Poste Italiane-spedizione in abbonamento postale-70%-Commerciale Business Ancona n.78/2009.
N.1 - Maggio 2009 - IL PRIMO MENSILE SUL CALCIO E ... NON SOLO
A tutto Dirk Intervista esclusiva al patron del Fossombrone
marcheingol@quelliche.net
- Promozione Vismara - Montecalvo: vittoria in poltrona - Campane a festa per il Serra
- Usap: Coppa e... - Brandoni terza forza cittadina - Monsano vuol dire Piattella
- Juve Club da record - Festa Monteluponese - Chiesanuova tra i big
- Doppietta Campiglione - Marco Vita e il Milan - Gioia Monterubbianese
- Insuperabile Sporting Acquaviva - Virtus Pagliare boom - Arquata superstar
AMARCORD Gianni Palini IL PERSONAGGIO Osvaldo Jaconi INTERVISTA DOPPIA Api VS Poli L’INCONTRO CON Stefano Chiodini
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N. 1 - Maggio 2009
Dirk Bikkembergs
“Il sogno? Uno stadio modello inglese” I
Intervista al patron del Fossombrone che sta portando il calcio marchigiano alla ribalta nazionale
l suo ingresso nel mondo del calcio marchigiano ha portato una ventata di freschezza e genialità. E ne ha giovato tutto il movimento nostrano (spesso tacciato di provincialismo), attirando le attenzioni dei più importanti media nazionali. Dirk Bikkembergs e il Fossombrone è una legame che parte dal cervello e arriva dritto al cuore. Non bastano i denari per sposare un progetto, senza passione non si va da nessuna parte. E Dirk di passione ne ha eccome. Uno sponsor di prestigio come Samsung, i ritiri in campo europeo, l’amicizia con Fabrizio Ravanelli e i big del calcio internazionale. Non solo. È stato il primo stilista a ricevere il permesso di tenere una mostra di moda nel famoso al Nou Camp di Barcellona. In questa intervista gli abbiamo formulato undici domande, undici come i titolari di una squadra di calcio. Dirk Bikkembergs, complimenti per il successo del suo
Fossombrone. Sappiamo che è stato avvertito dal presidente Mughetti con un sms quando a Monte Urano arrivò la vittoria matematica. Qual è stata la sua prima reazione nel leggere il messaggio? “Ho stappato una bottiglia di champagne per festeggiare l’evento con le persone presenti con me in quel
momento”. Il futuro si chiama ora serie D, un campionato nazionale. Il suo impegno come sponsor nel club resterà lo stesso, diminuirà o aumenterà? “Rimarrà immutato rispetto alle precedenti stagioni cercando comunque di programmare seriamente il futuro”. Ci sono stati dei momenti in cui ha pensato: “Basta, ora mollo tutto”? “No, mai, nel modo più assoluto”. Qual è stato il giorno più bello della sua esperienza come patron del Fossombrone e quello più brutto? “Una data che ricorderò a lungo è sicuramente il 2 aprile, giorno della matematica promozione in serie D. Per quanto riguarda il più brutto non ne ho memoria in quanto sono abituato a pensare sempre in positivo”.
Qual è il suo rapporto con la città di Fossombrone e i suoi abitanti? “Direi sicuramente buono. Molte persone, incontrandomi, si congratulano con me, ma io rispondo che il merito non è solo mio”. Segue le sorti delle due squadre più importanti delle Marche come Ascoli e Ancona? “No, seguo in generale il mondo del football, in particolare la Champions e la World Cup”. Nel 2006 a Vanity Fair dichiarò: “Fare il restyling di uno stadio è il mio sogno e spero di realizzarlo. Vorrei uno stadio che vivesse sette giorni su sette e non solo per 90 minuti della partita. Vorrei trasferirci dentro tutto il mio staff, portarci negozi, bar...”. Dove vorrebbe realizzare questo suo sogno, magari a Fossombrone? “Sì, questo continua ad essere il mio sogno e lo vorrei realizzare certamente a Fossombrone. Essendo una persona positiva voglio credere che un giorno ci riuscirò”. Qual è la sua squadra del cuore? “Non ho una squadra in particolare a cui tengo, dipende dal momento e da ciò che un club riesce a trasmettermi. Al momento però è sicuramente il Barcellona”.
E’ stato mai vicino a diventare socio di una grande squadre di serie A o club straniero? “No, mai, e nemmeno ci penso”. Una curiosità: lei da piccolo ha giocato a calcio? “Assolutamente no”. Ultima domanda: cosa si sente di promettere ai tifosi del Fossombrone per l’anno prossimo? “La serietà e l’impegno profusi in questi quattro anni poi, ripeto, sono positivo, quindi…”.
Chi è Dirk Bikkembergs Nasce a Colonia (Germania) il 2 Gennaio 1959. Nel 1982, insieme ad altri designers belgi come Martin Margiela e Dries van Noten, Dirk van Saene, Ann Demeulemeester e Walter van Beirendonck. Insieme diventano famosi come gli “Antwerp Six” , nel mondo della moda. Nel 1985 vince un premio come miglior giovane stilista e gli viene data la possibilità di creare una propria linea di scarpe da uomo. Quattro anni dopo si reca a Parigi e lancia la sua prima collezione di abbigliamento maschile, seguita nel 1993 da una collazione esclusivamente femminile. Diventa particolarmente popolare tra i ragazzi nel 2000, lanciando la linea di moda “Bikkembergs Sport”, comprese le t-shirts con il famoso logo del calciatore; questa cosiddetta “sport-couture” ha dato a Bikkembergs l’opportunità di disegnare l’abbigliamento per l’Inter. Dal 2005 è presidente dell’FC Fossombrone, squadra che sotto la sua presidenza conquista la Coppa Italia (2008) e in questa stagione la promozione in Serie D.
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Numeri e curiosità della stagione 2008/2009
L’alfabeto del campionato a cura di Marco Spadola
A B
L’Arquata con largo anticipo si divora il girone I di Seconda inanellando ben 22 vittorie: un record. Chapeau!
come la serie dove sono impegnate Ancona e Ascoli. Stagione in chiaroscuro per entrambe ma in questo rush finale se i dorici devono cercare di evitare le paludi dei play out, il Picchio può dirsi ormai al sicuro.
C
Cannonieri di professione, categoria che vai, bomber che trovi. Bonsignore (Fabriano), Api (O. Vetere), Ercolani (Belforte), Mariani (Cerreto), Vallesi (Campiglione), Federici (Montecalvo), Fede (Matelica), Anastasi (Servigliano), Borraccini (New Generation), Alesi (Castignano), Bianchi (Folgore C.Raimondo), Salvucci (Rione Pace), Poli (Atletico Piceno), Cazzella (Fermana): tutti hanno superato quota 20 gol. Piedi armati!
D E F G H I L
Dirk Bikkembergs, lo stilista belga, patron del Fossombrone dopo i vani tentativi delle scorse stagioni ha coronato il suo sogno: la sfilata in serie D!
Ermetiche le difese di Fossombrone e Fermana. I rispettivi guardiani dei pali Verì e Ruspantini hanno raccolto il cuoio in fondo al sacco solo 18 volte. Bunker!
La Fermana con una volata imperiosa ed entusiasmante rivede la luce dell’Eccellenza. E c’è da giurarci che i canarini non si fermeranno qui! Giorgio Rumignani: a lui la Sambenedettese si aggrappa per centrare una salvezza difficile ma non impossibile. La speranza è l’ultima a morire!
Horror il film che stanno girando le squadre marchigiane in serie D. Tolto il Fano e la Recanatese, tutte le altre rischiano grosso di capitolare. Help!
Imprese vincenti quelle autografate da Laurentina, Serra Sant’Abbondio e Cerreto. Per il trio si sono spalancate le porte della Prima categoria. Applausi!
I tifosi: grazie Dirk “La data 02-04-2009 nella storia”
E’ stata incontenibile la gioia a Fossombrone per il grande e storico salto in serie D. I tifosi metaurensi hanno pubblicamente ringraziato società e giocatori. “Giovedì 2 aprile 2009 - sottolinea il gruppo fedelissimo - è e rimarrà una data memorabile per la città di Fossombrone ed in particolare per noi tifosi. Vogliamo ringraziare, in primis, il patron Dirk Bikkembergs per quanto ha fatto in questi anni per la nostra squadra portandola ad un traguardo finora mai raggiunto in tanti gloriosi anni di storia. Estendiamo il ringraziamento a tutto la società in particolar modo al presidente Mughetti che dopo aver, con grande professionalità, superato momenti anche meno piacevoli e, come tutti noi, anche qualche delusione, ha potuto finalmente godersi appieno la gioia di questo grande e meritato successo.
Un grazie anche a mister Omiccioli che non dimentichiamolo, è salito sul ponte di comando solo un anno e mezzo fa prendendo in mano una squadra in crisi di risultati ed identità e l’ha portata subito ai play off ed alla conquista della Coppa Italia regionale ponendo da allora le basi per la strepitosa cavalcata di quest’anno. Un campionato che, seppur difficile, è stato dominato in lungo ed in largo dai nostri eroi biancoazzurri. Sacrificio, umiltà e lavoro le chiavi del suo successo”. Dulcis in fundo un applauso ai protagonisti principali: i giocatori. “A tutti loro dal capitano e bandiera della squadra Matteo Conti all’ultimo arrivato, ma subito decisivo Battaglia, senza distinzioni di sorta, un grazie immenso e di cuore per aver regalato a una città intera un sogno, ora siete nella storia”.
Lazzaro Gaudenzi: il tecnico del Fano dopo le annate magiche alla guida del Real Montecchio sta trascinando i granata verso un traguardo impensabile a inizio stagione. Condottiero!
M N O P Q R S T U V Z
Montecalvo, Monteluponese, Mogliano, Montottone, Monterubbianese: le cinque sorelle hanno infilato le ali per volare in Prima categoria. Giù il cappello!
Novantadue come i gol subiti dalla Longobarda, l’unica compagine, dalla D alla Seconda Categoria, a non aver mai assaporato la gioia della vittoria. Disastro! Osvaldo Jaconi: dopo 24 anni è tornato in corsa sulla panchina della Civitanovese portandola al secondo posto. Se fosse arrivato prima, chissà… Mago!
Promozione: la conquistano Campiglione, Chiesanuova, Brandoni e Vismara. Champagne! Quelle che sperano nel salto in alto e quelle che tenteranno di non affogare. Nella lotteria dei play off e dei play out ne vedremo delle belle. Allacciate le cinture!
Real Metauro: un anno fa la fusione, 12 mesi dopo il salto in Eccellenza. Quando l’unione fa la forza!
Sangiustese: alla prima esperienza tra i professionisti il team di Giudici si è ambientato subito, la buona posizione in classifica è la prova lampante. Favola!
Terza categoria, per 14 squadre è solo un ricordo. Le valigie sono pronte per una nuova ed esaltante avventura. Promosse! Ultime e retrocesse: dalla Monturanese al Folignano, dal Tavoleto al Sant’Orso, dal Caldarola al Porto d’Ascoli, tanto per citarne alcune. Arrivederci!
Vipera o se preferite Salvatore Mastronunzio: il piede armato dell’Ancona, già a quota 15 reti. Velenoso!
Zero come le sconfitte di Sporting Acquaviva e Juve Club, le uniche compagini a non esser mai cadute al tappeto. Imbattute!
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SERIE B
Ancona, vietato sbagliare di Daniele Perticari
“
Meraviglioso, ma come non ti accorgi, di quanto il mondo sia meraviglioso”. Play. L’Mp3 dell’avventura di Franco Colomba alla guida dell’Ascoli 2008/09 non può che essere scelto “dal diretto protagonista”. E noi, che amiamo far parlare in prima persona chi ha scritto una pagina indelebile (perché di tale si tratta) della storia recente della società picena, accogliamo la richiesta del mister bianconero e premiamo il tasto verde ripercorrendo una stagione “Meravigliosa” grazie alle parole di Domenico Modugno, riprese recentemente dai Negramaro. CREDETEMI E’ACCADUTO… Era il dicembre 2008, Ascoli e l’Ascoli vivevano un incubo sportivo. Lui, Franco Colomba, arrivò in silenzio come “il terzo della stagione dello scempio”. La squadra più amata delle Marche rischiava il tracollo sportivo ed economico. “Eppure quel giorno – ci ha detto in esclusiva Colomba – non ebbi bisogno di frasi fatte. Guardai in faccia i miei ragazzi e capii che la mia voglia di rivincita era la loro. Uguale. Identica. Ripeto: li guardai solo in faccia e tutto iniziò…”. Un ruolino di marcia incredibile che portò l’allenatore grossetano, alla metà del mese scorso, a poter vantare un primato doc. In Italia, dati alla mano, solo Mourinho aveva un quoziente “partite giocate-punti conquistati” migliore tra serie A e B. Vi diciamo la verità: il giorno in cui glielo facemmo notare, rischiammo di essere mandati a quel paese. Con signorilità. Come sempre. …MA GUARDA INTORNO A TE… Non si va in guerra, pur sportiva, da soli. E Franco Colomba non ha mai nascosto di essere stato il “francobollo”, l’”uomo copertina”, di una rinascita globale. “Quando
Abbiamo chiesto a mister Franco Colomba di scegliere un titolo ed una colonna sonora per la sua incredibile avventura - salvezza ad Ascoli. E il mister non si è certo tirato indietro… sono arrivato c’era bisogno di più cose. C’era bisogno che il presidente tornasse in prima linea, servivano anche facce nuove. Là siamo arrivati io e il diesse Marco Valentini, un’altra persona che insieme a tutti gli altri merita di dividere il riconoscimento per quanto fatto”. Quel giorno, tanto per restare in tema, il magazziniere della squadra “ci fece sentire la canzone ‘Ricominciamo’. E fece la scelta giusta, visto come sono andate poi le cose…”. …LA LUCE DI UN MATTINO… Ricominciare nell’avventura meravigliosa. Grazie a gente come Luisi e Giallombardo. No, non ci sono Soncin, Bellusci, Cani o Sommese tra gli uomini simbolo di quest’Ascoli da rivincita. Ci sono Luisi e Giallombardo, due che ad Ascoli non volevano vedere neanche nella lista dei convocati. “Non mi ha sorpreso il loro rendimento. Conoscevo Luisi dai tempi di Pescara e
Giallombardo lo feci prendere il al Livorno. Davvero, non mi hanno sorpreso”. Chi lo ha sorpreso è, però, la curva ascolana. “Mai in venti anni di carriera sono andato sotto una curva. Qui ad Ascoli è successo. E per me è stato un piacere raccogliere l’invito dei miei ragazzi. Dopo tutti questi mesi di apnea, è segno che qualcuno ha apprezzato il nostro lavoro”. …L’ABBRACCIO DI UN AMICO… Non ama le telecamere, Colomba. O meglio, si rende disponibile senza cercare il titolo ad effetto. Al punto che qualcuno potrebbe fargliene quasi un difetto. “Questo perché da noi si tende a portare avanti chi pensa soprattutto all’immagine. I media, parliamoci chiaramente, sono molto più attenti a quello e a volte chi fa semplicemente il suo lavoro…”. Ha ragione da vendere, ma che c’entra l’abbraccio di un amico? C’entra, perché a guidare l’allenatore dell’Ascoli, da lassù, c’è stato uno dei tanti compagni di viaggio nell’avventura da tecnico. Un giorno di febbraio Giacomo Bulgarelli ci ha lasciati. E Franco Colomba ha preso, in silenzio, ed è andato a porgere il suo omaggio al capitano, un pezzo di Bologna, della sua Bologna che ancora una volta potrebbe riabbracciarlo. “Se ne parla da dodici anni di me al Bologna, da quando faccio l’allenatore a certi livelli. Eppure…”. TI SEMBRA NIENTE IL SOLE! Eppure nelle Marche la gente non vorrebbe che ciò si realizzasse. Ancora per un po’. Perché per gli ascolani, far partire Colomba, vorrebbe dire ripetere l’errore fatto con Marco Giampaolo. “Siamo stati in apnea, ve l’ho detto”, chiosa il tecnico. “Non abbiamo avuto ancora il tempo di parlarne col presidente…”. Stop. Meraviglioso.
di Michele Carletti
Esonerato Francesco Monaco: Sandro Salvioni nuovo tecnico
Partiamo dalla fine: Francesco Mister Salvioni ora dovrà cercare di Monaco è stato esonerato, la società trovare la medicina giusta. Il rischio si aggrappa a Sandro Salvioni, 56 retrocessione - anche diretta - è ormai anni, bergamasco di Gorlago, ex alle porte. Tanto che la società ha tecnico del Nizza e della Hellas ordinato il silenzio stampa e il ritiro, Verona nella stagione 2003 - 2004. affinchè il gruppo riordini le idee e Sarà ora fondamentale cercare di non riesca a riprendersi. E se in squadra sbagliare le ultime partite per non le cose non vanno bene, in società buttare all’aria una stagione fino a non splende sicuramente il sole. poche settimane fa positiva. L’Ancona Tutt’altro. Dopo la divisione in rami cerca di rialzare la testa, d’azienda, rimangono di stringere i denti, sempre i problemi con soprattutto di chiudere i fornitori. Problemi le maglie della difesa. su problemi. Ma il Sì, perchè quello che primo da risolvere è preoccupa più di tutti sicuramente quello sul nella formazione dorica campo. Troppo poco è proprio il reparto il punto preso in un arretrato (uno dei mese. più battuti del torneo cadetto). Nelle ultime Sembra passata partite un incubo nel un’eternità dal Il portiere vero senso della parola. clamoroso blitz Angelo Da Costa Di burro la retroguardia vincente di Livorno - che biancorossa che si scioglie ormai aveva proiettato l’Ancona in zone abitualmente dopo pochi minuti tranquille della classifica - alla debacle dal fischio d’inizio. Da mettersi le nello ‘spareggio’ casalingo contro il mani nei capelli. Sono ben sei partite Cittadella. Perchè la permanenza in consecutive che l’Ancona va sotto serie B è troppo importante. Forse nei primissimi minuti. L’avversario fondamentale per il futuro della gongola, quasi non ci crede che il Dorica. Da non farsi proprio sfuggire. match si metta subito in discesa. Ed E sarà importante anche l’apporto il problema sembra essere lontano dal dei tifosi, anche se ultimamente risolversi. E il discorso non capita solo stanno perdendo un po’ la pazienza. in trasferta, ma anche in casa. Comportamento giustificato, dopo le ultime deludenti prestazioni. L’ultima dimostrazione con il Cittadella. I tifosi biancorossi non “Capisco l’insoddisfazione dei avevano messo ancora piede al Del tifosi. E’ normale che contestino. Conero che già i loro beniamini Dobbiamo inevitabilmente reagire. dovevano rincorrere l’avversario. Una In queste ultime partite ci giochiamo cosa da non credere, dettata forse tutto e non possiamo gettare tutto dalla paura e dal nervosismo per una quello che di buono abbiamo fatto situazione di classifica che si complica fino a questo momento”. Parola del giornata dopo giornata. Che non si direttore sportivo Fabrizio Larini. spiegano neanche i diretti interessati. Intanto anche in squadra affiora il “Altrimenti se avessi avuto la nervosismo. Ma adesso, più che mai, medicina giusta, l’avrei adottata bisognerà mantenere la calma. Facile di sicuro. Invece... Non è possibile a dirlo, un po’ più complicato metterlo prendere sempre gol nei primi minuti, in pratica. perchè poi si fa fatica a rincorrere”.
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SPECIALE MOTO
Motoclub Morrovalle: una storia lunga 35 anni
I
l Motoclub Morrovalle celebra quest’anno il suo 35esimo anno di vita e di attività, nacque infatti nel gennaio 1975 ad opera del presidente Germano Moroncini, che lo affiliò subito alla Federazione Motociclistica Italiana. Il gruppo allora era composto oltre che dal suo fondatore, anche dall’attuale presidente Bruno Giacomini, da Fabrizio Muzi, Luciano Morganti, Giovannino Romagnoli e molti altri. Il gruppo, per consentire l’esercizio dell’attività sportiva promozionale nel motocross, si dotò di un campetto proprio che sorse a Morrovalle. Intanto con la successiva nomina di Moroncini a presidente del comitato regionale FMI delle Marche nel 1978, le amicizie e le collaborazioni con gli altri club si allargarono così come l’interesse verso le altre discipline delle due ruote. Per dare una maggiore spinta all’enduro si pensò di creare con una più stretta collaborazione tra i motoclub di Morrovalle, Loreto e Recanati, il trofeo nazionale “Ottaviani”, dal nome dell’azienda che mise a disposizione premi e trofei. Le manifestazioni che ne seguirono furono di grandissimo successo e si svolsero con una grande quantità di piloti tra i migliori d’Italia, che portarono un’ondata di rinnovamento organizzativo consentendo la conoscenza e l’apprezzamento dei nostri paesi anche fuori dalle Marche. Furono così organizzate importantissime gare nazionali ed internazionali, che portarono nella zona piloti famosi da ogni parte del mondo. Quella disciplina cominciò ad attecchire pure in questa zona e i piloti nostrani come Bruno Montalbini, Paolo Salvatelli, Luciano Morganti, guadagnarono i primi posti delle classifiche nazionali ed ebbero buoni piazzamenti in quelle internazionali. Le gare motociclistiche iniziarono ad essere lo sport anche di alcune festività locali e il motoclub Morrovalle contribuì ad organizzarle anche in qualche paese vicino, così da far crescere l’amore e l’attenzione per lo sport delle due ruote e verso gli sport
nuovi come nel caso del “minicross” e delle “minimoto” le quali aprirono meglio le porte ai giovanissimi per la velocità come nel caso di Paolo Giacomini. Inoltre naturalmente il “Mototurismo” sia con moto di serie che con quelle d’epoca. Esse hanno portato nelle nostre zone i centauri di ogni parte d’Italia, ma hanno pure consentito che i piloti visitassero più agevolmente paesi
italiani ed esteri, in Europa come in America, con un inimmaginabile arricchimento spirituale fino quasi a diventare cittadini del mondo. Per quanto concerne poi la guida più diretta del Motoclub dopo la nomina di Moroncini in federazione nel ‘78 la presidenza del club passò per Cipolletti, Camillucci, Pierucci, e ad altri ancora finchè non giunse all’attuale presidente Bruno Giacomini nel 1993, evento che ha segnato un consistente rinvigorimento dell’organizzazione sociale, turistica sportiva dando una seconda vita al
sodalizio del 1975. Oggi, i soci sono circa 200, di tutte le età date le diverse categorie. Numerose sono le attività e le manifestazioni incrementate nel corso degli anni per via del sempre maggiore interesse verso questo sport. Cinque sono i campi attraverso cui il Motoclub esercita la propria principale attività: l’educazione stradale per neopatentati dai 14 anni in su, con corsi autorizzati dall’FMI. Il mototurismo, che consiste in viaggi organizzati e uscite sia di carattere nazionale che internazionale con partecipazioni a motoraduni in giro per l’Italia, oltre ai viaggi nazionali ed internazionali come in Islanda e negli Stati Uniti. Il settore piloti, a partire dagli otto anni (minimoto) fino alle moto più grandi da pista e da cross che una volta ottenute le licenze possono partecipare alle gare, grazie anche al supporto del Team Orioli e del Racing Team Gabrielli. Il settore epoca, che comprende gli appassionati di moto d’epoca che partecipano a raduni in tutta Italia, compreso quello organizzato dal motoclub che si svolge nel mese di settembre. Infine il settore delle scorte tecniche, composto da una squadra di scorte alle gare ciclistiche organizzata ai massimi livelli, in totale 21 persone. Due di questi soci, parteciperanno al prossimo Giro d’Italia. Uno dei maggiori raduni organizzati dal club oltre a quello delle moto d’epoca è il Motoraduno nazionale della Calzatura arrivato alla 12esima edizione, a Morrovalle, svoltosi proprio nei giorni scorsi, 2 e 3 maggio a cui partecipano sempre centauri da tutta Italia.
Coast to Coast in USA, Gran Canyon
Da sinistra: il Presidente della FMI Paolo Sesti e il Presidente del Motoclub Morrovalle Bruno Giacomini
Il Motoclub e il futuro, parla il Presidente Giacomini In cantiere il progetto di un nuovo circuito nel fermano “Sarebbe bello se ci fossero piloti del nostro motoclub - afferma il presidente del Motoclub Bruno Giacomini - a tenere alta la nostra bandiera. Per ora possiamo dire che a livello regionale e nazionale abbiamo riscosso diversi successi, sia con la categoria delle minimoto che quella delle motocross.” Dopo aver parlato dei progetti e dei sogni per il futuro, il presidente del Motoclub sottolinea i veri scopi dell’associazione e del motociclista: “La differenza fra l’ appartenere al motoclub e il non farne parte è fondamentale. Si viaggia in modo organizzato, si scoprono le bellezze del paese e non solo, perchè abbiamo viaggiato anche fuori, come il coast to coast negli States o il viaggio a Caponord. La moto non è fatta per correre per strada, ma per viaggiare per strada.” Inoltre, in cantiere un nuovo circuito nella zona per chi ama la velocità su pista: “Volevo poi accennare al fatto che nella nostra zona, carente di circuiti per la corsa su pista, c’è un progetto
per la costruzione di una pista da corsa a Fermo.” A tal proposito se ne sta interessando la società SESA Racing di automobilismo dei fratelli Ramadori, in collaborazione con il geometra Squarcia che segue il progetto, per lo sviluppo di una pista nell’area di San Marco alle Paludi (Fermo), con la supervisione del comune e della provincia fermana. “Il sito si estende su una superficie di circa 120 ettari, buona parte dei quali sarà destinata a riforestazione e verde in genere – ci racconta il geometra Squarcia - è allo studio un modello di impianto motoristico che sia un riferimento, anche per altri impianti in futuro, di inserimento equilibrato e rispettoso del contesto; tale studio, ora nella fase preliminare, è seguito dal Team dell’architetto tedesco Tilke (progettista di circuiti quali: SEPANG, HOCKENHEIM, SACHSENRING, BAHRAIN, SHANGHAI) il che rafforza il concetto sull’importanza dell’iniziativa e sulla forte motivazione dei F.lli Ramadori che credono molto in questo
progetto. Dati del circuito (provvisori): Lunghezza mt 4.000 circa (con saliscendi e salti di quota fino a 60 mt. circa) Velocità di punta 300 Km/h circa (media 175 Km/h) Lap Time 80 secondi circa Larghezza tracciato mt. 12 Larghezza start-finish mt. 14 Si prevede che l’impianto possa essere omologato anche per gare internazionali, quindi dotato di adeguati spazi per parcheggi, paddock team, box, edifici per direzione gara, ristorante, e altro. Tutto ciò che riguarda la parte sportiva, la sicurezza del circuito ed i contatti nel mondo delle due ruote è seguito da Franco Uncini (responsabile della sicurezza del Moto GP) che ha aderito favorevolmente all’iniziativa che nasce sul suo territorio natio (è di Recanati) e nella quale crede tanto da dedicare al progetto il poco tempo che gli rimane nei rientri dagli impegni internazionali.”
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PRIMA E SECONDA DIVISIONE
Samb e Sergio Spina: torna il cuore rossoblu
L’imprenditore cuprense succede alla famiglia Tormenti in un momento difficilissimo: c’è da salvare la Sambenedettese da una nefasta retrocessione. Entusiasta la tifoseria, che in massa si stringe attorno alla squadra alla ricerca dell’ennesimo miracolo
di Pier Paolo Flammini
D
alla famiglia Tormenti a Sergio Spina: il mese di aprile ha segnato, per la Samb, un nuovo cambio ai vertici della società, coinciso con uno dei momenti peggiori, dal punto di vista sportivo, per la gloriosa squadra rossoblu. Ultimi in classifica in Prima Divisione, cosa mai avvenuta negli 86 anni di storia del club, neppure in quel nefasto campionato 1989-90 quando, dopo quindici anni quasi ininterrotti di Serie B, la squadra che fu di Chimenti e Borgonovo retrocesse, per la prima e unica volta (fallimento a parte) in Serie C2. Sergio Spina, per la tifoseria sambenedettese, è quel che si potrebbe definire “un nome, una garanzia”. Il giovane imprenditore
Sergio Spina
cuprense (titolare, con il padre, dell’impresa Spina Costruzioni, ma anche di altre attività tra le quali l’hotel La Perla di Cupra Marittima) è da sempre tifoso rossoblu: “Vado allo stadio dal 1976” ha detto durante il suo primo incontro con la stampa, avvenuto al termine di un deludentissimo 0-0 tra la Samb e il Lecco, il 19 aprile. Spina è il prototipo del presidente-tifoso: tre anni fa, quando la formazione rossoblu subì il secondo fallimento della sua storia dopo quello del 1994, fu proprio lui, a capo di una tifoseria ammirevole nello stringersi attorno alla squadra (alcuni giocatori si recavano allo stadio in bicicletta perché non avevano i soldi per pagare la benzina), ad aiutare una squadra allo stremo ospitandola per settimane nel suo albergo.
