2022 ANNO DI SUCCESSI PER IL FREDDO MOP:LANCIO DELLA RIVISTA MOP: INTERNATIONAL SPECIAL ISSUE I CHILLVENTA: CONVEGNO C CSG/ATF DIDASCALIA SU SOMMARIO ALL’INTERNO Strategie integrate nei paesi in via di sviluppo La strada verso net zero: l’effetto decarbonizzazione Efficienza energetica nei condizionatori mobili ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO SSA O C I A Z I O NE DEI T E CNICI D E L F R E ODD ATF membro Air conditioning and Refrigeration European Association LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE N.464/ DICEMBRE Anno XLVI - N.10 / DICEMBRE - 2022 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.452403 - 15033 Casale Monferrato
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Direttore Responsabile Enrico Buoni
Responsabile di Redazione M.C. Guaschino
Comitato Scientifico
Marco Buoni, Marcello Collantin, Pierfrancesco Fantoni, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi, Madi Sakande, Stefano Sarti, Marino Bassi
Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841
Pubblicità tel. 0142/452403
E-mail: info@industriaeformazione.it
www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF)
La rivista viene inviata a: 1) Installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) Impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) Impianti di condizionamento e pompe di calore.
2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.
Sommario
Editoriale
Tempo di bilanci e di opportunità A. Sistri - CMO Chief Marketing Officer Centro Studi Galileo
Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini
Strategie integrate nei paesi in via di sviluppo D. Coulomb - Direttore Generale International Institute of Refrigeration IIF-IIR
Principi di base del condizionamento dell’aria Vantaggi che offre la forma circolare della sezione nei canali per la distribuzione dell’aria P. Fantoni – 237° Lezione
La strada verso il net zero: l’effetto sul settore del freddo della decarbonizzazione entro il 2050 e l’effetto sul settore RACHP L. Kuijpers - Manager and Senior Expert, A/gent b.v. Environmental Consultancy F. Polonara, A.Vonsild - Professor, Università Politecnica delle Marche N. Kochova - Consultant, United Nations Industrial Development Organization (UNIDO) A.Vonsild - Founder, Vonsild Consultancy
Efficienza energetica nei condizionatori mobili C. Malvicino - Leading Author, Mobile Air-Conditioning Chapter Refrigeration, AirConditioning and Heat Pumps Technical Options Committee (RTOC) | Head of Enlarged Europe CO2 Emissions Reduction Strategies Dept. - Stellantis
Come può la refrigerazione a ciclo d’aria resistere alle sfide odierne per combattere la pandemia e il riscaldamento globale? V. Tsyplakov - Business Development Director, MIRAI INTEX
Concetti di base sulle tecniche frigorifere Contributo alla questione ambientale: ciascuno può fare la propria parte P. Fantoni – 258° Lezione
Ultime Notizie AREA, si lavora a una controproposta per la nuova regolamentazione F-Gas - Per AREA, una Chillventa ricchissima di eventi - Torna REFRIGERA dal 7 al 9 novembre 2023 a BOLOGNAFIERE con tante novità - Nuova F-Gas, prima bozza dal Parlamento Europeo: si va verso la certificazione per i nuovi refrigeranti? - Portale dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: online il rapporto gas fluorurati a effetto serra 2022 - Record: una pompa di calore con meno di 10g di propano per KW! - EPEE e ATF a Roma per un convegno sugli F-Gas il 30 novembre - RAI UNOMATTINA, il docente del Centro Studi Galileo Marcello Collantin spiega come difendersi dall’umidità in casa - Madi Sakandé protagonista alla IABW, Italia Africa Business Week - Gli otto anni più caldi registrati testimoniano un aumento degli impatti dei cambiamenti climatici - Assoclima: climatizzazione, prosegue la scalata delle pompe di calore - Il numero internazionale di Industria&Formazione è un successo mondiale! - “Pompe di calore ad alta temperatura: mercato e tecnologie”, un nuovo webinar CSG - Marino Bassi: 50 anni nel settore della refrigerazione
N. 464 – Periodico mensile
Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 123 del 13.6.1977 Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria Stampa Tipolito Europa - Cuneo Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare con bonifico su BancoPosta IBAN IT79 H07601 10400 0000 1076 3159 oppure su CCP 10763159 entrambi intestati a Industria & Formazione, 15033 Casale M.to. 1 copia € 3,60 - Arretrati € 5,00 Abbonamento annuale estero € 91,00
Ditte Collegate
Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento (Parte centoventiduesima) – A cura di P. Fantoni
In copertina: 1. A Montreal al MOP34. Da sinistra: Liana Ghahramanyan (National Ozone Unit NOU Armenia), Andrea Voigt (Former Director General EPEE – Head Global Public Affairs Danfoss), Didier Coulomb (Director General International Institute of Refrigeration IIR), Jim Curlin (Head United Nations UNEP), Claudia Carpino e Alessandro Peru (Ministero italiano dell’Ambiente), Hassan Mubarak (NOU Bahrain) 2. seminario a Chillventa “the future of RAC training and certification in the EU” 3. didascalia su editoriale
/5 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022 48 50
6 10 17 20 23 33 37 40 43
Tempo di bilanci e di opportunità
Alberto Sistri CMO - Chief Marketing Officer Centro Studi Galileo
Arrivederci 2022. Oggi, scriviamo l’ultimo editoriale dell’anno. La ventisettesima COP (Conference of the Parties of the UNFCCC) si è svolta un mese fa a Sharm El-Sheikh senza aver raggiunto grandi risultati. L’obiettivo dei lavori era quello di studiare nuove soluzioni sostenibili per supportare la lotta al cambiamento climatico, obiettivo condiviso un mese prima dal trentaquattresimo MOP, la riunione annuale delle parti del Protocollo di Montreal, per il ripristino dell’ozono stratosferico e l’emendamento di Kigali, per la riduzione dei refrigeranti a forte effetto serra.
I paesi sviluppati non sono disposti ad essere considerati gli unici colpevoli dei cambiamenti climatici e pagare finanziariamente, con fondi appositi, la transizione ecologica anche dei paesi meno sviluppati, tra i quali vuole essere inserita anche la Cina.
Il settore HVAC/R è essenziale per garantire una qualità di vita più elevata possibile a miliardi di persone, in tutto il mondo. Questo obiettivo è raggiungibile solo assicurando l’accesso a cibi refrigerati con il trasporto in luoghi diversi e la possibilità di
conservare alimenti e vaccini in condizioni ottimali e per lunghi periodi di tempo, garantendo ambienti freschi (o caldi) e confortevoli indipendentemente delle condizioni esterne e persino la possibilità di accedere a servizi informatici e web (senza il raffreddamento, infatti, i data center di tutto il mondo cesserebbero rapidamente di funzionare). Tuttavia, i gas refrigeranti della precedente generazione sono caratterizzati da un elevato GWP (Global Warming Potential), e il “Freddo”, per funzionare con efficienza, richiede spesso elevati consumi energetici.
I principali enti e aziende del settore sono al lavoro da decenni per limitare e ridurre, anno dopo anno e innovazione dopo innovazione, l’impatto ambientale del Freddo, e numerosissimi sono i passi avanti che sono stati fatti, con prospettive future sempre più rosee.
Il nuovo numero speciale internazionale di Industria&Formazione, noto anche come ISI (International Special Issue), ha voluto porre l’accento proprio su questi temi. La rivista si è avvalsa ancora una volta di alcune delle firme più autorevoli al mondo in ambito di refrigerazione, condizio-
6/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Il giorno dopo Chillventa, AREA ha organizzato un meeting (finalmente in presenza) per fare il punto sui temi più caldi del settore HVAC/R, dall’avvento delle pompe di calore all’impatto della nuova Regolamentazione Europea F-Gas: i rappresentanti delle 25 associazioni e delle 21 nazioni che costituiscono il cuore di AREA hanno delineato i punti chiave su cui intervenire per continuare a supportare i Tecnici di tutta Europa!
EDITORIALE
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namento, ventilazione e pompe di calore, elaborando una complessa trama di articoli tecnici che aiuteranno i professionisti di tutto il mondo ad orientarsi al meglio in un periodo storico ricco di cambiamenti normativi e tecnologici. Il volume, come sempre realizzato dal Centro Studi Galileo in collaborazione con ATF – Associazione dei Tecnici italiani del Freddo, REI – Renewable Energy Institute, IIR – International Institute of Refrigeration, AREA - Air conditioning and Refrigeration European Association e con Nazioni Unite UNEP – United Nations Environment Programme, è stato distribuito in anteprima a ottobre, nel corso di Chillventa, la grande kermesse dedicata al settore del Freddo di Norimberga, tornata ad accogliere aziende e pubblico, dopo uno stop forzato dovuto alla pandemia, a quattro anni dall’ultima edizione. Nel 2020 l’evento fu sostituito dall’esperienza di Chillventa eSpecial, fiera virtuale gestita interamente online in sostituzione dell’evento fisico, ma nonostante i buoni risultati ottenuti e la generale soddisfazione del pubblico, l’evento non aveva certamente avuto lo stesso impatto e lo stesso prestigio della manifestazione in presenza.
I partecipanti a MOP34 e COP27 hanno avuto modo di ricevere una copia della nuova edizione direttamente agli eventi, come da ormai consolidata tradizione. Con ventitré articoli, redatti da trentaquattro tra i
massimi esperti e professionisti del settore, la nuova ISI si è concentrata sul modo in cui il settore si sta comportando per garantire il rispetto degli accordi previsti dall’emendamento di Kigali al protocollo di Montreal, una pietra miliare per la lotta al climate change, i cui effetti vengono percepiti quotidianamente da aziende e Tecnici di tutto il mondo. La stessa nuova revisione alla Regolamentazione F-Gas Europea, che determinerà i trend di mercato e gli sviluppi tecnologici degli anni a venire, nasce proprio dalla necessità di rispettare l’impegno di Kigali, ossia evitare che la temperatura media globale si alzi di oltre un grado e mezzo entro la fine del secolo, ed è stato uno degli argomenti maggiormente dibattuti nel corso di Chillventa, in particolar modo durante i due panel organizzati dal Centro Studi Galileo e da AREA.
I due appuntamenti, “The future of RAC training and certification in the EU” (CSG) e “New technology in light of the latest F-Gas revision proposal” (AREA), hanno registrato uno straordinario successo di pubblico e l’apprezzamento da parte dei partecipanti; interventi precisi e puntuali di alcuni tra i massimi esperti del settore e sessioni di domande e risposte che hanno permesso di fare chiarezza sugli argomenti più pressanti e sciogliere molti dei nodi più controversi del Freddo contemporaneo.
In particolar modo, sono parse evi-
Gli ultimi anni finalmente hanno visto una svolta a lungo attesa nel settore HVACR, che poco per volta sta iniziando a coinvolgere sempre più figure femminili, in un ambito da sempre caratterizzato da una massiccia presenza maschile. Silvia Romanò ha tenuto un intervento a Chillventa, durante il panel INWIC, evidenziando i traguardi raggiunti su questo tema e indicando i punti sui quali si può -e si deve- aspirare a qualcosa di più.
denti due tendenze parallele e intersecate, ossia l’avvento delle Pompe di Calore come risposta alla crisi energetica e l’imminente passaggio a un uso massiccio dei refrigeranti a basso GWP. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: ognuna di queste transizioni e ognuna di queste rivoluzioni tecniche non può prescindere da un processo di accrescimento delle competenze dei Tecnici, un processo nel quale la formazione ricopre un ruolo cardine. Anche nel corso delle interviste realizzate in fiera, nonché degli ultimi webinar organizzati dal Centro Studi Galileo (sul canale Youtube Galileo TV potrete trovare le varie registrazioni) hanno trovato conferma questi nuovi trend. Per chi volesse ulteriormente approfondire queste tematiche, invitiamo a consultare il sito web del numero speciale internazionale di Industria&Formazione, che, con decine di articoli, mette a disposizione un numero elevatissimo di risorse a Tecnici e professionisti. Il Freddo avanza e si evolve continuamente, ed è fondamentale, per tutti coloro che vi lavorano ogni giorno, restare sempre aggiornati sulle ultime novità che lo caratterizzano.
8/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Nello stand CSG di Chillventa si discute del futuro del “Freddo” in Africa! Protagonisti (da sinistra) Said El Harch (AMPF, U-3ARC), Stephen Gill (World Refrigeration Day), Madi Sakandé (U-3 ARC, CSG) e Marco Buoni, che oltre a essere CEO del Centro Studi Galileo e Segretario di ATF, è responsabile degli Affari Internazionali di AREA!
DAL
REALDINI PAOLO
Casale M.To
Bianchi Alessandro REDLAB SRL Milano
Gottardo Daniele REFRIGERAZIONE PROFESSIONALE DI GOTTARDO Rubano
Buglione Giuseppe REKEEP SPA Milano
D’Anna Domenico REKEEP SPA Zola Predosa
Giampetruzzi Pietro REKEEP SPA Zola Predosa
Pisoni Fabio REKEEP SPA Zola Predosa
Rovina Michele REKEEP SPA
Zola Predosa
Tognoni Marco REKEEP SPA
Zola Predosa
Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo
Gli attestati dei corsi, i più richiesti dalle aziende, sono utili per la formazione dei dipendenti prevista dal DLGS 81/2008 (Ex Legge 626) e dalla certificazione di qualità.
ROSIN CRISTIAN Bioglio
Marchetti Enrico SACCIR SPA Roma
Sardella Lorenzo SARDELLA IMPIANTI SRL Parabiago
SCIALPI MARCO Lugano
Louison Dilu SOLUTIONS ENGINEERING DI LOUISON Cassano Adda
Viotti Alessandro STAURENGHI IMPIANTI SRL Cislago
Dipaola Simone TECHNE SPA Villa Di Serio
Anastasi Massimo TECNA COMPRESS SRL Montanaro
Miranda Bone Manolo Natanael TECNO AMBIENTE SRL Genova
Bogoni Alberto TECNOZOO IMPIANTI SRL Zelo Buon Persico
Tonani Gabriele TECNOZOO IMPIANTI SRL Zelo Buon Persico
Occhio ai calcoli! Per un buon Tecnico del Freddo è assolutamente fondamentale andare a operare sugli impianti solo quando si è individuato a monte quali sono i problemi e come possono essere risolti. Ai Corsi del Centro Studi Galileo viene destinata moltissima attenzione anche alla parte teorica delle varie operazioni, come avvenuto anche in occasione del corso che si è svolto nella sede di Agliana e che ha permesso ai tecnici di conseguire il PIF, Patentino Italiano Frigoristi.
Roncarati Giacomo TEF MULTISERVICE SRL Ferrara
Fantinati Matteo TEF MULTISERVICE SRL Ferrara
Marchesini Daniel VEDRANI DARIO SRL Pieve Di Cento
Passerini Michele VEDRANI DARIO SRL Pieve Di Cento
10/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE
Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo
Tecnici di 3 generazioni in 45 anni di corsi con una media di oltre 3.000 allievi all’anno si sono specializzati al CSG
TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL
PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI F-GAS
MINIMIZZA I COSTI CON REFRIGERANTI SICURI E AFFIDABILI
I refrigeranti Solstice® di Honeywell sono stati progettati per ridurre al minimo il consumo energetico, i relativi costi associati, e per conferire al sistema un altissimo grado di produttività. Passando all’uso delle soluzioni Solstice, il settore del food retail potrà raggiungere in modo rapido ed economico la neutralità carbonica, ed al contempo garantire operazioni più sicure e affidabili.
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QUARANTA
Quaranta Giorgio
Quaranta Manrico Bagnatica
ABGAS TERMOCLIMA SRL
Boldrini Armando Livorno
AGROFE SRL
Mantovani Massimo Ferrara
AIRCLIMA SNC DI BIROCCHIO & C Rotondo Andrea Muggio’
ALFANO ALFONSO E
FIGLI SRL Alfano Domenico Castellammare Stabia
AM CLIMA DI AZZAWI Azzawi Marwan Limbiate
AMBROSINI STEFANO San Giorgio In Bosco
ARNEODO GIANPIERO Ronchi
BARONE IDRAULICA
Barone Roberto Valenza Po
BF REFRIGERAZIONE SRL
Bianchi Simone Cambiago
BRESSAN GRAZIANO
Moriago D. Batt.
BRUSCHI FRANCESCO
Teoli Maikol Roma
CLIMACENTO SRL
Durante Domenico Mazzeo Giuliano Cormano
CORRADOSSI
IMPIANTI SRL
Corradossi Stefano Pontassieve
CRIOLINE SRL
Simeoni Daniele Orbassano
DM FRIGO SRL
Dovano Massimo Romano C.Se
ESSECLIMA SRL
Cazzola Mauro Cusano M.No
ESSEDUE SAS DI ABBIATI Scalise Giuseppe Aosta
FG IMPIANTI SRL
Ferrara Alberto Casale M.To
FRIGO GIOVE & CO SAS Verdoliva Giovanni Castellammare Di Stabia
Anche nella sede di Napoli del Centro Studi Galileo si procede con la prova di brasatura! I Tecnici vengono seguiti passo dopo passo dai docenti, che illustrano ogni singolo passaggio della procedura agli allievi prima che questi passino a operare con la fiamma, fornendo loro consigli su come perfezionare la propria tecnica. All’esame (e poi sul campo) saranno da soli; quindi, è fondamentale che non abbiano dubbi su come procedere nel modo migliore.
12/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Con l’approssimarsi della nuova Revisione della Regolamentazione Europea F-Gas, Centro Studi Galileo è in prima linea per garantire che i Tecnici e le aziende si facciano trovare pronti al cambiamento: il corso sugli impianti a Idrocarburi è diventato fondamentale, e i Tecnici di Alfa Laval che lo hanno svolto con il docente Marino Bassi non hanno perso tempo!
RINNOVO DECENNALE PATENTINO F-GAS TECNICI CHE HANNO SEGUITO IL CORSO DI RIPASSO DEI REQUISITI MINIMI TEORICI (ESTRATTO REGOLAMENTAZIONE 2067/2015)
FROM SRL SERVIZI
GLOBALI
D’Orto Rosario Torino
GDA IMPIANTI ELETTRICI SNC Arborati Diego Alessandria
GECOS IMPIANTI SRL
Giordano Roberto Bulgari Christian Milano
GL SERVICE DI RICCARDI MORRIS Riccardi Morris Vescovato
GRANZOTTO SRL Piccoli Fabio Susegana
GROSSELE AGOSTINO Cartigliano
GUALANO GIACOMO Finale Ligure
HT SERVICE DI VARGIU Vargiu Pietro Thiesi
ICR DI PALLAMOLLA
Pallamolla Flavio Genova
ICR DI PALLAMOLLA Neri Stefano Genova
IMMA SPA
Atza Felice Caddeo Carlo Lilliu Giorgio Masala Carlo Assemini
ITP DI GRAZIATO
Graziato Dario Torino
LA TERMOIMPIANTI DI
POCCHIOLA
Pocchiola Andrea Cirie’
LL AIR SERVICE SRL
Vezzu’ Daniel Mestrino
Con il progetto RePowerEU, la Commissione Europea vuole installare oltre sessanta milioni di pompe di calore in tutto il vecchio continente, nei prossimi anni: il nuovo corso dedicato alle Heat Pumps del Centro Studi Galileo è perfetto per tutti i Tecnici che vogliono farsi trovare preparati! Nella foto, uno dei numerosi corsi ad hoc organizzati per Viessmann, che hanno incrementato le competenze dei Tecnici e garantito maggiore assistenza e supporto al cliente finale.
MAMMONE SRL Cagnani Cesare Invernizzi Alessandro Fr. S. Grato Lodi
MP TECNOFORNITURE SRL Maresca Giuseppe Monetti Francesco Piano Di Sorrento
NUOVA FRIGO TECNICA VOCCIA Voccia Claudio Michele Scafati
NUOVA REGGIO FRIGO SNC DI VELLANI Vellani Fabrizio Castelnovo Ne’ Monti
OMEGA SRL Chiarugi Luca Genova
PR FRIGO DI PALLADINO Palladino Roberto Pecetto T.Se
RTM SERVICE SRL
Cimino Gabriele Palazzo Marco Fiorani Roberto Sesto Calende
SMERAGLIA F.LLI SNC Smeraglia Giuseppe Ribera
SOLINAS PIERFRANCO Chiaramonti
Anche nella sede del Centro Studi Galileo di Bologna si procede con i corsi per il rinnovo del PIF, Patentino Italiano Frigoristi! Sono ormai passati dieci anni dalla sua introduzione e le nostre aule sono pronte ad ospitare ancora una volta chi ha bisogno di rinnovare la propria certificazione (o acquisirla per la prima volta). Formazione ed esame teorico possono essere svolti comodamente da casa! La pratica, della durata di 90 minuti, si terrà in una delle 15 sedi CSG in Italia. Per informazioni sui rinnovi: rinnovi@centrogalileo.it
/13 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
STELLA FRIGO DI CAMPUS GIANCARLO
Campus Giancarlo
Porto Torres
SUPERGALLO SERVICE
Galetti Massimo Verbania
SYSTEM FRIGO SNC
Bisceglia Alessandro Cislago
TECNOVALORE SRL
Giudici Alessandro Milano
TERMOGAS
SERVICE SRLS
Annunziato Gabriele Recco
TRAVAGLINI SPA
Ceriani Marco
Cinisello B.Mo
VEZZANI SPA
Coron Gianluca
Masin Leonardo Massaro Giorgio Este
ZORZETTO MARIO SRL
Signorini Luca Zorzetto Mauro Gaiarine
La nuova sede di Milano del Centro Studi Galileo, allestita all’interno della Green Point (gruppo Bitzer) ha finalmente aperto le porte al pubblico! Il primo corso è stato dedicato al PIF – Patentino Italiano Frigoristi, certificazione obbligatoria per tutti i tecnici che maneggiano (o acquistano) i gas fluorurati!
