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IL PRIMO MENSILE DI CALCIO E ... NON SOLO
marcheingol@quelliche.net
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BENIAMINO DI GIACOMO
“La mia Inter piena di campioni. C
L’ex spalla di Mazzola (oggi 75enne) tra ricordi e curiosità: “Il gol a Sarti? In molto poca”. Herrera e Mourinho allora identici o quasi? “Toglierei il quasi perché gli obiettivi partono tutti dalla stesso concetto: grande concentrazione, grandi proclami, obiettivi definiti sin da subito e grandi giocatori che come ne dispone il tecnico nerazzurro ne disponeva all’epoca l’Inter di Angelo Moratti. Oggi in campo Maicon, Lucio, Sneijder, ieri Suarez, Picchi, Tagnin, Facchetti, Burgnich, Jair, Mazzola, Corso. Un parallelo che si può sicuramente fare e ci può stare”. La vittoria ottenuta contro il Bayer Monaco, ineccepibile? “Penso proprio di sì, soprattutto quando disponi di un giocatore come Milito che fa la differenza, e non solo in occasione della gara contro i tedeschi”.
di Enrico Scoppa
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eniamino Di Giacomo, per gli amici Gegè. Lui, la Grande Inter di Herrera, l’ha conosciuta bene. Ci ha giocato e vinto. L’altra Grande Inter, quella di Mourinho (oggi di Benitez) e della ‘tripletta’, l’ammira. Mou è andato via (a Madrid), ma ha proiettato l’Inter fra i club più prestigiosi al mondo. Mettiamo indietro le lancette dell’orologio di qualche decennio. Gegè muove i primi calci nel mitico vivaio del Portorecanati dove viene adocchiato dai dirigenti del Castelfidardo, dalla società castellana il grande salto in serie A con la Spal del grande Mazza, poi Napoli, Lecco, Torino, Inter, Mantova, Cesena. Grandi squadre e grandi allenatori: Tabanelli, Amadei, il brasiliano Santos, Helenio Herrera. Di Giacomo ha vissuto la duplice esperienza di aver vinto la Coppa dei Campioni (come era chiamata allora) nella stagione 1963/’64 con il mago HH e qualche settimana fa ha potuto rivivere quella esperienza da spettatore sulle tribune dello stadio Bernabeu a fianco
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dei campioni dell’epoca quali Suarez e Peirò.
Di Giacomo, l’Inter del mago Herrera ti ha visto protagonista, quali differenze con quella del mago Mourihno? “Il mago, come lo chiamavano, era un grande motivatore come lo è Mourinho e qui di differenze ne noto pochissime. Helenio ci faceva giocare con un modulo che esaltava il contropiede e mi sembra che il portoghese faccia giocare l’Inter di oggi proprio così, pertanto grandi differenze non se ne notano se non il periodo in cui questa Inter è collocata”. In pratica, lei dice che oggi il calcio è solo mutato non nella sua essenza ma per i suoi contorni che sono fondamentali? “Certo. Oggi il calcio è business, ieri non lo era di certo. Ieri la televisione era in bianco e nero, oggi abbiamo in campo più telecamere che giocatori. Sotto questo profilo non ritrovo più il calcio di un tempo ma un altro calcio. Sotto l’aspetto dell’essenza la differenza è
re di gara e dei suoi assistenti ? “No. No. No. Con la moviola in campo il calcio finirebbe. Non vedo questo mezzo tecnico il solutore di tutti i problemi, tutt’altro”. Il calcio e i giovani, qual è il pensiero Di Giacomo? “Sono in tanti, oggi, che vorrebbero fare i calciatori prima di tutto per inseguire il Dio denaro, ma è un’arma a doppio taglio. Io dico una cosa: se oggi un giovane volesse provare a mettersi in discussione e in più avesse anche un po’ di fame, l’obiettivo può essere centrato con più facilità, anche se in questo mondo come in tanti altri settori il successo garantito non si trova di sicuro, credetemi”.
L’Inter si è ricordata anche dei campioni degli anni Sessanta in occasione della finale? “Devo dire che è stato un grande piacere andare a Madrid accompagnato per l’occasione da mio figlio Claudio. Un grande gesto del presidente Massimo Moratti che tanto somiglia al nostro caro ed amato presidente Angelo Moratti”. Un momento da non dimenticare mai? “Il debutto in serie A, Spal-Triestina, emozione forte e il dopo gara di Mantova-Inter. Io da ex interista misi a segno il gol partita regalando alla mia grande Inter il secondo dispiacere in tre giorni, aveva perso la finale di Coppa Campioni con il Celtic”. Se ne è parlato e se ne parlerà per sempre di quel gol di Mantova e della papera di Sarti. “Se ne è parlato e se ne parlerà ma se uno fa il calciatore professionista non può guardare in faccia a nessuno, le regole dello sport te lo impongono. In quel momento ero un giocatore del Mantova e dovevo fare gol per il Mantova”. La moviola in campo, secondo lei una soluzione a tutte le polemiche che ruotano intorno alla decisione del diretto-
Sopra Di Giacomo con la maglia nerazzurra, nell’altra pagina il “mago” Helenio Herrera e a fianco l’Inter dello scudetto ‘62-’63 (Di Giacomo è il secondo accosciato da sinistra), in basso con la maglia del Mantova
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i. Come questa di Josè Mourinho”
ti? In quel momento ero un giocatore del Mantova” ati il 13 novemo na sce a Por to Recan Benia mi no Di Gia com Pa olo Ma zza , su trava nti. Scoper to da bre 1935. Ruolo: cen debutt are in Ser ie Bia giotti, che lo fece seg na lazione di Aldo più precisamente la ma glia del la Spal, A nel 1954-1955 con 5. Di Gia como 195 e Triestina il 9 ottobr a Fer rara contro la sta gioni, cule du e an ni. Con la Spal rim non ha ancora 20 an il 9 giu gno 1957, a rete, esatta mente mi nate con una storic Mi lan che va le ai campioni d’Ital ia del a Mi lano contro i già contro i rossonevittor ia in tra sferta bia ncoazz urr i l’un ica pol i, lla cor te di 7 viene ceduto al Na ri. Nell’estate del 195 do 120 pa rtican gio e quattro sta gioni, Achil le Lauro riman i passa al Lecco e . Retrocesso il Napol te e seg na ndo 32 gol A (14). Retrocesstorico di reti in Ser ie seg na il suo ma ssi mo embre del 1962 asa al Tor ino e a nov so pu re il Lecco, si acc con il centrava nti uito di uno sca mbio passa all’Inter a seg ce uno scudetto e ns. In due sta gioni vin ing lese Gerry Hitche Helen io Herrera. di er i. E la Gra nde Int la Coppa dei Ca mpion pionato retroceMa ntova: al pri mo cam Si tra sferisce poi al iene un’im media, e l’an no seg uente ott de in Ser ie B nel 1965 14 reti stavolta iando il suo record di ta promozione, eguagl a Ma ntova , pre L’a nno successivo, sem nel la ser ie cadett a. del rocam, rti Sa no un errore di Giu lia è l’autore, complice ventus di vincere che con sente alla Ju bolesco “gol del l’ex” ta proprio l’Inter. do all’ultima giorna lo scudetto sor passan con ita na (in C), e di Cesena (in B), e An Veste ancora le ma gli (Serie D) nel 1973. car riera al Bella ria pri ma di chiudere la tore: Osi ma na e ena zia la car riera di all Successiva mente ini to il Fabria no ena all che no in C1. Ha an Jesi in C2 oltre al Fa ttobre 1987 viene novese in C2. Nell’o in Ser ie D e la Civ ita cercare di risollella Ter na na in C2 per invece contattato da o qua lche giorno dif fici le: vi rimane sol va re una situa zione ere in pa nch ina . sen za neppu re ma i sed
Con Gegè nasce il Mito di Gianluca Giandomenico La prima Inter che da lì a poco diventerà Grande è come una filastrocca: Buffon, Burgnich, Facchetti; Zaglio, Guarnieri, Picchi; Jair, Mazzola, Di Giacomo, Suarez, Corso. Le cronache raccontano che una data, su tutte, rappresenta il viatico verso il tetto del mondo: 1° novembre 1962. L’Inter gioca a Marassi contro il Genoa. Herrera esclude a sorpresa Maschio e fa esordire Jair e Di Giacomo, quest’ultimo arrivato a campionato in corso. E’ un attaccante bassotto ma svelto e astuto. Sarà festa: l’Inter passa 3-1, Di Giacomo butta dentro il terzo gol. Pare un assurdo ma il calciatore che fa da apripista al primo trionfo dell’Inter di HH è proprio lui, Gegè Di Giacomo. “Al mio arrivo in nerazzurro Herrera mi schierò subito al centro dell’attacco, e io ripagai subito la sua fiducia andando subito a rete”. Alla fine del campionato fu il miglior cannoniere della squadra con 13 gol, davanti a Mazzola e Jair fermatisi a 10. “A Herrera piacevo perchè cercavo di compensare la tecnica un po’ grezza con il temperamento, il coraggio, la passione”. In quella stagione arriva lo scudetto n° 8, poi la prima Coppa Campioni. E’ l’Inter che sta per scrivere Storia, quella di Sarti, Burgnich...
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SERIE B qui ASCOLI
Un punto di domanda, tanti interrogativi. Perché per chi ama il calcio, quello estivo, è il tempo dei quesiti. Figuriamoci in casa bianconera… di Daniele Perticari
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i aspettate giudizi, bilanci, promossi e bocciati? Macché, l’estate, per qualsiasi appassionato di calcio, è il periodo degli interrogativi. Specie quello ascolano, ormai vaccinato a vivere alla giornata. E allora, chi glielo fa fare al megadirettorenaturale Stefano Antonelli di prendersi tutte queste rogne? Non poteva continuare a guadagnare dieci volte di più facendo l’agente di calciatori campioni del mondo? Se Stefano Antonelli parlasse con l’accento ascolano, sarebbe considerato “il genio delle Cento Torri”? E cosa c’e’ di strano nel riconoscere che grazie a lui, Ascoli e l’Ascoli, sono davvero una società solida, con idee, con lo sguardo verso la piazza? Ve la ricordate l’era del direttore dell’Area Marketing e Comunicazione Cristiano Leonardi? Lo sapete che sono passati solo cinque anni e pare siano decenni? Ma Ubaldi e Antonelli assieme, no? Perché in B chi parte da campione finisce col fiatone? E perché, invece, l’Ascoli finisce sempre fresco come una rosa? Di chi è il merito maggiore? Basterebbe anche col Gus in panchina? O
chiedere di sognare è troppo? Rimarrà uno tra Bernacci, Antenucci e Lupoli? E se il Gus si portasse Carobbio, uno che finalmente piazza le punizioni sotto al sette? Ma lo sapete che SasàBrunoGol si svincola? E che stavolta almeno il settanta percento della rosa attuale dell’Ascoli potrebbe rimanere ad inizio stagione? Sarà il settimo anno consecutivo in cui nessuna squadra marchigiana occuperà una miglior posizione, nel calcio nazionale, dell’Ascoli? Gigi Giorgi diventerà capitano, idolo, simbolo, monumento della squadra? E Vincenzo Sommese, dopo che aveva promesso di arrivare prima dell’Ancona in classifica quando l’Ascoli era ultimo e i dorici secondi, cosa ci prometterà? Il presidente Benigni si è accorto che con i biglietti ad un euro e la partita “che conta” al Del Duca c’era il pienone? E’ meglio giocare la B al sabato pomeriggio o non sarebbe male chiedere alla serie A di iniziare alle 16 e ai cadetti-poveretti lasciare la fascia domenicale 13-15? Domande, tante. Certezze, una. L’Ascoli di Benigni è una creatura mediaticamente antitetica a quello di Re Costantino Rozzi. Ma se si entra in cascina, il fieno c’è sempre. Di questi tempi vi sembra poco?
Gustinetti: “Un onore essere qui” “Considero Ascoli un traguardo importante per la mia carriera. L’ho affrontata da avversario tante volte e non è stato mai facile, anche per l’ambiente caloroso dei tifosi”. Queste le prime parole del nuovo allenatore Elio Gustinetti (foto), bergamasco, classe 1955. “Da qualche anno gioco con il 4-2-3-1 che, naturalmente, può trasformarsi facilmente in un 4-4-2. Ci sono giovani interessanti, sui quali sono contento di poter lavorare, come sono contento di ritrovare un giocatore a cui sono molto legato come Daniele Di Donato”.
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qui aNCONA
Tanti dubbi, una sola certezza: la serie B di Silvia Trillini
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er l’Ancona sarà ancora serie B. Grazie cielo. Quella “benedetta salvezza” che non arrivava mai e che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alla fine, si è concretizzata l’ultima giornata di campionato contro il Mantova. Che con il pareggio al “Del Conero” è retrocessa direttamente assieme a Gallipoli e Salernitana. L’Ancona si salva con 52 punti tutti biancorossi, il che significa: obiettivo raggiunto sì, ma non senza soffrire. I dorici hanno disputato un girone di ritorno del tutto negativo: 18 punti in 21 partite. Una media retrocessione che non ha nulla a che vedere con i risultati ottenuti all’andata (36). L’Ancona ha esibito un buon calcio, ha fatto sognare e ha sbalordito chiunque l’avesse sottovalutata. Almeno all’inizio. Poi da febbraio il “giocattolo biancorosso” ha iniziato a rompersi e si è rivelato talmente tanto fragile da rischiare di frantumarsi del tutto. Ma per fortuna è andata bene. Mastronunzio e compagni hanno vinto la loro partita sul campo, conquistando la salvezza in serie B senza playout. Applausi per i dorici, ma non standing ovation. Si è sofferto troppo e anche la società ha le sue colpe. Da ricordare i 2 punti di penalizzazione, comminati all’Ac Ancona per inadempienze amministrative. L’ingresso del nuovo socio Brainspark ha ridato ossigeno alle tasche dell’Ancona, ma le difficoltà economico-finanziarie permangono. L’A.d. della società italoinglese, Villa, ha ribadito la necessità di un aumento di capitale entro il 20 giugno di almeno 10 milioni di euro per garantire la sopravvivenza del club e l’iscrizione al prossimo campionato. Ben venga allora
la partecipazione di nuovi potenziali investitori, soprattutto locali. Uniti con un unico intento: far crescere l’Ancona attraverso un piano industriale da attuare sul territorio anconetano, che prevede anche lo sviluppo del settore giovanile. Evanescente l’interesse mostrato dalla cordata diretta dall’ex presidente Schiavoni. Matrimonio che “non s’ha da fare”. Troppi soldi in ballo; trattativa sospesa. Così il destino dell’Ancona resta per forza in mano a Villa e Petocchi. Soli. Due punti di domanda a ridosso del futuro dorico. Ma Villa tranquillizza tutti. “Brainspark porterà a termine il suo impegno nel migliore dei modi. Abbiamo delle scadenze importanti cui faremo fronte”. E un settore tecnico tutto da rifare. Il tempo stringe e l’Ancona si porta dietro ombre ed interrogativi. Nella speranza che i vertici biancorossi riescano a trovare, stavolta, la chiave giusta per trasformare i dubbi in certezze; godiamoci l’unica verità che al momento abbiamo: la serie B.
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SPECIALE MOTO
Un edizione super del Motoraduno Nazionale della Calzatura
Moto, musica e tanto divertimento alla 13^ edizione della manifestazione nata nel ‘98. Giacomini: “Un grazie di cuore a quanti collaborano a questo evento”
I giorni 29 e 30 maggio si è svolto il 13° Motoraduno Nazionale della Calzatura, l’evento annuale più importante organizzato e promosso dal Motoclub Morrovalle. “E’ superfluo dire che per organizzare la manifestazione - ci racconta il presidente Bruno Giacomini - tutti i soci e simpatizzanti del Club già da diversi mesi si erano impegnati nella stesura del programma al fine di rendere l’accoglienza ottima e per questo motivo colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato e reso possibile la riuscita dell’evento. Il Motoraduno secondo il nostro parere e sentite le varie testimonianze dei moltissimi motociclisti presenti, è stato un successo, in primis per l’alta affluenza di moto, ma anche di quelle persone del paese e dei comuni limitrofi che simpatizzano per la nostra categoria sportiva che spesso per pochi senza voler aggiungiamo parole inopportune è un po’ vituperata”. Il Motoclub Morrovalle, costituitosi nel 1975, organizza diversi eventi, come appunto gare di cross enduro, speedway,
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nel corso egli anni ha ospitato due mondiali e molte iniziative rivolte all’attività turistica ovviamente in moto. Nel 1998, senza trascurare tutte le altre attività che fanno da cornice, è stata organizzata una grande festa motociclistica che ha preso appunto il nome di Motoraduno Nazionale della Calzatura e che quest’anno ha celebrato i 13 anni di vita. Evento che si svolge ogni anno nel mese di maggio (compatibilmente con le date della FMI). Un programma articolato in due giorni che mescola divertimento e tante iniziative per vivere alla grande la filosofia di libertà che solo la moto sa regalare. Il raduno è iniziato nella tarda mattinata di sabato 29 maggio, quando i vari motociclisti provenienti da tutta Italia, hanno iniziato a confluire nella splendida piazza S.Pertini di Trodica di Morrovalle, coperta per l’occasione da una mega tensostruttura di 1.800 metri quadri, comodissima per ospitare stand gastronomici che sono restati in funzione per tutta la durata della manifestazione, inoltre spettacoli musicali, cabaret e molto altro. Insieme alle moto, sono arrivati circa 70 Quad
che collaborano con il Motoclub Morrovalle, per loro questo era il 3° raduno, splendidamente coordinati da Fabrizio Paolucci, che occupando una speciale sezione a loro dedicata hanno contribuito a dare colore alla manifestazione. Nel pomeriggio è iniziato un giro turistico per le campagne maceratesi, mentre i nuovi arrivati si sono dilettati in alcune specialità tipiche dei motociclisti: lancio del pistone, gioco della birra, concorsi a premi condotti dal comico Antonio Lo Cascio. La serata è stata sicuramente più stimolante, oltre al colpo d’occhio di moto di ogni genere spesso personalizzate da luci e altri gadget, un gruppo rock ha allietato la serata per chiudere il primo giorno di festa con il comico di “Colorado Cafè” Stefano Viglianese e lo spettacolo mediamente Hot. La domenica è stata altrettanto movimentata alle ore 9 sono arrivati molti ospiti a bordo di moto
d’epoca e poi nella tarda mattinata tutti i presenti inforcando i loro mezzi sono partiti per un giro turistico con sosta allo stabilimento balneare “Raphael Beach” di Civitanova Marche che ha offerto sostanzioso aperitivo per poi tornare alla base dove il Presidente Onorario del Motoclub Morrovalle Germano Moroncini aspettava il nutrito gruppo di motociclisti per partecipare al Miracolo Eucaristico che si è tenuto nel suggestivo Convento del XV secolo. Una grande festa dedicata alle moto ed ai suoi appassionati che si ripeterà nel maggio del 2011.
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ARGENTINI D’ITALIA Andres Rolon 03/11/1986
Quando sei nato
30/05/1980
Scorpione
Sotto il segno
Gemelli
Scuola Superiore, iscritto Economia Aziendale
Titolo di studio
Scuola Superiore
Fano Calciatore Fidanzato da 2 anni Universitario di Cordoba Martegani Lo conosco di nome Carlos ha altre caratteristiche Bessone Inter Diego Milito Ho scelto il pallone Pallone Pallone, non bevo Un tatuaggio Jeans Ilary Blasi
Dove vivi Qual è il tuo lavoro Fidanzato, sposato o single I primi calci al pallone Il primo allenatore Conosci il tuo connazionale Chi dei due è più forte Il difensore più tosto mai incontrato Squadra del cuore L’idolo
Operatore tecnico di videogiochi Single Oriental Mio padre Non di persona Lui, visti i gol Tombesi Inter Maradona e Milito Famiglia
Donne o pallone
Pallone
Birra o pallone
Pallone
Hai dei tatuaggi o piercing
Si, un piercing sulla lingua
Qual è il capo di abbigliamento a cui non rinunci
Scarpe Adidas
Showgirl/attrice preferita
Angelina Jolie
Chi vorresti essere, se potessi rinascere
Asado
Cibo preferito
Tennis
Trodica
Famiglia o pallone
Messi Entro in campo per ultimo
Cosa fai prima della partita Quale altro sport segui oltre il calcio
Mio padre Tortellini e carbonara Saluto il capitano Nessuno
Cinema
Cinema o discoteca
Discoteca
Mare
Mare o montagna
Mare
Alle Maldive con la fidanzata
Un viaggio da fare
Argentina
Giocare in Serie A
Un sogno ricorrente
Sogno mio nonno
Milano e Londra
La citta in cui vorresti vivere
Testardaggine
La cosa che odiano di più di te
Perseveranza
Un pregio
Cellulare, auto, computer Finale playoff contro la Pergolese
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Carlos Aquino
Tre oggetti di cui non puoi fare a meno Il gol indimenticabile
Trodica L’allegria Sono sempre allegro TV, computer e il clima della partita Il primo gol con gli allievi del Rosario, di sinistro, una rarità per me
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SPECIALE SOFTAIR SPECIALE SOFTAIR
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Con questo modello la Ares ha cercato di riprodurre nei minimi dettagli il G36 originale, realizzando il prodotto in polimeri e alluminio e marchiandolo con i loghi originali H&K. Il calcio è
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IL CLUB DEL MESE: asd Warriors S.A.T. di Civitanova Marche
L'Associazione Sportiva Dilettantistica WARRIORS Soft Air Team nasce ufficialmente nel 2004, con sede a Civitanova Marche (MC), ma tutto ha inizio molto prima. Verso la fine degli anni '90 un gruppo di amici di Civitanova e dintorni, per una strana idea di qualcuno di loro, inizia a giocare con le pistole a molla le prime occasionali e a volte clandestine partitelle di softair. Dopo qualche
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anno, e qualche disavventura, verso la fine del 2001 decidono di organizzarsi per fondare una vera squadra. E' nel 2002 che viene deciso le stemma e il nome e nasce anche il sito web. Per tutto l'anno e anche ad inizio 2003 la squadra continua a crescere ed arriva ad avere anche una ventina di giocatori ogni domenica. Sembra ormai imminente il salto di qualità e la nascita di una vera associazione sportiva, ma per
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sue fila circa 40 iscritti ed è in continua espansione. Partecipa al campionato ASNWG ed è in prima fila per la promozione del softair nelle Marche. Svolge attività didattiche per l’avvio, l’aggiornamento ed il perfezionamento di tale sport e pratiche ad esso connesse come: - corsi di cartografia ed uso GPS - corsi di orientamento, sopravvivenza - corsi di primo soccorso - tiro a segno, tiro dinamico - reenacting - team building Contatti: tel.: 3338580702 web: www.warriors-softair.com mail: info@warriors-softair.com
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LEGA PRO e SERIE D
Fano, stagione da big Matricola Bikkembergs Il sogno promozione sfuma a Gubbio dopo un campionato in crescendo
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uella conclusa in una domenica di fine maggio a Gubbio, non sarà una stagione qualsiasi nella storia dell’Alma Juventus Fano. Stagione lunghissima, intensa corsa tutto d’un filo con lo strascico dei playoff della stagione passata. La beffa della doppia sfida con la Pro Vasto è passata in secondo piano al termine di una estate lunga ma finalmente positiva quando, nel mese di agosto, è arrivata l’ufficialità del ripescaggio granata in Seconda divisione. Una comunicazione arrivata in ritardo che ha “costretto” la società fanese a rivedere la campagna acquisti, allestendo al squadra da affidare a Giovanni Cornacchini (foto), a preparazione già iniziata. Dopo un avvio fisiologicamente non facile, la squadra ha ingranato come meglio non avrebbe potuto raggiungendo con pieno merito la zona playoff. Dieci mesi di passioni e gioie come sottolinea il direttore generale Giuseppe Pompilio: “E’ stato un risultato clamoroso, raggiungere i playoff dopo quindici anni è stato
meraviglioso e direi quasi incredibile visto il ritardo con il quale siamo partiti: un’annata che resterà nel cuore di tutti coloro che l’hanno vissuta in prima fila. Non è stata un’annata facile, dove i problemi ci sono stati ma la proprietà ha fatto di tutto per cercare di risolverli. A mio avviso, alla luce di quanto di buono è stato fatto, sarebbe un delitto disperdere un patrimonio lavorativo del genere: è una base importante su cui puntare per il futuro”. Nei playoff la doppia sfida con il Gubbio ha comunque dimostrato come il Fano abbia retto il confronto in maniera egregia: “Il Gubbio è una grandissima squadra e lo ha dimostrato. La vera differenza sta nel fatto che siamo arrivati ai playoff in difficoltà anche da un punto di vista fisico: nella parte centrale di stagione abbiamo speso moltissimo dal punto di vista fisico e nervoso. Nel finale siamo arrivati un po’ scarichi. I nostri avversari invece sono una squadra costruita per far bene, con una rosa molto bene delineata e hanno dimostrato tutta la loro forza nella doppia sfida. Non siamo stati neanche particolarmente fortunati con gli episodi: questo e la migliore condizione fisica abbiano portato il Gubbio meritatamente in finale”. Questo non cambia assolutamente il giudizio sulla stagione dei ragazzi guidati da un fanese doc come Cornacchini che rimane eccezionale, al di la ogni più rosea aspettativa. Ciò che in riva all’adriatico sperano è che, a questo “miracolo”, venga dato continuità in questa fase delicatissima di progettazione della prossima stagione.
