Puntare sul green

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fondi&gestori1 Carmignac ottimista sull’Europa a pagina 10

fondi&gestori2 Gli esperti di Bnp IP consigliano energia e moda a pagina 11

Éric Helderlé

Matthieu David

Puntare sul green

Settimanale - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI

Warren Buffett ha scelto le energie alternative. Un filone che, nonostante la crisi, è in costante crescita. E quando esploderà il mercato cinese...

focus

Tutte le ultime novità sul private banking

retedellasettimana

Continua la metamorfosi di Banca Ipibi Financial Advisors

promotori

Mps, in pieno scandalo derivati la voce dei professionisti della rete

fondi

Assogestioni promuove Intesa Sanpaolo e State Street

Warren Buffett, presidente di Berkshire Hathaway e proprietario di MidAmerican Energy

mercoledì 6 febbraio 2013 3,50 euro

www.soldiweb.com www.bluerating.com

Anno V | Numero 4


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idee&protagonisti | 3

soldi&bluerating

Mps, ennesima Caporetto dei controlli sulle banche di Pompeo Locatelli*

S

anno V - numero 4 settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n. 408 del 18 settembre 2009 Casa editrice Blue Financial Communication Srl Via Melchiorre Gioia, 55 20124 Milano Tel. (+39) 02.303211.1 Fax. (+39) 02.303211.80 www.bluerating.com - www.soldiweb.com infomarketing@bluerating.com Editore e presidente Denis Masetti (masetti@bluerating.com) Direttore responsabile Alessandro Rossi (rossi@bluerating.com) Inchieste e attualità Ugo Bertone Redazione redazione@bluerating.com Tel. (+39) 02.303211.71 Gianluca Baldini (coordinamento) (baldini@bluerating.com) Diana Bin (bin@bluerating.com) Maria Paulucci (paulucci@bluerating.com) Daniel Settembre (settembre@bluerating.com)

ul caso Monte Paschi sono stati versati fiumi d’inchiostro. E, facile previsione, le novità sono tutt’altro che finite. Finora, però, dobbiamo prendere atto che ci troviamo di fronte all’ennesima Caporetto dei controlli sul sistema del credito e delle garanzie offerte al mercato. Non è, si sa, un problema solo italiano: non ci dimentichiamo di Lehman Brothers o dei tanti raggiri orditi tramite derivati, titoli tossici, valutazioni errate del rating, che ci stanno accompagnando dal 2007. Dobbiamo prendere atto del fatto che l’apertura internazionale della finanza di casa nostra, lungi dal migliorare la governance un po’ casareccia del sistema, ha permesso a banchieri e politicanti prestati alle banche di scoprire nuovi strumenti per eludere i controlli e commettere nuovi scempi sulla via della finanza allegra. Tutti pronti a sottoscrivere contratti sui derivati o affini, magari senza capire una parola d’inglese e certamente nulla di cosa sia realmente un derivato. Anche a prescindere dai profili penali o dagli intrecci più o meno inconfessabili con la politica, la vicenda Monte Paschi si presenta come un clamoroso flop per le tante, ben remunerate, attività di controllo. Leggo che il nome “Alexandria” è spuntato nel bilancio della banca già nel 2005, nel bel mezzo di un lunghissimo elenco di cartolarizzazioni. Santorini nasce invece come società mista Mps-Dresdner Bank, salvo poi spuntare come partecipata al 100% nel bilancio 2009. Ma nessuno tra gli addetti ai lavori si era probabilmente fatto carico di seguire più da vicino le sorti di quella società che, nel bilancio 2003, in una nota, comunicava di possedere il 4,99% di Intesa Sanpaolo in provenienza da Siena. Già da queste note emerge l’enorme disparità di forze tra controllori e controllati. Ma, atten-

Mps, occhio alle tosature

Marketing e comunicazione Antonio Spiezia (spiezia@bluerating.com) Vito Massafra (massafra@bluerating.com)

Hanno collaborato Michele D’Antoni, Pompeo Locatelli, Luca Lodi, Sara Lupi, Simone Martino, Ettore Mieli, Silvia Minola, Luca Polo, Giuseppe Santorsola, Luca Spoldi, Francesca Sulpizi, Fabrizio Tedeschi, Francesca Vercesi Pubblicità in esclusiva Publimaster Surl via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Tel. (+39) 02424191 Stampa Vela Web Surl Via Copernico, 8 - 20082 Binasco (MI) Tel. (+39) 0290092766 Fax (+39) 0290092628 Distributore esclusivo per l’Italia Messaggerie Periodici MEPE SpA Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Il costo di ciascun arretrato è di €7

zione, questo non può essere usato come alibi da parte dei controllori disattenti, altrimenti cade l’intero edificio della circolazione del denaro che sta alla base della fiducia nelle banche. Per questo non possono sottrarsi a un esame severo i revisori, piuttosto che il collegio sindacale. Per non parlare dei membri del cda. Eppure uomini d’affari del calibro di Francesco Gaetano Caltagirone in casa loro ben si guardano dal delegare decisioni infinitamente meno importanti. Perché a Siena, almeno in apparenza, c’è stata tanta fiducia cieca e mal riposta? Ancor meno convince la disattenzione della Consob o della Banca d’Italia. Prendiamo atto che Via Nazionale non fa le indagini ma si limita a vagliare i documenti che vengono sottoposti alla sua attenzione. Alla fine gli unici controlli efficaci sono quelli delle Procure della Repubblica, spesso messe in azione dall’attività d’inchiesta della stampa. Rendiamo merito al terzo e al quarto potere, ma non illudiamoci: non bastano a garantire un futuro al sistema. *www.pompeolocatelli.it

SENTIMENT

Graphic design Marco Brenna (brenna@bluerating.com)

Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluerating.com Tel. (+39) 02.303211.65

Alla fine le uniche verifiche efficaci sono quelle delle Procure della Repubblica, spesso messe in azione dall’attività d’inchiesta della stampa

Alessandro Rossi

È

il tema del momento e diamo per scontato che chi ci legge conosca a sufficienza le vicende del Monte dei Paschi di Siena. La banca, in evidenti difficoltà, verrà salvata dai famosi Monti bond, figli spuri dei Tremonti bond a cui Mps farà ricorso per 3,9 miliardi di euro. La differenza tra i Tremonti e i Monti bond è che i secondi sono molto più costosi dei primi. Questi soldi che lo Stato darà alla banca senese dovranno essere rimborsato a un tasso crescente, che parte dal 9% e arriva fino al 15%. Bene. Sin qui tutto detto e tutto scritto. Se Mps non pagherà, lo Stato verrà rimborsato con azioni della banca, che verrà così nazionalizzata. Bastano due calcoli semplici: oggi Mps capitalizza 3 miliardi di euro in Borsa, se dovesse rendere 3,9 miliardi non basterebbero nemmeno tutte le azioni per soddisfare il creditore. Il destino di Mps sembra dunque segnato e la sensazione prevalen-

te è che i 3,9 miliardi non verranno rimborsati. Però se il presidente Profumo e l’amministratore delegato Viola volessero tentare un recupero dovrebbero tagliare i costi e aumentare i ricavi. Il taglio dei costi è già iniziato con la riduzione delle filiali, un piano di diminuzione del personale e l’abbattimento di premi e privilegi. Ma per aumentare i ricavi, una banca che dovrà agire con molta cautela, visti i trascorsi degli eccessi della finanza creativa, potrà ragionevolmente aumentare i guadagni dalla clientela. Insomma, tosare i correntisti, che potrebbero vedersi incrementare costi e commissioni. Certo, ci sono altri modi per far salire le entrate, magari dando più qualità agli investimenti. Ma con una zavorra come quella del Montepaschi, fatta di un macigno di Btp a lunga scadenza e circa 17 miliardi di crediti “difficili”, i margini di manovra sono molto ridotti.


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6 febbraio 2013

L’oracolo investe tantissimo nell’energia rinnovabile

Semaforo “verde” per Warren Buffett di Michele D’Antoni Farlo come lui. Calma. Warren Buffett ha più di 80 anni. Farlo come lui, l’investimento in energie rinnovabili. Il leggendario investitore statunitense, il terzo uomo più ricco al mondo, ha deciso di investire una parte del suo gruzzoletto - 46 miliardi di patrimonio personale - nell’energia solare. Buffett ha costruito la sua enorme fortuna con un’analisi costi/benefici di ogni suo investimento, attraverso una sua società, la MidAmerican Renewables. Quest’ultima sta acquistando un super parco solare in via di costruzione. Quando sarà ultimato con i suoi 579 megawatt di potenza sarà l’impianto più grande del mondo. Per aggiudicarsi questo impianto in California ha tirato fuori 2,5 miliardi di dollari. Ma Warren deve averci preso gusto, visto che l’anno scorso ha comprato un’altra mega centrale dalla First Solar per 1,8 miliardi di dollari che dovrebbe essere completata nel 2014. Comunque investire in rinnovabili va di moda. Il 2011, secondo un rapporto Onu, è stato un anno record. Si è toccata la cifra record di 300 miliardi di dollari con il solare che ha superato l’eolico. Un incremento del 17% rispetto al 2010, ma il doppio degli investimenti sul 2007. Gli Usa hanno avvicinato la Cina in testa alla classifica degli investitori, con 51 miliardi di dollari contro 52. La quota di investimenti in energie rinnovabili si sta avvicinando a quella per i combustibili fossili, che nel 2011 è stata di 302 miliardi di dollari, e le nuove installazioni nel mondo sono risultate per metà di fonti di energia verde. L’Italia non sfigurava nella classifica: come capacità installata, esclusa l’energia idroelettrica, il rapporto ci vedeva al quinto posto, dietro anche a Germania e Spagna, ma salivamo al terzo come capacità pro capite. Purtroppo però la crisi e gli effetti del quinto conto energia e del decreto rinnovabili elettriche stanno rendendo l’Italia un Paese sempre meno invitante per chi vuole investire nelle fonti

rinnovabili. In pochi mesi il nostro Paese è passato dal quinto al nono posto della classifica mondiale di Ernst & Young dei mercati delle rinnovabili più attraenti. Alla metà del 2012 l’Italia era uscita dalla top five, ed era stata classificata sesta al mondo come attrattività, ma alla fine del 2012 eravamo addirittura noni con 52,4 punti, scavalcati da Francia (55,8), Regno Unito (54,6), Canada (53,6) e Giappone (53,6). Resta in vetta alla classifica trimestrale “Renewable Energy Country Attractiveness Indices” la Cina (69,6 punti), mentre la Germania (65,6) supera gli Usa (64,5). Rimane al terzo posto l’India (63,5). Il rapporto di Ernst & Young registra nel terzo trimestre 2012 investimenti mondiali nelle rinnovabili per 56,6 miliardi di dollari, in calo del 5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 20% nei confronti dell’analogo periodo dell’anno scorso. Secondo il report che Bloomberg realizza ogni anno sugli investimenti in fonti pulite, in Italia gli investimenti in rinnovabili sono calati del 51% scendendo a 14,7 miliardi di dollari. Ma attenzione. Anche a livello mondiale si è investito meno. A causa delle incertezze regolatorie e del taglio degli incentivi in mercati importanti come Usa, Italia, Spagna e India, ma anche per effetto del calo del costo delle tecnologie, gli investimenti in rinnovabili sono scesi complessivamente dell’11% rispetto al 2011, arrivan-

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FONDI Tutti i numeri degli investimenti green li trovi su www.bluerating.com

do a 268,7 miliardi di dollari. Una battuta d’arresto, quella del 2012, ma va sottolineato che ci troviamo nell’ambito di un trend comunque crescente: il 2012 resta il secondo anno di sempre per volume di investimenti nelle fonti pulite. Solo il 2011, con 302 miliardi di dollari investiti, era andato meglio. Gli investimenti mondiali nelle rinnovabili sono stati 53,9 miliardi di dollari nel 2004, 79,8 miliardi nel 2005, 113,7 nel 2006, 164,5 nel 2007, 190,8 nel 2008, 186,9 nel 2009, 251,1 nel 2010 e, appunto, 302,3 nel 2011. Solo la Spagna ha fatto peggio dell’Italia, con un crollo del 68%, mentre in termini assoluti il decremento maggiore è avvenuto negli Usa: -32%, con 44,2 miliardi di dollari. In Europa hanno mostrato un sensibile declino anche Germania (-27%, con 22,8 miliardi di dollari), Regno Unito (-17%, 8,3 miliardi) e Francia (-35%, 4,3 miliardi). Al vertice della classifica torna la Cina, scalzata l’anno scorso dagli Stati Uniti, con investimenti nel 2012 in salita del 20% fino al record di 67,7 miliardi di dollari, grazie soprattutto alle tecnologie solari. Altri Paesi in crescita sono il Sud Africa (5,5 miliardi di dollari contro le poche decine di milioni del 2011) e il Giappone, dove i nuovi incentivi approvati dopo il disastro nucleare di Fukushima hanno portato a un aumento del 75%, per un valore di 16,3 miliardi di dollari.

Warren Buffett

BLUERATING: I MIGLIORI FONDI AZIONARI SETTORIALI, ENERGIE ALTERNATIVE Fondo

Gestore

Performance a 1 anno

Volatilità a 1 anno

Ubs Lux Equity Fund Global Innovators Q Acc Eur Classe Q Euro

Ubs

12,39%

8,76%

Kairos Int. Ambiente Cap I Eur Classe I Euro

Kairos Partners sgr

8,77%

6,59%

Dws I. New Resources Lc Eur Classe Lc Euro

Dws Investments

7,66%

9,17%

Vontobel New Power B Eur Classe B Euro

Vontobel

7,15%

7,04%

Lo Funds Clean Tech R Cap Eur Classe R Euro

Lombard Odier

6,71%

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Dati aggiornati al 24 gennaio 2013. Categoria: Fondi azionari settoriali - Energie alternative. Fonte: Bluerating


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le big del settore

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soldi&bluerating

1.

Perché è importante convincere gli investitori a investire in energie rinnovabili?

2.

Quali sono gli strumenti che gli investitori possono usare per investire nella green economy?

3.

Com’è andato il 2012 e quali nuovi progetti avete in cantiere per l’anno nuovo?

Stefano Neri, TerniEnergia

Francesco Starace, Enel Green Power

1.

1.

Gli investimenti in rinnovabili offrono buona redditività nel tempo con un basso livello di rischio. Possiamo dividerli in due tipologie: la prima riguarda le società quotate e quindi l’attesa di un incremento di valore per chi opera in questo settore. La seconda è mettere a reddito l’investimento: in Italia abbiamo un interessante mercato secondario su impianti già esistenti.

In un futuro non troppo remoto, sarà possibile produrre da fonti rinnovabili il 50% del fabbisogno globale. Inoltre, in molti mercati emergenti, le rinnovabili sono la risposta sostenibile a una forte crescita della domanda e rappresentano un valido modo per ridurre la dipendenza energetica dall’estero.

2.

Si può guardare al mondo delle società quotate attive nel settore o a fondi che a loro volta investono nelle rinnovabili: analisi di mercato e del nostro settore industriale stimano che queste fonti continueranno a crescere da qui al 2020 a un tasso medio annuo che oscilla tra il 5% e il 9%.

Per iniziare c’è il mercato azionario, si può investire su società con un buon track record. Altrimenti ci sono i prodotti finanziari che stanno iniziando a svilupparsi all’estero e in Italia consentendo di esporsi sulle rinnovabili con poco rischio. Infine, un terzo modo di investire è comprarsi un impianto.

3.

Chiuderemo il 2012 con un buon utile e ci sarà un dividendo. Per il 2013 prevediamo investimenti nel settore ambientale per 20 milioni di euro e stiamo accelerando il processo di internazionalizzazione: dopo Grecia, Polonia e Sudafrica, stiamo guardando a Romania, Malta e india.

Alberto Argnani, Fondamenta sgr Quali strumenti possono usare gli investitori per scommettere sulle energie rinnovabili? In Italia esistono pochi strumenti rispetto alla dimensione del mercato potenzialmente investibile in impianti già installati. I fondi chiusi mobiliari e immobiliari riservati a investitori qualificati e istituzionali sono già operativi e a breve è possibile si affaccino sul mercato strumenti dedicati al retail.

Roberto Cominotto, Swiss & Global AM Quali possibilità ci sono per investire in rinnovabili? Il settore offre molte opportunità. Ma a breve termine occorre cautela: né l’energia solare né quella eolica sono interessanti perché soffrono di eccesso di capacità. A mediolungo termine però il crollo dei prezzi avrà effetti positivi. Oggi investiamo in imprese che traggono vantaggi indiretti dalla crescita delle rinnovabili. È opportuno distribuire i rischi, quindi strumenti

Simone Borla, Quercus Partners In che modo oggi un investitore può esporsi sulle energie rinnovabili? Quercus è un asset manager specializzato in investimenti in infrastrutture legate alle energie rinnovabili. L’attuale offerta comprende diversi veicoli con focus in specifiche tecnologie e aree geografiche con lo scopo di investire in diversi mercati tramite una gamma di diverse tipologie di energie rinnovabili.

Alberto Carpani, Prisma sgr Quali strumenti hanno a disposizione gli investitori per investire sul settore? Attualmente gli strumenti che si possono utilizzare per investire sul tema delle energie rinnovabili sono fondi immobiliari, fondi di private equity e fondi infrastrutturali. Quali sono i fondi presenti nella gamma di Prisma sgr nell’ambito delle energie alternative?

2. 3.

Il 2012 si chiuderà con buoni risultati nonostante un contesto generale molto sfidante. L’ebitda sarà superiore a 1,6 miliardi e l’indebitamento è visto tra i 4,6 e i 4,8 miliardi. Quanto al prossimo anno, accentueremo il focus sui nuovi mercati emergenti come l’America Latina, in particolare in Brasile, Cile e Messico.

