sobrio e vicino al disagio della popolazione locale. Al termine del Vertice gli arredi verranno messi all’asta ed il ricavato sarà devoluto al risanamento del tessuto urbano della città. Una dimostrazione del valore internazionale che il gruppo Poliform rappresenta nello scenario dell’arredo contemporaneo. In alto, letto e comodini ONDA disegnati da Paolo Piva; al centro, poltroncine VELVET disegnate da CR&S Poliform, tavolo DOLMEN disegnato da Carlo Colombo, poltrona e divano SHANGAI disegnati da Carlo Colombo; a destra, divano CANYON disegnato da Paola Navone, tavolino TREVI disegnato da Roberto Barbieri, poltrona CAMILLA disegnata da CR&S Poliform Above, bed and bedside tables ONDA designed by Paolo Piva; in the middle, small armchairs VELVET designed by CR&S Poliform, table DOLMEN designed by Carlo Colombo, armchair and sofa SHANGAI designed by Carlo Colombo; on the right, sofa CANYON designed by Paola Navone, small table TREVI designed by Roberto Barbieri, armchair CAMILLA designed by CR&S Poliform

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Poliform Contract furnishes the residences of Heads of State and Heads of Government of USA, Russia, France and Italy. Poliform Contract is one of the partner of G8 summit, held in L’Aquila from 8th to 10th July 2009. Confirming its ability to combine high quality, intervention versatility and typological completeness.The summit took place inside the school of Guardia di Finanza in Coppito, on this occasion the facilities were restored with a particular attention for the apartments of Barack Obama, Dmitri Medvedev, Nicolas Sarkozy and Silvio Berlusconi. The furniture project proposed by Poliform Contract was studied following a precise aesthetic concept, far away from any boast, in order to organize a unpretentious summit, which had to be close to the discomfort of the local population. At the end of the summit the pieces of furniture were put up for auction and the money were used to restore the urban fabric of the city. It is a clear demonstration of the international value that the group Poliform represents in the scenery of contemporary furniture.

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In alto, letto e comodini ARIA disegnati da Paolo Piva; al centro, tavolo EASY e sedie FLY2 disegnati da Carlo Colombo; sotto, divani CANYON disegnati da Paola Navone, tavolino TREVI disegnato da Roberto Barbieri, poltrona SNAKE disegnata da Roberto Lazzeroni Above, bed and bedside tables ARIA designed by Paolo Piva; in the middle, table EASY and chairs FLY2 designed by Carlo Colombo; below, sofas CANYON designed by Paola Navone, small table TREVI designed by Roberto Barbieri, armchair SNAKE designed by Roberto Lazzeroni

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PEOPLE

RIZZIERI MARCHINI

L' INNOVAZIONE nella TRADIZIONE di Roberta Brucato foto Carlo Pozzoni

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In queste pagine, Rizzieri Marchini nella sua azienda In these pages, Rizzieri Marchini in his headquarters

La naturale vocazione di Como quale capitale mondiale della seta è certa consapevolezza da centinaia di anni; la qualità, la creatività e la costanza delle aziende comasche hanno concretamente realizzato un prodotto prezioso ed unico al mondo. Sicuramente la Europ Marchini s.r.l. può essere annoverata tra queste: anni di lavoro, di inventiva, d'impegno per la massima qualità sono state ripagate dal costante interesse delle più importanti griffes della moda nazionali ed internazionali. L'azienda, fondata nel 1959, festeggia quest'anno un importante anniversario: il 5 giugno 2009, nell'ambito dell'assemblea Generale dell'Unione Industriali di Como (adesso “Confindustria Como”), il Sig. Rizzieri Marchini ha ricevuto dal presidente Emma Marcegaglia la medaglia d’oro per i cinquant'anni di attività. «Un onore per me ed un riconoscimento dell’impegno mio e di tutti i miei collaboratori, ma un po’ imbarazzante: sono un po’ restio a farmi vedere in pubbliche

manifestazioni, meglio le mie amate fiere ed i rapporti con la mia vasta clientela». Così il Signor Rizzieri ci accoglie calorosamente nella sua sede in via Santo Garovaglio 28 a Como. Ci circondano le ultime collezioni di tessuti in seta, cotone e lana per l’abbigliamento e per l’arredamento: lavorazioni speciali e disegni esclusivi spesso creati ad hoc per i clienti più esigenti. Sono loro che talvolta suggeriscono nuove idee poi sviluppate da Chiara Marchini, la figlia di Rizzieri e capo stilista, e dall’intero staff di collaboratori. Pertanto qualità nel fare secondo tradizione, ma estremamente al passo con i tempi che produce più di mille articoli diversi ogni anno e due collezioni (primaveraestate ed autunno-inverno) per l'abbigliamento, presentate alle più importanti fiere del settore. Le costanti presenze a Milano Unica, che comprende oggi la maggiore realtà espositiva italiana (Ideabiella, Ideacomo, Moda In, Prato Expo, Shirt Avenue), a Premiére Vision

in Francia e alla mostra Proposte di Cernobbio per l’arredamento sono indice di grande livello qualitativo. L’attenzione al cliente, resa possibile grazie agli agenti che raggiungono le diverse parti del mondo, e la partecipazione alle mostre internazionali – Mosca, New York, Hong Kong e Shangai - sono altri punti fermi e vincenti per la Europ Marchini. Tra i prodotti di grande successo il signor Rizzieri Marchini ci mostra alcuni tessuti preziosi in “sfumati” taffetas di seta al 100%. Ogni pezza di tessuto possiede più di 16.000 fili in ordito in tinte degradanti: spettacolari per abiti da sera di alta moda! Ci incuriosisce una stoffa a quattro strati di seta tessuti insieme a telaio, non cuciti insieme, tutti tinti in filo, ed anche un tessuto per arredamento matelassé di seta a “doppia catena” dagli accostamenti cromatici raffinati. Tutti i disegni sono creazioni esclusive, come gli impianti jacquard, frutto di pazienti ed infinite prove fino al miglior risultato ed il gran-

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Sopra, Rizzieri Marchini con Emma Marcegaglia in occasione della consegna della medaglia d'oro per i cinquant'anni di attività Above, Rizzieri Marchini with Emma Marcegaglia on the occasion of the handover of the gold medal for fifty years' activity

de archivio aziendale ne è prova tangibile e duratura, vero patrimonio culturale custodito con cura, anche secondo i più moderni dettami dell’informatica. Infine una sorpresa ideata dal nostro: un francobollo in tessuto di 14 centimetri per 9, assolutamente valido a tutti gli effetti e prezioso pezzo da collezione per appassionati filatelici, per promuovere Como, città della seta in tutta Italia. Meglio: si chiama “Francobusta”, primo nel suo genere al mondo, composto da due tessuti di seta pura: un' organza doppio raso greggia e, come fondo, un tessuto di seta tinta in filo jacquard in due varianti diverse di colori. Una sottile pellicola di collante nel retro ne permette l’utilizzazione quale grande francobollo oppure, dato un lato aperto del rettangolo, si può utilizzare

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come una preziosissima busta da inviare. Vi è rappresentata un'opera di Baldassarre Longoni, poeta comasco nato nel 1876, con l’immagine del nostro lago. È un bollo brevettato dalla Zecca dello Stato, ultimo in lire per il valore di 5.000 ma anche il primo in euro per 2,58, che ha anche ottenuto il premio “Francobollo d’oro” aggiudicato alla filatelia italiana per la più bella emissione del 2001. Oggi è praticamente introvabile. Ed altri studi di bolli in seta e filo d’oro sono in cantiere… Il “giovane imprenditore” Rizzieri Marchini non smette mai di stupirci: rimaniamo contagiati dal suo entusiasmo e dalla sua infinita fantasia per un’ennesima, possibile applicazione della seta nella nostra realtà quotidiana che diventa così, improvvisamente, magica e preziosa.


Sopra, il "Francobusta"; a lato, alcuni campioni di stoffa prodotti dalla Europ Marchini Above, the "Francobusta"; on the side, some fabrics' samples of Europ Marchini

RIZZIERI MARCHINI

The INNOVATION in the TRADITION Europ Marchini s.r.l., among the companies in Como which have produced a precious and unique product in the silk sector, today celebrates an important anniversary: 5th June 2009, during the General Assembly of the Unione Industriali Como (Enterpreneur Organization Como), Mr Rizzieri Marchini got the gold medal by the President Emma

Marcegaglia, to celebrate 50 years of his company. Europ Marchini s.r.l. produces more than 1000 different items a year and two collections for clothing and furnishing, which are presented in the most important exhibition of this sector: Milano Unica, Prèmiere Vision in France and Proposte in Cernobbio, as well as in the international shows (Moscow, New York, Hong Kong and Shangai). It’s important to mention the idea of a stamp, called “Francobusta”, in fabric, 14x9 cm. It is valid as a stamp and is a precious piece for philatelists, it was made to promote Como, city of the silk all over Italy. On it a work of art representing Lake Como by Baldassarre Longoni, poet born in Como in 1876.

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PEOPLE

Jacopo GERALDINI

Un NOBILE

dal cuore VERDE

INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER MAGIC LAKE

di Elisabetta Comerio foto Archivio Iltex 70


Nella foto, la sciarpa EcoToosh, 40 grammi di morbidezza In this photo, the scarf EcoToosh, 40 grams of softness

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Sotto, alcuni modelli EcoToosh Below, some models of EcoToosh

Auto ecologiche, arredamenti ecologici, alimenti ecologici, vacanze ecologiche, abbigliamento ecologico…questa è la tendenza in grande aumento nei mercati mondiali. L’ecologia è anche alla base di EcoToosh, tessuto in cachemire extrafine con il quale vengono realizzate sciarpe e scialli, ma con un valore aggiunto: l’unicità. Iltex è l’azienda comasca portata agli onori della cronaca per la realizzazione di questo prodotto, esclusivo e brevettato, che ha fatto “emozionare” e ha convinto anche la first lady americana Michelle Obama. Jacopo Geraldini, che ha rilevato l’azienda nel 1996, ci racconta la genesi del suo progetto. «Tutto è nato dallo shahtoosh, tessuto che veniva prodotto da famiglie indiane, utilizzando il vello delle antilopi tibetane che vivono sulle montagne himalayane. Il problema è che gli animali, ora come allora, vengono uccisi per realizzare questo prodotto. Una merce di lusso, tanto da essere scambiata come moneta, il cui utilizzo si perde nella notte dei tempi, ma che attualmente è illegale. Ho pensato che, al giorno d’oggi,

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non dovesse essere impossibile riuscire a riprodurre un materiale simile, senza sacrificare animali innocenti. Così è nato EcoToosh, tessuto capace di garantire le medesime caratteristiche di peso, dimensioni, qualità e morbidezza dello shahtoosh». Pensa che l’aspetto ecologico del tessuto possa aver avuto un’importanza determinante nel successo del prodotto? «Assolutamente sì, anche perché negli ultimi anni è nata una cultura ecologica che prima non c’era, con lo sviluppo di una sensibilità a 360°». Dal 1999 al 2007 sono stati depositati sei brevetti. «I brevetti sono evoluzioni sul tema, uno sviluppo del prodotto EcoToosh. Ci siamo immediatamente resi conto della qualità del materiale prodotto, ma quando si intraprende una strada, raggiungendo dei risultati importanti, è impossibile fermarsi e si prosegue alla continua ricerca di miglioramenti». Iltex è un’eccellenza del nostro territorio. Quanto di comasco c’è in questo prodotto? «Siamo una realtà anomala: trattiamo una fi-

bra tipica del distretto biellese, il cachemire, ma con finezze seriche comasche». Possiamo però dire che si tratta di un’azienda dal cuore comasco? «Assolutamente. Io sono nato a Como e l’azienda si trova a Parè, dove EcoToosh viene prodotto dal primo all’ultimo centimetro. Posso inoltre assicurare che la produzione è assolutamente 100% made in Italy, una garanzia difficile da riscontrare». Cosa si prova a vedere indossare EcoToosh da personaggi famosi del calibro di Jennifer Aniston e Andy Garcia, oltre che da Michelle Obama? «Questo aspetto ha una doppia valenza: rappresenta insieme una grande fortuna ed un importante riconoscimento. Un giorno un cliente mi ha detto che EcoToosh è un prodotto emozionale. Chi sceglie di acquistarlo lo fa anche senza avere la cultura di tutta la sua storia, dello sviluppo tecnologico, dell’aspetto ecologico. Michelle Obama, persona che non ha certo necessità di fare shopping, ha scelto di comprarlo, non le è stato regalato. È un riconoscimento che vale doppio».


Sotto, alcuni personaggi che hanno scelto di indossare EcoToosh: da sinistra, Jennifer Aniston, Andy Garcia, Michelle Obama Below, some vip who decided to wear EcoToosh: from the left, Jennifer Aniston, Andy Garcia, Michelle Obama

JACOPO GERALDINI

A noble man with a green heart Environmentally friendly cars, environmentally friendly pieces of furniture, environmentally friendly food, environmentally friendly holiday, environmentally friendly clothes… this is the trend in most part of the world markets. Ecology is the basis of EcoToosh, a fabric made of extrafine cachemire which is used for scarves and shawls, with an added value: the uniqueness. Iltex is a company of Como which is praised for the creation of this exclusive and patented product. It “moved” and convinced also the American first lady Michelle Obama. Jacopo Geraldini, who bought the company in 1996, tells us the story of his project: «Everything came from shahtoosh, which is a fabric used by Indian families, they got it from

the fleece of the Tibetan antelopes living on the Himalaya mountains. The problem is that the animals were and are still killed to make this product. It is a luxury product with a long history, but at the moment it is illegal to buy it. I thought that today it could be possible to try and reproduce a similar material, without sacrificing these poor animals. So we created EcoToosh, a fabric which can assure the same characteristics of weight, dimensions, quality and softness of the shahtoosh». Could the environmentally friendly aspect of the fabric have had a strong importance for the success of this product? «That’s for sure, because in the last few years the environmentally friendly culture has had a great development, like never before». From 1999 to 2007 you registered six patents. «The patents are evolutions of the same subject, a development of the product EcoToosh. We immediately realized that we were producing a quality product. When you start following a goal and you get important results, you cannot stop and so you continue looking for improvements».

Iltex is an excellence in our territory. What comes from the Como area in this product? «We are an unusual reality: we work a fabric that is typical from the Biella area, but we add the refinement of the silk from Como». Could we say that this company has a Como spirit? «Of course. I was born in Como and the company is located in Parè (Como), where EcoToosh is entirely produced. Moreover I can grant that the production is 100% Made in Italy, nowadays this characteristic that is difficult to find». How do you feel when you see famous people, such as Jennifer Aniston, Andy Garcia and Michelle Obama wearing EcoToosh? «This aspect has a double value: it is a great luck but also a great success. One day a customer told me that EcoToosh is an emotional product. Those who choose and buy it, they don’t always know the culture of its history, the technological development and the environmentally friendly aspect. Michelle Obama has no need to go shopping, but she decided to buy it, she didn’t get it as a present. This represents a double success».

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SPECIALE

INTERNATIONAL

Magic Lake with ILTEX

Continua il sodalizio tra Amici di Como e Magic Lake. Anche Iltex, azienda comasca nota in tutto il mondo grazie alle creazioni EcoToosh® e neo associata di Amici di Como, ha scelto di promuovere le eccellenze del nostro territorio attraverso il magazine Magic Lake. Iltex è nei migliori store in Italia e nel mondo con Magic Lake: un binomio vincente per il made in Italy! The collaboration between Amici di Como and Magic Lake continues. Iltex, a company located in Como and known all over the world with the products EcoToosh®, is a new member of Amici di Como and it also decided to promote the excellence of our territory in the magazine Magic Lake. Iltex can be found in best stores in Italy and in the world together with Magic Lake: a winning team to promote our made in Italy!

LONDRA HARROD'S

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VENEZIA

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La Murrina

"DISEGNI DI LUCE"

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Da piu’ di 30 anni La Murrina e’ l’azienda leader nel settore della lavorazione del vetro di Murano realizzato a mano. La produzione di articoli di illuminazione comprende luci classiche e di design contemporaneo, settore “contract” per modelli realizzabili su disegno e su misura. Con l’anno 2000 La Murrina ha inaugurato la divisione DISEGNO, il cui obiettivo e’ di proporre solo collezioni di lampade ed oggetti ideati e progettati da importanti e selezionati designers. La Murrina produce anche oggetti d’arredo e da regalo sempre realizzati manualmente in finissimo vetro di Murano. I prodotti La Murrina sono distribuiti in Italia ed all’estero tramite una rete di punti vendita monomarca e di rivenditori. Lo showroom La Murrina di Milano Corso Manforte, sito nel cuore della citta’ e’ dedicato al design ed agli architetti che desiderano utilizzare un prodotto cosi’ unico per la realizzazione dei loro layout di interni: una serie limitata di modelli sono esposti per dare a tutti i visitatori, italiani e stranieri l’idea della bellezza, della qualita’ e del design che caratterizzano questo prodotto che nasce da una antica tradizione ed abilita’ artistica e che esprimono l’essenza del made in Italy.

La Murrina "DISEGNI OF LIGHT"

For more than 30 years La Murrina is the leader company in the handmade glass manufacture in Murano. The production of lighting items includes classical and contemporary chandeliers. In 2000 La Murrina inaugurated the DISEGNO division, its aim is to propose just lighting collections and items studied and developed by important and selected designers. La Murrina also produces furniture elements and gift items which are handmade in fine Murano glass. The products La Murrina are distributed in Italy and abroad, thanks to a network of La Murrina shops and retailers.

Nella pagina accanto, CA D’ORO, lampadario in vetro lavorato in trasparenza con decori oro; in questa pagina, a sinistra, SHANGHAI disegnata da Luca Scacchetti; a destra, TATTOO, la lampada disegnata da Marco Piva In the nearby page, CA D’ORO, glass chandelier with gold decoration; in this page, on the left, SHANGHAI designed by Luca Scacchetti; on the right, TATTOO, the lamp designed by Marco Piva

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GLI EVENTI DEL LAGO DI COMO sono questi i contenuti della guida “WHAT’S ON”, l’iniziativa editoriale di TBM SERVICE & C., parte integrante del magazine “MAGIC LAKE Como’s review”. Nelle pagine della guida sono indicati gli appuntamenti, gli incontri, i grandi eventi e le informazioni che raccontano con un linguaggio ed una grafica semplice e diretta, l’espressione della creatività delle persone che si impegnano per il territorio, per offrire un’accoglienza di qualità al turista e al cittadino. Magic Lake & What’s On ancora più unite per un’informazione completa a 360° del Lago di Como in tutto il mondo. Lake Como events’ guide These are the contents of the guide WHAT’S ON, edited by TBM SERVICE & C., that you can find inside Magic Lake. In the guide there are the appointments, meetings, events and information that tell you, with simple and direct language and design, the creative expression of those who play an important role in the territory, to offer a quality welcome to the tourist and to the citizen. Magic Lake & What’s On together all over the world with detailed information on Lake Como

DA OGGI CI PUOI VEDERE E SFOGLIARE ANCHE SU YOUTUBE E ISSUU. NOW ALSO ON YOUTUBE AND ISSUU. www.youtube.com/magiclakecomoreview www.issuu.com/magiclakecomo


Fotografia di Bruno Fasola

LA GUIDA AGLI EVENTI DI COMO E DEL SUO TERRITORIO LAKE COMO EVENTS’ GUIDE

OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE OCTOBER NOVEMBER DECEMBER 2009, Anno 5 Numero 4 | 2009, Year 5 Number 4

LAKE COMO EVENTS’ GUIDE * Provincia di Como * Provincia di Lecco * Canton Ticino * Castagnate, Fiere e Sagre * Città dei Balocchi XVI Ed. 1

* Speciale Ritorno alla Luce

www.whatson.it 81


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Petazzi Costruzioni presenta due immobili

Direttamente affacciato sul lago, nell’abitato di Musso, sorto dal recupero di una dismessa area industriale, sorge questo complesso residenziale costituito da 26 unità abitative di varie metrature. Profonda attenzione nel conservare un’architettura tipica delle abitazioni presenti sul lago caratterizzate da portici e terrazzi con l’utilizzo di materiali del luogo, in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Directly on the lake shore, in Musso, built on a former industrial area, this residential complex is made of 26 apartments of different sizes. Deep accuracy in the preservation of the typical architecture of the houses on the lake, with porches and balconies made of local materials, in a perfect harmony with the surrounding area.


Petazzi Costruzioni presents two real estates on Lake Como

Petazzi Costruzioni Via per la Grona 18 Frazione Loveno - Menaggio (CO) Tel. 0344.32812 - www.petazzi.it

realizzati sul Lago di Como

Situato a Bellagio, sulla collina di Vergonese dalla quale si domina lo straordinario panorama del centro lago, questa moderna struttura alberghiera offre ad ogni ospite un ambiente confortevole, privato e rilassante. Ogni appartamento, camera o suite sono stati curati nei minimi dettagli, tutti godono di un balcone panoramico oppure giardino privati. Lo scenario è completato da un ampio solarium e un’incantevole piscina. Located in Bellagio, on the Vergonese hill, from which you can have a great view of the central part of Lake Como, this modern hotel complex offers a comfortable, private and relaxing environment to any guest. Every apartment, room or suite is studied in the details, they all have a panoramic balcony or a private garden. The scenery is completed with a spacious solarium and an enchanting swimming pool.

