Marche In Gol - n°10

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N.10

IL PRIMO MENSILE DI CALCIO E ... NON SOLO

marcheingol@quelliche.net


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N. 10 - Aprile 2010

Leggero di Daniele Perticari

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’ultimo respiro di un’opera d’arte. Quella di Luciano Ligabue che firma la colonna sonora di una storia bellissima. L’ultimo respiro di “Su e giù da un palco”, l’album live che ad una generazione di giovani (e non giovani) ha regalato, regala e regalerà emozioni. Leggero. Frasi che sembrano scritte proprio per lui, Luigi Giorgi da Castel di Lama. Uno che al minuto novanta del derby Ancona-Ascoli del 17 aprile 2010 era in fondo al baratro, dopo che Cristante a v e v a inzuccato per un pari ai punti magari

l’uomo-derby Luigi Giorgi (foto Chiodi)

Luigi Giorgi da Castel di Lama entra nella storia bianconera. Col più emozionante dei gol possibili: nel recupero, in trasferta, contro l’Ancona. meritato dai dorici e che cento secondi dopo, al minuto novantadue in corso, ha visto cambiare la propria vita in tre secondi. “… lo sapete cos’ha in testa, il Mago Walter – quando il trucco gli riesce e non pensa più a niente?” – Un trucco. Appunto. Come dice il Liga nell’ultima delle canzoni live. Ce lo racconta lui il trucco, Gigi Giorgi. “Avrei dovuto marcarlo io, Cristante. Ma si è liberato e ci ha fatto piombare nell’ormai solito stato d’animo dei derby. La delusione. Doppia per me. Sai perché sono corso fin lassù? Perché avevo della rabbia da sfogare. Mi sono detto: provaci a testa bassa, fino alla fine. A denti stretti”. Eccola la magia. Uno-due con Antenucci, sinistro a girare alle spalle di Da Costa. Timbro sulla storia. “Leggero, nel vestito migliore – Senza andata né ritorno, senza destinazione” – Il vestito migliore è quello bianconero. Gigi caracolla mentre parla e quando gli spiego che in quel preciso istante il suo nome è piombato nella storia della sua squadra del cuore. “Vado allo stadio da sempre, ricordo però nitidamente solo ciò che è accaduto dalla gestione Ferrari in poi”. Ecco, appunto. Gigi, in quei secondi in cui leggero, leggerissimo, urlando guardava in mezzo alle duemila persone che vivevano l’estasi del suo gol, tutta quella gente che ha impiantato mattoncini nella storia del Picchio l’ha messa dietro di sé. Aruta, Baggio, Fontana, Monticciolo, La Vista, Giampaolo, Bucchi e Colacone, Soncin. E ancora gli ascolani Paci, Cudini, Bellusci. Tutti importanti ma nessuno, come Luigi Giorgi, alla storia per aver segnato quel gol. In quel modo. “E ancora non me ne rendo conto”. “Dove passerà la banda – col suo suono fuori moda” – E’ proprio così. Fuori moda. Il suono dei tifosi, ultras o meno, secondo l’opinione pubblica è fuori moda. E a maggior ragione è bello, rivolgersi alla banda. Proprio come ha fatto Gigi in quegli istanti di storia. E adrenalina. “Appena ho segnato ho guardato in mezzo alla gente.

Ho visto mio padre, mia madre, addirittura mio cugino piangere. Non facevo in tempo a distogliere lo sguardo su una persona e mi capitava di riconoscerne subito un’altra”. Capite perché quello che è successo al novantaduesimo minuto di Ancona-Ascoli del 17 aprile 2010 non è un semplice gol nel recupero di un normale derby di provincia? “E le senti le vene, piene di ciò che sei – e ti attacchi alla vita che hai” – Ha dedicato la sua rete a due dei suoi amici, Antonio e Daniele, che non ci sono più. E proprio come dice il Liga, si attacca alla vita che ha, Gigi. “Perché in un secondo è cambiata la percezione della mia stagione. E davvero ancora devo svegliarmi dal sogno, consapevole che adesso posso dire solo frasi di circostanza ma questa maglia la sento davvero mia. Spero per sempre. E con me vorrei in futuro condividere la vita dell’Ascoli degli ascolani con uno, ad esempio, come Peppe Bellusci. Appena ho acceso il telefonino mi ha chiamato. Piangeva.

Come mi ha chiamato anche Massimo Paci per ringraziarmi di questo gol”. Come fai a non attaccarti ad una vita così. Conquistata col sudore. Sul campo. “Leggero, nel vestito migliore – sulla testa un po’ di sole, ed in bocca una canzone” – Un po’ di sole. Appunto. Perché mentre sotto la Curva Sud un popolo di duemila rappresentanti aveva in bocca una nuova canzone (“Olè, olè olè olè… Gigi… Giorgi!”), Giove Pluvio gettava la spugna. Regalando al cinque ascolano un raggio di sole durante la festa. “Con la promessa e la speranza di poter vivere una stagione senza alti e bassi, senza incidenti di percorso. Facendo davvero un campionato da protagonisti”. Per dirla alla Ligabue, proprio alla fine di Leggero, proprio in quel concerto che ha generato la sua più bella opera d’arte: “Ci avete regalato una serata indimenticabile”. Appunto.

Cinque tappe per fare in modo che quanto seminato in questa stagione serva per la prossima UNO, IL MANICO – Sbaglia chi pensa che Bepi Pillon sia un “catenacciaro”. L’allenatore bianconero è semplicemente reduce da un numero di delusioni recenti tali da avere avuto ferite da suturare durante la sua avventura bis al Del Duca. Esame superato in pieno, fondamentale la sua riconferma e l’assegnazione di un ruolo attivo nel mercato se si vuole puntare in alto. DUE, IL GRUPPO – Stavolta, al contrario di altre stagioni, l’Ascoli può davvero permettersi di confermare gran parte della colonna portante. Guarna, Giallombardo, Micolucci, Gazzola, Di Donato (mastodontico per tutta la durata del campionato), Luci, Giorgi, Pesce, Lupoli, Sommese, Romeo, Bernacci (sempre che il Bologna non retroceda) sono tutti giocatori che Benigni ed Antonelli, se vogliono, possono tenere nel Piceno. Antenucci tornerà al Catania, è ovvio. Portin sarà venduto, altra cosa scontata. Ma non per questo l’Ascoli 2010-11 sarà meno competitivo. Poche scelte, ma fatte bene. TRE, IL POPOLO – Duemila persone ad Ancona diligenti, clamorosamente estasiate nonostante (lo abbiamo visto coi nostri occhi) parte della gente era anche col cuore sui vari campi sportivi dilettantistici per le giornate decisive dei vari campionati. Quest’Ascoli, accolto trionfalmente anche al casello di Porto d’Ascoli, ha cancellato l’onta del derby di andata con qualcosa di ancor più maestoso. E la gente picena, a certe cose, è sensibile. QUATTRO, I RINFORZI – Guardando la rosa a disposizione di Pillon, quali sono i rinforzi veramente necessari? Un difensore centrale (magari proprio Bellusci), uno o due esterni di fascia di categoria, un centrocampista di qualità al posto di Amoroso o la conferma dello stesso ex viola ed uno, solo un attaccante con le stesse caratteristiche di Antenucci. A meno che non si voglia provare il colpaccio e mantenere anche Mirko nel Piceno. CINQUE, L’ESEMPIO – Vero, con i soldi del paracadute della retrocessione è più facile. Ma perché, caro presidente Benigni, non prendere esempio dal Lecce? I salentini hanno utilizzato le ultime giornate dello scorso (e compromesso) campionato per programmare la stagione in corso. E i risultati si sono visti…


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Non è finita Archiviato lo sfortunato derby, occhi puntati sul finale di stagione.

di Silvia Trillini

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l campionato non è ancora finito. Manca ancora una manciata di partite (Grosseto, Brescia, Cittadella, Triestina e Mantova), nessuna di queste è da sottovalutare. Tolte le ultime due, le altre sono tutte squadre in corsa non solo per i playoff, ma anche per il secondo posto in classifica. Il che significa: serie A. Squadre con ambizioni importanti e che non concederanno niente in mezzo al campo pur di ottenere il massimo dei punti in palio. Il tutto per un finale di campionato che non sarà di certo una passeggiata. Ma i dorici questo lo sanno bene. Vietato mollare adesso. Un imperativo che i biancorossi dovranno rispettare a prescindere da chi sarà il loro prossimo avversario in campo. Dopo la sconfitta contro il Sassuolo (1-0), l’Ancona è scesa all’undicesimo posto e resta sola a quota 50. Là nel “Purgatorio”: tra l’ “l’inferno” e il “paradiso”. Sempre più lontana dal “sogno playoff” e ad un passo dalla salvezza matematica. Con 2, massimo 3 punti i dorici potranno

di Andrea Verdolini (giornalista TVRS)

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raggiungere quell’obiettivo tanto desiderato, già dal ritiro in Val di Non. La permanenza in serie B, senza passare per i playout. I biancorossi l’hanno promessa ad un’intera città. Ecco perché nelle prossime gare l’Ancona dovrà stare attento a non lasciarsi sfuggire di mano un campionato condotto in maniera dignitosa nel girone d’andata, meno da febbraio in poi. Nulla arriverà per caso. Serviranno tante motivazioni, tanta voglia di lottare . C’è bisogno di riscatto da questo “momento no”. Il momento delle tante occasioni realizzate, ma non concretizzate. Un solo punto in 4 gare, compresa la terza sconfitta consecutiva al “Del Conero” contro l’Ascoli. I bianconeri hanno vinto al 92’ per 2 reti a 1, dopo che i dorici erano riusciti a pareggiare la gara al 90’, grazie ad un colpo di testa vincente di Cristante. L’Ancona ha il dovere di riprendersi dalla batosta del derby e dalla sconfitta contro i neroverde di mister Pioli. Bisogna guardare avanti perché il lungo percorso di questo campionato non è ancora

finito. Lasciando da parte la società e i problemi ad essa connessi, c’è da dire che il destino dell’Ancona, al momento, è nei “piedi” e nelle intenzioni dei biancorossi. Loro, che hanno sempre dimostrato attaccamento e rispetto alla maglia, anche di fronte alle difficoltà (penalizzazione, stipendi, instabilità societaria), non possono mollare adesso. Perché non è ancora finita. “Serve l’ultimo sforzo”. E’ questo il grido di un’intera città che vuole restare in serie B. Alla società invece va il compito di progettare il futuro dell’Ac Ancona. Un progetto che deve essere serio e che vale la sopravvivenza di questa splendida realtà calcistica.

Ancona e Ascoli, così vicine eppur così lontane

ncona ed Ascoli, unite (o quasi) dalla posizione di classifica, divise praticamente da tutto il resto. Mentre scrivo queste righe infatti le due “regine” del calcio marchigiano sono piuttosto lontane dal sogno playoff ma anche abbastanza tranquille in chiave salvezza. Occorre, visto che molte attenzioni sono proiettate ora sul futuro prossimo dei due club, guardare in faccia la realtà. L’Ascoli sta iniziando, chiaramente sottotraccia, a progettare la prossima stagione. C’è l’incognita Pillon, l’allenatore che ha risollevato le sorti del Picchio e che ancora non è stato riconfermato. Il Bepi, oltre a schiere di estimatori entusiasti si è beccato, incredibile a dirsi (!), pure qualche critica attenuata dalla straordinaria vittoria del derby. Già...Se al ‘Del Conero’ fosse andata diversamente, apriti cielo, considerata la gestione tecnica del match. Però in Corso Vittorio si è proceduto al rinnovo con Sommese (biennale a 34 anni, un azzardo?) e le ‘manovre’

di Vincenzo Mirra e soprattutto Stefano Antonelli sono in pieno fermento. Tutto questo grazie ad una stabilità societaria consolidata. Roberto Benigni guida da 15 anni l’Ascoli Calcio: l’ho conosciuto personalmente ed approfonditamente per otto anni (e che anni...) durante i quali si è passati dagli abissi della bassa classifica di C1 alla serie B a buon livello. Il Presidente ci ha messo faccia, passione e soprattutto tanti soldi. Si potrà obiettare su alcune sfumature del suo carattere e della sua persona ma ritengo che i tifosi bianconeri, visti i tempi grami a livello economico soprattutto da quelle parti, si debbano solo augurare la piena salute del non più giovanissimo Patron. Ad Ancona gli ultimi ‘rumours’ danno Schiattarella sulla via di Livorno, Miramontes tentato dall’avventura spagnola (magari anche in Seconda Divisione), Catinali con le valigie pronte e diversi giocatori a fine contratto che non prendono nemmeno in

considerazione l’ipotesi di restare nella Dorica. Salvioni sa bene queste situazioni e predica prudenza “pensiamo a racimolare i punti che restano per salvarci...” sul campo aggiungiamo noi perchè gli interrogativi sul futuro sono enormi. Cosa farà l’ad Petocchi? Quale sarà il ruolo della finanziaria Brainspark? Chi tirerà davvero fuori i soldi per regolarizzare le posizioni contabili? (servono 500 mila euro cash). Come si vede tra Ascoli e Ancona, di simile c’è davvero solo la classifica.

il bomber Salvatore Mastronunzio


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LEGA PRO e SERIE D

Tutto Di Venanzio “A Padova mi rimpiangono...all’Ascoli gli anni migliori”

Fabio Di Venanzio, oggi al Centobuchi ma in passato con maglie gloriose: L’Aquila, Turris, Gualdo, Fermana, Ascoli, Treviso, Modena, Triestina, Frosinone e Padova. Prima domanda: come è possibile che giochi in Serie D quando l’anno scorso hai vinto i playoff di Lega Pro proprio con il Padova? “Purtroppo è andata così. Aver vinto un campionato di Prima Divisione non da gregario ma da protagonista e non essere riconfermati non è il massimo. Purtroppo è un periodo di crisi generale e di conseguenza anche per le società calcistiche. Al posto di prendere un giocatore più quotato, si prendono molti più giovani tanto che il livello del calcio professionistico si è abbassato notevolmente. Comunque ultimamente sto ricevendo alcune telefonate da Padova di persone che mi rimpiangono, è chiaro che mi fa piacere”. Forse ha pesato quell’espulsione proprio nel giorno della promozione? “Io credo di no, non penso sia dipeso da quell’episodio. Chi mastica un po’ di calcio sa che a volte gli arbitri possono sbagliare così come è successo in quella partita. Il direttore di

gara prese un grosso abbaglio”.

giorni”.

Come mai ti misero fuori rosa a Padova qualche anno fa? Sei sempre stato abbastanza tranquillo… “Successe perché io dico sempre le cose come stanno. Se c’è una cosa che non mi va bene la dico senza problemi, sempre con il dovuto rispetto. Il primo anno ci salvammo per il rotto della cuffia, poi fortunatamente quando sono rientrato in rosa le cose andarono molto meglio fino alla promozione della scorsa stagione”.

Bepi Pillon sta facendo benissimo… “Il mister è un grande lavoratore, sicuramente il buon campionato dell’Ascoli è dovuto anche a lui per buona parte. Inoltre io conoscono benissimo con chi lavora, i suoi collaboratori, il preparatore. Se ad Ascoli ho trascorso le stagioni più belle della mia carriera è soprattutto perché fisicamente stavo benissimo. Il mister poi ti fa arrivare il giorno della partita al massimo della condizione, la inizia a preparare dal lunedì. E poi se non sei al top ti lascia fuori come è giusto che sia”.

Tu che hai giocato con la maglia dell’Ascoli diversi derby importanti che cosa avrà provato Giorgi ascolano doc segnando al 92’ sotto la curva dei suoi tifosi? “Sicuramente per lui sarà stata una gioia indescrivibile. Segnare un gol a tempo scaduto ad Ancona non ha prezzo. E poi è una vittoria che ha dato anche la salvezza virtuale ai bianconeri. Avrà festeggiato per diversi

Qual è la squadra in cui ti sei trovato meglio in tutto questi anni e il giocatore più forte con cui hai giocato? “La squadra in cui mi sono trovato meglio è stata indubbiamente l’Ascoli, non mi stancherò mai di ripeterlo. Sono stati tre anni meravigliosi ed è grazie alla società bianconera che mi sono fatto conoscere a livello nazionale. Per quanto riguarda i compagni nella mia carriera ho avuto la fortuna di giocare con diversi grandi calciatori. Se devo fare qualche nome dico Sasà Bruno, Brienza, Reginaldo ma anche Marco Ballotta che a 42 anni sembrava un ragazzino. Però quello che vedevo fare a Barreto l’ho visto fare da pochi giocatori”. Il mister più bravo? Non mi dire Pillon… “In assoluto, non c’è dubbio. Lui è il migliore”. (Simone Mozzoni)

ChespettacoloilFano Miracolo Sangiustese tra il bluff Corona e un Giudici versione Mou Spesso, nel calcio, si usano con troppa facilità superlativi o espressioni tesi ad esaltare. Non sempre infatti si riesce ad essere obiettivi e rimanere con i piedi per terra ma indubbiamente il caso delle squadre marchigiane in Seconda Divisione non può passare inosservato. Introducendo questo torneo alcuni giornali di campionato pronosticavano una stagione di delusioni per lue nostre rappresentanti che hanno saputo rispondere sul campo. Presentando il girone B dell’ex serie C2, nessuno aveva minimamente immaginato un simile cammino per Fano e Sangiustese. La squadra di Giovanni Cornacchini infatti era appena stata ripescata dalla serie D, dopo oltre un mese e mezzo passato a giudicare graduatorie, fare conteggi e contare il piazzamento nella griglia delle squadre autorizzate a sperare. L’ufficialità della Seconda Divisione è arrivata tardi ma i granata non i sono fatti trovare impreparati e, soprattutto, hanno avuto pazienza e saggezza evitando di fare il passo più lungo della gamba. Doppio un avvio in salita, il gruppo ha saputo consolidarsi e, nel girone di ritorno, ha saputo insediarsi in modo stabile nella zona playoff creando anche qualche grattacapo alla corazzata Lucchese, ben guidata in panchina dall’ex granata Favarin. Ciò che colpisce di Cacioli e compagni è la straordinaria compattezza di una squadra formata quasi interamente da elementi che mai avevano avuto a che fare con questo campionato. Chapeau al presidente Caverni e a tutti suoi collaboratori. Se il Fano merita un simile elogio, non da meno la stagione della Sangiustese. La salvezza al primo anno, sembrava il massimo traguardo per una squadra che rappresenta un paese di appena 7.000 anime che per la prima volta nella sua storia si misurava con il mondo dei professionisti. A Monte San Giusto però sono abituati a lavorare con grande attenzione come dimostra la bravura e la preparazione di mister Tiziano Giudici, artefice principale insieme al patron Antonio Pantanetti di questa ennesima impresa. La seconda salvezza consecutiva infatti va esaltata per il modo in cui è arrivata (Giudici: “Neppure Mourinho sarebbe riuscito a salvare questa piazza per due anni di fila”) in una stagione in cui anche voci esterne (basta pensare al caso “Corona” concluso in una bolla di sapone…) avrebbero potuto disturbare l’ambiente sangiustese.


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SPECIALE SOFTAIR SPECIALE SOFTAIR

In collaborazione con:

- Il club del mese: l’asd Corvi di Fermo. - Recensito l’M4 Defender prodotto dalla G&P. - Prima tappa del campionato A.S.N.W.G. delle Marche: 18 Aprile - Cingoli

Il Defender fa parte della serie M4/ M16, prodotto dalla G&P a partire dal 2009. La casa di Taiwan ha realizzato come per gli altri modelli, un fucile solido e con dettagli di alta qualità. L'ASG si compone di calcio crane in fibra, allungabile in 4 posizioni dove trova alloggio la batteria, chiaramente in versione crane. E' consigliato l'utilizzo di una batteria da 8,4v visto il motore di serie molto veloce (un hispeed m120). Con una batteria di que-

sto voltaggio si ha al cronografo una raffica di più 1000 pallini al minuto (1200 pallini al minuto con batteria da 9,6v). La potenza di uscita è di 1,25J con pallini da 0,20g. Da notare che alcuni rilevamenti su versioni più vecchie hanno dato una potenza di 1,05J con pallini da 0,20g. I gusci sono ben realizzati e presentano due loghi incisi al laser: nel lato sinistro è presente una rana e i classici loghi della G&P, mentre nel lato destro è disegnato un te-

IL CLUB DEL MESE: asd Corvi di Fermo

Il club (ora a.s.d.) CORVI di Fermo (FM) nasce nel 1994 da una idea, e soprattutto una passione, di un gruppo di ragazzi per tutto quello che era il mondo del SOFTAIR. A quel tempo era un hobby non molto diffuso e ci sembrava o quasi di essere dei “carbonari” ma il SOFTAIR da li a qualche anno sarebbe diventato quello

che per molti è l’unica passione dei fine settimana. Dalla sua costituzione al 2008 siamo stai il primo ed unico gr u p p o s o f t a i r de l F e r ma n o. L’associazione ha cercato di infondere a tutti i suoi componenti quello che per molti ma non per tutti è la correttezza e la serietà nel dichiararsi, il rispetto dell’avversario e il fairplay. Ciò ha

schio. Il grip del motore è di tipo HK 416, semplice ed ergonomica. Le tacche di mira sono entrambe abbattibili ed è equipaggiato di serie con un red dot (punto rosso) a cinque intensità. Interessante l'attacco per la cinghia alla base del calcio già compreso nella confezione. Nella parte anteriore del fucile troviamo un RAS defender con tre pannelli coprislitte. Il fucile è fornito di spegnifiamma in metallo e rosso in plastica. Internamente è installato un gearbox rinforzato con ingranaggi in metallo e boccole da 8 mm. Il gruppo aria ha un'ottima tenuta (ottimi risultati alla prova siringa). Unico neo il caricatore monofilare da 130 colpi in dotazione standard. Altre caratteristiche tecniche: Lunghezza 800 mm Lunghezza chiuso: 720 mm Lung. canna interna: 300mm Peso: 3250gr Potenza rilevata: 1,25J Lo puoi trovare su MondoSoftair (www.mondosoftair.it) a € 380,00

1a Tappa Campionato A.S.N.W.G. La prima tappa del campionato A.S.N.W.G si è disputata il 18 Aprile nelle alte colline del comune di Cingoli. Il torneo è stato impostato come di consueto nello stile oramai collaudato della A.S.N.W.G., con lunghe scarpinate per ritrovare la strada attraverso dei waypoint disseminati in lungo e in largo per tutto il territorio montano. Alcuni obiettivi da conquistare con qualche difficoltà, che fa sempre piacere ai softgunner marchigiani, e come sempre una controinterdizione agguerrita che non vede l'ora di far perdere punti alla sfortunata squadra che incappa nella loro zona. Come sempre ci sono state delle contestazioni, e questo rientra nello spirito dei giocatori più accaniti, ma nulla di serio e per fortuna dopo tanto camminare e qualche arrabbiatura ci si ritrova alla premiazione tutti intorno ad lauto pasto ristoratore. Offerta del Mese

In offerta questo mese un kit completo per chi vuole iniziare a giocare a softair: Mimetica (giacca e pantaloni) + Cinturone, borraccia, portacaricatore, fondina + Maschera o occhiali + Fucile LowCost con kit completo di batteria, caricabatteria e caricatore

Il tutto a soli € 199,00!!! permesso ai CORVI di essere riconosciuto in molti tornei come gruppo più corretto ricevendo riconoscimenti di ogni tipo, e di questo ne siamo fieri! Tralasciando le lodi e andando ai dati di fatto, il gruppo conta oggi trentaquattro tesserati e diversi ragazzi che giocano ogni tanto ma che per diverse ragioni non vogliono o possono iscriversi. Abbiamo a disposizione due campi di gioco, il principale con ambientazione tipicamente boschiva chiamata “Vietnam”, l’altro si trova a 600 metri di altezza e quindi tipicamente montano. Giochiamo tutte le domeniche mattino salvo intemperie, escluso qualche giorno! Il nostro tipico scenario di gioco è il combat stile “viet” con molte variabili, in questo siamo preparati molto bene, ma non avendo a disposizione un campo da “urban” ci sentiamo scoperti in questa specialità. Abbiamo organizzato per due anni consecutivi il torneo pluriregionale “Operazione Sole Rosso” dove abbiamo ospitato molte squadre da tutta Italia, partecipiamo a diversi tornei fuori regione, ma soprattutto ci piace essere presenti in tornei di 24 ore dove diamo il meglio, ed i risultati ci

danno ragione. Per concludere vogliamo ricordare i gli ottimi rapporti con le forze dell’ordine, e disponendo di fucili di squadra, accessori ed abbigliamento possiamo ospitare chiunque volesse provare questo gioco entusiasmante potendo provvedere a più di 30 ospiti, come abbiamo fatto con la Renault Italia nel 2007 ed altre aziende che hanno voluto fa provare ai loro dipendenti una scarica di adrenalina. Se anche voi volete provare qualcosa di veramente coinvolgente potete scrivere alla nostra mail o telefonarci.