Prova di brasatura in corso nella sede di Bologna del Centro Studi Galileo! Saper brasare in modo corretto garantisce un risultato ottimale quando si va a operare su un impianto, assicurando elevata tenuta, scarse perdite e ottimizzazione generale delle prestazioni; quindi, non stupisce che sia una delle prove più importanti per conseguire il PIF!
Nella sede romana del Centro Studi Galileo, presso Bierrebi, si procede con la prova finale di brasatura: il Tecnico ha avuto modo di seguire le spiegazioni dei docenti, e ora deve dimostrare di aver appreso quanto necessario per superare la componente pratica dell’esame, fondamentale per conseguire il Patentino Italiano Frigoristi.
14/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
SEMINO AUTOFFICINA
Panetta Carmelo Genova
WURTH SRL
Caset Davide
Biselli Tommaso
Cianciulli Angelo
Cipiccia Alberto
Tombari Giulio
Robertazzi Angelo
Gianfrate Giovanni Egna
BIAUTO SRL
Bassetti Simone
Romasi Alessio Levico T.
CARITALIA OFFICINA SRL
Outhman Louai Milano
FOSSATI AUTO SRL
Stroppiana Davide Genova
BRIGATA DI SUPPORTO
Barrafranca Pietro Caggiano Donato Marchese Francesco
Solbiate Olona
ADVANTIX SPA
Moudik Jalal
Ventoruzzo Diana Arcole
ALTIERI ANTONIO & C SAS
Colella Nicola Vasto
Un patentino che ci fa particolarmente piacere: quello di Said El Harch, Segretario Generale di U-3ARC e Presidente di AMPF (Moroccan Association of Refrigeration Professionals); che ha conseguito il patentino nella sede CSG di Bologna, gestita dal nostro docente Madi Sakandé. Said avrà incarichi di docenza internazionale per i paesi di lingua araba, francese e inglese. È inoltre un docente qualificato Real Alternatives per i refrigeranti infiammabili idrocarburi.
BERTINI MARCO
Bertini Stefano Bigiotti Patrik Tresivio
CALOR SERVICE SNC
Gigliotti Moreno Cuorgne’
CAREL INDUSTRIES SPA
Salvato Gianluca Brugine
CELAB SRL Bertoldi Lorenzo Latina
CHIAPPARINI CHRISTIAN TERMOIDR. Chiapparini Christian Cernusco S/N
CLIMACENTO SRL Ferron Massimiliano Cormano
CMS SERVICE SAS
Fondrini Federico Panzarea Luca Porcu Andrea Trezzano S/N
DM FRIGO SRL
Tranchida Simone Romano C.Se
ENERGY POINT SNC
Ercole Daniele L’Aquila
EUROTHERMIK SNC
Nessuna lunga trasferta, nessuno spostamento, la comodità di poter seguire il corso direttamente dal pc: sono sempre più numerosi i corsi del Centro Studi Galileo che vengono organizzati per la parte teorica, direttamente da remoto, soluzione apprezzatissima dai Tecnici e dalle aziende di tutta Italia. Nella foto, i Tecnici assistono alla componente teorica del corso atto a conseguire il PIF – Patentino Italiano Frigoristi: dovranno recarsi nella sede più vicina (CSG ne ha 15, su tutto il territorio nazionale) solo per la parte pratica del corso.
Tesone Emanuele L’Aquila
FINAL TECH SRL Corotai Alex Isola Asti
/15 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
TECNICI CHE HANNO SEGUITO IL CORSO FORMAZIONE PER PERSONALE ADDETTO RECUPERO GAS FLUORURATI VEICOLI A MOTORE (REG. 307) TECNICI CHE HANNO SEGUITO IL CORSO TECNICHE FRIGORIFERE BASE E SPECIALIZZAZIONE
FIRE PROJECT DI
MANCONI
Manconi Pier Luigi Abbasanta
GICAR SRLS
Atanasio Giovanni Alghero
NUOVA ALBA 82 SRL
Allasia Francesco Avigliana
NUTRISERVICE SRL
Della Gaburra Paolo Delpero Simone Duranti Ruben San Paolo
PIVETTA GRANDI
CUCINE SAS
Bonafe’ Christian Casale M.To
RICCIARDI GIUSEPPE Salerno
RISTOAFFARI SRL
Del Vecchio Savino Reggio Emilia
SCIANCALEPORE
PASQUALE Molfetta
Corso finito, si consegnano gli attestati! I Tecnici hanno superato tutte le prove, sia pratiche che teoriche, necessarie per conseguire il PIF, Patentino Italiano Frigoristi, certificazione obbligatoria che permette di maneggiare e acquistare i gas fluorurati e che certifica la capacità di agire in modo sicuro ed efficace sugli impianti che si avvalgono di questo tipo di gas.
SISTEMA DI LODDO Loddo Michele Villaspeciosa
STEGO SOLUTION DI DANESI Danesi Marco Pistoia
TCN SRLS Tortomasi Andrea Borgomanero
UNIFLAIR SPA Sperandio Martina Conselve
TECNICI CHE
HANNO SEGUITO IL CORSO IMPIANTI A CO 2
AIR TECNOLOGY SERVICE SRL
Prochilo Domenico Lonato Del Garda
CRIOCABIN SPA
Ceretta Patrick Zoin Mirco Vettore Marco Praglia Di Teolo
EMMEVIEFFE SRL
Marabese Fabio Nava Simone Muggio’
ENERBLUE SRL
Boscolo Enrico Cantarana Di Cona
EUROAPI ITALY SRL Campanella Vito Brindisi
EUROAPI ITALY SRL Moriero Matteo Brindisi
GEDAP SRL Conti Mauro Falaschi Danilo Viterbo
IFI SERVICE SRL
Passuello Andrea Cartigliano
NAZCA SRL
Mazzullo Giovanni Longu Emiliano Caporaso Mirko Milano
La sede CSG di Motta di Livenza, a due passi da Treviso, è un punto di riferimento per tutti i Tecnici del Freddo del nord-est italiano, e ospita ogni anno centinaia di allievi. Nella foto, il Tecnico è alla prova con l’esame finale atto al conseguimento del PIF, Patentino Italiano Frigoristi, avendo già superato l’esame teorico!
RECOND CLIMA DI G. GAROFALO Garofalo Giuseppe Milano
16/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Strategie integrate nei Paesi in via di sviluppo
INTRODUZIONE
Il potenziale di refrigerazione dei paesi in via di sviluppo è attualmente insufficiente ma, in quanto vitale, in continua crescita.
Didier Coulomb Direttore Generale International Institute of Refrigeration (IIF-IIR)
Una delle maggiori sfide mondiali che dobbiamo affrontare per mitigare e adattarci al riscaldamento globale è chiaramente la possibilità di implementare lo sviluppo sostenibile in questi paesi. Misure in atto:
NECESSITÀ DI UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
prodotti biologici (vaccini, eccetera); si stanno sviluppando altri usi in ambito sanitario che riguardano criochirurgia, crioterapia, tomografia... Anche le apparecchiature per il condizionamento dell’aria appartengono all’ambito dei sistemi di refrigerazione utilizzati per preservare non solo il comfort ma anche la salute umana. Ad esempio, uno studio condotto negli Stati Uniti suggerisce che il tasso di mortalità in giornate con temperature medie superiori a 27°C, è diminuito di circa il 75% nel corso del XX secolo e che la climatizzazione è la principale responsabile di questa diminuzione.
Numerose possibilità di impiego
1.
Il più importante e noto utilizzo della refrigerazione riguarda la capacità di conservare e trasportare gli alimenti in buone condizioni igienicosanitarie.
All’interno della catena del freddo sono comprese produzione e trasformazione degli alimenti, trasporto refrigerato, stoccaggio in celle frigorifere e magazzini refrigerati, la refrigerazione commerciale, professionale e domestica.
Il 46% della produzione alimentare dovrebbe essere refrigerata (frutta e verdura, latticini, carne e pesce), ma gli alimenti effettivamente refrigerati sono meno della metà, con perdite pari al 13% della produzione.
La necessità di raffreddare gli alimenti per motivi di sicurezza alimentare, nutrizione e salute (per evitare malattie e morte) ha avuto inizio migliaia di anni fa tramite l’uso di tecnologie di refrigerazione naturale.
La catena del freddo è fondamentale anche per le piante, i fiori e le sementi, oltre che per i prodotti sanitari; un medicinale su due oggi sul mercato è sensibile al calore e questa proporzione aumenta quando si tratta di
L’aria condizionata è utilizzata per il raffrescamento degli ambienti, nei veicoli e anche in molti stabilimenti dove è richiesta una temperatura costante (tecnologie informatiche, biotecnologie…).
Esistono altri impieghi importanti che coinvolgono l’industria e il settore energetico, ma in questo documento ci si concentrerà su questi due principali utilizzi, entrambi necessari e in aumento nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo.
2. Impieghi in aumento
Nei paesi in via di sviluppo, dove la popolazione è in continuo aumento, i mezzi di refrigerazione sono ridotti. Nel mondo si calcolano 800 milioni di persone denutrite, in particolare in Africa e in Asia, dove si prevede che la popolazione aumenterà di 2 miliardi di persone entro il 2050.
La capacità dei magazzini refrigerati può essere più di 10 volte inferiore nei paesi in via di sviluppo rispetto ai paesi sviluppati (cfr. figura 1).
Lo stesso vale per le altre parti della catena del freddo: trasporto refrigerato, commercializzazione e refrigerazione domestica.
In questi paesi, l’implementazione di
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Articolo tratto dalla rivista International Special Issue 2022-23 di Industria&Formazione
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una catena del freddo simile a quella dei paesi sviluppati potrebbe teoricamente sfamare 950 milioni di persone all’anno grazie alla riduzione delle perdite alimentari, ovvero 1/3 del fabbisogno futuro.
Per i prossimi decenni, questa sarà senza dubbio una priorità a livello mondiale. Inoltre, l’attuazione di una catena del freddo simile a quella dei paesi sviluppati avrebbe un impatto ambientale positivo, con una riduzione di oltre il 47% dell’impronta di carbonio totale rispetto a quella attuale (600Mt di CO2 equivalente).
Oltre ad avere un effetto benefico sulla nutrizione e prevenire lo sviluppo di batteri pericolosi (salmonella, listeriosi…), la catena del freddo è vitale per la salute.
Dal 2011 al 2017, il numero di prodotti sanitari sensibili al calore è aumentato del 47%; l’esempio dei vaccini anti Covid-19 mostra il bisogno di apparecchiature di refrigerazione in tutto il mondo.
La climatizzazione delle unità abitative varia enormemente da paese a paese; passa da circa il 4% in India a meno del 10% in Europa, dal 60% in Cina a oltre il 90% negli Stati Uniti e in Giappone e quasi al 100% in alcuni paesi del Medio Oriente.
La climatizzazione degli spazi è in forte espansione, così come quella mobile, in quanto quasi tutti i nuovi veicoli venduti oggi sono climatizzati. L’Africa e l’Asia meridionale, attualmente scarsamente attrezzate, ma situate in climi caldi e con la crescita demografica più rapida, dovranno sicuramente sviluppare tecnologie di raffreddamento per le loro popolazioni.
3. Misure in atto nei paesi in via di sviluppo
L’International Institute of Refrigeration (IIR), insieme ad altri partner, ha recentemente lanciato numerose iniziative e progetti in tutto il mondo, ma soprattutto in Asia meridionale e Africa, dove i bisogni sono maggiori. L’IIR ha pubblicato e pubblicherà versioni aggiornate delle sue varie guide e note informative sulle tecnologie più adatte come il raffrescamento solare.
L’IIR, insieme al Programma del-
le Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), ha pubblicato sei direttive per la catena del freddo (Cold Chain Briefs): Refrigerazione nella produzione e lavorazione di alimenti, Celle frigorifere e magazzini refrigerati, Trasporto refrigerato commerciale, Refrigerazione professionale e domestica, Impiego sui pescherecci e Vaccini.
L’IIR, insieme alla Banca Mondiale, pubblicherà presto una nuova guida incentrata in particolare sui piccoli impianti di conservazione frigorifera off-grid nei paesi in via di sviluppo.
L’IIR, in collaborazione con altri partner di ambito tecnico scientifico del Regno Unito e dei paesi interessati, ha aiutato la Banca mondiale a mettere in atto strategie per lo sviluppo di una catena del freddo migliore in Bangladesh e Bengala occidentale (India).
Il progetto in Bangladesh è appena stato completato. L’obiettivo era quello di proporre una strategia per migliorare e sviluppare la catena del freddo per carne e prodotti lattierocaseari, rivolta ai piccoli agricoltori e imprenditori agricoli.
Sul nostro sito web è ora disponibile un opuscolo “Catena del freddo eco-sostenibile per il settore zootecnico in Bangladesh”, co-pubblicato
dall’IIR e dalla Banca Mondiale, le cui conclusioni sono state presentate al Governo.
Anche il progetto nel Bengala occidentale è stato appena completato. L’obiettivo era quello di sviluppare una catena del freddo basata sull’utilizzo degli affluenti del delta del Gange.
Un altro progetto attualmente in corso in India, è stato avviato dall’Università norvegese di scienza e tecnologia e finanziato dal governo norvegese.
L’obiettivo è identificare le soluzioni tecnologiche migliori e più economicamente valide per implementare l’uso di CO2 nella refrigerazione in India.
Come prima azione all’interno del progetto, sono state inviate tre unità di condensazione a CO2 dalla Norvegia verso le tre strutture indiane che vi partecipano. L’obiettivo di questa spedizione è quello di dimostrare la validità della tecnologia di refrigerazione a CO2 in India per i settori ad alto consumo energetico (un supermercato, un hotel e un’industria di lavorazione del pesce), superando il problema delle elevate temperature ambientali del paese.
I prototipi forniranno a dottorandi e laureati conoscenze su questa tec-
18/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6
Stati Uniti Gran Bretagna Canada Giappone Turchia Spagna Messico Cile Cina Brasile Egitto Filippine 0.037 0.085 0.106 0.132 0.133 0.152 0.206 0.242 0.315 0.314 0.441 0.490 0.503
Figura 1: Capacità dei magazzini refrigerati in m3 per cittadino (2018) La refrigerazione non è equamente distribuita nel mondo
Nuova Zelanda
Figura 2: Scorta di climatizzatori per paese/ zona alla fine del 2016
nologia con lo scopo successivo di persuadere gli operatori locali a adottarla su vasta scala. Grazie al finanziamento della Commissione Europea è stato lanciato lo scorso anno un nuovo progetto dedicato ai Paesi dell’Africa subsahariana: SophiA - Soluzioni off-grid sostenibili per farmacie e ospedali in Africa.
La pandemia di Covid-19 ha dimostrato che i prodotti sanitari più recenti, e in particolare i vaccini, dipendono dalla refrigerazione. Infatti, affinché questi prodotti siano efficaci, devono essere conservati a temperature basse o molto basse in appositi dispositivi.
I vaccini Covid-19 devono essere conservati tra -70°C e +8°C a seconda del tipo. Lo stoccaggio non è l’unica fase della catena del freddo che pone alcuni problemi: anche il trasporto, la logistica e la distribuzione.
L’ampia gamma di temperature di conservazione dei vaccini rappresenta una vera sfida tecnica, in particolare per i paesi africani che non dispongono di adeguate strutture di conservazione.
Oltre al costo elevato, ci sono problemi legati alle caratteristiche di questi paesi, come interruzioni di corrente e polvere che interrompono il funzionamento dei congelatori.
Il progetto SophiA affronta direttamente questi problemi fornendo alla popolazione africana l’accesso a elettricità off-grid a zero emissioni di carbonio, riscaldamento e raffreddamento di medicinali e cibo, oltre che acqua potabile sicura e pulita, migliorando così la qualità della vita in modo sostenibile.
SophiA svilupperà e produrrà localmente sistemi solari integrati innovativi, modulari, flessibili, convenienti ed efficienti per fornire alla popola-
zione locale:
• Acqua potabile pulita
• Acqua calda per docce e servizi igienico-sanitari
• Raffreddamento degli ambienti (sale d’attesa e di chirurgia)
• Raffreddamento dei medicinali a +5 °C, possibile anche per il raffreddamento degli alimenti
• Conservazione a bassa temperatura del plasma sanguigno, da -30°C a -40°C
• Conservazione a temperature molto basse di farmaci sensibili (es. vaccini Covid-19) a -70°C
I sistemi multifunzionali di SophiA utilizzeranno pannelli fotovoltaici, moduli solari termici, purificazione dell’acqua e refrigeranti naturali a basso potenziale di riscaldamento globale (GWP) in un sistema di refrigerazione a cascata con risparmio di energia termica ad alta efficienza. L’implementazione su larga scala di questi sistemi porterà molti benefici ambientali, economici, sociali e soprattutto sanitari.
Il progetto dimostrativo comprende pianificazione, costruzione, installazione e monitoraggio in quattro centri sanitari rurali in Burkina Faso, Camerun, Uganda e Malawi, dove cioè c’è maggior necessità di aiuto, e in quattro diverse regioni climatiche, offrendo soluzioni sostenibili adattate al contesto africano e quindi trasferibili a tutta l’Africa subsahariana. Altri progetti in Africa sono in fase di studio.
È giunto il momento di mettere in atto strategie per la refrigerazione a livello nazionale, chiara priorità per l’IIR.
CONCLUSIONE
Dalla Dichiarazione di Roma del 2019, firmata da 76 paesi, riconoscere l’importanza della catena del freddo per lo sviluppo sostenibile, è diventata anche una priorità delle agenzie e dei programmi delle Nazioni Unite (UNEP, FAO, Banca Mondiale, ecc.) con le quali stiamo lavorando grazie anche alla collaborazione di vari paesi sviluppati dell’Unione Europea e non, che stanno lanciando numerose iniziative.
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Vantaggi che offre la forma circolare della sezione nei canali per la distribuzione dell’aria
INTRODUZIONE
Non è corretto pensare che a parità di sezione e di materiale impiegato, ma con forme geometriche diverse, due canali d’aria permettano di far transitare la stessa portata con le medesime perdite di carico. Ricorrendo al concetto di diametro equivalente si può comprendere come la sezione circolare sia quella più conveniente tra tutte quelle disponibili.
diametro equivalente.
Per una determinata condotta, avente forma della sezione qualsiasi, il diametro equivalente coincide con il diametro di una condotta fittizia, avente forma circolare, in grado di causare la stessa perdita di pressione della condotta reale in presenza di una pari portata d’aria e un uguale coefficiente di attrito.
Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere.
Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.
FATTORE DI FORMA
Come abbiamo avuto modo di osservare in precedenza, la forma della sezione di una canalizzazione per la distribuzione dell’aria è un parametro da prendere in considerazione quando si desidera valutare le perdite di carico distribuite che si verificano. Infatti, all’aumentare dell’area di contatto interna tra l’aria e la superficie della canalizzazione si verifica un aumento degli attriti e quindi delle perdite di pressione della massa d’aria che fluisce. Il fattore di forma è un parametro che ben si presta ad evidenziare questa correlazione esistente tra la forma della sezione e le conseguenti perdite di carico. Come visto, in caso di sezione quadrata il fattore di forma è pari all’unità, mentre tale valore aumenta in caso di sezione rettangolare, tanto più quanto maggiore è il rapporto tra la dimensione maggiore e la dimensione minore della sezione.
IL DIAMETRO EQUIVALENTE
Nella determinazione delle perdite di carico entrano in gioco vari fattori, uno dei quali è rappresentato dal
In sostanza, attraverso questo parametro, si mira a “standardizzare” le condotte aventi varia forma della sezione con quella che ha sezione circolare.
Nella tabella 1 vengono riportati alcuni esempi relativi a sezioni di forma quadrata e rettangolare, per ognuno dei quali viene calcolato il corrispondente diametro equivalente.
Come si può notare, se si fa eccezione per la sezione quadrata, il diametro equivalente alla sezione data risulta essere sempre di entità inferiore a quella della dimensione maggiore della sezione.
