Giornalino giugno 2014

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La Gazzetta dell’Alessi

Giugno 2014

Storia. Ricordo. Memoria. LA PERCEZIONE DELLA STORIA. NON SEMPRE E’ LA VOSTRA MATERIA PREFERITA, VERO? Per imparare la storia, quest’anno abbiamo studiato in tanti modi diversi: ad esempio, abbiamo intervistato alcuni genitori su come usavano strumenti che ora per noi sono di uso quotidiano. Ma non lo erano per loro...

Cara mamma, quando avevi 13 anni come me, come comunicavi con gli amici? Con il telefono fisso oppure ci mettevamo d’accordo fuori da scuola o in cortile. I tuoi genitori erano permessivi circa l’uso del telefono? Si, perché sono stata sempre una persona responsabile. Come ti comportavi in caso di imprevisti? Aspettavo l’amico o gli amici, per circa 30 minuti in più rispetto all’orario dell’appuntamento. Quando hai cominciato a usare il cellulare? Nel 1996, a 28 anni. Cosa pensavi all’inizio dell’uso del cellulare? Che è molto comodo. Quali altri mezzi, oltre al telefono, usavi per comunicare? Molte lettere o cartoline. Quanto tempo impiegava una lettera ad arrivare? Circa una settimana. Quando hai cominciato a usare il PC? Intorno ai 22-23 anni. Frequenti e apprezzi i Social Network? Li apprezzo quando vengono utilizzati in maniera intelligente, ma non li frequento: non ho neppure un account! Intervista a cura di Alessandro


Il 12 febbraio noi delle Terze siamo andati a teatro: è stato uno spettacolo di musica e parole, molto divertente, commovente, coinvolgente e ironico. I cinque racconti di Simone Cristicchi sono stati un modo per dire e ricordare ai ragazzi alcuni degli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale. Ha raccontato di bombardamenti, di fame, di madri coraggiose, di alpini nella Campagna di Russia e di lotta partigiana. Sono state delle storie cariche di speranza, umanità e resistenza. Con la storia di suo nonno Reginaldo, sopravvissuto alla Guerra per caso, nonostante il freddo intenso che c’era in Russia e che gli ha continuato a gelare i ricordi per tutto il resto della sua vita, Cristicchi voleva farci arrivare un messaggio, che ci ha anche detto esplicitamente: “I nostri nonni morti in guerra muoiono ancora di più, oggi, in questi tempi di finta pace”. Mi ha colpito molto la storia dei due ragazzi a cui piaceva tanto giocare a calcio nel cortile fino a quando scoppiò una bomba che costrinse uno di loro a stare in ospedale per un anno da solo, senza genitori.

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Poi c’era la storia del figlio di un partigiano morto a diciotto anni: il figlio rivede in un sogno suo padre e alla domanda “Ma lo avete cambiato questo mondo?” con imbarazzo gli rispose di no. Poi Juliana, la donna che è stata uccisa con un colpo di pistola, anche se russa, perché era andata alla fonte a prendere l’acqua per dei giovani ragazzi. Inoltre abbiamo visto il video di un ragazzo che qui in Italia ha perso una mano a causa di una mina. Questo vuol dire che la guerra continua a causare danni anche se sono passati cinquanta o settant’anni. Questo spettacolo mi è piaciuto molto perché Simone Cristicchi è riuscito a coinvolgere tutto il pubblico mettendo anche un po’ di ironia in episodi così tragici. Credo che dovrebbero esserci più spettacoli così, per ricordare ai ragazzi, ma anche agli adulti, di oggi, l’orrore della guerra. Maria Lucia Akri, III^ B


La storia che mi ha colpito di più, e che è anche molto triste, è quella dei due ragazzi. Mentre piantavano le patate videro un oggetto in lontananza, per curiosità si avvicinarono e pensarono che fosse un semplice giocattolo, lo presero in mano, lo toccarono e ad un tratto quello scoppiò… era una mina. Questi due

ragazzi persero le mani. È una storia molto triste, ma anche quella che mi fa pensare che le conseguenze negative della guerra ci sono anche dopo 60-70 anni. Poi c’è anche quella della donna russa, che assisteva i feriti, anche gli italiani. Vicino alla sua casa c’era un pozzo dove era appostato un cecchi-

“I nostri nonni morti in guerra muoiono ancora di più, oggi, in questi tempi di finta pace”. no, che uccideva i soldati che si avvicinavano a bere. Lei, pur di dare da bere a un suo “paziente” ci andò, ma subito fu colpita, pur essendo russa. Io da questo spettacolo ho capito che molta gente innocua è morta senza un motivo ragionevole, come le persone della Shoah che sono morte solo perché essendo ebree erano considerate come animali dai tedeschi e questa è una cosa che

mi fa rabbia perché è ingiusta. Di Cristicchi mi è piaciuto il suo modo di raccontare perché, pur affrontando un argomento serio e triste, è comunque riuscito a metterci simpatia. Io penso che ha fatto bene a fare questo spettacolo così da far capire a tutti cosa ha subito la gente in quei tempi di guerra e di fame, come suo nonno. Chiara Lo Vetro, III^ B


Quest’anno, molte delle classi della nostra scuola si sono recate al Maxxi per visitare mostre e partecipare a laboratori didattici. All’interno dello spazio espositivo, la guida proponeva un percorso leggermente diverso a seconda delle classi. In queste pagine, alcune delle opere che hanno colpito noi della Terza A. Quest’opera è proprio quello che sembra: una prigione. Quando ci si entra dentro, ci si vede riflessi in una serie di specchi che occupano le due pareti laterali. Alfredo Jaar voleva parlarci della condizione umana, della necessità di lottare per la libertà, e anche degli artisti, che oggi non si esprimono più liberamente.

Usciti dalla prigione, siamo passati in silenzio e a luci basse attraverso quest’opera di Doris Salcedo dal titolo Plegaria Muda. Non è stato facile capire il significato. L’installazione originaria è fatta di 120 coppie di tavoli, che ricordano le bare e le lapidi di un cimitero e alludono alle uccisioni degli oppositori politici in Colombia. Dalla terra delle bare però spunta dell’erba: vuole essere un segnale di speranza.

Lungo alcune pareti correva l’installazione di Kara Walker (a sx). L’opera si intitolava The emancipation approssimation. Si trattava di figure nere applicate sul bianco, che raccontavano la discriminazione razzista e sessista. Da lontano sembravano divertenti e graziose, viste da vicino facevano un altro effetto!


Alcune installazioni non si capiscono dalle semplici fotografie. Ad esempio, ce n’era una di un certo Francis Alys molto particolare: su un muro venivano proiettate in continuazione 80 diapositive di senzatetto addormentati e di cani randagi; davanti al muro c’era un letto con tanto di coperte, sul quale stendersi, così da stare alla stessa altezza delle immagini e dei soggetti rappresentati. Alys è un artista belga che si è trasferito a Città del Messico e con quest’opera ha voluto mostrarci le condizioni in cui vivono tante persone, non solo in quella città. Qui a destra, invece, c’è l’opera di Vedovamazzei (il nome con cui lavorano insieme dal ‘91 2 artisti di Milano, Stella Scala e Simeone Crispino): un lampadario con scala, una specie di rifugio di barbone al quale sembrava si potesse salire. Sopra si intravedevano una pelliccia e un abatjour. Sotto, Alfa Romeo GT Veloce, di Elisabetta Benassi: è il modello di macchina guidato da Pier Paolo Pasolini la notte in cui è stato ucciso.

