Giornalino dic 2013

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La Gazzetta dell’Alessi

novembre 2013

Sapete dove siamo? Nessuno .…? Beh, ci troviamo a Cinecittà! Questo “bel testone” si trova nella parte esterna degli studi televisivi: è la statua della Venusia, che potete vedere nel Casanova di Fellini, uno dei più grandi registi italiani. Abbiamo trascorso una mattinata piacevole in compagnia delle nostre 3 professoresse. Ci siamo divertiti molto a vedere le scenografie che sembravano reali e a inventare e recitare una scena ambientata nel Quattrocento. La signorina che ci ha guidati durante la visita è stata molto simpatica e gentile. Numero a cura di Elena, Alessio e Stella


Volume 1, Numero 1

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a riconoscete? Questa è la casa di Un medico in famiglia. Fotografata così, sembra proprio vera, non credete? E invece basta avvicinarsi per scoprire che di vero c’è solo la facciata e che, guardando da vicino, si intravedono gli alberi subito dietro e un gatto che sonnecchia sull’erba appena oltre la porta.

La nostra esplorazione ha avuto inizio da qui… Dopo aver visto questo set, abbiamo fatto merenda ammirando delle statue che all’inizio ci sembravano di pietra: poi toccandole abbiamo realizzato che erano di cartongesso. Successivamente abbiamo conosciuto la guida che ci ha mostrato le ricostruzioni delle strade più famose. In seguito abbiamo visto i set utilizzati per i film ambientati in epoca romana. La parte interna ci ha interessato particolarmente: la mostra comprendeva abiti di scena, dei pannelli interattivi per giocare a vestire dei manichini e, infine, la ricostruzione di un sottomarino a grandezza naturale. E’ stata una bella esperienza sia dal punto di vista didattico che da quello ricreativo.


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Gli studi di Cinecittà I Cinecittà Studios sono un complesso di teatri di posa, che si trova a Roma lungo la via Tuscolana. La loro storia nasce durante il periodo fascista, nel 1937: dopo che un incendio distrusse gli studi a San Giovanni, fu costruita questa sede più grande. Vi sono stati girati molti lungometraggi che hanno reso famosa la cinematografia italiana, tra cui vari film di Federico Fellini, e vengono usati anche da televisioni e registi esteri. Noi per esempio abbiamo avuto modo di vedere i viali e le facciate usate per girare Gangs of New York e il kolossal su Roma antica! Cinecittà è anche il nome del quartiere che ha preso il nome dagli Studi e si è formato durante gli anni Settanta-Ottanta. Una delle nostre compagne di classe arriva proprio da lì tutte le mattine!

A sinistra, l’inquadratura realizzata da uno dei nostri compagni, Simone Giorni, immaginando di seguire le indicazioni di un operatore. Il set di Broadway in stile metà Ottocento è stato ricreato da Dante Ferretti per Gangs of New York (2002) di Martin Scorsese, mentre quello di Roma antica è stato realizzato per la serie anglo-americana Rome.


Titolo notiziario

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Federico Fellini & Nino Rota

Federico Fellini è stato un regista e sceneggiatore italiano (1920-93): è considerato universalmente uno dei più grandi ed influenti cineasti della storia del cinema mondiale. Vincitore di cinque premi Oscar (quattro per i miglior film stranieri e uno onorario), vincitore due volte del Festival di Mosca, ha inoltre ricevuto la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1960 e il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985. In occasione della scelta delle musiche per Lo sceicco bianco, nasce tra Fellini e Nino Rota (1911-79, autore delle musiche del Padrino), un’amicizia che durerà 30 anni. Sull'incontro tra i due è nato un aneddoto: Fellini, uscendo dalla Lux, notò un signore che aspettava l'autobus, gli si avvicinò e gli chiese quale autobus stesse aspettando. Rota nominò un numero che non passava di là e mentre il regista cercava di spiegarglielo l'autobus si presentò. Questo racconto, per quanto inverosimile, riassume le caratteristiche del rapporto artistico tra i due. Infatti tra loro si instaurò immediatamente un'intesa formidabile che li portò a collaborare per ben 17 film. Fellini non si dimostrò mai un amante della musica ma questo non creò alcuna difficoltà a Rota. In alto a sinistra, una foto di Fellini e Nino Rota; a destra, una foto dello Studio 5 nel quale Fellini amava girare e dove sono stati ricostruiti alcuni dei set per il film su di lui girato da Ettore Scola Che strano chiamarsi Federico! (2013).


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Durante la visita la guida, ogni tanto, ci faceva fermare per fare dei giochi particolari. Uno dei più carini è stato il gioco delle inquadrature: ci avevano distribuito dei cartoncini bucati e noi dovevamo cercare di vedere attraverso di essi un’inquadratura dei palazzi. In questo modo abbiamo sperimentato come i registi riescano ad eliminare i dettagli che farebbero capire al pubblico che si tratta di ricostruzioni.