Il suo ingresso, per sua stessa ammissione, è avvenuto con un poco di precipitazione, perché, dopo l’incredibile decisione dei Tormenti di abbandonare la squadra, la retrocessione diretta in Seconda Divisione era parsa cosa oramai scontata. L’accordo è stato formalizzato nella tarda serata di venerdì 17 aprile – un giorno che farebbe paura agli scaramantici. Lunedì 20 aprile, ecco la rivoluzione: via mister D’Adderio, il contestato ds Evangelisti, il dg Maurizio Natali. Al loro posto, una bandiera rossoblu come Rumignani con il vice “lu bomber” Chimenti, e un nuovo assetto dirigenziale imperniato sulla “sambenedettesità”. Non c’è ancora nero su bianco, però: se la Samb si salverà, il corrispettivo per la cessione della Samb oscillerà attorno al milione e mezzo di euro, mentre in caso di retrocessione non si andrà oltre gli 800 mila. I Tormenti, inoltre, potrebbero anche restare all’interno della società con una quota di minoranza. Spina, probabilmente, non sarà solo: “Dirò i nomi delle persone che sono con me solo a giochi fatti”. Già prima di Natale Spina
aveva coalizzato un gruppo di sei o sette imprenditori, tra cui anche il Gruppo Marconi, che, come avveniva nella grande Samb dei decenni passati, avrebbero frazionato i costi di gestione per renderli sostenibili. Intanto la tifoseria, dopo un’annata depressissima, è tornata ad essere quella che è sempre stata a San Benedetto: prova ne è stata la trasferta di Venezia, dove erano ben 620 i tifosi rossoblu al Penzo.
Il tecnico Giorgio Rumignani
La Sangiustese si gode una stagione straordinaria
L
’appellativo di impresa nel mondo del calcio è spesso usato con fin troppa leggerezza, sminuendo in molti casi chi le compie veramente. Parlando della Sangiustese di Tiziano Giudici però non si può non usare questo sostantivo: molto più di una semplice buona stagione quella dei rossoblu che, con anticipo, hanno conquistato una salvezza meritata per come la squadra ha interpretato il salto di categoria. Dubbi e perplessità hanno accompagnato l’avvicinamento della squadra rossoblu a questa
avventura nei professionisti dopo la splendida cavalcata vincente dello scorso anno. Innanzitutto i dubbi relativi alla telenovela legata alla possibile collaborazione con la Fermana conclusa con un nulla di fatto ma trascinatasi per molti mesi. In secondo luogo la questione campo di gioco: inadatto il comunale di Villa San Filippo la scelta finale è stata quella di Fermo, una decisione mai pienamente condivisa dai tifosi vista la media spettatori tra le più basse della categoria. Un piccolo rimprovero a coloro che hanno deciso di non seguire la squadra in una stagione cosi esaltante, la prima
storica esperienza di un paese di settemila anime in un campionato professionistico. Lo stesso mister Giudici sottolinea le difficoltà avute in questa stagione: “Molto spesso siamo stati costretti ad allenarci nel parcheggio antistante il comunale di Villa San Filippo per l’impraticabilità del terreno in erba. Allenandoci in un terreno cosi angusto la domenica abbiamo spesso incontrato difficoltà a sviluppare le giuste distanze in fase difensiva e in attacco, non riuscendo più a trovare la profondità. Un grazie vero a questi ragazzi che hanno disputato una stagione straordinaria in mezzo a mille difficoltà e alla società, che ha sempre fatto il possibile e l’impossibile per farci rendere al meglio”. Nella
stagione
rossoblu la soddisfazione di aver lanciato un giocatore come Magllanes in serie B: il Vicenza infatti ha notato le doti del gaucho, prelevandolo a gennaio e concedendogli la possibilità di partire titolari. Si confermano ancora una volta le indiscutibili doti di Antonio Pantanetti, scopritore di
talenti come pochi, che ha saputo allestire un organico decisamente all’altezza della nuova avventura. Ci si affida a lui anche in previsione prossima stagione, per organizzare al meglio quello che potrebbe essere il preoseguimento di un un autentico sogno.
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N. 1 - Maggio 2009
La Scheda
‘COMANDANTE’
OSVALDO
Intervista di Marco Pagnanini CIVITANOVA MARCHE ’ una giornata uggiosa, la Civitanovese è pronta per gli allenamenti ma è ancora presto, allo stadio c’è solo qualche dipendente della società, il custode, il magazzaniere. Sullo sfondo ecco spuntare già pronto in divisa il “Comandante” (come viene chiamato qui) Osvaldo Jaconi. Il tempo di un saluto cordiale, un caffè insieme a Luca Diamanti e partiamo con le domande ad uno dei tecnici, insieme ad un altro grande personaggio come Gigi Simoni, più vincenti in circolazione.
E
Osvaldo Jaconi, partiamo dall’inizio: chi la spinta e chi l’ha convinta ad accettare la proposta del presidente Umberto Antonelli e di scendere di conseguenza in Eccellenza? “Alla base di tutto ci deve essere sempre una grande passione. La scelta di venire ad allenare la Civitanovese è stata fatta da Osvaldo Jaconi persona, sono stato io dentro di me ad accettare di tornare nella mia città, lo dovevo per riconoscenza nei confronti di una città che mi ha dato la possibilità di intraprendere questa carriera. Ma c’è anche la fortuna come componente fondamentale e la mia è stata quella di aver una donna che mi ha dato la possibilità di girare e di poter svolgere senza pressioni questo magnifico
lavoro. Sono venuto a Civitanova, e ci tengo a sottolinearlo, per due motivi: il primo, perchè dopo tanto girovagare e soprattutto dopo le dimissioni di Andria era mia intenzione non allontanarmi più di tanto da casa e quindi ho accettato la proposta senza affrontare il lato economico; il secondo, spero che serva, è perchè con il mio avvento ho cercato di dare un segnale forte alla città e al suo tessuto imprenditoriale affinchè qualcuno possa avvicinarsi in modo serio alla società”. Quali sensazioni ha provato nel tornare ad allenare la squadra della sua città? “Belle sensazioni, un ritorno davvero felice anche se quando uno subentra dispiace sempre per il suo predecessore. L’ambiente l’ho conoscevo anche se la categoria per me era nuova. Comunque, anche quando stavo in giro per l’Italia, ho sempre seguito la Civitanovese nella buona e nella cattiva sorte”. Mister, prima della chiamata della Civitanovese c’erano stati contatti con altre società? “No. Dopo Andria avevo già deciso di restarmene a Civitanova o nelle vicinanze e avevo già manifestato la volontà di non girare più per lo Stivale”. Lei, insieme a Gigi Simoni (oggi al Gubbio), è il tecnico che ha vinto
A cuore aperto con il tecnico Jaconi
“Voglio una grande Civitanovese”
più campionati di tutti, ben otto. Qual è stato il più bello? “Ogni campionato ha una storia tutta sua fatta di particolarità, aneddoti, situazioni. Lo vinci a Castel di Sangro e sai di aver fatto un’impresa che rimarrà per sempre nella storia. Lì sembrava tutto una favola solo per il fatto di aver cambiato le esigenze: stadio, servizi, vita quotidiana. Lo vinci a Livorno e sai che la squadra viene prima di molte altre cose, lo vinci a Torre Annunziata e avverti tanto calore, voglia di emergere, fame di calcio tipico del sud. Vinci ad Ivrea, città tradizionalmente fredda, e scopri un nascente entusiasmo. In ogni situazione porto dentro di me ricordi toccanti ed indelebili”. E’ stato mai vicino ad un grande club? “Beh, ti posso dire che Catania e Livorno per me sono state due grosse piazze. Io ho sempre lavorato con il mio modo, senza essere collegato a nessuno e senza nessuna agenzia o procuratore importante, ho allenato solo con il passaparola, per me hanno contato sempre la serietà, la fiducia e la lealtà”. Chi è stato il giocatore più forte che ha allenato? “Ce ne sono stati tanti anche se a me piace ricordare soprattutto se uno
dei miei allievi abbia imparato i miei insegnamenti. Giampiero Piovani, ad esempio, sul ‘Guerin Sportivo’ mi ha ricordato con questa testuale dichiarazione: “Ho avuto grandi maestri come Sacchi al Parma, Simoni e Cagni a Piacenza, Ranieri a Cagliari, ma quello che mi ha dato più di tutti è stato Osvaldo Jaconi. Ha vinto tantissimi campionati, è un uomo dalle straordinarie doti sotto tutti i punti di vista e se in futuro dovessi allenare mi ispirerò sicuramente a lui”. Ecco, sono queste le cose che ti danno grandi soddisfazioni”. Tra le tante stagioni trascorse sulle varie panchine c’è un episodio curioso che ama ricordare? “Tra i più simpatici e al tempo stesso toccanti ce ne fu uno il giorno in cui con il Castel di Sangro andammo in B. Si avvicinò a me una signora dicendomi ‘grazie, mister’ per aver sollevato le sorti dell’alto Sangro, praticamente intendeva dire che la vita quotidiana, ossia il lato commerciale fatto di negozi, ristoranti, alberghi, bar, con la promozione sarebbe cambiata in meglio”. Mister, ci spieghi perchè chiamano ‘Comandante’?
la
“Questo appellativo me lo diedero i tifosi del Livorno. Ricordo ancor oggi la scena: stavo in panchina quando dalla curva, le B.A.L. (Brigate Autonome
Osvaldo Jaconi (19 gennaio 1947, Mandello Lario). Vive a Civitanova Marche da circa 30 anni, sposato con la signora Claudia è padre di due figlie: Roberta e Michela. Come tecnico inizia la carriera come allenatore in seconda della formazione Primavera nella CIVITANOVESE in serie C2 nel 1981-82, per passare poi alla guida della prima squadra nella stagione successiva. Il suo palmares conta ben 8 promozioni: Dalla Dalla Dalla Dalla Dalla Dalla Dalla Dalla
C2 C2 C2 C2 C1 C1 C1 C2
alla alla alla alla alla alla alla alla
C1 Civitanovese (1982-83). C1 Fano (1984-85). C1 Leonzio (1992-93). C1 Castel di Sandro (1994-95). B Castel di Sandro (1995-96) B Savoia (1998-99). B Livorno (2001-02). C1 Ivrea (2005-06).
Livornesi, ndr) esposero uno striscione con la scritta ‘JACONI VODZ’, tanto che ho dovuto poi in seguito chiedere ai tifosi cosa significasse, da lì il soprannome che tutt’oggi m porto dietro qui a Civitanova” Mister, ultima domanda: quanto crede realmente che la Civitanovese possa un giorno tornare nel calcio che conta? “Me lo auguro davvero con tutto il cuore. Purtroppo io e il mio staff, con il nostro smisurato impegno e passione, da soli non bastiamo, non si possono fare miracoli. Per vedere la Civitanovese nei professionisti serve ben altro, serve una società solida e con la giusta programmazione come lo è stata in passato con i vari Ruggeri, Cosenza, Gherardi, solo così e con l’aiuto di tutti e della città si potrà tornare di nuovo grandi”.
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Fano, un finale thrilling
U
n finale di campionato thrilling con il duello testa a testa con la Pro Vasto a vivacizzare l’attesa del Fano. Un duello che non sembra però correre sui binari dell’equilibrio visto il diverso trattamento a r b i t r a l e riservato alle due formazioni. Chiare e precise le parole del DS granata Giuseppe Pompilio (nella foto): “Ci sentiamo defraudati e chiediamo a gran voce rispetto. Stiamo facendo tutti degli enormi sacrifici e non ci meritiamo un simile trattamento. Tutto ciò che sta accadendo è paradossale e sporca l’immagine di uno sport bellissimo, che è un gioco e tale deve rimanere. Questa città e questo club hanno una lunga ed onorata tradizione, che mi auguro non venga calpestata”. Nessuno nell’ambiente granata intende
mollare la presa visto l’ottimo campionato disputato da Fenucci e compagni: “Tutto può ancora accadere, a patto che si rimanga uniti e si riesca a trasformare la rabbia in energia positiva. Anche se è difficile in questo momento, d o b b i a m o evitare di sprecare energie rimuginando sul passato o cercando alibi. Siamo espressione di una realtà sportiva che ha dei valori importanti e forti, di questo dobbiamo con orgoglio provare a ribaltare nuovamente la situazione”. Chiaro e sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero dei tifosi granata: “In noi resta forte la rabbia per i torti subiti in questo campionato e in queste ultime partite, un sentimento che si è trasformato in carica emotiva che abbiamo cercato di trasmettere alla squadra”.
Il fallimento della Maceratese? Una sentenza desiderata di Enrico Maria Scattolini Mai fu più desiderata una sentenza di fallimento come quella dell’Associazione Calcio Maceratese srl. Ed anche attesa, perchè è stato necessario circa un mese per arrivare alla sua emissione da parte del locale Tribunale (27 aprile). Il paradosso è spiegabile con l’ansia e la necessità di stringere il più possibile i tempi per cercare di trovare una soluzione accettabile per il futuro del calcio biancorosso. Il termine ultimo è la scadenza delle iscrizioni alla stagione calcistica 2009/2010. Per la precisione, almeno tre giorni prima debbono essere conclusi tutti i passaggi previsti sia dalla procedura concorsuale (ultimo atto l’acquisizione del titolo sportivo nell’asta giudiziaria), sia dalla normativa della Federazione Italiana Gioco Calcio (affiliazione alla stessa e quindi via libera per il prossimo campionato). Riguardo a quello attuale, la Maceratese sta completando la sua attività nell’ambito dell’ “esercizio provvisorio”, concesso dal Giudice Delegato con le risorse che sarebbero state assicurate dal Comune di Macerata attraverso il pagamento dei canoni relativi alla convenzione, stipulata in extremis,di gestione dell’Helvia Recina da parte della società biancorossa. Al di là delle difficoltà di rispettare puntualmente e completamente tutti questi steps, l’incertezza che minaccia l’orizzonte è causata anche dal grave rischio di retrocessione dal campionato nazionale dilettanti che coinvolge diverse squadre marchigiane, sia direttamente (ultimi due posti in classifica) che indirettamente (due condannate dai play-out). Sono in ballo tutte formazioni
Una stagione travagliata
Telenovela Centobuchi T
re presidenti, tre allenatori ed un numero spropositato di giocatori transitati lungo la via Salaria. Dopo l’inizio di campionato con Izzotti alla guida tecnica e Claudio Marocchi, storico presidente, alla presidenza arrivano i cambiamenti con Marco Mongardini al timone societario e Roberto Pruzzo in panchina. A r r i v a n o molti giocatori provenienti da settori giovanili di Il tecnico Gaetano Fontana altissimo
livello come Roma e Milan ma i risultati non sembrano migliorare: la squadra viaggia costantemente a ridosso della linea play-out, lottando fino all’ultimo minuto per ottenere una salvezza diretta. Il mese di Marzo porta ancora novità con l’assemblea dei soci delibera l’allontanamento di Mongardini e Pruzzo: nuovo presidente Enrico Paoletti, Claudio Cicchi DS e Izzotti
torna come allenatore. Si vivono attimi di tensione durante una seduta di allenamento mattutina nella quale volano parole grosse e non solo. Arriva la sconfitta di Macerata, il tecnico rassegna le dimissioni e in panchina arriva Gaetano Fontana, ex bandiera dell’Ascoli , che esordisce con una vittoria casalinga puntando su un blocco di giovani locali. Tutto questo nel breve volgere di pochi mesi, con la situazione ancora in divenire e una salvezza ancora tutta da conquistare. In bocca al lupo a Gaetano Fontana ma siamo sicuri che le novità in casa Centobuchi siano terminate?
regionali, salvo l’abruzzese Luco Canistro. Non è quindi esclusa l’eventualità che siano almeno tre formazioni conterranee ad uscire dalla serie nazionale. Con la conseguenza di vanificare, a caduta, gli spareggi delle squadre dell’Eccellenza per evitare, a loro volta, di scivolare nella categoria inferiore. E’ chiaro che in questo contesto il destino della Maceratese potrebbe rivelarsi molto problematico. Ed è altrettanto evidente che allora sarà molto importante avere la forza (consistenza della nuova società), i titoli (capoluogo di provincia, bacino di utenza, trascorsi di prestigio) e la capacità (qui il contenuto della parentesi lo lascio all’immaginazione dei cortesi lettori) per giocarsi, al meglio, le proprie carte. Uno scenario da combattimento che non sembra però propriamente adattarsi al carattere piuttosto tranquillo (per usare un eufemismo) di noi maceratesi, ma assolutamente da affrontare perchè l’alternativa è la morte per...eutanasia. In un passato abbastanza recente le difficoltà della Maceratese, anche se nella circostanza non incappa in una procedura fallimentare, furono brillantemente risolte da Malavolta, imprenditore di Ripatransone, e da Nocera, allenatore sambenedettese: società recuperata da due retrocessioni consecutive (la prima rimediata con il ripescaggio), squadra ristrutturata, una splendida cavalcata nell’Eccellenza ed i play-off nel successivo campionato nazionale dilettanti. Ma fu solo una breve parentesi. Stavolta, per riaprirla, debbono impegnarsi le forze locali. Oppure è terza categoria. Come avvenne a metà degli anni Ottanta.
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Orgoglio Mobili: “Brava Recanatese” In evidenza i giovani Garcia e Catinari
“Da qualche parte ho letto o sentito che quella della Recanatese sarebbe una stagione anonima. In serie D con un campionato anonimo si retrocede, noi invece siamo vicinissimi alla salvezza. A volte si da tutto per scontato con troppa superficialità - apostrofa il tecnico - certi giudizi sono poco rispettosi nei confronti di una squadra che pur avendo affrontato un momento complicato si sta disimpegnando bene”. Pensieri e parole di Roberto Mobili (nella foto), prima bandiera e poi tecnico storico della Recanatese con la quale ha vinto Promozione, Eccellenza e conquistato una salvezza tranquilla nella passata stagione. Il traguardo è ormai
alle porte anche in questa annata in cui le soddisfazioni arrivano anche dalla valorizzazione dei propri giovani. Silvio Catinari, estremo difensore della categoria Giovanisssimi, è stato inserito nella rosa dei giocatori che hanno partecipato al Torneo delle Regioni, disputato a Senigallia mentre Pablo Garcia, centrocampista classe 1991, ha disputato il Torneo Nazionale Giovanile Serie D organizzato dal Comitato Interregionale in quel di Viareggio. Un riconoscimento importante per un settore giovanile da sempre molto attivo come quello giallorosso che ogni stagione permette di inserire giovani di assoluto valore in prima squadra.
Tolentino, giovani talenti crescono
I
Bigoni, Ortolani e Malaccari in evidenza
n piena lotta per la salvezza e proiettata al futuro con l’inserimento in rosa dei giovani locali. Questo in estrema sintesi il cammino del Tolentino in questa stagione; la prima squadra sta lottando alacremente per conquistare una salvezza che sarebbe quanto mai ben accetta in casa cremisi e lo sta facendo lanciando in prima squadra giovani estremamente interessanti e dal futuro, anche prossimo, assicurato. Tre giocatori hanno infatti partecipato e vinto da protagonisti (nella squadra del girone F) l’edizione annuale del torneo riservato alle selezioni giovanili dei vari gironi di serie D: tratta di Marco Bigoni (’90), Mattia Ortolani (’91) e Nicola Malaccari (’92), tre autentici punti di forza del Tolentino, sui quali hanno già messo gli occhi società professionistiche. Un premio al lavoro che negli anni il settore giovanile ha saputo svolgere, inserendo ogni stagione in prima squadra numerosi elementi validi. Una prospettiva interessante nel momento in cui si è messa in moto la macchina organizzativa per celebrare il novantesimo anniversario dell’Unione Sportiva Tolentino, che ricorre il prossimo mese di agosto. Buon compleanno.
Elpidiense Cascinare, ‘tagliati’ e contenti La società ha decurtato i rimborsi del 15% La crisi dell’economia si sta facendo sentire anche nel mondo del calcio. Sergio
Campana,
presidente
la società già tre mesi fa decise di tagliare del 15% gli stipendi a tutti. “Purtroppo la crisi si è fatta sentire
dell’Associazione italiana calciatori,
ed è stata una decisione necessaria -
tempo addietro sentenziò: “Ci sono
è stata la motivazione del presidente
tanti giocatori professionisti che
Torresi - loro hanno capito ed
non ricevono lo stipendio da mesi”. All’Elpidiense Cascinare di Giuseppe Torresi
(nella
hanno accettato”. Curiosità: il giorno successivo al taglio dei compensi i
foto)
ragazzi risposero sul
il compenso è sicuro,
campo con la vittoria
ma per fronteggiare le
per
difficoltà
l’Atletico Trivento.
economiche
2-0
contro
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ECCELLENZA IL PUNTO Una stagione che verrà ricordata per il trionfo del Fossombrone dopo anni di tentativi, il rilancio in classifica della Civitanovese grazie alla cura Jaconi e una Fortitudo rinvigorita dall’arrivo della coppia d’oro Sabbatini-Bonsignore. La vera sorpresa del campionato è senza dubbio il consolidamento della Castelfrettese di mister Fenucci: piazzamento play-off nonostante la società avesse chiesto una salvezza quanto più tranquilla possibile. Da segnalare il piazzamento playoff del Piano descritta da molti come unica possibile alternativa alla corazzata Bikkembergs. Salutano invece l’Eccellenza la Fermigananese dopo due campionati estremamente positivi e la Monturanese protagonista di una stagione tribolata. Play-off Castelfrettese-Civitanovese 0-0 Fortitudo Fabriano-Piano San Lazzaro 1 - 0 (ritorno 10/03) Play-out (andata 10/05, rit.17/05) Cuprense - Vigor Senigallia Cagliese - Vis Macerata
obiettivo raggiunto
Fossombrone, finalmente la D
D
a tre stagioni a Fossombrone si lavorava per il salto di categoria e, dopo un paio di tentativi andati a vuoto e investimenti importanti operati, la squadra più griffata della regione ha raggiunto il suo obiettivo: la serie D. La matematica certezza è arrivata con il successo in casa della Monturanese e la gioia è esplosa nello spogliatoio e tra i dirigenti. “E’ il coronamento di tanti sacrifici, - afferma il presidente Mosè Mughetti - dedico questo straordinario successo alla città di Fossombrone e a tutti quanti hanno lavorato a questo progetto. Numeri indiscutibili per i biancoazzurri: 72 punti totali, solo 18 reti subite, 44 gol fatti e ben 14 marcatori diversi. “Questa promozione è nata durante il ritiro estivo ed è frutto di un organico ben allestito e del lavoro di tutta la società a partire da Dirk Bikkembergs. Ma un ringraziamento va anche alle persone che sono state con noi negli anni passati: gli allenatori Fulgini e Morganti, D’Innocenzo, Della Felice, Cecchini, Galvani”. Ruolo fondamentale è stato svolto senza ombra di dubbio da
La gioia del tecnico
Mirco Omiccioli
un tecnico preparato quale Mirco Omiccioli che già lo scorso anno aveva dimostrato tutto il suo valore, vincendo la Coppa Italia regionale e arrivando ad un passo dalle semifinali: “E’ la vittoria del gruppo – sottolinea proprio il tecnico Omiccioli - ringrazio i miei collaboratori, la società. Sono sempre stato consapevole di poter raggiungere quest’obiettivo perché la nostra è una squadra vera, forte, che è rimasta sempre unita. Il merito è di tutti ed anche il mio”. L’obiettivo per la prossima stagione è quello di non stravolgere la rosa ma consolidarla in particolare per il reparto under, fondamentale in serie D; ai vari Sacchi, Laurini e Cenciarini verranno aggiunti elementi utilissimi per un organico che punta a far bene anche in serie D.
Il Presidente
Mosè Mughetti
E la Jesina si consola con la Coppa
A
Cossu si sfoga e lascia. Dice addio anche mister Trillini
nnata deludente quella vissuta in campionato dalla Jesina di mister Trillini. Dopo la splendida stagione 2007-2008 conclusa con la sconfitta nella finale playoff ad opera della Cingolana, c’era grande attesa intorno alla formazione leoncella. Molteplici sono state le vicissitudini vissute in diversi momenti della stagione: la classifica che non prometteva nulla di buono, troppi giocatori in entrata ed uscita e soprattutto l’insoddisfazione latente degli ultrà di fede biancorossa. Una situazione turbolenta risolta definitivamente solo all’ultima giornata di campionato con la tanto sospirata salvezza diretta: traguardo minimo che di certo non può soddisfare appieno. Le turbolenze di tutto l’ambiente hanno portato alle
L’esultanza per il successo in Coppa Italia
dimissioni del DG Alessandro Cossu, ormai un emblema del calcio jesino: “Mi dispiace, ma io non voglio più essere il capro
espiatorio della città e non ne posso più di sentirmi urlare dietro certi insulti da parte della gente. E non parlo degli ultras della curva,
ma di gente di 40 anni e passa che si permette di dire cose inaudite e gravissime a chi come me e come il mister si dedica anima e corpo a questa squadra, spinti solo da due passioni: il calcio e la Jesina”. Uno sfogo amaro quello dell’ex dirigente che rende l’idea di una stagione vissuta sul filo dell’equilibrio in terra Jesina. A rendere però dolce la pillola è arrivato il trionfo in Coppa Italia avvenuto il 28 gennaio al “Bruno Recchioni” di Fermo contro il Piano San Lazzaro: decisivo nella circostanza il gol realizzato da Somma nei minuti finali che ha regalato una gioia immensa ai moltissimi tifosi giunti in terra fermana. Nelle ultime ore è ufficiale anche l’addio di Giovanni Trillini: “E’ stato un orgoglio guidare la squadra della mia città, un grazie di cuore ai tifosi”.
Classifica Bikkembergs Civitanovese Piano San Lazzaro Fortitudo Fabriano Castelfrettese Urbino Cingolana Jesina Montegranaro Biagio Nazzaro Osimana Urbania Vigor Senigallia Vis Macerata Cagliese Cuprense Fermignanese Monturanese
74 64 63 61 57 51 45 43 42 41 40 40 40 37 35 31 28 26
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ECCELLENZA
Cingolana, largo ai giovani La mozione - Giorgi prevede 5 under in campo: due giovani classe ‘89, due ‘90 ed un ‘91.
poche giornate dalla fine. Proprio dal balcone delle Marche arriva una proposta importante per tentare di limitare i costi e valorizzare i propri settori giovanili a partire dalla stagione 2009-2010.
A
lla fine un po di rammarico per la mancata qualificazione ai play-off in casa biancorossa è presente ma bisogna soprattutto guardare all’andamento dell’intera stagione dove la fortuna non ha di certo arriso al tema di Morra.
Giorgio Giorgi Co Presidente Cingolana
La stagione biancorossa La Cingolana infatti in questa bomber Cresta, partito alla grande, stagione ha registrato una serie ma out per sei mesi. Tombesi e di contrattempi incredibili che, compagni non hanno mai perso ad un certo punto la testa e, senza della stagione, Cingolana-Urbino: disunirsi, sono sembravano venuti a capo di il record di 7 compromettere situazioni difficili. seriamente i Nella seconda parte under in campo p r o g r a m m i di campionato s o c i e t a r i . poi il recupero in Numerosissimi infortuni di varia classifica e la qualificazione agli natura compresa la vicenda di spareggi promozione che sfuma a
il capocannoniere
Le 20 perle di Bonsignore Grazie alle venti reti realizzate con la maglia della Fortitudo Fabriano Gabriele Bonsignore, 26 anni, messinese doc , ottiene il suo record stagionale e si laurea capocannoniere in Eccellenza. L’obiettivo dell’ex attaccante di Cingolana e Jesina però è quello di ottenere il massimo con la Fortitudo nei play-off: “A Fabriano mi sono trovato benissimo e tutto l’ambiente mi ha accolto nel migliore dei modi. Sicuramente questi venti gol per me sono una gioia per me e devo assolutamente ringraziare i miei compagni di squadra che mi mettono nelle condizioni migliori per rendere al massimo. Il mio rammarico è quello di non aver centrato la vittoria di un
campionato che avevamo riaperto, ma di sicuro non ci arrendiamo”. A Fabriano ha anche ritrovato mister Sabbatini, tecnico con il quale lo scorso anno sfiorò l’approdo in serie D con la Cingolana: “Quando è arrivato il mister avevo già realizzato molti gol ma devo dire che con lui ho un ottimo rapporto de ci intendiamo a meraviglia da un punto di vista calcistico”. Con i suoi gol ha dimostrato di meritare categorie superiori: “L‘obiettivo è quello di migliorarsi e di raggiungere categorie importanti. Io però intendo farlo con la maglia della Fortitudo: società, squadra e tifosi meritano traguardi importanti ed io spero di raggiungerli insieme”. In bocca al lupo bomber .