Sotto, Where is your place?, l’installazione di due artisti ucraini che vivono e lavorano a New York, Ilya e Emilia Kobakov. La coppia di visitatori di cui non vediamo oltre le gambe è intenta a osservare quadri del passato; lungo le pareti sono collocate fotografie del nostro tempo; ai piedi, sotto il vetro, si intravede vagamente il futuro che ancora non conosciamo.


Roma 70 anni fa Il 26 marzo noi delle Terze siamo andati alla Sapienza per partecipare a un’iniziativa sulla storia di Roma e dell'Italia durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver atteso l'arrivo di tutte le scuole partecipanti, intrattenuti dalle gradevoli melodie suonate da un'orchestra di nostri coetanei (l’orchestra Tam Tam della scuola media Sinopoli), lo storico Davide Conti ci ha introdotto all'argomento in modo coinvolgente; abbiamo anche visto dei filmati dell’epoca prodotti dall’Istituto Luce. All’inizio abbiamo parlato della vita in Italia dopo la presa di potere di Mussolini, dell'entrata in guerra del nostro Paese nel 1940 e dell'alleanza che il Duce strinse con Hitler portando l'Italia a un progressivo degrado. Alla fine di questa introduzione siamo arrivati a parlare delle due tragedie che hanno colpito Roma nel 1943 e nel 1944: il devastante bombardamento degli Alleati sul quartiere di San Lorenzo, il 19 luglio 1943, che causò oltre 1.500 morti; l’eccidio delle Fosse Ardeatine, compiuto su 335 civili per rappresaglia il 24 marzo 1944.

Nella seconda metà della lezione abbiamo assistito alle testimonianze di alcune persone vissute in quel periodo, lette soprattutto da attori molto bravi e coinvolgenti, altre da 3 bambini della Primaria, e infine abbiamo avuto l'occasione di ascoltare quelle toccanti storie direttamente dai signori che le avevano vissute di persona. L'ultima parte dell'incontro è stata molto interessante ma la durata era eccessiva ed è stato proprio questo particolare che non ci ha permesso fino in fondo di immedesimarci nelle storie raccontateci. Elena Aquilanti e Ludovica Supino, III^ A

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L’incontro a cui abbiamo partecipato si riferiva alla storia di Roma settanta anni fa ed era promosso dall’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dal II Municipio e dal Comune di Roma: in sottofondo, si sentiva la canzone di Fabrizio De André “Se verrà la guerra marcondiro‘ndiro ‘dero, Se verrà la guerra chi ci salverà”. Abbiamo visto scorrere alcuni filmati riguardanti la marcia su Roma, la Seconda guerra mondiale, le manifestazioni sportive del Fascismo, mentre uno storico commentava; la dittatura di Mussolini causò la mancanza della libertà, questo portò l’essere umano, i civili ad essere come delle vere e proprie macchine comandate dal fascismo. Il fascismo calpestò la libertà di ognuno di noi con le leggi razziali. Tre ragazzi hanno recitato i brani di un libretto: erano le testimonianze di bambini vissuti durante la II Guerra Mondiale e, in particolare, di quelli coinvolti e sopravvissuti al bombardamento di San Lorenzo. Si è parlato di come rimangano ancora oggi i resti di edifici distrutti dalla guerra: alcuni sono stati lasciati lì proprio per dare l’idea di cosa era stata la guerra.

L’incontro era molto ricco: si è parlato dell’armistizio dell’8 settembre, della deportazione degli antifascisti e dei carabinieri nei lager, del coprifuoco, di quanto fosse inaspettato il bombardamento degli Alleati sulla capitale, ma soprattutto abbiamo ascoltato le voci di alcuni testimoni e due attori hanno interpretato dei brani: c’erano anche degli stralci di lettere scritte nel carcere di via Tasso, da prigionieri che hanno perso la vita nell’eccidio delle Fosse Ardeatine; mi hanno colpito le parole di un ragazzo della mia età che ha assistito alle crudeltà della guerra e alla strage causata dalle bombe. Simone Giorni III^ A 7


Tra le attività di tipo storico che vogliamo ricordare c’è anche la commemorazione della Giornata del Ricordo e, in particolare, il modo in cui si è svolta alla Primaria. Le classi IV A e B, insieme alla V A e B del plesso Guido Alessi, hanno assistito alla proiezione di un cortometraggio in DVD: L’altra storia, di Aldo Rapè e Nicola Vero. Questo film di 15 minuti narra in maniera simpatica la ricerca di un bambino che vuole conoscere il significato della parola “foibe” e si scontra con l’ignoranza dei suoi paesani, per poi trovare soddisfazione nell’accorato racconto del nonno istriano. Grazie alla delicatezza e alla professionalità della regia, il film ha già partecipato a numerosi festival e ricevuto diversi premi e riconoscimenti.

Titolo: L’altra storia Produzione: PrimaQuinta Bari, in collaborazione con MoMeMovie Roma Anno: 2008 Durata: 15’ Regia: Aldo Rapè e Nicola Vero Fotografia: Michele D’Attanasio Colonna sonora: Alberto Iovene Montaggio: Enzo Piglionica Interpreti: Angelo Tullo, Mario Mancini, Alberto Rubini, Umberto Sardella Distribuito gratuitamente dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia


ROMA-ROVERETO

Sapevate che quest’anno si celebra il centenario della Prima guerra mondiale? Noi della 3^ A e 3^ B siamo andati a visitare la città di Rovereto. Qui siamo sotto la Maria Dolens, ossia la Campana dei Caduti o della Pace, la più grande al mondo che suoni a distesa. Con i suoi cento rintocchi commemora i caduti di tutte le guerre e invoca la pace. E’ stata ottenuta fondendo a Trento, nel 1924, i cannoni delle nazioni che avevano partecipato alla Grande Guerra.


2 aprile 2014: dopo un lungo viaggio in pullman, eccoci arrivati. Questa piazza, poco distante dall’Hotel Rovereto, sarà il nostro punto di ritrovo per 3 giorni.

A dirla tutta, siamo stanchi, ma la guida ci conduce implacabile a spasso per la città…


Purtroppo, il nostro tentativo di entrare al Museo della Guerra non riesce… In occasione del centenario, ne stanno restaurando una parte e gli spazi si sono “ristretti”.

Continuiamo la nostra passeggiata e arriviamo fino a questa postazione, in Piazza del Podestà. Quello che vedete sopra è un mortaio d’assedio 305/10, di fabbricazione austriaca, utilizzato sia nella Prima che nella Seconda guerra mondiale. In tutta Europa se ne possono vedere in tutto soltanto 4.