www.corvisoftair.it - info@corvisoftair.it


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SILVIO PAGLIARI

L’agente con licenza di...scoprire Quasi venti anni di carriera per il brillante agente FIFA marchigiano. Tra i suoi gioielli Marilungo e Sbaffo

di Gianluca Giandomenico

Ha dieci anni meno di Dino, il più grande della dinastia. Poi sono arrivati Manuela, Giovanni e Ivo. Sono i Pagliari, tutti casa e pallone. Lui è Silvio, 43 anni a settembre, a 24 già dirigente di calcio. Dino e Giovanni giocavano e lui imparava. Oggi, il più piccolo della famiglia, è un brillante agente Fifa che si appresta a festeggiare vent’anni di carriera. Famiglia esemplare la sua. Il compianto papà Ovidio è stato sindaco di Monte San Giusto a metà degli anni ‘50, la mamma Maralita (anche lei non c’è più), maestra di professione e di vita. Dino e Giovanni, allenatori professionisti (il primo è a Lanciano, il secondo fino a novembre a Perugia insieme a Ivo che di mestiere fa il preparatore atletico), Manuela collabora con la sua agenzia, la Player Management (www.playermanagement. eu). Gli inizi: calciatore e dirigente. Il pallone è tutto nella quotidianità dei Pagliari e anche Silvio inizia a giocare a calcio. Fa tutta la trafila nelle giovanili della Maceratese. “A 24 anni decisi di smettere perché avevo capito ben presto che non ero un buon calciatore”. Inizia a girare l’Italia come osservatore per l’Andria nel 1991 sotto le ali del direttore sportivo Guido Angelozzi. Dopo due anni proprio la

Maceratese lo nomina responsabile del settore giovanile. Nel ’95-’96 il primo tassello della sua carriera: a Macerata viene ‘promosso’ diesse della prima squadra, “devo tanto al presidente di allora Maurizio Mosca e ai dirigenti Sergio Splendiani e Massimo Paci che mi diedero l’opportunità, in pratica hanno cambiato la mia vita”, in panchina siede suo fratello Giovanni, preparatore atletico Ivo: la Rata è in serie D, arriverà la vittoria del campionato! Subito promozione e il ritorno tra i professionisti. L’anno successivo tira una brutta aria: a gennaio e con la squadra terza in classifica Silvio Giovanni e Ivo si dimettono. Il motivo? “Ci fu una riunione con l’allora presidente Monachesi che non mi piacque affatto - ricorda oggi Silvio strane situazioni, l’anno prima avevamo vinto il campionato, eravamo terzi in classifica, miglior piazzamento della Maceratese degli ultimi 30 anni…C’era gente intorno al presidente del quale riservo grande stima e gratitudine ancor oggi, che aveva però altri grilli per la testa. E pensare che poi Monachesi mi chiamò ad Avellino”. Nel frattempo nel 1997 consegue a soli 30 anni il diploma di Direttore Sportivo a Coverciano. Saluta Macerata e va a Trapani in C2 (sempre con Giovanni in panchina) per essere richiamato poi dal club biancorosso agli inizi del ‘98. La squadra è terz’ultima, si salverà a Castelfranco Veneto con un gol di Zanin. Poi è la volta di Taranto, stagione 2000-2001. “Emozioni fantastiche, 30 mila spettatori allo stadio. L’allenatore era Massimo Silva, andammo in C1. Portai Riganò, fece bene, l’avevo visto giocare a Barcellona Pozzo di Gotto. Io avevo 33 anni, ero tra i più giovani direttori sportivi d’Italia” Poi il grande salto con l’Ancona in B. Ma dalla felicità al momento più brutto della sua carriera professionale il passo è breve. Monachesi lo chiama ad Avellino in C1, passano appena quattro mesi e la società non c’è più, malgrado la squadra fosse in piena zona play off, sensazioni brutte, per la prima volta conosce il termine inoccupazione, per sei mesi resterà a casa. “Ero distrutto – ricorda con il cuore in gola – moralmente a pezzi, avevo vinto due campionati in quattro anni, mi ritrovai a casa senza saperne il motivo, prima il cellulare squillava trenta volte al giorno, poi…spento completamente”. E’ la più brutta pagina della carriera di Silvio. Fino a gennaio 2002, quando arriverà la svolta. Il telefono torna a squillare, dall’altro capo c’è Beppe Marotta che lo chiama per ricostruire il settore giovanile della Sampdoria. Samp: ‘capolavoro’ al settore giovanile. Parte per Genova, ‘prende’ la squadra Primavera al quart’ultimo posto in classifica e la porta alle fasi nazionali. In un anno e mezzo fa quello che gli esperti, oggi, gli riconoscono essere un ‘capolavoro’: “Abbiamo rimesso il treno sulle giuste

rotaie”, ama ricordare. Costruisce una fitta rete di osservatori, scova baby talenti in ogni angolo d’Italia, li porta a Genova. Qui iniziano le storie di gente come Marilungo, Cacciatore, Romeo, Diakite. Per capire il fiuto di Silvio basta fare un esempio: Guido Marilungo (Sampdoria, oggi in prestito a Lecce) pagato appena 4 mila euro al Montegranaro, oggi è corteggiato da mezza serie A e vale qualche milione di euro. Tra i suoi ragazzi ci sono Cristian Bucchi (ex Ascoli e ora al Cesena), “un fratello minore”, e altri 30 tra serie A e B. “Sì, a Cristian sono particolarmente legato – sottolinea Silvio – ormai ci conosciamo da tredici anni. L’ho scoperto alla Settempeda e lo segnalai al Perugia che era in serie A. Da lì è partita la sua carriera”. Com’è partita la carriera di Silvio, che già nel 2005 ha superato l’esame per diventare agente Fifa, sospendendosi dall’albo dei direttori sportivi. Silvio in quel preciso momento compie una scelta di vita, decide di mettersi in proprio, con gli anni diventerà tra i più bravi procuratori d’Italia. In questa stagione 4 suoi ragazzi hanno esordito in serie A: Sbaffo (Chievo), Giandonato (Juventus), Gabbiadini (Atalanta), Perpetuini (Lazio, ora a Crotone). Questo il suo motto. “A tutti i ragazzi ripeto: ve la potete rovinare solo voi. La carriera, intendo. Se uno è dotato e possiede talento ha tutto per poter sfondare: ma solo se ha volontà e spirito di sacrificio, il talento da solo non basta”. I gioielli marchigiani doc Marilungo & Sbaffo. Ancora se lo ricorda come ha scoperto Guido Marilungo, classe 1989 di Montegranaro, attaccante di razza, 3 gol in serie A con la Sampdoria prima di andare in prestito a Lecce (finora 12 gol). Maggio 2002, è domenica mattina. Fa freddo. A Torre San Patrizio si gioca Torrese – Montegranaro (campionato giovanissimi). Silvio è in tribuna con l’amico di sempre Ermanno Migliorelli. “Guido giocava con il Montegranaro, ricordo che i primi venti minuti toccò poche palle - racconta - poi decise di vincere la partita da solo e fece numeri pazzeschi. Mi colpì la sua forza e il suo innato senso del gol. Quando gli dissi ‘vuoi venire con me a Genova’?, rispose deciso: “Parto subito! E questa sua forte convinzione mi colpì. Lo portai a disputare un torneo in Toscana, fece 3 gol in 2 partite, l’allenatore Guido Poggi mi si avvicinò: Silvio, questo è proprio forte!”. Ma l’ambientamento non fu dei più facili: Guido già non aveva più la mamma, e poi la lontananza, la mancanza dei suoi amici….“Il primo anno ci fece soffrire, ma in campo continuava a segnare: 12 gol con i giovanissimi nazionali”. Da lì la sua carriera è esplosa: i successi con la Primavera della Sampdoria, il debutto in serie A, i primi gol e la Nazionale Under 21. L’altro golden boy è Alessandro Sbaffo, di Porto Recanati, 20 anni, centrocampista, già qualche presenza nella massima serie con il Chievo. “L’ho visto per la

prima volta a Monte San Giusto, era smilzo, pesava neppure 60 chili. Mi colpì la sua agilità nel saltare l’avversario mantenendo sempre equilibrio e forza nel puntare la porta. Lo portai al Chievo nel 2006. Col tempo è cresciuto e maturato. Devo dire che Alessandro mi sta dando tante soddisfazioni sotto tutti i punti di vista”. Verso i 20 anni di carriera. L’anno prossimo Silvio Pagliari taglierà il traguardo dei vent’anni di carriera. Tante soddisfazioni, poche cose da dimenticare. Ma sul momento più brutto non ha dubbi: quello vissuto ad Avellino. “Se ci ripenso ancora mi vengono i brividi. Un’esperienza terribile ma anche quello serve per forgiarti, mettiamola così…”. Il più bello? “E’ il momento che sto vivendo ora, proprio per questo nella mia struttura ho coinvolto altri professionisti e collaboratori con compiti ben definiti da svolgere perché con noi il calciatore deve pensare solo ad andare in campo. Io sono contentissimo di aver fatto la gavetta quella vera partendo da lontano, non ho mai fatto il calciatore professionista ed è per questo che è stato più difficile farsi largo in un mondo fondamentalmente piuttosto chiuso come quello del calcio. Se oggi ripenso da dove sono partito e mi guardo indietro sono ancora più orgoglioso di quello che sto facendo e ottenendo. Io svolgo la mia professione con passione, il calcio è nel mio dna, avevo solo 10 anni e andavo a vedere mio fratello Dino che giocava in serie A, in questo lavoro ci sono tanti sacrifici da fare, ogni anno percorro con l’auto oltre 100 mila chilometri, spesso vado all’estero...Però sì, questo è il momento migliore della mia vita professionale ma sto da troppo tempo nel calcio per non sapere che non bisogna mai abbassare la guardia”. Momento bello sì ma che però riesce a condividere poco con la sua famiglia, con la moglie Barbara e i figli Riccardo e Andrea di 12 e 7 anni. “Che dire, ho avuto la fortuna di azzeccare la moglie - ride - il mio lavoro mi porta spesso a stare fuori, mia moglie è brava e comprende, e c’è una regola: quando sono a casa non si parla di calcio”. Come si vede Silvio tra 20 anni? “Vorrei fare il lavoro che faccio, magari avere qualche ragazzo che giochi in Champions. Ma non è questa una priorità: la passione che metto per gestire un ragazzo che gioca in Lega Pro o in serie A è la stessa e questo i ragazzi lo sanno”. Ma un’altra domanda sorge spontanea: ma tra 20 anni come sarà il calcio in Italia? “Oggi siamo tornati molto indietro, gli stadi ci penalizzano, in giro si vedono sempre meno talenti. Ti racconto un episodio: dieci anni fa andai a vedere una partita in Romania, rimasi colpito da stadi vetusti e malandati, sembrava di essere nel terzo mondo. Ci sono stato di recente, beh, il terzo mondo siamo noi”.


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SPECIALE MOTO

Paolo Giacomini brilla a Misano

MISANO WORLD CIRCUIT. E’ stata una bella e intensa giornata di gare quella svolta a Misano lo scorso 11 aprile. Di scena la Coppa Italia 2010 e la Mototemporada Romagnola, ben undici gare al via sui 4.226 metri, oltre 300 piloti iscritti. La Mototemporada, che ha chiuso con il suo trittico di partenze l’intensa sessione agonistica, ha visto le vittorie del teramano Daniele Aloisi (125 Sport) seguito dalla giovane promessa, portacolori del motoclub Morrovalle, Paolo Giacomini (17 anni compiuti il 10 febbraio) del racing team Gabrielli. Il padovano Marchelluzzo (600 Stock) e (Open) . Tra le 125, Daniele Aloisi ha concluso alla grande la giornata iniziata nel migliore dei modi con la vittoria nella Coppa Italia grazie ad un’altra gara di forza e grinta. A podio anche Paolo Giacomini e Michel Zonca. Più distanziati Francesco Tramarin, Alessandro Benelli (in arrivo dai trofei Honda Junior e quattordicenne da poco più di due mesi) e il bellariese Massimiliano Spedale, approdato alla “ruote alte” dopo belle esperienze nella Mini GP e di un mese più anziano di Benelli. Nel challenge Mototemporada, vittoria dell’esperto toscano Juri Proietto. Marco Guetti, vincitore del trofeo Moriwaki, si aggiudicato il secondo posto del challenge, terzo è risultato Alessio Giordani. Nella 600 Stock Marco Marchelluzzo e Riccardo Russo hanno dato vita ad un gran duello, risoltosi solo sul traguardo con Marchelluzzo vincitore. Il padovano, al termine della gara era raggiante. Il gradino più basso del podio porta la firma del riminese Tommaso Totti, autore del miglior tempo in prova, mentre al campano Gennaro Sabatino è andata la sfida sul filo di lana per la quarta piazza sul marchigiano William Marconi. Roberto Tamburini ha dato il meglio di sé e , nonostante fosse al via con una 600, si è aggiudicato la gara Open precedendo due piloti legate a filo doppio alla Mototemporada, ovvero il comacchiese Giuseppe Zannini ed il marchigiano Samuel Maggiori; l’esperto catanese Sebastiano Zerbo ha chiuso al quarto posto precedendo il ligure Alessandro Zuccarino. Nella Coppa Italia 125 Sport non è mancato come tradizione l’agonismo e lo spettacolo. La vittoria finale è andata, dopo continui colpi di scena in volata dal teramano Daniele Aloisi che si è imposto su un gruppo davvero agguerrito composto dall’ortonese Manuel Tatasciore (portacolori del team bertinorese RCGM 2B Corse) , Michael Ruben Rinaldi (pilota di Sant’Arcangelo di

Romagna in forze al team Junior GP Racing Dream alla sua seconda gara nella 125 Sport Production, purtroppo scivolato nella gara 125 Mototemporada), il migliarinese Andrea Mantovani e il genovese Luca Oppedisano. L’altro ligure Christian Gamarino, autore della pole, ha concluso sesto, seguito a soli 9 millesimi da Paolo Giacomini del racing team Gabrielli. A Benito Tarantino, grande esperto nella guida della Kawasaki 250, è andato la speciale classifica all’interno della Coppa Italia riservata a questo tipologia di moto. Passando agli altri trofei, la classe Moriwaki 250/ Pre GP 125 Metrakit è andata all’aquilano Marco Guetti, mentre il raggruppamento dedicato alle Metrakit è stato ad appannaggio del lombardo Nicolò Lagiongada. Nella Suzuki Gladius Cup successo con margine del forte toscano Lorenzo Segoni, già autore della pole position. Buona performance per Emanuele Orlandini nella Tordis Cup 250 Grand Prix caratterizzata da alcuni ritiri eccellenti per scivolate. Finale al fotofinish per la Kawasaki 250 Ninja tra il cosentino Benito Tarantino, detentore del titolo 2009 ed in evidenza anche in Coppa Italia, e Lorenzo De Simone risoltosi a favore del primo per soli 42 millesimi; miglior punteggio per Bruno Vanzo, invece, nel raggruppamento riservato alla Stock sempre in chiave Kawasaki 250. Finale adrenalinico anche per il trofeo Ninja Kawasaki 600 grazie alla bella lotta che ha visto il veneto Roberto Antonello precedere il forte toscano Marco Morreale. Le gare in palio per la Coppa Metzeler sono andate al reggiano Simone Fornasari (classe 600 Stock) ed al riminese Roberto Tamburini, già vincitore come sopra riportato della gara Open della Mototemporada ed anche in questa occasione autore della pole position.

Il racconto della prima uscita stagionale Gita turistica a Civitella del Tronto

Il 18 aprile (partenza dalla sede di via Michelangelo) si è disputata la prima uscita turistica stagionale dei centauri del motoclub Morrovalle. E’ stato intrapreso un percorso molto divertente in sella alle moto, attraversando i monti Sibillini, fino ad arrivare dopo circa 120 km in un paese di 5.402 abitanti, situato a 589 metri s.l.m., contornato con i massicci montuosi della Maiella, dal Gran Sasso e dai monti della Laga, sul confine tra Abruzzo e Marche: Civitella del Tronto. La cittadina aristocratica, ricca di arte e di storia, sorge in una rupe rocciosa di travertino ed è sovrastata dalla fortezza. All’arrivo in paese, con la piazza principale riservata per il parcheggio delle moto, i partecipanti hanno fatto ingresso con la visita guidata all’ultimo baluardo dei Borboni prima dell’unità d’Italia, dove esiste anche un museo delle armi. La fortezza di Civitella del Tronto, è una delle più imponenti opere di ingegneria militare d’Europa, con i suoi 25.000 mq di superficie e una estensione lineare di

più di 500 metri. La visita ha fatto venire anche un bel po’ di appetito, colmato in uno dei tanti ristoranti della zona. Verso le ore 17 i centauri si sono rimessi in moto percorrendo, per il rientro, la costa Adriatica. “Con una semplice riflessione viene da pensare – dicono gli organizzatori - che l’Italia è una delle più belle Nazioni da godersi in moto, soprattutto percorrendo con una velocità ridotta per osservare il panorama ed in un solo giorno abbiamo potuto vivere dalla montagna, al mare, dalla storia alla cultura e non per ultimo alla nostra squisita cucina. Il tutto contornati dai migliori amici del moto club. L’appuntamento a tutti per la prossima meta alla scoperta dell’Italia, per trascorrere un’altra giornata da incorniciare, come questa trascorsa”.


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MArco romiti

Un bomber con il sud nel cuore

Capocannoniere in serie C, tecnico nei dilettanti, collezionista di Vespe e un unico cruccio: ”Non aver mai giocato nelle isole” di Roberto Cruciani

POLLENZA. Lo abbiamo incontrato, in una mattinata tipicamente primaverile, nel suo impero. Il museo dedicato alla Vespa, un amore autentico che ha caratterizzato gli ultimi trent’anni come quello che per il calcio. Quando entriamo nel museo Marco Romiti, classe 1961, pollentino doc, sta facendo da Cicerone a un gruppo di amici-appassionati giunti dalla Sicilia per vedere la più grande collezione italiana dedicata al mezzo di trasporto che ha contraddistinto il dopoguerra italiano: modelli unici, trofei, foto storiche e inedite da lasciare senza fiato. Immerso nel centro storico della cittadina a pochi chilometri da Macerata e a pochi passi da casa Romiti; un bomber che, negli anni ’80, ha fatto impazzire le difese di serie C e B. Lungo il suo giro d’Italia, da Nord a Sud e un unico cruccio: “Non aver mai giocato in Sicilia o Sardegna. Un anno sono stato molto vicino al Catania, Massimino mi voleva ma alla fine non se ne fece più nulla”. Mister, una carriera lunga che ha avuto inizio proprio qui a casa sua. “Giovanili a Pollenza e subito il trasferimento a San Benedetto dove ho esordito nella stagione 1977-1978 a 16 anni, in B, grazie a Nicola Tribuiani: andai in gol alla prima da titolare. In quegli anni c’erano solo due cambi e nessuna regola che favorisse i giovanissimi: per avere fiducia dovevi essere pronto. Tribuiani ha creduto in me ma sono stato anche fortunato; con San Benedetto ho un rapporto speciale: t a n t i amici, h o sposato u n a

sambenedettese (dalla quale ha avuto due figlie) e quattro stagioni uniche”. Tanti gli allenatori avuti in carriera. Quali ricorda con particolare affetto? “Ne ho avuti oltre trenta. Ricordo persone speciali come Tribuiani, Bergamasco e Maroso.Altri allenatori bravissimi ma più forti caratterialmente che a me, personalmente, non piacevano molto. E’ il caso di Nedo Sonetti, preparatissimo e innovativo, riusciva a tirarti fuori il massimo. Caratterialmente non andavamo particolarmente d’accordo alla fine decisi di andare via dalla Samb”. Prima di andare fuori regione ha girato le Marche. “Ho giocato a Macerata, Ancona e Civitanova: in pratica tutta la regione. Ma nella mia regione è stato tempo perduto. Al sud mi sono sempre sentito a casa. Ero e sono un uomo del sud, un “sudista” (sorride), sono stato benissimo. Dopo l’esperienza da calciatore a Civitanova ho deciso di iniziare il cammino fuori, sempre in C1. Principalmente al meridione dove giochi in stadi caldissimi, senti il pubblico che ti trascina: per un giocatore come me era il massimo. Non sono bene invece a Vicenza e Mantova. Non ero un uomo del nord e si vedeva; pubblico freddo e poco partecipe, totalmente diverso da dove vivono a 360 gradi l’evento: in Campania, Molise e Puglia”. Quali sono i ricordi più belli che le vengono in mente di quegli anni? “Meravigliosi come lo stadio di Salerno, pubblico incredibile, 12.000 spettatori. All’andata ero in testa alla classifica marcatori, poi un infortunio in allenamento ha pregiudicato il resto del campionato. A Barletta e Campobasso ho vinto la classifica marcatori ma anche ad Andria sono stato molto bene. In B a Taranto ho giocato con un fenomeno come Maiellaro e De Vitis, attaccante completo, due volte più forte di me. Sono sincero, non riesco a guardare i filmati di allora: sono ricordi talmente belli che fanno male”. Cosa l’ha spinta a tornare “a casa” in chiusura di carriera? “Dopo tante stagioni ho deciso di chiudere a casa mia, in accordo con il mio procuratore Enrico Fedele. L’ho fatto per avvicinarmi ma noni è stata una buona scelta. Bisogna avere il coraggio di smettere nel momento migliore ma non è facile lasciare. Soprattutto quando ti rendi conto che le squadre non erano costruite su di te ma eri solamente uno dei tanti: quello è il segnale”.

sulla panchina della Civitanovese

Una carriera chiusa con l’episodio di Macerata. “Mi dispiace molto. Col senno di poi non sarebbe dovuto accadere proprio a casa mia, episodio figlio della voglia di essere calciatore fino al termine. Bisognerebbe avere la forza di fermarsi quando è giusto per evitare situazioni spiacevoli che vanno a rovinare una carriera. A me è successo, ci ho messo una pietra sopra: avrei voluto fare il calciatore con la maturità di oggi ma ovviamente non si può avere tutto dalla vita”. Dopo vent’anni a fare gol arriva l’avventura in panchina “Anche qui ho iniziato a Pollenza. Credevo di essere capace di allenare fin da subito e invece questo ruolo si impara solo con il tempo. A Montegiorgio ho fatto degli errori, pagando cara l’inesperienza: avevo un organico veramente fantastico. Alla Civitanovese ho fatto bene ma soprattutto, dopo alcuni problemi iniziali, si è creato uno splendido rapporto creato con i ragazzi anche a distanza di anni mentre alla Jesina ho la consapevolezza di aver fatto bene e il rammarico è l’esonero nonostante il secondo posto. Infine la salvezza raggiunta con la Folgore Falerone: arrivai in una situazione difficile nella quale ho avuto modo di apprezzare una persona diretta e coraggiosa come il presidente Fermani. Contatti per tornare in panchina ne ho avuti anche negli ultimi tempi ma prendere una squadra non costruita da me è situazione che va ponderata. Vedremo.”

con la maglia della Fidelis Andria

torta sarebbe stato l’approdo in A? “Sinceramente no, conosco il mio reale valore. La mia forza era il fisico, la cattiveria agonistica e la voglia di non mollare mai. In C per molti anni sono stato al vertice, l’attaccante più pagato, il capocannoniere. Negli anni della B mi sono reso conto che ero uno dei tanti, non certamente il migliore e dunque non avrei mai potuto aspirare alla massima serie: e poi, con tutti gli operatori di mercato che girano a quei livelli, credete che se avessi avuto qualche opportunità non sarei stato notato?”. Pensieri e parole di un personaggio sincero, passionale, chiaro e mai banale. Un atleta e un uomo che ha sempre messo la faccia e il cuore in ogni cosa che ha fatto. In due parole Marco Romiti.

Quali le differenze principali tra mondo professionisti e dilettanti? “A me piace il calcio ma nei dilettanti non riesco a concepire alcune cose. Tra i giocatori dilettanti si respira ancora una passione vera che va esaltata. Il problema è che i dirigenti vogliono imitare i professionisti prendendo solo gli aspetti peggiori: gestioni autoritarie, allenatori esonerati dopo poche giornate, sospensione dei rimborsi se le cose non vanno bene”. Guardando indietro forse la ciliegina sulla

all’interno del “suo” museo dedicato alle Vespe


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ECCELLENZA

“Playout inutili? No. E vi spiego perchè”

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Il presidente Paolo Cellini: tutto legato a spareggi nazionali e ripescaggi

a più parti si è fatta avanti l’idea che i playout non servano a nulla in questa stagione. Alla luce delle retrocessioni di Real Montecchio ed Elpidiense Cascinare in Eccellenza diventano 6 le squadre ad abbandonare l’Eccellenza. Come mai vengono comunque disputati i playout? “I playout non sono affatto inutili –esordisce il presidente del comitato regionale Paolo Cellini (foto) – tutt’altro. Serviranno a stabilire una graduatoria di squadre che avranno ben due possibilità di ottenere la salvezza. La prima, più immediata, è legata alla sorte della squadra marchigiana vincitrice dei playoff, nel caso in cui questa ottenga la serie

D negli spareggi nazionale che termineranno (si tratta di un quattro gare, doppio turno andata e ritorno) a metà giugno. La seconda possibilità è invece legata alla situazione dei ripescaggi, a partire dai campionati professionistici; si tratta di una ipotesi più in là con il tempo, presumibilmente a cavallo tra luglio e agosto: tanto per intenderci sono quei ripescaggi utili a completare gli organici di categorie superiori che, a catena, vanno a condizionare forzatamente anche le serie minori. Le possibilità per le squadre che affrontano i playout (che prevedono anche una finalissima) ci sono: naturalmente, se non dovesse verificarsi nessuna delle

ipotesi presentate, saranno sei le retrocessioni. Alla luce di quanto avviene solitamente con il cammino negli spareggi nazionali e quanto avvenuto lo scorso agosto con i ripescaggi, le possibilità sono consistenti e dunque voglio assolutamente smentire la voce, assai diffusa purtroppo, sull’inutilità dei playout in Eccellenza”. C’è però un “distinguo” da fare e riguarda il Montegiorgio. “Effettivamente – conclude

Cellini – diversa è la posizione del Montegiorgio che per ottenere la salvezza ha una sola possibilità: aggiudicarsi i playout e sperare che la vincente playoff ottenga direttamente il passaggio in serie D, attraverso gli spareggi e non attraverso ripescaggio. Essendo stato ripescato lo scorso anno, il Montegiorgio infatti non può essere ammesso ad alcuna graduatoria di ripescaggio per le prossime due stagioni”.

