Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 10 2017

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N° 414

DI ANNI INTE CONVE RNA GNI ZION ALI

ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

L’evoluzione delle nuove tecnologie del freddo alla luce dei Convegni Nazioni Unite – CSG

Anno XLI - N. 10 - 2017 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato


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Sommario 7

Direttore Responsabile Enrico Buoni

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

Responsabile di Redazione M.C. Guaschino

L’evoluzione delle nuove tecnologie del freddo alla luce dei Convegni Nazioni Unite – Centro Studi Galileo Silvia Romanò – International Affairs Officer Centro Studi Galileo

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29ª Conferenza delle parti del Protocollo di Montreal (MOP-29) D. Coulomb – Direttore International Institute of Refrigeration – IIR

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Come una catena del freddo più efficiente può contribuire a nutrire il mondo F. Menten – Project Coordinator UNIDO

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Ottimizzazione degli scambiatori di calore con la miscela zeotropica R455A

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Domande frequenti per la vendita di apparecchiature pre-caricate

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Principi di base del condizionamento dell’aria

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Manutenzione sicura di impianti domestici e commerciali con refrigeranti infiammabili: pratiche consigliate

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Filtri essiccatori: quando il decimilionesimo di millimetro è fondamentale per il circuito frigorifero P.F. Fantoni – 208ª lezione di base

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Bilanciamento delle reti del calore e del freddo F. Benassis, P. Picard – Climespace – Paris

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Comportamento dinamico del cassone isolato nei camion frigoriferi

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Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento

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Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, PierFrancesco Fantoni, Enrico Girola, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841 Pubblicità tel. 0142/453684 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) Installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

Foto di Copertina: Colors of Jökulsarlon, Elia Locardi

N. 414 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.

Editoriale

Per iniziare, qualche cattiva notizia – Collegare tutti gli anelli: molto importante per la catena alimentare – Opportunità per l’industria mentre si protegge il clima – Cosa sta facendo UNIDO: cercare e promuovere soluzioni – Ci sono anche buone notizie: le partnership pubblico-privato sono la “chiave del successo”

C. Zilio1, N. Achaichia2, G.Villi3 – 1Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali – Università degli Studi di Padova, 2Honeywell, Heverlee – Belgium, 3Alfa Laval S.p.A. – Vicenza Abstract – Introduzione – Considerazioni termodinamiche - Confronto di prestazione di una batteria alettata – Conclusioni AREA – Associazione Europea dei Tecnici del Freddo

Un buono scarico della condensa per una buona installazione dello split P.F. Fantoni – 188ª lezione Introduzione – Installazione dello split – Realizzare lo scarico della condensa – Perché la pompa per la condensa

AHAM – The Association of Home Appliance Manufacturers Introduzione – Procedure di manutenzione – Dopo la manutenzione – Nota finale

Introduzione – Non è la soluzione a tutti i mali – Difetti di tenuta – Cosa c’è dentro al filtro

Da cosa è data l’efficienza di una valvola di regolazione? – Rappresentazione della regolazione delle sotto-stazioni, vantaggi e svantaggi – Sotto-stazione auto-equilibrata attraverso il regolatore semovente della pressione differenziale – Sotto-stazione auto-equilibrata grazie alla valvola indipendente della pressione differenziale (PICV) – Innovazione P. Artuso1, A. Rossetti2, S. Minetto2, S. Marinetti2, D. Del Col1 – 1Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Ingegneria Industriale – 2Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per le Tecnologie della Costruzione – Padova Introduzione – Raccolta dei dati sperimentali – Analisi dei dati sperimentali – Risultati – Conclusioni e sviluppi futuri

(Parte centosettantunesima) – A cura di P.F. Fantoni Autocarro frigorifero – Compressione secca – Evaporatore DX – Pendolazione – Recupero – Sifone – Vapore Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook

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Tecnici di 3 generazioni in 40 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi allʼanno si sono specializzati al CSG

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ Anche la sede di Napoli del Centro Studi Galileo è ricca di classi numerose di allievi che frequentano i Corsi per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi. In questo scatto un gruppo di allievi mostra l’Attestato ottenuto nel Corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione. I tecnici del freddo necessitano di varie fasi di formazione per essere propriamente preparati. Il CSG mette a disposizione un percorso formativo completo che può essere visionato sul sito www.centrogalileo.it

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A CASALE MONF. Berenato Antonio Messina Biasetto Andrea Cinisello B.mo

Lʼelenco in continuo aggiornamento di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

Ferrara Daniele DELPHARM NOVARA srl Cerano Puci Rocco DIMENSIONE spa Grugliasco Sega Davide DIMENSIONE spa Grugliasco

Facin Fabio Casale M.to Fanciulli Cristiano Grosseto Cibrario Ferdinando FENICE spa Cascine Vica - Rivoli Lavagna Edoardo LOLAICO IMPIANTI srl Novi Ligure

Bonazzi Giuseppe LUXOTTICA srl Lauriano Calabrese Michele MICHI ARREDO DESIGN srl Veruno Vesentini Piergiuseppe SERVICE TRADE spa Cernusco S/N