Osimana: stagione tribolata Falcetelli: “Siamo tutti in discussione” La formazione giallorossa al termine di una stagione Andrea Falcetelli Presidente Osimana tribolata (ultimo imprevisto in ordine di tempo il caso Bugiolacchi), soprattutto in merito alla questione infortuni, ottiene la tanto agognata salvezza. Soddisfatto il tecnico Stefano Senigagliesi che parla di “risultato importante al termine di una stagione in emergenza. Siamo stati tutti quanti molto bravi a superarle e per questo ringrazio tutti i ragazzi”. Non sembra dello stesso avviso il
La proposta Il presidente Giorgio Giorgi infatti ha proposto alle altre società al firma di una mozione da presentare in Lega al fine di proporre l’utilizzo di 5 under: due 1989, due 1990 e un 1991 contemporaneamente in campo e tutti provenienti dal proprio settore giovanile. Obiettivi di tale proposta sono del presidente Giorgi, che sembra la valorizzazione di aver trovato Le finalità? giovani del proprio apprezzamenti vivaio e la riduzione da molte realtà Ridurre i costi e fisiologica dei costi del campionato societari in un valorizzare i vivai di Eccellenza momento in cui la crisi e non solo: economica sembra non certo una toccare ogni settore, anche quello proposta campata per aria bensì sportivo. Una proposta, quella un progetto serio e preciso. E’ la
presidente Andrea Falcetelli: “In tutto il campionato mi aspettavo di più dalla squadra siamo salvi grazie alla classifica avulsa e non mi sembra una grande cosa visto che abbiamo riconfermato gli otto undicesimi della compagine che nello scorso torneo era arrivata ai play-off. Tutto è bene ciò che finisce bene ma cionfermo che nella stagione prossima, ci sarà una rivoluzione societaria ma e tecnica. Tutti sono in discussione – conclude il presidente giallorosso – a cominciare dal sottoscritto”.
prima volta infatti che una società mette nero su bianco un progetto per ridare linfa vitale ai settori giovanili e diminuire costi che poco o nulla hanno a che vedere con il dilettantismo.
“Per me è come aver vinto il campionato” L’allenatore gialloblu Malloni parla della salvezza conquistata a Montegranaro
U
n percorso in salita quello del Montegranaro, partito con l’obiettivo della salvezza, a gennaio addirittura rischiava la retrocessione diretta. Poi, con l’arrivo di mister Giuseppe Malloni, qualcosa è cambiato. La squadra ha ripreso vigore e seppur con tanta incertezza, a suon di risultati è riuscita alla fine ad ottenere un’insperata salvezza addirittura senza la lotteria dei play-out. “Sono molto soddisfatto, come se avessi vinto il campionato – afferma il tecnico del Montegranaro - ho preso questa squadra che era a quasi dieci punti dalla salvezza a gennaio, e in quel momento fare i play-out era un sogno. L’obiettivo che mi era stato preposto dalla società quando sono arrivato erano almeno gli spareggi. La squadra non era affatto messa bene, poi strada facendo abbiamo fatto un percorso incredibile e molto importante, prendendo anche pochissimi gol, arrivando a questo punto. Perciò questo traguardo vale
tantissimo.” C’è stato un momento però in cui Malloni, ha pensato che era una mission impossible riuscire nell’impresa salvezza. Forse proprio nel momento in cui è arrivato al timone della squadra. “Sicuramente quando sono arrivato l’impresa non era affatto semplice, anzi, la società era pessimista, l’ambiente scettico, e i giocatori col morale a terra. Quando decisi di farne parte in molti dall’esterno mi dicevano che era un pazzo ad accettare di entrare in una situazione così critica, invece i risultati ci hanno dato ragione. Un plauso particolare perciò va soprattutto ai ragazzi che hanno dato tantissimo, si sono allenati sempre e con costanza anche più del dovuto, come dei veri professionisti.” Non si parla ancora del futuro. Il prossimo anno sarà un’ Eccellenza di fuoco questo è certo, e il Montegranaro è avvisato, se vuole Malloni in panchina dovrà pensare in grande: “E’ naturale che la società va verso la riconferma, adesso ci godiamo
questa soddisfazione, non è il momento di pensare al futuro, dovremo sederci e parlarne. Era la prima volta che mi capitava di affrontare un campionato con questo obiettivo. Dipenderà molto dalle volontà della società per la prossima stagione.”
Giuseppe Malloni allenatore Montegranaro
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incontriamo l’ex bomber della sangiustese anni ‘80
Gianni Palini, quando il gol era in... cassaforte Talamonti, Cherubini, sei attaccanti fra i più forti in Promozione. Le partite erano sentite in modo diverso: “Le vivevamo in maniera talmente intensa che ci logoravano fisicamente, io stesso uscivo tutte le volte dal campo distrutto, non mi reggevo in piedi”.
della Sangiustese: “Era l’86, quando arrivammo primi in classifica a pari merito, dovevamo fare uno spareggio allo stadio di Civitanova,
Anni indimenticabili quelli in maglia rossoblù: dal 1977 al 1989 con un unica stagione di parentesi
“
Una delle ultime partite fatte la ricordo bene perchè ero tesserato con Montottone, ma non giocavo, più che altro andavo a vederle le gare. Avevo 38 anni, era il ‘98, uno spareggio di terza per andare in seconda categoria, ero in tribuna, mi chiamarono. Entrai ai supplementari, il tempo di segnare il gol vittoria e uscire. Vincemmo e andammo in seconda.” Così Gianni Palini, 48 anni, sposato con una figlia di 13, di Montottone, residente a Porto San Giorgio, ricorda le ultime gare giocate con la maglia del suo paese, e prosegue: “L’ultima in assoluto, fu la stagione successiva, ma stavolta in seconda. Era uno spareggio salvezza con il Castignano, segnai una rete incredibile da fuori area di testa, che era il mio forte, e ci salvammo. Sebastiani (attuale direttore sportivo del Montottone, ndr) ancora se la ricorda!”. Uno dei bomber più prolifici di tutti i tempi Gianni Palini, ex gloria della Sangiustese anni ‘80, ci racconta di sè, partendo dal principio. Aveva 12 anni quando mosse i primi passi nel calcio, a Petritoli. In quel periodo partecipava già a diversi tornei che valevano più di qualsiasi palcoscenico per mettersi in mostra come giocatore. E’ qui che fu notato da un certo
Antonio Pantanetti, già allora talent scout della Sangiustese, che lo volle con sé a tutti i costi nel ‘77 in Promozione, tanto che lo mandava a prendere col taxi finchè non prese la patente (prima ci si allenava tutti i giorni). Pantanetti fu molto criticato, in fondo il giovane non aveva esperienza e il campionato di Promozione in quel periodo era veramente duro, e pieno di giocatori forti e conosciuti. Era
anche il campionato dilettantistico più importante e la Sangiustese era l’unica squadra a quei livelli e aveva un gran seguito di pubblico. Palini smentì tutti, anche se all’inizio era difficile ambientarsi in una squadra di colossi, un anno dopo, con Rega come allenatore prima, e Gambogi poi, il centravanti espresse il suo miglior calcio, segnando in tutti i modi, mettendosi in mostra a tal punto che era diventato tutt’uno con la maglia e la Sangiustese non poteva più fare a meno di lui. “Contro l’Urbino,
Gianni Palini (10 Giugno 1960, Montottone). Sposato con Rossella, ha una figlia di nome Alessia di 13 anni. Inizia da giovanissimo la sua avventura nel mondo del calcio con il Petritoli. Nel 1977 passa alla Sangiustese dove rimarrà fino al 1989 (con l’unica eccezione del prestito alla Sangiorgese nel 1987). Nel 1990 si trasferisce alla Folgore Falerone dove rimarrà per sei stagioni, fino al 1996. Disputa le ultime sue partite nel Montottone, con il quale chiuderà la carriera nel 1998. Di professione funzionario bancario. Attualmente è Direttore della filiale Carifermo a Falerone (FM).
era il
1983, allora una squadra fortissima, spareggio finale di Promozione a Falconara in cui arbitrò Collina, segnai l’1-0. Poi il mister mi fece uscire, e perdemmo la partita.” Era uno, Palini, che poteva cambiare le sorti di una gara in qualsiasi momento. “Gli allenamenti erano durissimi, correvamo sempre, avevamo una resistenza incredibile, eravamo più forti di oggi a livello atletico.” La Sangiustese però oltre Palini aveva anche Curzi, Mobili, Bellesi,
alla Sangiorgese. Rimase legatissimo alla città, ma nel 1989 decise di smettere. Se ne andò nel momento in cui era all’apice della carriera: “Potevo continuare, ma volevo che si ricordassero di me per quello che ero. Per lasciare il ricordo migliore di me.” Gli anni successivi, dopo l’ampia parentesi sangiustese, Palini va a giocare fra le fila della Folgore Falerone, in Prima categoria, dal 1990 al 1996, coinvolto dagli amici perchè lui, ci confessa, voleva davvero lasciare. Poi, un paio di stagioni a Montottone. “Ho deciso di smettere nel 1998. Non ho più dato un calcio ad un pallone, nemmeno una partita di calcetto con gli amici, semplicemente per scelta. Quando ho deciso l’ho fatto e ho chiuso definitivamente col pallone.” Non gli è mai passato per la testa di fare il dirigente tantomeno l’allenatore: “Due cose nella vita non riesci a farle bene allo stesso modo. Ho rifiutato qualsiasi proposta, anche quelle della Sangiustese.” I ricordi, anche se ora il pallone non fa più parte della sua vita, quelli restano: “Se volevi essere il migliore prima, dovevi sacrificarti. Ero serissimo come giocatore, ma molto meno come persona. Scherzi, risate, ne combinavamo di tutti i colori con i compagni. Una volta, prima di una partita a Senigallia per fare uno scherzo ad un dirigente della Sangiustese, Livio Ciaffaroni, che era un padre per tutti noi, mi buttai in mare completamente vestito per la sua disperazione.” La gara però che gli è rimasta più nel cuore, è quella con il Montegranaro, rivale di sempre
c ’ e r a n o seimila persone. E’ quella la partita che a livello emotivo ci ha dato più motivazioni, più soddisfazione, vincemmo 1-0 col Montegranaro, segnai il nel primo minuto dei supplementari. Fu un’emozione incredibile giocare davanti a tutta quella gente.”
Ora Palini va in mountain bike, e anche se il calcio gli manca un po’ non rimpiange le scelte che ha fatto: “Il calcio è cambiato, prima c’era fantasia, prima erano i giocatori che facevano la differenza, oggi sono gli schemi, le tattiche, e l’allenatore. Questo ha affievolito gli istinti personali e ha pianificato troppo il gioco, che prima era anche più fisico. Questo cambiamento in negativo mi ha portato a non averne affatto nostalgia, ogni tanto vado a vedere q u a l c h e partita, ma saranno state dieci nell’ultimo decennio.” Oggi, sono rimasti i contatti con i compagni di sempre, con Ciucci, Curzi, Sopranzetti, Paolucci, con la società Sangiustese, con Pantanetti, con l’ex presidente Montecchia, che diede il via al periodo d’oro dei rossoblù. Ma c’è in fondo una squadra, con cui Palini oggi giocherebbe? “La Sangiustese per la categoria, per come gioca, per i giocatori che ha: a livello tecnico è un’ottima squadra e sarebbe bello giocarci...”.
“Gianni era l’incubo degli avverdi Fausto Curzi
“Per raccontare quella che è stata la carriera calcistica di Gianni non servono tante parole. Le reti che lui ha realizzato sono la testimonianza precisa e puntuale di quello che lui è stato capace di fare. Il numero di reti sarebbe potuto essere maggiore se gli impegni di lavoro non avessero prevalso. Era l’incubo degli avversari, noi compagni di squadra invece lo temevamo per gli scherzi che era capace di farci nello spogliatoio. Mi piace e mi preme ricordare quello
che più mi ha colpito di lui: il suo carisma, la sua personalità e soprattutto la capacità di essere sempre decisivo nei momenti determinanti. A questo proposito mi torna sempre in mente una rete decisiva da lui realizzata nello spareggio per la promozione Sangiustese – Montegranaro giocato nel 1986 a Civitanova Marche: punizione dalla zona sinistra del campo battuta da Ciucci a parabola, lui stacca di testa e rimane in aria per non so quanti secondi, mette in controtempo difensore e portiere colpendo la palla di testa in ricaduta. Gol fantastico! Ma Gianni di reti fantastiche ne ha fatte tante.”
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A casa di
Lady Monaco
un caffè con marilena, moglie del tecnico francesco monaco successiva, ci trasferimmo a Lucca, dove sono nati entrambi i nostri figli. Francesco andò a ASCOLI PICENO giocare nella squadra della città, ugliese lui, abruzzese lei. Si la Lucchese, dove ebbe come sono conosciuti a Teramo maestri anche Lippi e Fascetti. Francesco Monaco e Furono degli anni molto belli, Marilena Falcone 27 anni undici in totale, a Lucca siamo fa. Lui era il suo dirimpettaio, molto legati, abbiamo tanti amici si vedevano e si salutavano ogni e ci abbiamo trascorso quasi metà giorno, finchè non ci fu l’occasione della nostra vita insieme”. Finchè per parlarsi: “Praticamente ci nel 1997, la coppia prende una vedevamo tutti i giorni, entrando decisione cruciale, Monaco smette ed uscendo di casa, e al bar per di giocare a livello il caffè. Si parlava professionistico e del più e del meno, “Non avrei trovano nella città di sempre con molta mai pensato Ascoli Piceno il luogo formalità, poi una ideale dove vivere e festa fu l’occasione di sposare un crescere i figli: “Ascoli per conoscersi. Da calciatore e era la città perfetta, lì non ci siamo più invece...” vicina anche alla mia lasciati.” Diciotto famiglia, l’abbiamo anni lei, venti lui. scelta per questo”. Curiosamente nati lo E lui si dà al dilettantismo: prima stesso giorno a due anni di distanza, la serie D, poi alla Settempeda il 6 maggio. Lui era un giocatore in Eccellenza, e diverse stagioni del Teramo in quegli anni in serie alla Juventina, squadra di Ascoli C, viveva in città per coltivare dove vinse anche il campionato, la sua passione, ma soprattutto dalla Promozione all’Eccellenza, il suo lavoro, era un calciatore arrivando a giocare fino a 39 anni. professionista. Dopo appena un Il tecnico inizia la sua carriera da anno si sposarono, poi nacquero allenatore dopo un paio d’anni Paola e Fabio. “Non lo avrei mai di stop in cui, ci racconta lei, detto con un calciatore, non ci “ogni fine settimana era fuori pensavo neanche a sposarmi così per vedere partite da nord a sud presto. Mio padre era un grande dell’Italia, faceva l’osservatore, e appassionato di calcio questo sì, poi ebbe l’opportunità di iniziare spesso andava a vedere l’Ascoli ed la sua carriera da allenatore.” io con lui”. Per quattro anni fece parte del settore giovanile dell’Ascoli Poi, la partenza per la Toscana, calcio, allenando la Primavera. il trasferimento: “La stagione di Laura Cutini
P
Qui, scoprì diversi talenti come Bocchetti e Guarna, qui riscosse i primi successi: “La sua testardaggine, il lavorare sempre sodo per raggiungere un obiettivo qualunque esso sia, lo hanno sempre contraddistinto fin da subito. Fa parte del suo carattere.” Uno che non molla mai Monaco, così ce lo descrive Marilena: “Un buono, disponibile, ma che allo stesso tempo prende troppo a cuore le questioni lavorative, è molto attaccato al lavoro, i l s u o
La famiglia Monaco in una foto degli anni ‘90
impegno e la sua dedizione sono e delle soddisfazioni più grandi totali. Come professionista è il che abbiamo condiviso della sua massimo.” A volte però la vita carriera.” Uno strano mestiere ti fa degli sgambetti, e ci sono però quello dell’allenatore, che stati anche dei momenti in cui la comporta numerosi sacrifici, non famiglia ha vissuto attimi difficili, solo per il diretto interessato, come un brutto infortunio da ma anche e soprattutto per la giocatore, da cui venne fuori quasi sua famiglia: “Non mi piace la miracolosamente. “Si ruppe il lontananza, questa è una cosa che tendine del bicipite femorale nel ho sempre saputo, ma che un po’ 1990, non era una cosa comune pesa. Ora meno, ma prima quando per un giocatore, e lo scoprirono i figli erano piccoli era diverso. Si solo al momento dell’operazione, rinuncia a tante piccole cose, ma lì la bravura del allo stesso tempo si dott. Cappellacci, matura più in fretta. attuale medico della Dall’altro lato ha “Vorrei il Nazionale, permise tanti aspetti positivi, massimo per di concludere bene come ad esempio Francesco, l’operazione, tanto vivere in città come la serie A” diverse, conoscere che dopo appena quattro mesi e mezzi, tanta gente. Ora che il giocatore Monaco i figli sono grandi tornò in campo. Un periodo brutto, però se lui per lavoro dovesse buio, gli dissero addirittura che spostarsi, io lo seguirei, perchè non sapevano non solo se potesse penso che bisogna stare assieme”. tornare a giocare, ma nemmeno a camminare. E’ stato in quel Il futuro è un’incognita ogni volta, periodo che la sua caparbietà è ogni anno e ogni stagione. Ma se venuta fuori, dopodichè tornò fosse possibile avere un desiderio a giocare e lo fece per altri sette da esprimere...cosa vorrebbe anni.” per il suo futuro la signora Monaco? “Non sono una persona Al fianco del momento più brutto particolarmente ambiziosa, dal però c’è anche il ricordo più bello punto di vista personale vorrei della sua e della loro vita insieme: una famiglia serena. Dal lato “Prima di tutto la nascita dei nostri professionale, vorrei sempre il figli -racconta Marilena - poi i meglio per mio marito, penso che successi calcistici, come l’8 giugno arrivare ad allenare in serie A sia 2008 della scorsa stagione, quando il massimo a cui si possa pensare, l’Ancona vinse il campionato e anche se non è una condizione approdò in serie B, una delle gioie indispensabile.”
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PROMOZIONE A Il presidente salvioni: “grandissime sensazioni”
Real Metauro, una fusione Eccellente futbol pesaro
Quanto vale la Coppa Italia? I dubbi del DS Loris Tesei sulla competizione
L
I
l Real Metauro ricalca le orme dell’Elpidiense Cascinare e, al suo primo anno di vita, conquista la promozione nel campionato di Eccellenza. Un piccola favola per la società nata dalla fusione di due realtà storiche del calcio metaurense come Lucrezia e Calcinelli. Una squadra, quella guidata dall’ex fanese Omar Manuelli, che ha vinto l’infinito duello con l’Olimpia Ostra Vetere con novanta minuti di anticipo: decisiva la vittoria gialloverde in casa della Filottranese e il conseguente passo falso dell’Olimpia nella tana dell’Azzurra Gallo Colbordolo. Raggiante il Direttore Generale Ivan Rondina: “Una gioia immensa. Abbiamo bruciato le
tappe. Per questa prima stagione l’obiettivo era quello di arrivare ai play-off. Siamo riusciti a vincere il campionato e siamo strafelici. Una cavalcata eccezionale. Dopo un girone d’andata normale in cui abbiamo girato a 28, il nostro ritorno è stato stratosferico, con 39 punti all’attivo: numeri stratosferici”. Parole simili a quelle del presidente Euro Salvioni: “Grandissime sensazioni. Meglio di cosi non poteva andare: siamo stati grandi, mettendoci insieme e lavorando benissimo, capendo che la sinergia era la strada migliore per ottenere grandi risultati, come del resto è avvenuto al primo colpo”. E se Il Real Metauro volesse seguire l’esempio dell’Elpidiense Cascinare anche in Eccellenza?
Offagna... che sorpresa!
e prospettive di inizio Ds Loris Tesei: “Siamo contenti, campionato (sancite dal nome ma francamente ci interessava Futbol Pesaro e una importante il campionato”. Questo alla luce fusione) erano forse diverse: la del fatto che tale competizione forza del gruppo e non rende merito alla il blasone davano squadra vincitrice: i biancorossi come unica gratificazione favoriti numero uno l’iscrizione gratuita alla vittoria finale. alla stagione prossima. E’ arrivato invece il In altre regioni, come piazzamento play-off l’Emilia Romagna ed ora la strada che ad esempio, questa porta all’Eccellenza vittoria dà il pass passa dunque per gli per l’Eccellenza. Non spareggi – promozione. sembra esattamente la Una stagione non stessa cosa: quando si Il Direttore Sportivo Loris Tesei facile che ha visto nelle dicono due pesi e due ultime dieci giornate il misure. Un elemento cambio in panchina con Antonazzo sul quale riflettere anche per la sostituito da Giovannetti che ha Lega Marche: va bene suddividere, ridato tonicità al gruppo come come è stato fatto due stagioni dimostra il successo in Coppa addietro, le squadre di Eccellenza Italia. La vittoria ottenuta in finale da quelle di Promozione in questa (2-0) sul Corridonia aumenta le manifestazione ma occorre dare convinzioni di un gruppo costruito prestigio ad una competizione per far bene e che ora mostra di che verrebbe altresì vista come crederci veramente. Sul successo di un insieme di amichevoli Coppa Italia però pesa lo sfogo del infrasettimanali.
IL PUNTO In quattro, anzi in cinque, volevano l’Eccellenza. Nonostante quest’anno ci sia stato da sgomitare anche con le compagini delle basse Marche. Offagna e Futbol Pesaro si preparano alla semifinale play-off. Stesso discorso per l’Olimpia Ostra Vetere, che dovrà vedersela con la Pergolese uscita vincitrice (1-0) sul New Relax Rio. Celebrato il Real Metauro campione di super Bernabucci, Sant’Orso e Morfeus Tavoleto salutano e tornano in Prima (belle comunque le vittorie di commiato). Sperano di non fare altrettanto Falconarese, Marchionni, Filottranese e Passatempese, che si incroceranno nell’appendice play-out. Play-off (and. 10/05, rit. 17/05) Pergolese - O. Ostra Vetere Futbol Pesaro - Offagna Play-out (and. 10/05, rit.17/05) Passatempese - Falconarese Filottranese - Marchionni (e.lu.)
1500
Classifica
All’esordio in Promozione centra i play-off L’Offagna mette il sigillo su una stagione incredibile con la vittoria nell’ultima giornata sulla Filottranese per 1-0 grazie ad una splendida rete di Gasparrini. I ragazzi di mister Marincioni hanno conquistato così la possibilità di guadagnarsi addirittura la promozione in Eccellenza accedendo ai play-off dopo un campionato portato avanti in crescendo partita dopo partita. Il fantastico terzo posto occupato dalla formazione alle spalle di squadre ben più attrezzate come Real Metauro e Olimpia Ostra Vetere, è l’epilogo di un campionato disputato riscuotendo ben 55 punti totali, con quindici vittorie e il terzo miglior attacco del campionato con Ramini, Gasparrini, Strano e Pizzichini come cannonieri della squadra. La compagine neopromossa in Promozione quest’anno ha raggiunto un traguardo fino ad un anno fa inimmaginabile, ed ora si prepara ad affrontare i play-off contro il blasonato Futbol Pesaro.
Real Metauro O. Ostra Vetere Offagna Futbol Pesaro Pergolese New Relax Rio Fabriano Azzurra GC San Marcello Vallesina Sirolo Numana Belvederese Falconarese A. Marchionni Filottranese Passatempese S.Orso Centinarola Tavoleto
67 63 55 55 52 52 47 45 45 45 44 43 40 36 35 34 31 29
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PROMOZIONE B IL PUNTO Il trionfo Fermana fa disperare un Atletico Piceno che, a detta di molti, ha letteralmente gettato al vento la possibilità di vittoria finale con un mese di risultati negativi. Anche Trodica e Montegiorgio hanno di che rammaricarsi per l’esito del torneo. Un plauso alla Folgore per aver sfiorato la qualificazione ai play-off e al Corridonia per la rimonta vincente. Delude un Castelfidardo partito con bel altre ambizioni mentre Comunanza e Vis Carassai si godono una salvezza ottenuta sul filo di lana. Salutano la categoria invece Caldarola e Porto D’Ascoli: retrocessioni maturate con largo anticipo ma orgoglio e dignità sempre presente fino al termine. Ora si attendono i verdetti degli spareggi. Play-off (and. 10/05, rit. 17/05) Corridonia - Atletico Piceno Montegiorgese - Trodica Play-out (and. 10/05, rit.17/05) Grottese-Petritoli Urbisaglia-Sangiorgese
de amicis: “la nostra forza? la difesa”
Fermana: rincorsa vincente
D
opo la delusione della passata stagione per la Fermana Calcio arriva la gioia per l’approdo nel campionato di Eccellenza. Decisivo il successo nell’ultima gara di campionato contro una Folgore Falerone ancora in lotta play-off. Per il presidente Chiodini e tutta la società gialloblu il coronamento di un inseguimento lunghissimo nei confronti di un Atletico Piceno lanciatissimo. La formazione di mister De Amicis ha avuto il merito
e la forza morale di non mollare mai, neanche dopo la sconfitta rimediata in casa dell’Atletico Piceno che aveva portato il distacco dalla vetta a sette punti. Nella giornata del trionfo, grandi festeggiamenti ed un “Bruno Recchioni” vestito a festa nonostante un cielo grigio che lascia presagire tristi presagi. La gioia esplode al novantesimo minuto e si tratta di una liberazione per un gruppo costruito per vincere e che alla fine c’è riuscito. Chiare e gioiose le parole del presidente
Fermana Atletico Piceno Trodica Montegiorgio Coridonia Folgore Falerone Porto Sant’Elpidio Castelfidardo Torrese Porto Potenza Vis Carassai Comunanza Petritoli Sangiorgese Urbisaglia Grottese Caldarola Porto D’Ascoli
71 70 65 61 58 56 52 52 43 42 40 40 39 38 35 34 19 15
realizzate per il terzo miglior attacco del torneo. Per il futuro molte le voci che circolano a Fermo: Eccellenza o di palcoscenici più importanti come quelli professionistici? Dalla società confermano che si parla solo di Eccellenza ma è chiaro che i tifosi sperano in qualcosa di diverso. Per il momento i gialloblu si godono la gioia per questa Eccellenza sofferta e voluta.
montegiorgio
E l’Atletico si morde le mani Se qualcuno ad inizio campionato avesse pronosticato un Atletico Piceno ad un solo punto dalla capolista Fermana, sarebbe stato senza dubbio apostrofato come pazzo. Indubbie le doti della squadra di mister Nico Stallone (nella foto) e i suoi meriti sono sotto gli occhi di tutti. L’Atletico ha gestito il comando della classifica per oltre 25 giornate ma tutto ciò è stato vanificato con tre sconfitte consecutive contro Urbisaglia, Trodica e Petritoli. “I miei ragazzi meritano solo applausi per quanto fatto in questa stagione. Quindici giorni non possono rovinare il lavoro di un anno”. Parole e musica di Nico Stallone.