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La Scatola Il fondatore, Sandro Colarieti The founder, Sandro Colarieti

Sono passati ormai vent’anni dal giorno in cui il lungimirante progetto di Sandro Colarieti è stato per la prima volta messo in commercio. Vent’anni nei quali Scatola del Tempo, azienda leader nel settore della produzione di rotori per orologi automatici, ha saputo crescere, ampliare i suoi orizzonti, imporsi a livello internazionale grazie all’attenzione riservata alla qualità, prerogativa di prodotti così esclusivi, e alla scelta di campagne di comunicazione vincenti. Cristiana Colarieti, amministratore delegato dell’azienda brianzola, sottolinea l’importanza di sostenere, soprattutto di questi tempi, il made in Italy, uno degli aspetti che differenzia Scatola del Tempo dalla concorrenza è la qualità dei prodotti, garantita dalla fusione di artigianalità e tecnologia, tradizione ed innovazione. La gamma delle collezioni offre astucci

porta orologi, rotori per garantire la ricarica degli automatici, oltre a trousse, portagioie e porta penne, che soddisfano i gusti più raffinati ed i collezionisti più esigenti. Ma da oggi Scatola del Tempo si è “adeguata” all’era di internet, aprendo una sezione che consente l’acquisto on line di un nuovo prodotto, Softline, voluto per un pubblico più giovane, con differenti esigenze rispetto all’abituale clientela. Scatola del Tempo nel 2009 ha presentato una linea completamente nuova in prestigioso legno zebrano, più moderna rispetto al passato, che consente di ricaricare orologi anche di grandi dimensioni, e due nuovi modelli speciali: il 21RT EB Oversize e il Time Safe Oversize. “Ricercate la perfezione in tutto ciò che fate”. Questo è ciò che ha fatto per vent’anni Scatola del Tempo. E questo è ciò che continuerà a fare.

Sotto, da sinistra, Rotor One Sport Blue, 21RT EB OS, Tesoro CO + Rotor One, Timesafe OS Below, from the left, Rotor One Sport Blue, 21RT EB OS, Tesoro CO + Rotor One, Timesafe OS

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del tempo L' Amministratore delegato, Cristiana Colarieti CEO, Cristiana Colarieti

It’s 20 years since the day when the far-seeing project of Sandro Colarieti was on the market for the first time. In twenty years Scatola del Tempo, leader company in the production of watch winders, has grown and expanded its horizons; now it has an important position at international level, thanks to the attention given to the quality, prerogative of such exclusive products and to the choice of winning communication campaign. Cristiana Colarieti, managing director of the company located in Brianza, stresses the importance to support the made in Italy, particularly in these days. The aspect differentiate Scatola del Tempo from its competitors together with the quality of the products, which is guaranteed by the mix between hand-crafted production and technology, tradition and innovation.

The range of the collections offers watch boxes, watch winders to guarantee rewind of the automatic ones, jewelry boxes and pen boxes, for the most refined and demanding collectors. Today Scatola del Tempo is also present on the Internet, it opened a section in which you can buy a new product on line, that is Softline, it is created for young people, who have different needs if compared with the usual customers. Scatola del Tempo celebrated 20 years in 2009 and it presented a brand-new line in prestigious zebrawood. This line is very modern and here you can also rewind big size watches. The two special new models are: 21RT EB Oversize and Time Safe Oversize. “Look for perfection in everything you do”. This is what Scatola del tempo did for twenty years. This is what it still does.

Sotto, da sinistra, Dino De Laurentiis, Gabriele Muccino, George Lucas e Steven Spielberg Below, from the left, Dino De Laurentiis, Gabriele Muccino, George Lucas e Steven Spielberg

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EVENTI

Amici di Como Magic Lake

Villa d' Este

di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni

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&

Amici di Como Magic Lake

Villa d' Este

A lato, da sinistra, Mario Pittorelli, presidente dell'Associazione Amici di Como; a destra, Daniele Brunati, editore della rivista Magic Lake, con Jean Marc Droulers, amministratore delegato di Villa d'Este On the side, from the left, Mario Pittorelli, president of the Association Amici di Como; on the right, Daniele Brunati, publisher of Magic Lake, with Jean Marc Droulers, managing director of Villa d'Este

A lato, la platea della presentazione nella Sala Regina del Grand Hotel Villa d'Este On the side, the public during the presentation in the Sala Regina in the Grand Hotel Villa d'Este

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Summer 2009

24 Giugno

A sinistra, Antonello Passera, presidente di Como Imprenditori Alberghieri; a destra, Silvia Ruscitto, marketing leader di Livingston On the right, Antonello Passera, president of Como Imprenditori Alberghieri; on the right, Silvia Ruscitto, marketing leader of Livingston

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Villa d’Este, il migliore hotel del mondo secondo Forbes; Magic Lake, la rivista ufficiale del territorio lariano: due ingredienti fondamentali per un evento indimenticabile. Il 24 giugno, come avvenuto lo scorso anno, il Grand Hotel cernobbiese ha ospitato la presentazione dell’edizione estiva della rivista edita da TBM Service e sostenuta dall’associazione Amici di Como. Alla serata erano presenti oltre 130 ospiti, tra cui rappresentanti delle istituzioni, associati di Amici di Como, inserzionisti e lettori appassionati, che hanno potuto sfogliare in anteprima il 14° numero della rivista. Gli ospiti sono stati accolti nella prestigiosa Sala Regina, dove Daniele Brunati, con l’intervento di Mario Pittorelli, Presidente di Amici di Como, ha “aperto le danze” della presentazione. Dopo aver virtualmente sfogliato alcuni dei servizi più significativi del numero estivo, Daniele Brunati ha dettagliatamente esplicato i diversi ambiti di crescita di Magic Lake nei precedenti cinque anni: dal numero di pagine al numero di inserzionisti,

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dal numero di collaboratori al numero di copie stampate, fino ad arrivare agli importanti accordi stretti nel 2009, con la Livingston ed il Consorzio Imprenditori Alberghieri. A questo proposito, sono intervenuti Silvia Ruscitto, responsabile marketing della compagnia aerea che porta Magic Lake nel mondo, e Antonello Passera, Presidente della C.I.A., che ha avuto parole d’elogio per Magic Lake quale eccellente strumento di divulgazione delle potenzialitĂ del territorio comasco. Al termine della presentazione, gli invitati sono stati accompagnati nella Sala Impero e nella Sala Napoleone, dove è stata servita la cena e gli ospiti sono stati salutati dal padrone di casa, Jean Marc Droulers. Una serata che non ha deluso le aspettative: oltre alla location impareggiabile, Magic Lake ha dimostrato ancora una volta di essere un fondamentale strumento di promozione del territorio ed un prodotto d’eccellenza in continua crescita.

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Amici di Como, Magic Lake & Villa d'Este Villa d’Este, the best hotel in the world according to Forbes. Magic Lake, the official magazine of Lake Como. Two main elements to create an unforgettable event. On 24th June, just like last year, the Grand Hotel Villa d’Este in Cernobbio hosted the presentation of the summer edition of the magazine published by TBM Service and supported by the association Amici di Como. Over 130 guests took part in this event, from 7.00 p.m. they were welcomed in Sala Regina, where Daniele Brunati, together with Mario Pittorelli, President of Amici di Como, virtually skimmed some

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articles of the summer edition. Moreover the publisher explained the growth of Magic Lake: from the number of pages to the number of advertisers, from the number of staff members to the number of printed copies; finally he mentioned the important agreements made with Livingston and C.I.A. in 2009. The guests took seats in Sala Impero and Sala Napoleone to have dinner together.

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EVENTI

A destra il moderatore, a seguire i relatori

Avv. Gianluca Vigo di Torre Bairo

Dott. Gianfilippo Cuneo

Convegni

Prof. Paolo Montalenti

Prof. Giorgio De Nova

II Edizione

Dott. Pietro Ebreo

Prof. Francesco Renne

DEL SESTANTE

Strategia di valorizzazione dell’azienda in tempi incerti. Gli strumenti fiscali per creare valore

di dott. Pietro Ebreo foto Carlo Pozzoni

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Per il secondo anno consecutivo, l’Associazione Amici di Como ha scelto di partecipare in qualità di local partner al Convegno del Sestante, organizzato dall’istituto bancario BSI SA e da TBM Service & C. Editore con la collaborazione dello Studio Torres e Associati, tenutosi lo scorso 8 luglio nella splendida cornice della Villa D’Este di Cernobbio. Tra i relatori il Dottore Commercialista Pietro Ebreo che di seguito svilupperà le tematiche trattate durante l’evento. Ho avuto il piacere e l’onore di trattare al secondo convegno del Sestante il tema degli strumenti fiscali finalizzati alla valorizzazione aziendale, evidenziando come uno degli anagrammi della parola tasse è “asset” e quindi anche la leva fiscale può essere utilizzata

per creare valore nelle imprese specialmente in periodi di crisi e incertezza, attraverso legittime operazioni di ristrutturazione e di pianificazione fiscale. Prendendo spunto dai normali cicli di vita delle aziende, una delle manifestazioni della crisi aziendale è la generazione di perdite di bilancio e quindi di possibili “imponibili fiscali negativi” che possono trasformarsi in possibili minori esborsi di future imposte; per le società di capitali il beneficio è pari al 27,5% (aliquota Ires) della perdita fiscale riportabile e a certe condizioni può trovare allocazione già nel bilancio relativo ai periodi di crisi. Anche per le operazioni di riorganizzazione e aggregazione aziendale la leva fiscale può giocare un ruolo di fattore di creazione di valore attraverso interessanti agevolazioni sia di natura temporanea che a

regime. Tra le prime, il il cd. “bonus aggregazioni” che consente di ottenere il riconoscimento gratuito fino a 5 milioni dei maggiori valori attribuiti agli asset aziendali a fronte di operazioni di aggregazione (fusione, scissione o conferimento) tra aziende non appartenenti allo stesso gruppo realizzate entro il 2009 con un beneficio in termini di minori imposte fino a 1,5 milioni di euro. D’altra parte, per le medesime operazioni di ristrutturazione è possibile accedere a delle opportunità di rivalutazione con aliquote agevolate (12, 14, 16%) degli asset aziendali che, generando il riconoscimento futuro di maggiori costi in bilancio, conducono a minori esborsi netti, per i soggetti Ires (spa, srl), pari alla differenza tra le aliquote ordinarie (Irap e Ires) – circa il 32% - e le imposte pagate per la rivalutazio-

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Alcuni momenti del Convegno tenutosi al Grand Hotel Villa d'Este Some moments of the conference held in Grand Hotel Villa d'Este ne. Con la ristrutturazione aziendale si pongono quindi le condizioni virtuose per la creazione del valore che a sua volta genera la necessità di attivare, anche e non solo, sotto il profilo fiscale le leve di ottimizzazione sia della gestione che della possibile cessione del patrimonio. Tali leve peraltro agiscono come si dice in gergo “dalla holding in giù”, a livello di impresa ad esempio per ottimizzare il flusso dei dividendi e delle plusvalenze da cessione di aziende o partecipazioni, e “dalla holding in su”, a livello di famiglia, per ottimizzare gli asset tipici: attività finanziarie (tesoreria e partecipazioni), immobili, oggetti di valore (collezioni d’arte ecc …) non tralasciando le problematiche di protezione e di trasferimento generazionale del patrimonio, oltre che quelle della possibile conflittualità familiare; il tutto oggi favorito anche dall’ormai in vigore “scudo fiscale” per la messa in chiaro dei patrimoni esteri non già conosciuti dal fisco.

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Conferences of Sestante 2nd Edition For the second year in a row, Associazione Amici di Como chose to participate as a local partner to the Convegno del Sestante, held by the bank BSI SA and TBM Service & C. Editore with the collaboration of Studio Torres e Associati. It took place on 8th July in the beautiful Villa D’Este in Cernobbio. The business consultant Pietro Ebreo was one of the speaker, her follows some topics he developed during the event. Strategy of Enterprise Development in difficult times was the topic of the second Convegno del Sestante, on 8th July a few speakers of the academic and professional world in the beautiful Villa D’Este in Cernobbio. Considering the enterpreneurial scenaries, the shift was from the topics of governance and society controls, to the fiscal and rational financial ones. The goal was to supply an analysis of the instruments to create

the value of the enterprises with a particular attention to the present, the uncertainty and the crisis. With reference to the fiscal instruments to create the enterprise value, Pietro Ebreo refers to his speech, that is a tax anagram of the fiscal planning and he describes the typical four steps of the enterprises experiencing a crisis: ending the financial year with a loss, together with a loss of value and money, taxes and other enterprise costs are seen as a burden to reduce and the enterprise tries and takes advantages from temporary or steady tax breaks set by the present legislation. At the end he talks about perspectives: fiscal shield and fight against fiscal paradises. Actually, starting from autumn 2009 it will be a time for a choice, both for enterprises and for families.

Gli atti del convegno possono essere richiesti inviando una mail a tbmservice@tin.it


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L'opera di restauro completo dei dipinti ad olio su tela (XVIII sec.) appartenenti alla quadreria del Duomo di Como


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La restituzione al loro antico splendore di quadri e pale d’altare è senza dubbio un impegno meritorio, perché inserito nel solco della passione che tutti dovremmo avere – anche attraverso i piccoli gesti quotidiani – per il rispetto e la conservazione del nostro patrimonio storico-artistico. E, soprattutto, per la sempre maggiore conoscenza e valorizzazione del nostro Duomo, la Cattedrale, madre di tutte le chiese diocesane e casa di tutti i credenti. Chi ci ha preceduto ha affidato alle nostre mani un bene prezioso e una responsabilità grande. C’è chi è arrivato ad affermare che «il Duomo di Como è forse l’edificio più perfetto che esista in Italia» alludendo alla mirabile armonia nella quale si fondono i diversi stili architettonici e le decorazioni statuarie e pittoriche. Lusingati da questa affermazione, avendolo noi ricevuto in dono, non possiamo che compiere ogni sforzo e appoggiare tutte le iniziative che puntano a mantenere intatta tale bellezza. Il bello, infatti, nell’espressione della genialità e della capacità umana, ci avvicina a Dio e ci fa cogliere quel senso di infinto che noi, in quanto creature, riusciamo solo a tratteggiare. Anche un bel quadro, dunque, una bella scultura, un colpo di genio nel disegno o nella scelta dei colori accrescono il raccoglimento e alimentano la fede. Perché, ed è questa la testimonianza più grande che ci è stata consegnata, le pietre, i “materiali” più importanti e più belli con cui la Chiesa e le chiese si costruiscono siamo noi: uomini e donne di fede. Grazie, dunque, a chi ha permesso il recupero di questi beni culturali: grazie a coloro che generosamente hanno sostenuto il progetto e grazie a chi, giorno dopo giorno, ha lavorato abilmente e amabilmente al recupero di tratti, tele, colori. Insieme rallegriamoci della bellezza che siamo tornati a condividere.

I quadri presentati (i quattro Santi Vescovi di Milano, l’Adorazione e dei Magi e Cristo risorto) fanno parte di una notevole collezione appartenente alla Chiesa Cattedrale. In questi giorni abbiamo la possibilità di osservare da vicino opere di pregio che prima del restauro erano collocate sulla contro-facciata interna del Duomo. L’altezza della loro collocazione, l’illuminazione poco adatta, e lo stato precario di conservazione, impedivano di apprezzare il valore delle tele. Dobbiamo ringraziare l’Associazione Amici di Como promotrice e sostenitrice dell’oneroso impegno finanziario, che insieme alla Fondazione Comasca onlus, hanno fatto in modo che fosse nuovamente possibile, ammirare la bellezza un po’ trascurata, anche perché poco conosciuta, di questi quadri. La Chiesa Cattedrale contiene una varietà notevole di dipinti: la collezione Gallio, sculture, statue di pregio, arazzi sofferenti per un certo deterioramento. Purtroppo, come spiega il professor Alberto Rovi, nel recente volume “Splendida Materia”: “molto si è perduto del materiale mobile fra ante d’organo, pale, paliotti, stendardi e altari provvisori, molto si è illanguidito fino a scomparire nei rivestimenti a pittura e ad oro di rilievi, statue, ornati architettonici”. I motivi di questa dispersione possono essere vari, ma ne cito uno tra i più giustificabili per quei tempi: la necessità di vendere pezzi a volte pregiati, per sopperire a difficoltà economiche della Cattedrale. Ma non preoccupatevi non sì tornerà al passato. La generosità e il mecenatismo di Amici di Como e della Fondazione Comasca, così come quello di altre associazioni o singole famiglie, hanno permesso di mantenere, salvaguardare e valorizzare opere che ci vengono dalla generosità del passato.


La rimozione dei teleri, di cui si tratta, dalla controfacciata della Cattedrale ha inevitabilmente impolverato chi assisteva da sotto, pronto a rimuovere i detriti depositatisi sulle traverse del telaio. Detriti e calcinacci si erano però anche accumulati, come sempre avviene, fra tela e telaio, determinando l’allentamento della tensione della tela ed estesi tagli dov’è contatto con il profilo delle stesse traverse, oltre che la conseguente frantumazione e varie cadute del colore. Il restauro era quindi doveroso e improcrastinabile. Chi n’è fatto promotore ha compiuto un’opera meritoria, premiata dai risultati. La qualità dei dipinti si è infatti confermata molto alta. Risolti i problemi tecnici del consolidamento della preparazione di adesione del colore e della foderatura, la pulitura ha rivelato un’entusiasmante sontuosità cromatica e un’esecuzione pittorica di minuziosa finezza. La tela raffigurante Cristo risorto adorato da Sant’Alberto Magno, santa Giustina e due santi domenicani reca lo stemma della famiglia committente, Mugiasca, e, ripetuto due volte (sotto lo stemma e sotto il riccio del pastorale di sant’Alberto), il nome del pittore, Antonio Maria Crespi detto Bustino. Mirabile è la resa della figurazione del piviale di sant’Alberto della sontuosa veste in velluto broccato della santa. Il Bustino vuole quasi competere con lo Gnocchi che ha impreziosito le vesti di Faustina, Liberata e Paolina, impegnandosi nella pala già sull’altare di Santa Margherita e ora in Pinacoteca, ma decisamente sa fare con maggiore talento. La maniera compatta di tornire le forme e la scelta delle gamme scure sature di colore (quantunque si tenga presente la tecnica differente d’esecuzione) sono lontane, e quindi precedono, da quelle impiegate negli affreschi di Sant’Orsola e della VII cappella del Sacro monte di Orta. L’Adorazione dei Magi, nobilitata dallo stemma della famiglia Ponga, mostra ai piedi di san Giuseppe (a destra, sul margine già parzialmente nascosto dalla cornice), una sigla: “G.B.R.”. Se, com’è presumibile, si tratta di una firma, si può sciogliere come Giovan Battista Recchi. In italiano, non in latino. Nella lacuna contigua bene avrebbe potuto aggiungersi una “F”, iniziale di “Fece”. La ricostruzione del curriculum professionale del più anziano dei fratelli Recchi, indipendente da quello della collaborazione di bottega, in mancanza di opere incontestabili, è ancora piena di incertezze. Il telero ora restaurato, nel locale panorama della pittura secentesca insolitamente fiabesco, realizzato senza dubbio al massimo delle potenzialità del maturo pittore di Borgo Vico, offre molteplici e problematici motivi di interesse. Abbiamo pensato a Giovan Battista Recchi come maestro di impianti prospettici. L’Interno di cattedrale con martirio di San Marco della sacrestia dei Mansionari, ad esempio, è passata anche a fondamento della tela di Andrea Pozzo del Museo Fesch di Ajaccio. Partiamo da un punto specifico: quali sono i modelli per l’ambientazione architettonica così grandiosa dell’Adorazione dei Magi? Affiora il ricordo della composizione di uguale soggetto di Paolo Veronese visibile presso la National Gallery di Londra, proveniente dalla chiesa veneziana di San Silvestro (tradotta in stampa da Carlo Sacchi nel 1649). La pala della chiesa di Santa Corona di Vicenza, sede domenicana del tribunale dell’Inquisizione, sempre del Veronese (pubblicata da Paolo Zancon nel 1809), può invece valere quale riferimento per il disporsi delle figure della parte inferiore. (Il restauratore Gianmaria Casella mi fa poi notare, e lo ringrazio, la particolare tessitura della tela di Como a “spina di pesce”, consueta nel Veneto). L’approfondimento non può che continuare.

Solo dopo la realizzazione di una dettagliata documentazione fotografica dello stato di conservazione delle opere e la messa in sicurezza della pellicola pittorica ha preso il via l’opera di recupero dei quadri appartenenti alla quadreria del Duomo di Como. Primo passo necessario è stato un'accurata operazione di fissaggio preliminare delle parti di colore che risultavano pericolanti e particolarmente fragili, onde evitare anche una minima perdita di materia pittorica, per poi procedere allo smontaggio delle tele dai vecchi ed originali telai. Poiché le opere non avevano mai subito nel passato interventi significativi di restauro, ma solo interventi minimi di emergenza (come la chiusura di buchi e strappi mediante toppe applicate sul retro), si è proceduto con l'asportazione delle polveri grasse depositate, delle vernici ossidate e dei vecchi ritocchi ormai alterati e, successivamente, anche delle stuccature, anch'esse alterate e debordanti. L’ asportazione delle vernici, il cui strato spesso e tenace impediva la perfetta penetrazione delle sostanze fissative, ha, invece, permesso di condurre un ultimo fissaggio. Terminata la fase di pulitura delle tele si è dunque proceduto alla seconda fase del restauro. Si è proceduto seguendo il metodo concordato con la Soprintendenza: con un'operazione di pulitura del colore originale, seguita dalla stuccatura delle piccole e grandi lacune ed il successivo ritocco pittorico. Inoltre, con all’intervento operato sulle cornici, anch’esse settecentesche e dunque coeve alle tele, si è concluso l’intervento di recupero restaurativo dei dipinti della Cattedrale.