Solo gli uomini di Omiccioli hanno tenuto a lungo il passo del Pisa
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resentarsi ai nastri di partenza della stagione da matricola, in un girone completamente nuovo, con squadre tutte da scoprire e trasferte molto lunghe (basta pensare a Rovigo e Chioggia) era un fattore che nascondeva molte insidie per il Bikkembergs Fossombrone, alla sua prima esperienza in Serie D. D’altra parte però, parlare di matricola o di squadra non preparata ad affrontare questa nuova avventura, significherebbe nascondere l’evidenza. La squadra dello stilita belga però non si è fatta particolari problemi, lavorando ottimamente in estate sulla costruzione della rosa: ottimo il lavoro svolto da un direttore sportivo esperto quale Augusto Scarpini e dal presidente Mosè Mughetti (foto). Squadra solida, competitiva, sul modello di quella che aveva trionfato qualche mese prima in Eccellenza. La mano di un tecnico preparato quale Mirco Omiccioli si è vista fin da subito, nonostante un avvio con qualche piccolo passaggio a vuoto, Faieta e compagni hanno preso rapidamente il giusto ritmo, recuperando posizioni su posizioni fino a raggiungere la vetta solitaria della classifica. Traguardo non pronosticabile alla vigilia, se si pensa che il girone D è stato vinto dal Pisa, formazione abituata a palcoscenici di carattere professionistico, ripartita dal CND dopo il fallimento. Altro motivo d’orgoglio è il fatto che di fronte allo squadrone pisano, il Bikkembergs non è mai uscito sconfitto, pareggiando sial al “Romeo Anconetani” sia a Fossombrone, entrambe le volte per 1-1. “Si è
chiusa una stagione strepitosa per i risultati raggiunti dalla squadra. Abbiamo lottato fino all’ultimo per accedere alla finalissima contro il Chioggia che ha approcciato la stagione con l’obiettivo di vincere il campionato. La soddisfazione comunque è grandissima per quanto fatto della stagione e per la quale va fatto un ringraziamento a tutto lo staff tecnico e alla rosa per quanto fatto. Un grazie speciale va ai nostri tifosi che ci hanno seguito con partecipazione e passione: il feeling che si è creato è testimoniato da quello splendido applauso al dopo l’ultima sconfitta casalinga con il Chioggia”.
Jaconi-Civitanovese: è solo un arrivederci… Il tecnico, marchigiano d’adozione, riparte dal Bassano con Civitanova nel cuore
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ormai un paio di stagioni fa, l’entusiasmo era contagioso in tutto l’ambiente rossoblu: troppo forte l’amore e il rispetto nei confronti di Osvaldo Jaconi che, in riva all’Adriatico, è un’autentica icona. I risultati non sono mancati: una grande rincorsa, i playoff vinti al Dorico di Ancona contro il Piano San Lazzaro oltre La presentazione di mister Jaconi a Bassano al doppio spareggio fuori regione contro Pallaviciuando iniziò a circolare la voce di un suo no e Selargius. La D non arrivò sul campo ritorno alla guida della Civitanovese, ma tramite ripescaggio, a conclusione di una
lunga estate di passione. Per affrontare il nuovo torneo la squadra viene obbligatoriamente ringiovanita e, dopo un periodo di assestamento, i risultati arrivano con i rossoblu a duellare in testa con le big abruzzesi. Qualche risultato negativo e il rapporto tra società e tecnico si rompe: la panchina passa a Giorgio Carrer nelle ultime due giornate e nei playoff disputati contro la Santegidiese. Da trent’anni Jaconi vive a Civitanova Marche, ormai casa sua, ma la passione per il calcio lo porterà al Bassano in Seconda Divisione, insieme al suo secondo Angelo Cetera: “Non sicuramente per i soldi ma bensì per rispondere alla chiamata di quello che è un amico ancora prima di un compagno di lavoro. E mi riferisco a Stefano Braghin. Civitanova
Marche è comunque casa mia: dovete sapere che io avevo anche già cambiato macchina, tanto ero intenzionato a non muovermi più”. Nonostante tutto il rapporto CivitanoveseJaconi è indissolubile e, anche se a distanza di molti chilometri, destinato a continuare anche nella prossima stagione e in quelle che seguiranno. Nessuno potrà dimenticare gli occhi lucidi del “Comandante” il giorno della sconfitta interna con il Selargius nella gara di spareggio finale per l’accesso in serie D: le maglie cambiano, le strade si dividono ma la passione rimane decisamente immutata. In bocca al lupo Vodz!
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SPECIALE GIOVANI Categoria Giovanissimi
pagina a cura di Enrico Scoppa
La Pro Calcio Ascoli sul tetto delle Marche ASCOLI PICENO. La Pro Calcio Ascoli ritorna sul podio conquistando il titolo regionale della categoria giovanissimi a distanza di qualche stagione a conferma della validità del vivaio, fiore all’occhiello della società giallorossa. Il successo ottenuto è la conferma che in casa Pro Calcio si lavora con obiettivi ben precisi con al centro la crescita dei ragazzi. Giallorossi da sempre protagonisti, con le squadre giovanili che hanno visto nascere e crescere giocatori importanti, tanto per citare uno Bellusci, il quale ha trovato il modo di esprimersi a livelli professionistici. Vivaio inesauribile che poggia le sue basi su una struttura efficientissima, e tecnici di qualità. A partire dalla scuola calcio lavorano con grande intensità una dozzina di allenatori. I tecnici che hanno seguito il gruppo in questa stagione Domenico Natalini e il suo collaboratore Stefano Nardinocchi hanno lavorato con ragazzi svezzati ed avviati al gioco del pallone attraverso la prestigiosa scuola calcio giallorossa. In finale hanno superato il Centobuchi, avversario non facile, con il gol del successo che ha spezzato l’equilibrio arrivato al 90’ grazie ad Orazi che ha evitato così la lotteria dei calci di rigore. Ma non c’è tempo di gioire che ecco la prima fase delle finali nazionali. La squadra giallorossa è stata inserita nel girone D in compagnia di San Sisto, battuto (3-2) a domicilio, poi la gara interna con la Vigor Perconti che ha visto i ragazzi di Natalino crollare sotto i colpi di una squadra che aveva perso in casa con il San Sisto (3-2). La pesante sconfitta subita (4-0) all’Agostini ha finito per promuovere alla fase finale (via il 21 giugno) i romani per aver vinto il confronto diretto. LA ROSA PORTIERI: Valerio Tanzi (‘95), Hong Mike (‘96), Simone Clementi (‘96) DIFENSORI: Stefano Cocci (‘95), Dario De Santis (‘95), Leonardo Di Benedetto (‘95), Riccardo Mariotti (‘96), Franco Martinelli (‘95), Simone Nepi (‘95), Elia Pacioni (‘95), Marco Stangoni (‘95) CENTROCAMPISTI: Fabio Brasili (‘95), Mirko Camaioni (‘95), Stefano Candidori (‘95), Gianluca Cao (‘95), Daniele Catalani (‘95), Manuel Di Giacomo (‘96), Simone Galiè (‘95), Gabriele Piccioli (‘95), Domenico Poli (‘95) ATTACCANTI: Claudio Andrea Felicetti (‘96), Carlo Mercuri (‘95), Simone Orazi (‘95), William Seghetti (‘95) I BOMBER: Seghetti (27), Orazi (22) ALLENATORE: Domenico Natalini ALLENATORE IN SECONDA: Stefano Nardinocchi PREPARATORE ATLETICO: Giorgi Matteo
Categoria Allievi
Fulgor Maceratese, che impresa MACERATA. I biancorossi della Fulgor Maceratese guidati da Fiorenzo Pettinari (un ritorno per lui visto che una diecina di stagioni fa non solo vinse il titolo regionale della categoria ma addirittura lo scudetto tricolore) hanno conquistato il titolo regionale allievi che spalanca le porte della corsa scudetto. La Fulgor ha dimostrato nel corso della stagione di possedere qualità e mezzi per poter guardare lontano. Vincere nel girone C non è stato facile vista la concorrenza di almeno una mezza dozzina di squadre capitanate da Jesina, Recanatese, Tolentino che hanno tenuto testa sino in fondo tanto che nell’ultima giornata del girone ascendente è maturato il ribaltone con il Tolentino fermato a Macerata permettendo a Jesina e Fulgor Maceratese di conquistare il vertice. C’è stato bisogno di uno spareggio giocato al San Giobbe di Filottrano che ha visto la Fulgor avere la meglio e rimandare agli spareggi la Jesina. Un bellissimo duello tra squadre molto forti risolto solo sul filo di lana. La Fulgor Maceratese ha fatto della continuità di rendimento una delle sue armi migliori. Tra le squadre finaliste è stata quella che ha segnato di meno ma anche in fatto di reti al passivo Romanski e compagni hanno subito poco. Il tecnico Pettinari ha dato alla squadra un’impronta ed un gioco che alla fine hanno pagato. Il tecnico di Corridonia, al termine della finale con la Vigor Senigallia, ha detto che “è stato il successo del gruppo conquistato con grande sacrificio e con grande dispendio di energie. Nel nostro girone non sono state sufficienti ventisei giornate per decidere chi fosse la squadra da promuovere tanto che ha regnato l’equilibrio rendendo necessario lo spareggio”. Nella stretta finale la Fulgor ha dimostrato di essere di una spanna superiore a tutte. Nel doppio confronto con la Vis Pesaro si è capito subito che la squadra era pronta e concentrata per puntare alla conquista del titolo. Eliminati i vissini di mister Ferri i biancorossi hanno saputo far bene anche in finale nel corso della quale la squadra ha dimostrato di essere davvero in eccellenti condizioni. Ed ora non c’è tempo per respirare che è già pronto il primo passo verso lo scudetto tricolore. Le 19 squadre campioni regionali sono state divise in quattro gironi, le Marche (in questo caso la Fulgor Maceratese) inserite nel girone D avrà come compagne di viaggio le squadre campioni dell’Umbria, la Fulginium, e del Lazio, Tor Tre Teste. La prima fase nazionale ha visto la Fulgor impegnata nel girone D composto dalla Fulginium di Foligno e del Tor Tre Teste. I maceratesi hanno battuto in casa la Fulginium (4-0) mentre hanno perso a Roma contro il Tor Tre Teste (4-1). Romani che hanno poi vinto anche la gara con la Fulginium (6-0) pertanto eccoli pronti per partecipare alle finali scudetto. Per la Fulgor Maceratese una stagione con tanti segni più ma il sogno tricolore si è spezzato contro una delle squadre destinate a vincere il titolo tricolore. LA ROSA PORTIERI: Daniele Caschera (‘94), Roberto Martinelli (‘93), Michele Ortenzi (‘94) DIFENSORI: Lorenzo Antognozzi (‘93), Mauro Appignanesi (‘94), Andrea Bruno (‘93), Andrea Castellani (‘94), Andrea Cingolani (‘93), Luca Mancini (‘94), Federico Monterosso (‘94), Marco Rossi (‘93), Gacomo Giustozzi (‘94) CENTROCAMPISTI: Nicola Cacopardo (‘94), Deja Amarildo (‘94), Marco Mancini (‘94), Lorenzo Patrassi (‘94), Alessandro Serrani (‘93), Marco Tartuferi (‘93), Francesco Cartechini (‘94). ATTACCANTI: Emmanuel Agjeman (‘93), Gianmarco Bianchini (‘93), Alessio Capenti (‘93), Andrea Capenti (‘93), Luca Lo Brutto (‘93), Nicola Raponi (‘93), Francesco Romanski (‘93) I BOMBER: Capenti Alessio (13), Capenti Andrea (11), Mancini Marco (10) ALLENATORE: Fiorenzo Pettinari COLLABORATORI TECNICI: Alberto Scuffia, Marco Moretti DIRIGENTE ACCOMPAGNAT0RE: Giuseppe Gallucci DIRETTORE SPORTIVO: William Cervigni
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All’Ascoli il 14° Memorial “Carlini - Orselli”
A sinistra la formazione dell’Ascoli Calcio vincitrice del 14° Memorial “Carlini-Orselli” In basso il capitano dell’Ascoli, Edoardo Pacini, mentre riceve il trofeo dal sindaco di Potenza Picena, Paolucci.
Con il risultato di 5-1 l’Ascoli batte la Vis Macerata e conquista il 14° Memorial “Carlini-Orselli”(torneo organizzato dal Potenza Picena) riservato alla categoria Juniores. Bianconeri in vantaggio con il solito Cognigni. Pareggio dei maceratesi con Lucentini, ma poi l’Ascoli dilaga con ancora Cognigni autore di altri 3 gol e Volpicelli. Questi i premi assegnati alle squadre ed ai giocatori: - TROFEO CERAMICA MONTESANTO (Vincitrice Torneo) - Ascoli Calcio - Secondo Posto: Vis Macerata - Terzo posto (ex-aeuquo): Chiesanuova e Piano San Lazzaro - Capocannoniere: Luca Cognigni con 16 gol (Ascoli) - Miglior Portiere: Alessandro Beni solo 5 gol subiti (Ascoli) - 2° PREMIO DURASTANTI (Miglior Giovane Promessa): Davide Gatto (portiere del Piano San Lazzaro)
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fabio ferri
Il sogno Juve sfumato per una pubalgia 1 U
na chiacchierata di Enrico Scoppa con Fabio Ferri è sicuramente cosa piacevole perché con la discrezione che non si gli può negare ci ha raccontato un quarto di secolo di calcio vissuto da protagonista. Nasce a Fano il 10 maggio del 1959, sposato con Fabiola, due figli Alessandro e Virginia. Questa la carta d’identità di un giocatore che ha mosso i primi passi nel Delfino Fano che più tardi diventerà Csi Delfino. Nella società fanese ha dato i primi calci ad un pallone, e qui Fabio vuole ricordare Volturno Diotallevi che ha creduto in lui indirizzandolo in questo sport senza dimenticare tre amici veri come Ezio Piccoli, Roberto Boria e Lorenzo Pagnoni. Dai primi calci nelle giovanili del Delfino al suo primo trasferimento al settore giovanile del Cesena dove percorre un lungo cammino che lo porterà poi al debutto in prima squadra.
Fabio Ferri, una bella carriera con i sogni che hanno trovato conferma... “Il sogno di ogni ragazzino è quello di approdare in prima squadra. A Cesena ho fatto tutto il percorso che in questi casi si fa: Allievi, Beretti, Primavera, prima del debutto in prima squadra”. Ricordi i tecnici di allora? “Giancarlo Cadè e Pippo Marchioro. Con loro ho mosso i primi passi nel calcio che conta, sono stati quelli che hanno creduto in me”. Tredici stagioni di professionismo, tante maglie indossate, quanti ricordi? “Senza dubbio un’esperienza irripetibile soprattutto perché
mi ha dato la possibilità di poter fare quello che sognavo da ragazzino, quando giocavo in camera con un pallone di carta tenuta insieme da elastici”. La tua grande passione diventata poi una professione ha trovato subito d’accordo tutti. “La mamma sicuramente mi sosteneva, il papà insegnante mi chiedeva spesso di non far rumore in casa perché era impegnato a tener lezione agli studenti”. Tredici stagioni passate con club di serie B e C ma stagioni a grandi livelli. “Senza dubbio stagioni importanti che mi hanno permesso di vivere un’esperienza indimenticabile”. Tante maglie prestigiose, tanti tecnici di fama... “Senza dubbio. Quelle di Cesena, Forlì, Cremonese, Bologna, Bari, Perugia, Rimini, Jesi, e poi allenatori importanti come Cadè, Cinesinho, Mondonico, Santin, Pace, Catuzzi, Mazzone, Colautti, Mascalaito. Grandi maestri che non si dimenticano facilmente”. Hai avuto la possibilità di poter giocare a fianco di grandi campioni. “Anche questa è una sacrosanta verità. Come dimenticare gli inglesi Rideout e Cowans a Bari, Vialli nella Cremonese, Carrera, Marocchi, Di Livio, Ravanelli sono i nomi che mi vengono subito in mente. Non solo questi, la fila si allungherebbe troppo. Con tutti c’è stato da imparare qualche cosa”.
“Il calcio mi piace ancora anche se quello di oggi e fortemente cambiato rispetto a quello di ieri. Ieri più calcio, oggi più business”.
Lavori con i giovani della Vis Pesaro, quale futuro per loro? “Prima di parlare di futuro abituiamo i giovani a lavorare, a sacrificarsi, a imparare, poi vorrei dire alla Federazione di proteggerli attraverso regole che permettano loro di andare in campo con continuità e non solo apparizioni per un periodo prima di essere lasciati marcire nel dimenticatoio. Regole che permettano di poterli utilizzare con continuità, regole chiare per tutti e non solo protettive per un periodo”.
Nome: Fabio Cognome: Ferri Nato a: Fano il 10/05/1959 Ruolo: Difensore Ha giocato con: Cesena, Forlì, Cremonese, Bologna, Bari, Perugia, Rimini, Jesi.
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Ma anche gol importanti che per un centrocampista è oro zecchino... “Non sono davvero mancate le grandi occasioni. Giocare contro il Milan stellare di Sacchi e fare gol, Inter, Napoli, l’Udinese di Zico. Tante opportunità, tante soddisfazioni come la vittoria del campionato con il Bologna quando conquistammo la serie B”. La delusione più cocente in una carriera da prima pagina? “La mancata conquista della serie A dopo lo spareggio a tre giocato a Roma con Catania e Como. Imbattuti, ma serie A negata. La pubalgia che mi colpì a Cremona mi fece perdere l’autobus targato Juventus. Vycpalek mi cercava”. La maglia azzurra altro momento importante? “Sicuramente sì. Indossando quella maglia si provano emozioni forti, così è stato per me almeno quando ho giocato contro la Jugoslavia a Campobasso”.
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1 - Con la Cremonese a fianco di un giovanissimo Vialli (secondo accosciato da dx) 2 - Fabio Ferri con la casacca azzurra
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3 - Nel Bologna, stagione 1982-1983 (il secondo in piedi a dx) 4 - In azione al Dall’Ara contro il Vicenza
Il calcio di oggi e quello di ieri, un confronto?
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Marche in Gol incontra l’ex portiere di Nazionale, Milan e Fiorentina
“Ringrazio Dio per la vita che mi ha dato” di Roberto Cruciani
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Dai primi passi nel calcio al dolore per la perdita del figlio Niccolò
assare del tempo a chiacchierare con due amici. Difficile trovare parole migliore per descrivere la semplicità di Giovanni Galli, classe ‘58, ex portiere di Nazionale, Fiorentina e Milan. L’occasione è stata la rassegna “Un libro al mese” organizzata a fine maggio dal Comune di Penna San Giovanni (MC). Galli, insieme al noto giornalista Ivan Zazzaroni, ha presentato “Una vita ai supplementari”, in cui l’ex numero uno racconta la sua vita sul rettangolo verde e non solo. Due amici che parlano e quasi duecento seduti ad ascoltarli con la voglia di conoscere aneddoti, emozioni e racconti della sua vita. “Non sono uno scrittore. Ho semplicemente preso un registratore e ho iniziato a raccontare la mia vita: da questo racconto è nato il libro, al quale ho aggiunto l’esperienza politica”. Gli inizi in maglia viola L’esordio arriva con la maglia della Fiorentina a 17 per lui che, pisano doc, è ormai fiorentino d’adozione a tutti gli effetti. “Non ho mai chiamato il mio un lavoro, non sarebbe rispettoso. Da bambino non pensavo assolutamente di fare il portiere. Ero centrocampista poi un giorno mancò il portiere e andai io tra i pali. Da li è stato subito amore con quel ruolo: potendo ricominciare da capo farei ancora il portiere, è un ruolo meraviglioso, unico, nel quale devi controllare sia gli avversari che i compagni di squadra. Il calcio è stato una scuola di vita. A 14 anni ti trovi lontano da casa, devi pensare a te stesso e questo ti fa maturare tantissimo: diventi uomo molto presto. La mia famiglia erano i magazzinieri, i custodi: ho un ricordo speciale del professor Baccani, uomo straordinario, di grandissima cultura”.
Il dualismo in nazionale Nel 1982 fa parte dei 22 che con Bearzot in Spagna conquistano il titolo Mondiale: “Esperienza incredibile anche se non sono stato protagonista. Mi sono reso utile in allenamento, facendo da ‘cecchino’ a Rossi e Selvaggi al termine degli allenamenti. In quell’estate ho anche sposato mia moglie Anna: una stagione meravigliosa”. Nel 1986 alla vigilia del Mondiale in Messico è accesa la concorrenza per il posto da titolare con Tancredi : “Fu un dualismo vero sul campo: quando Bearzot mi disse che sarei stato titolare, in quel momento per me il Mondiale era vinto. Quel Mondiale però è passato alla storia per il gol che ho subito da Maradona: per me Diego ha fatto una prodezza;ha utilizzato il piede come una racchetta da tennis, accompagnando la palla con delicatezza all’angolino mentre io mi attendevo una conclusione di potenza. Le polemiche furono tantissime e mi hanno ‘perseguitato’ a lungo nella mia carriera”. Le vittorie con il Milan Il passaggio al Milan per vincere tutto arriva con l’avvento di Berlusconi al Milan, seguito dalla scelta di Arrigo Sacchi: “Lasciare Firenze non è stato facile ma grazie alla mia famiglia, che ho avuto sempre a mio fianco, tutto è scivolato via tranquillamente. Non abbiamo mai fatto molta vita mondana, avendo bambini piccoli. Berlusconi stava costruendo una squadra per vincere tutto e lo ha fatto con l’aiuto di un grande innovatore come Sacchi che pretendeva tantissimo dalla squadra. Ricordo la finale di Vienna contro il Benfica, la mia ultima gara in rossonero, avevo già fatto con il Napoli. Ero stato particolarmente vicino a Gullit che rientrò in quella gara dopo un lungo infortunio. Al fischio finale fece tutto il campo per abbracciarmi: una grande
emozione”. A Napoli conosce Maradona: “Nonostante soli sei mesi insieme, c’è una grandissima amicizia intensa. E’ uno vero, un istintivo. Sempre disponibile anche per la Fondazione”. Infine l’esperienza al Parma dove la carriera si conclude bruscamente causa…Nevio Scala: “Andai al Parma per giocare la Coppa Italia e fare da riserva a Bucci: mi aveva detto che sarei stato titolare in Coppa Italia ma nella finale con la Juve mi mise in panchina. L’anno seguente in pre-campionato lo stesso: abbandonai l’allenamento e me ne andai dicendo “mister, ecco i guanti, io la ringrazio e la saluto”, senza fare polemiche. Poi giocai un’ultima stagione con la Lucchese in B, esperienza meravigliosa. La famiglia, il dirigente, il politico Il grande valore della famiglia che lo ha sempre assistito, insieme alla fede, anche nella tragedia legata alla prematura scomparsa di suo figlio Niccolò: “Senza mia moglie Anna non sarebbe stato possibile. La mia è stata sempre una famiglia unita: questo e la fede mi hanno aiutato in quel momento tanto infelice. In ogni istante comunque ringrazio il Signore per la vita che mi ha dato: sono stato fortunato nel lavoro e nella vita personale. Ho avuto tantissimo in tutti e sensi e la perdita di Niccolò la considero come un gradino nel quale si può inciampare. Ma come a faccio a maledire colui che mi ha dato tutto nella vita? Con la forza di mia moglie, di Carolina e Camilla (le altre due figlie, ndr) abbiamo superato questo momento. La Fondazione in nome di Niccolò è un momento per ricordarlo ma soprattutto per aiutare chi è in difficoltà”. Dopo il calcio anche il ruolo di direttore sportivo della Florentia Viola: “L’ex sindaco Dominici mi chiese di collaborare con i
fratelli Della Valle che avevano preso la società dopo il fallimento: non c’era nulla, nella prima settimana di preparazione i giocatori portarono i chiodi per appendere i vestiti negli spogliatoi”. Non manca un accenno all’attualità con Prandelli ufficializzato nuovo tecnico della Nazionale del dopo Lippi: “Dispiace questo ultimo epilogo, per come è stato gestito. Della Valle non voleva più Prandelli e si è affidato al suo amico Abete per farlo chiamare in Nazionale”. Arriva poi la candidatura a sindaco di Firenze (in quota Pdl) nel duello con Renzi: “In campagna elettorale l’unico attacco personale è stato sul fatto che un ‘pisano’ come me non potesse diventare sindaco di Firenze. E’ una bella avventura quella politica che mi permette di rendermi conto dei reali problemi di tutti i giorni: i rapporti umani che ti porti dietro sono entusiasmanti”. Questo è Giovanni Galli: correttezza e grande signorilità, senza rinunciare a dire ciò che si pensa. Chapeau!