Chiodini: “Grandissima gioia per questa Eccellenza che ci ripaga di una stagione di grandissimi sacrifici. Ci abbiamo creduto anche con undici punti di ritardo: in quelle condizioni continuammo a far gruppo, ritrovandoci spesso a cena. Un bravo a mister De Amicis ma il mio pensiero va anche a Gigi Prete che fino a due mesi fa guidava questo gruppo, a Pantone, Rossi e Spinaci che hanno iniziato con noi questa avventura. Grazie a tutti per le emozioni – conclude il presidente gialloblu – che ci godiamo appieno”. Mister De Amicis centra la sua seconda promozione in carriera ma riconosce i meriti di chi lo ha preceduto: ”Festeggiamo e godiamoci questa impresa ma il mio pensiero oltre che ai ragazzi, che ringrazio per lo straordinario impegno, al mio predecessore che ha lavorato molto bene. Ritengo giusto sottolineare come ma la Fermana ha subito sempre meno di tutto e questo alla lunga ha fatto veramente la differenza”. A conferma di quanto affermato al tecnico gialloblu solo 18 le reti subite da Di Salvatore a compagni, miglior difesa del torneo a fronte di 56 reti
Classifica
N
Tutto nei play-off
il quarto posto è piazzamento onorevole e la on è stata una stagione priva di semifinale play-off con il Trodica è sfida da difficoltà per la Montegiorgese. giocare fino all’ultimo secondo per conquistare Dopo ben quindici stagioni trascorse la finale. Il cambio in panchina avvenuto a in Eccellenza, il traumatico ritorno poche giornate dal termine, con Zeno Cesetti in Promozione non è stato digerito facilmente promosso in prima squadra in dall’intero ambiente rossoblu luogo di Roberto Vagnoni, è che, con molte difficoltà, si è stato fatto per dare una scossa riadattato alla nuova categoria. ad un ambiente che sembrava La retrocessione maturata nella forse fin troppo appiattito. stagione passata ha regalato Chiare le parole del tecnico in notevoli mugugni per come le vista dell’appendice play-off: decisioni della Giustizia Sportiva “Nei giorni che ci separano abbiano punito in pratica solo i dall’inizio degli spareggi rossoblu (chi non ricorda i cinque dobbiamo recuperare al meglio punti di penalizzazione per il gli elementi che fisicamente non “caso Baldini”) condannandola Il Capitano sono al massimo e soprattutto ad una retrocessione amara. Per Enrico Finucci preparaci mentalmente ad un questi motivi l’impatto con la appuntamento importante come quello dei Promozione è stato a dir poco complicato; la play-off, che potrebbe ancora riservare squadra allestita era sicuramente all’altezza soddisfazioni per noi”. Per superare il turno di competere con Fermana e Atletico con la di semifinale Cesetti si affida in particolare vittoria finale ma alcuni errori in corso d’opera alle doti di Verdicchio e Crocetti, al cospetto non hanno permesso questo inserimento in del Trodica di Ciocci. zona vittoria finale. Non tutto è da buttare:
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Bomber a confronto Daniele Api 11.03.1981 Pesci Agrotecnico Ostra vetere Impiegato e vicesindaco di Ostra Vetere Fidanzato da cinque anni Ostra Vetere Sergio Sabbatini Lo conosco di nome ma mai incontrato Per orgoglio dico Api, ma non posso giudicare Tutti quelli che ho incontrato Stefano Fontana Prima Ronaldo, adesso Maradona: è unico
Fabio Poli
Cominciamo dal principio...quando sei nato? Sotto il segno...? Titolo di studio? Dove vivi? Qual è il tuo lavoro? Fidanzato sposato o single?
23.04.1976 Toro Ragioniere Ascoli Piceno Tecnico gestione gas medicali Fidanzato, mi sposo il prossimo anno
Dove i tuoi primi calci al pallone?
Pro Calcio Ascoli
Il tuo primo allenatore?
Cesarino Valentini
Conosci il tuo dirimpettaio? Chi dei due è più forte? L’avversario più tosto mai incontrato?
Non personalmente, tramite giornali Io, conosco solo me! Cocchi e Fermani ai tempi della Sangiustese
Il compagno più forte con cui hai giocato?
Manuel Vivani
Chi è il tuo idolo?
Pippo Inzaghi
Famiglia
Famiglia o pallone?
Famiglia
Pallone
Donne o pallone?
Pallone
Pallone, la birra non la bevo Donne No
Birra o pallone?
Birra
Birra o donne?
Birra
Hai dei tatuaggi o piercing?
No
La camicia
Qual è il capo di abbigliamento a cui non rinunci?
La Hunziker
Qual è la showgirl/attrice che preferisci?
Non le guardo, non mi interessano
Mi accontento di rinascere come Api
Chi vorresti essere, se potessi rinascere?
Indiscutibilmente Fabio Poli
Gli spaghetti in tutti i modi e la carbonara Nulla, non sono scaramantico La pallavolo perchè lo pratica la mia fidanzata
Qual è il tuo cibo preferito Cosa fai prima della partita? Quale altro sport segui oltre il calcio?
I jeans
La carne Non ho riti, non mi piace essere scaramantico Nessuno in particolare
Cinema
Cinema o discoteca?
Cinema
Mare
Mare o montagna?
Mare
Mi piacerebbe ai tropici
Un viaggio da fare?
Non amo viaggiare, sono pigro!
Non mi ricordo, non mi capita spesso di sognare Ostra Vetere dove vivo e Senigallia per il mare Penso il fatto di essere spesso al centro dell’attenzione Sono uno aperto al dialogo con tutti, un pacificatore Il cellulare, la macchina e una collana che porto sempre con me Il gol decisivo nella finale playoff
Un sogno che fai spesso? La città in cui vorresti vivere? La cosa che odiano di più di te? Un pregio... Tre oggetti di cui non puoi fare a meno? Il gol che desideri fare?
Ad occhi aperti: formare una bella famiglia e vincere i playoff Ascoli Piceno, senza dubbio Il fatto che sono un po’ logorroico forse! Sono un buono, aiuto tutti se ne ho la possibilità Il pallone, la birra, la macchina Il gol decisivo ai playoff per la promozione
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stefano chiodini Presidente Fermana
La mia vita in gialloblu tipo... “Mattina sveglia alle 8, ma prima delle 8.45/9 non vado a lavoro, già a quell’ora però mi sento con i collaboratori della Fermana al telefono. Poi in studio o in tribunale fino a pausa pranzo, dopo al campo per seguire gli allenamenti e poi torno in studio, nel frattempo il telefono è bollente, squilla in continuazione (ce ne siamo accorti, ndr).” Qual è la cosa a cui non riuncerebbe mai? “Allo sport, lo seguo tutto, mi piace molto. Anche la Premiata (basket, ndr) che secondo me è un modello perfetto di gestione societaria, un esempio da seguire per realizzare un sogno così anche alla Fermana.”
Intervista di Laura Cutini
FERMO bbiamo incontrato l’avvocato Stefano Chiodini, presidente della Fermana da una stagione. Ci ha accolto nel suo studio legale in pieno centro a Fermo, sommerso da carte, cartelle e fascicoli dietro ad una scrivania senza neanche un angolo libero per appoggiare il blocco note. Il telefono squilla in continuazione e lui risponde a tutti. Si fa richiamare ogni cinque minuti, così ci rassegnamo ad un’intervista a intermittenza, e nei minuti di attesa ci guardiamo intorno, mura colorate, qualche quadro, la laurea, tanti codici e foto appese qua e là. Ne notiamo una in particolare...dove c’è un tizio che si sporge dal finestrino di un autobus arancione, con sciarpetta gialloblù al collo, occhiali da intellettuale, capelli più scuri, dieci anni in meno, ma è impossibile
A
non riconoscerlo... Stefano Chiodini, 41 anni, avvocato. Di cosa si occupa nello specifico? “Sono avvocato penalista, faccio un po’ di tutto poi perchè c’è da adattarsi ma preferisco il penale.” Dal tribunale allo stadio, cos’hanno in comune? “Credo poco, il calcio è un mondo a sé, dove ci sono delle regole scritte e altre non scritte, dove la gente si trasforma.” Veniamo alla Fermana, come mai ha accettato questo incarico? “Fu assolutamente inaspettato, hanno cercato una persona che volesse veramente bene alla Fermana. Ho ricoperto un po’ tutti i ruoli qui, dal giocatore nel settore giovanile al tifoso e poi da dirigente.” Q u a n d o gliel’hanno
proposto che reazione ha avuto? “Mi sono preso le canoniche 48 ore, ma in cuor mio avevo deciso fin da subito. Più che altro mi spaventava un po’ essendo un nuovo ruolo per me, e mi sono accorto che prima non sapevo nulla del vero calcio, quello visto dal di dentro. Ora so che in una società ci sono tante componenti che devono funzionare perchè le cose vadano bene.” Le sue ragioni di vita ora dunque sono la professione e la Fermana? “In questo momento, prima c’è la Fermana e poi la professione... non è capitato altro, anche se mi piacciono molto i bambini.” Sappiamo che è anche un ottimo tennista, è vero? “Sì (ride,ndr), abbiamo vinto anche un torneo a livello amatoriale in Slovenia che si chiama Fun Cup 2009 ad ottobre di quest’anno. Preferisco il calcio però.” La sua giornata
Un difetto inconfessabile... “Sono un ritardatario, chi mi conosce lo sa. Agli appuntamenti arrivo sempre con almeno mezz’ora di ritardo...e poi sono un po’ presuntuoso.” Il tempo libero è interamente dedicato allo sport? “E’ per la Fermana, altrimenti lo passo a casa leggo, guardo la tv o a casa di amici.” Un’abitudine difficile da scalzare? “Leggere la Gazzetta dello Sport tutte le mattine, è per questo che prima delle nove non vado mai in studio.” Si è mai impegnato in politica? “No, è un mondo che non sento mio e che non mi appartiene.” Torniamo al progetto Fermana, quale futuro vede per la squadra canarina? “La promozione in Eccellenza
era indispensabile, un punto di partenza per tornare in un campionato importante, anche se sicuramente c’è stata più gente a vedere la Fermana in Promozione quest’anno che Fermana - Genoa gara di C1 di quattro anni fa, anche se ora il Genoa è in serie A.” Secondo lei la Fermana potrà tornare ai fasti di qualche stagione fa? “Secondo me si può fare qualunque cosa. La dirigenza attuale, se rimarrà, è composta gente seria. Credo che si possano portare avanti progetti importanti.” Qual è il ricordo più bello da tifoso? “Da tifoso granata un TorinoJuve 3-3, ero allo stadio. Da tifoso della Fermana come tutti penso la gara a Battipaglia nella stagione 1998/99 quando fummo promossi in serie B, e in ultimo la vittoria del campionato di Promozione di quest’anno, una grande soddisfazione da tifoso e da presidente.” Qual è il giocatore per cui, pur di averlo alla Fermana, darebbe via cinque dei suoi? “Mi piacerebbe rivedere in maglia gialloblu Marco Pennacchietti, è uno che alla Fermana ha dato tanto e sarebbe un mio desiderio che concludesse qui la sua carriera.” C’è qualcuno a cui deve dire grazie? Potrebbe essere un’ottima occasione... “Sì Brazzo, ex allenatore della Fermana, dell’Elpidiense, del Petritoli, della Sangiorgese e di diverse altre squadre. Tanti valori del calcio me li ha insegnati lui, era un maestro anche di vita. Il bello del calcio è che qualsiasi cosa in campo viene fatta apertamente, direttamente, cosa che negli altri campi spesso non succede.” Nella foto il Presidente Chiodini in versione ultrà
16 Maggio 1999: la Fermana vince a Battipaglia e conquista la serie B
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Fortuna 78, vittoria in campo e fuori
In squadra 20 soci Avis
il mister: “il lavoro mi impedisce di continuare”
A
Gioia Vismara: Amadori esulta, saluta e se ne va
volte ritornano. Anzi, a volte succedono. Il Vismara dopo otto anni torna in Promozione. Due stagioni fa per l’allora Belligotti arrivò la beffa finale dopo un campionato condotto dalla prima alla penultima. Stavolta i pesaresi hanno raccolto quanto seminato in mesi di duro lavoro vincendo la Prima A con 52 punti, quattro in più della Pieve di Cagna. “Mesi inizialmente difficili – ammette mister Guerrino Amadori dopo il 2-0 sul Montefelcino firmato Strenga e Fradelloni – in estate avevamo costruito la squadra praticamente da zero. Molti i nuovi, poi qualche elemento l’abbiamo pure cambiato in corsa. Non è mai facile in simili situazioni trovare la quadratura del cerchio e invece ci siamo
andare avanti con me o meno. Il risultato? Beh, all’88’ della partita successiva siamo andati sotto. Poi, in 6 minuti, abbiamo ribaltato la situazione vincendo. Quella gara ci ha dato la spinta. Adesso siamo in Promozione. Una gioia enorme che arriva dal concretizzarsi dei desideri che non necessariamente corrispondono alle aspettative. Sapevamo sulla carta di essere forti ma è sempre difficile vincere”.
riusciti, vincendo il girone A di Prima categoria”. Se gli chiedi la gara della svolta, mister Amadori, che in passato tra una panchina e l’altra è stato anche direttore generale della Vis Pesaro di serie C1, non ha dubbi:
“L’inizio è stato complicato (11 punti nelle prime 10 giornate, ndr). Così un giorno, prima della gara casalinga col Belforte, sono entrato negli spogliatoi mettendomi in discussione. Ho detto alla squadra che stava a loro decidere se continuare ad
B
Il Fortuna 78 però ha un altro motivo di vanto, la collaborazione con l’Avis sezione di Fano, di cui fanno parte tutti, giocatori e dirigenti, ed è una prerogativa anche per tutti i neotesserati che arrivano di stagione in stagione: “Siamo una delle squadre di Fano ad avere in organico circa venti donatori di sangue, proprio di recente sono stati chiamati due ragazzi per una trasfusione urgente – ci confessa Serafini - questo per noi è motivo di orgoglio, giocare e promuovere il volontariato e la donazione di sangue.” Si va in seconda categoria per fare bene, ammette il presidente: “Non vogliamo salire per poi non restarci, dato il progetto con i nostri giovani, cercheremo di salvarci e magari di puntare a fare anche un buon campionato il prossimo anno”.
Pergola Fratte in festa
la societa’ di longarini ha grandi progetti
Risale il Mondolfo
attendo la Valmetauro per 2-1 nell’ultima giornata di campionato, il Mondolfo si aggiudica primo posto e la tanto ambita promozione in Seconda categoria con 66 punti in classifica e ben 21 vittorie su ventisei partite. Un momento importante da ricordare vista la recente rinascita del club nel 2007, che al suo secondo anno di attività ha raggiunto l’obiettivo che si era prefisso. Gran parte del merito va al gruppo, all’allenatore Mariani, al direttore sportivo Montagna, a tutta la dirigenza, ai tifosi per il supporto e al presidente, Giovanni Longarini. Il Mondolfo Calcio decreta il passaggio con una della partite più emozionanti dell’intera stagione e nonostante il risultato con il Valmetauro fosse 0-0 a fine primo tempo, ha dominato nettamente sugli avversari, malgrado il rigore fallito
La chiosa di Amadori spiazza tutti: “Il prossimo anno non sarò più l’allenatore del Vismara. Una scelta difficile ma dettata da impegni lavorativi che sono incompatibili con un torneo impegnativo come la Promozione. Sono a disposizione di chi mi chiama”. Lo faranno in molti.
Vince con tre giornate d’anticipo e con la difesa più forte del campionato e il secondo miglior attacco. Il Fortuna 78 vola in Seconda categoria. Era dal 2000, quindi da ben nove anni che la squadra di Fano mancava da questo campionato, nonostante i trentuno anni di storia. “Da circa tre anni abbiamo intrapreso un percorso ambizioso che puntasse al ritorno in seconda con l’allenatore, che è rimasto sempre in panchina – ci racconta il presidente Daniele Serafini - e con i nostri ragazzi, perchè qui in città nessuna squadra milita in quel campionato, ed era nostro desiderio tornarci.”
“Ora in Seconda per restarci”
battuto dal capitano Nicola Fuligni, terminando la gara per 2-1 sugli avversari con reti di Baddou allo scadere del secondo tempo e, nel recupero con un rigore siglato da Roberto Murgo. Termina così per il Mondolfo l’avventura in Terza categoria, a settembre si riparte dalla Seconda.
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l Pergola Fratte Green è approdato in Seconda categoria. La società del presidente Riccardi si è aggiudicata il campionato con ben tre giornate d’anticipo, con dieci punti di vantaggio sulla seconda, in virtù dell’attacco più prolifico e di una difesa rocciosa fra le più forti del girone, che a campionato finito ha subito soltanto due sconfitte in 24 giornate: “La forza della squadra è stata l’attacco - commenta
il presidente Fabrizio Riccardi abbiamo messo a segno quasi sessanta gol, con i due attaccanti che venivano dalla Pergolese, Rossi e Andreoli. La squadra è rimasta compatta dall’inizio alla fine, perdendo solo due partite e ha raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti. Lo scorso anno arrivammo secondi, in questa stagione siamo stati sempre in testa e abbiamo centrato la promozione.” C’è gioia e soddisfazione nelle parole del presidente, che prosegue dettando già gli standard per la prossima stagione, dopo il terzo ritorno in Seconda della storia di questa squadra, che con tutta probabilità avrà anche lo stesso timoniere, Andrea Trastulli: “Punteremo a salvarci con i nostri giovani”.
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PESARO
Montecalvo, trionfo in poltrona La promozione arriva grazie ai ko delle inseguitrici
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cene di giubilo a bordo campo, gavettoni d’ordinanza, docce intasate di imbucati? Tutto questo è mancato a Montecalvo, paesino di 2600 anime all’interno della comunità montana dell’alto e medio Metauro. Visto l’enorme vantaggio accumulato durante la stagione, i ragazzi di Cristiano Bartolucci hanno festeggiato il ritorno in Prima Catgoria senza giocare, il 21 Marzo scorso, prima squadra della regione a vincere il proprio girone, grazie alle
contemporanee sconfitte delle rivali dirette. Un campionato dominato in lungo e in largo, fin dalle prime gare di campionato: 60 punti in classifica, con ben 56 gol fatti (miglior attacco) e soli 29 subiti (seconda difesa alle spalle della Mercatellese) le statistiche finali di un gruppo da record. In gran spolvero Umberto Federici che, con 23 reti realizzate, si è laureato capocannoniere del campionato. Decisamente soddisfatto il DS
Campane a festa e caroselli per lo spendido bis del Serra
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enticinque anni di vita festeggiati con la promozione in Prima categoria. Un quarto di secolo migliore non ci poteva essere per la formazione del presidente Giovanni Guidi, che ha sempre creduto nelle possibilità di questo gruppo che è riuscito cosi a bissare la vittoria dello scorso anno in Terza categoria. Una gioia che traspare chiaramente dalle parole del tecnico Marco Baldeschi: “Un gruppo sano con grandissimi valori umani che è riuscito a compiere una cavalcata strepitosa. Una società e un collettivo che, passo dopo passo, sono riusciti a conquistare un traguardo fortemente voluto”. Sulla medesima lunghezza donde il DS Maurizio Brunori: “Questi ragazzi hanno compiuto un’impresa davvero eccezionale,
merito incredibile di tutto un gruppo che mai ha ceduto neanche nei momenti di difficoltà che abbiamo avuto nell’ultima parte di torneo. Siamo riusciti tutti insieme a superare situazioni estremamente complicate grazie alla compattezza e al carattere”. Non è stata solo la vittoria della squadra ma di un intero paese che al ritorno della squadra dalla gara decisiva in casa del Piandirose ha accolto i ragazzi con grandi caroselli per le vie del paese, campane che suonano a festa prima della serata di festa per giocatori, dirigenti e tifosi fino a tarda notte. A Serra dunque si godono un successo fortemente inseguito e voluto in attesa di mettersi a tavolino per preparare al meglio la nuova avventura in Prima categoria.
Giancarlo Giunchetti che spiega i segreti di questo successo: “Su una base più che buona abbiamo inserito elementi come Battisodo, Fiscaletti, Ribiscini, Berardi e Arcangeli. I ragazzi hanno fatto cose eccezionali così come la società tutta, guidata dal presidente Fausto Diotallevi. Molti dei meriti sono però del mister Cristiano Bartolucci: un ragazzo giovane ma molto serio, preparato che è riuscito a creare un gruppo eccellente”.
La Laurentina torna in Prima con numeri da record Il presidente Marco Giglia: “Un successo più che meritato”
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a Laurentina saluta tutti e vola meritatamente in Prima categoria. Dopo aver fallito il match point contro il Montemarciano, il team di mister Volpini nello scontro decisivo in casa del Dorica Torrette, seconda della classe, non ha sbagliato. Un pareggio era sufficiente per staccare il biglietto per la Prima categoria ed è arrivato. “E’ una grande soddisfazione – spiega il Presidente Marco Giglia – indubbiamente meritata. In due anni di gestione siamo riusciti a centrare questo
obiettivo importante facendo grandi sacrifici. Un successo che è ancor più bello se si pensa che è stato raggiunto con una rosa giovanissima e composta quasi esclusivamente da giocatori del posto o di comuni limitrofi”. Nel mercato estivo la società non ha sbagliato un colpo. A riportare a casa un difensore del calibro di Avaltroni e poi Pezza, Lorenzini, Guidarelli, Toderi. La conferma di un attaccante come Ghilardi del portiere Annibaldi, di un giocatore d’esperienza Rossi Berluti.
Giglia, Torregiani, Bartolucci, Goffi, Straccini, Petroni, Renga, Svarca, Allegrezza, Ragnetti e gli altri della società sono riusciti dopo anni piuttosto opachi a creare una miscela esplosiva di entusiasmo, esperienza e giovani rampanti. “Abbiamo lavorato bene – sottolineano Bartolucci e Torregiani – e siamo riusciti ad allestire un gruppo unito e compatto che anche nelle difficoltà ha sempre saputo rimanere unito. Il sogno è stato raggiunto, un grazie a tutti i tifosi che ci hanno
sempre sostenuto”. Tanti i ragazzi del vivaio che hanno trovato quest’anno la loro consacrazione: Federici, Boldrini, Sebastianelli, Romiti. I numeri della squadra sono a dir poco eccezionali: 17 vittorie, 6 pareggi, una sola sconfitta in casa, miglior difesa con appena 28 gol subiti. Migliori realizzatori Lorenzo Ghilardi (12 reti), Davide Avaltroni (11) e Stefano Lorenzini 8. Il cammino verso la Prima categoria è iniziato nel peggiore dei modi: sconfitta a Corinaldo nella prima giornata. I
ragazzi di Volpini dimostrano la casualità del ko mettendo in fila ben otto risultati utili consecutivi di cui ben sei vittorie. Negli scontri diretti con Dorica Torrette e Corinaldo arrivano quattro punti, poi il successo pesantissimo nel derby a San Michele al Fiume contro l’Eurocesanese. Le vittorie ad Arcevia e Marotta mettono le ali ad Avaltroni e compagni che allungano prepotentemente sulla concorrenza. Gli scivoloni contro Ponte Rio e Montemarciano non pregiudicano la favola giallorossa.
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VANI SPECIALE GIO
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PESARO
Fossombrone juniores sulla scia dei grandi I ragazzi di Roberto Conti sbancano il girone A
Pesaro, via al Milan Junior Camp
di Emanuele Lucarini
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a prima squadra sbarca in un pianeta chiamato D, la Juniores fa faville prima nel Pesarese e poi nelle Marche tutte. Magic moment per l’Fc Bikkembergs Fossombrone. I griffati di Omiccioli hanno sbaragliato la concorrenza in Eccellenza vincendo un torneo dominato, o giù di lì, dall’inizio alla fine. Contemporaneamente c’è una compagine, la Juniores, che nel girone A dei pari età ha vinto con pieno merito, catapultandosi prepotentemente verso i prosceni delle finali regionali. “Eravamo partiti in sordina ma a lungo andare siamo venuti fuori alla grande – sorride il tecnico Roberto Conti prima della finalissima regionale contro il Trodica –. Abbiamo disputato un torneo splendido, perdendo solamente in due occasioni quando però avevamo la squadra decimata. Non è per tanto per dire ma corrisponde alla verità dei fatti: siamo anche arrivati a
far giocare il portiere di riserva come punta titolare. Ma al di là di quelle due sconfitte abbiamo fatto qualcosa di grande”. Grandissimo, se consideriamo che il Fossombrone ha chiuso a 70 punti in 26 partite. Uno score incredibile fatto di 23 vinte, una pareggiata e due perse, col solo Futbol Pesaro 1898, arrivato 5 punti sotto, a tenere più o meno il passo. Poi il vuoto dal momento che il Real Metauro, classificatosi terzo, ha totalizzato 52 punti, Vadese e Azzurra (quarte pari merito) 42. Ma mister Conti si aspettava un simile campionato nobilitato da numeri monstre? “Onestamente no. I ragazzi hanno iniziato a fari spenti ma poi, allenamento dopo allenamento, sono cresciuti in maniera esponenziale arrivando a vincere il titolo provinciale e a battere, nella doppia sfida di semifinale regionale, il Piano San Lazzaro (2-0 all’andata, 0-0 in Ancona, ndr). I ragazzi sono rimasti tranquilli nonostante le vittorie vivendo alla giornata e
alla fine i risultati sono arrivati. Ci ho messo del mio? Beh, io mi diverto assieme a loro”. La prima squadra del Fossombrone il prossimo anno giocherà in D, in un torneo – cioè – dove i regolamenti impongono l’impiego massiccio di giovani. Tra la Juniores del Bikkembergs ci sarà pure qualcuno da inserire in pianta stabile tra i grandi... “Secondo me sì – ammette mister Conti –. Dipenderà da quel che vuol fare la società ma già da quest’anno, a turno, diversi miei elementi si sono allenati agli ordini di Omiccioli. E’ il caso delle defezioni che hanno causato le due sconfitte a cui mi riferivo precedentemente. Il fatto di essersi allenati in prima squadra li ha aiutati molto nel loro campionato”. Anche se poi, e questo lo aggiungiamo noi, confrontarsi con giocatori fatti non è sinonimo di Eccellenza. Bisogna avere buone basi e a Fossombrone, madre Natura ma anche Roberto Conti, le hanno impartite. Chapeau.
Piccoli diavoli a Pesaro, nella patria di Ambrosini. Succederà dal 28 giugno all’11 luglio quando il manto verde del mitico stadio Benelli si riempirà di calciatori in erba tra i 6 e i 15 anni. Le iscrizioni al Milan Junior camp di Pesaro stanno andando a gonfie vele. Dopo il successo di due anni fa a Cagli e della scorsa estate a Cattolica, quest’anno le vacanze sportive organizzate dalla società rossonera faranno tappa a Pesaro grazie alla fattiva collaborazione del Futbol del presidente Claudio Pandolfi, del suo vice Giuliano Castellucci e del responsabile del settore giovanile Pietro D’Anzi. “Molti dei meriti vanno alla società Futbol Pesaro 1898 e a Massimo Ambrosini”, il pensiero di Stefano Falghera, grande amico del centrocampista rossonero nato e cresciuto proprio nella patria di Rossini. Falghera, che è cuore pulsante del tifo del diavolo, e quindi del Milan Junior camp, assieme a Marcello Leonardi, a Marco Smacchia, Fausto Pagliacci e Gabriele Rossi continua nell’enunciare il senso del camp rossonero: “Tanti saranno i personaggi noti del pallone tricolore
che faranno tappa a Pesaro. L’anno passato, a Cattolica, i 400 bambini partecipanti sono stati allenati da tecnici federali in orbita Milan come Stroppa, Lorenzini e Lodovico Costacurta, il fratello di Billy. C’erano tanti ragazzini anche dall’estero, raggianti alla vista di Massimo Ambrosini, di Arrigo Sacchi e del cestista della Scavolini Spar Carlton Myers che passarono per un saluto. Anche quest’anno, alla fine del camp, verranno selezionati i migliori giovani talenti del pallone che passeranno alcuni giorni al centro Vismara, il quartier generale delle giovanili rossonere, dove incontreranno i piccoli calciatori scelti in altre località”. Tra gli allenatori che istruiranno i giovani talenti, i preparatori dei portieri Gaetano Petrelli (Bologna), Francesco Navazzotti (giovanili del Milan), Guido Nanni (Primavera Lazio), Giovanni Pascolini (Gubbio e nazionali giovanili). Tra i tecnici anche Andrea Maldera e Stefano Eranio, oltre ai già citati Lodovico Costacurta, Lorenzini e Stroppa. Info su www.milanjuniorcamp. com o al numero 348.8027370. (e.lu.)