"IL CRISTO RISORTO TRA VARI SANTI" Grazie all'opera di restauro è stata riportata alla luce la firma del pittore Antonio Maria Crespi (detto "il Bustino") Olio su tela, cm. 450X350 Duomo di Como

foto Maurizio Camponovo



Nelle foto, alcune fasi del restauro


il dipinto restaurato Text, text text text


"L' ADORAZIONE DEI MAGI"

Grazie all'opera di restauro è stata effettuata un'importante scoperta: la firma del pittore Giovan Battista Recchi Olio su tela, cm. 450X350 Duomo di Como

Nelle pagina seguente, alcune fasi del restauro





"S. AMBROGIO" Olio su tela, cm. 215X130 Duomo di Como


"S. CARLO" Olio su tela, cm. 215X130 Duomo di Como


"S. DIONIGI" Olio su tela, cm. 215X130 Duomo di Como


"S. SENATORE" Olio su tela, cm. 215X130 Duomo di Como


EVENTI

DICEMBRE

Città dei Balocchi un MUST per grandi e piccini

Si avvicina l’inverno…e puntuali tornano le prime anticipazioni sulla Città dei Balocchi. Tra le tante iniziative che daranno vita alla XVI edizione della manifestazione natalizia comasca, abbiamo deciso di puntare i riflettori, in anteprima, sulla V Mostra di Presepi allestita nella chiesa di San Giacomo. Come accade già da alcuni anni, saranno presentate, in occasione di questa esposizione, alcune opere di proprietà del Sig. Giancarlo Garavaglia, titolare del negozio Andreoni Presepi di Varese, uno dei pochi luoghi nel nord Italia (se ne contano soltanto due) specializzato nella vendita di diorami e presepi. Incontriamo il Sig. Garavaglia e gli chiediamo di svelarci qualche curiosità sulla sua professione e su quello che sarà presentato in occasione della Città dei Balocchi. «Il presepe, in polistirolo e legno, che sarà presentato a Como, raffigura una cascina lombarda ed in particolare l'interno di una corte. Ci saranno poi altre opere, provenienti da preziose collezioni private». In questi anni si è compreso quanta

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attrattiva abbia sui visitatori una mostra come quella di San Giacomo. Ma ora ci chiediamo: che tipo di clientela frequenta un negozio specializzato nella vendita di presepi? «Ci sono tre tipi di clienti: il tradizionale, che acquista il presepe in occasione del Natale; l’appassionato, che costruisce diorami e viene ad acquistare materiale già nei mesi di gennaio e febbraio; il collezionista, alla continua ricerca di oggetti particolari e quindi interessato ad acquistare durante tutto l’anno». Ci addentriamo un po’ nella sua attività e scopriamo che annualmente presso lo showroom di Varese, si svolgono corsi finalizzati alla costruzione di un presepe. «Da otto anni a questa parte, a gennaio, partono i miei corsi. Ogni allievo, nei cinque sabati di durata del corso, lavora alla costruzione di un diorama personale, in polistirolo e legno». La Città dei Balocchi anche quest’anno ha deciso quindi di dedicare spazio alla tradizione, perché il presepe è Natale, perché esprime il vero senso della festa.

DECEMBER Città dei Balocchi

a MUST for adulds and kids Winter time is coming and Città dei Balocchi comes with the winter. Among the appointments of the 16th edition of the event held in Como, we can find the 5th Christmas Crib Exhibition in the church of San Giacomo, where there are works property of Mr Garavaglia, owner of the shop Andreoni Presepi in Varese. We ask him to tell us some curiosities about what it will be displayed on the occasion of the exhibition. «The Christmas Crib that will be exhibit in Como represents a farm building located in Lombardy, in particular the interior of a courtyard». Then we ask him what types of customers he has, since he is specialized in Christmas Crib. «I have the traditional customer who buys the Christmas Crib; but there are also people keen on scale representations, or collectors who are always looking for particular objects». Also this year Città dei Balocchi decided to give place to tradition, because Christmas Cribs is a sign of Christmas and recalls the true meaning of this event.


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PEOPLE

GIOVANNINA FRANCHI

CARITÀ incondizionata di Suor Emanuela Bianchini e Rosaria Casali foto Carlo Pozzoni

A più di due secoli dalla nascita di Giovanna Franchi, fondatrice dell’Ospedale Valduce di Como, incontro una figura importante che ha saputo raccoglierne l’eredità spirituale e testimoniare quotidianamente gli insegnamenti trasmessi. Si tratta di Suor Emanuela Bianchini, Madre Generale della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata che prestano la loro opera nell’ospedale cittadino, per cercare di capire l’attualità della loro presenza e della loro missione. Madre Generale, ricordiamo la figura di “Giovannina”, così amichevolmente chiamata, donna colta dell’alta borghesia facoltosa comasca dei primi dell’Ottecento, che tutto aveva nella vita, ma che decise di compiere una scelta ardita e pionieristica per quei tempi, quella di dedicarsi totalmente ai poveri, agli emarginati, ai malati di ogni genere, con una vita consacrata. Secondo Lei, oggi, Madre Franchi, compirebbe di nuovo questa scelta? «Voglio ricordare che la scelta di vita di Madre Giovannina Franchi nel lontano 1853 fu la coerente, coraggiosa testimonianza del primato assegnato nel messaggio cristiano alla carità. Nel suo “Metodo di vita” si legge: “Eserciteremo la carità verso il prossimo specialmente nell’assistenza corporale e spirituale degli infermi, massime se moribondi col disporli ad una buona morte, essendo quest’opera di carità più cara a Dio e più utile per la salvezza dell’anima.”

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In questa pagina e nelle seguenti alcuni momenti di vita quotidiana delle suore dell'ospedale Valduce In this page and in the following some moments of daily life of the nuns in the Valduce hospital

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A lato, dall'alto, la Madre Superiora Suor Alessandra e la Madre Generale Suor Emanuela; al centro, Suor Emanuela durante il rituale quotidiano per la preghiera in ricordo delle consorelle defunte; sotto, le suore ospiti presso l'ospedale Valduce On the side, from above, General Mother Suor Alessandra with General Mother Suor Emanuela; in the middle, Suor Emanuela during the daily pray remembering the dead nuns; below, the nuns at the Valduce hospital

Profondi sono stati i mutamenti avvenuti nell’epoca di Madre Giovannina (addirittura sorprendenti i progressi che hanno riguardato le tecniche diagnostiche e terapeutiche), ma l’impegno alla carità e all’assistenza verso il sofferente ed il bisognoso continua a porsi come segno distintivo di ogni esperienza cristiana coerentemente vissuta. Sono fermamente convinta che anche oggi per Madre Giovannina le scelte sarebbero come allora, ispirate alla volontà di realizzare questo generoso e amorevole impegno. Anzi, oggi sottolineerebbe ancor di più quel “servire i malati con gran cuore” ossia con quei gesti umili e semplici di servizio, mettendo in risalto la dignità dell’uomo dal suo nascere al suo morire». Voglio ricordare con Lei tre date: nel 1853, Suor Giovanna Franchi, con tre compagne, apre la prima casa di accoglienza in via Vitani; nel 1879, la casa di via Vitani diviene insufficiente per ospitare il crescente numero di ammalati e le consorelle, divenute sedici, si trasferiscono nella nuova struttura sorta in località Valduce, la Casa della salute; nel 2009, dopo 130 anni, il Valduce, divenuto Ospedale Generale di Zona, è ancora lì con la presenza e l’opera costante delle Suore Infermiere. Madre Generale, quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a seguire le orme della fondatrice? «Ho avuto modo di incontrare le Suore Infermiere dell’Addolorata nella mia primissima esperienza professionale nell’allora clinica Valduce. Ricordo di essere rimasta profondamente affascinata dalla loro generosità, abnegazione, semplicità nei confronti dei malati e ricordo altresì di essermi chiesta perché non avrei anch’io potuto seguire l’esempio luminoso della loro fondatrice mettendo la mia vita al servizio del prossimo sofferente, abbandonando ogni interesse terreno. Fu così che nel 1969 entrai in noviziato e nel 1971 emisi i primi voti con una profonda gioia

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A lato dall'alto, la Madre Maestra Suor Ernesta con la novizia Maria Maddalena; al centro, l'archivista Suor Francesca; sotto, una foto storica dell'ospedale Valduce On the side, from above, Teacher Mother Suor Ernesta with the novice Maria Maddalena; in the middle, the filing clerk Suor Francesca; below, an historical photo of the Valduce hospital

interiore ed un grandissimo entusiasmo che mi faceva dire: “Eccomi Signore, manda me”, ricordando la chiamata del piccolo Samuele. Queste tre date sono fondamentali anche per noi. Il 1853 segna l’inizio di un’opera davvero miracolosa, che rimane nel tempo, diventando sempre più strumento di una presenza cristiana nel mondo della sanità. Giovannina non era né medico, né infermiera e così le sue tre compagne, ma ardeva nel loro cuore il desiderio di essere in qualche modo utili, vicine ai malati poveri ed in qualche maniera abbandonati. Giovannina non ha fatto questo passaggio offrendo solo i suoi beni, come opera pia, ha rinunciato anche alla sua condizione sociale e si è messa in prima persona a servire i malati, soprattutto quelli poveri. Nel 1879 Giovannina è morta da sette anni ed il piccolo ospizio di via Vitani è diventato stretto ed insalubre per i numerosi malati che vi affluivano. L’opera era stata affidata al gran cuore e alle mani esperte di Madre Giuseppina Pozzi, già cresciuta secondo gli insegnamenti di Madre Giovannina Franchi, la quale individuò e acquistò un terreno e nel 1878 iniziò una costruzione in un luogo più spazioso e solatio, presso il torrente Valduce. Nel luglio 1879 la casa di salute Valduce accolse la piccola comunità di via Vitani ed i suoi primi ospiti. Oggi l’ospedale di zona Valduce è diventato un ospedale grande; come da tradizione vi operano persone sensibili ed ottimi professionisti, ma ciò che vogliamo è che lo spirito che ha dato i natali al Valduce rimanga inalterato e si consolidi. Madre Giovannina e Madre Giuseppina volevano che i malati si sentissero come a casa loro e che una grande tenerezza accompagnasse l’iter delle terapie e globalmente l’assistenza fosse fatta con gran cuore». Quale futuro immagina per l’Ospedale e per la sua Congregazione? «Alle nostre spalle c'è una storia, una magnifica storia che siamo chiamate a custodire

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Sopra, da sinistra, Suor Barbara con un ospite; a destra, Suor Maria Adele nella nursery Above, from the left, Suor Barbara with a patient; on the right, Suor Maria Adele in the nursery e insieme a vivere oggi, ma anche a proiettare nel futuro. Cerchiamo di vivere serenamente questi tempi che non sono né facili né semplici, affrontando i cambiamenti globali che sono in atto nel mondo sanitario e cercando di discernere che cosa la volontà di Dio, lo Spirito, la storia, il tempo, le situazioni concrete, la nostra gente ci chiede oggi in vista del domani. È certo che la nostra pratica professionale si adegua al ritmo del progresso in corso, ma è essenziale che il nostro stile di vita si mantenga in linea di continuità con la lezione che Madre Giovannina ci ha lasciato, con il suo entusiasmo, con la sua dedizione, con il suo gran cuore commosso dalla sofferenza del malato. Occorre saggezza e grande coraggio perché nel nostro operare incontriamo tanti problemi e tante sono le difficoltà nella gestione economica dell’azienda ospedale, ma non ci mancano ragioni di speranza e per questo cerchiamo di guardare al futuro con serenità, giorno per giorno, senza ansie di sopravvivenza perché sia la nostra vita di religiose, sia quella dell’ospedale sono un bene che Dio cura e che sta a cuore a lui prima che a noi». Occuparsi ogni giorno con alta professionalità, con doti umane e sensibili, delle persone sofferenti, sole e spesso alla ricerca di risposte concrete, è sicuramente un compito arduo che non tutti sono in grado di svolgere. Dove trova la forza per riuscire ad accogliere con il sorriso chi Le chiede aiuto? «Con la mia risposta alla chiamata di Dio ho fatto la scelta più importante della mia vita: di affidarmi e di fidarmi di Lui. Per questo, sin dal mio risveglio, mi rivolgo a Dio recitando le preghiere del salmo 62: “O Dio tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia.” Sì, con Lui al mio fianco possiedo la certezza che il suo amore mi guiderà, momento per momento, e mi aiuterà ad affrontare circostanze, decisioni, situazioni, cercando di operare per il maggior bene. Trovo in Lui la forza per accogliere chi mi chiede aiuto, attraverso la preghiera personale e comunitaria. Nel “metodo di vita” della Fondatrice si legge che davanti al tabernacolo comprese la volontà di Dio e attinse la forza per attuare ciò che Lui voleva ed, io, sua figlia, non devo cercare di fare altrettanto con serenità e gioia? Inoltre la parola di Dio meditata è come dice il salmo: “lampada ai miei passi e luce al mio cammino”». Oggi viviamo in una società multi-etnica e multi-religiosa: come è il suo rapporto e quello delle consorelle nei confronti dei malati di diversa provenienza e credo? Loro Vi accettano o vi guardano con sospetto e timore? «Rispondo a questa domanda andando ad attingere alla fonte genuina della Fondatrice: “il nostro servizio di carità deve essere fatto con un amore universale che tutti abbraccia nel Signore

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Sopra, S.E. Mons. Diego Coletti in visita all'ospedale Valduce Above, S.E. Mons. Diego Coletti visiting Valduce hospital

GIOVANNINA FRANCHI e non esclude nessuno”. Dobbiamo essere universali, senza categorie di persone, senza restrizioni, senza limiti: al povero, al malato, deve essere dato il meglio cercando di realizzare la parola evangelica: “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avrete fatto a me”. Nel nostro rapporto con i malati non ho mai rilevato nessun atteggiamento pregiudiziale negativo, anzi, veniamo cercate, apprezzate e registriamo sentimenti di fiducia e di confidenza personale». Lei è all’Ospedale Valduce da quarant'anni: sono numerose le persone che ha avuto modo di incontrare e di conoscere. Ha un ricordo particolare legato ad un’esperienza speciale? «Ho avuto nella mia esperienza la possibilità di incontrare tante persone malate e ritengo che ciascuna di esse mi abbia donato di più, soprattutto nell’aspetto spirituale, di quanto io abbia saputo dare. Le più grandi gioie non sono state quelle collegate al riconoscimento della mia professionalità, ma quelle derivanti da un incontro pienamente umano, disponibile, generoso, testimoniando nel quotidiano i consigli della mia Fondatrice che voleva che i malati fossero al centro delle nostre attenzioni, cioè “con gran cuore che non sia abitua mai alla sofferenza altrui". Ho un ricordo particolare nel cuore per le molte persone che nella loro sofferenza hanno saputo mantenere una grande dignità umana, suscitando ammirazione in tutti coloro che li avvicinavano. Colgo l’occasione per ringraziare quei malati che hanno lasciato e un ricordo profondo per la loro testimonianza di coraggio dimostrata nel voler lottare nel dolore della loro grave malattia. Sono state esperienze che conservo in me come doni preziosi perché mi hanno insegnato ad affrontare la vita nei suoi più dolorosi risvolti con pazienza, coraggio, serenità, abbandono e profonda riconoscenza, anche solo con un semplice ed insignificante servizio. Ho avuto anche il dono di vedere riavvicinarsi a Dio persone che si erano allontanate dalla Chiesa da trenta o quarant'anni, ossia dal tempo della scuola o del matrimonio. Per una religiosa della mia Congregazione, è veramente la gioia più grande e realizzazione del mandato di Madre Giovannina: “Curare i corpi per arrivare alle anime”. Ricorderò sempre gli occhi espressivi e lo sforzo di sorridere per dire grazie di quei pazienti che, a causa della loro grave malattia non potevano esprimersi con le parole. No, grazie devo dirlo io e ve lo dico con gran cuore e una preghiera».

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UNCONDITIONAL charity General Mother, what are the reasons that lead you following the footprints of the founder? I would mention three years: 1853, 1879 and 2009. «I got the chance to meet the Nun Nurses of the Sorrowful Virgin in my very first job experience in the Valduce Hospital. I remembered I was fascinated by their generosity, self-sacrifice and simplicity. So in 1969 I entered the Novitiate and in 1971 I took vows with deep joy and enthusiasm. 1853. Giovannina wasn’t a doctor or a nurse, but she wanted to be helpful in some way, she founded the first Help Center in via Vitani. 1879. It’s 7 years Giovannina died; Mother Giuseppina Pozzi continued the project with great generosity and expert hands. In 1878 she started building the center near the torrent Valduce and in July 1879 the Health Center Valduce received the small community of via Vitani. 2009. Now the Hospital in the Valduce area is a big hospital; but we want to keep the same attitude of the beginning».


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EVENTI

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di Isabella Preda foto Mattia Vacca

Promuovere il sistema artigiano e design dell’intera Brianza. Questa la nuova mission del Clac, presentata nelle scorse settimane dal presidente Silvio Santambrogio che, da buon imprenditore, non si è limitato alle parole, ma ha messo in evidenza quale sarĂ lo strumento per raggiungere gli obietti-

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A destra, il presidente del CLAC Silvio Santambrogio; sotto, la platea presente alla conferenza stampa On the right, the president of CLAC Silvio Santambrogio; below, the public during the press conference

vi previsti: il Festival del Design. Non solo idee, ma un progetto concreto che potrà dare lustro a tre province (Como, Lecco e Monza), 36 comuni, 447mila abitanti e 4.500 imprese nel solo settore legno arredo (con oltre 22mila addetti). «Il Clac, fin dalla sua nascita nel 1992, ha avuto come missione quella di fornire servizi alle aziende piccole e grandi del nostro territorio - ha spiegato Santambrogio - Il Centro ha sempre fatto cose grandi, ma il mondo negli anni è cambiato e anche per il Clac era necessaria una svolta. Pensare il “nostro” territorio non più solo come la Brianza canturina e comasca,

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ma anche monzese e lecchese è un cambiamento importante. Ora il nostro riferimento sono le aziende del legno arredo, del tessile e del metalmeccanico che fanno design». Fatta questa doverosa premessa, ecco l’annuncio dell’evento destinato a cambiare (in meglio) la vita economica del distretto brianzolo: «Il nuovo CdA del Clac è formato da un gruppo di amici che si sono messi a disposizione per creare qualcosa di grande e indimenticabile per il territorio. Abbiamo quindi pensato al Festival del Design. La mission delle nostre aziende rimane quella di vendere, di “fare fatturato”: questo even-

to darà all’area brianzola la promozione necessaria per essere conosciuta in tutto il mondo. Un discorso del genere non è mai stato fatto in maniera così collegiale dalle tre province e questo oggi diventa fondamentale, visto che i nostri competitors si sono rafforzati e sono sempre più bravi a farsi conoscere». Il Festival del Design sarà un appuntamento unico al mondo per la presenza della filiera produttiva completa, programmato per giugno 2010: «Il design è nato qui e soltanto noi possiamo mettere in campo un connubio tra progetto e produzione tanto eccellente».


A sinistra, sopra, i relatori della conferenza; sotto, la direttrice del CLAC Ilenia Brenna On the left, above, the speakers of the conference; belove, the director of CLAC Ilenia Brenna

FESTIVAL of Design in BRIANZA

Promoting craftsman system and design all over Brianza. This is the new mission of Clac, presented in the last few weeks by the president Silvio Santambrogio. As any good entrepreneur, he also stressed the importance of the instrument, which will be used to reach the expected goals: Design Festival. Not just ideas, but also a real project involving the three provinces (Como, Lecco and Monza), 36 municipalities, 447.000 inhabitants and 4.500 enterprises in the wood furniture (with more than 22.000

workers). «Clac was born in 1992 and its main goal was to supply services to small and big enterprises in our territory – explained Santambrogio – the Center has always worked on big projects, but the world changed during the years and Clac needed a change too. We have to think about our territory not just as Brianza in the Cantu and Como area, but also in the Monza and Lecco area. It represents a great change. Now our reference points are wood furniture enterprises, textile enterprises and engineering enterprises which develop the design aspect too». After this premise, the announce of the event which should improve the economic life in Brianza: «The new Administration Council

of Clac is made of a group of friends, who put themselves at disposal to create something big and unforgettable for our territory. We thought about a Design Festival. The mission of our enterprises is to sell and issue invoices: this event will be a way to promote Brianza in the world. Such a project has never been developed by the three provinces together and this is a very important step, as our competitors are stronger and they are more and more present». Design Festival is a unique appointment all over because it involves the complete production and it will take place in June 2010:«Design was born here and we are the ones who have to combine our projects and excellent productions».

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INSIEME CONTINUIAMO A DARE VALORE AL FUTURO

Sede: Corso Unità d’Italia, 11 - Cantù (CO) - Tel. 031.719.111 - Fax 031.711.550 e-mail: info@cracantu.it - n. di CASSAinlinea 840-008800 Filiali in città: Vighizzolo - Mirabello - Cascina Amata - Pianella Filiali: Brenna, Bulgarograsso, Cabiate, Cadorago, Capiago Intimiano - Intimiano, Capiago Intimiano - Olmeda, Carimate, Carugo, Cermenate - Asnago, Cermenate centro, Cernobbio, Como centro, Como - Albate, Cucciago, Figino Serenza, Fino Mornasco, Lomazzo, Lurate Caccivio, Mariano Comense, Mariano Comense - Perticato, Novedrate, Olgiate Comasco, Sondrio, Vertemate con Minoprio.