Camminare stanca! Guardate un po’ qui: Federico, il nostro “animatore”, non perde occasione per sedersi e noi altri non siamo da meno… Sotto, siamo alla Campana della Pace: lungo il sentiero sventolano 90 bandiere, tra cui quelle di Israele e della Palestina, ma anche del popolo Rom.


3 aprile. Andiamo a visitare le trincee austriache e italiane di Matassone. La guida, la signora Lara Sisto, ci ha fatto capire con parecchi aneddoti com’era dura la realtà della vita in trincea per ragazzi spesso molto giovani e quanto fosse difficile scegliere da che parte stare, se con l’Italia o con gli Austriaci; ci ha raccontato la scelta di Damiano Chiesa, Cesare Battisti e Fabio Filzi. E abbiamo parlato di combattenti particolari: muli e piccioni!



Pomeriggio: “giochiamo” al Museo Civico di Zoologia, dove siamo andati per partecipare a due laboratori, uno sull’argilla e uno al Planetario. Stasera, dopo cena, abbiamo in programma il film “Storia di una ladra di libri”, che narra le vicende di una bambina di 11 anni e di un suo amico sullo sfondo della Seconda guerra mondiale.

3 aprile, sera. Qualcuno si è annoiato, altri si sono commossi e hanno pianto come fontane, prof comprese! 4 aprile, mattina. Oggi si riparte. Ma prima ci aspettano 2 musei.

La Casa d’Arte Futurista di Depero è il primo e unico museo futurista d'Italia, nato da una visione originale di Fortunato Depero negli anni Cinquanta. Nel 1957 Depero fissa in ogni dettaglio la sua creazione: chi l'avrebbe diretta, cosa avrebbe contenuto, come sarebbe stata realizzata. Il 1° agosto 1959 la Casa è aperta al pubblico: purtroppo, un anno dopo Depero muore. Questa Casa non è un vero e proprio museo, ma una visione della casa del futuro secondo l’artista, compresi i mobili e gli arazzi, che rappresentavano guerre o feste, con un’ambientazione che spesso ricordava Rovereto. Vi si trovano anche molte sue locandine pubblicitarie. Mi hanno colpito molto le marionette, che attirano molto l’attenzione per i loro colori accesi e le loro forme bizzarre. Nicola


Eccoci fare il nostro ingresso al MART. Prima di entrare, ci hanno distribuito degli adesivi da mettere in bella vista… Il museo è stato progettato dall’architetto Mario Botta e dall’ingegnere Giulio Andreolli. La piazza d’ingresso è sovrastata da una cupola di vetro e acciaio. E sapete a cosa si sono ispirati? Alla cupola del Pantheon!

Qui abbiamo visto due mostre temporanee: su El Lissitzky, un astrattista che ha aderito agli ideali della Rivoluzione Russa e ha cominciato a fare opere più semplici e divulgative e che ha sperimentato anche la fotografia e il cinema; su Mario Radice, architetto e artista vissuto durante il periodo fascista e attivo fino agli anni Settanta. La guida era brava, ma le mostre erano un po’ difficili!


STORIE DAL MONDO. AFRICA Nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio, noi alunni della 2^ C — insieme alla 3^ A — abbiamo partecipato a 3 incontri sull’Africa con alcuni mediatori culturali presso la Biblioteca Flaminia.

Steve Emejuru ballerino, coreografo, insegnante di danza africana

dalla Nigeria

Il primo incontro si è svolto il 31 marzo e abbiamo conosciuto Steve. Per alcuni di noi è stato il più divertente. Steve ci ha raccontato storie e fatto ascoltare canzoni e musiche della sua Terra. Trasmetteva allegria. All’inizio sembrava quasi prenderci in giro perché ripeteva “ciao, buongiorno” e così via. Attirando la nostra attenzione, ci ha spiegato come ci si saluta in Nigeria e che ci si presenta non con il nome ma con il cognome della famiglia. Ci ha scherzosamente insegnato anche l’applauso nigeriano che non segue le stesse regole del nostro: il battito delle mani, a differenza di quello occidentale, ha un suo ritmo e una durata precisa. Le famiglie sono molto numerose, perché è permessa la poligamia. Il padre di Steve ad esempio aveva 30 mogli! Steve ci ha parlato della sua famiglia, in particolare di suo figlio Federico, che lui ha chiamato scherzando “Fedepovero”: quest’ultima cosa è quella che mi ha toccato di più per il suo modo ironico di parlare della povertà. Steve ci ha fatto capire la situazione dell’Africa senza drammatizzarla. Ha parlato del razzismo dicendo che loro sono sempre neri invece noi cambiamo colore quasi per ogni situazione (arrossiamo, impallidiamo, ci abbronziamo); ci ha detto che l’Africa adesso è povera ma un tempo era ricca e ha donato a tutti la sua ricchezza, che è stata la culla della vita e da lì si sono diffusi gli australopitechi; per questo si può dire che siamo tutti africani. Alla fine dell’incontro abbiamo ballato tutti insieme, anche le prof!

Ribka Sibhatu

autrice di Aulò. Canto-poesia dall’Eritrea dall’Eritrea

Il 14 aprile abbiamo incontrato Ribka, una scrittrice che ci ha parlato dei suoi libri, del suo Paese e della sua famiglia. Ribka ci ha raccontato la sua avventura per scappare dalla dittatura nel suo Paese e arrivare qui, in Italia. Ci ha spiegato cos’è la gefa, la pesca, ossia l’obbligo a lavorare gratis per la ricostruzione dell’Eritrea imposto ai ragazzi dai 18 anni in poi. Ribka non vede la sua famiglia da molto tempo e non può tornare a trovarla. Durante la fuga aveva con sé 5 libri nascosti in un paniere: tra questi c’era il Diario di Anna Frank che le ha insegnato che non era sola, che tanti altri hanno vissuto nel dolore, che anche Anna è stata a lungo nascosta come lei. Ci ha parlato dei profughi che ogni giorno sbarcano a Lampedusa e in particolare di quello che è successo il 3 ottobre 2013, quando sono morte più di 300 persone. Il barcone ha preso fuoco in pieno mare (forse qualcuno aveva dato fuoco a una coperta per segnalare l’imbarcazione) e gli spostamenti della gente impaurita lo hanno fatto rovesciare. Un semplice pescatore ha fatto il possibile per salvarli. A bordo c’era una mamma con 3 figli piccoli, uno le era caduto in mare. Si aspettava che noi alunni sapessimo molte cose sul suo Paese e sulle tragedie che lo hanno colpito: in effetti sono avvenimenti molto importanti ma alla nostra età possiamo non esserne a conoscenza. Era un po’ brusca e molti di noi non hanno avuto il coraggio di rispondere alle sue domande. Ci siamo divertiti di meno ma l’incontro è stato comunque interessante e abbiamo imparato molto. Alla fine ci ha recitato delle poesie e mostrato un gioco con 5 sassolini, l’astragalo, che mi ha colpito ed è stato divertente.