La cosa ancora più interessante è che l’area della sezione circolare fittizia calcolata con il diametro equivalente corrispondente (colonna 8 della tabella) risulta essere sempre inferiore alla sezione effettiva del canale avente forma quadrata o rettangolare (colonna 5 della tabella). Poiché per definizione la portata di aria è la medesima nel caso di sezione circolare e sezione non circolare, questo significa che utilizzando una sezione circolare è possibile distribuire la medesima quantità di aria ma avendo ingombri minori della canalizzazione.
Inoltre, e qui sta la significatività di queste considerazioni, senza che le perdite di carico distribuite lungo la
20/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Pierfrancesco FANTONI
LEZIONE 237 > PRINCIPI DI BASE DEL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA
Forma sezione
Dimensioni (cm)
Rapporto di forma Sezione (cm2) Velocità (m/s)
Diametro equivalente (cm)
Sezione data dal diametro equivalente (cm2) Velocità (m/s) maggiore minore
Quadrata 40 40 1,00 1600 6,08 43,73 1500,93 6,48
Rettangolare 40 30 1,33 1200 8,10 37,77 1119,91 8,68
Rettangolare 45 30 1,50 1350 7,20 39,96 1253,55 7,76
Rettangolare 60 50 1,20 3000 3,24 59,81 2808,42 3,46
Rettangolare 75 40 1,88 3000 3,24 59,15 2746,69 3,54
Rettangolare 50 25 2,00 1250 7,78 38,08 1138,58 8,54
Rettangolare 70 20 3,50 1400 6,94 39,06 1197,55 8,12
Rettangolare 80 20 4,00 1600 6,08 41,35 1342,48 7,24
Rettangolare 100 20 5,00 2000 4,86 45,42 1619,77 6,00
condotta siano diverse. In aggiunta, sempre dall’analisi dei dati, si può evincere che è particolarmente più vantaggiosa la sezione circolare con diametro equivalente rispetto a quella non circolare tanto più il rapporto di forma è ele-
vato. Tanto per fare un esempio, nel caso di sezione rettangolare 45x30 (fattore di forma pari a 1,50) il “risparmio” di sezione che si può ottenere con la sezione circolare è del 7,5% circa, mentre nel caso di sezione rettangolare 50x25 (fattore
di forma pari a 2) la riduzione di sezione ottenibile impiegando una sezione circolare è di circa il 9%, per giungere ad una diminuzione addirittura del 19% nel caso di sezione rettangolare 100x20 avente fattore di forma pari a 5.
NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
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Figura 1: Confronto delle dimensioni tra una sezione quadrata 40x40 e una circolare di diametro equivalente
Figura 2: Confronto delle dimensioni tra una sezione rettangolare 45x30 e una circolare di diametro equivalente
equivalente. Come si può notare, nel caso di sezione non circolare la velocità dell’aria risulta essere sempre minore rispetto al caso di sezione circolare equivalente. Anche in questo caso la differenza percentuale tra le due velocità cresce al crescere del fattore di forma. Come ben sappiamo, le perdite di carico distribuite aumentano all’aumentare della velocità della massa d’aria che scorre entro la canalizzazione. Tale aumento è di tipo quadratico.
Figura 3: Confronto delle dimensioni tra una sezione rettangolare 80x20 e una circolare di diametro equivalente
VELOCITÀ DELL’ARIA
Una seconda considerazione signifi cativa si può trarre se si vanno ad analizzare le velocità dell’aria quando percorre due canalizzazioni, una di sezione non circolare e l’altra avente una sezione circolare caratterizzata da un diametro pari al diametro equivalente. Il calcolo eseguito è stato riportato nelle colonne 6 e 9 della tabella.
Nella colonna 6 è stata riportata la velocità dell’aria che scorre all’interno di una sezione quadrata o rettangolare, mentre nella colonna 9 la velocità è stata calcolata considerando una sezione circolare. In entrambi i casi è stata assunta la medesima portata d’aria nei canali aventi diversa forma, pari a 3500 m3/h, proprio per rispettare la condizione che viene contemplata nella defi nizione di diametro
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Tuttavia, come i valori riportati nella tabella ci confermano, pur riuscendo ad ottenere una maggiore velocità dell’aria in caso di sezione circolare rispetto al caso di sezione non circolare, le perdite di carico distribuite nell’uno e nell’altro caso sono identiche poiché questo ci viene garantito dalla defi nizione stessa di sezione con diametro equivalente. Ovviamente questa considerazione rimane valida a parità di materiale impiegato per la costruzione della canalizzazione, ossia a parità di coeffi ciente di attrito.
Concludendo, possiamo senz’altro affermare che la sezione circolare risulta senz’altro più conveniente rispetto ad altre forme. Questo è da tenere particolarmente presente quando si procede alla sostituzione di qualche elemento o dell’intera rete di distribuzione di una canalizzazione già esistente. Se si passa da una sezione circolare ad una non circolare è necessario aumentare la sezione del nuovo canale per poter avere la medesima portata di aria e le stesse perdite di carico che si avevano nella vecchia canalizzazione.
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22/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
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La strada verso il net zero: problemi relativi alla decarbonizzazione entro il 2050 e l’effetto sul settore RACHP
ESTRATTO
a
b
c Consultant, United Nations Industrial Development Organization (UNIDO)
d Founder, Vonsild Consultancy
L’introduzione al documento descrive gli aspetti relativi al cambiamento climatico, agli SDG (Sustainable Development Goals – Obiettivi per lo sviluppo sostenibile), alla sostenibilità e anche all’approccio con cui verrà trattato il settore RACHP. Vengono valutati gli sforzi da compiere per raggiungere la neutralità carbonica, o net zero, entro il 2050, i pro e i contro dei vari elementi, la sostenibilità delle misure e lo stato attuale verso lo scenario del net zero. L’attenzione è quindi sul settore RACHP, dove questioni importanti come la gestione della domanda di refrigerazione, l’ottimizzazione dell’efficienza energetica e le buone pratiche, rivestono il ruolo più importante. Viene effettuata un’ampia valutazione di approcci significativi differenti basati sulla letteratura e che riguardano il modo di affrontare al meglio la “sfida RACHP” del net zero, da cui viene redatto un elenco di priorità preliminari per le azioni (strategiche) da considerare. Viene presentata un’ulteriore analisi su quali percorsi qualitativi potrebbero essere seguiti per ridurre gradualmente le emissioni legate al settore RACHP per rispettare l’obiettivo del net zero entro il 2050.
Infine, vengono presentate una serie di importanti conclusioni sulle vie da seguire fin da ora per raggiungere la neutralità carbonica in un quadro ampio e in particolare per l’industria RACHP.
*Questo documento si basa su un contributo cartaceo dell’incontro annuale 2021 della DKV (German Refrigeration Society) (Kuijpers et al., 2021); alcune parti sono state modificate e il testo connesso è stato aggiunto e/o aggiornato.
Parole chiave: Economia circolare, efficienza energetica, refrigeranti a
basso GWP, net zero, strade verso il net zero, RACHP, energie rinnovabili, sostenibilità.
1- INTRODUZIONE
Il cambiamento climatico è il prodotto di effetti e impatti in continua crescita, dovuti ad un sistema basato sull’essere umano, che impiegherà tempo a consolidarsi e per il quale la stabilizzazione atmosferica sarà un’operazione grandiosa, multiforme e immensa. Al momento giusto, ciò significherà fare appello ad una combinazione tra ripristino dell’ambiente naturale, una condotta umana adeguata e l’applicazione di tecnologie valide, nuove o ereditate. “Il mondo sta affrontando una serie complessa di sfide interconnesse; a meno che non le affrontiate insieme, non riuscirete in nessuna di esse”. (IPCC, 2021a). Nel XIX secolo, l’anidride carbonica (CO2) è stata prodotta attraverso processi diversi in tutto il mondo e assorbita dalle piante, dagli oceani e in altri modi differenti. In linea di principio, questo tipo di società si poteva considerare a zero emissioni di carbonio. Attualmente, la combustione di carbone, petrolio e gas naturale supera di gran lunga la quantità che le piante e gli oceani possono rimuovere dall’aria, il che ha portato a un continuo aumento delle concentrazioni di CO2 che ha avuto inizio con la rivoluzione industriale (da circa 260 ppm a 420 ppm oggi).
Lo stesso discorso vale più o meno per l’aumento delle concentrazioni di metano (CH4).
Il 1972 è stato l’anno della conferenza di Stoccolma “sull”Ambiente Umano” (1972) e della pubblicazione di “Limiti alla crescita” del Club di Roma (Meadows, 1972) incentrato sul tema ambiente in relazione a problemi di inquinamento e scarse
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a Lambert Kuijpers
c Natasha Kochova
b Fabio Polonara d Asbjorn Vonsild
Manager and Senior Expert, A/gent b.v. Environmental Consultancy
Professor, Università Politecnica delle Marche
risorse, entrambi segnali dell’interconnessione tra i diversi problemi ambientali.
Nel corso degli anni ‘70 si riteneva possibile una produzione ecologicamente responsabile dei processi e del comportamento umano. Tuttavia, l’importanza segnalata non è stata realmente seguita.
Tutto quanto sopra raccontato ha portato allo sviluppo del concetto di sostenibilità. Sostenibilità è diventata sempre più una parola “magica”, le aziende la mettono nelle loro dichiarazioni degli obiettivi, gli aspetti di responsabilità sociale d’impresa fanno riferimento alla sostenibilità, ovvero a schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR); sempre più prodotti sono sostenibili. Tuttavia, la domanda che ci si pone è come tutti questi aspetti di sostenibilità e un “comportamento sostenibile” in generale possano essere implementati. La cosa migliore sarebbe avere una società rigenerativa, in cui gli esseri umani partecipano in modo naturale.
Nella migliore delle ipotesi la realizzazione di questa società tarderà decenni poiché comporta molti cambiamenti negli attuali sistemi politici ed economici, anche per poterla sostenere. Al momento, alcuni processi decisionali hanno già compiuto un passo avanti rispetto a “sostenibile”, in quanto considerano l’obiettivo di una società rigenerativa, in cui gli esseri umani assistono la natura nella sua evoluzione.
Tuttavia, i percorsi e i piani d’azione per raggiungere questa società devono essere concettualizzati, al fine di accettare concezioni più globali in futuro. Il problema principale è che le emissioni di CO2 e CH4 (e alcuni altri gas serra) sono aumentate continuamente con conseguente aumento delle concentrazioni atmosferiche e temperature globali più elevate. La misura attualmente allo studio per contrastare questa tendenza è la decarbonizzazione della società, al fine di raggiungere la carbon neutrality (che non è “zero carbon”). L’attuale terminologia utilizzata per questo è “net zero”, o l’istituzione di una “società net zero”. La definizione di net zero è stata effettivamente (re) introdotta dall’IPCC (2018), vedere
la sezione 2. Una società net zero dovrebbe implementare l’energia (elettricità) rinnovabile (sia solare, eolica, geotermica, ecc.) su larga scala, il che implica una grande crescita rispetto all’attuale capacità rinnovabile (diversi paesi sono del parere che l’energia nucleare debba svolgere un ruolo importante nella decarbonizzazione).
Questo requisito, importante da soddisfare, dipende dalle condizioni di ogni paese (capacità, legislazione, ecc.), dalle possibilità di investimento ecc. Insieme a questo sviluppo, dovrà essere messo in moto un gran numero di altri meccanismi (cosiddette compensazioni) che sono ancora in fase di elaborazione a livello globale, per raggiungere una rapida riduzione delle emissioni di CO2 Sostenibilità e sviluppo net zero non sono necessariamente compatibili. Laddove il concetto di sostenibilità è spesso considerato come una guida, gli sviluppi net zero possono (solo) essere considerati come modi per raggiungere lo zero completo di emissioni di carbonio, sulla base di considerazioni sia tecnologiche che sociali. Poiché il settore RACHP farà parte dell’intero sviluppo, la sezione 2 approfondirà innanzitutto il modo in cui è stata quantificata la questione del net zero (IPCC, 2018) in base all’aumento della temperatura globale in questo e in altri rapporti dell’IPCC.
La sezione 3 analizzerà molteplici questioni che attualmente svolgono un ruolo nel net zero, importanti anche per il settore RACHP. A partire dalla sezione 4, tutte le questioni del settore RACHP saranno trattate nel dettaglio.
2- L’ACCORDO DI PARIGI, I RAPPORTI IPCC E ALTRO
L’accordo di Parigi concluso nel 2015 afferma che l’obiettivo a lungo termine è quello di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5 °C, riconoscendo che ciò ridurrebbe sostanzialmente i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici. Ciò
dovrebbe essere fatto riducendo il prima possibile le emissioni, al fine di “raggiungere un equilibrio tra le emissioni antropogeniche derivanti dalle risorse e l’assorbimento di gas serra tramite il suolo nella seconda metà del XXI secolo”.
Ciò dovrebbe avvenire attraverso lo sviluppo di contributi volontari determinati a livello nazionale (NDC), la somma dei quali determinerà il futuro della società globale nel 2050 o nel 2100, in termini di temperatura. Nel 2018, l’IPCC ha pubblicato il suo rapporto speciale su 1,5 °C (IPCC, 2018). Il rapporto dell’IPCC definisce le emissioni nette come “emissioni causate dall’uomo e ridotte dagli assorbimenti antropogenici”. Afferma inoltre che (1) è possibile ottenere riduzioni delle emissioni nette attraverso portfolio di misure di mitigazione coerenti e che (2) le emissioni cumulative di CO2 e i forzanti radiativi non CO2 di gas determinano la probabilità di limitare il riscaldamento a 1,5 °C. Il rapporto accenna anche al fatto che “La buona notizia è che alcuni tipi di azioni che sarebbero necessarie per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C sono già in corso in tutto il mondo, ma dovrebbero accelerare” (IPCC, 2018).
Il rapporto rileva che limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C richiederebbe transizioni “rapide e di vasta portata” nel territorio, nell’energia, nell’industria, negli edifici, nei trasporti e nelle città.
Le emissioni globali nette di gas serra causate dall’uomo (espresse in CO2eq) dovrebbero diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, raggiungendo il “net zero” intorno al 2050. Le emissioni fossili di CO2 sono la principale causa di emissioni globali di GHG, con una quota di circa il 72%, seguite da CH4 (19%), N2O (6%) e F-Gas (3%), espressi in CO2eq.
Le emissioni di gas fluorurati (ODS esclusi) sono aumentate di cinque volte nel periodo 1990-2018, anche a causa della sostituzione dei CFC (la maggior parte dei quali è ancora nell’atmosfera) (Olivier e Peters, 2020).
Gli scenari pregressi calcolati nel rapporto IPCC (2018) (più le emissioni integrate stimate da tutti gli
24/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Figura 1: Confronto tra gli scenari delle emissioni globali valutati nel Rapporto speciale del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici e riscaldamento globale di 1,5 °C con emissioni globali totali secondo gli NDC integrati (UNFCCC, 2021a). Maggiori dettagli sono forniti nel rapporto UNEP Emissions Gap Report (UNEP, 2021)
NDC presentati, con un’incertezza per il 2030) sono schematicamente riportati di seguito, per il periodo 2010-2060 (Figura 1, (UNFCCC, 2021a)). Il rapporto IPCC su 1,5°C è stato l’input per la COP-25 del 2019. Questo è stato il motivo principale per cui il mondo ha iniziato a concentrarsi su un obiettivo net zero entro il 2050 attraverso azioni combinate che derivano da tutti i contributi determinanti a livello nazionale (NDC) presentati (e in sospeso). Nel 2021 è trapelata alla stampa una versione preliminare informale del rapporto dell’IPCC AR6 del gruppo di lavoro II (IPCC, 2021a). Il rapporto rilasciava una serie di affermazioni forti e severe: “La vita sulla Terra può riprendersi da un drastico cambiamento climatico evolvendosi verso nuove specie e creando nuovi ecosistemi, ma gli esseri umani non possono”, “C’è bisogno di un cambiamento trasformazionale che operi su processi e comportamenti a tutti i livelli: individuale, comunitario, di imprese, istituzioni e governi”, “Dobbiamo ridefinire il nostro modo di vivere e di consumare”. (IPCC, 2021a) Ciò che deve essere sottolineato è che l’obiettivo principale è ottenere la mitigazione del cambiamento climatico con tutti i mezzi possibili a livello nazionale, laddove i singoli paesi non sono in grado di stimare in che modo i loro piani contribuirebbe-
ro a un obiettivo globale.
I governi, le industrie, le città, ecc. stanno escogitando i loro piani net zero, senza alcun accordo sulle azioni da intraprendere.
Nel novembre 2021, prima dell’UNFCCC (clima) COP-26, la pubblicazione ufficiale della relazione del gruppo di lavoro I dell’IPCC AR6 (IPCC, 2021b) ha lanciato il seguente “campanello d’allarme”, più o meno definitivo:
La portata dei cambiamenti recenti, nel corso di molti secoli o migliaia di anni, risulta essere senza precedenti e, a meno che nei prossimi decenni non si verifichino profonde riduzioni delle emissioni di CO2 e di altri gas serra, nel corso del XXI secolo, i limiti di 1,5 °C e 2 °C verranno oltrepassati.
Il 4 aprile è stato pubblicato il rapporto IPCC AR6 del Gruppo di Lavoro III (IPCC, 2022). Il vicepresidente del WGIII Skea (2022) ha affermato: “Ora o mai più, se vogliamo limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C […] senza riduzioni immediate e profonde delle emissioni in tutti i settori, sarà impossibile”.
In “Il dimezzamento delle misure non dimezzerà le emissioni” (Halves measures will not halve emissions), Andersen (UNEP, 2022) ha affermato: “Il rapporto dell’IPCC durante l’attuale ciclo di valutazione, completa il quadro globale della crisi climatica
che l’umanità deve affrontare. Il quadro non è confortante, non stiamo facendo abbastanza”.
Anche il rapporto IPCC del gruppo di Lavoro III ha sollevato la questione della “sufficienza”.
La sufficienza non riguarda solo il cambiamento del comportamento individuale: richiederà un cambiamento sistemico nelle tecnologie, nelle istituzioni, nelle politiche, nella progettazione dei prodotti, nell’uso del territorio e persino (o soprattutto) nel mondo del marketing e della pubblicità. Lo scenario ottimistico dell’IPCC AR6 afferma che il riscaldamento medio aumenterà tra 1,5 °C e 1,6 °C entro il 2040, un forte aumento dalla soglia odierna di quasi 1,1 °C. Gli scenari mostrano un intervallo “molto probabile” compreso tra 1,2 e 1,9 °C, a seconda della velocità con cui verranno eliminate le emissioni di anidride carbonica, metano, protossido di azoto e altri inquinanti atmosferici. Riassumendo, anche nello scenario più ottimistico, il riscaldamento rimane appena sopra 1,5 °C almeno fino al 2080, prima di tornare a 1,4 °C entro il 2100 (tra l’altro si suppone che lo scenario peggiore presentato da IPCC 2100 relativo alla temperatura porti ad un aumento di 5,7 °C).
Passando agli NDC e i loro impegni (vedi anche Fig. 1) e ulteriori promesse, si può citare quanto segue: - Gli NDC presentati e previsti per luglio 2021 risulterebbero pari a 2,5/2,7 °C.
- Tutti gli impegni, le promesse, gli NDC aggiornati consegnati alla COP-26 (2021) si tradurrebbero idealmente in 1,8/1,9 °C.
- Date le incertezze nelle promesse, negli impegni e negli NDC aggiornati, la maggior parte delle pubblicazioni presume che ci si stia ancora dirigendo verso l’1,9/2,5 °C.
- WMO (9 maggio 2022): c’è una probabilità del 43% che la soglia della temperatura di 1,5 °C venga già raggiunta entro il 2027.
- In conclusione, sarà necessario essere più intraprendenti in attesa della COP-27 nel 2022 (e oltre).
Pertanto, gli obiettivi net zero per il 2050 sono visti come più che urgenti e “devono” essere raggiunti a breve termine. Il principio del net zero
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si basa su quattro criteri minimi: a. promettere qualcosa di equo entro il 2050; b. pianificare come soddisfare tale impegno; c. procedere con il piano; e d. pubblicare i risultati. Come menzionato nelle dichiarazioni delle Nazioni Unite: “sono necessari piani dettagliati credibili per raggiungere il net zero perché gli obiettivi a lungo termine sono quasi inutili senza piani e obiettivi intermedi”. All’interno di questo intero quadro di politiche, impegni, compensazioni reali, virtuali e non realizzabili, un’osservazione ovvia è che gli NDC (che includeranno, di fatto, tutti i settori dell’industria, dei trasporti, dell’edilizia, del raffreddamento e del riscaldamento ecc.) devono presentare il quadro generale di come i paesi stanno pianificando i (loro) modi per raggiungere il net zero nel 2050. È chiaro che il settore RACHP è solo una parte (importante) di questo e sarà soggetto a ciò che viene “pianificato a livello globale”. Prima di entrare nello specifico del settore RACHP, di seguito vengono riportati molti degli sviluppi fondamentali del net zero.