Segnalazioni, foto, curiosità... Scriveteci a marcheingol@quelliche.net o all’indirizzo: Quelliche.net, via Brodolini, 58 63020 Falerone (FM) Fax 0734.330261
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intervista al presidente del cerreto sergio gubinelli
“Un ritorno in Prima che ci gratifica e ci consente di guardare avanti con ottimismo”
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Crederci sino in fondo”. Questo il semplice ma efficace motto adottato dal Cerreto nelle ultime gare di campionato per cercare di recuperare lo svantaggio nei confronti della leader Monsano e conquistare il biglietto diretto per la prima categoria. Un compito che si preannunciava proibitivo ma che la formazione rossonera ha svolto ottimamente grazie ad un micidiale rush finale che le ha permesso di chiudere in testa il campionato. Le tre affermazioni consecutive e
il contemporaneo quanto inatteso appannamento della diretta rivale hanno consentito alla Biagini band di centrare l’obiettivo. “Era un nostro dovere credere sino in fondo nel primo posto. Mister e ragazzi non hanno mollato ed ora possiamo gioire per una promozione che riporta la società nella giusta collocazione. La Seconda categoria ci andava un po’ strettina - apostrofa il presidente della formazione fabrianese Sergio Gubinelli (nella foto) che non si aspettava l’incredibile black out del Monsano -. Sinceramente mi ha lasciato sbalordito anche perchè nello scontro diretto avevo visto un’ottima squadra. Pensavo che la sconfitta di Jesi nella penultima giornata rappresentasse solo un incidente. Eravamo ormai pronti allo spareggio ma il secondo capitombolo con l’Agugliano Polverigi ci ha spalancato le porte della promozione diretta. Auguro comunque al Monsano un cammino positivo nei play off anche se si prevedono all’orizzonte una serie interminabili di spareggi considerata la massiccia
retrocessione delle marchigiane dalla serie D all’Eccellenza”. Presidente Gubinelli: promozione sul filo di lana ma comunque negli obiettivi della società? “Sinceramente in estate nessuno o quasi credeva nella vittoria del campionato. L’obiettivo era sicuramente di raccogliere qualcosa di positivo come la qualificazione ai play off. Ed invece cammin facendo ci siamo accorti che potevamo lottare per qualcosa di veramente importante. Mister Biagini ha svolto veramente un ottimo lavoro”. Un solo anno di purgatorio in Seconda categoria... “Un ritorno che ci gratifica e che ci consente di guardare avanti con positività malgrado la crisi economica che stiamo attraversando. Un periodo di difficoltà che si ripercuote inevitabilmente anche sul mondo del calcio e sopratutto in quello dilettantistico che negli ultimi anni probabilmente ha oltrepassato ogni limite sostenendo costi quasi
da professionismo. In certe realtà anche inferiori all’Eccellenza e Promozione girano rimborsi molto sostanziosi. Veri e autentici stipendi che ovviamente ora non si possono piu’ promettere. Si ritornerà quindi al calcio di venti-trent’anni fa”.
Per le piccole società come la vostra si prospettano quindi periodi difficili? “Fortunatamente abbiamo un organico composto principalmente da ragazzi del posto. Spese quindi veramente contenute ma nonostante questo sentiamo fortemente la crisi. Imprenditori che sino a dodici mesi fa sostenevano economicamente la nostra attività si sono trovati costretti di punto in bianco a dover fare marcia indietro. Una situazione estremamente difficile che ha messo in vetrina la maturità dei nostri atleti che con estrema responsabilità hanno voluto proseguire l’avventura con entusiasmo nonostante un ritocco verso il basso dei rispettivi rimborsi. A loro ovviamente va un sentitissimo ringraziamento”.
Quando ha pensato di poter lottare per il primo posto? “Abbiamo avuto sempre un cammino regolare e privo di alti e bassi. Un rendimento costante sopratutto nel girone di ritorno dove abbiamo incassato una sola sconfitta. Comunque ho pensato di poter lottare per il primato alla fine del girone di andata. La partita che poi ha tolto ogni dubbio è stata quella di Osimo Stazione contro la Real Cameranese. Uno spareggio vinto con una grande prestazione e coinciso con il primo passo falso del Monsano”. Quale la forza del Cerreto? “Il gruppo ha fatto la differenza. Poi si aggiungono alcune individualità come quella di Francesco Arcangeli. Tutti meritano un enorme elogio ma il nostro attaccante uno in particolare. Stretto da colleghi di reparto molto validi ha potuto trovare poco spazio ma nelle ultime partite ci ha tolto numerose castagne dal fuoco come avvenuto nella partita decisiva contro la Real Cameranese”.
La Brandoni Dorica diventa la terza squadra di Ancona
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Il club di mister Caccia conquista la Promozione
uanto mai sofferta ma assolutamente indimenticabile. Questa in estrema sintesi la stagione della Bandoni Dorica, risolta solo negli istanti finali dell’ultima gara disputata in casa del Borghetto. Non sono stati da meno gli ultimi appassionanti minuti di campionato. La formazione di mister Caccia esce sconfitta dal campo di Monte San Vito ma festeggia ugualmente la vittoria del campionato grazie al concomitante passo falso della
diretta concorrente Loreto. La società di via Schiavoni torna così a festeggiare la vittoria di un torneo a distanza di tre anni: l’ultima volta fu nel 2006. A parlare con le lacrime agli occhi è l’ottantenne Alberto Piangerelli, fondatore del club dorico: “Eravamo partiti con il proposito di salvarci disputando una stagione tranquilla: è una soddisfazione immensa che premia il lavoro di tutti”. Non nasconde la sua soddisfazione il tecnico Cristiano Caccia: “Una promozione sofferta ma ancora più bella. Un
grazie sentito a questi splendidi ragazzi”. Con questo successo storico la Bandoni diventa la terza squadra del capoluogo di regione dopo l’Ancona e il Piano San Lazzaro in Eccellenza. Un traguardo raggiunto attingendo a piene mani dal settore giovanile. “Prestissimo cominceremo a pianificare la nuova stagione anche se la politica di valorizzazione del vivaio sarà sempre e costantemente il nostro punto di partenza”, annuncia il patron Ennio Bartolini.
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ANCONA
Missione compiuta
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Atletico Ancona in Seconda!
biancoazzurri dell’Atletico Ancona rientrano di prepotenza in Seconda categoria dopo una cavalcata trionfale. Una promozione arrivata grazie alla esperta guida di mister Innocentin, ex gloria dell’Anconitana e ad una programmazione estiva che non ha lasciato nulla di intentato. La stagione ha visto i dorici rinforzare la squadra con innesti di categoria superiore come il regista Montesi (ex Dorica Torrette), i portieri Rossi e Lanari (ex Marina ed Agugliano), gli ex Nuova Folgore Guidi, Spadoni, Balzani e Baldoni e il giovane ma spesso determinante Galassi(Osimo stazione ed autore di 2 reti). Per il resto si è puntato sulla voglia di riscatto della rosa che era retrocessa con molto disappunto al termine della scorsa stagione. E riscatto è stato: difesa ermetica (solo 20 reti subite, minor numero di sconfitte in casa e fuori, minor numero di reti subite in casa)
condotta dai marcatori Leandrini (alfiere della squadra con 143 presenze)e Carletti con il libero Balzani (anche 1 rete per lui); portieri senza pecche (10 reti subite a testa); centrocampo guidato dall’esperto Montesi (8 reti) e dai solidi La Rosa (1 rete), Rossetti( 2), Spadoni (1) e Manzotti (4); attacco prolifico in tutti gli elementi con il solito Staffolani (8 reti), Guidi (6), Gambella (5), Benenati (3). Sulle ali non hanno avuto problemi Spinsanti (3 reti), Ambrosio (3), Baldoni (3) ed Orazi. Hanno contribuito alla promozione anche il veterano Antonelli, Mantini e Boaro. Azzeccata è stata anche la scelta della società di riscattare in estate i giovani Spinsanti e Manzotti che hanno contribuito in maniera determinante alla promozione. Notevole anche l’apporto del preparatore Carletti, sempre attento a dare preziosi suggerimenti ai due portieri.
La Real Cameranese sogna il derby con il Camerano Rossetti: “Personalmente non sento molto questo dualismo ma sarebbe comunque un premio al nostro lavoro” La Real Cameranese conclude la stagione regolare al quinto posto e si prepara ad affrontare l’Usap Agugliano Polverigi nella semifinale play-off, con l’obiettivo di far diventare mitica una stagione di per se già positiva. Di questo avviso Danilo Rossetti (nella foto), giovane presidente della formazione rosanero che non disdegna di mettere gli scarpini e scendere in campo a fianco dei suoi ragazzi: “Quando posso do sempre il mio contributo mettendomi a disposizione del tecnico anche se il mio lavoro non mi consente di allenarmi con continuità. Gioco poco dunque ma va benissimo così: non sarò certo io a far polemiche con il mister”. Una stagione catalogata come molto positiva: “Senza dubbio è cosi, abbiamo fatto molto bene ottenendo il pass per i play-off. Eravamo consapevoli di aver allestito un buon gruppo e i
ragazzi lo hanno dimostrato nonostante le due sconfitte nelle ultime giornate. Il rammarico maggiore è la partita con il Cerreto, gara che ha segnato una svolta: siamo stati sfortunati nella circostanza ma noi ci abbiamo messo del nostro. Dobbiamo ricaricare le pile per affrontare al meglio un avversario di valore ma certamente alla nostra portata”. Avrebbe sicuramente un fascino particolare il derby con il Camerano: “Sicuramente il derby in Prima categoria anche se loro sono impegnati negli spareggi promozione. Personalmente non sento molto questo dualismo ma vedo come dirigenti, giocatori e tifosi sentano questa rivalità sportiva. Sarebbe sicuramente una importante valorizzazione del nostro lavoro iniziato tre stagioni fa e che, fino a questo punto, ci ha regalato importanti soddisfazioni”.
Usap: Coppa in bacheca Donzelli: “Ci tenevamo molto”. E ora sotto con i play-off...
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na stagione buona che può diventare ottima. Sì, perché l’Usap sta confermando le attese della vigilia: voleva disputare un’annata da protagonista e ci sta riuscendo. Il primo obiettivo è stato centrato: la Coppa Marche di Seconda categoria edizione 2008-2009 è finita nella bacheca della squadra di Agugliano Polverigi. ‘’Ci tenevamo moltissimo e alla fine siamo riusciti a conquistarla – sottolinea il direttore sportivo Lodovico Donzelli - ed è un trofeo importante, perché molti dicono che la Coppa viene snobbata, ma credetemi non è così. Abbiamo dovuto sudare fino alla fine per alzarla verso il cielo’’. Varie le squadre fatte fuori dai ragazzi di Rossini, l’ultima la formazione fermana del Montottone (vincitrice del girone G di Seconda categoria), battuta ai rigori, nella finalissima giocata nel campo dorico della Federazione. Una specialità quest’anno dell’Usap. Anche in semifinale, contro il Sassoferrato, i biancoazzurri hanno gioito dopo i tiri dagli undici metri. Nella finalissima un super Bugatti ed un Grilli decisivo hanno permesso la vittoria della Coppa. Un bilancio sin qui soddisfacente, ma non è finita. Perché adesso c’è il secondo obiettivo da centrare: far bene nei playoff (Seconda categoria, girone D). “Un obiettivo dichiarato ad inizio stagione e alla fine centrato – dice Donzelli- e pensare che a dicembre eravamo terz’ultimi’’. Un diesel l’Usap: quando ha iniziato a carburare sono stati dolori per gli altri. ‘’L’unione e la coesione del gruppo, oltre a rinforzi azzeccati, hanno fatto sicuramente la differenza’’. E adesso gli spareggi promozione, con una squadra in crescendo nella condizione fisica e nel morale, dopo la conquista del secondo posto proprio all’ultimo giornata beffando nello scontro diretto il Monsano, per giunta con un blitz in trasferta. Arrivare fino in fondo ai playoff sarebbe la ciliegina su una torta già da gustare così. Ma se l’appetito vien mangiando...
L’organigramma dell’Usap: Il presidente Renzo Antonini, il vice presidente Gabriele Focante, i dirigenti, Francesco Beccaceci, Giovanni Tolardo, Simone Pelonara, il direttore sportivo Lodovico Donzelli. La rosa: allenatore Giorgio Rossini, preparatore dei portieri Stefano Manfredi. Portieri: Nicola Bugatti, Michele Sampaolo, Valerio Vaccarini. Difensori: Stefano Savelli, Marco Pierandrei, Claudio Rossi, Paolo Carloni, Manuele Guazzaroni. Centrocampisti: Juri Pasqualini, Danilo Fiordelmondo, Mattia Befiore, Mauro Silvestri, Luca Boncompagni, Luca Torricini, Luca Ristei, Fabiano Tolardo, Andrea Turbanti, Marco Santoni, Luca Verdenelli, Nico Tamburo. Attaccanti: Mattia Stacchiotti, Omar Brugiatelli, Samuele Gramaccia, Danjel Grilli, Cristian Carassi.
Nella foto (da sx): Francesco Beccaceci, Renzo Antonini e Lodovico Donzelli
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ANCONA quando Il bomber di scorta arriva dal calcio a 5
Leopardi Falconara, che storia!
Paolo Maiolatesi da 16 anni non gioca sul campo una partita vera: viene convocato, entra e... segna.
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ister Rinci lo ha preso in prestito dalla squadra di calcetto per completare la panchina, gettandolo poi nella mischia nel tentativo di raddrizzare la partita. Paolo Maiolatesi (foto), 36 anni, non lo ha assolutamente deluso dimostrando di avere ancora un eccezionale fiuto per il gol nonostante la lunga assenza dal rettangolo verde di gioco. Siamo alla 20^ giornata di campionato e Maiolatesi
viene schierato in campo e ad un quarto d’ora dal termine il bomber della L e o p a r d i Falconara ( S e c o n d a categoria girone D) ha firmato il pareggio contro la Vigor Castelfidardo mettendo il sigillo ad un week end particolarmente ricco di emozioni: ventiquattr’ore prima aveva infatti messo a segno una m i c i d i a l e d o p p i e t t a contro l’Urbino con la casacca dell’omonima formazione che milita nella serie C1 di calcio a 5. “Erano sedici anni che non giocavo piu’ una partita di calcio, l’ultima nella stagione ‘91/’92 quando militavo nell’Ostra. Il mister sabato era in grande difficoltà a causa delle numerose assenze. Aveva gli uomini contati e mi ha chiesto di fare la panchina, facendomi entrare ad un quarto d’ora dalla fine quando la situazione
era estremamente complicata racconta il bomber falconarese che ricostruisce l’azione del pareggio contro la compagine fidardense -. Mancavano pochi secondi al triplice fischio. Eravamo sotto di un gol e in inferiorità numerica. Salvati, dalla fascia, ha messo la palla al centro. Sono arrivato di corsa e dal limite dell’area di rigore ho colpito di piatto indovinando l’angolino. Un gol all’ultimo minuto come quello che avevo realizzato la sera prima contro l’Urbino. Quasi non credevo di esserci riuscito”. Paolo Maiolatesi: come mai hai deciso di abbandonare il calcio per dedicarti al calcetto? “Una serie di circostanze. Tutto è iniziato durante un torneo estivo al Malibu di Porto Recanati dove venni contattato da alcuni dirigenti della Giampaoli Ancona che militava in serie B. Ero poco più che maggiorenne, mi proposero di giocare in un campionato nazionale assieme al mitico Josè Dirceu che aveva deciso di concludere la carriera di calciatore nella formazione dorica dell’amico
patron Giancarlo Trapanese. Giocare fianco a fianco con l’asso brasiliano non era cosa da tutti i giorni e non rifiutai l’offerta. Inoltre ero molto amareggiato dalla retrocessione dell’Ostra dalla Promozione alla Prima categoria e fui tentato dalla nuova avventura”. Un’avventura alla quale hai dato seguito... “Ho giocato undici anni nella serie B con Ancona, Rimini e Palombina. Poi sono sceso di categoria. D’altronde con la famiglia e l’avanzare dell’età non potevo certo continuare a certi ritmi. Quattro anni fa il matrimonio con la Leopardi Falconara di Marco Bramucci. Un progetto che mi ha colpito e nel quale ho creduto e credo tutt’ora”. Cosa ti ha colpito del Leopardi Falconara? “Marco Bramucci ha fondato soprattutto una squadra di amici partendo dalla serie D. Quando mi sono aggregato in squadra erano già in serie C2 e quell’anno abbiamo raccolto una meritata salvezza. Poi è arrivata la promozione in
serie C1. Posso affermare che le maggiori soddisfazioni sono arrivate grazie al Leopardi”. Un sogno nel cassetto? “Mi piacerebbe raggiungere la serie B con il Leopardi Falconara. Potrebbe sembrare una chimera ma voglio ancora togliermi delle soddisfazioni. D’altronde ho sempre giocato per vincere e non certo per partecipare. L’antico motto a me non piace, figuriamoci che mi rode addirittura perdere la partitella del mercoledì”. E se Rinci ti volesse un giorno ancora in panchina? “Effettivamente il mister mi ha chiesto se ero disponibile per dare una mano durante gli allenamenti. Non riesce ad avere un numero sufficente per disputare la partitella ma ho rifiutato. La serie C1 di calcio a cinque richiede già un grande impegno, in allenamento e in partita. Ormai ho trentasei anni e una famiglia sopra le spalle. Se vorranno convocarmi per un’altra partita dovranno chiedere il permesso a mia moglie, peraltro in carta bollata”.
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ANCONA però una carriera tormentata dagli infortuni e in più di un occasione ha dichiarato di voler appendere le scarpe al chiodo. Ogni volta che entrava in ospedale per fratture o lesioni muscolari ripeteva sempre la stessa frase. Quest’anno sembra fortunato e spero che sia così anche per le sorti del Monsano”. Presidente Piattella, qual è la condizione della squadra sotto l’aspetto fisico e mentale in vista dei play-off?
Nella foto (da sx): Romano, Filippo e Alberto Piattella
Monsano nel segno dei Piattella Romano al vertice societario P Filippo e Alberto in campo Lo Staffolo non si arrende. Ottaviani: “Ai play-out con il morale alto”
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l termine di una stagione vissuta sempre con la voglia di non mollare mai e di lottare fino all’ultima gara. Per i ragazzi di Cristiano Pesarini, subentrato
a campionato in corso a Giorgio Stendardi, arriva l’appendice dei play-out nei quali giocarsi la permanenza in Prima categoria. Non sono sufficienti per ottenere la salvezza diretta con dodici punti accumulati nelle ultime sei gare di campionato anche se, un bottino del genere, infonde ottimismo a tutto l’ambiente. Parole chiare quelle del Direttore Sportivo giallorosso Gianni Ottaviani (nella foto): “Abbiamo giocato bene e raccolto punti. C’è un pò di rammarico per esserci svegliati tardi, quando la situazione era compromessa ed il recupero delle ultime
giornate difficilmente poteva essere finalizzato con la salvezza. La vittoria del San Biagio sul Barbara, quella dell’Osimo Stazione ed il pareggio del Montefano hanno chiuso quasi del tutto la strada: il morale tuttavia rimane alto in quanto siamo consapevoli delle nostre forze. Lo Staffolo ha reagito, gioca con determinazione, riesce a segnare ed esprime anche un buon calcio. Dobbiamo proseguire così, senza perderci d’animo, consapevoli che diremo la nostra nei play out e che la salvezza possiamo raggiungerla”.
adre e figli legati dalla stessa passione per il calcio e in particolare per i colori rossoblu. Romano, Alberto e Filippo Piattella rappresentano infatti il passato, il presente e il futuro del Monsano Calcio. Romano da oltre trent’anni tiene in mano le redini della società mentre Alberto e Filippo quelle della retroguardia. Insieme lottano per raggiungere il traguardo della promozione. “Ho vinto già due campionati di Seconda categoria. Il primo con l’allenatore Gregori, il secondo con Piaggesi. Sarebbe bellissimo poterlo fare anche con Barchiesi e festeggiare nel migliore dei modi trent’anni di passione e sacrifici per questa società”, ci dice il presidente Romano Piattella, l’unico dei superstiti del gruppo che trentuno anni fa (era il 1978) diede vita all’attività calcistica nel piccolo borgo anconetano. Un matrimonio duraturo che inevitabilmente ha coinvolto i due figli che non hanno mai abbandonato la casacca rossoblu. Buon sangue, evidentemente, non mente. “Filippo ha ventitrè anni e segue le orme del fratello maggiore che con Zenobi costituisce una coppia centrale che da molta sicurezza alla squadra. Alberto ha avuto
“La squadra gode di ottima salute. Accusa qualche acciacco ma niente di grave. Sotto questo aspetto la stagione non ha riservato cattive sorprese come negli anni passati. Il morale ovviamente è alle stelle e non poteva che essere cosi. L’entusiasmo per la prima posizione aiuta a superare piccoli e grandi ostacoli”. Quali erano in realtà gli obiettivi di inizio stagione? “Gli obiettivi non erano certo quelli di lottare per il primo posto. Con una squadra molto giovane non si potevano delineare traguardi precisi ma dopo una partenza in sordina la squadra ha iniziato ad acquistare sicurezza giornata dopo giornata. Con l’impegno e la costanza negli allenamenti sono arrivati gioco e vittorie”. Qual’è la forza del Monsano? “Al di la delle qualità tecniche di ogni singolo giocatore e dell’ottima preparazione del mister e del preparatore atletico devo dire che la reale forza della squadra è rappresentata dal gruppo. Si lavora con impegno, sacrificio e entusiasmo. Caratteristiche necessarie per poter raccogliere risultati positivi”. Rammarico per punto perso?
qualche
“Un pizzico di rammarico per i tre pareggi consecutivi ottenuti con Vigor Castelfidardo, Cerreto e Nuova Folgore. Tre punti che ci sono andati strettini considerato il gioco espresso in campo”.
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VANI SPECIALE GIO
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ANCONA
a tu per tu con gianluca dottori
“La mia Ancona valorizza i ragazzi della provincia” Intervista di Enrico Scoppa
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ianluca Dottori (nella foto), allenatore dell’Ancona nel campionato nazionale giovanissimi. Che competizione è stata? “Sicuramente molto bella, interessante, qualificata, una competizione alla quale hanno partecipato squadre importanti che hanno impegnato giovani di qualità. Per quello che ho potuto vedere nel corso della stagione tutti hanno cercato di allestire compagini importanti pescando su grandi bacini di utenza”. In un campionato difficile l’Ancona vanta un piccolo record, quello di aver utilizzato tutti ragazzi della provincia salvo qualche rara eccezione? “Sì. La rosa con cui ho potuto lavorare è stata costruita con dei ragazzi provenienti dalla provincia dorica salvo rare eccezioni. Ad esempio, un ragazzo arriva da Montecchio ma in pratica, per motivi scolastici, risiede ad Ancona. Abbiamo valorizzato ragazzi della nostra
provincia e questo non mi sembra poco visto che in altre realtà non è stato sicuramente così”.
Con le squadre dilettantistiche fuori dai giochi ne ha guadagnato la qualità? “Non me ne voglia nessuno ma sono convinto che il campionato, con la scelta operata da parte della federazione di non far partecipare squadre del settore dilettanti, ne ha guadagnato in qualità perché non ci sono state squadre materasso come, putroppo, se ne erano viste nella passata stagione”. Nei sedicesimi di finale una squadra marchigiana, l’Ascoli, mentre l’Ancona non è risucita nell’intento, perchè? “Onore e merito all’Ascoli ma anche la mia squadra ha fatto sicuramente bene. I trentaquattro punti conquistati ci hanno permesso di restare attaccati al treno delle grandi e non mi sembra poco”. Le cifre indicano nella sua Ancona molto di più di quanto non dicano
i punti in classifica. “Se il riferimento sono i gol realizzati e quelli subiti meritano sicuramente attenzione. I gol realizzati sono stati pochini ma per quel che riguarda quelli incassati abbiamo la seconda difesa dell’intero campionato visto che abbiamo subito diciannove reti tante quante ne ha prese la Roma che ha vinto nel nostro girone e potrebbe anche andare molto lontano. Non è poco”. Cinque le squadre entrate nei sedicesimi di finale, un segnale importante? “Senza dubbio. La dimostrazione è stata la Cisco Roma che ha conquistato i sedicesimi di finale con qualche difficoltà. Nel nostro girone c’erano squadre di qualità che non hanno regalato sicuramente nulla a nessuno”. E’ la Roma la squadra più forte di tutti? “Le cifre lo dicono. Sessantotto punti conquistati dei settantotto a disposizione, siamo a livelli record. I giallorossi hanno dimostrato di essere davvero i più forti dell’intero gruppo di squadre inserite nel girone F”. Quale futuro per mister Dottori? “Continuare a lavorare con i giovani nella speranza di poter restare alla guida dell’Ancona”.
Osimana padrona dell’Istria Cup I giovani dell’Osimana hanno proprio un feeling particolare con il torneo croato. Nell’edizione 2009 hanno iscritto il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione riservata alla categoria dei Giovanissimi, vincendo l’Istria Cup disputata a metà aprile (dal 10 al 12) a Porec e che ha visto protagoniste dodici formazioni suddivise in tre gironi. Un torneo da protagonisti per i ragazzini allenati da mister Roberto Mari. Alla fine i Giovanissimi senzatesta sono risultati imbattuti, grazie ad un ruolino di
marcia invidiabile con ben cinque vittorie ed un pareggio. Dodici i gol fatti, appena uno quello subito. L’Osimana dopo aver fatto fuori anche una squadra austriaca e una tedesca, in finale ha sconfitto il Desenzano, di misura (1-0). E’ bastata una rete segnata da capitan Baro nel primo tempo, di testa, servito da calcio d’angolo battuto da Bambozzi per alzare al cielo dopo il triplice fischio il trofeo. Un trionfo nel vero senso della parola con capocannoniere principe Graciotti autore di quattro reti.
le lezioni saranno tenute da istruttori f.i.g.c. altamente qualificati
Tutti al Campus di Arcevia con Zandegù e Vecchiola
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l Campus è un modo per dare ai ragazzi in estate, a 500 metri sul livello del mare e sul bellissimo manto erboso dello stadio Comunale di Arcevia, la continuità al lavoro svolto durante i nove mesi di scuola calcio per farli divertire e per prepararli ai corsi del prossimo anno. Il campus calcistico si terrà da domenica 28/06 a sabato 04/07/09 per i ragazzi nati nel 1998-1999-2000-2001 e da domenica 05/07 a sabato 11/07/09 per i nati nel 19941995-1996-1997.
I ragazzi alloggeranno al Park Hotel, al centro del paese, un luogo confortevole, tranquillo, accanto al parco pubblico. Il campus permette ad ogni partecipante di seguire le lezioni sia la mattina che il pomeriggio e il numero massimo dei ragazzi sarà limitato a cinquanta, per avere condizioni ottimali. Le lezioni saranno tenute da Istruttori F.I.G.C. altamente qualificati di cui alcuni laureati in scienze motorie tra i quali Andrea Martarelli, Claudio Campana e Dario
Vanni. Il coordinatore tecnico sarà Maurizio ‘Zigo Zago’ Zandegù, Sebastiano Vecchiola, responsabile tecnico del settore giovanile dell’AC Ancona, coordinerà la scelta dei giocatori per la stagione sportiva 2009/2010. Gli Istruttori si avvarranno della collaborazione, per gli aspetti organizzativi, di dirigenti della Scuola di Calcio. Per informazioni http:// www.giovaneancona. it o telefonare ai numeri
333.3777773 n. 348.6979788 n. 333.6818898. Le domande d’adesione al Campus, andranno presentate
ai Dirigenti di Gruppo, alla segreteria Tel/Fax (071.804349 ) o all’indirizzo info@giovaneancona.it
Segnalazioni, foto, curiosità... Scriveteci a marcheingol@quelliche.net o all’indirizzo: Quelliche.net, via Brodolini, 58 63020 Falerone (FM) Fax 0734.330261
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Gioia Chiesanuova La squadra di Bonvecchi, dopo la beffa dell’anno scorso, centra finalmente l’approdo in Promozione
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’incubo svanisce dodici mesi dopo. La scorsa stagione un Trodica formato monstre tolse la gioia della Promozione ad un squadra sempre in vetta alla classifica e con numeri eccezionali come la squadra dell’allora tecnico Santoni. In questa stagione invece la gioia arriva propria all’ultima di campionato nello scontro diretto con un Camerino volitivo che fino alla fine ha sperato nella clamorosa rimonta. I ragazzi del presidente Luciano Bonvecchi non hanno mai mollato di una virgola premiando la costanza e la voglia di un presidente appassionato che, al fischio finale, appariva commosso: “Una giornata straordinaria che non dimenticherò tanto facilmente”. Queste le sue parole all’interno dell’invasione di campo. Un successo che porta la firma di Luca Fermanelli subentrato
nella seconda parte di campionato a Massimo Appignanesi, sulla panchina biancorossa, trascinando i suoi ragazzi alla vittoria finale. Una squadra costruita per vincere che puntava molto su un attacco grandi firme formato da Roberto Prato, Luca Sacchi, Rinaldo Feroce e Giacomo Scarpeccio: tutti elementi che nel recente passato hanno militato in Eccellenza e Serie D. Ora per la società del piccolo centro maceratese si aprono le porte di un campionato tanto prestigioso quanto impegnativo come il girone B di Promozione con squadre di assoluto blasone di scena allo stadio Ultimi. Un terreno di gioco non grandissimo che avrà bisogno di qualche accorgimento per essere pronto ad accogliere nel migliore dei modi un torneo così importante. In bocca al lupo!
casette verdini
E’ solo un arrivederci
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Dopo tanta Prima... una retrocessione amara
opo quasi un decennio in Prima categoria il Casette Verdini torna nel campionato di Seconda. Una stagione amara per i ragazzi dell’appassionato presidente Paolo Pasquali che le ha provate tutte per tentare di dare una scossa alla squadra. Guidati in panchina prima da Alessandro Conti e poi da un timoniere esperto qual è Guerrino Cannoni hanno dato il massimo ma quando una stagione nasce male, appare segnata sin da subito. La squadra è viva e se la gioca con tutti ma molto spesso sono disattenzioni
nei minuti finali a segnare sconfitte amare e spesso immeritate. A Casette Verdini comunque non si fasciano la testa, consapevoli di voler subito risalire la china sin dalla prossima stagione puntando sul proprio settore giovanile: un elemento questo che sta molto a cuore al presidente Pasquali, fermamente convinto che un ottimo vivaio sia la prospettiva migliore per una società che guarda in prospettiva. Per questo la retrocessione del Casette Verdini non va vista come una addio ma, molto probabilmente, come un semplice arrivederci…
Nella foto (a destra) l’abbraccio dei bomber Prato e Sacchi
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MACERATA patron Mancini: “un successo fortemente voluto”
Trionfo Monteluponese 4 punti in 5 partite e condizione di classifica pietosa. In quel momento ci siamo riuniti in società perchè c’era anche chi pensava si dovesse mandare via l’allenatore ed invece abbiamo proseguito con mister Mora ed alla fine il risultato del campo ha confermato che la scelta fatta era quella giusta. Non abbiamo mai mollato ed i risultati si sono visti nella parte finale del campionato”. Foto di squadra
USD Monteluponese (foto tratta dal sito www.usdmonteluponese.it)
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opo ben 23 anni a Montelupone si torna a respirare aria di Prima Categoria. L’entusiasmo nella piccola cittadina maceratese si è scatenato alla penutlima giornata di campionato con il pareggio rimediato in casa della Nuova Vigor SMA, ad una giornata dal termine della stagione. La gioia di Mancini Al settimo cielo il patron giallorosso Sandro Mancini: “Non credevo che vincere un campionato potesse regalare emozioni così forti. Voglio ringraziare tutti, dai ragazzi al
mister ma sopratutto i tifosi che ci hanno sempre sostenuto anche nei momenti difficili di inizio stagione. Questo era il nostro traguardo e lo abbiamo raggiunto ma ora il mio obiettivo è quello di riportare in società i vecchi dirigenti: bisogna mettere alle spalle vecchi rancori e lavorare insieme per il bene della società. Un successo finale arrivato nonostante un avvio di campionato non dei migliori: Nel girone di ritorno siamo stati sempre nei primissimi posti e questo va sottolineato ma devo ricordare che l’inizio di stagione è stato tragico.