ABBIAMO LETTO:

Fèlicité Mbezele attrice dal Camerun

Le mie fiabe africane di Nelson Mandela Donzelli 2004 Chi ha mai sentito russare una banana? di Paul Bakolo Ngoi Fabbri editore 2007

Il 5 maggio abbiamo incontrato Fèlicité: mi è paciuta molto, perché oltre ad averci parlato dei suoi libri li ha anche recitati! E’ stata molto brava e ha colpito tutti noi. Fèlicité viene dal Camerun, il Paese di uno dei miei miti, Samuel Eto’o, e forse anche per questo mi è immediatamente andata a genio. Era simpatica e cordiale, aveva i capelli simili a Gervinho, un giocatore della Roma. Il suo Paese si affaccia sul mare: si chiama così perché gli esploratori portoghesi, nel Quattrocento, gli hanno dato il nome di Rio dos Camarões, Fiume dei Gamberi, e dalla storpiatura è nata la parola Camerun. Questo incontro è stato molto bello: Fèlicité lavora come attrice e coreografa, da vent’anni gira in tutte le scuole d’Italia. Ci ha recitato dei brani dal libro “Un bambino nero”, un romanzo importante della letteratura africana. Ci ha anche raccontato la sua vita. I suoi genitori ormai non ci sono più, ma lei ha zie, cugini e fratelli su cui può sempre contare; ogni tre anni va a trovarli. In tutto sono 8 figli. Le sue sorelle vivono in Francia, mentre lei per studiare si è voluta trasferire in Italia. Pensava di sapere tante cose sul nostro Paese, invece quando è arrivata si è resa conto che non sapeva quasi niente. Fèlicité ci ha fatto capire che in Africa pochissimi bambini hanno diritto alla scuola ma imparano altre cose, come andare a caccia.

Un bambino nero di Laye Camara Edizioni Aiep 2000 Aulò. Canto-poesia dall’Eritrea di Ribka Sibhatu 1993 Leoni, boa e galline faraone di Sofia Gallo Sinnos 2008

Alcuni alimenti sono sacri: la carne di serpente è molto pregiata e presso alcune etnie è proibito darla da mangiare alle donne, specialmente a quelle incinte, perché si pensa che il bambino potrebbe nascere cattivo. Da piccola è stata guarita con le lumache e ancora adesso non le può mangiare: trasgredire significa rischiare di riammalarsi. Ci ha detto che anche se da tanti anni vive in Italia non se la sente di infrangere le regole che le hanno insegnato da bambina. Con noi è stata molto gentile e generosa e ha saputo catturare la nostra attenzione.

L’idea di farci conoscere questi artisti è stata molto interessante e spero si possa ripetere. Grazie a questi incontri ho scoperto nuove culture e nuove tradizioni. Se devo dire la verità, prima di questi incontri non pensavo che l’Africa fosse così interessante. Testo collettivo basato sui ricordi, i commenti e le opinioni scritte da Alessandro, Anita, Claudio, Federico, Flavio, Francesco, Giulia, Karl, Kelvin, Matilde (2^ C).


Policoro! A cura di

Alessia, Giulia V. e Stefania, 2^

A un anno di distanza, ricordi, commenti e immagini del nostro campo-scuola


La Gazzetta dell’Alessi

Io e i miei

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Ciao a tutti, in questo numero vi vogliamo parlare (con un po’ di ritardo) del nostro campo-scuola a Policoro . Eravamo tre classi: la 1A, la 1B e noi, la 1C. Siamo andati nel mese di maggio e ci siamo rimasti per cinque giorni. E’ stato molto divertente e abbiamo imparato molti sport come ad esempio il tiro con l’arco! Ora vi racconteremo la nostra esperienza.

compagni siamo tutti contenti perché si sta per partire. Destinazione: Policoro

6 maggio 2013 – Piazzale Ankara, Roma – ore 6.57

Il tempo è brutto, piove. Nonostante la situazione meteo e l’ alzataccia, io e i miei compagni siamo tutti contenti perché si sta per partire: destinazione Policoro. Prima tappa: Sassi di Matera, un sito molto interessante, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Arrivati a Policoro, dopo aver disfatto i bagagli siamo andati tutti a cena. A seguire un’animazione con discoteca (in realtà un gazebo) anche se nessuno ballava (eccetto Ilaria). C’erano anche dei ragazzi e delle ragazze di una scuola di Martina Franca che io ho trovato molto simpatici anche se alle mie amiche non piacevano affatto! Per fortuna a Policoro il tempo è sempre bello, così dal mattino seguente abbiamo cominciato le attività: vela, canoa, tiro con l’arco, beach volley e beach soccer. Dopo lo sport pranzo, momento relax, altro sport poi doccia e cena. L’ultimo giorno è stato indimenticabile: abbiamo fatto insieme il bagno in mare. Quando siamo ripartiti io e Milica non abbiamo potuto trattenere qualche lacrima. Giulia G.


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Una bellissima esperienza L’esperienza a Policoro è stata bellissima, non dimenticherò mai quel campo-scuola. Abbiamo praticato tantissime attività e ho imparato anche molte cose nuove. Mi è piaciuto soprattutto andare in barca a vela; è stato il mio sport preferito, ma anche canoa e tiro con l’arco mi sono piaciuti molto. La maggior parte del tempo l’abbiamo passato in spiaggia a giocare a Beach Volley o a prendere il sole. Quando tornavamo nei bungalow passavamo tutto il tempo libero a ridere e scherzare e non ci annoiavamo mai. La sera,

dopo cena, mettevamo la musica e la maggior parte dei miei compagni ballava, mentre io andavo sempre al bar a prendere i cornetti e le crepes, che erano buonissime. Il cibo era molto buono; mangiavamo tutti insieme in un’enorme sala. Di solito il pomeriggio andavamo sempre in spiaggia. Invece, quando prima della partenza ci siamo goduti l’ultima mattinata in spiaggia e dopo pranzo ha piovuto ci siamo messi al coperto e ci hanno insegnato a fare i nodi, ma anche se non siamo andati in spiaggia ci siamo diverti-

ti ugualmente. Dopo pranzo è arrivato il pullman; eravamo tutti tristi di lasciare Policoro. Sarebbe bellissimo tornarci, è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Giulia V.

Abbiamo praticato tantissime attività e ho imparato anche molte cose nuove.


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Matera vecchia è incantevole, tutta scavata nel tufo, ma mette malinconia.