Losciale Vincenzo BLUE DIESEL srl Bisceglie Milazzi Davide BLUE DIESEL srl Bisceglie Sgherza Luigi BLUE DIESEL srl Bisceglie Cangelli Antonio BLUE DIESEL srl Bisceglie Busini Andrea Fabriano Louazine Mounir CLIMA TEAM MPL srl Milano Prati Mirko CLIMAT srl Mamiano di Traversetolo Ferrarese Stefano DELPHARM NOVARA srl Cerano

10 nuovi Tecnici del Freddo posano con i docenti Stefano Sarti e Madi Sakande nella sede dei Corsi Centro Studi Galileo di Bologna. Hanno da poco terminato con successo l’esame del PIF.

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TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A MILANO Anelli Sante ARCHIMEDE SERVICE snc Milano Fontana Giuseppe BERTANI BASELLI spa Milano Gibin Massimo EDILTECNICA ST srl Robbiate Filippelli Pasquale ELETECNO ST spa Robbiate Malini Enrico Davide ELETECNO ST spa Robbiate Moscardi Giovanni ELETECNO ST spa Robbiate

Parte del percorso del Tecnico del Freddo consiste nel seguire i Corsi Teorico Pratici. Un Corso completo è Tecniche Frigorifere. Si tiene in tutte le 15 sedi italiane del Centro Studi Galileo e si compone di due sessioni: Tecniche Frigorifere Base e Tecniche Frigorifere Specializzazione. Altri corsi molto richiesti sono i corsi sugli impianti Split, Chiller, Industriali, Ammoniaca, Idrocarburi, CO2, A2L e refrigeranti alternativi.

Nicolicchia Antonio ELETECNO ST spa Robbiate

Filisanu Ionut FDG ING srl Milano

Arena Antonino ELETECNO ST spa Robbiate

Putzu Roberto FDG ING srl Milano

Nigro Roberto ERREGI SERVICE srl Sesto San Giovanni

Ciambellari Daniele ITC srl Roma

Russo Luigi Cornaredo Losapio Mauro SGM srl San Giuliano M.se Dragone Elias Ivano Donato TK CONDUCTO srl Milano

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF AD AGLIANA Sansi Gabriele A TUTTO GAS snc Agliana Gelli Luca CASA DI CURA VILLA TIRRENA Livorno Paoli Gianluca ELBA BEVANDE srl Portoferraio Paoletti Matteo ESSEPI TERMOIDRAULICA Seano Carmignano Di Cicco Vladimiro FRIGOTECNICA BENEDETTI snc Lucca Bernardini Simone FRIGOTECNICA BENEDETTI snc Lucca Galligani Riccardo Cecina

Sede dei Corsi di Vallermosa. Esame PIF concluso con esito positivo. Per svolgere al meglio la propria mission di formazione dei Tecnici del Freddo il Centro Studi Galileo ha lavorato in questi anni per giungere alla capillarità odierna: 15 sedi dei Corsi nelle principali Regioni italiane con oltre 3000 tecnici del Freddo!

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Bigazzi Stefano GE CONSULENZE srls Ponsacco


Lino Bellido Enrique KNORR BREMSE RAIL SYSTEMS ITALIA srl Campi Bisenzio Innocente Emanuele KNORR BREMSE RAIL SYSTEMS ITALIA srl Campi Bisenzio Rinaldi Sanchez Fernando Wladimir OFFICINA MOBILE FR Prato Borri Giacomo PROGET IMPIANTI srl Sesto Fiorentino Teresi Vincenzo PROGET IMPIANTI srl Sesto Fiorentino Pacciani Andrea PROGET IMPIANTI srl Sesto Fiorentino Calzolai Maurizio PROGET IMPIANTI srl Sesto Fiorentino Bardelli Stefano RAE DI BARDELLI snc Calenzano Bardelli Riccardo RAE DI BARDELLI snc Calenzano Maglione Nicola SACCIR spa Roma Squadroni Matteo Foligno

Foto di gruppo nella Sala Galileo, sede centrale del Centro Studi Galileo, vede presenti il prof. Enrico Buoni (Fondatore CSG), l’ing. Marco Buoni (Direttore CSG) e i docenti Marco Boscain, Donato Ciccarone e Roberto Ferraris.

Galati Daniele SUPERMATIC spa Firenze Cesari Alessio SUPERMATIC spa Firenze Taddei Alessandro Altopascio

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A BOLOGNA

Vasile Cristian Florentin CVF SYSTEM DI VASILE Vignola Belchim Ionut EDIL GC DI BELCHIM Bologna

Altas Mujdat Nonantola

Riina Marco FRIGORLUX srl Torricella di Motteggiana

Bartolotta Giuseppe BRAGLIA srl Scandiano

Bulgarelli Matteo FRIGORLUX srl Torricella di Motteggiana

Terminata la seconda edizione del Master del Freddo. Vera eccellenza nel campo della Formazione per i Tecnici del Freddo si è svolto presso l’ITIS Sobrero di Casale Monferrato, istituto tecnico di altissimo profilo e visione internazionale. Il Master della durata di 100 ore è il corso di maggiore specializzazione in Italia.