La festa è solo RossoBlu

Samb, “ciak” in Serie D. Si riparte da Ottavio Palladini Erano oltre duemila i supporters rossoblu che hanno voluto tributare il giusto omaggio ai propri beniamini domenica 18 aprile in Piazza Chicago Heights, subito dopo la gara vinta con la Biagio Nazzaro, per festeggiare la promozione in serie D. Una serata condotta dal deejay rivierasco Gianni Schiuma, grande tifoso della Samb, che ha introdotto sul palco i principali protagonisti della trionfale stagione rossoblu. Innanzitutto il presidente Sergio Spina: “Voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa stagione di rinascita. Il mio augurio è quello di rivedere un Riviera delle Palme sempre gremito: la nostra intenzione è quella di tornare immediatamente tra i professionisti e, per farlo, ci stiamo adoperando per rinforzare una rosa già validissima con giocatori molto importanti che possano permetterci un ulteriore salto di qualità”. Innanzitutto la conferma ufficiale di Ottavio Palladini è il segnale forte di come la società abbia piena fiducia nell’organico e nello staff tecnico che ha ottenuto questo successo. In particolare il tecnico, sambenedettese doc, ha smesso i panni da giocatore dopo appena due giornate per

vestire quelli di guida tecnica, subentrando a Pasqualino Minuti dopo appena due giornate. Un girone d’andata passato ad inseguire la sorprendente Urbania, prima del sorpasso nello scontro diretto e la fuga verso una vittoria che nelle ultime venti agre non è stata mai in discussione. Per Pallaldini anche la gioia di disputare l’ultima gara della sua lunghissima carriera al Riviera delle Palme nella giornata della festa: entrato in campo nella ripresa è andato a segno dagli undici metri proprio sotto quella curva nord che lo ha sempre

sostenuto. “Per me è stato un anno indimenticabile: per l’occasione che mi è stata data ringrazio tutti, dal presidente Spina a tutti giocatori, dallo staff tecnico a tutti i dirigenti fino ovviamente ai nostri tifosi, assolutamente unici. Un’avventura che si protrarrà anche nella prossima stagione, nella quale vogliamo fare bene e per la quale stiamo già lavorando”.

I VERDE TTI ECCELLENZA

Promossa: Sa mbenedettese Playoff: Tolentino - Piano Sa n Lazzaro Jesina - Urbania Playout: Osimana - Castelfr ettese Montegiorgio - Ur bino Retrocesse: Vi gor Senigallia e Vi s Macerata

E l’Urbino sposa il solare

Sì al solare. No al nucleare”. Potrebbe sembrare uno degli slogan politico o delle tante associazioni ambientaliste che rifiutano l’atomo, ma questo chiaro messaggio a favore delle energie rinnovabili è stampato sulle nuove maglie dell’Urbino. L’originale iniziativa è frutto del sostegno di un’azienda in provincia di Ascoli Piceno, la Troiani & Ciarrocchi srl di Montepradone, prima impresa italiana della “green economy” a sponsorizzare una squadra di calcio con uno slogan così forte contro il nucleare. L’obiettivo dell’azienda picena che opera fin dal 1976 nel settore delle fonti rinnovabili, in particolare nella costruzione di impianti fotovoltaici, eolici e a biomasse non è tanto quello di farsi pubblicità, ma, come

spiega il suo titolare Renato Ciarrocchi, quello di sottolineare, a partire dai singoli territori comunali, un messaggio destinato all’Italia tutta perché “puntare sull’energia solare e sull’energia rinnovabile è una prospettiva ben più credibile, attuale e desiderabile di quella che vorrebbero muovere i paladini del nucleare”. “Siamo orgogliosi di questo abbinamento - ha dichiarato il presidente Giovanni Pagnoni - che ci permette di evidenziare un impegno civile in direzione dell’ambiente e della sua salvaguardia. Il calcio è un ottimo veicolo per promuovere un messaggio in favore del verde”.


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PROMOZIONE

Trionfo RossoVerde Belvederese in Eccellenza dopo 8 anni, per il Corridonia è la prima volta

QUI’ BELVEDERE. In Eccellenza con numeri da record: miglior attacco e difesa meno battuta, minor numero di cartellini gialli e rossi. Sì, è stato proprio un Bel...vedere il ritorno nel massimo torneo regionale della squadra del presidente Antonelli. Una gioia indescrivibile per il tecnico Maurizio Morsucci che è di San Marcello “beh, per me che vivo a 4 km da Belvedere Ostrense è un emozione unica”. Domenica 25 aprile 2010 alle ore 17,51 la Belvederese è tornata in Eccellenza dopo 8 stagioni in Promozione. Nell’ultima di campionato la cornice è stata unica: tribuna strapiena e colorata, striscioni, bandiere, sciarpe, petardi e una pioggia di coriandol rossoverdi scesi dal cielo. I ragazzi di mister Morsucci hanno dimostrato per tutto l’arco del campionato di esprimere il miglior calcio del campionato. “Quando ho capito che potevamo farcela? Siamo partiti per disputare un buon campionato – racconta Morsucci – piano piano ci

siamo resi conto che avevamo i mezzi per far bene, la vittoria sulla Pergolese, che ci ha proiettato al primo posto, ci ha fatto capire che potevamo seriamente vincere”. Quest’isola felice del calcio anconetano immersa tra le colline della Vallesina e del Misa ha compiuto un vero miracolo grazie alla grande umiltà e caparbietà del proprio tecnico-condottiero, che ha guardato con lungimiranza alle effettive possibilità che aveva in mano. “Ma ad un certo punto del campionato – precisa Morsucci – ci siamo quasi rassegnati a disputare lo spareggio, fino alla fatidica penultima giornata (New Relax – San Marcello 1-2, ndr). A chi ringraziare? Alla società che mi ha dato questa opportunità”. Morsucci, con questa promozione diretta, ha scritto una pagina epica della storia del club. Resterà anche in Eccellenza? La società gli ha fatto capire che l’anno prossimo sarà ancora il mister, lui ringrazia e al momento si gode questo magic moment.

I VERDETTI PROMOZIONE “A”

Promossa: Belvederese Playoff: Passatempese - New Relax Rio Castelfidardo - Pergolese Playout: Offagna - San Marcello Fermignanese - Camerano se Retrocesse: Vallesina e Filottrane

QUI’ CORRIDONIA. Al termine di un campionato condotto gomito a gomito con Trodica e Atletico Piceno il Corridonia targato Giovanni Ciarlantini ha tagliato per primo il traguardo regalandosi una promozione incredibilmente bella. Impresa storica: per la prima volta i colori rossoverdi del Corridonia sono in Eccellenza. La gioia è scoppiata al termine della gara disputata a Cupramarittima contro la Cuprense, la squadra che due stagioni fa sconfisse il Corridonia nella finale playoff di Promozione. Questa volta i ragazzi del presidente Sandro Procaccini possono esultare. Sulle gradinate del comunale cuprense un gruppo di ragazzi di Corridonia che vorremmo chiamare la “Tosoni band” ha fatto sentire la sua voce sostenendo la squadra per tutta la gara. E quando l’arbitro D’Ascanio di Ancona ha fischiato la fine è scoppiata la festa, poi continuata in città. Nel tradizionale ritrovo degli degli sportivi, il Bar dello Sport, all’arrivo dell’autobus con la squadra

I VERDETT I PROMOZIONE “B”

Promossa: Corridonia Playoff: Monturanese - Trodica P.S. Elpidio - Atletico Piceno Playout: Torrese - Sangiorgese Pagliare - Comunanza Retrocessa: Monticelli e Vis Carassai

a bordo un nutrito gruppo di tifosi ha fatto festa agli ‘eroi’. Cori, striscioni, bottiglie di champagne per festeggiare i ragazzi e il tecnico Ciarlantini. Non potevano mancare le istituzioni rappresentate dal primo cittadino Calvigioni e dagli assessori Siciliano e Cesca. Grande gioia per Procaccini, da circa vent’anni dirigente e da dieci presidente: “Un grazie di cuore alla squadra formata da ragazzi meravigliosi che mi hanno regalato una delle gioie più grandi della mia vita, una soddisfazioni impensabile alla vigilia del campionato”. Mister Ciarlantini, nel ringraziare i suoi collaboratori Gesuelli, Colasuonno e Francescangeli, ha voluto dedicare la vittoria alla sua famiglia e ai ragazzi che ci hanno creduto fino in fondo alla possibilità di centrare l’obiettivo. Alla sua terza stagione, dopo aver disputato per due stagioni consecutive i playoff, è arrivata con pieno merito la vittoria del campionato. Il nome di Ciarlantini resterà per sempre nella storia del calcio corridoniense.

Arbitro, professore e sindaco: è Riccardo Piccioni

Arbitri, dirigenti spesso al centro di polemiche anche astiose, risse, ma non sempre è così: i lati positivi nel calcio non mancano. Eccone uno. Riccardo Piccioni (foto), 37 anni, arbitro di calcio, vice presidente della sezione di Jesi, professore universitario e...Sindaco di Belvedere Ostrense (dal 2009). La storia ‘calcio e politica’ è appassionante. Giorgio Meschini, già sindaco di Macerata per due legislature (2000-2010) ed ex arbitro di calcio, il successore attuale Romano Carancini, buon calciatore con Santacroce, Tolentino e Cingolana. Sindaci con un’amore comune: lo sport. Luci della ribalta per Riccardo Piccioni, Sindaco di una cittadina appena tornata nel campionato di Eccellenza. Piccioni, come mai la scelta di ‘fare’ il Sindaco? “A dire la verità non era la mia aspirazione. Un gruppo di persone hanno ritenuto di individuare in me la persona che potesse dare una svolta al mio paese, Belvedere Ostrense. Io no ho mai fatto politica direttamente, non sono iscritto a nessun partito anche se rientro in un area politico-culturale abbastanza moderata, liberale. Io dico sempre che faccio amministrazione e non politica. Io sono uno storico, uno storico del risorgimento, età bellissima, sono prestato all’attività amministrativa. E quando finirò di fare il sindaco tornerò ai miei studi”. Un sindaco arbitro non è cosa da tutti i giorni. Da quanti anni si diverte con il fischietto?

“Io ho fatto il corso arbitri nel ‘90/’91, ho esordito nel campionato giovanissimi nel gennaio del ’91: sono quasi vent’anni che arbitro ed ancora continuo ad arbitrare. Sono a disposizione del comitato regionale Marche, arbitro in Prima categoria. Quando non sono impegnato vado in Seconda o Terza categoria, settore giovanile: mi diverto. Faccio allenameno, faccio sport, mi tengo in forma, libero la mente dalle mie attività, va bene così”. Quante partite ha diretto? “Ho perso i conti. In vent’anni di attività penso di aver superato le mille gare”. Quale partita le ha dato più soddisfazioni? “Non solo una ma più di una. Sicuramente il periodo degli scambi interregionali. Ho viaggiato in tutta Italia, ho conosciuto realtà diverse, mentalità e culture diverse, amici assistenti di altre regioni. Ricordo con una certa malinconia le partite al sud perche c’era un calore, un’atmosfera che si fa difficoltà a raccontare. Sicuramente ricordo con piacere Saviano-Somma Vesuviana, a Napoli, con oltre duemila persone, un derbyssimo che non dimenticherò mai”. Deluso per non aver scalato la serie C oggi Lega Pro? “Assolutamente no per un semplice motivo: perché quelli che sono saliti erano più bravi di me”. Arbitrare è pur sempre una gran bella soddisfazione? “Io sono un arbitro, non mi piace dire ‘sessantottino’. Conosci quei professori che

cercano di accattivarsi le simpatie dei loro allievi con sorrisetti. Io sono un arbitro molto rispettoso, ma sono fiscale. Per me il regolamento è sacro. Quando sbaglio voglio sbagliare con la mia testa”.

Il rapporto con i dirigenti? “Ne conosco tanti da Pesaro ad Ascoli, quando arbitro mi rispettano. Non ho amici nè nemici”. In un paese piccolo come Belvedere, i ragazzi la individuano non solo come professore, sindaco ma anche come arbitro? “Io vorrei che proprio i ragazzi pensassero di più a come è bello fare l’arbitro. A Belvedere ancora nessuno ragazzo mi sta seguendo mentre sono molto interessati per un Sindaco così giovane, mi riconoscono con i miei occhiali bianchi. Io per loro voglio essere una guida”. Arbitro, Sindaco, professore universitario: le divide mai queste tre attività? “Sempre. Quando vado in campo non sono professore, non mi piace fare il professore e non lo faccio e ovviamente non voglio che si parli del Sindaco. Quando sto in Comune penso solo ai miei cittadini e lascio da parte il fischietto. Con i miei concittadini non servono i cartellini ma il dialogo. Quando insegno all’Università non mi atteggio ad arbitro, faccio il docente che spera di trasmettere quelle nozioni indispensabili per la crescita culturale dei giovani”. (Enrico Scoppa)


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MORENO MORBIDUCCI

Il “gemello” del gol

Veloce, rapido, uno spauracchio per le difese avversarie. I primi gol nel Santacroce poi la serie A

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omincia a dare i primi calci al pallone nel Santacroce guidata dal compianto presidente Claudio Molinari e dal suo braccio destro Gildo Elisei. Molinari e Elisei, in pratica, lo hanno visto nascere e crescere, calcisticamente parlando. Moreno Morbiducci, nasce il 31 ottobre 1961 da papà Umberto, Nino per gli amici, e mamma Anna. Moreno conta anche due fratelli: Armando e Roberto. Fin dalle sue prime apparizioni nel mondo del calcio impressiona tutti per la sua abilità, destrezza e intelligenza divenendo un vero spauracchio per le difese avversarie. Il suo primo maestro, Sergio Macellari, ex punta della Maceratese, stravede per lui. Dai pulcini, allora NAGC (nucleo addestramento giovani calciatori), fino alla prima squadra del Santacroce il genietto si fa apprezzare per le sue reti, sempre bellissime. Il ragazzino cresce e tutti lo vogliono in biancorosso tanto che la società, il Santacroce, decide di cederlo al primo club della città dove si forma la famosa coppia Pagliari-Morbiducci, i “gemelli del gol”. Il baby anche in biancorosso regala emozioni fortissime, nessuno degli sportivi maceratesi dimenticherà mai il gol messo a segno nel derby Maceratese-Civitanovese (1-0 in favore dei biancorossi), di fronte a dodicimila spettatori: è la stagione ‘81/’82 quando inizia l’epopea Morbiducci. La gente impazzisce per lui, le società professionistiche non si fanno scappare l’occasione. Lascia Macerata per andare a Perugia dove indossa per tre stagioni consecutive la maglia del Grifone prima di approdare a Como in serie A. Con i lariani resta una stagione firmando 3 reti. Nel debutto gonfia la rete dell’Ascoli di Mazzone. Dopo Perugia ecco Parma quindi Cesena. Un lungo infortunio alla spalla ne riduce il suo rendimento, finisce al Gubbio in C2 dove rimane per tre stagioni, quindi Olbia (C2), Gallarate in serie D e Mendrisio (C2). La carriera si conclude, ma senza calcio Morbiducci non resta. Torna a lavorare nella scuola calcio Giovanni Pagliari, tre stagioni, e da due stagioni è alla guida dei baby della Maceratese: pulcini e giovanissimi e secondo con la prima squadra. di Enrico Scoppa

Bellissima carriera, quanti ricordi? “Tanti, ho vissuto momenti importanti che non dimenticherò mai. Sono veri marchi che ti restano impressi e che difficilmente dimentichi” .

Dai gol firmati nel settore giovanile con il Santacroce a quelli firmati in tutte le categorie professionistiche, c’è differenza? “Assolutamente no. Anche in questo caso ogni gol ha un peso, una valenza, un ricordo. Ogni gol è diverso dall’altro, ogni gol è una grande emozione. Ricordo sia quelli messi a segno con il NAGC che quelli firmati in serie A”. Il tuo primo gol in serie A , che ha deciso Como-Ascoli, lo conservi nell’angolo dei bei ricordi? “Lo ricordo come ricordo bene quello che decise il famoso derby Maceratese-Civitanovese. Sono stati, ripeto, tutti meravigliosi. Forse quello segnato all’Ascoli lo ricordo con maggiore affetto perchè è arrivato dopo una settimana indimenticabile. La domenica giocai al ‘Curi’ con il Perugia, il mercoledì vengo a conoscenza del mio trasferimento a Como e la domenica arriva il gol contro l’Ascoli. Incredibile”.

sport che adoro”.

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Dopo tanti anni di calcio che conta come ti trovi ad allenare i pulcini della Maceratese? “Bene. Sto lavorando con la passione di chi sa di dover fare un lavoro importante con le giovani leve e chissà se tra questi ragazzini non crescano talenti di grande spessore”. Quanto conta il maestro per un giovane calciatore in una fase così delicata della sua formazione? “Una bella domanda. I giovani vogliono vedere il maestro alla prova, che sappia dimostrare le sue qualità. Ecco allora che necessita di un maestro nel vero senso della parola”.

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Dal Santacroce al Como senza dimenticare Perugia, Gubbio, Cesena, Parma con tanti allenatori, tanti maestri. C’è un mister che ricordi con più affetto? “Tutti mi hanno insegnato qualche cosa di importante, vorrei ricordarli senza dimenticare nessuno: Marco Bozzi, Pino Brizi, Frosio, Sacchi, Bigon, Giagnoni. Grandi maestri nell’insegnare calcio vero”. A Parma hai avuto la fortuna di lavorare con Arrigo Sacchi. Qual’ è il tuo giudizio sull’ex allenatore del Milan? “Un grande e basta. Un maestro inimitabile che ti fa lavorare con proposte di lavoro mai identiche, sempre alla ricerca del nuovo”. Si ti guardi indietro cosa ti viene da pensare? “Che il calcio mi ha regalato emozioni forti. La vincita di una partita, di un campionato, momenti di grande emozione gratificano per il grande lavoro che un calciatore fa durante la settimana, il mese, durante l’anno. E’ uno sport meraviglioso il calcio, uno

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Nome: Moreno Cognome: Morbiducci Nato a: Macerata il 31/10/1961 Ruolo: Attaccante Ha giocato con: Maceratese, Perugia, Como, Parma, Cesena e Gubbio

4 1 - da sx Giovanni Pagliari, Giammario Cappelletti in Maceratese-Civitanovese dell ‘81 finito 1 - 0, gol di Morbiducc 2 - NAGC del Santacroce, Morbiducci è il 6° da sx accosciato 3 - con la maglia del Perugia in B 4 - Lazio-Como in serie A Morbiducci esulta dopo il gol


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Samb: 80 (e passa) voglia di D, Vigor e Vis giu’ Potere Portorecanati. Acquaviva e Acquasanta? No, champagne A cura di Marco Spadola

SAMBENEDETTESE 10: Con larghissimo anticipo ha messo le ali per ritornare in palcoscenici più consoni alla sua storia. Più di 80 i punti conquistati: ciclone rossoblu! BELVEDERE 10: Venti vittorie e 10 pareggi per approdare in Eccellenza. E’ proprio un bel… vedere!

CORRIDONIA 10: Al fotofinish lo scatto decisivo per correre in…Eccellenza! PORTORECANATI 10: Ha vinto il campionato con più di 20 punti di vantaggio sulla seconda. Devastante!

ARQUATA 10: Per il salto in Promozione anche l’esordio del grande Stefano Tacconi.

Party!

MICUCCI (Falconarese) 10: Dopo un anno il ritorno in Promozione. Sul trionfo i 24

autografi del bomber. Mitraglia!

CUPRAMONTANA 10: E’ in vacanza da settimane e con la testa già in Prima categoria. Dominio assoluto!

MERCATELLESE-SANGIORGESE-MAROTTA 10: Sono le 3 pesaresi salite sul gradino più alto del podio in Seconda categoria. Oro colato!

S.M. APPARENTE-FIUMINATA-SERVIGLIANO 10: Chi in volata chi da tempo: obiettivo centrato. Tutte promosse a pieni voti!

SPORTING ACQUAVIVA-ACQUASANTA 10: Niente acqua c’è da scommetterci per

festeggiare il salto in Prima. Champagne!

PRINCIPI (Castelfrettese) 10: La Castelfrettese va ai playoff, lui con ben 22 perle sale

ancora sul trono dei cannonieri. Principe!

ACHILLI (Servigliano) 10: In area di rigore comanda lui: 29 le reti realizzate. Scarpa d’oro! ROLON A. (Cagliese) 10: Dei 43 gol insaccati dalla Cagliese, 23 portano la sua firma. Chapeau!

PEZZOLI (Atletico Piceno)-BRUGNETTINI (Lunano) 10: 24 cartucce sparate. Piedi armati!

ACERO (Canavaccio)-PESARESI (Riviera) 10: Di piede o di testa fa poca differenza. Sono 22 le prodezze personali. Applausi!

AMADEI (Montelabbate)-ALESI (Castignano) 10: Insieme sono 44 i palloni che hanno spedito in fondo al sacco. Spietati!

VIGOR SENIGALLIA-VIS MACERATA 5: A braccetto finiscono in Promozione. Arrivederci!

REAL MONTECCHIO-ELPIDIENSE CASCINARE 4: Addio ai professionisti. Disastro!

FILOTTRANESE-VIS CARASSAI-VALLESINA-MONTICELLI 4: E’ finito un annus

horribilis!

BELFORTE-CERRETO-CALDAROLA-ACQUAVIVA 4: Una dopo l’altra, sprofondate! ACQUALAGNA-AVIS GRADARA-VICTORIA STRADA-MONTESANTOS.M.PETRIOLO-TIRASSEGNO-AZZURRA COLLI-SP.FOLIGNANO 4: La Terza categoria è realtà. Horror!


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N. 10 - Aprile 2010 I VERDETT I

Secon

da categoria “C” Promossa: Marotta Playoff, Playout e retroc essa ancora da definire al momento della stampa

Marotta show, bentornato in Prima Il segreto? Un mix di giocatori di qualità e un allenatore vincente

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l sogno si è avverato all’ultima giornata. Al termine di un campionato dominato il Marotta è ritornato in Prima categoria. Una stagione maiuscola ma che i passi falsi delle ultimissime giornate stavano per vanificare. I

rossoblu si sono presentati al match decisivo contro il Senigallia con soli 2 punti di vantaggio sul Della Rovere e dopo aver fallito il match point nella trasferta di Brugnetto. Non c’è stata storia, i ragazzi di Polverari davanti al proprio pubblico hanno tirato fuori una prestazione straordinaria. Addirittura 4 gol in appena 50 minuti. Poi grande festa, una festa che i tantissimi tifosi e la società aspettavano da tempo. “Siamo davvero molto contenti – sottolinea l’amministratore delegato Sergio Sgammini – per aver centrato questa promozione al termine di un campionato, come sapevamo, difficile. La squadra quest’estate è stata impostata per far bene, per arrivare almeno ai playoff. Durante la stagione abbiamo capito di poter anche vincere

il campionato. Insomma non è un successo inaspettato”. Un trionfo che ha le radici nel nuovo assetto societario, con l’ingresso del presidente onorario Sauro Bianchetti. “Sicuramente. Un progetto importante che nasce dalla volontà dei vecchi dirigenti di coinvolgere in società ex giocatori del Marotta che hanno saputo portare idee ed entusiasmo. E poi ovviamente l’ingresso di forze importanti ci ha permesso di ragionare in grande”. Una dirigenza in grado di allestire una squadra straordinaria, un mix tra giovani di belle speranze e giocatori che sono un lusso per la categoria: Conti, Rossi Berluti, De Filippi, Polverari e il bomber Nobilini, solo per citarne alcuni. “Abbiamo confermato gran parte del gruppo formato da tanti ragazzi del nostro vivaio, al quale sono stati aggiunti giocatori di valore ed esperienza che si sono calati con umiltà ed impegno nella categoria. Gran parte del merito va a mister Polverari, bravo a plasmare la squadra e a dargli una mentalità

vincente”. C’è da aspettarsi un Marotta protagonista anche in Prima categoria? “E’ presto per parlarne ma sicuramente vogliamo far bene anche nella prossima stagione e per questo cercheremo di confermare questo gruppo vincente”. (Marco Spadola)

Mercatellese, 5 anni dopo altra festa-promozione D

opo due anni la Mercatellese dei presidenti Tomei e Rocco ritorna in Prima categoria. Come nella precedente promozione avvenuta cinque anni fa si è dovuto combattere con la rivale storica, il

Peglio, che non ha mai mollato fino all’ultima giornata. Fin dalle prime giornate si è avuta la sensazione che questo sarebbe stato l’anno buono tant’è che alla fine del girone di andata c’era un distacco di sette punti dal Peglio. Il girone di ritorno è stato un po’ sofferto a causa dei numerosi infortuni che hanno colpito soprattutto il reparto d’attacco ma la tenacia dei ragazzi di Mercatello ha avuto il sopravvento su tutte le avversità. Lo score: 64 punti, 18 vittorie, 48 gol fatti. La squadra è composta da quasi tutti calciatori del posto ad eccezione

di alcuni che sono stati presi per ovviare alla mancanza di alcuni ruoli scoperti. Non ci sono giocatori migliori o peggiori da citare perché tutti hanno dato il loro apporto a questa vittoria. Una dedica speciale, per questo trionfo, va alle famiglie dei presidenti e dei dirigenti: l’impegno di seguire la squadra ha sottratto tempo prezioso per stare con i loro cari. La ROSA: Portieri: Dall’Ara Daniele, Bededetti Manuel, Piccinini Michele; Difensori: Antoniucci Marco, Cappelloni Danilo, Ugolini Damiano, Gorgolini Enrico, Spina Evert, Ottaviani Daniele, Evangelisti Massimo, Pulci Filippo; Centrocampisti: Bicchiarelli Steve, Cruciani Daniele, Amantini Elia, Brincivalli Davide, Riminucci Marco, Occhineri Giulio, Pasciullo Diego; Attaccanti: Ciaffoni Ivan, Cruciani Luigi, Cellini Simone, Matteucci Andrea, Garavani Andrea, Cretì Nicola. Allenatore: Sbrega Luca Armando.

