giornalino IIA n.2 marzo 2013

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Saluti di Natale

Il 21 dicembre nella nostra scuola si è svolto il grande concerto di Natale: anche i ragazzi di prima, che tre mesi fa non sapevano nemmeno cosa fosse un flauto, hanno potuto partecipare e suonare davanti ai loro genitori e ai bambini delle elementari. Alle 9.30 alcune classi si sono ritrovate in palestra per provare. Alle 10.00 eravamo già pronti.

Eravamo tutti emozionati: abbiamo suonato otto brani con flauti, pianole, voci e battiti di mani. Tra i vari suoni c’era chi cercava di mettere del suo con trilli e stecche. Verso le 13.00, dopo mooolti applausi, si è concluso il concerto e i ragazzi “stranieri” o bilingui hanno augurato Buon Natale nelle più diverse lingue. Luca Onori, Giulio Rodinò II° a e Giulia Gubitosi I°c

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NUMERO 2

I nostri saluti “multietnici�

Il concerto di Natale di tutte le classi della Guido Alessi!!!


Il razzismo Durante il mese di gennaio, abbiamo studiato in Storia l’argomento del commercio e della tratta degli schiavi praticati durante il Seicento. In quell’occasione, ci siamo chiesti se la parola “negro” fosse un’offesa e perché viene considerata in questo modo. Inoltre, abbiamo parlato dei recenti episodi di razzismo avvenuti nel mondo sportivo.

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Per me il razzismo non è una cosa

anche grazie al contributo di atleti,

bella, perché una persona non può

cantanti e attori di colore, come

essere giudicata dal colore della

Louis Armstrong, Bill Cosby, Mi-

sua pelle, ma deve essere cono-

chael Jackson, Mike Tyson, Mi-

sciuta e, dopo, si può giudicarla.

chael Jordan, Carl Lewis. Eppure,

Un

stata

negli sport spesso si rafforzano la

un’amichevole di calcio tra il Mi-

discriminazione e il razzismo. In

lan e la Pro Patria: a un certo pun-

particolare sono accaduti nel cal-

to della partita i tifosi della Pro

cio diversi episodi in cui giocatori

Patria si sono messi a fare cori

stranieri hanno subito offese sul

razzisti contro Kevin-Prince Boa-

proprio colore di pelle e la propria

teng e lui ha preso il pallone in

provenienza. Ad esempio, Balotel-

mano e l’ha tirato contro i tifosi,

li è sempre stato soggetto a conti-

poi si è tolto la maglietta e insie-

nui insulti. Un altro caso impor-

me a tutta la sua squadra ha la-

tante è quello di Okaka: anche se

sciato il campo. Gli Stati Uniti

italiano, Okaka è di colore e i tifo-

(una della nazioni più sviluppate

si avversari gli gridano contro

del mondo) sono diventati grandi

“Negretto di merda”.

mese

fa

c’è


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NUMERO 2

Queste forme di razzismo si sono

Ovviamente non siamo tutti u-

affermate perché ogni squadra ha i

guali e qualche volta la passione

propri tifosi che si suddividono in

sportiva aiuta a superare il razzi-

Ultras e sportivi. Gli Ultras sono i

smo. Inoltre, si stanno prendendo

tifosi accaniti che odiano ogni

provvedimenti e se dei tifosi ver-

squadra tranne la loro e non capi-

ranno trovati a praticare forme di

scono che l’importante non è vin-

razzismo la loro squadra sarà pe-

cere a tutti i costi; spesso sono

nalizzata. Noi speriamo che in

questi tifosi a inventare e cantare

futuro queste manifestazioni di

cori contro gli atleti avversari. Gli

discriminazioni possano cessare

sportivi, invece, riescono a godersi

e che la bellezza dello sport non

di più la prestazione della squadra

venga rovinata da questi atti di

senza pensare solo al risultato.

ignoranza e prepotenza. Marco Blazevich, Alessio E. Barros, Chiara Pallagrosi


Parole e pregiudizio Non si può stabilire quando nasce il termine "negro" per riferirsi alle popolazioni africane, ma lo si ritrova nei documenti a partire dai viaggi di esplorazione del ‘400. In latino esistevano due termini: ATER, usato per lo più in poesia, scompare; NIGER, che indicava un nero brillante, ne prende il posto e acquista anche il senso metaforico di "sfavorevole, orribile".