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DIFFERENTE PER SCELTA


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100 ANNI

di SUZUKI

A sinistra, dall'alto, modello SuzuLight del 1955; in basso ultimo modello Grand Vitara On the left, above, the model SuzuLight 1955; below, the newest model Grand Vitara Correva l’anno 1909 quando ad Hamamatsu, da un’idea del giapponese Michio Suzuki, nasce il primo stabilimento per la produzione di macchinari per l’industria tessile. Da quel giorno, l’azienda nipponica Suzuki ha compiuto passi da gigante, si è modificata, è stata capace di divenire uno dei principali costruttori di automobili, motociclette e motori fuoribordo del mondo. Ma ripercorriamo questa storia, lunga 100 anni. Nel 1920 l’azienda diventa Suzuki Loom Manufacturing Co e nel 1952, superato il difficile momento bellico, comincia a produrre biciclette a motore. Nasce così Suzuki Power Free, la prima moto prodotta dall’azienda. Da questo momento in poi comincia la vera crescita del marchio Suzuki che, grazie alle eccellenti cifre di vendita del nuovo prodotto, chiude definitivamente con la fabbricazione di telai, tanto da modificare il proprio nome in Suzuki Motor Company. Nel 1955 nasce la prima automobile di piccola cilindrata, Suzulight, che apre all’azienda le porte del mercato automobilistico. Suzuki ha da allora proseguito con il proprio sviluppo, puntando su affidabilità e innovazione, tanto da divenire la seconda casa automobilistica per grandezza in Giappone (Fonte: JAMA giugno 2009). I numeri parlano di 192 paesi di distribuzione, 35 impianti di produzione suddivisi tra Giappone, Nord America, Sud America, Europa, Africa e Asia. Oltre ad un consolidato mercato interno, Suzuki sta vedendo accrescere, anno dopo anno, anche le vendite nei mercati esteri, soprattutto in Europa.

100 years

of SUZUKI

In 1909 the Japanese Michio Suzuki had the idea of the first plant to produce machines for the textile industry in Hamamatsu. Since that day the Japanese company made important steps, modifying itself and becoming one of the main producers of cars, motorbikes and outboard motors in the world. But let’s go back to this 100 year history. In 1920 the company became Suzuki Loom Manufacturing Co and in 1952, overcoming the difficult time of World War II, it started the production of motorbikes. So Suzuki Power Free became the first

bikes which was produced by the company. From that time the brand Sukuki started its real growth, thanks to the number of sales of the new product, it stopped the production of looms and it changed its name into Suzuki Motor Company. In 1955 the company produced its first car Suzulight and opened the car market. Then Suzuki continued its development relying on reliability and innovation, so that it became the second largest automobile company in Japan (JAMA giugno 2009). Numbers speak for themselves: 192 retailer countries, 35 production plants in the following countries: Japan, North America, South America, Europe, Africa, Asia. Moreover Suzuki has a steady national market and year by year sales in the foreign markets are growing, above all in Europe.

Info

Autotecnica A&B Montorfano, lungo la Strada Statale Briantea (Statale Como-Bergamo), tel. 031/200 252 Como, via Napoleona (ang. P.zza San Rocco), tel. 031/24 17 64 www.absuzuki.it



EVENTI

Realizzato da

Ufficio stampa Studio Michelangelo tel. 02 4695404 141


Il progetto Produzione Serica in Lombardia dal 1400 al 2000 è iniziato nel 2007 e terminerà nel 2015 con due percorsi paralleli: la ricerca storicoscientifica e la divulgazione. Consiste nell’individuare i tessili serici prodotti in Lombardia tra il XV e il XX secolo, ancora esistenti nei musei europei e nordamericani o negli archivi delle aziende lombarde. Partecipano alla ricerca ben nove istituzioni europee e quindici studiosi, coordinati da Chiara Buss, direttore del Dipartimento Arti Applicate dell’ISAL. I risultati di questa settennale ricerca (21.000 tessuti, 40.000 immagini ad alta risoluzione, 91.000 dati storici, tecnici e scientifici) sono riuniti nel catalogo multimediale www.setainlombardia.org, a consultazione gratuita. La prima fase della ricerca è in rete in italiano e inglese dal 15 ottobre 2009. Un simile archivio non esiste per nessun altro distretto tessile al mondo. La prima fase del progetto ha preso in esame il Ducato di Milano ed ecco quindi la mostra Seta · Oro · Cremisi - Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza che si inaugura il 28 ottobre al Museo Poldi Pezzoli di Milano e che sarà accompagnata dal primo volume della collana Seta in Lombardia. Le successive fasi del progetto, ciascuna corredata da una mostra e da un volume della collana, saranno: Seta · Oro · Cocciniglia - Lusso e devozione nella Milano spagnola (1535-1706), Il ciclo completo della seta nella Lombardia austriaca (1706-1860), Tessitura lombarda all’origine dell’industrializzazione italiana (1860-1939), Il tessile comasco e lo stilismo milanese (1945-1990).

Sopra, velluto a due altezze broccato e allucciolato in oro, Historisches Museum, Berna; sotto, kaftano, velluto a due altezze broccato e allucciolato in oro, Museo Nazionale d'Arte, Bucarest Above velvet in two widths with gold decorations, Historisches Museum, Berna; below, caftan, velvet in two widths with gold decorations, Museo Nazionale d'Arte, Bucarest

Pr o g ram m a O t to b r e 14 OTTOBRE, ORE 17.00 Presentazione del progetto Produzione Serica in Lombardia (PSL) Fondazione Cariplo Via Manin, 23 Milano 15 OTTOBRE Attivazione in rete del catalogo multimediale PSL www.setainlombardia.org 22 OTTOBRE, ORE 18.00 Presentazione del progetto Produzione Serica in Lombardia (PSL) Confindustria Como Via Raimondi, 1 Como 23 OTTOBRE, ORE 17.00 Presentazione del progetto e del volume Seta · Oro · Cremisi Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda Palazzo Arese Jacini, Cesano Maderno (MB)

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The project Silk Production in Lombardy from the 15th to the 20th century started in 2007 and will end in 2015 with two parallel routes: historic-scientific research and popularization. It aims at detecting the textile products manufactured in Lombardy between the 15th and the 20th century, which can still be found in the European and North-American museums or in the archives of companies located in Lombardy. Nine European institutions and fifteen scientists are taking part in the research, coordinated by Chiara Buss, director of the ISAL Applied Arts Department. The results of this research of seven years (21.000 fabrics, 40.000 high resolution images, 91.000 historical, technical and scientific data) will be collected in the multimedia catalogue www.setainlombardia.org, with could be consulted for free. The first part of the research is on line from 15th October 2009. No other textile district in the world has similar archives. The first part of the project involved the Milanese courts with the exhibition Silk · Gold • Kermes. Secrets and Technology at the Visconti and Sforza courts, which will be inaugurated on 28th October at the Museo Poldi Pezzoli in Milan, on this occasion there will be the presentation of the first volume of the series Silk in Lombardy. The following parts of the project, each of them connected with an exhibition and a volume of the series, will be: Silk • Gold • Cochineal – Luxury and Devotion in the Spanish Milan (1535-1706); The complete Cycle of Silk in the Austrian Lombardy (1706-1860); Lombardy Weaving at the beginning of the Italian Industrialization (18601939); Textile Manufacturing in Como and Style in Milan (1945-1990).

Sopra, Codice miniato, Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti in orazione davanti a San Girolamo, 1462, Archivio di Stato, Milano; sotto, Sant'Alessandro, ricamo in seta policroma, oro filato e paillettes, Piviale, Museo Adriano Bernareggi, Bergamo Above, the Codice miniato, Francesco Sforza and Bianca Maria Visconti praying in front of San Girolamo, 1462, Archivio di Stato, Milan; below, Sant'Alessandro, embroidery in policrome silk, gold and paillettes, Piviale, Museo Adriano Bernareggi, Bergamo

20 0 9 - Fe b b rai o 2010 28 OTTOBRE, ORE 18.00 Inaugurazione della mostra Seta · Oro · Cremisi Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza 29 ottobre – 21 febbario 2010 Orario: 10.00-18.00 da mercoledì a lunedì Museo Poldi Pezzoli Via Manzoni, 12 Milano 29 OTTOBRE, ORE 11.00 Inaugurazione della mostra La Milano degli Sforza 29 ottobre – 19 dicembre Orario: 9.00-17.00 da lunedì a venerdì Archivio di Stato Via Senato, 10 Milano NOVEMBRE-FEBBRAIO 2010 Gli incontri del mercoledì Seta · Oro · Cremisi Ore 18.00, ingresso gratuito Museo Poldi Pezzoli Via Manzoni, 12 Milano

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ARTE

e lucean le stelle... 2009miniartextilcosmo foto Mattia Vacca

ARTE

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“e lucean le stelle…” fino al 15 novembre con 2009miniartextilcosmo. La Chiesa di San Francesco a Como sarà sede dell’edizione 2009 della Mostra Internazionale d’Arte Tessile Contemporanea, organizzata dall’associazione “Arte&Arte”, ispirata all’universo, in occasione dell’Anno Mondiale dell’Astronomia proclamato dall’ONU. La rassegna, curata da Luciano Caramel, presenta le opere finaliste del concorso annuale 2009: 54 minitessili, selezionati tra 378 progetti pervenuti ad “Arte&Arte” da 40 differenti paesi, oltre a 25 installazioni di grande formato. Gli artisti, in occasione della 19° edizione, sono stati invitati a confrontarsi e a verificare nuovi campi d’indagine e di ricerca attraversando l’universo. Sede principale, come detto, la Chiesa di San Francesco, ma in città sono presenti altre location: il Teatro Sociale, la Camera di Commercio, la Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù, oltre al Museo Civico Archeologico Paolo Giovio. Gli eventi collaterali proposti nell’ambito dell’evento: 10 ottobre, ore 16.00

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– Chiesa di San Francesco: L’Universo come opera d’arte contemporanea, conferenza Prof. Marco Cagnotti; 15 ottobre, ore 17.00 – Chiesa di San Francesco: Luce e Arte, Design e Architettura, tavola rotonda Prof. Dell’Acqua Bellavitis; 24 ottobre, ore 15.00 – Museo Civico Archeologico “Paolo Giovio”: Il grande cerchio litico: lettura di un ritrovamento enigmatico, conferenza Dr.ssa Stefania Jorio.

e lucean le stelle... 2009miniartextilcosmo “e lucean le stelle…” until 15th November with 2009miniartextilcosmo. The church of San Francesco in Como will host the edition 2009 of the International Exhibition of Contemporary Textile Art, organized by the association “Arte&Arte”,

inspired by the universe, on the occasion of the World Year of Astronomy, announced by the UN. The event, organized by Luciano Caramel, present the finalists of the annual competition 2009: 54 minitextiles, selected among 378 projects sent to “Arte&Arte” from 40 different countries, moreover you can find 25 work of arts in big format. On the occasion of the 19th edition, the artists were invited to discuss and find out new research sectors crossing the universe. The Church of San Francesco, as we already said, is the main centre but in the city there are other locations: Teatro Sociale, Chamber of Commerce, the bank Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù and also Museo Civico Archeologico Paolo Giovio. Here follows the side events connected to the main one: 10th October, 4.00 pm – Church of San Francesco: The Universe as a contemporary work of art, by Prof. Marco Cagnotti; 15th October, 5.00 pm – Church of San Francesco: Light and Art , Design and Architecture, round table Prof. Dell’Acqua Bellavitis; 24th October, 3.00 pm – Museo Civico Archeologico “Paolo Giovio”: The big lithic circle: literature of a enigmatic findings, by Stefania Jorio.


In questa pagina, l'allestimento della mostra presso la chiesa di San Francesco; nella pagina precedente un artista all'opera In this page, the set up of the exhibition in the church San Francesco; in the previous page an artist at work

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PEOPLE

ANDREA MENTASTI

Il Manager

dell' OSPEDALE "AD PERSONAM" di Daniele Brunati foto Archivio ufficio stampa Ospedale Sant'Anna, Carlo Pozzoni

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Nella foto lo stato attuale del cantiere del nuovo ospedale Sant'Anna di Como In the photo the present condition of the construction site of the new hospital Sant' Anna in Como

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Nelle foto gli stati di avanzamento dei lavori del nuovo ospedale In the photo the construction developments of the new hospital

Spinti dalla curiosità comune anche dei nostri lettori, a due anni e mezzo circa dalla posa della prima pietra (15 novembre 2006) del nuovo Ospedale Sant’Anna nella piana dei “Tre Camini”, intervistiamo in esclusiva per Magic Lake il Direttore Generale, Dott. Andrea Mentasti, da 18 mesi a capo dall’Azienda Ospedaliera comasca. Quali sono le basi su cui si fonderà il nuovo Sant’Anna? «Sappiamo che la tendenza in campo medico è la continua ricerca di strutture capaci di offrire l’opportunità di una crescita a livello professionale. Questo è ciò che offrirà il nuovo Sant’Anna: una struttura ospedaliera con strumentazioni all’avanguardia che consentiranno di attrarre a Como le risorse mediche più attente. Abbiamo deciso di mettere al centro la persona: i medici potranno lavorare in un ambiente nuovo dotato delle migliori attrezzature ed i pazienti avranno un’accoglienza e delle prestazioni sanitarie migliori. L’investimento complessivo, sviluppato grazie all’importante supporto della Regione Lombardia, sarà di oltre 250

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milioni di euro». Chi sta lavorando insieme a Lei a questo progetto? «Siamo un team di 20 figure professionali, ognuna con una specifica competenza, che si stanno impegnando 12 ore al giorno, assumendosi direttamente tutte le responsabilità di questo progetto. Spesso, e parlo anche in prima persona, le difficoltà che abbiamo incontrato ci hanno anche fatto perdere non solo il sonno...». La domanda che più di sovente si rivolgono i cittadini comaschi è: quale sarà il valore aggiunto del nuovo ospedale? «Rispetto all’attuale ospedale, che già dispone di ottime tecnologie e validi professionisti, il valore aggiunto sarà rappresentato da un insieme di novità. La più evidente sarà quella ambientale. Infatti sia gli operatori, intesi come medici e infermieri, sia i pazienti, si troveranno in un ambiente molto più moderno, comodo, tecnologico, dove anche il livello di accoglienza alberghiera avrà molte stelle in più. L’80% delle apparecchiature sarà cambiato

e verranno implementate tutte le strumentazioni tecniche più moderne, oggi non tutte presenti in via Napoleona (inclusa l’importantissima Pet), con un notevole incremento del livello qualitativo e logistico e in generale della capacità di prestazione». Le nuove strutture ospedaliere hanno, tra i vari obiettivi, quello di ridurre e avvicinare spazi e tempi. Anche voi vi siete mossi in questa direzione? «Regola comune è che i nuovi ospedali siano tutti costruiti fuori dalle città per permettere un’accessibilità più facile. Con questa struttura d’eccellenza saremo in grado di soddisfare le crescenti richieste che ci vengono da tutto il territorio. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che il Sant’Anna non è l’ospedale cittadino, ma quello provinciale». A proposito di ospedale cittadino…Valduce e Sant’Anna: rivalità o convivenza? «Sono convinto che queste due realtà già convivono e lavorano insieme. Sant’Anna e Valduce continueranno a lavorare in modo sinergico, grazie alla scelta di svilupparsi in specialità diverse. Sicu-



Sopra, il direttore generale Andrea Mentasti con il direttore sanitario dell'azienda ospedaliera Sant'Anna, Laura Chiappa durante un sopralluogo nei nuovi reparti; sotto, Andrea Mentasti con Francesca Martini, sottosegretario al Welfare in visita alla struttura ed a una delle camere tipo Above, the general director Andrea Mentasti whit the health director of the hospital Sant' Anna Laura Chiappa during a visit in the new departments, below; Andrea Mentasti with Francesca Martini, undersecretary of Welfare visiting the hospital and one of the future rooms

ramente il Valduce avrà un ruolo importante nei mesi in cui ci sarà il trasloco e la collaborazione sarà determinante per la riuscita dell’operazione». Quando entrerà il primo paziente? «Il calendario prevede per il 30 novembre 2009 il termine del cantiere e per dicembre l’inizio dei collaudi che dureranno fino a fine maggio. Nell’estate del 2010 inizierà poi il trasloco che dovrebbe terminare nei mesi tra settembre e dicembre». Cosa si aspetta al momento della consegna delle chiavi del nuovo ospedale? «Mi piacerebbe che maturasse nella gente la consapevolezza della nostra importante impresa e vorrei che i giudizi sul nostro operato non emergessero solo davanti alle prime difficoltà». Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto. Qual è Il suo come Direttore Generale dell’Ospedale Sant’Anna? «Arrivare alle fine del 2011 e poter dire “questo ospedale non solo è nuovo, ma funziona bene”».

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ANDREA MENTASTI

The MANAGER

of the Hospital “ad personam” It’s two years and a half that the first stone of the new Sant’Anna Hospital was positioned (15th November 2006), we interviewed the General Director, Andrea Mentasti. What are the basis upon which the new Sant’Anna Hospital will be founded? «We decided to have the single person as a reference point: doctors will work in a place with the best equipments and patients will have better services and better health assistance». What will the added value of the new Hospital be? «Both the staff and the patients will find a mo-

dern and technologic place, with much more stars regarding the acceptance». New Hospital Facilities have many goals, among which the closeness to place and times. Are you following this trend too? «The mutual rule is that the new hospitals have to be built outside the city, in order to have an easier access to them. We would satisfy the requests we will receive from the entire territory». Valduce Hospital and Sant’Anna Hospital: rivalry or cooperation? «I am sure that still today this two realities cooperate and Valduce Hospital will have a very important role during the transfer». When could the first patient enter the Hospital? «According to the calendar on 30th November 2009 works will be finished, in December there will be the testing until the end of May. In summer 2010 the transfer will start and then end between September and December».



PEOPLE

NINI BINDA

GENTLEMAN

Driver di Gianfranco Casnati foto Carlo Pozzoni, Archivio Binda

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A destra, Nini Binda in alcuni momenti di gara: in alto, Campionato d'Europa classe 250, Berlino (3° classificato); al centro, arrivo della Pavia - Venezia (1° classificato); sotto, Trofeo Campari (1° classificato)

On the right, Nini Binda in some moments of competition: above, Campionato d'Europa class 250, Berlin (3rd place); in the middle, arrival of Pavia - Venice (1st place); below, Trofeo Campari (1st place)

All’anagrafe è Palmiro, ma sono in pochi a chiamarlo con il nome di battesimo. Se parliamo però di “Nini” Binda lo conoscono tutti. Componente di una storica famiglia di setaioli comaschi, Nini Binda ha attraversato mezzo secolo di storia comasca dall’industria allo sport, nella duplice veste di sportivo attivo e di dirigente, per finire all’esperienza politica. Il suo mandato nella giunta di Palazzo Cernezzi ha lasciato un segno in città nella qualità di assessore con cinque deleghe, alcune di peso. Siamo andati a trovarlo nella sua residenza di campagna, ma non per parlare di politica o della situazione attuale dei setaioli comaschi. La vista del laghetto di Montorfano, incastonato nel verde dei boschi alle porte della città, risveglia vecchi ricordi. A volte ti senti un sopravvissuto

in questo ansimante cammino che è la vita. Ad accendere la fiamma di sfide lontane, poi, basta posare lo sguardo sulla bacheca che occupa un’intera parete. Lì c'è un’infinità di coppe e trofei, che Nini Binda ha vinto sui circuiti acquatici d’Italia e d’Europa. Eh, sì. Lui è rimasto uno dei pochi veri gentleman driver della motonautica, perché cresciuto quando le corse dei motoscafi erano davvero riservate all’élite della società. Appena terminato il secondo conflitto mondiale, potevano permettersi di correre in motoscafo solo personaggi della nobiltà o dell’alta borghesia industriale. Pensiamo al conte Carlo Casalini, ai nobili Carlo Felice Trossi e Massimo Leto di Priolo, tanto per citare i nomi più in vista. «Ho avuto il privilegio di conoscere uomini di estrema eleganza, allora non c’erano le