Quali prodotti offre nello specifico Fondamenta sgr per investire in questo settore? Fondamenta opera nel mercato delle rinnovabili dal 2005, quando è nata la holding di investimento Atmos. Tra il 2009 e 2010 sono stati lanciati fondi dedicati a investimenti in impianti (Atmos Due e Investimenti Rinnovabili) ancora operativi e in periodo di investimento. Il focus è su impianti fotovoltaici acquisiti sul mercato secondario, piccoli impianti a biogas e investimenti opportunistici nel mercato fotovoltaico primario rumeno.

come i fondi di investimento sono tra i più indicati per puntare sul settore. Può citare qualcuno dei vostri prodotti per investire nel settore delle energie rinnovabili? Il JB Energy Transition Fund investe nei temi che riteniamo più promettenti per la crescita all’interno della catena di creazione di valore nel settore. Interessanti opportunità derivano dal passaggio dai combustibili fossili alle rinnovabili, e dai cambiamenti dell’intera infrastruttura nell’ambito delle energie convenzionali.

Come si articola l’offerta di Quercus nel settore delle energie rinnovabili? Tra i nostri prodotti per prendere esposizione sul settore delle rinnovabili c’è per esempio il Quercus Renewable Energy Fund II: si tratta di un fondo di investimento specializzato di diritto lussemburghese. Con un obiettivo di rendimento del 13% annuo, il fondo in esame ha una durata di 15 anni dopo la prima data di closing e prevede la restituzione del capitale investito entro i primi otto anni dell’investimento.

Oggi Prisma sgr ha due fondi immobiliari nel settore delle rinnovabili che investono in asset per la produzione di energia elettrica da fonte solare: Rinnovanda e Obton II. Nell’individuazione e selezione di opportunità di investimento, Prisma sgr è inoltre affiancata dall’austriaca TJP Advisory & Management Services per quanto concerne Rinnovanda e dalla danese Goal Energy A/S per Obton II. In un quadro di incentivi nazionali, i rendimenti attesi da questa tipologia di investimento sono maggiormente prevedibili in un range dal 10% al 15%, ma vanno definiti caso per caso.

Mauro Pulega, EstCapital sgr Come può fare un investitore a puntare sulle rinnovabili? Il fondo immobiliare chiuso riservato, che ha diversi pregi: è un patrimonio segregato e vigilato e quindi dispone, ceteris paribus, di maggior affidabilità e merito creditizio. Inoltre è fiscalmente efficiente e assegna all’investitore quote il cui valore prescinde dai mark to market tipici degli investimenti in veicoli quotati. Quali sono i prodotti offerti da EstCapital sgr nel settore delle energie rinnovabili? EstCapital gestisce RealEnergy, fondo immobiliare chiuso riservato che, con un portafoglio di impianti fotovoltaici a terra fissi per una potenza complessiva di 24,6 MwP, assicura agli investitori un flusso a doppia cifra. Inoltre sta strutturando un fondo, con partner altoatesino, che si doterà di un portafoglio impianti a biogas con redditività confrontabili a quelle di real energy e assegnerà agli investitori finanziari quote con un privilegio nei flussi rispetto a quelle sottoscritte dal partner identificato, a protezione del relativo investimento.


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BORSE

ITALIA-EUROPA-MONDO Indice

Valore

2012

2011

2010

2009

160

Italia

FTSE Mib

17.727

8,9%

7,8%

-25,2%

-13,2%

150

Gran Bretagna

FTSE 100

6.284

6,6%

5,8%

-5,6%

9,0%

CAC 40

3.778

3,8%

15,2%

-17,0%

-3,3%

DAX

7.858

3,2%

29,1%

-14,7%

16,1%

Area Euro EURO STOXX 50

2.744

4,1%

13,8%

-17,1%

-5,8%

DOW JONES

13.896

6,0%

7,3%

5,5%

11,0%

NIKKEI 225

10.927

5,1%

22,9%

-17,3%

-3,0%

80

HANG SENG

23.580

4,1%

22,9%

-20,0%

5,3%

70

MSCI World

1.405

5,0%

13,2%

-7,6%

9,6%

60

Borse

Francia

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soldi&bluerating

brevi

6 febbraio 2013

140 130 120

Germania

110 100

VALUTE

12 20 6-

20 31

30

-1

-0

2-

20 6-0 30

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11

11

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09 20 2-

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20

20

08

Mondo

FTSE MIB EURO STOXX 50 MSCI WORLD

-1

Hong Kong

90

31

Giappone

09

Usa

COMMODITIES 2012

Fine 2011

Fine 2010

Fine 2009

Euro/Dollaro

1,3469

1,3194

1,2939

1,3362

Euro/Franco Svizzero

1,2444

1,2072

1,2156

1,2504

Euro/Sterlina

0,8514

0,8161

0,8353

0,86075

Euro/Yen

122,71

113,61

100,2

108,65

Petrolio Brent al barile

2012

Fine 2011

113,11

110,62

107,62

93,49

1.660

1.664

1.574,5

1.410,25

Oro per oncia

Fine 2010

Fine 2009

Argento per oncia

31,56

29,95

28,18

30,63

CRB Commodities index

487,46

484,07

482,01

520,33

120 500

110

100

450

CRB Commodities index

400

Oro Argento

350

90

Petrolio

300

Euro/Dollaro 250

80

Euro/Franco svizzero 200

Euro/Sterlina

70

Consumatori, fiducia ai minimi dal 1996 La fiducia dei consumatori scende a gennaio a 84,6 dagli 85,7 di dicembre. Lo rende noto l’Istat, precisando che si tratta del valore più basso dall’inizio della serie storica nel gennaio del 1996. Istat: retribuzioni con il freno a mano tirato Nel mese di dicembre 2012 le retribuzioni contrattuali orarie sono salite dello 0,1% rispetto a novembre, mentre sono cresciute dell’1,7% su base annua. Lo ha comunicato l’Istat.

150

Euro/Yen 100 12 20

12

11

-0 30

30

31

-0

-1

6-

2-

620

20

11 20

10 -1 31

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620

20

10

09 31

-1

2-

6-0 30

31

20

09 20

00 -1 2

-2

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8

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20

09

08

60

TITOLI DI STATO SPREAD BTP-BUND 3 mesi

1 anno

5 anni

10 anni

30 anni

Italia

0,38%

1,30%

2,89%

4,08%

4,83%

Germania

0,06%

0,11%

0,73%

1,57%

2,41%

Svizzera

0,00%

0,01%

0,27%

0,73%

1,21%

Usa

0,08%

0,14%

0,85%

1,96%

3,14%

600 500 400 300 200 100

PIL

2,03%

2,00%

2,30%

1,81%

2,39%

TASSI D’INTERESSE Euribor 1 mese

0,11%

Euribor 3 mesi

0,21%

Euribor 6 mesi

0,36%

Euribor 12 mesi

0,59%

Tasso di rif. Area Euro

0,75%

Tasso di rif. Usa

MERCATI Per restare aggiornati su indici e quotazioni basta andare su www.soldi-web.com

0,25%

Fonte: dati su elaborazione FIDA aggiornati al lunedì precedente all’uscita in edicola del settimanale

12 2-1

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31

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1,43%

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0,43%

-0,40%

31

-2,10%

-0,20%

30

-1,00%

Area Euro

31

Italia

Usa

anno 2009

30

anno 2010

31

anno 2011

30

2012 previsto

31

-1

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0

Tesoro: ok asta Ctz, ai minimi dal 2010 Il Tesoro ha assegnato tutti i 4 miliardi di euro di Ctz 2014 con un rendimento in calo all’1,434%, ai minimi dal 26 marzo del 2010, dall’1,884% dell’asta di dicembre. La domanda ha raggiunto i 5,8 miliardi di euro.

INFLAZIONE 2012 previsto

anno 2011

anno 2010

anno 2009

Italia

1,81%

3,01%

2,90%

1,64%

Area Euro

1,62%

2,33%

2,72%

1,62%

Usa

1,77%

1,97%

3,14%

1,64%

DEFICIT/PIL 2012 previsto

anno 2011

anno 2010

anno 2009

Italia

-1,83%

-2,73%

-3,82%

-4,48%

Area Euro

-2,56%

-3,31%

-4,11%

-6,22%

Usa

-7,28%

-8,68%

-10,06%

-11,16%

FIDA Finanza Dati Analisi


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analistinazione | 7

soldi&bluerating

UNICREDIT

Morgan Stanley vede positivo Morgan Stanley ha alzato la raccomandazione di UniCredit a “overweight” dal precedente “equalweight”, con target price fissato a 5,5 euro. Secondo gli esperti della casa d’affari statunitense, l’istituto guidato da Federico Ghizzoni potrà beneficiare di fattori quali l’ulteriore ristrutturazione dei costi e la riorganizzazione del business, l’esposizione nell’area Cee e una ripresa dell’economia italiana, che Morgan Stanley si attende verso metà 2013. Tra i fattori di rischio indicati dagli analisti della banca americana c’è la politica in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio e la volatilità dello spread sovrano dell’Italia, che può avere un impatto sul valore dell’azione sia in positivo sia in negativo.

STM

Bene l’addio alla joint venture Gli analisti di Exane hanno deciso di rivedere la loro strategia su Stm, migliorando la raccomandazione da “neutral” a “outperform”, con un prezzo obiettivo a 10,9 dollari, corrispondenti a circa 8,1 euro. Il broker francese ha apprezzato in particolare l’uscita della società italofrancese dalla joint venture ST-Ericsson, ritenendo che ciò permetterà al gruppo di focalizzarsi maggiormente sulle sue attività profittevoli e in crescita. Ulteriori indicazioni positive sono arrivate da altre banche d’affari in questo primo scorcio del 2013. Ricordiamo quella di Goldman Saschs, che ha rinnovato l’invito all’acquisto per Stm, alzando il prezzo obiettivo da 6,1 a 8 euro, sulla scia di un miglioramento dei parametri di valutazione dell’azienda. Infine, Barclays ha mantenuto invariato il rating “equalweight” sul titolo, rivedendo verso l’alto il fair value da 5 a 5,4 euro.

PIRELLI

Pesa il dibattito tra i soci Mediobanca non è positiva sul titolo Pirelli e assegna un “undeperform” con un obiettivo di prezzo a 7,5 euro. Secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia, a pesare sulla società è il dibattito fra Malacalza e Tronchetti, che impedirebbe ogni azione speculativa da parte di terzi. Ma mercati emergenti, segmento dei pneumatici premium e riassetto del gruppo con il patto di sindacato in testa potrebbero essere elementi positivi. Deutsche Bank dal canto suo ha abbassato il rating a “hold” dal precedente “buy”.

GENERALI

L’agenzia conferma il rating Standard & Poor’s ha confermato il rating A su Generali, rimuovendo il creditwatch negativo. L’outlook è negativo. Il rating, spiegano gli analisti dell’agenzia di rating internazionale, è di due livelli sopra il giudizio di lungo periodo del debito sovrano italiano grazie alla sua elevata diversificazione internazionale e alle sue forti posizioni in mercati di Paesi europei ad alto rating. L’agenzia statunitense ha evidenziato inoltre che la compagnia assicurativa è impegnata a rafforzare l’adeguatezza del patrimonio in rapporto al suo profilo di rischio e a incrementare significativamente i suoi profitti nel 2013 e nel 2014.

MEDIOLANUM

Per Deutsche Bank è da comprare BPM

Promozione per la Bpm Morgan Stanley ha alzato il target price di Bpm da 0,25 a 0,35 euro, con rating “underweight”. Una promozione per la Banca Popolare di Milano arriva anche dalla boutique di gestione e ricerca quantitativa Finlabo sim, che ha sottolineato come l’istituto benefici “dell’allentamento delle tensioni sul sistema finanziario europeo e nazionale sfruttando al meglio il momento per effettuare nuova raccolta sul mercato primario. Ne è prova il successo del recente collocamento obbligazionario, per 750 milioni di euro”.

Mediolanum negli ultimi giorni ha beneficiato di un report con cui Deutsche Bank ha annunciato di aver migliorato il giudizio sul titolo a “buy”, ossia “comprare”, dal precedente “hold”, vale a dire “mantenere in portafoglio”. Nell’ultimo anno, il titolo del gruppo controllato dalle famiglie Doris e Berlusconi è arrivato a sfiorare il 34% di rialzo.

TOD’S

Positivi i commenti dai broker I conti di Tod’s registrano una crescita del 7,8% soprattutto in Usa e Asia portando attese rialziste anche fra gli operatori che puntano al lungo termine. Citigroup vede già un “buy” con target price a 116 euro per azione, mentre Equita sim e Banca Akros si fermano a “hold” con un prezzo obiettivo a 94,7 euro per la seconda. Equita, invece, non lo specifica. Anche Hsbc punta sul titolo della società di Della Valle, alzando il rating a “overweight” dal precedente “neutral”.


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8 | tuttobond In parallelo salgono i credit default swap

Giù i bond Mps Dopo lo scandalo, i prestiti crollano di Gianluca Baldini In discesa, sul mercato obbligazionario, le quotazioni della carta Montepaschi e in netto rialzo, in parallelo, i credit default swap sulla banca. Sugli schermi Reuters, l’obbligazione biennale emessa in settembre da Mps per un importo di 500 milioni, cedola 4,875%, e collocata ai tempi a 450 punti base sopra il Mid swap, tratta sul mercato secondario a +478 punti base, con un rendimento già salito in area 5,34%. Un dealer di una delle maggiori banche milanesi indica invece il bond settembre 2014 a un rendimento in

area 430 punti base, comunque in sensibile risalita dal minimo recente di 310 punti base, registrato prima dello scoppio del caso derivati. “Il bond per ora è lì. Ovviamente con tutta questa situazione che si è verificata nessuna operazione di mercato sarebbe possibile ora per Mps, nonostante il netto miglioramento delle condizioni generali di mercato che c’è stato per gli emittenti periferici”, afferma il dealer. “Ne esce una ogni giorno, chissà cosa uscirà domani. Prima facciano tutta la pulizia che si deve, poi si vedrà”. Nel frattempo, sempre su schermi Reuters, i credit default swap sulla

banca risalgono in area 460 punti base, ai massimi dal 2 gennaio, dopo aver toccato un minimo a 338 a metà mese. Un secondo banker milanese spiega che in questo momento la banca ha perso l’accesso al mercato, in maniera abbastanza prevedibile, ma sottolinea: “Si tratta di una situazione una tantum e quando lo Stato entrerà in gioco la situazione si dovrebbe risolvere. La vera questione che pesa sul mercato e quello che tutti vogliono sapere è se ci sono altri scheletri nell’armadio”. Situazione di fatto bloccata sul mercato monetario per Mps, in un contesto generale che tuttavia - va detto - è sostanzialmente fermo da tempo, specie per quel che riguarda la liquidità a brevissimo termine.

Astaldi cerca 100 milioni I prestito potrebbe salire fino a un massimo di 130 milioni di euro Astaldi lancia un bond da 100 milioni della durata di 6 anni rivolto esclusivamente a investitori qualificati italiani ed esteri con l’eccezione di Usa, Canada, Australia e Giappone. Lo rende noto un comunicato della società di costruzioni, precisando che l’ammontare del bond potrà “essere incrementato fino a 15 milioni

(per un totale massimo di 115 milioni) in caso di esercizio della increase option, che la società avrà facoltà di esercitare entro la data del pricing, e di ulteriori 15 milioni, in caso di esercizio integrale della over-allotment option da parte dei joint bookrunner entro i tre giorni lavorativi antecedenti la data di pagamento”.

La richiesta ha toccato quota 620 milioni, 400 nelle prime due ore domanda è stata nettamente superiore al collocato, arrivando a toccare ordini per 620 milioni. L’obbligazione, con scadenza al 31 luglio 2015, offre una cedola fissa annuale del 4%. Il rendimento sul prezzo di re-offer è di 350 punti base sul Mid swap, più

“Con questa situazione, nessuna operazione di mercato sarebbe possibile ora per Mps”. Un dealer anonimo

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soldi&bluerating

IN BREVE l INTESA SANPAOLO Ca’ de Sass scatenata, al via con un’altra emissione Intesa Sanpaolo ha dato mandato alle banche per un bond a tasso variabile a 2 anni e mezzo, con rendimento in area 165 punti base sul tasso Euribor trimestrale. Lo scrive Ifr, un servizio Thomson Reuters, che spiega come al momento si stiano raccogliendo le manifestazioni d’interesse. Le banche coinvolte nell’operazione sono Imi, Dz, Lbbw, Raiffesen Bank International e UniCredit. Intesa Sanpaolo ha rating Baa2 per Moody’s, BBB+ per S&P e A- per Fitch. L’operazione, al momento in cui scriviamo, dovrebbe essere perfezionata.

l IRLANDA Vicina a lanciare un bond sindacato L’Irlanda potrebbe lanciare un bond sindacato a più lungo termine prima di tornare alla regolare programmazione di aste. Lo ha detto il capo dell’agenzia per la gestione del debito del Paese (Ntma). L’Irlanda, che ha iniziato gradualmente il suo ritorno al mercato dei capitali lo scorso anno, ha dato il via al suo funding all’inizio di gennaio con un bond con scademza 2017 da 2,5 miliardi. “Probabilmente faremo un bond sindacato più a lungo termine prima di tornare alle aste regolari, anche se resteremo flessibili alle circostanze”, ha detto John Corrigan a un comitato parlamentare.

l HERA Il nuovo prestito vale 700 milioni e scade tra 15 anni

Un successo tutto Veneto Veneto Banca chiama e i mercati rispondono molto positivamente. Il bond a 2,5 anni lanciato dall’istituto ha incontrato il favore di 113 investitori di alto profilo, il 40% dei quali esteri, permettendo di raccogliere 400 milioni di euro in poco più di due ore. La

la frase

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basso di quello assegnato a obbligazioni di pari durata recentemente collocate da altri istituti italiani con livelli di rating superiori. L’operazione è stata curata dall’istituto in collaborazione con le società Banca Imi, Deutsche Bank e Natixis.

È di 700 milioni di euro il bond a 15 anni lanciato da Hera, a fronte di ordini, alla chiusura dei book, per oltre 2,4 miliardi. Lo riferisce il servizio Ifr di Thomson Reuters, aggiungendo che il rendimento del titolo è stato fissato definitivamente al 5,20%. La guidance di rendimento era stata inizialmente indicata questa mattina in area 5,375%, poi rivista al 5,25%. Le banche incaricate di gestire il collocamento sono Imi, Bnp Paribas, Deutsche Bank, Mediobanca, Rbs e UniCredit.