[Una parte della classe mentre è impegnata a inquadrare i palazzi]

[alcuni di noi esplorano il sottomarino S-33, ricostruito per il film U 571 di Jonathan Mostow, 2000]


di Marco Blazevich, con la collaborazione di Asia Minelli e Simone Giorni

Il 22 maggio 2013 è uscito il numero storico di un fumetto che tutti conosciamo: il Topolino n° 3000, andato esaurito nelle edicole in soli 3 giorni! Questa edizione da collezione consiste in un numero doppio, con 14 storie dei più popolari disegnatori e sceneggiatori Disney da Giorgio Cavazzano a Silvia Ziche.

La storia di Topolino risale a molti anni fa: il personaggio è stato proposto per la prima volta in Italia nel 1930 con singoli episodi sul “Corriere dei Piccoli”. Ebbe molto successo e fu acquistato dalla Mondadori, quindi venne prodotto a fascicoli al costo di 80 £: purtroppo risultò troppo costoso per l’epoca.


Per non perdere i diritti pubblicitari la Mondadori decise di adottare un altro formato: quello Digest, ovvero a Libretto. E così nell’aprile del 1949 uscì il Topolino n°1: era formato da 100 pagine, seguiva un ordine mensile, costava 60 £. Nel 1952 la periodicità divenne quindicinale e nel 1960 settimanale, come è ancora oggi. Nel 1967 il fumetto adottò la banda gialla sul fianco che riporta il numero e l’autore. Il 2 ottobre, a poco tempo dall’uscita dello storico numero 3000 e dopo aver cambiato varie sedi editoriali (l’ultima era la Disney Italia, dal 1988) Topolino è uscito in edicola per la Panini, nota per la produzione delle figurine sportive.

Il primo numero, firmato da Cavazzano, ha in copertina Topolino che fa la rovesciata, un’immagine molto nota proprio per l’album delle figurine. La Disney rimarrà comunque coinvolta nella supervisione per garantire una qualità sempre elevata.

Pensate di non conoscere Cavazzano? Questa storica firma di Topolino, nato a Venezia nel 1947, ha iniziato a lavorare ad appena 12 anni, inchiostrando le tavole che il cugino approntava per la Mondadori. Ha collaborato con la Bonelli, ha realizzato graficamente i personaggi del disegno animato dei Cuccioli (2002) e ha interpretato la copertina dell’ultimo album di Mina, altra grande appassionata di Topolino. In Christmas Song Book (novembre 2013), sono allegate le sue tavole che ritraggono Mina Uack insieme ad alcuni personaggi Disney.


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Quattro passi fuori dall’aula Sì, siamo sempre noi, la mitica III A! Stavolta però non siamo andati molto lontano. Il 7 novembre abbiamo fatto una passeggiata fino al Maxxi, per vedere la mostra Architettura e Reti del Petrolio e del Post-Petrolio. Abbiamo visto varie foto che documentavano l’aspetto delle pompe di benzina e delle stazioni di servizio, degli autogrill e dei motel e di come sono cambiati nel corso degli anni. Inoltre c’erano alcuni modellini che rappresentavano proposte per una città del futuro: ad esempio, ce n’era uno in cui l’autostrada scorreva sotto le case; al di sopra, si potevano vedere gli impianti eolici per fornire energia alle abitazioni. Un altro, molto bello, era tutto trasparente e appeso al soffitto, con la strada che si sviluppava a spirale.


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C’erano anche molti progetti architettonici, un po’ più difficili da capire. Ma noi ci siamo divertiti ad andare in bicicletta davanti a uno schermo sul quale scorrevano delle immagini di città. Il bello era che, pedalando, fornivamo energia: siamo stati invitati a collegare lì accanto un cellulare e abbiamo potuto constatare che grazie all’energia procurata da noi si ricaricava! Qui sotto, riproduzione di un chiosco di benzina anni Cinquanta, installato nel cortile del Maxxi. Tutte le foto sono di Simone Sansone.


LA GAZZETTA DELLA ALESSI

La scorsa settimana sono andato con la mia classe a visitare una falegnameria. Qui ci hanno mostrato come il legno, che a loro arriva in tavole grezze, venga poi trasformato in mobili, attraverso l’uso di vari macchinari. Ad esempio abbiamo potuto vedere come il legno attraverso la segatrice circolare veniva tagliato in dimensioni diverse a seconda dell’uso. E’ stato affascinante anche vedere la smerigliatrice a nastro dove girava a velocità

elevata un rullo di carta vetrata che liscia o modella il legno. La fresatrice serve invece per profilarlo. Durante la visita abbiamo avuto modo, anche noi, di sperimentare l’uso della pialla, un utensile che serve a modellare il legno. Ad ogni macchinario era collegato un tubo aspiratore che portava la segatura liberata dalla lavorazione del legno a una pressatrice. Qui la segatura veniva pressata in piccoli blocchi di compensato da

utilizzare durante l’inverno per alimentare le stufe e riscaldare l’ambiente.

