magiclake spring 2020

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EDITORIALE

C

#lontanimavicini ari lettori,

scrivo questo editoriale il 31 marzo 2020 in piena emergenza pandemica, augurandomi che quando lo leggerete molte cose saranno cambiate in meglio. Oggi stiamo ancora vivendo momenti difficili, abbiamo dubbi sul futuro, patiamo tanto dolore per coloro che non ce l’hanno fatta e ci rammarichiamo per un’Europa che si dimostra disunita, irriconoscente, senza memoria e poco solidale. Noi però abbiamo una grande forza: lo straordinario esercito bianco che ogni giorno rischia la propria vita per salvare la nostra. Sto parlando degli infermieri, dei medici, dei tecnici sanitari, degli oss, ma anche delle forze dell’ordine, dei soccorritori, della protezione civile e dei tanti volontari che operano in silenzio, che non si considerano eroi ma persone normali, con i dubbi, le paure e le debolezze di noi tutti, persone che svolgono il proprio lavoro con responsabilità e con un senso del dovere non comune, consapevoli di non poter mollare. A loro va la nostra immensa gratitudine.

sua flemma ci fa capire che desidera essere coccolato, come se fosse lui ad aver bisogno di certezze. Giotto percepisce e vive le emozioni della natura in modo diverso, correndo nei prati, annusando l’erba, saltando nel bosco come un capriolo; facendo muso muso con le pecore o con l’asinello. Questa magia nella sua semplice immediatezza ci ha fatto vivere un'esperienza unica in una dimensione mai provata prima: "ascoltare” attraverso l’amico cane la natura tutta, che da lungo tempo ci inviava messaggi sulla fragilità degli ecosistemi, del clima, degli habitat naturali e dell'umanità stessa. Forse abbiamo sottovalutato per troppo tempo questi segnali e ora nell'emergenza ci rendiamo maggiormente conto della loro importanza. Non ascoltavamo perché immaginavamo che nulla potesse accadere proprio a noi, alla generazione dell’uomo “che non deve chiedere mai” e della rincorsa al successo a tutti i costi.

Dopo un mese di isolamento sociale, il ritmo della nostra vita è rallentato e anche il nostro modo di pensare è più libero da condizionamenti. In questo periodo il mio impegno si è rafforzato e ho continuato il lavoro di sempre in collaborazione con i consiglieri di “Amici di Como”, nonché con gli imprenditori associati, uomini e donne che hanno dimostrato grande generosità, anteponendo ai loro enormi problemi economici e produttivi un fattivo aiuto per affrontare la grave emergenza sanitaria in corso. Con il loro contributo e quello diretto dell’Associazione Amici di Como è stato possibile portare avanti un progetto di solidarietà per il 118 provinciale (Croce Azzurra), ovvero dotare il parco mezzi di una nuova ambulanza per il trasporto di pazienti in terapia intensiva e grazie al Gruppo Bolton dotare un’ambulanza di attrezzatura speciale bio protetta. Il nostro impegno solidale non termina qui: altri progetti ci impegneranno nei prossimi mesi.

E' vero: l'uomo ha saputo realizzare e continuerà a realizzare opere e imprese meravigliose su questa terra grazie al suo ingegno. Ora, però, serve un’attenzione in più: avere cura e amore per il nostro pianeta, per la natura e per le nostre vite. Dobbiamo farlo per noi e per salvaguardare la meraviglia che ci circonda: dagli oceani alle foreste, dall'aria ai ghiacciai, dai laghi ai fiumi e ritrovare l’equilibrio di una volta. Dobbiamo allo stesso tempo fare in modo che ciascuno di noi riscopra la sua vera identità, mettendo in primo piano la qualità della vita, i valori della famiglia, della collettività e il valore della libertà.

Il grande cuore dei comaschi si è dimostrato anche con le generose donazioni in favore degli ospedali territoriali raccolte dalla Fondazione Comasca. La somma raggiunta ha dell’incredibile: 4.000.000 euro! Evviva il popolo comasco! Questa cifra si andrà a sommare ai fondi donati direttamente da Confindustria Como, da altre associazioni, da privati anche su piattaforme digitali. Per dare un forte messaggio di unità e speranza, Consorzio Como Turistica con Amici di Como e con i Comuni aderenti al progetto Xmas Light ha illuminato alcuni siti del lago con il tricolore, così come, grazie alla collaborazione tra Amici di Como il Comune di Como, la Società dei Palchettisti, del Teatro Sociale Aslico e della nostra Rivista, è stato illuminato il Teatro Sociale. Grande anche il lavoro svolto in rete dall’efficiente redazione di Magic Lake, che consentirà alla rivista di essere pubblicata e distribuita gratuitamente in 200 edicole alla fine aprile e pubblicata online sui Social. Le giornate chiusi in casa passano più lentamente, ed io ho incominciato a riappropriarmi di una quotidianità dimenticata, trovando anche lo spazio per svolgere semplici ma necessarie faccende domestiche. Un grande aiuto è arrivato da Valeria, mia dolce e paziente compagna, e da Giotto, una massa di muscoli e pelo biondo nero focato di 60 kg. È lui la nostra sicurezza: con la

Ora possiamo e dobbiamo ripercorrere un passato troppo velocemente dimenticato. Entriamo nell’immensa biblioteca della STORIA del Mondo, dove ognuno di noi potrà ritrovare il suo libro e riscoprire l’identità perduta! Oggi ho recuperato parte del mio passato frugando tra i cassetti. Foto sgualcite, in braghette corte vicino al nonno con un coniglio in braccio, la prima moto Morini, la Mini Cooper verde pagata a cambiali, la scatoletta delle pastiglie del Re Sole, un mazzo di carte, la figurina di Sivori con i calzettoni alle caviglie, un vinile dei Beatles, un Tex Willer da collezione e tanti altri oggetti. Ricordi indelebili di mio padre e mia madre sorridenti e abbracciati. Li ringrazio per i valori che mi hanno trasmesso, l’onestà, il rispetto per gli altri, la condivisione, la consapevolezza, l’umiltà, l’amore per la famiglia. Mi considero un uomo fortunato, ho avuto molto dalla vita, una buona educazione, la possibilità di istruirmi, amici sinceri e oggi come tanti altri vorrei ancora emozionarmi e piangere quando finirà questo inferno e una nuova vita comincerà. Ora guardiamo avanti, apriamo le finestre. Eccola la natura e lì che ci aspetta con il suo messaggio chiaro: aiutatemi a far tornare tutto al proprio posto. La primavera è già arrivata, gli alberi sono in fiore, l’acqua è più limpida, i nostri polmoni respirano “aria più pulita”. Tra poco finalmente ritorneremo liberi, di camminare, correre, sorridere e urlare al mondo il sogno più bello, rivedere il lago, ascoltare il rumore del mare, riabbracciare i nostri cari, mantenere le promesse fatte e provare di nuovo ad essere felici. La natura sarà con noi. Daniele Brunati Direttore

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sommario summary In copertina / On the cover Bandiera Tricolore Italiana

27 In volo con la speranza Flying with hope

45 131 mountain

Space Cannon, torri di luce torri di pace Space Cannon towers of light, towers of peace

52 Villa La Massa. Oasi di eleganza Toscana Villa La Massa. Oasis of Tuscan elegance

swiss

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56 Innamorarsi della ceramica… e di Como Falling in love with pottery… and with Como

60 San Sebastiano restaurato per il Museo del Duomo San Sebastiano restored for Museo del Duomo

62 Eli Riva. Smaterializzare la scultura Eli Riva. Dematerialize the sculpture

64 Villa Revel: fascino ed eleganza Villa Revel: charm and elegance

70 Ance Como. Valorizzare il territorio Ance Como. Give value to the territory

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etrohomeinteriors.jumbogroup.it | Milano, via Hoepli 8


sommario summary 74 Calogero Pedalà: a lezione di quattro ruote... sempre più green Calogero Pedalà lesson of four wheels... always greener

76 Concordia. Caleidoscopio di storie Concordia. Kaleidoscope of stories

79 Porada International Design Award Porada International Design Award

81 In ricordo di Giuliano Biscatti In memory of Giuliano Biscatti

84 Amici di Como e Magic Lake – Winter 2019 – 2020 Amici di Como e Magic Lake – Winter 2019 – 2020

100 Città dei balocchi 2019- 2020 Città dei balocchi 2019- 2020

118 È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©

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Como

Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Numero iscrizione ROC: 23521

sommario summary

Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO) Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio Progetto editoriale • Research Editor Daniele Brunati, Rosaria Casali Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Editor Daniele Brunati Graphic design Andrea Pedretti Testi • Research and Material Rosaria Casali, Elisabetta Comerio, Marina Moretti, Stefania De Giorgi, Laura D’Incalci, Giorgio Gosetti, Marina Fabbri, Alessandra de Nitto, Gian Enrico Ghilotti, Marili Fontana, Alberto Rovi, Giangabriele Palimento, Davide Lacchini, Emanuele Riva Pubblicità • Advertising TBM Service & C, Chiara Bordoli, Giangabriele Palimento Traduzioni • Translations Elena Pedretti, Martin Gani, Giulia Ilyna Revisione testi • Proof reading Amelia Guarneri Foto • Photographic Material Matteo Congregalli, Andrea Butti, Carlo Pozzoni, Enrica Lattanzi, Maurizio Moro, Luigi Parma, Geographica, Parco Nazionale dello Stelvio/Juri Baruffaldi/Enrico Pozzi Archivi: Magic Lake, Amici di Como, Comozero, Lombardia Notizie, Croce Azzurra, Lions, Abio, Space Cannon,Villa La Massa, Parravicini Sossnovsky, Ance Como, Gruppo L’Auto, Cassa Rurale e Artigiana di Cantù, Porada, ASST Lariana, Noirinfestival, Mendrisiotto Turismo Archivio Pinacoteca Züst, TBM Service, Briantea84, Roda, Pallacanestro Cantù, Archivio Fashion&Luxury: Peter Ci, Tessabit, Gioielleria Cappelletti, Damiani, Alyson Oldoini Archivio Focus On: Baume & Mercier, CIFA, Poliform, Riva 1920, Tenuta de l’Annunziata, Tessitura Fratelli Vitali, Viaggi Ronchi Segreteria di redazione • Editorial Support Team Marina Buonomo Amministrazione • Administration Studio Associato Dott. Davide Bergna Tornelli - Dott. Roberto Principi Un ringraziamento speciale • Special thanks to a Giovanni e Ornella Anzani per la generosa disponibilità e concreta collaborazione

Piazza Duomo 17 22100 Como Tel. + 39 031.268.989 e-mail tbmservice@tin.it magiclakecomo.it issuu.com/magiclakecomo

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126 Sul lago dorato ... le ombre del mistero On the golden lake...the shades of the mystery

140 La Pinacoteca Züst di Rancate: un tesoro per il Ticino Pinacoteca Züst di Rancate: a treasure for Ticino

144 Fashion and luxury

149 Book corner

151 Focus on

166 Giorgio Roda torna a vestire il Rosso Ferrari Giorgio Roda is back with the Red Ferrari

168 Briantea 84 a Como. Riconoscimenti per l’associazione canturina Briantea 84 in Como. Recognitions for the association of Cantù

170 Pallacanestro Cantù. Insieme per la solidarietà Pallacanestro Cantù. Together for charity

173 Cucina e cantina


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ph: Marco Bello

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S O L I D A R I E TÀ

In volo con

la speranza

Flying with hope

L’emergenza sanitaria ha sconvolto The sanitary emergency disrupted the life le vite di tutti e avrà purtroppo pesanti

of everybody and unfortunately it will have

ripercussioni sul futuro. Ma non tutto

serious consequences on the future. But not

quel che successo è solo negativo. In

everything that happened is negative. In

questi tragici giorni dell’epidemia di

these tragic days of the epidemic Covid-19

Covid-19 sono emerse tante storie di

many stories of humanity and charity have

umanità e solidarietà. Storie di quoti-

emerged.Storiesofdaily,sometimeshidden,

diano,etalvoltanascosto,eroismo,che

heroism. Stories of daily, and sometimes

continueremo a raccontare sul prossi-

hidden heroism, that we will continue to tell

mo numero di Magic Lake Summer.

in the next edition of Magic Lake Summer.

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Mons. Oscar Cantoni: la misericordia salverà il mondo di Marina Moretti foto Enrica Lattanzi

N

ella Sua omelia della prima domenica di Quaresima afferma: “Ciò che Dio permette ha sempre un valore pedagogico e a noi è richiesta l’intelligenza spirituale per riconoscerlo, l’umiltà per accettarlo e la forza creativa per attuarlo”. Può declinare questo pensiero per i non credenti? Il mio invito è innanzitutto quello di rinunciare a un'immagine di dio vendicativo e punitivo. Questo dio non esiste, oppure ce lo siamo inventato noi uomini, a partire dai nostri ristretti ragionamenti o dalle situazioni storiche che abbiamo male interpretato. In Gesù Cristo, uomo/Dio, "immagine visibile del Dio invisibile", Dio si è rivelato tutt'altro e ce lo ha dimostrato non con vane teorie, ma accettando che Cristo suo figlio morisse sulla croce da sconfitto, scelta giudicata dagli uomini stoltezza e follia. Personalmente, non posso accettare razionalmente che tutto sia in mano a un destino cieco o che gli avvenimenti siano del tutto fortuiti, frutto del caso. Come credente, sostengo fermamente che il Dio di Gesù Cristo sa ricuperare tutto il bene che matura nel mondo, ma anche sa indirizzare al bene perfino le forze del male che si oppongono, perché Dio ha a cuore le sorti dell'umanità, al cui centro c'è l'uomo, il capolavoro della sua creazione. In questa luce, posso sostenere che l'uomo deve imparare a cogliere il filo segreto attraverso cui Dio, nella sua provvidenza, conduce la storia del mondo, per riconoscere che il bene non può mai essere soffocato dalle forze del male, in virtù della risurrezione di Cristo. Essa è infatti la prova della vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre, dell'amore sull'odio. Dio ci indica allora come vivere dentro le situazioni avverse, senza mai darsi per sconfitti e senza disperare, ma trovando in lui la forza creativa per rinascere, il coraggio di una ripresa, la forza risoluta per uscirne.

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Como

I giornali hanno evidenziato tante storie di sofferenza e di coraggio, da parte di medici, infermieri, sacerdoti, gente comune. La comunità e la Chiesa di Como sono state capaci di affrontare questi giorni difficili esprimendo il meglio della solidarietà umana e della carità cristiana? O invece le persone si sono chiuse al prossimo? Sono ammirato per le tante storie di generosità e di coraggio con cui molti stanno affrontando questa situazione terribile, anche a costo di esporre la propria vita a grossi rischi. Penso ai medici, agli infermieri, ai diversi operatori sanitari, ai membri della Protezione Civile, a sacerdoti e religiose, agli insegnanti, insieme anche a tante altre persone che si organizzano nel volontariato e che si prendono cura di chi è anziano o solo. Ci fa tanto bene considerare come la nostra umanità si appassiona di fronte alle situazioni drammatiche in cui giacciono molte persone. Ci sentiamo un solo corpo, legati gli uni gli altri, dentro uno stile di fraternità che ci accomuna. La natura umana è costituzionalmente strutturata per la solidarietà. Per i cristiani questo legame relazionale inscindibile è dato dal fatto che l'uomo è immagine di Dio Trinità, quindi una realtà comunionale, fondata sull'amore (agapico). La Chiesa di Como, anche questa volta, non si è tirata indietro, ma è in prima linea dentro le realtà ordinarie, così che quotidianamente vengono organizzate attività caritative a servizio di tutti, a partire dai più poveri, da quelle persone che nessuno vuole o che facilmente si è tentati di mettere ai margini. Il tutto però senza ostentazione, con molta riservatezza e modestia, tipico atteggiamento di noi comaschi! Anche in questi tempi vogliamo lasciar vincere la bontà, perché solo la misericordia (e quindi la bellezza) salverà il mondo.


Questo virus ha già portato un grande cambiamento nella visione delle cose e nei rapporti sociali interpersonali. Ma la gente tornerà ad avere fiducia nel futuro e nelle altre persone? Torneremo – come ha detto il premier Conte – ad abbracciarci, anche in senso metaforico? Credo che questa drammatica situazione sia un appello a uscir fuori dal nostro egocentrismo, preoccupati come si era ciascuno della propria immagine. Non possiamo andare avanti individualmente, ma solo insieme. Infatti ci si può salvare, quasi uscendo da un tunnel, solo insieme. E questa dinamica suscita il bisogno di sentirsi parte di un tutto, di vivere legami di solidarietà, che ci permettono di accoglierci come un’unica famiglia di fratelli e sorelle, al di là delle nostre false e superflue sicurezze, dei progetti, delle abitudini e delle priorità. Costruire rapporti nuovi di fiducia, di interesse per gli altri, di partecipazione alla vita sociale, culturale e politica ci permette di godere della libertà dei figli di Dio, riconoscendo la preziosità e la dignità di ogni uomo e donna, di cui ciascuno di noi è responsabile. Noi oggi abbiamo bisogno di esaltare la cultura della tenerezza, e di uscir fuori da quel clima di aggressività e di ostentato individualismo nella quale ci eravamo comodamente rifugiati. La tentazione dell’idolatria del lavoro per il lavoro, del lavoro come efficienza, è sempre alle porte! Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta, dimenticando quella appartenenza alla quale non possiamo sottrarci: quella di essere fratelli per i quali prendersi cura, dare tempo e ascolto, in un clima di tenerezza. Come tutti hanno scoperto nuove modalità comunicative, in

questo tragico momento anche la Chiesa è diventata un po’ più “social”, con ottimi risultati. Pensa che dopo il massiccio uso di internet per mantenere i contatti con i fedeli, potrà cambiare in futuro le modalità per rapportarsi con credenti? Sono molto ammirato dalla creatività e dalla fantasia che i nostri sacerdoti e i loro collaboratori hanno saputo sprigionare avvalendosi dei mass media. Hanno inventato e proposto interventi mass mediali per le singole categorie di persone, in modo da accorciare le distanze e permettere a tutti di sentirsi parte di una sola, grande famiglia. Queste proposte hanno appassionato non solo i cristiani, ma anche coloro che sono lontani dalle nostre comunità, eppure meravigliati e commossi dal vivo desiderio di raggiungere tutte le persone. Mi commuove il fatto che le nostre parrocchie, proprio attraverso i mass media, stanno iniettando sulla gente un supplemento di pazienza, di fiducia e di speranza, avendo cura di non seminare panico, ma corresponsabilità. Proprio attraverso la diffusione dei mass media, molte famiglie sono diventate più coscientemente “chiese domestiche” e la preghiera si trasforma in una dolce necessità, un fatto abituale e non eccezionale. Per concludere, la domanda che ci stiamo ponendo tutti. Come usciremo da questa prova, più deboli o più forti? Il nuovo “stile di vita” che ci è chiesto come frutto di questa drammatica pandemìa, è affidato alla responsabilità di ciascuno di noi, ma anche alle proposte di vita che come comunità sapremo elaborare e con coraggio attuare. Mi auguro che tutti noi sappiamo imparare qualcosa da questa situazione, per arrivare infine a qualche scelta concreta, perché non si può vivere solo di “buone intenzioni”.

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Gianluigi Spata, cosa impariamo da questa tragedia

Cesare Guanziroli, i medici sono eroi ieri oggi domani

l centro della tempesta, come medico in prima linea, impegnato sia con i pazienti sia come presidente dell’Ordine provinciale dei Medici e degli Odontoiatri di Como e della Federazione regionale degli Ordini lombardi. Ma anche come paziente: una brutta polmonite bilaterale, tre settimane di ospedale, una diagnosi di Covid-19. Dopo la guarigione, il dott. Gianluigi Spata non teme di raccontare quanto è stata dura. “Lo posso garantire. Sono stato tra i fortunati che ha vinto il Coronavirus ma non è stato facile, per niente”. La domanda è spontanea. Come possiamo dare un senso a tutto questo? Cosa abbiamo imparato per il futuro? “Il primo insegnamento è di non ripetere gli errori che sono stati fatti, quando tutto sarà finito si dovrà sfruttare questa occasione per ripensarci. Prima di tutto garantire l’isolamento fin dall’inizio, e questo non è stato fatto. Per giorni e giorni con i decreti che non hanno imposto rigide e severe misure restrittive sia sul lavoro che sociali, ogni occasione di svago e di incontri è stata un’opportunità di diffusione del virus. Il territorio deve essere presidiato, nessuno deve uscire. E una volta guariti occorre ripetere il tampone per verificare che il virus sia veramente scomparso ed evitare il rischio di nuovi contagi quando si ritorna sul territorio. Ma il principale insegnamento è non concentrare tutto sulle cure ospedaliere e le terapie intensive dimenticandosi completamente del territorio, di noi medici di famiglia che siamo rimasti a mani nude contro il virus, siamo stati vergognosamente lasciati soli”. Su questo il dott. Spata non è rimasto a guardare e ha scritto una lunga lettera aperta a Regione Lombardia. Da paziente che esperienza ha vissuto? “Si parla tanto di medici eroi, ebbene ho avuto la conferma che abbiamo dei sanitari, medici, infermieri, eccezionali. Da paziente ho potuto osservare tutto quello che accadeva intorno a me. Veramente eccezionali, si capisce che per loro la professione medica non è solo una lavoro, ma dedizione e sacrificio”. Tutto questo come cambierà le nostre abitudini sociali e sanitarie? “Sarà un percorso difficile e lungo, anche sotto il profilo psicologico; la gente avrà paura per un po’ a fare le stesse cose di prima. Poi speriamo che si possa tornare alla normalità anche se ci vorrà molto tempo”.

ra giusto mettersi in gioco”. Nei primi giorni dell’emergenza sanitaria, il dott. Cesare Guanziroli non ha avuto dubbi. Ha scelto di chiedere il trasferimento dal suo reparto di Medicina dell’Ospedale Sant’Anna al Pronto Soccorso e assegnato al primo reparto Covid del S.Anna che si era rapidamente riempito dei primi casi. “È stata una scelta volontaria, mia e di altri medici e infermieri, andare in aiuto a un settore in prima linea”. Come ha vissuto questa esperienza? “Ho visto grande spirito di solidarietà, collaborazione e sacrificio fra tutti, medici e operatori sanitari, che va ben oltre il nostro dovere. A fine turno, oltre la grande stanchezza e il timore di essere contagiati, c’è la soddisfazione di avere fatto qualcosa di importante, ma anche lo sconforto per non aver potuto fare di più. Impressiona la solitudine dei pazienti che non possono vedere i familiari e hanno solo noi per affrontare paure e sofferenze. Quando un paziente entra in ospedale, i suoi cari sanno che lo vedranno solo quando verrà dimesso, se tutto va bene. Altrimenti non avranno mai più la possibilità di rivederlo. E tutti hanno solo noi a cui aggrapparsi e di cui fidarsi. È un’esperienza toccante ”. È giusto quindi parlare di medici eroi? “Noi medici siamo eroi ora, come lo eravamo ieri e come lo saremo domani. Così come gli infermieri. Fa parte della nostra professione scegliere di curare gli altri. Lo è sempre stato. La differenza è che solo in questo momento tragico emerge la consapevolezza di quanto sia importante una sanità che funziona bene, attenta ai bisogni delle persone, che investe sulle professionalità. Insomma, meno politica e più ascolto delle reali esigenze. Il nostro è un mestiere che richiede sacrificio, sempre, e credo che tutti lo abbiano dimostrato”. Quando ne usciremo resterà la paura del contagio? “Penso che rimarrà a lungo, dopo questa pandemia nulla sarà più come prima. Ci sarà più prudenza da parte di tutti”. Ma ne nascerà qualcosa di buono? L’isolamento ha rafforzato il valore della famiglia, tutto quello che davamo per scontato ora acquista un nuovo significato. Spero che questa tragedia insegni a essere più disponibili verso gli altri. Ci ha reso tutti più poveri e forse questo ci insegnerà a essere più solidali perché tutti abbiamo bisogno degli altri”.

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Betti Grande in trincea in clinica, Anita Paggi, medico dell’Ospedale la paura e la speranza Edoardo Bassini a Milano

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i siamo trovati all’improvviso pazienti nuovi, una patologia mai vista e un nemico più aggressivo, silente. Posso dire che molte vite, a partire dalla mia, sono state sconvolte”. Betti Grande lavora a Villa Beretta, nota struttura riabilitativa di Costa Masnaga che in questo momento di emergenza ha allestito un reparto per gestire anche casi di Covid-19. Betti racconta in video talk a Comozero il devastante impatto pratico e psicologico di questa nuova realtà. Sia nelle lunghissime giornate di lavoro, sia al ritorno a casa dalle figlie. “Solo la vestizione è stata una novità. Devi essere sempre bardato per proteggere te stesso e i pazienti. Lavorare nove ore con camici, mascherine, senza mangiare, senza bere, senza andare alla toilette è dura, è veramente dura. E oltre alla professione siamo sempre esseri umani, con le nostre paure, con i nostri timori, cercando di non farle percepire a chi ci sta intorno. Tutto mentre comunque dobbiamo sempre essere in grado di curare, tranquillizzare il paziente ma anche i parenti ai quali telefoniamo, parliamo, che dobbiamo consolare tenendoci dentro le nostre preoccupazioni. Dobbiamo essere forti, è un impegno importante che rischia di minare il nostro equilibrio. Rischiamo un sovraccarico sia fisico che psicologico, anche perché noi stessi abbiamo paura del contagio. Questo è un tasto davvero dolente. Purtroppo ho visto colleghi ammalarsi, medici, infermieri, fisioterapisti, operatori sanitari, chi sta bene deve sostituirli, dobbiamo fare ore e turni in più. La preoccupazione che possa capitare anche a te è tanta, non è facile, cerchiamo di aiutarci a vicenda tra colleghi. E poi si torna a casa, dove le mie figlie comprensibilmente sono terrorizzate sia dal fatto che possa essere contagiata io, sia che possa toccare a loro. La vita normale è sconvolta, siamo diventati esseri fluttuanti. Ma continuiamo, abbiamo scelto questo lavoro, lo facciamo con amore e non abbandoniamo la nave. Ma ogni guarigione è una ricompensa. E sogno la fine di tutto questo, al mare”.