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banche&assicurazioni | 9

soldi&bluerating

In Italia con la crisi crescono le polizze legate ai finanziamenti

Prestiti assicurati, incubi risparmiati di Daniel Settembre Il prestito molte volte è l’unica soluzione di liquidità per le famiglie italiane. Ma la crisi incombe e le paure aumentano. Secondo il broker online Prestiti.it, per paura di perdere il lavoro e non poter pagare le rate un italiano su quattro assicura il proprio prestito. Una protezione preventiva, anche a costo di spendere di più. “La copertura assicurativa del credito”, ha dichiarato Lorenzo Bacca, responsabile business unit Prestiti.it, “è una forma di tutela che le banche offrono al titolare del finanziamento. In caso di insolvenza, per esempio per perdita del lavoro, malattia, infortunio o decesso, è l’assicurazione che interviene, evitando che si interrompa il pagamento delle rate. Ovviamente, tutto secondo le clausole del contratto stipulato”. Prendendo in esame 30mila preventivi di finanziamento compilati nel corso del 2012,

Prestiti.it ha evidenziato che, nel 26% dei casi, le richieste includevano anche un’assicurazione sul prestito. La cifra media di un prestito “assicurato” è di circa 10mila euro, da rimborsare in cinque anni. Si è più prudenti per quelli che implicano un impegno maggiore in termini di durata, tant’è che sotto i 36 mesi la richiesta di copertura è inferiore

Bazoli e Nicastro: le banche sono solide Uniti a sostegno del sistema bancario. Quello di Roberto Nicastro, d.g. di UniCredit, e di Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, è un vero e proprio endorsement sul comparto italiano, che non presenta rischi significativi sul fronte derivati. Due commenti che arrivano a rassicurare proprio quando ancora infuria sui mercati la vicenda-scandalo di Mps. “I numeri parlano

CheBanca! Sempre più proiettata al web e al mondo digital in generale. Dal 24 gennaio è partito infatti il

Roberto Nicastro

chiaro: il sistema bancario italiano è robusto perché non ha in pancia rischi significativi”, ha detto Nicastro a margine di un convegno dell’Aiaf, l’associazione degli analisti finanziari. “Sono fatti episodici. La banca è gia stata completamente rinnovata nei suoi vertici. L’episodio non consente in nessun modo alcuna generalizzazione, il sistema bancario è sano”, ha dichiarato di rinforzo Bazoli.

CheBanca!, che web! Il nuovo conto non prevede spese solo se le operazioni vengono eseguite online

al 23%. Per quanto riguarda le finalità, continua Prestiti.it, a vedere un maggior ricorso a una polizza di copertura del credito sono quelle che implicano un investimento emotivo, oltre che finanziario: su tutte spiccano i prestiti per arredamento (31,7%), quelli per matrimoni e cerimonie (29,9%) e quelli per la ristrutturazione della casa (28,6%). Ma cosa implica la sottoscrizione di una copertura assicurativa? Parliamo, evidentemente, di un onere aggiuntivo per i clienti, che modifica la somma totale del finanziamento richiesto e l’ammontare della singola rata. L’incremento mensile varia da banca a banca e tiene in considerazione durata, somma richiesta ed età anagrafica del cliente. Per un prestito di 10mila euro da restituire in 60 mesi e finalizzato alla ristrutturazione di un immobile, per esempio, l’incremento medio mensile è di appena 4 euro.

nuovo conto corrente del ramo retail di Mediobanca. Le caratteristiche sono le seguenti: zero spese di gestione, zero spese per tutte le operazioni, zero spese per la carta di credito, zero costi per l’imposta di bollo. Cosa vuol dire nel dettaglio? Spese azzerate per chi sceglie di gestirlo interamente su web, un canone mensile di 2 euro per chi desidera invece un pac-

chetto di assistenza in filiale e la possibilità di effettuare operazioni dispositive una tantum in filiale con una commissione fissa di 3 euro a operazione. Le ricerche interne a CheBanca!, si legge nel comunicato diffuso dalla società, confermano che il 55% dei clienti legati ai metodi tradizionali dopo un anno impara a utilizzare il web riducendo sensibilmente le visite in filiale. Dopo quattro anni di “anzianità”, la percentuale sale addirittura al 70%.

CONTROPELO

di Giuseppe G. Santorsola*

Mps: 540 anni con pochi controlli

N

el 1472 non c’erano media ma incunaboli, la Cappella Sistina era inconcepita e ad ovest delle colonne d’Ercole c’era l’India. Il danaro era scarso, numerosi banchi dei pegni operavano e uno, a Siena, intuì le potenzialità di un’azione creditizia più ampia, frazionata e meno rischiosa. Tanti hanno beneficiato a lungo della stabilità garantita dalla corretta azione di raccordo fra fonti e impieghi del denaro. Azionisti in conflitto, banchieri senza “fiuto” e bancari senza scrupoli e fedeltà aziendale hanno creato condizioni in grado di abbattere un patrimonio costruito nel tempo con grande continuità. Sono apparsi deboli i controlli esterni e interni, efficienti sul commercial banking, carenti nell’investment, area nella quale si sono concentrati rischi e volumi maggiori. L’asticella del controllo si è fermata a certi livelli gerarchici e funzioni e qualche cfo ha avuto più peso, libertà e meno vincoli del ceo. Sarà opportuno diffidare di controparti broker e dealer vissuti come institutional, ma in realtà non sempre intermediari affini a quelli soggetti a opportune vigilanze. Chi ha dimensioni limitate non può far scorrere su di sé, senza rischio proprio, flussi ingenti. Ricostruire l’audit di operazioni veloci e prive di stop e walls sarà difficile. Bisogna renderle fully disclosed per intermediari soggetti a direttive Ue o leggi similari. È singolare, nella vigenza del decreto legislativo 231/01, che singole persone o uffici possano gestire processi aziendali completi di operazioni di grande entità. La prima direttiva impose il principio dei quattro occhi, garanzia dell’esigenza di un’associazione viziosa per agire in contrasto con l’interesse della banca. Oltre un certo livello e per certe operazioni tale previsione non viene spesso applicata. Peraltro, con accurati risk management process si rischia di avere operazioni perfette quando il mercato non le premierebbe più, ma gli esiti non certo costanti, quanto comunque insostenibili, minano reputazione e fiducia, asset invisibili ma indispensabili, che consentono alle banche di esistere. *santorsola@uniparthenope.it


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10 | fondi&gestori

6 febbraio 2013

Le mosse di Draghi hanno avuto il loro effetto

Carmignac fa l’ottimista di Gianluca Baldini “Il rischio sistemico è definitivamente fuori dalla zona euro”. Questo il messaggio incoraggiante e sorprendente allo stesso tempo lanciato da Frédéric Leroux, gestore globale di Carmignac, nel corso della conferenza che il gruppo francese ha tenuto davanti a una platea di giornalisti provenienti da tutto il mondo martedì 22 gennaio per presentare l’outlook sui mercati 2013. Le decisioni assunte dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi hanno avuto il loro effetto, ha continuato Leroux, e il rischio nella zona euro è diminuito notevolmente. Subito dopo la conferenza, all’interno di un’intervista con soldi&bluerating, l’esperto ha però ribadito che “le incertezze non sono ancora terminate e che, almeno per tutto il primo semestre del 2013, la recessione di eurolandia continuerà senza sosta”. Lo dimostrano diversi indicatori, tra i quali il tasso di disoccupazione ancora in ascesa e la produzione industriale in forte contrazione. Inoltre, spiega sempre l’esperto, “la riduzione

Frédéric Leroux

della leva rimane un potente freno alla crescita, anche se le riforme strutturali intraprese da alcuni Paesi, così come l’ottima politica della Banca centrale europea, sono un ottimo rimedio alla crisi. A patto però che la forza dell’euro non diventi troppo oppressiva”. Sul fronte di altri mercati, è probabile che gli Stati Uniti giocheranno ancora una volta il ruolo di loco-

motiva mondiale, sfruttando l’aumento degli investimenti e una politica monetaria espansiva. Senza considerare la Cina, il player più importante tra i Paesi emergenti. “In Cina, Corea e India arriveranno ingenti flussi di denaro nei prossimi anni”, ha sottolineato il manager. Merito anche dei dati positivi delle vendite al dettaglio e della crescita del prezzo degli immobili. Carmignac, le cui attività gestite sono pari a 54 miliardi di euro, continuerà intanto la sua espansione in Europa. L’azienda, che attualmente ha tre filiali (Lussemburgo, Milano e Francoforte), oltre a due uffici a Madrid e Londra, ha provveduto alla registrazione a Singapore dell’intera gamma dedicata ai professionisti e a breve aprirà una nuova filiale a Zurigo. Il gruppo per il 2013 ha progetti anche per il Belpaese. “Abbiamo intenzione di sviluppare tutto il mercato degli investitori istituzionali”, spiega Éric Helderlé, d.g. e cofondatore del gruppo (vedi l’intervista a fianco, n.d.r.). “È sicuramente uno degli obiettivi di questo 2013, per un mercato tanto importante per noi come è l’Italia”.

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soldi&bluerating

LE PAROLE DEL FONDATORE Éric Helderlé: dopo Zurigo potremmo aprire a Singapore di Gianluca Baldini

Soffitti alti e affrescati, una grande finestra che dà su Place Vendôme e una vista su Parigi da far accapponare la pelle. È questo l’ufficio da cui ogni giorno Éric Helderlé (nella foto), cofondatore (e direttore generale) insieme a Edouard Carmignac di Carmiganc Gestion, prende le decisioni che dal 1989 hanno permesso al gruppo francese di crescere negli undici Paesi in cui i loro comparti sono registrati. “Veniamo entrambi dal mondo azionario”, ci spiega in un’intervista in esclusiva. “A quei tempi, negli anni Ottanta, tutte le società in Francia che si occupavano di fondi erano controllate da banche”. Nel 1984 Edouard Carmignac entra a far parte di Harmant & Cie, e subito dopo crea la sua società di gestione di fondi, la Pyramide Gestion. “È stato in quel momento che mi sono unito a lui. Era il 1987”, spiega Helderlé. “È stato un farmacista, contento delle performance ottenute da Edouard, che ci ha voluto presentare ad altri clienti, e così tutto è iniziato. A quei tempi non c’era quasi nulla in Francia nel settore dei fondi. Io mi occupavo di sviluppare il business e Edouard di gestire i fondi. Siamo partiti con quattro fondi, tra cui Carmignac Patrimoine, il nostro fondo più noto”. Oggi nel gruppo fondato da Edouard Carmignac con l’aiuto di Helderlé lavorano circa 200 persone, che negli uffici di Place Vendôme camminano tra una moltitudine di opere d’arte firmate da artisti del calibro di Andy Warhol, Maurizio Cattelan o Jean-Michel Basquiat. E, completamente in controtendenza, il gruppo ha intenzione di reclutare ancora. “Abbiamo intenzione di assumere nei primi tre mesi del 2013 altre 20 persone tra specialisti, sales e fund manager”. Il gruppo, spiega ancora il suo cofondatore, dopo l’apertura imminente del nuovo ufficio a Zurigo sta già guardando verso l’Asia per aprire nuove strutture. “Siamo molto attivi a Singapore, e tutta l’area asiatica così come il Sud America ci interessano molto. Potremmo in futuro aprire a Singapore in modo da essere ancora più vicini ai nostri clienti, ma non è stato deciso nulla al momento”. Quello che è certo è che l’industria dei fondi firmati Carmignac non se la passa male. Quando abbiamo chiesto a Helderlé se avesse mai preso in considerazione l’idea di quotare in Borsa la società, ci ha risposto, quasi divertito: “perché dovremmo farlo, la nostra indipendenza è garantita da un capitale di 1,5 miliardi”.

IN BREVE l SELLA GESTIONI SGR Via al fondo Star Collection

l STATE STREET Il gruppo americano lancia due nuovi fondi

l PIMCO Un nuovo prodotto pensato per elargire cedole succose

Sella Gestioni sgr ha lanciato Star Collection, un fondo di fondi che permette di investire in quote di fondi e sicav di diverse società di gestione. I cinque comparti puntano su obbligazionario euro medio/lungo termine, bilanciato Paesi emergenti, multi asset globale, obbligazionario internazionale e azionario internazionale.

State Street Global Advisors annuncia il lancio di SSgA Flexible Asset Allocation Fund e di SSgA Flexible Asset Allocation Plus Fund. I nuovi fondi sono stati pensati per investire attivamente sia nelle asset class tradizionali, come azioni e obbligazioni, sia in quelle alternative come le materie prime, l’immobiliare e le infrastrutture.

Pimco lancia il Pimco Gis Income Fund. I gestori sono Dan Ivascyn, managing director e responsabile del team di gestione del portafoglio crediti ipotecari, e Alfred Murata, executive vice president portfolio manager del team. Al 30 settembre 2012, risultavano 27,6 miliardi di dollari gestiti attraverso strategie “income-oriented”.


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soldi&bluerating

La visione di Bnp Paribas Investment Partners secondo il manager

Eni e Luxottica vanno bene in portafoglio di Francesca Vercesi

legata all’Italia. Stesso discorso per Eni.

Il contesto borsistico attuale sembra interessante per il risparmiatore, con indici azionari previsti in crescita, in primis in Europa. Le valutazioni sono buone e molte azioni trattano a sconto. A condividere con soldi&bluerating la sua analisi a riguardo è Matthieu David, capo del retail in Italia per Bnp Paribas Investment Partners. Lei quale idea si è fatto? Nonostante il contesto di un mercato difficile per l’Europa, le azioni hanno registrato un +19,73% nel 2012, che dimostra una certa decorrelazione tra l’economia europea e le società europee quotate: molte di esse non dipendono solo dal loro mercato interno. Occorre però individuare le società orientate soprattutto verso i mercati in via di sviluppo, che operano in settori molto concentrati e con utili sostenibili nel lungo termine. È questa la filosofia di gestione del team European large cap equity select, guidato da Andrew King.

Il comparto finanziario sembra tornato interessante. Riteniamo interessante soprattutto il settore bancario europeo, che presenta valutazioni azionarie a sconto se confrontato con gli altri settori europei.

Matthieu David

Il comparto BNPP L1 Equity Best Selection Euro investe principalmente in titoli azionari denominati in euro. Si tratta di un comparto high conviction. Ci può spiegare meglio? Significa che, quando crediamo a un tema, lo sviluppiamo anche se il mercato va in direzione contraria. Il comparto ha ottenuto cinque stelle Morningstar e ha registrato un excess return sul benchmark del 4,07% annuale, al netto dei costi,

facendo vincere a Bnp Paribas Investment Partners il “Global Investor/Isf” come migliore gestore azionario europeo. Il comparto investe in un massimo di 50 titoli, che rappresentano le migliori idee di investimento del team. C’è in portafoglio qualche titolo italiano? Sì. Una delle nostre maggiori posizioni è su Luxottica, multinazionale di successo dove solo una modesta parte dei ricavi è

Assogestioni, promosse Intesa e State Street Il 2012 dei fondi ha chiuso in rosso. Secondo la consueta fotografia scattata da Assogestioni, la raccolta netta dell’industria del risparmio gestito in Italia, alla fine dello scorso anno, è stata negativa per circa 11,3 miliardi di euro, complici i deflussi che, solo a dicembre, hanno segnato un -4 miliardi. Sul dato annuale, comunque migliore rispetto al 2011 che si era chiuso a -41 miliardi, ha pesato in parti-

colare l’andamento delle gestioni di portafoglio, che hanno visto defluire risorse per 14,4 miliardi con un 6,8 miliardi dalle gestioni retail e un -7,6 da quelle istituzionali. In terreno positivo invece le gestioni collettive, con una raccolta annuale di 3,1 miliardi, di cui 1,6 entrati nelle casse dei fondi aperti. All’interno della categoria bene soprattutto gli obbligazionari che, con una raccolta di oltre 23 miliardi di

Domenico Siniscalco

Quali sono i vostri principali canali di distribuzione, oggi? La forza del nostro brand ci consente di usufruire oggi di una solida ed estesa base di clientela. Intratteniamo rapporti di partnership con la quasi totalità delle grandi reti di promotori finanziari, ma collaboriamo anche con alcune reti bancarie e con tutte le principali piattaforme di negoziazione online. Bnp Paribas Investment Partners sta lanciando la campagna globale di sensibilizzazione sulle opportunità che comporta l’investimento nelle azioni europee. In Italia focalizzeremo di più l’azione commerciale nei confronti dei promotori finanziari.

euro, hanno compensato il rosso. A pesare sul cattivo risultato ha inciso non poco il gruppo Generali, che nell’ultimo mese del 2012 ha dovuto fare i conti con deflussi superiori ai 5,03 miliardi di euro, di cui 1,65 relativi ai fondi aperti e 3,38 alle gestioni di portafoglio istituzionali. Campione di raccolta di dicembre, invece, è stata Intesa Sanpaolo, con afflussi per 597 milioni di euro. Seguono State Street Global Advisors (581,1 milioni), Franklin Templeton Investments (310 milioni), Arca (quasi 270 milioni) e Azimut (241 milioni).

INVESTIRE Azioni Ue e bond emergenti Nel 2012, l’indice Msci World è salito del 13,07% e il Msci Emerging Markets del 13,94%. Il mercato azionario italiano, dal canto suo, ha chiuso con un +7,84%. Ne parliamo con Laura Tardino (nella foto), strategist di Bnp Paribas Investment Partners. Quanto conta il mercato italiano per voi? Lo scenario di una congiuntura mondiale debole è sempre d’attualità. In mancanza di alternative più attraenti, siamo moderatamente positivi sulle azioni verso le quali suggeriamo all’investitore un approccio dinamico. In particolare quelle europee e americane e, nel medio-lungo termine, le emergenti. Consigliamo di investire nelle obbligazioni emergenti e in quelle societarie americane ad alto rendimento e siamo positivi su alcuni periferici europei. L’Italia offre buone opportunità grazie alle valutazioni interessanti azionarie e obbligazionarie. Qual è un prodotto su cui state puntando? In particolare le azioni europee. E le obbligazionarie dei Paesi emergenti come primaria fonte di rendimento e diversificazione. Per una componente più marginale dei portafogli, raccomandiamo la nostra gamma delle strategie dedicate ai singoli Paesi, che è molto ampia. Nuovi accordi di distribuzione in vista? Usufruiamo oggi di un’ottima copertura del mercato in termini di accordi distributivi, e in questa fase siamo impegnati nel loro consolidamento. L’industria di cui siamo protagonisti cambia velocemente. È pertanto fondamentale rimanere flessibili, mantenendo allo stesso tempo i nostri standard di eccellenza.