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A lato, da sinistra Dell' Orto, Binda, Viganò; Sotto,il pluri campione del mondo Renato Molinari, Nini Binda, e lo storico segretario della Mila Sergio Sallusti On the side, from the left Dell' Orto, Binda, Viganò; below, Renato Molinari, Nini Binda, Sergio Sallusti

sponsorizzazioni come oggi – spiega Nini Binda – quindi poteva correre soltanto chi aveva i mezzi finanziari per farlo. Per di più i gentlemen non solo correvano, ma avevano anche uno stile nel presentarsi alle gare. Tipico esempio il conte Umberto Marzotto, che vinse la Mille Miglia automobilistica vestendo il pullover di cachemire». Ma negli anni ’50, accanto alla nobiltà con la passione delle corse, andava facendosi strada sul nostro lago l’attività dei maestri d’ascia. Il fenomeno era nato e si era sviluppato, diciamo la verità, per via del contrabbando. I nostri costruttori nautici, realizzavano barche sempre più veloci per sfuggire all’inseguimento delle vedette dei finanzieri. La continua gara tra legalità e illegalità, ed il progressivo miglioramento economico delle popolazioni del lago, portarono alla “conversione” dell’inventiva dei nostri maestri d’ascia verso la costruzione di motoscafi da competizione sempre più veloci, guadagnandosi una fama mondiale che resiste tuttora. Nascevano i mitici “tre punti”, che hanno fatto la storia della motonautica. Uno dei più geniali costruttori fu Angelo Molinari, titolare del Cantiere Lariano posto sotto i “Distinti” dello Stadio Sinigaglia. A partire dal 1950, l’allora presidente della M.I.La (Motonautica Italiana Lario), Aldo Ayala, ebbe la brillante idea di portare i motoscafi a gareggiare ad alta quota. Nasceva il Gran Premio Motonautico del Cadore, in origine ad Alleghe, poi a Pieve di Cadore ed Auronzo. E’ proprio ad Auronzo di Cadore che nel 1952 si cimenta nella gara dei piccoli fuoribordo 250 cc., Nini Binda. «Era tutta un’emozione e soprattutto abbastanza faticoso correre su quelle barche, dovendo stare sdraiati. La guida era elettrizzante – racconta – e si aveva sempre la sensazione di volare. Ci si divertiva moltissimo e le sfide, poi, finivano sempre in una festa tra amici. Allora le barche erano molto meno sicure di quelle di oggi: non avevano la capsula di sicurezza, che protegge il pilota e gli scafi erano fragili come il cartone,

essendo costruiti con il legno e la tela». I concorrenti erano più o meno sempre gli stessi: Angelo Molinari, Emilio Osculati, Carlo Grassi, Alberto Vitali, Nando e Gigi Dell’Orto, Primo Stella. «Per la verità la mia prima passione fu l’auto da corsa – confessa – ma la cosa durò poco perché mio padre (Gianni Binda, che è stato anche presidente del Calcio Como, n.d.r.) mi diceva che correre in macchina era pericoloso, non rendendosi conto che in motoscafo lo era ancora di più. Comunque, andò così e ci presi immediatamente una passione tale da essere in giro ogni domenica a correre. Avevo come meccanico Fiorenzo Tagliabue». Tra l’altro Nini è stato il primo comasco del dopoguerra ad acquistare una Porsche. Ma ormai la motonautica gli era entrata nel sangue. Le vittorie cominciavano a diventare più frequenti, quando alternava i piccoli 250

cc. motorizzati Koenig al più performante 660 cc. con propulsore Mercury, 4 cilindri, due carburatori, montato sul “tre punti” costruito apposta per lui dall’amico-avversario Angelo Molinari. Il 1955 segna una serie di successi, a cominciare dai record mondiali della classe DS 660 stabiliti sulla base di Sabaudia. Con lo scafo Molinari/Mercury realizza infatti, due primati, infrangendo il muro dei 100 all’ora: di fondo a 102.176 km./h e di velocità a 105.730 km/h con una punta massima di 146 km/h. I successi si susseguono ai successi. Arriva la vittoria di classe nella Centomiglia del Lario e alla Pavia – Venezia del 1956. In quell’anno vince anche il prestigioso Trofeo Campari all’Idroscalo di Milano, sempre nella categoria 660. Ma anche nella 250 non è da meno. Memorabile, al riguardo, la vittoria

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A destra Nini Binda con il padre Gianni; sotto, Nini, Chicca e Mr. Kiss On the right Nini Binda with his father Gianni; below, Nini, Chicca e Mr. Kiss

NINI BINDA

GENTLEMAN Driver

in volata sul Po a Torino, superando all’ultima boa Emilio Osculati. Nell’estate del 1957 la Federazione Italiana Motonautica convoca la rappresentativa italiana per i Campionati Europei a Berlino. Nini Binda riceve direttamente dall'allora presidente della FIM Vitaliano Borromeo Arese la lettera di convocazione nella squadra azzurra. Gareggia sul Tegeler See di Berlino con uno scafo diverso dal solito: uno Speed Liner della classe 250 cc., con motore Koenig, molto performante ed aggressivo. E’ un successo perché quell’8 settembre 1957 l'Italia ottiene la medaglia di bronzo e a vincerla è Nini Binda. Lo sport agonistico praticato negli anni verdi, oltre ad aver consentito a Nini di frequentare persone di grande stile e capacità, gli ha insegnato a combattere le avversità e le sconfitte e che il vincitore non è quello che vince sempre ma quello che non è mai vinto.

Nini Binda is a member of a family, whose name is linked with the silk of Como, he crossed half a century of the history of his city: from the enterprise to the sport, being both a sportsman and a company director, ending up with a political experience. He is one of the very few gentleman driver of the speedboat racing, he started when this sport was just for the èlite. In the 50ies, together with the passion of racing, there was also the activity of axe masters on Lake Como. They built always faster boats to escape from the lookouts of the customs officers. After the economic improvement for the people living on the lake, this challenge between legality and illegality turned out to “change” the inventiveness of axe masters towards the building of faster competition motorboats, gaining the present international prestige. In 1952 on the occasion of the Motorboat Gran Prix of Cadore in Auronzo di Cadore, Nini Binda competed in the speedboat race 250 cc.. “It was such an emotion, but it was hard too on those boats, you had to lie down. At that time boats weren’t so safe, they didn’t have the safety capsule and the hulls were breakable”. He started collecting wins and in 1955 he had successful results, setting world records in the class DS 660 in Sabaudia; then we won the Centomiglia del Lario and Pavia – Venezia in 1956. In the same year he won the prestigious Campari Trophy at the Idroscalo in Milan. He did good also in 250. Unforgettable the win with a final sprint on the Po river in Turin. In the summer of 1957 he took part in the European Championship in Berlin and he won the bronze medal.

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PEOPLE

GIUSEPPE PERONE

Oltre

lo SGUARDO di Elisabetta Comerio foto Archivio Giuseppe Perone

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Lo “special one” dell’oftalmologia ci riceve nel suo studio comasco durante la pausa pranzo di una calda giornata di luglio. Per questa intervista scegliamo l’opzione “ruota libera”, così che, a cuore aperto, il prof. Perone possa racchiudere in un’ora e mezza di conversazione una vita divisa tra la famiglia, la professione e la sua grande passione, l’Africa. «Mi sono laureato all’università di Pavia nell’87, specializzato nel '91 e poi ho avuto l’intuizione di dedicarmi ai laser per la correzione della miopia. Nel 1995 sono diventato responsabile di uno dei primi centri di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri in Italia. Nel 1996 mi è stato conferi-

to l’incarico di Professore in materia di chirurgia refrattiva e dal 1999 sono primario dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Istituto Clinico Villa Aprica. Nel 2003 ho realizzato a Saronno un centro di oftalmologia che vanta le più avanguardistiche tecnologie nell’ambito della chirurgia oculistica». Oggi il prof. Perone è tra i pochi chirurghi in Italia che esegue ogni sorta di chirurgia oculistica, dal trapianto di cornea al distacco di retina. Solo per accennare alcuni dati del suo curriculum… Questi sono passaggi obbligati in un’intervista ad un personaggio di tale calibro, ai quali lui, però, sembra dare poco peso. È quando ci

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parla della sua esperienza in Africa che si spoglia dei panni del rinomato chirurgo per vestire quelli dell’uomo profondamente coinvolto in un'esperienza umanitaria. «Col passare degli anni è nato in me il forte desiderio di dedicarmi agli altri. Sono stato così fortunato nella vita che ho capito che era arrivato il momento di guardare oltre e di sfruttare la mia professionalità per aiutare qualcuno. L’incontro che mi ha cambiato la vita è avvenuto nel 2000, quando feci la conoscenza di Frate Fiorenzo. Nel 2003 ho costruito prima un presidio di oftalmologia in Togo, per poi fare la stessa cosa in Benin. Da allora, mi reco in Africa, con i miei collaboratori, almeno 3 volte all’anno. Nel mio ultimo viaggio, sono stato accompagnato da alcune figure di spicco nel mondo della sanità comasca: la dott.ssa Doris Mascheroni, il dott. Arturo Brenna e il dott. Marco Malinverno. Oltre ad essere consigliere di "Amici di Tanguieta", ho fondato due associazioni: la prima, che si occupa dell’Africa e della ricerca universitaria, è intitolata al mio maestro, il prof. Bertè; la seconda

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è la Monticello Onlus, dedicata alla beneficenza». Giuseppe Perone ci tiene a sottolineare un aspetto importante e spesso poco conosciuto della nostra città. «Como fa tantissima solidarietà, è una città silente che nasconde un cuore enorme. Io non accetto mai denaro, perché il denaro è il peggior nemico dell’uomo, induce gli essere umani in tentazione. Le ricchezze delle popolazioni africane sono il sorriso, la gioia, la semplicità. Così loro mi hanno insegnato l’importanza di ritornare alle origini». Durante la nostra chiacchierata non manca mai il riferimento a sua moglie. «Tutto quello che un uomo fa lo può fare soltanto perché ha una donna eccezionale accanto ed io ne sono l’esempio lampante. Mia moglie mi ha sostenuto in tutti questi anni, si è sacrificata, così come i miei figli». Ci conquista definitivamente con la risposta ad una domanda tenuta per il “gran finale”. Prof. Perone, gli occhi sono lo specchio dell’anima? «Assolutamente sì. Io ci credo. Una persona pulita dentro e realizzata la vedi dagli occhi». E noi l’abbiamo visto nei suoi occhi.


Beyond the

GLANCE

In this interview Doctor Perone tells us about his family, his job and his great passion for Africa. «I graduated at the University of Pavia in 1987 and got my specialty in 1991. In 1995 I was responsible for one of the first center of refractive surgery with laser and ecimery in Italy. In 1996 I became Professor in Refractive Surgery and since 1999 I am Head Physician of the Ophthalmology Operative Unit in the Villa Aprica Hospital. In 2003 I opened an Ophthalmology Center in Saronno ». When he explains us his experience in Africa, he no longer speaks as a doctor, but as a man who is deeply involved in this project.

Nelle foto del servizio, testimonianze dell'operato del dottor Giuseppe Perone in Africa In the photo, some charity projects of dottor Giuseppe Perone in Africa «I was so lucky in my life, that I understood the time was ripe for me to help someone. I created two Ophthalmology Garrison Houses in Togo and in Benin». Then Giuseppe Perone stresses an aspect of our city, that not everybody knows. «People from Como are very much involved in charity projects, behind a silent city there is a big heart». During our conversation he wants also to call the attention on his wife. «Everything a man can do, he can do it just because there is a great woman who stands by him and I am a shining example».

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PEOPLE

"i Vasconi"

Fotografie di STORIA e CULTURA in 100 ANNI di Roberta Brucato foto Archivio Vasconi

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Nella pagina accanto, la copertina del libro "Fotografie di storia e cultura in 100 anni. i Vasconi: tre generazioni nella professione di fotografo" In the previous page, the cover of the book "Fotografie di storia e cultura in 100 anni. i Vasconi: tre generazioni nella professione di fotografo"

A lato, foto Piero Vasconi senior: sopra, inaugurazione tram elettrico (1910); sotto, sfilata di alta moda a Villa d'Este (1939) On the side, photo Piero Vasconi senior: above, inauguration of electric tram (1910); below, fashion event in Villa d'Este (1939)

A Cernobbio, da tre generazioni Vasconi è sinonimo di fotografia di qualità. Piero Vasconi è il capostipite della dinastia di questi veri e propri artisti dell’immagine. Negli anni Venti egli apre a Cernobbio uno studio fotografico ed il laboratorio con una sala di posa a luce naturale. Insieme al suo valido collaboratore, Arturo Nessi, riesce a catturare i più bei paesaggi del lago ed i migliori momenti delle prestigiose manifestazioni che si svolgono a Villa d’Este nei primi decenni del Novecento. Oggi il suo archivio comprende una vasta produzione di cartoline in bianco e nero e a colori e la collezione di oltre un migliaio di lastre 13 X 18. Il figlio di Piero, Antonio Vasconi, continua l’attività con maestrìa da oltre 45 anni. Già Presidente Nazionale dell’Associa-

zione Nazionale Confartigianato Fotografi di Roma e rappresentante per l’Italia ai convegni mondiali del WCPP (Consiglio Mondiale dei Fotografi Professionisti) e a Photokina di Colonia - l’annuale fiera leader a livello mondiale per la fotografia e l'imaging - Antonio è stato inoltre presidente dei Fotografi Professionisti della Provincia di Como da oltre trent’anni e decennale docente di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti a Como. La sua competenza è prezioso parere in centinaia di giurie di concorsi fotografici. Moltissime le onorificenze tra le quali spicca la nomina a Commendatore dell’Ordine al Merito di Savoia da parte del Principe Vittorio Emanuele di Savoia. Piero Vasconi, l’ultima generazione, segue dai primi anni Ottanta le

orme paterne, svolgendo la sua attività in via Regina, 36 a Cernobbio. Nella primavera del 2002 i Vasconi hanno pubblicato il loro libro "Fotografie di storia, costume e cultura del Novecento - Villa d’Este, Cernobbio e il lago di Como"; venerdì 23 ottobre 2009 a Villa D’Este sarà presentata una nuova pubblicazione dal titolo "Fotografie di storia, costume e cultura di 100 anni-I Vasconi tre generazioni nella professione di fotografo". Continuiamo così a sfogliare le immagini di un mondo patinato, ma anche della realtà più vera delle strade di un tempo, documentate, così, per sempre. "La fotografia diventa Cultura quando insegna a capire le cose e le persone". (Antonio Vasconi)

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S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia con Antonio Vasconi mentre firma il primo libro dei Vasconi S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia with Antonio Vasconi while he is signing the first book of Vasconi

A lato, foto Piero Vasconi junior, Brigata di cucina (2008 - Grand Hotel Villa d'Este) On the side, photo Piero Vasconi junior, Chef staff (2008 - Grand Hotel Villa d'Este)

VASCONI photos of history and culture in 100 years

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In Cernobbio Vasconi means quality photographers for three generations. Piero Vasconi is progenitor of real photography artists. In the 20ies he opened a photography studio and a laboratory with a pose room with natural light in Cernobbio. Today his archive includes a large variety of postcards in black and white and in colours and also a collection of more than 1000 plates 13X18. Antonio Vasconi is Piero’s son and he continued the activity achieving great results for more than 45 years. He got many awards, one above the others is the appointment as Order Commander of the Savoy

by Prince Victor Emmanuel of Savoy. His professional skill is very much considered in jury of photographic competitions. Piero Vasconi represents the young generation, he followed his father in the early 80ies working by the photo club Foto Cine Club Cernobbio, in Via Regina, 5. The second edition Fotografie di storia, costume e cultura di 100 anni-I Vasconi tre generazioni nella professione di fotografo is presented on Friday 23rd October 2009 in Villa D’Este. "Photography becomes Culture when it teaches understanding things and persons". (Antonio Vasconi)



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TERRITORIO

EDUCAZIONE AMBIENTALE sul territorio lariano ENVIRONMENTAL EDUCATION in LAKE COMO Area di Anna Danielon e Laura Bernasconi

Esistono angoli di natura prossimi a noi dove è possibile immergersi in ambienti ricchi di biodiversità e densi di vita, più noti ai turisti che non agli stessi comaschi. Per poter apprezzare questi luoghi a fondo, vale la pena approfondirne gli aspetti ambientali, morfologici e rurali per imparare a riconoscerne e a rispettarne gli elementi di pregio. E’ anche questo un modo per imparare ad essere turisti sostenibili. Ecco perché il C.R.E.A. della Provincia di Como propone, per il nuovo anno scolastico e in concomitanza con il 2010, anno internazionale della biodiversità, una serie di itinerari didattici per sensibilizzare i ragazzi in età scolare alla conoscenza degli aspetti più interessanti del territorio lariano. Un invito a visitare con coscienza e rispetto gli ambienti naturali che vale ovviamente per tutti e che ben volentieri rivolgiamo ai lettori.

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There are some natural places so close to us, where you can experience environments rich in different biodiversities and full of life, sometimes tourists know these places better then the locals. To enjoy the beauty of these landscapes, you need to get to know the environmental, morphological and rural aspects, in order to learn and respect the special characteristics. It is a way to become sustainable tourists. This is the reason why C.R.E.A. in the Province of Como proposes a set of educational itineraries to call the attention of young people on the most interesting aspects of the Como territory during the new school year and combined with the international year of biodiversity 2010. An invitation to visit and respect the natural landscapes which is valid for everybody, this is the reason why we would propose them to our readers.


Nella foto il lago di Piano Nella foto il lago di Piano

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Al Lago di Piano sulle tracce della biodiversità Il lago di Piano, situato a nord del Ceresio, è una Riserva Naturale cioè una zona di particolare pregio, ricca di tante varietà di flora e fauna, che la Regione Lombardia ha voluto tutelare con apposite norme di legge. Si tratta di un ambiente suggestivo, caratterizzato da un piccolo lago silenzioso circondato dalle cime delle montagne. Un paesaggio che in inverno si trasforma in una cartolina evocando suggestioni di altre latitudini. I laboratori offerti dal C.R.E.A. alle scolaresche andranno così ad implementare la varietà di proposte della Riserva, che dedica a tutti gli escursionisti un interessante programma di visite guidate. Info: www.riservalagodipiano.it. Looking for biodiversity Lago di Piano is located to the north of Lake Lugano and it is a Natural Reserve, that is an area to be protected, because it has different types of flora and fauna. The Lombardy Region decided to preserve it with specific laws. It is a suggesting landscape, characterized by a small silent lake surrounded by the mountains. This landscape in winter looks like a postcard, recalling far off places. Info: www.riservalagodipiano.it.

Parco Spina Verde la natura tra città e cielo Anche in prossimità di zone urbanizzate la natura ci può sorprendere. Ne è una prova l’area umida di Paré, situata all’interno del Parco Spina Verde, sulle colline ad ovest della città di Como, che per le sue caratteristiche, insieme agli altri parchi e riserve, costituisce un corridoio ecologico indispensabile alla sopravvivenza di molte specie vegetali e animali. Il Parco inaugura proprio quest’anno una struttura polifunzionale nella quale le scuole riceveranno le indicazioni necessarie per conoscere l’area umida, dove vive e si riproduce la rana rossa di Lataste. Lungo l’itinerario un’altra scoperta: il punto più a sud della Confederazione Elvetica, segnalato da una scultura dedicata al leggendario Guglielmo Tell. Per info: www.spinaverde.it Nature between the city and the sky Even near the industrial areas nature can strike us. For example the humid area of Paré is located in the Spina Verde Park on the hills to the west of the city of Como and it is an eco-friendly corridor necessary for the survival of many species, together with other parks and reserves. Inside of it there is a polifunctional facility, in which schools can get the necessary information to get to know the humid area. Info: www.spinaverde.it

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Parco di Villa Olmo Il verde pubblico è tutto da scoprire Leggere e conoscere un giardino ornamentale nella sua totalità, con le sue componenti naturali, ma anche artificiali. Questo è lo scopo del laboratorio didattico che condurrà le scuole lariane alla scoperta di un luogo in realtà molto noto e frequentato della città di Como: il Parco di Villa Olmo. Le guardie ecologiche volontarie della Provincia di Como proporranno ai ragazzi un modo diverso di vedere questo giardino: una lettura del paesaggio che svelerà i segreti delle specie arboree e le motivazioni che hanno portato alla realizzazione di questo capolavoro di architettura verde. Per chi volesse visitare in autonomia il parco segnaliamo che dal sito www. creacomo.it è possibile scaricare una mappa completa del percorso botanico. Green to be discovered In the Villa Olmo Park the voluntary eco-friendly guards of the province will propose the guys a different way to look at this garden: they can reveal the secrets of the trees and the reasons why it was created this work of art of garden architecture. For those who would visit the park by themselves, we suggest to download the complete map of the botanical path from the web site www.creacomo.it

C.R.E.A. DI COMO

E’ il Centro di Riferimento per l’Educazione Ambientale istituito dal Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Como. Il suo compito è di coordinare, realizzare attività e formare all’educazione ambientale. Dal 2004 il CREA offre gratuitamente alle scuole del territorio provinciale un programma di interventi e di laboratori didattici nei quali sono coinvolti ogni anno più di 10.000 studenti.

L'Assessore Dott. Paolo Mascetti

C.R.E.A. in Como, Reference Center for Environmental Education (Ecology and Environmental Sector of the Province of Como). Goal: coordinate, support activities and give an environmental education to more than 10.000 students every year.

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PEOPLE

Riccardo Cassin "La LEGGENDA di una ROCCIA" di Elisa Corti foto Archivio famiglia Cassin Lui, Riccardo Cassin, una delle leggende dell’alpinismo mondiale, se ne è andato a 100 anni. Si è spento, il 6 agosto scorso nella sua casa estiva ai Piani dei Resinelli, sopra Lecco, ai piedi della Grigna. Quella montagna che lo vide giovanotto iniziare una carriera poi divenuta strepitosa. Destino ha voluto che la data del 6 agosto fosse ancora ricorrente nel cammino del grande Riccardo Cassin, nato a Savorgnano di San Vito al Tagliamento, in

provincia di Pordenone, il 2 gennaio del 1909 e trasferitosi, orfano di padre, a soli 17 anni, a Lecco, la città del Resegone. Il 6 agosto del 1938, insieme a Ugo Tizzoni e Ginetto Esposito, vinse lo Sperone Walker della parete nord delle Grandes Jorasse e il 6 agosto del 1958 guidò da capo spedizione il duo Carlo Mauri-Walter Bonatti alla conquista della parete ovest del Gasherbrum IV nel Karakorum in Pakistan.