Rinforzi mirati Il presidente comunque ha sempre creduto nella potenzialità della squadra: ”Sin dall’estate credevo si potesse ambire al salto di categoria ma dalla fine del girone di andata la mia fiducia è cresciuta. A novembre poi abbiamo rinforzato l’organico con l’inserimento di Beltramo, Brunori, Moriconi, Cocci e Quintavalle: molta esperienza all’interno della squadra. Sin da subito si era capito che avevamo cambiato marcia e i nuovi hanno dato quel qualcosa che ci mancava per far si che i risultati”. Comlimenti ai ragazzi di mister Francesco Mora.
Quelliche... porta bene! Quelliche.net come Le Iene: porta bene. Ne sanno qualcosa a Montelupone. La copertina dell’almanacco fotografico di Macerata della stagione 2008-2009 è dedicata alla Monteluponese e al suo bomber Ariel Beltramo. Risultato? Beltramo ha realizzato gol a raffica e la Monteluponese è salita in Prima categoria. Cheapeau!
Un...Punto fermo in società: far crescere i giovani E’ questa la filosofia che contraddistingue il sodalizio guidato da Ennio Perroni
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na società che guarda ai giovani e lavora per i giovani. A Mogliano, Il Punto, società del presidente Ennio Perroni (foto a destra), pensa a loro e funge da serbatoio
per le altre squadre del paese e del circondario. Ogni anno dunque l’obiettivo è uno solo: il divertimento e la valorizzazione dei giovani giocatori: “Stiamo ricostruendo la squadra per ripartire il prossimo
anno, per noi l’obiettivo è sempre di divertirci poi se arriva il risultato è anche meglio. Quest’anno abbiamo disputato un campionato tranquilllo di metà classifica, senza particolari ambizioni, perchè non è nostro obiettivo principale vincere il campionato. Il nostro scopo è di valorizzare i giovani, dare spazio a chi non ne ha nelle categorie superiori e magari lanciarne pure qualcuno nel loro interesse –
afferma il presidente Perroni - la nostra filosofia come società è questa, non paghiamo nessuno, diamo solo opportunità di giocare a chi vuole farlo, poi le ambizioni devono essere dei ragazzi. Dipende da loro infatti l’esito del campionato, noi mettiamo solo a disposizione tutto il necessario per giocare”. Le soddisfazioni arrivano ogni anno quando da Il Punto Mogliano diversi ragazzi hanno
modo di fare il salto in campionati superiori, di Seconda o di Prima categoria: “Negli anni abbiamo avuto modo di lanciare qualche giocatore come Canullo e Cinti per esempio che ora sono alla Moglianese, o Marcantoni del Rapagnano, e anche in questa stagione qualcuno se ne andrà in categorie superiori. Per noi è importante creare i presupposti perchè i ragazzi riescano a crescere”.
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MACERATA
Juve Club, una stagione record Campionato, Coppa Italia e imbattibilità
club tolentinate: la Coppa Italia vinta ai rigori con la Belfortese nello scenario dello stadio dei Pini di Macerata nel gennaio scorso ma soprattutto il ritorno in Seconda categoria ottenuto negli ultimi novanta minuti grazie al pari sul campo di Morrovalle.
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na stagione in grado di regalare emozioni incredibili in casa Juve Club ma soprattutto capace di portare con sè un traguardo importante come l’immediato ritorno in Seconda categoria dopo una sola stagione di purgatorio. La guida di questo gruppo che ha saputo fare la voce grossa, nonostante un avversario assolutamente degno e mai domo come la Belfortese, è Simone
Grassettini, tecnico dalla grande professionalità capace di affermarsi come profeta in patria. Proprio nel settore giovanile della Juve Club inizia la sua carriera proseguita poi con Settempeda, Aurora Treia, Appignanese e l’esperienza come tecnico in seconda nel Tolentino. Poi la scelta di ripartire dalle origini con quella squadra che portò al trionfo una decina di anni fa proprio in Terza categoria: ”Ero un po’ stanco
dei troppi impegni settimanali, quindi dopo dieci anni, anziché fare un passo avanti ho preferito farne uno indietro, ho fatto una scelta di vita, che mi ha regalato emozioni importanti. Siamo partiti con una squadra nuova, un gruppo nuovo, non pensavo di raggiungere già degli ottimi risultati in così poco tempo, merito di ragazzi intelligenti con tanta voglia di crescere”. Una stagione fatta di grandi numeri quella del
A rendere indimenticabile questa stagione il record di imbattibilità: nessuna squadra infatti è riuscita a battere la compagine del presidente Nazzareno Serrani. Motivo di particolare orgoglio nel campionato dei bianconeri, unica squadra delle Marche in compagnia dello Sporting Acquaviva a detenere questo prestigioso primato. Lo stesso Grassettini ha le idee chiare sul motivo di questo record: “Non c’è un segreto o alchimie particolari, è un gruppo costruito bene: la maggior parte degli elementi provenienti dal settore giovanile, a cui sono stati aggiunti alcuni giocatori di esperienza. I giovani si sono rivelati essere molto maturi seppur inesperti e si è creato un gruppo compatto e competitivo”.
La squadra allenata da Daniele Bozzi (foto) torna in Prima categoria
Mogliano OK! Un duello estenuante con la Samb Montacassiano che ha permesso di godere ancora di più per il successo finale. Una grande gioia per la Moglianese che centra il traguardo della Prima categoria dopo la delusione della stagione passata, con gli spareggi che non portarono bene alla formazione maceratese. Un successo costruito da mister Daniele Bozzi sull’organizzazione difensiva; solo 22 infatti le reti subite e attacco che ha basato le sue fortune su Maicol Ulissi e Antonio Marino: 32 gol in coppia che, alla fine dei conti, risultano decisivi per il successo finale. Un dualismo quello vissuto con la Samb Montecassiano, risolto solo nelle ultime giornate e che ha avuto la svolta decisiva a tre giornate dal termine con lo scontro diretto che ha visto gli uomini del presidente Lamberto Caponi uscire con un preziosismo 0-0 dal terreno di gioco avverso. A quel punto l’inerzia del campionato si è spostata definitivamente nelle mani di Canullo e compagni che hanno potuto festeggiare con tifosi e dirigenti nell’ultima gara casalinga, grazie al successo ottenuto sul Victoria Strada. Il presidente Caponi: “Dedico questo successo a tutti coloro che dal primo giorno hanno seguito la squadra: è stata veramente la vittoria del gruppo”.
Monte San Martino, identità e passione Anselmi: “Ed ora un nuovo campo sportivo”
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na società del paese e per il paese. Nata oltre trent’anni fa, ha sempre portato avanti i suoi obiettivi con qualche cambio ma con l’idea di restare sempre la squadra di Monte San Martino. A parlarne è l’attuale presidente Raffaele Anselmi (nella foto), al suo primo anno come massimo dirigente: “Il bilancio è positivo, per la prima volta da presidente non pensavo potesse andare così bene, aver concluso a metà classifica è un buon risultato. Ora stiamo contattando i giocatori per il prossimo anno, i giovani della squadra sono per la maggior parte di Monte San Martino ed era questo che auspicavo. Ci saranno dei ricambi in rosa, certo le partite punteremo sempre a vincerle perchè lo sport è un bene per il paese.” Prossimo obiettivo da presidente per Anselmi è il rinnovamento del campo sportivo: “Fra i progetti per il futuro c’è quello di rifare il campo sportivo, abbiamo mandato una richiesta
di sovvenzione in provincia, speriamo venga valutata prima possibile perchè ne abbiamo realmente bisogno.” Infine una curiosità, il primo presidente è ancora nel direttivo: “E’ dal 1977 che esiste questa
società e non ha mai sfigurato – afferma con orgoglio Anselmi - e volevo aggiungere che il primo presidente Giampietro Abbati è ancora in società in qualità di dirigente, questo a dimostrazione che il nostro è un ambiente familiare.”
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MACERATA Lombardelli: vincere era il nostro obiettivo iniziale
Strapotere Aries Trodica
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n campionato stravinto quello dell’Aries Trodica, che dalla Terza categoria è passata in Seconda con tre giornate d’anticipo. Nella gara con il Ripe San Ginesio, gli uomini di mister Giordano Perini hanno finalmente raggiunto la promozione che si è materializzata al termine dei giochi con 13 punti di distacco sulla seconda e ben 73 gol realizzati in totale. Grande sportività fra le duellanti del campionato, Aries Trodica appunto e Vigor Montecosaro, che hanno offerto un testa a testa fino alla fine, distaccate sempre di soli due punti. “Per noi è stato difficile, è vero che siamo stati sempre avanti in campionato dalla metà del girone d’andata – commenta con noi il presidente Severino Lombardelli - ma la Vigor Montecosaro ci ha sempre seguito fino allo scontro diretto, quando abbiamo avuto modo di allungare ed abbiamo capito che
era quasi fatta”. Strani incroci e aneddoti hanno intrecciato il destino delle due squadre. Il presidente della Vigor infatti è un ex compagno di squadra di Lombardelli, ex
giocatore del Montecosaro, con cui vinse insieme un campionato di Seconda categoria. “Siamo amici, ovviamente lo siamo sempre stati, e anche se ognuno ha la sua squadra, non è cambiato nulla. Ovviamente l’unica piccola rivalità è sul campo quando si gioca”. Anche con l’attuale allenatore Giordano Perini, ci racconta Lombardelli, sono stati ex compagni di squadra, anzi di reparto, quello avanzato: “Abbiamo giocato insieme con Perini in Promozione al Trodica,
eravamo la coppia di attacco della squadra e dopo tanti anni siamo rimasti in buoni rapporti, tanto che l’ho voluto come allenatore qui all’Aries”. Ora si dovrà programmare il futuro e il nuovo campionato. “Era nostro obiettivo fin dall’inizio vincere e siamo molto contenti – prosegue il presidente - il nostro punto di forza è stato senza dubbio il gruppo: amici dentro e fuori dal campo. Non abbiamo avuto un bomber, nonostante abbiamo realizzato tanti gol, ma diversi giocatori hanno segnato e dato il massimo, anche chi partiva dalla panchina a volte è riuscito a cambiare la partita. Partiremo parlando con i ragazzi, l’intenzione di riconfermare in blocco il gruppo c’è, cercando la salvezza in Seconda, poi se riusciremo bene, altrimenti torneremo da dove siamo partiti.”
Cluentina: mille volte Primo In questa stagione la sua squadra si giocherà tutto nei play-off, ma lui il suo traguardo l’ha già raggiunto. Primo Cingolani (nella foto), il mitico assistente, volgarmente chiamato guardalinee, ha superato le mille presenze. Sì, sono state oltre mille le volte in cui il buon Primo ha preso la bandierina in mano nei trentasette anni che segue la Cluentina sempre pronto a collaborare con le giacchette nere e mai oggetto di provvedimenti disciplinari. Cingolani è una vera istituzione per la Cluentina, passato attraverso tutte le burrasche ma lui, granitico come pochi, è sempre pronto a dare non solo una mano: è un esempio da seguire.
Real Porto in Seconda categoria a costo zero “Siamo una squadra di non stipendiati”
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n finale di campionato sorprendente per i ragazzi del Real Porto, che si sono aggiudicati il campionato con una giornata d’anticipo e sette punti di distacco dalla seconda, il San Girio. Composta da un gruppo che gioca insieme praticamente dalla nascita della società, è una squadra che si è sempre migliorata, fino ad arrivare al grande traguardo della promozione diretta in Seconda categoria: “Da quando esistiamo come società – racconta uno dei due allenatori giocatori, Tiziano Sampaolesi - nella foto - (insieme a Antonio Romano, ndr) - solo cinque anni, siamo sempre riusciti a migliorarci di stagione in stagione. Lo scorso campionato ad esempio, eravamo arrivati alle semifinali dei play-off. Quest’anno non credevamo di poter arrivare così in alto, ma volevamo migliorare l’obiettivo. Quando abbiamo visto che avevamo la capacità per fare un campionato di vertice e che il livello del girone era alla nostra portata, ci abbiamo creduto fino alla fine.” Una squadra operaia, che gioca per puro divertimento, senza ricevere nulla in cambio che non siano soddisfazioni agonistiche: “Siamo una squadra di non stipendiati, nessuno dei 23 prende un centesimo, dal più grande che ha 33 anni al più piccolo che ne ha 18.” Il Real Porto è stata inoltre una delle squadre di Terza categoria con l’attacco più prolifico della stagione: la squadra di Sampaolesi e Romano, ha messo a segno ben 71 reti. Sampaolesi, il prossimo campionato però sarà di Seconda categoria, cambierà qualcosa? “No, non credo sotto questo punto di vista che cambieranno le cose. Anche la squadra penso resterà pressochè la stessa come ogni anno, quindi è facile capire che per la prossima stagione il nostro obiettivo sarà sicuramente la salvezza.”
SPECIALE GIO VANI
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MACERATA Intervista di Enrico Scoppa
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Graziano Colotti
“Stop
per gli over 25”
orreva la stagione ‘87/’88 quando Graziano Colotti venne chiamato a svolgere l’attività di operatore tecnico presso il settore giovanile della Dinamo Vergini di Macerata (settore giovanile). Il 25 maggio del 1990 ottiene, partecipando ad un corso organizzato dalla FIGC, l’abilitazione ad istruttore giovani calciatori classificandosi al primo posto. Le società con cui ha collaborato sono diverse ed importanti: Corridonia, Appignanese, Maceratese, Robur Macerata, Recanatese, da cinque stagioni opera nel Tolentino con incarico di responsabile tecnico del settore giovanile allenando anche le squadre allievi, giovanissimi, juniores nazionali e nella stagione in corso solo coordinatore tecnico del settore giovanile. Esperienza trentennale che ha permesso a Colotti di maturare tantissima esperienza che ora mette a disposizione dei giovani attraverso società che credono in questo importante investimento e non solo di facciata. Colotti, tanti anni trascorsi al fianco dei giovani calciatori... “Tante cose sicuramente belle da ricordare con una premessa. In alcuni paesi essere nati nel ’91 è considerato un vantaggio non uno svantaggio come si vorrebbe far credere nel pianeta calcio in
Italia”. In che senso, mister ? “In Italia sembra che prevalga un meccanismo irrazionale. I nostri dirigenti, al pari di molti allenatori, hanno addosso una paura incredibile di mettersi in discussione. Le nostre società dedicano poche risorse al settore giovanile e soprattutto non danno tempo al giovane calciatore di poter sbagliare. Mi sembra davvero troppo”. Il futuro nel nostro calcio, comunque, non può prescindere dai giovani... “Sicuramente, ma la Federazione, i dirigenti delle società, i tecnici, debbono anteporre al proprio tornaconto immediato quello del futuro del nostro calcio, ciascuno per la parte di propria competenza. Incentivi veri alle società che utilizzano i giovani, limiti di età drastici nei dilettanti, dopo i 25 anni si entra nell’ambito amatoriale, sostanziale rivisitazione dell’organizzazione
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dei campionati”. Quale segreto per scoprire tanti talenti come è capitato a lei? “Per scovare giovani talenti occorre seguirli fin da giovanissimi nel loro ambiente naturale, vederli giocare sia in gara che in allenamento. E’ proprio questa osservazione quella che consente una valutazione approfondita. Saperli inserire in contesti più evoluti senza forzature né accelerazioni irrazionali; in linea di principio i giovani debbono effettuare tutti i passaggi in tutte le categorie. Raggiunto l’ultimo anno della categoria allievi possono essere inseriti nelle formazioni maggiori dove il contesto, seppur diverso, deve essere disponibile a proseguire sulla scorta del percorso seguito nel settore giovanile. L’eventuale momentanea bocciatura deve essere seguita da una serie di attenzioni verso il giovane, tali da consentirgli un reinserimento nel calcio dei grandi privo di traumi interiori”.
Segnalazioni, foto, curiosità... Scriveteci a marcheingol@quelliche.net o all’indirizzo: Quelliche.net, via Brodolini, 58 63020 Falerone (FM) Fax 0734.330261
ritratto di un tecnico vincente
Pettinari, 10 anni fa il tricolore con la Maceratese Allievi
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l calcio giovanile la sua vera grande palestra dove poter mettere in pratica tutta la sua esperienza, la sua professionalità e la passione che lo hanno contraddistinto in oltre trent’anni di carriera prima come calciatore poi come tecnico. Questa la carta d’indentità sportiva di Fiorenzo Pettinari, il quale nella sua lunga ed onorata carriera è stato sicuramente uno dei più vincenti della storia calcistica regionale. Ha vinto sia a livello locale che regionale, ha avuto esperienze con la rappresentativa allievi
regionali, ha conquistato (ricorre proprio quest’anno il decimo anno!) lo scudetto tricolore con la Maceratese allievi nella mitica finale del Cibali quando superò il Faenza. Un’impresa storica che ha segnato una tappa importante del calcio giovanile marchigiano. Pettinari ha
mosso i primi passi alla guida delle giovanili del Corridonia dove ha scoperto quel talento diventato poi giocatore di primo piano come Massimo Ciocci, approdato nel calcio che conta vestendo la maglia dell’Inter e di altri importanti club professionistici. Pettinari ha avuto anche esperienze con la prima squadra nelle vesti di secondo con Aroldo Collesi con il quale, nella
regionali). Un tecnico preparato, stagione ‘80/’81, conquistò la capace nel saper tirare fuori dai semifinale nazionale di Coppa gruppi che gli vengono affidati Italia: il Corridonia venne il meglio cercando di farli eliminato attraverso il doppio crescere tecnicamente attraverso confronto dall’Internapoli. grandi motivazioni Pettinari è laureato che spesso hanno in scienze motorie, Indelebile il regalato maturazioni lavora con i giovani ricordo del insperate. Questo è e per i giovani Fiorenzo Pettinari ottenendo con loro, Cibali che non ama le luci e i risultati parlano, della ribalta ma il sempre il meglio. lavoro con i giovani dai quali sa Una riprova quello che sta sempre ottenere il meglio. facendo anche nella stagione in corso con la squadra juniores del Trodica (ha vinto nel suo girone e sta disputando le finali
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Il DG Facciaroni: “Ancora non riesco a crederci che siano arrivate tutte queste soddisfazioni” per la promozione in panchina ancora roberto bagalini
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La doppietta del Campiglione: campionato e Coppa innesti di Fabrizio Vallesi e Salvatore Carmeni, giocatori d’esperienza hanno favorito a suon di reti la promozione, 23 quelle del capocannoniere del girone Fabrizio Vallesi e 14 quelle che portano la firma di Carmeni. “Un sogno diventato realtà” questa un po’ la frase che esce dalla bocca di tutti nel giorno della festa. Un sogno, a cui si aspirava ma che certo nessuno aveva immaginato potesse arrivare così presto, in sole tre stagioni. Oltre a questo poi, è impossibile non parlare delle due Coppa Marche vinte in due stagioni consecutive, in due categorie differenti, non era mai successo. “E’ incredibile - commenta il direttore generale Giorgio Facciaroni – ancora non riesco a crederci che siano arrivate tutte queste soddisfazioni in due anni, non ci avrei mai creduto se me lo avessero detto, invece questo gruppo ci è riuscito. Un grande plauso all’allenatore e ai ragazzi.” “Credo che la grande serenità di questo gruppo unito e compatto abbia fatto la differenza – afferma mister Bagalini – due Coppe e due promozioni sarebbero il sogno di chiunque. Sono molto contento per la società e per i ragazzi, è
na vera e propria calvalcata trionfale, meglio di un palio vinto forse. Gli ingredienti? Un bravo allenatore, un gruppo solido, una società seria e obiettivi chiari. Ecco allora che in appena tre anni, dopo le amarezze del passato, i gialloneri coronano il sogno di tornare nel campionato che ha accompagnato la società per tante stagioni, quello di Promozione. I numeri stratosferici parlano da soli: dall’arrivo di Roberto Bagalini in Seconda arrivano subito i playoff, e lo scorso anno la Prima categoria: dopo il secondo posto in campionato dietro alla Settembrina, si sudarono fino all’ultima giornata di spareggi l’ ambita promozione, a suon di gol con Lanciotti e Mezzabotta. Quest’anno tutto inizia con i migliori auspici, ma senza richieste particolari da parte della società del presidente Moretti, anche se c’era il desiderio di raggiungere il palcoscenico della Promozione. I ragazzi di Bagalini però una volta raggiunta la testa della classifica, non mollano più la presa e coronano il sogno della società con una giornata di anticipo sul Monticelli, con cui s’era innescato un testa a testa fin dall’inizio. Gli
Firmum torna in Seconda
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Confermato per la prossima stagione il tecnico Malaspina
na sola stagione di purgatorio in terza e di nuovo il salto in Seconda categoria. Così dopo il Campiglione e la Fermana anche la Firmum ottiene l’ambita promozione. L’entusiasmo a mille per la società che non si aspettava un ritorno così veloce nella categoria superiore, traspare dalle parole del presidente: “Dopo la delusione dello scorso anno è una grande soddisfazione essere riusciti subito a risalire – afferma il presidente della squadra fermana Donatello Recchi - il grande merito è del gruppo e dell’allenatore Malaspina che hanno dato tantissimo, i numeri parlano da soli, abbiamo realizzato 71 reti in 24 partite, una media di tre gol a partita.” Nonostante la lotta fino all’ultima giornata con il Borgo Rosselli, e il girone impegnativo con Piane di Falerone, Gymnasium che puntavano certo ad un campionato di vertice, i biancazzurri l’hanno spuntata su tutti dando anche di
più di quanto era stato prefisso. Forse è stata la voglia di riscatto dopo la delusione dello scorso anno a fare la differenza: “Sicuramente la prestazione dell’attacco è stata superlativa, ma tutto il gruppo è stato fantastico, i ragazzi si sono allenati sempre, persino alla vigilia di Natale e alla vigilia di Pasqua – ci racconta il presidente Recchi - avevamo un girone molto difficile con squadre che avevano il nostro stesso obiettivo, ma io credo che il gruppo storico abbia davvero fatto la differenza. I ragazzi hanno dimostrato grande attaccamento alla maglia e una grande voglia di riscatto.” Programmi per la prossima stagione non ce ne sono ancora, certezze però sì, partendo dall’organico che da tempo onora i colori della Firmum: “Da noi è una grande famiglia, il gruppo sarà riconfermato così come l’allenatore Malaspina”.
stato un campionato stravinto, con il miglior attacco e la miglior difesa, il titolo di capocannoniere e il campo anche quest’anno in casa imbattuto.” Ebbene sì, il campo del Campiglione non vede sconfitte da un anno e mezzo, il Campiglione non ha più perso in casa dalla gara di dicembre con il Casette D’ Ete della scorsa stagione. Per la prossima in Promozione, si parte già da una certezza, Roberto Bagalini resta in panchina. “Sono contento perchè mi trovo benissimo, ho un gruppo straordinario, dei ragazzi fantastici, una società eccezionale, non potevo desiderare di meglio.”
Foto (da sinistra): il Direttore Generale Giorgio Facciaroni, l’allenatore Roberto Bagalini e il Presidente Lorenzo Moretti
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FERMO la squadra di poloni ritorna in prima categoria
Hurrà Montottone Dominio Monte Urano “Nella prossima stagione obiettivo salvezza”
U P
er un soffio il Montottone manca la storica accoppiata campionato – Coppa Marche. La formazione di mister Crocetti viene superata nella finale regionale solo ai calci di rigore dall’Usap
Il presidente Gianluca Poloni
Agugliano Polverigi al termine di un match intenso, equilibrato e combattuto che aveva visto terminare i novanta minuti sullo 0-0. Una delusione ampiamente mitigata dal successo in campionato arrivato con il rotondo successo (4-0) in casa della Maglianese (a fine campionato retrocessa in Terza categoria), come traspare dalle parole del direttore sportivo Massimiliano Sebastiani: “Certamente centrare l’accoppiata sarebbe stato bellissimo. Ci dispiace, ma sinceramente l’obiettivo principale lo abbiamo già raggiunto con la vittoria del campionato. Una soddisfazione doppia perché riconquistare la Prima categoria dopo appena una stagione è stato veramente il massimo”. A Montottone è stata festa-promozione nella partita
Il direttore sportivo Massimiliano Sebastiani
interna contro l’Azzurra Fermo. “Ora siamo pronti a rimetterci a tavolino per preparare al meglio la nuova avventura con lo spirito che ci ha contraddistinto in questa stagione”.
na squadra costruita per far bene. Gli innesti giusti fatti in questa stagione hanno permesso al Monte Urano calcio di fare il grande salto, solo sfiorato nelle precedenti stagioni, con il raggiungimento dei playoff. Campionato praticamente abbattuto: dopo le vittorie negli scontri diretti, con l’ex capolista Nuova Dimensione e nel derby con l’Atletico Monturano, la strada per il successo è stata praticamente spianata: “Sì, da quel momento in poi ci abbiamo creduto davvero– commenta uno dei dirigenti Massimo Mengoni – l’obiettivo era questo in fondo, ma non abbiamo mai fatto pressioni, la squadra era solamente stata fortificata nei reparti con innesti
importanti e quando abbiamo capito che potevamo farcela, prendendo consapevolezza delle nostre capacità, siamo riusciti a vincerlo.” Un cammino vincente, se nel girone d’andata la capolista Nuova Dimensione sembrava voler tentare la fuga ad un certo punto del campionato e proprio negli scontri diretti ha subito diverse battute d’arresto e a quel punto, Atletico 99, Atletico Monturano e Monte Urano calcio (dirette inseguitrici) ci hanno creduto, ma quest’ultima è stata l’unica a non perdere nemmeno un colpo. “La società non ha mai fatto pressioni sui giocatori pur puntando ad un obiettivo importante, la tranquillità è stata, credo, la chiave del nostro successo.” Ora in Seconda categoria per la prima volta in assoluto della sua recente storia: “Abbiamo l’intenzione di fare un buon campionato – commenta ancora Mengoni – puntando però a salvarci. Affronteremo un girone tutto nuovo che non conosciamo affatto, non possiamo ambire ad altro, almeno per la prossima stagione.”