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ono le undici di sera. Sono appena rientrata da una delle tante giornate di tredici/quattordici ore almeno. E’ una routine ormai. Si lavora tutto il giorno senza sosta. I pazienti si aggravano, peggiorano, vorremmo salvarli tutti ma non si riesce. Si prendono decisioni difficili, impensabili anche solo poco tempo fa. Qui da noi a Milano, come in tutta la Lombardia. E poi sono soli i pazienti. Impauriti, disperati. Si aggrappano a te e tu puoi solo dargli una carezza, attraverso tre paia di guanti e cercare di fargli coraggio, un coraggio che non hai nemmeno tu e soli muoiono. Dolore nel dolore per chi va e per chi resta. L’adrenalina e il continuo bisogno che tutti hanno di te, pazienti, infermieri, colleghi, ti tiene in piedi ma poi appena la giornata finisce... arrivano le lacrime. Tutte le sere ormai. Per quello che è successo durante il giorno e tutte le mattine per quello che ti aspetta e per la paura tutta umana di ammalarsi. E sono lacrime solitarie, almeno per me che vivo sola e non posso farmi abbracciare da nessuno. Ecco, un abbraccio. Solo questo vorrei ora, un abbraccio dentro al quale dimenticare cosa sta succedendo e cosa vedo e decido, ogni giorno, tentando disperatamente di fare il possibile e l’impossibile, senza riuscirci. Testimonianza pubblicata su www.affaritaliani.it


Magda D’Astuto, medico, anestesista e rianimatore

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successo, nel giro di pochi giorni nella nostra famiglia sono cambiati completamente equilibri e ruoli. Sono medico, anestesista e rianimatore, lavoro in terapia intensiva in un ospedale lombardo, e dai primi giorni di marzo la mia vita si consuma lì. Mamma di tre figli, di cui uno con disabilità intellettiva, mi ero sempre divisa fra lavoro e famiglia, correndo una corsa contro il tempo ogni giorno. I giorni prima e dopo il turno di notte potevano essere riempiti di impegni per gestire tutti, in particolare P.: logopedista, spesa, calcio del piccolo, non erano previsti riposi. Forse proprio per questo avevo anche iniziato a correre, nella corsa la fatica ed il sudore erano tutti per me. Mio marito, manager di una ditta di moda, tornava la sera, sempre presente, attento e speciale per i ragazzi, ma a volte non ci si incrociava. Lasciavo un messaggio a lui o alla tata su cosa cucinare o quali compiti i ragazzi dovessero ancora svolgere. A volte mi arrabbiavo e chiedevo anche a lui di farsi carico in maniera totale degli impegni di famiglia, ma nulla era mai cambiato in questo menage familiare. Poi arriva il Coronavirus. Io scompaio e lui è deviato sullo smart working fin dai primi giorni. Il

ribaltamento è fatto. Mio marito, persona intelligente di mente e cuore, accoglie la sfida senza un lamento. Si fa carico di tutto: compiti e piattaforme scolastiche, abbiamo, infatti, due ragazzi alle medie e una alle superiori. Dal salotto coordina il suo lavoro e quello nelle varie stanze dei ragazzi. Organizza con la professoressa di sostegno di P.: videochiamate giornaliere, allo stesso modo anche con logopedista e psicologa. La figlia maggiore, che fino a un mese fa faticava a portare le mutande sporche nel cesto, ed ora è diventata la cuoca ufficiale e prepara in autonomia pranzo e cena. Io torno distrutta da ogni turno, fatica fisica, ma soprattutto emotiva e mentale, e loro si fanno carico di questa mamma che magari in mezzo alla cena scoppia a piangere. E così cerco di farcela ogni giorno, cercando di curare al meglio questa marea di pazienti che arriva, non riesco a chiamare più nessuno di loro per nome, sono troppi, non posso affezionarmi. Però poi lo faccio, e così capita che scambi due chiacchiere una notte con un prete giovane, appena staccato dal respiratore e che gli racconti del Papa nella piazza vuota, che si dica una breve preghiera e ci si commuova.

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Il grande cuore MONCLER I

l modello era l’ospedale dedicato al Covid-19 costruito ex novo a Wuhan, in Cina, in una manciata di giorni dall’esordio della pandemia. Nei giorni più drammatici per l’Italia, Regione Lombardia ha dato il via alla realizzazione in tempi brevissimi di circa 500 posti di terapia intensiva tutti dotati di respiratori all’interno della ex Fiera di Milano. Un intervento che non sarebbe stato possibile senza le donazioni di imprenditori dal grande cuore, come Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Moncler, e come lui tanti altri fra cui alcuni associati ad Amici di Como. “Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla”, ha detto Ruffini. “E’ un dovere di

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tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato”. Il Gruppo Moncler ha messo a disposizione la somma di dieci milioni di euro per il nuovo ospedale dedicato alla cura dei malati di Covid-19 all’interno dei padiglioni 1 e 2 del Portello, a Fieramilanocity. L’industriale che guida la celebre azienda di abbigliamento, ha spiegato così la donazione. “Ho manifestato la volontà di supportare questo grande progetto sin dal momento in cui è stato ipotizzato e siamo pronti a sostenerlo”. L’ospedale prevede due padiglioni, rispettivamente di 13 mila metri quadrati e 12 mila metri quadrati e ha visto all’opera quotidianamente oltre 200 operai con grande impegno, entusiasmo e lavoro di squadra. L'ospedale è stato inaugurato il 31 marzo.


Aiutiamo Como. Amici di Como e Gruppo Bolton per l’emergenza sanitaria

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lla situazione straordinaria che stiamo vivendo, gli Amici di Como e il Gruppo Bolton, con il contributo ulteriore di alcuni associati, hanno risposto “presente”! In linea con la missione statutaria di essere utile al territorio, l’associazione ha promosso il progetto “Aiutiamo Como” per portare un significativo aiuto a chi opera ogni giorno nel campo della emergenza sanitaria. Insieme a Croce Azzurra, storico partner di Amici di Como, sono stati identificati e realizzati due obiettivi ritenuti validi ed estremamente utili ora, ma anche nel futuro, quando l’epidemia sarà sotto controllo. Il primo è l’acquisto di una barella per il trasporto in ambulanza di pazienti affetti da patologie altamente infettive da effettuare in bio-contenimento a cui si aggiunge un apparecchio per la ventilazione forzata. L’utilizzo di questi dispositivi è fondamentale per poter trasferire i malati all’interno di un ambiente protetto e garantire la sicurezza dei volontari soccorritori e dei conducenti dell’ambulanza. Un aspetto di grande importanza è dato dal fatto che, anche dopo l’emergenza da Covid-19, questa attrezzatura sarà ancora di grande utilità per il trasporto di pazienti affetti da altre malattie altamente infettive purtroppo sempre presenti, quali ad esempio la meningite. Un inter-

vento, quindi, destinato a restare nel tempo, effettuato grazie al gruppo Bolton. Il secondo obiettivo è l’acquisto di un’ambulanza, per ora dedicata ai trasporti con la barella in bio-contenimento che, successivamente, andrà ad aumentare il parco mezzi della Croce Azzurra, sempre in prima linea in un servizio sanitario che continua ad impegnare in modo intenso volontari e personale. Un altro intervento quindi che, al di là dell’emergenza sanitaria, sarà di utilità per il territorio, effettuato grazie all’intervento diretto dell’associazione e a quello volontario di alcuni associati. Per raggiungere questi obiettivi l’Associazione ha messo a disposizione un consistente contributo, a cui si sono aggiunte le donazioni di una raccolta fondi scattata spontaneamente con grande generosità fra gli associati. Il risultato: i progetti sono stati realizzati entrambi in brevissimo tempo e le attrezzature hanno iniziato a operare proprio nei giorni di Pasqua andando a rafforzare il servizio di emergenza sanitaria con tecnologie di cui il territorio aveva necessità e che in futuro possano ancora essere utili. Una bella gara di solidarietà nella convinzione che una svolta positiva a questa tragedia potrà dipendere dall’atteggiamento responsabile e dalla partecipazione di tutti.

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Un aiuto per Un dono per Como l'ospedale Sant'Anna “D

obbiamo restare in casa, ma non basta”. Con questo slogan la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca ha lanciato la campagna di raccolta fondi per l’emergenza coronavirus. E il grande cuore dei comaschi ha risposto. In pochi giorni sono stati raccolti oltre 4 milioni di euro, a cui si aggiungono i fondi donati nella prosecuzione della campagna. “I comaschi sono molto generosi e sono orgoglioso anche del lavoro della Fondazione” ha commentato il presidente Martino Verga raccontando il caldissimo abbraccio in cui Como ha stretto i suoi ospedali in questi giorni. “Ci siamo mossi rapidamente aprendo il primo fondo già il 10 marzo e abbiamo messo a disposizione la nostra piattaforma anche di altre raccolte come quelle aperte da Confindustria, Confartigianato, associazioni o privati”. Un’ondata di solidarietà che scalda il cuore e che racconta di una città vicina a chi si prende cura di lei, ma anche di un’istituzione solidissima di cui i comaschi sanno di potersi fidare. “E’ un bel segnale della fiducia che i comaschi ripongono in noi – continua Verga – grazie anche a una tracciabilità chiarissima con cui riusciamo ad accontentare anche le richieste di chi ha donato grosse cifre e vuole sapere esattamente come sono state spese”. Al ringraziamento alla città, il presidente tiene anche ad aggiungere il suo personale grazie a chi lavora dietro le quinte della Fondazione: “Vista l’emergenza avrebbero potuto anche mettersi in ferie e invece hanno lavorato ininterrottamente, anche nei fine settimana, per dedicarsi ad aiutare gli altri. Li ammiro molto”.

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emergenza sanitaria che ha colpito il mondo e il nostro territorio in questi mesi ha messo in luce la solidarietà dei comaschi che non si sono fatti attendere quando si è trattato di dare un aiuto alle tante realtà impegnate in questa battaglia. Tra le molte iniziative di raccolta fondi, raccontiamo quella promossa e organizzata da Lara Signoriello a favore dell’Ospedale Sant’Anna di Como. “Tutto è nato per caso. Un pomeriggio, sentendomi impotente di fronte a questa emergenza, ho pensato di rendermi utile e di fare qualcosa nel mio piccolo. Così ho creato questa campagna di raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding Gofundme. Pensavo di coinvolgere amici e parenti in questa mia avventura. In realtà mi ha subito stupito la risposta delle persone: in poco meno di tre ore avevamo già raccolto oltre 60mila Euro”. Un riscontro davvero inaspettato se si considera che inizialmente le notizia è girata solo su social network. “Ho capito subito la portata dell’iniziativa così mi sono rivolta a mio suocero, Alfredo Caminiti, che è direttore del Dipartimento Materno-infantile di Asst Lariana e primario di Pediatria dell’ospedale di Cantù, e gli ho parlato di ciò che stava succedendo. Lui ha immediatamente contattato il dottor Fabio Banfi, direttore generale dell’azienda ospedaliera, che con entusiasmo ha autorizzato ufficialmente la raccolta, dandomi la possibilità di inserire come beneficiario l’ospedale, passando attraverso la Fondazione provinciale della Comunità Comasca Onlus. Da quel momento in poi non ci siamo più fermati”. Gli obiettivi sono in continuo aumento, proprio per dare a tutti la possibilità di donare. In meno di un mese sono stati oltre 6mila e 500 i benefattori e la cifra raccolta sfiora i 350mila Euro in poco più di 20 giorni. Un esempio di come da piccoli e semplici gesti come quello di Lara possano nascere grandi cose.


LIONS italiani in piena azione nella lotta al Covid-19 D

i fronte alla grave emergenza sanitaria che sta vivendo l’Italia, i Lions si sono attivati su diversi fronti per cercare di lenire le grandi sofferenze di questi giorni. La sede centrale di Chicago ha donato al Multidistretto Lions 108 Italy, tramite la Fondazione Internazionale (LCIF), 350 mila dollari da destinare alle esigenze delle aree maggiormente colpite dall’epidemia, in accordo con le Autorità Sanitarie italiane. Si tratta di un primo intervento a livello nazionale deciso dal Consiglio dei Governatori, che rappresenta i 40.000 Lions italiani; seguiranno altre donazioni di ventilatori polmonari acquistati con la raccolta fondi aperta ai contributi volontari di tutti i cittadini. L’iniziativa segue tutte le donazioni di attrezzature e denaro fatte localmente dai singoli Lions Club, 1.350 distribuiti sull’intero territorio. Il Distretto 108 Ib1 - 88 Club e 2.555 Soci su un’area territoriale che comprende le Province di Sondrio, Lecco, Monza Brianza, Como, Varese e per la Provincia di Milano le aree di Legnano, Rescaldina e Parabiago - ha raccolto e donato quasi 500.000 euro tra sovvenzioni economiche, materiali come masche-

rine e respiratori a realtà del territorio quali Ospedali, Cooperative, Onlus, CRI, etc. distretto al quale appartengono anche gli gli 11 Club Lions della 1^ Circoscrizione. Oltre alla donazione economica è importante sottolineare il monte ore messo a disposizione dai Soci Lion, che rappresentano l'impegno di tutti in un contesto di gravissima emergenza, sicuramente mai affrontato. La dedizione dei Lions italiani, tradizionalmente attenti ai bisogni delle Comunità locali, proseguirà con determinazione e generosità per sostenere il lavoro nella cura delle persone vittime del coronavirus. Anche diversi medici hanno accolto l’invito della Protezione Civile a mettersi a disposizione per far fronte all’ingente sforzo degli operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid-19. Il coordinamento dei Club, attraverso il Distretto, con la struttura Nazionale ed Internazionale, con il supporto della leva eccentrica di Lions Club International Foundation, consentirà di essere presenti ovunque vi sia un bisogno, come sempre fatto negli ultimi cento anni, si farà oggi e si servirà soprattutto domani.

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Sul Lario accese le luci della speranza I

I Lago di Como ha lanciato all’Italia e al mondo intero un segno tangibile di unità per superare la tragedia dell’epidemia con l’iniziativa “Accendiamo le luci della speranza”. In un periodo di sacrificio ed incertezza per tutti, Consorzio Como Turistica, Amici di Como, il Distretto Turistico del Centro Lago, in collaborazione con i Comuni inseriti nel progetto Lake Como Xmas Light, hanno acceso il tricolore. Un piccolo gesto che però può aiutare tanti ad affrontare le difficoltà con maggior coraggio e spirito di appar-

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tenenza alleviando anche quel sentimento di paura che in molti stanno, purtroppo, provando. Utilizzando le luci predisposte per il Lake Como Xmas Light - che ha avuto tanto successo negli ultimi due anni – chiese, palazzi e monumenti del lago sono stati rivestiti con i colori della bandiera italiana. Un’iniziativa a testimonianza di cooperazione e compattezza che contraddistingue da sempre il nostro territorio e il Paese intero nei momenti di difficoltà per riuscire, uniti, ad affrontare e a superare questo momento.


Teatro tricolore. All’alba vincerò! L

a prima luce tricolore si è accesa, grazie al comune di Como, sulla Fontana di Camerlata. Poi anche il Teatro Sociale si è illuminato con il Tricolore nell’ambito dell’iniziativa “Accendiamo le luci della speranza”. “Siamo parte di una medesima comunità” ha detto il premier Conte e mai come in questo momento particolarmente doloroso si riscopre il patriottismo e l'orgoglio di essere italiani. Proiettare i colori della nostra bandiera su uno dei luoghi principali della città di Como non è solo creare un gioco di luci, ma significa dare

un significato simbolico per sostenere chi affronta questo momento con coraggio e per rappresentare il senso di appartenenza che ci unisce. L’iniziativa è di Amici di Como, Comune di Como, Teatro Sociale AsLiCo, Società Palchettisti, Consorzio Como Turistica, Proietta e Magic Lake Como. Per dare maggiore forza ai colori della bandiera, sulla facciata del tempio della lirica sono anche proiettate le parole tratte dalla Turandot di Giacomo Puccini. “Dilegua, o notte. Tramontate, stelle. All’alba vincerò”. Il messaggio è chiaro: insieme ce la faremo.

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Abio, vicini ai bambini con cuore ed entusiasmo “C

iao bambini. In questo periodo i volontari Abio non sono presenti in ospedale ad accogliervi e tutti sanno il perché, un brutto mostriciattolo vaga dappertutto”. E’ piena d’amore e di nostalgia la lettera diffusa dalle volontarie dell’associazione che si occupa dei più piccoli ricoverati nei reparti ospedalieri. Ma questi angeli che rallegrano le loro giornate non si sono scoraggiati e hanno pensato cosa potessero fare a distanza. Ecco l’idea. Leggere una fiaba e registrarla sul sito abiocomo.org e sulla pagina facebook in modo che i genitori potessero farle vedere ai piccoli degenti dal loro telefono o tablet. “L’idea è maturata anche dall’esperienza delle letture fatte per i bambini durante Città dei Balocchi sul battello Manzoni” spiega la presidente di Abio, Franca Bottacin. “A noi volontarie, chiuse in casa, a causa di Covid-19, il tempo non manca e quindi abbiamo pensato a un’alternativa virtuale alla nostra presenza in reparto. È un modo per essere vicini a bambini e

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genitori con tanto cuore ed entusiasmo come sempre fa Abio per loro”. L’idea è partita con quattro lettrici, poi se ne sono aggiunte altre, ciascuna con le sue storie e il suo modo di coinvolgere i piccoli. L’iniziativa è stata talmente apprezzata che l’amministrazione comunale ha chiesto ad Abio di poter divulgare le letture delle fiabe anche sul nuovo canale YouTube Smart Como predisposto nei giorni delle chiusure di attività e musei. “Mi sembra bello – prosegue Franca Bottacin - che un servizio pensato per i piccoli in ospedale possa essere utilizzato anche per tutti i bambini che sono costretti a stare a casa. Siamo grati agli editori che in questo momento hanno reso possibile l’iniziativa. Regaliamo qualche momento di distrazione, avviciniamo i piccoli alla lettura e vediamo che l’idea piace. Ogni storia ha fra mille e duemila visualizzazioni”. Proseguirà anche dopo l’emergenza? “È presto per dirlo. Di sicuro noi non vediamo l’ora di tornare in ospedale dai nostri bambini”.



La maschera che dona il respiro S

ono storie che uniscono fantasia e innovazione. In principio fu il progetto di Isinnova, startup di Brescia, che ha reso disponibile per tutti la sua invenzione. Subito dopo la 3dp World azienda comasca specializzata in stampa 3d, guidata da Alberto Canali e Barbara Ferrari. I test condotti agli ospedali Valduce e Sant’Anna hanno dimostrato che le maschere da snorkeling Decathlon si adattano perfettamente agli erogatori stampati in 3d, migliorano la vita dei pazienti, ottimizzano l’utilizzo dell’ossigeno e, ovvio, costano anche meno. Con queste maschere granfacciali si riesce a prelevare due mandate da un erogatore d’ossigeno a muro, in modo da collegare due pazienti anziché uno. Altro vantaggio la maschera è lavabile e disinfettabile, quindi riutilizzabile e questo moltiplica la possibilità di dare la ventilazione assistita. Inoltre il paziente ha molta più possibilità di movimento. Bellissima è stata la gara di solidarietà che ha portato tanti comaschi a donare le loro maschere da snorkeling e molti volontari a impegnarsi per dare una

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mano. Come Stefania Cacia, architetto, e Marco Gualteri, ingegnere.“Il nostro studio ha partecipato alle attività tecniche di configurazione in accordo con gli esperti dell’Ospedale di Cantù. Abbiamo lavorato per una settimana giorno e notte per mettere a punto la procedura. Non è semplice stampare questi dispositivi in 3D, ci vuole tecnologia e professionalità. Siamo partiti con le nostre due stampanti. Un vicino ha prestato la sua. Poi è arrivato un collega di Erba e uno di Mariano, alla fine abbiamo messo al lavoro una decina di stampanti per riuscire a soddisfare le esigenze degli ospedali di Erba e Cantù. Per la raccolta delle maschere è partito un tam tam con mezzi social fra i gruppi di quartiere di Rebbio a cui si sono aggiunti quelli parrocchiali, mentre la Protezione Civile ha fatto da punto di riferimento per la raccolta. La cosa bella è stata proprio questa: mettere assieme i contributi dei volontari con le competenze dei professionisti. Il Papa ha detto ‘ci siamo trovati sulla stessa barca, tutti insieme a remare’... e questo stiamo facendo”.



C O R P O R AT E

SPACE CANNON torri di luce torri di pace di Laura D'Incalci foto Archivio Space Cannon

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pettacolari coreografie luminose, fasci di luce proiettati per movimentare città e paesaggi, non rappresentano solo un ambizioso esperimento, un abbellimento prodigioso di contesti urbani o naturali. Per Riccardo Croce dirigente della Space Cannon, lavorare con la luce significa raccogliere un’eredità importante, trasmetterne la ricchezza e il messaggio. “È una storia bella, interessante, iniziata oltre 40 anni fa” ammette indicando un esito che va persino oltre gli effetti e le emozioni suscitati nei più diversi contesti del mondo. “Riscoprire la forza simbolica della luce che da sempre è sinonimo di splendore, di vita, gioia, bellezza…e pace. È questa intuizione il vero filo conduttore nella realizzazione di progetti unici, di rilievo internazionale” spiega il manager che ha seguito fin dal suo nascere lo sviluppo dell’avventura affiorata per la prima volta con l’allestimento delle gigantesche colonne di luce su Ground Zero in memoria delle vittime dell’11 settembre. Quell’evento ha aperto la strada ad altri innumerevoli progetti: da Sidney a Singapore, da Bruxelles a Belgrado a Hong Kong, Rio de Janeiro, Dubai, San Pietroburgo o Reykjavik, sono decine gli spettacoli di luce che interpretano ogni volta un contesto particolare per dar forma a sogni impalpabili o alle aspirazioni più audaci sempre e solo attraverso il gioco creativo di luci sfolgoranti, multiformi, dai colori cangianti, inafferrabili e potenti. Tanti successi e sfide vinte sono indubbiamente l’esito di una continua evoluzione sviluppata negli anni a livello scientifico e tecnologico, si collegano quindi a una storia significativa… “Sì, una storia che risale a due grandi maestri, Mario Celso e Bruno Baiardi, figure di primo piano nel campo dell’illuminazione d’avanguardia. Celso, insignito del prestigioso Premio Oscar al merito tecnico-scientifico a Hollywood nel 1992, lasciò un segno importantissimo nella mia formazione anche per le sua straordinaria umanità, la sua tenacia appassionata per la ricerca innovativa, avviata in un garage e arrivata all’eccellenza.” racconta descrivendo così uno spaccato della storia imprenditoriale avviata a Sant’Antonino, nella Valle di Susa, con

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la produzione di alimentatori delle prime lampade allo xeno destinate a un mercato globale di enorme successo. Nello stesso territorio piemontese, a Fubine in provincia di Alessandria, un’altra personalità geniale sulla stessa scia, negli anni Ottanta, aveva dato un nuovo impulso alla produzione di potentissimi fari continuando poi ad assecondare un’irresistibile passione per la luce da trasformare in evento tecnologicamente innovativo, straordinario e spettacolare. “Bruno Baiardi era estroso, originale, di grande talento, con lo sguardo volto al futuro”: così Croce disegna la fisionomia del fondatore di Space Cannon, personaggio di assoluto rilievo per la progettazione di grandiosi eventi di luce nel mondo. “Con Baiardi ho incontrato gli specialisti della luce che da ogni parte del globo arrivavano a Fubine” dice sottolineando la fama del maestro “insuperabile nella creatività e fortemente orienta-


to all’impiego di tecnologie avanzate”. La prematura morte di Baiardi nel 2007 segnerà però anche la fine della produzione e del brand. Ma il filo che attraversa un gran numero di eventi memorabili, non si era definitivamente spezzato: “Dopo alterne vicende, grazie a un accordo con un’azienda italiana di Costa Masnaga, nel 2014 il Dna della Space Cannon è tornato in vita grazie agli imprenditori Gianmario e Marco Invernizzi con Roberto Massina, inaugurando un rilancio oggi sempre più promettente” assicura il manager che non ha mai smesso di credere nel sogno che ha calamitato da sempre le sue migliori energie. “Questa ripresa era inimmaginabile” confida Croce. E il suo pensiero va a quell’evento eccezionale, il Tribute in Light, con le colonne di luce create per commemorare il tragico crollo delle Twin Towers. “Fu Paul Maranz, lighting designer di New York, l’ispiratore dell’istallazione ide-

ata osservando l’immagine realizzata dagli artisti Paul Myoda e Julian Laverdiere pochi giorni dopo la tragedia che raffigurava il volo delle anime verso il cielo” racconta. “Chiamò Baiardi, si incontrarono a cena e gli disegnò uno schizzo su un tovagliolo di carta…44 lampade da allineare per ogni torre, ogni lampada 8mila Watt. Un progetto tecnicamente impegnativo, ma di grande valore simbolico” spiega. “Le colonne di luce, come due gigantesche candele, rappresentavano un anelito verso l’infinito, un grido al cielo, una preghiera” aggiunge proponendo una metafora ancora attuale. “Oggi gli uomini hanno una grande domanda di futuro e di pace… Il mio sogno sarebbe di poter illuminare piazza San Pietro, di incontrare Papa Francesco” Cosa gli direbbe? “Gli chiederei di esprimere attraverso la luce, il desiderio profondo che abita nel cuore di ogni uomo, il desiderio di pace, bene, di vera gioia”

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In questa pagina, Tribute in Light a New York; nella pagina successiva, a sinistra, in alto i fasci centrali di Tribute in Light, in basso il ghiacciaio di Grindenwald in Svizzera; a destra, la Grande Moschea di Camlica a Istanbul