I giorni a Policoro sono stati tra i più belli della mia vita. Durante il viaggio, abbiamo ascoltato musica a tutto volume. Il paesaggio era indimenticabile: prati verdi, campi di girasoli, grano e papaveri! Anche la sosta a Matera è stata piacevole: faceva caldo, ma c’erano molti posti all’ombra. Durante il tour con la guida, ci siamo fermati a varie bancarelle, con souvenir di ogni genere; io ho comprato una calamita, un flauto fischiante e una campanellina. Matera vecchia è incantevole, tutta scavata nel tufo, ma mette malinconia perché è quasi abbandonata. Quando ho visto le case in cui viveva la gente, la malinconia si è trasformata in ansia: erano così poveri da avere la stalla, e tutti gli animali in casa. Chissà quante malattie potevano venire. In una delle case, c’era una lunga scalinata che portava alla cantina; gli scalini facevano impressione: erano ripidis-

simi e concavi, perché, in chissà quanti anni, le botti, fatte rotolare giù, avevano consumato il tufo. Siamo arrivati a Policoro alle 17:00 circa e ci hanno assegnato i bungalow. Io sono stata con Milica, Matilde, Sara, Stefania, Giulia G. e Giulia V. Il primo giorno ci hanno diviso in gruppi con i nomi dei venti : io facevo parte dello SCIROCCO. Ogni giorno, dopo colazione, ci radunavano sotto il gazebo per illustrarci le attività mattutine: canoa, vela, tiro con l’arco, o giochi in spiaggia. A me piacevano tutte! Dopo due ore in spiaggia, correvamo nei bungalow, per darci una sistemata prima di pranzo. A mensa servivano cibi buoni; mi ha sorpreso che ci abbiano servito pesce solo una volta, nonostante fossimo in una località di mare. Dopo pranzo avevamo due ore di relax : le mie compa-

gne ed io tornavamo nel nostro bungalow per chiacchierare, giocare con i cellulari e ascoltare la musica. Finito il relax tornavamo sotto il gazebo e ci elencavano le attività pomeridiane. Al tramonto, tornavamo nei bungalow e aspettavamo che ci chiamassero per la doccia; fortunatamente le mie compagne ed io eravamo tra le ultime ad essere chiamate e potevamo fare la doccia con più calma. Poi ci cambiavamo per la sera e, a volte, ci truccavamo! La cena si svolgeva come il pranzo. La sera, sotto il gazebo, ballavamo le canzoni più moderne, facevamo anche balli di gruppo: essendo l’unica a conoscerli, perché li ballo d’estate a Praia a Mare, gli altri mi imitavano. Ilaria


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I Sassi di Matera

Finalmente siamo arrivati a Matera, in Basilicata. Dopo aver conosciuto la guida, ci siamo avviati verso la parte antica della città, scavata nelle rocce. La guida ci ha spiegato che, oltre ad essere stata usata per girare i vari film sulla vita di Gesù, Matera nel 1993 è stata nominata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La guida ci ha fatto visi-

tare parte della città antica e ci ha detto che Matera risale addirittura al paleolitico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, venne bombardata dai nazisti. Intorno al 1950 fu stabilita una nuova legge secondo la quale la città doveva essere abbandonata dai suoi abitanti. Nel 1980 circa, un’altra legge stabilì che i Sassi di Matera erano diventati di nuovo

abitabili e lo Stato si sarebbe occupato di tutti i problemi causati dall’abbandono e dei restauri, come anche dei lavori. Finita la visita, ci siamo rimessi in viaggio. Stefania

Nel 1993 Matera è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità


Titolo notiziario

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Chi si accontenta gode! Ho provato nuovi sport,che prima avevo solo visto fare in televisione, come il tiro con l’arco, che è uno sport molto tecnico, e che per me si è dimostrato difficile.

La mia esperienza a Policoro è stata molto divertente. Ho provato nuovi sport, che prima avevo solo visto praticare in televisione, come il tiro con l’arco, che è uno sport molto tecnico, e che per me si è dimostrato difficile. Lo sport che mi è piaciuto di più di tutti è vela, perché è molto tranquillo e silenzioso (tranne che nelle regate). I bungalow erano molto piccoli ma a al loro interno si trovavano 8 letti. Erano illuminati da una luce sola che si trovava attaccata al letto. Erano in legno dipinto di blu. La sera c’era una discoteca che durava dalle 21.15 alle 23.00. Verso le 22.00 annunciavano le crepes, che vendevano ogni sera. Di mattina ci si alzava alle 8.30 e si faceva una colazione sostanziosa. Finita la colazione si vedeva il bollettino meteo e poi tutti in spiaggia per 2 ore di sport tra cui canoa, vela, tiro con l’ arco, sport in spiaggia (calcio e pallavolo). Dopo queste 2 ore si ritornava dentro i bungalow dove ci si preparava per andare a pranzo (senza offesa ma a me la cucina non è piaciuta). Dopo pranzo 1 ora di relax, durante la quale, di solito, io andavo a fare delle piccole partite di ping pong. Dopo il relax ci aspettavano altre 2 ore in spiaggia dove si svolgevano le attività che non avevamo svolto di mattina. Rientrati nei bungalow ci chiamavano per farci la doccia e per prepararci per andare a cena. Una sera abbiamo fatto un falò, che non era un gran che, però chi si accontenta gode! Alessandro


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Tutti in spiaggia! Nel programma c’erano canoa e giochi in spiaggia. Io non vedevo l’ora di provare canoa! Ci siamo messi i giubbotti e siamo andati sulla sponda dove erano disposte all’incirca dieci canoe. L’insegnante ci ha spiegato come remare, come fermarci, come entrare in canoa e come uscire. Molti non sono voluti entrare io, invece, ero eccitatissima! Sono entrata in canoa e, poi,

nell’acqua. Ho iniziato a remare e remare. Mi scontravo sempre con Milica! Dopo una mezz’oretta avevo le braccia molto stanche, quindi ho rallentato un po’. In seguito, mi sono ripresa e ho iniziato a remare con più forza e ad andare più veloce. Ad uno ad uno, l’insegnante ha fatto uscire tutti. In spiaggia abbiamo giocato quasi tutto il tempo a schiaccia cinque e ho vinto

una o due volte. Abbiamo pranzato e poi, durante il relax, siamo stati un po’ all’aperto a giocare con il calcio balilla. Stefania

Sono entrata in canoa e, poi, nell’acqua. Ho iniziato a remare e remare.


L’ultimo giorno i prof ci hanno preparato una sorpresa: un filmato con le foto e i video del nostro soggiorno. Li ringraziamo molto perchÊ guardandoli abbiamo potuto rivivere i bei momenti passati insieme. E’ stato molto bello condividere quest’esperienza con i nostri amici!


MusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusica A cura di Giulia Gubitosi e Cristina Borgo

La musica che mi piace In classe ci siamo divertiti a scrivere testi sulla musica che ci piace, per conoscerci ancora meglio

A me, fin da piccola, la musica e sempre piaciuta molto. Tra i miei generi preferiti ci sono il pop e il rap. Solitamente ascolto canzoni in inglese o spagnolo, per cui ho un po’ di difficolta con i testi, ma il rap, per esempio, lo preferisco in italiano. Non mi dispiace ascoltare, poi, la musica classica. La ascolto da quando ero piccola perche a mia mamma piace tanto e la mette sempre, così ci sono abituata. Pero preferisco i generi piu

moderni perche mi emozionano di piu e mi trasmettono energia. Mi piace molto la musica ritmica, oppure quella su cui si puo ballare o, ancora, le melodie a piu voci. Il mio cantante preferito e Tiziano Ferro mentre la cantante preferita e Katy Perry. Tra le mie canzoni preferite ci sono, oltre quelle di Tiziano Ferro e Katy Perry, ‘’Las Ketchup asere je‘’ e ‘’On The Floor‘’ .