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12 | etf&trading

6 febbraio 2013

Il manager Llinas illustra le strategie per il 2013

L’anno di Lyxor La società punterà anche sulla replica fisica di Ettore Mieli Si chiude positivamente il 2012 di Lyxor AM nel settore degli etf, con i fondi a gestione passiva quotati in Borsa che nel settembre del 2012 hanno compiuto il loro decimo anniversario. In un anno complessivamente positivo ma molto incerto e volatile per i mercati finanziari, Lyxor ha registrato una crescita del patrimonio in gestione pari a 3,4 miliardi di euro (dato aggiornato al dicembre 2012), portando l’asset under management totale a 30,9 miliardi. “Il nostro principale obiettivo ora è diventare il secondo emittente in Europa”, ha dichiarato Arnaud Llinas, da inizio gennaio global head etf

& indexing di Lyxor, la nuova business unit che ha fuso insieme le competenze e le risorse della società di asset management nel campo degli etf e della gestione di fondi indice. Il manager era a Milano martedì 22 gennaio per una presentazione. Per ottenere il risultato annunciato, Lyxor farà leva su tre fattori: il know how interno, una più efficiente organizzazione

delle risorse professionali a disposizione e la sua capacità di innovazione di prodotto. “Dall’individuazione di un trend di mercato o di un’esigenza specifica di un investitore”, ha proseguito Llinas, “Lyxor avrà la capacità di costruire un prodotto e portarlo sul mercato nel giro di un mese circa”. Per quanto riguarda i prodotti, la società ribadisce l’intenzione di implementare ulteriormente nel 2013 la decisione assunta a fine 2012 circa l’apertura alla replica fisica. Lyxor si concentrerà poi sull’obbligazionario e sulla realizzazione di strumenti in grado di implementare strategie innovative sulla volatilità, sui dividendi e sulla nicchia delle soluzioni smart beta.

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soldi&bluerating

IN PILLOLE l DIRECTA La sim si dà al grano duro con il future sul mercato Agrex di Borsa Italiana Directa ha annunciato l’operatività immediata sul nuovo future sul grano duro del mercato Agrex di Borsa Italiana, aperto di recente. Lo strumento finanziario è nato per permettere agli operatori del settore di coprirsi dalle variazioni di prezzo del sottostante, ma ora, attraverso la sim torinese, è disponibile anche al trading dei privati.

l BANCA SELLA Al via da oggi in tutta Italia i corsi per spiegare il trading online Ripartono in tutta Italia i corsi di formazione dedicati al mondo del trading online e organizzati dal gruppo Banca Sella anche per il 2013. Diversi gli argomenti trattati. Tra questi, le principali regole operative del trading, il funzionamento delle piattaforme e dei software di analisi tecnica e le strategie di trading direzionale per comprendere e operare sui mercati finanziari. I nuovi corsi si terranno nelle città di Torino (31 gennaio), Verona (7 febbraio), Bologna (13 febbraio), Biella (21 febbraio), Milano (11 aprile), Firenze (18 aprile) e Roma (5 giugno). Gli incontri hanno l’obiettivo di avvicinare gli iscritti al mondo del trading online, con un linguaggio semplice e molti esempi pratici.

La classifica di Assosim L’associazione ha pubblicato il rapporto riferito al 2012. IWBank è primo broker in Italia In occasione del Rapporto Assosim 2012, che conferma IWBank come primario broker online in Italia, la

banca del gruppo Ubi ha annunciato importanti novità per il 2013: una nuova piattaforma web per la negoziazione e un’app dedicata per l’accesso in mobilità. Insomma, il riconoscimento testimonia la vocazione per la tecnologia, l’assistenza professionale e l’ampia offerta di prodotti e servizi. Dopo il terzo posto raggiunto nel 2011, IWBank si è aggiudicata la

seconda posizione complessiva nel 2012 (un trend rilevato già nel primo semestre) nella classifica relativa alle quote per controvalore negoziato per la clientela sul mercato cash. In particolare, sull’Mta (che è il Mercato telematico azionario) IWBank ha raggiunto una quota pari al 12,1% (ovvero, secondo operatore in assoluto), in crescita rispetto al 2011.

Quei suggerimenti di Saxo La banca dà ai clienti qualche dritta per operare al meglio sui mercati Ti servirebbe qualche dritta per operare al meglio sui mercati? È quello che si propone di offrire il nuovo servizio di Saxo Bank Italia. I clienti premium della banca danese possono da qualche settimana ricevere ogni giorno idee di trading pensate dagli analisti dell’istituo. Il servizio consiste in

una serie di mail contenenti un’indicazione di acquisto o di vendita di un incrocio forex, corredato da motivazione e analisi del rischio. Attualmente, si legge in una nota della banca, le idee vengono inviate a clienti selezionati tramite un tool messo a disposizione dal quartier generale di Saxo

Bank. Per riceverle, è necessario aver prima superato il test Mifid di appropriatezza sul mercato forex e rispettare almeno una delle seguenti condizioni: essere tra i clienti top per redditività; essere in possesso di un conto di valore superiore ai 100mila euro; per finire, eseguire più di quattro trade

l BLACKROCK Gli etp superano i 2.000 miliardi di dollari di attivi in gestione Secondo il team di ricerca etp di BlackRock, l’industria globale degli exchange traded product (etp) ha superato la cifra traguardo di 2.000 miliardi di dollari di patrimonio in gestione. Incremento generalizzato per tutti i tipi di strumento. A livello di asset class, i prodotti a reddito fisso e quelli azionari dei Paesi emergenti hanno stabilito nuovi record per le rispettive categorie nel 2012, registrando afflussi netti di 70,0 e 54,8 miliardi su base annua.

al giorno. Nonostante il servizio sia momentaneamente in fase di test, la banca fa sapere di aver già notato dal suo punto di vista una risposta positiva da parte dei clienti, che dal canto loro hanno iniziato a seguire con interesse le idee degli analisti e a sperimentarle sui loro conti. Secondo la banca i risultati sono buoni, se si calcola che molti trader sono entrati in profitto, portando anche guadagni considerevoli.


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I modi per accedere al fondo per i mutuatari

Come mettere in pausa le rate di Gianluca Baldini Il Fondo della Solidarietà per i mutuatari, introdotto ormai nel 2008 e operativo dal 2010, resta ancora bloccato. Nei giorni scorsi è arrivato l’appello comune di Abi e 13 associazioni dei consumatori che in una lettera hanno sollecitato l’approvazione per le regole di accesso, visto che ancora manca un regolamento di attuazione da parte del ministero dell’Economia. Al Fondo si può accedere nel caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato; morte o riconoscimento di grave handicap, ovvero di invalidità non inferiore all’80% per richiedere la sospensione del mutuo in atto. Il fondo viene gestito dalla Consap, che ha specificato sul proprio sito che “fino a quando non sarà approvato

un nuovo regolamento, restano valide le domande presentate al 17 luglio scorso”. Ecco allora i requisiti per ottenere una sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un massimo di 18 mesi. Il fondo in questi casi scende in campo per rimborsare i costi sostenuti per spese notarili anticipate dalle banche e gli oneri finanziari pari alla quota di interessi delle rate per le quali ha effetto la sospensione relativamente alla quota corrispondente all’Euribor o all’Irs. Rimane a carico del contribuente, dopo la sospensione, la quota capitale e la quota di interessi delle rate relativa al calcolo dello spread. Non tutti ovviamente possono beneficiare del fondo. L’immobile, per prima cosa, deve essere l’abitazione principale e il mutuo deve essere attivo da almeno un

anno. L’importo poi non deve essere superiore a 250mila euro e il reddito della famiglia non deve superare i 30mila euro all’anno. La domanda, invece, non può essere avanzata se sono già in corso le procedure di pignoramento e se la copertura assicurativa tutela anche le ipotesi previste per la sospensione nel decreto. Non scattano gli aiuti neanche in casi di ritardo nei pagamenti superiore a 90 giorni consecutivi e di fruizione di agevolazioni pubbliche. Se i parametri sono tutti soddisfatti, invece, è possibile procedere con la domanda, che deve essere presentata entro il 31 gennaio 2013 presso gli sportelli delle banche che hanno aderito al progetto, il cui elenco è disponibile sul sito dell’Abi. Si possono infine scegliere due opzioni: o sospendere tutta la rata rata ed i relativi interessi, oppure bloccare il pagamento del capitale, ma non degli interessi connessi.

Quelle undici regole per far ripartire il settore I vertici della Fiaip si rivolgono al governo e spiegano cosa fare per il real estate Dal taglio del debito pubblico a una tassazione che colpisca non il patrimonio ma il redditto prodotto dallo stesso, fino all’eliminazione dell’Imu sulla prima casa. Sono alcune delle undici proposte contenute nel documento programmatico presentato in occasione dell’incontro-manifestazione “Se riparte l’immobiliare riparte l’Italia” organizzato

dalla Fiaip a Roma. “Chi dice che l’immobile è un bene improduttivo sbaglia”, ha commentato il presidente Paolo Righi, “perché casa vuol dire lavoro. In un periodo in cui tutti sono scoraggiati noi vogliamo uscire dalla crisi e lo facciamo in modo propositivo”. Ecco le undici proposte: 1. Riduzione della pressione fiscale sugli immobili, semplificazione fiscale ed eliminazione degli enti inutili. 2. Tassare i redditi derivanti dal patrimonio e non il patrimonio. 3. Meno debito con le dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato.

4. Eliminazione della tassa sulla prima casa. 5. Revisione della legge sulle locazioni. 6. No al consumo del suolo, sì al recupero dell’esistente. 7. Edilizia agevolata, no a nuove costruzioni. 8. Facilitare l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa. 9. Facilitare l’accesso al credito immobiliare per mezzo dell’agente immobiliare. 10. L’agente immobiliare e il passaggio da ausiliario del commercio a professione intellettuale. 11. Lotta all’evasione fiscale e all’abusivismo professionale.

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IN PILLOLE l Mario Monti, l’Imu 2013 sarà più equa e progressiva “L’Imu sarà ridotta nel 2013, accrescendo la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro. Ci saranno anche detrazioni legate a figli e anziani, che arriveranno a 800 euro”. A parlare è il premier uscente Mario Monti (nella foto), intervistato a Omnibus su La7, a poche settimane dalla fine del mandato. “Il costo stimato di queste misure – prosegue - è pari a 800 milioni, la copertura viene dalla riduzione della spesa sul debito, che sarà pari a 3 miliardi già nel 2013. L’Imu deve essere un’imposta più progressiva e più equa”.

l Dal 2008 le compravendite si sono ridotte quasi della metà

In cinque anni le compravendite immobiliari, residenziali e non, si sono ridotte del 46,3%. È quanto sostiene Confedilizia, che pubblica le proprie previsioni sulla chiusura del 2012, anticipando così di qualche settimana i dati ufficiali dell’Agenzia del territorio. Se nel 2007 infatti le transazioni effettuate erano state 1.055.585, quest’anno si dovrebbe chiudere, secondo le stime di Confedilizia, con 566.758, ossia quasi la metà. Si tratterebbe di una pesante riduzione di 250mila compravendite solo rispetto al 2011, un anno già di per sé non brillante. L’ultimo trimestre 2012 sarebbe stato secondo Confedilizia il periodo più nero di tutti. Tra le cause si segnala l’aumento dei tributi.

l Cgia Mestre, la nuova tassa sui rifiuti non sarà poi una tragedia

L’arrivo della nuova tassa sui rifiuti Tares e il previsto aumento dal prossimo mese di luglio di un punto percentuale dell’Iva (che passerà cosÏ dal 21% al 22%) costeranno ai contribuenti italiani oltre 4 miliardi di euro in più rispetto a quanto hanno pagato nel 2012. Lo ha calcolato la Cgia di Mestre, il cui segretario Giuseppe Bortolussi ha sottolineato anzitutto che dimensionando gli effetti economici che produrrà l’introduzione del redditometro emerge in maniera molto evidente che “è stato montato un allarmismo eccessivo su questo nuovo strumento fiscale”.

l A Londra il prezzo delle case corre sempre senza sosta

A Londra gennaio è stato un mese record per l’aumento dei prezzi delle case, secondo Rightmove, sito britannico di annunci immobiliari. L’aumento è stato pari al 3,6% rispetto al mese precedente e ha raggiunto una media di 480.890 sterline, il 9,7% in più rispetto all’anno precedente. Si tratta del maggior incremento annuale da febbraio 2010. A livello nazionale, i prezzi sono aumentati dello 0,2%. Il numero di nuove proprietà apparse sul mercato immobiliare di Londra è aumentato del 29% rispetto all’anno precedente. Se questo diventasse una tendenza costante, secondo Rightmove, potrebbe contribuire a riequilibrare meglio l’offerta e la domanda e rallentare la crescita dei prezzi. A livello nazionale, i prezzi sono aumentati del 2,4% nel mese di gennaio rispetto all’anno precedente, raggiungendo una media di 229.429 sterline, a detta di Rightmove.


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Focus

Private banking

IN CIFRE

2004 È l’anno in cui vede la luce l’Associazione italiana del private banking (Aipb)

90 Gli istituti, le banche, gli enti, gli atenei, i centri di ricerca, le sgr e gli advisor in Aipb

419 Gli asset gestiti dal private banking in Italia in miliardi di euro al 30 giugno 2012

2007 È l’anno in cui nasce in Italia l’Associazione nazionale private & investment banker

6.705 Il numero dei private banker in Italia secondo le ultime rilevazioni di Magstat

PRIVATE BANKING Quello che c’è da sapere lo trovi sul sito web www.soldiweb.com

Le sfide del nuovo anno a cura di Silvia Minola I numeri sul 2012 del private banking in Italia si conosceranno più avanti, attorno alla primavera, in concomitanza con l’uscita dei bilanci annuali delle principali società del settore. Gli ultimi dati a disposizione risalgono quindi all’appuntamento annuale dello scorso autunno di Aipb, l’Associazione italiana del private banking che raduna intorno a sé tutti gli operatori del settore. In attesa di fare un punto a tutto tondo sulla direzione che ha preso il private banking nel 2012, soldi&bluerating registra una novità che riguarda i professionisti e propone un riepilogo dei fatti principali che la redazione ha registrato all’inizio dell’anno. Innanzitutto, i professionisti. Nel mese di gennaio, l’Associazione nazionale dei private & investment banker (Anpib) ha lanciato un suo gruppo su LinkedIn. L’ente, in sé, non è una novità: un articolo che lo riguardava uscì sul Corriere della Sera nel novembre del 2008. Secondo quanto all’epoca riportava il quotidiano, nonostante il momento del mercato l’Anpib si preparava a tenere a Milano un convegno dedicato “alla formazione di un codice deontologico al quale dovranno attenersi gli iscritti all’associazione, ma anche ispirarsi altri interlocutori dei mercati come banche, istituzioni, clienti”. L’evento era previsto tra gennaio e febbraio del

Dal mercato emerge la volontà dei private banker di rafforzare la loro posizione e il ruolo al fianco dei clienti. Non senza qualche difficoltà, dovuta al momento particolare di mercato

2009. Fondata sei anni fa, per tutto questo tempo l’associazione è di fatto rimasta sottotraccia. Dal sito web ufficiale risulta che presidente e amministratore delegato è Angelo Deiana, vice presidenti sono Fabio Caselli, Roberto Giubilei e Antonio Tognoli, mentre nel cda siedono Deiana, Caselli, Giubilei, Tognoli, Tommaso Paparo, Mauro Vinci ed Emmanuele Ziantoni. Quest’ultimo è anche direttore generale. Obiettivo dell’associazione è valorizzare la professione del banker. È un segnale: in un momento ancora difficile per i mercati e complicato per gli investimenti, gli esperti devono diventare ancora più esperti e prendere più fermamente coscienza del loro ruolo e della loro posizione. Specialmente - ma non solo - quelli che si rivolgono a una clientela con un portafoglio considerevole da gestire. Non è stata la sola novità di inizio anno: a pagina 16 riepiloghiamo in sintesi tutte le altre. Un discorso a parte per la pagina 17, dove facciamo il punto sul mercato che sarà con i manager di Sofia sgr: il presidente Alberto Crespi e l’amministratore delegato Daniele Bevacqua in sostanza dicono a soldi&bluerating: per noi sarà “business as usual”, e per i nostri clienti ci sarà la garanzia del nostro lavoro e del nostro impegno per arrivare al risultato che abbiamo concordato con loro ex ante.


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Ubi Banca, il private sposa il corporate Ubi Banca ha iniziato l’anno con una grossa novità sul suo private banking. La struttura si è integrata con il corporate banking, in un modello di servizio che - come si apprende da una nota diffusa il 7 gennaio - “unisce le migliori competenze del gruppo per la gestione e lo sviluppo del patrimonio familiare e delle imprese”. La creazione di valore per la persona e per l’impresa passerà attraverso un “innovativo approccio di advisory integrato”, spiega ancora il gruppo nella sua nota: per il patrimonio personale (il Pro active wealth advisory), per il passaggio generazionale (Family business advisory) e per l’azienda (Corporate advisory). Luca Monti, già responsabile del mercato corporate banking da oltre sei anni, sarà a capo della nuova struttura private & corporate unity di Ubi Banca, che conta oltre 600 banker specializzati e 50 centri in tutta Italia. Al di là di quanto riportavano le note ufficiali, secondo alcuni osservatori la scelta è anche legata al fatto che nel private banking si sono ridotti i margini. Il 2012 non è stato un anno facile per i servizi bancari rivolti alla clientela con disponibilità uguali o superiori a 500mila euro.