Giovanni Galli mentre sfoglia l’ultimo numero di Marche in Gol
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UN NUOVO MODO DI ESSERE GRUPPO
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ECCELLENZA
Jesina tra applausi e speranze Il Principe del gol Per i leoncelli amarezza nel finale ma stagione da incorniciare in attesa del ripescaggio in D
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li applausi dei tifosi al termine di Jesina – Kras riconciliano con il calcio e la passione vera. La serie D sfumata sul campo proprio sul rettilineo finale lascia sicuramente grande amarezza ma anche la consapevolezza di aver dato tutto per ottenere un traguardo che nessuno ipotizzava ad inizio stagione. La Jesina ha saputo tessere la propria tela con calma, nel corso di una stagione costantemente in crescendo dove, la qualificazione ai playoff, sembrava già un premio importante per un gruppo che parla molto jesino e soprattutto dall’età media contenuta. Il successo nel doppio confronto con l’Urbania in semifinale ha spalancato le porte della finalissima con il Piano San Lazzaro, vinta, nonostante il vantaggio del miglior piazzamento finale arridesse alla squadra di Lelli, grazie ad un primo tempo da favola. Gli spareggi nazionali sono iniziati nel modo migliore con il 3-0 casalingo ai danni della Voluntas Spoleto, risultato poi consolidato dal pareggio nella gara di ritorno in terra umbra. In un momento senza dubbio esaltante è arrivata la controversia per le trasferte vietate ai tifosi biancorossi: inizialmente è stata la gara di ritorno in quel di Urbania ad essere “proibita”, con
i supporter biancorossi costretti a rimanere fuori dallo stadio. Polemiche a non finire per una decisione inspiegabile che però non è rimasta un episodio isolato. Dopo il netto successo dell’andata anche il ritorno nella vicina Spoleto, ha visto il un altro stop da parte della Prefettura: nessuno scoramento tra i tifosi che si sono attrezzati per seguire comunque la squadra, anche se da posizioni di fortuna come il muro dello stadio umbro. Un segnale forte per una squadra che ha sempre sentito il calore del proprio pubblico, diventando un tutt’uno con la propria gente. L’ultimo ostacolo sulla via della D era il Kras, squadra friulana della quale alla vigilia si conosceva bene poco ma che si è dimostrata avversaria di straordinaria consistenza. L’andata in terra carsica è stata un piccolo incubo per la Jesina, 3-0 pesante che non descrive al meglio l’andamento di una gara che sembrava veramente stregata; due traverse, occasioni mancate e ben tre salvataggi sulla linea di porta. Nel ritorno serviva un’impresa e, nei primi dieci minuti, gli oltre 3.000 del Carotti ci hanno sperato grazie al doppio vantaggio firmato Sebastianelli-Alessandrinim prima che la rete di Knezevic offuscasse definiti-
vamente i sogni di gloria biancorossi. A fine gara la scena più bella: tifosi in festa che applaudono e ringraziano una squadra che ha regalato emozioni e, sul fronte opposto, il Kras di mister Musolino che viene applaudito da tutti i presenti. Del futuro ha accennato il presidente Marco Polita, fiducioso per il ripescaggio: “Sì, il ripescaggio è una possibilità nella quel crediamo moltissimo: il punteggio è senza dubbio buono e, dopo otto anni dalla serie D che ci è stata tolta ingiustamente, sarebbe il giusto premio per questa società”. Sarà senza dubbio una state lunga e ricca di passione a Jesi.
“Avrei barattato le miei reti per la salvezza della Castelfrettese”
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utti lo conoscono per il suo colpo di testa che ha fatto vivere pomeriggi da incubo a molti difensori. Trentuno anni compiuti il 22 maggio, da 14 con la stessa maglia (fatta eccezione per una breve parentesi alla Civitanovese), quella della Castelfrettese, ormai la sua seconda pelle. Marco Principi vive, lavora e gioca con la squadra di Castelferretti, frazione di Falconara Marittima. Quest’anno si è pure laureato capocannoniere del campionato di Eccellenza con 22 gol ma comunque “Carotina” (nomignolo con il quale è conosciuto da tutti nell’ambiente) è uno che a doppia cifra ci è sempre andato: questa infatti la sua ottava stagione con oltre dieci gol realizzati, sesta in Eccellenza. “Ho segnato molto ci dice - ma avrei barattato volentieri i miei gol per la salvezza diretta della Castelfrettese”. Paradossalmente infatti bisognerà attendere gli spareggi nazionali e, eventualmente, i ripescaggi in programma nel mese di luglio e agosto per conoscere le reali possibilità di salvezza. “Siamo nelle mani della Federazione - precisa - speriamo che possa liberarsi qualche posto e se tutto va bene essere ripescati”. Stagione strana quella dei biancorossi che molto hanno costruito proprio sui gol del loro uomo simbolo. “In casa abbiamo avuto un rendimento molto buono nell’arco della stagione. Ci sono mancati quei 4-5 punti in trasferta che, ci avrebbero fatto salvare in anticipo”. Dovendo scegliere i gol speciali tra i tanti messi a segno quest’anno, pochi dubbi: “Per il blasone degli avversari direi la doppietta che ho fatto alla Fermana”. Sarà una stagione di cambiamenti per il bomber dell’Eccellenza la prossima: Principi sarà infatti l’attaccante del Piano San Lazzaro, squadra che ha tutta l’intenzione di recitare, ancora una volta, di recitare un ruolo da protagonista.
Benvenuto Atletico Piceno!
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I bianconeri conquistano il massimo palcoscenico regionale: “Merito dei miei giocatori, uomini veri prima che giocatori”
opo 21 anni di storia, la cavalcata dell’Atletico Piceno fa tappa nella serie A dei dilettanti. Il triplice fischio finale del signor Baroni di Firenze, nella calda domenica del Ferranti di Porto Sant’Elpidio ha infatti regalato un autentico sogno alla squadra bianconera che, per la terza annata consecutiva, ha cercato il salto in Eccellenza mediante i playoff. Stagione lunga, complessa, difficile ma decisamente ricca di soddisfazioni per la squadra guidata da Roberto Vagnoni, senza dubbio artefice principale del “miracolo” Atletico: “Un traguardo incredibile, meraviglioso, per come è stato raggiunto. La società lo cercava già da alcune stagioni e lo scorso anno quella sconfitta in rimonta nella finale playoff aveva lasciato tanto amaro in bocca. Questa è stata una stagione esaltante che ha avuto questo esito grazie ad un gruppo fantastico, composto da uomini prima che da giocatori. Nelle difficoltà sono
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stati bravissimi a non mollare mai la presa: io sono stato un martello pneumatico, battendomi affinché il gruppo rimanesse compatto e la promozione ottenuta in questo modo ci ripaga di quanto avvenuto questa stagione. L’Eccellenza sicuramente non è la Promozione: occorre una programmazione importante perché si tratta di un torneo difficilissimo”. Stagione complessa dunque nella quale la forza del gruppo ha saputo fare la differenza; se poi si aggiungono i 25 gol stagionali del bomber Enrico Pezzoli, ecco che i conti tornano. Per l’ex attaccante di Maceratese, Montegiorgio e Porto d’ Ascoli questa è stata senza dubbio l’annata migliore in termini realizzativi e non solo: “Personalmente sono al settimo cielo anche perché ho ritrovato il gol dopo tanto tempo e nel momento più importante. Se ho fatto tanti gol il merito è dei miei compagni e del mister che mi hanno messo nelle condizioni di rendere al massimo”. Dopo cinque anni
dunque Castel di Lama ritrova il palcoscenico dell’Eccellenza: prima era la Truentina, ora è l’Atletico Piceno a prenderne il posto. Per la società del presidente Bernardino Campitelli un grande gioia che va consolidata nella prossima stagione, senza smantellare
un gruppo che ha fatto molto bene e che ha l’esperienza necessaria per confermarsi, con l’innesto di alcuni elementi di categoria. Per la prossima stagione di Eccellenza l’Atletico si affida a Antonino Nosdeo, ex preparatore dei portieri della Primavera dell’Ascoli.
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PROMOZIONE
Corridonia, festa doppia: sul campo e nel sociale
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Il tecnico Giovanni Ciarlantini: “Ecco il segreto del nostro successo”
ai propositi di consegna delle chiavi al sindaco Nelia Calvigioni al ricordo della vittoria, straordinaria, che ha consegnato alla città il massimo campionato regionale: l’Eccellenza. Un sogno? Assolutamente no ma una grande realtà con Giovanni Ciarlantini (foto) straordinario condottiero di una squadra che resterà nella storia del calcio cittadino. E’ stata una stagione che non verrà dimenticata soprattutto dal suo timoniere Ciarlantini vicino alla...Sangiorgese. “Sì, in accordo con la società Corridonia che aveva il proposito di non iscriversi al campionato mi ero accordato con la Sangiorgese che sembrava volesse fare grandi cose ma al momento della costruzione della squadra i piani che mi erano stati prospettati non erano più veri per cui decisi di interrompere ogni rapporto”, ricorda oggi. Una telefonata di Carlo Pieroni, uno dei vicepresidenti del Corridonia, gli cambia il corso della vita. “Mi disse: ‘Ieri sera abbiamo chiuso la stagione, questa mattina riconsegnano le chiavi al Comune, ma se tu accetti la sfida e mi dai una mano potrei anche ricominciare’. Sono bastate poche parole, ho accettato quella che per me era un’autentica sfida e poi la storia è quella che tutti conoscono”. Ciarlantini, qual è stato il segreto del successo? “Allestire una squadra umile ma forte nei contenuti, confermando la difesa della stagione precedente con l’aggiunta di un centrocampista, Rossi, esperto e tatticamente importante, chiamando poi una pedina per noi fondamentale come Nerpiti”.
appeso all’interno dello spogliatoio affinchè nessuno se ne dimenticasse”. Il Corridonia ha vinto non solo sul campo ma anche nel sociale. “Le iniziativa portata avanti da Gesuelli affiancando il presidente dell’associazione Rondinella, Angeletti, ci ha permesso di essere vicini a chi ha sponsorizzato a costo zero le nostre maglie di gioco. Fai squadra contro la droga ha fatto squadra davvero”. Veniamo agli sportivi, sempre in troppo pochi allo stadio? “C’è stato un riavvicinamento da parte del pubblico. La nascita del giornalino Corridonia 100% ha cominciato ad alimentare l’interesse, la curiosità intorno a questa squadra”. Il momento topico della stagione? “La sconfitta interna con il Trodica ci ha spedito a meno sei in classifica ma la squadra, forte di un carattare d’acciaio, ha poi innestato la marcia giusta trovando a Castel Di Lama la forza per vincere e capire che il campionato era nelle sue mani”. E adesso? “Dopo aver ringraziato tutti i miei collaboratori si guarda avanti. Il Corridonia si sta organizzando per creare una grande società. Se mi chiameranno ancora alla guida della squadra ne sarei orgoglioso altrimenti mi guarderò intorno ma la soddisfazione resta”.
E sulla Belvederese scorre pure il titolo regionale
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Numeri e curiosità di una stagione super
el girone A la Belvederese ha messo tutti in fila attraverso un campionato straordinario raggiungendo quota 70 in classifica lasciandosi alle spalle la New Relax Rio che è stata staccata di tre punti sufficienti per restare fuori dai giochi. E’ stata una stagione straordinaria che ha permesso al team guidato abilmente e con grande professionalità e competenza da Maurizio Morsucci (confermato anche per la prossima stagione) di conquistare una straordinaria promozione. I numeri. Le cifre di una vittoria importante parlano chiaro. Trentaquattro partite disputate, 20 vittorie, 10 pareggi e 4 sconfitte. Cinquantacinque i gol realizzati ma appena 17 subiti che pongono la squadra tra le meno perforate nell’intero panorama calcistico regionale. Prima non prenderle poi andare a colpire, se possibileè stato lo slogan coniato da Morsucci il quale ha badato al sodo sin da subito perché aveva capito le difficoltà del campionato e la valenza tecnico-tattica di almeno una mezza dozzina di squadre a partire dall’Atletico Gallo, che si è fermato a quota 56, e poi Castelfidardo, Pergolese, Fabriano, Passatempese. Equilibrio tattico. La Belvederese, cosciente delle sue possibilità, ha fatto tutto meravigliosamente bene tanto da mandare in gol un po’ tutta la rosa a disposizione. Il bomber principe è stato Federico Secchiaroli con 10 gol al suo attivo che non sono tantissimi ma tutti importantissimi, seguito a ruota da Davide Bernabucci con 8 centri, Matteo Mastri con 7, Tizia-
no Cocilova con 6. Il titolo regionale. La finale per la conquista del titolo regionale ha visto di fronte Corridonia e Belvederese che si sono battute con grande orgoglio ed altrettanta determinazione perché vincere l’ultimo titolo a disposizione faceva gola a tutti. Così è stato. Le mani sul trofeo le ha messe la Belvederese. La squadra si è regalata il titolo di campione regionale attraverso i calci di rigore. La partita si era conclusa in perfetta parità (1-1), poi l’ultimo della serie è stato firmato da Birarelli. Un trofeo importante del quale il tecnico Morsucci ne ha parlato così: “Abbiamo messo la ciliegina sulla torna al termine di una stagione straordinaria nel corso della quale ci siamo tolti sicuramente tante soddisfazioni. Dopo aver vinto il campionato sicuramente meraviglioso è arrivato anche il titolo regionale della categoria. Non è poco”. Il sindaco-arbitro. Tanta la soddisfazione di un’intera cittadina con alla testa il primo cittadino Riccardo Piccioni, arbitro di calcio e vice presidente della sezione Aia di Jesi.
La costruzione della squadra... “Tanti giovani con il promettente Okere affiancato da Di Francesco e Marasca, giocatori a molti sconosciuti”. Avvio di stagione con un tantino di diffidenza intorno? “Vero, ma la squadra nel corso della preparazione estiva ha sottoscritto un documento con il quale s’impegnava a vincere il campionato. Documento che è stato
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River Urbinelli, Promozione di...rigore! Per la prossima stagione la dirigenza conferma mister Cicerchia e punta sui giovani Ciò che sicuramente non cambierà, anche nella prossima stagione è la gestione societaria: “Vogliamo dare l’impronta della continuità al buon lavoro svolto in questo periodo; soprattutto con la situazione economica attuale non si può scherzare. Non vogliamo fare assolutamente il passo più lungo della gamba in quanto il nostro obiettivo è il contenimento dei costi, cosa che stiamo già facendo. Gestire al meglio le risorse è fondamentale per progettare al meglio un campionato importante e impegnativo come quello di Promozione. “Cercheremo di Un 1° maggio che difficilmente verrà dimenticato per l’intensità con il quale è stato vissuto. Sul neutro di Rio Salso non sono bastati i tempi regolamentari e neanche i tempi supplementari per dirimere la questione. Alla fine sono stati necessari ben 18 calci di rigore e in particolare l’ultimo che ha visto Giacomo Rossi intuire e respingere la conclusione di Battisodo (foto nel tondo) , centrocampista dell’Avis Montecalvo, facendo esplodere di gioia i tifosi dell’Atletico River Urbinelli che torna in quel campionato di Promozione affrontato per l’ultima volta nella stagione 2003-2004. Una grande soddisfazione e senza dubbio inaspettata per una società che aveva chiuso la stagione scorsa con la retrocessione in Seconda categoria, tornando immediatamente in Prima grazie all’acquisizione del titolo dell’Atletico Gallo (che insieme all’Azzurra ha dato vita all’Atletico Gallo Colbordolo) per una stagione che doveva presentarsi quanto più
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tranquilla possibile. “Si, il nostro obiettivo era quello di sputare un torneo tranquillo – ci conferma il presidente Fulvio Urbinelli – in particolare dopo una prima parte di campionato non certo positiva”. Dopo undici gare e con la squadra nei bassifondi della classifica, è iniziata la risalita caratterizzata da ben 19 risultati utili consecutivi, venti considerando il trionfo dello spareggio. “Abbiamo trovato grande compattezza sia a livello dirigenziale che come squadra. Una grande energia venuta fuori nel momento giusto e trasformata positivamente in mezzo al campo dal gruppo”. Un presidente che ha vissuto in pieno la stagione ma che non ha potuto assistere allo spareggio. “Mai avrei pensato che il primo maggio ci fosse questa gara e, con largo anticipo, avevo preso degli impegni. Posso dire di aver sofferto da lontano ma sono tornato in serata, giusto in tempo per festeggiare con questi ragazzi e con mister Cicerchia”.
ottenere una salvezza tranquilla, questo è il nostro obiettivo stagionale. Per fare questo vogliamo confermare mister Claudio Cicerchia che, in questa stagione, è stato il nostro vero valore aggiunto per quanto ha saputo dare alla squadra. Puntiamo su di lui e sull’inserimento dei ragazzi del nostro settore giovanile, alla luce dell’obbligatorietà dell’utilizzo di due under in campo”. Grande entusiasmo e sano realismo: il River Urbinelli torna a respirare l’aria della Promozione seguendo questo doppio binario.
Villa Ceccolini subito a segno Al primo anno centrata la Seconda categoria Il Villa Ceccolini, nome nuovo e cuore antico, ha vinto i playoff di Terza categoria. Costituita nel 1978 l’associazione Villa Ceccolini Calcio, si è estinta nel 1994 a seguito di fusione societaria, poi trasformatasi nella nuova realtà cittadina del Villa ‘95. Nel maggio 2009, dopo 15 anni, è stata costituita una nuova associazione sportiva che ha riportato nel quartiere la possibilità per i ragazzi del posto di giocare insieme tutti sotto la stessa bandiera. L’organico dirigenziale è composto esclusivamente da giovani, il dirigente più anziano ha solamente 30 anni, ad esclusione del simpaticissimo presidente Giuseppe Marchetti, storica bandiera del calcio pesarese. E’ nato così il nuovo Villa Ceccolini Calcio. “Molti giocatori – commenta il dirigente Roberto Righi - hanno rinunciato a giocare in categorie ben superiori per far parte della squadra: Martellini, Filippo Biondi e Scarlatti hanno giocato in Promozione con la Futbol Pesaro, De Simoni giocava in Seconda categoria con il Santa Veneranda proprio coma altri ragazzi. La squadra è molto giovane ma già dal primo anno ha aggredito il campo con determinazione, è arrivata seconda in campionato e poi ha
vinto i playoff. La difesa si è dimostrata all’altezza delle aspettative subendo pochissimi gol, il centrocampo ha creato gioco servendo palloni al fortissimo attaccante Giacomo Scarlatti, che ha concluso il campionato con una doppietta nella finalissima e con oltre 25 reti segnate durante l’anno in sole 13 partite su 14 giocate. Desimoni e Pacini, tuttavia, non sono stati da meno ed hanno chiuso l’annata rispettivamente con 20 e 13 gol”. L’allenatore Alessandro Amadori, alla prima esperienza da allenatore, ha subito centrato il traguardo con enorme soddisfazione da parte di dirigenti, giocatori e tifosi. “In definitiva - conclude Righi - un’annata veramente da ricordare, la squadra nata da pochi mesi ha guadagnato la promozione subito al primo colpo, cosa non riuscita nemmeno ai cugini del Villa Fastiggi, i quali quest’anno hanno vinto il campionato ma sono dovuti restare in Terza categoria ben più di anno prima di essere promossi in Seconda”. Doppia soddisfazione, quindi, per i giocatori del Villa Ceccolini.
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new relax rio
Borgo massano
“Una stagione da incorniciare”
Protagonista contro ogni pronostico
Annata da ricordare, nonostante la sconfitta nei playoff
Da neopromossi alla finale playoff: che annata per la squadra di Annibali
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n pochi di certo l’avranno pensato quest’estate, quando il Rio Salso, anche in virtù della imperversante crisi economica e un po’ per il rammarico e le delusioni di una stagione deludente nel risultato finale, ha optato per una politica di contenimento. Partendo da una squadra costruita, per dirla fino in fondo “sulle macerie” di giocatori retrocessi in cerca di riscatto, di altri provenienti da categorie inferiori individuati come scommesse da vincere e confermando solo una manciata di giocatori della “vecchia guardia”. Sta di fatto che il New Relax Rio 2009-2010 targato in panchina Antonio Crespi (foto sopra), ha concluso la stagione regolare al secondo posto in classifica, staccato dalla Belvederese solo nella penultima partita di campionato, dopo un testa a testa a testa tirato, entusiasmante e lungo un mese intero. Un finale di stagione per certi versi amaro, condensato nella sfortunata e decisiva sconfitta casalinga contro il San Marcello, che ha dato via libera alla festa Belvederese per la vittoria del campionato. L’epilogo playoff contro la Passatempese, pur partendo dalla miglior posizione in griglia e nonostante una mach di andata in terra osimana molto positivo con il pareggio per 1-1, ha segnato il passo nella gara di ritorno con una pesante sconfitta interna. Una partita in cui la squadra è arrivata con diverse assenze, qualche giocatore acciaccato messo in campo all’ultimo minuto e altri decisamente fuori condizione. Playoff che, in sintesi, hanno evidenziato come ravvisato quelle che erano le preoccupazioni della vigilia la squadra avesse lasciato per strada troppe risorse mentali e fisiche, da non averne proprio più, legate all’estenuante
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testa a testa finale. Guai però ad offuscare e far passare in secondo piano una cavalcata di lunga 34 partite, spettacolare ed entusiasmante come poche altre, descritta in modo ottimale da numeri record per il piccolo centro fogliense come i 67 punti finali e qualcosa come 20 vittorie. Un campionato senza mezzi termini da consegnare alla storia, per quello che è, lo ribadiamo, la più piccola realtà regionale che partecipa ad un campionato di Promozione. Un record anche questo per una realtà che da anni sta investendo scrupolosamente in organizzazione, strutture sportive e comunicazione, parallelamente alla programmazione delle singole stagioni agonistiche. Un primo ringraziamento particolare va allo staff tecnico e ai giocatori; il secondo alla società tutta e ai tifosi-simpatizzanti di Rio Salso: espressione di un piccolo paese dalla sfrenata passione per il pallone che ha seguito con responsabilità e calore la squadra del cuore.
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n sabato di fine aprile tutto era pronto, la salvezza era oramai matematica ed il campionato volgeva al termine. L’Olimpia Macerata Feltria era dal canto suo già matematicamente terza in classifica e per l’incontro con il Borgo Massano si poteva permettere di lasciare in tribuna qualche titolare diffidato. I più esperti già lo profetizzavano ma neanche i più accaniti tifosi erano talmente ottimisti da sperare in quello che gli si stava prospettando. Nel calcio niente è mai scritto o scontato e chi, dopo l’inizio deludente di campionato, si aspettava una salvezza stentata per il neo-promosso Borgo Massano è stato nettamente smentito dai risultati. In quel sabato di metà primavera i biancoverdi, con la vittoria sull’Olimpia hanno raggiunto, a pari merito, il quinto posto della zona play-off. Nello spareggio con il Canavaccio hanno dapprima caparbiamente conquistato il diritto ad accedere alle fasi finali ed in queste hanno poi sconfitto anche la seconda classificata della regular season, il Peglio. Così sabato 22 maggio, nel campo neutro di Mercatale l’Olimpia Macerata Feltria si è trovata di fronte in finale, contro ogni pronostico, la squadra di mister Mauro Annibali.