Otre che ascoltare la musica, a me piace anche ballare, cantare e suonare. Mia mamma ha imparato fin da piccola a suonare il pianoforte, e ora ha insegnato qualcosa anche a me. Inoltre a scuola ho imparato a suonare il flauto e ora mi piacerebbe anche provare la chitarra. La musica, di solito, mi rende molto allegra e mi fa sentire bene, anche quando sono triste. Stefania


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La musica per me La musica che mi piace ascoltare e del gruppo One Direction. Loro sono un gruppo musicale britannico-irlandese composto da Niall Horan, Liam Payne, Zayn Malik, Harry Styles e Louis Tomilson. Il primo singolo del gruppo, “What Makes You Beautiful”, e stato pubblicato nel settembre 2011. E’ la mia canzone preferita e ha vinto il premio per il miglior singolo britannico al “Brit Awards” 2012, il 21 febbraio 2012.

Harry Styles e nato il 1 febbraio 1994. E’ di un villaggio che si chiama Holmes Chapel vicino all’Inghilterra. Harry invento il nome One Direction. Niall Horan e nato il 24 dicembre 1993. E’ di Mulingar nella contea di Westmeath, Irlanda. Liam Payne e nato il 29 agosto 1993. E’ di Wolverhampton, vicino all’Inghilterra. Zayn Malik e nato il 12 gennaio 1993. E’ di Balidona, vicino all’Inghilterra. Lui e il mio cantante preferito in questo gruppo. E’ rimasto solo Louis! Louis

Tomilson e nato il 24 dicembre 1991. E’ della zona di Doncaster, South Yorkshire in Inghilterra. E’ il piu vecchio del gruppo e anche il piu bello. Le loro canzoni piu famose sono: “What Makes You Beautiful”, “Live While We’re Young”, “One Thing”, “Little Things”… La frase che mi ha colpito e “…That I need you here with me now, cause you’ve got that ONE THING…” Milica

Solo una parola: musica A me piace ascoltare diversi generi musicali e diversi cantanti, italiani e stranieri: “Caruso” di Lucio Dalla, “Con il nastro rosa” di Lucio Battisti, “Come un pittore” dei Moda, “Nella mia citta” di Mango,” Cuore di aliante” di Claudio Baglioni, “Non e l’inferno” di Emma, “ Tu mi porti su” di Giorgia, “ You’re not alone” di Michael Jackson, “Un angelo disteso al sole” di Eros Ramazzotti, e tanti altri. Recentemente ascolto soprattutto gli One Direction, le cui canzoni sono particolarmente dolci. L’espressione di una canzone che mi ha colpito

e “ Mi fa vibrare forte l’anima” tratta da “ Vivo per lei”, cantata da Bocelli e Giorgia, e riferita alla musica. Secondo me, questa brevissima espressione descrive tutta la magia della musica. Le note, disposte in infiniti modi sul pentagramma, suscitano tante emozioni: esaltazione, commozione, entusiasmo, malinconia, speranza, rilassamento; inoltre la stessa melodia emoziona in modi diversi a seconda dello stato d’animo con cui la ascoltiamo.

Ilaria


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Io amo la musica A me piace tanto la musica. I generi che sento sono il pop, il rock e il tecno; preferisco soprattutto il rock e il tecno, perche suscitano in me emozioni forti. La mia canzone preferita si chiama “Whistle”: mi piace molto il ritmo. La musica e molto importante per me perche mi aiuta a lavorare e a concentrarmi. Karl

La musica è il mio ossigeno La musica che mi piace ascoltare e quella rap, reggae, pop, jazz ecc. Insomma mi piacciono le musiche ritmate. Per esempio amo ascoltare la musica di Caparezza, soprattutto la canzone Vieni a ballare in Puglia. Le parole che mi hanno colpito di piu sono quando canta: “Ehi turista so che tu resti in questo posto italico,

attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicooo… mio, mar Adriatico e Ionio puoi respirare lo iodio, ma qui nel golfo c’e puzza di zolfo che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con le diossine dell’Ilva qua ti vengono pois qua piu rossi di Milva, che poi somigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la moria piu

buona: c’e chi ha fumato i veleni dell’ENI, chi ha lavorato ed e andato in coma”. Secondo me queste parole descrivono bene l’ Italia di oggi. Pero a me piacciono anche i Beatles, i Police, i Queen e altri gruppi. Flavio


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Da grande farò

Come scrivere una poesia ispirandosi a un modello: in questo caso ci siamo ispirati a due testi di Roberto Piumini

Da grande faro Tutti i brani sono stati scritti nel corso dell’anno scolastico 2012-2013

che cucina le stelle del cielo

suno

lo Scopritore di tesori con dobloni di cioccolata

Un Sarto Famoso

e diamanti zuccherini

che veste di gioia i bambini del mondo

per le persone povere.

L'Archeologo di civilta che provengono dal futuro Il primo Astronauta italiano che conoscera un marziano L'Insegnante di una scuola che non insegna ma fa giocare Lo Chef piu famoso del mondo

Il Calciatore di un pallone

L'Architetto di nuvole Il Papa di due figli Che lo rendono orgoglioso

fatto solo di caramelle

Flavio

Il Campione Olimpico di Ginnastica Artistica, che vince solo medaglie al sapor di frutta L'Eroe di una guerra dove non si uccide nes-

Da grande farò

Quand'ero piccolo,

il chirurgo,

ho avuto tante idee per il mio lavoro:

l'operaio,

il pilota d'aerei,

il fornaio

perche volevo volare. Il dentista, l'archeologo, lo scrittore, il dottore,

e metterla in atto.

il poliziotto,

Ma l'unica cosa che desidero veramente

e il mangiatutto… Oggi voglio fare l'architetto

E essere felice, insieme alla gente.

per progettare una vita

Alessandro

Se io fossi

Se io fossi un giardiniere Se io fossi un falegname Sarei il re indiscusso dei

porterei il legname

fiori e delle fioriere.

con il bestiame.

Se io fossi un pescatore

Se io fossi un calciatore

passerei le giornate su

mi allenerei

una barca a motore.

tutte le ore.

Se io fossi un fotografo

Se io fossi un wrestler…

un calciatore ...

farei ai miei fans un autografo.

Se io fossi

Giacomo


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Da grande farò

Volevo far la ballerina,

il dottore di sogni cantanti.

sulle nuvole piroettare

Voglio fare il dottore,

sui bianchi petali danzare.

il dottore di dolori leggeri,

Volevo far la musicista,

il dottore di mali passeggeri.

sempre con la mia corista

Voglio fare il chirurgo,

nel mondo sperduto, sole, suonando,

il chirurgo della Terra,

i nostri cuori, piano, ammaliando.

eliminar l'effetto serra, eliminare ogni dolore col mio bisturi fatto d'amore.