Il fisco mette fine a una storia lunga due secoli e mezzo All’inizio dell’anno, la più antica banca privata svizzera ha chiuso i battenti. Non prima, però, di aver ammesso che ha aiutato alcuni facoltosi clienti americani a evadere le tasse. Wegelin si è dichiarata colpevole davanti al giudice della corte distrettuale di Manhattan e alla fine ha accettato di versare ben 58 milioni di dollari a Washington. Nel dettaglio, la banca aveva assistito ricchi clienti americani che hanno scelto di nascondere 1,2 miliardi di dollari in conti offshore, evadendo

L’associazione Anpib si lancia su LinkedIn Tempo di social network anche per l’Associazione nazionale private & investment banker (Anpib), che a gennaio ha aperto un gruppo su LinkedIn. Nata nel 2007 con lo scopo di valorizzare la figura del private banker, l’Anpib si pone l’obiettivo di “fornire un aiuto pragmatico e concreto alla crescita personale di tutti i professionisti italiani del settore”. Questi, dunque, gli obiettivi: rappresentare e tutelare gli associati in tutte le sedi, istituzionali e professionali; verificare e attestare le

La marginalità si è ridotta, hanno fatto notare alcuni, anche per via dell’allocazione di molti risparmi su prodotti meno remunerativi come i conti deposito, i titoli di Stato e le obbligazioni. Si tratta, sempre secondo gli osservatori, di un trend che andrà avanti nel 2013. Mentre sul versante dell’allocazione dei prodotti e dei servizi di risparmio, per tutte le banche diventerà prioritario bilanciare con i prodotti di risparmio gestito, che stanno tornando a ritagliarsi uno spazio. L’operazione di Ubi serve a sintonizzare la gestione della ricchezza personale con quella delle risorse d’impresa. Una fusione che, come hanno sottolineato gli osservatori, per le grandi banche commerciali è nuova. Da Intesa Sanpaolo a UniCredit, dal Banco Popolare al Credito Emiliano: qui tutte le divisioni sono separate. Una mossa simile a quella di Ubi Banca finora sembra averla fatta solo Bnl. “Tra i principali obiettivi”, spiega Luca Monti, “per noi c’è quello di catturare quel 15/20% di aziende i cui titolari non sono ancora seguiti dal segmento private. Vorremmo farlo con un modello che ancora non è stato sperimentato da altri gruppi, ma che consente la creazione di valore per la persona e l’impresa, mediante un innovativo approccio di advisory integrato”.

così il fisco. In una nota, l’istituto fondato a San Gallo nel 1741 ha spiegato che “una volta che la questione sarà definitivamente archiviata, cesserà di operare come banca”. Wegelin si è vista accusare dalle autorità americane nel febbraio dello scorso anno. Dopo lo scandalo aveva deciso di dividersi in due, trasferendo le attività non americane alla banca Nonenstein, poi acquistata dal gruppo Raiffeisen.

competenze degli assoAngelo Deiana ciati sia nella fase di accesso sia con cadenza periodica; organizzare corsi di formazione, incontri, meeting e convegni per qualificare ulteriormente la professionalità degli iscritti; fornire assistenza su tutti i problemi connessi alla professione; per finire, offrire un ampio quadro di notizie e informazione sulle opportunità del mercato del lavoro per tutte queste attività professionali.

BREVE RIEPILOGO DEL MESE l DELL’ACCIO IN B. EUROMOBILIARE

l CORAZZA TROVA L’APOGEO

l UBS PROMUOVE UN PRIVATE BANKER

Francesco Dell’Accio è approdato nella filiale torinese di Banca Euromobiliare. In passato, ha maturato oltre 20 anni di esperienza in realtà come Banca di Roma, UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Ubs, Banca MB e per ultimo Banca Akros.

Luca Corazza ha lasciato il Credit Suisse per Apogeo Consulting. Nelle settimane scorse, il professionista padovano ha detto addio al gruppo svizzero per approdare nella rete che fa parte del gruppo guidato dal presidente e a.d. Pietro Giuliani.

Ubs ha nominato il private banker Andre Cronje chief operating officer dell’investment bank. Cronje, che lavora nel gruppo dal 2000, prende il posto di Sam Molinaro, ex Bear Stearns assunto come coo dell’investment bank di Ubs lo scorso marzo.

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Dal presidente Crespi all’a.d. Bevacqua, parlano i manager

Il 2013 di Sofia sgr L’obiettivo è continuare a soddisfare tutti i clienti “Al cliente noi chiediamo: con che risultato annuale si sentirà soddisfatto dal mio lavoro? Dalla risposta, noi di Sofia sgr cerchiamo di costruire la cornice in cui lavorare per tutto un anno”. Chi parla è Alberto Crespi, 45 anni, ingegnere e presidente della società: “Fare questo è il solo modo efficiente per personalizzare un portafoglio in modo che alla fine di un anno di lavoro sia stato fatto tutto il possibile per dare al cliente un risulta-

Secondo i numeri uno, la strategia è la stessa di sempre: lavorare per creare soluzioni personalizzate che tra dodici mesi diano ancora lo stesso livello di soddisfazione garantito in questi difficili anni di crisi to di cui sia soddisfatto. La nostra è, anche per scelta, una piccola azienda che non ha nel capitale né banche né assicurazioni. Siamo vigilati da Banca d’Italia, proprio come una banca. Abbiamo scelto di collaborare con le banche, non vogliamo essere alternativi al sistema. Il nostro cliente apre un suo conto in una banca, intestato a sé. Poi noi facciamo per lui gestione o consulenza, seguendo le sue indicazioni”. L’80% della clientela di Sofia ha un obiettivo di performance tra il 15% e il 20% sui tre anni, non lineare. “Cioè, non è detto che la performance sia uguale in tutti e tre gli anni”, spiega il direttore commerciale di Sofia, Davide Visentin. “La clientela accetta, a fronte di questo obiettivo, un rischio compreso tra la metà e i due terzi del target di performance annualizzato. Per esempio, nel 2013, a fronte di un risultato dell’8%, il portafoglio ha preso un rischio tra il 4% e il 6%. Ci sono poi clienti che vogliono stare su un profilo di rapporto tra rischio e rendimento maggiore, clienti da mercati azionari, e altri che inve-

ce preferiscono portafogli obbligazionari, per incassare cedole o subire - di regola - meno volatilità. Comunque i nostri clienti ci chiedono di essere attivi, di avere la capacità di difendere i loro averi dai cambi di umore dei mercati e dei politici e noi lo facciamo impegnandoci per dare ai clienti risultati a ritorno assoluto, il più possibile indipendenti dai malumori delle Borse e dalla loro volatilità”. Cos’è cambiato con la crisi degli ultimi anni? Risponde Luigi Capitani, direttore generale di Sofia sgr: “Sul mercato si è diffusa l’idea che il family office sia una cosa molto esclusiva. In effetti, avere accesso a questo tipo di strutture richiede una certa capacità economica. I servizi di cui si tratta, invece, si declinano secondo una scala di richieste molto ampia e varia. Secondo la nostra esperienza, fare family office vuol dire poter fare leva sull’attività di una banca universale, che possa offrire tutti i servizi, dal conto corrente al Rid fino al finanziamento Lombard e all’assistenza internazionale. Su questo si deve innestare la possibilità di dare servizi di gestione e di investimento indipendenti e altamente professionali e una struttura che possa colloquiare alla pari con il più classico dei fiduciari del cliente: il commercialista. Dare risposte sulla protezione e la crescita del patrimonio in senso ampio, questa è la caratteristica vera del nostro concetto di family office”. L’amministratore delegato Daniele Bevacqua aggiunge: “Quando abbiamo rilevato Sofia sgr, nel settembre 2009, gli asset manager nel mondo erano circa 50.000. L’idea di entrare in un mercato competitivo, capital intensive, molto maturo e regolamentato come quello delle

società di gestione del risparmio per essere l’asset manager numero 50.001 non ci sembrava molto affascinante. Noi volevamo occuparci di private banking diventando l’officina finanziaria in grado di costruire i veicoli finanziari giusti per ciascuno dei nostri clienti, meglio ancora se erano clienti che avevano un relationship manager ad assisterli”. Che anno sarà il 2013? “In Sofia sarà un anno in cui lavoreremo solo per i nostri clienti, cercheremo di creare soluzioni personalizzate che tra dodici mesi diano ancora lo stesso livello di soddisfazione che abbiamo saputo garantire in questi anni, da quando la nostra società ha cominciato a proporre un nuovo modo di fare private banking. Per noi sarà ‘business as usual’, per i nostri clienti ci sarà la garanzia del nostro lavoro e del nostro impegno che cercherà di portare il risultato che abbiamo concordato con loro ex ante. Naturalmente, per arrivare a dare il profitto desiderato ai nostri clienti, dopo aver condiviso un obiettivo, si deve passare a fare i conti con gli strumenti d’investimento. Noi in Sofia non abbiamo vincoli a quello che possiamo utilizzare e quindi scegliamo il meglio che riteniamo di poter offrire alla nostra clientela: fondi, sicav, etf, azioni, valute e obbligazioni, insomma tutto quello che esiste nell’universo investibile è a nostra disposizione a condizioni da istituzionali. Saper scegliere dipende molto dalla qualità del nostro ufficio studi, che analizza i mercati e approfondisce le tematiche di investimento, spesso confrontandosi con i colleghi delle maggiori case di investimento per produrre una view propria che ha saputo finora accompagnare Sofia”.

INTANTO LA SQUADRA CRESCE Quattro professionisti arrivati di recente Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, Sofia sgr ha accolto nel suo team due private banker e due promotori finanziari. Nello specifico, come ha comunicato al sito BLUERATING la società di gestione guidata dall’a.d. Daniele Bevacqua (e come ha riportato questo settimanale sul numero scorso, n.d.r.), i private banker sono Fausto Bianchi, classe 1962, e Barbara Romiti, classe 1967, entrambi provenienti dalla Cassa di Risparmio di San Miniato presso la quale ricoprivano rispettivamente il ruolo di responsabile dell’area finanza e di responsabile del private banking. I promotori finanziari sono invece Enrico Deponti, proveniente da Azimut Consulenza sim, e Luigi Mauri, da CityBank. Sofia sgr, con oltre 300 milioni di euro di masse in gestione, conta oggi circa 900 clienti e una struttura di 26 advisor.


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LUCI&OMBRE

di Fabrizio Tedeschi*

Alla maniera delle tre scimmiette

U La riorganizzazione va avanti e i professionisti ci credono

Mps, i promotori vogliono dire la loro di Francesca Sulpizi Alcuni già parlano di un nuovo azionista, un privato, pronto ad acquistare una quota del capitale di Monte dei Paschi di Siena. È un fatto, intanto, che venerdì 25 gennaio l’assemblea abbia detto sì ai 3,9 miliardi di euro di Monti bond. Una parte dei quali - non va dimenticato - andrà a rimborsare gli 1,9 miliardi di Tremonti bond assegnati circa tre anni fa. Certo non si può dire che, nel mese precedente le elezioni politiche, il clima a Siena sia tra i più sereni. La più antica banca italiana, espressione di una rete di poteri - politici ma non solo, come del resto altre in Italia - da tempo associata alla sinistra, è nella tormenta. Tutto è iniziato con la trasmissione televisiva Report, a cui è seguita una prima pagina sul quotidiano Il Fatto. Oggetto dei servizi giornalistici, due operazioni su derivati, “Santorini” e “Alexandria”. L’accusa, per farla breve, è che quelle operazioni strutturare siano servite a tenere di fatto nascoste il più a lungo possibile le perdite legate all’operazione Antonveneta. Passo indietro. Nel 2007, Mps ha comprato Antonveneta spendendo 9 miliardi di euro cash appena pochi mesi prima che iniziasse la crisi economica. Una crescita però non sostenibile, che ha portato la banca prima

Per molti, il caso è stato amplificato dai media. Dichiarano: siamo fiduciosi, la banca è solida. E qualcuno già parla di un nuovo azionista privato pronto a entrare nel capitale

a fare ricorso ai Tremonti bond e poi, dopo il sì dell’assemblea del 25 gennaio, ai Monti bond. Al di là degli eventuali risvolti penali - a cui la Procura starebbe pensando nel momento in cui scriviamo questo articolo - è un fatto che due manager di peso della vecchia guardia - l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni siano fuori già da un anno, sostituiti da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Vedremo come andrà a finire. Intanto, i promotori finanziari hanno la sensazione che sia una “strumentalizzazione”, che sta pesando sulla reputazione della banca e sul loro lavoro. Chi è dentro tiene duro, ma chi stava per entrare nella rete preferisce aspettare che la situazione si chiarisca. “Quello di cui si parla oggi in termini di ‘scandalo’”, commenta un lettore, “è il frutto di una serie di operazioni sbagliate”. Tra gli uomini e le donne della rete c’è però anche la sensazione che gli sviluppi saranno positivi: “Il lavoro di pulizia prosegue, l’istituto è solido”. E poi, appunto, ci sarebbe questo privato pronto a entrare. Il lavoro dei promotori finanziari prosegue. Sembrerebbe confermato anche il giro d’Italia in nove tappe, con i top manager Profumo, Viola e Mario Incrocci in prima linea, che dovrebbe iniziare a marzo e terminare tra giugno e luglio.

na brutta storia: oltre mezzo millennio buttato a mare da incompetenza e forse peggio. La vicenda Mps è uno spaccato inquietante del nostro Paese. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito e nessuno ha parlato. Però qualcuno ha combinato un enorme guaio per la banca, la città, il Paese. La balzana sulla torre del Mangia rischia di essere sostituita dalle tre scimmiette. Nessuno esce indenne dalla vicenda. Il ministero del Tesoro non ha adeguatamente controllato la fondazione, la Banca d’Italia e la Consob si sono lasciati (colpevolmente?) ingannare. Quanti dovevano istituzionalmente controllare i bilanci (sindaci, revisori, controlli interni, etc.) hanno latitato. Quando il titolo Mps ondeggiava in Borsa in misura abnorme non è stata aperta un’indagine di manipolazione. E lo scoperto sul titolo non richiede un’indagine per market abuse? Sui partiti e le istituzioni locali è meglio soprassedere, come pure sui pavidi tentativi di scaricabarile. Oltre lo stupore per la totale assenza o inefficienza (o peggio?) dei controlli e controllori, lascia perplessi il fatto che di fronte a un’enormità come l’acquisizione di Banca Antonveneta nessuno si sia ribellato o si sia posto qualche domanda sulla gestione della banca. Al contrario. Tutto il sistema ha applaudito, tanto da eleggere l’autore di cotale capolavoro a capo dell’associazione di categoria, addirittura modificandone lo statuto. Una figuraccia da parte dell’intero sistema bancario, oppure la manifestazione della sua qualità. Più o meno come nominare Tanzi presidente della Confindustria. A proposito del parallelo con la vicenda Parmalat, i responsabili di quella vicenda sono stati processati e condannati, e qualcuno è in carcere. La vicenda Mps è appena agli inizi. Vedremo il comportamento di Consob e della magistratura se sarà ugualmente severo. E la vergogna maggiore non è l’Imu per coprire il buco di Mps, bensì il sospetto che l’ultimo scudo sia stato riaperto per il rimpatrio della (presunta) maxitangente. Staremo a vedere. Dopo le elezioni. *tedeschi@alezio.net


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6 febbraio 2013

Banca Ipibi, avanti tutta con il passaggio alla “fase 2”

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Lucio De Rocco

gli obiettivi

Quando la parcella diventa una realtà di Maria Paulucci Banca Ipibi è in pienissima “fase 2”. Obiettivo, diventare a tutti gli effetti una banca di consulenza finanziaria fee only. Ne parliamo con Lucio De Rocco, amministratore delegato dell’istituto che fa parte del gruppo Veneto Banca. Quali sono, oggi, i vostri numeri? Stiamo crescendo ulteriormente in asset e dimensioni. Stiamo vivendo un momento importante per la nostra banca poiché stiamo mettendo in atto tutte le attività di “Ipibi fase 2”, che hanno comportato una riorganizzazione profonda di ogni aspetto della struttura per arrivare a un modello esclusivo, non assimilabile a nessuna delle altre reti bancarie. Con questo nuovo assetto abbiamo coinvolto ancora di più ogni singola funzione affinché tutti in Banca Ipibi si sentano davvero parte di un unico forte team di consulenza al cliente. In che modo? I promotori finanziari, per esempio, possono accedere a ruoli dirigenziali, e questo consente un dialogo costante fra i consulenti e la direzione, in modo che non ci siano troppi passaggi intermedi. Ciò favorisce rapidità, trasversalità e migliore comunicazione. Sembra che non ci sia una struttura gerarchica. È così? Abbiamo scelto di non averne una. Abbiamo quattro manager che sono un tutt’uno con la direzione mercato, rappresentano la direzione generale sul territorio, si occupano di sviluppare il business e di assistere i professionisti in ogni loro necessità lavorativa guidandoli, coordinandoli e motivandoli. Seguono le nostre macroaree Nord, Nord Est, Nord Ovest e Centro e sono Claudio Riva, Corrado Bertelli, Guido Stefanini e Umberto Grieco. A seguito della riorganizzazione, ai manager sono state assegnate deleghe importanti, riguardanti le

“Ci stiamo muovendo nell’ambito di un progetto formativo sia interno, attraverso l’Accademia di Banca Ipibi, sia esterno, con una serie di seminari in collaborazione con professori universitari: i temi trattati spaziano dalle modalità da seguire per fare le scelte finanziarie alla valorizzazione del capitale umano della famiglia. A maggio, poi, ci sarà la nostra Convention”.