3- QUESTIONI IMPORTANTI RELATIVE A NET ZERO
Data l’importanza di raggiungere net zero (e le sue conseguenze) come delineato nei rapporti dell’IPCC, si ritiene necessario fornire maggiori dettagli su quanto segue: - Stato attuale degli sviluppi net zero, poiché il settore RACHP ne farà parte.
- Tecnologie di compensazione perché potrebbero avere un impatto (se realizzate nel periodo 2020-2050) in relazione alla portata che dovrà essere convertita in rinnovabili.
- Sfide ancora percepite come importanti, che incidono sugli sviluppi a breve termine dei piani net zero.
- Dichiarazioni e rapporti recenti che riassumono ciò che generalmente ci si può aspettare dagli sviluppi net zero.
Come osservazione generale preventiva, si può affermare che ci sono due modi per affrontare la sfida net zero: (1) l’impiego delle tecnologie esistenti insieme a un rapido sviluppo
di molte tecnologie nuove (di mitigazione dei gas a effetto serra), in modo che tutte le tendenze attuali (di consumo) possano essere semplicemente proseguite, oppure (2) un mix di tecnologie esistenti e nuove, combinato con una idea di economia circolare, un uso limitato di tutte le risorse globali che segua una serie di modelli di comportamento. In questo momento, è abbastanza difficile trarre delle conclusioni riguardo a quale “direzione” prenderà il net zero. Per quanto riguarda il settore RACHP, si può dire che eventuali ulteriori sviluppi successivi a questo percorso (2) sembrano i più logici, poiché si tratta di una tecnologia esistente da ottimizzare, insieme a scelte adeguate di refrigerante, con considerazioni appropriate sulle rinnovabili e un approccio circolare ai modelli di produzione e consumo che consentono all’economia circolare di diventare la via principale/efficiente/dominante.
a. La decarbonizzazione (o net zero) è in realtà correlata ad una (totale) riduzione delle emissioni di CO2 e CH4 (ed è spesso valutata anche in riferimento ai gas a base di carbonio, ad esempio PFC, HFC); tuttavia questa non può essere definita come una società a zero emissioni di carbonio (emissioni correlate), dal momento che sarebbe comunque necessario il ricorso alla combustione di “carbonio”, sotto forma per esempio di legno e biomassa, combustione che potrebbe eventualmente essere bilanciata tramite la piantumazione di nuovi alberi. A questo proposito, net zero significa che qualsiasi ulteriore attività correlata al carbonio (emissioni di CO2 e CH4) può essere compensata da attività che catturano l’eventuale CO2 (verosimilmente anche metano) che continua ad essere emessa, sia in natura che tramite processi basati sulla tecnologia. b. L’ambizione (come definizione) viene utilizzata per lo sviluppo di buone pratiche che portino ad una società a zero emissioni di carbonio, che dovrebbe arrestare ulteriori emissioni che contribuiscono al cambiamento climatico entro il 2050, portando a un aumento massimo della temperatura globale entro
il 2100 di 1,5 ° C. Si tratta in primo luogo di una grande produzione di energia da fonti rinnovabili, ma non solo. In questo momento quindi, i programmi si basano su di una combinazione tra riduzione delle emissioni indirette, perseguimento della compensazione tramite piani tecnologici di cattura del carbonio da sviluppare e l’importante equilibrio di bilanciamento delle emissioni continue tramite piantumazione e implementazione di meccanismi biologici negli oceani, per assorbire il diossido di carbonio.
Le sfide del net zero; alcuni commenti critici su come la società raggiungerà il net zero
a. Una società nella quale praticamente tutti i processi che avvengono in natura utilizzano molecole a base di carbonio, non può essere, in linea di principio, decarbonizzata. “Un ‘futuro a zero emissioni di carbonio’ non fa presagire nulla di buono, né per gli esseri umani né per il pianeta” [...] “Il net zero è diventato di per sé stesso un obiettivo, piuttosto che il mezzo per raggiungere il vero fine, ossia la mitigazione del cambiamento climatico e/o l’adattamento.” [..] “Se non lo puoi misurare, non lo puoi neanche gestire!”. (Arbon, 2021) “Prima di essere cooptato, il termine net zero veniva usato per descrivere una situazione bilanciata e non riferito alla creazione di gas serra o ad una azienda o paese, ma in relazione all’intero pianeta.” (Foley, 2021a; 2021b; 2021c).
b. A seguito di un’analisi, la progettazione dell’accordo di Parigi (e gli sforzi per il net zero) ha condotto i partecipanti (cioè i governi) a concordare un obiettivo collettivo più elevato e a prendere impegni individuali (più) ambiziosi (tramite gli NDC).
Il risultato di tale analisi illustra un problema inerente alle misure sui cambiamenti climatici: il successo o il fallimento è determinato solo dal raggiungimento dell’obiettivo collettivo, indipendentemente dal contributo di ogni singolo paese.
Quindi, mentre i paesi sono quasi sicuri di un esito negativo se non agissero, potrebbe andare ancora
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peggio se alcuni di loro limitassero drasticamente le proprie emissioni e altri no.
“Quello che vogliono è una sorta di garanzia che gli altri contribuiranno”. (InsCliNews, 2021). Una delle principali carenze di “Parigi” è che non riesce ad affrontare il “problema del free rider”, che deriva dal fatto che alcuni paesi godrebbero dei benefici derivanti dagli sforzi collettivi per limitare le emissioni indipendentemente dal loro contributo, un aspetto molto importante.
c. Ciò significa che l’accordo di Parigi, che dipende dall’azione collettiva, non include tipi di incentivi e sanzioni che assicurerebbero che i paesi facciano la loro parte, come invece ad esempio fa il Protocollo di Montreal, attraverso la conformità. Sarebbe una questione da affrontare con urgenza, in quanto strettamente legata all’approccio al net zero. d. “La miglior compensazione non è affatto la compensazione, lo è invece la riduzione delle emissioni, soprattutto nei grandi settori dell’energia e dell’agricoltura. Le compensazioni dovrebbero essere usate con parsimonia. Oggi il miglior tipo di compensazione è quella che evita o riduce le emissioni, seguita da quella che utilizza la natura per rimuovere il carbonio in un secondo momento. Le compensazioni che si basano sulla nascente tecnologia di rimozione del carbonio sono le più rischiose di tutte. Potrebbero essere utili un giorno, ma non oggi.” (Foley, 2021a).
Risultati previsti
a. “Gli importanti impegni sul clima ammettono [..] di portare le emissioni a zero, non a “Net Zero”, il più rapidamente possibile. Non possiamo raggiungere questo obiettivo con compensazioni immaginarie, sistemi di scambio di emissioni di carbonio o vaghe promesse di “inquinare ora, rimuoverlo più tardi”. (Foley, 2021a). “Impegni migliori sul clima dovrebbero iniziare da obiettivi più audaci e a lungo termine, che avrebbero anche metodi di misurazione più immediati. Ridurre le emissioni a zero entro il 2050 può essere un eccellente
obiettivo a lungo termine, ma ci si dovrebbe arrivare per tappe intermedie (ad esempio, dimezzare le emissioni entro il 2030) e a breve termine (ad esempio, ridurre le emissioni di almeno il 7% all’anno). Inoltre, ogni azienda dovrebbe controllare attentamente e riferire i propri progressi sugli obiettivi climatici lungo il percorso. I risultati dovrebbero essere strettamente riportati come i rendiconti finanziari, con i leader che se ne assumono la reale responsabilità”. (Foley, 2021c).
b. Sempre più governi cercano di elaborare piani di visione a lungo termine. Sembra bello per il grande pubblico, ma questi piani danno pochissimi risultati a brevissimo termine o non ne danno affatto. Le misure a breve termine saranno sempre ponderate dalla politica contro l’elettorato; quindi, devono essere basate su idee condivise (informate). Un inizio ora potrebbe essere possibile, ma sarà sempre incentrato sul 20302050, al di fuori di ciò che “deve” essere fatto a brevissimo termine (entro il termine politico di 4-5 anni) (vedi le attuali politiche del gas che potrebbero cambiare di molto il net zero).
In conclusione, la domanda è se net zero non si stia trasformando in una “mezza verità” dal momento che solo il 50-70% di tutti i paesi (in base alle emissioni) riescono a ottenere le riduzioni raccomandate per il 2030 e oltre. Molti paesi devono ancora convincere le comunità, le industrie e la società dei consumi (diversi stili di vita) a perseguire buoni obiettivi e non quelli sbagliati, con molte compensazioni, con greenwashing e scappatoie, che mancano di un quadro completo (internazionale) di finanziamento green. Questi problemi dovranno essere risolti il prima possibile a livello sia politico che industriale e dei consumatori, anche quando tale risoluzione sembra ancora richiedere molti passi avanti. “A differenza della maggior parte delle competizioni, la corsa verso le zero emissioni non avrà un vincitore. In questa gara vinciamo tutti, o perdiamo tutti”. (NetZeroClim, 2021). Riassumendo, la questione più importante è che per evitare i peggiori scenari dovuti all’impatto climatico,
le emissioni globali di gas serra dovranno diminuire di circa la metà entro il 2030 e raggiungere il net zero intorno alla metà del secolo (vedi Figura 1). Perciò, qualunque siano le politiche riguardanti il net zero per tutti i settori che producono emissioni, il settore RACHP dovrebbe funzionare nel modo più ambizioso possibile. Questo settore dipenderà dalle tendenze generali per quanto riguarda la produzione e l’uso di energie rinnovabili (elettricità) a livello globale. Vale la pena ricordare che il settore RACHP ha un grande vantaggio e cioè che sin dagli anni ’90 si occupa di ridurre al minimo le emissioni dirette e indirette di gas serra (sia CFC, HCFC, HFC e CO2 provenienti dall’elettricità). Questo è il principale punto di partenza per valutare come diversi approcci a net zero si applicherebbero al settore RACHP nelle sezioni seguenti.
4- ALCUNI APPROCCI DEL SETTORE RACHP AL NET ZERO
In relazione al settore RACHP che è (fondamentalmente) dipendente dalla fornitura di elettricità (ossia, attualmente, il 20% della fornitura totale di elettricità globale), sarà necessario un approccio più dettagliato. Il raggiungimento di emissioni net zero comporta una serie di azioni volte a raggiungere l’obiettivo in modo strutturato e per alcuni versi anche globale (i vari approcci non sono specificati per nessun tipo di paese, sono validi per il settore RACHP in generale).
Verranno presentati quattro esempi, (1) una proposta di IMechE nel Regno Unito (IMeche, 2020) per raggiungere net zero, (2) una proposta su come gestire il net zero (o una tabella di marcia) dell’Institute of Refrigeration del Regno Unito (IOR, 2020), (3) un terzo (denominato ‘Count on Cooling’) della European Partnership for Energy and the Environment (EPEE, 2020), e (4) un quarto presentato dall’Università di Birmingham specificamente per la catena del freddo.
La gerarchia energetica IMechE offre un quadro efficace per guidare la politica energetica sostenibile e il
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processo decisionale.
La proposta afferma che “dando priorità alle attività dal lato della domanda per ridurre consumi e sprechi e migliorare l’efficienza, la Gerarchia si collega strettamente ai principi dello sviluppo sostenibile e offre un approccio integrato e di facile utilizzo alla progettazione del sistema energetico e alla gestione della domanda e offerta di energia. In parole povere, offre una politica energetica sostenibile, conveniente e di buon senso che mira a ridurre il consumo di energia prima di cercare di soddisfare la domanda rimanente con i mezzi più puliti possibili”.
Il concetto di Gerarchia è semplice; potrebbe avere profonde implicazioni per la strategia o la politica energetica. La pianificazione a blocchi IOR (IOR, 2020) fornisce otto problemi separati, senza presentare un flusso o sequenza in particolare:
1. Prestazioni del sistema (massimizza le prestazioni del sistema durante il funzionamento, durante la vita, monitorare)
2. Utilizzo della migliore tecnologia (nuove tecnologie da utilizzare, con assistenza, conoscenze specialistiche)
3. Equilibrare riscaldamento e raffreddamento (se vengono prodotti entrambi contemporaneamente, utilizzarli al meglio)
4. Ridurre il bisogno di raffreddamento (impianti passivi e soluzioni lowtech da utilizzare in prima istanza)
5. Uso intelligente dell’energia (usare l’energia con saggezza attraverso le rinnovabili e la trasformazione della rete)
6. Lavorare insieme (comunicazione tra interno ed esterno del settore per prendere le decisioni migliori)
7. Persone e competenze (strategia a lungo termine per reclutare, educare ad avere persone qualificate nel settore)
8. Sostenibilità e altro. In effetti, anziché in sequenza casuale come presentate nella Figura 2, le opzioni possono essere raggruppate: (1), (2), (3) e (4) lavorano tutti per ridurre l’impatto ambientale attraverso la riduzione della domanda di energia.
Anche le opzioni (6, 7) puntano a migliori prestazioni (consumo di ener-
PIÙ SOSTENIBILE
Livello 1: riduzione della domanda di energia
Livello 2: e cienza energetica
Livello 3: utilizzo di risorse rinnovabili e sostenibili
Livello 4: utilizzo di altro, risorse a basse emissioni di gas serra
Livello 5: utilizzo delle risorse convenzionali come stiamo facendo oggi
= MENO SOSTENIBILE
gia) dei sistemi (tramite una buona manutenzione, basse perdite, ecc.). L’opzione (5), utilizzare “l’energia in modo intelligente”, è importante per la parte delle energie rinnovabili, tuttavia, ciò in realtà non rientra in una sorta di ambito o competenza (IOR) del settore RACHP.
Il modo in cui viene fornita l’elettricità (diretta, tramite stoccaggio) e quali parti di energia elettrica rinnovabile potrebbero essere disponibili per il settore è un dato di fatto (questo fa parte di (8)).
L’EPEE nel suo approccio “Count On Cooling” (EPEE, 2020) menziona i seguenti elementi necessari (Figura 3) per raggiungere la neutralità carbonica o emissioni nette zero di carbonio, con una logica che presenta quattro elementi, incentrati sui costi di investimento, per consentire una prevista neutralità carbonica. Laddove (a) c’è un impatto sul clima, le opzioni (b) e (c) sono direttamente correlate alla riduzione del consumo di energia, l’opzione (c) indica “migliorare l’efficienza”, un’opzione che presuppone indirettamente l’esistenza di determinati limiti. Il passaggio alle energie rinnovabili (d) è necessario, ma potrebbe non appartenere
a questa sequenza e resterebbe in realtà al di fuori dell’approccio diretto EPEE relativo al RACHP (paragonabile all’approccio IOR (2020)).
Sui percorsi verso il net zero per la catena del freddo, la presentazione fornita in un webinar sulla catena del freddo ha discusso i seguenti gli elementi, vedere la Figura 4 (IOR, 2021), citando alcuni elementi specifici: (1) utilizzare le risorse energetiche naturali, rinnovabili e di scarto, (2) utilizzare tecnologie efficienti dal punto di vista energetico che evitino i refrigeranti con un GWP elevato e (3) adottare un approccio di economia circolare per la progettazione, la produzione, l’implementazione, il funzionamento e la disattivazione alla fine del ciclo di vita.
Un elenco di misure può essere composto basandosi sulle varie proposte:
1) Il problema dell’abbassamento della domanda di refrigerazione è in cima all’elenco delle proposte IMechE, IOR e (IOR) Cold Chain.
2) L’efficienza energetica è chiaramente menzionata nel Cold Chain proposal, ma è implicitamente prevista in tutte le altre proposte.
3) Il problema della mitigazione del
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LA GERARCHIA ENERGETICA: DIRETTI VERSO ‘NET ZERO’
refrigerante arriva attraverso l’approccio EPEE, in qualche modo attraverso i blocchi componenti IOR e gli IMechE Tiers, insieme a tecnologie effi cienti in Cold Chain proposal.
La scelta di opzioni a basso GWP come ammoniaca, CO2, idrocarburi e HFO sarebbe un impegno o un approccio essenziale, poiché gli impatti diretti sull’efficienza energetica legati alla scelta del refrigerante sono ridotti (McLinden, 2017; Kuijpers et al., 2019; Kuijpers et al., 2021).
Tuttavia, dato che i problemi di emissioni di refrigerante nella globalità del net zero sono minori, non finiranno in cima ad un elenco di priorità da sviluppare.
4) Il costo per ridurre i consumi (che forse implica anche ridurre il fabbisogno di portata) è presentato solo nell’approccio EPEE; tuttavia, si lascia spazio ad un’ampia interpretazione in relazione alla sua implicazione e/o alla sua fattibilità. L’EPEE presenta i costi di investimento per una maggiore efficienza energetica come una questione fondamentale, che introduce un parametro aggiuntivo che non può essere stimato con precisione. Implica che maggiori sono i costi di investimento, maggiore sarà l’efficienza, il che può essere vero solo in una certa misura.
5) In tutte le proposte è menzionata un’adeguata pianificazione delle energie rinnovabili in modo che di-
ventino una parte importante (eventualmente l’unica) dell’elettricità fornita (insieme alle risorse energetiche di scarto nel Cold Chain Proposal). Un elenco di priorità da ricavare potrebbe quindi essere il seguente:
I. Ridurre il più possibile la domanda attraverso strategie per utilizzare saggiamente i sistemi RACHP all’interno della “loro temperatura ambiente” (efficienza dell’edificio, pratiche di installazione, impostazioni della temperatura, ecc.);
II. Aumentare l’efficienza (energetica) del funzionamento di sistemi RACHP tramite i migliori componenti e anche attraverso l’azionamento stagionale delle apparecchiature, scegliere i componenti giusti per massimizzare le prestazioni (efficienza) dei refrigeranti;
III. Utilizzare tutte le possibili fonti di energia rinnovabili (o almeno neutro in termini di emissioni di carbonio);
IV. Ottimizzare i costi o considerare adeguatamente gli investimenti per rendere possibili i punti I-III (questo punto è quindi interconnesso con tutte le azioni sopra elencate e richiede buoni approcci sistemici).
Le buone pratiche e l’ottimizzazione dell’efficienza durante la vita dell’apparecchiatura non sono esplicitamente menzionate, ma avrebbero sicuramente bisogno di essere prese seriamente in considerazione (vedi sotto).
L’intera “complessità” delle singole questioni da considerare si riduce principalmente alla riduzione della domanda e all’aumento dell’efficienza tramite un gran numero di misure,
quindi, soddisfacendo la domanda di energia elettrica tramite le rinnovabili al fine di raggiungere il net zero. Tuttavia, la questione importante è che gli elementi sono strettamente interconnessi, e ciò implica che la parte dei sistemi RACHP deve avere la priorità laddove concerne la riduzione della domanda e un ulteriore aumento dell’efficienza.
Tuttavia, in una tabella di marcia verso net zero per il settore RACHP, l’applicazione delle energie rinnovabili non può rappresentare semplicemente la parte che completa l’equazione net zero, anche quando quella parte è della massima importanza. In sintesi, qualsiasi buona soluzione alla sfida di raggiungere net zero entro il 2050 è sicuramente molto legata al modo in cui si può e si potrà trattare l’apporto di energia rinnovabile (elettricità) che contribuisce all’ammontare intero.
5- STRADA VERSO NET ZERO PER IL SETTORE RACHP
Prima di passare ad esaminare le strade per il settore RACHP, un’altra questione merita di essere menzionata. Nella società in via di decarbonizzazione, molti settori dovranno ancora trovare il modo di fronteggiare il cambiamento, utilizzando l’energia elettrica nel miglior modo possibile (cioè riducendo la domanda, ecc.). Ciò vale ad esempio per i veicoli elettrici, che devono essere resi più leggeri, ecc. (Nature, 2021b). Il settore RACHP ha qui un grande vantaggio.
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Figura 3: Approccio alla neutralità carbonica o net zero nel cerchio EPEE o “Count On Cooling”
Ottimizzare
Mitigare
Migliorare Passare
la necessità di ra reddamento l’impatto climatico dei refrigeranti alle energie rinnovabili
e cienza energetica e delle risorse
A rontare i costi di investimento per soluzioni più e cienti
Consentire la neutralità carbonica con un approccio integrato su ra reddamento e riscaldamento
Prestazioni del sistema
Ridurre il bisogno di ra reddamento
Lavorare insieme
Persone e competenze
Sostenibilità e altro
Uso intelligente dell’energia
Utilizzo della migliore tecnologia
Equilibrare riscaldamento ra reddamento
Il ra reddamento net zero riduce le emissioni di gas serra derivanti dall’uso di energia (emissioni indirette) e dalle perdite di refrigerante (emissioni dirette) durante la durata di funzionamento dei prodotti (esclusi l’estrazione di risorse, la produzione e lo smaltimento di ne vita) ad un valore il più vicino possibile a zero, bilanciando le emissioni residue di gas serra (dirette e indirette) con una quantità equivalente di rimozione di carbonio.