Fonte: F. Faloppa, Parole contro, Mondadori, 2004

Nel ‘700, si diffonde in area angloamericana "nigger", con sfumature negative e talvolta come sinonimo di "schiavo". Chi pratica questo commercio è un "negriero". Nell’800, nigger è ormai un termine infamante: lo schiavo è un animale, una merce; metaforicamente, la nigger luck è la sfortuna nera, il nigger gin è quello di pessima qualità, il nigger logic è un ragionamento sbagliato, e così via.

Nel simbolismo cristiano, il nero viene associato alla mancanza di luce e al demonio; nei dialetti italiani, “negro” si diffonde per indicare persona rozza o sciocca. Per spiegare il diverso colore della pelle, si ricorre a interpretazioni della Bibbia: in particolare, al passo relativo alla maledizione e alla condanna eterna dei discendenti di CAM, a lungo creduto il progenitore degli Africani (Genesi, 9,24-25). Queste interpretazioni saranno usate anche per giustificare la schiavitù.

America, anni ‘30: gli intellettuali neri ottengono che sui giornali e nelle pubblicazioni politiche le parole "negro" e "negress" siano scritte con la maiuscola, per riconoscere la dignità razziale Anni ‘60: il movimento Black Power segna la fortuna del termine Black. Nel Censimento del 1970 è offerta la possibilità di registrarsi come Negro, AfroAmerican o Black. Nel corso degli anni ‘80 nasce il movimento del “politicamente corretto”: nelle università vengono imposti dei codici di condotta verbale, nei quali si consigliava di non usare epiteti ritenuti offensivi dalle minoranze etniche, dalle donne, ecc.

Nel ‘500, "negro" si impone in Inghilterra per indicare le popolazioni africane; a questo punto, è un termine carico di elementi negativi. Inoltre, nella letteratura cavalleresca inglese, il bianco e il rosa erano spesso associati alla perfetta bellezza umana, Pagina 6 specie femminile.

Italia, Fascismo: nei manifesti politici sulle conquiste africane si parla di "razza italiana" e di "razza negra" (considerata selvaggia e inferiore). Solo all’inizio degli anni Settanta, nelle traduzioni si comincia a sostituire “negro” con “nero”.


Il sole dentro A febbraio siamo andati a vedere al cinema Tiziano un film, Il sole dentro, che raccontava due storie. La prima, basata su un fatto realmente accaduto nel 1999, era quella di due ragazzini africani, Yaguine e Fodè, che scontenti di come vivevano scrissero una lettera “Alle loro Eccellenze” di Bruxelles, cioè ai membri e responsabili dell’Europa e decisero di consegnarla a mano. Si imbarcano di nascosto su un aereo

ma muoiono assiderati durante il viaggio. La seconda storia, romanzata ma sempre basata su un episodio di cronaca, parla di due ragazzini, uno di Bari e l’altro africano, Rocco e Thaibo, vittime del mercato dei baby-calciatori. Quando Thaibo viene scartato e abbandonato Rocco lo cerca, lo soccorre e si impegna con lui in un viaggio di tre mesi verso il piccolo paese natale di Thaibo, attraverso il deserto. Questa

parte è un po’ surreale, perché incontrano alcune persone “strane” e camminano palleggiando perfino sotto il sole del deserto. Alla fine giocheranno insieme una partita nel campo di calcio appena inaugurato e dedicato alla memoria di Yaguine e Fodè. Il regista, Paolo Bianchini, era presente alla proiezione e ci ha raccontato come è nata l’idea del film e ha risposto a tutte le nostre domande. Andrea Amoroso

Un consiglio di lettura

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Il libro Il rigore perfet-

del

mondo

dello

sta: è un ragazzo che

to mi è piaciuto per-

sport: io ho scelto di

riesce a trovare la

ché racconta la storia

leggerlo proprio per-

formula per realizzare

di un ragazzino che

ché racconta una sto-

il rigore perfetto gra-

vuole diventare un

ria sul calcio. Il perso-

zie alla matematica, la

bravo calciatore. Lo

naggio che mi ha col-

materia scolastica che

consiglierei a chi ama

pito particolarmente

più odia.

la narrativa che parla

è Mattia, il protagoni-

Marco Blazevich



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