La SOCIETA’: Presidenti: Tomei Alberto e Rocco Luigi; Dirigenti: Corsini Luigi, Bonci Enrico, Sbrega Giorgio, Bricca Raoul, Corsini Gabriella, Ugolini Roberta, Bartolucci Luigi, Di Lorenzi Vittorio, Sansuini Gabriele, Pierantoni Demis.

I VERDETT I PROMOZIONE “B”

Promossa: Corridonia Playoff: Monturanese - Trodica P.S. Elpidio - Atletico Piceno Playout: Torrese - Sangiorgese Pagliare - Comunanza Retrocessa: Monticelli e Vis Carassai


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PESARO

Babbucce in festa (grazie al Pietrarubbia)

Villa Fastiggi, che doppietta: Coppa e campionato Arriva la promozione in Seconda categoria

“Il futuro? L’intenzione è quella di confermare allenatore e giocatori”

H

anno vinto ma non hanno festeggiato subito perché hanno dovuto attendere il risultato di Montecopiolo, poi sconfitto in casa dal Pietrarubbia. Una gioia a scoppio ritardato quella del Babbucce che torna nel campionato di Seconda categoria. “Nonostante la vittoria – racconta il presidente Davide Bacchiani – non abbiamo pensato a festeggiare, dovevamo attendere il risultato di Montecopiolo che in caso di vittoria avrebbe rimesso tutto in discussione con l’ovvia conseguenza di giocarci tutto fino all’ultima giornata. Solo nel tardo pomeriggio di domenica (11 aprile,

ndr) quando ho appreso il risultato del Montecopiolo ho contattato i giocatori che poi sono andati a Pesaro a festeggiare. Una volta coscienti del risultato siamo stati felici di questa vittoria che ci ha aperto le porte della Seconda categoria, adesso ci godremo questa gioia. Il futuro? Non abbiamo fatto progetti a lunga scadenza, l’idea sarebbe quella di confermare tutta la rosa e l’allenatore anche se bisognerà valutare la disponibilità di tutti. Ovviamente valuteremo l’opportunità di qualche rinforzo, il salto di categoria sarà impegnativo, ma vogliamo essere in grado di dire la nostra”.

I VERDETT I Terza categoria “A”

Promossa: Babbucce Playoff: Sestino-Athletico Tavullia

La “vittoria del paese” La Sangiorgese di Vittorietti festeggia la Prima categoria

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a Sangiorgese strappa il biglietto di sola andata per la Prima categoria. Che gioia per il presidente Piergiorgio Vittorietti: “Una vittoria per il paese”. Nel successo in trasferta della sua squadra sul Montefelcino per 3-1 all’ultima di campionato, non c’è stato solo l’entusiasmo di una vittoria dal sapore molto speciale che ha significato promozione diretta, ma la passione vera per il calcio del presidentissimo Vittorietti, oggi 63enne, ma vero personaggio del territorio poichè ha militato nel Fano e in altre blasonate società della provincia giocando fino a 42 anni. E sempre per questa sua viscerale passione nel 2001, con lo scopo di far giocare i ragazzi del suo paese, ha fondato la Sangiorgese. “Quando giocavo ho vinto 7-8 campionati – racconta Vittorietti – ma non è paragonabile alla felicità provata ora, quando a vincere è la squadra del tuo paese. All’ultima partita del campionato sono venuti in trasferta due pullman e molte auto per sostenerci. Per i festeggiamenti ci siamo concessi una cena ad Orciano, anche perché in paese c’era il patrono quindi abbiamo preferito aspettate

un’occasione migliore per festeggiare insieme alla comunità. Per la prossima stagione abbiamo già confermato tutta la rosa e il mister Rossi, in squadra abbiamo alcuni giocatori che possono dare un ottimo contributo qualitativo, in più puntiamo su alcuni giovani promettenti che hanno voglia di giocare ed impegnarsi”.

I VERDETT I Seconda categoria “B”

Promossa: Sangiorgese Playoff: Audax Montefelcino-Olimpia Cuccurano Usav Pesaro-Maior Spareggio salvezza: Sammartinese-Isola di Fano Playout: Fanano-perdente spareggio salvezza Santa Veneranda-Fortuna 78 Retrocessa: Avis Gradara

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na stagione indimenticabile per il Villa Fastiggi, promosso in Seconda categoria e con la Coppa Marche in bacheca. Ma facciamo un po’ di storia. L’Asd Villa Fastiggi è una società di Pesaro nata nell’estate del 2008 per iniziativa di un piccolo nucleo di ragazzi del quartiere (Giusti, Agostini, Cardinali) decisi a riportare il calcio sotto le proprie case, dopo che per una serie di fusioni e eventi era sparito. Il vittoria del campionato di Terza categoria nome della società non poteva quindi che girone B è stata affiancata da un’altrettanto rispecchiare l’identità del piccolo centro bella ed entusiasmante corsa in Coppa urbano. I tre ragazzi facente parte del piccolo Marche dove anche qui la squadra è riuscita gruppo fondatore allargano l’organigramma a portare a casa un grande successo vincendo societario coinvolgendo amici e persone con tutte le partite compresa la finalissima qualche annetto in più, sempre rimanendo contro la Palombese di Macerata. Difficile fedeli all’idea di costruire una grande citare qualche giocatore in particolare, difesa famiglia motivata dallo spirito di riportare migliore del campionato e secondo miglior a casa tanti ragazzi sparpagliati a giocare attacco danno la dimensione di questa in tutta la provincia. Obiettivo raggiunto! corazzata a cui ha tenuto testa solo un bravo La squadra viene iscritta al campionato di Villa Ceccolini che si è dovuto arrendere solo Terza categoria e la prima stagione ha come per via delle sconfitte negli scontri diretti dei risultati principali serietà e gruppo solido, si 3 derby disputati tra coppa e campionato. lavora responsabilmente e la società regge Grande gioia per la giovane società e per bene agli assestamenti interni e esterni, dal un gruppo di ragazzi che ha creduto in un 2009/2010 poi le cose si fanno interessanti: la progetto diverso non basato sul vile denaro squadra si rinforza ulteriormente sia a livello ma su lavoro, serietà, amicizia e passione. umano che tecnico mantenendo la stessa L’obiettivo adesso è proseguire così anche filosofia. I risultati arrivano, in Seconda categoria la squadra guidata da mister facendo crescere ancora I V ERDETTI Todde prende la testa della questo gruppo sulla base classifica alla prima giornata Terza categoria “B di sani valori. ” Promossa: Villa di campionato e non la Fastiggi molla mai, collezionando Playoff: 19 successi 4 pareggi e S.Angelo-Villa Ceccol ini una sola sconfitta. Non TS Verniciatura-Gabic ce Mare dimentichiamoci che questa gloriosa cavalcata verso la

Calcinelli in Seconda. E non per Sport “Vogliamo restare in categoria e non vediamo l’ora che inizi il campionato”

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alcio e non solo. E comunque è festa doppia. Lo Sport Calcinelli, al secondo anno di Terza, conquista la Seconda categoria. E le soddisfazioni arrivano anche dalla squadra di calcio a 5, promossa in C2. Sì perchè lo Sport Calcinelli è una sorta di Polisportiva (calcio, calcio a 5 maschile e femminile, pallacanestro, ora anche podismo), ma è il pallone a undici quello che ha impressionato gli addetti ai lavori: la squadra di mister Massimo Rosati ha viaggiato sempre al primo posto con oltre 70 gol fatti annichilendo il proprio girone (C). Il presidente è Gianluca Roscini, 29 anni: “Quest’anno abbiamo provato a vincere il campionato e ci siamo riusciti racconta – ancora siamo scottati dall’anno scorso, quando abbiamo perso ai playoff”. Squadra votata all’attacco e con una difesa bunker, capocannoniere è Matteo Barbaresi, 18 gol. “Il mister è bravo e ha lavorato bene – sottolinea Roscini – ha dato un bel gioco alla squadra”. Ora si programma l’avventura in Seconda categoria. “Il futuro? Mi dicono che sono un presidente tirato – ammette ridendo – ma è importante tenere d’occhio i conti. Il futuro del calcio a questi livelli dovrà essere solo quello di tornare a giocare per la maglia riscoprendo la passione vera

per questo sport. Per la prossima stagione ci aspetta un campionato duro, ricco di derby, e per questo non vediamo l’ora che inizi”.

I VERDET TI Terza categoria “C ”

Promossa: Sport Cal cinelli Playoff: vincente spareggio pla yoff-Real Cagli Real Marotta-Delfino Fano Spareggio Playoff: Futura 98 - Valcesano


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PESARO

SAMMARTINESE

CITTà FUTURA

Quando un sogno diventa realtà I giovani di mister Tiberi centrano il traguardo playoff Sabato 10 Aprile 2010 ore 17:00 – Palestra Pan del Bruscolo. L’arbitro sancisce con il triplice fischio finale la conclusione di una partita di calcetto ed in campo impazza la festa; echeggia il rumore del tappo di una bottiglia di spumante, il cui dolce sapore sprizza sul viso e sul corpo di un gruppo di ragazzi che esultano e si abbracciano. Si festeggia la matematica certezza, a due turni dal termine del campionato, di partecipare alla fase finale di playoff a quattro per il titolo regionale di categoria. E’ il lieto fine di una storia iniziata da pochissimo tempo, iniziata dal nulla. Correva il mese di agosto 2008 quando Volfango Tiberi personaggio conosciuto nell’ambiente per il suo lavoro con il quale intrattiene rapporti commerciali con varie società sportive, sia per esser stato tra i fondatori ed ideatori del progetto Scuola Calcio Azzurra – Inter campus, fonda CITTA’ FUTURA C/5. L’idea di una nuova disciplina parte dalla consapevolezza di poter aiutare tanti ragazzi che una volta arrivati nella fase dei 18 anni, se non hanno qualità calcistiche rilevanti, si trovano fisiologicamente al capolinea nel calcio. La spinta definitiva a realizzare il nuovo progetto per aggregare ragazzi in un’età ancora molto delicata diventa più forte perché tra di loro c’è anche un figlio. Si punta soprattutto a far divertire e stare bene insieme i ragazzi, ben sapendo che l’avventura agonistica presenterà invece difficoltà enormi in quanto il girone a carattere regionale comprende squadre che hanno una storia decennale quali Cus Ancona, Jesi, Falconara, Fano, Urbino, Fabriano con una militanza in categorie prevalentemente di serie B e C. Città Futura è il nome che viene dato alla nascitura società, il suo significato echeggia l’idea di tanti cittadini del territorio che vedono possibile una aggregazione tra gli attuali comuni di S. Angelo in Lizzola, Colbordolo e Montellabbate per dar vita ad un comune unico, appunto la Città Futura. La dirigenza ha voluto anche intraprendere un percorso di tecnologia applicata allo sport, in quanto ogni gara di campionato viene riproposta con le

principali azioni ed interviste nel sito ufficiale della società www.cittafuturainfo.it, che è anche il sito del omonimo circolo culturale. La soddisfazione generale per aver centrato gli obiettivi sia tecnici che sociali è stata possibile grazie all’impegno di un gruppo di amici che si sono adoperati al seguito della squadra. In primo luogo Walter Stazi team manager e vera anima del gruppo, Stefano Gattoni responsabile del sito internet, i vicepresidenti Alvaro Filippini e Massimo Pentucci, Ader Sigilli dirigente accompagnatore e il presidente onorario Maurizio Testaguzzi. Ma i protagonisti assoluti rimangono i ragazzi: - Primi classificati nella classifica coppa disciplina (tre sole ammonizioni in 30 gare ufficiali) - Comportamento ed impegno nel corso delle gare e all’interno del gruppo - Sano ardore e tenacia agonistica in campo fino all’ultimo secondo. Alla fine un risultato sportivo inatteso che i ragazzi hanno saputo far diventare una piacevole realtà. C’è uno slogan che loro amano ripetere in questi giorni “la nostra è stata la vittoria di un gruppo di amici, non di un gruppo di fenomeni”. Forse questo è ancora il vero significato dello sport e forse anche il vero sale della vita. LA ROSA Portieri: MICCIO Alessandro, FERRAZZANO Luigi Difensori: ESCALONA Miguel – TESTAGUZZI Giacomo – STOICEVIC Valdan Esterni: TIBERI Matteo – BOCCHICCHIO Matteo – FILIPPINI Andrea PENTUCCI Alessandro – INFANTE Ivan – ALGUET Mounir Attaccanti: GATTONI Marco – GIORDANO Paolo – BOZZETTO Vincenzo Allenatore: TIBERI Volfango Allenatore in seconda: BOCCHICCHIO Salvatore

Francesco Marini - dirigente

Mattia Bernardini - dirigente

Arrivano le nozze d’argento Quasi un quarto di secolo per la formazione forsempronese

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d un anno di distanza, la Sammartinese si prepara a festeggiare i 25 di attività. Il presidente Michele Marcuccini ci illustra la storia della società. Nasce nel 1986 ad opera di quattro fondatori, tra cui spicca Roberto Buoncompagni, per anni direttore sportivo e anche allenatore, anima della società. Ormai sono un pò di anni che non è più in organico, ma continua a darci dei suggerimenti e a seguire la squadra. E’ proprio con lui in panchina che la società dopo anni di Terza categoria, nel 2004 fa il salto in Seconda dove milita oggi. Lo spirito che animò 25 anni fa i fondatori, e che rimane tuttora, è quello di creare un polo di aggregazione giovanile dove far divertire e svagare i ragazzi della

“Ora siamo

una realtà, grazie anche all’attenzione delle istituzioni locali”

zona. Uno dei momenti migliori della sua storia, la Sammartinese lo ha vissuto lo scorso anno con il successo nei playoff e il conseguente accesso alla fase inteprovinciale dove, i ragazzi di mister Daniel Paoloni, sono stati superati da Cluentina e San Marco Servigliano, quando al sogno della Prima categoria mancava veramente molto poco. Questo però non ha affatto modificato la politica societaria che continua ad essere estremamente legata al territorio e ai rapporti interpersonali. Quando hai preso le redini della società e cosa ci puoi dire della tua gestione? Io sono presidente dal 2006 - afferma Michele Marcuccini - prima militavo nella Sammartinese come giocatore, poi in seguito ad un infortunio, ho deciso di ricoprire questa carica per poter rimanere in società, che per me significa anche amici e tanto divertimento. Per quanto riguarda la Samamrtinese oggi possiamo dire di essere una bella realtà del territorio, non dimenticando di ringraziare sia l’amministrazione che l’U.S. Fossombrone per il campo in sintetico dove disputiamo gli incontri e per le nuove strutture degli spogliatoi.


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PESARO

Qui il terzo tempo è una realtà Squadra giovane e attenzione al sociale per uno stile unico. Questo è l’obiettivo del presidente Valter Giangolini possibile. In sintesi la società intende continuare sulla strada dei giovani che riteniamo interessante: a sostegno di questa proficua impostazione anche la squadra juniores, capoclassifica nel proprio girone”.

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n bel pomeriggio di aprile, ci accolgono al campo sportivo il presidente Valter Giangolini e il segretario Giorgio Capodagli. La prima cosa che domandiamo al presidente è ovviamente un parere sulla prima squadra, che milita nel girone A di Prima categoria. “Siamo molto soddisfatti del nostro campionato: abbiamo formato una squadra composta prevalentemente da giovani. Metà della rosa è composta da giocatori nati dopo il ’90 e i nostri “vecchietti” sono due classe ’82. Non era facile ricominciare dopo una retrocessione dalla Promozione come quella arrivata lo scorso campionato, ma abbiamo deciso di cambiare filosofia e i risultati hanno pagato. Siamo ripartiti con un allenatore giovane come Davide Omiccioli, alla sua prima esperienza in Prima categoria. Il nostro unico obiettivo era quello di conquistare una salvezza quanto più tranquilla

Presidente, oltre al calcio prestate attenzione anche al sociale? “E’ proprio questo lo spirito che anima la società. Da tempo abbiamo stretto una forte collaborazione con l’Avis e molti nostri tesserati sono donatori. Ci stiamo dotando di un defibrillatore da tenere a bordo campo, assolutamente indispensabile in un campo sportivo. Ma quello che ci rende orgogliosi è il terzo tempo, organizzato ormai da un paio di anni. Ogni partita casalinga (sia in caso di vittoria che di sconfitta) si conclude con un piccolo spuntino offerto a tutti i giocatori per stemperare le tensioni della gara e dare una dimensione veramente sportiva all’evento”.

la prima squadra che milita in Prima categoria A

Non solo in mezzo al campo ma anche fuori il S.Orso ha una idea chiara di ciò che vuole essere il proprio impegno sportivo: un obiettivo non solo rivolto ai risultati ma anche a tutto ciò che circonda l’ambito strettamente sportivo, con iniziative sociali e non solo che riconciliano con il vero valore educati covo dello sport.

la formazione Juniores


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N. 10 - Aprile 2010 I VERDETT I Prima categoria “B”

La Falco riprende il volo

Promossa: Falconarese Playoff: Ostra-Loreto Monserra-Apiro Playout: Osimo Stazione-Nuova Folgore Chiaravalle-Borghetto Retrocessa: Cerreto

La squadra di patron Bastianelli torna in Promozione Bussoletti: “A 35 anni una soddisfazione che non scorderò mai”

di Daniele Spina

A

l termine dell’amara retrocessione dello scorso anno, maturata al termine degli sfortunati playout con la Passatempese, il presidente Damiano Bastianelli l’aveva promesso: “Faremo di tutto per fare tornare la Falco nel calcio che torna”. Nessun proclama, nessuna dichiarazione roboante, solo la promessa di un impegno concreto. Impegno già confermato con il mercato estivo, che grazie anche al rinnovato sodalizio con Mc Donald’s ha visto la possibile riconferma di tanti pezzi pregiati dell’organico della Promozione oltre all’arrivo in biancoverde di ragazzi di valore quali, tra gli altri, Menchi, Guazzarotti e Lombardi. Eppure l’inizio non era stato di quelli auspicati, a causa anche di tanti pareggi che hanno rallentato la marcia dei falchetti. A fine dicembre la sofferta decisione di sollevare dall’incarico mister Tenenti e tentare la carta Davide Finocchi, tecnico esperto e vincente, reduce dall’esperienza nelle giovanili dell’Ancona. La mossa, unita ad un mirato mercato di riparazione dicembrino, si è rivelata azzeccata: i biancoverdi hanno messo insieme 15 risultati utili di fila, 12 dei quali vittorie. Nell’ultima giornata, al termine di un avvincente rincorsa, si è potuto festeggiare la vittoria del campionato con un solo punto di vantaggio sul Loreto. Il successo appare però legittimato dai numeri: i falchetti vantano infatti anche il maggior numero di vittorie (16), il minor numero di sconfitte (solo 4), il miglior attacco (55 reti), miglior

differenza gol (+29) e il bomber del campionato: Willy Micucci, autore di 25 centri. “E’ un grande orgoglio per noi – è il commento dopo la decisiva vittoria sul Cerreto del presidente Bastianelli –. Tutti meritano un grande plauso, la squadra, il mister e la società, perché se si vince vuol dire che ogni componente ha svolto bene il suo ruolo. Un plauso anche alle nostre avversarie che ci hanno dato battaglia, e a tutte le squadre che onorando fino all’ultimo il campionato hanno reso possibile la nostra rimonta”. Finocchi e Bussoletti. “Il nostro merito è stato crederci, solo così abbiamo potuto raccogliere 41 punti su 48 a disposizione, azzerando un gap di 14 lunghezze dal primo posto” ha aggiunto invece mister Davide Finocchi. “Una gioia grandissima – è il commento a caldo di capitan Emanuele Bussoletti, che lo scorso ottobre ha festeggiato anche le 500 presenze con la maglia della Falconarese –. E’ il coronamento di un sogno, arrivato dopo una cavalcata eccezionale. La rosa era già competitiva dall’inizio, e con i ritocchi del mercato di riparazione e il cambio di mentalità portato da mister Finocchi abbiamo trovato la quadratura del cerchio. Spero che tutti si rendano conto della portata della nostra impresa, perché è cosa che capita raramente nella carriera di un calciatore. Per me, a 35 anni, aver contribuito ancora da protagonista a riportare i falchetti in Promozione è una soddisfazione che non dimenticherò mai”.

E’ nelle periferie che nasce l’arbitro di domani Il presidente nazionale dell’AIA ospite della sezione di Jesi JESI - Marcello Nicchi, presidente nazionale dell’AIA (associazione italiana arbitri), ha fatto visita nei giorni scorsi alla dinamica sezione di Jesi. E’ stata una gran bella festa pilotata con grande bravura dal presidente di sezione Gustavo Malascorta e dai suoi collaboratori guidati dal vice presidente Riccardo Piccioni. E’ stata l’occasione per parlare di arbitri, del momento che sta vivendo l’associazione e delle novità che si profilano all’orizzonte. Presidente Nicchi, qual è lo stato di salute della classe arbitrale italiana? “Direi che gode di ottima salute, e questo lo possiamo verificare ad ogni latitudine: basta guardare l’entusiasmo che c’è stato in questa occasione a Jesi e ci si rende subito conto che non sono chiacchiere ma fatti”. Come va il reclutamento? “Va molto bene. Anche quest’anno abbiamo fatto un corso nazionale con oltre seimila partecipanti di cui almeno quattromila hanno ottenuto l’abilitazione. Non mi preoccupo del reclutamento a livello di numeri ma ci preoccupiamo di mantenere all’interno dell’associazione quelli che già ci sono”. Una base che lavora in silenzio mentre si parla forse troppo di arbitri di serie A e B... “Si parla giustamente di arbitri di A e di B perchè sono il prodotto finale di una filiera che ha lavorato tanto e per tanti anni a livello nazionale. Io dico che l’arbitro di A e di B è molto importante anche per cercare di far crescere gli arbitri delle serie minori. Ci dobbiamo preoccupare fin da subito di portare alla luce il grande e qualificato lavoro che si sta facendo nelle periferie per creare gli arbitri di domani”.

per la selezione? “Diciamo che se al vertice si ritrovano arbitri giovani e promettenti è perché abbiamo lavorato e stiamo lavorando bene nelle serie minori. Non è che un arbitro arriva al vertice così per caso, anzi dirò che per avere arbitri importanti e validi ai vertici bisogna lavorare bene nelle periferie e nelle serie minori”. Se un ragazzino bussa alla sua sezione cosa risponde? “Che non poteva fare una scelta migliore. Una scelta che potrebbe ripagarlo di tante soddisfazioni se sarà disposto a fare sacrifici. E’ un’opportunità unica in Italia per fare parte di un’associazione dove puoi entrare da ragazzino ed uscirne da ‘vecchio’ ma più che altro un’associazione che sin da piccolo ti insegna ad essere uomo, a rispettare le regole e farle rispettare”. E la violenza? “E ‘ il dramma del calcio e dell’associazione italiana arbitri. Dobbiamo lottare tutti affinchè la violenza non diminuisca ma vada a zero. Credo che sia vergognoso per la nostra civiltà che persone mature abbiamo la faccia tosta di mettere le mani addosso ad un ragazzo che potrebbe essere il loro figlio”. Il rapporto con i media? “Noi ci dobbiamo affidare molto alle nostre forze, alla nostra passione, i media potrebbero fare molto di più”. (Enrico Scoppa)

Divisione tra arbitri di serie A e arbitri di serie B? “Diciamo che è una delle cose che potrebbero accadere alla fine di questa stagione calcistica. L’AIA ancora una volta come società di servizi del calcio e della federcalcio non si farà trovare impreparata. Se questo ci verrà chiesto noi siamo pronti, se questo non ci verrà chiesto proseguiremo con i vecchi sistemi ma ho l’impressione, quasi la certezza, che il progetto andrà in porto”. I campionati di Lega Pro sono una grande palestra

a sinistra Marcello Nicchi con il presidente della sezione di Jesi Gustavo Malascorta


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ATLETICO camerata

USAP AGUGLIANO POLVERIGI

Mister Paolo Rossi: lo spirito è sempre quello giusto

Il DS Ludovico Donzelli: “Siamo soddisfatti dei nostri giovani”

“L’importante è stare Che rammarico quel treno playoff perso bene insieme”

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Atletico Camerata archivia una stagione avara di soddisfazioni, ma lo spirito di divertirsi insieme resta, tanto che il gruppo continuerà ad allenarsi fino alla fine di maggio e parteciperà persino ad un torneo estivo. La squadra anconetana ha chiuso la stagione con l’ultima piazza utile nel campionato di Terza categoria girone E, ma questo non ha scalfito il morale degli atleti, perché per loro il significato di questo sport è un altro, quello di stare insieme, divertirsi e rispettare l’etica sportiva, infatti, una delle direttivi della dirigenza è quella di un comportamento corretto e rispettoso in campo e sotto questo profilo l’Atletico Camerata merita il primo posto. “La stagione non è andata come volevamo – commenta il dirigente

- allenatore Paolo Rossi – purtroppo abbiamo accusato molti infortuni, 5 giocatori sono ancora non reperibili e poi non ci possiamo nascondere manca un po’ di qualità. Per noi questo non è mai stato un problema, quello che ci preme non è vincere il campionato, ma quello di stare insieme e di divertirci. Magari per la prossima stagione proveremo a cercare qualche rinforzo almeno per toglierci qualche soddisfazione, perdere spesso non è terapeutico dal punto di vista psicologico, vincere invece aiuta a divertirsi. A parte gli scherzi, nonostante il campionato sia finito, noi continueremo ad allenarci fino alla fine di maggio, noi ci divertiamo cosi e credo parteciperemo ad un torneo estivo”.