Space Cannon towers of light, towers of peace S

pectacular bright choreographies, bundles of light projected to enliven city and landscapes, they do not represent only an ambitious experiment, a prodigious embellishment of urban or natural contexts. For Riccardo Croce, manager of Space Cannon, to work with the light means to pick up an important inheritance, to broadcast wealth and the message. “It is a beautiful, interesting history, started over 40 years ago” he admits indicating the result: "To rediscover the symbolic strength of the light that is always a synonym of brilliance, of life, joy, beauty … and peace. This intuition is the true conductive thread in the realization of unique projects at international level” explains the manager who followed from the beginning the development of the adventure started with the preparation of gigantic light columns on Ground Zero into memory of the victims of September 11. That event opened the road to other innumerable projects: from Sidney to Singapore, from Brussels to Belgrade to Hong Kong, Rio de Janeiro, Dubai, Saint Petersburg or Reykjavik, are

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dozens light shows to give shape to impalpable dreams or to the bravest aspirations always and only through the creative game of blazing, multiform lights with changing, elusive and powerful colours. Many successes and won challenges, result of a continuous evolution at technological level, which are connected with a process of research that is connected with two great masters, Mario Celso and Bruno Baiardi, important personalities in the field of advanced illumination. In 2007 the premature death of Baiardi, founder of Space Cannon, also marked the end of that original experience. But the thread that had tied so many memorable events didn’t break: “After alternate events, thanks to an agreement with an Italian company of Costa Masnaga, in 2014 the Dna of Space Cannon came back to life thanks to the entrepreneurs Gianmario and Marco Invernizzi with Roberto Massina, inaugurating a relaunch more and more promising” grants the manager who never stopped to believe in the dream that has always magnetised his best energies. “This resumption was


In the previous page, Tribute in Light in New York; on this page, on the left, above the central parts of Tribute in Light, below, the glacier of Gridenwald in Switzerland, on the right, the Great Mosque of Camlica in Istanbul

unimaginable” says Croce. His thought goes to that exceptional event, the Tribute in Light, with the light columns created to commemorate the tragic collapse of the Twin Towers. “Paul Maranz, the lighting designer of New York, got the inspiring idea of the installation observing the image realised by the artists Paul Myoda and Julian Laverdiere a few days after the tragedy that was representing the flight of the souls towards the sky” he explains. “He called Baiardi, they met for dinner and he drew a sketch on a paper napkin…44 lamps to align for each tower”. A technically binding project, but of great symbolic value” he explains. “The light columns, as two giant candles, were representing a gasp towards the infinite, a prayer” he adds proposing a still present metaphor. “Today men have a great question of future and of peace … My dream would be of being able to light St.Peter square, to meet Pope Francis”. What would you tell him? “I would ask him of expressing through the light, the profound wish that lives in the heart of each man, the wish of peace, good, of true joy”

Riccardo Croce Business Development Manager Space Cannon

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Riaprirà completamente rinnovato il Grand Hotel Victoria Concept & Spa a Menaggio, pronto a essere la nuova identità 5 stelle lusso sul Lago di Como. Capolavoro Liberty di fine 800 arricchito da bellissimi giardini e aree di relax circondato da viste mozzafiato, l’hotel promette un’esperienza unica caratterizzata dall’accoglienza e da servizi esclusivi a celebrazione del Made in Italy a partire dal design innovativo e contemporaneo ricco di dettagli delle nostre camere. Il Grand Hotel Victoria vanta una piscina esterna riscaldata, un’area benessere di oltre 1000 mq con piscina interna, ampia vasca con idromassaggio, trattamenti di vasta gamma, quattro sale meeting, una sala fitness, uno spazio giochi per i più piccini. Speciale attenzione viene riservata al binomio vino e cibo, con piatti studiati per far vivere in pieno il gusto del territorio, bilanciando tradizione e innovazione come solo un grande nome sa fare, l’Executive Chef Martin Vitaloni, Chef poliedrico, dalle spiccate doti artistiche, gestionali e organizzative. Due ristoranti e due bar all’interno dell’hotel. Come si differenziano e si caratterizzano? Sono quattro situazioni in cui sarà possibile gustare in modalità, momenti e ambienti differenti la stessa attenzione e passione che dedichiamo al dettaglio. Al Ristorante 1827 offriamo l’opportunità di fare colazione, con ampia e variegata offerta di prelibatezze dolci e salate homemade, uova in ogni modo, cereali, estratti e super Food, il tutto accompagnato dalla inconfondibile caffetteria italiana. Al 1827 si può pranzare e cenare scegliendo da un menu italiano tradizionale ma contemporaneo senza dimenticare le tipicità lacustri e la tanto amata Pizza. Ristorante smart in una location di lusso posto ideale dove poter provare i veri sapori Made in Italy. Alla Locanda Don Abbondio ci spostiamo su proposte ed abbinamenti enogastronomici decisamente più gourmet che si scostano alle volte dalla tradizione ma senza tradirla. Questo è solo un piccolo assaggio per preparare la vostra mente e soprattutto le vostre papille gustative. Il ruolo del personale di sala è fondamentale in entrambi i ristoranti, ma so già che sono in buone mani. Anche i nostri Bar non sono da meno infatti potrete degustare una fresca insalata anche presso il Bar Griso a bordo piscina o in alternativa godervi delle ostriche con un calice di Champagne nell’area Lounge del Bar Manzoni. Martin Vitaloni è noto per i suoi piatti iconici. Che tipo di cucina porterà al Grand Hotel Victoria? I miei piatti iconici mi seguiranno anche qui ed ho già previsto per alcuni di questi un divertente restyling, proprio come è stato fatto con il Grand Hotel Victoria. Porterò la mia cucina Italiana Contemporanea che molti definiscono “Endorfinica”, perché in certi miei piatti si fa gioco su ingredienti ed abbinamenti che stimolano ricordi di infanzia felici. Ci sarà sicuramente il mio Plasmon Suite (appunto), la Carbonara 2.0 e il Raviolo ripieno di pappa al pomodoro. La cucina gourmet è un gioco di squadra. Come sarà formata la sua brigata? La mia squadra sarà composta da un ottimo chef pasticcere, due bravi e giovani Sous Chef e da abili cuochi pieni di entusiasmo per questa nuova ed appassionante avventura. Tutti loro arrivano da esperienze importanti, alcuni hanno già lavorato con me in altre strutture. In totale saremo in 14. La ricerca dell’eccellenza di cibo e vini non può prescindere da qualità, servizio e attenzione alle materie prime. Come si declina tutto questo nelle scelte del Grand Hotel Victoria? La qualità è una delle chiavi da cui partire sempre e comunque se si vuole realizzare qualcosa di autentico. La seconda chiave è la dedizione, perché ogni grande progetto è come un bonsai: delicato. Bisogna dedicarsi con tenacia per farlo crescere forte e bello.


Two restaurants and two bars inside the hotel. How do they differ and what are their peculiarities? The same attention and passion for details in four different locations. 1827 Restaurant offers the opportunity to have breakfast with a large variety of sweet and salted homemade options, eggs cooked in different ways, cereals, extracts and super food, all accompanied by the incomparable Italian coffee. Here it is possible to have lunch or dinner choosing from a traditional but contemporary Italian menu not leaving outside the lake food and the beloved Pizza. Smart restaurant in a luxury location, the ideal place to taste the true Made in Italy. Locanda Don Abbondio moves to gourmet food and wine proposals which go beyond the tradition without forgetting it. This few words just aim to prepare your mind and above all your taste buds. The role of the staff in both restaurants is fundamental, I already know we are in good hands. Our Bars are top level as well: you can taste a fresh salad also at the Bar Griso by the swimming pool or as an alternative, you can enjoy oysters with a glass of Champagne in the Lounge area of Bar Manzoni. Martin Vitaloni is famous for his iconic dishes. What type of food will he bring to Grand Hotel Victoria? My iconic dishes will follow me also here and I have already planned for some of them an amusing restyling, as it has been done for Grand Hotel Victoria. I will carry on with my Contemporary Italian kitchen that many people define “Endorfinic”, since some of the ingredients and combinations remind the happy childhood memories. Certainly there will be my Plasmon Suite (talking about childhood…), the Carbonara 2.0 and the Raviolo stuffed with Tuscany bread tomato sauce. The kitchen gourmet is a team game. How will your brigade be formed? My team will be composed by a great pastry chef, two good and young Sous Chef and by skilled chefs full of enthusiasm for this new and challenging adventure. They all had important working experiences, some of them already worked with me in other places. The team is composed by 14 people. The research of the excellence of food and wines cannot leave aside quality, service and attention to the raw materials aside. How is it pursued in the choices of Grand Hotel Victoria? Quality is one of the key elements from which we have to start anyway to create something authentic. The second key is dedication, because each great project is like a bonsai: delicate. It is necessary to take care of it with tenacity to let it grow strong and beautiful.

Grand Hotel Victoria Viale B. Castelli 9 | 22017 Menaggio info@grandhotelvictoria.it www.grandhotelvictoria.it

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Grand Hotel Victoria will reopen after having been totally renewed as a new 5 star-luxury hotel on Lake Como. Masterpiece of Art Nouveau dated back to the 19th century, enriched by beautiful gardens and relax areas surrounded by breathtaking views, the hotel offers you a unique experience characterized by a new concept of hospitality and the exclusive services that celebrate the Made in Italy, starting from the innovative and contemporary design of the rooms rich in details. Grand Hotel Victoria boasts a heated external swimming pool, a wellness area of over 1000 square meters, a big Jacuzzi, top quality treatments, four meeting rooms, a fitness center and a playroom for children. The match of food and wine is a topic for us: selection of tastes studied to enhance the regional flavours with a fusion between tradition and innovation as only a great chef as the Executive Chef Martin Vitaloni can do: polyhedric, with artistic, managerial and organizational skills.


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TERRITORIO

Villa La Massa

Oasi di eleganza toscana

di Elisabetta Comerio foto Archivio Villa La Massa

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ffacciata sulle rive dell’Arno e immersa nella quiete delle colline del Chianti in un parco di 9 ettari, Villa La Massa rappresenta uno dei fiori all’occhiello di Villa d’Este Hotels. La continua ricerca della perfezione si riflette ogni stagione nella proposta di importanti novità, che rispecchiano il desiderio di ampliare la capacità ricettiva e l’offerta alberghiera di questa esclusiva struttura toscana. Dal 1998, anno in cui Villa d’Este Hotels ha acquisito la villa, sono stati profusi numerosi sforzi: sono state aggiunte l'Arno SPA, che offre un’accoglienza calorosa in un ambiente che unisce eleganza e moderni comfort, creato il Giardino degli Iris, voluto per celebrare il fiore simbolo di Firenze e più in generale della Toscana, ristrutturato l'antico casale chiamato ora Casa Colonica e inaugurato il Gift Shop che vende prodotti personalizzati Villa La Massa. Ma non è tutto. Infatti, lo scorso autunno si è aperto con l’inaugurazione di una nuova villa completamente ristrutturata all’interno della proprietà, la Limonaia, con l’offerta di 10 nuove lussuose stanze (8 Doppie Prestige e 2 Suite), portando il contingente camere di Villa La Massa a un totale di 51 unità. L’edificio deriva il suo nome dal fatto che in passato era utilizzato come serra per conservare le piante di limone durante l’inverno. La Limonaia si arti-

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Villa La Massa - drone view

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In questa pagina, in alto da sinistra, in senso orario Limonaia - vista di due camere, Render della nuova piscina e del bistrot l'Oliveto, Arno SPA vasca romana On this page, top left, clockwise Limonaia - view of two rooms, VLM - Render new pool & l'Oliveto Bistrot, Arno SPA Roman Bathtub cola su due piani. Le stanze al piano terra sono illuminate da ampie finestre, tipiche delle limonaie, e ciascuna ha accesso ad un delizioso giardinetto privato. Le camere al primo piano presentano meravigliose terrazze. Tutte le stanze offrono incantevoli vedute sulle dolci colline toscane e sulle calme acque del fiume Arno. La prima assoluta novità della stagione 2020 sarà invece l’apertura del bistrot l’Oliveto, che proporrà una cucina del territorio con prodotti a chilometro zero in un’atmosfera informale, immerso nel verde, con vista sulla nuova piscina di 20mt x 10mt e annesso Pool Bar. L’eleganza di Villa La Massa non è ad esclusivo utilizzo degli ospiti. Infatti, alcuni servizi dell’hotel, come i ristoranti e i bar, sono fruibili anche da esterni. All’interno della proprietà è disponibile poi una piccola cappella privata dove è possibile celebrare le proprie nozze. Un luogo questo che tra i tanti è stato scelto da David Bowie e Iman per il loro matrimonio e che ha richiamato celebrità dello spettacolo come Sting, Bono Vox degli U2, Mick Jagger. Gli ospiti hanno l’opportunità di affittare Villa La Massa nella sua interezza, per un soggiorno davvero esclusivo, o parzialmente, scegliendo il proprio personale angolo di paradiso.

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INFO Villa La Massa Via della Massa, 24 50012 Firenze-Candeli t.055-62.62.1 villalamassa.com @villalamassaofficial


Villa La Massa Oasis of Tuscan elegance L

ocated on the shores of the Arno river and surrounded by the hills of the Chianti in a park of 9 hectares, Villa La Massa represents the buttonhole of Villa d’Este Hotels. The continuous research of the perfection is reflected every season in the proposal of important novelties which aims at widening the receptive ability and the offers of this exclusive hotel in Tuscany. Since 1998, the year in which Villa of Este Hotels bought the villa, there were profuse numerous efforts: it was added Arno SPA, which offers a warm welcome in an environment that combines elegance and modern comforts, it was created Giardino degli Iris, studied to celebrate the flower symbol of Florence and more in general of Tuscany, it was restored the ancient hamlet now called Casa Colonica and it was inaugurated the Gift Shop that sells customized products Villa La Massa. But there is more. In fact, last autumn it was inaugurated a new villa completely restored inside the property, Limonaia, with 10 new luxury rooms (8 Double Prestige and 2 Suite), bringing the contingent of the rooms of Villa La Massa to a total of 51 units. The name of the building comes from the fact that in the past it was used as a greenhouse for lemon trees during the winter time. Limo-

In questa pagina, in alto da sinistra, in senso orario Veduta di Villa La Massa con il Giardino degli Iris e l'Arno, Tavolo vista Arno al ristorante Il Verrocchio, Villa La Massa veduta notturna On this page, top left, clockwise Villa La Massa, garden and Arno view, Table with Arno view at Il Verrocchio Restaurant, Villa La Massa - Arno view by night naia is divided into two floors.The rooms in the ground floor are lighted by wide windows, typical of the lemon-houses, and each one has access for a delightful private small garden. The rooms in the first floor have wonderful terraces. All the rooms offer enchanting sights on the sweet Tuscan hills and of the calm waters of the Arno river. The first absolute novelty of the season 2020 is the opening of the bistrot Oliveto, which promotes the food of the territory with farm-to-table products in an informal atmosphere, immersed in the green, with the view on the new swimming pool of 20mt x 10mt and the Pool Bar. The elegance of Villa La Massa is not only for the use of the guests. In fact, some services of the hotel, such as restaurants and bars, can also be enjoyed by external people. Inside the property there is a little private chapel at disposal to celebrate wedding ceremonies. This place was also selected, among the others, by David Bowie and Iman for their wedding that attracted many celebrities such as Sting, Bono Vox of the U2, Mick Jagger. The guests have the opportunity to rent the entire Villa La Massa for an exclusive stay, or partially, choosing their personal corner of paradise.

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Innamorarsi della ceramica…

e di Como

L’atelier di Agnes Duerrschnabel, gemma del saper fare artigiano di Alessandra De Nitto

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el cuore di Como, nel bellissimo palazzo dell’antico monastero di Santa Margherita, nella quiete di un angolo incantevole della città, in via Borsieri al numero 16, è possibile scoprire una vera gemma del saper fare artigiano: è l’atelier ceramico di Agnes Duerrschnabel, talentuosa artista e designer tedesca che ha eletto Como a sua residenza di vita e di lavoro. Oltre trent’anni fa, è l’amore per il marito italiano e per la figlioletta, nel 1987, a condurla nella città lombarda, di cui subito subisce il fascino decidendo nel tempo di farne anche la sua dimora creativa. Dopo diversi anni impegnati nell’attività professionale di traduttrice, sente di dover dare una risposta al suo sempre più forte bisogno di mettersi

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in gioco nell’ambito creativo. Matura pian piano il suo amore per la ceramica e per la creazione, decidendo di tornare in Germania per diplomarsi presso l’Istituto di Stato per il Design delle materie ceramiche. Tornata a Como come ceramista e formatrice, apre il suo bellissimo atelier nel 2013: questo luogo così intenso di suggestioni ed echi storici, che ha subito dal VI secolo in poi numerose e profonde stratificazioni e trasformazioni, non perdendo tuttavia il suo fascino, diventa per lei speciale fonte di ispirazione. In questo ambiente tanto denso di vite ed eventi del passato, Agnes lavora con passione e concentrazione alle sue opere: vasi di ogni forma e dimensione, scatole, brocche, vassoi, sculture decorati-

ve, tazze e teiere, gioielli, in gres e porcellana, con inserti di legni, conchiglie, sassi e vari materiali naturali. Curiosa e sempre in movimento, grande amante dei viaggi, dell’arte, della natura, ma anche del buon cibo e della musica, questa artista artigiana è anzitutto innamorata della vita stessa: e il suo entusiasmo si percepisce in tutto il suo lavoro, caratterizzato da una cifra stilistica molto misurata, raffinata, di un’essenziale eleganza e delicatezza, gioiosa e talvolta ironica. Agnes è un’artigiana talentuosa, ma coniuga felicemente la sua cultura progettuale di designer al suo saper fare, avendo sempre nella mente anche la funzione dell’oggetto. Lei stessa ci racconta che il suo desiderio è quello di “creare oggetti


In alto, da sinistra: teiera “Blue Moon” in gres grigio ©Agnes Duerrschnabel, brocca “Pesce Blu” in gres ©Andrea Pizzamiglio, bonbonnière in porcellana ©Agnes Duerrschnabel, bottiglie in gres ©Alle Bonicalzi - Studio Allegropanico. A lato, ritratto di Agnes Duerrschnabel al lavoro ©Mattia Rio

funzionali, anche utilizzando materiali presi dalla natura. Ho sempre avuto la passione di raccogliere legni, sassi, ferri vecchi… che mi sembrano quasi regali o tesori ritrovati, per poi farmi ispirare da loro, utilizzandoli ad esempio come manici per brocche o teiere. Questo è un aspetto che mi piace particolarmente: prendere cose che normalmente hanno perso la loro utilità originale, poiché danneggiati o in disuso, e dar loro una nuova vita combinandole con oggetti in gres o in porcellana”. La sua ricca ispirazione trova alimento profondo nell’amore per la natura, nel suo sguardo sensibile e curioso verso il mondo vegetale e animale, che ritroviamo continuamente nelle sue poetiche creazioni: nei piccoli vasi smaltati

Above, on the left: teapot “Blue Moon” in grey gres ©Agnes Duerrschnabel, jug “Pesce Blu” in gres ©Andrea Pizzamiglio, bonbonniere in porcelain ©Agnes Duerrschnabel, bottles in gres ©Alle Bonicalzi - Studio Allergropanico. On the side, portrait of Agnes Duerrschnabel at work ©Mattia Rio

con motivi di foglie delicatissimi, nelle suggestive navi in gres e legno, nelle brocche smaltate con code di pesce, nelle tazze e teiere con foglie e fiori evanescenti; ma anche nella teiera a forma di elefante, nei grandi pesci scultura, nei raffinati vasi da ikebana, nelle delicate collane in porcellana, argento e smalto: un poetico mondo naturalistico, declinato in un universo di colori rubati alla terra, al mare, alle foglie, ai fiori… Tra tutte le opere, forse lo stupendo ramo di “Fiori di porcellana su radice di salice” rappresenta al meglio e in modo emblematico il suo lavoro. Agnes svolge anche abitualmente nel suo splendido laboratorio, attrezzatissimo e curato in ogni dettaglio, corsi di ceramica aperti al pubblico di tutte le età, perché la

dimensione didattica la appassiona sempre moltissimo. Ne ha dato ottima prova anche recentemente, offrendo la sua generosa collaborazione al progetto Ad hoc, destinato ai giovani del territorio comasco, contro il fenomeno dell’abbandono scolastico: i ragazzi hanno molto amato i suoi laboratori didattici dedicati alla creazione di monili portafortuna personalizzati, mettendo alla prova la propria fantasia e creatività sotto la sua guida esperta, attenta e sempre accogliente. Un bell’esempio di creatività e di una “felicità del fare”, certamente contagiosa per i giovani e per chiunque abbia il piacere di entrare nel piccolo, incantevole mondo di questa designer e artigiana dalle mani e dal cuore d’oro.

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Falling in love with pottery‌ and with Como The atelier of Agnes Duerrschnabel, a bijou of craft expertise

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n the heart of Como, there is the beautiful building of the ancient monastery of Santa Margherita, in a peaceful and enchanting corner of the city where, at number 16 via Borsieri, a real gem of craft expertise can be discovered: the pottery atelier of Agnes Duerrschnabel, a talented German artist and designer who has chosen to live and work in Como. It was her love for her Italian husband and small daughter that brought her to the Lombard city in 1987. She immediately fell under its spell, deciding in the meantime to make it her creative home as well. After spending several years as a translator, she felt she had to respond to the increasingly strong need she felt to express herself in a

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creative field. Her love for pottery and for creation gradually matured and she decided to go back to Germany to take a certificate in pottery from the State Institute for Design. Returning to Como as a potter and teacher, she opened her very attractive atelier in 2013: this place, which is brimming over with ideas and echoes of the past, charming has become for her a special source of inspiration. It is in this place full of lives and events from the past, that Agnes works with passion and concentration: vases of every shape and size, boxes, pitchers, decorative sculptures, cups and teapots, jewellery in stoneware and porcelain, with inserts of wood, seashells, stones and various natural materials.

Curious and always on the move, a great lover of travel, art and nature but also of good food and music, this artist and craftswoman is above all in love with life itself: and her enthusiasm can be seen in all her work, characterized by a very precise and refined signature style, with an essential elegance and gracefulness, which is joyous and at times ironic. Agnes is a talented craftswoman, who successfully combines her culture as a designer with her expertise, always bearing in mind the function of the object. She tells us that her desire is to “create functional objects, even using materials taken from nature. I have always had a passion for collecting pieces of wood, stones, old pieces of iron‌


Due momenti del workshop tenuto con i ragazzi del progetto Ad Hoc, strategie di contrasto alla dispersione scolastica, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ©Peter Elovich. A lato, da sinistra: piattini in porcellana per casa delle bambole, teiera “Ragno” in gres nero e porcellana, tazze da tè in porcellana ©Agnes Duerrschnabel Two moments of the workshop held with the guys of the project Ad Hoc, strategie di contrasto alla dispersione scolastica, a project selected by Con i Bambini as part of Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ©Peter Elovich. On the side, clockwise: small plates in porcelain for a doll house, teapot “Ragno” in black gres and porcelain, teacup in porcelain ©Agnes Duerrschnabel

which were almost like gifts or rediscovered treasures, to then be inspired by them, using them, for example, as handles for pitchers or teapots. This is an aspect that I particularly like: taking things that have usually lost their original utility, because they are damaged or have been discarded, and giving them a new life by combining them with objects in stoneware or in porcelain.” Her rich inspiration is also deeply fuelled by her love for nature, in her sensitive and curious gaze on the plant and animal world, which we continuously find in her poetic creations: in the small enamelled vases with very delicate leaf motifs, in the enamelled pitchers with fish tails, in the cups and teapots with evane-

scent flowers and leaves, but also in the teapot in the shape of an elephant, in the large fish sculptures, in the refined ikebana vases, in the delicate porcelain, silver and enamel necklaces: a poetic and naturalistic world, in a universe of colours stolen from the earth, the sea, leaves and flowers… Of all her creations, perhaps the amazing branch of “Porcelain flowers on a willow branch” is the best and most emblematic representation of her work. In her splendid workshop, which is perfectly equipped and where attention has been paid to every detail, Agnes also regularly holds pottery courses open to the public of all ages, because the dimension of teaching has always fascinated her very much.

She has given excellent proof of this recently, offering her generous collaboration to the Ad hoc project, for young people in the Como area, against the phenomenon of dropping out of school: the youngsters loved her teaching workshops dedicated to the creation of personalized lucky charms, putting to the test their imagination and creativity under her expert, attentive and always welcoming guidance. Hers is a fine example of creativity and “joy of creating”, which is definitely infectious for the youngsters and for anyone who has had the pleasure of entering the small and enchanting world of this designer and craftswoman with hands and a heart of gold.

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San Sebastiano restaurato per il Museo del Duomo di Alberto Rovi foto Luigi Parma

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mmagine evanescente. Per almeno tre secoli un dipinto rinascimentale è rimasto appeso molto in alto, quasi illeggibile, nella Sagrestia dei Canonici del Duomo, dove è documentato nel XVIII secolo. È un San Sebastiano colpito dalle frecce ambientato in un ampio paesaggio prospettico. Il dipinto è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 in bianco e nero, con una foto volutamente molto contrastata per renderlo apprezzabile, nel catalogo della mostra Rinascimento delle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini tenutasi alla Pinacoteca Züst di Rancate. I curatori della mostra, Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, datano l’opera al 1520 circa e la attribuiscono all’anonimo Maestro del Cifulet, dal nome popolare del diavoletto dipinto ai piedi di una Madonna col Bambino nella chiesa di S. Maria delle Grazie di Gravedona. Il pittore potrebbe essere quello che ha affrescato nella stessa chiesa il Martirio di S. Agata e che viene individuato nel milanese Bernardino De Donati. Oltre all’analogia dei tratti stilistici, spicca l’identico motivo dell’albero al quale sono legati sia S. Agata sia il S. Sebastiano. Il restauro di Luigi Parma di Milano (2019) ha reso leggibile la tela dipinta a tempera, ora destinata al Museo del Duomo di Como. La pellicola pittorica è così sottile, su una tela priva di imprimitura, che in alcuni punti il colore è venuto meno. Ciò malgrado siamo di fronte ad un’opera egregia e ricca di spunti. Inusuale è la disposizione della tela, tesa senza risvolti sul telaio, come una pelle ad essiccare, e poi coperta nei margini irregolari da una splendida cornice intagliata a ovoli, rivestita a foglia d’oro su fondi blu, ormai un po’ anneriti. A che cosa era destinata questo quadro perfettamente incorniciato? Nel Duomo di Como era attiva una Confraternita di San Sebastiano, nel tardo Cinquecento assorbita dalla Confraternita del Ss. Sacramento. Escluso dall’esame dei restauratori che fosse uno stendardo, può essere stata sia una pala d’altare, sia l’anta di un altare. Sebastiano era un soldato romano, martire sotto l’imperatore Diocleziano (244-313 d.C.). Sopravvisse ai colpi di freccia, fu ucciso con la flagellazione e sepolto sulla via Appia a Roma. Era invocato come protettore contro la peste e spesso associato a san Rocco. Sue reliquie sono nell’Urna Volpi in Duomo. Lo stile rinascimentale del dipinto mostra il santo come una antica statua di eroe. Alcuni soldati si allontanano dopo l’esecuzione, altri schierati fuori dalle mura sono dipinti minuziosamente secondo l’esempio dei pittori fiamminghi. L’ esempio di Leonardo è nelle ariose chiome degli alberi e nei contorni sfumati del volto espressivo. Un angelo offre al martire la palma simbolo di vittoria spirituale. Contemporanea c’è, in Duomo, una bella scultura di San Sebastiano, già attribuita a importanti scultori, realizzata nel 1522 e scolpita in marmo da un maestro della Fabbrica, Matteo da Annone figlio di Gaspare, come scoperto da Mirko Moizi nel 2014.