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FERMO
Che numeri per il primato della Monterubbianese attacco boom e difesa bunker le chiavi del ritorno in prima categoria
servigliano
Il presidente Lorenzo Romanelli
S
i torna in Prima categoria: la Monterubbianese di Claudio Salvi centra la promozione diretta con tre giornate d’anticipo. Diamo un po’ di numeri: 61 gol realizzati e solo ventidue quelli subiti, miglior attacco del girone H e seconda miglior difesa dopo lo Sporting Acquaviva (unica squadra delle Marche imbattuta per tutto il campionato insieme allo Juve Club). Tirabassi Luca, 17 gol per lui, è il
capocannoniere del girone, seguito da Tassotti e Ungaro rispettivamente con 11 e 10 reti all’attivo. Un campionato praticamente dominato quello della Monterubbianese: “E’ una vittoria meritatissima, ci speravamo ma certo non ce lo aspettavamo così in anticipo rispetto alla fine del campionato - commenta entusiasta il presidente Lorenzo Romanelli - sono contento, perchè siamo un’ottima squadra che ha fatto sempre bene sotto la guida di un grande allenatore come Salvi, dalle indiscutibili qualità umane e professionali, che è con noi da tre stagioni”. Si ripartirà da settembre con la medesima squadra, come ha già annunciato il massimo dirigente, con l’obiettivo di far debuttare qualche giovane, e con il punto di riferimento fondamentale, l’allenatore:
“Ovviamente il nostro obiettivo per il prossimo anno dovrà essere la salvezza – prosegue Romanelli far giocare altri giovani e continuare ad avere in panchina mister Salvi che da tre stagioni è con noi e ha fatto un ottimo lavoro con i ragazzi. Speriamo di poter continuare a divertirci insieme.”
E Tassotti vuol sfatare la sua maledizione...
I
l portiere Federico Tassotti (foto), classe 1979, ha avuto un’illustre carriera vantando presenze in serie C con Fiorenzuola, Maceratese e Fermana ed è stato spesso oggetto di scherni a proposito dei suoi trascorsi calcistici caratterizzati da retrocessioni con Sangiorgese (Eccellenza), Potenza Picena (Promozione) e Monterubbianese (Prima categoria). Ad agosto gli arriva la chiamata del Monteprandone, il caso vuole che la squadra sia ultima in classifica in Prima categoria, ma lui non accetta e decide di giocare con la maglia del San Marco
Servigliano, squadra che lotta invece per un posto nei play-off. Un altro particolare non da poco lo caratterizza: con la Maceratese Tassotti ha stabilito il record singolare di avere il 100% di rigori parati in serie C. Lui comunque ha sempre avuto la fama di para-rigori, fin da quando era negli esordienti della Cuprense (Cupra Marittima è la sua città natale, ora è sposato e vive a Montegiberto) quando per un intero campionato non prese mai gol. Quest’anno ha finalmente invertito il suo trend negativo e con il San Marco affronterà i playoff di Seconda categoria sperando in un’inversione di tendenza...
Monsampietro Morico: retrocessione di rigore
L’allenatore Claudio Salvi
Sono arrivate appaiate all’ultimo posto a quota 29 punti e hanno dovuto “spareggiare”. Parliamo di Settembrina e Monsampietro Morico. Il verdetto thrilling si è avuto sabato scorso al comunale di Capodarco di Fermo e ha visto prevalere la squadra di Veneranda solo ai calci di rigore. Terminati 0-0 regolari e supplementari, il verdetto ha visto prevalere la formazione elpidiense (7-6 il finale): decisivo il penalty dell’allenatore-giocatore Marozzini. Il Monsampietro Morico retrocede così in Seconda categoria.
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Sognando Ronaldinho! Intervista di Alessio Carassai
S
i chiama Marco Vita, è nato a San Severino Marche il 26 febbraio del 1994, risiede a Massa Fermana, piccolo paese della nuova provincia di Fermo: gioca nei Giovanissimi Nazionali del Milan. Calcisticamente parlando Marco è nato nel settore giovanile del Tolentino per poi diventare dallo scorso agosto un giocatore delle formazioni giovanili del Milan dove ricopre il ruolo di trequartista. Qualche curiosità? Marco conserva in camera poster dei suoi miti sportivi, maglie delle squadre dove ha giocato, palloni da calcio, adora la pasta con aglio, olio e peperoncino, ama la play station e il disegno tanto che alle medie ha realizzato alcuni gradevoli disegni anche dedicati all’opera di Osvaldo Licini con cui a tappezzato casa. Tra i suoi ultimi libri letti c’è “Dico Tutto” di Cassano. Tanto impegno e tanti sacrifici prima di diventare campioni. Marco Vita, dove inizia la tua avventura? “Ero a Tolentino quando ho fatto un provino per un osservatore del Milan, poi il 18 agosto scorso sono partito per il ritiro a Cles in Trentino e il 31 agosto mi sono trasferito presso il convitto Longone di Milano”.
Raccontaci la tua giornata tipo... “Mi alzo alle 7,30 poi vado a scuola presso l’Istituto europeo Leopardi che si trova a 100 metri, seguo le lezioni fino alle 13 -14 pranzo e 3 volte la settimana gli allenamenti dalle 15,30 fino alle 17,30 dopo la doccia, cena e si studia alle 22,30 a letto”. Come si svolgono gli allenamenti? “Il nostro mister è Stefano Eranio, facciamo tutto con la palla e c’è una preparazione diversa in base al tipo di ruolo che occupi”. Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questa esperienza? “Positivi il fatto di fare parte di un mondo molto stimolante, ho visto tutte le partite del Milan in casa, due volte ho fatto il raccattapalle, ho persino incontrato e fatto qualche foto con i giocatori della prima squadra: Ronaldinho, Maldini e per me che sono un tifoso milanista è il massimo. Aspetti negativi, la mancanza della famiglia, degli amici, la necessità di dover imparare a gestirti autonomamente”. Quali insegnamenti ti porterai dietro? “Ogni giorno devi imparare qualcosa e devi dimostrarlo. Il vice presidente Adriano Galliani ribadisce spesso un concetto: il Milan vuole prima grandi uomini e poi grandi calciatori ed è per questo che nella valutazione del rendimento c’è anche la pagella scolastica. Per quanto riguarda gli allenamenti ci sono tanti giovani bravissimi, ogni giorno devi dimostrare di lavorare con impegno”.
A tu per tu con Marco Vita
“Il Milan vuole prima grandi uomini e poi grandi calciatori ed è per questo che nella valutazione del rendimento c’è anche la pagella scolastica”
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Ecco la ricetta Zeman per salvare il calcio: tetti salariali e premi partita E’ il pensiero dell’ex tecnico di Roma e Lazio intervenuto nel corso di una serata promossa dal Rotary Club ‘Alto Fermano Sibillini’ dove ha ricevuto il premio “Paul Harris Fellow” MONTEGIORGIO erata di gala del calcio dilettantistico e non all’hotel Oscar & Amorina di Montegiorgio, organizzata dal Rotary Club ‘Alto Fermano Sibillini’. Personaggi di grandissimo lustro presenti alla manifestazione: il patron della Sangiustese dei miracoli Antonio Pantanetti, il procuratore Mario Valentini, Sandro Marcaccio e Sergio Schiavoni protagonisti assoluti della promozione in serie B dell’Ancona, il presidente dell’Ascioli Roberto Benigni e, ospite d’onore della serata, il tecnico Zdenek Zeman, paladino della lotta la doping. Al mister boemo è stato conferito il premio “Paul Harris Fellow”. Impossibile dunque, pure in una serata di gala, non parlare di calcio giocato e non solo. Zeman, con l’immancabile sigaretta in bocca, prende la parola e l’argomento si fa particolarmente serio quando inizia a parlare di lotta al doping nel mondo del calcio: “Di doping farmaceutico e amministrativo nel calcio oggi parlano tutti e sembrano aver scoperto solo in questi anni il problema: io ne parlavo undici
S
anni fa, nel 1998, ma non fui creduto. Anzi. Sono stato messo da una parte e per me nulla è stato più come prima. Se oggi rifarei tutto quello che ho fatto e detto? Assolutamente si”. Poi si dilunga un po’ sul calcio giocato e sul rapporto con i tifosi: “Ho allenato entrambe le squadre romane ma devo dire che i tifosi giallorossi sono molto più passionali. Oggi si fa un gran parlare di Mourinho: è un gran personaggio ed un ottimo comunicatore ma per favore sorvoliamo sulla tecnica”. In chiusura si lascia andare ad una riflessione sul calcio di oggi, lanciando un consiglio ai presidenti. “Le maggiori responsabilità della situazione attuale sono delle società e in particolare dei presidenti. A mio avviso l’unica soluzione è abbassare drasticamente gli ingaggi, magari con dei tetti salariali, rimettendo in vigore i premi partita per stimolare al massimo i giocatori, che firmano contratti da favola ma non rendono per quanto pagati”. Il solito Zeman: ideee chiare e nessun problema ad esprimerle.
SPECIALE GIO VANI
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Il Fiorentina Camp a Porto Sant’Elpidio I giovani calciatori saranno seguiti da uno staff di professionisti ed allenatori delle formazioni giovanili del club viola.
A
rriva a Porto Sant’Elpidio il Fiorentina camp, la scuola calcio estiva organizzata dalla società gigliata, che allestirà tra giugno e luglio 5 centri sportivi per ragazzi da nord a sud del Paese. La cittadina elpidiense è stata tra quelle selezionate, gli sportivi alloggeranno al centro turistico La Risacca e si alleneranno al campo sportivo Enzo Belletti. Naturalmente un ruolo determinante lo ha giocato la partnership già avviata con la società giovanile Marina Picena, gemellata ai viola. A presentare il campus estivo sono stati il prof. Alberto Bollini, tecnico
della Fiorentina primavera, il segretario del Marina Picena Nazzareno Franchellucci, l´assessore allo sport Milena Sebastiani e il sindaco Mario Andrenacci. Saranno due i turni a P.S.Elpidio, il primo dal 28 giugno al 4 luglio, il secondo dal 5 all’11 luglio. I giovani calciatori saranno seguiti da uno staff di professionisti ed allenatori delle formazioni giovanili della Fiorentina, mentre un direttore tecnico consegnerà a tutti i partecipanti, a fine corso, un attestato. La giornata dura dalla mattina alla sera, ogni giorno una seduta mattutina di calcio ed una pomeridiana di attività sportive parallele,
con lezioni specifiche per ruoli e tornei di calcio. Al Fiorentina camp potranno prender parte anche persone del posto, senza alloggiare al centro turistico, partecipando alle sedute mattutine e pomeridiane di allenamento. Sono ammessi ragazzi dai 6 ai 17 anni, iscrizioni entro il 5 giugno. Maggiori info in internet ai siti www.violachannel.tv e www. marinapicenapse.com. Per la società sportiva elpidiense, un modo per cementare ancor di più i rapporti di gemellaggio con la Fiorentina.
Segnalazioni, foto, curiosità... Scriveteci a marcheingol@quelliche.net o all’indirizzo: Quelliche.net, via Brodolini, 58 63020 Falerone (FM) Fax 0734.330261
La Spes Valdaso in Croazia piazza sul podio tre formazioni giovanili
L
a Spes Valdaso si fa onore in
formazioni. Risultati finali clamorosi in
Croazia, portando in alto anche il
quanto ha piazzato al 3° posto la squadra
nome dell’Italia vincendo, tra gli
dei Pulcini (nati nel 1998-1999-2000), al
altri, il trofeo più ambito, quello del fair
2° posto gli Esordienti (nati 1996-1997)
play (o Coppa disciplina). Nel week end di
ed un altro 2° posto per i Giovanissimi
Pasqua, la Sc Spes Valdaso 1993, società
(nati 1994-1995). Ma il risultato più
di settore giovanile che opera nella media
prestigioso è stato quello di aver vinto
vallata dell’Aso, unica scuola di calcio
la Coppa Fair Play, trofeo che viene
qualificata riconosciuta dalla F.I.G.C. per
assegnato alla società più corretta, e
le provincie di Ascoli Piceno e Fermo, ha
questo è stata la ciliegina sulla torta di
partecipato ad un torneo internazionale
una esperienza che bambini e ragazzi
(55 squadre di nazionalità diverse) in
della Sc Spes Valdaso 1993, manterranno
svolgimento a Medulin (Croazia), con 3
a lungo nei loro ricordi.
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per i ragazzi di ficcadenti una splendida cavalcata in seconda categoria
Virtus Pagliare story il trionfo del gruppo
L
’avventura inizia nel gennaio 2008 quando un gruppo di circa venti amici decide di dar vita ad una nuova società di calcio dilettantistico, per dare la possibilità ai tanti ragazzi di Pagliare del Tronto di divertirsi senza dover spostarsi per giocare nei paesi limitrofi. Nasce così la Virtus Pagliare. Spinti dall’entusiasmo creatosi intorno al progetto, i dirigenti in breve tempo allestiscono una rosa di giocatori composta interamente da giovani di Pagliare e decidono di affidare la squadra all’allenatore-giocatore Fabio Ficcadenti, bandiera del calcio della frazione, e anche lui costretto a migrare negli ultimi anni. Il 18 agosto si parte con la preparazione con una ventina di ragazzi, l’obiettivo dichiarato è quello di fare bene anche se ovviamente i dirigenti in fondo un pensierino alla vittoria del
campionato lo fanno eccome. La Terza categoria è però un campionato pieno di insidie, dove le compagini diciamo più attrezzate e “anzianotte” fanno del mestiere e della lunga esperienza sui campi della provincia le lori armi migliori. E questo per una Virtus dalla rosa giovanissima della media di 23 anni può rappresentare un problema non da poco. L’inizio però è sfavillante,
qualificazione agevole in Coppa e 7-1 all’Atletico Colli rimaneggiato, ma che alla viglia del campionato era una delle candidate alla vittoria finale. Poi altre due vittorie larghe, alla quarta giornata il pareggio con il Città di Castel di Lama consegna all’Agraria il primo posto in classifica. La squadra di Ficcadenti non molla. Anzi fa seguire altre quattro vittorie ed un pareggio ottenute anche grazie a
Valle Castellana un urlo di gioia dall’Abruzzo: vittoria e promozione in Seconda categoria
E
’ l’unico baluardo abruzzese in terra marchigiana ma il Valle Castellana è senza dubbio una squadra che non passa inosservata. Se nella scorsa stagione subì l’onta della retrocessione in Terza, nella stagione appena conclusa si è presa una bella rivincita, regolando tutte le avversarie, conquistando la promozione in Seconda categoria. Un successo di gruppo quello ottenuto dalla formazione teramana guidata in panchina da Carmine
un bel gioco che diverte dirigenti e sostenitori. Il 13 dicembre lo stop improvviso con il Ripaberarda in casa, quello che ti può far perdere un campionato, anche perché arriva quattro giorni prima del fondamentale recupero con la capolista Agraria che non perde un colpo ed è avanti di un punto. E invece la Virtus fa suo lo scontro diretto con i rivieraschi superandoli con un perentorio 2-0 riprendendosi la vetta classifica e non lasciandola più. Dopo quel mercoledì da leoni la Virtus mette insieme sei vittorie consecutive che fanno perdere ogni speranza sia all’Agraria che alle altre inseguitrici. Il 28 marzo con il pareggio ad Appignano, la neonata società festeggia la promozione in Seconda categoria con ben tre giornate di anticipo. Alla fine la Virtus ha conquistato 56 punti su 72 disponibili frutto di 17 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte entrambe ad opera del Ripaberarda, formazione Di Bartolomeo, presente anche nello staff dirigenziale in qualità di Vice presidente. A confermare la soddisfazione della società biancorossa il segretario Giampiero Anemone che ci spiega anche i motivi che hanno portato il piccolo centro abruzzese (1200 anime) a scegliere di giocare nelle Marche: “E’ stata una necessità di carattere logistico, per una maggiore comodità negli spostamenti per le gare. La nostra è stata un grande annata che
di bassa classifica e vera bestia nera dei leoni di Pagliare in questo trionfale campionato. L’arma vincente è stata senza ombra di dubbio la forza del gruppo e lo splendido rapporto tra la società ed i ragazzi. La Virtus è composta solo da persone di Pagliare, non solo i giocatori, ma tutti gli altri dal presidente ai dirigenti passando per il custode (il mitico Mirco). Ora il campionato di Seconda categoria. L’obiettivo della società rimane quello di far divertire i giovani mentre quello dei ragazzi e del mister è di onorare la maglia che rappresenta il proprio paese con serietà ed impegno al fine di puro divertimento. La Virtus Pagliare può vantarsi anche di una ricca Scuola Calcio che al primo anno di affiliazione annovera già circa 70 iscritti dai 5 ai 12 anni seguiti da 4 allenatori abilitati e da un responsabile. Come dire, si sta già lavorando per il futuro. ripaga della retrocessione dello scorso anno. Ci prepariamo ora ad affrontare un campionato difficile, che già abbiamo conosciuto, come la Seconda categoria. Puntiamo a rafforzarci per consolidare la nostra presenza in questa categoria”. Tra i protagonisti di questo successo Giuliano Gigli, bomber da doppia cifra, che ha contribuito con le sue realizzazioni al successo. Complimenti dunque a questa piccola realtà abruzzese in terra marchigiana.
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ASCOLI 2^ H
Sporting Acquaviva bunker La squadra di Pezzuoli chiude con zero sconfitte
I
l secondo posto finale, in attesa del verdetto play-off, è sicuramente un ottimo risultato per lo Sporting Acquaviva che detiene però un primato
3^ O
assolutamente invidiabile: in trenta gare di campionato nessuna squadra è riuscita a battere il team di Ernesto Pezzuoli (nella foto) che ha incassato solo 18 reti. Un
successo per l’esperto tecnico che si mostra ampiamente soddisfatto del comportamento dei suoi ragazzi: “E’ un record che ci rende orgogliosi e che rende onore ad una società così giovane. E’ chiaro che non è come vincere il campionato ma meritano questa soddisfazione per il lavoro che fanno e per la serietà con la quale si applicano. Penso di averli fatti star bene e di aver lavorato bene nel complesso ma non voglio fare il professionista nei dilettanti. Sono e resto un allenatore dilettante professionale che ci tiene a far bene il suo lavoro. E’ la prima volta che mi succede da tecnico e, a dire il vero, non è mai accaduto neanche quando calcavo i terreni di gioco come giocatore: al massimo arrivai a venti gare. Si tratta di una soddisfazione che rimarrà per sempre nella mia memoria”. Lo stesso Pezzuoli, ex giocatore di Sambenedettese, Latina Benevento, Elpidiense e Senigallia, intende però dividere gli elogi con tutto il gruppo: “Gran parte del merito va ai ragazzi e alla società, poi penso di averci messo del mio, stimolandoli sempre, ma alle spalle c’è una struttura validissima e tanto lavoro oscuro. A volte forse avremo meritato anche noi di perdere, ma non è andata così ”.
Real Samb cuore rossoblu
Mattioli: “Esperienza fantastica. E’ stato creato un bel gruppo”
“
Eravamo quattro amici al Bar”. Inizia cosi, ricordando il successo di Gino Paoli,l’avventura della Real Samb, squadra di Terza categoria che per la prima volta ha affrontato il un campionato F.I.G.C. A parlare di questa realtà il giovanissimo presidente Paolo Mattioli (nella foto),
25 anni, tanta passione e voglia di stare nel mondo del calcio: “E’ stata un’esperienza fantastica soprattutto grazie alla collaborazione di dirigenti bravissimi che mi hanno aiutato molto alla luce della mia giovane età. Siamo riusciti a creare un ottimo gruppo basato sulla passione vera per il mondo del calcio e sulla voglia di stare insieme per divertimento. Effettivamente il quart’ultimo posto non è stato il risultato migliore: si poteva fare di più ma abbiamo pagato errori di inesperienza organizzativa. Non è di certo facile gestire un gruppo di 30 persone che, a dire il vero, hanno saputo far quadrato come pochi creando i presupposti migliori per stare insieme”. Ovviamente nessun dubbio sui colori sociali da adottare: “Non potevano che essere rossoblu da grandi
tifosi della Sambenedettese come tutti noi siamo. Questa nostra società nasce dalla voglia di alcuni amici di fare qualcosa insieme nel mondo del calcio e tutto questo si è potuto realizzare grazie all’impegno di tutti”. Chiudiamo con due ringraziamenti particolari che il presidente Mattioli intende fare: “A Mario Porcheddu dirigente instancabile che ci ha sempre sostenuto economicamente ma anche moralmente e al nostro tecnico Germano Corradetti che ha sposato appieno il nostro progetto e che sarà con noi anche nella prossima stagione nonostante richieste importanti, vista la sua grande esperienza maturata nelle molte stagioni disputate in categorie superiori ”.
2^ I
Arquata, promozione in Prima e Coppa del Mondo
U piccolo
na
stagione
entusiasmante per una squadra
indimenticabile in casa
in testa dall’inizio alla fine, dotata
Arquata: la società del
di
mezzi
tecnici
centro
turistico,
con
l’avvento
al
timone
del
patron
Marco
sicuramente
superiori
alla
media,
che
ha
dar
saputo
conferma
dei
pronostici
di
Mongardini
inizio
stagione.
(nella
Non
solo
foto),
sta
vivendo
un
momento
incredibile.
la
promozione a
La
suggellare
una
stagione
squadra ha vinto
fantastica
in maniera netta
anche la presenza
e decisa il proprio
nel centro alle
campionato sotto
pendici
ma
del
la guida di Peppino Amadio. L’ex
Vettore della Coppa del Mondo
tecnico dell’Atletico Piceno ha
conquistata dalla Nazionale di
sostitutito in panchina Marco
Marcello Lippi ai mondiali di
Tassi che nelle prime dodici gare
Germania 2006. Tutto questo
di campionato aveva inanellato
proprio nel match - promozione
dodici
consecutivi.
con il Villa Pigna: per l’occasione
Strano avvicindamento che alla
campo comunale gremitissimo
fine non può cancellare i meriti di
e una folla di bambini entusiasti
entrambi i condottieri che si sono
hanno
avvicendati alla guida tecnica.
vedere la Coppa protetta da una
Squadra di record l’Arquata alla
teca e sorvegliata dagli agenti
luce dei 71 èpunti in classifica,
dei
miglior
le foto ricordo in una giornata
successi
attacco con 60 reti e
miglior difesa con soli 24 gol subiti. Un ruolino di marcia
avuto
l’occasione
Carabinieri.
di
Immancabili
assolutamente indimenticabile.
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SPECIALE SAN PIO X CALCIO
San Pio X, una stagione comunque straordinaria Il San Pio X calcio, dopo la vittoria del campionato di Terza categoria dello scorso anno, ha persino sfiorato i playoff in questa stagione: “Sicuramente è stata molto positiva – commenta il presidente Gianluca Straccia - siamo una squadra cadetta, neopromossa e siamo riusciti ad ottenere un buon piazzamento in uno dei gironi più quotati per qualità gioco e impegno, di tutta la seconda categoria. Siamo arrivati a cinque punti dai playoff e siamo molto soddisfatti del risultato.” I progetti per il futuro sono ambiziosi, ma concreti: “Per il prossimo anno speriamo di ringiovanire un po’ la squadra, puntiamo ad inserire in rosa qualche giovane. Sarebbe un nostro sogno creare un settore giovanile, per ora siamo venti soci e vorremmo allargare il coinvolgimento della frazione ad altra gente perchè si crei più entusiasmo come negli anni ‘90 quando il San Pio disputava la Promozione. A lungo termine il nostro obiettivo è certamente quello di tornare in categorie più importanti.” Infine il presidente ringrazia i suoi collaboratori e i fondatori della società: “Vorrei ringraziare tutti i ragazzi e l’allenatore, confermato anche per il prossimo anno, Elio Silvestri, anche per la vittoria del precedente campionato oltre che per il traguardo raggiunto quest’anno. Un grazie poi a tutti i dirigenti, ai vicepresidenti, Gianni Vannicola, Bernardino Marchetti, Palmiero Del Gatto, al segretario Carlo Camaioni, al cassiere Patrizio Pica, al direttore sportivo Enrico Acciaroli, al magazziniere Luciano Spaccasassi, al massaggiatore Enrico Capriotti, ai dirigenti accompagnatori Armando Straccia, Sandrino Caioni, Roberto Neroni, Pasqualino Camaioni e Montella. Infine un grazie particolare ai fondatori del San Pio X calcio: Francesco Vannicola, Giuseppe Vannicola, Emidio Marchetti, Fausto Canala, Angelo Canala.”
Negli ultimi anni la passione verso lo sport ha fatto crescere notevolmente l’attenzione nel Comune di Spinetoli, che ha ottenuto un notevole salto di qualità con la gestione diretta del centro sportivo OASI la Valle e l’ultimazione della pista ciclo-pedonale. Sono cresciute infatti notevolmente le adesioni degli sportivi e dei praticanti. Sono ben sette le discipline praticate nel territorio: pallavolo, calcio, pattinaggio, bocce, tiro con l’arco, equitazione, atletica leggera. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno delle associazioni che con il cuore e la mente sono riuscite ad entrare nel pensiero dei cittadini di Spinetoli proponendo a tutti senza limite d’età la disciplina più adatta. Il fare sistema con l’Amministrazione Comunale ha permesso di contribuire alla crescita. Il progetto avviato si è materializzato con il Gioca Sport nelle scuole elementari del territorio proponendo a ragazzi giochi tematici che orientano le scelte per le loro attività sportive future. Il movimento sportivo sta raccogliendo discreti successi con la pallavolo che dopo aver contribuito a fornire atlete a squadre di alte categorie, si trova ad affrontare nuove sfide per campionati più importanti. Il plauso speciale va a tutti i dirigenti che con la loro passione e grande partecipazione riescono malgrado le difficoltà a costruire uno sport per tutti. Il sindaco e l’amministrazione continuano a cooperare fornendo un supporto economico importante per la crescita di tutti gli sport.
CIRCOLO RICREATIVO VILLA SAN PIO X “La società sportiva San Pio X ringrazia il circolo ricreativo e la festa Fiobbo per la collaborazione ottenuta in questi anni dandoci l’opportunità di presentare la rosa calcistica alla comunità di Villa San Pio X, per il debutto nel nuovo campionato calcistico. Si ringrazia particolarmente il presidente del circolo Mirco Vannicola e tutto lo staff di festa Fiobbo che organizza una bellissima festa popolare alla metà di Agosto, accompagnata da una magnifica sagra in cui è possibile degustare le tipiche specialità della vallata ascolana”. PER ULTERIORI INFORMAZIONI: WWW.FIOBBO.ORG
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ASCOLI e’ l’incredibile record di una squadra di tutti studenti
3^ P
Virtus Monticelli: due anni e zero vittorie
N
elle Marche, è l’unica squadra di Terza categoria che da due anni, esattamente dalla sua fondazione nel 2007, non ha mai vinto una partita. Incredibile ma vero. Un piccolo record (in negativo) per la Virtus Monticelli, ma non è così drammatico come potrebbe sembrare. “Tanto non smettiamo finchè non ci togliamo la soddisfazione di vincere almeno una partita – è il commento del vice presidente Stefano Fioravanti, 19 anni – lo scorso anno andò esattamente allo stesso modo, arrivammo ultimi a zero punti, ma eravamo alle prime armi e ci poteva stare. Quest’anno invece abbiamo un po’ di rammarico, in alcune partite potevamo vincere, ma l’inesperienza in un girone più duro e competitivo rispetto al precedente, ci ha fatto concludere ancora senza vittorie”. Mai perdere la speranza però, nonostante l’età media della squadra sia intorno ai diciassette anni e siano quasi tutti studenti: “Noi diamo sempre tutto quando scendiamo in campo,
In campo a 62 anni A salvezza acquisita Gabriele Cinelli, tecnico dell JRVS Ascoli, scende in campo a Offida per 65’
C
apelli bianchi in testa ma tanta voglia ancora di correre su quel magnifico prato verde. Questa la storia di Gabriele Cinelli (nella foto), tecnico della JRVS Ascoli (Prima categoria) ma soprattutto personaggio storico del calcio dilettantistico Piceno e non solo. Nell’ultima giornata di campionato il mister della JRVS, 62 anni, che una settimana prima aveva conquistato la matematica salvezza, è sceso in campo con lo storico numero 4 sulle spalle sul campo dell’Offida per l’ultima di campionato: “Fin dall’inizio del torneo aspettavo questo momento
e mi rammarico di non essere riuscito a scendere in campo prima ma la situazione di classifica non lo permetteva”. Sessantacinque minuti giocati prima di cedere la fascia di capitano ad un compagno piuttosto particolare: suo figlio Gabriele junior, 35enne portiere. Cinelli è personaggio poliedrico: fondatore dell’ASCA (associazione calciatori anziani), pittore ma anche ceramista per hobby; per lui è stato coniato il termine Cinellidee, per racchiudere in tal modo la personalità di uno sportivo trasformatosi in una autentica leggenda del calcio dilettantistico.
andiamo a fare risultato in ogni partita, quest’anno ci sono state delle sconfitte che ci hanno lasciato l’amaro in bocca, insomma partite che potevamo vincere”. Un gruppo partito dal quartiere, erano vicini di casa, volevano divertirsi e hanno fondato la società assemblando giocatori in un mese, nell’estate di due anni fa: “Siamo amici e ci conosciamo da una vita, quest’anno si è aggregato anche qualcuno da fuori, ma noi non abbiamo rimborsi, anzi mettiamo una quota mensile per pagare il campo, abbiamo solo due sponsor che ci hanno permesso l’uno di iscriverci al campionato, l’altro di acquistare mute e materiale per giocare. Continueremo, anche se è difficile trovare sponsor, quando ti vedono che sei un ragazzino, non si fidano”. Zero vittorie in tutto il campionato, oltre cento i gol subiti: “Siamo stati un po’ sfortunati quest’anno – conclude Fioravanti - ma non ci sognamo di chiudere la società senza aver vinto nemmeno una volta!”.