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na stagione da archiviare facendo tesoro dell’esperienza acquisita e ripartire dai punti di forza, cioè i giovani. Una stagione di alti e bassi per l’Usap che alla luce del finale di campionato ha dovuto fare i conti con la triste realtà di abbandonare la possibilità di agganciare la zona play off e si è dovuta rimboccare le maniche per ottenere una tranquilla salvezza. Decisiva è stata la partita in casa con la Sampaolese, terz’ultima gara del campionato di Seconda categoria D, una sconfitta che ha pesato molto nell’economia della stagione. “La sconfitta contro la Sampaolese ha spento ogni possibilità – racconta il ds Lodovico Donzelli –. Abbiamo fatto tutto noi e dobbiamo prendercela solo con noi stessi. Prima un fallo a centrocampo poi un contropiede che ha colto impreparato il nostro estremo difensore e il gol che ha messo in salita tutta la gara. Dobbiamo essere coscienti che in quel preciso istante

abbiamo perso il treno play off. A mio avviso abbiamo fatto anche delle buone cose, in primo luogo il progetto di investire sui giovani sta dando buoni frutti. Far allenare insieme il settore giovanile con la prima squadra è stata una buona idea, la Juniores viaggia con il vento in poppa e abbiamo individuato diversi giovani che potranno già dalla prossima stagione dare un valido contributo alla nostra causa. Non dimentichiamo poi che ci sono 5 nostri giovani impegnati in altri campionati di categoria superiore. Insomma, c’è molto materiale umano su cui lavorare”. In effetti, sono molti i ragazzi che quest’anno sono riusciti a mettersi in mostra: Gianmarco Binci (attaccante ‘92), Giacomo Pallonara (centrocampista ‘90), Nico Tamburo (centrocampista ‘92), Andrea Turbati (‘91) e Matteo Ramazzotti (‘89).

“La scofitta con la Sampaolese ha spento ogni possibilità”


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Real Cameranese, sognare si può Il Presidente Danilo Rossetti: “Con Recinti dall’inizio saremmo stati competitivi per il successo finale”

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e avessimo avuto Recinti dall’inizio della stagione avremmo potuto competere per la vittoria del campionato”. Il presidente della Real Cameranese Danilo Rossetti commenta la stagione, i traguardi e le soddisfazioni raggiunte anche grazie ad uno staff molto impegnato che ha creato le condizioni per raggiungere gli obiettivi che hanno regalato tante emozioni anche ai tifosi. Il Real Cameranese ha raggiunto un’ottima posizione playoff nel campionato di Seconda categoria (girone E), con la volontà di arrivare alla vittoria finale. “Tutta la squadra ha disputato un grande campionato quest’anno – commenta il presidente Danilo Rossetti – peccato per l’infortunio di Matteo Recinti all’inizio della stagione che ci ha condizionato un po’ facendoci dissipare qualche punto prezioso, la sua lunga assenza ha pesato. Sono convinto che con lui a disposizione dall’inizio avremmo potuto giocarci tranquillamente la possibilità di vincere il campionato. Adesso dovremo impegnarci per fare bene nei playoff”. Il presidente ha voluto spendere parole di elogio per

tutta la società, dall’impegno dei singoli giocatori, a tutto lo staff tecnico. L’allenatore Giuseppe Micucci coadiuvato da Marco Micucci, il direttore sportivo Massimiliano Trozzi, i dirigenti Stefano Mignanelli e Alberto Rabini gli artifici dei risultati della società. “Senza di loro non avremmo potuto costruire un gruppo come questo – continua Rossetti – un grazie anche agli sponsor che ci sostengono che soprattutto in un periodo delicato come questo per l’economia continuano a supportarci per consentirci di assecondare la nostra passione per questo sport”. Qualche tempo fa ci sono state anche un po’ di polemiche a Camerano, un paese di circa 7.000 abitanti che si ritrova con tre società di calcio impegnate in categoria differenti, ma sembra che ora questa convivenza stia creando buoni stimoli. “All’inizio era sorta una certa rivalità fra le società – conclude Rossetti – magari perché si temeva che le tre società avrebbero finito per disperdere risorse, ma alla fine il clima è cambiato. Anzi sembra che questa stretta convivenza stia finendo per essere di stimolo alle società e ai giocatori stessi”.

l’attaccante Matteo Recinti


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Cupramontana: missione compiuta Il Presidente Capogrossi: “Tutti gli ingranaggi hanno funzionato alla perfezione. Ripartiamo da questo gruppo”

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n dominio assoluto, dall’inizio alla fine del campionato. Il Cupramontana ha centrato l’obiettivo stagionale, quello dell’immediato ritorno in Prima categoria, con una sicurezza che ha sbalordito anche gli stessi dirigenti rossoblu, felicissimi per il traguardo raggiunto con ben quattro giornate di anticipo. Il presidente Terzo Capogrossi, figura storica del Cupramontana, racconta: “Il nostro obiettivo stagionale era quello di lottare per il vertice per dimenticare in fretta la spiacevole retrocessione dello scorso anno. Per fare questo abbiamo allestito un ottimo organico dal quale ci aspettavamo buoni risultati ma i ragazzi ci hanno sorpreso. Hanno fatto gruppo, nel vero senso della parola, dimostrando una compattezza di squadra e un’unione di intenti veramente formidabile. Tutti gli ingranaggi hanno funzionato alla perfezione: società, ottimi giocatori e uno staff tecnico che ha saputo fare cose eccezionali”. Molte note liete in casa biancorossa a partire da una compattezza difensiva, vero fiore all’occhiello rossoblu: “In difesa abbiamo concesso sempre molto poco, a testimonianza di come la squadra ha saputo essere sempre presente in ogni situazione. Si sono messi in luce elementi giovani che sicuramente saranno protagonisti anche in futuro. Faccio un nome: Edoardo Rossi, classe ’92, lo scorso anno giocava negli Allievi e quest’anno si è reso protagonista di ottime prestazione anche se deve limitare un po’ la sua irruenza. Ci stiamo muovendo anche per la prossima stagione; i ragazzi vogliono rimanere, si è creato il gruppo e l’ambiente ideale: ripartiamo da loro, puntellando la squadra con un innesto in ogni reparto. Si riparte da mister Piero Scortichini

che ha saputo mettere in campo la sua esperienza a servizio del Cupramontana, in collaborazione con Juri Rossi e Luca Scortichini che hanno collaborato attivamente con lui. Naturalmente si riparte da questo staff tecnico che ha dimostrato grande unione di intenti. Il tutto ovviamente senza fare il passo più lungo della gamba, seguendo le nostre potenzialità e augurandoci che i nostri sponsor continuino a seguirci”. L’arrivo di un tecnico esperto come l’ex portiere dell’Ascoli Piero Scortechini, 55 anni, cuprense doc, che ha accettato di buon grado di tornare dopo molti anni su questa panchina per ritrovare la Prima categoria persa lo scorso anno ai playout: fatale fu la doppia sfida con il San Costanzo, giunto in classifica ben otto punti indietro il Cupramontana. Una retrocessione, quella dello scorso anno, che ha spiegato il direttore sportivo Claudio Latini, altro punto fermo della società: “Il playout perso dello scorso anno è stato sicuramente difficile da digerire perché sinceramente non ci aspettavamo di retrocedere. Quel gruppo, come anche l’asse portante della stagione in corso, due anni fa ha lottato per vincere il campionato della passata stagione. Alla fine abbiamo sofferto l’importante assenza di Cimarelli per infortunio: mancando il nostro principale punto di riferimento offensivo abbiamo trovato grandi difficoltà nel trovare la via della rete. Le potenzialità per fare bene c’erano anche all’inizio

di questa stagione: sapevamo di avere a disposizione una squadra compatta e ordinata come dimostra gli ottimi numeri del reparto difensivo”. Spulciando i numeri del successo salta agli occhi la mancanza di un bomber di ruolo e la capacità di andare a segno con più giocatori: “Questa è una caratteristica di tutte le squadre allenate da Piero Scortechini. Tutti i giocatori hanno la possibilità di andare in gol – continua Latini – in virtù della manovra corale. Non è stato tutto facile, tengo a sottolinearlo. Era un campionato che conoscevamo molto poco e dunque ogni gara presentava ai nostri occhi molte insidie. Abbiamo puntato molto su una difesa ben compatta e coperta da un centrocampo molto folto: nella prima parte di campionato abbiamo giocato con una sola punta, schierando due attaccanti con l’arrivo di Quattrini. I risultati sono stati ottimi: dopo le sei vittorie iniziali abbiamo conquistato la vetta della classifica, gestendo nella seconda parte di stagione una situazione infortunati non facile. Un merito che va alla squadra e a tutto lo staff che ha ottimamente lavorato”. Premiato il lavoro dello staff con mister Piero Scortechini coadiuvato nel suo lavoro da elementi tra i più esperti in rosa: Yuri Rossi e Luca Scortechini. “Una grande gioia per un gruppo che ha meritato questo traguardo – conferma Luca Scortechini – che praticamente mai è stato in discussione. La consapevolezza di potercela fare l’abbiamo avuta nel mese

I VERDETT I Seconda categoria “D”

Promossa: Cupramonta na Playoff: Sampaolese-Cameratese Dorica Torrette-Aesina Playout: Le Grazie Juvenilia-Serrana Le Torri-Leopardi Falconara Retrocessa: Victoria Stra da

di dicembre quando ci siamo resi conto che nessuna squadra riusciva a tenere il nostro ritmo. Sia io che Yuri collaboriamo con il mister, una grande persona e gran conoscitore di calcio. Purtroppo per impegni personali non riesce ad essere sempre presente agli allenamenti e noi ci troviamo a dirigere diverse sedute. Non è un problema perché questo è un gruppo affiatato che conosco molto bene e che, in questa stagione, aveva grande voglia di rifarsi dopo l’amara retrocessione dello scorso anno. Della prossima stagione non abbiamo ancora parlato, per il momento vogliamo goderci questa soddisfazione insieme alla dirigenza e ai nostri tifosi. Se la società ci chiedesse di continuare il lavoro portato avanti quest’anno, non ci sarebbero problemi e accetterei con entusiasmo”.

Castelleonese, finalmente la Seconda

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Carlo Manfredi: “Ci stavamo provando già da alcuni anni”

a Castelleonese con cinque giornate di anticipo ha conquistato matematicamente la vittoria del campionato. Non sono mancati i festeggiamenti al termine dell’ultima partita nel campionato (Terza categoria girone E), quando la classifica ha sancito la matematica promozione in Seconda categoria. E’ così la squadra di Castellone di Suaza, a quota I VERDETTI 60 punti (miglior difesa Terza categoria “E” e miglior Promossa: Castelleonese attacco), ha Playoff: potuto dare il Torrette-Ponterio via alla festangelo Falconara-Audax SantíA promozione

con birra, bibite, panini a base di porchetta. Si sono dovute arrendere squadre come Falconara e Ponterio, rassegnate ai playoff. “Era da qualche anno che tentavamo l’impresa – racconta il presidente Carlo Manfredi –. Due anni fa avevamo organizzato un gruppo competitivo, ma i ragazzi si conoscevano poco e non siamo riusciti nell’intento, l’anno scorso siamo approdati ai playoff, poi sfumati. Quest’anno invece abbiamo dimostrato tutte le nostre qualità”. I festeggiamenti si sono protratti negli spogliatoi fra tutti i sostenitori della squadra e persino in paese, una bella soddisfazione per la comunità di Castelleone di Suaza.


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Un successo atteso 8 anni I

La Seconda categoria arriva nell’anno del trentennale societario

l Poggio San Marcello vince il campionato con due giornate di anticipo, nello spogliatoio e su gli spalti esplode la festa. Una vittoria quella per 3 a 1 sul Rosora Angeli che sa di liberazione a Poggio San Marcello per una promozione che si attendeva da 8 anni. Una partita che dal prima tempo con il risultato fisso sul 2 a 0 per il Poggio, già lasciava spazio alla fantasia tanto che i tifosi hanno dato libero sfogo all’allegria con striscioni e slogan. Poi quando l’arbitro ha fischiato la fine della gara è accaduto di tutto, il saluto dell’amministrazione con un trofeo consegnato dall’assessore allo sport Luigi Pirani al presidente, bottiglie di spumante e doccia per tutti. “E’ stata una gioia immensa – racconta il presidente Marco Venanzi – una festa bellissima. Ringrazio i giocatori, i dirigenti che mi hanno aiutato, i tifosi sempre vicini alla squadra, al comune, agli sponsor che ci hanno sostenuto. Questa vittoria è frutto di un progetto avviato 8 anni fa, prima con gli allenatori Ernesto Arcangeli e Giancarlo Cardinali con cui abbiamo raggiunto per sei anni consecutivi la zona playoff senza riuscire mai a fare il salto

di categoria. Quest’anno è andata nella maniera migliore, nel girone di andata abbiamo raccolto 12 vittorie consecutive e un pareggio e adesso abbiamo finalmente raggiunto la tanto agognata promozione. Sicuramente riconfermeremo tutta la rosa e l’allenatore Lorenzo Togni.”. La società ha organizzato per la metà di maggio un grande evento per festeggiare due avvenimenti importanti: la vittoria del campionato e i trent’anni dalla fondazione della società, cui parteciperanno anche gli ex dirigenti, allenatori e giocatori della squadra. Infine, per il mese di giugno la dirigenza sta già lavorando alla realizzazione di un torneo di calcio over 40.

I VERDETTI ” Terza categoria “D

io San Marcello Promossa: Pogg Playoff: Argignano-Maiolati o Albacina-Castelbellin

Pietralacroce, la prima volta non si scorda mai

Dopo numerosi tentativi non andati a buon fine, il Pietralacroce ‘73 può finalmente gioire per il passaggio in Seconda categoria, prima volta assoluta nella sua storia. La stagione ha visto la squadra mantenere un ottimo andamento per tutto l’arco del torneo che l’ha vista stazionare nei primi posti da subito, conquistando la vetta prima della fine del girone d’andata: una leadership mai più abbandonata. La conquista del titolo è arrivata con due giornate d’anticipo, dopo la vittoria maturata negli ultimi minuti presso il campo

del Poggio ai danni della Real Castelfidardo, grazie ad un gran goal del bomber Giansanti, tornato a vincere in casa propria dopo molti anni passati a gonfiare le reti nei campi di tutte le Marche. Della vittoria va dato però merito a tutta la squadra, un gruppo che da anni sfiorava questo traguardo, a partire dai giocatori, rimasti più o meno gli stessi nelle ultime stagioni; passando per la dirigenza nelle figure del presidente Gianluca Saracchini, gli accompagnatori Roberto Celiani, Francesco Ciavattini, Gianni e Roberto Gioacchini, la

I ragazzi del U Rosora Angeli guardano già alla prossima stagione

na stagione in chiaro scuro per il Rosora Angeli che barcamenandosi fra vari infortuni ha archiviato questo campionato guardando al futuro. Una posizione non proprio comoda quella della società di Rosora che milita nel campionato di Terza categoria girone D e che mira in futuro a ritrovare nuovi stimoli per ripartire. “Eravamo partiti con obiettivi differenti – confessa il presidente Mosé Tinti – ma nel corso della stagione a causa di infortuni e impegni lavorativi che non ci hanno permesso di seguire con continuità la preparazione fisica, abbiamo dovuto ridimensionare le nostre prospettive. Una situazione che ha creato un effetto a cascata, alcuni giocatori su cui avevamo puntato si sono infortunati, altri non sono riusciti a dare quel rendimento che invece nella passata stagione aveva fatto la differenza. Quest’anno è andata così, è

coppia di allenatori che ha coraggiosamente preso questo incarico portando la società a questo risultato, Simone Paladini e Marco Spadaro, per finire con il custode, “Peppe” Casaccia, un vero e proprio idolo in casa rossoblu. Archiviati i festeggiamenti, un occhio alla prossima stagione dove farà di nuovo affidamento sulla forza dello stesso gruppo che ha permesso la realizzazione di questo sogno.

servita per fare esperienza”. Il direttivo comunque non si è perso d’animo, anzi sta già lavorando alla preparazione della prossima stagione con l’obiettivo proprio di perfezionare quegli aspetti che fino ad oggi hanno influito negativamente sul rendimento della squadra. “Sicuramente c’è da salvare il lavoro svolto dal mister – conclude Tinti – come c’è da salvare il gruppo. L’unica cosa su cui dobbiamo lavorare con più attenzione è la costanza nel seguire gli allenamenti proprio per garantire una migliore condizione fisica e magari prestare attenzione anche alla mentalità giusta. A mio avviso c’è mancata un po’ di cattiveria agonistica, che in alcune occasioni avrebbe fatto la differenza fra un pareggio e una vittoria”.

I VERDETTI a “F” Terza categori

tralacroce Promossa: Pie Playoff: da definire

L’attaccante Gabriele Cerioni


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Real Castelfidardo, voglia di primato Paolo Elisei: “Punteremo al massimo traguardo”. Concorda Magi: “Siamo una buona squadra”

“C

on un pizzico di esperienza in più possiamo puntare al campionato”. E’ il pensiero di Paolo Elisei (nel tondo) sulla stagione appena conclusa del Real Castelfidardo che milita nel campionato di Terza categoria girone F, che però mette nel cassetto almeno due elementi positivi che potranno tornare molto utili l’anno prossimo. Il Real Castelfidardo, quest’anno ha raggiunto un piazzamento di media classifica anche se, ci sono state almeno un paio i occasioni utili per agganciare il trenino playoff. “Il bilancio finale a mio avviso è tutto sommato positivo – ha commentato Paolo Elisei –. Abbiamo dovuto fronteggiare alcuni infortuni importanti come quello del capitano Carotti e di alcuni altri elementi decisivi. Fondamentalmente dobbiamo migliorare sotto il profilo dell’esperienza, manca un po’ di quella malizia che in alcune occasione avrebbero fatto comodo per racimolare quei punti utili per restare agganciati alle prime. La stagione comunque è stata utile a migliorare lo spirito di gruppo, un elemento che farà la differenza in vista della prossima stagione su cui stiamo già lavorando. Il prossimo anno vogliamo vincere o almeno raggiungere i playoff”. Idee riprese a grandi linee anche dal presidente della società, che fra gli elementi su cui lavorare in vista della prossima stagione ha evidenziato anche la costanza. “Siamo una buona squadra – ha dichiarato il presidente Marco Magi – lo dimostrano i risultati. Insomma, abbiamo gareggiato alla pari con le squadre di alta classifica e perso punti con squadre sulla carta più abbordabili. Sono questi gli elementi su cui lavorare insieme alla costanza, in una Terza categoria non si possono chiedere sacrifici enormi a gente che lavora ma se miglioriamo anche sotto questo profilo potremo dire la nostra”.

MAIOLATI

L’appetito vien mangiando Società giovane, 30 atleti e nessun rimborso spese: questa la filosofia del Presidente Pierluigi Ruggeri e ei suoi collaboratori

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il centrocampista Roberto Frallicciardi

il difensore Luca Garbuglia

l’attaccante Alessandro Zagaglia

biettivi stagionali rispettati e la prospettiva di disputare ora quegli spareggi che potrebbero permettere di realizzare un sogno. L’annata calcistica in casa Maiolati, Terza categoria girone D, è senza dubbio esaltante: piazzamento playoff consolidato e un percorso assolutamente positivo per una società giovane. “Non possiamo che essere felici per il campionato fatto dalla squadra – commenta il presidente Pierluigi Ruggieri – in quanto abbiamo centrato il nostro obiettivo stagionale, dopo una stagione deludente come quella scorsa. Un successo nato dall’ottimo rendimento interno: una sola sconfitta, alla prima giornata con l’Albacina e poi solo vittorie, tra le quali spicca quella contro il Poggio San Marcello. Noi abbiamo cercato di tenere il loro passo ma non ce l’abbiamo fatta e dunque abbiamo deciso di puntare decisi sui playoff”. Una società giovane con una rosa ampia, formata da ben trenta atleti: “Siamo nati quattro anni fa con l’obiettivo di riportare il calcio in una piccola realtà di soli 400 abitanti. In società siamo cinque, tutti amici e con l’età media di 37 anni. Inizialmente abbiamo formato la squadra puntando sulle amicizie e pian piano il numero è cresciuto tanto

da dover, ad inizio stagione, dire di no ad alcuni ragazzi che volevano giocare con noi: saremmo stati troppi. Questo è un premio alla serietà dell’intero assetto societario che, con i ragazzi, ha parlato chiaramente fin dall’inizio: non vengono dati rimborsi spese o benzina ma, nei limiti delle risorse economiche e alla luce della crisi esistente, noi forniamo l’assistenza fisioterapica, l’abbigliamento e qualsiasi cosa sia necessaria alla squadra per rendere al meglio. Per il risultato ottenuto vanno riconosciuti i meriti di mister Massimo Parasecoli, al primo anno in questo ruolo: non è difficile prevedere per lui per lui un futuro ricco di soddisfazioni”. Non solo calcio però a Maiolati, dove hanno le idee ben chiare: “Siamo molto impegnati nel sociale insieme a diverse associazioni locali, con le quali collaboriamo fattivamente: non ci occupiamo solamente di calcio. Se dovesse arrivare il salto di categoria? – conclude il presidente – Sarebbe una grande gioia ma non cambierebbe minimamente la nostra filosofia. Il nostro immediato futuro sono i playoff che affrontiamo con grande serenità”.


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pagina a cura di Enrico Scoppa

SPECIALE JUNIORES

Le 4 regine

Vigor Senigallia: difesa da record, attacco super

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a Vigor Senigallia vince nel girone A dominando dall’alto di una indiscussa superiorità. Basta dare un’occhiata alle cifre per rendersi conto dello strapotere della compagine rossoblù che ha concluso con 8 punti di vantaggio nei confronti del Real Metauro, altra realtà del girone. Ecco le cifre: 26 partite disputate, 54 reti realizzate, appena 12 subite per la miglior difesa dell’intero campionato regionale juniores. Una squadra ben strutturata che vanta nelle sue fila bocche di fuoco importanti come Giovine, Nacciariti che hanno firmato 19 reti: un terzo di quelle realizzate dalla Vigor Senigallia. Il tecnico Corrado Capotondo parla di questa bella esperienza in termini quanto mai positivi. Mister, che campionato è stato? “Interessante. Ho visto buone squadre che hanno giocato un buon calcio e che non hanno mai mollato nell’arco di una stagione lunga e non facile”. La squadra che più delle altre lo ha impressionato? “Anche le squadre che hanno concluso nella parte bassa della classifica hanno dato qualche cosa di importante al campionato, la squadra che mi ha più impressionato è stata il Real Metauro”. Quando ha capito che poteva farcela a vincere? “Dopo la prima parte del girone di ritorno quando le posizioni si stavano delineando”. Il rapporto con la prima squadra? “Ottimale senza dubbio visto che diversi ragazzi sono transitati anche attraverso la squadra juniores come si deve sempre fare in questi casi. La squadra juniores deve rappresentare il serbatoio da cui attingere”. A chi i ringraziamenti? “Ai dirigenti della Vigor che mi hanno dato fiducia e ai ragazzi per la bella impresa che hanno messo in atto”. Il futuro di mister Capotondo? “Tornare ad allenare una prima squadra dopo le esperienze non felici con Elpidiense ed Ostra”.

PORTIERI: Moscatelli Jacopo (‘92), Minardi Luca (‘91) DIFENSORI: Incipini Luca (‘92), Lauritano Filippo (‘92), Palazzezi Filippo (‘92), Tarsi Oscar (‘92) Tombesi Samuele (‘92), Curzi Matteo (‘91), Santarelli Lorenzo (‘91), Tantuccio Alessio (‘91) CENTROCAMPISTI: Francioso Marco (‘92), Morganti Luca (‘92), Patonico Simone (‘92), Pettinelli Stefano (‘92), Romagnoli Gabriele (‘92), Rotoloni Andrea (‘92), Sagrati Gianmaria (‘92) Cercaci Nicola (‘91). ATTACCANTI: Anniballi Diego (‘92), Beta Klaudio (‘92), Cicetti Davide (‘92), Giovine Riccardo (‘92), Pesaresi Denis (‘92), Pierfederici Jacopo (‘92), Ricotti Alessio (‘91), Nacciarriti Sergio, (‘91), Messersi Francesco (‘90). ALLENATORE: Corrado Capotondo PREPARATORE ATLETICO: Sartini Matteo PREPARATORE PORTIERI: Palpaceli Cristian I BOMBER: Giovine Riccardo (10), Nacciarriti Stefano (9), Beta Klaudio (7), Messersì’ Francesco (7).

Fulgor Maceratese: “In quattro al primo giorno di preparazione…”

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a Fulgor Maceratese ha vinto il girone C del campionato regionale juniores superando una concorrenza importante capeggiata nella prima parte della stagione dai cugini della Vis Macerata mentre nella seconda è stato il Tolentino ha creare i problemi maggiori al team di Mauro Borioni. La Fulgor ha conquistato il primato attraverso una stagione importante nata e cresciuta strada facendo come ha sottolineato Mauro Borioni il quale dice che “il primo giorno della preparazione eravamo appena quattro, poi grazie alla intraprendenza della società abbiamo costruito un buon organico”. La Fulgor ha dimostrato nel corso della stagione di essere competitiva e capace di battersi contro chiunque. Settantaquattro le reti realizzare, 19 quelle subite. Record di vittorie esterne, ben 11, che hanno regalato ad Albani e compagni un piccolo primato nei confronti dell’intero lotto della partecipanti al campionato. Mister Borioni, una bella impresa? “Sì, visto come eravamo partiti. Strada facendo abbiamo completato la rosa ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Campionato durissimo, battaglia sempre aperta? “Nella prima parte della stagione la Vis poi il Tolentino. Bella battaglia che alla fine ci ha premiato”. La valenza tecnica del campionato com’è stata? “Decisamente interessante. Ho visto ragazzi bravi, motivati che credono in quello che fanno”. Diversi ragazzi hanno fatto da spola con la prima squadra? “E’ quello che dovrebbe essere, se una società partecipa al campionato regionale juniores, la partecipazione è legata proprio a questo fatto: far crescere i ragazzi in vista di un possibile utilizzo nella prima squadra”.