Sono state due ore di gara intensissimi, caratterizzati dal grande equilibrio e dalla voglia di superarsi reciprocamente. Dopo il vantaggio finale del Macerata Feltria è arrivata la rete del pari di Mariotti a rendere ancora più avvincente una agra che solo ai supplementari ha premiato, per la miglior classifica finale, l’Olympia. Stagione da incorniciare per il Borgo Massano del neocapitano Marco Dini che, ereditata la fascia da Munari il quale suo malgrado ha dovuto dare l’addio anticipato ai campi da gioco, ha saputo ricoprire il ruolo con onore. Elemento invidiato da altre sicietà che per caratteristiche tecniche e atletiche meriterebbe altre categorie: giocatori così sono il valore aggiunto che cercano tutte le squadre. Il presiMarco Dini dente Giordano Silvestri sa bene quali sono le cose importanti su cui puntare ed è in gran parte suo il merito di aver costruito un gruppo affiatato e vincente: lui è il primo sul campo a dare il buon esempio, a dedicare ore ed ore all’organizzazione di tutto quanto serve a far funzionare la società, è proprio per questo che tutto il gruppo di dirigenti è così unito; non ci sono prime donne e despoti, ciascuno ha il proprio compito ma tutti sono disponibili a dare una mano per qualsiasi evenienza.
Il Presidente Giordano Silvestri
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AZZURRA GALLO COLBORDOLO
Un sogno chiamato Inter E’ l’obiettivo del presidente Mauro Vichi: “Da interista sarebbe il massimo”
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Stagione da incorniciare Parla Mencarelli: “Obiettivo playoff centrato con molti ragazzi locali” Il neo presidente Massimo Mencarelli ci accoglie nella sede della società e si capisce subito che è orgogliosissimo della sua squadra e di quanto i suoi ragazzi della Maior hanno saputo fare in questa stagione nel girone B di Seconda categoria.
La passione e la voglia di lavorare in modo ottimale nel settore giovanile, da sempre coinvolge, la dirigenza dell’Azzurra Gallo Colbordolo, società da sempre in prima fila nella valorizzazione delle giovani leve. La società pesarese dalla stagione appena andata in archivio ha avviato una proficua collaborazione con l’Atletico Gallo, che ha dato vita ad una realtà decisamente importante nel panorama di Promozione come l’Atletico Gallo Colbordolo: la squadra ha chiuso con un buon settimo posto mancando l’accesso ai playoff di due sole lunghezze. Un progetto però che punta molto sul vivaio come sostiene il responsaibile tecnico del settore giovanile Maurizio Pozzi, impegnato sul rettangolo verde con i piccoli atleti. Pozzi, qual è la filosofia alla base del vostro settore giovanile? “Il nostro obiettivo è formare giovani calciatori in grado di poter fare il salto di qualità in formazioni di categoria. La nostra prima squadra è formata da 16 ragazzi su 22 che provengono dal settore giovanile. È questa la più gran-
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de soddisfazione per noi allenatori”. Che metodi applicate per insegnare calcio? “La linea guida che la società ha tracciato per tutti i tecnici è quella di affinare il possesso di palla e l’insegnamento della tecnica. Diciamo un po’ quello che viene chiamato metodo olandese. Un punto da tener presente è la forte collaborazione tra tutti gli allenatori che consente di poter fare un lavoro continuo e costante”.
Mencarelli, è stata una stagione sopra le aspettative? “Beh, l’obiettivo era raggiungere i playoff e l’abbiamo centrato in pieno, poi quello che è successo dopo non lo abbiamo ancora completamente digerito. Nella gara di ritorno dei playoff contro l’Usav Pesaro abbiamo perso la qualificazione alla finale al 96’, dopo che avevamo vinto per 1 a 0 nella gara di andata. Ovviamente il rammarico è grande, ma dobbiamo comunque gioire visto che dal 1972, anno di fondazione della società, quello di quest’anno è il miglior risultato raggiunto. Un risultato che sicuramente ci rende orgogliosi”. Come considera il suo primo anno da presidente? “Sicuramente mi ha dato grandi sod-
disfazioni. La società è da sette stagioni consecutive in Seconda categoria e siamo riusciti a rimanervi senza stravolgere la filosofia del club. L’80% dei nostri giocatori sono del posto. Per quel che riguarda il settore giovanile, abbiamo i pulcini e i primi calci, poi i nostri ragazzi passano nel settore giovanile della Metaurense per poi tornare da noi in prima squadra. Colgo l’occasione per ringraziare l’ex presidente Londei e tutti i dirigenti che si adoperano per la società animati solo dalla passione. L’ultima nota che desidero sottolineare è la creazione del nostro sito, www.maiorasd.it, che cerco di tenere aggiornato il più possibile”.
L’80% dei nostri giocatori sono del posto Massimo Mencarelli
Un lavoro caratterizzato dalla grande passione quello di Pozzi e condiviso in pieno dal presidente Mauro Vichi che chiude con un sogno nel cassetto: “Io da tifoso interista e come presidente di una società affiliata all’Inter, ho la speranza che prima o poi un nostro giocatore possa essere preso nel vivaio interista”.
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Puntiamo sul metodo Coerver Bruno Ordonselli: “La nostra missione? Formare giovani creativi e dinamici”
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na pass i o n e indisso lubile, la grande voglia di far divertire questi piccoli atleti. Lui è sempre li, sul rettangolo verde di Rosciano, tutt’intorno i suoi ragazzi: seguirlo mentre allena è un piacere. Bruno Ordonselli (foto), responsabile tecnico della società fanese, tra le migliori realtà stagionali per la cura del settore giovanile. Mister, quali sono gli elementi fondamentali da insegnare ad un piccolo calciatore per crescere e poter sperare di diventare un grande? “Io applico ormai da molti anni il metodo Coerver, improntato sul possesso e sul dominio della palla. La parte predominante di ogni sessione di allenamento vede i ragazzi familiarizzare con la palla ed eseguire esercizi di controllo sotto la guida del tecnico. È qui il compito fondamentale dell’allenatore che tramite il suo esempio deve mostrare ed eventualmente correggere ogni calciatore. La ripetizione di ogni singolo esercizio rende quel gesto proprio ad
ogni ragazzo che poi cercherà di riproporre in gara. Il nostro obiettivo è che i nostri calciatori siano creativi e dinamici”. Idee chiare, impegno e passione: questi tre elementi messi insieme sanno fare la differenza quando si tratta di far fruttare la voglia di giocare e di divertirsi di tanti piccoli calciatori. Vedendo l’impegno messo in campo si ha l’impressione che forse, dopo tanto meticoloso lavoro, tra quei ragazzi qualcuno farà strada.
L’ Asd Camm Sa nt’Orso organizz a per il XV anno il to rneo internaziona le Città della Fort una, fiore all’occhiello della società. In questo torneo, grazie all’a iuto del comune di Fano (assessora to allo sport nella persona di Simon e Antognozzi) e a numerosi sponso r, vengono ospitati interamente a caric o della società circa 100 ragazzi pr ovenienti da varie nazioni straniere. Il torneo avrà luog o nel campo di Bello cchi, gentilmente concesso dal presid ente del Cicogna calcio Giancarlo To rcoletti, nel periodo dal 01/06/2010 al 04/06/2010.
8^ Torneo “Aquilino”
Vince il Torconca Ospite d’onore Massimo Ambrosini
Il capitano del Milan Massimo Ambrosini (foto) è stato l’ospite d’onore del Torneo “Aquilino”, competizione riservata ai piccoli atleti, promossa dall’Usav Pesaro. Trofeo estivo giunto alla sua 8^ edizione e rivolto alla categoria pulcini, quest’anno quelli nati nell’anno 1998; ottima l’organizzazione del club pesarese per una competizione che ha visto la meritata vittoria della squadra del Torconca, squadra proveniente dalla vicina Cattolica Ad arricchire la finale, una bella cornice di pubblico e genitori interessati a seguire i piccoli campioncini, la presenza di Ambrosini sempre molto sensibile alle iniziative di educazione sportiva fra le giovani generazioni che ha consegnato il trofeo della vittoria con estrema soddisfazione dei giovanissimi calciatori. Vista la riuscita del torneo sia in termini di partecipazione, sia in prospettiva di sano coinvolgimento dei giovani in pratiche sportive, l’Usav sta pensando in vista dell’edizione 2010 del Torneo
“Aquilino” di migliorare la formula ampliando il numero delle squadre invitando un numero maggiore di ospiti di rilievo di rilievo anche per educare i giovani all’autentico valore dello sport.
Lo scudetto della Laurentina si chiama ‘salvezza’ Obiettivo raggiunto. Dopo la promozione in Prima categoria della scorsa stagione, la Laurentina ha chiuso il campionato ottenendo con una giornata d’anticipo la salvezza. Il presidente Marco Giglia è ovviamente soddisfatto. “Il gruppo che tre anni fa ha rilevato la società con me Goffi, Torregiani e altri collaboratori, ha svolto un ottimo lavoro. Nella prima stagione abbiamo ottenuto una salvezza sofferta. Dopo aver conosciuto la categoria, il secondo anno è arrivata la promozione. In questa terza stagione abbiamo raggiunto l’obiettivo della salvezza senza i playout. E’ stato come vincere il campionato. Avevamo allestito una buona squadra ma i molteplici infortuni e un po’ di sfortuna non ci hanno permesso di lottare per traguardi più importanti. Un grazie particolare va a mister Buratti per il suo contributo. Ha saputo tirar fuori il meglio da questa squadra anche in condizioni avverse”. Buoni risultati stanno arrivando anche dal settore giovanile. “Abbiamo lavorato molto sul vivaio a cui tengo in particolar modo perché rappresenta il futuro ed ha una valenza sociale”.
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Olympia CUCCURANO
junior centro città
La Prima…all’ultimo secondo
Una Junior sempre piu’ grande
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Un lungo testa a testa fino alla gioia playoff
i può riassumere così la stagione dell’Olympia Cuccurano, militante nel campionato di Seconda categoria girone B. Infatti, dopo essere stati in testa al proprio girone per diversi, l’Olympia conclude secondo ad un solo punto dalla capolista Sangiorgrse. Fino all’ultima giornata le strade si sono a lungo equivalse, divise da una inerzia che alla fine ha comunque fatto la differenza nonostante numeri importantissimi al termine della stagione regolare per i ragazzi di mister Filippo Renzoni. Dopo aver dominato la semifinale playoff contro il Montefelcino e dopo il netto successo in finale contro l’Usav Pesaro, i biancorossi hanno poi conquistato la Prima categoria aggiudicandosi la fase finale contro Macerata Feltria e Mondolfo. Alla terza e ultima gironata del girone decisivo arriva la sfida interna con il Mondolfo: serve un punto per coronare il sogno della Prima categoria. Al novantesimo però tutto sembra svanito, con il Mondolfo che si è appena portato avanti 2-1. 95’, ultimo calcio piazzato a disposizione, area ospite affilatissima. Dal mucchio sbuca Michele Valentini, 33 anni, professione portiere: con-
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trolla in qualche modo la sfera e la butta dentro, realizzando quel gol che vale un’intera stagione proprio un istante prima che il direttore di gara decreti la fine dell’incontro: “Emozione unica, fortissima: la palla è sbucata alle spalle di un difensore avversario, io ero al limite dell’area piccola e ho controllato in modo precario (da buon portiere) e poi di sinistro l’ho messa dentro. Non ho avuto neanche tempo di esultare perché tutti i miei compagni mi hanno sommerso: sono al settimo cielo per loro, la società e i tifosi, meritiamo questo successo che ci stava sfuggendo dopo una stagione vissuta quasi sempre in testa. Un segreto del nostro successo è senza dubbio il mister, Filippo Renzoni: al suo primo anno in panchina ma persona che conosce benissimo il mondo del calcio. Già lo scorso anno abbiamo sfiorato la Prima categoria e questa giornata indimenticabile ci premia per quanto di buono abbiamo saputo fare. Una giornata che non dimenticherò mai ma che avevo “pronosticato” ai miei compagni, qualche giorno prima. “per vincere ci vuole un pò di c..o” e così è stato perché ci abbiamo creduto e abbiamo senza dubbio meritato”.
Organizzazione in ogni settore e avanti con il “Progetto di educazione del bambino”
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igliorare ciò che già è ben fatto non è mai facile, ma alla Junior Centro Città di Pesaro ci stanno provando. Dalla prossima stagione l’organizzazione della società diventerà quasi professionistica, a partire da un vero e proprio consiglio direttivo: dirigenti responsabili dell’area amministrativa, delle comunicazioni, del marketing e delle strutture. Oltre a tutto ciò un settore tecnico di primissimo ordine, composto da tecnici qualificati che puntano particolarmente sull’aspetto educativo, introducendo delle schede di valutazione, che rientrano nel Progetto di educazione del bambino. Schede che verranno compilate sia dai genitori che dagli allenatori che poi confronteranno i risultati a distanza di tempo per vedere la crescita di ogni ragazzo, le sue capacità e il livello di educazione. Tutto questo è finalizzato ad insegnare calcio a 140 iscritti, dai piccoli della scuola calcio agli juniores. Molto forte è la collaborazione con la Vis Pesaro, a cui vengono indirizzati i ragazzi più interessanti. La politica dei giovani è da sempre il fiore all’occhiello della società; infatti decine di giovani sono usciti dal vivaio e sono approdati in società importanti. Un set-
tore giovanile tra i migliori dell’intera regione per qualità del lavoro, numero di iscritti e qualità del lavoro. In questo contesto il nuovo modello societario ha tutta l’intensione di essere un ulteriore perfezionamento. Il nuovo organigramma è stato presentato con un incontro aperto a tutti alla sala parrocchiale di via Cecchi a Pesaro il 10 giugno alle ore 20.45: momento fondamentale, utile a porre in essere le basi fondamentali a stabilire il futuro della società pesarese protagonista, fin dalla sua nascita nel panorama giovanile-dilettantistico del capoluogo pesarese. Basta ricordare elementi come Fabrizio Salvatori che ha militato nella Roma e Pistoiese in serie “A”, Fulvio Giovanetti, Bobo Del Monte, Fraternali Christian, Eusepi Marco, Clementoni Giorgio e Davide oltre a tantissimi altri. La speranza dunque è che, nell’ottica di questo nuovo progetto di valorizzazione e di educazione rivolata ai più piccoli, si concretizzi la formazioni di piccoli atleti che sappiano coniugare doti sociali e umane a caratteristiche tecniche di assoluto valore, con assoluta priorità (ovviamente), per le prime.
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Questo Comitato è “vecchio” dentro di Nando Ferretti consigliere nazionale serie D 2000/2008 Navigando a “vista” nel mare del web è stato possibile leggere anche questo: “Eccellenza, il Presidente Cellini: campionato a 19 o 20 squadre eccetera eccetera...”. E ancora: “Sono da poco finiti i campionati, ma le patate bollenti da sbrogliare per la prossima stagione già sono tutte pronte”. Siamo alla vergogna delle vergogne che, anche quest’anno, i nostri Dirigenti Federali del Comitato Regionale (attraverso i comunicati) dalla sera alla mattina cambiano disposizioni codificate, infischiandosene delle regole e dell’etica (a livello di Giustizia Federale Nazionale e del CONI sono diventati una barzelletta). Il ventennale regno “Celliniano” oramai fa’ acqua da tutte le parti, sarà anche per la venerabile età di quasi tutti i componenti, ma quello che più reca nocumento è che sono vecchi “dentro” ed altrettanto vecchi sono nei loro comportamenti ed azioni ed è ormai improcastinabile che le società marchigiane non hanno bisogno di “mummie”, ma di persone che fanno rispettare le regole e le relative normative, escludendo però a priori (cosa non facile per loro) che per gli amici le stesse si “interpretano” e per gli altri si “applicano”. Non si può far passare i prossimi due anni a vivacchiare e forse anche crogiolarsi di qualche “benefit” questi dirigenti “incartapecoriti”, che già programmano il subentro alla Presidenza con una figura “controversa”, già “santificata” dal Presidente Cellini, prova ne è che è stato costituito a sua immagine e somiglianza il Comitato della Provincia di Fermo (prossimo serbatoio di voti) dato che quello di prima - e mi riferisco a quello di San Benedetto - era noto a tutti per la sua libertà, ma anche per sua competenza e linearità, con 70 anni di storia. Questi personaggi con un colpo di mano hanno cancellato 70 anni di storia con modi farseschi e rancorosi, privandosi di dirigenti seri e stimati da tutti, rei solamente di non essersi a loro assoggettati. Sinceramente, non amo scrivere di questi argomenti, ma io sono una persona fortemente e costantemente in conflitto con me stesso, in quanto non riesco a concepire un mondo senza serietà, ma soprattutto senza il rispetto delle regole,
ma non se ne può fare assolutamente a meno dato che questi principi non dimorano nelle stanze del CRM anzi, sono posti in essere “artatamente al contrario”, ma devono ormai essere consapevoli questi personaggi - che noi sappiamo inconfutabilmente che per il naso no, non ci possono prendere. Come ogni fine stagione sportiva, analizziamo i contenuti dei C.U: n. 88 del 17.12.2009, del C.U. 187 del 19.05.2010 e del 188 del 20.05.2010 che per decoro di chi legge mi rifiuto di commentare, riassumendo soltanto che a dicembre 2009 hanno pubblicato la disposizione che perdurando la parità di un incontro al termine dei supplementari, veniva considerata vincente la squadra meglio classificata al termine della stagione regolare, anzi con il comunicato n.187 è stato ribadito e ricordato quanto sopra, ed invece con un comunicato del giorno successivo, il 188, è stato rettificato cambiando inequivocabilmente le regole del gioco e cambiando le carte in tavola, codificando che perdurando la parità al termine dei supplementari (anziché privilegiare la classifica, come precedentemente stabilito) verranno battuti i tiri di rigore. Vergogna! Non si possono cambiare le regole con l’attività in corso d’opera e con classifiche debitamente stilate, senza destare sospetti e relative illazioni e pertanto - vedi società Montecosaro - come risulta da articoli di stampa e sul sito di Quelliche.net (27 maggio 2010), ha preannunciato i relativi ricorsi, in fondo è giusto così, perché questa è veramente “grossa” e pertanto per chi crede di aver subito una ingiustizia è un dovere-diritto ribellarsi. Egregi Signori Dirigenti Federali, avete gestito un campionato di Eccellenza (per non parlare delle categorie inferiori, valga per tutto i recuperi pomeridiani in giorni feriali delle Terze categorie) con un pressappochismo disarmante, condito il tutto con la relativa incapacità gestionale (eppure avevate cambiato il Segretario addossandogli di tutto!) ma il risultato fallimentare si è ripetuto, avete cominciato l’annata sportiva con il falsare la Coppa Italia, facendo giocare partite decisive per il passaggio di turno con orario sfalsato (vedi Samb e Montegranaro), al Montegiorgio avete fatto disputare durante il periodo invernale quattro gare in undici giorni, all’Urbino avete fatto giocare 9 partite in 31 giorni e potrei seguitare così per altre tre o quattro squadre (determinando di fatto le retrocessioni). Vogliamo parlare degli incontri farsa per l’assegnazione del sest’ultimo posto tra l’Osimana e la Castelfrettese? Vogliamo parlare della
hanno cambiato LE REGOLE a campionato in corso, ribellarsi è un diritto-dovere
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inutilità degli spareggi playout e della “inabilità assoluta” a disputarli da parte del Montegiorgio? Ma vi rendete conto che questa ulteriore attività “costa moltissimo” alle società? E poi, gentile Presidente Cellini, si sperava che quest’anno alla fine dell’annata sportiva almeno ci avesse dispensato dal leggere le sue interviste-zerbino poste in essere dai suoi soliti e compiacenti “pennivendoli” che prendono la penna per incensarla... Un po’ di ritegno non guasterebbe! Non vi basta questo? Volete sommare anche i precedenti antefatti? Prendiamo quelli delle ultime due stagioni: - il passaggio dei titoli sportivi, anche da provincia a provincia (più di 100 km!); - la non vendita dei diritti televisivi (Eccellenza) e la non predisposizione del relativo bando; - caso tesseramenti Bartoccetti e Tacconi; - il caso delle sette società che avevano chiesto la sospensione attraverso l’Avvocato Fabbri della fase finale del campionato di Eccellenza; - il famoso caso-barzelletta della squalifica del mister e di 9 giocatori del Visso perché il 15 marzo dell’anno prima non si erano presentati ad una partita (Sarnano) e furono squalificati al termine del campionato successivo e per di piu’ durante le fasi playoff e playout al punto tale che una società dell’Alto Maceratese che li aveva tesserati si trovò “buggerata” facendo felice qualcuno; - la riammissione (!) della Vigor Senigallia da parte del CONI ad inizio di questa stagione. Si potrebbe continuare per pagine e pagine ma il decoro e l’amore verso il calcio dilettanti e per quello marchigiano in particolare non ce lo permette.
P.S. Per quanto concerne il concetto sopracitato e precisamente “per qualcuno le normative si applicano e per altri si interpretano” basta ricordarsi di tutte le angherie che hanno dovuto sopportare il soppresso Comitato di San Benedetto da parte di questi Dirigenti che non facendolo partecipare al torneo regionale riservato alle squadre delle R appresentative delle Delegazioni periferiche hanno privato a dei ragazzi di fare attività sportiva. Bisogna anche ricordare quando fu’ de-
pennato il componente del Comitato di San Benedetto Massimo Di Stefano perché ritenuto incompatibile (lui sì , gli altri no) in quanto allenatore del Settore Giovanile di una squadra (Ancona) e nel contempo fu invece permesso di rimanere nei ranghi del Comitato di Macerata a dei signori che erano (e lo sono tutt’ora) allenatori di società; ecco, questo è il loro modo di fare e di comportarsi, e con tale arroganza non hanno avuto pudore ad accettare la nomina a Coordinatore provinciale del Settore Giovanile Scolastico di Fermo il Prof. Matteo Della Sciucca pur essendo lo stesso tesserato come giocatore in Seconda categoria con una squadra di Montefiore ricoprendo oltretutto il ruolo di responsabile tecnico della scuola calcio della stessa società. Non ce ne voglia il diretto interessato, ma le regole devono valere per tutti. Comunque mi riprometto di ritornare con dovizia di particolari sulla “storiaccia” della chiusura del Comitato di San Benedetto e la relativa apertura di quello
il Comitato di San Benedetto era noto per libertà e competenza: è stato soppresso provinciale di Fermo, lo stesso CONI si è guardato bene di aprire finora la sede provinciale e con questa soppressione rancorosa il Comitato Regionale Marche ha perso e sta perdendo del tutto la credibilità e l’autorità morale indispensabili per portare avanti una qualsiasi attività associativa.
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Tra campo e TV Giornalista e terzino: Maurizio Socci racconta la sua passione per il calcio di Alessio Carassai
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ra le difficoltà e gli impegni lavorativi spesso in orari sballati, Maurizio Socci, giornalista di E’tv e Radio Center Music, racconta la sua passione per il calcio. L’attività professionale di Socci, 30 anni, sposato e padre di una bambina (in attesa di un secondo figlio) è già piuttosto nota in tutte le Marche; tra le altre, spicca il collegamento fiume per gli aggiornamenti elettorali in diretta durante le ultime elezioni regionali. Invece si conosce molto meno la sua spiccata passione per il calcio: è capitano dell’Aspio, società che milita nel campionato di Terza categoria.
Maurizio Socci, come è nata la tua passione per il pallone? “Come tanti ragazzi ho iniziato a giocare nel settore giovanile del Piano San Lazzaro, poi a 20 anni mi sono trovato a scegliere cosa dovevo fare del mio futuro, se investire tempo ed energie nel calcio, oppure scegliere di assecondare le mie aspirazioni nel giornalismo. Alla fine ho scelto il giornalismo anche se la voglia di giocare e di vivere le sensazioni di far parte di una squadra non mi hanno mai lasciato”.
amministrativa. Altro aspetto che sicuramente non posso trascurare è quello della preparazione atletica: anche una Terza categoria richiede molto impegno ma fino a quando sarò in condizione continuerò a giocare”. Come reputi il calcio di oggi alle luce di fenomeni di violenza che si stanno affacciando anche fra i dilettanti? “Sono convinto che nel calcio ci sono episodi belli e brutti, e ho avuto modo di viverli entrambi in prima persona. Ricordo alcuni momenti molti emozionati, stavamo facendo un minuto di raccoglimento per una tragedia che colpì la Sicilia, un ragazzo della squadra avversaria si commosse visibilmente, ebbene, in quel momento tutti noi abbiamo sentito qualcosa di speciale in campo e fuori. Poi nel calcio ci sono anche brutti falli, la stanchezza, la trans agonistica qualche volta può portare a comportamenti sopra le righe, ma per questo non mi sento di moralizzare troppo. Una cosa però è importante: finita la partita devono cessare anche le ostilità”.