Nella foto, Riccardo Cassin durante una scalata In the photo, Riccardo Cassin during a climb

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A destra, Riccardo Cassin festeggia il suo centesimo compleanno con Reinhold Messner e Walter Bonatti; sotto, la sede della Provincia di Lecco che sarà dedicata a Riccardo Cassin On the right, Riccardo Cassin celebrates his 100 years' birthday whit Reinhold Messner and Walter Bonatti; below, the headquarters of Provincia di Lecco that will be dedicated to Riccardo Cassin

Due grandi imprese. Per capire la grandezza di questo alpinista, icona degli anni del pionierismo in montagna, basti pensare che si è messo alle spalle circa 2500 ascensioni, di cui 100 prime assolute. Il debutto di Cassin, naturalmente, sulla Grigna. La sua prima ascensione fu nell’estate del 1931, la via nuova sulla parete Est della Guglia Angelina. L’ultima nel 1987 quando a 78 anni stupì tutti ripetendo, a mezzo secolo dalla sua “prima”, la salita del Pizzo Badile. Di lui Reinhold Messner, l’alpinista più famoso al mondo, ebbe a dire «Cassin è da considerare una pietra miliare nella storia dell’alpinismo». Parole sacrosante per un uomo straordinario la cui memoria non deve essere dispersa. Da più parti si parla infatti di creare un museo della montagna a lui intitolato, unico in Lombardia, proprio ai Piani dei Resinelli.

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RICCARDO CASSIN

the LEGEND of a STONE

Riccardo Cassin is a legend for the International Mountain Climbing, he left us at the age of 100. It happened in his summer residence in Piani dei Resinelli, above Lecco, at the feet of the Grigna chain of mountains on 6th August 2009. That mountains saw him when he was very young and when he started a career, that turned to be a brilliant one. Riccardo Cassin was great, he was born in Savorgnano di San Vito al Tagliamento, in the province of Pordenone on 2nd January 1909, then he moved to Lecco, the city of the Resegone mountain when he was 17 and fatherless. The date 6th August was recurrent in his life: on 6th August 1938 he won Sperone Walker on the north

side of Grandes Jorasse together with Ugo Tizzoni and Ginetto Esposito and on 6th August 1958 he was the captain of Carlo Mauri-Walter Bonatti to conquer the west side of Gasherbrum IV in Karakorum in Pakistan. Two important events. To understand the importance of this mountain climber, a symbol of the pioneers on the mountains, you should think that he made 2500 climbs, of which 100 absolute first. Obviously the début of Cassin was on the Grigna. His first climb was in the summer of 1931, the new path on the east of Guglia Angelina. The last climb was in 1987, when he surprised everybody, repeating 50 years after his first one, the climb of Pizzo Badile. Reinhold Messner, the most famous mountain climber in the world told «Cassin has to be considered as a milestone in the history of mountain climbing». True words for an extraordinary man who has to be remembered. Actually, there is the project to dedicate a mountain museum to Cassin at the Piani dei Resinelli.


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TERRITORIO

VILLA GREPPI

un tesoro riscoperto

testo e foto Consorzio Brianteo Villa Greppi

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Nelle foto, partcolari degli affreschi che decorano gli interni di Villa Greppi In the photos, details of the frescos which decorate the interiors of Villa Greppi

Nei secoli XVIII e XIX la nobiltà terriera opera, in Brianza, diversi interventi edilizi, realizzando importanti residenze stagionali: Villa Greppi è una di queste. Ubicata a Monticello in prossimità della frazione di Casate Vecchio, ne domina e integra la struttura con i suoi rustici residenziali che costituiscono la cerniera tra la villa, il suo parco e il territorio agricolo vero e proprio. La storia di Villa Greppi risulta alquanto frammentaria. Nel Catasto Teresiano si trovano indicazioni planimetriche dell'insediamento originario. In età napoleonica, per la precisione nel 1811, la villa viene acquistata dalla famiglia Greppi e trasformata in casa di villeggiatura e rappresentanza, secondo la buona consuetudine di tutta la nobiltà e l’alta borghesia milanese dal Seicento ai primi del Novecento. Ulteriori minori trasformazioni alla villa e alle pertinenze si sono succedute nel tempo fino ai primi del XX secolo. La villa ha una forma

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classica ad "U", consta di un piano interrato e di un piano terreno originariamente destinati, ad eccezione dell'ingresso e della cappella, a zone di servizio. Il primo piano fungeva da luogo di rappresentanza, composto da saloni riccamente arredati e decorati e dalla biblioteca con l'archivio di famiglia, mentre il piano secondo forniva le camere per i famigliari e per gli ospiti. Un cenno particolare merita il parco composto da un giardino all'italiana e da un giardino paesistico all'inglese, con pregevoli composizioni di architettura vegetale, ars topiaria e maestosi esemplari isolati. L'ultimo discendente dei Greppi donò l'intero complesso alla Santa Sede. All'inizio degli anni '70 il Consorzio per l'Istruzione Media Superiore e l'Educazione Permanente (oggi Consorzio Brianteo Villa Greppi) acquistò la proprietà interrompendo così lo stato di abbandono che stava portando la villa e le pertinenze alla completa ruderizzazione.


VILLA GREPPI A TREASURE that was rediscovered Villa Greppi is located in Monticello, nearby Casate Vecchio. It dominates and integrates the building with its residential areas, which connect the Villa to the park and the agricultural land. The history of Villa Greppi is very fragmented. In the Napoleon time, that is in 1811, it was bought by the family Greppi and transformed into a residential and representative house, following the habits of the noble Milanese families from the 17th to the beginning of the 20th century. The Villa has a classical “U� structure, with a basement and a ground floor. The first floor was used as a representative place,

with richly embellished and decorated rooms and the library containing the family archives; on the second floor there were the rooms for the family and for the guests. The park is particularly interesting, it has both an Italian garden and a English landscape garden, with beautiful flower decorations, ars topiaria and isolated majestic species. The last member of the family Greppi donated the entire complex to the Vatican. At the beginning of ‘70ies the Consorzio Brianteo Villa Greppi bought the property and the time of isolation ended, avoiding the Villa to become a ruin.

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TERRITORIO

BRIANZA &

BENESSERE di Elisabetta Comerio foto Archivio Provincia di Lecco

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Nella foto, una veduta dal Monte Barro dei laghi briantei (ph. Vittorio Buratti) In the photo, a view from Monte Barro of the lake in brianza (ph. Vittorio Buratti)

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A destra, Imbersago, il traghetto di Leonardo (ph. Giulio Fumagalli); sotto, immagine di una SPA On the right, Imbersago, the ferry of Leonardo (ph. Giulio Fumagalli); below, photo of a SPA

Un tempo territorio essenzialmente agricolo, la Brianza è oggi caratterizzata da un fitto tessuto di insediamenti industriali e artigianali. Non mancano però ampie porzioni di territorio ancora quasi intatte. Là dove la pianura va ad incontrare le montagne del Triangolo Lariano, troviamo cinque specchi d’acqua, i piccoli laghi briantei: il lago di Montorfano e quello di Alserio, il lago di Pusiano e di Annone e, a sud di Lecco, il lago di Garlate. Due sono poi i parchi regionali presenti sul territorio: quello del Curone e quello del Monte Barro. Sul monte Barro, rilievo che non raggiunge i 1000 metri, si possono

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osservare massi erratici e materiali morenici, anche se la maggiore fonte di interesse naturalistico è la grande varietà della flora, che annovera oltre 1000 specie differenti. Oltre ad itinerari naturalistici, molto frequentati sono anche i santuari, tra cui spiccano il Santuario della Beata Vergine del Carmelo, a Montevecchia, di impronta barocca e tradizionale meta di devozione, ed il Santuario della Madonna del Bosco a Imbersago. Il territorio è poi caratterizzato dalla presenza di fastosi edifici sei-settecenteschi, come quelli di Casatenovo e Merate, e, ai confini meridionali della provincia, si estende una zona


A sinistra, Molteno (ph.Alberto Locatelli); sotto, immagine di una SPA On the left, Molteno (ph.Alberto Locatelli); below, photo of a SPA

dolcemente collinare popolata da grandiose ville nobiliari, circondate da parchi lussureggianti. Nel mondo laborioso della Brianza, nota per la miriade di piccole e medie imprese, c’è ancora spazio per un paesaggio riposante, tra l’ondulazione delle colline, le macchie di colore di prati e boschetti, i campi da golf e le aziende agrituristiche. Ma non è tutto. Infatti, in linea con il trend fatto registrare negli ultimi anni, è in forte crescita anche in Brianza l’attenzione verso il turismo legato al benessere. Sono sorte infatti sul territorio alcune SPA, ossia stabilimenti termali, in grado di offrire diversi servizi per la cura del corpo

e della mente. Coccolati da vasche termali, idroterapia, aromaterapia, saune e percorsi sensoriali, è possibile trascorrere in queste oasi brianzole, momenti lontani dal tempo, per dimenticare le fatiche fisiche e mentali ed entrare in una dimensione di leggerezza e vero relax. A completamento di una già poliedrica offerta paesaggistica, storica e culturale, si è inserito quindi a pieno titolo anche il turismo dello “star bene” che si rivolge a quella fascia di visitatori interessati a salvaguardare il proprio corpo e la propria mente attraverso percorsi capaci di regalare quiete e benessere.

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A destra, Brivio, il Castello sul fiume Adda On the right, Brivio, the Castle on the Adda river

Brianza & WELLNESS Today Brianza is characterized by various industrial and craftsman areas. But you can also find some parts of its territory which are almost completely natural. In the place where nature meets the mountains of Lake Como Triangle, there are five small lakes, the lakes of Brianza: the regional parks of the territory are two: the one of Curone and the one of Monte Barro. Lots of people also come to this area for visiting Sanctuaries, among those the Sanctuary of Beata Vergine del Carmelo, in Montevecchia and

the Sanctuary of Madonna del Bosco in Imbersago. The area is characterized by the presence of beautiful buildings dated back to the 17th and 18th centuries and in the south of the province you can find important noble villas. In Brianza there is also place for a relaxing landscape, among the hills, the colours of gardens and woods, golf courses and typical restaurants. And that’s not everything. Actually, reflecting the trend of the last few years, we can notice that in Brianza the attention to the wellness tourism is growing in importance. In the territory there are some SPA, which can offer different body treatments and relaxing treatments.

L' Assessore al Turismo, Fabio Dadati

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PEOPLE

GUIDO TARONI

Scatti

con STILE

di Elisabetta Comerio foto Guido Taroni Ventuno anni e una grande passione per la fotografia: Guido Taroni, nato a Milano, ma cresciuto a Como in una famiglia di artisti, riconosce al nostro lago e alla sua atmosfera il merito delle sue ispirazioni. Fotografo per Lorenzo Riva e Coccinelle, modello per Tod´s, Guido Taroni possiede la capacità di racchiudere in uno scatto emozioni senza tempo. Quanto pensi abbia contato nel tuo lavoro il luogo dove sei cresciuto? «La magia che pervade il lago mi ha sicuramente ispirato…non a caso, lo scatto che mi ha "iniziato” al mondo della fotografia è stato realizzato sul lago di Como: un’amica, un motoscafo Riva e una scarpa con tacco a spillo. La foto è stata scelta per la rivista Arte Navale. Una scommessa vinta a 17 anni! Nella galleria d’arte di mio padre ho imparato ad apprezzare la pittura e mi sono appassionato ai dipinti delle ville ottocentesche. L' apprendistato da mio zio, Giovanni Gastel, mi ha aiutato a sviluppare quel forte amore per l'eleganza che già avevo innato».

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In questa pagina, scatto di Guido Tarioni per la campagna stampa Lorenzo Riva a/i 2009-2010 In this page, a shot by Guido Taroni for the press campaign Lorenzo Riva a/w 2009-2010

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In alto, "Tacco sul tek" di Guido Taroni pubblicato su Arte Navale aprile/maggio 2005; sotto, "Sogno di un pomeriggio di mezza estate" di Guido Taroni Above, "Tacco sul tek" by Guido Taroni published on Arte Navale April/May 2005; below, "Sogno di un pomeriggio di mezza estate" by Guido Taroni

Shoots of STYLE

Come nasce invece uno scatto come quello realizzato per Lorenzo Riva? «Avevo chiaro nella mente il posto e una modella che idealizzasse una sposa non proprio convenzionale, ma forte, elegante, protagonista assoluta della fotografia. Ho iniziato da una foto ambientata in un salone riccamente arredato. Era bellissima, ma non ne ero completamente soddisfatto. Poi ho visto questa statua, leggermente asimmetrica, e ho deciso che la modella sarebbe diventata un tutt´uno con essa, come a completarla». E i ritratti? «Quando mi commissionano dei ritratti voglio carta bianca, dallo scatto alla stampa, dalle dimensioni delle foto al supporto su cui stampare la fotografia. Scelgo anche formati e cornici; è un modo per sperimentare e per personalizzare il mio lavoro». Qual è la definizione che ami dare di te? «Amo semplicemente dire che sono un fotografo. Amo fotografare tutto: un oggetto, una persona qualunque, una modella o un paesaggio. Il mio modo di essere è quella sensazione di malinconia mista ad eleganza che è presente in ogni mia fotografia». Fotografo o modello: quale dimensione ti appartiene maggiormente? «Io sono un fotografo, anche se devo ammettere che fare il modello è divertente e quando mi capita lo faccio con disinvoltura. Mi piacciono le sfide ed amo sperimentare cose nuove ed essere sempre attivo». Qual è l´obiettivo delle tue fotografie? «Il desiderio di immortalare dei momenti, delle sensazioni, di riuscire a ricreare un'immagine che sia perfetta quando mi appare nell'obiettivo: devo cogliere il momento giusto per bloccarla. La fotografia è l'unico mezzo che me lo consente».

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Guido Taroni was raised in a family of artists in Como. He recognizes that our lake and its atmosphere is a source of inspiration. He works as a photographer for Lorenzo Riva and Coccinelle and as a model for Tod´s, Guido Taroni has the ability to capture timeless emotions in a shoot. How much is the influence of the place where you were born on your job? «The magic of the lake inspired me, that’s for sure…it is not by chance that the shoot that launched me in the world of photography was made on Lake Como: a friend, a Riva motor boat and a heel shoe. The photo was selected for the magazine Arte Navale…A bet I won when I was 17! In the art gallery of my father I learned to value painting and I had a passion for painting of 19th century villas. The apprenticeship by my uncle, Giovanni Gastel helped me and I developed a real love for elegance, that was already natural-born». How did you make a shoot just like the one you made for Lorenzo Riva? «I had clear in my mind the place and a model representing an unconventional but strong and elegant bride, absolute protagonist of the photo. I realized a photo in hall with rich pieces of furniture. It was beautiful, but I wasn’t completely satisfied. Then I saw this slightly asymmetric statue and I decided that the model could be a single thing with the statue, just like she completed it ». What is the definition you like to give for yourself? «I love to just say “I am a photographer!”. I love to take photos of everything: a object, a common person, a model or a landscape. My way of being is the sensation of melancholy and elegance, you can find in my photos». What is the goal of your photos? «The desire to immortalize moments, sensations, or to try and recreate a perfect image… when I see it in my lens, I have to capture the right moment to block it. Photography is the only mean that let me achieve this goal».


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PEOPLE

PABLO ECHAURREN

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poliedrico

di Davide Fent foto Antonella di Girolamo, Ruggero Passeri 194


Sopra, a sinistra, la coperina di "Caffeina d'Europa"; sotto, Pablo Echaurren in una foto di Antonella di Girolamo Above, on the left, the cover of "Caffeina d'Europa"; below, Pablo Echaurren on a photo by Antonella di Girolamo

Pablo Echaurren (Roma, 22 gennaio 1951) è pittore, autore di fumetti, scrittore italiano, “è una fiumana, un vortice irresistibile mosso da curiosità e passioni smodate”. Figlio del pittore surrealista cileno Sebastian Matta, espone i suoi quadri in Italia e all'estero, realizza numerosi fumetti di avanguardia. Il suo tratto e la sua estetica sono molto influenzati dal futurismo. Sei tra i maggiori studiosi e collezionisti del Futurismo che ha stretti legami con Como e il Lario. Hai pubblicato un capolavoro Futurista: "Le edizioni Futuriste di Poesia", grande centimetri otto di base per centimetri dodici di altezza. Una lista-catalogo

della prima serie delle Edizioni di Poesia di Filippo Tommaso Marinetti. Cosa ti ha dato il Futurismo e cosa ha lasciato e continua a lasciare nell’arte e nella letteratura? «A mio avviso Marinetti è il più grande artista del Novecento. A lui si deve lo svecchiamento della cultura e l’anticipazione di molte forme espressive. Le sue tavole parolibere non sono ancora superate in quanto a modernità. I suoi programmi sono una miniera da scavare e in cui trovare gemme da sfruttare, non solo ammirare. Eppure Marinetti è il grande rimosso, ma questo è il vizio intrinseco di ogni movimento arti195


A sinistra, Pablo e Claudia con un servizio da caffè di Giacomo Balla, foto di Ruggero Passeri; a destra, Melissa auf der Maur con Pablo On the left, Pablo and Claudia with a coffee set by Giacomo Balla, photo by Ruggero Passeri; on the right, Melissa auf der Maur with Pablo

stico, uccidere e divorare il proprio padre. Lo studioso Alberto Longatti ha scritto di Marinetti (morì a Bellagio nell'attuale Hotel Excelsior, il 2 dicembre 1944 in seguito a una crisi cardiaca): “Il suo comportamento nei confronti del Lario avrebbe potuto essere quello di un qualunque turista della domenica, che si diverte a fare una gita in battello o gradisce di essere l’ospite d’onore del salotto di una villa patrizia”». Che rapporto hai con l’ arte razionalista e il lago di Como? «Un lungo brano di un mio prossimo libro (già scritto) è ambientato proprio sul lago di Como, la mia commissaria Vanessa Tullera ci si trova ospite in una villa in cui il culto dell’arte moderna sconfina nel crimine, ma non svelo altro... Bisogna dire, senza tema alcuna, che Como ha rappresentato l’eccellenza della ricerca nelle arti, dall’alto medioevo al Novecento. Amo gli astrattisti comaschi: Manlio Rho e Mario Radice, Aldo Galli, Carla Badiali. Ovviamente amo la casa del fascio di Giuseppe Terragni, ma soprattutto, nutro una passione sfrenata per la tradizione dei Maestri comacini. Scalpellini, architetti, decoratori, stuccatori, costruttori itineranti che hanno decorato il romanico con una perizia fuori dal comune. Il loro gusto per l’intreccio vegetale e animale, per i mostri, per le figure stilizzate e grottesche, è sempre stato fonte di ispirazione per me. Mescolare antico con moderno è sempre stato il mio pallino». 196

Mentre il “futurista” Pablo Echaurren come nasce? «L’ho detto migliaia di volte e mi vergogno di ripeterlo. Correva l’anno di disgrazia 1977 ed io ero un indiano metropolitano (per chi li ricorda) ed un redattore di “Lotta continua” quotidiano. Fui attaccato da una fazione a me avversa, sempre di sinistra però, la quale mi accusò di essere un marinettiano. Un insulto, per loro. Per me divenne un orgoglio. Cominciai a cercare i libri futuristi e me ne innamorai». Gampiero Mughini ricorda come tu e tua moglie (Claudia Salaris, storica italiana studiosa di storia delle avanguardie e del futurismo) siete stati dei precursori del collezionismo, e siete andati a bussare alla porta di Luce Martinetti, la minore delle tre figlie del Poeta. Che ricordi hai di questi anni di ricerca da collezionista? «Ne ho fatte di tutti i colori: ho ricercato i pochi futuristi ancora in vita, ho setacciato le case degli eredi, ho torturato tutti i librai dell’antico e dell’usato, ho allertato amici e conoscenti, ho messo a ferro e fuoco gli straccivendoli, ho intrattenuto faticosi e burrascosi rapporti di scambio con altri maniaci collezionisti. Queste mie avventure “nel paese dei bibliofagi” sono state pubblicate a puntate su “Nuovi argomenti” anni orsono. Oggi, la collezione di mia moglie e mia, è riconosciuta come la più grande al mondo.

A Poliedric FUTURIST Pablo Echaurren is among the most important contemporary painters and Italian comics writer. Together with his wife, Claudia Salaris, he is one of the main collectors and scholars of Futurism at international level. What did Futurism give to you and what did it leave and does it still leave in Art and Literature? I believe that Marinetti is the most important artist of the 20th century. He updated the culture and he anticipated many forms of expression. What kind of relation do you have with the Functional Art and Lake Como? Como represented the excellence in the research of arts, from the Medieval Time to the 20th century. I love the abstract artists from Como. Obviuosly I love the Terragni Palace. But above all I have a deep passion for the tradition of the local artists, the Maestri Comacini. How was the “futurist” Pablo Echaurren born? In 1977 I was a metropolitan Indian and an editor of the left-wing newspaper “Lotta continua”. I was attacked by a left-wing faction, they accused me to be a follower of Marinetti. To them it was an insult. To me it was something to be proud of. Today the collection of me and my wife is consider to be the biggest in the world.