• Ridurre al minimo la domanda di ra reddamento arti ciale
Bilanciare le emissioni residue di gas a e etto serra derivanti dal ra reddamento con una quantità equivalente di rimozione di carbonio
Rimozione carbonio Riduzione al minimo della domanda
Progettazione
per una economia circolare
• Fare uso di risorse energetiche naturali, rinnovabili e di scarto
• Utilizzare tecnologie ad alta e cienza energetica che evitino l’alto potenziale di riscaldamento globale (GWP) dei refrigeranti
• Adottare un approccio basato su di una economia circolare per la progettazione, la produzione, l’implementazione, l’operatività e lo smantellamento a ne vita
Economia di ra reddamento NET ZERO
E cienza energetica e abolizione di refrigeranti ad alto GWP
Uso di risorse naturali rinnovabili e di scarto
Ridurre le emissioni di gas serra per il ra reddamento il più vicino possibile allo zero (fornitura di ra reddamento pulito)
Figura 4: Percorsi verso il net zero per la catena del freddo tratto da un webinar IOR di maggio 2021 (IOR, 2021)
È un settore che, per la maggior parte, ha sempre utilizzato l’elettricità come motore, data la priorità agli elementi legati al clima sin dagli anni ‘90, ovvero è sempre stato destinato a eliminare gradualmente le sostanze chimiche ad alto GWP, aumentare l’efficienza e ridurre i problemi relativi alla domanda.
Potrebbe quindi essere uno dei settori in prima posizione nella lista di quelli che possono puntare ad utilizzare solo elettricità rinnovabile, per la riduzione delle emissioni, nelle infrastrutture completamente net zero.
Nella pianificazione di percorsi specifici verso net zero nel settore RACHP è necessario considerare una serie di questioni che seguano l’elenco di priorità sopra indicato. In linea di principio si dovrebbero seguire le fasi di riduzione indicate nel percorso IPCC per 1,5°C, ovvero una riduzione di circa il 50% entro il 2030 e una riduzione del 75% entro il 2040. Laddove dovessero essere incluse le emissioni di HFC, è necessario anche tenere presente che la situazione attuale nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo è diversa; le considerazioni qui riportate possono quindi essere solo qualitative o complessivamente quantitative.
Un altro problema è che i sistemi di riscaldamento a combustibile fossile
negli edifici residenziali e commerciali devono essere convertiti nel tempo in pompe di calore azionate elettricamente.
Nelle nuove case, le pompe di calore potrebbero essere installate immediatamente, a seconda della situazione dei paesi, delle misure finanziarie e dei sussidi. Una stima preliminare è che la quantità di energia elettrica utilizzata in totale (20% a livello globale nel 2020, dopo il normale svolgimento delle attività) per il settore RACHP può facilmente aumentare di un fattore di 2,5-3 a causa dell’elevato numero di pompe di calore e unità di condizionamento dell’aria, che dovranno essere aggiunte (nota: ciò dipenderà in larga misura dalla specificità del singolo paese, senza includere l’uso di determinate alte temperature (pompe di calore industriali)).
Tuttavia, si prevede che anche la quantità di elettricità necessaria per tutti gli altri usi aumenterà di un fattore di almeno 3-4 (non è ancora chiara la quantità di idrogeno necessario come fonte).
La futura percentuale di elettricità necessaria per il settore RACHP nella sua “interezza” è molto difficile da determinare al momento; quindi, non è possibile stimare esattamente cosa accadrà.
Ciò implica che la fornitura di elettricità rinnovabile per il settore RACHP
dovrà essere almeno sincronizzata con la quantità totale di elettricità rinnovabile che sarà (sempre più o dovrà essere) disponibile per tutti gli usi. In questo momento è praticamente impossibile anche ricavare buone stime (complete) per il futuro. Durante il periodo 2020-2030 (vale a dire in questo decennio) è necessario adottare quante più misure possibili per (1) ridurre la domanda del settore RACHP e (2) aumentare l’efficienza di tutte le apparecchiature RACHP (vale a dire, l’efficienza di entrambe le apparecchiature nuove o sostitutive), puntando a una riduzione delle emissioni (almeno del 50%).
Va ricordato che lo IOR ha anche pubblicato di recente un documento con un gran numero di considerazioni per vari sottosettori (IOR, 2021b). I seguenti aspetti dovranno sicuramente essere presi in considerazione:
• Per quanto riguarda l’abbassamento della domanda si potrebbe considerare un maggiore (migliore) isolamento delle apparecchiature e degli edifici, altri modi (passivi) e mezzi per ridurre la domanda di riscaldamento/raffreddamento delle apparecchiature e degli edifici, e sicuramente il comportamento degli utenti. Le buone pratiche sono sicuramente un elemento molto importante.
• Per quanto riguarda l’efficienza
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LA STRADA VERSO CATENE DEL FREDDO NET ZERO Soddisfare gli obiettivi climatici e sociali condivisi a livello globale
LA STRADA VERSO CATENE DEL FREDDO NET ZERO
energetica, si applicherebbe anche al monitoraggio continuo delle prestazioni delle apparecchiature, poichè l’efficienza si abbasserà quanto più a lungo il sistema resterà in funzione senza un’ottima manutenzione. Pearson (2021) ha accennato al fatto che nelle apparecchiature di accumulazione del freddo “L’intervallo tra le migliori pratiche e le peggiori prestazioni è un fattore da 10 a 1 in cui la linea media, ovviamente, sta nel mezzo”. Le apparecchiature esistenti avranno quindi un grande potenziale per ridurre la loro domanda, attraverso una serie di accorgimenti.
• Per quanto riguarda l’efficienza energetica, si applica a strategie più integrate per ottenere prestazioni stagionali più elevate e a un ulteriore aumento degli standard di prestazione energetica. Ciò dovrebbe combinarsi con soluzioni innovative per il funzionamento di apparecchiature con refrigeranti a basso GWP.
• Nel decennio 2020-2030 un numero crescente di pompe di calore per il riscaldamento sarà connesso alla rete elettrica, ma è difficile stimare quale sarà l’impatto, trattandosi di un nuovo sottosettore, che dovrebbe lavorare alla massima efficienza (stagionale) possibile.
• A questo proposito, in una relazione di SEforAll (2021) viene fornita una buona panoramica di un gran numero (ampia varietà) di misure, regolamenti, ecc. che potrebbero essere applicati. Tuttavia, la percentuale di riduzione ottenibile dipenderà in larga misura da tutte le possibilità di aumentare il ricorso alle energie rinnovabili (vale a dire, capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili da mettere a disposizione, come risultato di una strategia energetica nazionale).
Una questione importante qui è fino a che punto la domanda può essere ulteriormente ridotta dalle restrizioni derivanti dalla quantità di nuove apparecchiature da installare e altre misure relative a normative che sono state finora considerate solo nelle pubblicazioni, ma non sono state realmente prese in considerazione a livello di piano nazionale. Chiaro è che il potenziale è grande.
1. Durante il periodo 2030-2040, le
misure di riduzione della domanda (isolamento degli edifici e delle attrezzature, buone pratiche, misure passive e approcci innovativi) devono continuare e dovrebbero anche essere applicate in modo più rigoroso per ridurre la domanda di riscaldamento e raffreddamento negli edifici già esistenti. Un numero crescente di pompe di calore per il riscaldamento dovrà essere collegato alla rete elettrica. È difficile determinare se ciò porterà a una riduzione del 75% delle emissioni di CO2 in quel periodo, molto dipenderà dalle circostanze nazionali e dalla possibilità di utilizzare una quantità crescente di elettricità rinnovabile, ove disponibile.
2. Nel periodo 2020-2040, le emissioni di sostanze ad alto GWP (questo vale per gli HFC) dovranno essere ridotte di almeno il 75% (potrebbe essere possibile utilizzando i programmi Kigali già esistenti). In questo periodo potrebbero essere necessari anche negoziati per un rafforzamento dei programmi di Kigali con l’obiettivo di un’eliminazione graduale degli HFC entro il 2050. Ciò comporterà un (ulteriore) uso di sostanze a basso GWP, compresi i refrigeranti naturali e gli HFO. In che misura le discussioni a breve termine sugli svantaggi degli HFO (attraverso la questione dei prodotti derivanti dalla decomposizione e tramite le possibili misure per vietare i PFA tramite REACH) porteranno a un uso limitato, al momento non può essere previsto (nota: anche questo tema dovrebbe essere parte delle politiche (inter)nazionali del prossimo futuro). Potrebbe essere possibile un’eliminazione virtuale entro il 2050 con piccole quantità di HFC consentite dopo il 2050. Tuttavia, una volta stabilita una strategia per eliminare gradualmente gli HFC, ci si può aspettare che una sostituzione completa (tenendo conto dell’eliminazione graduale del 2050) possa essere realizzata già intorno all’anno 2040 (Kuijpers et al., 2021).
3. Nel periodo 2030-2050, tutte le misure di riduzione della domanda a lungo termine devono essere completate. Inoltre, tutte le azioni relative alle applicazioni ad alta temperatura (industriali) finora intraprese per
quanto riguarda l’energia fossile, devono essere mutate in una serie di usi a neutralità carbonica.
Laddove ciò non fosse possibile, è necessario identificare adeguate (accettabili) compensazioni per le emissioni di CO2, che dovrebbero però essere già state accettate nel periodo 2030-2040.
Prendendo in considerazione quanto sottolineato per il settore RACHP negli ultimi due anni, il tema della sostituzione degli HFC e l’aumento dell’efficienza energetica sono considerati i temi principali.
Tuttavia, molto di più deve essere fatto “nel complesso” ora, al fine di ottenere le sostanziali riduzioni delle emissioni di CO2 (e di gas non CO2) necessarie.
CONCLUSIONI
• I numerosi e sempre crescenti effetti di un sistema antropogenico (terrestre) che tarderà a stabilizzarsi, sono causa dei cambiamenti climatici. La stabilizzazione atmosferica sarà un’operazione grandiosa e multiforme, risultato di una operazione immensa che includerà un mix di ripristino della natura, comportamento umano e, al momento giusto, l’applicazione di buone e nuove tecnologie.
• Come contromisura all’aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4, viene ora presa in considerazione la decarbonizzazione della società, per arrivare alla neutralità carbonica (che non significa zero carbon). La terminologia attuale utilizza “net zero”, o l’istituzione di una “società net zero”. Il net zero è una questione complessa. Molti enti si stanno interrogando sul valore del net zero e su come la società raggiungerà i suoi obiettivi net zero.
• Non è ancora noto cosa net zero includerà o potrà includere. Esistono un certo numero di tecnologie che sollevano ancora dubbi su quanto possano contribuire a una riduzione della CO2 nell’atmosfera senza effetti negativi; perciò, è troppo presto per trarre conclusioni concrete su dove ci condurrà tutto questo. Potrebbe essere necessario considerare il detto “less is more”, piuttosto che fornire semplicemente un futuro
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incerto basato su stime attuali e molto preliminari di ciò che le varie tecnologie future possono realizzare.
• Detto questo, la domanda è se la società nel suo insieme sia in grado di affrontare la complessità dei problemi in modo appropriato, dove tante cose sono ancora risolte attraverso una sorta di scenario “BAU”. Sarà necessario un ripensamento radicale a brevissimo termine, da parte di aziende e governi, anche a livello di consumatori, per realizzare grandi riduzioni delle emissioni in meno di 10 anni, riduzioni senza precedenti.
• Finora, la tendenza per il 2030 è che i paesi (nei loro NDC) stiano più o meno stabilizzando le emissioni, piuttosto che puntare a una riduzione del 50% come richiesto negli scenari IPCC. L’UNFCC afferma: “In qualsiasi modo, sono necessari maggiori ambizioni e risultati migliori e più immediati”.
• Le istituzioni, insieme al Segretario generale delle Nazioni Unite, hanno condiviso alcune avvertenze riguardo al fatto che c’è mancanza di intenti e che il 2024 mostrerà un nuovo picco di emissioni piuttosto che una loro riduzione.
• Per il settore RACHP sarà importante seguire i percorsi indicati nel rapporto IPCC (2018), ovvero arrivare a una riduzione delle emissioni del 45-50% entro il 2030, seguita da ulteriori riduzioni. Sono state analizzate quattro proposte contenenti gli elementi necessari affinché il settore RACHP raggiunga net zero. In breve, l’elenco delle priorità delinea (1) la riduzione della domanda, (2) l’aumento dell’efficienza energetica, (3) l’utilizzo delle energie rinnovabili e (4) l’ottimizzazione dei costi o un’adeguata considerazione degli investimenti. Naturalmente, l’installazione di competenza rinnovabile rimane fondamentale.
•L’aumento dell’efficienza energetica del prodotto, accanto alla conversione verso alternative di refrigeranti a basso GWP, è spesso considerata la principale possibilità di mitigazione per far fronte alla grande crescita prevista del settore RACHP nei paesi in via di sviluppo.
Sebbene sia indubbiamente un aspetto importante (anche per rendere il “raffreddamento accessibile a
tutti”), il problema principale ora e in futuro sarà relativo alla gestione della domanda (ad esempio, riduzione della portata, quantità di raffreddamento). Ciò dovrà essere realizzato utilizzando l’energia in modo efficiente, insieme a un cambiamento negli elementi strutturali, seguito da soluzioni su come affrontare al meglio la necessaria (e disponibile) fornitura di energia rinnovabile. Inoltre, il problema si concatena con il problema dell’efficienza sistemica.
• Per il settore RACHP, è stata effettuata un’analisi relativa al percorso delle emissioni verso il 2050. Lo studio sottolinea un gran numero di richieste di riduzione della domanda e di aumento dell’efficienza energetica per le apparecchiature durante questo decennio e fino al 2030. Nel caso in cui la domanda RACHP possa essere ridotta al minimo possibile (massimizzando l’efficienza energetica delle apparecchiature), è molto probabile che il settore RACHP possa (con il massimo impegno) ottenere una riduzione delle emissioni di almeno il 50% entro il 2030, tenendo conto di un’eventuale ulteriore crescita.
• In questo quadro, va menzionato che l’offerta di energia rinnovabile non può coprire la domanda globale dalla crescita illimitata di nuove apparecchiature (elettriche, ecc.), poiché esistono anche limiti definiti alla crescita di installazione di capacità rinnovabile (così come altre misure per ridurre le emissioni), sulla base di elementi infrastrutturali nonché da un punto di vista dell’efficienza delle risorse e delle preoccupazioni ambientali.
È molto importante per ciò che è realizzabile entro il 2030 (a partire da ora), ma anche entro il 2040 e oltre. Il tutto si applicherà anche all’intero settore RACHP.
• Esiste una interconnessione tra la riduzione graduale degli HFC per le applicazioni RACHP, tramite conversioni a basso GWP e il miglioramento dell’efficienza energetica e riduzione della domanda di energia. Tuttavia, come spiegato da molti studi, entrambe le questioni restano sostanzialmente separate.
Bisognerebbe essere ragionevoli sul fatto che molte delle questioni relati-
ve alla riduzione graduale degli HFC sono già considerate nell’ambito del Protocollo di Montreal (ma potrebbero essere ancora presenti negli NDC).
• La scelta di refrigeranti a basso GWP come ammoniaca, CO2, HC e alcuni HFO è una questione che riguarda l’insieme dei modi e dei mezzi per un uso responsabile per l’ambiente di refrigerante, riducendo al contempo il consumo di energia (soprattutto in funzione dell’applicazione).
L’utilizzo di questi refrigeranti comporterà ulteriori possibilità di ottimizzazione, quindi giocheranno un ruolo importante verso la neutralità carbonica. La scelta degli HFO rispetto ad altri refrigeranti non viene qui presa in considerazione. Il tema più importante che rimane è il raggiungimento complessivo di una riduzione del 50% delle emissioni totali entro il 2030 (o oltre), seguita da ulteriori riduzioni verso il 2050 per raggiungere il net zero. È anche importante essere consapevoli dei modi corretti per una manipolazione sicura, dei requisiti di formazione, degli standard e della manutenzione richiesti per qualsiasi tecnologia applicata.
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32/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Articolo tratto dalla rivista International Special Issue 2022-23 di Industria&Formazione
Efficienza energetica nei condizionatori mobili
ESTRATTO
I sistemi mobili di climatizzazione (MAC) contribuiscono con le loro emissioni dirette e indirette all’effetto serra. L’effetto diretto dovuto al rilascio in atmosfera di refrigerante ad alto GWP si sta riducendo grazie al progressivo impiego di fluidi a basso GWP, motivato principalmente dalle normative vigenti in diversi paesi del mondo.
L’effetto indiretto, ovvero le emissioni di CO2 dovute alla domanda di energia dei MAC, non è invece attualmente soggetto ad alcuna normativa specifica.
tività che richiede di gran lunga più energia.
La domanda media di energia di un’autovettura europea che viaggia a 45 km/h circa si aggira intorno ai 20 kWh/100 km [Pavlovic 2016] con una richiesta di potenza media di circa 8 kW.
Il fabbisogno energetico medio MAC varia da 1 kW a 3 kW per il raffrescamento e da 2 kW a 8 kW per il riscaldamento in funzione delle condizioni ambientali.
CO2
Il documento fornisce alcuni dati e una valutazione dell’impatto complessivo dell’efficienza energetica dei MAC sulle emissioni di CO2 e delle principali tecnologie in fase di implementazione o che potrebbero essere impiegate per migliorarle.
SCENARIO
I trasporti su strada sono responsabili di circa il 21% [Khalili, 2019] della domanda globale di energia e riguardano oltre 1,2 miliardi dei veicoli circolanti, 950 milioni dei quali sono autovetture [OICA, 2022].
La popolazione mondiale viaggia sempre più spesso e ciò comporta un ulteriore aumento del numero fino a 2 miliardi di veicoli sulle strade [WEF, 2016].
L’energia spesa da questi veicoli non riguarda solo la potenza dovuta al movimento (ad es. accelerazione, aerodinamica, attrito, resistenza al rotolamento degli pneumatici ...), ma anche quella richiesta per garantire comfort e sicurezza del conducente (disappannamento/sbrinamento) e per assicurare il funzionamento di tutta l’elettronica di bordo. In questo contesto, i sistemi mobili di climatizzazione (MAC) rappresentano l’at-
Ciò significa che il sistema MAC rappresenta un ulteriore fabbisogno energetico annuo che va dal 5% fino al 10% se si considera anche il riscaldamento in funzione delle condizioni ambientali.
La presenza dei MAC si attesta intorno al 100% nelle economie avanzate, mentre nei paesi emergenti si aggira intorno al 60%, in rapido aumento con il rinnovo del parco vetture. Quindi, l’attuale penetrazione globale dei MAC può essere stimata, in larga approssimazione, all’80%. Lo scenario del trasporto su strada si sta muovendo rapidamente verso la piena elettrificazione. In Europa esistono già normative molto rigorose che fissano la piena decarbonizzazione dei trasporti al 2050 e altri paesi del mondo come il Nord America e la Cina stanno seguendo rapidamente questa strada. L’elettrificazione dei veicoli porta alla mancanza di calore residuo del motore termico che si risolve nella necessità di un rimpiazzo che garantisca soprattutto sicurezza (disappannamento, sbrinamento) e comfort.
Pertanto, una nuova generazione di sistemi termici basata in un caso su una combinazione di riscaldamento elettrico e MAC convenzionale o, preferibilmente, potenziando la funzionalità MAC con potenziale pompa di calore, è in fase di implementazio-
/33 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
Carloandrea Malvicino
Leading Author, Mobile Air-Conditioning Chapter Refrigeration, Air-Conditioning and Heat Pumps Technical Options Committee (RTOC)
Head of Enlarged Europe
Emissions Reduction Strategies Dept. - Stellantis
Articolo tratto dalla rivista International Special Issue 2022-23 di Industria&Formazione
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Figura 1: Modello della domanda media di energia MAC in funzione della temperatura ambiente in condizioni di riscaldamento [Doyle, 2018] e condizioni di raffreddamento [Monforte, 2013]. Il modello è semplificato perché non include l’effetto della domanda transitoria di energia (riscaldamento e raffreddamento dell’abitacolo) e del carico solare e include solo in parte l’effetto dell’umidità relativa [Monforte, 2013].
ne. In ogni caso l’efficienza del sistema termico avrà massima importanza avendo un impatto rilevante sul bilancio energetico complessivo del veicolo e, infine, sulla sua autonomia elettrica effettiva.