Lucio De Rocco, a.d. Banca Ipibi FA

autonomie di pricing e l’acquisizione di nuovi promotori finanziari. E anche di bancari, magari? Sì, i bancari a noi interessano. La metà dei nostri promotori finanziari proviene dal settore bancario. Credo che Banca Ipibi consenta loro di esprimersi al meglio, poiché valorizza ed esalta le competenze e le abbina all’assenza di conflitto di interesse. Con tutti i promotori finanziari che lavorano a parcella, i clienti non hanno più motivo di temere il conflitto di interessi. Il nostro pricing dipende dal portafoglio nel suo complesso, e non da questo o da quel prodotto. Ci ricorda quando è iniziata la vostra evoluzione verso la consulenza a parcella? La ristrutturazione è stata avviata lo scorso anno, dopo un periodo di preparazione maturato nel tempo, già a partire dal 2008, ed è nata da un’analisi approfondita delle esigenze del cliente e dal desiderio di mettere in risalto la professionalità dei promotori.

FASE 2 A febbraio il primo family office a Milano “Entro febbraio inaugureremo il primo family office a Milano. A regime, ci lavoreranno quattro o cinque persone. Per gli altri family office, le trattative sono in corso”. A fornire l’anticipazione è Lucio De Rocco, amministratore delegato di Banca Ipibi Financial Advisory, che fa parte del gruppo Veneto Banca. Ancora massima discrezione sul nome di chi coordinerà l’ufficio. Il progetto rientra nella “fase 2”, in scia alla quale la

banca si sta focalizzando sulla consulenza a parcella. Il primo a parlare dei family office con la nostra redazione fu il direttore mercato di Banca Ipibi Antonio Marangi: “I family office non nascono perché noi riteniamo che in quella zona sia opportuno fare qualcosa, ma perché troviamo dei professionisti che - indipendentemente dal contratto che stringeranno poi con la banca - hanno voglia di sviluppare il progetto”.

192

11

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15

promotori

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miliardi

milioni

promotori

Il numero dei promotori finanziari di Banca Ipibi Financial Advisors

Oggi il portafoglio in media sfiora la quota degli 11 milioni di euro

Le masse di Banca Ipibi ammontano a 2,150 miliardi di euro

La raccolta netta dei promotori finanziari di Banca Ipibi nel 2012

Gli ingressi nella rete di Banca Ipibi nel corso dell’anno passato


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La sensazione è che presto tutto il mercato passerà alla parcella

Quel modo diverso di remunerare i pf di Simone Martino Alla fine del 2012, Banca Ipibi - del gruppo Veneto Banca - contava 192 promotori finanziari. “In dodici mesi, lo scorso anno, ne abbiamo accolti 15”, spiega oggi l’amministratore delegato Lucio De Rocco. Che mette subito in chiaro: “A noi non è tanto la quantità che interessa, ma la qualità. Siamo molto selettivi: puntiamo a professionisti con idee e programmi interessanti da sviluppare, in linea con il core business della nostra banca, che fonda la sua attività sulla consulenza. Viene con noi chi, con spirito da imprenditore, condivide l’idea che la consulenza è l’unico prodotto e che il prodotto in sé costituisce uno strumento: la vera consulenza si fonda sulla costruzione di una relazione di fiducia con il cliente, tutto il resto è accessorio”. Ne consegue che in Banca Ipibi Financial Advisory tutti i promotori

finanziari sono remunerati a parcella. “La consulenza è a pagamento: non c’è una percentuale fissa perché varia in base al livello delle informazioni e alla frequenza delle stesse. Banca Ipibi è stata tra i primi a distribuire nel 2008 un contratto di consulenza a pagamento”. Sulla consulenza finanziaria, il servizio spazia su tutti i segmenti di mercato, dall’affluent al retail. All’interno della consulenza c’è anche una grossa componente di sinergia bancaria. “Quando selezioniamo i nostri professionisti”, chiarisce ancora De Rocco, “prestiamo

La consulenza è funzionale al collocamento dei prodotti ma è soprattutto finalizzata alla pianificazione finanziaria del cliente 172 milioni di euro, mentre gli asset si sono attestati a quota 2,150 miliardi. Il portafoglio pro capite è dun-

Banca Ipibi Financial Advisory oggi ha tre filiali e 35 uffici dei promotori finanziari associati. “Siamo presenti in otto regioni italiane”, riepiloga l’amministratore delegato, “che sono Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Abruzzo. Il 2013”, annuncia sempre De Rocco, “sarà un anno di nuovi ingressi, sia sul fronte dei dipendenti sia su quello dei liberi professionisti. Abbiamo 12.500 rapporti con la clientela, che vuol dire 60 rapporti per ogni professionista. Pochi, dunque, e molto ben seguiti”. Sulle società partner, invece, non ci sono nuovi accordi in vista. “Oggi abbiamo 11.000 tra prodotti e strumenti finanziari. I partner hanno compreso il nostro discorso sulla parcella e da parte loro non mancano proposte innovative e di qualità”. Ultimo capitolo, le nuove tecnologie. “Stiamo implementando nuove piattaforme informatiche, che siano da supporto al nostro modello di consulenza in quattro fasi, ossia profilatura del cliente, consiglio, proposta e monitoraggio. Il tutto in pochi clic. Lo scopo è semplificare la vita sia al professionista che al cliente. Per quanto concerne le relazioni esterne, stiamo attuando un progetto di digital communication che coinvolge tra l’altro i social media”. Insomma, in Banca Ipibi la consulenza è funzionale al collocamento dei prodotti ma è soprattutto finalizzata alla pianificazione finanziaria. Sullo sfondo, la sensazione che presto tutto il mercato, nel nostro Paese,

FINANCIAL ADVISORY grande attenzione al carattere del professionista, ai suoi livelli di motivazione, al suo storico, al valore delle sue idee”. Intanto la raccolta netta nel 2012 è stata di

Sede: Milano Data di nascita: 2001 Presidente: Flavio Trinca Vice presidente: Alessandro Gallina Amministratore delegato: Lucio De Rocco Consigliere delegato e direttore mercato: Antonio Marangi Promotori finanziari a fine 2012: 192 unità Portafoglio pro capite fine 2012: 11 milioni di euro Raccolta netta nel 2012: 172 milioni di euro Asset: 2,150 miliardi di euro Filiali: 3 Uffici dei promotori finanziari associati: 35 Rapporti con la clientela: 12.500 unità Prodotti e strumenti finanziari: 11.000 unità

que di 11 milioni di euro. “Per il 2013”, anticipa De Rocco, “prevediamo una crescita più consistente rispetto a quella dell’anno scorso, e non mi riferisco solo ai numeri”. Che, pur positivi, si confrontano con quelli di fine 2011, quando Banca Ipibi Financial Advisory chiuse l’anno con 424 milioni di raccolta netta da gennaio a dicembre, secondo i dati e le voci considerate da Assoreti nelle sue tabelle periodiche. All’epoca i promotori finanziari operativi erano 185. Per chiudere il cerchio, sempre secondo i dati di Assoreti le consistenze patrimoniali ammontavano a 1,85 miliardi di euro. Diviso per il numero di pf che allora risultavano essere nella struttura, fa 10 milioni di euro. Insomma, anche con i 15 ingressi netti del 2012, Banca Ipibi ha alzato il livello del portafoglio medio.

IL PASSATO

Nel 2013 la banca compie 12 anni Banca Ipibi ha festeggiato il decennale nel maggio del 2011 ad Assisi. È nata come controllata dell’ex Banca Popolare di Intra, con la denominazione Intra Private Bank. Nel 2007, a seguito dell’incorporazione della Popolare di Intra nel gruppo Veneto Banca, ha cambiato nome in Banca Ipibi Financial Advisory. Oggi appartiene appunto al gruppo Veneto Banca. Sempre dal 2007 ha iniziato un piano di sviluppo che sta procedendo. Da quando la banca è stata acquisita da Veneto Banca, fanno sapere dal gruppo, non sono mai cambiate le specificità e l’autonomia. La società è nata come banca di nicchia nel 2001, già improntata alla consulenza. A seguito della Mifid, nel 2008, ha visto rafforzare le competenze in materia. Si può definire una pioniera nel senso che è, come spiega, “una banca propria che non ha mai collocato prodotti di casa, in un regime di architettura aperta senza mai cambiare la remunerazione del professionista, indipendentemente dal prodotto finanziario che colloca”. L’altra caratteristica segnalata è che, per praticare la consulenza, la banca ha sempre dato l’opportunità ai promotori finanziari di fare un’offerta completa al cliente.

BANCHE&RETI Le novità del mercato su www.bluerating.com


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Somaschini di JC&Associati elenca i piani della sim e parla di m&a

Un’unione che avrà il profumo dell’estate di Diana Bin

effettuate in tempo reale.

Dal forte focus su comunicazione e social network a un nuovo importante accordo che vedrà la luce nelle prossime settimane, passando per una riflessione su differenze e punti di contatto tra la figura del promotore finanziario e quella del consulente. Questi alcuni degli argomenti di cui soldi&bluerating ha parlato con Giancarlo Somaschini, partner di JC&Associati sim e responsabile pianificazione e controlli. Nata nel 2003, la società presieduta da Jacopo Ceccatelli, che ne è anche il principale azionista, è diventata sim a settembre del 2009 in virtù dell’applicazione dei principi Mifid. Oggi offre servizi di consulenza finanziaria indipendente a clienti privati affluent e istituzionali.

Come sta andando il mondo della consulenza, dal vostro punto di vista? Il lavoro del consulente diventa sempre più complesso: da un lato abbiamo una normativa che continua - giustamente - a evolvere, e dall’altro la necessità di instaurare un rapporto di

Somaschini, ci spiega come si articolano i servizi di consulenza agli investimenti prestati da JC&Associati sim? La nostra attività di consulenza si articola attraverso un’analisi del portafoglio esistente, a cui fanno seguito l’individuazione del corretto profilo rischio/rendimento e la predisposizione di portafogli modello personalizzati. Successivamente, il portafoglio viene monitorato con cadenza settimanale e le eventuali movimentazioni vengono suggerite attraverso comunicazioni

mesi? Cosa ci può dire? Attualmente JC&Associati sim è composta da un team di una decina di persone. Ma la domanda sta crescendo, e noi ci stiamo adeguando: abbiamo infatti in essere un’operazione di fusione con un’altra struttura, che consentirà di allargare la base operativa grazie all’integrazione con nuovi

Abbiamo in essere un’operazione di fusione con un’altra struttura, che consentirà l’integrazione con nuovi servizi di investimento Giancarlo Somaschini, partner di JC&Associati sim

trasparenza e di fiducia con il cliente. Il tutto in un contesto di mercato non semplice. Per conciliare tutto ciò, bisogna puntare su un sistema integrato. In che modo JC&Associati sim ha risposto alla sfida? Abbiamo creato un software che permette, attraverso un modello di analisi multivariato, di incrociare la profilatura di rischio e liquidità del singolo strumento (e del portafoglio) con il profilo di rischio del cliente. In questo modo il sistema, per mezzo di un algoritmo, ci permette di calibrare al meglio i suggerimenti e di tracciare in modo pratico l’evoluzione operativa del cliente. Quali sono i progetti in cantiere per i prossimi

servizi di investimento, come l’asset management. Prevedibilmente, l’operazione sarà ultimata entro la fine di questo semestre. La società è presente su tutti i principali social network: Facebook, Twitter, LinkedIn e YouTube. State puntando molto sulla comunicazione, pare. Assolutamente sì. Il nostro obiettivo è avvicinare sempre di più i nostri servizi al cliente, stimolandone la partecipazione attraverso strumenti a lui noti. Oggi ci sono i social network, i nuovi browser del decennio, prima c’erano i siti internet, molto più statici e di vetrina. JC ha sempre sfruttato la comunicazione digitale, basti pensare che siamo presenti sul mercato

500

10

2003

mila

professionisti

anno

I clienti privati che si rivolgono alla sim hanno portafogli importanti, dai 500mila euro in su

Attualmente la squadra della società è composta in tutto da una decina di persone

JC&Associati ha visto la luce nel 2003 ed è diventata sim quattro anni fa, nel 2009

con quattro siti web diversi: jcassociatisim.it, sito istituzionale della sim; jcinvestimenti.it, che fornisce informazioni su tutti gli strumenti del settore; jcnetwork.it, che si rivolge agli esperti del settore in cui è possibile consultare, previa registrazione, analisi più dettagliate e approfondite su determinati prodotti; e jctrading.it dedicato al mondo del trading. Il dibattito esiste da tempo e probabilmente continuerà ancora a lungo: secondo lei, consulente e promotore sono due figure differenti o sovrapposte? Secondo me, nella vita pratica si sovrappongono parzialmente, anche se poi è necessario conoscere la struttura della società presso la quale il professionista svolge la sua attività. Oggi stiamo assistendo allo sviluppo di banche dove la consulenza diventa il perno dell’attività di promozione, per cui sostanzialmente il promotore promuove l’attività di consulenza: questo fa sì che ci sia una piccola sovrapposizione. Anche perché comunque il promotore da sempre è una figura che orienta un po’ le scelte del cliente.

Giancarlo Somaschini

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Al PfExpo è intervenuto Giacomo Campora di Allianz Bank FA

Il promotore non è solo un venditore di Diana Bin Il promotore finanziario non è un semplice venditore. Parola di Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz Bank Financial Advisors, che nel corso di una tavola rotonda intitolata “La domanda di consulenza oggi in Italia e gli strumenti a disposizione dei professionisti”, tenutasi a Milano nel corso di PfExpo 2013, ha detto di non condividere “la rappresentazione della figura del promotore finanziario come un venditore di prodotti: il nostro approccio, così come succede nelle principali banche d’affari e nelle maggiori reti di promotori finanziari, è la vendita di un servizio di consulenza di tipo olistico, vale a dire per tutti, che comprende diversi aspetti”, ha spiegato. La figura del promotore finanziario, ha poi aggiunto, “è, fin dalla sua origine, una figura di consulente”, per cui il dibatitto sulla netta distinzione tra questi due termini sembra “sterile, e volto a creare bisogni che in realtà non sono così

La banca vuole fornire un servizio di consulenza a tutto tondo, che comprenda diversi aspetti chiaramente individuabili”. Quanto alla strategia della società, Campora ha spiegato che, in questo momento, Allianz Bank Financial Advisors sta puntando sulla clientela italiana di fascia alta, con almeno 250mila euro di asset da porre sotto consulenza, un progetto già avviato con un riscontro soddisfacente, e che dovrebbe continuare a dare i propri frutti nel corso del 2013. “Gli asset degli italiani sono solidi e ben investiti, tanto che l’Italia è uno dei Paesi più interessanti al mondo per il nostro gruppo sul fronte del risparmio privato”, ha osservato il manager. Intanto la società ha ripensato la sua piattaforma e ha

lanciato un nuovo prodotto ad hoc, in modo da poter “progettare con il cliente il flusso di denaro che intende ricevere, stabilendo come e quando desidera riceverlo”. Una mossa dettata dal fatto che, “negli ultimi dodici mesi, oltre l’80% della domanda dei nostri clienti ha riguardato prodotti in grado di generare reddito immediato”, ha spiegato ancora Campora. Quanto infine alla filosofia su cui si basa la società, l’amministratore delegato ha sottolineato che “il vantaggio competitivo di Allianz Bank Financial

Legarsi di più al territorio È lo scopo dell’evento Credem che si è tenuto il 25 gennaio a Napoli La rete di promozione finanziaria Credem ha riunito a sé i professionisti per parlare di mercati finanziari. L’evento si è tenuto venerdì 25 gennaio alle 17.00 a Napoli, presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito in piazza del Plebiscito. Obiettivo, spiega la banca in una nota, “consolidare e sviluppare il legame della banca con il territorio, offrendo un momento di dialogo e confronto con clienti e promo-

tori su temi di attualità”. All’evento, al quale sono stati invitati circa 400 tra clienti e promotori Credem dell’area, sono intervenuti Marzio Gussago, senior sales manager di Pictet, che ha parlato della recente evoluzione dei mercati finanziari, e Giovanni Gargiulo, directional manager dei promotori finanziari Credem, che ha presentato il gruppo Credem e introdotto gli argomenti trattati.

“Napoli è una città con un vivace tessuto economico, molto importante per la nostra rete di promotori e per il nostro istituto”, ha dichiarato Duccio

Advisors consiste nello sviluppare il ruolo della persona in qualità di consulente o agente. Gli investimenti vanno fatti sulla qualità degli intermediari che ci rappresentano e nello sviluppo di conoscenze e competenze”. E per consentire la creazione di un rapporto di fiducia tra l’intermediario e il cliente, ha aggiunto, è necessario mettere il primo nelle condizioni di poter fornire al secondo “un ampio set di strumenti finanziari tra cui scegliere, senza incentivi mirati su determinati prodotti”.

Marconi, direttore commerciale della promozione finanziaria Credem. “Siamo presenti da molti anni nell’area”, ha proseguito Marconi, “e punteremo senz’altro a crescere anche in futuro. Questi sono i motivi che ci hanno spinto a organizzare proprio a Napoli questo incontro”. Gargiulo ha aggiunto: “Il perdurare della crisi ha instillato nei risparmiatori un senso di timore e di diffidenza nei confronti dei mercati finanziari, tale da far imprimere nella memoria gli eventi negativi e sottovalutare i trend di ripresa. Il dibattito è servito da

Da promotori a financial planner I promotori finanziari di Banca Generali diventano financial planner. Lo ha annunciato l’a.d. Piermario Motta: “Nei prossimi giorni lanceremo un piano importante di rafforzamento dei servizi di consulenza e i promotori saranno ridenominati financial planner”.

Germania, chiude Allianz Bank Allianz Bank chiuderà i battenti in Germania il prossimo 30 giugno, una mossa che comporterà la perdita di circa 450 posti di lavoro a livello nazionale. La decisione è stata presa in ragione delle difficili condizioni del mercato, che non mostrano “alcun segno di un’inversione”.

analisi, serena e obiettiva, di quello che il 2012 è realmente stato, quale situazione ci ha consegnato e cosa è ragionevole attendersi per l’anno appena iniziato”. La rete di promozione finanziaria Credem in Campania è coordinata dal regional manager Riccardo Mancini e, a livello nazionale, dal responsabile Andrea Farnè, con Marconi nel ruolo di direttore commerciale. Chi ha partecipato all’evento ha anche potuto visitare una mostra di sculture lignee dell’artista napoletano Giuseppe Ercolano, ospitata presso il Circolo Ufficiali.