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Caniglia Davide MEDFOOD srl Modena Raso Antonio SOGEDI srl Mirandola Spinetti Roberto SPINETTI ROBERTO & C. snc Campo Nell’Elba Cardascia Silvio ZORZI FRIGOTECNICA srl Merano

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A MOTTA DI LIVENZA Armellin Alberto S. Lucia di Piave Trucolo Davide ELECTRA SYSTEM DI DAMO sas Oderzo

Un aspirante Tecnico del Freddo esegue una saldobrasatura nella sede dei Corsi di Bologna del Centro Studi Galileo. Eseguire una perfetta brasatura è fondamentale per la tenuta dell’impianto.

Cignacco Michele GEATTI srl Pozzuolo Del Friuli

Boscariol Nicola RD MEC DI BOSCARIOL ROBERTO Mansuè

Cherchi Cosimo ILSA spa Castello Rongaz. S. Fior

Tursi Riccardo ROMANETTO GIUSEPPE Jesolo

Rusconi Simone SADES IMPIANTI srl Belluno

Facini Giancarlo SINERGIE spa Padova

Schoepf Andreas Lagundo

Candotti Stefano TERMICO snc Preone

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF PRESSO UNIVERSITÀ DI PALERMO Colombo Giorgio Pozzallo De Salvo Salvatore Capo Orlando Di Rosa Giovanni Ispica Impiduglia Baldassare FIUMARA ARREDAMENTI srl Favara Mignemi David Giarre Borzì Simone TMB ITALIA srl Villagrazia Carini L’esaminatore Alberto Manca ha terminato positivamente una sessione di esami. Tanti nuovi Tecnici del Freddo sardi “patentati” nella sede di Vallermosa (Cagliari), istituita da Centro Studi Galileo nel 2013 in collaborazione con la Fondazione Enzo Cagnacci. In tale sede vengono istruiti ogni anno circa 100 tecnici del freddo perlopiù della regione Sardegna. Le sedi del CSG sono 15 in tutta Italia, alle quali si aggiungono le centinaia di corsi ad hoc sia in Italia che all’estero.

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Cavalli Emiliano TMB ITALIA srl Villagrazia Carini


TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A ROMA Cocias Ion ELETECNO ST spa Robbiate Paolemili Francesco EMACOOP soc. coop. Bracciano Arragoni Bruno ITC srl Roma Romeo Girolamo MEDCENTER CONTAINER TERMINAL spa Gioia Tauro Canale Antonino MEDCENTER CONTAINER TERMINAL spa Gioia Tauro

CORSI A CASALE MONFERRATO AIRTECH srl Farella Domenico Bari ATLAS COPCO ITALIA spa Pagan Marco Cinisello B.mo

Una tappa fondamentale per il cammino del Tecnico del Freddo: il conseguimento del PIF. In questa sessione 6 allievi sono alle prese con una delle tre prove pratiche dell’esame. Superata questa, avendo già superato la fase teorica, risulteranno abilitati a utilizzare i gas refrigeranti fluorurati e a comprarli dai distributori, non solo per operare in Italia ma in tutta Europa, in quanto una delle poche qualifiche riconosciute in tutta Europa e con il mutuo riconoscimento tra Stati Membri. Un’altra conquista dell’Unione Europea.

BK SERVICE gmbh Moro Riccardo Endsee - Germany BONOMELLI ALIGI GIOVANBATTISTA Tarcento BOTTEGA GIULIANO Bottega Nicola San Salvo

DANERI MARCO LUIGI Borzonasca EMACOOP srl Biscetti Emanuele Bracciano IDROTERMOGAS PANAROTTO R. Milicia Benedetto Sandigliano

ITALTHERM srl Cavanna Lorenzo Contini Andrea Pontenure JOLLY FRIGO IMPIANTI Pompili Giordano Bellaria Igea Marina MIOS srl Raccuglia Salvatore Pioltello MOLLO PIERO & C. sas Giovannetti Danilo Bravo Claudio Guarene NELSA srl Ferrari Mauro Garbagnate M. SIRAM spa Morganti Daniele Firenze SIRAM spa Cava Raimondo Cocco Paolo Delle Foglie Andrea Trivieri Giovanni Milano

E’ tempo di lezione pratica. Per prepararsi al meglio all’Esame del Patentino Frigoristi questo gruppo di allievi segue due giorni di preparazione teorica e pratica finalizzata ad un ripasso generale dei temi d’esame su appositi impianti con l’attrezzatura necessaria per svolgere il lavoro del tecnico del freddo. Obbligatori, verificati in ambito di certificazione aziendale, sono la pompa del vuoto e il recuperatore, oltre a cercafughe, termometro, manometro, bilancia e amperometro, che devono essere anche tarati e verificati periodicamente.