DOMANDA DI ENERGIA MAC
Tra i numerosi studi sulla domanda di energia MAC disponibili nella letteratura recente, due sono stati selezionati per supportare la creazione di un modello semplificato per la domanda di energia MAC in condizioni di riscaldamento e raffreddamento. L’analisi che segue si concentrerà sui veicoli commerciali leggeri (LDV, autovetture e furgoni) che rappresentano di gran lunga il maggior numero di veicoli circolanti. Considerando che: • la domanda media di energia LDV (ciclo di test WLTP) è di circa 200 Wh/km [Pavlovic 2016], • la domanda di energia annuale di un moderno MAC è circa il 6% della domanda di energia del veicolo (cioè 12 Wh/km) per il raffreddamento [Bloomberg, 2019], • come ipotesi semplificata, in caso di auto elettrica, si dovrebbe considerare un ulteriore 6% per garantire il riscaldamento [Bellocchi, 2018] a causa della mancanza di calore termico disperso dal motore, • la distanza media annua percorsa
è di 20.000 km [EUCOM, 2018], [US DoE, 2020], un singolo MAC richiederà circa 480 kWh (50% per il raffrescamento e 50% per il riscaldamento) all’anno per garantire il comfort termico e quello delle altre funzioni correlate alle condizioni sopra elencate. Quindi, utilizzando la media dei fattori di Willans [EUCOM, 2018], 0,25 l/kWh per convertire l’energia in litri di carburante per i veicoli a motore termico, un MAC necessita di 60 l di combustibile fossile (cioè benzina, diesel, gas naturale, GPL, …), la cui combustione produce (2550 gCO2/l) 150 kgCO2, all’anno. Nel caso di un veicolo puramente elettrico che utilizza energia elettrica globale CO2 equivalente [IEA, 2019] di 475 gCO2/kWh, la richiesta di energia MAC per il raffrescamento è di circa 114 kgCO2/anno. Secondo le ipotesi sopra elencate, questo valore arriva quasi a raddoppiare, ovve-
ro 228 kgCO2/anno, se si aggiunge la necessità di energia termica per compensare la mancanza di calore disperso dal motore termico.
Quindi, le emissioni indirette di CO2eq sono maggiori dell’effetto dell’emissione diretta (perdita di refrigerante durante la produzione, l’uso e il fine vita) in caso di utilizzo di R-134a (GWP 1430), vedere la tabella 1.
Le emissioni dirette di un sistema basato sul refrigerante R134a sono state stimate in 500 kgCO2eq per l’intera vita [Bloomberg, 2019], ipotizzata in 15 anni. Di conseguenza, le emissioni dirette medie annue sono di circa 33 kgCO2eq/anno.
Considerando che ci sono circa 1.000.000 di veicoli leggeri in circolazione e ipotizzando una penetrazione mondiale, le emissioni complessive di CO2eq dovute all’utilizzo del MAC sono di circa 15 milioni di TonCO2eq nel caso tutti i veicoli siano dotati di motore termico a combustione o di 23 milioni di TonCO2eq nel caso in cui tutti i veicoli siano completamente elettrici.
Queste cifre mettono in evidenza la rilevanza dell’efficienza del MAC e ancor di più sottolineano che l’efficienza del MAC è ancora più importante per i veicoli completamente elettrici a causa della mancanza di calore disperso dal motore termico.
TECNOLOGIE PER AUMENTARE L’EFFICIENZA DEL MAC
L’efficienza energetica del MAC può essere migliorata combinando l’effetto di diverse azioni possibili: • Miglioramento dell’efficienza dei componenti elettrici (ventilatori, soffiatori …) e meccanici (compressore, scambiatori di calore).
• Architettura del sistema: espansio-
Funzione kgCO2/anno
Emissioni Indirette
Veicolo con motore termico
Veicolo elettrico
Raffreddamento 150 Riscaldamento 0
Raffreddamento 114 Riscaldamento 115
Emissioni dirette 33
Tabella 1 – Sintesi di CO2eq annua diretta e indiretta di un tipico sistema MAC
34/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Riscaldamento Ra reddamento
Domanda media di energia annua 12 Wh/Km Temperatura ambiente (c°)
Domanda energetica MAC (Wh/Km)
Valvola di espansione termostatica
Refrigeratore
Condensatore del dispositivo di ra reddamento dell’acqua
Scambiatore di calore intermedio
Compressore A/C
ne diretta vs espansione indiretta, condensatore ad acqua, scambiatore di calore interno, pompa di calore vs riscaldatore elettrico.
• Miglioramento delle caratteristiche del veicolo per ridurre il carico termico: migliore isolamento, rivestimenti per finestrini e vernici riflettenti. Questi perfezionamenti per l’efficienza energetica combinati potrebbero ridurre l’energia consumata dal MAC fino al 65% [IEA, 2019b].
Il capitolo successivo si concentrerà su due questioni specifiche: l’effetto dell’uso di un’architettura a pompa di calore per garantire il riscaldamento invernale nei veicoli elettrici e l’effetto dei refrigeranti sull’efficienza del MAC.
POMPA DI CALORE
Il veicolo elettrico (BEV – Battery Electric Vehicles) o il veicolo ibrido con relativa capacità di autonomia elettrica (PHEV – Plug in Hybrid Vehicle) richiede misure specifiche per garantire comfort e funzione di sicurezza (disappannamento e sbrinamento) in condizioni climatiche miti e fredde per via della mancanza di calore ad alta temperatura disper-
so, normalmente disponibile sui veicoli a motore termico convenzionale (ICEV – Internal Combustion Engine vehicles).
La soluzione più semplice è il ricorso ad un riscaldatore elettrico (PTC – Positive Thermal Coefficient). Un dispositivo puramente dissipativo che trasforma l’energia elettrica immagazzinata nella batteria in calore che viene ceduto direttamente o indirettamente (calore-liquido e poi con uno scambiatore di calore a liquido convenzionale) all’abitacolo. Tipicamente, un riscaldatore PTC ha una potenza media di circa 6 kW, che va da 3 kW fino a 10 kW, in funzione delle caratteristiche del veicolo.
La pompa di calore (HP) è una configurazione di un sistema MAC che solitamente trasferisce il calore dall’abitacolo all’ambiente, consentendo di trasferire il calore dall’ambiente all’abitacolo. Questa funzione può essere eseguita con un sistema di espansione diretta convenzionale, invertendo il ciclo termodinamico [Kowsky, 2012] o tramite un sistema di raffreddamento a doppio circuito [Optemus, 2019, Ferraris, 2020]. In questo caso il ci-
clo termodinamico rimane invariato e la funzione di inversione viene attivata invertendo il flusso del liquido di raffreddamento.
La pompa di calore permette di ridurre il fabbisogno energetico per garantire il riscaldamento in maniera rilevante. In modalità riscaldamento, un tipico sistema a pompa di calore utilizzato al posto del riscaldatore PTC consente un risparmio energetico che va dal 17% fino al 52%, a seconda del contesto geografico e dell’impiego di un sistema dotato di ERV [Bellocchi, 2018].
REFRIGERANTE
Oggi, quasi tutti gli LDV in Europa, Giappone, Nord America e in alcuni altri paesi utilizzano come refrigerante l’idrofluoroolefina (HFO)1234yf sicuro per l’ozono con GWP = 4. Nel 2020, quattro marchi europei hanno introdotto le pompe di calore R-744 in alcuni dei loro modelli di veicoli elettrici ad alto volume e il Comitato per il controllo del clima interno di SAE International ha aggiornato i suoi standard per consentire l’uso dell’R-152a nei MAC a circuito secondario (SL-MAC).
/35 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
Figura 2: Esempio di schema di pompa di calore con utilizzo di un fluido intermedio (liquido refrigerante)
Liquido refrigerante freddo
Liquido refrigerante caldo
Il refrigerante influisce leggermente sull’efficienza del MAC, mentre i requisiti di sistema associati a un determinato refrigerante potrebbero avere un impatto rilevante sulla domanda di energia finale. Per ottenere gli stessi livelli di prestazione in caso di utilizzo di HFO1234yf, i produttori ricorrono ad un IHx (Scambiatore di calore interno) o ad un maggiore grado di sotto raffreddamento mentre, per l’R-744, si richiede un progetto di sistema appropriato (che comprende sempre l’IHx) e controlli specifici [Malvicino, 2009; Zilio, 2009; Strupp, 2011; Koehler, 2018; Westerloh, 2019].
SCENARIO NORMATIVO MONDIALE
Grazie all’emendamento di Kigali, i requisiti per ridurre le emissioni indirette di gas serra del MAC sono diventati universali, mentre in alcuni paesi vengono attualmente implementate le politiche che danno generalmente importanza alla maggiore efficienza del MAC. Nel prossimo futuro è prevedibile che il numero di paesi che applicano misure per promuovere l’efficienza del MAC aumenterà, perché la riduzione delle emissioni di CO2 è diventata una priorità globale, così come la necessità di ridurre la domanda di energia. In questo quadro, un elemento cruciale è l’impostazione di una procedura di prova standard affidabile, riproducibile e possibilmente che richieda uno sforzo ridotto, sia come
parte della prova energetica complessiva del veicolo che per il solo sistema MAC.
Gli standard statunitensi si basano sui crediti per incentivare i miglioramenti dell’efficienza del MAC. L’EPA ha recentemente introdotto il ciclo AC171, necessario per verificare l’applicabilità del credito per i sistemi MAC e le tecnologie termiche.
Gli standard canadesi LDV GHG sono allineati con gli Stati Uniti e il Messico implementerà un meccanismo di credito specifico per i sistemi MAC.
Lo standard della Commissione Europea (EU 631/2019) consentirà di considerare come “eco-innovazioni” i miglioramenti ai sistemi MAC a partire dal 2025.
CONCLUSIONI
Per valutare l’impatto dei MAC sul bilancio energetico del veicolo e sulle emissioni complessive di CO2 è stato utilizzato un approccio semplice e conservativo (funzioni di raffreddamento e riscaldamento).
Il sistema MAC richiede almeno il 6% della domanda di energia del veicolo (cioè 12 Wh/km) per ICEV che quasi raddoppia in caso di BEV per garantire la funzione di riscaldamento per la mancanza di calore di scarto dal motore termico che genera da 15 TonCO2eq a 25 TonCO 2eq per veicolo all’anno, considerando il mix energetico mondiale medio per l’elettricità.
Il parco vetture globale aumente-
rà da 1,2 a 2 miliardi di veicoli nel 2040 e la penetrazione del sistema MAC raggiungerà molto probabilmente il 100%, essendo già a questo livello nei paesi più sviluppati e aumentando rapidamente dall’attuale livello di circa il 60% nel resto del mondo.
Quindi il sistema MAC è responsabile di 18/27 milioni di tonnellate di CO2eq, che potrebbero diventare circa 45 milioni di tonnellate di CO2eq nel 2040 senza l’apertura ad alcun miglioramento.
L’efficienza energetica del MAC, quando opera in modalità raffrescamento, può essere migliorata fino al 65% combinando l’effetto di più azioni possibili, mentre l’utilizzo di pompe di calore efficienti può ridurre il fabbisogno di energia in modalità riscaldamento fino al 52%.
Anche se verrà implementata solo una parte del possibile miglioramento, si avrà l’opportunità di contenere almeno l’aumento della domanda di energia compensando l’effetto dell’aumento del numero di veicoli.
L’industria, spinta in parte dalla necessità di ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli e di salvaguardare la portata nominale di un veicolo elettrico, e in parte per seguire le indicazioni del diverso quadro normativo, sta progressivamente migliorando l’efficienza del sistema MAC.
Il percorso seguito è l’implementazione delle tecnologie qui elencate e il progressivo utilizzo del sistema HP per i BEV.
I webinar del Centro Studi Galileo con le aziende partner
tra cui “Efficienza energetica degli impianti: attenzione a
soluzioni per mantenere al massimo l’efficienza energetica
Ospiti dell’evento, Testo ed Errecom!
36/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
proseguono senza soste! Nell’ultimo mese organizzati 3 webinar
manutenzione, controlli e perdite”, un approfondimento sulle migliori
degli impianti, sfruttando logiche di controllo e manutenzione.
Come può la refrigerazione a ciclo d’aria resistere alle sfide odierne per combattere la
Le celle frigorifere sostenibili sono una priorità attuale e significativa, poiché la distribuzione di vaccini in tutto il mondo continua a ritmo sostenuto.
Vladyslav Tsyplakov Business Development Director MIRAI INTEX
Naturalmente, il COVID-19 è la massima priorità al momento; la conservazione a freddo dei vaccini è essenziale per garantire che non perdano la loro efficacia o diventino pericolosi per le persone; per questo frigoriferi e congelatori di alta qualità sono parte integrante della filiera.
Uno degli aspetti chiave della conservazione a freddo per i vaccini è che può essere adattato alle esigenze di conservazione a lungo termine; una volta che la pandemia COVID-19 finirà, i produttori che hanno sviluppato e prodotto vaccini potranno conservare i prodotti in eccesso a lungo termine nelle celle frigorifere. E il fattore più importante è l’utilizzo di tecnologie che rispettino l’ambiente.
In futuro, potrebbe essere necessario vaccinare o rivaccinare le persone una o più volte all’anno; e uti-
lizzando congelatori a temperatura ultra-bassa, i produttori potranno accumulare una consistente scorta di vaccini, e quindi tornare su progetti o produzioni, a cui stavano lavorando prima della pandemia.
Mirai Intex propone soluzioni affidabili di refrigerazione a ciclo d’aria con progetti esistenti: Uno dei nostri obiettivi primari come azienda è promuovere una tecnologia sostenibile che riduca di conseguenza al minimo l’impatto dei refrigeranti sull’ambiente; questa è sempre più una priorità per le aziende nel settore farmaceutico, delle quali un numero sempre più in crescita si sta impegnando a raggiungere un profi lo più verde - questo in particolare è il caso in Europa, e si spera che le aziende statunitensi seguiranno presto l’esempio.
TECNOLOGIA AIR CYCLE
La base della tecnologia è la capacità dell’aria di essere riscaldata durante la fase di compressione e
/37 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
Figura 1
pandemia e il riscaldamento globale?
Figura 2
Figura 3
raffreddata durante l’espansione, la caratteristica fondamentale di questo metodo è che l’aria refrigerante rimane gassosa durante tutto il ciclo di refrigerazione.
L’aria si muove attraverso il sistema. Il sistema di circolazione è composto principalmente da compressore, espansore (o end cooler) e scambiatore di calore recuperativo.
CICLO APERTO
L’aria super raffreddata viene fornita direttamente alla cella frigorifera (o qualsiasi altra stanza chiusa ermeticamente).
Le macchine frigorifere a ciclo aperto sono dotate di un esclusivo dispositivo di estrazione dell’umidità, che cattura l’umidità nell’aria della camera e la aspira meccanicamente, eliminando la formazione di ghiaccio e le frequenti procedure di sbrinamento. Tali opzioni rendono le macchine MIRAI Cold una soluzione perfetta per lo stoccaggio a lungo termine a temperature ultra-basse.
Le Applicazioni per macchinari a ciclo aperto sono:
• stoccaggio di carne e pesce • uso della crioterapia
• stoccaggio materiali biologici / farmaceutici / stoccaggio vaccini / biobanche.
PROGETTI: STOCCAGGIO VACCINI -TELEDOOR
Sulla scia della ricerca COVID e della distribuzione di vaccini, l’attuale infrastruttura della catena del freddo può supportare ciò che sta arrivando solo attraverso apparecchiature coerenti, ripetibili, stabili e affidabili. Gli impianti di stoccaggio a bassissima temperatura sono ottimizzati per funzionare a -80 ° C, ma possono anche raggiungere facilmente qualsiasi temperatura compresa tra -40 ° C e -90 ° C (regolabile a
- 110 ° C). La camera è controllata da un S7 1200 (Siemens), dotato di LED ad alta effi cienza energetica.
L’isolamento è costituito da pannelli isolanti altamente resistenti, effi cienti a bassa temperatura con basso ponte termico in schiuma di poliuretano, pannelli di aspirazione integrati e ganci.
Il pilastro principale del sistema di refrigerazione è il funzionamento oilfree e l’uso dell’aria come refrigerante principale.
COOLINN - CAMERA CRIOGENICA
Il nostro sistema è anche molto utilizzato nel sistema criogenico, per il potenziamento immunitario e in generale per supportare le condizioni di salute generali.
La temperatura nel tamburo è - 80, nella camera -110-120.
Ciclo chiuso: l’aria ultra-fredda circola a circuito chiuso solo all’interno della macchina di refrigerazione. Si tratta infatti di un sistema di refrigerazione indiretto con aria come refrigerante.
L’unità viene fornita con uno scambiatore di calore assemblato in fabbrica ottimizzato per funzionare con olio siliconico, compatibile con altri fluidi di lavoro.
Il sistema è un’unità autonoma che richiede manutenzione e assistenza minima.
Le Applicazioni per macchinari a ci-
Figura 4
38/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
Figura 5
clo chiuso sono:
• Processo di Raffreddamento
• Liofilizzazione
• Congelamento rapido.
LIOFILIZZAZIONE - HOF
Il raffreddamento a ciclo d’aria si è dimostrata la soluzione del futuro per l’industria della liofilizzazione. La tecnologia di raffreddamento utilizzata nel settore della liofilizzazione attendeva da tempo un cambiamento in termini di efficienza, affidabilità ed ecologica.
Così, insieme a HOF SONDERANLAGEN GmbH, è stato realizzato un progetto rivoluzionario. Basato su macchine di refrigerazione, che utilizzano l’aria come refrigerante per raggiungere temperature ultra-basse con alta precisione ed efficienza. HOF SONDERANLAGEN ha ottenuto risultati impressionanti nell’adattare le nostre macchine ai loro sistemi di liofilizzazione. Il sistema di liofilizzazione viene utilizzato anche per la produzione di insulina.
RECUPERO SOLVENTI - HOF
Un sistema di recupero dei solventi è il metodo di riciclaggio preferito da molti produttori industriali poiché for-
nisce una soluzione di recupero dei solventi conveniente e riduce al minimo gli effetti negativi sull’ambiente.
- Fino al 99% di riciclaggio dei solventi - non è necessario acquistare nuovi solventi.
-Efficace pulizia dei gas di scarico in conformità con TA Luft e altre normative.
- Rispettoso dell’ambiente e sicuro con GWP 0 e pressione massima
di 10 bar.
- Sicuro per il futuro in quanto non esistono normative ambientali relative all’ingegneria della refrigerazione.
I principali vantaggi che devono essere menzionati, parlando della refrigerazione a ciclo d’aria sono:
- aria come refrigerante (gratuita, ecologica, atossica, sicura)
- le apparecchiature per il ciclo dell’aria sono estremamente affidabili (bassi costi di manutenzione, ridotti tempi di fermo dei sistemi)
- nessun deterioramento delle prestazioni - design plug & play.
SOMMARIO
- Rispetto dei principi ambientali (conservazione e tutela dell’ambiente)
- Solo un investimento iniziale e prezzo fisso per ogni range di temperatura (da - 40 a -110)
- I sistemi di raffreddamento ad aria sono una soluzione sostenibile e sicura (nessuna necessità di acquistare e utilizzare refrigeranti e olio)
- È richiesta una minore capacità di raffreddamento poiché non sono necessari evaporatori e ventilatori - Investimento a prova di futuro - Lungo ciclo di vita.
del gruppo).
/39 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
Presidenti riuniti a Chillventa 2022! Scambio di battute tra Marco Buoni (CEO del Centro Studi Galileo e Segretario di ATF) e Coen van De Sande (Direttore di NVKL), ultimi due Presidenti di AREA. Van De Sande ha infatti ereditato la carica di Marco Buoni, (alla scadenza del secondo mandato come primo presidente Italiano dell’Associazione Europea dei Tecnici del Freddo, ad oggi responsabile degli Affari Internazionali
LEZIONE 258 > CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE
Contributo alla questione ambientale: ciascuno può fare la propria parte
INTRODUZIONE
Le problematiche ambientali in atto legate all’uso dei refrigeranti possono ricevere un contributo risolutivo da parte di ognuno, attraverso piccole attenzioni lavorative quotidiane.
USO DEI TUBI FLESSIBILI
Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 25 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni sui corsi e programmi 2022
Una delle operazioni standard che un tecnico addetto alla manutenzione dei circuiti frigoriferi per la refrigerazione, il condizionamento dell’aria e delle pompe di calore compie è quello di collegare il gruppo manometrico alle valvole di servizio presenti sul circuito stesso.
Tale collegamento, che avviene grazie all’impiego di opportuni tubi flessibili che possono avere caratteristiche diverse a seconda delle esigenze specifiche, si rende necessario ogni qualvolta si desidera conoscere le pressioni di lavoro del circuito, oppure è necessario calcolare il surriscaldamento o il sottoraffreddamento, oppure quando si deve gestire il refrigerante come, ad esempio, avviene durante l’operazione di carica del circuito frigorifero o di recupero del gas dallo stesso, solo per citare alcune delle procedure più comuni che normalmente si eseguono.
sia presente anche l’attacco sul lato di alta pressione del circuito.
Le caratteristiche dei tubi flessibili di solito sono standardizzate, anche se è possibile che essi abbiano dimensioni e caratteristiche specifiche per particolari esigenze. Le lunghezze standard vanno da circa 1 metro fino a 3 metri, pur esistendo anche tubi di lunghezze più contenute (60, 30 financo 15 centimetri) mentre gli attacchi partono dal diametro più piccolo di ¼ di pollice per poi crescere a 5/16 di pollice, 3/8 di pollice e così via in modo da rispondere alle più svariate esigenze.
L’utilità dei tubi flessibili risiede nel fatto che essi permettono di porre in collegamento il circuito frigorifero con gli strumenti di misura, i due manometri, che sono alloggiati nel gruppo manometrico. In pratica sono l’elemento che veicola il refrigerante dal circuito agli strumenti pur costringendo il refrigerante a non disperdersi ovunque. Ma sono anche l’elemento che pone in comunicazione la bombola di carica con il circuito oppure il circuito con il recuperatore e quest’ultimo con la bombola di recupero. Sono, insomma, la strada obbligata che il refrigerante deve percorrere.