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vanescent image. For at least three centuries a Renaissance painting has remained hung very much in high, almost illegible, in Sacrestia dei Canonici of the Cathedral, where it is documented in the 18th century. San Sebastiano struck by the arrows set in a wide perspective landscape. The painting has been published for the first time in 2010 in black and white, with a photo intentionally very much hindered to make it appreciable, in the catalogue of the exhibition Rinascimento delle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini (Renaissance in the area of Ticino. From Bramantino to Bernardino Luini) held in the Pinacoteca Züst of Rancate. The curators of the exhibition, Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa and Marco Tanzi, date the work around in 1520 and attribute it to the anonymous Master of the Cifulet, from the popular name of the little devil painted at the feet of a Madonna with the Child in the church of S. Maria delle Grazie of Gravedona. The painter might be the one who painted the frescos in the same church of Martirio di S.Agata who is individualised in Milanese Bernardino De Donati. Besides the analogy of the stylistic features, you can notice the identical motive of the tree to which both S.Agata and S.Sebastiano are tied. The restoration made by Luigi Parma from Milan (2019) made the canvas readable, now destined to Museo del Duomo of Como. The pictorial film is so thin, on a cloth with no priming, that in some points the color is faded. Despite these elements, we are in front of a work of art that is eminent and rich. Unusual is the disposition of the canvas, tightened without lapels on the loom, like a skin to dry and then covered in the irregular edges by a wonderful engraved frame, covered with golden leaf on blue bottoms, by now a little dark. To what was it assigned this perfectly framed painting? In the Cathedral of Como it was active a Brotherhood of San Sebastiano, in the late 16th century absorbed by the Brotherhood of the Ss. Sacramento. Excluded from the examination of the restorers that it was a standard, it could have been an altar shovel or the shutter of an altar. Sebastiano was a Roman soldier, martyr under the emperor Diocleziano (244-313 A.D.). He survived the arrow blows, was killed by flagellation and buried in the Appia road in Rome. It was invoked like protector against the plague and often associated with San Rocco. His relics are in the Urna Volpi in the Cathedral. The Renaissance style of the painting shows the saint as a hero's ancient statue. Some soldiers go away after the execution, others stay outside the walls minutely painted following the example of the Flemish painters. Leonardo's example is in the airy hairs of the trees and in the vanished contours of the expressive face. An angel offers the martyr the palm symbol of spiritual victory. In contemporary in the cathedral there is a beautiful sculpture of San Sebastiano, already attributed to important sculptors, made in 1522 and sculptured in marble by a master of the Fabbrica, Matteo da Annone Gaspare's son, as discovered by Mirko Moizi in 2014.


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ARTE

ELI RIVA

Smaterializzare di Stefania De Giorgi foto Matteo Congregalli

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li Riva (Rovenna 1921- Como 2007), scultore ritenuto erede dei Magistri Comacini, costruisce la sua attività apprendendo le tecniche sopraffine da cesellatore. Settant’anni di stacanovistico lavoro, racchiuso in uno spazio, il suo spazio, dove ha condotto le ricerche di nuove forme che hanno sollecitato il suo interesse, perché ad esse sono legate le assonanze dei simboli, che inghiottono la ragione, il sentimento e soprattutto la spiritualità. Abbiamo incontrato la figlia Giovanna nello studio-museo di Eli Riva Com’è organizzato il museo? Lo spazio in cui ci troviamo è quello in cui Eli Riva ha lavorato negli ultimi venticinque anni. Il percorso parte con l’arte sacra, perché ritengo che l’atteggiamento religioso di mio padre si anteponesse a tutto, lui si definiva cristologico. All’interno di alcune sculture abbiamo trovato cartoncini con aforismi spirituali scritti a mano da egli stesso. Chi era Eli Riva? Mio padre abbracciava le arti a tutto tondo, a cominciare dall’architettura e dall’urbanistica, in quanto, in qualità di artista di chiara fama, era stato in commissione edilizia per sette anni. Eli Riva ha esercitato un forte influsso in quell’ambito, tanto che riuscì a salvare il “Plinius” in un momento in cui l’opinione dei tecnici reputava la struttura senza alcun valore artistico. Mio padre colse l’importanza storico-culturale dell’edificio. Grande appassionato di architettura, partecipò e vinse nel 1975 un concorso per la riprogettazione di piazza Cavour, con un progetto ancora considerato visionario e sperimentale, purtroppo mai realizzato. Mio padre aveva una personalità densa e carica, molto schiva, era dedito allo studio e al pensiero. Tutta la sua conoscenza e la sua vasta cultura confluì nel percorso che dal figurativo lo aveva fatto approdare all’astratto e all’informale.

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la scultura

Qual era il rapporto di Eli Riva con la materia? La scultura era dentro di lui e il rapporto con la materia era intimo. La confidenza vigorosa nel plasmare il marmo o il granito faceva sì che la materia fra le sue mani assumeva forme armoniche e leggere, le linee curve o rette non s’incontravano mai per caso, le superfici rudi di una pietra fredda e aspra divenivano soavemente soffici come velluto. Mio padre scolpiva come viveva, senza mai tornare indietro, senza uno schizzo preparatorio, senza errori. Perché da ogni colpo sapeva cogliere e trasmettere un significato vero, autentico. Ogni gesto era il frutto di pensiero, un’euritmia che avvolge la materia per volerne possedere la sacralità, la stessa che rappresentava l’assolutezza simbolica che ogni opera racchiude. Nell’opera di Eli Riva si potevano cogliere rimandi a grandi maestri? Mio padre aveva una grande ammirazione per Costantin Brancusi. Le similitudini sono evidenti nell’uso sobrio ed elegante della forma pura e della squisitezza della finitura. Nelle “Arfalle”, elementi in marmo intrecciati che formano un volume unico con linee simmetriche, si può cogliere un rimando al grande maestro. Solo in un momento successivo ho colto, in queste sublimi opere marmoree apparentemente impenetrabili, l’estrinsecazione della vocazione alla sacralità rappresentato nella concettualità delle mani giunte. Quale obiettivo si era prefissato Eli Riva nella sua arte? L’obiettivo era di smaterializzare la scultura, superare Brancusi, dire qualcosa di nuovo. Nelle ultime sculture, realizzate con la tecnica a cera persa per fusione, ”le case degli angeli”, mio padre riuscì a far affluire in un’opera tutte le discipline artistiche. Non esiste più una base, un punto di riferimento, lo spazio viene inglobato all’interno della scultura smaterializzandola.


Collezione privata Alessandro Cavallo Private collection Alessandro Cavallo

Dematerialize the sculpture

E

li Riva (Rovenna 1921 - Como 2007), sculptor considered the heir of Magistri Comacini, develops his activity learning the consummate techniques of engraving. 70 years of hard work closed in a space, his space, where he carried out the researches of new shapes that raised his interest, because they are linked to the assonance of the symbols, which swallow reason, feeling and above all spirituality. We met his daughter Giovanna in the study - museum of Eli Riva How is the museum organised? The area in which we are is the one where Eli Riva had worked in the last twenty five years. The visit starts with the sacred art, because I think what the religious attitude of my father was placed in front of everything, he called himself christological. In some sculptures we have found little cards with spiritual aphorisms hand-written by himself. Who was Eli Riva? My father was embracing any type of art, starting from architecture and urban planning, because as a famous artist he was in building commission for seven years. Eli Riva exercised a strong influence in that field, so much that he could manage to save "Plinius" in a moment in which the opinion of the technicians was considering the structure without any artistic value. My father knew the cultural - historical importance of the building. Great architecture lover, announced and won a contest for the re-design of piazza Cavour in 1975, with what was considered a visionary and experimental project, unfortunately never realized. My father had a dense and complex as well as very averse personality, he was devoted to his study and thought. All his knowledge and his great culture was directed in the path that from figurative became abstract and informal.

How was the relationship of Eli Riva with the matter? The sculpture was inside of him and the relationship with the matter was intimate. The vigorous confidence in shaping the marble or the granite let the matter take harmonic and light shapes in his hands, the curved or straight lines never met by chance, the rough surfaces of a cold and harsh stone became sweetly soft like velvet. My father was sculpturing as he was living, without coming back, without a preparatory splash, without errors. Because from each stroke he could pick and transmit a true and authentic meaning. Each gesture was the result of thought, an eurhythmy that wraps the matter to possess the sacredness, the same one that was representing the symbolic absoluteness that each work contains. In the work of Eli Riva could you see the connections with great masters? My father had a great admiration for Costantin Brancusi. The similarities are obvious in the sober and elegant use of the pure shape and of the exquisiteness of the finish. In the "Arfalle", elements in marble woven that form a single volume with symmetric lines, it is possible to see the relationship with the great master. Only in a second moment I saw, in these apparently impenetrable sublime marmorean works, the expression of the vocation to the sacredness represented in the conceptuality of the folded hands. What was the purpose of Eli Riva’s art? The purpose was of dematerializing the sculpture, to exceed Brancusi, to say something new. In his last sculptures made with the technique of wax lost for fusion, �the houses of the angels�, my father managed to flow all the artistic disciplines in a single work. There is no more a base, a reference point, the space is incorporated inside the sculpture dematerializing it.

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TERRITORIO

Villa Revel fascino ed eleganza di Stefania De Giorgi foto Archivio Parravicini Sossnovsky

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illa Revel fa parte dei gioielli che rendono orgogliosa la città di Como. La raffinatezza e l’eleganza sono intrinseche nell’edificio, la posizione, che consente una meravigliosa visuale sulla città e sul primo bacino del lago, enfatizza la sua magnificenza. Il progetto della Villa, alla fine del Settecento, fu commissionato dal conte Alessandro della Torre di Rezzonico e attribuito a Luigi Canonica. La splendida dimora, nel 1822 fu acquistata dalla duchessa Maria Visconti di Modrone come residenza di villeggiatura. Il generale piemontese Genova Thaon di Revel ne divenne il proprietario nel 1900 e per l’occasione, vi fece apportare alcune modifiche su progetto dell’architetto Giussani. Abbiamo incontrato la contessa Carla Parravicini Sossnovsky nella sua meravigliosa casa. Ha sempre vissuto in questa villa? Inizialmente la mia famiglia usava l’abita-

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zione come luogo di villeggiatura, solo in seguito decise di trasferirsi definitivamente. Io vivo, e ho sempre vissuto in questa casa, dove sono nata. Il mio bisnonno era il generale Revel che ebbe tre figlie, una delle quali mia nonna che sposò un Parravicini. Mia madre sarebbe dovuta andare a vivere in Russia con il marito, l’importante ufficiale Sossnovsky, ma a causa della rivoluzione, i miei genitori decisero di rimanere a vivere in questa casa assieme alla zia che non si era mai sposata. Dal matrimonio nacquero tre figli: io e due fratelli. Dei tre si è sposato solo Costantino e ha avuto mia nipote Camilla. Un tempo tutto avveniva in casa, anche la funzione della mia cresima fu celebrata dall’allora Vescovo che venne personalmente da noi. I ricevimenti erano frequenti e ricambiati con i vicini delle ville circostanti, come i proprietari di Villa Saporiti o di Villa Pliniana.

Una casa sempre viva e piena di persone Quale scelta si è compiuta per far vivere alla dimora un clima familiare? Considero ancora la villa come la mia dimora, la vedo ancora con tanta gente, con i miei cari, ma l’edificio richiede tante spese di manutenzione. La scelta è stata quella di affittare la villa per eventi culturali o matrimoni, cercando però di mantenere un circuito locale. Vorrei facesse parte del territorio, in modo che le persone del luogo lo possano vivere e considerare parte di un patrimonio comune. C’è intenzione di ampliare il circuito di ricezione? Io e mia nipote Camilla, che gestisce la locazione, pensiamo che si potrebbero rendere disponibili per l’affitto una o due stanze. Naturalmente sarà necessario fare degli interventi di adeguamento degli spazi esistenti rispettando la natura della struttura.


Charme and elegance V

illa Revel is one of the jewels that make the city of Como proud. The refinement and the elegance are intrinsic in this building and the position allows a beautiful view on the city and on the first basin of the lake which emphasises his magnificence. The project of the Villa was commissioned by the Count Alessandro della Torre di Rezzonico to Luigi Canonica at the end of the 18th century. In1822 the beautiful residence was bought by the duchess Maria Visconti di Modrone as a summer residence. The general of Piedmont Genova Thaon di Revel became the owner in 1900 and for that occasion, he ordered some some modifications following the project of the architect Giussani. We met the countess Carla Parravicini Sossnovsky in his wonderful house. Have you always lived in this villa? Initially my family was using the villa as

a summer residence, later they decided to move here permanently. I live, and have always lived in this house, where I was born. My great-grandfather was the general Revel who had three daughters, one of them, my grandmother, married a Parravicini. My mother was supposed to go and live in Russia with her husband, the important officer Sossnovsky, but due to the revolution, my parents decided to stay and live in this house together with my aunt who never married. They had three children: two brothers and I. Of the three only Costantino got married and he had my nephew Camilla. At that time everything took place at home, also my confirmation was celebrated by the Bishop of the time, who personally came to our place. There were a lot of parties organized by my family and by the neighbours of the surrounding villas, such as the ow-

ner of Villa Saporiti or Villa Pliniana. A house always alive and full of persons. How was it possible to enjoy a familiar atmosphere in the residence? I still consider the villa as my home, I still see it with many people, with my dear ones, but the buildings implies high maintenance costs. The choice was to rent the villa for cultural events and weddings, keeping a local circuit. I would like to have the villa as part of the territory, so that the local people could live it and consider it part of a common property. Is there the intention to widen the reception circuit? My nephew Camilla, who manages the renting, and I think that it is possible to rent one or two rooms. Of course it is necessary to do some interventions of adjustment of the existing spaces respecting the nature of the structure.

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Riva Group


Cav. Francesco Riva, Presidente del Gruppo

Il valore del Made in Italy abbinato al più elevato livello di qualità, questo è il significato che la Riva Mobili d’arte ha nel mondo e come viene valutata nelle più alte sfere del mercato del lusso. Da oltre 50 anni il marchio Riva Mobili d’arte è apprezzato e valorizzato come sinonimo di eleganza e raffinatezza nel palcoscenico del mobile, tutto questo grazie al fondatore dell’azienda Francesco Riva. Un sognatore che grazie alle proprie idee è riuscito ad abbinare le tecniche più innovative di produzione senza tralasciare ma, al contrario, esaltando la lavorazione tradizionale e manuale nei propri prodotti. Gli artigiani della Riva sono veri e propri maestri nella lavorazione del legno con una costante ed accurata sensibilità verso il prodotto nel totale rispetto delle tradizioni e lavorazioni classiche dell’ ebanisteria brianzola che da sempre è riconosciuta nel mondo come vera e propria arte. La ricerca dei dettagli, l’amore per la perfezione e l’unicità del design sono i punti cardine contenuti in ogni nostra creazione. La continua evoluzione nell’utilizzo di materiali unici abbinati a stoffe ricercate e pregiate fanno dei nostri prodotti degli elementi unici ed inarrivabili, dei gioielli inconfondibili. Da anni la Riva Mobili d’arte si avvale di due nuove realtà create ideate e realizzate con l’unico scopo di valorizzare il proprio prodotto e di soddisfare le esigenze sempre più delicate dei propri clienti: la Riva Project e la Rivatelier. Riva Project studia l’insieme del progetto, cercando le soluzioni migliori per incontrare i gusti dei clienti e creare quell’atmosfera che ogni persona vorrebbe vivere nella propria casa. Conoscenza e voglia di stupire sono le basi della Riva Project che abbinate ad una consapevolezza estrema della raffinatezza donano al cliente non solo un progetto finito in tutti i particolari ma anche un ambiente unico e dal valore inestimabile.

The value of Made in Italy combined with the best quality level: this is the importance Riva Mobili D’Arte has in the world and this is how it is considered in the highest range of the Luxury Market. For over fifty years, Riva Mobili D’Arte has been appreciated and valued as synonym of elegance and sophistication in the furniture sector, thanks to its founder Mr. Francesco Riva. He is a dreamer and, through his ideas, he managed to combine the most innovative production techniques, without neglecting the traditional handmade manufacturing process, and on the contrary enhancing it. Riva artisans really are woodworking masters, with a strong and remarkable sensibility towards the product, in total respect of traditions and classic manufacturing processes of the Brianza cabinet-making culture, which has always been recognized worldwide as authentic art.

Rivatelier. Design contemporaneo e finiture di grande lusso per stare al passo dei tempi e soddisfare le esigenze di tutti i clienti. Opere d’arte che non hanno età, confortevoli e ricercate con una raffinatezza che completa ogni ambiente. La ricerca dei dettagli, l’amore per la perfezione e l’unicità del design sono i punti fissi contenuti in ogni arredo prodotto.

The pursuit of details, the love for perfection and the uniqueness of design are the key points of all our creations. The constant development, obtained through the use of distinctive materials matched with refined and precious fabrics, make our products some unique and unrivaled pieces, unmistakable jewels.

Il segreto del successo della Riva Mobili d’Arte è certamente la continua innovazione e ricerca con il tocco di tradizione sempre presente nell’animo di ogni Mobile.

For many years now, Riva Mobili D’Arte is supported by two new realities, which have been created and carried out with the purposes of adding value to the product and satisfying the more and more diversified demands of its customers: Riva Project and Rivatelier. Riva Project works on the whole project, by searching for the best solutions to meet customers’ taste and to create the environment that every person would like to live in his own house. Know-how and desire to impress are the fundamentals of Riva Project, which, combined with an extreme awareness of sophistication, give the client not only a project completed in every detail, but also a unique environment of inestimable value. Rivatelier: contemporary design and high luxury finishings to keep up with the times and satisfy the requests of all customers. Timeless works of art, comfortable and refined, characterized by a sophistication which make every room complete. The pursuit of details, the love for perfection and the uniqueness of design are the key points of all produced furniture. The secret of success of Riva Group certainly is its constant innovation and research, with a touch of tradition always present in the soul of every piece of Furniture. info: rivamobilidarte.com

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COSTRUIAMO IL IL PRESENTE PRESENTE COSTRUIAMO CAMMINANDO VERSO VERSO IL IL FUTURO FUTURO


TERRITORIO

Ance Como valorizzare il territorio di Stefania De Giorgi foto Archivio Ance Como

L’

Associazione Nazionale Costruttori Edili di Como, oltre alla rappresentanza di categoria, ha all’attivo numerose iniziative culturali. Abbiamo incontrato il Presidente ing. Francesco Molteni e il Direttore dott. Aster Rotondi. Negli ultimi anni le vostre iniziative culturali sono sempre più in evidenza. Come sono nate? Le principali iniziative constano in tre pubblicazioni, nate a seguito della volontà di porre l’attenzione su tre luoghi simbolo della Città. Il percorso è stato articolato partendo dalla Casa del Fascio, proseguendo con Villa Olmo e il Teatro Sociale. Nel 2017 l’Ance Como ha deciso, come azione divulgativa per la valorizzazione del territorio e della città, di ripubblicare il numero monografico della rivista “Quadrante “sulla Casa del Fascio di Giuseppe Terragni, monumento di straordinaria importanza per il Novecento. In occasione

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della riedizione della rivista è stata attivata una collaborazione con gli istituti superiori, coinvolgendo gli studenti, che, per l’occasione, hanno fatto da cicerone con il proposito di sensibilizzare un pubblico a più ampio raggio. Nei due anni a seguire ci sono state nuove pubblicazioni. Nel 1957 a Villa Olmo si svolse la prima grande mostra sull’arredamento d’interni. La presenza in giuria di Gio Ponti e le partecipazioni di Ico Parisi e Mario Radice decretarono ulteriormente la rilevanza dell’evento. La scelta di rieditare il catalogo “Colori e forme nella casa d’oggi” è legata alla considerazione delle valenze culturali del mondo dell’architettura e dell’arte con i luoghi significativi della città che hanno avuto attinenza con la storia del Novecento. In continuità con le esperienze compiute, e nell’interesse dello sviluppo della cultura cittadina, è nata la mostra dedicata al gran-


de architetto designer Gio Ponti. L’evento ha avuto luogo al Teatro Sociale, sede simbolica per la città di Como. Con lo stesso spirito è stato rieditato il volume che raccoglie la corrispondenza fra Ico Parisi e Gio Ponti con la copertina disegnata da Fabrizio Musa. Qual è stata la risposta alle iniziative da parte della città? Abbiamo riscontrato molto interesse soprattutto in ambito specialistico. La mostra su Gio Ponti ha registrato circa 1000 visitatori, quindi possiamo ritenerci soddisfatti del risultato raggiunto. Attraverso le pubblicazioni si è voluto valorizzare la città attraverso un canale diverso rispetto a quello tipico di un’associazione di categoria. Il tutto è dettato dall’esigenza e dalla volontà di far maturare la sensibilità alla componente estetica del costruito. Quali altre iniziative sono state svolte oltre alle pubblicazioni?

Abbiamo messo in atto iniziative per la crescita dell’impresa. Quella di Como è stata la prima Ance nazionale che ha fatto un accordo sinergico con “Casa Clima” per migliorare la qualità degli interventi, fondati sull’ attenzione al territorio, all’architettura e non solo sulle regole. Oggi più che mai, come categoria, siamo consapevoli che bisogna andare incontro ad un percorso che abbracci diversi settori: l’arte, la cultura, in una visione più ampia per determinare requisiti idonei di sostenibilità delle città come luoghi dove i servizi diventino parte integrante del processo. Dopo il successo indubbio di queste magnifiche iniziative quali sono i progetti futuri? Abbiamo in corso un ambizioso progetto che riguarda la formazione specialistica delle tecniche di restauro degli edifici moderni.

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Ance Como give value to the territory T

he National Association of Building Contractors of Como, as well as the category representation, has developed numerous cultural initiatives. We have met the President Francesco Molteni and the Director Aster Rotondi. In the last years your cultural initiatives are always on the rise. How were they developed? The main intiatives consist on three publications, born from the will to call the attention on three symbolic places for the city. The path was studied starting from Casa del Fascio, continuing with Villa Olmo and Teatro Sociale. In 2017 Ance Como decided, as informative action to give value to the territory and to the city, to republish the monographic number of the magazine "Quadrante" on Casa del Fascio by Giuseppe Terragni, monument of extraordinary importance for the 19th century. On occasion of the new edition of the magazine, we started a collaboration with the superior institutes, involving the students, who, for that occasion, became a guide aiming at awakening a wide audience. In 1957 in Villa Olmo it was held the first great exhibition on the interior design. In the panel there was Gio Ponti and also the

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participation of Ico Parisi and Mario Radice gave importance to the event. The choice of re-printing the catalogue “Colours and shapes in the house of today” is tied to the consideration of the cultural importance of the world of the architecture and of the art with the significant places of the city that were connected with the history of the 19th century. In continuity with the experiences carried out and in the interest of the development of the civic culture, it was born the exhibition dedicated to the great architect designer Gio Ponti. The event took place in Teatro Sociale, symbolic seat of the city of Como. With the same spirit it was re-printed the volume that collects the correspondence between Ico Parisi and Gio Ponti with the cover drawn by Fabrizio Musa. What was the answer of the city to the initiatives? We noticed a great interest above all in the specialized sector. The exhibition on Gio Ponti registered about 1000 visitors, so we can say to be satisfied with the achieved result. The aim to to give value to the city through the publications, that was a diffe-

rent canal compared to the typical one used by a category association. Everything came from the need and the will to raise awareness in the aesthetic component of the building. What are the other initiatives that you promoted in addition to the publications? We carried out initiatives for the growth of the enterprise. Ance of Como was the first national one which made a synergic agreement with “Casa Clima” to improve the quality of the interventions, based on the attention to the territory, to the architecture and not only on the rules. Today more than never, as a category, we are conscious that it is necessary to follow a path that involves different sectors: art, culture, in a wider vision to determine specific requirements of sustainability of the cities as places where the services become an integral part of the process. After the undoubted success of these magnificent initiatives what are the future projects? We have an ambitious project underway that involves a specialised training about the restoration techniques of the modern buildings.