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VANI SPECIALE GIO
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ASCOLI
CANCELLATI 72 ANNI DI STORIA La FIGC sopprime il Comitato di San Benedetto del Tronto
(G.G.) Quando la politica entra nel calcio spesso lo fa a gamba tesa. E questo non va affatto bene nei confronti di chi spende o ha speso per anni soldi e sudore per portare avanti una passione che si chiama pallone. La F.I.G.C. regionale sopprime il Comitato locale di San Benedetto del Tronto (sede in via Sicilia n°25), insieme a quello di Modena, il più vecchio d’Italia. La decisione arriva dall’alto. Zac, in un sol colpo, vengono cancellati 72 anni di storia e passione. Il motivo? A giugno nasce la Provincia di Fermo, di conseguenza nascerà la delegazione provinciale della FIGC e il Comitato sambenedettese (non avendo più senso di esistere) verrà diviso: le società passeranno alcune sotto Fermo e altre sotto Ascoli Piceno, in base al comune di residenza. Nasce la
Provincia di Fermo, nascerà la delegazione provinciale e ancora non si sa nulla della sede provinciale del CONI, l’istituzione madre per antonomasia dello sport italiano. I vertici del Comitato regionale hanno staccato la spina a fine marzo anche se una lettera del presidente Cellini inviata a San Benedetto del Tronto consentirà al Comitato locale presieduto da Giuseppe Azulmi di sopravvivere fino a giugno “ospiti” in casa della delegazione di Ascoli. Il Comitato sambenedettese (che copre il 70-75% dell’attuale provincia di Ascoli, mentre la parte restante è sotto la gestione ascolana) si è sempre contraddistino negli anni per professionalità e competenza, ma questo evidentemente non basta quando in ballo ci sono altri interessi.
NUMANA - 5 Gennaio 1992 Finale San Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno 1-1 (5-4 dcr) Foto della Rappresentativa Allievi che ha ottenuto la prima vittoria per il Comitato di San Benedetto del Tronto nel Torneo delle Rappresentative
In piedi da sinistra - Marconi (Porto), Capriotti (Folgore), Morelli (Sambenedettese), Ceteroni (Sambenedettese), Amabili (Picena), Pompei (Petritoli). Accosciati: Del Moro (Porto), Malavolta (Porto), Mignini (Sambenedettese), Lattanzi (Fermana), Silenzi (Monturanese).
A Monteprandone si tifa Roma Siglato a Trigoria l’accordo tra il club Piceno e la società giallorossa per la nascita della Scuola Calcio
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a Scuola Calcio della Roma si insedia a Monteprandone. Merito della passione e della tenacia di Gabriele Brasili, responsabile del settore giovanile della S.S. Monteprandonese, società fondata nel 1995 ed impegnata nell’attività di base (primi calci, pulcini ed esordienti) oltre che nelle categorie giovanissimi, allievi, juniores e Prima categoria con oltre centocinquanta tesserati. L’accordo è stato siglato a Trigoria alla presenza del responsabile del settore giovanile, Ivano Stefanelli. La società sportiva Monteprandonese viene pertanto affiliata alla società A.S. Roma i cui responsabili tecnici
si occuperanno, periodicamente, di fornire la loro competenza con verifiche tecniche e metodologiche sull’attività sportiva programmata. L’A.S. Roma, inoltre, darà periodicamente la possibilità alle giovani promesse della Monteprandonese di mettersi in vetrina con raduni calcistici. Molti anche gli aspetti collaterali dell’accordo che spaziano dall’attività ricreativa (la Roma offrirà ai tesserati della Monteprandonese la possibilità di poter assistere ad alcune gare di Serie A), oltre che alla tutela medico-sportiva secondo un protocollo innovativo segnalato alle società affiliate all’A.S. Roma Calcio.
Segnalazioni, foto, curiosità... Scriveteci a marcheingol@quelliche.net o all’indirizzo: Quelliche.net, via Brodolini, 58 63020 Falerone (FM) Fax 0734.330261
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ALTRI SPORT una stagione indimenticabile per loreto
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La Esse-ti Carilo vola in A1
na serie A1, quella conquistata dalla Carilo, che rappresenta la ciliegina sulla torta per una società che vive la pallavolo in modo viscerale con particolarissima attenzione al settore giovanile. Un ritorno quello della società lauretana nella massima serie che arriva a distanza di quasi 30 anni e dopo ben 13 stagioni di serie A2. L’emozione di Serenelli Parole sincere e passionali quelle del presidente Luciano Serenelli: ”Sono felicissimo per questo traguardo raggiunto, in particolar modo per gli addetti ai lavori che ogni giorno danno il proprio danno il proprio contributo a questo risultato e per tifosi che di domenica in domenica sono cresciuti, sostenendo a gran voce la squadra. Non posso non ringraziare di cuore i due nostri sponsor –continua il numero uno della Pallavolo Loreto – in particolar modo Esse-ti Telecomunicazioni e Carilo che sono i due partner principali che danno anche il nome a questa società. I complimenti poi vanno a Luca Moretti che ha saputo dirigere questo gruppo in maniera magistrale insieme al suo staff sicuramente di alta qualità, lavorando non solo come allenatore e ma anche, se non soprattutto da
Il Presidente Luciano Serenelli (foto tratta dal sito www.pallavololoreto.it)
dedico a mio figlio Massimo e a psicologo, nelle ultime settimane. Davide Cardinali, nel I ragazzi hanno decimo anno dalla accettato il metodo loro scomparsa. So lavorativo che che non ci hanno mai Luca Moretti ha abbandonato in tutti mostrato loro e che questi anni e credo gradualmente li ha che questo successo portati a credere in in qualche modo sia quello che facevano anche merito anche e a volere a tutti i loro”. costi un risultato di prestigio che alla fine è arrivato”. Questo La questione palasport L’allenatore trionfo merita due Il problema logistico Luca Moretti (foto tratta dal sito www.pallavololoreto.it) dediche particolari maggiormente per il presidentissimo rilevante a questo lauretano: “Questo traguardo lo punto è il problema relativo al
palazzetto dello sport. “Un primo segno della volontà di questa società di affrontare la serie A1 nella prossima stagione dopo averla conquistata sul campo pochi giorni fa – è il commento del Presidente– insieme alle istituzioni locali e all’Ente Opere Laiche ci siamo voluti incontrare per accelerare gli eventuali lavori da affrontare per modificare il nostro PalaSport alle esigenze della massima serie”. Ferma intenzione della società, del sindaco Moreno Pieroni e del vice sindaco Paolo Nicoletti è quella di poter disputare sin dall’inizio del torneo le gare casalinghe al PalaSerenelli, per permettere al pubblico di fede Carilo di vivere appieno l’emozione della serie A1 in casa propria. La dedica di coach Moretti Chiudiamo con la gioia personale di Luca Moretti, artefice primo di questa promozione: “Dedico la vittoria a tutti i ragazzi, ai loro famigliari compresi i miei, a tutti i miei collaboratori da Federico Rampazzo ad Andrea Quintini, dal preparatore atletico Simone Mencaccini a tutto lo staff medico che hanno lavorato tanto e al massimo per tutta la stagione”.
Esultano anche le ragazze della GS DixDì Emmedata Al PalaSerenelli non si smette di esultare: le ragazze della Gs DixDì Emmedata hanno conquistato, con tre giornate di anticipo, la promozione in serie A2 al termine di un’annata trionfale. Le ragazze di Luciano Sabbatini ha compiuto un autentico capolavoro, migliorando la terza posizione dello scorso anno in una stagione con numeri strepitosi: sempre in testa con una sola sconfitta e ben venti vittorie. Raggiante il presidente Umberto Vetrano: ”Siamo partiti con l’intenzione di migliorarci ma nessuno pensava a qualcosa del genere. Ci godiamo il momento ma stiamo già pensando alla prossima stagione di A2 in cui vogliamo recitare un ruolo da protagonisti. Posso garantire sin da subito che il gruppo non subirà stravolgimenti ma sarà semplicemente potenziato”. Al settimo cielo coach Sabbatini: ”Abbiamo fatto qualcosa di veramente grande grazie all’abnegazione di ragazze fantastiche”.
LA STORIA / Dal calcio al calcetto: Nico Sgolastra desiderava giocare con la Recanatese e invece...
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orte chiuse nel calcio? Nessun problema, basta seguire la storia di Nico Sgolastra. Il giovane ragazzo recanatese si sta facendo strada nel mondo del Calcio a 5 regionale a suon di gol: 90 reti nella passata stagione che sono valse la promozione in C1 per la squadra e il titolo di capocannoniere per lui. In questa stagione la squadra leopardiana non sta attraversando un momento positivo ma il contributo del giovane bomber non manca visto che il suo bottino personale ha già sfondato quota 60 e il secondo titolo di capocannoniere sembra dietro l’angolo: “Una grande gioia che intendo condividere con i miei compagni di squadra che mi mettono
nelle condizioni migliori per far bene e con i miei genitori quasi sempre presenti alle mie partite. Le proposte per il salto di categoria non sono mancate lo ammetto ma intendo fare un passo alla volta: mi sento pronto per una avventura del genere ma so perfettamente che la concorrenza sarà molto agguerrita all’interno di organici costruiti per raccogliere qualcosa di importante”. Gli inizi nel calcio Sgolastra, come moltissimi suoi coetanei, muove i primi passi nel calcio a 11 e lo fa anche ad ottimi livelli. Da buon
leopardiano è tifosissimo della Recanatese: esordisce in prima squadra dopo una lunga trafila nel settore giovanile ma la situazione cambia e si vede costretto a cambiare strada: ”Ci sono rimasto malissimo - dice il bomber - approdare in prima squadra era il mio sogno e volevo provare l’esperienza della serie D avendo assaggiato per pochi minuti la Promozione e l’Eccellenza. Dopo l’intera trafila nel settore giovanile credevo di meritare maggiore considerazione da parte della società che invece ha preferito allontanarmi. Un colpo durissimo che inizialmente ho assorbito con
difficoltà perchè incassato a pochi giorni dalla preparazione atletica. Ho rischiato seriamente di restare senza squadra ma fortunatamente è arrivata la proposta del presidente Graziano Bravi che mi ha aperto la strada del calcio a 5”. Cuore giallorosso Il cuore di Sgolastra però batte comunque per la squadra della sua città. “Seguo sempre la Recanatese, in casa e qualche volta anche in trasferta e, anche se la ferita infertami dalla società sanguina ancora, continuerò sempre a sostenere la squadra giallorossa nella quale giocano molti miei amici. Sono contento che la salvezza sia ormai raggiunta e spero che il futuro possa riservare ancora altre soddisfazioni”.
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ALTRI SPORT
E’ scattata la caccia ai migliori giocatori del piceno
La Samb Beach Soccer alla ‘Serie A Enel’ SAN BENEDETTO DEL TRONTO - La Asd Sambenedettese Beach Soccer parteciperà al prossimo Campionato Italiano 2009 di Beach Soccer “Serie A ENEL”. La LND, che organizzerà il Campionato Italiano 2009 per mandato della FIGC, ha reso noto i 2 gironi con le squadre partecipanti che cercheranno di strappare lo scudetto tricolore dal petto di Catania Beach Soccer, laureatasi Campione d’Italia 2008 proprio a San Benedetto del Tronto la scorsa estate. Il Girone Nord composto da 11 squadre: Milano, Venezia, Lignano Sabbiadoro, Mare di Roma, Fano, Udine, Cervia, Rosolina a Mare, Viareggio,
Vasto e la Samb Beach Soccer. Il Girone Sud composto da 10 squadre: Terracina, Eboli, Napoli, Panarea, Taormina, Catania, Calcio Catania, Bari, Catanzaro, Belpasso CT. In ogni girone, nord e sud, si disputeranno 3 tappe di Campionato dove tutte le squadre si scontreranno, al termine verrà stilata una classifica generale e, le prime 4 classificate di ogni Girone accederanno alla tappa scudetto per l’assegnazione del tricolore 2009. Il calendario e le tappe ancora non sono state ufficializzate. Naturalmente la Samb Beach Soccer, nata a fine 2008, ci terrà a fare bella figura in questa sua prima apparizione che calamiterà come ogni anno
l’attenzione di tutti i mass media nazionali con Sky che anche quest’anno garantirà le telecronache di tutte le gare del campionato. In tal senso sono stati già avviati contatti per ingaggiare i migliori calciatori dilettanti del Piceno per attrezzare la rosa 2009 e rappresentare al meglio la città di San Benedetto del Tronto. La Samb Beach Soccer in tal senso organizzerà nel mese di maggio, nell’area dell’ex camping, anche degli stages aperti alla libera partecipazione di tutti, con l’ottica di integrare al megliola rosa in tutti i suoi reparti. Per maggiori informazioni potrete visitare il sito ufficiale www. sambenedettesebeachsoccer.it
Pallanuoto / Trofeo delle regioni 2009: Marche OK Tolentino Dieci le rappresentative regionali che si sono date battaglia nella piscina comunale “Giancarlo Caporicci” di Tolentino, dall’8 all’11 aprile. Quattro giorni in cui le giovani promesse della pallanuoto femminile italiana si sono messe in mostra, impegnandosi per la conquista di questo prestigioso trofeo, diventato un appuntamento fisso nel panorama italiano. Le dieci squadre partecipanti erano state suddivise in due gironi eliminatori.
Seconda si è piazzata la Toscana, battuta in finale dalla Liguria per 9 a 7. Il premio per il miglior portiere è stato assegnato a Federica Lavi (Marche), miglior difensore a Sara Darici (Triveneto), miglior centro boa a Giuditta Galardi (Toscana), miglior realizzatrice Roberta Grillo (Sicilia). Il premio come miglior giocatrice del torneo 2009 se lo è aggiudicato Claudia Criscuolo (Liguria).
Particolarmente apprezzata l’organizzazione dell’AT Tolentino Le Marche, guidate dal tecnico della del presidente Luigi Luconi. La squadra femminile di A2 della Nuoto rappresentativa marchigiana, era Tolentino Pietro Ginevri, si sono formata da Ilaria Orizi, Alice Pucciarelli, classificate al quarto posto. Dopo Letizia Budassi, Angelica Ginobili avere battuto nella fase eliminatoria del Nuoto Tolentino; Cecilia Leone, Campania, Lazio e Lombardia e Michela Ferretti, Alessia Pavani, perso con la Toscana (concludendo Alessia Cola della Vela Nuoto Ancona; il girone seconda a 9 punti preceduta Alessia Vesprini, Giada Boilini, Chiara dalla Toscana solo per aver perso Ramadori dell’Idor Fermana; Ilaria il confronto diretto) sono state poi Tortorella della Rari Nantes Perugia, battute nella finale per il terzo posto Federica Lavi, Ilenia Quattrini, Maria dalla Sicilia, guidata dall’olimpionica Laura Gatto, Diletta Gasparini, De di Atene 2004 Madalena Musumeci. Matteis dell’Osimo Nuoto.
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Lettere & Rubriche Mental trainer di Roland Del Vecchio
“Ciao Roland, nella scorsa stagione giocavo titolare come under...e mentalmente è stato un anno straordinario ricco di sensazioni, ambizioni, voglia di fare, speranze e motivazioni molto forti. Quest’anno invece diciamo che ho avuto un calo...il calcio non mi emoziona più come tutti gli altri anni, non ho le stesse motivazioni dell’anno scorso, non ho più le stesse sensazioni. Quale potrebbe essere il motivo? Perchè non ce la faccio a convincermi che forse sto sbagliando io pensandola in questo modo? Grazie mille.” E-mail firmata
Ciao, sono convinto che anche io al posto tuo avrei lo stesso calo. Infatti, senza impostare un nuovo, motivante e ambizioso obiettivo non riesco a provare quelle belle sensazioni che dici. E’ accettabile che tu non abbia più le stesse motivazioni dell’anno scorso e, aggiungo, grazie a Dio! Questo accade perchè sei ancora un giocatore che probabilmente non si accontenta di ciò che ha già raggiunto. E forte del fatto che - lo hai dimostrato negli anni addietro - sai ancora come si possa costruire un’ambizione, puoi impostare un tuo nuovo obiettivo per la stagione in corso e giocare ancora alla grande. E sarà proprio questo a consentirti di provare ancora le sensazioni che giustamente cerchi e che oggi ti mancano. Un perchè non ce la fai a convincerti c’è di sicuro... ma io non lo sò... e tu non dovresti passare troppo tempo a cercarlo. Anche se lo trovassi non ti aiuterebbe di certo a tornare “alla grande”... cosa che sono sicuro tu voglia. Allora chiediti: “Come posso provare ancora le sensazioni che cerco nel calcio? Quale nuovo obiettivo nell’ambito del calcio mi consentirà di giocare al meglio e provare le sensazioni che voglio?”. E’ molto semplice. Formulati le domande esattamente come te le ho scritte, poi ascolta che cosa trova di valido - per te - il tuo cervello e perseguilo. Sono certo che così potrai davvero capire quel che vuoi e come ottenerlo. Credici, funziona così.
Roland Del Vecchio ha maturato una considerevole esperienza in strategie di comunicazione, oltre che attraverso anni di appassionato studio, applicando le tecniche di Pnl più innovative direttamente nei suoi corsi d’insegnamento. Considera la crescita personale e l’equilibrio interiore la sua passione più grande; argomenti ai quali dedica tempo e studi approfonditi.
Medico di Flavio
Zura
Preparatore atletico di Roberto
Tarullo
“I miei piedi sono un disastro, soffro del “piede d’atleta”, le unghie tendono ad incarnirsi e spesso compaiono dolenti vesciche. Cosa posso fare? Grazie”. Franco di S.Benedetto del Tronto
“Ho sentito dire che non sempre è utile praticare lo stretching. E’ vero?” Fabio da Fano
Riguardo alla Tinea Pedis deve rivolgersi al suo medico poiché si tratta di un’infezione causata da un fungo. In via preventiva comunque per una buona salute del piede sarà fondamentale mantenerlo asciutto. Un piede umido, infatti, favorisce la macerazione della pelle e lo sviluppo di micosi soprattutto tra le dita, piede d’atleta appunto. Dopo la doccia i piedi devono essere asciugati accuratamente soprattutto tra le dita e lasciati per qualche minuto all’aria. Relativamente alle unghie ricordo che devono essere accorciate con taglio orizzontale, cioè senza incurvare troppo i bordi poiché se tagliate troppo corte agli angoli possono “incarnire”. Devono essere inoltre tenute ben pulite per evitare l’accumulo di sporco e la possibile formazione di focolai infettivi. Per impedire la formazione di vesciche, dovrebbero usare pomate specifiche a base di ossido di zinco e magnesio silicato, poiché queste creme sono lenitive e antinfiammatorie, riducono l’attrito tra piede e scarpa e hanno un effetto assorbente nei confronti del sudore. Da evitare invece il talco, il quale con il sudore forma dei grumi, che favorirebbero proprio la formazione di suddette vesciche. Infine le scarpe, le quali devono essere scelte in relazione ai propri bisogni specifici. Per essere confortevole e offrire buone prestazioni una buona calzatura deve necessariamente riunire le seguenti caratteristiche: essere costruita con materiali che favoriscano la traspirazione; avere una pianta che si adatti il più possibile alla volta plantare; presentare poche cuciture all’interno. Deve, inoltre, essere morbida e leggera senza essere né troppo stretta né troppo larga. Una scarpa calza bene quando l’avampiede non scivola in avanti, il tallone aderisce alla parte posteriore della scarpa anche quando è sollevato e il dorso del piede non sfrega sulla tomaia. Le scarpe, infine, andrebbero disinfettate con uno spray antisettico dopo ogni allenamento.
Per rispondere adeguatamente a questa domanda devo precisare che la migliore elasticità delle fibre collagene si ha con una temperatura corporea intorno ai 38°. Detto questo diventa facile dedurre che non è consigliabile eseguire esercizi di stretching a freddo soprattutto se riferito al metodo dinamico progressivo e al metodo della trazione passiva. Meglio eseguire prima una leggera attività aerobica per innescare tutti i meccanismi tipici del riscaldamento. Ovviamente lo stretching stesso va spesso a completare il riscaldamento ma non dovrebbe essere eseguito immediatamente, dovrebbe far parte di una seconda fase da eseguire alla presenza di calore interno. In pratica collocare lo stretching nella fase finale del riscaldamento o anche tra la fase di fine riscaldamento e inizio allenamento o eventualmente partita, perché in questo caso assume anche un significato di recupero attivo. Lo stretching non dovrebbe essere, inoltre, eseguito in caso di clima rigido, poiché questo comporterebbe una riduzione di elasticità dei tessuti per via di un abbassamento della temperatura corporea per convezione (scambio termico tra l’aria e il corpo). Per dirla tutta, lo stretching inteso come attività fisica autonoma dovrebbe essere preceduto da esercizi di rilassamento e svolto in ambiente tranquillo e adeguatamente riscaldato. Infine, rinunciare allo stretching se si è reduci da traumi fino a quando il medico non esprime parere favorevole.
Flavio Zura è medico Chirurgo Ortopedico presso l’ospedale civile “Murri” di Fermo. In qualità di medico sociale vanta numerose esperienze in diverse società sportive professionistiche
Roberto Tarullo è laureato in Scienze Motorie, ha insegnato Tecnica generale dell’educazione fisica, Tirocinio didattico e Ginnastica educativa all’ISEF di Perugia ed Educazione motoria al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Macerata. Preparatore atletico professionista ha partecipato in qualità di relatore a vari congressi e stage. È collaboratore scientifico di importanti riviste specializzate e autore di libri, progetti didattici, progetti editoriali e progetti ergonomici.
I “casi” Bartocetti e Bugiolacchi. I motivi delle sentenze Giammario Scalella Avvocato
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e recenti sentenze della Commissione Disciplinare Territoriale del locale Comitato Regionale relative ai casi S.S. Vigor Senigallia - Bartocetti e S.S. Osimana Bugiolacchi, hanno evidenziato l’esigenza di provvedere alla instaurazione di procure Federali a livello locale. L’articolo 32 comma 11 Il predetto provvedimento ha accolto la tesi difensiva della difesa in quanto la proroga prevista dall’art.32 comma 11 del codice di Giustizia Sportiva non è stata richiesta. Detta infatti il succitato art.32 comma 11 che “Le indagini relative a fatti denunciati nel corso dei una stagione devono concludersi prima dell’inizio della stagione sportiva successiva, salvo proroghe eccezionali concesse dalla sezione consultiva della Corte di Giustizia Federale”. La mancanza delle richieste, se ed in quanto dovute, è dovuta al fatto che la Procura Federale, che è UNICA nel territorio nazionale con sede presso la FIGC, è oberata da una copiosa mole di lavoro con evidente difficoltà a decidere in tempi brevi per l’archiviazione o per il deferimento. Procure Federali Regionali Da qui nasce l’esigenza di Procure Federali Regionali o quanto meno zonali; tale necessità è stata recepita dal Presidente Federale Dott. Carlo Tavecchio, il quale ha inserito tale esigenza nel suo programma di lavoro per il prossimo quadriennio. Una precisazione necessaria all’indomani delle conseguenti polemiche suscitate dalle sentenze relative ai due casi di cui sopra.
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L’appuntamento a cura di
Gabriele “Uomo Gatto” Sbattella
Marche, è sempre un piacere!
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Stampato e distribuito in 20.000 copie (chiuso in redazione il 3 maggio 2009)
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Allora Franco, che cosa si prova a condurre queste trasmissioni che hanno scritto pagine importanti della storia della nostra TV? Un miscuglio di soddisfazione, orgoglio e responsabilità, il rapporto con il pubblico che ho da 25 anni si è andato cementando nel corso del tempo. Confesso che un pizzico di emozione c’è sempre. Qual è stata l’Olimpiade più bella che hai visto sia in TV che dal vivo? Se dovessi stilare una classifica sarebbe quanto meno ingeneroso. Ogni volta rimango a bocca aperta quando vedo lo sforzo che fanno i paesi per organizzare un evento planetario come sono le Olimpiadi, accogliendo migliaia e migliaia di spettatori, atleti, tecnici, giornalisti e addetti ai lavori. Ricordo ancora i collegamenti in occasione dell’attentato all’Olimpiade di Atlanta, che mi hanno riportato a quel Martedì 5 Settembre 1972 quando, a Monaco di Baviera, sempre in occasione delle Olimpiadi si consumò la tragedia degli atleti israeliani. Allora rimasi con l’orecchio incollato alla radiolina ad ascoltare la cronaca di Piero Pasini che raccontò minuto per minuto questo drammatico avvenimento.
Parlaci del momento che il basket italiano sta vivendo. Nonostante ci siano alcuni giocatori italiani che militano nel prestigioso campionato NBA, il nostro basket è in crisi, una crisi che parte da lontano. La situazione non è bella sia a livello di club che a livello di nazionale. Per quanto riguarda la nazionale, siamo ancora fermi all’argento olimpico del 2004, dobbiamo cercare di ottenere la qualificazione ai campionati europei, sarà altrettanto difficile ottenere la qualificazione per le Olimpiadi di Londra 2012. Sarebbe comunque opportuno fermarsi un attimo e ragionare sui perché di questa crisi. Penso che l’arrivo di Dino Meneghin ai vertici federali sia positivo. Quali sono le tue canzoni o i tuoi artisti musicali preferiti? Non ho proprio un artista o una canzone del cuore. Amo il genere easy-listening, così come tutta la musica che emoziona, non ho proprio una canzone del cuore, ma delle canzoni legate a tanti ricordi personali. Il tuo rapporto con le Marche, la nostra regione... E’ sempre un piacere venire da voi. Le Marche sono una regione molto ospitale, con tanta gente laboriosa e ambiziosa. Venire nella vostra regione è come stare con gente piena di energia. Ci sono tantissime belle realtà grandi e piccole. Dal punto di vista sportivo poi, le Marche sono una regione di grande eccellenza, penso a Valentina Vezzali e a Giovanna Trillini per la scherma, alla Lube Banca Marche per il volley, all’Ascoli, alla Sambenedettese e all’Ancona per il calcio, per quanto riguarda il basket non dimentichiamo i campionati di Serie A2 disputati dalla Sangiorgese, così come le due realtà di Montegranaro e di Pesaro. Ma le Marche non sono solo sinonimo di eccellenza nello sport, ma anche nell’arte, nella cucina, nell’imprenditoria, nel buon vivere, in poche parole, una piccola regione che sa pensare in grande.
marcheingol@quelliche.net
Hanno collaborato: Alessio Carassai, Michele Carletti, Pier Paolo Flammini, Emanuele Lucarini, Mauro Nardi, Marco Pagnanini, Daniele Perticari, Gabriele Sbattella, Enrico Scoppa, Marco Spadola
Il primo ospite di questa rubrica è la voce, anzi “the voice” del basket italiano, Franco Lauro. Nato a Roma il 25 Ottobre 1961, esordisce negli anni 70 in una televisione privata e fa anche lo speaker ufficiale delle partite della Virtus Basket Roma. Il suo esordio in RAI è del 1982 nella trasmissione radiofonica “Tutto basket”, sette anni dopo, insieme a Gianni Decleva sostituisce la voce storica del basket italiano, Aldo Giordani. Ha condotto “La Domenica Sportiva”, “Domenica Sprint” e dal 2005 è al timone di un’altra trasmissione storica della televisione italiana, “90° minuto”.
Scrivete all’Uomo Gatto
distribuzione a cura dell’agenzia UBI MAIOR info@ubimaior-it.com
- Provincia di Fermo: Fermo, Amandola, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Piane di Montegiorgio.
Intervista con Franco Lauro