TERMOSOLUZIONI DI GALLARATI Gallarati Emanuele Stra’ Fr. di Nibbiano TREBESCHI ELETTROTERMICA Pietroboni Luca Concesio

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Consegna degli Attestati del Corso pratico di brasatura nella sede di Roma del Centro Studi Galileo. La brasatura e il Lokring sono i metodi migliori per assicurare zero perdite all’impianto, che ne comprometterebbero l’efficienza inquinando al contempo l’ambiente, aumentando il problema globale dell’effetto serra e del cambiamento climatico a causa del quale i nostri ghiacciai si stanno ritraendo.

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Aguiari Fabio Barilli Enrico Bertolone Elena Chiccoli Alberto Degliesposti Eligio Farina Sergio Gavagni Dante Poli Fabio

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Patentino Italiano Frigoristi - PIF in tutta Italia

Nella foto si può visionare un momento di una prova pratica durante l’esame PIF (Patentino Italiano Frigoristi) all’interno di una delle 18 sedi in Italia dei corsi del Centro Studi Galileo, presso l’Elettronica Veneta, a Treviso. Iniziando da sinistra il candidato al PIF mentre esamina la lettura delle pressioni e delle temperature dell’impianto didattico, uno dei numerosi docenti CSG Gianfranco Cattabriga ed in abito scuro l’ispettore Kelvin Kelly.


Editoriale

L’evoluzione delle nuove tecnologie del freddo alla luce dei Convegni Nazioni Unite – Centro Studi Galileo

SILVIA ROMANÒ International Affairs Officer Centro Studi Galileo

Auguri di un buon 2018 di cambiamenti nazionali, europei e internazionali per tutti i Tecnici del Freddo!

L’ANNO CHE FU: IL 2017 Quest’anno ha segnato il raggiungimento di importanti traguardi a livello internazionale per il settore della refrigerazione e del condizionamento, così come cambiamenti epocali per l’intero mercato. I primi dieci mesi di quest’anno hanno mostrato un andamento inaspettato, in particolar modo per il ramo dell’aria condizionata residenziale; malgrado un’estate estremamente calda, il volume d’affari di questa porzione di mercato, infatti, è calato del 10% rispetto ai due anni precedenti. Le associazioni di categoria ed i produttori hanno motivato questa variazione con l’acquisto ingente di materiale da parte dei grandi rivenditori, delle quali una parte considerevole è rimasta invenduta e stoccata, causando vendite inferiori al previsto per il 2017. Durante questi mesi abbiamo anche assistito ad un’impennata di più del 30% nei prezzi dei refrigeranti. The Chemours Company, azienda chimica globale, a partire dallo scorso maggio ha fatto aumenti tra il 25% ed il 30% per i suoi refrigeranti venduti nell’Unione Europea, mentre Honeywell è stato il primo produttore ad annunciare non solo un aumento generalizzato dei suoi prodotti per il mercato europeo,

particolarmente per le miscele e per l’HFC134a, ma anche la cessazione di approvvigionamento di refrigeranti ad alto potenziale di riscaldamento globale (R404A e R507) in Europa a partire dal 2018. Gli elevati incrementi si devono alla riduzione graduale degli idro-fluoro-carburi (HFC phase-down) in atto che implicherà, oltre agli inevitabili aumenti dei prezzi dei refrigeranti, anche interruzioni frequenti di produzione e conseguente significativo calo della disponibilità sul mercato – ha comunicato Confindustria Ceced Italia (Associazione Nazionale Produttori di Apparecchi Domestici e Professionali). L’ANNO CHE VERRÀ: IL 2018 “A causa della grande riduzione delle quote da attuare il 1 gennaio 2018, si prevede che un’eliminazione accelerata di prodotti ad alto GWP sia necessaria, al fine di far fronte alle tempistiche della fase di phase-down” dichiarano le aziende produttrici di refrigeranti. “Questo significa che i clienti hanno bisogno di convertire gli impianti ora, in favore di soluzioni più ecologicamente compatibili, al fine di prepararsi per la scarsità di prodotti ad alto GWP previsto per il 2018 e di soddisfare pienamente le esigenze di refrigerante entro la fine del 2019.” Con le quote misurate sulla base di CO2 equivalente, nessun produttore vuole continuare a vendere gas ad alto GWP come l’R404A. Quest’ultimo, con il suo GWP di 3922, è il gas più usato in Europa nei sistemi di refrige-