ANNIVERSARI

Calogero Pedalà:

a lezione di quattro ruote... sempre più green foto Archivio Gruppo L'Auto

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nche parlando di automobili si può sognare. Nel salotto della Concessionaria di Lipomo, Calogero Pedalà, Presidente del Gruppo L’Auto, è orgoglioso di raccontare la sua storia. I suoi occhi brillano e lo fanno ancora di più quando gli chiediamo di raccontarci com'è nato il suo progetto. Protagonisti del panorama economico con i due brand tedeschi Audi e Volkswagen, ha raggiunto e superato brillantemente i 50 anni di attività, un mondo intriso di grandi sfide sostenute anche da una trasformazione del sistema dell’alimentazione delle quattro ruote. Com’è nata la sua azienda? Innegabile: la passione per i motori ha avuto il sopravvento. Ho sempre cercato di trasferire agli altri, l’emozione che si prova nel sentire il rombo di un auto. La passione però non è tutto, infatti alla fine degli anni ’60, con i miei fratelli e mia sorella Lia, che è al mio fianco ancora oggi, abbiamo deciso di investire nell’automobile, un mondo in cui ci sentivamo competenti e in cui abbiamo sempre creduto molto. Un percorso iniziato così, con una piccola officina autorizzata Volkswagen a Cantù, poi, poco alla volta, siamo cresciuti. Oggi contiamo 135 dipendenti e sei filiali sparse in tutta la provincia, oltre a 5mila auto vendute ogni anno. Ma qual è il segreto del suo successo? Un sistema di gestione avanzato e una cultura aziendale flessibile. Vendere auto, mi vien da dire, sono capaci in molti, noi abbiamo adottato una politica molto più articolata, ma con processi decisionali più trasparenti e rapidi. Il futuro è quello di offrire un servizio altamente qualitativo con delle

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competenze precise e di livello. Abbiamo sempre organizzato la struttura per assicurare un servizio pre e post vendita ineccepibile. Per noi il cliente è al centro di ogni aspetto e dobbiamo rispondere con precisione soddisfacendo ogni personale richiesta. Per quest’anno punteremo anche su una comunicazione proattiva per un mercato che vuole avere sicurezza e, in questo contesto, potenzieremo l’attività di fidelizzazione offrendo una serie di servizi adeguati. Come ha vissuto questa esperienza? Credo di essere diventato parte integrante del brand. Ancora oggi, dopo 51 anni ho grande rispetto per le Case che rappresento. Audi e Volkswagen sono dei pionieri del green. Come ha approcciato questo cambio di rotta? Diciamo che possiamo parlare di un cambio generazionale delle automobili. Non solo modelli con motori ibridi plug-in o, in futuro, elettrici. La casa madre negli anni ha prodotto nuovi modelli, ma ha compiuto anche una scelta importantissima: quella di creare delle aziende a basso impatto ambientale. Anche questo è un atto di fondamentale importanza. Parliamo ora di manodopera… I suoi collaboratori devono stare al passo coi tempi. Qual è la soluzione? Entro quest’anno partiremo con una Academy de L’Auto. Attraverso le scuole andremo a selezionare i migliori, quelli con maggiore propensione e li formeremo, li coinvolgeremo nel sistema e su di loro punteremo, saranno il nostro futuro.


Lesson of four wheels...always greener

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lso talking about cars it is possible to dream. In the living room of the Dealer of Lipomo, Calogero Pedalà, President of the Group L’Auto, is proud of telling his history. His eyes shine and do it even more when we ask him of telling us how his project was born. Protagonists of the economic scenery with two German brands Audi and Volkswagen, it has reached over 50 years of activity, a world rich in great challenges supported also by a transformation of the system of the four wheels. How was you company born? Undeniable: the passion for the motors was the driving force. I have always tried to transfer to the other people, the emotion of the sound of the engine. The passion nevertheless is not everything, in fact at the end of the 60s, with my brothers and my sister Lia, who is still on my side today, we decided to invest in the car sector, a world in which we were feeling ourselves competing and in which we had always believed a lot. Everything started so, with a little workshop authorised for Volkswagen in Cantù, then, little by little, we grew. Today we have 135 employees and six affiliates in the whole province, as well as 5.000 car sold each year. What is the secret of his success? An advanced system of management and a flexible company culture. To sell car, I would say, is something many people can do, we have adopted a more complex strategy, but with more transparent and fast decision-

making processes. The future is the one of offering a highly qualitative service with precise competences.We have always organised the structure to ensure a high quality service pre and post-sale. For us the customer is in the centre of each aspect and we have to answer with precision to any personal request. This year we will also rely on proactive communication for a market that wants to have certainty and, in this context, will develop the customized activity offering a series of adequate services. How did you live this experience? I believe I have become an integral part of the brand. Still today, after 51 years I have great respect for the Brands I represent. Audi and Volkswagen are pioneers of the green. How did you approach this change? I can say that we can talk about a generational change of the cars. Not only models with plug-in hybrids or in the future, electric cars. In the years the motherhouse has produced new models, but it has completed also the most important choice: creating companies with a low environmental impact. This is something of fundamental importance. Let’s speak of manpower … Your staff members must be up with the times. What is the solution? Within this year we will start with an Academy of L’Auto. Through the schools we will go and select the best students, the ones with the best attitude and we will train them to rely on them in the future.

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ANNIVERSARI

Concordia Caleidoscopio di storie di Elisabetta Comerio foto Archivio Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù

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10 anni dal numero zero della rivista Concordia, Angelo Porro, presidente della Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù parla con orgoglio degli esordi di questo prodotto editoriale: “Il magazine è nato con un preciso intento: raccontare tutto il bello che c’è nel nostro territorio che spesso non viene valorizzato. Dalla nostra banca abbiamo occasione di entrare in contatto con realtà, persone ed eventi meritevoli di essere conosciuti e Concordia ci dà la possibilità di farlo”. Non a caso la rivista si apre in ogni numero con ‘una bella storia’. “Questa sezione, spesso curata dalla professoressa Rosanna Moscatelli, prende spunto dai fatti, dalle storie e dai loro protagonisti e così nasce il racconto che apre il numero in distribuzione”. Sfogliando Concordia emerge subito l’attenzione riservata alle immagini. “Esattamente. Le immagini - spiega il Presidente - hanno una grande importanza per noi. Queste devono accompagnare in modo egregio le parole, per una precisa scelta editoriale. A questo proposito vorrei menzionare il nostro Art Director, Luca Merisio, impegnato nella scelta delle immagini, e il nostro grafico, Matteo Lisignoli. Allo stesso tempo, dedichiamo molta attenzione ai testi. Non a caso, una delle pagine più lette e attese è quella che presenta la poesia di Giovanni Ricci che da 10 anni racconta in versi, spesso in dialetto, la nostra attualità”. Ma come nasce la scelta degli argomenti? “Spesso ci imbattiamo nelle storie raccontate in

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modo casuale. Alcuni incontri diventano lo spunto per la creazione degli articoli. Ognuno ha qualcosa da raccontare e questo dà il via alla creazione di contatti e offre l’occasione per approfondire tematiche che magari, diversamente, non verrebbero trattate. La Banca deve essere espressione di un territorio e Concordia offre l’opportunità di esserlo a 360°”. Non manca quindi l’aspetto sociale e l’attenzione che viene data al rapporto con il territorio. “Dedicare un articolo ad una realtà o un evento in particolare fa emergere sfumature magari sconosciute ai più e diventa anche motivo di orgoglio per i suoi protagonisti. Avviene così una promozione di tutti gli attori che compongono una storia e Concordia diventa veicolo di conoscenza. La rivista è nata come prodotto dedicato ai soci, ma in realtà è per tutti, soci, clienti ma anche tante affezionati lettori che negli anni diventano sempre di più”. Ci sono poi dei punti fermi, che ritornano ogni numero, è corretto? “Sulle nostre pagine parliamo anche di tante realtà sostenute direttamente dalla nostra banca. Ad esempio, l’associazione S.I.L.V.I.A. onlus che opera nel reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù. Questo è per noi un progetto molto importante, che sosteniamo con determinazione e al quale periodicamente dedichiamo una pagina di aggiornamento del progetto così che i nostri lettori seguano passo passo le iniziative portate avanti”.


Concordia

kaleidoscope of stories

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fter 10 years from the number zero of the magazine Concordia, Angelo Porro, president of Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù proudly speaks of the beginnings of this publishing product: "The magazine was born with a precise goal: to tell completely the beauty of our territory that often is not appreciated. From our bank we have the chance to get in contact with realities, persons and events which deserve to be known and Concordia give us the chance of doing it”. It is not by chance that the magazine opens in each edition with a ‘beautiful story’. “This section often written by the professor Rosanna Moscatelli is about real facts, stories and protagonists from which it is developed the story that opens the edition in distribution”. Leafing through Concordia the attention goes to the images. “Exactly. The images - explains the President - have a great importance for us. They must accompany in eminent way the words, for a precise publishing choice. In this respect I would mention our Art Director, Luca Merisio, in charge of the choice of the images, and our graphic designer, Matteo Lisignoli. At the same time, we dedicate great attention to the texts. It is not by chance that one of the most read and waited pages is the one who presents the poetry by Giovanni Ricci who 10 years tells in words, often in dialect, our present days”. But how is the choice of the subjects carried out? “Often we run

into stories told in random way. Some meetings become the cue for the creation of the articles. Each one has something to tell and this gives the occasion to create contacts and to go into details about subjects that maybe would not be dealt. The Bank must be an expression of a territory and Concordia offers the chance to be at 360°”. The social aspect also has a role as well as the attention given to the territory. “To dedicate an article to a reality or a particular event let emerge some elements that some people may not know and it represents a reason of pride for its protagonists. So there is a promotion of all the actors who compose a history and Concordia becomes a knowledge vehicle. The magazine was born as a product dedicated to the members, but in fact it is for everybody, members, clients but also so many affectionate readers who in the years become always more and more”. Then there are firm points, which are present in each number, is it correct? “On our pages we talk also about so many realities supported directly by our bank. For example, the association S.I.L.V.I.A. onlus which operates in the department of Infantile Neuropsychiatry of Ospedale Sant’Antonio Abate in Cantù. This is for us a very important project, which we support with determination and to which periodically we dedicate a page to be updated so that our readers follow step by step all the initiatives developed”.

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EVENTI

Porada International Design Award di Stefania De Giorgi foto Archivio Porada

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a sperimentazione, la ricerca di nuovi talenti, di idee innovative e fuori da convezioni stilistiche porta da diverso tempo l’azienda comasca Porada Arredi a istituire ogni anno in collaborazione con POLI.design, Politecnico di Milano e con il patrocinio di ADI, Associazione per il Disegno Industriale, il concorso internazionale di idee “International Design Award”, esteso al panorama internazionale di professionisti del settore, di giovani designer e di studenti. La sfida dei creativi, per il 2019, è stata volta allo sviluppo di concept innovativi nell’interpretazione di credenze e madie, avvalendosi della filosofia e dello spirito che da sempre contraddistingue Porada, azienda al vertice del design italiano. Il bando del contest è stato lanciato durante la Milano Design Week 2019 presso lo Showroom Porada a Milano in Via Borgospesso in concomitanza della premiazione dei vincitori dell’edizione precedente. Nell’incantevole scenario di Villa del Grumello a Como, le numerose e pregevoli proposte pervenute sono state messe al vaglio dalla giuria composta da rilevanti figure del settore, conclamando sei vincitori: tre nella categoria Professionisti e tre in quella Studenti. L’encomio dei progetti vincitori è stato l’apporto di sfaccettature innovative cariche di ricerca formale di soluzioni originali. Il primo classificato per la categoria Professionisti è stato Apostolos Papadimitriou con il progetto “Hackford”; al secondo posto Mattia Fornari con “Torii”; al terzo Valentina Marinig con “Tarsia”. Per la categoria studenti il primo premio è andato a Niccolò Devetag con “Frame”; il secondo premio a Bianca Maria Rodriguez e Arcangelo Primato con “Paperwood”; il terzo a Davide Bozzo con “Arcaica”.

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he experimentation, the research of new talents, of innovative ideas and out of the stylistic convection leads the company Porada Arredi from Como to institute each year in collaboration with POLI.design, Politecnico di Milano and under the patronage of ADI, Association for Industrial Design, the international contest of ideas “International Design Award”, open to the professionals of the sector, young designers and students. The challenge of the creative ones, for 2019, was about the development of innovative concept in the interpretation of beliefs and kneadingtrough based on the philosophy and of the spirit that always characterizes Porada, a company positioned the top of Italian design.The call of the contest was launched during Milano Design Week 2019 at the Showroom Porada in via Borgospesso in Milan in concomitance of the prize giving of the winners of the previous edition. In the enchanting scenery of Villa del Grumello in Como, the numerous and valuable proposals were analyzed by a jury with prominent figures of the sector, proclaiming six winners: three in the category Professionals and three in the category Students. The encomium of the winning projects was the contribution of innovative facetings loaded with formal research of original solutions. The first place for the category Professionals went to Apostolos Papadimitriou with the project “Hackford“; the second place went to Mattia Fornari with “Torii“; the third Valentina Marinig with “Tarsia“. For the category Students the first place went to Niccolò Devetag with “Frame“; the second prize to Bianca Maria Rodriguez and Arcangelo Primato with “Paperwood“; the third to Davide Bozzo with “Arcaica“.

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TERRITORIO

In ricordo di Giuliano Biscatti di Elisabetta Comerio foto Archivio ASST Lariana

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a festa di Sant’Antonio Abate, che ricorre il 17 gennaio, quest’anno all’ospedale di Cantù è stata ancora più speciale. Infatti, alla presenza di Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio Regionale, il reparto di pediatria dell’ospedale brianzolo è stato intitolato alla memoria del professor Giuliano Biscatti. Il Presidente ha speso parole di elogio per il medico scomparso lo scorso anno: “Vogliamo che la sua grande lezione non venga mai persa e che si continui a potenziare e far crescere questo reparto per curare al meglio i nostri bambini”. Trentadue anni di lavoro, dal 1969 al 2001, nel presidio brianzolo e quasi trentamila bambini visitati, Giuliano Biscatti è stato il fondatore della Pediatria di Cantù. Il direttore generale Fabio Banfi ha annunciato che il dottore verrà insignito del primariato emerito. “Un uomo che ha rivoluzionato il reparto, è stato un precursore della pediatria moderna” ha detto l’attuale primario, Alfredo Caminiti. “Il reparto da lui diretto è stato un modello del tempo” ha sottolineato Michele Ramella medico e consigliere comunale che assieme a molti altri ha promosso questa intitolazione. Alla cerimonia è intervenuta anche la figlia Lucia con la sua famiglia insieme a tanti amici del medico che insieme ad alcuni imprenditori locali hanno promosso una raccolta fondi finalizzata alla realizzazione di progetti destinati all’area materno-infantile dell’ospedale.

In memory of Giuliano Biscatti T

he day of Holy Antonio Abate, on January 17, this year at the hospital of Cantù was even more special. In fact, with Alessandro Fermi, President of the Regional Council, the department of pediatrics of the hospital of Brianza has been entitled to the memory of the professor Giuliano Biscatti. The President spent eulogy words for the doctor who passed away last year: “We want to keep his great lessons in mind and to continue improving this department to take care of children in the best way”. 32 years of work, from 1969 to 2001, in the hospital of Brianza and almost 30.000 children visited, Giuliano Biscatti was the founder of Pediatrics in Cantù. The general director Fabio Banfi announced that the doctor will be award by the primary physician. “A man who revolutionised the department, has been a forerunner of the modern pediatrics” said the present primary physician, Alfredo Caminiti. “The department he directed was considered a model at that time” stressed Michele Ramella and communal advisor who together with many other people promoted this award. During the ceremony the daughter Lucia took part with her family and some friends of the doctor that together with some local entrepreneurs promoted a fund-raising aimed at developing the projects for the infantile - motherly area to be destined to the hospital.

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EVENTI

Amici di Como e Magic Lake Winter 2019-20

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foto Matteo Congregalli

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oppio scenario per la serata natalizia di Amici di Como all’interno della magica atmosfera di Città dei Balocchi per la presentazione delle riviste Magic Lake e What’s On. Al Palace Hotel, un ricco buffet preparato dagli chef dell’hotel, ha accolto gli ospiti e le autorità, fra cui ospite d'onore la notissima giornalista Tiziana Ferrario, prima degli interventi del presidente Silvio Santambrogio e del procuratore generale Daniele Brunati. I partecipanti si sono poi trasferiti in Cattedrale per il momento più atteso, il concerto di Natale con la prestigiosa partecipazione de I Solisti Aquilani e del coro Hebel diretti da uno dei più interessanti talenti italiani, il maestro Alessandro Cadario, con la partecipazione di Alessandro Milani e Luca Ranieri, primo violino e prima viola dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Un bel regalo alla città offerto da Amici di Como e Consorzio Como Turistica con il patrocinio e il contributo di Regione Lombardia, grazie alla disponibilità della Chiesa Cattedrale.

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wo locations for the Christmas evening of Amici di Como during the magic time of Città dei Balocchi for the presentation of the magazines Magic Lake and What’s On. At the Palace Hotel, a rich buffet organized by the chef of the hotel welcomed the guests and the authorities, among them, the special guest is the famous journalist Tiziana Ferrario, before the speeches of the president Silvio Santambrogio and the general prosecutor Daniele Brunati. Then the guests reached the Cathedral for the most important moment of the evening, the Christmas concert with the prestigious performance of I Solisti Aquilani and the choir Hebel directed by one of the most interesting Italian talents, the conductor Alessandro Cadario, with the participation of Alessandro Milani e Luca Ranieri, primo violino and prima viola of Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. A beautiful gift that Amici di Como and Consorzio Como Turistica made to the city, under the patronage and with the contribution of the Lombardy region, thanks to the availability of the Cathedral.


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di Marina Moretti foto Andrea Butti

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uccesso confermato per l’edizione 26 della Città dei Balocchi. Il mercatino con le sue casette in legno, le illuminazioni sui palazzi, l’albero vestito di luce, la mostra dei presepi con le sue collaborazioni internazionali, la pista di pattinaggio affacciata sul lago, gli appuntamenti per bambini e famiglie, le iniziative di solidarietà, lo spettacolo pirotecnico, le condivisioni sui social, fra cui alcuni celebri influencer come Chiara Ferragni, hanno consolidato l’apprezzamento da parte di chi vive un evento che da più di un quarto di secolo rende Como a Natale una città magica. Le difficoltà sono state affrontate in sinergia con tutti gli Enti e le Istituzioni, perché la Città dei Balocchi parte da un’idea del Con-

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sorzio Como Turistica, con Amici di Como come main sponsor, ma è una manifestazione di tutti e per tutti. In 45 giorni di evento, dal 23 novembre al 6 gennaio, le persone si sono emozionate e divertite e hanno attinto da Como le suggestioni, le bellezze, le atmosfere. Grazie alla consolidata cooperazione e all’impegno degli organizzatori, dello staff, di tutti i collaboratori e degli sponsor, la 26esima è stata anche l’edizione che ha voluto dare importanza alla sostenibilità e alla sensibilizzazione verso un tema fondamentale: l’amore per il pianeta. Parallelamente, Lake Como Christmas Light, giunto alla seconda edizione, ha trasformato il meraviglioso Lago di Como nel Presepe più grande del mondo.



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uccess confirmed for the 26th edition of CittĂ dei Balocchi. The market with its little houses in wood, the lights on the palaces, the tree enlightened, the Nativity exhibition with its international collaborations, the ice rink on the lake, the appointments for children and families, the charity events, the fireworks, the post on the social media, among which the one of the famous influencer Chiara Ferragni, confirmed the appreciation by those who live an event that for 26 years let Como be a magic city. The difficulties have been faced in synergy with all the Companies and the Institutions, because CittĂ dei Balocchi is an idea that starts within Con-

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sorzio Como Turistica, with Amici di Como as a main sponsor, but it is an event of everybody for everybody. 45 days, from November 23 to January 6, all the participants were excited and had fun because Como transmitted suggestion, beauty and atmosphere. Thanks to the consolidated cooperation and the commitment of the organizers, of the staff, of all the collaborators and sponsors, the 26th edition was the one focused on sustainability and awareness towards an important topic: the love for the planet. At the same time, Lake Como Christmas Light, reached its second edition; it turned Lake Como in the biggest Christmas crib of the world.


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TERRITORIO

XXVI Edizione

#BalocchiAmo

Sezione MAGIC LIGHT FESTIVAL 1 classificato: Daniele Bollini

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MENZIONE SPECIALE Romeo Bucaya

Sezione MAGIC LIGHT FESTIVAL 2 classificato: Gesuele Bellini

Sezione MAGIC LIGHT FESTIVAL 3 classificato ex aequo: Romeo Bucaya

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re le categorie del Concorso Fotografico #BalocchiAmo: Magic Light Festival, Lake Como Christmas Light e Luci e Ombre in architettura, grazie alla collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Como.

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Sezione MAGIC LIGHT FESTIVAL 3 classificato ex aequo: Alberto Capitanio

mong the categories of the Photo Contest #BalocchiAmo: Magic Light Festival, Lake Como Christmas Light and Lights and Shadows in architecture, thanks to the collaboration with the Association of Architects of Como.

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Sezione LUCI E OMBRE IN ARCHITETTURA 1 classificato Elena Galli

Sezione LUCI E OMBRE IN ARCHITETTURA 2 classificato Davide Bollini

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Sezione LUCI E OMBRE IN ARCHITETTURA 3 classificato Vinicio Bernardelli


Sezione LAKE COMO CHRISTMAS LIGHT 1 classificato: Maurizio Moro

Sezione LAKE COMO CHRISTMAS LIGHT 2 classificato: Gionata Di Caro

Sezione LAKE COMO CHRISTMAS LIGHT 3 classificato: Fabrizio Molina

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XMAS LIGHT di Giangabriele Palimento foto Maurizio Moro

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e la prima edizione del Lake Como Christmas Light ha ottenuto un successo superiore alle aspettative grazie alla collaborazione di 14 Comuni del Lago e di privati che hanno contribuito attivamente alla realizzazione del progetto in stretta sinergia, la seconda edizione ha raddoppiato risultati e successi. 16 i Comuni che hanno partecipato al secondo anno di manifestazione con 48 punti illuminati che sono risultati il doppio di quelli dell’anno precedente. Si chiude un biennio che ha dimostrato che si può far vivere una stagione che notoriamente non ha mai offerto molto interesse per il territorio. Eventi, alberghi aperti nella stagione invernale, attività culturali e turistiche formano invece un

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insieme di accoglienza appetibile e ricercata. Per fare tutto questo c’è stato bisogno di un duro lavoro durante tutto l’anno di preparazione, di allestimenti, di organizzazione che in abbinamento ad una comunicazione tempestiva, efficace e capillare ha posto sotto i riflettori nazionali ed internazionali tutte le potenzialità e le offerte. Il risultato principale è rappresentato dall’interesse già nei primi mesi dell’anno da parte di Tour Operator per l’organizzazione di gruppi turistici, l’aumento importante delle crociere in notturna sia pubbliche, sia private, meeting, simposi e cene aziendali organizzati durante il periodo della manifestazione e i dati di presenze che arrivano dalle principali località sul lago.


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he first edition of Lake Como Christmas Light obtained an unexpected success thanks to the collabora-tion with 14 Municipalities of Lake Como and with private citizens who actively contributed to the pro-ject, it actually doubled the results and the successes. 16 Municipalities took part in the second edition of the event with 48 illuminated points which turned out to be the double of the previous year. These two years demonstrated that it is possible to give life to a season that never offered much interest for the territory. Events, hotels opened in the winter season, cultural and tourist activities create a desirable and

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sought-after welcome. To develop this project it took one year preparation, settings, organization that combined with a timely, effective and capillary communication has put under the national and interna-tional reflectors all the potentialities and the offers. The main result is already represented by the inte-rest in the first months of the year from Tour Operator for the organization of tourist groups, the huge in-crease of both the private and public night cruises, the meetings, symposium and business dinners organi-zed during the event and the data on the presences that come from the main destinations on Lake Como.



EVENTI

Sul lago dorato...

LE OMBRE DEL MISTERO di Giorgio Gosetti e Marina Fabbri foto Archivio Noir in Festival

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uasi a incorniciare il nuovo successo della Città dei Balocchi, anche questa volta si è ripetuto il miracolo di un grande festival internazionale sulle rive del Lario. Infatti, con il sostegno indispensabile dell’Associazione Amici di Como e di Consorzio Como Turistica e il supporto sia del Comune che delle categorie professionali, il Noir in Festival ha fatto tappa a Como nella prestigiosa location di Villa Olmo dal 6 all’8 dicembre. Il tema comune dei due momenti di spettacolo era la fantasia e il Noir ha portato il suo contributo di storie e personaggi con una connotazione… misteriosa, del tutto adatta alla bella villa neoclassica che conserva memorie disparate: dal passaggio degli Asburgo a quello di Napoleone, dal Generale Garibaldi alla pattuglia dei fisici rivoluzionari tra Majorana e Fermi. Di storie mystery Como e il suo lago ne potrebbero

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raccontare tante: il festival vi ha aggiunto quest’anno il racconto di Giancarlo De Cataldo sulla Repubblica Romana (un passaggio tra Mazzini e Garibaldi in chiave noir con il romanzo Quasi per caso); le incursioni nella Scandinavia in noir tra le indagini filmate di Stockholm Requiem e un maestro del genere come Håkan Nesser con la bella trilogia Intrigo tra pagine scritte e filmate (tre film in anteprima con l’autore di Millennium, Daniel Alfredson); la Black Comedy di Gino Vignali La notte rosa con le sue storie riminesi e felliniane; gli scontri tra magistrati e polizia di Piernicola Silvis con Gli illegali, presentato da una figura di spicco a Como come Vittorio Nessi; l’avvocato Michele Lofoco, che sul Lago è cresciuto e vi è tornato col suo commissario Morando e Il ladro d’identità. I due eventi di spicco sono stati invece legati a due autentici

eventi: in apertura la versione restaurata di un capolavoro come Il terzo uomo di Carol Reed e Graham Greene, con Orson Welles e Alida Valli, presentato da Angela Allen (l’ultima testimone di un set che ha fatto la storia del cinema) e Adrian Wootton (direttore della London Film Commission). In chiusura l’incontro con il vincitore del Raymond Chandler Award 2019, lo scrittore Jonathan Lethem, una delle voci più originali e premiate della letteratura americana contemporanea tra Motherless Brooklyn e Il detective selvaggio. Un programma di cinema, letteratura, novità e riscoperte che si è ben sposato con un evento d’attualità: il MICI19, workshop produttivo organizzato dall’AGICI (Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti). Dopo l’apertura a Como. Il festival si è trasferito a Milano per regalare nuove atmosfere noir.