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VALZER DELLE POLTRONE di Gianluca Baldini Bertocchi in Fineco da Finanza & Futuro

Un nuovo ingresso nella rete di Fineco, guidata da Alessandro Foti e coordinata dal direttore commerciale Mauro Albanese, che accoglie un professionista di alto livello nell’area di Milano. Si tratta di Roberto Bertocchi, una lunga carriera nel mondo delle reti che, dopo le esperienze manageriali in Fideuram e Ing, chiude ora il suo rapporto con Finanza & Futuro Banca. Bertocchi entrerà nel gruppo guidato dall’area manager Filippo Viganò in Lombardia. Con lui, Bertocchi collaborerà alla crescita della banca

dedicandosi anche all’attività di reclutamento. La rete di Fineco conta 2.384 personal financial adviser, di cui 91 reclutati nel 2012. La banca in una nota ricorda che la raccolta netta totale nel 2012 è stata di 2 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi in gestito. I servizi di advisory - FinecoAdvice e CoreSeries - hanno totalizzato 2,2 miliardi di euro.

Cresce il team di pf di Finanza & Futuro Banca

Continua a crescere il team di promotori finanziari di Finanza & Futuro guidato dall’a.d. Armando Escalona, che punta a raggiungere quota 1.600 pro-

fessionisti. Secondo quanto riporta il settimanale Il Mondo, gli ingressi più recenti nella rete del gruppo Deutsche Bank sono stati: Rachele Troisi, da Banca Mediolanum; Giuseppe Fumagalli, Mauro Gadignani, Roberto Longo, Andrea Rinaldi e Marco Vallini da Banca Network Investimenti; Angelo Manzato e Mauro Casagrande da Gaa sim; Lucia Soprano da Credem; Maria Cristina Maranzino da Azimut Consulenza; Stefano Bonissone, Salvatore Caratozzolo, Giorgio Franco Oddone, Marisa Parodi e Giovanni Schivo dalla rete di Banca Mps. Finanza & Futuro inoltre, riporta ancora il settimanale, aprirà in primavera un flagship store a Torino, che si aggiungerà a

quelli di Roma e Milano e che dovrebbe accogliere circa un centinaio di promotori finanziari.

Azimut fa poker di wealth manager di razza

Il gruppo Azimut continua a puntare con convinzione sulla divisione di wealth management, che di recente si è regalata quattro managing director. Nello specifico, segnala il settimanale Il Mondo, la struttura guidata da Paolo Martini ha nominato Luigi Ardissone, Enrico Canazza, Massimo Collina e Paolo Cosmelli: i nuovi dirigenti avranno il compito di far crescere la

Su un totale di 8.100, tanti potrebbero essere gli esuberi dopo la fusione

di promozione finanziaria) avrebbe affrontato l’argomento durante un incontro. Con questa mossa l’azienda riuscirà a risparmiare circa 130 milioni di euro in 3 anni, prevedono i sindacati. Quanto ai tagli al personale, spiega Fisac Cgil, circa la metà dei 2.200 dipendenti interessati dovrebbe essere ceduta ad

altri marchi insieme agli 1,7 miliardi di premi come imposto al nuovo gruppo dall’Antitrust, mentre 900 andrebbero in pre-pensionamento. Incerta invece la sorte degli altri 200. “Cosa succede agli altri 200? Non hanno voluto mettere nero su bianco che non licenzieranno. E chi ci dice che i compratori vorranno tutti i

Per il bollettino di Via Nazionale le multe ammontano a quota 180mila euro

Da Bankitalia sanzioni ai vertici di B. Network A sei mesi dal provvedimento di liquidazione coatta amministrativa per Banca Network Investimenti, scattato lo scorso luglio, dalla Banca D’Italia arrivano le sanzioni nei confronti di ex amministratori e sindaci dell’istituto di credito mila-

Puniti gli ex amministratori e gli ex sindaci dell’istituto

Ferraris in Ubi Banca Private Investment

Nuova recluta per Ubi Banca Private Investment. Secondo quanto riporta il settimanale Il Mondo, la rete guidata dal d.g. Cesare Colombi ha accolto tra le sue fila Maurizio Ferraris, promotore di Biella, che ha lasciato dopo vent’anni Banca Patrimoni. Ferraris, accreditato di un portafoglio di oltre 26 milioni, è entrato in Piemonte nella struttura coordinata dall’area manager Aldo La Barbera.

dipendenti?”, chiede la Cgil. Secondo gli analisti di Intermonte - che hanno confermato il giudizio neutrale su Unipol - il numero degli esuberi indicato dai sindacati è tuttavia “eccessivo, considerando che si tratterebbe (escludendo le cessioni) di circa il 10% della forza lavoro attuale”. Quanto alla stima di risparmio costi, “130 milioni rappresenterebbero la gran parte delle sinergie di costo stimate dalla società di 180 milioni su 349 milioni totali (la nostra stima è di 280 milioni)”.

Unipol-FonSai, 2.200 posti di lavoro sono a rischio Potrebbero essere complessivamente 2.200 gli esuberi post fusione del gruppo Unipol-FonsSai, su un totale di 8.100 dipendenti attivi nelle società interessate dall’integrazione. È quanto riporta La Repubblica, citando fonti sindacali secondo cui la compagnia assicurativa bolognese (che dispone anche di una rete

divisione focalizzandosi sul reclutamento di private banker di alto profilo.

nese. In totale, segnala il Bollettino di vigilanza di Via Nazionale , le sanzioni pecuniarie ammontano a 180mila euro per carenze nell’organizzazione e nei

controlli interni. Nello specifico il provvedimento che risale allo scorso ottobre, ma che è stato pubblicato solo di recente - coinvolge 12 persone, sanzionate per 15mila euro ciascuna: gli ex consiglieri Angelo Testori, Bruno Morelli, Alberto Gasparri, Maurizio Cozzolini, Renato Cassaro, Massimo Cremona, Marco Rapini, Luca Magnoni, Pio Scarsi e gli ex sindaci Lorenzo Banfi, Luca Favalesi e David Reali.


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L’evento si terrà a Milano l’8 febbraio all’Auditorium San Fedele

Per profilare il cliente Assoreti spiega come comprendere meglio gli investitori di Luca Polo Nell’ambito dell’accordo di collaborazione con Assoreti, il Centro Arcelli per gli studi monetari e finanziari (Casmef) della Luiss ha elaborato una ricerca finalizzata a fornire un contributo metodologico alla redazione di questionari per la profilatura della clientela, in linea con i più recenti orientamenti dell’Esma in materia di adeguatezza degli investimenti

e con le valutazioni espresse in un recente Discussion Paper della Consob su “La rilevazione della tolleranza al rischio degli investitori attraverso il questionario”, a cura di Nadia Linciano e Paola Soccorso. La ricerca verrà presentata a Milano l’8 febbraio all’Auditorium San Fedele di Via Hoepli 3/b. Più in dettaglio, nell’ottica di valorizzare l’impiego del questionario, viene proposto un percorso per la redazione del test nel quale

Marco Tofanelli

Restare sempre aggiornati Via ai seminari firmati Anasf per non perdere le ultime novità sul mondo della consulenza Sono aperte le iscrizioni alle prime tappe del 2013 dei seminari di aggiornamento professionale targati Anasf. Si parte da Bentivoglio (Bo) il 26 febbraio con il seminario a cura di Marco Oriani,

Maurizio Bufi

docente dell’Università Cattolica. Titolo: “Consulenza e Mifid II: le nuove soluzioni organiz-

zative a confronto nelle banche e nelle reti”. Dopo una prima fase pionieristica, la consulenza inizia ad

L’Aiaf forma i consulenti Le lezioni per avere il diploma si terranno dal 22 marzo al 18 maggio Arriva il diploma Aiaf di consulente in finanza di impresa, che si terrà a Milano dal 22 marzo al 18 maggio. Il corso si propone di formare esperti in finanza d’impresa in grado di svolgere, sia dall’interno dell’impresa sia dall’esterno (come consulenti), un’aggiornata operatività in merito alle opportune scelte o soluzioni dei vari problemi finanziari dell’impresa o del gruppo, specie per quanto

riguarda i rapporti con il sistema bancario. Il corso intende anche integrare il patrimonio di conoscenze di un analista fidi di banca o di un gestore imprese, per consentirgli di meglio valutare i clientiimprese della banca e far evolvere opportunamente le relazioni e le modalità di interazione fra la banca e l’impresa. La proposta si rivolge a tutte le figure aziendali cui è demandato il

compito di relazionarsi con i potenziali finanziatori, in particolare con le banche, figure che possono essere diverse in relazione all’organizzazione e alle dimensioni dell’impresa di riferimento. Inoltre, si rivolge a tutti coloro che hanno intenzione di dare organicità e aggiornare le loro competenze per poter svolgere, in modo adeguato, l’attività di consulenza in finanza d’impresa.

si parte dal concetto economico di avversione al rischio per arrivare, attraverso una serie di aggiustamenti basati sui risultati ottenuti dalla recente letteratura economica e finanziaria, alla definizione di tolleranza al rischio e alla classificazione degli investitori. La concreta redazione del questionario dipenderà dalle esigenze strategiche, dalla tipologia di clientela e dal mercato di riferimento di ciascun intermediario.

affermarsi nel nostro Paese. Molti intermediari finanziari sono attualmente alla ricerca della più idonea configurazione organizzativa per offrire il servizio. La scelta della soluzione organizzativa, a sua volta, ha ricadute importanti sui contenuti e sulle modalità di proposizione dell’offerta. Il seminario analizzerà le varie configurazioni organizzative di banche e reti ed esaminerà gli snodi tecnici, organizzativi e relazionali da sciogliere per poter offrire un servizio di consulenza di qualità e di successo. L’evento si terrà all’Hotel Centergross dalle 9.00 alle 13.00.

Paolo Balice

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IN BREVE l AssiomForex insegna le basi del front office Parte il corso targato AssiomForex per imparare i rudimenti del front office azionario. Il corso è pensato per operatori junior e semisenior e offre un’ampia gamma di argomenti che riflettono la necessaria flessibilità e discontinuità di un ruolo operativo che necessita di un continuo aggiornamento e un grande impegno iniziale nell’apprendimento delle basi del lavoro di front office. Il corso è rivolto a promotori finanziari, family office, gestori fondi e private banker.

l Il 5 marzo via alle prove per diventare pf

La prossima sessione di prove valutative per l’idoneità alla professione di promotore finanziario si terrà dal 5 marzo al 18 aprile. Le domande di ammissione potranno essere presentate nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 4 febbraio. Il 28 dicembre 2012 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana l’avviso che indice per il 2013 le prove valutative per l’iscrizione all’Albo dei promotori finanziari. Allo stesso tempo, sul portale web www.albopf.it, sono apparsi il bando, i requisiti di ammissione, le materie d’esame, i criteri di valutazione della prova, le sessioni, le date, le sedi e le modalità di svolgimento dell’esame. Il calendario dei test e i moduli per l’iscrizione sono disponibili sull’homepage dell’Organismo Apf nella sezione del “link servizi”.


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Cupertino deve restare al passo con i concorrenti

Apple del futuro Voci e indiscrezioni sul prossimo prodotto di Daniel Settembre Sono molte le indiscrezioni che circolano in rete attorno a Apple. Non è passata che una manciata di mesi dagli ultimi prodotti sfornati, il mini iPad e l’iPhone 5, che la casa di Cupertino sembra essere già al lavoro. Secondo quanto scrive il China Times, il colosso creato da Steve Jobs avrebbe in cantiere una versione aggiornata del suo smartphone, un iPhone 5s e un nuovo smartphone dallo schermo più grande. Un iPhone maxi, insomma, per competere con la rivale Samsung e con il suo Galaxy S3: si chiamerebbe iPhone+. Le indiscrezioni parlano di un lancio addirittura a giugno. Una tabella

di marcia che indirettamente conferma il momento non proprio brillante dell’azienda. Secondo il broker Ig, alla base delle ultime decisioni ci sarebbe “l’incapacità di contrastare il Samsung sul campo degli smartphone, soprattutto per i modelli low cost”. Inoltre, tra le ultime novità presentate c’è stata una “mancanza di una vera innovazione di prodotto”. Infine, a insidiare il business della Mela c’è “la mancanza di appeal nei mercati emergenti. La Cina e il Sud America potrebbero garantire all’azienda di Cupertino ritorni importanti e aiutarla a recuperare le quote di mercato perse nei confronti di Samsung”, ha sottolineato Vincenzo Longo, market

strategist di Ig. Dopo aver macinato record su record, da quattro mesi il titolo a Wall Street sta correggendo al ribasso. Dai picchi di settembre, i titoli Apple sono in calo di oltre il 27%, con Cupertino che ha bruciato circa 190 miliardi di dollari. E non hanno aiutato i conti del primo trimestre dell’anno fiscale, chiusi con un utile netto di 13,1 miliardi di dollari, quasi invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono saliti del 18% a 54,5 miliardi di dollari. Per il secondo trimestre dell’anno fiscale, Apple stima ricavi per 41-43 miliardi di dollari e un margine lordo fra il 37,5% e il 38,5%. Inoltre, alla fine del secondo trimestre Apple aveva una liquidità di 137,1 miliardi e gli analisti vorrebbero che pensasse a un buy back o a un dividendo più alto.

La chiave della sicurezza La Boole Server ha sviluppato un’app per proteggere i documenti dei cda Si consumeranno sempre più a livello telematico i crimini del futuro. E i pericoli nel cyberspazio crescono a dismisura anche per le aziende. Per questo le socie-

tà stanno diventando sempre più attente sul fronte della sicurezza informatica, al fine di mettere al sicuro i loro dati sensibili. Boole Server, software house italiana, ha sviluppato così un’applicazione software ad hoc dedicata a proteggere il cuore delle decisioni e di tutte le scelte strategiche aziendali: i documenti prodotti e condivisi dai cda. Nasce così Secure Board, la

prima applicazione software pensata per condividere in sicurezza file e documenti prodotti e utilizzati dai componenti del board, che potranno così decidere in totale autonomia a chi sarà consentito aprire e leggere i documenti digitali, per quanto tempo, chi potrà salvarli su un pc o su una chiavetta usb e a chi sarà concesso di leggerli su mobile device.

Microsoft, debutto italiano Da noi Surface Windows RT si potrà acquistare a partire dal 14 febbraio Surface Windows RT di Microsoft sbarca in altri 13 Paesi europei, inclusa l’Italia, dove si potrà acquistare dal 14 febbraio presso vari retailer e presso il Microsoft store online.

“Fin dal suo primo annuncio abbiamo assistito a un forte interesse per Surface”, ha dichiarato Claudia Bonatti, direttore divisione

LA BUSSOLA TECH l GOOGLE Una trimestrale che vince Trimestrale record per Google. Il motore di ricerca numero uno al mondo ha evidenziato una crescita degli utili a 2,89 miliardi di dollari, ossia 8,62 dollari ad azione, rispetto ai 2,71 miliardi, o 8,22 dollari ad azione, registrati nel corrispondente periodo dell’anno passato. I ricavi si sono attestati a 11,34 miliardi, in netto rialzo rispetto agli 8,13 miliardi del periodo di riferimento. Gli analisti si attendevano utili pari a 10,47 dollari per azione su ricavi pari a 12,34 miliardi. L’amministratore delegato di Google, Larry Page, ha sottolineato che per la prima volta nella storia la società ha toccato quota 50 miliardi di dollari in un intero esercizio.

l IBM Il titolo per SocGen è da tenere

Société Générale ha alzato il rating a “hold” dal precedente “sell” su Ibm. Il giudizio è arrivato dopo che la società ha annunciato che nel quarto trimestre 2012 il suo utile netto è aumentato del 6,3% a 5,83 miliardi di dollari, pari a 5,13 dollari per azione. Escluse le voci straordinarie, l’utile è stato di 5,39 dollari. Il consensus era di 5,25 dollari. Il colosso dell’IT ha beneficiato negli ultimi tre mesi dello scorso anno della solida domanda dei Paesi emergenti e della crescita delle vendite di software. I ricavi sono calati però dello 0,6%, a 29,3 miliardi di dollari. Ibm si attende per il 2013 un utile operativo di almeno 16,7 dollari per azione.

l SIEMENS Conferma gli obiettivi per il 2013 Nel primo trimestre dell’esercizio 2012/2013, il gruppo Siemens ha accusato una flessione del 12% dell’utile netto a 1,2 miliardi di euro su un fatturato salito del 2% a 18,1 miliardi. Lo ha comunicato il colosso tedesco, che nel periodo ha registrato anche “un calo contenuto” degli ordini, pari al 3%, ossia 19,1 miliardi. Anche se non è previsto sostegno dall’economia, Siemens ha confermato gli obiettivi 2013 a livello di ricavi e redditività, parlando di una crescita “moderata” degli ordini e di un fatturato “vicino” a quello del precedente esercizio.

Windows di Microsoft Italia. “Siamo entusiasti dall’arrivo di Surface Windows RT nel nostro Paese. Permetterà anche ai consumatori italiani di acquistare e provare il nostro tablet”. Surface Windows RT unisce i vantaggi di un tablet con molte delle funzionalità di un pc. Sarà disponibile nelle ver-

sioni a 32 e 64 gigabyte a partire da un prezzo stimato al pubblico di 499 euro, lasciando ai consumatori la possibilità di scegliere la tastiera tra i modelli Touch Cover o Type Cover, disponibili in colori diversi. Disponibili anche le versioni a 32 e 64 gigabyte, dotate di una Cover Touch nera. Prezzo, 599 euro.