Voglio fare il dottore,

Ilaria

il dottore di sogni sognanti,

Il sole sara blu, il cielo

Da grande farò

Da grande faro La scrittrice di libri volanti. Dipingero il cielo e tutto il mondo, faro ogni cosa di un diverso colore: il sole sara blu, il cielo giallo, il prato rosso e il fiume rosa. Faro abiti per gli orsi polari, per i criceti e per i cani.

giallo...

Pattinero nel cielo e nuo- Costruiro una fabbrica di tero cioccolato, nel prato fiorito.

un mondo di dolci, un pensiero fatato.

Vendero fiori che scoppiano e si trasformano in Scopriro altri pianeti, coriandoli, galassie e cose varie, gelatine che non finiscono mai, motorini che arrivano fino alle stelle, e altre cose belle. Insegnero musica a uccelli cinguettanti

vedro cose rare. Mi trasferiro sulla Luna E, se qualcun altro volesse seguirmi, gli auguro buona fortuna!

Non avro piu idee vaganti

Stefania

Racconta in versi una tua emozione positiva o negativa

Un giorno io ed un mio amico

e vidi che in segreteria un messaggio c'era,

dovevamo andare ad un bowling strafico.

era lui che si scusava

Ma ad un certo punto

ma a me piu non importava

buca lui mi da.

perche lui si era ricordato

Infuriato io ero,

e io gliene ero grato.

a da solo mi tocco andare. 20 euro io pagai ma non sapevo che fare ormai il pomeriggio a casa tornai

Francesco


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La musica che amo Io ho cominciato a cantare proprio con Volare...

A me piace tutta la musica. A volte mi fa piacere ascoltare anche quella classica (Vivaldi, Beethoven, Mozart ecc..) che mio padre mette in auto quando viaggiamo con lui. Ho imparato molte canzoni della sua “epoca” come quelle di Battisti, Lucio Dalla o De Gregori. L’unico cantautore che non posso sopportare e Claudio Baglioni (bleah!) che piace tanto a mia madre. Spesso, a casa, mamma mette musica jazz: la jazzista che preferisco e Diana Krall.

Comunque, quando posso scegliere, metto su i cd di Emma Marrone, Noemi , Alessandra Amoroso, Elisa, Jovanotti, Laura Pausini e Tiziano Ferro. Una frase che mi piace tanto e proprio quella di Tiziano Ferro: “Dice che esistono solo persone buone quelle cattive sono solamente sole…” Forse e così. Di Laura Pausini: “un grazie che arriva dritto, a quel braccio che non smette mai di dare affetto”. Di Elisa: “mentre guardo il mare, mentre lascio naufragare un ridicolo pensie-

ro”. Di Jovanotti: “a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di piu”. Una canzone alla quale sono “storicamente” affezionata e “Nel blu dipinto di blu” che mia madre mi cantava quando ero piccola. Io ho cominciato a cantare proprio con “Volare”, con lei quando ero piccolissima, la cantavo a squarciagola sull’altalena e quando a casa mio padre la suonava alla tastiera.

Giulia


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Il genere che ascolto Io ascolto molto spesso la musica pop come quella di Battisti, Zucchero o quella mia preferita, Arisa. La musica pop qualche volta e molto calma e tranquilla, altre piu scatenata… Una canzone che mi ha colpito molto e “La notte”, che parla soprattutto di amore e solitudine. Vi vorrei citare alcune frasi: “E quando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perche… Ne vincitori ne vinti, si esce sconfitti a meta la vita puo allontanarci ma l’amore continuera…”.

Per me queste frasi vogliono dire che “questa persona”, invece di dormire, si siede e sogna di essere lasciata dal suo amore, quindi si dispera e inizia a pensare al motivo dell’accaduto.

Vivo solo per la musica Io ascolto tutti i tipi di musica: jazz, rock, pop, blues, e qualche volta anche yenkie. Per me la musica non e soltanto melodia combinata a parole ma e ritmo, passione, sentimento e cuore. I miei cantanti preferiti sono Robby Williams e Rihanna ma la mia canzone preferita e di un altro gruppo, i Linkin Park, e si intitola Burn is down. Francesco

P.S: ho un fratello che suona la chitarra elettrica, giudicate voi!!!

Matilde

La musica pop qualche volta è molto calma e tranquilla...


Data

I risultati di un recente sondaggio svolto nella nostra classe ci hanno fatto scoprire che la musica più ascoltata è quella pop, sia americana, come nel caso di MICHAEL JACKSON, sia italiana: sono molto apprezzati MAX PEZZALI e JOVANOTTI. Anche il rap è ascoltato: più quello italiano (FABRI FIBRA) che quello straniero (50CENTS). A pari merito con il rap c’è il rock italiano con VASCO ROSSI e LIGABUE, mentre all’ultimo posto c’è la musica classica, che è anche la più detestata. Viene ovviamente ascoltata la musica che va di moda, come lo GANGNAM STYLE; rarissimi il jazz e il reggae ma persino la HOUSE, mentre può capitare qualche classico come De André. Davide Di Stefano & Valerio Guida


Cari

ragazzi

Oggi

vorremmo

scrivere

in

siamo

ancora

proporvi

modo

n o i …………………..

un

articolo

MUSICALE!

La

un

po ’

canzone

è

Fede d iverso

RAP,

Fante

4-5-6

Tutti

7-8-9

Speriamo

A-B-C BUM CHE

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RAP

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Lollo! dal

solito:

speriamo

RAP STUDENTESCO 1-2-3

e

B ELLO

=D

LolloBELLAAAAAAAAAA

che

lo vi

vogliamo piaccia:


La musica a me piace normalmente se ha un bel ritmo e se ha delle parole che esprimono i sentimenti in modo chiaro. Mi piace molto Jovanotti, in particolare ‘ La bella vita ’ e ‘ Serenata rap ’ . Il mio gruppo preferito sono i Beatles e le canzoni che mi piacciono di più sono ‘ Hei Bulldog ’ , ‘ All togheter now ’ e ‘ Penny lane ’ . A coro canto brani di musica classica e quindi a volte mi capita di ascoltarli anche se non ne vado matta. Le canzoni orientali ( specialmente Indiane ) spesso mi divertono e visto che mio padre a volte le ascolta io mi metto ad ascoltare insieme a lui. Spesso ascolto brani di vecchi cantanti come: Ettore Petrolini, Rita Pavone, Mina, Giorgio Gaber e De Andrè.

Stella

La musica può essere un passatempo o un motivo per imparare. Io la musica la ascolto e non la faccio, prima suonavo chitarra ma ora non la faccio più e devo dire che la musica mi piace molto più di prima . Per me è un passatempo, un divertimento, mi fa rilassare e mi distoglie dai problemi . La musica può essere fatta per passione o per soldi: ma non è la stessa cosa , quando la fai per passione riesce molto meglio. Io ascolto Rap, Rock, Alternative e Pop. Un gruppo che mi piace molto sono i Negrita, un gruppo Alternative Rock italiano. Ascolto molto anche i Maroon 5, un gruppo Pop/Rock inglese. Mi piace molto anche Caparezza, un cantante Rap/Pop molto conosciuto per la sua capigliatura.