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Questo è successo con i ragazzi del suo gruppo? “Sicuramente sì e ne sono soddisfatto. Un segnale importante e gratificante per il lavoro che uno svolge”. Sogni nel cassetto? “Restiamo con i piedi ben piantati a terra”. PORTIERI: Roberto Martinelli (‘93) e Matteo Pizzichini (‘91). DIFENSORI: Marco Albani (‘92), Federico Dario (‘92), Edoardo Guzzini (‘92), Mattia Pallotta (‘92), Marco Perri (‘92), Enrico Piccinini (‘92), Giulio Vissani (‘92). CENTROCAMPISTI: Jacopo Borioni (‘92), Giuseppe Franchino (‘91), Ignacio Giaconi (‘91), Sebastiano Lelio (‘91), Francecso Paci (‘92), Emanuele Pierfederici (‘92), Alessandro Serrani (‘93), Lorenzo Secchiari (‘91), Alessandro Di Modica (‘92). ATTACCANTI: Francesco Eclizietta (‘93), Mario Lumi (‘92), Francesco Romanski (‘93), Alessio Capenti (‘93), Andrea Capenti (‘93). ALLENATORE: Mauro Borioni DIRETTORE SPORTIVO: William Cervigni. DIRIGENTE RESPONSABILE: Thomas Bisonni. DIRIGENTI ACCOMPAGNATORI: Enrico Coppari e Marco Serrani. I BOMBER: Romaski (12), Lumi (10), Eclizietta e Schiavoni (9).

Falconarese: trascinati da bomber Graziosi

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a Falconarese ha conquistato il successo finale nel girone B del campionato regionale juniores. Il cammino in campionato è iniziato con mister Paolo Pierini passato, al termine del girone ascendente, alla guida degli allievi regionali. Al timone della squadra juniores è arrivato, invece, Emanuele Baldini. La Falconarese che si è lasciata alle spalle squadre importanti partite con i favori della cabala come Jesina e Piano San Lazzaro. Straordinario il girone di ritorno dei falchetti. Nelle tredici partite giocate ha conquistato dodici vittorie ed un pari senza gol con il Piano San Lazzaro. Le cifre del successo sono molto chiare e capaci di far percepire i valori dell’impresa. Sessantanove le reti realizzate, 29 subite, Matteo Graziosi ha firmato 15 reti senza sottovalutare Francesco Lombardo e Tommaso Zara che hanno siglato 10 reti a testa, Luca Saltari 8 e Francesco Viola 6. Mister Baldini, una bella soddisfazione traghettare la Falconarese al successo finale? “Sicuramente sì anche se il merito dell’impresa è dei ragazzi che hanno raccolto il premio che meritavano”. Una bella formazione... “Una bella formazione composta da ragazzi interessanti tutti nell’orbita della prima squadra. Mi riferisco a Lombardo, Medici, Graziosi, Foroni, Niccolò Agostinelli”. Grande collaborazione con il tecnico Davide Finocchi che ha vinto il campionato con i falchetti? “Collaborazione molto stretta con il mister, il nostro obiettivo è stato quello di far crescere i ragazzi in casa e portarli in prima squadra”. Le squadre che più delle altre ti hanno impressionato nel corso della stagione? “Senza nulla togliere alle altre direi Osimana e Piano San Lazzaro”. Quando hai capito che la Falconarese poteva farcela ? “Dopo il confronto diretto con il Piano San Lazzaro,

gara che abbiamo pareggiato 0-0 costruendo almeno quattro palle-gol per chiudere la partita”.

PORTIERI: Lorenzo Boria (‘93), Gabriele Camedda (‘90), Alessandro Verdolini (‘93) DIFENSORI: David Agostinelli (‘90), Nicolò Agostinelli (‘92), Ettore Belfiori (‘92), Alessio Foroni (‘91), Antonio Lucastro (‘90), Flavio Silvestri (‘92). CENTROCAMPISTI: Piero Catacchio (‘91), Fabrizio Ciatti (‘91), Luca Fossati (‘93), Stefano Guarino (‘92), Francesco Marrosu (‘89), Nicola Medici (‘92), Filippo Romagnoli (‘90), Michele Tunnera (‘91), Francesco Viola (‘92), Leonardo Zappi (‘93). ATTACCANTI: Matteo Graziosi (‘91), Francesco Lombardo (‘91), Luca Saltari (‘91), Tommaso Zara (‘91). ALLENATORE: Emanuele Baldini I BOMBER: Matteo Graziosi (15), Francesco Lombardo e Tommaso Zara (10), Luca Saltari (8), Francesco Viola (6).

Porto Sant’Elpidio: serbatoio per la prima squadra

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a filosofia del Porto Sant’Elpidio: lavorare con i giovani. Politica saggia che sta dando frutti preziosi. Il successo ottenuto nel girone D dalla squadra juniores è la concretizzazione del grande segnale che è stato lanciato. I ragazzi protagonisti oggi nel regionale juniores sono stati i protagonisti di ieri nel regionale allievi. La squadra è affidata a Giuseppe Antognozzi, tecnico di qualità. E’ stato un testa a testa con i rossoblu della Sambenedettese, senza trascurare una big come la Fermana. Sessanta i gol realizzati con il centrocampista Marco Cingolani con il vizio del gol (14 le reti fatte) senza dimenticare che la rosa può contare anche su Luca Ferranti, in pianta quasi stabile con la prima squadra. Il direttore sportivo Andrea Colò parla delle scelte operate con coraggio dal Porto Sant’Elpidio inteso a valorizzare i giovani. Direttore sportivo: scelte oculate, prima squadra zeppa di giovani, squadra juniores sul trono del girone D? “Tutto vero. La società ha fatto una scelta dando spazio ai giovani, i risultati si cominciano a vedere. Basta pensare che nel settore giovanile del Porto Sant’Elpidio-Marina Picena ci sono almeno quattrocento ragazzi che provano a giocare a calcio, qualche cosa di buono dovrà pur venirne fuori”. Tanti giovani in prima squadra che potrebbero giocare anche la squadra juniores? “Certamente. Basta vedere l’organico e dare uno sguardo alla prima squadra per rendersi conto che noi facciamo giocare in Promozione gente che potrebbe essere impegnata anche, vista l’età, con la squadra juniores”. I sogni nel cassetto? “Continuare a lavorare con questi intenti perché i giovani meritano tutta la considerazione del caso senza false illusioni. Certezze e non voli pindarici

che alla fine fanno solo danni”. PORTIERI: Luciano Antonica (‘92), Antonio Burattini (‘92), Sergio Siracusa (‘91) DIFENSORI: Andrea Cancellieri (‘92), Mattia Giacobbi (‘90), Matteo Silvestrini (‘92), Eros Streppa (‘92), Marco Verdecchia (‘91), Daniele Zucconi (‘91) CENTROCAMPISTI: Marco Cingolani (‘92), Tommaso Diomedi (‘92), Andrea Iacopini (‘92), Matteo Ferramondo (‘91), Shkodran Islami (‘92), Andrea Marozzi (‘92), Riccardo Pieroni (‘91), Mattia Rosettani (‘91), Marco Tulli (‘92) ATTACCANTI: Luca Ferranti (‘92), Maher Maa (‘92), Carlo Olivieri (‘92), Andrea Poeta (‘92), Massimo Traspedini (‘91) ALLENATORE: Giuseppe Antognozzi PREPARATORE ATLETICO: Alessandro Ferracuti PRPARATORE PORTIERI: Oscar Brusi I BOMBER: Marco Cingolani (14), Tommaso Diomedi (11), Riccardo Pieroni (10), Massimo Traspedini (6).


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Leo da Recanati

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Il talento del Barça e il suo legame (di sangue) con la città di Leopardi

’è un po’ di Recanati nel sangue del giocatore più forte del mondo: Lionel Andrés Messi. La stella del Barcellona (Pallone d’oro nel 2009) ha infatti un antenato partito da Recanati per l’Argentina. Si tratta di Angelo Messi, nato proprio a Recanati nel 1866 (Giacomo Leopardi era morto da quasi trent’anni). Contadino e semianalfabeta come il padre Pacifico, il giovane Angelo prese una nave verso l’America. La partenza nel 1893 con la giovane moglie Maria Latina: destinazione Rosario, Argentina. Un secolo dopo, il suo erede Jorge Messi ha quattro figli: uno

si chiama Lionel. Il fratello di Angelo, Giovanni, resta invece a Recanati e ha due figli. Giovanni è il trisnonno di Leandro e Iacopo che oggi vivono a Recanati e hanno rispettivamente 25 e 29 anni. Leandro è un giovane falegname ed è stato lui a ricostruire l’albero genealogico della sua famiglia. E grazie a lui Leo Messi potrebbe divenire cittadino recanatese. “Io e Lionel siamo praticamente cugini seppur con un grado di parentela lontano sarebbe un sogno incontrare Lionel e anche succedesse fra 10 anni sarebbe davvero magnifico”. Leandro Messi, tifoso juventino, vive a Recanati con la madre Gabriella Biondini e il padre Gabriele, con cui lavora come falegname nella bottega di famiglia. E’ specializzato nei presepi. Abita nella città leopardiana anche il fratello di

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Leandro, Iacopo Messi, 29 anni, impiegato e spesso in giro per il mondo per lavoro. Leandro, quasi ogni sabato, si mette addosso una vecchia maglia blaugrana numero 30 e gioca a calcetto: “Lo aspetto qui e faccio sempre il tifo per lui”.

otenza Picena culla dei campioni. Gabriela Sabatini, ex tennista argentina, vincitrice dell’Open degli Stati Uniti nel 1990 e finalista a Wimbledon nel 1991, è cittadina italiana grazie alla sue origini con questa cittadina maceratese. Le origini tricolori di Gabriela risalgono al bisnonno David, nato proprio a Potenza Picena nel 1871, emigrato in Argentina all’inizio del ‘900; nel 1902 nacque a Roldan, in provincia di Santa Fè, il nonno della campionessa, Emilio, che non rinunciò mai alla cittadinanza italiana. Per questo i discendenti hanno potuto ottenere il riconoscimento da parte delle autorità di Potenza Picena. La Sabatini è stata una delle protagoniste più acclamate del

Un bagno di notorietà per la nostra città di Francesco Fiordomo

Sindaco di Recanati

il recanatese Leandro Messi

“Ho seguito la vicenda del legame di Messi con Recanati cinque anni fa per la mia attività giornalistica ed ora, da Sindaco, non posso che essere contento per la notorietà che Recanati sta ricevendo. Andare sulla Gazzetta dello Sport in prima pagina, su Rai, Mediaset e Sky non capita tutti i giorni. Messi è un poeta del pallone, un campione in campo e fuori, con una storia personale difficile, un atteggiamento sempre misurato e corretto. penso che possa essere preso ad esempio dai nostri piccoli calciatori”.

Potenza Picena risponde con Camoranesi, Sabatini & Co. circuito a partire dal 1985, quando a soli 15 anni fu la più giovane semifinalista degli internazionali di Francia; nel 1991 vinse gli Us Open e rimase nella top ten fino al 1995, un anno prima del ritiro

definitivo. Dal tennis al calcio. Ecco Mauro Germán Camoranesi, centrocampista della Juventus naturalizzato italiano il 16 maggio 2000. Tutto nasce da Camoranesi Luigi, il bisnonno di German, nato a Potenza Picena il 18-2-1873 in via Piana, coniugato con Teresa Pietrasanta nel 1897 e deceduto a Villa Mitre, terra argentina, nel 1952. Da loro è disceso Juan Camoranesi (nonno di German), quindi Juan Carlos Camoranesi, papà del giocatore e nato a Tandil nel 1949, ovvero la città che ha dato i natali allo juventino il 4 ottobre del 1976. Cittadini di Potenza Picena sono anche i calciatori brasiliani Renan Teixeira da Silva e Paulo César, il primo classe 1985 ex Atletico Minero e oggi al San Paolo, il secondo ex Paris Saint Germain e Tolosa. E poi l’ex terzino della Roma Cicinho, ora al San Paolo...Chi sarà il prossimo?


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MACERATA Santa Maria Apparente

Un successo costruito nel tempo

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Il Presidente Torresi: siamo il punto di riferimento per i giovani del quartiere

l nostro primo obiettivo e quello di creare un luogo di ritrovo per i ragazzi del quartiere la squadra di calcio è il mezzo di stimolo”. Un commento netto che spiega la funzione della squadra del Santa Maria Apparente vincitrice con tre giornate di anticipo del campionato di Seconda categoria girone E già neo promossa in Prima categoria. Un progetto nato nel 2002, che attraverso la sana politica dei piccoli passi sta ottenendo dei risultati importanti sotto il profilo sportivo, ma anche sociale offrendo ai ragazzi di uno dei quartieri di Civitanova Marche una realtà dove i ragazzi possono crescere serenamente anche sotto il punto di vista fisico. “Un bilancio più che positivo quello di quest’anno – commenta il presidente Giovannino Torresi – che premia un progetto pensato nel tempo. Nel 2002 ci siamo costituiti come società, nel 2005 abbiamo istituito il settore giovanile che conta oggi oltre 150 iscritti che coprono tutte le fasce di età e l’anno prossimo avremo anche la Juniores. Nel 2007 siamo saliti in Seconda categorie e quest’anno abbiamo raggiunto la Prima. Per noi però l’obiettivo principale era quello di creare un luogo di ritrovo per i giovani del nostro quartiere, oggi i ragazzi sono sollecitati da tante situazioni non tutte sane mentre lo sport e il calcio con la possibilità di fare gruppo rappresenta una bella alternativa. Il settore giovanile serve principalmente a questo, poi fra i

ragazzi di 14 – 15 anni si vedono giovani atleti che possono e vogliono impegnarsi di più nel calcio, ecco la necessità di dargli l’opportunità di giocare in prima squadra”. La prima squadra quest’anno ha realizzato un cammino impeccabile in campionato raccogliendo partita dopo partita un bottino importante e consegnato alla società la matematica promozione in Prima categoria con qualche giornata di anticipo, anche se poi si è voluto attendere l’ultima di campionato per festeggiare in campo insieme a tutti i tifosi il risultato ottenuto. “La stagione è andata molto bene – conclude Torresi – ma adesso non stiamo a pensare a idee straordinarie per il futuro, adesso ci godremo il risultato e poi si vedrà. Personalmente sono convito che bisogna ragionare restando con i piedi ben saldi per terra, insomma un passo alla volta. L’obiettivo comunque visto che ci siamo è di disputare un buon campionato anche in Prima categoria”.

I VERDETT I Seconda categoria “E”

Promossa: Santa Maria Apparente Playoff: Riviera-Vigor Castelfidardo Real Cameranese-Appignanese Playout: Nuova Picena-Real Porto Vigor Montecosaro-Atletico Anc ona Retrocessa: Montesanto

Crescenzi racconta il “miracolo” Serralta Il 2009-2010 è una stagione da ricordare per la Polisportiva Serralta coronata con la qualificazione playoff in Seconda categoria girone F. Tutto questo nell’anno in cui si festeggia il ventennale della fondazione, essendo stata fondata il 19 marzo 1990; niente male per il piccolo sodalizio che aveva ottenuto coem massimo risultato la vittoria del campionato di Terza categoria nel 94-95. “Eravamo un gruppo molto affiatato di una decina di amici che giocavano insieme da diversi anni - ricorda con orgoglio il presidente Marco Crescenzi- e decidemmo di creare una società sportiva tutta nostra: in quel famoso 19 marzo 1990 nacque la Polisportiva Serralta che iniziò l’attività con le squadre di calcio e ruzzola. Siamo riusciti anche a realizzare un campo sportivo nella nostra frazione grazie alla collaborazione di mio padre Marino, anima del gruppo, che donò il terreno per un’impresa portata a termine con il coinvolgimento di tutto il paese: nacque cosi il campo sportivo “Stefano Palazzesi”. La notizia fece scalpore, riportata da diversi quotidiani sportivi nazionali”. Molti passi avanti sono stati fatti nel corso del tempo: “Sicuramente. Abbiamo ampliato al nostra attività con il calcio a 5, la ginnastica artistica e il tiro alla fune; tutti si sono impegnati con impegno e voglia, per far crescere questa realtà che confidiamo di tenere viva e attiva per molto tempo ancora”. La qualificazione ai playoff è stato il regalo migliore per questa ricorrenza: “Senza dubbio non potevamo sperare di più e di meglio. Un traguardo difficile da centrare, diventato possibile strada facendo e che ci premia per i sacrifici fatti nei sedici anni di militanza in questa categoria”. Che significato riveste questo traguardo per una società come la vostra? “Un risultato che premia i meriti indiscutibili di un ambiente sano e a misura d’uomo, ottenuto senza avere a disposizione grosse risorse economiche da poter investire. Tutto è stato raggiunto valorizzando sempre e comunque l’aspetto

il presidente Marco Crescenzi umano in un gruppo che non lascia spazio alle primedonne”. A livello personale cosa prova in questo momento? “Il mio ottavo anno di presidenza (Crescenzi è il quarto presidente del sodalizio) resterà ben impresso nella mia mente. Voglio ringraziare a tutti i dirigenti che quotidianamente si prodigano per mandare avanti le cose riuscendoci al meglio e a tutti gli sponsor che ci sostengono e ci danno una grossa mano e ci gratificano con il loro sostegno. Per quanto riguarda la squadra l’apprezzamento pieno va a tutto il gruppo indistintamente partendo da mister Biciuffi fino all’ultimo componente della rosa. Oltre all’aspetto tecnico sono stati perfetti nel creare uno spogliatoio unito, sereno, dove ha sempre regnato tranquillità e armonia.” Infine presidente, come affronterete i playoff ? “Con l’animo sereno e tranquillo di chi non avrà nulla da perdere, con l’imperativo di dare il massimo, per poter fare bella figura e confermare quello che di buono abbiamo saputo costruire per una stagione intera. Chiaramente non vogliamo mollare di un centimetro e non lasceremo nulla di intentato per ottenere qualcosa di bello e piacevole per i nostri tifosi”.


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MACERATA

Maresca fa il bis con la Junior Portorecanati Doppietta per il patron Arturo Maresca. Dopo il successo del Portorecanati che ha conquistato la Promozione si festeggia anche in casa della Junior Portorecanati, che al secondo anno di vita conosce un’altra...promozione: nell’ultima partita di campionato ha rifilato un sonante 6-1 a Il Borgo Montelupone ed è volata in Seconda categoria. “Un successo bello e sentito - racconta il dirigente Filippo Basili - davvero una grande soddisfazione per i ragazzi che sono quasi tutti di Porto Recanati”. Nei sei gol finali da registrare le doppiette di Solazzo e Alfieri, più le reti di Grilli e Buonavita. La festa è durata fino a mezzanotte. Soddisfazione per mister Papini: “E’ la vittoria del gruppo, un gruppo

straordinario fatto di veri amici. Ora si cercherà di far bene anche in Seconda. Un grazie particolare ai nostri splendidi tifosi”.

I VERDETT I Terza categoria “G”

Promossa: Junior Po rtorecanati Playoff: Salesiana Vigor-Montemi lone Ediartis Cingvlvm-San Gir io

GT Turbo! I Giovani Tolentino, al secondo tentativo, promossi in Seconda categoria Bastava un punto, e quel punto è arrivato. Venerdì 23 aprile 2010 è la data che segna la storia sportiva di un gruppo di ragazzi poco più che ventenni che soltanto due anni fa si accingeva ad iniziare un’avventura ricca di emozioni e soddisfazioni. Contro la Belfortese, avversario ostico e leale fino all’ultimo nonostante la partita non contasse più nulla per la sua classifica, i Giovani Tolentino (GT per i tifosi) hanno conquistato e festeggiato la vittoria del campionato di Terza categoria girone I, meritatando appieno la promozione in Seconda, grazie a un rigore trasformato da Paolo Tartari concesso all’ultimo minuto del tempo regolamentare su fallo del portiere ospite su Riccardo Forconi. Un gruppo di giocatori unico e affiatato capitanato

dall’ex calciatore professionista, anch’egli tolentinate, Francesco Miccoli, tantissimi sostenitori che in massa e con calore hanno sempre seguito la squadra sia in casa che in trasferta, una dirigenza giovane, ma a quanto pare scaltra e intuitiva, mossa dalla passione e da un entusiasmo travolgente e sostenuta dalla fusione con la Polisportiva Spirito Santo, e uno staff tecnico davvero preparato, orchestrato dal mister Giorgio Cimarelli: questi gli ingredienti, e non solo, della favola chiamata GT.

I VERDETTI Terza categoria “I”

Promossa: Giovani Tolentino Playoff: Pennese-Palombese Colbuccaro-Belfortese


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MACERATA rm civitanova

Il futuro è rosa Il presidente Diomedi illustra i piani futuri per le due squadre: “Terza categoria che punti al vertice e ragazze con l’obiettivo A”

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a RM Civitanova conferma il il gruppo giocatori e allenatore. Differente suo valore e l’impegno di essere la situazione della squadra femminile, sempre su buoni livelli, cresce che oggi si trova in buona posizione e su invece la squadra femminile cui esiste un bel progetto per il prossimo che punta alla futuro. “Le nostre serie A regionale. ragazze stanno Una bella realtà superando le più fatta di passione rosee aspettative per il calcio – sottolinea quella dell’RM Diomedi – in Civitanova, società primo luogo nata nel 2008 da sono cresciute un piccolo sogno tecnicamente e di 6 amici intenti oggi occupano una ad organizzare bella posizione una squadra di di buon auspicio calcio dove poter per il finale di giocare insieme, stagione”. poi tramutata in una gradevole Novità sono e appassionata attese sul fronte realtà. “Quest’anno istituzionale: v o l e v a m o “La federazione confermare regionale sta l’obiettivo degli pensando per la il presidente Sergio Diomedi anni precedenti stagione 2010 – commenta il -2011 invece presidente Sergio Diomedi –. Era il di allestire tre gironi territoriali nord, nostro obiettivo sin dall’inizio stagione, centro e sud di pari categoria, di allestire ma ci siamo complicati un po’ la vita due campionati di Serie A e B regionale specialmente nel girone di andata dove più competitivi: noi potremo entrare a far abbiamo sciupato delle belle occasioni parte della massima serie. Sarebbe un bel che ci hanno fatto perdere punti e che oggi risultato, anche perché questa disciplina avrebbero fatto comodo. Ora ci rifaremo sta richiamando sempre più appassionati nella prossima stagione”. e molte ragazze si stanno avvicinando a questo sport, inoltre anche il pubblico Il presidente della società che milita nel inizia a venire più frequentemente alle campionato di Terza categoria girone I, ha partite”. già confessato di voler confermare in toto

nuovo punto mogliano

Seno - Perroni, 30 anni dopo In un giorno di metà aprile, Maurizio Seno è tornato a Mogliano dopo trent’anni, da quando il club biancorosso avviò un progetto di grande spessore con il settore giovanile. Seno ha ritrovato un amico storico, Ennio Perroni, e in proposito ha detto: “Era un grande progetto, più volte sono venuto in questa bella cittadina con l’indimendicato portiere della Fiorentina Costagliola per insegnare ai ragazzi che vivevano quella grande esperienza”. Seno, maestro dello sport, ha avuto esperienze importanti a Cagliari con Giampaolo, Udinese con Spalletti (tanto per citarne alcune) è sempre al servizio della Federazione per seguire i corsi per allenatori. Arrivato in città, ha seguito gruppi di ragazzini nella loro seduta di allenamento e parlato con i tecnici. Il settore giovanile biancorosso a lezione da un grande maestro che ama il calcio ed in particolare i giovani come pochi.

Seno, che si prova a lavorare con i ragazzini carichi di entusiasmo e pronti a seguire un grande maestro? “I giovani sono un patrimonio importante da valorizzare attraverso vere scuole calcio. Dobbiamo far crescere in loro l’entusiasmo, la voglia di imparare, quello che a loro piace di più: il gioco del calcio. E guai a non farlo”. L’abbandono dopo il periodo del grande entusiasmo perché si manifesta e spesso si concretizza? “Perché i ragazzi sono molto più bravi di noi. Se uno li segue, trasmette loro delle verità, in questo caso il gioco del calcio. I ragazzini sono pronti a seguirti ma se l’insegnamento lascia a desiderare, se non si è veri maestri, i ragazzini scappano”. (Enrico Scoppa)

Nella foto (da sx) Ennio Perroni, Alessandro Quarchioni, assessore allo sport, Maurizio Seno, Glauco Caponi e Rossano Rocco.