Alessandro Gentilezza, II C

Numero a cura di Anita

Belloni & Matilde Commentucci Novembre 2013

Nella foto sotto, alcuni campioni di profilati



Giovedì 10 ottobre, con i miei compagni di II C, siamo andati alla falegnameria del signor Fatello, il papà di Giacomo, accompagnati dalle professoresse di Tecnologia e di Francese. Ero convinta fosse una falegnameria come tante, invece è stata una continua scoperta e meraviglia. Per prima cosa, non mi sarei mai aspettata di trovare una falegnameria così grande quasi nascosta in una viuzza di Ponte Milvio, vicino al mercato coperto. Sull’insegna, in legno ovviamente, c’era la scritta “Tree” (‘Albero’, in inglese), gli stipiti della porta d’ingresso, anch’essi in legno, erano lavorati con scanalature tipo quelle delle persiane, e l’insieme creava un effetto ottico particolare. Siamo entrati, e sono rimasta letteralmente a bocca aperta. Il profumo di legno, che a me piace molto, era intenso e avvolgente, le macchine erano grandi e le loro lame incutevano paura e rispetto, all’idea che, azionate semplicemente con pulsanti e manovelle, potessero tagliare e lavorare tronchi interi, senza sforzo, e per questo in grado di ferire seriamente una persona alla minima distrazione. Mi ha impressionato vedere con quanta apparente disinvoltura i lavoranti passassero la mano vicino alla velocissima e micidiale lama di una sega circolare, e con quanta abilità usassero la fresatrice per profilare il legno, come fosse burro.

In queste foto, alcuni di noi sono impegnati a “carteggiare”

Il signor Fatello ci ha accolto calorosamente e, con i suoi collaboratori, ci ha mostrato come rifiniscono e modellano il legno con una specie di stoffa abrasiva. Ci ha fatto piallare e scartavetrare, appunto con questa stoffa. Poi ci ha fatto vedere due tipi di unione, a coda di rondine e a mezzo legno. A fine giornata, l’abbondante segatura viene raccolta e pressata fino a formare tanti cilindri, grandi all’incirca quanto un rotolo di carta igienica. Immagino vengano usati per fare il truciolato o come combustibile nelle stufe. Senza che ce ne accorgessimo, sono volate due ore e siamo tornati a scuola. Io ero stanchissima, e credo anche i miei compagni. Ci siamo seduti finalmente al banco e avevamo il fiatone. Ormai mancavano pochi minuti alla campanella e la professoressa Pace ha chiesto a ognuno un parere sulla nostra uscita, poi ci ha chiesto di scriverlo, ed ecco a voi! Ilaria Nicodemo


ALLA FALEGNAMERIA!

Il laboratorio era molto spazioso. Al nostro arrivo i falegnami ci hanno accolto mostrandoci e spiegandoci l’utilizzo delle molte e differenti macchine che usano per lavorare il legno. Tra queste, la piallatrice a filo, la segatrice circolare, la fresatrice e la mortasatrice verticale. Ognuna dà una forma specifica al legno lavorato. Erano presenti vari tipi di legno, tra cui il massello e il truciolato.

Ci hanno mostrato anche come si costruisce un cassetto e come si rende liscio il legno, Inoltre ci è stata spiegata la tecnica per dare il colore ai mobili. Prima di andar via, ad alcuni di noi è stato regalato per ricordo un pezzettino di legno grezzo, che abbiamo scartavetrato rendendolo liscio. Era la prima volta che andavo in una falegnameria: ho trovato la visita interessante e mi sono anche divertito. Flavio Petreri


Nelle foto in alto, due degli strumenti osservati durante la visita: la troncatrice e la sega a nastro. Qui a fianco e in basso, la squadratricesega circolare.




La Festa dell’Albero ha origini molto antiche, ma istituzionalmente viene celebrata in Italia per la prima volta nel 1898 e istituita nel 1923. Nel 1951 si assegna per la celebrazione la data del 21 Novembre. Dal 1979 l’organizzazione della Festa è curata dalle singole Regioni. I Comuni dovrebbero inoltre, ogni volta che la nascita di un neonato viene registrata all’anagrafe, mettere a dimora un albero sottolineando così il legame tra il futuro delle prossime generazioni e quello delle piante. Nel Febbraio 2013 questa ricorrenza torna ad avere un rilievo nazionale, con l’istituzione della Giornata Nazionale degli Alberi, curata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e il Corpo Forestale dello Stato. Quest’anno, le iniziative legate alla Festa dell’Albero e alla Giornata Nazionale hanno visto mettere a dimora nel solo Lazio 700 alberi.


di albero‌ in albero‌

Quest’anno uno dei nostri professori ha voluto provare a fare un albero di Natale del tutto diverso dal solito, utilizzando del cartone, che insieme a lui abbiamo ritagliato e verniciato, per poi aggiungere delle decorazioni fatte a mano sempre da noi. Questo delle foto è uno dei momenti della lavorazione e quelli che intravedete tutti concentrati (scusate le spalle!) siamo noi della Prima con la collaboratrice scolastica, la signora Rosy.




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