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EVENTI

A destra, Laura Zarina, violino, borsista BSI On the right, Laura Zarina, violin, stock exchanger BSI

Les SOMMETS du CLASSIQUE La musica giovane nel cuore delle Alpi 198


A lato, Gabriele Baldocci, piano, Direttore Artistico del Festival Les Sommets du Classique; in basso, a sinistra, Jura Margulis, Presidente della Giuria del BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur, accanto a Christopher Falzone, piano, vincitore del BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur; sotto, da sinistra: Valentina Bensi, coordinatrice del BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur, Roberto Botta, Direttore Generale BSI, Gérald Robert, Direttore Generale BSI, Christopher Falzone, vincitore del BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur, François Noverraz, Direttore Generale BSI, Christine Rey, Presidente del Festival Les Sommets du Classique, Hubert Bonvin, Presidente di Crans-Montana Tourisme. On the side, Gabriele Baldocci, piano, Art Director of Festival Les Sommets du Classique; below, on the left, Jura Margulis, President of Jury of BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur, near to Christopher Falzone, piano, winner of BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur; below, from the left: Valentina Bensi, coordinator of BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur, Roberto Botta, General Director BSI, Gérald Robert, General Director BSI, Christopher Falzone, winner of BSI Concours de Piano, Les Virtuoses du Futur, François Noverraz, General Director BSI, Christine Rey, President of the Festival Les Sommets du Classique, Hubert Bonvin, President of Crans-Montana Tourisme.

Crans-Montana non deve la sua fama alla sola e strabiliante bellezza dei paesaggi che la circondano. Da qualche anno a questa parte, infatti, il comune vallesano ospita il Festival Les Sommets du Classique, una rassegna di musica classica dedicata ai talenti del futuro; tenutosi quest’anno dall’8 al 24 agosto, il Festival non ha mancato di stupire ed appassionare il pubblico, presente in gran numero anche al Concours de Piano Les Virtuoses du Futur. Sostenuto per la prima volta quest’anno dall’Istituto Bancario BSI SA, da sempre attento alle giovani promesse della musica, e patrocinato dalla celeberrima pianista argentina Martha Argerich, il Concorso si è svolto dal 12 al 15 agosto, mettendo in risalto il talento di musicisti giovani ma già pronti ad affrontare un’affollata platea. Vinto dall’americano Christopher Falzone, il BSI Concours de Piano

Les Virtuoses du Futur ha contato sulla partecipazione di 16 giovani pianisti provenienti da tutto il mondo, che con la loro bravura ed il loro virtuosismo hanno reso arduo il compito della giuria, presieduta da Jura Margulis, rinomato pianista russo noto per la sua tecnica sopraffina.

YOUNG MUSIC in the heart of the ALPS Crans-Montana is famous not just for the special and enchanting beauty of the surrounding landscapes. It’s some years that in the town of the Valais region in Switzerland it takes place the Festival, Les Sommets du Classique, about classical music with new talented artists; it was

held from 8th to 24th August and the event astonished and excited the numerous public, also present for Concours de Piano Les Virtuoses du Futur. For the first time this year it was supported by the Bank Institute BSI SA, which has always been attentive to new talented artists in music and is under the patronage of the famous Argentinian pianist Martha Argerich, the competition was held from 12th to 15th August, focusing on young talented musicians, who can already perform in front of a crowded audience. The American Christopher Falzone won BSI Concours de Piano Les Virtuoses du Futur, the participants were 16 young pianists coming from all over the world. They were all very good and considering their abilities the jury had a hard work, the president was Jura Margulis, famous Russian pianist, known for his fine technique.

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EVENTI

GLAUCO PEVERELLI

Appunti di di Raffaella Di Paola foto Carlo Pozzoni

VIAGGIO

Grande successo anche quest’anno per la IX edizione di “Parolario”, che si è svolta a Como dal 29 agosto al 13 settembre 2009, nell’incantevole cornice di Piazza Cavour. E’ tempo di tracciare un bilancio con il suo presidente, Glauco Peverelli. Presidente, si ritiene soddisfatto di queste due settimane di incontri, dibattiti, musica e film attorno al tema del viaggio? «Sì, molto soddisfatto. Anche quest’anno i numeri ci hanno premiato, anzi oso affermare che abbiamo assistito ad un incremento delle presenze del 30% rispetto al 2008: si è par-

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lato di circa 180.000 visitatori. Significa che ogni giorno migliaia di persone sono transitate tra le tende di Parolario e della Fiera del Libro». Come nasce Parolario e questa contiguità con la Fiera del Libro? «Eravamo nel lontano 2001 e la Fiera del Libro compiva 50 anni. Si fece strada la volontà di dare vita a qualche iniziativa culturale di spessore che affiancasse in qualche modo le semplici bancarelle dei librai. Si cominciò con qualche sporadico incontro, e, l’anno dopo, divenne già un “caffè letterario”, via via fino


Sotto, da sinistra, Piero Grasso, Daria Bignardi e Mario Calabresi Below, from the left, Piero Grasso, Daria Bignardi and Mario Calabresi

a riempire le due settimane interamente e a dover costituire un’apposita commissione per vagliare le richieste di partecipazione!» So già che il momento più difficile di quest’anno è stato a metà manifestazione: il dover correre in Piazza Cavour alle tre e mezzo di notte per constatare che il vento aveva divelto il tendone che ospitava il ristorante vicino alla struttura di Parolario. Ma qual è stato il momento più sorprendente in positivo? «Molti incontri sono stati un vero successo con affluenze da record, dall’inaugurazione con Margherita Hack, a Daria Bignardi, a Roberto Vecchioni, soltanto per citarne alcuni; ma ciò che veramente mi ha riempito di orgoglio è stato l’accorgermi di come Parolario sia diventato una sorta di “marchio di garanzia”. Ad esempio, il ciclo sulla filosofia ha radunato un pubblico numeroso ed attento non solo per nomi importanti come Giovanni Reale, ma anche per autori meno noti, ai quali è stata accordata fiducia per la serietà della proposta. Più di un relatore s’è poi detto meravigliato delle domande qualificate del pubblico comasco…» Ci dà qualche anticipazione sul tema dell’anno prossimo? «Dato che giungeremo all’importante tra-

guardo dei dieci anni, ci piacerebbe proporre come filo conduttore l’idea del tempo, che, un po’ come è successo per il viaggio di quest’anno, si presterebbe molto bene a far da contenitore ad un caleidoscopio d’esperienze». C’è già qualche idea importante per l’organizzazione del decennale o solo sogni nel cassetto? «Ci piacerebbe che Parolario acquisisse definitivamente i connotati di manifestazione a carattere nazionale. Per questo sarebbero necessari una più capillare pubblicizzazione, la garanzia di una decina di nomi di richiamo ed una tenda più grande, da collocarsi sempre in Piazza Cavour, perché parte del successo è certamente legato alla location: un salotto dove la gente ama incontrasi ed incontrare. Dunque, più che disperdere energie in incontri periferici, forse sarebbe più proficuo incrementare l’attività a Como, cercando di reperire più fondi, e non solo dall’ente pubblico, che peraltro fa già la sua parte, ma anche dai privati (come già avviene in altre città italiane che organizzano analoghe manifestazioni) che spesso sottovalutano il potenziale pubblicitario rappresentato dal canale Parolario». Allora speriamo che anche questa intervista sia come un sasso nello stagno!

GLAUCO PEVERELLI

TRAVEL Notes We met Glauco Peverelli and he draw a report on the 9th edition of “Parolario” President, are you satisfied with this edition? «Yes, also this year we achieved good results». How was Parolario born? «In 2001 there was the desire to create a cultural event to be held with the Fiera del Libro (Books’ Fair). It started with few meetings and later on it became a 2-week event». What was the most surprising moment during this edition? «Many meetings represented great successes, but what stroke me most was to understand that Parolario has become a “warranty brand”». Any anticipation on next year topic? «We will celebrate 10 years of Parolario, we would have the idea of “time” as next year topic». Do you already have any important idea regarding the organization of the 10th edition or just secret dreams? «Actually we would see Parolario as a national event».

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PEOPLE

GIUSEPPE GUIN a Parolario Incontriamo Giuseppe Guin, volto noto del giornalismo comasco, che, smessi per un momento i panni dell’intervistatore ed indossati quelli insoliti dell’intervistato, accetta di raccontarci del successo del suo ultimo romanzo “L’amore imperdonabile”, sorta di noir che si dipana tra pennellate di verismo lacustre. Giunto ormai alla terza ristampa dalla Book Editore di Bologna, il libro è stato presentato dal critico Fulvio Panzeri a Parolario lo scorso mese di settembre. Nasce prima il Guin giornalista o il Guin scrittore? «Sembra strano, ma nasce prima lo scrittore. Pubblicai il mio primo libro “Oltre le mura” nel 1980, frutto dell’esperienza di un anno a Milano in un ospedale per incurabili, che concludeva la mia permanenza di diversi anni in seminario. Divenni poi giornalista e letteralmente risucchiato dalla cronaca. Nell’84 fu la volta delle “Novelle del sabato”, pubblicate settimanalmente sul vecchio “Ordine” e poi raccolte in un volume. Ma è l’acquisto di un piccolo “rudere” nei pressi di Faggeto e il fascino della vita in riva al lago che fanno scaturire la vena letteraria e così nel 2005 esce “Meglio arrivare secondi”, nel 2006 “Qui non succede niente” e nel 2009 “L’amore imperdonabile”, quest'ultimo, a differenza dei precedenti, che strutturalmente sono raccolte di episodi, è un vero e proprio romanzo». E’ dunque l’ambiente del lago la vera fonte

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di ispirazione? «Sì. L’episodio della violenza da cui prende le mosse l’ultimo romanzo è stato suggerito da un fatto di cronaca milanese degli anni ‘50; un vecchio del lago mi raccontò che anche al suo paese accadde la stessa cosa. Tutti i personaggi poi sono tratteggiati con i caratteri di persone che incontro, che mi vengono a trovare e raccontano storie». Anche Elisa Vanelli, che sembra quasi irreale per la sua bellezza? «Anche la protagonista femminile è una persona comune che vive sul lago». C’è anche Guin fra questi personaggi? «Certo! Io sarei Sebastiano, il vecchio della cava. Anche se non sono poi così vecchio, mi piace identificarmi con questo saggio, punto di riferimento per il paese, a cui molti vanno a raccontare, magari non segreti inconfessabili, ma storie personali del presente e del passato, confidenze, desideri…Ora addirittura capita che passi qualche barca e che qualcuno mi apostrofi: “Ehi, ma abita qui il vecchio della cava?”» Progetti per il futuro? «Ora mi sto occupando del lancio del mio ultimo libro a livello nazionale e poi…poi un’idea mi frulla in testa…Poiché molti, incontrandomi, mi chiedono: “che fine ha fatto Elisa?”, comincio a pensare che il finale possa apparire aperto, anche se nelle mie intenzioni non era così». Allora forse potrebbe meritare un seguito…

di Raffaella Di Paola foto Carlo Pozzoni

We met Giuseppe Guin, a popular journalist in the Como area, he is the author of the novel “L’amore imperdonabile” (The Unforgivable Love). Who was born first: Guin journalist or Guin writer? «It seems weird, but Guin writer was born first. I published my first book “Oltre le mura” (Beyond the walls) in 1980. Then I became journalist and I was absorbed by the news. In 1984 I wrote “Novelle del sabato” (Saturday’s short stories). Later on I bought a small “ruin” nearby Faggeto, which was very inspiring to me, so I published “Meglio arrivare secondi” (Better to arrive second) in 2005, “Qui non succede niente” (Here nothing happens) in 2006 and “L’amore imperdonabile” (The Unforgivable Love) in 2009». Can we say it is the lake that inspires you? «Yes. The episode of violence connected with the last novel comes from a real story, which happened in Milan at the end of ‘50ies, starting from there a old man who lives on the lake told me that the same thing happened in his village…All the characters come from real people I have met». Is Guin one of the characters too? «Sure! I am Sebastiano, the old man of the quarry. Even though I am not so old, I like to identify myself with this “wise man”, a reference point for his village». Projects for your future? «Now I am trying and launching my new book at national level and then…I have got an idea…Many people I met asked me: “Where did Elisa go?”. Maybe I can write a continuation…».


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Canottieri Lario OLIMPIONICA di Gianfranco Casnati foto Carlo Pozzoni, Archivio Canottieri Lario

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A destra, il quattro di coppia con l'equipaggio vincitore dei recenti mondiali (Sancassani, Bertini, Basalini e Gilardoni); sotto, lo storico otto G. Sinigaglia, campione assoluto del 1920 On the right, the winning team of the last world championship (Sancassani, Bertini, Basalini e Gilardoni); below, the historical team G. Sinigaglia, absolute champion in 1920

La Canottieri Lario e il suo “gioiello” Daniele Gilardoni, lo scorso 30 agosto a Poznan in Polonia hanno raggiunto un traguardo storico. Dieci volte grande, Daniele Gilardoni che sul lago Malta della città polacca ha messo al petto la “stella” con il decimo titolo di campione del mondo di canottaggio, nove dei quali consecutivi con la casacca bianconera della Canottieri Lario. Hanno condiviso l'oro con l'asso della Canottieri Lario G.Sinigaglia di Como, il bellagino della Marina Militare, Franco Sancassani, il poliziotto pisano Lorenzo Bertini e Stefano Basalini, novarese della Forestale. Al Mondiale Daniele

è lì, sempre lì, davanti a tutti e poi sul pontile delle premiazioni a cantare l'Inno di Mameli. Dieci anni fa St. Catharines in Canada Daniele Gilardoni centrava il suo primo oro mondiale. Dal 2001 veste il body della Lario e non è più sceso da quel gradino più alto del podio, tanto che rimane il grande rammarico della sua partecipazione soltanto come riserva alle Olimpiadi di Pechino. La barca di Gilardoni punta ora verso Londra 2012 e non sarà facile per i selezionatori ignorare il campione più titolato d'Italia. Con questo fantastico biglietto da visita, la Canottieri Lario è ormai diventata la seconda casa dei

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Sotto, da sinistra, Giuseppe Sinigaglia, al centro la consegna a G. Sinigaglia della la storica "Diamond - Sculls"; a destra, il Presidente della Canottieri Lario, Enzo Molteni, con la stessa coppa Below, from the left, Giuseppe Sinigaglia; in the middle, the consignation of the historical "Diamond-Sculls" to G. Sinigaglia; on the right, the president of Canottieri Lario, Enzo Molteni, with the same cup

comaschi. L’edificio della canottieri, costruito negli anni 1930 e 1931, su progetto dell’architetto Gianni Mantero, è caratterizzato dal volume basso e allungato, in cui la dimensione orizzontale è ulteriormente sottolineata dalle lunghe finestre a nastro. Di notevole rilevanza tecnica e formale sono la vasca di voga all’interno e lo slanciato trampolino in cemento armato a sbalzo sul lago. La costruzione fu realizzata nel 1931, grazie al munifico lascito fatto da Antonietta Sinigaglia, la mamma di Giuseppe, sottotenente dei Granatieri di Sardegna, morto sul Carso nel 1916. La signora Antonietta pose solo una condizione: che la società ospitasse, in perpetuo, la sede della sezione dei Granatieri di Sardegna in congedo, perpetrando così la memoria del figlio. Tutt’oggi, infatti, l’associazione conserva il suo locale al piano rialzato della palazzina. La Canottieri Lario entrò nell'edificio situato nell’allora Viale della Vittoria, con una solenne cerimonia di inaugurazione, la domenica del 12 luglio 1931, vantando già una lunga storia alle spalle (fondata il 4 gennaio 1891) e tante glorie. Dopo i primi anni di attività, iniziano i successi con le epiche imprese dell’otto “Montanari” e la jole a quattro “Pellirosse”. Arrivano anche i “Depennati”. Alla fine del 1903, un gruppo di

soci della Ginnastica Comense, viene punito per indisciplina e depennato dall’albo sociale. I “cattivi” non fanno un piega. Creano un nuovo sodalizio, chiamato Club Atletico, che dura solo tre anni e poi entra nella canottieri. Intanto l’equipaggio dei “Depennati” vince nel 1904 le regate internazionali di Lucerna e la Coppa Granduchessa Caterina di Russia sul classico percorso dal Gand Hotel Villa d’Este di Cernobbio a Villa Olmo. L’armo è composto da Alvaro Setti, Giuseppe Sinigaglia, Italo Carughi e Orlando Pontiggia. Il 1914, è un anno trionfale per la Lario, con due straordinari successi: nella Coppa delle Nazioni e nella Diamond-Sculls. Protagonista è Giuseppe Sinigaglia, il “gigante buono” di Sant’Agostino. Dopo la netta vittoria sui 4000 metri nella Coppa delle Nazioni a Parigi (battendo di 16” il vincitore del 1913, l’inglese Kinnear), il nostro campione conquista il titolo mondiale ad Henley sul Tamigi, il santuario del remo, dove mai nessun europeo continentale, né tantomeno italiano, era riuscito a vincere. Il 4 luglio 1914, nella finalissima, Giuseppe Sinigaglia sbalordisce tutti, battendo l’inglese Steward del Trinity Hall di Cambridge. Il campione comasco riceve la Diamond-Sculls direttamente dalla regina Mary, consorte di re Giorgio V d’Inghilterra.

Poco più di due anni dopo, purtroppo, Sinigaglia è atteso all’appuntamento con la morte in guerra sul Carso. Il 10 agosto 1916 cade da eroe sul San Michele. Prima di spirare invoca: «Datemi un po’ di acqua del mio lago». Negli anni Venti l'eredità di Sinigaglia viene raccolta dal doppio di Sandro De Col e Michelangelo Bemasconi; inizia a sbocciare anche il talento di Enrico Mariani, figlio del compianto maestro e campione Teodoro. Nel singolo, Bernasconi e Mariani si laureano Campioni d'Europa rispettivamente nel 1927 e nel 1932. I colori della Lario partecipano per due volte alle Olimpiadi. La prima volta nel 1960 con il doppio di Severino Lucini e Cesare Pestuggia. Sono convocati a Roma anche i due fratelli Vincenzo e Fioravante Prina per il due senza. Altro anno indimenticabile per la società è il 1982, quando la Lario torna a fregiarsi del Titolo di Campione del Mondo, grazie all'impresa di Vittorio Valentinis nell'otto pesi leggeri e di Paolo Martinelli nel quattro senza. Cinque anni dopo Andrea Gavazzi si laurea campione del Mondo Juniores e nel 1989 Danilo Fraquelli è iridato nell'otto pesi leggeri. Nel 1996 Mattia Trombetta e Francesco Mattei, allenati da Carlo Del Piccolo, salgono entrambi sull'otto dei Giochi Olimpici di Atlanta. Ai Mondiali del 1997 in

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Sotto, il Presidente della Canottieri Lario, Enzo Molteni, accanto alla bacheca dei trofei italiani Below, the president of Canottieri Lario, Enzo Molteni, near the collection of the Italian trophies

Francia, Trombetta e Mattei sono medaglia d'argento nel due senza e nel quattro con. La Canottieri Lario è guidata dal 1992 dal presidente Enzo Molteni. Dal 2001, fa di nuovo parte della Lario un Campione del Mondo, il bellagino Daniele Gilardoni, che puntualmente ogni anno vince il titolo mondiale in quattro di coppia pesi leggeri. Nel 2005 la Canottieri Lario fa bingo. Dopo ben 114 anni di storia sportiva comasca, la società di viale Puecher riesce a mettere in bacheca il suo primo titolo mondiale in “rosa”. A vincerlo è una giovane tedesca - milanese, tesserata alla canottieri comasca: Claudia Wurzel, che vince l’alloro iridato proprio in Germania. Protagonista della storica impresa il “quattro senza” femminile” della categoria juniores. Nello stesso anno Claudia vince un borsa di studio per l’Università dell’Ohio, dove si laurea quest’anno in scienze della comunicazione. Ma nonostante la lontananza e gli impegni di studio, l’anno scorso torna in Italia per partecipare ai campionati del mondo Under 23 e vincere il suo secondo iride con lo stesso equipaggio del 2005. Quest’anno la laurea, ma appena tornata a casa viene convocata in nazionale e a luglio vince la medaglia d’argento ai Mondiali Under 23 ancora in quattro senza. Potremmo definire il 2009 anno rivoluzionario nella storia della Lario. I primi due titoli italiani della stagione sono

entrambi “rosa”: quattro di coppia Gran Fondo di Gaia Marzari, Diana Noseda, Giulia Longatti, Aurelia Wurzel e doppio pesi leggeri di Sabrina Noseda e Marta Labate. «Alla prossima cena sociale» – promette il presidente Enzo Molteni – «farò addobbare il salone di rosa e di fiori. La squadra femminile non finisce mai di stupire: mai è successo nella storia della Lario di vedere convocate dai tecnici federali ben sette nostre atlete! Ma la canottieri ha in serbo un’altra novità. Infatti, forte dell'argento conquistato ai campionati italiani di Gavirate, il nostro progetto è pronto ad entrare nella cosiddetta "fase due". Grazie ai 100 mila euro avuti dalla Fondazione Cariplo, il prossimo autunno inizieranno i lavori per adeguare le strutture agli atleti disabili, così da potenziare la sezione. Costruiremo i servizi per loro e un ascensore per il trasporto al piano superiore».

OLIMPIONIC Canottieri Lario Canottieri Lario and his "jewel" Daniele Gilardoni, on 30th August 2009 in Poznan, Polland, got the 10th World Champion Rowing Title.