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MACERATA

Il Muccia festeggia la Seconda 18 anni dopo

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Cavalcata trionfale dei ragazzi del presidente Moriconi

inalmente il sogno si avvera. Il Muccia ha conquistato la Seconda categoria (prima volta della nuova società fondata nel 2001), 18 anni dopo l’ultima promozione targata Giuseppe Santoni. Un cammino spedito quello dei gialloblu iniziato con risultato ad occhiali in casa del Visso. Nelle successive tre gare ha ottenuto sette punti ma il Real Montecò sembrava irraggiungibile. Il primo segnale di ripresa proprio nel big–match arriva alla settima giornata proprio in casa della capolista dove il Muccia di mister Mario Tesauri, in virtù di una gara tatticamente e psicologicamente perfetta, riapre di fatto il campionato. Arrivano poi quattro vittorie che permettono di conquistare la vetta ella classifica. Una vetta mantenuta fino alla definitiva consacrazione arrivata a tre giornate dalla fine, difesa anche in avvio del girone di ritorno quando i punti di vantaggio dall’avversaria più diretta, il Macerata 1921, erano scesi a tre: decisivo poi il filotto di sette risultati utili

consecutivi, sei vittorie e un pareggio, che ha permesso alla squadra del presidente Marco Moriconi di ottenere il titolo di Campione Provinciale di Terza categoria (girone H). Nonostante la falsa partenza di inizio campionato dunque i giocatori non si sono dati per vinti, specialmente nelle partite che hanno cambiato la storia di questo cammino esaltante verso la vittoria finale, dimostrando di non essere inferiori a nessuno. Un appuntamento con la storia fortemente voluto dall’intero ambiente che ha sempre creduto in questo traguardo prestigioso ma assolutamente meritato.

I VERDETT I Terza categoria “H”

Promossa: Muccia Playoff: Sefrense-Robur Macerata Macerata 1921-Fabiani Mat elica

Coverciano: che emozione! Viaggio premio per Esordienti e Pulcini dell’Aurora Treia. Ecco il racconto dei protagonisti...

“Arrivo a Coverciano, incontro con il Direttore della Fondazione Museo del Calcio Dott. Fino Fini, per la visita guidata, condotta sapientemente dallo stesso con enfasi ed entusiasmo giovanili, già medico della Nazionale maggiore dal 1962 al 1982, che ci ha fatto anche i complimenti per l’attenzione, l’interesse e l’educazione dimostrata dai nostri giovani calciatori durante la visita. Sopralluogo agli impianti sportivi, con relative foto ricordo, dove il nostro Responsabile Tecnico Prof. Dott. Ing . Leonardi Enzo ha rinverdito i propri ricordi di giocatore della Nazionale Dilettanti (l’attuale nazionale olimpica), in cui ha avuto per compagno l’attuale allenatore del Bari, Giampiero Ventura. Abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare uno dei più amati giocatori della Fiorentina degli anni ‘70 e ‘80, Giancarlo Antognoni, attuale Dirigente Federale del Settore Giovanile, che molto gentilmente si è prestato per le foto di gruppo e a rilasciare autografi, per la gioia dei nostri piccoli atleti. Abbiamo incontrato anche il cuoco della nazionale (quello delo spot della Nutella) ed anche lui molto gentilmente si è sottoposto alle foto di rito. Pranzo (catering) presso la stessa struttura di Coverciano, ridente ed accogliente. Nel pomeriggio, ospiti della Fiorentina, ci siamo recati allo stadio “Artemio Franchi” per assistere alla partita Fiorentina

- Genoa, dove durante il riscaldamento dei giocatori abbiamo ricevuto, in risposta ai nostri cori di incitamento, il saluto di Frey e Jovetic. Il pubblico circostante è rimasto favorevolmente impressionato dai nostri cori, dalle nostre coreografie e dall’entusiasmo dirompente dei nostri giovanissimi atleti. Abbiamo suscitato ammirazione per lo spettacolo del nostro tifo all’interno dello spettacolo sportivo e abbiamo anche portato fortuna alla Fiorentina, passata quasi subito in vantaggio e che ha concluso in bellezza con il terzo gol di Babacar (il primo della sua carriera). Dulcis in fundo, a fine gara, nell’entusiasmo generale per l’andamento della partita, i giocatori della Fiorentina, al richiamo dei cori del nostro gruppo, assiepato ai bordi del campo, si sono avvicinati agli spalti e Kroldrup in particolare ha voluto omaggiare la nostra Scuola Calcio, regalandoci la sua maglia n° 2, ancora zuppa di sudore, dedicandola ad un nostro pulcino (Sforzini Simone). Trofeo ambito che costituirà testimonianza viva di questa bellissima esperienza che ha raccolto il gradimento di tutti i partecipanti: giocatori, dirigenti, allenatori e genitori, che ci hanno sollecitato a ripetere questa significativa e gratificante esperienza anche per i calciatori delle categorie giovanissimi ed allievi”.


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ANDREA ACHILLI

29 gol e una dedica speciale Il bomber principe della Seconda categoria ha trascinato il San Marco Servigliano in Prima. “Le mie reti per mamma Rosanna”

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i destro, di sinistro, di testa, in rovesciata. Alla fine sono stati 29 i gol e la sua firma è come un marchio di fabbrica: Andrea Achilli da Fermo. Tutte le squadre del campionato (fatta eccezione per il Piane di Falerone, che comunque ha trafitto in Coppa Marche) hanno dovuto fare i conti con lui, il bomber dei sogni che tutti vorrebbero, ma la società più brava è stata quella del San Marco Servigliano di patron Bartolini che gli ha consegnato la maglia n°9 con una missione da compiere: segnare il più possibile e conquistare la Prima categoria. Achilli, 27 anni, laureato in Scienze motorie, tifoso del Milan, non s’è tirato indietro e ha accettato la sfida. Che ha stravinto.

Andrea Achilli, partiamo dall’inizio. Nel tuo curriculum un po’ di Promozione con la Grottese ma prima ancora la ripartenza in Terza categoria con l’Alteta (e 25 gol realizzati). Qual è la tua dimensione? “Quella di Alteta fu proprio una sfida. In pratica ricominciai a giocare a calcio lì grazie all’amico Fabrizio Frattari. Venivo da infortuni e impegni di studio. Prima stavo all’Azzurra Fermo, segnai anche tanto, ma mi infortunai ai crociati”. L’esplosione a Servigliano. Perchè? “Perchè c’è una società che fa lavorare bene. Ho deciso di accettare la proposta della società in agosto. Mi è piaciuto subito l’entusiasmo del presidente, della società, sapevo già i nomi dei giocatori che avevano preso, i presupposti per vincere questa scommessa c’erano e ho deciso di vestire questa maglia”. L’allenatore, Paolo Armini, 30 anni, è tra i più giovani del panorama calcistico regionale. Com’è stato il tuo rapporto con lui durante la stagione? “Ottimo. Mi serviva una persona che avesse fiducia in me dopo qualche esperienza negativa, non

posso fare altro che ringraziarlo, ho giocato sempre”. Quando hai capito che il primo posto era vostro? “Dopo le prime dieci giornate abbiamo avuto la reale consapevolezza di vincere il campionato, qualche preoccupazione c’è stata invece nel girone di ritorno, il Monsampietro Morico si era avvicinato di sei punti”. Ventinove gol, il più bello? “Sono due: quello in rovesciata contro il Francavilla e il 3-0 alla Firmum”. Una stagione da incorniciare e una tragedia familiare: la perdita di mamma Rosanna. “In questo campionato sono stato assistito dall’alto. Fisicamente sto bene ma per segnare a volte occorrono altri fattori. Ho sentito mamma sempre al mio fianco. A fine campionato, le parole del mio compagno

Davide Liberati, mi hanno commosso: mi ha detto che per i miei gol c’è stata una regia dall’alto”. Se ti guardi indietro hai qualche rimpianto? “In questo ambiente o cominci presto a giocare a certi livelli oppure il percorso diventa in salita. Per quanto mi riguarda credo che all’Azzurra non mi abbiano lanciato bene bene, c’è da dire però che ho avuto anche seri infortuni e poi, quando si è trattato di scegliere tra il calcio o lo studio, io ho scelto la seconda opzione”. Il difensore che ti ha fatto più soffrire? “Stefano Paccapelo dell’Azzurra Fermo”. Achilli in Prima categoria con il Servigliano o... “Qui ho trovato delle persone veramente di cuore. La società ha progetti importanti e a lungo termine”.

I VERDETT I Seconda categoria G

Promossa: San Marco Servigliano Playoff: Francavilla - Amandola Pinturetta - Monsampietro Morico Playout: Audace Grottazzolina - Olim pia Porto San Giorgio Vis Faleria - Monte Urano Retrocessa: Tirassegno

Andrea Achilli ospite della redazione di Quelliche.net


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FERMO

Montottone: i baby ospiti della Fiorentina Una giornata fantastica per i quaranta ragazzi del settore giovanile

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na giornata indimenticabile, quella vissuta dai 40 iscritti al settore giovanile del Montottone allo stadio “Artemio Franchi” di Firenze. Il sogno di ogni bambino di abbracciare, fotografare e farsi firmare autografi da giocatori di serie A è divenuto per loro realtà. Giovedì 22 aprile infatti, la Fiorentina ha disputato una gara amichevole con una

squadra locale di Prima categoria e grazie alla cortese ospitalità di Diego Della Valle, i bambini hanno potuto visitare uno degli stadi più importanti d’Italia, con un posto riservato in tribuna centrale e più che altro sono stati insieme ai loro idoli, davvero molto disponibili, prima e alla fine della partita. Strette di mano, abbracci ed autografi a go go e bambini in delirio. In mattinata

la delegazione gialloblù aveva potuto ammirare le bellezze artistiche della città toscana in un fugace tour per le zone centrali più caratteristiche. Una bella iniziativa che ha permesso allo staff, ai genitori ed ai bambini di passare una giornata fantastica in nome di quello sport capace di regalare emozioni: il calcio.

Montegiorgio: Allievi protagonisti

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Quarto posto finale per i ragazzi di Silenzi in Spagna alla Lloret Cup

li allievi rossoblu con l’innesto di due ragazzi della Sangiustese, uno della Monturanese e uno della Futura 96, sotto la guida dell’allenatore Andrea Silenzi, hanno partecipato in Spagna alla Lloret Cup. Il torneo composto da due gironi di quattro squadre a sistema playoff. I ragazzi si sono ben distinti qualificandosi al quarto posto, dietro a tre squadre spagnole e prima delle italiane. Un ringraziamento va a Tiberio Tamburrini che ha organizzato la trasferta e ha accompagnato la squadra in veste di dirigente. Ecco la rosa della squadra: Dante Biondi, Filipppo Bottoni, Joshua Branco, Andrea Brandetti, Matteo Catalini, Emanuele Cesoni, Luca Cotini, Sean De Cristofaro, Francesco Di Donato, Nico Felici, Matteo Ilari, Roberto Leoni, Leonardo Mannozzi, Cristopher Marconi, Flavio Morganti, Kevin Muca, Denny Tamburrini, Andrea Viozzi, Alessandro Zallocco. Allenatore Andrea Silenzi.


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FERMO

Nuova Dimensione, nuova categoria La scommessa di Sardini: entrare nel cuore della Montegranaro calcistica

Quando si cerca la vittoria finale in campionato già da alcuni anni e si arriva al traguardo finale indubbiamente la soddisfazione è ancora maggiore. Quando poi questo traguardo viene centrato in un derby (contro l’Atletico 99) allora la gioia può anche diventare incontenibile. Esattamente ciò che è accaduto alla Nuova Dimensione (Terza categoria girone L) che, dopo alcune stagioni in cui il primo posto è stato solo sfiorato, ha ottenuto la Seconda categoria, impattando 1-1 in casa con l’Atletico 99. Cuore in gola fino alla fine per la società veregrense e per il suo presidente Luciano Sardini, che racconta il suo stato d’animo dopo l’impresa: “Un campionato duro e difficilissimo concluso con la gioia più grande. Il derby è stata l’apoteosi di un gruppo solido, forte e sempre coeso che ha saputo crederci fino alla

società un ringraziamento fine. Per noi come società il I VERDETT grande a tutti quelli che coronamento di un sogno I ci hanno dato una mano dopo diverse stagioni in cui Terza categoria “L” ma voglio ringraziare in abbiamo sempre cercato il Promossa: Nuova Dimens ione particolare il direttore massimo; questo successo ci Playoff: sportivo Alessandro ripaga di tutto. Difficile fare Corva-Morrovalle Magnamassa che ha graduatorie di merito tra i Real Molino-Corridonia svolto, nel corso della ragazzi: Tutti hanno dato stagione, un grandissimo un grandissimo contributo, lavoro organizzativo e non senza lesinare energie, solo”. Programmi futuri è presto guidati da un grande personaggio come per farne: squadra, società e tecnico hanno Marcello Funari. E’ veramente un tecnico tutta l’intenzione di godersi questo momento: molto competente che sa gestire il gruppo “Abbiamo faticato a raggiungere questo nel migliore dei modi e che, in particolare, traguardo – continua il presidente – e ora ce ha sempre avuto il rispetto di un gruppo che lo vogliamo godere ma è chiaro che il nostro lo ha saputo seguire. A mio avviso un tecnico pensiero è rivolto alla prossima stagione che meriterebbe altre categorie per la sua dove ovviamente abbiamo intenzione di preparazione e la gestione delle forze a sua confermare il gruppo, a partire dal tecnico disposizione. Per quello che riguarda la Funari, che ci ha regalato la Seconda categoria. Non vogliamo certo sfigurare in questo nuovo campionato anche se si tratta di un girone e di un livello che non conosciamo e con il quale ci confronteremo con grande rispetto e voglia di fare bene”. La nuova categoria porta con se anche una rinnovata speranza nel cuore del presidente Sardini: “Mi piacerebbe entrare nelle gioie della Montegranaro calcistica. Una società che raggiunge la Seconda categoria, a distanza di alcuni anni dall’esperienza della Veregra, credo che meriterebbe un’attenzione maggiore dal pubblico locale. Siamo una squadra seguita, ma da molti appassionati che vengono da fuori. Il nostro auspicio – conclude Sardini - è quello di portare un numero sempre maggiore di veregrensi a seguire le nostre gare”.

il presidente Luciano Sardini

il DS Alessandro Magnamassa


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Mister Brutti...d’argento Sta per terminare la venticinquesima stagione dell’allenatore Giuseppe Brutti alla guida di squadre del settore giovanile. Una vera e propria missione. Chissà se di questi tempi calcia al volo di destro e sinistro come quando allenava chi vi scrive. Quella che sta per andare in archivio è, per il protagonista della nostra storia, una stagione da incorniciare. Venticinque anni alla guida di compagini del settore giovanile, una vera e propria missione quella di Giuseppe Brutti (“il mister Peppe” per i suoi ragazzi), tecnico attualmente al Pedaso che, a dispetto della ancor giovanissima età, può affermare di aver attraversato un assoluto cambio di era nell’interpretazione ludica del gioco del calcio da parte della fascia di età prettamente adolescenziale. Parlare del suo curriculum porterebbe via tempo alla sua storia: per intenderci, mister Brutti

è stata un’istituzione nel vecchio settore giovanile del San Michele Lido di Fermo, alla Polisportiva Mandolesi di Porto San Giorgio, all’Elpidiense e alla Sangiorgese conoscendo centinaia di ragazzi e guidandoli verso successi di vita, prima che sportivi. Ha vinto titoli provinciali in praticamente tutte le categorie (Pulcini, Giovanissimi e Allievi) e non solo, considerando la decina di tornei che hanno visto i suoi tagliare per primi il traguardo. “Eppure - ci ha confidato – difficilmente accetterei di allenare una prima squadra, proprio perché il mio mondo, da sempre, è fatto di insegnamento: che sia tecnico, educativo, a volte lontano dagli interessi legati al risultato. Ci penserei solo se arrivasse una proposta che mi consentisse di gestire un gruppo già allenato a livello giovanile…”. Mister Brutti, fidatevi, è uno che cresce e fa crescere i suoi ragazzi con un’idea fissa in testa: il calcio è uno sport ed è un modo per imparare a vivere la vita di tutti i giorni. “Ed è anche per questo motivo che, proprio per essere sempre al passo coi tempi, mantengo vivi i miei contatti coi ragazzi anche attraverso Facebook. Noi allenatori del settore giovanile abbiamo grandi responsabilità educative. E dobbiamo essere sempre pronti a capire i ragazzi a trecentosessanta gradi”. Sapete qual è la più grande dote di questo allenatore, alle “nozze d’argento” con la sua professione?

Brutti all’inizio della sua carriera nella Polisportiva San Michele Lido

E’ quella di essere benvoluto. “Ancora oggi i miei ragazzi di tanti anni fa mi portano

Giuseppe Brutti a Brunico… fa il Mourinho

a conoscere i loro figli neonati. O chi ha qualche problema mi cerca per chiedere consigli. E’ questa una cosa che mi riempie di gioia. Perché oltre alla professionalità legata al mero aspetto tecnico, i giovani mi considerano una persona attendibile”. E allora auguri al mister Peppe Brutti. La volete la dimostrazione di quanto sia benvoluto da generazioni che attraversano in

maniera trasversale la sua carriera? Visitate la sua pagina di Facebook il giorno del suo compleanno. Scoprirete centinaia di messaggi a lui indirizzati. Ognuno con una risposta specifica. Perché quando una persona fa le cose con passione, ha sicuramente un pensiero ad hoc per tutti… (Daniele Perticari)


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Nuova Maglianese, c’è la promozione! La fusione tra Maglianese e Piane di Montegiorgio ha dato i suoi frutti La Nuova Maglianese di mister Demetrio Montanari ha vinto il campionato con tre giornate di anticipo e può già rivolgere il proprio pensiero al prossimo campionato di Seconda actegoria. La fusione fra le società di Magliano di Tenna e Piane di Montegiorgio ha sortito l’effetto sperato e, dopo una sola stagione, la Nuova Moglianese è ora pronta a cimentarsi nella categoria superiore che l’ha vista protagonista per moltissime stagioni negli anni passati. La giornata decisiva in Terza categoria girone M è stata la ventitreesima: vittoria in trasferta della Nuova Maglianese per 1-0 sul Real 2000 e contemporanea sconfitta del Borgo Rosselli con la Union Calcio. Subito dopo la partita, i giocatori hanno festeggiato negli spogliatoi con la

classica bottiglia di spumante e con una cena la sera stessa anche se i veri festeggiamenti si sono tenuti dopo la fine del campionato. “La squadra era stata costituita per due obiettivi – spiega il direttore sportivo Enzo Ferracuti –. Il primo, creare le condizioni, anche a livello economico, per costruire una società in grado di gestire campionati importanti; il secondo, la volontà di dare vita ad una squadra per vincere e siamo riusciti a ottenere il risultato al primo colpo. Sicuramente confermeremo mister Demetrio Montanari e la rosa, stiamo pensando solo a due o tre rinforzi per presentarci in maniera competitiva al campionato di Seconda categoria”.

Monterubbianese, il triste addio di Salvi Dopo 5 stagioni e a 90’ dal termine, arrivano le dimissioni del tecnico

Ad una partita dalla fine del campionato, con la salvezza ancora da conquistare, Claudio Salvi, 50 anni, ha gettato la spugna. Dopo cinque anni ha detto addio alla Monterubbianese. A 90’ dal termine non è usuale che un tecnico presentasse le dimissioni, ma Salvi lo ha fatto esclusivamente per il bene della squadra che nelle ultime 4 partite aveva raccolto appena un punto. La I VERDETTI società presieduta dal Terza categoria “M” passionale Lorenzo Promossa: Nuova Maglianese Romanelli ha annunciato Playoff: con dispiacere di Ortezzanese-Borgo Rosselli accettare le dimissioni Olimpia M.S. Pietrangeli-Nuova Matenana del tecnico e del suo collaboratore Fernando Liberati. “La società ringrazia sentitamente il mister per il fantastico lavoro svolto negli ultimi

5 anni e gli augura di ottenere in futuro tante soddisfazioni sportive e personali”. La squadra andrà avanti guidata dal duo di giocatori Cassetta e Troiani. Nei playout il mantenimento della Prima categoria.


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Nel ricordo di Gianni Battilà

Pinturetta Falcor, nuovi spogliatoi e una targa in memoria del grande dirigente PORTO SANT’ELPIDIO. Il presidente della Pinturetta Falcor Gabriele Pasqualini e il sindaco Mario Andrenacci hanno inaugurato il nuovo spogliatoio dell’impianto sportivo nella frazione Corva. Una cerimonia commovente quella che si è svolta sabato 17 aprile prima della partita contro l’Audace Grottazzolina valida per il campionato di Seconda categoria girone G. La cerimonia ha visto la presenza di molti tifosi della Pinturetta, ma soprattutto di tanti amici di Gianni Battilà, storico segretario della società e grande appassionato di calcio, scomparso prematuramente, che ha sempre lavorato per la crescita della società sportiva con l’intento di offrire ai ragazzi della zona un luogo di ritrovo dove svolgere una sana attività sportiva. La cerimonia si è svolta intorno alle ore 15, prima il taglio del nastro effettuato dal sindaco, poi la benedizione degli spogliatoi effettuata da don Andrea Andreozzi, una struttura funzionale del costo di circa 200 mila euro, poi la cerimonia dell’inaugurazione e della targa dedicata a Gianni Battilà a cui ha presenziato anche la moglie Daniela (nella foto in alto a destra con il Sindaco Andrenacci) e i due figli: Gian Vittorio che gioca con la Pinturetta

e Gian Daniele. “Ricordo l’amico Gianni – ha raccontato il sindaco Andrenacci – poco tempo fa eravamo qui che insieme celebravamo l’inaugurazione del manto in sintetico del campo, fu proprio in quell’occasione che Gianni mi propose di realizzare questi nuovi spogliatoi e oggi continua ad esserci vicino. Come amministratore sono convinto che una città non cresce solo grazie alle strutture, ma soprattutto quando queste riescono a migliorare la qualità della vita e i luoghi di aggregazione fra cittadini”. Un pensiero che è stato ripreso anche dal presidente della Pinturetta Falcor. “Gianni Battilà è stato un grande amico – ha commentato commosso Gabriele Pasqualini – un esempio per tutti noi nello sport e nella vita. Questa targa servirà a ricordare il suo esempio ai dirigenti e ai giocatori che verranno. A me Gianni manca anche adesso”. Un motivo in più per festeggiare questo evento il fatto che quest’anno la Pinturetta Falcor dopo una bella stagione, è già matematicamente nei playoff. Per la cronaca la partita è terminata con un risultato storico: 10 a 1 per i padroni di casa.