Qual è il ricordo più bello legato al calcio? “Se parliamo del passato, direi il primo gol segnato con il Piano San Lazzaro a 20 anni, per un terzino è qualcosa di memorabile, conservo ancora quegli scarpini con i quali segnai. Mentre fra i ricordi attuali, la prima volta che ho giocato da capitano con l’Aspio: indossare la fascia ed essere investito di questa responsabilità è una sensazione che mi ha fatto piacere”. La tua squadra del cuore? “Senza dubbio il Piano San Lazzaro dove sono cresciuto e l’Aspio dove gioco oggi. Fra le squadre categoria nazionale, sicuramente l’Ancona e nonostante il periodo non troppo felice la Juventus. Ho una maglia autografata di Alessandro Del Piero appesa sopra la tv, quest’anno mentre assistevo alle partite della Juve guardavo quella maglia ripensando tristemente al passato”.
Come concili l’amore per il calcio e l’attività lavorativa? “Prima ho iniziato a giocare in una squadra di calcio a 5, dove abbiamo sfiorato anche la vittoria del campionato. Poi nel 2005, valutando le mie condizioni fisiche e dietro l’invito di alcuni amici dell’Aspio, ho provato a giocare a calcio e alla fine mi sono convinto e fin quando potevo avrei continuato. Certo non è semplice conciliare la passione per il calcio e l’attività lavorativa, più di una volta mi è capitato anche durante gli allenamenti di ricevere una telefonata al punto che ho dovuto smettere e vestito alla meglio correre a seguire qualche vicenda politica o
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ANCONA USAP AGUGLIANO POLVERIGI
I giovani sono il nostro futuro Oltre 150 ragazzi, nove squadre e una attività intensa dai Pulcini alla Juniores
L’Agugliano Polverigi è una realtà cresciuta gradualmente negli ultimi anni e che ha investito molte risorse nel settore giovanile: circa 150 bambini e ragazzi che partecipano a tutte le categorie organizzate, per un totale di 9 squadre impegnate settimanalmente oltre, naturalmente, alla prima squadra. La struttura tecnica conta 12 allenatori, 2 responsabili per il settore giovanile e 2 autisti con altrettanti pulmini. Dirigenti ed allenatori, seguono la crescita e lo sviluppo dei giovani atleti puntando in primo luogo all’educazione e al rispetto dello spirito sportivo ma anche curandone la maturazione tecnica. Il settore agonistico
invece conta circa quaranta atleti fra prima squadra e Juniores; proprio quest’ultima è stata la sorpresa, fornendo eccellenti risultati come dimostra il secondo posto finale, nonostante abbia dovuto rinunciare in più di un’occasione ai suoi gioielli più pregiati ormai entrati a tutti gli effetti della prima squadra. “Il futuro della nostra società – sostiene il presidente Roberto Trombettoni – è sempre più orientato alla valorizzazione dei giovani”. I Pulcini 1° e 3° anno hanno partecipato al “5° Torneo Simpatiche Canaglie” che si è svolto a Cattolica dal 30 aprile al 2 maggio. Un’esperienza che ha offerto la possibilità di trascorrere qualche
Falconarese, titolo regionale in bacheca Per la squadra del presidente Damiano Bastianelli, la stagione 2009-2010 si è chiusa nel migliore dei modi. Non solo la festa per la vittoria nel girone B di Prima categoria, dopo una splendida rimonta nel girone di ritorno culminata con il sorpasso nelle ultime giornate sul Loreto. I ragazzi di mister Finocchi infatti hanno partecipato alle finali a quattro per il titolo regionale di categoria. Dopo aver espugnato 2-0 il campo del River Urbinelli nella gara unica di semifinale disputata a Pesaro (doppietta di Lombardi), si è disputata a Filottrano la finalissima per il titolo regionale contro il Portorecanati dei record di mister Busilacchi. Partita bella, emozionante, ricca di emozioni da una parte e dall’altra: alla fine decisivo è risultato l’eurogol di Tornatola che ha consegnato il secondo trofeo in meno di un mese alla squadra falconarese. Insomma una stagione indimenticabile e di ottimo auspicio in vista della prossima annata, nuovamente in Promozione.
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giorno di vacanza con amici e genitori, oltre al consentire la socializzazione con altri pari età. Ottimi i risultati sportivi con i Pulcini 1999 al secondo posto grazie a tre vittorie, un pareggio ed una sola sconfitta, in finale per un goal di scarto. È andata meno bene ai Pulcini 2001 che si sono però riscattati vincendo l’ultima partita. Da ricordare inoltre che il Cesena ha invitato i Giovanissimi a disputare un’amichevole contro i pari età romagnoli. Lunedì 17 maggio si è disputato l’incontro al termine del quale dirigenti e calciatori hanno approfittato dell’occasione per conoscere più da vicino una società professionistica. Altri tornei sono in programma in questo finale di stagione per i Pulcini a Castelplanio e Osimo Stazione. Come accade spesso sono i giovani a dare il buon esempio: i ragazzi della scuola calcio dell’Usap da alcuni anni rinunciano al consueto dono natalizio per devolvere il pari importo per opere di beneficienza, in collaborazione con le parrocchie di Polverigi ed Agugliano. “Un ringraziamento – conclude Trombettoni – a tutti coloro i quali con spirito di volontariato e passione svolgono
la funzione di accompagnatori delle varie squadre ed alle famiglie per la fiducia che ci accordano e per la passione che mettono nel seguire i figli alle partite ed in tutte le attività proposte dalla società”. Chiunque volesse maggiori informazioni sulle attività, può consultare il sito: www.usaponline.com e comunicare o fornire consigli ai dirigenti via e-mail: Agugliano.Polverigi@figcmarche.it
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ANCONA
Vigor Senigallia, settore giovanile OK Grande stagione per i giovani della Vigor con Juniores, Allievi e Giovanissimi in grande spolvero
Juniores
pagina a cura di Enrico Scoppa
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Il commento La Vigor Senigallia ha concluso la stagione ufficiale con il settore giovanile in bella mostra. La squadra Juniores ha vinto il titolo regionale battendo in finale la Fulgor Maceratese. Una vittoria che ha regalato il pass per le finali scudetto nelle quali i ragazzi di Capotondo però sono stati eliminati al primo turno dal Cannara, dopo il doppio confronto finito con una vittoria per parte. Una parità spezzata solo al decimo calcio di rigore quando Rotoloni si è visto parare il tiro da Marzi, il numero uno del Cannara. Gli Allievi hanno disputato la finale regionale battuti dalla Fulgor Maceratese mentre i Giovanissimi sono stati eliminati in semifinale dopo il doppio confronto con la Pro Calcio che poi ha vinto il titolo regionale di categoria. Una stagione sicuramente importante che non trova riscontri a livello di risultati in altri ambiti per un settore giovanile che vede impegnati oltre 400 giovani a partire dalla scuola calcio dove sono impegnati un piccolo esercito completato da una ventina di istruttori e preparatori. Quando si lavora con grande impegno e dedizione con i giovani come fa la Vigor Senigallia, i risultati si vedono.
a Vigor Senigallia campione regionale della categoria Juniores ha concluso la stagione con l’eliminazione al primo turno dalla corsa scudetto. Fatale il doppio confronto con il Cannara. Il mister Corrado Capotondo (foto) già in passato ha avuto esperienze a livello nazionale (era la stagione 2001/2002 quando partecipò con gli allievi). Di quella esperienza il tecnico dice: “Incontrare avversari di qualità come l’Ancona di Udine, Mezzocorona, Bassano, Margine Coperta è stato davvero bello. In quel girone di giganti conquistammo un secondo posto sicuramente importante”. Con la squadra juniores, invece, è la prima volta della Vigor Senigallia. Capotondo, è stata una stagione importante quella appena conclusa? “Senza dubbio, vincere fa sempre piacere ma veder crescere il gruppo fa ancor più piacere. La Vigor Senigallia è un vero gruppo che anche nella fase finale per la conquista del titolo regionale della categoria ha dimostrato ancora una volta di esserlo”. Il campionaro regionale è stato di qualità? “A mio modo di vedere sì. Ho visto squadre, non solo quelle di vertice, che hanno provato a giocare a calcio come si conviene. Quasi tutte le squadre, anche quelle meno attrezzate, hanno cercato prima di tutto il gioco, questo è sicuramente l’apprezzamento migliore che si può fare al campionato regionale marchigiano”.
Allievi La Vigor Senigallia sul podio del girone A del campionato regionale Allievi. La squadra guidata da Clementi ha duellato con grandi squadre come Vis Pesaro e Fano senza dimenticare il Csi Delfino. Il pass per le finali è stato conquistato attraverso gli spareggi che hanno visto la squadra imporsi nei confronti di Civitanovese e Jesina. Due piccoli capolavori capaci di regalare alla Vigor la possibilità di disputare le finali delle quali il tecnico vigorino dice “abbiamo disputato un campionato in crescita, i campionati giovanili servono proprio a questo: far crescere i ragazzi”. Prima parte della stagione sicuramente non al meglio ma, con il passare delle settimane, la squadra ha capito che poteva entrare in gioco riuscendo nell’intento di conquistare un posto in semifinale. Un’impresa importante che ha galvanizzato un gruppo capace di raggiungere una finale poi persa contro una grande squadra come i biancorossi della Fulgor Maceratese. Mister Clementi, tutti gli obiettivi di inizio stagione sono stati centrati? “Penso proprio di sì. Siamo partiti per far bene, la squadra è cresciuta strada facendo. Dopo un avvio di stagione sicuramente non eccellente abbiamo dato vita ad una scalata sicuramente non facile viste le squadre che ci hanno conteso le posizioni che contano”. Una stagione che ha regalato soddisfazioni soprattutto nella seconda parte. “Questo dicono le cifre. I ragazzi con il passare del tempo si sono convinti che era possibile l’impresa, si sono battuti, hanno avuto la forza di mettersi in gioco tanto da poter disputare la finale contro una grande squadra come la Fulgor Maceratese”.
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ORGANICO: PORTIERI: Belogi Simone (‘93), Tonelli Tommaso (‘93) DIFENSORI: Aguzzi Tommaso (‘93), Cicetti Federico (‘93), Bastianoni Gianmarco (‘94), Gregorini Mattia (‘94), Pambianchi Daniel (‘94), Zandri Federico (‘94) CENTROCAMPISTI: Sinigaglia Carlo (‘94), Carboni Marco (‘93), Mattioli Luca (‘93), Tonni Perucci Davide (‘93), Pistelli Pierpaolo (‘94), Scarpini Filippo (‘94), Siena Andrea (‘94), Gaiolini Mattia (‘94) ATTACCANTI: Del Luca Andrea (‘93), Liso Giovanni (‘93), Montalbini Nicolò (‘93), Tarsi Giovanni (‘93), Fisichella Marco (‘94) BOMBER: De Luca Andrea (20), Montalbini Nicolò (15), Tarsi Giovanni (9), Mattioli Luca (8) ALLENATORE: Clementi Aldo PREPARATORE ATLETICO e PREPARATORE PORTIERI: Rossini Massimo
La Vigor è inciampata subito nel primo turno della fase finale, perché? “Senza nulla togliere al gruppo di cui dispongo, bravo, disposto a lavorare e a recepire i consigli, soprattutto nella gara di ritorno non siamo stati nè fortunati nè abbiamo approcciato bene alla gara e alla fine abbiamo pagato con gli interessi. Entrare tra le otto squadre migliori d’Italia si poteva eccome visto che la differenza con il team umbro è stato un calcio di rigore”. La squadra juniores ha partecipato alla prima fase delle finali nazionali, allievi e giovanissimi hanno partecipato alle finali regionali, il segreto del successo di questa Vigor? “Una grande struttura guidata da gente esperta e qualificatissima come il direttore tecnico Loris Servadio e Rino Frulla. A Senigallia l’allenatore fa l’allenatore al resto pensa una società efficientissima e preparata”.
Santarelli Lorenzo (‘91), Tantuccio Alessio (‘91) CENTROCAMPISTI: Francioso Marco (‘92), Morganti Luca (‘92), Patonico Simone (‘92), Pettinelli Stefano (‘92), Romagnoli Gabriele (‘92), Rotoloni Andrea (‘92), Sagrati Gianmaria (‘92), Cercaci Nicola (‘91) ATTACCANTI: Anniballi Diego (‘92), Beta Klaudio (‘92), Cicetti Davide (‘92), Giovine Riccardo (‘92), Pesaresi Denis (‘92), Pierfederici Jacopo (‘92), Ricotti Alessio (‘91), Nacciarriti Sergio (‘91), Messersi Francesco (‘90) ALLENATORE: Corrado Capotondo PREPARATORE ATLETICO: Sartini Matteo PRPARATORE PORTIERI: Palpaceli Crhistian
Mister, il suo futuro? “Lo conoscerò presto visto che molte cose bollono in pentola e qualche cosa ne uscirà fuori”. ORGANICO: PORTIERI: Moscatelli Jacopo (‘92), Minardi Luca (‘91) DIFENSORI: Incipini Luca (‘92), Lauritano Filippo (‘92), Palazzezi Filippo (‘92), Tarsi Oscar (‘92), Tombesi Samuele (‘92), Curzi Matteo (‘91),
Giovanissimi Nel girone A del campionato regionale Giovanissimi successo della Vigor Senigallia anche se la classifica ufficiale ha visto il team vigorino collocato alle spalle del Fano, squadra professionistica che sta disputando la fase finale della Coppa Nazionale di serie C. I ragazzi guidati da Lamberto Olivi hanno dimostrato una straordinaria regolarità concretizzata da un’indiscussa striscia di risultati che hanno permesso alla squadra di poter avere la meglio di un gruppo di squadre davvero importanti che non hanno mai mollato anche se gli otto punti di vantaggio nei confronti della Vis Pesaro, bocciata poi negli spareggi, potrebbero far pensare ad un campionato senza avversari. Mister Olivi, è stato nel bel campionato? “Sicuramente sì. Non ne parlo in questi termini perché la mia squadra ha vinto tutto, tutt’altro. Ho avuto modo di vedere nel corso della stagione squadre ben messe in campo con dei ragazzi decisamente interessanti. Insomma un bel campionato davvero”. Il campionato giovanissimi è importante, in pratica il primo impatto con il calcio dove contano anche i risultati. “Il discorso potrebbe essere lungo in questa direzione. E’ vero che si guarda alla classifica ma non bisogna mai dimenticare che sono ragazzini che debbono imparare senza legarsi magari a schemi e tattica sin troppo rigida che alla fine sarebbe controproducente”.
La fase finale è stata avara di soddisfazioni per i vostri colori? “Abbiamo incontrato la squadra più forte del lotto, la Pro Calcio Ascoli, che alla fine ha vinto il titolo regionale di categoria. Nulla da eccepire anche qualche rammarico non manca”. ORGANICO: PORTIERI: Fraboni Luca (‘95), Romanucci Marco (‘96) DIFENSORI: Bellagamba Marco (‘95), Di Leonardo Giovanni (‘95), Spezie Matteo (‘95), Tesei Jacopo (‘95), Vagni Andrea (‘95), Curzi Francesco (‘96), Rotatori Alessandro (‘96), Caniggia Dennis (‘95), Belogi Nicolo (‘95) CENTROCAMPISTI: Mancini Giovanni (‘95), Marchesini Matteo (‘95), Mucaj Mateo (‘95), Riccio Daniele (‘95),Tinti Roberto (‘95), Olivi Francesco (‘96), Gregorini Tommaso (‘96), Bellagamba Marco (‘95), ATTACCANTI: Cuomo Pasquale (‘96), Pierfederici Gianmarco (‘96), Squadroni Andrea (‘96),Casabianca Michelangelo (‘96) BOMBER: Squadroni (18), Cuomo (17), Pierfederici (10), Francesco Olivi (9), Tinti 8. ALLENATORE: Olivi Lamberto PREPARATORE ATLETICO e PREPARATORE PORTIERI: Rossini Massimo
E’ un campionato che getta, in pratica, le basi per il calcio dei tre punti? “Ha detto bene. Dobbiamo preparare i ragazzi che saranno poi importantissimi nelle categorie immediatamente superiori a partire dagli allievi”.
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Dorica Torrette olè Finalmente la Prima U
na Prima categoria voluta, cercata, inseguita per anni e finalmente concretizzata sabato 5 giugno con il successo di misura conquistato in casa della Folgore Castelraimondo, nell’ultima gara del triangolare di spareggio. A mettere la firma sulla Prima categoria conquistata dalla Dorica Torrette è stato Michele Vignoni, torrettano doc, autore della rete decisiva nell’ultima fatica stagionale. Una vittoria che racchiude una intera stagione, caratterizzata dalla voglia dei dorici di raggiungere ostinatamente un sogno già cullato per diverse stagioni. Al settimo cielo il tecnico Mauro Mazzieri: “Non posso che essere soddisfatto di quello che la squadra ha saputo fare nell’ultima gara disputata ma, soprattutto, nel corso della stagione. La società ha cercato con insistenza, passione e voglia questo traguardo che già inseguiva da diverse stagioni. Non è stato assolutamente facile come ha dimostrato an-
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che l’ultima gara vinta a Castelraimondo contro una grande squadra che ci ha dato grande filo da torcere, in novanta minuti nei quali gli episodi ci hanno anche aiutato. Un giusto premio per questa squadra e questi ragazzi che hanno saputo mostrare grande carattere e impegno, che hanno saputo regalare veramente grandissime emozioni. La vera gioia non si ferma solo al risultato ma anche al fatto che hanno saputo fare squadra a livello tecnico e umano, aiutandosi reciprocamente. Questa è stata la vera arma in più”. Al settimo cielo anche il presidente Mirco Mancinelli: “Un grazie particolare a questo fantastico gruppo: i nostri giocatori hanno dimostrato come il calcio possa ancora essere un gioco, alimentato dalla passione più che dai denari”.
Falconara FC, presente in Seconda
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l Falconara FC torna a casa nel circuito della Seconda categoria. Lo spareggio playoff ha premiato gli sforzi del presidente Ivano Baldini, di tutti i dirigenti e degli atleti oltre a regalare una bella soddisfazione ai tifosi. E’ già, il Falconara FC, società fondata nel 1973, ha sempre disputato il campionato di Seconda categoria, poi nel 2004 è stata retrocessa, poi in sei anni di militanza in Terza la squadra per ben 5 volte ha disputato i playoff e finalmente quest’anno ha centrato l’obiettivo promozione dopo la vittoria ai supplementari per 4-2 sul Candia Baraccola. “Al termine della partita è esplosa la festa – racconta il presidente Ivano Baldini – tenevamo moltissimo a questa promozione e ci siamo riusciti. Sinceramente credo che avevamo a disposizione una bella squadra, giovane e con ottime
qualità, ma nel girone di ritorno abbiamo dovuto fare a meno di alcuni giocatori importanti causa infortuni, cosa che inevitabilmente ci ha fatto perdere punti preziosi specialmente in alcuni scontri diretti. Siamo riusciti comunque a raggiungere i playoff, poi una volta recuperati tutti gli effettivi, siamo riusciti a disputare un bel finale di stagione”. La società che ha concluso da pochi giorni il suo campionato, è già a lavoro a partire dalla ricerca di un nuovo allenatore, infatti, il mister Mauro Pigliacelli, capitano dell’Esercito, per motivi di servizio ha ricevuto un nuovo incarico che lo ha costretto ad un trasferimento. E comunque si sta allestendo una squadra in grado di tenere bene la Seconda categoria il tutto in un sano spirito di agonismo e di rispetto sportivo con le altre società della città.
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Il calcio di Bruno Portiere, allenatore e oggi responsabile dell’AIAC provinciale: a tu per tu con Battista te provinciale dell’associazione allenatori? “Nel 1987 sono divenuto presidente dell’AIAC e devo dire che nel corso degli anni le cose sono cambiate. Prima allenare era un compito relativamente più semplice. Oggi c’è una preparazione superiore, una sensibilità avvertita soprattutto fra i giovani che sta dando risultati. Come associazione stiamo lavorando proprio per organizzare corsi di formazione che ci hanno portato a visitare realtà importanti e conoscere personaggi internazionali del calcio. Fra i prossimi impegni stiamo organizzato diversi corsi fra cui una visita al Chelsea di Ancelotti”.
di Alessio Carassai
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l futuro del calcio sta nell’educazione nei settori giovanili e nella formazione costante degli allenatori. Si possono riassumere in queste poche righe gli elementi fondamentali che dovrebbero caratterizzare l’universo del mondo del pallone secondo Bruno Battista, presidente provinciale dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio), 52 anni sposato e padre di due figli. Bruno Battista, ci racconti il suo primo approccio nel mondo del calcio? “Come ogni altro ragazzino ho iniziato a giocare a pallone con gli amici, a quel tempo militavo nella Maceratese, insieme a me c’erano giocatori come Pagliari e Caramanti tanto per citarne un paio, insomma personaggi che hanno dato e stanno continuando a dare molto a questo sport. Con quella formazione arrivammo persino a giocare in Liguria una finale nazionale del campionato allievi”. Qual è stata la scintilla che l’ha spinto a diventare allenatore? “Un episodio semplicissimo, mi sono tro-
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vato una stagione a fare il secondo portiere ad un certo Nello Malizia, atleta che la stagione successiva venne scelto dal Perugia per giocare in serie B. In quell’occasione mi resi conto che aspirare a diventare titolare di una prima squadra rappresentava un obiettivo difficile, quindi ho militato tre anni nei campionati di Prima categoria e poi anche dopo essere diventato allenatore ho disputato qualche campionato fra gli amatori perché mi divertivo a giocare”. Per quale motivo nella sua carriera da allenatore ha ricoperto sempre incarichi sulle panchine di settori giovanili? “Una scelta personale in cui credo moltissimo. In primo luogo mi trovo benissimo fra i ragazzi, in più a mio avviso è proprio in questo percorso che possiamo formare i ragazzi nell’impegno allo sport, sono solo dal punto di vista tecnico e fisico per quello che sono le funzioni di questa età, ma anche e soprattutto l’educazione allo sport alla vita un valore importantissimo”. Come sono cambiate le sue mansioni e la sua mentalità nel ruolo di presiden-
Cosa pensa del calcio di oggi e degli episodi di violenza e razzismo? “A mio avviso credo che il nostro territorio, sia ancora un’isola felice sotto questo profilo. Penso che gli episodi siano più che altro risposte esagerate alla situazione concitata del momento durante una partita, ma ad oggi non credo si possa parlare di un fenomeno preoccupante. E’ vero però che in mezzo al campo è bene educare ad un corretto comportamento”. Infine una curiosità: Bruno Battista per quale squadra tifa? “A livello locale sono tifoso della Maceratese, la squadra dove sono cresciuto, dovendo indicare una squadra nazionale la mia passione si chiama Inter: quando ero giovane era la
squadra più forte e quella che vinceva tutto. Circondato da juventini per 25 anni ho dovuto soffrire gli sfottò di amici e colleghi ma ora mi sto rifacendo con gli interessi”.
3 nato a Macerata il Bruno Battista è lla de nte me ca sti lci o ca Luglio 1957. Cresciut gc al serbatoio della Maceratese (dai Na a stagione 73-74 con Prima squadra fino all quali Dino Pagliari, ra compagni di squad mpaolo Caramanti, Massimo Bertola Gia r citarne alcuni). pe o Marco Mattiacci sol a tecnica di istruttore Conseguita la qualific 85 al 2000 collabora molto giovane, dal 19 vi tecnici e organizzati con vari organismi l Ne . ata cer Ma e ial del comitato provinc mente con diversi iva frattempo collabora att luogo maceratese e po ca l de i nil va settori gio 2005-2006 ad oggi ne gio non solo. Dalla sta inatore Tecnico della è istruttore e Coord . bur 1905 Macerata Ro scuola calcio PGS ne zio ita bil l’a consegue Nel Febbraio 2009 re se UEFA “B”, Setto Ba di re ato en All di rte pa far a 87 entra Tecnico FIGC. Dal 19 eletto Segretario ne vie e C IA dell’A po maceratese; negli Provinciale del Grup per circa 10 anni e anni a seguire rivest tario Regionale del gre anche l’incarico di Se Dal 1997 viene eletto Gruppo AIAC Marche. iale AIAC Macerata inc ov Vice Presidente Pr io Regionale Marche. e membro del Consigl esidente Provinciale Pr Nel 2005 viene eletto mbro del Consiglio di AIAC Macerata e me Presidenza Regionale.