In alto a sinistra, Dario Argento premia Jonathan Lethem, a sinistra, l’incontro con Håkan Nesser; in basso, alcune immagini del festival Above, on the right, Dario Argento awards Jonathan Lethem, on the left, the meeting with Hakan Nesser; below, some images of the festival

On the golden lake... the shades of the mystery T

o testify the new success of Città dei Balocchi, also this year it took place the miracle of a great international festival on the shores of Lake Como. In fact, with the essential support of the Association Amici di Como and the support of both the Municipality and the professional categories, the Noir in Festival arrived in Como in the prestigious location of Villa Olmo from December 6 to 8. The main topic of the two moments of entertainment was the imagination and the Noir brought its contribution of stories and characters with a… mysterious connotation, perfect for the beautiful neoclassic villa that keeps disparate memories: from the passage of the Habsburg, to the one of Napoleon, from General Garibaldi to the pa-trol of the revolutionary physiques, among them Majorana and Fermi. Como and its lake could tell many mysteries: this year

the festival added the story by Giancarlo De Cataldo on the Roman Republic (a passage between Mazzini and Garibaldi in noir with the novel ‘Quasi per caso’); the incursions in the Scandinavia in noir among the filmed inquiries of Stockholm Requiem and a master such as Håkan Nesser with the beautiful trilogy Intrigo (three previews with the author of Millenni-um, Daniel Alfredson); the Black Comedy by Gino Vignali La notte rosa with its references to Fellini and Rimini; the clashes between the magistrates and the police by Piernicola Silvis with Gli Illegali, presented by an important personality in Como, Vittorio Nessi; the lawyer Michele Lofoco, who was raised on the lake and he came back here with his commissary Morando and Il ladro di identità, The two main events were linked to two authentic events: in the opening the restored version of

a masterpiece such as Il terzo uomo by Carol Reed and Graham Greene, with Orson Welles and Alida Valli, pre-sented by Angela Allen (the last witness of a set that made the history of cinema) and Adrian Wootton (director of London Film Commission). At the end, the meeting with the winner of Raymond Chandler Award 2019, the writer Jonathan Le-them, one of the most original and awarded voices of the contemporary American literature, with Motherless Brooklyn and The feral detective. A program of cinema, literature, novelties and rediscoveries that is well combined with an up-to-dateness event: the MI-CI19, productive workshop organised by the AGICI (Association General Industrie CineAudiovisive Indipendenti). After the opening in Como, the festival was transferred to Milan to present new noir atmospheres.

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Valtellina e Grigioni A Passo libero: le celebri salite del Parco dello Stelvio, senza motori


di Gian Enrico Ghilotti foto Parco Nazionale dello Stelvio/Juri Baruffaldi/Enrico Pozzi

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arti leggero. E’ mattina. Ieri sera ha piovuto e il vento da Nord ha fatto le pulizie in cielo, scopando via le nuvole. Dopo il bivio che divide la Statale 38 dello Stelvio dalla Provinciale che porta a Livigno, una transenna, per un giorno, segna il confine tra l’uomo e la macchina. La giornata senza traffico motorizzato inizia da qui. I larici scompongono l’aria in un fruscio leggero. Il primo tornante ti aspetta e dopo di lui altri 39 suoi fratelli ti daranno il benvenuto, fin su al Passo dello Stelvio. Quota 2758, dislivello 1553 metri. Nessun rombo d’auto si intrometterà tra te, le tue forze, la tua felicità e il tuo sudore. Nessun urlare di moto in accelerata ti farà sobbalzare sul sellino della tua bicicletta. Sei sulla strada più alta delle Alpi, non senti rumori, ma ti ascolti. Senti il tuo corpo che ti parla, senza essere disturbato dal quotidiano frastuono. Senti il tuo respiro, senti il tuo cuore che pompa energia. Insieme a questo dialogo intimo, ti arrivano altre voci. Te le porta il vento, avvolgendotele addosso come una sciarpa che ti tiene compagnia per la salita. Sono quelle di tutti quegli altri che, come te, stanno gustandosi questa giornata regalo, su una strada che è tutta nostra, almeno per un giorno. Non una striscia di asfalto che si fa largo tra mughi e pastura, solcando la valle del Brau-

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lio, ma una leggenda. Un libro con i capitoli a tornanti, che salendo fanno girare le pagine della storia. Quest’anno compirà vent’anni il regalo che il Parco Nazionale dello Stelvio fa, come ogni estate, agli sportivi di ogni età, vietando al traffico motorizzato la strada con la quale condivide il nome e che ne attraversa il cuore. L’anno scorso questo regalo non se lo sono voluto perdere in 12.000 mila, portando in cima al Passo, dai suoi tre versanti, quello valtellinese, quello svizzero e quello sudtirolese, la loro emozione. Tanto più vera perché sudata, sventolata come uno stendardo votivo in un pellegrinaggio di un unico grande popolo sportivo. Chi in bicicletta, chi a piedi, chi da solo, chi in gruppo con gli amici di pe-

dalata, chi in famiglia, con bimbi al seguito, tranquillamente scarrozzati nella poltrona del loro rimorchietto. Questa giornata di festa ha sempre avuto un nome storico, un nome che di per sé fa già leggenda: Salita alla Cima Coppi. Un ricordo, un sogno e un desiderio, inalati insieme all’aria fresca. Roba da non perdere. Da tre anni, quelli del Parco dello Stelvio, a questa classica salita senza motori, ne hanno voluto aggiungere altre due. Sono andati a prenderle dal grande libro rosa del Giro d’Italia: il Gavia e il Mortirolo. Entrambe solcano il territorio del Parco e battono forte nel cuore di tutti gli sportivi, e non solo nel loro. A questo regalo hanno anche dato un nome “Enjoy Stelvio National Park” e,


visto che natura e Giro pedalano insieme da più di cent’anni, quest’anno ci hanno anche aggiunto la salita ai Laghi di Cancano, dove la grande corsa rosa farà tappa il prossimo 28 maggio, con un traguardo che ha tutte le carte in regola per fare classifica e storia. Sul materiale informativo della manifestazione, sui social e sul sito si legge che l’obiettivo è “riportare la montagna, per qualche ora, al silenzio e permettere a tutti gli appassionati di sport in natura di godersi queste giornate, una volta tanto, senza l’assillo del traffico”. Di momenti così ne occorrerebbero di più. In fondo è come nella scultura, devi togliere materia per arrivare alla bellezza e scoprire l’opera. Il territorio del Parco è grande, e

queste giornate regalo sono un modo per far capire che, come per pedalare in salita occorre sforzo, così anche decidere di lasciare l’auto una volta tanto e procedere a piedi è uno sforzo che vale la pena di fare. Ce lo ripetono spesso che fare del movimento in un ambiente ricco di ossigeno ci toglie di dosso lo stress, aiutando il nostro cervello a darsi da fare nel produrre serotonina, l’ormone del buonumore. Pedalando e guardando gli altri che lo fanno insieme a te in questa giornata, non occorre essere uno scienziato per crederci. Enjoy Stelvio National Park è una festa. Obbligatorio contemplare, fermarsi, guardare gli altri, sentire di appartenere all’ambiente che ci contiene e lasciare per un giorno

alla catena quella competizione che ci morde i giorni. Prima galleria, quella che precede la deviazione verso i romanici Bagni Vecchi e prima sosta davanti alla lapide che dà onore a quel tal Donegani, al quale, prima gli austriaci e oggi noi, dobbiamo tanto di questa felicità viaria. Una foto è d’obbligo. Incrocio lo sguardo di un omino minuto, colorato nella suo completo da ciclista. Anche lui fermo al primo pit stop di contemplazione. “È bellissimo” - mi dice, non riuscendo a trattenere l’emozione. “Senti l’aria in faccia, ti senti libero. Finalmente non devi pensare ad auto e moto che ti sfiorano, rischiando di farti cadere. Sembra quasi che la strada ti parli. I tornanti li conti. La pendenza ti morde le gambe, ma la gioia di esserci si porta via la fatica”. Arturo ha superato i settant’anni, non è un famoso campione del ciclismo, ma da quando il Parco si è inventato questa festa, lui non ha mancato nemmeno un appuntamento. Ogni anno, alla fine di agosto arriva qui, ai piedi dello Stelvio, per godersi la sua giornata. Ci viene con la sua amante, sempre la stessa, di colore azzurro cielo, con un’aquila dorata sul canotto e la scritta Bianchi sul telaio. Porta anche sua moglie, che da altrettanti anni non lo lascia solo in questa giornata da innamorato. Lei non si intromette. Lo vede felice

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e le basta. Lo aspetta e intanto sale a piedi. Dove arriva, arriva. Non si pone una meta. La giornata è lunga - “tanto non ci sono pericoli e salendo si trova tanta gente”. Come Arturo sono in molti ad attendere questa giornata come un regalo di Natale fatto in anticipo, quando l’estate profuma di aria pulita che sa già di settembre. Sono emozioni che in auto non puoi nemmeno immaginare. Tieni il conto dei tornanti. Il tuo respiro ne solfeggia lo spartito. Superi quel che rimane della Prima Cantoniera e, dopo le gallerie, la valle ti soffia in faccia i suoi profumi. Il sudore salato ti pizzica gli occhi. Alzi lo sguardo dal manubrio e ti si dipinge negli occhi una trama di tornanti che cuce la pendenza. Nelle tue orecchie, la cascata del Braulio non deve sconfiggere il rombo motociclistico e aumenta la sua voce, mano a mano che ti avvicini a lei. Altro tornante. A destra la Valle dei Vitelli e a sinistra la Seconda Cantoniera, chiamata anche Casino dei Ròtteri. Siamo a cavallo della storia di questa via di comunicazione tra il Nord e il Sud della Alpi e, dietro allo sbiadito color rosso cantoniera, questi muri davano alloggio ai famosi cavalli di rotta, quelli che in testa alle carovane dovevano rompere la neve fresca per ritrovare il solco della strada. Per fortuna oggi non ne-

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vica. Una sosta è d’obbligo. Molti la pensano come te. Il parcheggio a bordo strada é un set fotografico. I selfie si sprecano e i filmati pure. Sali, e sai che dopo quel serpente di tornanti ci sarà il piano, un premio prima dell’ultimo strappo verso il Passo. Cambi rapporto, i muscoli ringraziano. Un gruppetto di ciclisti é fermo davanti alla chiesetta di San Ranieri. Hanno appoggiato le biciclette al muro, smangiucchiato dal gelo. Sotto, nell’alveo glaciale, la malga profuma l’aria di stalla e latte appena munto. Attraversano la strada e leggono i nomi dei caduti sulla stele torreggiante che li ricorda. Sono moltissimi i giovani che pedalano tranquilli verso il Passo, coetanei di altri, che qui hanno lasciato la loro giovinezza, in un’inutile guerra d’alta quota tra i ghiacci. In fondo è anche questo un modo per ringraziarli del sacrificio. Basta pensarci. Il piano finisce e gli ultimi tornanti ti vengono incontro. Il Passo, con la sua urbanizzazione da sci estivo, lo vedi. Più su, dopo la Quarta Cantoniera, i pellegrini a pedali ne incrociano altri. Sono quelli che hanno risalito i boschi svizzeri della Val Munstäir, sulla stessa strada che nel 1493 fece la bellissima Bianca Maria Sforza per raggiungere a Innsbruck il di lei consorte, Massimiliano d’Asburgo. Altri ancora, come un torrente che

sfida la forza di gravità, si riuniranno al fiume di sportivi, su al Passo. Avranno nelle gambe i 48 ritmici tornanti che separano la Val Venosta e Trafoi dal trittico gioco dello Stelvio. Poi, come dopo un rituale bagno nel Gange, tutto verrà incensato dal profumo di wurstel e crauti, sotto lo sguardo del profilo affilato del “campionissimo” Fausto Coppi, che osserva dal suo monumento, la gioiosa fiumana di emuli. Le strade non possono cancellare i confini, ma li cuciono e la natura del Parco è la stoffa pregiata di questo vestito di montagne e ghiacci. Ce l’abbiamo fatta. Godiamoci la giornata. Lo stomaco reclama il suo premio. La foto di rito da inviare agli increduli e poi, la discesa ci attende. Una mamma, con casco rosa, prima di mettersi in sella, si china e rimbocca la copertina di pile al suo bimbo accucciato nel suo rimorchietto. Il piccolo ciclista del futuro ha una bandierina in mano e la sventola, salutando tutti quelli che vede. Anche lui, in bicicletta, scoprirà il mondo. Come abbiamo fatto tutti. Le manifestazioni sportive richiamate in questo articolo hanno subito variazioni a seguito delle disposizioni dettate dall’emergenza COVID19, a partire dal Giro d’Italia, ad oggi rimandato a data da destinarsi. Consultare i siti di riferimento riportati nel Box a pag 135, per ulteriori informazioni.


ENJOY STELVIO NATIONAL PARK Il calendario delle salite con gli orari di chiusura al traffico motorizzato. (Salvo diverse disposizioni)

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xperience the legendary mountain passes of the Alta Valtellina and the Alta Val Camonica without motorised traffic. This is ‘Enjoy Stelvio National Park’, a gift from the Stelvio National Park to all sports enthusiasts. Eight dates spread across the summer from June to August, that for the last three years have been some of the most popular events in this part of the world, where nature and sport beat with one heart. The landscapes of the park provide the spectacular backdrop of some of the most famous cycling climbs in the Alps, the location of countless sporting achievements. Here on the Stelvio, Gavia and Mortirolo Passes many champions have pedalled their way to their place in the history books of the Giro D’Italia. This year on 28th May the climb up to Lago di Cancano will also feature on the Giro for the first time. These roads, as well as being historic communication routes between the northern and southern Alps, have long born witness to the history of mankind and its achievements,

GIUGNO 2020 Venerdì 19 - Passo Gavia, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 Sabato 20 - Passo del Mortirolo, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 Domenica 21 - Salita ai Laghi di Cancano, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 the scene of so many sporting triumphs. Long sequences of hairpin bends that put the abilities of the most committed athletes to the test, cyclists and non. Nothing beats that special feeling of following in the footsteps of champions past and present, but above all, this is the chance to push yourself to your limits, challenging yourself to reach your own personal finish line while enjoying the incomparable scenery; perhaps, for those who are less physically fit, with the help of an e-bike. The initiative continues what has become a tradition for the Stelvio National Park, the Scalata Cima Coppi, this year in its 20th edition. On the day of the race, which this year falls on 29th August, all the roads up to the Stelvio Pass will be closed to traffic. From 8.00am to 4.00pm the pass, from the Lombard, the Alto Adige, and the Swiss side, will only be reachable on foot or by bike (or any other way you choose where you arrive using your own strength). You can find all information on the event at www.enjoystelviopark.it

LUGLIO 2020 Venerdì 24 - Passo del Mortirolo, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 Domenica 26 - Passo Gavia, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 AGOSTO 2020 Venerdì 28 - Salita ai Laghi di Cancano, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 Sabato 29 - Passo dello Stelvio Scalata Cima Coppi 20^ edizione, chiusura strada dalle 8:00 alle 16:00 Domenica 30 - Passo Gavia con Contador Day, chiusura strada dalle 8:30 alle 12:30 INFO www.stelviopark.it www.enjoystelviopark.it www.altavaltellina.it www.valtellinaturismo.com

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Ticino Monte Generoso panorami da scoprire

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di Marili Fontana foto Mendrisiotto Turismo

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l Monte Generoso è una montagna il cui passato turistico e la cui attrattiva sono noti a molti, a livello internazionale. In molti hanno infatti deciso di raggiungere la vetta di questo monte nel corso dei 130 d’attività del treno a cremagliera che da Capolago raggiunge la vetta. Ma l’ambizione di raggiungere questa cima e di esplorare l’ampio comprensorio di questa splendida montagna, ha coinvolto moltissime altre persone che nei secoli hanno assaporato il piacere di percorrere a piedi i molti sentieri che partono dal piano, dalla Valle di Muggio e dalla Val Mara. Tappa quasi di “rito” nella scoperta di questo territorio è quella da dedicare alla zona della Bellavista e dei Dossi. Fino a qui si può arrivare in auto e lasciare l’auto sull’ampio parcheggio per poi decidere di raggiungere la vetta, la Val Mara, l’Alpe del Caviano oppure Scudellate, in Valle di Muggio. Dalla zona è possibile ammirare panorami e prospettive molto diverse della regione. Affacciandosi in prossimità della fermata della Ferrovia proprio dove si trova la zona intermedia è possibile dare uno sguardo al Lago Ceresio, al Monte San Giorgio e, guardando oltre, anche alla catena delle Alpi. Dalla Cascina d’Armirone, che si trova poco più avanti il panorama è “doppio”: a est la Valle di Muggio ed il profilo del Monte Generoso che raggiunge la vetta, a ovest la pianura in direzione di Mendrisio e oltre, in direzione della Pianura Padana. Dall’Alpe del Caviano il panorama è ampio e più aperto verso la Lombardia e da qui non è difficile vedere le luci dell’aeroporto o scorgere addirittura la svettante “Madoninna” in cima al Duomo di Milano. Ma i punti panoramici sono molti e quindi l’invito è quello di scoprirli!

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onte Generoso is a mountain whose tourist past and whose attraction they are well-known to many at international level. Many people decided to reach in fact the top of this mountain during 130 years of activity of the train that from Capolagoreaches the top. But the ambition of reaching this peak and of exploring the wide district of this wonderful mountain, has involved many other persons who in the centuries have savored the pleasure of walking through many trails that start from the plan, from Valle di Muggio and Val Mara. The area of Bellavista and Dossi is a destination you cannot miss when you are in this territory. You can get there by car and then you leave your car in the wide parking area to reach the top, Val Mara, Alpe del Caviano or Scudellate, in Valle di Muggio. In the area it is possible to admire very different views and perspectives of the region. Looking down close to the stop of the railway, where is located the intermediate zone, it is possible to give a look at Lake Lugano, Monte Generoso and far beyond, the chains of the Alps. From Cascina d’Armirone, that is located further ahead, the view is “double�: to the east Valle di Muggio and the outline of Monte Generoso which reaches the top, to the west the plain in direction of Mendrisio and further, in direction of the Po Plain. At the Alpe del Caviano the view is wide and more opened towards Lombardy and from here it is not difficult to see the lights of the airport or to see the lopped "Madoninna" on the top of the Cathedral of Milan. By the way there are many panoramic points and the invitation is to discover them!

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ARTE

La Pinacoteca

Züst di Rancate un tesoro per il Ticino

di Marina Moretti foto Archivio Pinacoteca Züst

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a Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate nasce da un gesto di generosità con il quale Giovanni Züst nel 1966 donò parte delle sue collezioni da collocare nel piccolo borgo del Mendrisiotto dove aveva vissuto fin dal 1930. Il nucleo principale è costituito dalle opere di Antonio Rinaldi, pittore svizzero ottocentesco di cui si conservano un centinaio di dipinti e oltre 250 disegni. Accanto a Rinaldi, sono esposte opere di Giovanni Serodine, pregevole pittore del Seicento e di Giuseppe Antonio Petrini, uno dei protagonisti del Settecento lombardo. Il secolo maggiormente rappresentato rimane comunque il XIX, che allinea dipinti di importanti pittori ticinesi: Luigi Rossi, Adolfo Feragutti Visconti, Ernesto Fontana, Bernardino Pasta. Negli anni, le collezioni della Pinacoteca Züst hanno continuato ad accrescersi grazie ad acquisti, donazioni e depositi. Si ricorda in particolare la raccolta Molo, che comprende capolavori di arte italiana fra cui Fattori, Previati e Segantini. Ne parliamo con Mariangela Agliati Ruggia, attuale direttrice della Pinacoteca. Giovanni Züst era un grande mecenate: quale fu la molla che lo indusse a donare le sue collezioni? La frase di Goethe ‘i collezionisti sono persone felici’ ben si addice all’imprenditore che fondò l’omonima ditta di spedizioni e che scelse di vivere nel piccolo borgo di Rancate. Lui amava collezionare, non per se stesso, ma per condividere. Tant’è vero che la sua raccolta di dipinti fu donata allo Stato del Cantone Ticino dieci anni prima della sua morte, 600 oggetti di arte antica furono destinati alla città di Basilea e 169 argenti a San Gallo. La sua generosità era nota a tutti, apriva spesso la villa e il parco ai bambini dell’asilo. E’ stato un modello di insegnamento unico. Quale ruolo svolge la Pinacoteca Züst nell’ambito della vita culturale del Ticino?

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Oltre alle collezioni permanenti, la Pinacoteca propone mostre temporanee curate da personalità di spicco del mondo dell'arte e allestite da architetti noti a livello internazionale: Mario Botta ha firmato gli allestitimenti di un’esposizione sul Rinascimento e di una rassegna dedicata alla scultura lignea, Stefano Boeri quello della mostra su Giovanni Serodine. L’obiettivo è scandagliare il nostro territorio e anche riscoprire artisti dimenticati, ma che hanno offerto un importante contributo alla cultura del Ticino e della Lombardia. E’ un lavoro che, sono sicura, impegnerà la Pinacoteca ancora per molti anni. Quali sono le opere più pregevoli conservate in Pinacoteca? Il “San Pietro” di Giovanni Serodine è considerato il capolavoro del pittore secentesco che con il suo stile caravaggesco acquistò grande fama nella Roma dell’epoca. Morì a 30 anni e la sua produzione annovera solo una ventina di opere. La Pinacoteca Züst è il museo che ha il maggior numero di dipinti attribuiti al pittore, e solo questo merita una visita. Pregevoli sono poi le opere di Giuseppe Antonio Petrini, di Antonio Rinaldi e dei pittori lombardi e ticinesi dell’Ottocento. Oggi il visitatore è sempre più attento a criteri quali accessibilità, funzionalità e comodità. Quali attenzioni vengono riservate a questi temi? La Pinacoteca è un museo piacevole da visitare perché creato con criteri moderni nell’ex casa parrocchiale di Rancate restaurata e ampliata dall’architetto Tita Carloni. Il visitatore ha a disposizione audioguide, cartelli e cartoncini con spiegazioni delle opere e poi ha la possibilità di prendere un seggiolino e posizionarlo dove vuole per contemplare meglio un’opera o per godere un attimo di relax.


1 Antonio Rinaldi, Ritratto della carta squarciata, 1840-1850 ca., olio su cartone - 2 Giovanni Serodine, San Pietro, 1628-1630, olio su tela - 3Luigi Rossi, La raccolta delle ostriche, 1900-1910 ca., olio su tela

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A treasure for Ticino P

inacoteca Giovanni Züst of Rancate was born from a generosity gesture by Giovanni Züst, in 1966 he donated part of his collections to the hamlet of Mendrisiotto where he lived from 1930. The main part is made by the works by Antonio Rinaldi, nineteenthcentury Swiss painter, by Giovanni Serodine, valuable artist of the 17th century and by Giuseppe Antonio Petrini, one of the protagonists in the 18 century in the Lombardy region. During the years, the collection kept on growing thanks to purchases, donations and deposits, among them the collection Molo, which includes Italian works of art, such as Fattori and Segantini. Mariangela Agliati Ruggia is the present curator of the Pinacoteca. "Giovanni Züst was a great patron. The words of Goethe 'Collectors are happy persons' look good on him. He loved to collect, not for himself, but to share. His collection of paintings was donated to the state of Canton Ticino ten years before his death, 600 objects of ancient art were destined to the city of Basel and 169 silver objects to San Gallo. Beyond the permanent collections, Pinacoteca proposes temporary exhibitions organized by important personalities, such as in the past, Mario Botta and Stefano Boeri. Among the most valuable works of the permanent col-lections, to mention “Holy Peter” by Giovanni Serodine, masterpiece of the seventeenth-century painter. The Pinacoteca is located in the former parish house of Rancate restored by the architect Tita Carloni with modern criteria: audioguides, cartels with explanations of the works, a seat to better ob-serve the work and to enjoy a moment of relax”.

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Mariangela Agliati Ruggia, direttrice Pinacoteca Züst PINACOTECA GIOVANNI ZÜST Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Via Pinacoteca Züst 2 6862 Rancate (Mendrisio) Svizzera Tel. +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest decs-pinacoteca.zuest@ti.ch Orari: Aprile-Giugno: 9-12 / 14-17 Luglio-Agosto: 14-18 Ottobre-Gennaio: 10-12 / 14-18 Chiuso il lunedì, 24, 25, 31/12 Festivi aperto


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These runners belong to the Black Edition line, capsules that combines urban style, innovation and contemporary design. They are made of calfskin with nylon inserts and have a high contrast sole in rubber. Ultra-modern footwear to wear with trousers and sports jackets.

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A trouser designed for the Athleisure: the business man that does not give up elegance but at the same time comfort. It is a single fabric developed exclusively for PT resulting from technologies never used before for formal clothing, the right combination of style, design and technology.

Брюки предназначены для активного образа жизни. Идеальны для бизнесмена, который одновременно выбирает элегантность и комфорт. Выполнены из уникальной ткани, разработанной исключительно для PT с применением новейших технологий, которые ранее не использовались для повседневной одежды. Прекрасное сочетание стиля, дизайна и технологий.

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FASHION & LUXURY DAMIANI - Margherita Margherita combina con grande equilibrio pietre preziose e semipreziose, raffinate incastonature e dettagli di design, modernità e tradizione. Il fiore risplende di bagliori che rivelano la qualità assoluta di oro, diamanti e pietre preziose e l’abilità dei gioiellieri nell’esaltare l’eccezionalità di ogni singola gemma.

Margherita combines with a great balance precious and semi precious stones, refined settings and design details, modernity and tradition. The flower shines with flashes that reveal the absolute quality of the gold, diamonds and precious stones and the ability of the jewelers to enhance the uniqueness of each single gem.

Margherita – это прекрасное сочетание драгоценных камней, золота, бриллиантов, изысканной оправы и утонченного дизайна, традиций и современного стиля. Уникальный цветок ослепительно сияет, играя в лучах света, подчеркивая мастерство ювелиров и их способность раскрывать уникальность каждого драгоценного камня.