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Italia fra le prime per interventi di chirurgia plastica

Più belli di così Sotto ai ferri per avere un seno più grande di Diana Bin L’Italia è al sesto posto nella classifica mondiale degli interventi di chirurgia plastica praticati nel 2011, mentre sale al quarto posto se si considerano solo gli interventi di aumento del seno, il tipo di “ritocco” che va per la maggiore nel nostro Paese. È quanto emerge dai dati del “Global

study of aesthetic/cosmetic surgery procedures performed in 2011”, studio a cura dell’International society of aesthetic plastic surgery (Isaps) con il contributo delle società di chirurgia plastica nazionali. A livello mondiale, l’intervento di chirurgia plastica più praticato si conferma la liposuzione (19,9% di tutte le procedure chirurgiche),

seguita dall’aumento del seno (18,9%) e dalla blefaroplastica, vale a dire il ringiovanimento dello sguardo (11%). Per quanto riguarda la medicina estetica, l’iniezione di tossina botulinica primeggia ovunque imponendosi con il 38,1% degli interventi, seguita dall’acido ialuronico (23,2%) e della rimozione dei peli superflui (10,9%).

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BREVISSIME l EMIRATI ARABI Gara di location per il nuovo locale in Medio Oriente Gli Emirati Arabi Uniti si preparano ad accogliere un nuovo ristorante targato Gordon Ramsay (nella foto): lo chef britannico, noto anche per la partecipazione a diversi programmi televisivi, ha detto che sta guardando a due potenziali location per il nuovo locale in Medio Oriente, ma non ha rivelato di più. Ramsay ha lavorato a lungo negli Emirati Arabi Uniti, dove è stato alla guida del ristorante Verre all’Hilton Dubai Creek Hotel per nove anni fino al 2011. Lo chef stellato è già presente nella regione con due strutture a Doha, in Qatar.

l GERMANIA La donna più attraente della Bundesliga si chiama María

María Imízcoz, fidanzata del calciatore spagnolo Javi Martinez, in forza al Bayern Monaco, è stata scelta da Bild come la donna più attraente della Bundesliga, il massimo campionato tedesco. Dietro di lei, in seconda posizione nella classifica stilata dal quotidiano, c’è Sarah Brandner, fidanzata del centrocampista del Bayern Monaco e della nazionale tedesca, Bastian Schweinsteiger.

l STATI UNITI Armi da fuoco, Groupon: mai più due al prezzo di una

Va forte anche la liposuzione 1. Stati Uniti

3. Cina

Con 5.950 chirurghi plastici, gli Stati Uniti dominano pure nel 2011 la classifica mondiale. Per quanto riguarda le operazioni, segnala lo studio, gli americani prediligono l’aumento del seno (284.351 interventi, il 23,6% del totale) e la liposuzione (223.066 interventi, il 17,6% del totale).

La Cina è il primo Paese asiatico a comparire in graduatoria con 2.000 chirurghi estetici e ben 415.140 interventi in un anno. A sorpresa il ritocco che va per la maggiore tra i cinesi è la liposuzione: in questa categoria il Paese del Dragone si attesta al terzo posto a livello mondiale con 83.240 interventi, il 6,6% del totale.

2. Brasile 4. Giappone Secondo gradino del podio per i brasiliani, con 5.024 chirurghi plastici. La pratica più gettonata nel 2011 è stata la liposuzione (211.108 interventi, il 16,6% del totale), seguita dalla mastoplastica additiva (148.962, il 12,4% del totale) e dalla addominoplastica (95.004 interventi, il 17,2% del totale).

Nel 2011 il Giappone ha conquistato una posizione rispetto all’anno precedente con un totale di 1.831 chirurghi estetici e 372.773 interventi. E nelle graduatorie parziali conquista il secondo posto dietro la Cina per quanto riguarda la liposuzione: 72.892 interventi, il 5,7% del totale.

Guardo il mondo dall’alto Apre ufficialmente le porte al pubblico, il primo febbraio a Londra, The Shard, il grattacielo più alto del Regno Unito progettato da Renzo Piano. Conosciuto

anche come “la scheggia”, il palazzo - alto 309,6 metri offre una visuale a 360 gradi sulla City, e si preannuncia come nuova attrazione turistica della città, almeno a

giudicare dalla velocità con cui si sono volatilizzate le prevendite dei biglietti per accedere ai punti di osservazione collocati al 68esimo e al 72esimo piano, a 245

Una prima mossa contro l’abuso di armi negli Stati Uniti arriva da Groupon. La famosa società che offre sconti online era infatti solita proporre coupon del tipo “due pistole al prezzo di una” o “un fucile scontato del 60%”. Questo, assicura la società con sede a Chicago, dopo gli ultimi tragici eventi legati al possesso di armi in Usa, non succederà più. Il legame con la strage di 28 persone a dicembre nella scuola di Newton, nel Connecticut (soltanto l’ultimo dei molti episodi di questo tipo), non è però mai menzionato come causa della decisione nelle dichiarazioni ufficiali di Julie Mössler, portavoce di Groupon. La motivazione ufficiale data è la risposta negativa da parte del pubblico.

l ASIA A Roma e Londra i turisti preferiscono Hong Kong e Singapore

I turisti di tutto il mondo prediligono l’Asia. Secondo l’ultima classifica di Euromonitor International - Top 100 Cities Destination Rankings - relativa al 2011, la città che ha registrato più arrivi di turisti stranieri è stata Hong Kong, con oltre 21 milioni di visitatori, in aumento dell’8,7% rispetto all’anno precedente. E in seconda posizione c’è un’altra città asiatica: Singapore, con 20 milioni di arrivi nel 2011, in aumento dell’8,8%. Difende l’Europa Londra, che con 15 milioni di arrivi guadagna il terzo gradino del podio. Seguono la malese Kuala Lumpur, la cinese Macao e la thailandese Bangkok. Roma, la prima tra le italiane, è 18esima, mentre Milano è al 66esimo posto.

metri di altezza. All’interno della torre triangolare di vetro, che è stata la più alta del continente europeo prima di essere superata da un palazzo di uffici a Mosca, sono in vendita appartamenti fino a 50 milioni di sterline.


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Tenere più programmi aperti sul pc aumenta il rischio di errore

Chi fa per tre sbaglia Forbes boccia chi fa tante cose contemporaneamente di Sara Lupi

impossibile per chi passa la giornata davanti al pc. Inoltre, riporta ancora la rivista, le nozioni apprese durante un’attività in multitasking vengono assimilate molto meno dalla memoria a lungo termine. Nonostante queste considerazioni, tuttavia, il lavoro in multitasking è ormai diventato prassi diffusa, complice soprattutto la possibilità di essere continuamente “connessi” grazie a smartphone e dispositivi mobili: così anche in treno o durante una riunione è possibile controllare le e-mail del lavoro, contattare un collega via Skype o consultare i feedback sui social network. Come fare allora per riuscire a concentrarsi e a lavorare

Il lavoro multitasking? Non è un approccio tanto efficace quanto si crede, anzi. Secondo un recente articolo pubblicato su Forbes, passare continuamente da un ambiente mentale all’altro ci fa perdere tempo prezioso, che il nostro cervello deve impiegare per ricostruire un’idea. Senza considerare che, con una decina di finestre aperte contemporaneamente sul pc, commettere errori diventa molto più probabile. Infatti gli esperti sostengono che sarebbe opportuno controllare la mail solamente quattro volte al giorno tra le 9.00 e le 18.00. Praticamente, una missione

meglio? L’autrice dell’articolo pubblicato su Forbes, Julie Morgenstern, ha indicato una “cura” per guarire dal multitasking, o almeno per provare ad arginare il fenomeno. 1. Fare “pause schermo”: teoricamente non si dovrebbero superare le tre ore consecutive davanti al pc. Fermarsi un attimo a riflettere potrebbe essere utile per riordinare le idee. 2. Via il dente, via il dolore: meglio iniziare la giornata con i lavori più impegnativi e spostare quelli più “leggeri” nelle ultime ore. 3. Pianificazione: distribuire il lavoro su più giorni consente di fissare obiettivi precisi a breve termine e di limitare le distrazioni.

BREVI l ITALIA Quarto Paese al mondo per numero di accessi a Youporn C’è molta Italia nei numeri resi noti da Youporn.com, il più famoso sito pornografico al mondo. Non solo il nostro Paese può vantare un prestigioso quarto posto, ma Milano e Roma risultano le due città con più accessi al portale. Ma andiamo con ordine. Secondo i dati diffusi dal portale, nel 2012 ci sono state circa 4,8 miliardi di visite a livello mondiale, con un tempo medio di permanenza di 10 minuti e 22 secondi. Le celebrity più cercate? Kim Kardashian, Sara Tommasi e Paris Hilton. A livello geografico, gli Stati Uniti fanno la parte del leone con oltre un miliardo di visite, seguiti da Germania, Francia e, appunto, Italia. Ma il dato più sorprendente per il Paese è a livello di singole città più attive su Youporn: Milano e Roma conquistano infatti il primo e secondo posto a livello mondiale, seguite da Parigi, Londra e Berlino.

l CINA Agli uomini molto ricchi piacciono Louis Vuitton ed Hermes

Anche i milionari cinesi vanno pazzi per Louis Vuitton. Secondo uno studio dell’Hurun Research Institute di Shanghai, i brand del lusso preferiti dai paperoni cinesi di sesso maschile sono Apple, Louis Vuitton ed Hermes, mentre le donne preferiscono Chanel, Cartier e, anche loro, Louis Vuitton. Lo studio, condotto in 31 città del Paese, ha preso in esame un campione di 551 individui con patrimoni superiori ai 10 milioni di yuan (1,2 milioni di euro) e un’età media di 38 anni. Il rapporto tra maschi e femmine è di sette a tre. L’indagine segnala in particolare che tra gli orologi per la prima volta i Rolex non

sono in testa alla classifica, superati dai Longines. “Quest’anno c’è una chiara tendenza a scegliere beni di lusso con prezzi relativamente bassi”, ha commentato il fondatore di Hurun Rupert Hoogewerf.

l STATI UNITI Casalinghe addio: la Longoria nello staff del presidente Obama

L’attrice americana Eva Longoria (nella foto), tra le protagoniste della serie tv Desperate Housewives, entra nella squadra del presidente degli Stati Uniti Barack Obama in qualità di consulente. L’attrice 37enne, nuovo volto dei Latinos già in prima linea per promuovere una legge in favore degli immigrati, è approdata nello staff del presidente americano durante l’ultima campagna elettorale ed è stata scelta per copresiedere il comitato di organizzazione della cerimonia di inaugurazione. “Sto tentando di fare la mia parte come cittadina, come ispanica, come donna e come americana”, ha spiegato Eva Longoria a This Week, “e penso che tutti debbano avere un impegno civico per influire sulla politica”.

l GIAPPONE Quel vecchio telefonino Fujitsu che ha qualcosa in più degli altri

Un’impostazione che permette di controllare messaggi e telefonate solo inserendo un codice segreto ha fatto la fortuna di un vecchio modello di cellulare Fujitsu. In Giappone, come riporta il Wall Street Journal, il Fujitsu F-Series è stato uno dei modelli più venduti proprio grazie alla funzione pensata per tenere le conversazioni private lontane da occhi indiscreti. Ma l’attenzione alla privacy è valsa al telefonino anche un soprannome: “uwaki keitai”, vale a dire “telefono dei fedifraghi”.

HANNIBAL LECTOR Per tutti quelli che nella finanza ci mettono il cuore

Al di là di ogni pretesa razionale, le nostre scelte, anche quelle di tipo economico, sono sempre colorate dalle emozioni. Per esempio, tendiamo a spendere in modo diverso lo stipendio rispetto alla tredicesima, perché attribuiamo alla stessa quantità di denaro un valore monetario diverso a seconda di come è entrato nelle nostre tasche. Per questo Matteo Motterlini, ordinario di Logica e Filosofia della scienza all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha provato a gettare luce nel suo libro intitolato “Economia emotiva” - sui tranelli cognitivi in cui rischiamo di cadere ogni volta che ci troviamo di fronte a una decisione economica. Il volume, edito da Bur Rizzoli e scritto con un linguaggio semplice e diretto, invita il lettore a misurarsi con piccoli esperimenti, casi concreti, test, problemi e rompicapo che illustrano paradossi e anomalie ricorrenti nelle scelte economiche quotidiane. Senza la pretesa di eliminare completamente la componente emotiva dalle scelte umane, ma con la speranza di poter contribuire a rendere il consumatore più accorto e “smaliziato”. Perché, osserva Motterlini, “conoscendoli, i limiti della razionalità possono trasformarsi in altrettanti punti di forza”.


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di Luca Spoldi

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A Doris piace UniCredit. Piacerà anche Mps?

I lettori dicono la loro sui recenti acquisti del numero uno di Mediolanum Ennio Doris entrerà anche in Monte dei Paschi di Siena, dopo l’investimento effettuato in UniCredit? Lo sostiene qualche lettore. “Già che c’è potrebbe fare un po’ di shopping anche a Siena”, suggerisce “devil”, con tono ironico. Mentre altri lettori sembrano più perplessi: Marco, rivolgendosi a un nostro lettore storico (oltre che altrettanto storico pf del gruppo Mediolanum), Massimo Bertolucci, nota malizioso:

“Ora Ennio investe su una banca di cui ha sempre detto male”. Un modo forse per prendere le distanze da Silvio Berlusconi, tuttora socio di Mediolanum al 35,13% (appena dietro la famiglia Doris, che nel complesso controlla il 36,52% del capitale)? Alpha Centauri resta invece perplesso proprio dai ripetuti acquisti di azioni UniCredit: “Ma come, Ennio compera azioni di una banca” sulle cui qualità ha

espresso dubbi in passato? Forse, aggiunge il lettore, “è stato colto anche lui dalla generosità compulsiva del suo socio di maggioranza”.

Lavori sicuri @bimboalieno Commerzbank ha annunciato di voler tagliare dai 4 ai 6mila ulteriori posti di lavoro entro la fine del 2016. Altri tempi quelli in cui le nonne si raccomandavano ai nipoti: “Trovati un lavoro sicuro in banca!”

Ri-fondazione

Il web va bene ma il vostro pf è meglio

Un lettore mostra i suoi dubbi su una piattaforma italiana

@ogiannino Si parla in questi giorni degli intrecci tra Mps e politica, ma, fa notare il Giannino, “non c’è solo Siena e il Pd. L’errore è anteporre Fondazioni a banche meglio capitalizzate. Via la politica dal controllo bancario!”

I rilievi di Bankitalia Che le piattaforme online siano uno degli strumenti che stanno sempre più affermandosi nel settore del risparmio gestito (e amministrato) italiano è cosa nota, che ci siano ampi spazi di crescita sembra altrettanto evidente. Ma ogni tanto qualche lettore esprime

perplessità legittime su specifiche funzionalità o procedure dell’una o dell’altra piattaforma. Capita così che “franco” sia quantomeno perplesso del fatto che la piattaforma di Banca Fideuram non sembri offrire la possibilità “di vendere fondi online, senza che inter-

Mediolanum con meno pf raccoglie di più Pioggia di commenti per i numeri della rete di Basiglio Come spesso accade, i lettori si scatenano sui numeri resi noti da una delle maggiori reti italiane, Mediolanum. “The Indip” si concentra sui dati di raccolta e segnala come a suo parere il fatto che solo il 60% circa sia gestito indicherebbe

come “mediamente ogni family banker ha raccolto 322.000 euro annui, ossia circa 26.800 al mese in media, che se ben ricordo è la media della raccolta tramite Pac” e ne deduce che quanto a nuova produzione la situazione non debba

venga il promotore, ad eccezione di Fonditalia”. “E se uno non riesce a trovare il promotore come fa? Al call center dicono di non poter fare nulla in merito”, afferma. “Una piattaforma online deve dare operatività, altrimenti a cosa serve”, conclude il lettore.

essere così florida. “FB” ribatte: “I numeri parlano. Buona la raccolta in realtà e non il bilancio sul numero agenti. Alla luce di ciò, la raccolta è in crescita e ha compensato le fuoriuscite dovute al cambio di casacca di molti agenti”. In sostanza, nota FB, “in meno abbiamo fatto più dello scorso anno, compensando le perdite di chi è uscito”.

@andreagiacobin1 Pesanti rilievi mossi da Banca d’Italia a Prisma sgr, società controllata da Roberto Villa (ex presidente della fallita Richard Ginori). Riguarderebbero sistema controlli, pianificazione strategica e patrimonio di vigilanza.

Tuttologi italiani @phastidio Italia Paese di santi e navigatori? Un tempo, forse. Ora è un Paese di commissari tecnici della Nazionale, di geologi, di giuristi, di costituzionalisti, di esperti di finanza strutturata. Non cambiate mai, vi prego.

Dark Disney @TristeMietitore Avete fatto mai caso? Dopo ogni tentato colpo i Bassotti vengono sempre arrestati, ma l’episodio successivo sono già in libertà. Paperopoli si trova sicuramente in Italia.

VISTO SU BLUERATING.COM Banca Euromobilare cerca bancari esperti

Per Aletti Gestielle 2012 in forte crescita

Btp, Barclays nel 2012 primo degli specialist

Lbo, piccolo è bello Parola di Rubenstein

Per il 2013 Banca Euromobiliare si è posta un obiettivo ambizioso: superare i 5 miliardi di asset totali gestiti dalla promozione finanziaria. Per riuscirvi cerca private banker e pf con patrimonio target di 15/20 milioni.

Aletti Gestielle Sgr ha chiuso il 2012 con una raccolta di 1,6 miliardi di euro. A livello di asset, il totale delle masse della società del gruppo Banco Popolare si è attestato a 7,6 miliardi di euro, +44,6% su base annua.

Nel 2012 i primi cinque specialisti per intermediato in titoli di Stato italiani sono stati, nell’ordine, Barclays Bank, Banca Imi, Jp Morgan Securities, Credit Agricole e UniCredit Bank. Lo ha annunciato il Tesoro.

La storia di Lbo (Leveraged buyout, acquisizioni finanziate a debito) “da 20 o più miliardi di dollari non è costellata di molti successi”, come ricorda David Rubenstein, co-ceo di Carlyle Group, a cui Dell non pare interessare.

David Rubenstein Alcune notizie tra quelle riportate in questo spazio potrebbero essere state riprese in modo più approfondito in altre pagine del settimanale.


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