La rappresentativa AIAC Macerata
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MACERATA
Leggenda Palombese A
Cessapalombo, paese dell’entroterra maceratese con poco più di 500 abitanti, questa stagione verrà ricordata per una favola che si concretizza. Dopo alcuni anni trascorsi nei campionati amatoriali la Palombese nel 2004 passa alla FIGC in Terza categoria; nelle prime stagioni inevitabilmente si è pagata l’inesperienza e lo scotto del noviziato. La società si è irrobustita, ha trovato validi partners tecnici ed economici fino al lusinghiero sesto posto dello scorso anno. Il presidente Ermanno Micucci (foto) ed il suo staff hanno pensato bene che l’impresa poteva e doveva essere ritentata, così è stato plasmato un gruppo forte ed affiatato, affidato alle sapienti cure di Geni Moretti, attaccante di razza tra i più prolifici dei campionati dilettantistici marchigiani alla sua prima esperienza da allenatore. I risultati sono subito evidenti: secondo posto in campionato ma soprattutto il raggiungimento della finale regionale di Coppa Marche di Terza categoria che ha permesso alla Palombese di staccare il biglietto per la Seconda. Chiaramente al settimo cielo tutto l’ambiente palombese, per voce del presidente: “E’ stato un anno
Un paese intero festeggia la promozione in Seconda categoria stupendo, fatto di sacrifici poi compensati dalle soddisfazioni che la squadra ci ha dato sul rettangolo di gioco. Ad inizio stagione tutta la dirigenza era convinta di poter fare qualcosa di importante perché il gruppo era valido e compatto, e probabilmente è stata proprio questa sintonia tra noi dirigenti insieme al gran gruppo costruito da Moretti a far sì che si siano raggiunti grandi risultati”. Presidente, quando ha capito che il salto di categoria era nel dna della sua squadra? “Quando abbiamo cominciato la fase regionale di Coppa Marche dopo aver vinto il titolo provinciale contro la Belfortese: ho visto i ragazzi non paghi del traguardo raggiunto. Questa fame di successi ha contagiato noi dirigenti e tutto l’ambiente, da lì il cammino in Coppa e campionato è stato in discesa. Abbiamo superato squadre forti come Porta Romana e Real Molino per poi perdere la finalissima regionale contro Villa Fastiggi: partita che dal punto di vista sportivo ci ha visti sconfitti ma che ci ha inorgoglito nel vedere centinaia e centinaia di tifosi raggiungere Ancona con due pullman e tante auto al seguito. Il Villa Fastiggi ha vinto il
suo girone di Terza e, secondo quanto recita il regolamento, è passato a noi il titolo sportivo per richiedere l’ammissione alla Seconda categoria. Nonostante questo siamo arrivati secondi in campionato ma poi, nei playoff, la stanchezza e l’appagamento per il traguardo già raggiunto hanno avuto il sopravvento”. In un anno di grosse soddisfazioni, qualche rammarico c’è stato? “Sì, un grosso rammarico: aver perso in casa contro i Giovani Tolentino per 3-0 dopo aver dominato per oltre un’ora; passati in svantaggio non siamo stati più capaci di rialzarci. E’ stato un peccato”.
A chi vanno i ringraziamenti di rito? “Innanzitutto a Geni Moretti in rappresentanza di tutta la squadra per aver creato un gruppo splendido che ha giocato con serietà ma al tempo stesso con il piacere di stare insieme. Poi a tutti i dirigenti, dal primo all’ultimo, perché come me hanno tolto del tempo alle loro famiglie per dedicarsi alla squadra; tra questi vorrei citare Claudio Cosci e Luciano Cicconi, due grandi persone. Infine a tutti i tifosi, che ci hanno seguito sempre con calore, sperando che l’anno prossimo ci siano vicini in tutti i momenti, sia quelli belli che quelli brutti”.
MONTELUPONESE
I Pulcini fanno la storia
Monteluponese-Genoa 1-0. E’ tutto vero. I Pulcini della Monteluponese di mister Francesco Cennerelli e Emanuele Riccobelli, impegnati di recente al Torneo Internazionale “Children Cup” di Castellanza in provincia di Varese, sono riusciti a battere il…Genoa. Maurizio Linardelli, responsabile settore giovanile USD Monteluponese: “Che dire, a volte succede anche questo nel calcio, quello che sembra impossibile può invece improvvisamente accadere a dimostrazione che con l’impegno e la voglia di dare il massimo sempre qualsiasi traguardo raggiunge. Per tutta la società ma soprattutto per i nostri ragazzi questa magnifica esperienza rimarrà impressa nelle loro menti per chissà quanto tempo ancora. Oltre al Genoa, ci siamo confrontati anche con Torino, Juventus, Internazionale e Lugano e quindi si può capire lo stato d’animo dei ragazzi”. Il torneo è stato vinto dai Pulcini dell’Espanyol che hanno dimostrato una qualità tecnica impressionante. “Un ringraziamento particolare a nome anche del presidente Sandro Mancini e di tutta la società Usd Monteluponese va al Sig.Rampi Mauro e Sig. Affetti Alberto per l’ospitalità e la gentilezza con la quale ci hanno accolti, non facendoci mancare davvero niente”.
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MACERATA
Bentornata Vigor Pollenza La squadra del presidente Giuseppe Marinangeli ritrova la Promozione dopo due stagioni in Prima Con la mente e con il cuore il Vigor Pollenza torna in Promozione passando attraverso una serie infinita di spareggi playoff. Una finale dietro l’altra per i suoi tifosi che ricorderanno molto bene questa stagione entusiasmante, ma soprattutto la soddisfazione dopo un anno in Prima categoria di ritornare in Promozione. La vittoria per 2-1 con gol di Cassetta ai supplementari nello spareggio contro la Vadese è stato il risultato più atteso di questa lunga stagione, perché il Portorecanati aveva blindato la vittoria del campionato e le uniche prospet-
tive di Promozione viaggiavano proprio attraverso i playoff. “E’ stata una stagione molto lunga e pure troppo – racconta il presidente Giuseppino Marinangeli –. Gli spareggi playoff sono partite da dentro o fuori che non sono facili da giocare, noi siamo stati bravi a gestire le energie curando l’aspetto atletico e quello mentale. La nostra era una squadra ben attrezzata, ma la nostra impresa non ha nulla da invidiare alla cavalcata del Portorecanati che ha chiuso il campionato con 20 punti di distacco. Siamo felicissimi dell’obiettivo
raggiunto, per noi era importantissimo. Due anni fa siamo retrocessi per motivi che mi sembrano inspiegabili, ma questo gruppo si è messo sotto con la giusta volontà di lavorare per raggiungere la promozione e alla fine ci siamo riusciti”. Il presidente adesso si gode il risultato e magari qualche partita dei campionati del mondo prima di pensare al futuro anche se ammette che la squadra a suo avviso non necessità di grandi cambiamenti. “Adesso voglio smaltire con serenità la gioia e la tensione – conclude Marinangeli – magari
ci vedremo qualche partita del Mondiale, poi inizieremo a pensare con più serenità il da farsi. Sinceramente questo gruppo è già ben allestito, giocatori giovani e con buone qualità, credo che alla fine l’unica nostra attenzione dovrà rivolgersi a sistemare il delicato equilibrio fuoriquota”. Il tecnico Pierantoni si è accasato intanto alla Fulgor Maceratese, la Vigor ha strappato il si a Giorgio Micarelli, ex Camerino. Nel ruolo di Direttore Sportivo è stato scelto Floriano Salvucci.
CAMERINO
I Giovanissimi campioni provinciali
La squadra Giovanissimi del Camerino allenata da mister Amore ha vinto il campionato provinciale con una giornata di anticipo. Questa la formazione che ha battuto il Chiesanuova: 1) Papa - 2)Aquila 3)Gabrielli 4) Moriconi 5) Gagliardi 6) Maccari 7) Felicioli 8) Galassi 9) Amici 10) Salvetti (Cap.) 11) De Angelis. Allenatore Amore. Panchina: Bernardini, Crescimbeni, Croia, Cesari.
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MACERATA
Fiuminata, la festa infinita E’ ancora viva l’emozione per un successo arrivato nella partitissima con il Pievebovigliana che ha regalato la Prima categoria
Nel paese, in piazza come nei bar, ancora si parla del big match dell’ultima giornata che ha regalato la Prima categoria. Chi non ricorda quel tiro da quasi trenta metri di Onesini al 92’ che ha piegato il Pievebovigliana? “E’ stata una stagione straordinaria – racconta Paolo Stella, vicesindaco e vice presidente del Fiuminata – penso che mai in Seconda categoria si sia assistito ad un campionato come quello appena terminato con due squadre fortissime che fino alla fino hanno battagliato. Ricordo ancora che alla settima giornata eravamo noi in testa alla classifica, poi il testimone è passato al
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Pievebovigliana. Il girone di ritorno è stato esaltante, abbiamo inanellato 17 risultati utili consecutivi, a fine campionato abbiamo collezionato una sola sconfitta e 6 pareggi. In merito all’ultima partita di campionato è stata una sfida bellissima e avvincente, negli ultimi 20 minuti abbiamo spinto cercando il risultato. Sinceramente credo che questo campionato avrebbe meritato due vincitrici, non abbiamo mai incontrato una rivale così forte e dopo una stagione così emozionante vedere il volto dei nostri avversari mi ha fatto riflettere”. A Fiuminata è stata una giornata storica: al termine della gara oltre
600 persone hanno festeggiato quasi impazziti dalla gioia insieme ai giocatori. Una giornata che sia i tifosi, sia i giocatori dimenticheranno difficilmente. I ringraziamenti di Stella: “Prima di tutto devo ringraziare il Presidente, tutti i dirigenti e i giocatori, questa vittoria ha avuto un valore particolare per noi. Qualche tempo fa tentammo di riportare a Fiuminata tutti i giocatori del paese che per varie ragioni giocavano in società e in comuni diversi. Siamo riusciti a riportarli tutti a casa, anche quei giocatori che ora stanno sui quaranta e proprio loro sono divenuti i protagonisti di una vittoria e della promozione in Prima categoria, proprio come avvenne 17 anni fa”. Ora la società sta lavorando per costruire una squadra che possa ben figurare anche in Prima categoria, a partire dalla guida tecnica di Raffaele Berrettini, confermato.
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MACERATA rm civitanova
Puntiamo al massimo Parla capitan Moschettoni: “Vogliamo fare un campionato di vertice” I playoff mancati per un soffio. Per la RM Calcio Civitanova è questo il punto di partenza per pensare con maggiori stimoli alla prossima stagione. La squadra del presidente Sergio Diomedi, fino al termine della stagione ha lottato per raggiungere i playoff, mancati per uno scarto di pochi punti. “Il campionato è finito da poco – commenta il capitano Giorgio Moschettoni (foto)– e ci concediamo un po’ di riposo. In questo modo avremo tempo di ragionare con maggiore tranquillità alla prossima stagione. Per quanto avvenuto nella stagione scorsa, ritengo che questa squadra aveva tutte le carte in regola per fare un’ottima stagione; siamo mancati un po’ di continuità sarà questo uno degli elementi su cui lavorare per il prossimo anno. Detto questo la società ha riconfermato fiducia al mister e all’intera rosa, credo che il gruppo ci sia e che tutti noi dobbiamo imparare a gestire meglio le situazioni a migliorare su alcune piccole carenze. Il fatto che giochiamo
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in Terza categoria, non significa solo divertirsi, anche qui se non ci si allena con serietà e continuità si nota la differenza, ma questo è una cosa su cui possiamo migliorare”. Al momento non ci sono particolari situazioni di mercato, la RM Calcio Civitanova sta solo tastando la situazione anche se le mire sono quelle di una società che vuole tentare di vincere il campionato, puntando decisi al traguardo della Seconda categoria. “Sono convinto che abbiamo i mezzi necessari – conclude Moschettoni – magari con un paio di rinforzi, uno in attacco e uno in difesa, credo che potremo puntare alla vittoria del campionato. Inoltre se, come sembra possibile, la FIGC Marche organizzerà in Terza gironi da 9 o 10 squadre, il discorso potrebbe diventare teoricamente più abbordabile”. Al di la del format della prossima stagione è chiaro l’obiettivo della squadra civitanovese: ritagliarsi un ruolo di assoluta protagonista.
BELFORTESE
La Seconda a 40 anni! Il segretario Antinori: “I tifosi, la nostra arma in più”
La As Belfortese “Renzo Salvatori” festeggia alla grande i 40 anni di storia centrando l’obiettivo promozione in Seconda categoria. Negli ultimi 8 anni in Terza, la Belfortese si è sempre comportata da protagonista navigando sempre ai vertici delle classifiche come è accaduto nella stagione passata, quando era arrivata seconda con un punto di distacco dalla prima (Juventus Club Tolentino). Dirigenti, tifosi e giocatori sentivano la presenza in Seconda categoria come un diritto e non essendo riusciti a vincere il campionato, con massimo impegno hanno compiuto un ultimo forzo per raggiungere la promozione attraverso le non semplici fasi dei playoff. Nello spareggio promozione i ragazzi della Belfortese sono stati impeccabili sotto il profilo
tecnico e tattico, nella prima gara contro Pennese Psg, vinta con il risultato di 3 a 1 con le reti di Pietrangeli e Antenucci (2). Nello spareggio contro il Corridonia 2007, dopo il gol di Stefano Ciocchetti, la Belfortese ha controllato il risultato. “I complimenti per questa promozione – commenta il segretario Roberto Antinori - vanno a tutti i componenti della rosa, allo staff, in primis al presidente Massimo Pasqualini, un ringraziamento particolare al mister Sergio Battellini, autentica bandiera del calcio belfortese ed alla splendida tifoseria che nelle finali playoff, con la loro coreografia, sono stati veramente il 12° uomo in campo”.
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MACERATA EDIARTIS CINGVLVM
Quattro anni per un sogno L’Ediartis Cingvlvm non è più una “cenerentola”. Per un società che da statuto vanta la sola presenza di giocatori locali; che non attribuisce loro alcuno stipendio né rimborsi spese; che non fa pagare l’ingresso alle partite. Una realtà che, fondata da soli 4 anni: era il 6 Giugno 2006, è riuscita con poco tempo a valorizzare il vero motivo della pratica dello sport, cioè quello di condividere la passione per il calcio come gruppo di amici, uniti e leali l’uno verso l’altro, per raggiungere un obiettivo comune. Un obiettivo che l’Ediartis ha raggiunto grazie alla passione
assessore o Rocco.
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del presidente Giuseppe Fortunato, dei dirigenti, dei giocatori e non ultimo dell’allenatore Fabrizi che ha saputo dipingere una disegno unanime. Resta solo da descrivere la cronaca della partita, ma in quest’occasione, dal campo, la tensione e l’emozione l’hanno fatta da padrone. I calci di rigor nella finale vinta sul Macerata 1921, in rimonta da 2-0 a 2-2 grazie ai gol di Mazzieri e Penna, hanno consegnato un traguardo storico ai colori gialloverdi. Una storia cingolana, tutta da raccontare.
nuovo punto mogliano
Cambiamo per migliorare Il presidente Simone Perroni illustra le lineee guida della prossima stagione tra molte conferme alcune novità Un’annata non certo positiva che solo nella seconda parte di stagione ha regalato qualche punto in più. Per questo in casa Nuovo Punto, squadra di Mogliano impegnata nel campionato di Terza categoria, sono in vista importanti novità in vista della prossima stagione agonistica. Un’estate dunque tutta da vivere per il sodalizio giallonero che intende senza dubbio riscattarsi e che, per farlo, ha deciso dei cambiamenti importanti. Si interrompe il rapporto di collaborazione con il tecnico Andrea Bianchini. “Abbiamo deciso di cambiare la guida tecnica, ringraziando comunque Bianchini per l’impegno profuso alla guida del Nuovo Punto – afferma il giovane presidente Simone Perroni (foto) - anche se non è ancora stato scelto il nome del nuovo tecnico: abbiamo alcune opzioni su cui poter scegliere e sicuramente tale decisione non tarderà ad arrivare”. Tanta voglia di migliorarsi, con più maturità rispetto all’esperienza della passata stagione è il lei motiv in vista dell’annata 2010-2011. “Senza dubbio vogliamo riproporci con grande determinazione e grande grinta, senza naturalmente snaturare un gruppo che ormai è diventato coeso e compatto – continua Perroni - al quale vorremmo aggiungere alcuni elementi che possano portare quel valore aggiunto ad una squadra che comunque non ha mai mollato anche nei momenti più difficili. Ciò che di sicuro non cambierà mai è lo
spirito della nostra società. Siamo nati per dare spazio e opportunità di mettersi in mostra ai ragazzi più giovani: è il nostro credo e intendiamo mantenere questa filosofia anche nella prossima stagione, fermo restando che intendiamo puntare ad una stagione senza dubbio migliore, in termini di risultati, rispetto a quella appena conclusa”. Parole chiare, decise e estremamente determinate quelle di Perroni, presidente molto giovane (appena 31 anni per lui) protagonista non solo a livello organizzativo ma anche sul terreno di gioco, come centrocampista: una passione senza fine per questo giovane presidente.
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Una rovesciata nella storia Domenico Lepidi e un gol con la Montegiorgese entrato nella leggenda: “Roba da brividi”
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l Lupo perde il pelo ma non il vizio e il vizio per un attaccante di razza come Domenico Lepidi è il gol. Come quello passato alla storia nel lontano 1993 e che per una domenica fece sognare la Montegiorgio calcistica. Lepidi (per tutti “Lupo”), classe 1958, aquilano di nascita, una vita passata a fare gol: inizia nelle giovanili del Giulianova dove rimane fino a esordire in serie C, prima dell’esperienza in quarta serie con la maglia della Fermana, il ritorno a Giulianova e poi di nuovo a Fermo, prima dell’Elpidiense, tappa fondamentale della sua vita: si stabilisce a Sant’Elpidio a Mare dove trova l’amore e mette su famiglia. Le sue esperienze non sono finite e arrivano quelle
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con le maglie di Olbia e Forlì ancora in C, poi a L’Aquila e Monturanese in serie D, prima di vestire la maglia della Grottese dove viene allenato da Fabrizio Castori. Nel 1988 accetta la chiamata dei rossoblu: a Montegiorgio rimane quattro stagioni da giocatore e due da allenatore della juniores. Stagione 1988-1989, campionato di Seconda categoria, in panchina Danilo Calisti, presidente Giacomo Belleggia; Lepidi è decisivo per il successo finale dei rossoblu che si laurearono campioni regionali di categoria battendo il Pietracuta a Marzocca: 27 gol messi a segno. “Sono arrivato a Montegiorgio reduce da esperienze di categoria superiore. Sono stati quattro anni da giocatore e due allenatore indimenticabili. Nel primo anno conquistammo subito il campionato: una splendida cavalcata che concludemmo con il successo di Sant’Elpidio a Mare, città dove risiedo; quel giorno realizzai il gol decisivo. La società allestì una grande squadra, un ambiente familiare, caloroso, presente: la squadra era costruita per vincere e ci riuscimmo, conquistando anche il titolo regionale. Arrivò poi una salvezza in Prima categoria e nel 1991, ci furono ben quattro posti disponibili e venimmo ammessi in Promozione, dove ho giocato ancora una stagione in rossoblu prima in iniziare ad allenare anche per via di un brutto infortunio alla caviglia”. Nel 1992 allena la formazione Juniores del Montegiorgio e fa il vice di Sergio Dal Miglio (recentemente scomparso) in Promozione. Stagione 1992-1993, penultima di campio-
nato: rossoblu secondi in classifica a due punti dalla Settempeda, ospite al Pianarelle. C’è aria di sorpasso. “Durante la settimana Dal Miglio mi fa: ‘Domenica vieni in panchina’. Io ero già fermo da un anno ma non potevo dire di no a quello che ancora oggi considero un maestro. Accetto. Si arriva alla domenica, c’è il pubblico delle grandi occasioni. La partita è inchiodata sull’1-1, il mister mi guarda e mi fa cenno di entrare, alla fine mancava un quarto d’ora. All’ultimo minuto Fratini crossa dalla destra, Ottavi di testa rimette al centro dell’area, io spalle alla porta e tallonato dall’avversario in rovesciata centro il sette. Ricordo la grande
festa e il pubblico che giova: roba da brividi”. Un gol strepitoso entrato nella leggenda. La Montegiorgese vince lo scontro diretto 2-1. Poi, all’ultima giornata, spreca tutto: a Corridonia arriva la sconfitta mentre la Settempeda vince e si aggiudica il campionato. Il Montegiorgio dovrà attendere altri dodici mesi per festeggiare la vittoria del campionato ma a Montegiorgio, se chiedi cosa è successo quel giorno con la Settempeda, tutti ricordano (con un velo di commozione) quella splendida rovesciata che ha fatto impazzire di gioia un intero paese. Roberto Cruciani
La Montegiorgese 1988 - 1989: Lepidi è il primo accosciato a sinistra
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FERMO
“Fermo Calcio”, nasce una nuova scuola
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Azzurra Fermo e Firmum uniscono le forze, puntano sui giovani e guardano alla Fermana
idea è quella di creare un settore giovanile unitario, forte, coeso e capace di indirizzare in un’unica direzione le componenti calcistiche e giovanili del panorama fermano. Questo il motivo della nuova associazione “Fermo Calcio”, nata dall’unione dei settori giovanili di Azzurra Fermo e Firmum, che orbiterà attorno alla Fermana. L’unione dei vivai non intaccherà minimante l’autonomia delle singole dirigenze che nel frattempo studieranno il modo per convergere in un’unica realtà cittadi-
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na. Il punto di riferimento ovviamente sarà la Fermana, mezzo fondamentale per permettere ai giovani locali di mettersi in evidenza in palcoscenici di forte richiamo. La decisione, per molti versi storica, è stata data dai presidenti di Azzurra Fermo e Firmum, Giampiero Gallucci (foto a sinistra) e Donatello Recchi (foto a destra), in accordo con il vice presidente della Fermana Simone Capriotti. Una scelta fatta per razionalizzare energie e impianti, senza necessariamente puntare ad un netto risparmio
economico. Non è stata una nascita molto semplice, per la quale sono stati necessari quasi quattro mesi caratterizzati da molti incontri anche con le famiglie dei ragazzi. Questo per determinare non un punto finale ma un punto di partenza: l’obiettivo infatti è quello di far confluire nel progetto altre realtà; tutto questo non solo in ambito sportivo ma lavorando anche dal punto di vista medico, dove ci sarà un vero salto di qualità con l’impiego di un osteopata, uno psicologo e di altre figure altamente qualificate. Tutto que-
sto si potrebbe ripercuotere in maniera estremamente positiva non solo sulle singole società di quartiere (che vanno elogiate per lo sforzo unitario che stanno compiendo) ma anche per la Fermana che, fin da subito, si è detta pronta a collaborare per la buona riuscita di un progetto veramente storico per la nuova provincia.