DAMIANI - D.Icon La ceramica Hi-Tech nella lavorazione tradizionale dell’oro e dei diamanti dà vita a un gioiello elegante e glamour dal design unico e moderno. Le forme piene e circolari sono enfatizzate dalla sezione bombata che evoca la D di Damiani, l’oro impreziosisce la ceramica e i diamanti le donano luce.

The Hi-Tech ceramic in the traditional gold and diamond working gives life to an elegant and glamour jewel with a unique and modern design. The full and circular shapes are emphasised by the convex section that wraps harmoniously and evokes the D of Damiani, while the gold embellishes the ceramics and the diamonds give light.

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Belle Époque is inspired to the magic period that has seen euphoria and luxury triumph together with new artistic experiences. The style is defined by the brightness of the white gold united with diamonds, sapphires, rubies and emeralds and is emphasised by brilliant squares that enhance the chromaticism of precious stones.

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L’arte della stampa

Marco Lupi, "Adrenaliniche trasparenze", cm 30 x 30, tecnica mista su tela

Marco Lupi, vive a Mendrisio (Canton Ticino). Di lui ha detto la critica Simona Ostinelli: “L’unica arte a cui Lupi guarda con interesse è quella infantile. Sintesi e semplicità: questa è la strada per raggiungere la vera scoperta”. Mentre il critico Paolo Levi nel 1996 scriveva: “Il suo é un nascondersi e un riapparire, un travestirsi attraverso panni dal taglio surreale. Le sue tecniche miste su tela hanno due chiavi di lettura. La prima verte sui contenuti, la seconda sulla capacità pittorica da non sottovalutare”. www.marcolupi.com

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l marketing della paura è un potente strumento al servizio dell’area primordiale del cervello, il sistema limbico, che sovrintende alle attività cognitive ed è il centro nevralgico degli istinti di conservazione, il “luogo” nel quale la paura viene sublimata (in senso chimico). Il libro di Fabio Di Nicola, autore e regista televisivo di Rai e diversi network stranieri, docente di marketing antropologico al campus universitario Ciels di Padova, Milano e Bologna, affronta il tema della paura come strumento della comunicazione politica, mettendone in luce i codici verbali e non verbali tipici del neuromarketing. In questo ambito l’autore esamina la strategia della comunicazione politica attraverso body language, rituali e codici ipnotici di uno degli uomini più potenti del mondo: il presidente americano Donald Trump.

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he marketing of the fear is a powerful tool at the service of the primordial area of the brain, the limbic system that overlooks the cognitive activities and it is the neuralgic centre of the instincts of conservation, the "place" in which the fear is exalted (in chemical sense). The book of Fabio Di Nicola, author and TV director of Rai and different foreign networks, professor of anthropological marketing at the university campus Ciels of Padua, Milan and Bologna, is about the subject of fear as an instrument of the political communication, showing the spoken and non-spoken codes typical of neuromarketing it. In this field the author examines the strategy of the political communication through the body language, the rituals and the hypnotic codes of one of the most powerful men of the world: the American president Donald Trump.

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FOCUS F

ocus on è il titolo della sezione che Magic Lake ha deciso di dedicare alle nostre eccellenze imprenditoriali e non, capaci di migliorarsi continuamente e che si impegnano in prima persona, attraverso il proprio lavoro, nella promozione del nostro territorio nel mondo.

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Focus

on is the title of the section that Magic Lake dedicated to the excellences, entrepreneurial and non, which are able to improve continuously and which, thanks to their work, are personally committed in the promotion of our territor y in the world.

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Clifton Baumatic, l’eleganza al maschile Clifton Baumatic, the man elegance

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CIFA L'omaggio di CIFA a Papa Francesco The homage of CIFA to Pope Francis

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A Poliform il Premio Industria Felix Poliform gets the Prize Industria Felix

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Mdo.Montecarlo Prize 2019 a Riva 1920 Mdo.Montecarlo Prize 2019 to Riva 1920

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Tenuta de l’Annunziata premiata da Forbes Italia Tenuta de l’Annunziata awarded by Forbes Italia

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Stefano Vitali, fra i 100 manager 2019 di Forbes Stefano Vitali, one of the 100 manager 2019 of Forbes

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Viaggi Ronchi, un premio al valore del lavoro Viaggi Ronchi, a prize to the value of work

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Clifton Baumatic, l’eleganza al maschile

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oncentrato di sobrietà estetica ed affidabilità tecnica, il Clifton Baumatic è l’irrinunciabile alleato degli esteti dalla personalità raffinata, alla costante ricerca di performance e innovazione. Must have del guardaroba maschile, è un campione d’eleganza grazie alle varie combinazioni di materiali e colori raffinati. I nuovi modelli della collezione Clifton Baumatic esprimono l’impegno della Maison Baume & Mercier a soddisfare le aspettative dei propri clienti senza scendere a compromessi sulla qualità. Chiaro o scuro, con effetto porcellana o una leggera sfumatura che dal blu vira al nero, il quadrante è scandito da indici a trapezio rivettati e sfaccettati, lancette sottili a forma di alfa e datario a finestrella di grandi dimensioni posizionato con discrezione a ore 3. In color antracite o bianchi a seconda dei modelli, la minuteria e il mirino centrale che simboleggia la certificazione COSC completano con eleganza un’armoniosa visualizzazione. Anche il fondello, avvitato con quattro viti e sormontato da un vetro zaffiro, svela la pregevole fattura del calibro automatico, moderno, dalle curate finiture tradizio-

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nali – perlage, sabbiatura, colimaçonnage o Côtes de Genève – realizzate sulla platina, sui ponti e sulla massa oscillante traforata in tungsteno color acciaio o dorata. La lira a forma di Phi nel cuore del movimento rappresenta l’equilibrio, l’armonia delle proporzioni e la ricerca di perfezione. E per finire, un tocco di eleganza e praticità: il bracciale a cinque file in acciaio lucido/satinato è dotato di tripla chiusura pieghevole con fermaglio di sicurezza. I nuovi orologi Clifton Baumatic montano il calibro Baumatic BM13, un movimento meccanico a carica automatica che offre vantaggi innovativi, in linea con le attuali esigenze: riserva di carica, 120 ore, antimagnetismo per la resistenza ai principali campi magnetici indispensabile in un mondo sempre a contatto con telefoni cellulari o tablet, precisione cronometrica con uno scarto di marcia compreso tra -4 e +6 secondi al giorno. Senza scendere a compromessi sulla qualità, il Clifton Baumatic è il segnatempo che veste con eleganza e personalità il polso degli amanti dell’alta orologeria. Concessionaria del marchio è la Gioielleria Cappelletti di Cantù, via Matteotti 30.


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Clifton Baumatic, the man elegance

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oncentrate of aesthetic sobriety and technical reliability, Clifton Baumatic is the essential ally of the aesthetes of a refined personality, to the constant research of performance and innovation. Must have of the male wardrobe, it is a symbol of elegance thanks to several combinations of materials and refined colours. The new models of the collection Clifton Baumatic express the engagement of Maison Baume and Mercier to satisfy the expectations with his clients without renouncing to the quality. Clear or dark, with a porcelain effect or a light shading that from the blue turns to the black, the clock face is scanned by riveted and faceted trapezium indexes, thin lancets of alpha face and a big date window positioned with discretion at hour 3. Inanthracite or white colour according to the models, the small pieces and the central foresight that symbolises the certification COSC complete with elegance a harmonious visualisation. Also the bottom, screwed with four vines and surmounted by a sapphire glass, reveals the automatic valuable modern calibre, the traditional finishes – perlage,

sand, colimaçonnage or Côtes de Genève – made on the platen, on the bridges and on the swinging mass pierced in tungsten steel or gold. The lira with a Phi shape in the heart of the movement represents the balance, the harmony of proportions and the perfection research. And to finish with, a touch of elegance and practicalness: the bracelets with five lines in bright / satinized steel is provided with triple pliable closing with a safety clasp. The new watches Clifton Baumatic with the calibre Baumatic BM13, a mechanical movement that offers innovative advantages, in line with the present demands: power seserve, 120 hours, antimagnetism for the resistance to the principal magnetic fields indispensable in a world always in contact with cellphones or tablet, chronometric precision with a discarding of march included between-4 and +6 seconds in a day. Without renouncing to quality, Clifton Baumatic is the timekeeper that with elegance and personality is on the wrist of those who love the high watchmaking. Official dealer: Gioielleria Cappelletti di Cantù, via Matteotti 30.

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L'omaggio di CIFA a Papa Francesco

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erita un posto d'onore l'ultima impresa di CIFA, azienda di Lomazzo specializzata nelle forniture alberghiere, dalle porcellane completamente "handmade" e realizzate dalla consociata Royale, fino alla cristalleria, posateria e complementi per tavola e cucina. Infatti il 2020 si è aperto con un incontro davvero speciale. Il presidente Vittorio Fanfarillo, con la moglie Teresa Carugati ed il fratello francescano Padre Umberto, Parroco in Roma nella bellissima chiesa di Santa Dorothea in Trastevere, sono stati ricevuti in udienza privata da Papa Francesco nelle cappella di Santa Marta. Dopo la celebrazione della Santa Messa, il Pontefice ha voluto incontrarli di persona, come un semplice don di un piccolo paese. “Nella sua semplicità - racconta il Cav. Fanfarillo - mi ha ascoltato ed era parecchio incuriosito da quello che nascondeva la scatola che portavo in dono.

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Con grande emozione ho aperto il cofanetto, lui ha allungato la mano ed ha preso il piatto con suo il ritratto. Così ho spiegato che era stato realizzato a mano dai miei artisti di ROYALE, azienda che produce porcellane dell'eccellenza del Made in Italy (senza dubbio la ns realizzazione più importante)”. CIFA è un’azienda che vanta una struttura di 6.000 mq di cui 1.300 mq dedicati all'esposizione, 3.400 clienti attivi e 12.000 articoli con consegne in tempi brevi sia in Italia che all'estero. La sinergia con la società Royale, ormai ultimo "brand" made in Italy nel campo della porcellana per uso professionale, rende possibile, su richiesta, la creazione di prodotti esclusivi per la clientela, avvalendoci della collaborazione di produttori tecnici e modellisti, con pluriennale esperienza nel settore. Proprio da questa collaborazione è nato l’omaggio fatto a Papa Francesco.


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The homage of CIFA to Pope Francis

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he last enterprise of CIFA deserves a special place, the company of Lomazzo specialised in the hotel supplies, from the completely “handmade" porcelain made by the subsidiary Royale, to to the glassware, cutlery and complements for table and kitchen. In fact the year 2020 opened with a very special appointment. President Vittorio Fanfarillo, with his wife Teresa Carugati and the Franciscan brother Father Umberto, Priest in Rome in the beautiful church of Santa Dorothea in Trastevere, have been received in private audience by Pope Francis in the chapel of Santa Marta. After the celebration of the Holy Mass, the Pope wanted to meet them of person, like a simple priest of a small village. “In his simplicity - tells Cav. Fanfarillo - listened to me and he was curious of what I was hiding in the box I was carrying as a gift.

With great emotion I opened the box, he stretched his hands and took the plate with his portrait. So I explained that it was handmade by my artists of ROYALE, a company that produces porcelain of the excellence of Made in Italy (no doubt our most important production)”. CIFA is a company that boasts 6.000 square meters of which 1.300 square meters dedicated to the exhibition, 3.400 active clients and 12.000 articles with deliveries in short terms both in Italy and abroad. The synergy with the company Royale, by now last "brand" made in Italy in the field of porcelain for professional use, it is possible on request the creation of exclusive products for the customers, relying on the collaboration of technical producers and modellers, with a long experience in the sector. From this collaboration it came the homage to Pope Francis.

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A Poliform il Premio Industria Felix

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oliform è tra le 58 aziende con sede legale in Lombardia che si sono distinte per performance gestionali, quindi attraverso dati oggettivi di bilancio, durante la quarta edizione del Premio Industria Felix - La Lombardia che compete, svoltasi il 23 gennaio a Milano all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, organizzato dal trimestrale Industria Felix Magazine, diretto da Michele Montemurro, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Regione Lombardia, A.C. Industria Felix, con il patrocinio di Confindustria e Confindustria Lom-

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bardia, le media partnership di Ansa e Il Sole 24 Ore e le partnership di Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking, Lidl Italia, Sustainable development, Grant Thornton e dello Studio legale Iacobbi. L’inchiesta, condotta con l’Ufficio studi di Cerved, è partita dall’analisi di 32mila bilanci dell’anno 2018 di società di capitali lombarde con fatturati sopra i due milioni di euro. A Giovanni Anzani è stato consegnato il premio per Poliform s.p.a come miglior Impresa comasca a vocazione internazionale per performance gestionale e affidabilità finanziaria.


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Poliform gets the Prize Industria Felix

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oliform is among the 58 companies with legal seat in Lombardy that have distinguished for managerial performances, then through objective budget data, during the fourth edition of the Prize Industria Felix - The Lombardy that compete, was held on January 23 in Milan at the Auditorium Testori of Palazzo Lombardia, organized by the quarterly Magazine Industria Felix, directed by Michele Montemurro, in collaboration with Cerved, UniversitĂ Luiss Guido Carli, Lombardy Region, A.C. Industria Felix, under the patronage of Italian Manufacturers' Association and Italian Manufacturers'

Association Lombardy, the media partner of Ansa and the newspaper Il Sole 24 Ore and the partnerships of Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking, Lidl Italia, Sustainable development, Grant Thornton and of the legal study Iacobbi. The inquiry, led with the Office Cerved studies, was developed by the analysis of 32000 budgets of 2018 of capital companies of the Lombardy region with turnovers over two million Euro. Giovanni Anzani received the prize for Poliform s.p.a as the best company in Como with an international vocation for managerial performance and financial reliability.

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Mdo.Montecarlo Prize 2019 a Riva 1920

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n importante riconoscimento è stato assegnato a Riva 1920 dalla prima edizione di Mdo.Montecarlo Prize 2019, iniziativa nata per premiare le aziende che si distinguono per innovazione, tecnologia, design e sostenibilità. La fervida attività creativa della storica azienda canturina, giunta alla quarta generazione, ha aggiunto nel corso del tempo la qualità nei materiali, l’accuratezza nelle lavorazioni e il design, elementi che rendono riconoscibile un’azienda dalle peculiarità virtuose. Riva 1920 può essere annoverata tra le eccellenze italiane che rappresentano il Made in Italy, simbolo di bellezza e di qualità in tutto il mondo. Oggetti di altissima qualità, progettati e realizzati secondo un procedimento che si pone a

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cavallo fra l’artigianalità e la produzione industriale, cogliendo dell’una e dell’altro gli aspetti caratterizzanti, così da creare prodotti unici e totalmente personalizzabili. Mobili duraturi che possono essere aggiunti e adattati nel tempo in risposta al cambiamento delle esigenze e delle situazioni di vita. Come sottolinea Maurizio Riva che, assieme al fratello Davide e alla sorella Anna, porta avanti l’azienda del nonno, il valore che caratterizza l’impresa è l’attenzione all’ambiente: l’utilizzo del Kauri della Nuova Zelanda e il riuso delle Briccole di Venezia sono progetti emblematici. Il legno, materia viva per eccellenza, viene trasformata in elemento decorativo a tutti gli effetti, creando un legame indissolubile tra genio e natura.


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Mdo.Montecarlo Prize 2019 to Riva 1920

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n important award was given to Riva 1920 at the first edition of Mdo. Montecarlo Prize 2019, initiative born to award the companies that stand out for innovation, technology, design and sustainability. The fervent creative activity of the historical company of CantĂš, which reached the fourth generation, added in the long run quality in the materials, accuracy in working and design, elements that let this company be recognizable thanks to its virtuous peculiarities. Riva 1920 can be mentioned among the Italian excellences that represent the Made in Italy, symbol of beauty and of quality in the entire world. Objects of the highest quality, studied and realised according to a procedure that is between handi-

craft and industrial production, finding the characterised aspects of both, in order to create unique products which are completely customized. Lasting furniture that can be added and adapted on time to respond to the change of demands and of life situations. As stressed by Maurizio Riva, who together with his brother Davide and his sister Anna, managed the company of his grandfather, the value that characterises the enterprise is the attention to the environment: the use of Kauri of New Zealand and the reuse of the Briccole of Venice are emblematic projects. The wood, is a living material for excellence, is turned into a decorative element at all effects, creating an indissoluble connection between genius and nature.

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Tenuta de l’Annunziata premiata da Forbes Italia

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è anche la Tenuta de l’Annunziata fra le “100 Eccellenze Italiane 2020” selezionate e premiate da Forbes Italia perché autentici esempi di quel made in Italy che tutto il mondo ci invidia e che è fatto di persone, storie, luoghi e tradizioni. La natura qui è protagonista. E non solo per il contesto paesaggistico di rara bellezza che la caratterizza, ma anche perché ogni attività correlata alla Tenuta è espressione di una concezione olistica del benessere che trova il suo massimo compimento proprio nel rapporto uomo-natura. La Tenuta è stata acquistata nel 2007 dalla famiglia GuffantiPezzoli che in pochi anni l’ha trasformata in un’oasi di pace e benessere votata all’accoglienza e alla valorizzazione del patrimonio ambientale nel quale è immersa. Oggi alla guida della Tenuta ci sono i fratelli Adriano, Elisabetta e Arianna Guffanti che portano avanti con entusiasmo e passione uno straordinario esempio di accoglienza etica all’insegna della natura. Il ristorante Quercus, guidato dallo chef Alfio Nicolosi, è un esempio di questa simbiosi con l’ambiente circostante. Lo Chef ha improntato la proposta gastronomica su ingredienti stagionali e materie prime provenienti dalle farm di proprietà o da aziende agricole selezionate della zona, interpretati ogni giorno con maestria e ricette naturali che ne valorizzano sapori e aromi. I piatti in menu nascono dall’incontro tra la tradizione locale e le suggestioni internazionali che ispirano Nicolosi in una ricerca costante che esalti al meglio i sapori e i colori che le stagioni e il territorio sanno donare. In un motto: la natura nel piatto. Anche la cantina valorizza le produzioni locali proponendo una selezione di aziende agricole e

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vitivinicole lombarde e alcune etichette prodotte dalla Tenuta da due ettari di vigneti sui Colli Piacentini. Quercus è aperto anche agli ospiti esterni, dalla colazione alla merenda, al dopo cena, con la possibilità di scegliere, oltre alle proposte alla carta, due menu degustazione. Il rapporto con la natura circostante ritorna anche in altri elementi caratteristici della Tenuta: dalla linea cosmetica naturale della SPA, che si estende su 1.500 mq, agli infusi e alle tisane prodotti con erbe e i profumi del bosco, sino al risparmio energetico tramite la cogenerazione (produzione combinata di energia elettrica e termica). Allo stesso tempo le venti camere – standard, superior e deluxe – sono accomunate dalla splendida vista che abbraccia il castagneto in cui sono immerse e materiali, arredi, tessuti e cromie scelte per le stanze riprendono i colori e le atmosfere della natura tutt’attorno, creando così un legame diretto tra indoor e outdoor. Fiore all’occhiello è il Bosco Bioenergetico, nel quale il benessere di corpo e mente passa dal contatto con la natura. L’esperienza offerta è un’evoluzione del classico concetto di Forest Bathing, che qui si fa propriamente Forest Therapy, caso unico in Europa. Nato da un progetto dell’ecodesigner e bio-researcher Marco Nieri, il bosco bioenergetico si articola infatti in un itinerario segnato da vari “ambienti” naturali, aree dove la presenza di determinate specie arboree crea condizioni bioenergetiche tali da permettere, a chi vi sosta per almeno dieci minuti, di abbassare i generali livelli di stress e aumentare il proprio benessere complessivo, ma soprattutto di ottenere effetti benefici particolarmente intensi su specifici organi o apparati.


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Tenuta de l’Annunziata awarded by Forbes Italia

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enuta de l’Annunziata is one of “100 Eccellenze Italiane 2020” selected and awarded by Forbes Italia because authentic examples of the made in Italy that all the world envies us and that is made of persons, histories, places and traditions. The nature here is the protagonist. And not only for the landscape context of rare beauty that characterises it, but also because each activity correlated to the Tenuta is an expression of a holistic conception of the wellbeing that finds its own maximum fulfilment in the report man nature. The Tenuta was purchased in 2007 by the family Guffanti-Pezzoli who in a few years has transformed it into an oasis of peace and wellbeing devoted to the hospitality and to the exploitation of the environmental property in which it is immersed. Today at the guide of the Tenuta there are the siblings Adriano, Elisabetta and Arianna Guffanti who handle with enthusiasm and passion an extraordinary example of ethical hospitality in the name of nature.The restaurant Quercus, managed by the chef Alfio Nicolosi, is an example of this symbiosis with the surrounding environment. The Chef organized the gastronomic proposal on seasonal ingredients and raw materials coming from their farm or from selected farms of the area, interpreted each day with mastery and natural recipes that give values to tastes and aroma. The dishes in the menu are born from the meeting between the local tradition and the international suggestions that inspire Nicolosi in a constant research to extol the best tastes and the colours that the seasons and the territory can donate. The motto is: the nature in the plate. Also the wine selection is linked to the local production proposing a selection

of farms and wines of the Lombardy region and some wines produced by the Tenuta from two hectares of vineyards on Colli Piacentini. Quercus is also open to the external guests, from breakfast to snacks and after dinner, with the possibility of choosing not only the proposals a la carte, but also two tasting menu. The relationship with the surrounding nature is also present in other characteristic elements of the Tenuta: the natural cosmetic line of the SPA, which covers around 1.500 square meters, to the infusions produced with herbs and perfumes of the wood, up to the energy saving through the cogeneration (combined production of electric and thermic energy). At the same time twenty rooms – standard, superior and deluxe – let you enjoy a wonderful sight that includes the chestnut grove in which they are immersed and materials, pieces of furniture, cloths and tones chosen for the rooms retake the colours and the atmospheres of the surrounding nature. creating a connection between indoor and outdoor. Flower to the buttonhole is the Bioenergetic Wood, in which the wellbeing of body and mind passes from the contact with the nature. The offered experience is an evolution of the classic concept of Forest Bathing, which here becomes Forest Therapy, the only one in Europe. Born by a project of the ecodesigner and bio-researcher Marco Nieri, the bioenergetic wood is divided in fact into an itinerary marked by several natural "environments", areas where the presence of different arboreal species creates bioenergetic conditions, to let the people who stop for at least 10 minutes. to lower the levels of stress and to increase the general wellbeing, but above all to obtain beneficial effects on specific organs or systems.

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Stefano Vitali, fra i 100 manager 2019 di Forbes

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lla guida di multinazionali e aziende italiane d’eccellenza. Fondatori di grandi società o pmi di successo. Manager self made che si sono distinti negli anni per capacità e visione del futuro. Oppure figli d’arte che hanno saputo dare continuità o rilanciare il business di famiglia. Sono i 100 leader selezionati da Forbes Italia che con le proprie competenze, professionalità e coraggio hanno dimostrato di poter fare le differenza, contribuendo a rendere il nostro Paese più competitivo a livello internazionale. Fra questi figura Stefano Vitali, presidente dell’Ufficio Italiano Seta e Amministratore delegato della Tessitura Fratelli Vitali, una delle realtà più importanti nella lavorazione dei tessuti greggi e jacquard, azienda associata ad Amici di Como. La lista di Forbes - edizione italiana del business magazine più famoso al mondo - punta a mettere in evidenza gli

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uomini d’affari che si sono distinti negli scorsi 12 mesi. Stefano Vitali guida un’impresa che vanta oltre 100 anni nel settore della seta ed è ormai giunta alla quinta generazione da quando Alessandro Vitali nel 1870 iniziò a selezionare le migliori razze di bachi da seta per produrre filati di alta qualità. Il manager, inoltre, è presidente di Ufficio Italiano Seta nell’ambito di Sistema Moda Italia, vice presidente di Isu International Silk Union, associazione mondiale della seta, con sede ad Hangzhou – China, rappresentante italiano presso il Silk Strategic Committee di Aiuffass (Associazione internazionale degli utilizzatori delle fibre artificiali e sintetiche e della seta), con sede a Lione, Francia, vice presidente di Gruppo Filiera Tessile di Confindustria e presidente del Comitato “Como & Seta” nell’ambito della candidatura di Como a città creativa dell’Unesco.


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Stefano Vitali, one of the 100 manager 2019 of Forbes

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t the head of multinational companies and Italian companies of excellence. Founders of great societies or successful small and medium sized enterprises. Self-made managers who are known through the years for their ability and vision of the future. Or children of entrepreneurs who were able to give continuity or relaunch the family business. 100 leaders selected by Forbes Italia who with their competences, levels of professionalism and courage demonstrated to be able to make the difference, helping to let our Country be more competitive at international level. Among them there is Stefano Vitali, president of the Italian Silk Office and Managing director of the Tessitura Fratelli Vitali, one of the most important company in the working of raw materials and jacquard, the company is a member of the association Amici di Como. The list of Forbes - Italian edition of the most

important business magazine in the world - aims at mentioning the businessmen who left a sign in the last 12 months. Stefano Vitali manages an enterprise that works in the silk sector for over 100 years and it has reached the fifth generation since when Alessandro Vitali in 1870 started selecting the best silkworms to produce high quality yarns. Moreover, the manager is the president of the Italian Silk Office in the field of Sistema Mood Italia, vice president of Isu International Silk Union, world association of silk, with seat in Hangzhou – China, Italian representative at Silk Strategic Committee of Aiuffass (International Association of the users of artificial and synthetic fibres and of silk), with seat in Lyons, France, vice-president of Gruppo Filiera Tessile di Confindustria and president of the Committee “Como & Silk� in the field of the candidacy of Como as Creative City of Unesco.