razione stazionari, come i sistemi commerciali a bassa temperatura nei supermercati. Con il Regolamento (UE) 517/2014, la Commissione Europea ha impostato un percorso di eliminazione progressiva dei gas fluorurati, istituendo una tempistica per il phase-down di alcuni composti. In particolare, i principali gas refrigeranti utilizzati come gli idrofluoro-carburi (HFC) R404A e R134a, non potranno più essere utilizzati in alcune applicazioni di refrigerazione a partire dal 1/1/2020 o 1/1/2022. Ma anche refrigeranti del condizionamento come l’R410a stanno subendo un forte attacco, nonostante abbiano “solo” un GWP di 2088. La transizione dai prodotti ad alto GWP, come l’R404A, alle tecnologie con un basso GWP, aiuterà il mercato europeo a raggiungere gli obiettivi del Regolamento F-Gas. La finalità dell’Emendamento di Kigali, che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2019, è ridurre il consumo e la produzione di HFC a livello mondiale; questi sono contenuti in prodotti consumati ed utilizzati quotidianamente, come le schiume e gli spray, nonché nei circuiti frigoriferi, e la loro emissione nell’atmosfera contribuisce ai cambiamenti climatici, ha ribadito il Consiglio dell’Unione Europea. Gli idro-fluoro-carburi, spiega inoltre il Ministero dell’Ambiente, “pur non essendo sostanze ozono-lesive, sono potenti gas serra che possono avere un impatto sul cambiamento climatico migliaia di volte maggiore rispetto all’anidride carbonica.

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Il CSG grazie al progetto svolto con l’Associazione dei Tecnici del Freddo ATF e AREA può erogare la certificazione volontaria per l’utilizzo dei refrigeranti naturali Real Alternatives, appoggiato dalla Commissione Europea e dalle Nazioni Unite. Nella foto uno dei 12 tecnici del freddo delle isole caraibiche che, sotto il progetto UNIDO-CSG, hanno ottenuto la certificazione.

Grazie all’Emendamento di Kigali, le Parti si sono impegnate a ridurre la produzione ed il consumo di HFC di oltre l’80% nel corso dei prossimi 30 anni. Tale programma di riduzione dovrebbe impedire il rilascio in atmosfera di emissioni equivalenti a oltre 80 miliardi di tonnellate metriche di anidride carbonica entro il 2050, continuando al tempo stesso a proteggere lo strato di ozono. In questo modo il Protocollo di Montreal contribuirà alla lotta al cambiamento climatico in linea con l’Accordo di Parigi” ha dichiarato ad inizio dicembre il dott. Cristiano Piacente. La riduzione graduale degli HFC ha infatti lo scopo di diminuirne le quote disponibili sul mercato che, per la semplice legge economica di domanda e offerta, causerà a sua volta un aumento generalizzato dei prezzi, rendendo questa tecnologia meno appetibile in favore di altre a basso impatto ambientale. Il 2018 segnerà dunque l’inizio della seconda fase di riduzione degli HFC, pari al 37% in CO2 equivalente rispetto al livello base, secondo quanto richiesto dalle normative europee. Da una valutazione tecnica pervenuta dall’Associazione Europea per la Refrigerazione ed il Condizionamento (AREA) emerge che, attualmente, sono disponibili diverse alternative tecnologiche, già usate nel settore

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della refrigerazione commerciale in tutta l’UE. Tra queste, i sistemi centralizzati a CO2 trans critica, i sistemi centralizzati indiretti e i sistemi autonomi rappresentano tutti alternative realizzabili, affidabili ed efficienti sotto il profilo energetico. I risultati indicano inoltre che molte di queste alternative sono già competitive in termini di costo o lo saranno entro il 2022, quando il nuovo requisito entrerà in vigore (esclusivamente per le apparecchiature nuove installate dal 1 gennaio). INFIAMMABILITÀ In questa difficile dinamica dei nuovi refrigeranti, il modo in cui sapremo gestire l’infiammabilità rivestirà un’importanza fondamentale per il successo ed il rispetto delle regolamentazioni ambientali, che quasi tutti i nuovi refrigeranti avranno, più o meno accentuata e pericolosa. Non tocca a noi redattori di questa rivista dare gradi di pericolosità alla possibilità di prendere fuoco dei refrigeranti bensì di informare sulle caratteristiche e dare le giuste informazioni in questo momento di grande cambiamento che, come di consueto, porta a disinformazione e a confusione. Chiediamo quindi a tutti gli operatori di seguirci nel nostro percorso di corretta comunicazione.