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FERMO
Amandola, subito il ritorno in Prima Dopo una sola stagione i granata tornano “a casa”. Santucci: “Gruppo solidissimo” villa. Per il resto la squadra ha sempre risposto presente dimostrando di credere fermamente al traguardo che cercavamo fin dall’inizio, nonostante dovessimo fare i conti con un Servigliano che, a mio avviso, valeva almeno due categorie in più”.
il tecnico Massimo Sirocchi
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rovarsi davanti una corazzata come il San Marco Servigliano, ad inizio stagione, ti porta a programmare obiettivi a lunga scadenza, puntando dichiaratamente ai playoff. Era questo l’obiettivo stagionale dell’Amandola che voleva ritrovare quella Prima categoria persa in malo modo nei playout della passata stagione; una eliminazione mai definitivamente digerita dall’ambiente granata che, con il successo ai rigori con la Poggese, ha rimesso le cose a posto, coronando don il ritorno in prima categoria, un’annata dai numeri importantissimi. “In campionato abbiamo perso solo tre gare – afferma il direttore sportivo Giuliano Santucci – mentre nei playoff abbiamo subito solo una battuta di arresto, contro il Franca-
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Qual è stato il momento più difficile della stagione? “Senza dubbio il periodo invernale. Noi siamo una realtà di montagna e in quei mesi abbiamo sofferto per poterci allenare con costanza: partite rinviate, infortuni e altre situazioni contingenti ci hanno condizionato. Ci siamo ripresi ottimamente nella seconda parte di stagione e le sette vittorie consecutive nelle ultime giornate di campionato sono la testimonianza della forza di questo gruppo che ha avuto il merito di non mollare mai la presa, compattandosi nelle difficoltà incontrate”. I numeri parlano di una difesa bunker. “Senza dubbio il reparto arretrato ha dato grandi garanzie, risultando il migliore dell’intero campionato. L’attacco d’altronde è risultato anch’esso tra i migliori del girone a dimostrazione di un’ottima compattezza di squadra. Merito soprattutto di mister Massimo Sirocchi che ha saputo gestire al meglio quella situazione di difficoltà a livello logistico, grazie all’aiuto di un gruppo di ragazzi eccezionali. Un altro ringraziamento particolare va al presidente Gianfranco Sirocchi: è un
personaggio che non ama stare in prima fila ma è sempre presente e riesce a dare grande solidità alla società. Personaggio veramente unico a cui dobbiamo molto”. Quali sono gli obiettivi della prossima stagione? “Stiamo ancora festeggiando questo splendido traguardo. Di certo per la stagione che va ad iniziare da qui a breve, l’intenzione del presidente e della società è quella di dare fiducia al gruppo che
ha ottenuto questo grande traguardo a partire dal mister che per noi è un punto fermo. L’obiettivo è quello di disputare un campionato tranquillo, in una categoria difficile come la Prima. Non ci saranno rivoluzioni a livello di organico ma solo alcuni innesti mirati per rinforzare un gruppo già solido”.
Un momento della festa promozione
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Petritoli, buon compleanno La società del presidente Giuseppe Vitali compie 50 anni
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al 1960 al 2010, sono 50 gli anni compiuti dall’ASD Petritoli Calcio, una delle squadre più longeve nel panorama dilettantistico marchigiano. Il traguardo del mezzo secolo è stato festeggiato (sabato 8 maggio) presso il palazzetto dello sport alla presenza dell’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco Luca Tomassini, degli ex presidenti della squadra Nino Ciuccarelli, Mercuri, Marinucci, Sagripanti e Lauri. Presente al gran completo il direttivo attuale, con a fare gli onori il presi-
dente Giuseppe Vitali (foto a destra). Al centro dell’attenzione la squadra al gran completo, capeggiata dall’amato mister Gigi Bugiardini, che ha colto l’occasione per festeggiare anche la terza salvezza consecutiva nel campionato di Promozione. Il palazzetto era gremito da parenti, amici, tifosi e i tanti simpatizzanti di questa squadra seguitissima. A condurre la serata il giornalista sportivo Enzo Calafiore, che ha intervistato gli atleti e le personalità convenute, con la sua consueta professionalità. Grande
emozione ha destato il taglio della splendida torta, tutta in chiave calcistica, allo scoccare della mezzanotte. Poi tutti fuori ad osservare lo spettacolo pirotecnico, che chiude il primo cinquantennale della ASD Petritoli...e apre il secondo. Per quanto concerne l’aspetto tecnico dopo 4 meravigliosi campionati le strade del Petritoli e quelle di Luigi Bugiardini si dividono. La società ha scelto Sandro Silvestri nella doppia veste di allenatore e giocatore.
Nuova Maglianese No Limits Batte la Nuova Dimensione e si aggiudica il titolo provinciale di categoria La Nuova Maglianese non si è accontentata del successo del campionato di Terza categoria girone M, concludendola propria stagione con la conquista del titolo di Campione Provinciale di categoria della neonata delegazione di Fermo. Nella finalissima disputata al San Claudio di Campiglione davanti ad un pubblico di fedelissimi i ragazzi di mister Demetrio Montanari (foto) hanno superato con un rotondo 5-0 la Nuova Dimensione di mister Funari grazie alle doppiette di Marconi e Balestrini oltre al gol di Liberati. Al
termine della gara la premiazione di rito effettuata dal presidente del comitato Giuseppe Malaspina e dai suoi più stretti collaboratori. Una prima volta per questa delegazione che, al compimento del primo anno di età, può senza dubbio ritenersi soddisfatta dell’ottimo lavoro posto in opera.
La festa compleanno dei biancoverdi
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Borgo Rosselli, la volta buona Si vola in Seconda categoria P
Il presidente Funari: “Questa promozione è il giusto premio per i nostri ragazzi”
ersino i proverbi e i testi sacri dicono che la terza volta è quella giusta, e così è stato per il Borgo Rosselli che dopo aver disputato per tre anni consecutivi i playoff conquista la Seconda categoria. Per la squadra di Porto San Giorgio l’obiettivo raggiunto è solo il premio per un gruppo di giovani che vivono lo sport con passione e semplicemente con l’idea di stare insieme e divertirsi. La squadra sangiorgese, dopo
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un confronto con la Spes Valdaso (gara terminata 1 a 0 in favore del Borgo Rosselli) si gode la gioia del momento senza fare progetti speciali per il futuro. “Si pratica lo sport per vincere – commenta il presidente Carlo Funari – e quando arriva è sempre una bella sensazione. Inseguivamo quest’obiettivo da tre anni: i primi due tentativi non sono andati bene ma quest’anno, finalmente, ci siamo riusciti. Voglio precisare che questo
risultato non va inquadrato nell’ottica di chissà quale progetto. La nostra società è nata con il solo obiettivo di far giocare i ragazzi della zona e la promozione è solo un premio a questo gruppo e a mister Vagnoni per il lavoro che hanno fatto durante la stagione ma, ripeto, non c’e da parte nostra nessuna mira particolare se non la voglia di goderci questa splendida sensazione”. La società ha già riconfermato la rosa e il mister, e se le necessità lo renderanno necessario ci sono i ragazzi del settore giovanile pronti a dare un mano. “Per quanto ci riguarda – conclude Funari – la squadra è già pronta, vogliamo riconfermare i ragazzi e l’allenatore che hanno lavorato con impegno e in maniera fruttuosa. Torno a ripetere per noi l’obiettivo e far giocare i nostri ragazzi e se servirà abbiamo un buon settore giovanile da cui attingere qualche supporto per la squadra. Loro sono il nostro futuro ma possono essere anche
il nostro presente”. Insomma, idee chiare e voglia di dare continuità a quella che è la linea guida da sempre della squadra sangiorgese: dare lustro al quartiere nell’ottica di schierare in campo più elementi possibili della zona. In questo senso l’approdo in Seconda categoria è sicuramente uno stimolo importante per lo sviluppo della società Borgo Rosselli. Una società estremamenteo identitaria e orgogliosa di se stessa.
“La squadra per il prossimo anno è già pronta”
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Grottese a tutto Milan A giugno e luglio due settimane full-immersion nel mondo rossonero
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n’estate all’insegna del Milan City Camp a Grottazzolina. Una iniziativa fortemente voluta dalla Scuola Calcio rossonera, organizzato dalla Grottese; una iniziativa che si svolge nell’arco di una settimana da scegliere tra due scaglioni: 21-25 giugno, 5-9 luglio. I giovani atleti avranno la possibilità di condividere tutto il programma di allenamento, gioco e relax organizzato dai preparatori-educatori del Milan presenti. Due fasi, la prima al mattino e la seconda nel pomeriggio, intervallate da momenti di svago e relax per permette-
re anche la socializzazione dei ragazzi. Per consentire la più ampia possibilità di adesione possibile, l’organizzazione mette a disposizione un servizio bus e pulmini a tutti coloro che ne facessero richiesta per raggiungere gli impianti in modo agevole. Una iniziativa che va a radicare ulteriormente nel territorio grottese la Scuola Calcio rossonera, nata la scorsa estate, ma sicuramente già diventata punto di riferimento costante per tutto il circondario. Altro momento importante per l’ambiente è stato il 29 marzo quando, a far visita ai giovani della Scuola
Calcio, è arrivato il responsabile del settore giovanile rossonero Filippo Galli (a lungo in corsa quale successore di Leonardo). A testimonianza di come questa iniziativa, indirizzata a favore dei giovani, sia nel cuore di tutta la Grottese Calcio.
Una delle squadre della Scuola assieme al responsabile del settore giovanile Filippo Galli
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Tirassegno ’95, gemellaggio con il Montesilvano Interessate all’iniziativa le categorie Primi Calci e Pulcini Un’altra manifestazione da incorniciare per il settore giovanile del Tirassegno ‘95 che grazie al dirigente Pierluigi Pompei e al lavoro certosino della società sono riusciti a instaurare uno splendido gemellaggio, categorie primi calci e i pulcini, con i pari età del Montesilvano 1954. E’ stato un mercoledì 2 giugno assolutamente particolare per i giovani del Tirassegno che hanno fatto conoscere le bellezze di Fermo ai loro pari coetanei abruzzesi: da Piazza del Popolo al Duomo fino a Corso Cefalonia, facendo da Ciceroni per poi ospitare a pranzo, presso la sede della società, atleti, famiglie e dirigenti del Montesilvano. Nel pomeriggio si sono sfi-
dati in mini partite al campo “Francesco Mazzoleni” dove a vincere è stata l’amicizia fra le squadre. Tre giorni dopo gli esordienti del Tirassegno hanno partecipato al Torneo di Offida, comportandosi in maniera egregia. Il 19 giugno è fissata la festa del settore giovanile, ciliegina finale di una stagione magistralmente organizzata dal responsabile settore giovanile Giuseppe Ferroni e dal responsabile tecnico mister Ismaele Concetti, i quali ringraziano il presidente Tufoni, il vice Bargoni e tutti i dirigenti, atleti e genitori per la collaborazione prestata.
tore Ramadori –. Ringrazio la società che ci ha supportato nella maniera giusta nel vivere quest’avventura. Una bella soddisfazione personale e per i ragazzi che dopo due anni di lavoro e impegno hanno raggiunto questo obiettivo”. La rosa: Lorenzo Ferretti, Paolo
Capancioni, Riccardo Roso, Alessio Petracci, Daniele Pertetti, Matteo Monti, Andrea Rossi, Antonio Tantone, Daniele Andrenacci, Riccardo Iommetti, Lorenzo Mira, Giacomo Borraccini, Anas Bahaar, Alessandro Biondi e Roberto Trapananti.
Giovanissimi Archetti, è qui la festa
I baby di Ramadori campioni provinciali
I giovanissimi della società sportiva Archetti di Rapagnano vin cono il campionato provinciale. E’ stata una vera festa per i ragazzi della società Asd Archetti che quest’anno si sono tolti una bella soddisfazione, infatti, i ragazzi guidati da Marco Ramadori con 80
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punti all’attivo, ben 152 gol fatti e solamente 39 subiti, hanno conquistato la vittoria del campionato provinciale e ora con grande entusiasmo si apprestano a disputare le finali regionali di categoria. “E’ stata una grande soddisfazione per tutti – commenta l’allena-
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Cuore Armini
Il giovane allenatore del San Marco Servigliano dedica la vittoria del campionato alla mamma del bomber Achilli
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vere la responsabilità tecnica di guidare una corazzata a soli trent’anni non è mai cosa semplice da gestire ma questo non è stato un problema per Paolo Armini, classe 1980, allenatore del San Marco Ser v igliano che ha dominato il girone G di Seconda categoria, dopo che lo scorso anno fatali furono i due spareggi persi con Montalto e Cluentina. Prima dell’esperienza di Servigliano ha guidato per alcuni anni la Juniores della Folgore Falerone con cui ha vinto due Coppe Disciplina. Paolo Armini, quali sensazioni hai provato dopo la vittoria del campionato? “E’ stata una stagione entusiasmante: è vero che avevamo un gruppo attrezzato, ma chi vive il calcio sa che non è facile vincere anche con squadre nate per quell’obiettivo”. Cosa significa raggiungere la promozione dopo appena due anni in pri-
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ma squadra e dopo una delusione al primo anno? “Quando l’anno scorso siamo stati eliminati dopo tutto quello che avevamo fatto è vero che la delusione era molta ma la stagione è stata a suo modo unica. Siamo partiti per affrontare una Terza categoria, poi siamo stati ripescati in Seconda e abbiamo allestito una squadra in pochissimo tempo; nonostante tutto siamo riusciti a vincere i playoff e solo per un soffio abbiamo mancato la promozione”.
chi vive il calcio sa che non è facile vincere anche con squadre nate per quell’obiettivo
che non gli aveva consentito di giocare al meglio la stagione scorsa e lui ha ripagato questa fiducia sul campo facendo quello che ha fatto. Una persona eccezionale anche fuori dal campo nel gestire la perdita di una persona cara come la mamma e proprio a Rosanna mi sento di dedicare questa nostra vittoria”. Alessio Carassai
Da giovane allenatore è stato difficile gestire un gruppo di giocatori con grande esperienza? “All’inizio della stagione in molti mi avevano allertato sulla possibilità che non sarebbe stato facile gestire un gruppo molto competitivo che contava 9 giocatori di categoria anche superiore. Sinceramente dopo la terza gara di campionato mi sono dovuto ricredere, sono stati proprio i giocatori con maggiore esperienza a lavorare con serietà a supportare il lavoro che stavo svolgendo e questo è stato fondamentale. Si è creato un forte spirito di gruppo tanto che il sabato sera molto spesso i giocatori uscivano in comitiva”. Alla luce dei risultati ottenuti a chi si sente di dedicare la vittoria del campionato? “In primo luogo devo ringraziare il presidente Bartolini, lo staff tecnico, la squadra e in modo particolare Andrea Achilli: è stata una mia scelta, arrivava da un infortunio
(da sx) Giuseppe Cugnigni, Paolo Armini e il presidente Luciano Bartolini
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FERMO
A Lapedona il calcio di una volta La squadra di mister Lanciotti gioca le partite interne di domenica pomeriggio e punta tutto sulla passione per lo sport
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emplice. Come una volta, senza troppi grilli per la testa. E’ questo il titolo del film della stagione del Lapedona di mister Pasquale Lanciotti (foto), una squadra che magari non finirà negli almanacchi per aver centrato la promozione in seconda categoria, ma che chiude l’anno con diversi sorrisi da regalare ai propri ragazzi e, perché no, anche agli amanti della statistica. “La nostra - ci ha detto l’allenatore della squadra arrivata a metà classifica nel girone M della terza categoria, 30 i punti conquistati, quasi tutti tra le mura amiche - è una società che non fa proclami e che non vive con l’ossessione di presentare chissà quali acquisti o obiettivi stagionali. Il primo nostro intento è quello di co-
struire un gruppo solido, instaurare legami di amicizia e scendere in campo senza regalare nulla all’avversario”. Detto, fatto, perché se è vero che i gialloblù di patron Mario Mecozzi non hanno mai gravitato in zona playoff, è anche vero che le titolate Maglianese e Borgo Rosselli (entrambe promosse) nel girone di ritorno hanno dovuto sudare le proverbiali sette camice per avere la meglio di Carelli e compagni. Proprio capitan Carelli, tra l’altro, porta in dote il record di marcatore della prima rete subita in questo campionato dai sangiorgesi di mister Vagnoni (finì 1-1 e fu il primo stop per la “Borgo”). Non solo, perché è proprio mister Lanciotti a spiegarci qual è stato il fattore che ha reso speciale questa stagione. “Il ritorno, tra noi, di Paolo Del Prete (componente della rosa che, in seguito ad un gravissimo incidente stradale, è ancora lungodegente dopo aver rischiato la vita). Paolo ci ha fatto compagnia dalla panchina, già dalla prima giornata di ritorno. E per noi, che abbiamo temuto per la sua vita, è stato il più grande dei regali”. Ora, come dice Lanciotti, è tempo di organizzare il futuro. “Perché è vero che a Lapedona si gioca al calcio “di una volta”, ma è pur vero che il nostro obiettivo è quello di fare ogni anno un passettino in avanti. Aprendo le porte a chi vuole vivere questa esperienza insieme ad un gruppo di persone dai sani principi sportivi”.
Francavilla, avanti tutta con Mennecozzi
Il presidente Adriano Svampa e il mister Paolo Mennecozzi
Il Francavilla F.C. riparte da Paolo Mennecozzi che nei due anni di gestione ha saputo costruire un gruppo affiatato e vincente. Nessuno (o quasi) alla vigilia del campionato di Seconda categoria (girone G) avrebbe pronosticato la squadra biancorossa tra le protagoniste e invece... il quinto posto finale e i playoff disputati lo hanno dimostrato. “Ringrazio la dirigenza per la fiducia – le parole del tecnico di Montappone – cercherò di ripagare la
stima facendo meglio dell’anno appena passato. A Francavilla sto bene, ci sono le condizioni per lavorare al meglio, ora capisco perchè tutti i giocatori che qui hanno militato parlano bene di questa società”. Mennecozzi si appresta a vivere quindi la sua terza stagione sulla panchina biancorossa, a Francavilla si fanno gli scongiuri ma c’è la voglia di fare bene sul serio.
Piane di Falerone (FM)
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FERMO
Piane di Falerone - Del Bello si chiude un ciclo
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“Lascio un gruppo di amici”
na stagione da ‘miracolo’ con la salvezza conquistata nell’ultima gara di campionato, Alessandro Del Bello, 39 anni, mister del Piane di Falerone, dopo tre anni decide di lasciare portandosi per sempre dentro di sé un bel ricordo. Al suo primo anno del Bello aveva conquistato la zona playoff, mentre nella seconda stagione aveva addirittura vinto i playoff e quest’anno, dopo una stagione tribolata, è riuscito a raggiungere la salvezza solo all’ultima partita raggiungendo il decimo posto in campionato. “E’ stata una stagione difficile e bellissima – racconta Alessandro Del Bello – credo che in pochi all’inizio della stagione avrebbero scommesso sulla nostra salvezza e invece ci siamo riusciti. Abbiamo dovuto
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affrontare squadre qualitativamente più attrezzate di noi, spesso siamo stati nella difficoltà di non poter contare su un impianto dove poterci allenare regolarmente, comunque è stata una grande stagione. Ma dopo tre anni credo che sia fisiologico cambiare, sia per me sia per i giocatori al fine di creare nuovi stimoli. Lascio un gruppo con cui ho vissuto delle belle esperienze, insomma degli amici con cui spesso uscivo anche la sera per divertirmi. Dovendo fare un commento sulla stagione credo che il campionato ha rispecchiato i valori in campo, il Servigliano era la squadra più forte e ha vinto”. Alessandro Del Bello ricomincia dal Monte San Martino (Terza categoria).
PANCHINE TRA NOVITÀ E CONFERME La Due Emme si affida a Fratini Bonifazi debutta a Piane di Falerone La stagione calcistica 2010-2011 è ormai alle porte e anche se mancano svariate settimane al via ufficiale ecco alcune panchine già assegnate. L’Elpidiense Cascinare, retrocesso in Eccellenza, riparte da Domenico Izzotti. In Promozione spicca il Montegiorgio che vuole riprendersi il massimo torneo regionale e sarà guidato da Zeno Cesetti al posto di Gianni Clerici. In Prima categoria si punta sulla continuità a Monte San Pietrangeli con Roberto Chiodi, a Servigliano con Paolo Armini e a Grottazzolina con Simone Brancozzi. In Seconda categoria il clima sembra piuttosto vivace, la Due Emme si affida all’ex Cuprense e New Generation Gianluca Fratini, il Piane di Falerone dopo aver salutato Alessandro Del Bello (accasatosi al Monte San Martino) sceglie Fausto Bonifazi al suo esordio in panchina. Le uniche due conferme giungono dal Francavilla F.C., dove il mister Paolo Mennecozzi (confermatissimo dopo il traguardo playoff) sta già lavorando per la prossima stagione e la Nuova Maglianese che riparte da Demetrio Montanari protagonista della bella cavalcata culminata con la vittoria del campionato. In Terza categoria l’Audace Grottazzolina si affida a Piero Giancamilli.
(dall’alto) : Fausto Bonifazi, Piero Giancamilli e Gianluca Fratini
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Truentina, indietro tutta Storia di una società che dal sogno C2 è sprofondata in Terza categoria
Sergio Pulcini, tecnico storico della Truentina
Una storia fatta di emozioni positive, di campionati vinti, di battaglie accese per i primi posti; di grandi giocatori, di un settore giovanile che ha sempre sfortunato tanti giocatori importanti e non solo. Questa è la storia della Truentina Castel di Lama. O meglio lo era visto che la gloriosa società lamense in questa stagione ha chiuso all’ultimo posto in classifica la propria stagione, in Terza categoria. Sì, proprio in Terza categoria, dopo i fasti contraddistinti dall’era del patron Mario Lelli quando la squadra di Castel di Lama rappresentava la terza forza calcistica ascolana con ben tre stagioni (di cui due da protagonisti) in Serie D e ben sei in Eccellenza. Anni meravigliosi in cui si sono succeduti sulla panchina della Truentina moltissimi allenatori, tutti di grande rilievo e importanza: da Sergio Pulcini a Francesco Ilari, da Stefano Furlan a Sergio Eberini (tecnico che sfiorò la C2, persa solo in finale playoff contro la Sangiustese nella stagione 2003-2004), da Giuliano Castoldi fino a Francesco Nocera (espe-
rienza durata poche giornate). Sono questi solo alcuni dei nomi di allenatori che sono passati alla guida di una squadra veramente importante, capace di lanciare in prima squadra molti giovani ragazzi: impossibile dimenticare Andrea Rossi, esterno sinistro classe 1986, attualmente i proprietà del Siena che si trasferì alla Juventus dopo essere stato visionato dagli osservatori bianconeri nelle fila della Truentina; senza dimenticare Luigi Giorgi, classe 1987, lamense doc e ormai nei cuori dell’Ascoli per il gol in pieno recupero nel derby contro l’Ancona. In un contesto che permetteva la valorizzazione delle risorse locali, il gruppo storico è stato a lungo composto da elementi di grande esperienza. Musarra, Paniccià e Albanesi si sono alternati nel corso degli anni tra i pali; molti i difensori esperti quali l’ex Ascoli Mancini, Pulcini, Pesic e Corradetti, quasi tutti ancora protagonisti sul rettangolo verde; a centrocampo i vari Salvagno, Vagnoni, Capriotti, Ionni, Ciabattoni, Langiotti, Eleuteri e Peppino Amadio. In attacco molti i nomi da ricor-
dare tra cui Domenico Cicconi, Crocetti, Giorgio Galli (nella stagione appena archiviata al Mezzocorona in Seconda Divisione), Galdo, Madau, Cuccù, Rosa (vincitore del girone F di Serie D con il Chieti) e Cossa. Si tratta solo di una breve carrellata di una realtà assai più ampia e considerata per molti anni quali esempio da seguire in ambito dilettantistico per l’ottimo lavoro fatto. L’inizio del declino porta la data della stagione 2004/2005, annata in cui è arrivata la prima retrocessione dalla serie D in Eccellenza. Ne sono seguite altre quattro consecutive fino ad arrivare alla stagione appena conclusa terminata in ultima posizione. Un declino dunque che non ha trovato soluzione anche in questo campionato chiuso con una sola gara vinta su ventisei gare disputate. Peccato, perché c’era grande entusiasmo, grande passione e grande voglia di calcio dietro alla Truentina Castel di Lama dei tempi d’oro: un grande senso di orgoglio e voglia di fare calcio che da sempre ha contraddistinto la città di Castel di Lama, tornata ultimamente protagonista grazie
alle gesta dell’Atletico Piceno, guidato in panchina (guarda caso), da un ex bandiera della Truentina come Roberto Vagnoni. In questa annata calcistica comunque non è mancato, nel mese di dicembre, l’appello dell’assessore comunale allo sport Tommaso Amadio, ex gloria truentina degli anni ‘80: “In soli sei anni la squadra è precipitata dalla serie D interregionale alla Terza categoria, retrocedendo ogni anno senza lottare. Ciò che preoccupa è lo scarso rispetto verso i tanti suoi tifosi e vecchi appassionati. Nessuno poteva immaginare quello che sta accadendo ad una società che grazie anche al vivaio ha formato professionisti in grado arrivare a giocare in serie A e B”. Si potranno criticare gestioni e retrocessioni, nel bene e nel male, ma quelle pagine di storia scritte non verranno mai cancellate.
in cinque anni, cinque amare retrocessioni
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La rosa della stagione 2003/2004 che sfiorò la promozione in C2
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ASCOLI
Il Mozzano vince i playoff e vola in Seconda categoria Il segretario Ernesto Capriotti: “Il potenziale per vincere c’era tutto”
Il presidente Mario Pratolongo
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lla fine la voglia di non mollare mai è stata ricompensata con il giusto premio. La Seconda categoria infatti è la giusta ricompensa per un gruppo che ci ha sempre creduto, non ha mai mollato, dopo
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aver chiuso la stagione regolare al terzo posto in classifica, alle spalle di Appignano Calcio e Porta Romana, in lotta tra di loro fino al termine per conquistare il successo finale. Il Mozzano però ci ha sempre creduto forte della difesa più forte del campionato e di un carattere d’acciaio che ha sempre contraddistinto la squadra picena. Il playoff del girone è stato vinto in finale, grazie al successo 2-1 sul Porta Romana, ribaltando l’esito finale del campionato. L’apoteosi è arrivata con lo spareggio finale, vinto di misura ai danni del Molo Sud, staccando così il biglietto per la Seconda categoria. La società è stata fondata nel 1981 poi, per vicissitudini societarie, ha subito un brusco stop durato qualche anno prima che, appena tre anni fa, i ragazzi della zona sono ripartiti dal campionato di Terza categoria con l’intento di ridare vitalità a questo gruppo. L’ultima stagione è stata particolarmente colma di soddisfazioni: squadra equilibrata e ben organizzata ma soprattutto con una difesa granitica che ha subito solamente 19 gol nel torneo, dimostrando di avere tutte le potenzialità di contendersi il campionato che, nel-
la volata finale, è stato conquistato dall’Appignano Calcio. “Avevamo tutto il potenziale per vincere il campionato – racconta il segretario Ernesto Capriotti – ma nel finale abbiamo dissipato qualche punto di troppo. Come si dice in questi casi, siamo usciti dalla porta principale, ma siamo rientrati dalla porta di servizio grazie ai playoff, dove abbiamo disputato delle ottime gare”. La vittoria nello spareggio finale con il Molo Sud ha sancito in modo definitivo la
conquista della promozione. “Adesso ci stiamo ancora godendo lo splendido risultato ottenuto – termina Capriotti – poi torneremo a pensare alla squadra e al futuro della società”. Anche nella prossima stagione la qualità che non dovrà mancare al Mozzano è lo spirito di gruppo e quella determinazione assoluta che l’ha portata a conquistare un traguardo per questa piccola frazione del comune di Ascoli Piceno.