MAROON 5

Elena


Ascolto molto spesso la musica, soprattutto quando sono nervosa o agitata perché riesce a calmarmi e a rilassarmi. Amo molto la musica pop, italiana e straniera, come ad esempio Jovanotti e Michael Jackson. Mi piace ascoltare anche gruppi conosciuti come i Red Hot Chili Pepper o gli Oasis, e adoro una canzone dei Fun intitolata “Some Nights”. A volte ascolto anche artisti non recenti: ad esempio i Beatles e De Andrè. Di artisti italiani mi piacciono: Ligabue, Vasco Rossi,Tiziano Ferro e Giorgia. Mi piace il genere rap, ma soprattutto quello italiano e quindi: J-Ax, Emis Killa e Fedez. Alcune loro canzoni sono: Gente che spera, Spirale Ovale, Deca Dance, Mio padre è il king,Tutto il contrario e Parole di ghiaccio. Detesto invece la musica classica,il jazz e il blues perché tendo ad annoiarmi, mentre quando ascolto la musica mi piace divertirmi: così mi piace ascoltare la musica allegra. Secondo me sono molto intelligenti e giuste le canzoni scritte da più autori per aiutare uno stato, una regione o una città in difficoltà, offrendo in beneficenza i soldi ricavati dagli ascolti del brano. Degli esempi sono: Usa for Africa e Domani. Adoro ascoltare la musica e anche suonarla ma non ne sono capace. Chiara


Io amo ascoltare la musica soprattutto rock and roll, blues, leggera e rap. Il mio cantante preferito è Lucio Dalla anche se ora sento principalmente gruppi: Kraftwerk, Pink Floyd e Police. Negli ultimi tempi ho ascoltato anche le colonne sonore di film o qualunque musica che gira alla radio. Non mi piace molto il pop e soprattutto Max Pezzali, Justin Bieber e gli One Direction. Non sento spesso la musica, solo quando mi annoio o dopo cena, prima di dormire. Giulio Rodinò, II°a

Io, di solito, ascolto la musica classica quando vado a sentire mio padre che suona (mi piacciono molto ‘’le quattro stagioni’’, in particolare la primavera) ma la mia musica preferita è quella “leggera”. Le mie canzoni preferite sono rap, e tra queste ci sono L’erba cattiva e Ti vorrei dire. Invece i miei cantanti preferiti sono: Fedez, Emis Killa, J-ax e Nsp. Ascolto comunque vari gruppi musicali tra cui molte hit del momento: Gangam style, Burn it, Ready to belive e Abituarsi alla fine. Il mio gruppo preferito sono i Linkin Park. Ma ogni mese cambio preferenze, quindi è difficile affermare quale sia la mia preferita in assoluto. Luca


Quest’anno, durante il primo quadrimestre, abbiamo studiato in antologia dei racconti e delle poesie dedicate all’amore e la prof, alla fine dello studio, ci ha chiesto di trascrivere una canzone d’amore e di commentarla. Vi proponiamo qualche esempio:

Resto fermo tra le onde Mentre penso a te, fuoco rosso luce e rondine tra le foglie soffia un vento molto debole, nel frattempo un fiore sta per nascere ... Eccoci qua, a guardare le nuvole su un tappeto di fragole…. Come si fa, a spiegarti se mi agito e mi rendo ridicolo. Questa canzone dà un’emozione di gioia e di felicità. Mi fa pensare al fatto di stare all’aria aperta, di poter giocare a pallone con i miei amici sull’erba, o a quando in vacanza con i miei genitori rimaniamo fino a tardi sulla spiaggia oppure a quando la sera ceniamo sopra il terrazzo, dove l’unica fonte di luce è la brace dove cuociamo la carne. Davide


La mia canzone sull’amore preferita è “E fuori è buio” di Tiziano Ferro. L’ho scelta perché quando ero più piccolo, mio padre me la metteva molto spesso durante i nostri viaggi in macchina. Lorenzo

Un grande vuoto che mi avrebbe spinto oltre, fino al confine estremo delle mie speranze, ti avrei cercato come un cavaliere pazzo, avrei lottato contro il mare e le sue istanze. I labirinti avrei percorso senza un filo, nutrendomi di ciò che il suolo avrebbe offerto e a ogni confine nuovo io avrei chiesto asilo, avrei rischiato la mia vita in mare aperto. Considerando che l’amore non ha prezzo sono disposto a tutto per averne un po’, considerando che l’amore non ha prezzo lo pagherò offrendo tutto l’amore, tutto l’amore che ho. Questa canzone di Jovanotti mi è piaciuta dalla prima volta che l’ho sentita visto che esprime un amore profondo che induce addirittura alla pazzia. Sia la melodia che le parole sono molto belle e commoventi. È un’emozione molto forte che viene trasmessa anche a chi la sa ascoltare.


C’era una volta una principessa: il suo nome era Pandora, ormai detta “la zitella”; allora suo padre, il re Prince, mise in tutto il regno cartelloni con scritto: ”principessa single cerca marito.”

Poco dopo arrivarono tre principi da scegliere: il primo fu il tedesco, che recitò con il suo animo “fiscale”: “Nel mio cuorre ci sssei sssolo ttu, o mmia princippessa“ e lei rispose: “cattivo uso delle doppie, noioso e troppo poetico. In poche parole… scartato!”

Allora a farsi avanti fu il secondo, il francese, che fece: “Oh mia amata nel mio cuorre c’è un pic-nic solo perrr te”. La ribelle fanciulla ne rimase colpita ma la sua dama da compagnia disse: “picnic aboliti” e anche il numero due fu scartato.

A quel punto arrivò il terzo ragazzo, ovvero lo spagnolo, che parlò convinto: “andalè seniorita vamos a la playa con migo!” E la ribella fece: “La Playa me gusta ma il principe è troppo esaltato!”. E anche l’ultimo se ne andò.

La principessa era triste quando dalla finestra vide un simpatico carciofo che parlava il cosiddetto ”Romanesco correggiuto”. Il mercante urlava: “Ciò tutto io, Ciò tutto io! Me chiamano Rodorfo er mejo”. A corte tutti adoravano Rodorfo meno Pandora, che lo amava (come si dice a Roma) un casino e anche a lui piaceva lei. Allora i due scapparono insieme

ma furono fermati dalla cavalleria che

voleva riportare Pandora a casa. Il suo uomo disse: “Te sarvo io!”, ma la fanciulla ribatté: “Eh no, caro mio, mi salvo da sola questa volta!” e dopo qualche uh-ah seguiti da precisi colpi di karate l’esercito era steso. Qualcuno si chiederà dove ha imparato Pandora il karate? E io vi rispondo: cosa pensate abbia fatto una come lei chiusa in un castello, magari tessuti o cose simili? Ma vè pare!!! Testo: Claudio De Roma, Disegni di Tecnologia: Giulia Di Stefano e Giacomo Passino a.s. 2012-2013



Decorazione urbana fotografata a Rovereto, aprile 2014. Artista (a noi) ignoto.


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