Dal webinar appena terminato (tenutosi in data 19/12/2017) visibile online sia sul canale YouTube del Centro Studi Galileo, che sulla rivista online IndustriaeFormazione.it, si è detto quanto seguirà in questo paragrafo. Abbiamo finito la chimica, non esistono più molecole adatte alla refrigerazione che non siano state individuate ed inventate. Se vogliamo abbassare il GWP, dobbiamo accontentarci di un legame debole che rende però la sostanza infiammabile: HFO, HC, Ammoniaca oppure, con diverse caratteristiche dai precedenti, la CO2 (ad ogni applicazione il suo refrigerante). A breve termine per retrofit e manutenzione abbiamo le Miscele HFO in classe A1 non infiammabile (R448A, R449A...), ma ancora per un breve periodo, in quanto con GWP abbastanza elevato. A medio/lungo termine sui nuovi impianti dobbiamo assolutamente pensare a refrigeranti con GWP minori di 150. Quindi Propano/Isobutano, Ammoniaca, CO2, Miscele HFO a basso GWP < 150 (A2L), HFO puro (1234ze, yf…). Tutti i refrigeranti saranno a bassa (classe A2L) o alta (classe A3) infiammabilità, tranne la CO2, utilizzabile in applicazioni specifiche. Dovremo dunque inevitabilmente cambiare, comunque ricordandoci di non compromettere mai l’efficienza energetica dell’impianto. Occorre inoltre stabilire nuove regole e nuove normative che non siano vincolanti, bensì ben accette da parte dell’Industria, per evitare di correre rischi non necessari e non voluti. Nuovi standard internazionali: • Una nuova classificazione dei refrigeranti (ISO817), per cui gli A2L sono quelli che hanno una velocità di propagazione della fiamma minore di 10 cm/s; per darci un’idea, il velocista mondiale Usain Bolt corre 100 volte più veloce: 1042 cm/s, persona che fa jogging: 300 cm/s, camminata media: 150 cm/s; • Nuovi limiti di carica, sicurezza e indicazioni sulle applicazioni (EN378 (Europa), ISO5149 (Internazionale) a livello di prodotto invece IEC60335-240 e la IEC60335-2-89; • Maggiore sicurezza con le norme ATEX, componentistica e attrezzature idonee, maggior formazione e certificazione.


Marek Zgliczynski di Embraco ha dichiarato “I comitati internazionali hanno verificato che per i refrigeranti A3, con il limite di 150 grammi, si sono avuti pochissimi incidenti; si è quindi deciso che è tempo di aumentare a 500 grammi la carica massima degli idrocarburi che permetterà una potenza frigorifera di 4.5 – 5 kW”; già dal 2018 si potrà procedere, una volta approvata la norma. I compressori compatibili con i refrigeranti HFC (classe A1) non sono compatibili con i nuovi refrigeranti leggermente o altamente infiammabili (classe A2L o A3), se non espressamente specificato dal costruttore. A livello nazionale sono previste ulteriori restrizioni, ad esempio l’utilizzo di gas infiammabili richiede in alcune applicazioni la verifica da parte dei vigili del fuoco, specialmente nei locali pubblici. Come associazione europea dei Tecnici del Freddo, AREA, per venire incontro a tutti gli operatori del settore, abbiamo creato e tradotto in italiano una utile APP per Android e iOS per il calcolo richiesto dalle normative EN378 che ora includono anche i refrigeranti A2L leggermente infiammabili e A3 altamente infiammabili, ma bisogna ricordarsi che le normative generiche vengono superate dalle norme specifiche di prodotto come la IEC0335-2-40 o la IEC0335-2-89.

L’ARGENTINA VUOLE ESSERE ALL’AVANGUARDIA E SEGUIRE L’EUROPA Fra gli Stati che hanno già intrapreso la lenta transizione verso l’utilizzo delle tecnologie alternative e naturali, l’Argentina è particolarmente attenta a percorrere una strada sostenibile per il futuro; nonostante la riduzione delle sostanze ad alto GWP sia ancora lontana 11 anni per i Paesi “articolo 5”, l’Argentina è già pronta a partire. Nel 2016, l’utilizzo di R22 nella refrigerazione commerciale nazionale è stato pari a 6000 tonnellate, mentre il totale di HFC è solo 2000 tonnellate. “Vorremmo arrivare direttamente ai refrigeranti alternativi, senza passare per gli HFC” ha confermato Laura Berón, Coordinatrice del Programma Ozono per il Ministero dell’Ambiente e Sviluppo Sostenibile Argentino. “Ci sono già 11 supermercati funzionanti con refrigeranti naturali in questo Paese, in particolare con anidride carbonica a ciclo trans critico” ha dichiarato Francesco Mastrapasqua, Refrigeration System Manager per EPTA, “questi potrebbero essere d’esempio per la creazione di una vasta rete di supermercati in tutto il territorio, che per il momento è condensata nelle tre province principali di Buenos Aires, Cordoba e Mendoza”. Oltre che restrizioni in merito a nuove installazioni e operazioni di manuten-

zione per apparecchi che contengano gas fluorurati, il piano di riduzione graduale degli idro-fluoro-carburi prevede anche disposizioni in merito al loro contenimento e recupero. CONCLUSIONI Tutti gli operatori sono dunque interessati a limitare le perdite e garantire la propria professionalità, in un momento in cui più che mai vi è un forte interesse al recupero degli F-gas dai macchinari. È dunque evidente che sia necessario aumentare le competenze dei tecnici non solo per maneggiare gli HFC, ma anche per imparare ad utilizzare le nuove tecnologie che funzionano con i gas refrigeranti naturali. A questo proposito, l’attività del Centro Studi Galileo proseguirà di pari passo, grazie ai numerosi corsi di formazione e certificazione per tecnici del freddo che si terranno non solo nelle 15 sedi in tutta Italia, ma anche in vari Paesi del mondo, tra cui citiamo l’Argentina, che vedrà l’inizio dei lavori già ad aprile 2018 con corsi di tecniche frigorifere, mantenimento avanzato, chiller, refrigerazione industriale e patentino frigoristi. Seguiranno corsi sui refrigeranti naturali in Africa, America Latina e Cina, così come la preparazione di seminari formativi sulle ultime tecnologie disponibili in Europa.