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SPECIALE SAN PIO X CALCIO
Lo sguardo sulla prossima stagione
Il direttivo sta già lavorando al futuro della squadra Una stagione con qualche bella soddisfazione per la Casp Calcio che ha lottato per buona parte del campionato nel tentativo di raggiungere la zona playoff, ma che alla fine ha dovuto cedere le armi consci però di aver giocato con lo spirito giusto. Adesso la squadra si sta godendo un meritato riposo, magari giusto per mantenere vivo lo spirito di gruppo e comunque la voglia di vivere il calcio come un divertimento, la società organizzerà delle amichevoli, forse l’adesione a qualche torneo. Di certo il direttivo sta già lavorando al futuro della società a partire dal mister Elio Silvestri (foto), considerato un punto di riferimento per i ragazzi. “L’idea è quella di confermare Silvestri – commenta il vice presidente Gianluca Straccia – c’è un legame profondo che ci unisce. Silvestri è cresciuto con noi come calciatore, e siamo stati noi a spingerlo a provare l’esperienza da allenatore anche con buoni risultati, queste ultime tre stagioni sono la riprova di questo. E’ chiaro che se dovesse arrivare qualche chiamata importante da categorie superiori sarei felice per lui, ma sarei molto più contento se decidesse di rimanere con noi anche perché ha instaurato un buon rapporto con i giocatori, perché ora ha tutti gli effetti dopo aver ottenuto il patentino da allenatore è per noi una risorsa importante”. Un attestato di stima per mister Silvestri, ritenuto uno dei punti di rife-
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rimento della Casp Calcio anche in un progetto di sviluppo. Un progetto che vuole confermare anche la rosa che fino a questo momento ha accompagnato la squadra nel campionato di Seconda categoria. “E’ molto presto per parlare di queste cose – conclude Straccia – per il momento ci godremo un po’ di riposo, magari alternando qualche partita amichevole per tenerci impegnati. La società è indirizzata a confermare la rosa di quest’anno magari inserendo qualche giovane interessante under 18, anche per creare prospettive di un ricambio generazionale. Per il momento sono questi i nostri obiettivi”.
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ASCOLI ROTELLA
Promossi sul campo, bocciati dalla Lega Storia di una piccola grande realtà che venti anni fa salì in Seconda categoria ma per un campo troppo piccolo preferì restare in Terza
La passione per lo sport porta spesso ad affrontare mille difficoltà perché, in fondo, giocare a calcio rappresenta anche un sano momento di ritrovo per divertirsi. E’ la storia del Rotella Calcio, campionato di Terza categoria, che oltre a rappresentare una comunità di circa mille abitanti, è il simbolo di una situazione geografica unica a cavallo fra le provincie di Ascoli Piceno e Fermo. Una comunità dove, nonostante tutto, il calcio è una priorità che va avanti con passione e continuità dal 1975. Grande merito va a Felice Voltaire Felici (foto) l’uomo in più della società: è lui che ha lavorato e lavora tutt’oggi per consentire alla società di esistere, è lui che con grande caparbietà mantiene in perfetta efficienza l’impianto sportivo garantendo un
manto erboso in ottime condizioni, un fattore non proprio così scontato in Terza categoria. “Siamo una piccola società – racconta l’allenatore Nicola Fedeli – ma esistiamo dal 1975 perché per noi giocare a calcio è un modo per ritrovarsi, per divertirci. Nella stagione ‘88‘89 eravamo saliti in Seconda categoria ma la Lega ritenendo le dimensioni del campo non a norma ci aveva imposto di giocare su un altro impianto anche per le partite casalinghe con notevoli disagi per tutti, alla fine è stato meglio tornare in una categoria più a nostra dimensione. Questo non è l’unica difficoltà. Tre anni fa siamo stati inseriti in un girone della provincia di Fermo e questo ci ha costretto a trasferte lunghissime. Negli ultimi due anni la situazione è un po’ migliorata anche se la maggior parte delle gare in trasferta sono tutte lungo la riviera e dunque non proprio vicinissimo”. Nonostante tutto ci si allena e si gioca per il semplice gusto di godersi il calcio. “La squadra è composta per il 50% da giocatori del paese – conclude Fedeli – e per il restante 50% da ragazzi di Castignano. Dovendo commentare la stagione appena conclusa, credo che abbiamo i mezzi tecnici per fare meglio, pecchiamo leggermente di esperienza ma per noi quello che conta è divertirci e far giocare i ragazzi del posto”. Una realtà piccola ma orgogliosa e con tanta voglia di portare sempre in alto il nome del proprio paese.
“Ah, se Falerone fosse ascolana…” Nico Stallone dice ‘no, grazie’ alla Folgore per la troppa distanza. Farà il consulente del Pagliare “Grazie Falerone, ma non posso accettare la riconferma”. Con i suoi modi garbati Nico Stallone (foto), 47 anni, personaggio tutto ascolano che coniuga con passione e professionalità calcio e politica, risponde ‘no, grazie’ alla conferma della Folgore Falerone dopo un campionato (di Promozione) strepitoso e condotto a ritmo playoff. E’ un destino già scritto quello tra Stallone e la Folgore, un destino che li fa incontrare ogni 14 anni. L’ultima volta era la stagione ‘93-’94, prese il posto di Piattoni. Anche allora entrò a campionato in corso (la squadra era terz’ultima) e alla fine arrivò un memorabile quinto posto. Stavolta è an-
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data più o meno lo stesso: ha preso la Folgore da Cipolletta, l’ha rimodellata a suo piacimento e l’ha condotta, gara dopo gara, lassù, vicino al gruppo di testa e ad un passo dai playoff. Spiega Stallone: “Non posso accettare per problemi legati alla distanza e agli impegni di lavoro, Falerone è una piazza nella quale ogni 14 anni faccio il miracolo. Scherzo! Dico solo che, se fosse ubicata nella vallata del Tronto, firmerei a vita”. Stallone intanto ha detto sì al Pagliare del presidente Cancilleri: farà il consulente tecnico. Poi, a campionato in corso, se una squadra avrà bisogno delle mani del mago Nico... lui ci sarà.
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ASCOLI
Semplice. Umano. Ultras. Il racconto di un pomeriggio, quello del secondo memorial Spallacce, che merita attenzione. Per il mondo ultras e per chi è sempre pronto a criticarlo. In campo ha vinto il Bar Caprice di “mister” Gigi Giorgi.
Gabriele “Spallacce” Poli
di Daniele Perticari
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on tutti lo sanno. Il perché è presto detto: l’amicizia, la concordia, il ricordo, il rendere speciale quelli che in realtà sono dei semplicissimi gesti, spesso non fanno notizia. Andiamo controcorrente, perché chi ha vissuto il pomeriggio del 5 giugno 2010 al Centro Sportivo Città di Ascoli porterà per sempre nel cuore, oltre che l’ambizione di rivivere emozioni genuine e per questo vere, il ricordo di un amico (per tanti), una faccia vista (per chi vi scrive), un giovane che ci ha lasciati troppo presto fisicamente ma non lo farà mai
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nel cuore di chi resta. Per chi lo ha visto “dall’esterno”, il memorial Spallacce (il nome con cui il giovane Gabriele Poli veniva chiamato dagli amici della curva, e quindi della vita), è stato un momento per ricordare un ragazzo, con alcune iniziative e la presenza di qualche volto noto. Per chi, invece, l’ha vissuto in prima persona, è stato molto di più. Un pomeriggio di sole, di palloni da calcio, di campetti (alcuni improvvisati, altri meno), di tanti, ma non troppi, bicchieri di birra e la voglia di stare insieme. Tutti, insieme. Senza status. Senza interessi diversi dall’esserci perché solamente esserci e vivere certe emozioni basta e avanza per renderti felice. Vorrei che se ne parlasse ovunque con servizi televisivi ed immagini, delle famiglie sul meraviglioso prato del parco del Città di Ascoli, delle tantissime partite disputate con impegno e senza il minimo comportamento fuori posto, della sportività e della lealtà che hanno visto un tifoso qualsiasi della curva superare in dribbling capitan Sommese (non l’unico a presenziare e giocarsi le partite all’ultimo colpo, della squadra bianconera) o degli ultras che rendevano omaggio al presidente Roberto Benigni, arrivato in piena manifestazione vestito di azzurro (maglia numero 9) pronto a partecipare attivamente. Vorrei che la tranquillità e la voglia di stare insieme trasudi dai racconti. E vorrei che tutta quella gente che incurante del primo solleone stagionale si è riunita in memoria di un amico che non c’è più, diffonda le proprie sensazioni. Le racconti a tutti quelli che gonfiando il petto sentenziano dicendo che “gli ultras...”. Vorrei, insomma, che di memorial Spallacce come questo, il secondo, ce ne siano molti altri. Perché l’ultras è soprattutto questo. Valori spesso semplici. E forse per questo, con orgoglio, fuori dal coro. Complimenti.
VENAROTTA
L’orgoglio è il settore giovanile Una stagione (la 25esima) tutto sommato positiva Per la compagine del presidente Vincenzo De Dominicis si archivia un campionato senza infamia e senza lode. Anzi, più lode che infamia se si vuol essere obiettivi. D’altronde, la società non puntava a obiettivi ambiziosi se non quello di una salvezza tranquilla. Mai la squdra si è trovata in zona playout e alla fine ha tagliato il traguardo occupando il nono posto in classifica e con 39 punti in carniere. Un bel bottino. Costituitosi nel 1985 il club venerottese festeggerà quest’anno le nozze d’argento. Il Venarotta vanta un primato niente male. Per sette campionati consecutivi (su otto) ha militato sempre in Seconda categoria, sono arrivati i playoff, ma mai la promozione in Prima categoria. Una
sola volta si sono classificati al terzo posto. Una società che punta sui giovani del vivaio senza grosse ambizioni ma con la massima attenzione al bilancio. “Il nostro è stato un campionato come tanti altri. Siamo soddisfatti per come sono andate le cose. I ragazzi sono stati esemplari dimostrando attaccamento ai colori sociali”, tiene a sottolineare il responsabile tecnico nonché segretario Adolfo Cinesi. Come già ricordato, il Venarotta (con Pro Calcio e Piazza Immacolata) vanta un altro primato: annovera tutto il settore giovanile, ovvero Piccoli amici (5-67 anni), Pulcini (8-9-10), Esordienti (11-12), Giovanissimi (13-14), Allievi (15-16) e Juniores (17-18-19-20).
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ASCOLI
Riviera delle Palme, un progetto alla “luce del sole” Lo stadio della Samb produrrà elettricità grazie alla nuova copertura composta da pannelli fotovoltaici
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inalmente è stato messo nero su bianco il bando che assegna i lavori per la messa norma del Riviera delle Palme alla Sambenedettese che diventa così, dopo il Bentegodi di Verona, il secondo stadio d’Italia a produrre energia elettrica attraverso pannelli fotovoltaici. Una convenzione che permetterà alla società di gestire lo stadio comunale per i prossimi 20 anni. Fondamentale la predisposizione a mettere in atto un’opera di questa importanza da parte del Comune nella persona del sindaco Gaspari. “La spesa –dice l’ingegnere Enrico Cinciripini, autore del progetto - è di quasi 5 milioni e mezzi di euro, compreso il fotovoltaico. È prevista una copertura integrale dello stadio per 9.500 metri quadri, mentre quella della tribuna centrale verrà ristrutturata. Per quello che riguardai tempi tecnici, tutto dovrebbe essere pronto per la metà del mese di settembre. Titolare del progetto è la Busi Impianti di Bologna, grazie alla liquidità concessa dal fondo Albe Energy Saving. Per rendere sostenibile quest’investimento abbiamo trovato alcuni terreni dove saranno posizionati altri pannelli fotovoltaici per produrre così altri mega di energia. Senza questo tipo d’operazione il progetto non sarebbe partito”. Un progetto che consegna alla città un impianti di livello nazionale, fruibile in modo assai poli-
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valente. “Per la Samb – dice il presidente Sergio Spina - con il Riviera portato ad una capienza di quindicimila spettatori potremo organizzare amichevoli di lusso e concerti musicali che avranno come obiettivo quello di finanziare il club. Abbiamo già preso contatti con Fiorentina, Roma, Lazio e Inter”. Opi-
nione simile a quella del vice presidente Claudio Bartolomei che in ottica futura aggiunge: “Dopo la messa a norma dello stadio vogliamo realizzare un centro sportivo. Abbiamo bisogno di campi da gioco dove allenarci e stiamo valutando l’opportunità di ristrutturare il Rodi. La spesa non è poi così eleva-
ta. Con la volontà e la collaborazione dell’amministrazione comunale credo che possiamo realizzare anche questa opera”.
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SPECIALE RIPATRANSONE UNITED
Il futuro è adesso
Impianto sportivo di proprietà e settore giovanile. La società di Pulcini è pronta per affrontare al meglio la Seconda categoria
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l Ripatrans o n e United si prepara ad af frontare la nuova stagione di Seconda categoria con un prezioso e lungimirante pro getto nel cassetto. I dirigenti della squadra ascolana, dopo aver acquisito la certezza del campionato, stanno già pensando al futuro, ma più che a rinforzare la squadra stanno creando le condizioni per dare all’ambiente un futuro importante per molti anni a venire. “Per il momento la squadra è in buone condizioni – commenta il presidente Mario Pulcini –. Abbiamo riconfermato la rosa e l’allenatore sia per la prima squadra di calcio, sia per il calcio a cinque. Siamo riusciti a creare un gruppo coeso che mescola esperienza e giovani interessanti e crediamo che ci siano tutte le credenziali per disputare un buona campionato di Seconda categoria”. La società però non resta sicuramente immobile, infatti, all’orizzonte c’è un progetto mol-
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to importante oltre a rappresentare una novità assoluta a livello dilettantistico, cioè la possibilità come i grandi club internazionali di poter disporre di un impianto di proprietà. “Stiamo valutando l’acquisto di un terreno per creare un impianto sportivo in sintetico di proprietà – continua Pulcini -. E’ questa l’idea che al momento sta catturando tutte le nostre energie. Una volta creato un gruppo, dopo tre o al massimo quattro anni vuoi per questioni anagrafiche, vuoi per necessità e stimoli personali è naturale che l’assetto di una squadra cambi e non è sempre semplice trovare l’alternativa giusta. L’unica soluzione è un settore giovanile che possa creare le condizioni di un futuro per la società. Attraverso un impianto di proprietà avremo la possibilità di organizzare un bel settore giovanile, questo creerà un maggiore coinvolgimento del territorio sul progetto del Ripatransone United. In questa maniera creeremo gli stimoli giusti per invogliare i giovani che avranno volontà e qualità d’investire il proprio tempo nel calcio addirittura con due potenziali canali di sbocco, giocando a calcio nella prima squadra, oppure la squadra di calcio a cinque”.
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Lettere & Rubriche Mental trainer
Medico
di Roland Del Vecchio
Come diventare un leader Sappiamo fin troppo bene che, pagando o con le giuste spintarelle, chiunque può arrivare ad occupare un posto di comando. Il titolo di “LEADER”, però, nessuno lo può comprare…perché leader è solo chi ottiene tale riconoscimento dal team che dirige. Se vi state chiedendo qual è la caratteristica principale di un leader, la risposta è: il suo atteggiamento mentale. Infatti, chiunque voglia davvero diventare un leader deve cominciare col far proprio l’atteggiamento mentale che consente di conquistare un team. Ecco qui in sei punti i dettagli dell’atteggiamento mentale di un leader. 1- Il leader si assume sempre la responsabilità del suo gruppo e ciò significa che non attribuisce mai agli altri la colpa quando ottiene pochi risultati. Sa inoltre che sta a lui cambiare la situazione e che ha il potere di farlo. 2- Il leader sa gestire i suoi stati d’animo. Esce subito da stati improduttivi quando questi lo limitano ed entra in quelli che ne stimolano la produttività. Conosce quindi il meccanismo che permette di gestire la comunicazione con se stesso e la sua fisiologia. 3- Il leader decide molto velocemente e- quando ritiene di doverla cambiarecambia idea molto lentamente. A differenza di chi impiega molto tempo per decidersi e ai primi ostacoli si tira subito indietro. 4- Il leader sa cosa vuole. Dunque ha bene in vista ciò che desidera e dedica tempo alla pianificazione delle azioni da compiere per ottenerlo. 5- Il leader conosce i suoi valori e agisce allineato con essi. In altre parole fa ciò che dice. 6- Il leader cerca sempre il lato coinvolgente dei progetti e questo gli permette di sfruttare anche l’energia che le persone sprigionano quando lavorano con passione; anziché doverle spingere a fare il loro compito…come di solito è costretto a fare un “capo”. Essere tutto questo è difficile, lo so! Per questo è davvero un merito essere leader.
Roland Del Vecchio ha maturato una considerevole esperienza in strategie di comunicazione, oltre che attraverso anni di appassionato studio, applicando le tecniche di Pnl più innovative direttamente nei suoi corsi d’insegnamento. Considera la crescita personale e l’equilibrio interiore la sua passione più grande; argomenti ai quali dedica tempo e studi approfonditi.
di Flavio
Zura
A breve dovrò subire un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore. Quali sono i tempi di recupero per tornare a giocare? Massimo T. di Osimo Il ritorno alla pratica sportiva difficilmente può essere calcolato in anticipo poiché è in relazione a molti fattori tra cui l’età, lo status anatomico del ginocchio, ecc. In ogni caso il ritorno in campo deve essere preceduto da un percorso riabilitativo personalizzato che tenga conto del processo di guarigione biologica del nuovo legamento, combinato ad una attività di ricondizionamento precoce. Visto inoltre che l’intervento deve essere ancora eseguito, la riabilitazione dovrebbe iniziare in fase pre-operatoria, per accelerare appunto la successiva fase di recupero che seguirà l’intervento. Prima dell’intervento chirurgico sarebbe infatti opportuno lavorare sulla funzionalità articolare e sul tono e sul trofismo dell’arto inferiore. Detto questo, bisogna precisare che nella pianificazione del percorso riabilitativo sarà molto importante e delicato dosare i carichi di lavoro, che non dovranno mai in ogni caso essere bruschi. Qualunque tipo di recupero funzionale non dovrebbe mai prevedere incrementi repentini dei carichi di lavoro soprattutto in termini di intensità. La programmazione individualizzata della riabilitazione deve inoltre tener conto delle forze di traslazione femoro-tibiali dirette anteriormente e delle forze di compressione femoro-rotulee. Sulla base di questo bisognerà fare riferimento anche alla degenerazione delle superfici articolari e ai dati acquisiti prima, durante e alla fine del lavoro. Il monitoraggio strumentale (test di lassità, valutazione articolare e valutazione della forza) dovrà essere la guida per elaborare scientificamente e in modo valido e individualizzato tutto il percorso riabilitativo.
Flavio Zura Medico chirurgo ortopedico Ospedale di Fermo, con esperienze come medico sociale di alcune società professionistiche militanti in campionati nazionali.
Preparatore atletico
Giammario Scalella Avvocato
di Roberto
Tarullo
Ora che è finito il campionato è meglio riposare completamente in attesa della prossima preparazione oppure è meglio continuare ad allenarsi? franci84@hotmail.it Il periodo temporale che va dalla fine di un campionato al ritiro successivo di preparazione rappresenta il cosiddetto periodo di transizione, durante il quale bisogna evitare di restare inattivi. Un riposo prolungato (detraining in questo caso) gestito male porta ad una significativa perdita di condizione, che dovrà poi essere pagata all’inizio della nuova preparazione. Abbandonare completamente l’attività fisica per un periodo molto lungo porta ad una riduzione delle funzioni cardiovascolari e quindi della potenza aerobica (diminuzione del VO2 max), ad una diminuzione di densità dei capillari e dei mitocondri. A livello metabolico si ha una diminuzione delle riserve di glicogeno muscolare, una diminuzione del consumo di grassi a scopo energetiche un calo del CULT-4 (proteina presente nei muscoli, nel cuore e nel grasso, che trasporta il glucosio all’interno delle cellule a scopo energetico). Dal punto di vista muscolare si verifica una diminuzione di sezione trasversa soprattutto delle fibre bianche con perdita di massa muscolare e riduzione della forza. Alla luce di questo sarà molto importante pianificare anche il periodo di transizione. Per evitare gli effetti negativi di questo de training, potrebbero essere strutturati dei microcicli d’allenamento di due settimane con 3/4 allenamento alternando sedute brevi (50 minuti massimo) di discreta intensità con sedute un po’ più lunghe, ma anche un po’ più blande. Come alternativa va bene anche un cambiamento nella tipologia di allenamento, magari praticando due volte alla settimana una disciplina sportiva in modo ricreativo, diversa dal calcio (tennis, nuoto, calcio, ecc.). Se proprio non riuscite nemmeno in questo, fate qualcosa di sportivo almeno una volta alla settimana.
Roberto Tarullo è laureato in Scienze Motorie, ha insegnato Tecnica generale dell’educazione fisica, Tirocinio didattico e Ginnastica educativa all’ISEF di Perugia ed Educazione motoria al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Macerata. Preparatore atletico professionista e collaboratore tecnico e scientifico di importanti riviste specializzate e case editrici.
L’importanza delle visite mediche L’articolo 43 comma 5 del NOIF sancisce che le Società “sono responsabili dell’utilizzo del calciatore privo di valida certificazione di idoneità dell’attività sportiva”. A ben vedere, se da un lato non è stabilito alcun obbligo in ambito dilettantistico a carico delle Società, le disposizioni federali prevedono una responsabilità a carico del club nel caso in cui scendano in campo atleti privi della necessaria certificazione. La mancanza di tale certificato espone i dirigenti anche a rischi di natura penale. Le norme non indicano a chi incombe l’obbligo di effettuare il controllo medico ma solamente il responsabile del mancato controllo stesso, ossia la Società. In definitiva le Società non sono tenute al controllo medico dei propri atleti ma sono responsabili delle eventuali conseguenza in caso negativo: pertanto è consigliabile che i club sottopongano i propri atleti alle visite mediche onde evitare spiacevoli conseguenze.
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