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Viaggi Ronchi, un premio al valore del lavoro

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egione Lombardia ha premiato lo scorso mese di dicembre i rappresentanti di 189 imprese che entrano di diritto a far parte dell’Elenco delle attività storiche e di tradizione con un riconoscimento che attesta e testimonia il valore del loro lavoro: 133 negozi, 47 locali e per la prima volta anche 9 botteghe artigiane. Tra queste imprese figura Viaggi Ronchi, di Nives Franca Scavino, agenzia le cui origini risalgono al 1907, ai tempi in cui erano le carrozze a trasportare lavoratori e studenti lungo le strade che costeggiano il lago di Como. Negli anni l’attività si è sviluppata fino a un livello nazionale ed internazionale che offre alla clientela professionalità, efficienza, informazioni in tempo reale. Nives Franca Scavino è entrata in Viaggi Ronchi nel 1983

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diventandone titolare dopo alcuni anni e trasformando l’attività in un’agenzia moderna al passo coi tempi e che può contare su una clientela fidelizzata. Nell’epoca in cui tutti possono prenotare treni, voli, hotel, appartamenti con un semplice click, affidarsi a un’agenzia per la programmazione di viaggio significa avere un professionista in grado di offrire assistenza, competenza, qualità nel servizio e soluzioni su misura. In particolare, gli utenti del turismo d’affari, di tipo commerciale e industriale, possono contare sulla serietà, sull’efficienza e sulla qualificata e discreta consulenza. Perché un’esperienza ultracentenaria come quella di Viaggi Ronchi fa la differenza. Viaggi Ronchi Via Milano 58, Como www.viaggironchi.it


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Viaggi Ronchi, a prize to the value of work

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ast December Regione Lombardia awarded a prize to the representatives of 189 enterprises that became part of the List of the historical and traditional activities with a recognition that testifies the value of their work: 133 shops, 47 restaurants and for the first time also 9 artisan shops. Among these enterprises you can also find Viaggi Ronchi owned by Nives Franca Scavino, a travel agency born in 1907, when there were carriages for workers and students along the roads of Lake Como. In the years the activity developed to a national and international level that offers to its customers a high level of professional skills, efficiency and real time information. Nives Franca Scavino star-

ted working in Viaggi Ronchi in 1983 and few years later she became the owner and she turned the travel agency into a modern and dynamic agency with loyal customers. In a time when everybody can book trains, flights, hotels, apartments with a simple click, to rely on a travel agency to plan your travel it means to have an expert able to offer assistance, competence, quality in the service and customized solutions. In particular, those who travel for business can rely on the professional skills, the efficiency and the qualified assistance of Viaggi Ronchi, became its century old experience makes the difference. Viaggi Ronchi Via Milano 58, Como www.viaggironchi.it

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Giorgio Roda torna a vestire il Rosso Ferrari foto Archivio Roda

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opo aver mosso i primi passi nel mondo delle ruote scoperte proprio nelle serie tricolori, Giorgio Roda torna a calcare i palcoscenici nazionali nel Campionato Italiano Gran Turismo 2020, la serie regina targata ACI Sport che, dallo scorso anno, mette in palio i titoli Sprint ed Endurance. In entrambe le serie, il driver comasco, sarà al fianco del varesino Alessio Rovera, Campione Italiano in carica nel Campionato Italiano Gran Turismo Endurance. Un connubio, quello tra i due piloti lombardi, che risale addirittura al tempo dei kart, dove sono stati protagonisti di grandi battaglie in pista. Roda e Rovera, affiancati nella serie Endurance da un terzo pilota, scenderanno in pista con la Ferrari 488 GT3 numero 71 di AF Corse, tra i team più vittoriosi del

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Cavallino Rampante. “Sono molto contento di poter iniziare questa nuova avventura – ha commentato Giorgio Roda – Dopo diverse stagioni nelle serie continentali con le vittorie nel GT Open e nell’European Le Mans Series e due partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans è stimolante tornare a gareggiare in Italia nei circuiti sui quali sono cresciuto. Con Alessio potremo sicuramente dire la nostra sia nella serie sprint che in quella endurance e faremo di tutto per portare in alto il rosso Ferrari. Partiamo da una base solida, con una squadra che è il fiore all’occhiello del Cavallino Rampante e con una vettura, la 488 GT3, che ha sempre trovato posto nelle parti alte delle classifiche. Non vedo l’ora di scendere in pista e di affrontare il Campionato Italiano”.


Sport

Giorgio Roda is back with the Red Ferrari A

fter the first steps in the world of uncovered wheels in the tricolour series, Giorgio Roda returns to the national stages in the Italian Championship Gran Turismo 2020, the top series of ACI Sport that from last year, conveys the championships Sprint and Endurance. In both series, the driver from Como will be on the side of Alessio Rovera, from Varese, present Italian Champion in the Italian Championship Gran Turismo Endurance. The two drivers have a longterm sports relationship that goes back to the time of kart, where they were the protagonists on the race. Roda and Rovera, with a third driver in the series Endurance, will compete with a Ferrari 488 GT3 number 71 of AF Corse, among the most

winning teams of Ferrari.“ I am very glad to be able to start this new adventure - commented Giorgio Roda – After different seasons in the continental series with the victories in the GT Open and in European Le Mans Series and two participation in 24 Hours of The Mans is challenging to compete again in Italy in the circuits on which I grew. With Alessio we will have good chances both in the sprint series and in the endurance series, we will do our best to bring high the red Ferrari. We start from a solid base, with a team that is the flower to the buttonhole of Ferrari and with a car, the 488 GT3, that has always found a place on the top of the classifications. I can’t wait to compete and face the Italian Championship”.

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Sport

Briantea 84 a Como Riconoscimenti per l’associazione canturina foto Archivio Briantea84

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ercoledì 12 febbraio si è svolta una serata di premiazioni e riconoscimenti alla Canottieri Lario di viale Puecher a Como. Il Cip (Comitato Italiano Paralimpico) Como, in collaborazione con il Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) Como e l’assessorato al Comune di Como ha omaggiato alcune delle società, degli atleti, dirigenti e tecnici del territorio per storie e vittorie legate al mondo dello sport paralimpico. Un evento che ha visto in sala diverse istituzioni tra cui Pierangelo Santelli - presidente Cip Lombardia -, Katia Arrighi - delegato Coni della provincia di Como - e Daniela Maroni - delegato Cip Como -. “Sono emozionata - ha commentato Katia Arrighi, organizzatrice della serata -, momenti come questo fanno molto bene. Sono contenta per la grande partecipazione delle società e degli atleti. Ringrazio tutti”. Sono stati molti i riconoscimenti assegnati a Briantea84, presente alla serata con una folta delegazione, partendo dal suo presidente, Alfredo Marson. Molti anche gli atleti in forza alla società brianzola ad essere premiati. Riccardo Magrassi, atleta della BLM Briantea84, classe 2008,

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fresco del nuovo record italiano firmato al Trofeo “Città di Tradate” con i 100 rana SB7 in vasca corta (Cat. Esordienti) chiusi in 2'05"42. Lorenzo Bassoli, cestista della UnipolSai Briantea84 sia nel gruppo giovanile e da questa stagione aggregato anche alla squadra di Serie A con cui ha già vinto la Supercoppa Italiana 2019. Con la Nazionale Italiana Fipic - Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina - ha conquistato l’argento agli European Para Youth Games in Finlandia (giugno 2019, ndr). Mamadou Ceesay, da 3 anni nella UnipolSai junior. È vice campione d’Italia 2019 del campionato giovanile di basket in carrozzina. Alessandro Ciceri, cestista della Ad Tubi Briantea84 e della Nazionale Italiana per atleti con Sindrome di Down con cui ha conquistato l’oro all’ultimo Mondiale in Portogallo (dicembre 2019, ndr). La Rolafer Briantea84 per il calcio e la Ad Tubi Briantea84 per il basket. Da diversi anni entrambe le squadre schierano in campo atleti con e senza disabilità in un progetto integrato che li vede partecipare a un campionato Csi (Centro Sportivo Italiano) non retto da regolamento adattato.


Sport

Briantea 84 in Como Recognitions for the association of Cantù

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n Wednesday February 12, it was held the prizegiving ceremony at Canottieri Lario in vale Puecher in Como. The Cip (Italian Paraolympic Committee) Como, in collaboration with Coni (Italian National Olympic Committee and the councillor of the Municipality of Como paid homage to some of the clubs, athletes , managers and technicians of the territory for histories and victories tied to the world of the paralympic sport. An event that involved different institutions, among them, Pierangelo Santelli - president Cip Lombardia - Katia Arrighi - delegate Coni of the province of Como - and Daniela Maroni - delegate Cip Como-.“ I am moved - commented Katia Arrighi, who organized the evening - those moments are very beautiful. I am glad for the great participation of the clubs and of the athletes. I thank you all”. Many recognition were assigned to Briantea84, present with a numerous delegation, starting from its president, Alfredo Marson. Also many athletes of the club of Cantù received important awards. Riccardo Magrassi, athlete of the BLM Briantea84, born in 2008, fresh of the new Italian record

reached at the Trophy “Città di Tradate” with 100 breaststroke SB7 in short course (Cat.Rookie) closed in 2' 05 "42. Lorenzo Bassoli, basketball player of UnipolSai Briantea84 in the youth group and from this season also to the team of Series A with which he already won the Italian Supercup 2019. With the Italian National Fipic - Italian Federation Basketball in Wheelchair - he conquered the silver medal at the European Para Youth Games in Finland (June 2019, editor's note). Mamadou Ceesay is in the UnipolSai junior for three years. He is vice champion of Italy 2019 of the juvenile championship of basketball in wheelchair. Alessandro Ciceri, basketball player of Ad Tubi Briantea84 and of the National Italian for athletes with Down Syndrome with which he conquered the gold at the last World cup in Portugal (December 2019, editor's note). Rolafer Briantea84 for soccer and Ad Tubi Briantea84 for basketball. For different years both teams have athletes with and without disabilities in an integrated project that see them taking part in a Csi championship (Centro Sportivo Italiano) with no adapted rule.

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Sport

PALLACANESTRO CANTU’,

INSIEME PER LA SOLIDARIETA’ di Elisabetta Comerio

TOGETHER FOR CHARITY

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ncora una volta la Pallacanestro Cantù ha voluto essere al fianco del territorio. In questo momento di grande difficoltà per il Paese e, in particolare, per la Regione Lombardia, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, Pallacanestro Cantù ha scelto di dare il proprio contributo. “Insieme per vincere un’altra sfida”, questo il claim scelto dell’iniziativa realizzata dalla società brianzola in collaborazione con TIC, Triboom e lo sponsor tecnico Eye Sport, che ha visto l’organizzazione di un’asta con le maglie ufficiali di campionato, indossate dalla S.Bernardo-Cinelandia in occasione del derby vinto contro l’Olimpia Milano lo scorso 5 gennaio e dei kit “Cantù 1936”. L’iniziativa destinata alla Croce Rossa Italiana di Cantù ha raccolto 6.500,00 Euro e l’intera donazione è stata destinata all’acquisto di un importante strumento di sanificazione per ambulanze e mezzi, oltre all’acquisto di dispositivi di protezione per gli operatori. La maglia che ha raccolto la cifra più alta è stata quella di Andrea Pecchia, battuta all’asta per € 610,00. A seguire quelle di Wes Clark, Gabriele Procida e Alessandro Simioni, che hanno tutte raggiunto l’importo di € 600,00. «A nome del club – commenta Andrea Mauri, amministratore delegato di Pallacanestro Cantù – ringrazio i tifosi che hanno aderito a quest’asta. È stato un modo diverso di dare una mano alla Croce Rossa di Cantù, che in questo momento si sta occupando della tutela della nostra salute”. Ma non è finita qui. Infatti, Pallacanestro Cantù e Tutti Insieme Cantù hanno aderito all’iniziativa de Il Basket Siamo Noi, supporter trust di Pallacanestro Varese, che, insieme alla stessa Pallacanestro Varese, ha lanciato ALL TOGETHER NOW #vinciamoloinsieme, il derby della solidarietà, al fine di raccogliere fondi a favore della Croce Rossa di Cantù e del Polo Ospedaliero di Varese. Grazie a una donazione sul sito gofundme.com tifosi, addetti ai lavori e giocatori hanno potuto offrire il loro supporto a questa iniziativa benefica, prendendo parte a questo simbolico derby (pallacanestrocantu.com).

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nce again Pallacanestro Cantù wanted to support the territory. In this difficult moment for our Country, and, particularly, for the Lombardy Region, because of the present sanitary emergency, Pallacanestro Cantù decided to give its contribution.“ Together to win another challenge”, this is the motto chosen for the project carried out by the club of Brianza in collaboration with TIC, Triboom and the technical sponsor Eye Sport, which consists on an auction with the official jerseys of the championship, wore by the S.Bernardo-Cinelandia on the occasion of the derby they won against the Olimpia Milano last January, 5 and of the kit “Cantù 1936”. The project was meant to support the Italian Red Cross of Cantù with a fundraising, they collected 6.500,00 Euro and the whole donation was destined to buy an important instrument of sanitization for ambulances and vehicles, as well as the purchase of protection devices for the operators. The jersey which collected the highest amount was the one of Andrea Pecchia, beaten for € 610,00. Then the ones of Wes Clark, Gabriele Procida and Alessandro Simioni, which reached the amount of € 600,00.« In the name of the club – says Andrea Mauri, the managing director of Pallacanestro Cantù – I thank the fan who took part in this project. it was a different way to support the Red Cross of Cantù, that in this moment is taking care of our health”. But this is not everything. In fact, Pallacanestro Cantù and Tutti Insieme Cantù agreed on the initiative Il Basket Siamo Noi, supporter trust of Pallacanestro Varese, that, together with Pallacanestro Varese, launched ALL TOGETHER NOW #vinciamoloinsieme, the derby of charity, in order to collect money for the Red Cross of Cantù and of the Hospital complex of Varese. Thanks to a donation on the site gofundme. com fans, staff members and players could offer their support to this project, taking part at this symbolic derby (pallacanestrocantu.com).


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CUCINA & CANTINA KITCHEN & CELLAR di Davide Lacchini, Emanuele Riva foto Carlo Pozzoni

• Fregola risottata alle vongole

• Paccheri alla Sorrentina

• Grillo di Mozia 2018 Sicilia Doc Fondazione Whitaker Tasca d’Almerita - Sicilia

• Via del Campo 2016 Irpinia Falanghina Doc Quintodecimo - Campania

Davide Lacchini Davide Lacchini è nato a Como nel 1961. Ricopre la carica di Food and Beverage Manager, Chef di cucina e consulente gastronomico presso l’Hotel Regina Olga e il ristorante Cenobio. Ha avuto esperienze lavorative presso il ristorante “Al musichiere”, Como; Paracucchi Locanda dell’angelo, Sarzana; ristorante club Canottieri Lario, Como; Grand hotel Serbelloni-Bellagio; Hotel Barchetta Excelsior, Como; Albergo Antico-Suisse; Hotel Principe di Savoia, Milano; Villa-mia, Torno; residenza della famiglia reale dell’Arabia Saudita; Casino’ di Campione d’Italia. Consulente e collaboratore del libro edito dalla Provincia di Como “Dal Lario alla Brianza”. Curatore editoriale del libro ”In cucina” prodotto dell’Associazione Provinciale dei Cuochi di Como. Sue le ricette rivisitate del libro "Le ricette del lago di Como". Insignito nel giugno 2014 del Cavalierato della Repubblica Italiana.

Emanuele Riva Classe 1984, lavora presso il locale di famiglia La Cava dei Sapori a Como, ristorante aperto nel 2005 e gestito dal 2007. A 23 anni diventa sommelier e viene selezionato per il concorso “Maschio Bonaventura, la ricerca dell’eccellenza” dedicato ai migliori corsisti. In seguito partecipa ad altri master di formazione sia in Italia che all’ estero e partecipa ad importanti concorsi nazionali come master del Sangiovese, master del Nebbiolo, master del Sagrantino ecc. Nel 2011 conquista il titolo di Miglior Sommelier Professionista della Lombardia. Dal 2010 al 2013 è sul palco del Miglior sommelier d’Italia. Secondo classificato Miglior Sommelier d'Italia 2013. Oggi è relatore per corsi di sommelier in alcuni istituti alberghieri della regione e collabora con alcune riviste del settore.

Si ringrazia per la disponibilità la Dott.ssa Isa Botta - direttrice Scuola professionale Enaip Como, sede di realizzazione delle ricette, il Cav. Vittorio Fanfarillo - CIFA srl Lomazzo Forniture alberghiere, Stefano e Andrea Cantaluppi- Cantaluppi Tavernerio s.p.a Albese con Cassano Forniture alimentari..

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Fregola risottata alle vongole

Fregola risottata alle vongole

Ingredienti per 6 persone

To serve 6

400 g di fregola, 150 g di pomodori datterino anche di diverso colore, 20 g di capperi dissalati, 1 kg di vongole (Arselle o Lupino), 2 spicchi di aglio, 1 scalogno, 2 cucchiaio di olio extra vergine d'oliva, 60 g di vino bianco vermentino, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato.

400 g of fregola, 150 g of datterino tomatoes also of different colors, 20 g of desalted capers, 1 kg di clams (Arselle or Lupino), 2 cloves of garlic, 1 shallot, 2 spoon of extra virgin olive oil, 60 g of white wine, 60 g of white wine Vermentino, 1 spoon of minced parsley.

Procedimento Pulite accuratamente le vongole, battendole una alla volta e assicurandosi che la sabbia sia tutta eliminata. Scartate quelle rotte o già aperte e lasciatele in ammollo per almeno un’ora in acqua fresca e leggermente salata. Scolatele, sciacquatele e versatele in una casseruola dove precedentemente avete rosolato uno spicchio d'aglio in un cucchiaio di olio. Aggiungete il vino, coprite e continuate a fuoco vivace per circa 4 minuti, fino all’aprirsi dei gusci. Scolate le vongole. Tenete da parte il liquido di cottura dopo averlo filtrato con una garza per eliminare eventuali impurità. Sgusciate metà delle vongole lasciando intere quelle che serviranno per decorare il piatto. Mettete sul fuoco una nuova casseruola dal bordo più basso e dalla circonferenza di circa 30 cm. Con il restante olio rosolate un altro spicchio d'aglio, rimuovetelo appena imbiondito, aggiungete un piccolo scalogno tritato, soffriggete e unite i 2/3 dei pomodori tagliati a quarti per il lungo. Lasciate cuocere per qualche minuto, aggiungete i capperi e poi la fregola. Mescolate come si fa con il risotto e incorporate poco alla volta il liquido di cottura delle vongole, girando di tanto in tanto. Se il liquido non bastasse, aggiungete del brodo vegetale caldo. La cottura richiede circa 25/30 minuti. Quando mancheranno 5 minuti al termine della cottura unite i restanti pomodori tagliati e le vongole. Prima di servire aggiungete il prezzemolo tritato, un pizzico di pepe e se necessitaunpizzicodisale.Mescolateancoraeimpiattate.

Preparation Accurately clean the clams beating them one by one and ensuring that the sand is completely eliminat-ed. Don’t use the ones that are opened or broken and leave them soaking for at least an hour in un-boiled and lightly salt water. Drain them, rinse them and pour them in a saucepan where previously you have browned a clove of garlic in an oil spoon. Add the wine, cover and continue to vivacious fire for about 4 minutes, up to opening of the shells. Drain the clams. keep the cooking water after you have filtered it with a bandage to eliminate possible impurities. Shell half of the clams leaving some to decorate the plate. Put on the fire a new saucepan with a lowest board and with the circumference of about 30 cm. With the remaining oil brown another clove of garlic, remove it when brown, add a small minced shal-lot, brown and add 2/3 of the tomatoes cut into 4 pieces on the long side. Cook for some minutes, add the capers and then the fregola. Mix as for a risotto, add the cooking water little by little, turning from time to time. If the liquid is not enough, add some hot vegetable broth. The cooking needs about 25/30 minutes. When there are only 5 minutes left, add the remaining cut tomatoes and the clams. Before serving add the minced parsley, a pinch of pepper and if needed a rich of salt. Mix and serve.

La curiosità di Davide Lacchini La fregola è un piatto tipico della Sardegna simile al couscous (nonostante sia più grossa). Si ottiene mescolando acqua e semola, l'impasto va successivamente sfregolato (daquiilnome)perotteneredellesferedatostareinforno. Hanno la particolarità di assorbire bene il condimento durante la cottura creando una consistenza cremosa. La Fregola è diventata famosa anche all’estero. Io l'ho trovata addirittura a New York in un restaurant shop italiano”.

The curiosity of Davide Lacchini The fregola is a typical plate of Sardinia similar to the couscous (even though it is bigger). It is obtained mixing water and semolina, the mixture has to be subsequently ‘sfregolato’ (rubbed) to obtain spheres to be toasted in oven. They have the particularity of absorbing well the sauce during the cooking creating a creamy consistency. The Fregola has become famous also abroad. I have also found it in an Italian restaurant shop in New York.

Grillo di Mozia 2018 Sicilia Doc - Fondazione Whitaker - Tasca d’Almerita - Sicilia Mozia è una minuscola isola piatta situata nello stagnone di Trapani, dove la vigna ha circa 200 anni di storia. Oggi un nuovo impianto di uve Grillo è coltivato ad alberello, ovvero un sistema di allevamento della vite tipico delle isole siciliane. Questa tipologia d’impianto rasenta il suolo e difficilmente la pianta supera il metro d’altezza, in questo modo i pochi grappoli della vite si preservano dalle intemperie del mare e dal vento. La sapidità di questo vino è marcata dalle radici immerse totalmente nella sabbia e sale. Vino di concezione moderna, dinamico ed intuitivo, di beva semplice ma non banale. La mineralità incide il palato mentre l’olfatto viene coinvolto in un gioco di fiori e spezie lontane. 8-9°C

Grillo di Mozia 2018 Sicilia Doc - Fondazione Whitaker - Tasca d’Almerita - Sicilia Mozia is a small flat island located in the area of Trapani, where the vineyard has about 200 years of history. Today new grapes Grillo are cultivated at sampling, that is a typical system of vineyard cultivation in the Sicilian islands. This kind of planting grazes the soil and hardly the plant exceeds the meter of height, in this way few bunches of the vineyard are protected against the bad weather coming from he sea and against the wind. The sapidity of this wine is marked by the roots completely immersed in the sand and goes up. Wine of modern con-ception, dynamic and intuitive, drinkable and never banal. The mineral-salty richness carves the palate while the smell is involved in a game of flowers and faraway spices. 8-9°C

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Via del Campo 2016 Irpinia Falanghina Doc - Quintodecimo - Campania

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Paccheri alla Sorrentina

Paccheri alla Sorrentina

Ingredienti per 6 persone

To serve 6

480 g di paccheri di semola di grano duro trafilati al bronzo, 1 spicchio d'aglio, ½ carota, ½ gambo di sedano, ½ cipolla, 800 g di pomodoro San Marzano per passata, 200 g di mozzarella fior di latte, 25 g di parmigiano grattugiato, 12 foglie di basilico, 4 cucchiai d' olio oliva extra vergine, 1 cucchiaino da caffè di zucchero, sale q.b.

480 g of paccheri of durum wheat flour drawn in bronze, 1 clove of garlic, ½ carrot, ½ celery stalk, ½ onion, 800 g of San Marzano tomato for the sauce, 200 g of mozzarella, 25 g of grated Parmesan cheese, 12 leaves of basil, 4 spoons of extra virgin olive oil, 1 teaspoon of sugar, salt

Procedimento In casseruola rosolate lo spicchio d'aglio con la metà dell'olio, unite la carota, il sedano e la cipolla tritate finemente e rosolate per alcuni minuti. Aggiungete i pomodori S Marzano, la metà delle foglie di basilico spezzate e un piccolo cucchiaio di zucchero. Lasciate cuocere dolcemente girando di tanto in tanto la salsa per almeno 30 minuti aggiustando di sale. Passate la salsa con un passa verdure. Meglio evitare il minipinner per non modificare il rosso vivo della salsa. Cuocete in abbondante acqua salata i paccheri per circa 10/12 minuti, scolateli e tuffateli in una padella insieme al sugo. Mantecate aggiungendo la mozzarella a cubetti, metà del parmigiano, 2 cucchiai di olio e il restante basilico. Trasferite la pasta in una teglia e cuocete in forno statico preriscaldato a 180° per circa 10 minuti, utilizzando se possibile anche il grill negli ultimi minuti per dare una doratura uniforme.

Preparation Brown the clove of garlic in a saucepan with the half of the oil, add the carrot, mince the celery and the onion and browned for some minutes. Add the San Marzano tomato, half of the basil leaves in pieces, a small spoon of sugar. Cook gently and turn the sauce once in a while for around 30 minutes adjusting the salt. Blend the sauce in the blender. Avoid the minipimer in oder not to modify the vivid red of the sauce. Cook the paccheri in abundant salt water for about 10/12 minutes, drain them and plunge them in a frying pan together with the juice. Whip adding the mozzarella cut into pieces, half of the Parmesan cheese, 2 spoons of olive oil and the remaining basil. Put the pasta in a bakingpan and cook in preheated static oven at 180° for about 10 minutes, using if possible the grill in the last few minutes to give a uniform golden brown.

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Abbinamento territoriale per non sbagliare mai. Un vino “cult”, che ha marcato una svolta nella viticoltura campana e ha fatto parlare tutto il mondo. La linea di Quintodecimo ci regala vini di una pulizia impeccabile, eleganza e innovazione. La scelta di esaltare i cru di singoli vigneti e di valorizzarli tramite un passaggio in legno ben calibrato è stato il primo obiettivo dell’enologo Luigi Moio. Questa tecnica ha dato un’impronta specifica e ben marcata ai vini bianchi campani permettendo a tutto il territorio di scoprire il potenziale d’invecchiamento di vitigni fino a non molto tempo fa inflazionati. Una “signora” Falanghina che primeggia tra le molte, dal colore oro, sorso morbido e di gusto pieno ma leggero. 13,5%vol - 12°C

Via del Campo 2016 Irpinia Falanghina Doc - Quintodecimo - Campania Territorial combination is always a winning choice. A “cult” wine that has marked a turning point in the of Campania vine-growing and has called the attention at international level. The Quintodecimo line presents wines of impeccable cleanliness, elegance and innovation. The choice of extolling the cru of single vineyards and of appreciating them through a pas-sage in well balanced wood was the first goal of the oenologist Luigi Moio. This technique has given a specific print to the white wines of Campania, letting the whole territory discover the potential of ageing of wines, that not so long ago were inflated. A great Falanghina which is one of the best you can find, golden color, soft sip and full body but light taste. 13,5%vol - 12°C



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