Gli speaker dei due convegni svolti dal CSG con le Nazioni Unite nel mese di dicembre 2017 in Argentina: nella foto 10 aziende italiane di eccellenza mondiale nel settore della refrigerazione commerciale (Alfa Laval, Carel, Chemours, Dorin, Epta, Embraco, LUVE e utenti finali come Inres Coop) e i membri del Ministero dell’Ambiente argentino.

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Speciale cambiamenti climatici e refrigerazione

29ª Conferenza delle parti del Protocollo di Montreal (MOP-29)

Intervento di DIDIER COULOMB Direttore Generale dell’Istituto Internazionale di Refrigerazione (IIR)

INSTITUT INTERNATIONAL DU FROID 177, Bd Malesherbes - 75017 Paris Tel. 0033/1/42273235 - www.iifiir.org

Montreal, 20-24 Novembre 2017 Cari Colleghi, L’anno scorso a Kigali, tutti i paesi riuniti si sono accordati sull’eliminazione dell’uso degli idrofluorocarburi (HFC). È necessario ora rendere effettivo questo accordo nel modo più veloce e più efficiente possibile. Come stabilito, l’emendamento di Kigali dovrebbe ridurre l’aumento della temperatura sulla superficie terrestre fra 0,1°C e 0,3 °C entro il 2100. Per poter far meglio, devono essere messe in atto alcune misure: • Sostituire gli attuali idrofluorocarburi (HCFC), la cui intera eliminazione è già prevista, con refrigeranti a basso effetto serra. Questo potrebbe richiedere dei cambiamenti al programma di eliminazione, concentrandosi dapprima sui settori dove quei refrigeranti con basso effetto serra possono essere velocemente impiegati. • Cogliere l’opportunità che la sostituzione di questi refrigeranti rappresenta per migliorare l’efficienza energetica degli impianti e in modo più generale degli interi sistemi (isolamento degli edifici, recupero energetico, controllo intelligente della temperatura). Stimiamo che le emissioni indiret-

te connesse alla produzione dell’energia necessaria per far funzionare i sistemi di raffreddamento (inclusi i sistemi d’aria condizionata), rappresentino circa il 2.61 gigatoni della CO2 equivalente, il 63% delle emissioni totali del settore di refrigerazione • Migliorare il contenimento dei refrigeranti e il loro recupero alla fine della vita operativa degli impianti in uso. • Attuare tutte le misure necessarie per installare i sistemi che utilizzano i refrigeranti con gas a basso effetto serra in modo sicuro, così come le norme sulla progettazione degli impianti e la formazione e certificazione degli operatori. L’infiammabilità, la tossicità e le alte pressioni dei refrigeranti alternativi dovrebbero essere affrontate in un modo responsabile e ragionevole. Le regolamentazioni, gli standard e le norme edilizie devono essere adeguate il prima possibile per garantire lo stesso livello di sicurezza e prendere in considerazione l’evoluzione delle nuove tecnologie. • Aumentare la diffusione delle informazioni sulle tecnologie esistenti

come la ricerca, lo sviluppo, le dimostrazioni sull’effettiva efficienza energetica dei sistemi adattati ai refrigeranti alternativi e alle tecnologie alternative di refrigerazione. • Infine, è opportuno ricordare che la realizzazione di una catena del freddo che preservi gli alimenti e pertanto limiti le perdite successive al raccolto, riduce l’effetto totale dei gas serra della catena di fornitura alimentare. E’ un dovere anche ambientale introdurre la catena del freddo laddove non esiste ancora. • L’Istituto Internazionale di Refrigerazione è coinvolto in iniziative orientate alla limitazione del riscaldamento globale e alla promozione dello sviluppo sostenibile attraverso conferenze scientifiche, pubblicazioni e una rete internazionale di esperti. L’IIR fornisce basi scientifiche, oggettive, pratiche, informazioni e competenze aggiornate sulle possibili o future tecnologie e i loro possibili usi in tutti i campi della refrigerazione, includendo il raffreddamento dell’aria, le pompe di calore e la criogenia.