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È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.
Questi interventi possono avvenire attraverso uno o molteplici punti di accesso al circuito, in funzione del numero di valvole di servizio che sono presenti in esso.
Se presente un solo punto di accesso, normalmente, tranne qualche eccezione, esso è situato sul lato di bassa pressione del circuito mentre se sono presenti più punti di accesso allora è verosimile aspettarsi che
Sono anche, però, dei piccoli recipienti, in quanto posseggono un proprio volume, tanto maggiore quanto più lungo è il tubo flessibile e quanto maggiore è il suo diametro.
Quindi sono capaci di “immagazzinare” refrigerante in misura tanto maggiore quanto maggiore è la pressione del refrigerante che contengono in dipendenza anche del suo stato fisico: infatti, avendo lo stato liquido una densità molto maggiore di quella dello stato vapore, a parità di vo-
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Pierfrancesco Fantoni
Figura 1: Tubi flessibili di collegamento senza dispositivi di intercettazione alle estremità
lume contenuto all’interno del tubo la massa di refrigerante risulta essere di gran lunga superiore se esso si trova allo stato liquido piuttosto che di vapore.
Pertanto, ogniqualvolta si impiegano i tubi flessibili per compiere le operazioni necessarie sul circuito frigorifero, al termine del lavoro risulta essere sempre presente una certa quantità di refrigerante al loro interno.
TIPOLOGIE DI TUBI FLESSIBILI E LORO GESTIONE
Stabilito questo fatto, a questo punto si possono presentare diverse situazioni.
La prima è quella in cui i tubi flessibili non sono dotati di alcun elemento di intercettazione (vedi figura 1) per cui, nel momento in cui essi vengono scollegati dal circuito frigorifero e/o dal gruppo manometrico tutto il loro contenuto di refrigerante viene disperso in atmosfera.
Risulta, questo, il caso meno auspicabile poiché comporta, per ogni intervento eseguito sul circuito frigorifero, l’emissione in atmosfera di refrigerante e quindi rappresenta un contributo all’inquinamento ambientale. Inoltre non risulta ottemperare a quanto dispone il Regolamento Europeo 517 sugli F-Gas che impone che durante l’attività lavorativa si provochino le minime emissioni di refrigerante possibili.
La seconda situazione, di miglior risultato finale, è quella che contempla l’impiego di tubi flessibili dotati di valvola di intercettazione
Figura 2: Tubo flessibile di collegamento con dispositivo di intercettazione non prossimo ad una estremità
in corrispondenza di una delle sue estremità, quella che viene collegata alla valvola di servizio del circuito frigorifero. In questo caso, prima di disconnettere il tubo si chiude la valvola, intercettando così il flusso di refrigerante: quest’ultimo verrà sfiatato in misura molto piccola, tanto più piccola quanto più la valvola risulta essere prossima all’estremità del tubo.
Le figure 2 e 3 presentano due casi, rispettivamente con valvola più distante e valvola più vicina all’estremità del tubo. Con questa soluzione le cose migliorano rispetto al primo caso sopra citato ma, tuttavia, non sono ancora ottimali. Infatti, la seconda estremità del tubo non risulta essere intercettata da alcun dispositivo.
Se i tubi flessibili rimangono collegati al gruppo manometrico e i rubinetti
Figura 3: Tubo flessibile di collegamento con dispositivo di intercettazione prossimo ad una estremità
di quest’ultimo sono ben serrati, allora non vi sono problemi.
Il sistema composto dal gruppo manometrico e dai tubi flessibili costituisce un sistema chiuso che può essere impiegato nuovamente in un momento successivo senza che vi sia del refrigerante che viene disperso.
Situazione accettabile, e rispettosa dell’ambiente, a patto che il refrigerante contenuto all’interno del sistema sia di buona qualità e non risulti essere inquinato. In caso contrario, esso verrebbe immesso maldestramente nel circuito frigorifero a cui si interviene successivamente. Il problema dell’inquinamento ambientale si ripresenta, però, nel caso in cui si ha la necessità di scollegare i tubi flessibili dal gruppo manometrico. In questo caso, infatti, nuovamente si avrebbe dispersione di refrigerante non essendo la seconda estremità del tubo dotata di valvola di intercettazione.
Per ovviare, almeno in parte, all’e-
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missione di refrigerante in ambiente uno dei primi accorgimenti da adottare è quello di impiegare sempre tubi flessibili di lunghezza minima possibile e di diametro contenuto. Se non esistono esigenze particolari di collegamento, è bene, quindi, optare per lunghezze ridotte (ad esempio 900 mm piuttosto che 1500 mm) in quanto il quantitativo di refrigerante che si disperde viene quasi dimezzato. Stesso discorso vale anche per il diametro del tubo flessibile. Ovviamente è necessario fare sempre i conti con le necessità lavorative, gli spazi a disposizione, la posizione e l’accessibilità delle valvole di servizio del circuito frigorifero e quant’altro.
In ogni caso, dal punto di vista dell’attenzione alla questione ambientale, si può fare ancora di più in certe situazioni. Vediamo come. Se si è appena terminata la carica del circuito oppure si è appena conclusa la fase di misura dei parametri di funzionamento del circuito (pressioni, surriscaldamento, ecc.) il re-
frigerante che è presente all’interno del tubo flessibile può essere opportunamente recuperato prima di scollegare il tubo stesso dal circuito e/o dal gruppo manometrico. Una prima casistica prevede di avere impiegato sia il tubo per il collegamento all’alta pressione che quello per il collegamento alla bassa pressione del circuito. In quest’ultimo è presente refrigerante ad una pressione sicuramente maggiore di quella che si ha nel tubo collegato alla bassa pressione. Pertanto, dopo che si è chiuso il rubinetto sul tubo dell’alta pressione, mentre il rubinetto sul tubo della bassa pressione è ancora aperto, si può provvedere a creare un by-pass tra i due tubi mediante il gruppo manometrico (vedi figura 3).
Mettendo in collegamento i due tubi tra loro, parte del refrigerante che si trova nel tubo di alta pressione fluisce spontaneamente nel tubo di bassa, proprio grazie alla differenza di pressione esistente tra essi. La pressione del tubo di bassa, di con-
seguenza, aumenta, e grazie a questa sovrapressione che si crea parte del refrigerante in esso contenuto verrà espulso dal tubo ed immesso nel circuito frigorifero, che si trova a pressione inferiore a quella del tubo di collegamento di bassa pressione. Tale processo prosegue fino a quando le tre pressioni (BP del circuito, pressione del tubo di collegamento di bassa e pressione del tubo di collegamento di alta) non si eguagliano. Al suo termine, parte del refrigerante che era contenuto nei tubi flessibili viene stoccato all’interno del circuito frigorifero mentre la parte restante rimane ancora all’interno dei tubi stessi.
A seconda della lunghezza e del diametro dei tubi flessibili, delle pressioni e del tipo di refrigerante, sicuramente si evita che più di qualche decina di grammi di refrigerante vengano inopportunamente sfiatati in atmosfera anche qualora i due tubi flessibili vengano scollegati dal gruppo manometrico.
LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE
> AREA, SI LAVORA A UNA CONTROPROPOSTA PER LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE F-GAS
L’avvento della nuova Regolamentazione Europea sui Gas Fluorurati sarà una pietra miliare per la storia dei settori di refrigerazione, ventilazione e condizionamento, oltre che per quanto concerne le pompe di calore, e AREA sta lavorando alacremente per tutelare l’interesse dei Tecnici.
AREA ha lavorato sull’ultima versione rilasciata dalla Commissione Europea, individuando una serie di punti chiave e proponendo una serie di modifiche.
Le proposte di AREA toccano numerosi punti della Proposta e vanno in una direzione ben precisa: ricordare come al centro del processo di revisione debbano essere ben chiari gli interessi e la tutela di chi ogni giorno lavora sugli impianti. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
> PER AREA, UNA CHILLVENTA RICCHISSIMA DI EVENTI
Dopo Chillventa eSpecial 2020, e quattro anni senza incontrarsi di persona, la fiera Chillventa di quest’anno ha riunito con successo attori
chiave ed esperti di spicco da tutto il mondo presso il Centro Esposizioni di Norimberga. E noi c’eravamo! Il programma si è aperto il 12 ottobre con una conferenza, all’interno del Forum, che si è conclusa con il tutto esaurito: numerosi partecipanti hanno partecipato al nostro seminario, “Il futuro della formazione e della certificazione RAC nell’UE“, con relatori personaggi chiave e alcuni tra i massimi esperti del nostro settore: Coen van de Sande (Presidente AREA), Ayman Eltalouny (UNEP), Marco Buoni (Ex Presidente AREA e Responsabile Affari Internazionali), Marco Oldrati (Assofrigoristi), Harald Erös (ÖGKT) e Madi Sakandé (U3ARC).
Oltre alle proposte di AREA sulla revisione del Regolamento F-Gas, l’intervento ha visto discussioni su come migliorare la formazione e la certificazione dei tecnici, concentrandosi anche sui refrigeranti alternativi e naturali, fattore che potrebbe aiutare a raggiungere gli obiettivi dell’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, oltre a rafforzare il rapporto molto stretto tra le associazioni RAC europee e africane –AREA e U-3ARC.
L’evento è stato anche l’occasione per distribuire in anteprima le prime copie dell’ultimo numero internazionale di Industria & Formazione –International Special Issue 2022-23, edito in collaborazione tra UNEPIIR-AREA-CSG.
L’impatto di AREA su Chillventa è proseguito anche nella terza e ultima giornata dell’evento. Abbiamo preso parte al panel “Networking for
better engagement” di INWIC – International Woman in Cooling Network, in collaborazione con il World Refrigeration Day, le Nazioni Unite – UNEP, AREA e le principali Istituzioni HVACR internazionali. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
> TORNA REFRIGERA
DAL 7 AL 9 NOVEMBRE 2023
A BOLOGNAFIERE CON TANTE NOVITÀ
Dopo il grande successo dell’edizione 2021 con oltre 150 espositori nazionali ed esteri, 250 marchi presenti, e più di 8600 visitatori, REFRIGERA 2023 cresce e raddoppia i padiglioni, pronta per ospitare un numero ancora maggiore di aziende e visitatori qualificati.
La terza edizione di REFRIGERA, la manifestazione internazionale – unica in Italia e oggi punto di riferimento per il Sud Europa – dell’intera filiera della refrigerazione industriale, commerciale e logistica tornerà il prossimo autunno dal 7 al 9 Novembre 2023, a BolognaFiere.
Tante le novità presenti a REFRIGERA 2023, che si articolerà in una proposta merceologica ancora più completa.
La parte espositiva ospiterà infatti per la prima volta un’area COLD TRANSPORTATION & LOGISTICS, interamente dedicata alla filiera dei trasporti refrigerati e della logistica del freddo, e un’area REFRIGERA GLASS, dedicata all’industria vetraria a servizio della refrigerazione.
REFRIGERA 2023 sarà come sempre anche un’occasione di aggiornamento e formazione imperdibile, grazie al fitto programma di convegni, workshop ed eventi formativi di altissimo livello elaborato in collaborazione con le associazioni e i centri di ricerca di settore.
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/43 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE
NUOVA F-GAS, PRIMA BOZZA
5- Diversi nuovi divieti:
• Tutti i gas fluorurati nella refrigerazione per il trasporto in furgoni, camion e rimorchi, navi e container refrigerati nel 2027;
• Tutti i gas fluorurati nell’aria condizionata mobile in navi passeggeri e merci, autobus, tram, metropolitane e treni nel 2027;
• Tutti i gas fluorurati nei mini refrigeratori nel 2027;
• Tutti i gas fluorurati in Cilindrata e refrigeratori centrifughi nel 2027. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
(PFC), esafluoruro di zolfo (SF6), 5 idro(cloro)fluorocarburi insaturi (H(C)FC), 34 eteri fluorurati (HFE) e alcoli, e 4 altri composti perfluorurati, compreso il trifluoruro di azoto (NF3), come specificato nell’allegato I e nell’allegato II dell’FGR.
Siamo in dirittura d’arrivo: la proposta di revisione al Regolamento F-Gas fatta dalla Commissione europea ora è in fase di valutazione al Parlamento Europeo: il parlamentare Bas Eickhout, ha presentato ufficialmente la prima versione draft, che contiene 113 emendamenti. Appare immediatamente chiaro un aspetto fondamentale: una certificazione obbligatoria per i refrigeranti alternativi è assolutamente indispensabile per garantire una transizione sicura ed efficiente per tutte le parti interessate.
Il relatore stesso ha evidenziato alcuni punti chiave che andrebbero approfonditi:
1- Rafforzare i requisiti di formazione e certificazione per i refrigeranti naturali: i programmi di certificazione e la formazione riguardano la certificazione per i refrigeranti naturali (le loro caratteristiche e benefici rispetto all’uso di gas fluorurati ad effetto serra e la loro manipolazione sicura durante l’installazione, la manutenzione, la riparazione e la disattivazione).
2- Periodo massimo di validità per i certificati di 5 anni, dopo il quale dovrebbe essere richiesta una nuova certificazione.
3- Inasprimento ulteriore della quota di assegnazione degli HFC rispetto alla proposta della Commissione, inoltre tutti i gas fluorurati (non solo quelli superiori a un determinato valore GWP) dovrebbero essere coperti dai divieti 12, 14, 16, 17.
4- Il divieto 14 riguarda tutte le apparecchiature fisse di refrigerazione nel 2024
> PORTALE DELL’AGENZIA EUROPEA DELL’AMBIENTE: ONLINE IL RAPPORTO GAS FLUORURATI A EFFETTO SERRA 2022
La presente relazione presenta le tendenze aggregate su produzione, importazione, esportazione e distruzione di gas fluorurati sulla base dei rapporti forniti dalle società, nonché valutazioni dei dati relative alle tendenze nella fornitura di gas fluorurati e alla conformità dell’UE alla riduzione graduale degli HFC, regimi previsti dalla FGR e dal Protocollo di Montreal.
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> RECORD: UNA POMPA DI CALORE CON MENO DI 10g DI PROPANO
PER KW!
Questa relazione annuale dell’European Environment Agency (EEA) fornisce una sintesi delle informazioni riportate su produzione, importazione, esportazione e distruzione di gas fluorurati a effetto serra nell’Unione europea dal 2007, come richiesto dalla normativa UE sugli FGas, Regolamento 517/2014 (FGR), e precedentemente ai sensi del Regolamento 842/2006:
Ogni anno, in base ai requisiti dell’articolo 19 dell’FGR, le aziende che producono, importano, esportano o distruggono gas fluorurati, o che li utilizzano come materia prima, nonché le aziende che importano prodotti o apparecchiature contenenti gas fluorurati, devono comunicare informazioni relative alle rispettive quantità di gas o miscele di gas. Inoltre, ove applicabile, devono essere comunicati gli usi previsti dei gas forniti al mercato dell’UE o dei tipi di prodotti o apparecchiature. I gas fluorurati soggetti a comunicazione sono 19 idrofluorocarburi (HFC), 7 perfluorocarburi
Un gruppo di ricercatori tedeschi hanno sviluppato un circuito di refrigerazione che integra una pompa di calore a propano che raggiunge una potenza di riscaldamento di 12,8 kW con soli 124 g di refrigerante.
I ricercatori del Fraunhofer Institute ISE, in Germania, insieme a un consorzio di produttori di pompe di calore, mirano a sviluppare un circuito di refrigerazione per pompe di calore salamoia con cariche di refrigerante propano comprese tra 15 g e 30 g/ kW, nell’ambito del progetto di ricerca LC150 (low charge 150 g).
Il team ha raggiunto un nuovo record di efficienza e superato l’obiettivo prefissato costruendo un dispositivo con una capacità di riscaldamento massima di 12,8 kW utilizzando solo 124 grammi di propano, con un’efficienza del 4,7%.
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44/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
>
DAL PARLAMENTO EUROPEO: SI VA VERSO LA CERTIFICAZIONE PER I NUOVI REFRIGERANTI?
NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE
> EPEE E ATF A ROMA PER UN CONVEGNO SUGLI F-GAS
Nel contesto dell’attuale revisione del regolamento europeo sui gas fluororati, a seguito del colloquio del 5 luglio scorso, organizzato con gli Stakeholder del settore della refrigerazione, aria condizionata e pompe di calore (RACHP), EPEE, Associazione Tecnici del Freddo e Centro Studi Galileo hanno colto l’occasione per invitare i rappresentanti interessati del Ministero della Transizione Ecologica per discutere del tema, insieme a ISPRA, le associazioni nazionali e società del settore. In particolare, l’Italia ha raggiunto importanti risultati nell’ambito dell’applicazione del regolamento FGas esistente, attraverso la creazione del database F-Gas (”Banca dati gas fluorurati a effetto serra e apparecchiature contenti gas fluorurati”), rappresentando un esempio d’eccellenza a livello Europeo anche per gli altri paesi dell’Unione. Inoltre, l’attuale revisione del regolamento costituisce una straordinaria opportunità per sensibilizzare sul tema della prevenzione delle emissioni di gas ad effetto serra nell’ambiente.
Il panel degli esperti coinvolti stato destinato, dunque, a presentare e confrontarsi sui dati raccolti da ISPRA rappresentativi dell’evoluzione del mercato alla luce delle misure del regolamento F-Gas del 2006 e del 2014, in base alle opportunità
legate al rafforzamento di tali misure. In tal senso, si auspica di poter imparare dalle esperienze esistenti più avanzate e supportare una “best practice” italiana anche a livello europeo, in sede di discussione del prossimo Consiglio Europeo sull’energia e sul clima e considerare eventuali nuovi spunti di riflessione. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
> RAI UNOMATTINA, IL DOCENTE DEL CENTRO STUDI GALILEO MARCELLO COLLANTIN SPIEGA COME DIFENDERSI DALL’UMIDITÀ IN CASA
salubri dal punto di vista sanitario e richiedere interventi costosi per la rimozione: i consigli dell’esperto docente CSG possono aiutare chiunque a correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Alla puntata hanno collaborato inoltre, con fornitura di strumentazione e materiale logistico, Bierrebi (sede romana del centro Studi Galileo) e il nostro partner Olimpia Splendid. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
> MADI SAKANDÉ PROTAGONISTA ALLA IABW, ITALIA AFRICA BUSINESS WEEK
Nel corso della puntata dell’otto novembre, il docente CSG ha fornito alcune semplici quanto efficaci soluzioni per combattere la formazione dell’umidità tra le mura domestiche. Marcello Collantin, il cui intervento inizia al minuto 14.20 della puntata, ha fornito un esaustivo quanto sintetico excursus su come impedire che l’umidità si infiltri tra le mura domestiche, ai microfoni del conduttore di Rai Uno Massimiliano Ossini. L’umidità crea infatti terreno fertile per la muffa, che può danneggiare gli ambienti, creare condizioni poco
Il 70% del cibo prodotto non finisce sui piatti della popolazione africana: il problema non è quello di aumentare la produzione o “trasferire beni alimentari in scatola”, ma supportare politiche capaci di promuovere davvero lo sviluppo del continente. È stato questo il messaggio principale portato avanti dal Dr. Madi Sakandé, Presidente dell’associazione panafricana U-3ARC e da oltre dieci anni tra i più apprezzati docenti del Centro Studi Galileo, nel corso della sesta edizione di IABW, Italia Africa Business Week, “l’appuntamento di riferimento per gli attori più influenti del mondo dell’economia, dell’imprenditoria e della finanza africana con imprenditori e operatori del mercato italiano”.
L’evento di Roma è un appuntamento ormai affermato e consolidato per garantire l’opportunità di “fare business” tra Italia e Africa: l’incontro è quindi fissato alla prossima edizione (le date saranno annunciate a breve), già attesissimo dai tantissimi imprenditori italiani e africani interessati a cooperare.
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/45 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
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> GLI OTTO ANNI PIÙ CALDI REGISTRATI TESTIMONIANO UN AUMENTO DEGLI IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
L’innalzamento del livello del mare accelera, lo scioglimento dei ghiacciai europei infrange i record, il clima estremo provoca devastazione. Gli ultimi otto anni sono sulla buona strada per essere gli otto più caldi mai registrati, alimentati da concentrazioni di gas serra in costante aumento e dal calore accumulato. Le ondate di caldo estremo, la siccità e le inondazioni devastanti hanno colpito milioni di persone e sono costate miliardi solo quest’anno, secondo il rapporto provvisorio sullo stato del clima globale nel 2022 dell’Organizzazione meteorologica mondiale.
I segni rivelatori e gli impatti dei cambiamenti climatici stanno diventando più drammatici. Il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato dal 1993, nonché di quasi 10 mm da gennaio 2020. Gli ultimi due anni e mezzo da soli rappresentano il 10% dell’innalzamento complessivo del livello del mare da quando le misurazioni satellitari sono iniziate, quasi 30 anni fa.