The gold prize of the champion of Canottieri Lario G.Sinigaglia in Como was shared with Franco Sancassani, Lorenzo Bertini and Stefano Basalini. The history of Canottieri Lario started in 1891 and since the beginning they collected wins. The protagonist was the second lieutenant of the Italian corps Granatieri di Sardegna, Giuseppe Sinigaglia, the “good giant” of Sant’Agostino, in 1914 he won the world title in Henley on the Thames river. Then the champions Bernasconi and Mariani, who became European Champions in 1927 and in 1932. The colours of Lario took part twice in the Olympic Games: in 1960 and in 1982. Since 1992 the President of Canottieri Lario is Enzo Molteni. Since 2001 a World Champion is a member of Lario, he is from Bellagio and his name is Daniele Gilardoni, every year he wins the world title in four of couple light weight. Claudia Wurzel won the first female world title in 2005 and in 2008, then last July she got the silver medal at the World Championship Under 23. 2009 is a revolutionary year for the history of Lario: the first two Italian titles of the season are both “female” titles and the goal to reach is to modify the facilities in order to be used by disabled athletes, this can be done thanks to 100.000 Euro allocated by Fondazione Cariplo.

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SPORT

Joe Fly A TUTTO PODIO di Elisa Corti foto Archivio Joe Fly Sailing Team

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Ancora un podio, ancora la consapevolezza di essere ad un passo dall’apoteosi, ancora il rammarico di vedersi sfuggire l'iride per un nulla, ancora una grande prestazione, ancora… Di questo passo si potrebbe andare avanti parecchio per meglio mettere a fuoco il terzo posto, il bronzo, conquistato dal Joe Fly Sailing Team nel campionato del mondo di vela della classe Farr 40 a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Ormai il gruppo allestito da Giovanni Maspero, che non è solo l’armatore, ma anche il timoniere della barca, ha raggiunto un livello così elevato di competitività da essere non solo rispettato, ma anche temuto. In Sardegna il titolo è finito nelle mani degli americani di Barking Mad del magnate Jim Richardson che si è avvalso di un tattico d’eccezione come Terry Hutchinson già “re Mida” di Team New Zealand in Coppa America. Il team stelle e strisce ha avuto una condotta di gara impressionante con il sesto

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posto quale peggior piazzamento in dieci prove. Per questo la terza moneta di Joe Fly (gareggia per la Canottieri Lecco), sulla cui randa ha campeggiato il logo “Amici di Como, Magic Lake”, è di tutto rispetto e la conferma che il secondo posto del mondiale 2008 a Miami - in realtà un primo sul campo di regata, rivisto poi a tavolino - non era solo frutto del particolare momento di forma. Joe Fly Farr 40 è oggi un grande team. Grande anche perché, prima di essere al via delle regate di Porto Cervo, ha dovuto affrontare due gravi imprevisti che avrebbero steso chiunque sotto l’aspetto psicologico: ci riferiamo al cedimento della gru che sosteneva la barca durante le operazioni preliminari di stazza, con gravi danni al timone, e la successiva rottura dell’albero in allenamento (forse causata proprio dalla prima “botta”). In entrambi i casi Joe Fly ha riparato i danni a tempo di record e, con grande determinazione, si è presentato al via

strabiliando tutti. Certo, per vincere l’oro serviva non sbagliare nulla. Così non è stato: un solo “peccato”, un solo errore commesso in dieci regate, Joe Fly si è trovato escluso dalla lotta per il titolo. Ma questa è la vela ad altissimo livello. In acqua però il sailing team è stato comunque fantastico con Giovanni Maspero (timoniere), Francesco Bruni (tattico), Andrea Felci, Andrea Caracci, Andrea Bussani, Alberto Bolzan, Pierluigi De Felice, Matteo De Luca, Francesco Coari e Matteo Auguadro. Bravi ragazzi! Un’impresa che Giovanni Maspero ha ben sottolineato in uno stralcio della sua lettera aperta pubblicata sul sito di Joe Fly: «A volte si parla impropriamente di sentimenti, per me questa avventura, questo evento, questa pagina di sport, rimarrà unica ed indelebile nella memoria per sempre, per il bene che ho percepito e per la profonda sincera stima che unisce noi tutti in questo sport».


Nella foto, l'imprenditore Giovanni Maspero fondatore di Joe Fly Sealing Team ai vertici della vela mondiale, con lo Yacht Club Costa Smeralda per rilanciare la mitica Azzurra in Coppa America In this photo, the etrepreneur Giovanni Maspero founder of Joe Fly Sailing Team at the top of the world sailing, with the Yacht Club Costa Smeralda to relaunce the mythic Azzurra in the American Cup

Joe Fly AT THE TOP Once again on the podium, once again the awareness to be so near to the top, once again the regret to see the first place almost reached, once again a great performance, once again… We could continue like this for quite a while to focus ourselves on the third place, the bronze of Joe Fly Sailing Team in the World Sailing Championship Class Farr 40 in Porto Cervo, Costa Smeralda. The group created by Giovanni Maspero, who is not just the shipowner but also the helmsman of this boat, reached a very high level of competition, he is actually respected and even dreaded. Giovanni Maspero wanted to stress the importance of this experience: ”Sometimes people speak improperly of feelings, for me this adventure, this event, this page of sport will be unique and unforgettable in my memories for ever, for the love I felt and for the deep and real trust which join us in this sport”.

Una notizia che ci inorgoglisce arriva a poche ore dalla chiusura di Magic Lake. Giovanni Maspero, l’imprenditore di Como con la passione per la vela, ha ricevuto dallo Yact Club Costa Smeralda del commodoro Riccardo Bonadeo, il compito di riportare la bandiera italiana in acque internazionali facendo rivivere il mito di Azzurra grande protagonista della Coppa America del 1983. Il nuovo team di Azzurra, guidato da Giovanni Maspero – l’armatore del Joe Fly Sailing Team -, avrà come skipper e timoniere Francesco Bruni, tattico Tommaso Chieffi e team manager l’olimpionica Alessandra Sensini. Il debutto è previsto alle regate del Louis Vuitton Trophy a Nizza dal 7 al 22 novembre 2009. Da ricordare che proprio Maspero, al timone di Joe Fly, ha recentemente conquistato il titolo mondiale di classe Melges 32 nelle acque di Porto Cervo dimostrando ancora una volta tutto il suo valore: sia sportivo che organizzativo.

We got a piece of news almost at the closure of this edition of Magic Lake. Giovanni Maspero , the entrepreneur of Como with a passion for sailing, had a commitment to fulfill. The Yact Club Costa Smeralda of Riccardo Bonadeo asked him to bring the Italian flag in international waters, so that the myth of Azzurra, the protagonist of the American Cup 198, can live again. The new team of Azzurra, under the control of Giovanni Maspero –the shipowner of Joe Fly Sailing Team – will have Francesco Bruni skipper and helmsman, Tommaso Chieffi tactics, the Olympic Alessandra Sensini team manager. The debut is foreseen during the competition of Louis Vuitton Trophy in Nice from 7th to 22nd November 2009. To remember is the fact the Maspero on Joe Fly recently got the world title of class Melges 32 in the water of Porto Cervo, demonstrating once again his great value: both in sports and in organization.

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SPORT

On the

ROD(A)

di Elisabetta Comerio foto archivio Rodacciai

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Ci siamo lasciati con Gianluca Roda secondo in classifica generale, ci ritroviamo con la Porsche 997 leader dell’International GT Open. Dopo la quinta giornata del campionato 2009, l’imprenditore associato di Amici di Como, in coppia con Richard Lietz, conduce la classifica generale con 146 punti, 2 di vantaggio dai piloti Ferrari Camathias - Fassler. Ma ripercorriamo le tappe che hanno portato a questo traguardo. La terza giornata di calendario per l’International GT Open ha visto la 997 protagonista assoluta sull’asfalto belga di Spa - Francorchamps, vincendo entrambe le gare e dimostrando di non avere rivali. Il sabato ha incoronato leader assoluto la Porsche IMSA di Pilet, mentre nella gara di domenica la coppia Roda – Lietz si è imposta sugli avversari. Nel circuito di Donington Park l’auto di Roda è arrivata ad un soffio dal podio in gara 1, nonostante i 30 secondi di handicap da scontare, e terza classificata a breve distanza dalla coppia Camathias – Fassler in gara 2. A Magny-cours, lo scorso settembre, Gianluca Roda e Richard Lietz hanno concluso le due gare al secondo e sesto posto, mantenendo il primo posto in classifica generale. Insieme a Roda, anche Magic Lake e Amici di Como salgono sul primo gradino del podio!

ON THE Rod(a) On the previous edition we spoke of Gianluca Roda winning a second place in the general classification, now Porsche 997 is the leader in the International GT Open. At the end of day 5 of the Championship 2009, Roda together with Richard Lietz is at the top of the general Classification with 146 points, 2 points more than the Ferrari pilots Camathias - Fassler. But let’s go back to the steps that lead to this result. Day 3 of the International GT Open calendar was marked by 997 as a sole road protagonist in Spa – Francorchamps – Belgium, winning both competitions and showing that it had no rivals. On Saturday Porsche IMSA of Pilet was the absolute leader, on Sunday Roda-Lietz dominated the competition. In the circuit of Donington Park, the car of Roda arrived very close to the podium in the game 1, despite 30 seconds handicap to pay and the third place was the one of Camathias – Fassler in game 2. Last September in Magny-cours, Gianluca Roda and Richard Lietz gained second and sixth place in the two games, keeping the first place in the general classification.

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SPORT

WAKEBOARD

sul Lago di Elisa Corti foto Paolo Durastante

Ormai non è più un segreto. D’estate, anche sul lago di Como, è uno degli sport sull’acqua preferito dai giovani e dai giovanissimi. E’ il wakeboard, disciplina nata dalla fusione tra lo sci nautico tradizionale e lo snowboard praticato d’inverno sulla neve. Consiste nell'essere trainati da un motoscafo o da una moto d'acqua, con ai piedi una particolare “tavola” simile anche a quella usata per il kite-surf. Sfruttando le onde create dal motoscafo, si possono così compiere evoluzioni incredibili: salti (spin e invert nel gergo), resi ancor più acrobatici da “prese” con le mani sulla tavola (grabs). Proprio sul lago di Como, per iniziativa di un gruppo di ex scinauti laria216

ni - tra cui Luca Di Lelio e Piero Gregorio - è nato quello che ormai viene definito il trampolino di lancio per moltissimi giovani. E’ il Wakeboard Tour del Lario che ha debuttato nel 2005 in sordina e che, dopo soli cinque anni, riesce a coinvolgere ad ogni tappa sul lago di Como (dalle tre alle quattro, tra giugno e settembre) oltre cinquanta partecipanti dagli otto anni in su. Un vero successo che ha colto un pò tutti di sorpresa e che ha già portato il Lario ai vertici nazionali con le sue promesse. E’ il caso di Mathieu Proserpio e Massimiliano Piffaretti di Sala Comacina, ma anche di Matthiew Lucini di Cernobbio e ancora delle gemelle lecchesi Chiara e Giu-


Sotto, alcuni momenti delle competizioni di Wakeboard Below, some moments of the competitions of Wakeboard

lia Pronesti, Gionata e Giorgia Gregorio di Lezzeno, dei fratelli Sara e Andrea Di Lelio di Lecco, Nicolò e Camilla Caimi di Cantù e Filippo, Carolina e Rocco Pozzi di Lecco, solo per citarne alcuni. Ancora una volta lago di Como è in prima fila nella disciplina dello sci nautico. Lo era stato negli anni Settanta e Ottanta nei settori della velocità e piedi nudi, lo è oggi nel wakeboard. Dove praticare sul Lario il Wakeboard? Molto semplice: sul ramo di Como nei club Morgan e Jolly Racing di Lezzeno, allo Sci Nautico Como di Cernobbio e allo Sn Lariano di Blevio. A Lecco, al Bajawake, all'Orsa Maggiore e al Sews Lecco in località Moregallo. E...buon divertimento.

WAKEBOARD ON THE LAKE In the summer time, also on Lake Como, it is one of the most beloved water sports among young and very young people. It is wakeboard, discipline born with the union between the traditional water ski and snowboard practiced on the snow in winter. It consists in being dragged by a motorboat or a water motor, on a particu-

lar “board”, similar to the one used for the kitesurf. With the waves created by the motorboat you can make incredible evolutions: jumps (spin and invert) embellished with grabs with the hands on the board. Right on Lake Como, thanks to the initiative of a group of ex water skiers of Como and Lecco – leaded by Luca Di Lelio and Piero Gregorio – it was created the Wakeboard Tour of Lake Como. Where can you practice wakeboard? It is very easy. On Lake Como at the club Morgan and Jolly Racing in Lezzeno, at the Sci Nautico Como in Cernobbio and at Sn Lariano in Blevio. In Lecco, at the Bajawake in Lecco Orsa Maggiore and at the Sews Lecco in Moregallo.

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SPORT

Giulia Petazzi

la giovane CAVALLERIZZA di E. C. foto Archivio Petazzi

Continuano le vittorie di colei che ormai è diventata la mascotte ufficiale di Magic Lake e Amici di Como! Anche questa volta, Giulia Petazzi, accompagnata da Primula del Prato Rotondo, è salita sul gradino più alto del podio. 1° classificata alla quarta tappa del Circuito Pony Lombardia 2009, Giulia ha sbaragliato la concorrenza nella competizione che ha visto coinvolti circa cinquanta giovani cavalieri.

the young RIDER The official mascot of Magic Lake and Amici di Como keeps collecting victories! Also this time Giulia Petazzi, together with Primula del Prato Rotondo, reached the top of the podium. 1st place in the fourth part of the Circuit Pony Lombardia 2009, Giulia smited the opponents during the competition, in which more than 50 young riders took part.

Giulia Petazzi impegnata durante la gara Giulia Petazzi during the competition

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Il mondo di

Magic Lake

P

rosegue il viaggio di Magic Lake nel mondo. Quest'estate ha fatto tappa negli Stati Uniti e in Costa Azzurra (come testimoniato dalle foto inviateci dai nostri abbonati). Diventa anche tu ambasciatore del nostro territorio. Porta Magic con te nelle tue vacanze, nei tuoi viaggi d'affari e inviaci le foto. Farai parte anche tu dell'album "Il Mondo di Magic Lake". Magic Lake keeps travelling all over world. This summer it reached the United States and Costa Azzurra (as we can see in the photos sent by our subscribers). Become an ambassador of our territory. Take Magic with you during your holiday or your business trips and send us your photos. You will be part of the album "The World of Magic Lake".

cannes red carpet

new york circle line

rockefeller center

madame tussaud museo delle cere 220



FOOD AND DRINK

i BRAC A proposito di un piatto della storia e della cultura gastronomica siciliana, il braciuluni, mi invia una preziosa ricetta l’amico Beppe Puntello, di recente autore del libro “Uomini di onore”. “Un braciuluni, degno di questo nome, deve essere lungo almeno 20 cm ed avere 6-7 cm di diametro. Un braciuluni chiamasi anche ironicamente farsumagru, a significare già dal nome che non è un piatto magro, ma ricco, sfacciatamente di una “opulenza spagnolesca degli ingredienti”. Certamente è arrivato con una denominazione sveva o angioina, e si chiamava rollò; vi sono delle somiglianti tracce nella cucina napoletana: i rollè. La ricetta del mio triangolo è di quello più occidentale dell’Isola, quello che si cucinava a casa mia, quello che con le sue aggiunte dà un riflesso magrebino, l’agro-dolce arabo che regna sovrano ancor oggi nella mia cucina”. BRACIULUNI o FARSUMAGRU – per 6 persone una fetta di carne di manzo (fesa o noce) di circa 4 etti, intatta e ben battuta un etto di carne di manzo macinata 2 uova crude, 3 uova sode (facoltative) una macinata di pangrattato, possibilmente pane di grano duro raffermo grattugiato un etto di formaggio ragusano a pezzettini una dozzina di acini di uva passa 40 g di pecorino grattugiato una cipolla una carota 2 rametti di rosmarino un ciuffetto di prezzemolo un bicchiere di vino bianco secco 2 etti di concentrato di pomodoro olio extravergine di oliva sale, pepe, noce moscata Tempo di preparazione e cottura: un’ora e mezza Stendete la fetta di manzo (spessore 5mm) e disponetevi il trito di carne mescolato alle uova battute ed al pangrattato, il pecorino grattugiato, una dozzina di acini di uva passa, il ragusano a pezzettini, ed inoltre poco rosmarino, prezzemolo, noce moscata, sale, pepe nero pestato nel mortaio. Potete aggiungere anche tre uova sode, tagliate a medaglioni. Arrotolate la carne e legatela con lo spago da cucina per poi farla rosolare in un tegame con olio extravergine, cipolla e rosmarino. Quando sarà ben dorata, bagnatela con il vino bianco e lasciate evaporare a fuoco vivo. A questo punto aggiungete il concentrato di pomodoro e quanta acqua basta a coprire la carne. Fate attenzione: il concentrato non è quello che si compra in tubetti, doppio o triplo concentrato che sia perché – in questo caso – in Sicilia è commercializzato come strattu, con cui si prepara il sugo, altrimenti si può usare una passata di pomodori freschi; il sugo è più invernale e vanno aggiunti il seme di finocchio selvatico e la testa d’aglio intera! Con il passato di pomodori si prepara d’estate un braciuluni in salsa: salsa d’estate, sugo d’inverno.

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IULUNI

di Alfredo

Ratti MEAT BRACIULUNI (FARSUMAGRU) Meat braciuluni to serve 6

Ingredients: a beaten beef escalope (rump) of about 4 hundred grams a hundred gram of mince beef meat 2 raw eggs , 3 boiled eggs (optional) a mince of bread crumbs, possibly durum wheat a hundred gram of matured cheese bits a dozen raisin grapes 40 g of grated sheep's milk cheese a onion a carrot 2 small branches of rosemary a bit of parsley a glass of dry white wine 2 hundred grams of tomato pureé extra virgin olive oil salt, peper, nutmeg (Preparation and coking time: 1 ½ h) What to do Take a beef escalope (5 mm thick) and lay on it mince beef meat mixed up with the beaten eggs and bread crumbs, grated sheep's milk cheese, a dozen raisin grapes, matured cheese bits and a bit of rosemary, parsley, nutmeg, salt, black pepper beaten in the mortar. You can also add three boiled eggs, cut into pieces. Roll up the meat and tie it with a string, then brown it in a pan with extra virgin olive oil, onion and rosemary. Once it gets brown, add the white wine and wait until it boils on a high heat. Then add the tomato pureé and some water in order to cover the meat. Pay attention: the tomato pureé is not the one which is sold in tubes – you have to use “strattu”, that is the preparation for the tomato sauce, or also the fresh tomato pureé; the tomato sauce is mainly used in winter and you have to add the wild fennel and the whole garlic! In summer we suggest you use the fresh tomato pureé: sauce in winter and pureé in summer.

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ADVERTISING

La QUARTA dimensione La NUOVA Porsche PANAMERA

Venerdì 11 Settembre il Centro Porsche Como e Lecco ha presentato a tutti i suoi clienti il nuovo gioiello firmato Porsche… la Gran Turismo quattro posti Panamera. In un location davvero suggestiva e caratteristica, il Castello di Pomerio, l’ultimo prodotto di uno dei marchi più rappresentativi delle auto di lusso è stato presentato. La nuova Panamera riveste grande importanza strategica poiché andrà a posizionarsi con determinazione nel segmento delle vetture di categoria superiore, rivolgendosi ad un pubblico che, oltre al comfort e alla spaziosità offerti da una berlina di lusso, cerca anche la tipica sportività dinamica alla quale Porsche ha abituato. Le grandi novità tecniche di questa vettura sono il cambio a doppia frizione Porsche Doppelkupplung (PDK), le nuove sospensioni pneumatiche adattive con volume dell’aria di espansione variabile e infine l’aerodinamica attiva ottenuta grazie allo spoiler posteriore estraibile a profilo variabile. Inoltre nella creazione di questa vettura è stata prestata molta attenzione ai consumi: le migliorie apportate dagli ingegneri dello sviluppo in Porsche come ad esempio il sistema Start–Stop (che spegne in automatico la vettura durante lunghe attese di sosta) consentono alla Panamera di ottenere consumi straordinariamente bassi per una Gran Turismo quattro porte e di fissare gli standard di riferimento per le vetture concorrenti del suo segmento. La serata di presentazione è stata un gran successo per il Centro Porsche Como e Lecco e per il titolare, il Sig. Marco Teli che dopo aver illustrato le caratteristiche tecniche della nuova vettura ha accompagnato direttamente gli ospiti alla scoperta della medesima. Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito alcuni partner di grande importanza come il Casinò di Campione, che ha offerto a tutti gli invitati un buono per poter giocare presso la propria struttura, Loewe, che ha esposto alcuni tra i suoi più prestigiosi modelli di televisori e Dinacom che grazie alle stampanti altamente tecnologiche ha regalato ad ogni partecipante la stampa di una foto naturalmente a bordo della nuova Porsche Panamera.

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The QUARTER dimension The NEW Porsche PANAMERA On Friday September 11, the Center Porsche Como and Lecco presented its new Porsche jewel to its customers…Grand Turismo Panamera at the Castello di Pomerio. The new Panamera has a great strategic importance as it will be positioned in the segment of superior cars. It offers to its public not just comfort and spaciousness of a luxus car, but also the sports dynamics of Porsche. The double friction transmission gear Porsche Doppelkupplung (PDK), the new pneumatic tyres which adapt to the air volume of changeable expansion and the active aerodynamic obtained with a back spoiler with changeable profile are the key elements. Moreover, during the creation of this car, consumption parameters have been taken into great consideration: the improvements carried out by the engineers during the development of Porsche, let Panamera have very low consumption compared to any Grand Turismo car. The presentation evening was a big success for the Center Porsche Como and Lecco and for the owner of the company, Mr Marco Teli. Casinò di Campione, Loewe and Dinacom were the partners which gave their contribution to the successful event.




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