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I VERDETTI Prima categoria “D”

Promossa: Arquata Playoff: Futura 96-Ciabbino Avis Ripatransone-JRVS Ascoli Playout: Monteprandone-Monterubbianese

Amadio: “La nostra è stata una vera impresa”

Vis Stella-Monsampolo Retrocessa: Acquaviva

Arquata, che bella notizia la Promozione Un successo pieno e meritato dopo una stagione vissuta sotto i riflettori per vicende extra-calcistiche di Roberto Cruciani

“O

ra abbiamo solo voglia di goderci questo traguardo straordinario dopo una stagione lunga, lunghissima che alla fine ci ha portato il giusto premio”. E’ raggiante Peppino Amadio, tecnico dell’Arquata che, con la vittoria in casa del Montalto, ha centrato l’accesso in Promozione collezionando il secondo campionato vinto negli ultimi due anni; per lo stesso allenatore ascolano si tratta della seconda Promozione raggiunta dopo quella della stagione 2005-2006 alla guida dell’Atletico Piceno. “Una soddisfazione incredibile – conferma il tecnico – e, a mio avviso, il giusto epilogo ad una stagione incredibile in cui le difficoltà sono state immense: siamo riusciti a superarle tutti insieme”. Squadra costruita per vincere quella allestita in estate ma che rischiava di essere messa in ginocchio dalle difficoltà legate alle vicende del presidente Marco Mongardini. Proprio in quei momenti è uscito fuori un gruppo granitico. “In quel momento abbiamo fatto quadrato mettendo in primo piano solo l’aspetto sportivo, senza pensare minimamente al lato economico. Non è stato facile anche a livello psicologico superare il momento anche perché, dopo il mercato di dicembre, ci siamo

ritrovati con una rosa abbastanza ristretta e fatto di necessità virtù”. Ad aumentare le difficoltà anche una stagione invernale assai pesante che ad Arquata del Tronto si sente particolarmente: “Effettivamente anche le condizioni meteorologiche ci hanno costretto a trovare altre sistemazioni per i nostri allenamenti: dalla fine del girone di andata ci siamo allenati su un campo sintetico a Castel di Lama. Questa soluzione ci permette di allenarci in modo ottimale e alla lunga questo si è visto in un torneo difficilissimo: avversari come Ciabbino, Avis Ripatransone e JRVS Ascoli sono stati veramente molto ostici e devo dire che la nostra è stata un’autentica impresa”. Un’impresa della quale Gibbs e compagni sono riusciti a venire a capo a suon di record: “Abbiamo avuto il miglior attacco con 54 reti e la miglior difesa con soli 23 gol subiti: nel calcio i numeri alla lunga contano moltissimo. C’è anche un dato curioso e significativo che ho notato rivedendo i nostri tabellini: siamo l’unica squadra del girone, penso forse anche dell’intera regione, a non aver subite nemmeno un’espulsione sul campo, altro motivo di orgoglio per noi”. Nel giorno del trionfo inoltre anche la soddisfazione di aver fatto notizia per il ritorno in campo di Stefano Tacconi, 53 anni, portiere della Juventus e della Nazionale italiana, amico della dirigenza dell’Arquata. “E’ stato veramente piacevole e il

fatto di mettersi in gioco dimostra la grandezza del personaggio. Ad un certo punto era restio a scendere in campo ma alla luce di un punteggio già rassicurante mi sono girato e gli ho detto di prepararsi perché sarebbe entrato… di certo ha fatto uno strano effetto dirlo ad un campione della sua levatura”. Il riavvicinamento del presidente Marco Mongardini negli ultimi periodi ha certamente aiutato la squadra: “Da quando ha potuto tornare a seguirci ci ha dato grandissima serenità e nell’ultimo periodo abbiamo ottenuto molti risultati positivi: è stato un fattore importante per questo successo. Il futuro? Non ne abbiamo ancora parlato, non è questo il momento. Ora dobbiamo staccare la spina dopo un’annata così tribolata e goderci un successo che i ragazzi e la società meritano per il grandissimo impegno profuso”.

foto di Alberto Cicchini


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I VERDETT I Seconda categoria “H”

ASCOLI

Sporting Acquaviva olè Che gioia la promozione in Prima. Parola al DS Felicioni e mister Pezzuoli di Simone Mozzoni

Dopo tre stagioni ad altissimo livello in Seconda categoria lo Sporting Acquaviva finalmente ce l’ha fatta, vince il campionato e il prossimo anno giocherà in Prima categoria. Abbiamo sentito due degli artefici di questo successo, il direttore sportivo Lucio Felicioni e il mister Ernesto Pezzuoli. Un campionato intenso, non facile ma assolutamente esaltante per la squadra del presidente Nazzareno Olivieri. Partiamo dal ds Felicioni: innanzitutto complimenti per la Prima categoria. Possiamo dire che questa è la vittoria della programmazione dopo il secondo posto i due anni fa e lo scorso campionato senza sconfitte? “Sicuramente è la vittoria della società, della programmazione, del gruppo ma soprattutto della pazienza. Il merito di questa promozione va a ogni singolo componente della nostra società ma in modo particolare a mister Pezzuoli. La stagione scorsa ha centrato l’obiettivo playoff con il secondo posto e il record di imbattibilità marchigiana, quest’anno abbiamo raggiunto la matematica alla terz’ultima giornata”. In questo biennio qual è stato l’avversario che vi ha fatto sudare di più? Il Real Centobuchi ha interrotto dopo due anni la vostra imbattibilità nelle partite di regular season… “Quest’anno sicuramente il Real Centobuchi, è stata la nostra bestia nera, ci ha battuto due volte. Nel match di andata forse il risultato è stato un po’ bugiardo, la partita di ritorno invece l’hanno vinta con pieno merito. Poi rimane un grande rimpianto la finale playoff persa l’anno scorso con il Montalto: quella fu una vera batosta. Venivamo da un grande campionato e avevamo a disposizione due risultati su tre, loro erano arrivati nove punti dietro di noi. Mi ricordo che si giocava con un caldo bestiale,

37 gradi, purtroppo perdemmo 2-0, l’unica partita persa di tutta la stagione è stata proprio l’ultima, la più importante. Meno male che quest’anno ci siamo rifatti alla grande”. Qual è la storia dello Sporting Acquaviva? “La società nasce nel 1997 per dare la possibilità a ragazzi del posto di giocare a divertirsi. I primi anni di Terza categoria sono stati veramente duri. Eravamo costretti ad emigrare continuamente per trovare un campo, beccavamo sei-sette a gol a partita. Poi con il passare del tempo siamo cresciuti e nel 200001 siamo stati promossi in Seconda categoria grazie al secondo posto ottenuto con mister Guidotti. Tanti anni di Seconda e poi questa promozione…”. Come sono i rapporti con l’altra società di Acquaviva? “I rapporti sono buoni, in passato era ventilata l’ipotesi di una fusione tra le due società allo scopo di unire le forze. In futuro potrebbe anche succedere, il prossimo anno però saremo in Prima categoria con lo Sporting Acquaviva, su questo non ci sono dubbi”. Parole chiare da parte del giovane dirigente che lascia come d’altra parte sono quello di un protagonista assoluto di questa impresa: l’esperto tecnico Ernesto Pezzuoli. Mister, tanti tra dirigenti e giocatori avversari affermano che uno dei punti di forza della vostra squadra è proprio l’allenatore. Che cosa ne pensa? “Io faccio solo l’allenatore e cerco di far divertire i giocatori nel limite del possibile. Non mi ritengo uno bravo, lo faccio perché mi piace stare in gruppo. I protagonisti sono i giocatori, non io. Per essere felice mi basta solamente il fatto che

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Promossa: Sporting Acqu aviva Playoff: Spinetolese-Altidona Palmense-Real Centobuchi Playout: Massignano-Montefiore Campofilone-Atletico Colli Retrocessa: Azzurra Colli

L’Acquasanta può festeggiare

il mister Pezzuoli e il DS Felicioni

loro mi vogliono come loro allenatore”. Dopo la sconfitta con il Montalto se lo aspettava di essere promosso con due giornate di anticipo anche in considerazione del fatto che in estate Altidona e Real Centobuchi avevano allestito rose per vincere il campionato? “Non me lo aspettavo. E’ stato un campionato molto bello con alcune formazioni superiori a noi. Comunque avendole incontrate tutte sia all’andata che al ritorno posso affermare con certezza che non c’è stata una squadra di cui possiamo dire “quella partita l’abbiamo dominata”. Semmai è successo il contrario: noi siamo stati dominati. In tutte le partite abbiamo sempre sofferto. In estate non mi aspettavo di vincere ma di fare un buon campionato si”. Quali sono i pilastri della vostra formazione? “Sono stati quei cinque-sei ragazzi che hanno giocato meno degli altri ma sono stati sempre presenti al campo agli allenamenti”. Il momento più difficile di tutta la stagione? “Ho sofferto tanto anche a livello personale quando, tra novembre e gennaio, ci sono stati alcuni problemi nello spogliatoio. Quando le cose non vanno le responsabilità è dell’allenatore e quindi mi rammaricavo di non riuscire a far star bene i ragazzi”. Per il prossimo anno quali sono gli obiettivi in Prima categoria? “La società penso che voglia mantenere la categoria appena conquistata”.

Un successo cercato, voluto e ottenuto con la forza di chi ha costruito la squadra per primeggiare. La stagione dell’Acquasanta è stata senza dubbio esaltante: un cammino senza particolari intoppi nel girone I di Seconda categoria per la formazione termale. Tutta la società biancoazzurra ha fortemente voluto questo successo dopo l’inopinata retrocessione dello scorso anno: un’amarezza maturata nel doppio confronto playout con la Monteprandonese; entrambi gli incontri si sono chiusi a reti inviolate, costringendo l’Acquasanta alla retrocessione in virtù del peggior piazzamento in classifica. In estate è stata allestita una squadra per cercare l’immediato ritorno in Prima categoria; squadra affidata a mister Gianluca Nepi che ha saputo tessere, nel migliore dei modi, le fila di un gruppo che non ha mai dato segnali di cedimento. Un gruppo solido basato su una delle migliori difese del campionato e un attacco che ha avuto la bravura di non puntare esclusivamente su un elemento: ben dieci diversi marcatori, tra i quali spicca la doppia cifra raggiunta da Enrico Filipponi (10 gol), bomber di riferimento principe della squadra termale. Anche nei momenti di difficoltà (otto le sconfitte maturate) la squadra ha saputo mantenere la calma, rintuzzando gli attacchi di Villa Pigna, Poggese e Virtus Pagliare, conquistando la matematica sicurezza del traguardo a due giornate dal termine. A sancirlo è stato il successo in rimonta proprio nello scontro diretto con la Poggese, squadra che fino alla fine ha impensierito i ragazzi di mister Nepi: decisiva nella circostanza la doppietta, in rimonta proprio del bomber Enrico Filipponi. Un ritorno in Prima dopo appena un anno di purgatorio per la squadra ascolana che ha tutta l’intenzione di non recitare il ruolo di comparsa nella prossima stagione.

I VERDETTI Seconda categoria “I”

Promossa: Acquasanta Playoff: da definire Poggese-Virtus Pagliare

Playout: da definire Ponte D’Arli-Valle Castellana Retrocessa: Virtus Folignano


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SPECIALE SAN PIO X CALCIO

“PECCATO, CI RIPROVEREMO” Straccia: “Bloccati dagli infortuni ma non molliamo” “Abbiamo pagato la mancanza di alcuni giocatori fondamentali in un momento importante della stagione”. Il vice presidente della Casp Calcio Gianluca Straccia (foto), traccia il bilancio della stagione commentando luci e ombre che hanno segnato il rendimento della squadra e confermando fiducia a giocatori e staff tecnico per ripartire con le giuste motivazioni già in vista della prossima stagione. “A mio avviso la stagione è stata positiva – commenta Gianluca Straccia – dopo le prime gare eravamo in testa alla classifica e le cose stavano funzionando bene, la squadra dimostrava equilibrio e qualità. Nei mesi di dicembre e gennaio, abbiamo avuto alcuni infortuni eccellenti, che hanno messo ko 4 titolari importanti che facevano la differenza e sono iniziati a mancare i risultati poi quando le cose non vanno diventa tutto più complicato. Si inizia a giocare con meno serenità e si finisce per sbagliare. Nell’ultima parte della stagione siamo riusciti ad invertire la tendenza, conquistando 10 punti e arrivando a ridosso della zona playoff”. In conclusione la Casp Calcio ha disputato una stagione che ha consentito ai suoi tifosi di divertirsi, non dimentichiamoci che nelle due stagioni precedenti la Casp, prima da neo promossa ha sfiorato per 4 punti la zona playoff, impresa ripetuta anche l’anno

scorso e magari l’invito è quello di puntare al prossimo al futuro per fare meglio. “Devo ringraziare tutto lo staff tecnico – conclude Straccia – per il lavoro svolto durante l’anno e i giocatori che hanno sempre dimostrato attaccamento alla maglia. Sono convinto che ci sono tutti i presupposti per fare bene e quindi sia allenatore sia giocatori per quanto ci riguarda sono già confermati”.


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ASCOLI

Tra i due litiganti l’Appignano gode Albertini, presidente e bomber: “Una gran bella soddisfazione” I VERDET TI Terza categoria “P ”

Promossa: Appig nano Playoff: LSA Vagnoni-Porta Ro mana Borgo Solest‡-Mozzan o

Tra Porta Romana e Mozzano alla fine l’ha spuntata l’Appignano Calcio del giovane presidente Alessandro Albertini (foto). Sessantaquattro punti, 89 gol fatti...la promozione in Seconda categoria è diventata realtà. Presidente, ce l’avete fatta. “Sì. E’ stata durissima, combattuta fino alla fine. Però proprio per questo ancora più bella”. Una grande partenza, 9 vittorie in 9 gare, poi... “E poi due brutti k.o. e qualche altro incidente di percorso che ha rischiato di compromettere il nostro cammino. Però nel momento più delicato della stagione la squadra ha saputo tirare fuori il meglio di sè”. Infatti ad un certo punto sembrava fatta per il Porta Romana... “Ha detto bene, sembrava...”. Come reputa il livello delle squadre che vi hanno conteso il titolo fino alla fine? “Ottime squadre, sia il Mozzano che il Porta Romana. A loro vorrei dire che sono stati dei grandi avversari e insieme abbiamo dato vita a un campionato bellissimo ed entusiasmante che non a caso si è risolto solo all’ultima giornata”. All’inizio della stagione non erano in molti a credere in voi. Un società così giovane non destava molta fiducia. “Forse per chi ci guardava dall’esterno. Ma per noi non è stato mai così. Sapevamo di avere i mezzi per vincere il campionato, sapevamo di essere molto forti. Nessuno tra di noi ha dubitato mai di questo gruppo e di questi ragazzi. Sono stati tutti fantastici sotto un profilo umano e calcistico”. C’ è stato uno tra i vostri giocatori che ha fatto la differenza? “No. Sono stati tutti fondamentali e non è una frase fatta”. La partita più bella della stagione? “Direi quella che abbiamo vinto in casa contro il Porta Romana per 2 a 1 dopo che eravamo sotto di un gol e con un arbitraggio vergognoso. Lì ci siamo resi conto che avremmo vinto contro tutto e tutti”. Stagione meravigliosa anche per lei: da giocatore ha realizzato 26 gol laureandosi capocannoniere del campionato. “Sì, è vero, gran bella soddisfazione. Ma è stato tutto merito dei miei compagni, senza di loro non ci sarei mai riuscito”.

L’Agraria nel…Club della Seconda categoria Per il presidente Palanca questa promozione è il fiore all’occhiello di 10 anni di dirigenza L’Agraria Club vola in Seconda categoria, e per festeggiare la vittoria via a fuochi d’artificio e terzo tempo per tutti. Dopo aver disputato per quattro volte i playoff, l’Agraria Club conquista la seconda promozione nella storia della società, una vittoria speciale per la dirigenza e il presidente Gianfranco Palanca che segue la squadra da due lustri, 8 anni da vice e 2 anni da presidente, un ruolo che a quanto sembra porta bene alla squadra di Porto d’Ascoli. L’ultima gara del campionato di Terza categoria girone O, ha segnato due dati importanti: la vittoria per 2-0 contro Santa Maria, e una grande festa che è divenuto anche un esempio di sportività. Al termine della gara, sono stati esplosi in aria dei fuochi d’artificio e anche la squadra ospite è stata inviata a partecipare alla maxi spaghettata allestita vicino alla tribuna a cui hanno partecipato anche i tifosi. “E’ stata una gioia immensa – racconta il presidente Palanca – per noi e per i ragazzi. Adesso penseremo a goderci questo risultato,

ma abbiamo intenzione di disputare una buona Seconda categoria, partendo dalla conferma dell’allenatore Adamo Bruni. Dove sarà possibile attingeremo al nostro settore giovanile di cui andiamo molto fieri per rinforzare la rosa e dove sarà necessario cercheremo degli uomini chiave per rendere la squadra in grado di competere tranquillamente nella categoria superiore”.

I VERDETT I Terza categoria “O”

Promossa: Agraria Clu b Playoff: Silvestrese-Molo Sud Villa S. Giuseppe-Santa Ma ria


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SPECIALE RIPATRANSONE UNITED

Ripatransone United, trionfo doppio Promozione in Seconda categoria e successo nel calcio a 5. Pulcini: “L’obiettivo della società è la Promozione” Nome suggestivo, Ripatransone United, progetto a lunga scadenza con traguardi importanti e ben precisi: promuovere il calcio giovanile e raggiungere la Promozione. Il tessitorie del progetto si chiama Mario Pulcini, presidente, che quest’anno ha dominato il campionato di Terza categoria girone N, conquistando la vittoria del campionato con molto anticipo rispetto alla tabella di marcia e prendendo letteralmente a pallonate gli avversari con oltre 120 gol segnati. Raccontandola tutta, il Rapatransone United, disputa anche il campionato di calcio a 5 Figc e quest’anno dopo un’autentica cavalcata trionfale ha conquistato la promozione in C2. “E’ stata una stagione esaltante – racconta Mario Pulcini – il nostro obiettivo era chiaro, volevamo vincere e conquistare la Seconda categoria e così abbiamo fatto. Con questa squadra avremmo potuto competere tranquillamente partendo da una Seconda categoria ma personale sono dell’opinione che un gruppo vada costruito dal basso se si vogliono raggiungere degli obiettivi. A me non interessa fare una squadra cambiando metà rosa ogni anno, preferisco creare un gruppo coeso che possa lavorare nel tempo. Nel calcio a 5 è stato cosi, abbiamo iniziato due anni fa per gioco, poi la passione ci ha contagiato e adesso vogliamo crescere seriamente. Il campionato di calcio è più impegnativo, è vero che potevamo contare su una rosa di qualità, ma costruire un gruppo non è mai facile neppure in Terza. In un certo senso sono contento di aver vinto e lasciare questa

categoria, spesso ci siamo imbattuti in gare che non erano partite agonistiche, ma lo sfogo di persone frustrate che gettano la loro rabbia nello sport. Più di una volta mi è capitato di dover accompagnare qualche giocatore al pronto soccorso, sono episodi che non voglio rivivere”. Le due squadre hanno festeggiato in campo la vittoria dei rispettivi campionati, ma il bello deve ancora venire, il presidente, infatti, ha offerto per tutte e due le squadre una vacanza premio a Marbella per il prossimo 2-4 luglio. Un modo per rinsaldare l’affiatamento e la volontà di lavorare con la giusta determinazione per la prossima stagione. “Stiamo già pensando al futuro – conclude Pulcini – in primo luogo devo ringraziare tutto lo staff tecnico, senza il loro supporto non sarebbe stato possibile raggiungere certi obiettivi. In vista della prossima stagione abbiamo già adottato una strategia, confermare l’allenatore Massimiliano Corsi e oltre i due terzi della quadra e rinforzare il gruppo con qualche innesto di qualità per fronteggiare la Seconda. L’obiettivo di questa società è raggiungere la Promozione e stiamo già valutando la possibilità di creare un settore giovanile che serva a catalizzare l’interesse dei giovani della zona”.

I VERDE TTI Terza categori a “N”

Promossa: Ri patransone Unite d Playoff: Longobarda-GMD Grottammare Pedaso-Cossinea


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Lettere & Rubriche Mental trainer

Medico

di Roland Del Vecchio

Il Ciclo del successo. Una famosa citazione di H. Ford dice: “Che tu creda di farcela, o di non farcela, avrai comunque ragione”. Ma come può un risultato essere determinato solo da ciò che si pensa? Vediamolo insieme! Quando pensiamo di farcela il nostro cervello sviluppa le 4 fasi conosciute come “ciclo del successo”. La prima fase è l’attenzione rivolta alle risorse: convinti di farcela, utilizzeremo completamente le “risorse” già disponibili e ne cercheremo delle altre. Cercare altre risorse significa “agire” alla volta dell’obiettivo, e questa è già la seconda fase. La terza fase riguarda i risultati: le azioni producono sempre dei “risultati” più o meno utili. La quarta fase è il rafforzo della convinzione: i risultati, anche se parziali, rafforzeranno la nostra convinzione di potercela fare…spingendoci a ripetere il ciclo, fino al successo. E quando pensiamo di non farcela? Anche stavolta il nostro cervello si attiva sulle 4 fasi dello stesso ciclo che, però, prende il nome di “ ciclo del fallimento”. Perché? Perché se siamo convinti di non farcela avremo poca considerazione per le risorse disponibili e di certo non agiremo per cercarne altre; senza agire non produrremo certamente risultati utili che ci avvicineranno all’obiettivo e proprio questo fatto rafforzerà in noi la convinzione che non ce la faremo.E avremo ragione! Quindi, tutto quello che ognuno di noi ottiene è prodotto dal pensiero di poterlo ottenere e tutto ciò che non avremo mai è solo legato al pensiero di non poterlo ottenere. Ma, secondo voi, i pensieri si possono cambiare? Che lo crediate o no…avrete comunque ragione.

Roland Del Vecchio ha maturato una considerevole esperienza in strategie di comunicazione, oltre che attraverso anni di appassionato studio, applicando le tecniche di Pnl più innovative direttamente nei suoi corsi d’insegnamento. Considera la crescita personale e l’equilibrio interiore la sua passione più grande; argomenti ai quali dedica tempo e studi approfonditi.

di Flavio

Zura

Sono spesso soggetto a crampi. Vorrei sapere quali sono le cause e i possibili rimedi? Marco da Belligotti Il crampo è una manifestazione dolorosa dovuta ad una contrazione involontaria del muscolo spesso improvvisa, da non confondere con la contrattura. I “crampi muscolari da sforzo”, vanno distinti dai “crampi muscolari idiopatici” (crampi di origine sconosciuta imputabili verosimilmente a fenomeni neurologici). Negli sportivi i crampi muscolari quasi sempre sono dovuti ad affaticamento, a scarsa tensione di ossigeno e all’aumento di acidità muscolare. Altre cause che possono portare al fenomeno sono lo squilibrio elettrolitico determinato da forte sudorazione, il mancato riequilibrio idrosalino, il clima rigido e il consumo esagerato di sostanze eccitanti come caffè e tè. Relativamente ai possibili rimedi preventivi sarà utile bere prima e durante lo sforzo e mangiare abbastanza frutta e verdura, le quali forniscono sostanze per un buon funzionamento muscolare. Infatti, carenze di calcio, magnesio, potassio, tiamina, acido pantotenico, biotina, bioflavonoidi e vitamine C ed E potrebbero favorire il fenomeno. Come integratori erboristici verosimilmente utili sono il ginkgo biloba, il chinino, lo zafferano, l’erba medica alfa alfa e il kelp. Inoltre evitare di indossare indumenti troppo stretti, con particolare riferimento ai calzini e allacciare bene le scarpe, ovvero non stringerle troppo e non allacciarle magari attorno alla caviglia, come mi capita spesso di vedere. Una volta che il crampo è comparso, il muscolo colpito dovrà essere massaggiato delicatamente e stirato gradualmente, da evitare invece l’applicazione di ghiaccio. Infine, anche una doccia calda o un idromassaggio potrebbero essere utili.

Flavio Zura Medico chirurgo ortopedico Ospedale di Fermo, con esperienze come medico sociale di alcune società professionistiche militanti in campionati nazionali.

Preparatore atletico

Giammario Scalella Avvocato

di Roberto

Tarullo

Alleno una squadra di esordienti e mi sembra di cogliere nei ragazzi una scarsa capacità di coordinazione. Può suggerirmi qualche consiglio per migliorare tale capacità? Peppe68@gmail.com La coordinazione è una capacità funzionale attraverso la quale si ottiene un risultato come prodotto del movimento. Nel calcio è il cardine di dei gesti tecnici e quindi della prestazione. Per lo sviluppo della coordinazione motoria, la varietà è l’elemento fondamentale, come dire che quanto più variegate saranno le esperienze di tipo coordinativo tanto più efficace sarà lo sviluppo delle abilità. Inoltre, la varietà degli stimoli costringe il soggetto ad un costante impegno attentivo e ad elaborazioni mentali articolate che nel tempo porteranno ad un miglioramento complessivo della prestazione. Secondo Zaciozskij se un individuo per lunghi periodi non apprende gesti nuovi perde parzialmente la capacità di assimilare. Secondo questo autore, pertanto, la varietà è di fondamentale importanza per l’acquisizione di nuove abilità. Quando si struttura un programma per migliorare la coordinazione motoria sarà fondamentale stabilire le migliori condizioni d’allenamento possibili, senza che si verifichino cali di attenzione e di motivazione. Essendo il calcio disciplina open skill, da un punto di vista pratico le esercitazioni per migliorare la coordinazione specifica richiedono per lo più una metodologia situazionale: esercitazioni con il pallone, esercitazioni dinamiche con giochi di movimento, esercitazioni in condizione diverse da quelle standard (partite a tema, su un campo di diverse dimensioni da quello di gara), esercitazione di movimenti speculari da entrambi i lati, esercitazioni di gioco in situazioni non prevedibili, esercitazioni aperte che prevedono problem solving, variazioni del ritmo esecutivo dell’esercizio, movimenti eseguiti con il corpo in diverse posizioni, Prima di concludere va sottolineato che le esercitazioni rivolte al perfezionamento coordinativo richiedono un elevato dispendio nervoso, pertanto gli allenamenti rivolti in questo senso non devono essere troppo lunghi e devono essere eseguiti in condizioni di freschezza psico-fisica, cioè quando i ragazzi non sono stanchi.

Roberto Tarullo è laureato in Scienze Motorie, ha insegnato Tecnica generale dell’educazione fisica, Tirocinio didattico e Ginnastica educativa all’ISEF di Perugia ed Educazione motoria al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Macerata. Preparatore atletico professionista e collaboratore tecnico e scientifico di importanti riviste specializzate e case editrici.

Rapporti economici tra società dilettantistiche e giocatori Credo opportuno svolgere alcune e brevi considerazioni in merito agli aspetti economici del rapporto tra società dilettantistiche e i propri atleti. L’articolo 29 delle N.O.I.F. prevede l’esclusione di ogni e qualsiasi forma di lavoro subordinato o autonomo riguardo ai calciatori “non professionisti”, ossia verso quei giocatori che svolgono attività sportiva per le società associate nella Lega Nazionale Dilettanti. Pertanto è da considerarsi illecita ogni qualsiasi forma di corresponsione di denaro a favore dei propri atleti se non nelle forme del ristoro delle spese vive sostenute per lo svolgimento dell’attività sportiva. La Lega Nazionale Dilettanti ha introdotto una deroga al predetto divieto - con l’articolo 94 del N.O.I.F. - introducendo la possibilità dei Campionati Dilettanti in ambito Nazionale (Serie D), pur non essendo né in un lavoro autonomo né subordinato, il versamento a favore dell’atleta di un importo lordo non superiore ad £ 25.822,00 da corrispondere in un’unica soluzione o attraverso rate mensili. Il predetto importo viene versato a titolo di indennità di trasferta, rimborsi spese forfettari e voci premiali.

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REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI FERMO N.5/2003

Sandro Cecchi, Stefano Tiburzi STAMPA: Rotopress – Loreto (An) Stampato e distribuito in 20.000 copie (chiuso in redazione il 28 aprile 2010)


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N. 10 - Aprile 2010

Campo in erba Ecco i consigli... Per chi non avesse ancora concimato, si consiglia la somministrazione di un concime a lenta cessazione (tipo 28 – 3 - 10 oppure 25 – 5 – 5). Verificare e programmare eventuale irrigazione. I metodi più utilizzati nella pratica sono quelli che richiedono esperienza e capacità di osservazione dell’operatore: - Metodo “dell’impronta”: consiste nel camminare sul tappeto erboso e osservare quanto impiegano le foglie, piegate dal peso, a riassumere la posizione eretta. Le foglie turgide tornano subito erette mentre quelle in deficit idrico sono molto più lente e lasciano vedere sulla superficie la classica “impronta del piede”. - Profilo del terreno: si tratta di valutare a occhio la distribuzione dell’umidità lungo il profilo interessato dalle radici. - Colore delle piante: osservare le lieve variazione di colore, da verde brillante a grigio-bluastro, che subiscono le piante quando entrano in stress idrico. Bisogna tenere presente però che l’intervento irriguo deve avvenire all’inizio dell’appassimento, prima che esso diventi permanente. Contattate il vostro tecnico di fiducia per programmare lavori di manutenzione straordinaria di fine campionato. (Lucio Porrà)

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N. 10 - Aprile 2010


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