Il 2022 ha avuto un tributo eccezionalmente pesante sui ghiacciai delle Alpi europee, con le prime indicazioni di uno scioglimento da record.
La calotta glaciale della Groenlandia ha perso massa per il 26 ° anno consecutivo e ha piovuto (anziché nevicato) per la prima volta a settembre. La temperatura media globale nel 2022 è attualmente stimata in circa 1,15 [da 1,02 a 1,28] °C al di sopra della media preindustriale del 18501900. Un raro triplo raffreddamento, La Niña, significa che è probabile che il 2022 sarà “solo” al quinto o al
sesto posto dei più caldi. Tuttavia, ciò non inverte la tendenza a lungo termine; è solo questione di tempo prima che ci sia un altro “anno più caldo mai registrato”. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
> ASSOCLIMA: CLIMATIZZAZIONE, PROSEGUE LA SCALATA DELLE POMPE DI CALORE
Diffusi i dati Assoclima sul mercato Italia della climatizzazione a fine settembre 2022: prevalgono i segni positivi.
Sono cresciute nei primi nove mesi del 2022 le vendite di climatizzatori monoblocco, trasferibili e monosplit, trainate anche dall’ondata di grande caldo che ha investito tutta l’Italia.
La rilevazione trimestrale di Assoclima sul mercato Italia della climatizzazione ha visto infatti nel periodo gennaio-settembre 2022 incrementi a due cifre per le tre tipologie di prodotti: +33,2% a volume e +34,1% a valore per i climatizzatori monoblocco, +11,3% e +16,1% per i trasferibili, +11,8% e +16,3% per i monosplit.
Ottime anche le performance dei sistemi miniVRF e VRF, che hanno registrato aumenti del 15,7% a volume e del 19,9% a valore, mentre i sistemi multisplit sono rimasti pressoché stabili in termini di volume (+0,4%) ma con un incremento del 11,1% a valore. Per condizionatori packaged, rooftop e unità di trattamento aria è stato confermato anche nella terza rilevazione dell’anno quanto già evidenziato in precedenza: un aumento del valore (+4,2% per condizionatori packaged e rooftop, +9,8% per le unità di trattamento aria) a fronte di una diminuzione dei volumi (-6,4% e -6,5%).
Nel comparto centralizzato è proseguita la scalata delle pompe di calore e delle apparecchiature idroniche condensate ad aria: nella fascia di potenza inferiore ai 17 kW le pompe di calore (reversibili + solo riscaldamento) hanno nuovamente raggiunto incrementi percentuali a tre cifre, portandosi a fine settembre 2022 a +108,2% a volume e +126,9% a valore.
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46/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
NEWS ULTIME NOTIZIE NEWS ULTIME NOTIZIE
> IL NUMERO INTERNAZIONALE DI INDUSTRIA&FORMAZIONE È UN SUCCESSO MONDIALE!
L’International Special Issue di Industria&Formazione è stato lanciato anche al MOP 34, e alla COP27, i principali eventi al mondo dedicati a clima e ambiente!
I massimi esperti del Freddo mondiale si sono riuniti sulle pagine della rivista per garantire uno sguardo in avanti verso il futuro del nostro settore, la sua evoluzione e il suo impatto su energia, ambiente e lotta al climate change.
La rivista internazionale, o ISI (International Special Issue) viene distribuita a cura delle Nazioni Unite e dell’IIR nel corso dei summit e meeting internazionali, ai Capi di Stato dei 180 Paesi firmatari del protocollo di Montreal MOP34 e alla COP27 sui cambiamenti climatici. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
“POMPE DI CALORE AD ALTA TEMPERATURA: MERCATO E TECNOLOGIE”, UN NUOVO WEBINAR CSG
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Il CSG ha organizzato un nuovo Webinar al quale hanno partecipato due tra le aziende partner del Centro Studi Galileo, TEON e Frascold, che illustreranno ai partecipanti alcune tra le ultime tecnologie e applicazioni disponibili.
Relazioni dei partner: Ferdinando Pozzani | CEO, TEON: Pompe di calore ad alta temperatura: vantaggi e opportunità nel settore industriale Nika Bagdasarian | Sales Area Manager, Frascold: Pompe di calore ad idrocarburi: il dietro le quinte tra mercato e tecnologia. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
> MARINO BASSI: 50 ANNI NEL SETTORE DELLA REFRIGERAZIONE
Nel 2022 Marino Bassi, Key Account Senior Advisor della Nidec Global Appliance, completa 50 anni di carriera come professionista influente e rispettato del settore della refrigerazione in Europa. In qualità di membro del gruppo Embraco dal 1994, che ora è un marchio del portfolio Nidec Global Appliance, ha contribuito a plasmare le moderne soluzioni disponibili oggi, occupando diversi ruoli nell’azienda.
Attualmente dedicato al portfolio per applicazioni commerciali, ha una posizione strategica come collegamento tecnico tra l’Embraco, gli OEM (costruttori di sistemi originali) e gli utenti finali, sempre ben attento alle opinioni e alle esigenze dei clienti.
Tra i suoi numerosi successi, ha partecipato all’introduzione di refrigeranti idrocarburi come soluzioni a basso potenziale di riscaldamento globale per applicazioni commerciali nel continente, anticipando la domanda di approcci più sostenibili che si vede oggi nel settore.
Il legame con la cultura innovativa dell’Embraco è rimasto nel tempo e gli ha permesso di partecipare a molte pietre miliari dell’evoluzione tecnologica del settore della refrigerazione.
Marino Bassi (terzo da sinistra nella foto sotto) nel 1975, agli albori del Centro Studi Galileo Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
/47 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
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Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile del Centro Studi Galileo
Per ogni informazione gli abbonati possono rivolgersi a nome di Industria & Formazione ai dirigenti evidenziati nelle Industrie sottoelencate, oppure alla segreteria generale tel. 0142 / 452403
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PRODUZIONE COMPONENTI
BIERREBI SRL componenti, ricambi e realizzazioni impianti Giovanni Russo 00173 Roma Tel. 06 72630101 www.bierrebisrl.it
BITZER ITALIA compressori Pietro Trevisan 36100 Vicenza Tel. 0444/962020 www.bitzer.it
CAREL regolazione elettronica, sistemi di supervisione Mauro Broggio 35020 Brugine Tel. 049/9716611 www.carel.it
CASTEL valvole, filtri, rubinetti, spie del liquido Giorgio Monaca 20060 Pessano c/Bornago Tel. 02/95702225 www.castel.it
CORE EQUIPMENT componentistica per refrigerazione e condizionamento Daniele Passiatore 50058 Signa Tel. 055/334101 www.core–equipment.it
DANFOSS S.R.L
Danfoss Climate Solutions Romina Cantisani 20871 Vimercate Tel. +39 039 6850310 Cell. 3429138379 romina.cantisani@danfoss.com www.danfoss.it
DENA
accumulatori di liquido, filtri Daniele Francia 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454007 www.dena.it
DORIN compressori Giovanni Dorin 50061 Compiobbi Tel. 055/623211 www.dorin.com
EMBRACO NIDEC
compressori ermetici Enrico Albera 10023 Chieri Tel. 335/5828037 www.embraco.com
FIELDPIECE
INSTRUMENTS
strumentazione Lisa Egberts 7006 RB DoetinchemThe Netherlands +31 6 40 990 631 www.fieldpiece.com
FRASCOLD spa produzione compressori per refrigerazione e condizionamento Giuseppe Galli 20027 Rescaldina Tel. 0331/742201 www.frascold.it
GF PIPING SYSTEMS ITALIA produzione di sistemi di tubazioni Angelo Cutillo 20864 Agrate Brianza Tel. 331 633 0377 angelo.cutillo@georgfischer.com www.gfps.com/it
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REFCO produzione e fornitura di componenti e strumenti per la refrigerazione World Headquarters 6285 Hitzkirch - Svizzera Tel. 0041/41/9197282 www.refco.ch/it
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TESTO apparecchi di controllo, sicurezza e regolazione Fabio Mastromatteo 20019 Settimo Milanese Tel. 02/335191 www.testo.it
GRUPPO ANGELANTONI TURBOALGOR
produzione di kit per l’efficienza energetica degli impianti frigoriferi Maurizio Ascani 06056 Massa Martana Tel. 075/8955230 www.turboalgor.it
VULKAN ITALIA cercafughe, connessioni tubi, giunti lokring Cristina Fasciolo 15067 Novi Ligure Tel. 0143/310247 www.vulkan.com
WIGAM componenti, gruppi manometrici, pompe vuoto, stazioni di ricarica, lavaggio Alessandro Vangelisti Tel. 0575/5011 Massimo Gorno Tel. 02/57307472 52018 Castel San Niccolò www.wigam.com
RIVENDITORI COMPONENTI
BEIJER REF ITALY S.R.L. Compressori, gruppi frigoriferi, controlli 20128 Milano Tel. 02/ 2520081 www.beijerref.it
CENTRO COTER unità condensanti, aeroevaporatori, accessori Nicola Troilo 70032 Bitonto Tel. 080/3752657 www.centrocoter.it
FRIGO PENTA
gruppi frigoriferi e componenti per refrigerazione e condizionamento Bruno Piras 09122 Cagliari Tel. 070/275149 www.frigopenta,it collegata a RAV 61022 Vallefoglia Tel. 0721/919911 marketing@rav.it
FRIGOPLANNING
ventilatori, frigoriferi industriali e componenti Donatella Gambardella 83100 Avellino Tel. 0825/780955 www.frigoplanning.com
LAREL ricambi e accessori per refrigerazione Gennaro De Crescenzo 80026 Casoria Tel. 081/7598760 www.larel.it
LF RICAMBI ricambi per refrigerazione commerciale e cucine professionali Michele Magnani 47522 Cesena Tel. 0547/341111 www.lfricambi724.it
MORELLI accessori per refrigerazione e condizionamento, compressori, condensatori, evaporatori Fausto Morelli 50127 Firenze Tel. 055/351542 www.morellispa.it
NEW COLD SYSTEM componentistica per refrigerazione e condizionamento Madi Sakande 40012 Calderara di Reno Tel. 051/6347360 www.newcoldsystem.it
RAIME refrigerazione industriale e commerciale Leonardo Marques Miranda 80146 Napoli Tel. 081/7340900 www.raime.it
48/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
RECO componenti e impianti per la refrigerazione e il condizionamento Stefano Natale 70123 Bari Tel. 080/5347627 www.re-co.it
ROTOCOLD componenti per refrigerazione, condizionamento, ventilazione Loredana Rotolo 90143 Palermo Tel. 091/6257871 www.rotocold.it
SPLUGA componentistica, energie rinnovabili, pompe Andrea Cagnacci 09010 Vallermosa Tel. 0781/79399 www.spluga.it
REFRIGERAZIONE COMMERCIALE
EPTA REFRIGERATION
Sistemi completi per la refrigerazione commerciale Francesco Mastrapasqua 20138 Milano Tel. 02/55403211 www.eptarefrigeration.com
MONDIAL FRAMEC vetrine
Filippo Campese 15040 Mirabello Monferrato Tel. 0142/478211 www.mondialframec.com
SANDEN VENDO EUROPE distributori automatici Commerciale tel. 0142/234220 - Casale Produzione tel. 0142/335111 - Coniolo www.sandenvendo.com
FRIGORIFERI SPECIALI
ANGELANTONI FRIGORIFERI camere climatiche, criogenia, tecnologie avanzate Cesare Angelantoni 20126 Milano Tel. 02/9397011 www.angelantoni.it
ELETTRONICA VENETA apparecchiature didattiche Michele Bello 31045 Motta di Livenza Tel. 0422/765868 www.elettronicaveneta.it
PRODOTTI CHIMICI
ERRECOM
soluzioni chimiche per la refrigerazione e il condizionamento Gessica Perani 25030 Corzano Tel. 030/9719096 www.errecom.com
N.C.R. BIOCHEMICAL tecnologie chimiche per la refrigerazione Marco Novi 40050 Castello d’Argile Tel. 051/6869611 www.ncr-biochemical.com
STUDIO BORRI ROBERTO prodotti chimici, torri raffreddamento 10096 Collegno Tel. 011/4056337
SALDATURA
GRUPPO SALTECO saldatura, brasatura e tecnologie del rivestimento Fabrice Bouzin 20096 Limito di Pioltello Tel. 02/926861 www.salteco.it
ITALBRAS saldatura e brasatura Nicola Bordin 36100 Vicenza Tel. 0444/347569 www.italbras.com
RIV.O.GAS. gas refrigeranti chimici Paolo Secco 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/452202 www.rivogas.it
CELLE FRIGORIFERE ARREDAMENTI
FASTCOLD pannelli Isotermici Sara Maschler 31030 Castello di Godego Tel. +39/0423/469121 www.fastcold.net
SPERANZA FRANCESCO accessori per la refrigerazione e condizionamento 89029 Taurianova Tel. 0966/645463 www,speranzataurianova.it
CAMION FRIGORIFERI
COLD CAR trasporti refrigerati Lorenzo Pezzi 15040 Occimiano Tel. 0142/400611 www.coldcar.it
SOFTWARE
ENERCLIMA software condizionamento, refrigerazione Marcello Collantin 35125 Padova Tel. 049/8829653
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Mario Magnoni 20124 Milano Tel. 3487100520 mario.magnoni@daikinchem.de www.daikinchem.de
GENERAL GAS gas refrigeranti
Carmine Marotta Vincenzo Scarano 20063 Cernusco S/N Tel. 02/92147368 www.generalgas.it
HONEYWELL ADVANCED MATERIALS
Ingegneria fluidi refrigeranti Letterio Romeo Tel. 346 1331455 Letterio.Romeo@Honeywell.com honeywell-refrigerants.com/europe
MARIEL refrigeranti Luciano e Alberto Faccin 28013 Gattico Tel. 0322/838319 www.mariel.it
NIPPON GASES REFRIGERANTS SRL gas refrigeranti e servizi ambientali Paolo Tirone Tel. 02/77119261 Matteo Mangiarotti Tel. 346/0433774 20159 Milano www.nippongases.it
SINTECO SRL chemical products & plant solutions
Alberto Giavardi 28069 Trecate (NO)-Italy Tel. +39 0321 770724 a.giavardi@sinteco-srl.com www.sinteco-srl.com
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CLER ENERGIE ALTERNATIVE installazione solare fotovoltaico Giovanni Filippi 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454216 www.clersrl.it
TEON pompe di calore ad alta temperatura Carla Gallo 10079 Mappano Tel. 011/9910413 www.teon.it
REGOLAZIONE E STRUMENTAZIONE
CAREL regolazione elettronica, sistemi di supervisione Mauro Broggio 35020 Brugine Tel. 049/9716611 www.carel.it
ECONORMA regolatori di temperatura e umidità Alessandro Mattiuzzi 31020 San Vendemiano Tel. 0438/409049 www.econorma.com
TESTO apparecchi di controllo, sicurezza e regolazione Fabio Mastromatteo 20019 Settimo Milanese Tel. 02/335191 www.testo.it
ARIA CONDIZIONATA
RECIR riscaldamento e condizionamento Giovanni Migliori 00159 Roma Tel. 06/43534503
TERMOIDRAULICA AGOSTINI accessori condizionamento Fabrizio Agostini 00178 Roma Tel. 06/7183958 www.t-agostini.com
ENTI CERTIFICATORI
CEPAS ente certificatore Eleonora Motta 20126 Milano Tel. 02/270911 www.cepas.it
ASSOCIAZIONI
EFCTC associazione che rappresenta i produttori di idrofluorocarburi Angelica Candido B-1040 Bruxelles fluorocarbons@cefic.org www.fluorocarbons.org
/49 INDUSTRIA & formazione NUMERO 10 / DICEMBRE 2022
GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO
merce.
Per meglio presentare e rendere maggiormente visibili i prodotti, le vetrine sono dotate di illuminazione con lampade generalmente a LED, che hanno il pregio di produrre una quantità di calore inferiore all’interno dell’ambiente raffreddato rispetto altre tipologie di lampade e quindi di non causare un eccessivo aumento della temperatura dei prodotti che sono posizionati accanto a tali luci. Inoltre abbattono notevolmente i consumi di energia elettrica dato che devono rimanere accese in pratica quasi senza soluzione di continuità.
Alimenti:
Cibo, ingredienti, bevande (compreso il vino) e altri prodotti destinati principalmente al consumo, che devono essere refrigerati a temperature specifiche.
Fattore stagionale di energia ausiliaria in modo di raffreddamento a carico parziale: Rappresenta l’efficienza energetica ausiliaria di raffreddamento ad una specifica temperatura esterna.
Pompa di calore a tetto: Pompa di calore aria/aria azionata da un compressore elettrico, in cui l’evaporatore, il compressore e il condensatore sono integrati in un unico blocco.
Scroll compressor: Locuzione inglese traducibile in compressore a spirale.
TON:
Unità di misura del Sistema Anglosassone di unità di misura impiegato per esprimere la capacità frigorifera. Un TON corrisponde a 12000 BTU/h. Nel Sistema Internazionale di unità di misura corrisponde a circa 3516 watt.
Vetrina self-service: Particolare tipologia di vetrine, utilizzate soprattutto nei supermercati e negli ipermercati, che risultano aperte superiormente in modo che il cliente possa accedere liberamente al vano raffreddato per prendere la
Nella loro configurazione tipica possono essere avvicinate dal cliente lungo tre lati, mentre il quarto, che risulta chiuso e molte volte di altezza maggiore, viene di solito accostato ad un muro. In alcuni casi le vetrine self-service vengono disposte allineate e senza soluzione di continuità con i lati corti affacciati tra loro in modo che il cliente possa accedere ad esse solo da un lato. Le vetrine self-service possono essere utilizzate sia per conservare alimenti refrigerati (in genere a temperatura di poco superiore a 0 °C) sia per conservare alimenti congelati (temperatura di conservazione inferiore a –18 °C). Tali vetrine trovano impiego, sempre nei supermercati, anche come espositori di gelati, anche se in genere le loro dimensioni sono molto ridotte. Nel caso di vetrine per gelati e surgelati, dovendo la temperatura di conservazione essere molto bassa, quando la vetrina è aperta è necessario lavorare con temperature di evaporazione che si aggirano attorno a –40 °C. Al fine di migliorare l’aspetto energetico e controllare i consumi elettrici le vetrine sono provviste di una lama d’aria fredda che viene emessa dalla parte alta e viene ripresa dalla parte bassa della struttura e che ha lo scopo di costituire una barriera all’entrata del calore e dell’umidità.
Tale barriera, però, viene infranta molto spesso (ad esempio dagli acquirenti che desiderano prelevare i prodotti dai ripiani della vetrina) e quindi, pur apportando dei benefici dal punto di vista del contenimento
delle dispersioni non risulta essere propriamente efficiente dal punto di vista energetico. Per tale ragione i modelli di vetrine più avanzati sono dotati di chiusure scorrevoli e trasparenti in modo tale che l’utente possa visionare e, all’occorrenza, prelevare i prodotti richiudendo la chiusura dopo essersi servito. In questi casi la temperatura di evaporazione viene mantenuta a valori superiori a -40 °C e più prossimi alla temperatura del vano di conservazione.
Per limitare le entrate di aria calda e le dispersioni di freddo, nel caso di vetrine senza chiusura superiore, si possono adottare opportune schermature riflettenti posizionate sospese al di sopra delle vetrine stesse e che vengono poste in opera quando il punto vendita non è aperto al pubblico per poter essere poi ritirate al momento della riapertura. Inoltre, a causa della continua entrata di aria calda e umida nel vano della vetrina, l’evaporatore va soggetto facilmente ad un consistente e ripetuto brinamento, che può provocare inconvenienti di funzionamento al circuito frigorifero se non si procede con periodicità e con elevata frequenza agli indispensabili cicli di sbrinamento.
Tale sbrinamento normalmente viene gestito da un temporizzatore che a periodi prefissati procede ad arrestare la produzione di freddo e ad avviare la fase di scioglimento di ghiaccio presente sull’evaporatore. In alcuni casi sono anche presenti dei sensori supplementari che avviano lo sbrinamento indipendentemente dall’intervento del temporizzatore e si basano, invece, sullo spessore e sulla quantità di ghiaccio presente sulla batteria raffreddante.
È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it
50/ LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE INDUSTRIA & formazione
(Parte 222a) Ventunesimo anno A cura dell’ing. Pierfrancesco FANTONI
1 6 3 4 2 5 RIGENERAZIONE O SMALTIMENTO GESTIONE DOCUMENTI E RITIRO DEL RIFIUTO RECUPERO DEL GAS ESAUSTO ANALISI VALORIZZAZIONE DEL PRODOTTO INVIO RECIPIENTI “Recovery Cold” Dai valore al tuo rifiuto, scegli Nippon Gases Refrigerants, pensiamo a tutto noi! Scopri il Servizio EASY EcoStar per gestire al meglio il tuo rifiuto Seguici su: invisibilemavero.it Per maggiori informazioni: nippongases.it
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