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23ª Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP 23) Bonn (Germania) 6-17 Novembre 2017 Dichiarazione rilasciata da DIDIER COULOMB Direttore Generale dell’Istituto Internazionale di Refrigerazione (IIR) La Refrigerazione, includendo i sistemi d’aria condizionata, le pompe di calore e la criogenia, è essenziale per la salute umana poiché aiuta a preservare la qualità dei prodotti alimentari (“catena del freddo”) come anche i farmaci e i prodotti sanitari, e il rifornimento degli ambienti abitabili. Tuttavia, la refrigerazione ha anche un impatto sull’ambiente naturale che rappresenta il 7,8% delle emissioni globali dei gas ad effetto serra. Il 37% è dovuto alle emissioni dei gas fluorurati come i refrigeranti dei sistemi di refrigerazione e il 63% alle emissioni indirette dovute al consumo energetico di questi sistemi. Gli effetti positivi superano gli effetti negativi: l’effetto dei gas serra provocato dalla produzione e dal trasporto di prodotti alimentari sprecati per la mancanza della catena del freddo è più alto di quello causato dai sistemi di refrigerazione della catena del freddo. Ciò nonostante, è nostro dovere minimizzare l’impatto globale negativo. Un progresso significativo è già stato raggiunto elimi-

nando i refrigeranti fluorurati che hanno un effetto serra più alto (clorofluorocarburi in particolare) e in termini di efficienza energetica. L’adozione dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal nel 2016 ridurrà ulteriormente le emissioni dirette dei sistemi di refrigerazione. Inoltre, il supporto ai nostri sforzi dipende anche dai governi e tutti gli attori coinvolti nell’energia, nella costruzione e nel trasporto commerciale, al fine di utilizzare meno l’energia basata sui combustibili fossili (raffreddamento solare…) e ridurre il consumo energetico degli impianti di refrigerazione. L’IIR è stato coinvolto in numerose iniziative per promuovere sistemi di refrigerazione sostenibili in tutto il mondo, attraverso le sue conferenze scientifiche, pubblicazioni e una rete internazionale di esperti. L’IIR fornisce basi scientifiche, oggettive, pratiche e informazioni e competenze aggiornate sulle possibili o future tecnologie e sul loro potenziale uso in tutti campi della refrigerazione. Grazie

ULTIME NOTIZIE

L’industria italiana della refrigerazione industriale protagonista in Sud America Una grande opportunità per le aziende italiane del freddo, settore nel quale l’Italia è numero 1 in Europa Le Nazioni Unite e i Ministeri italiano ed argentino dell’ambiente organizzano con Centro Studi Galileo e 10 produttori europei, una grande presentazione per approfondire le tecnologie disponibili, necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’emendamento di Kigali. Una grande opportunità per le aziende italiane del Freddo, settore nel quale l’Italia è numero 1 in Europa, di affermarsi come punto di riferimento in tutta l’America latina, offrendo opportunità per il mercato nazionale e per le imprese locali. Due le conferenze organizzate, nelle città di Buenos Aires e Rosario, il 4 e il 6 dicembre 2017. L’Argentina si sta dirigendo verso un futuro sostenibile, concentrandosi su uno dei temi di maggiore attualità: la riduzione delle sostanze con un elevato potenziale di riscaldamento globale. L’attenzione a questo argomento è cresciuta notevolmente a causa dell’emendamento di Kigali ai sensi del Protocollo di Montreal, che per l’Argentina inizierà tra 11 anni. L’Argentina continua a utilizzare ampiamente R22 come

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refrigerante nella refrigerazione commerciale! Nel 2016, l’utilizzo di R22 ammontava a 6000 tonnellate, mentre il totale degli HFC a 2000 tonnellate. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


Speciale agenzie ONU e refrigerazione

Come una catena del freddo più efficiente può contribuire a nutrire il mondo

FRANZISKA MENTEN Project Coordinator, Department of Environment Emerging Compliance Regime Division United Nations Industrial Development Organization – UNIDO

COLLEGARE TUTTI GLI ANELLI: MOLTO IMPORTANTE PER LA CATENA ALIMENTARE

Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video

PER INIZIARE, QUALCHE CATTIVA NOTIZIA Circa un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale è perso o sprecato. Ciò equivale a circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. Questo accade mentre la produzione alimentare dovrà crescere di circa il 70% per nutrire i 2,3 miliardi di aumento di popolazione mondiale previsti entro il 2050, di cui l’85% sarà concentrata nei paesi in via di sviluppo. L’obiettivo di ridurre la perdita di cibo e di rifiuti alimentari è fondamentale per gestire queste sfide con le risorse disponibili e senza aumentare gli impatti sull’ambiente. Le perdite di cibo influenzano anche altre risorse naturali, molte delle quali sono limitate. L’acqua è una di queste risorse chiave e la sua scarsità è una delle sfide più urgenti per l’uomo. Il settore agricolo è responsabile del 70% dei prelievi globali di acqua dolce e del 90% dell’uso di acqua potabile.

Nei paesi in via di sviluppo il 40% delle perdite di cibo si verifica a livello di post-raccolta e di trasformazione. Tra le principali cause si trova l’inadeguatezza delle tecnologie e della gestione dell’immagazzinamento e del trasporto delle derrate. Minimizzare le perdite post raccolto è un punto critico e questo ci porta direttamente all’utilizzo della catena del freddo. Alcune cifre: • 400 milioni le tonnellate di alimenti conservati con la refrigerazione, su 2000 milioni di tonnellate che richiedono processi refrigerati (2010). • 23% la perdita di derrate nei Paesi in via di sviluppo a causa della mancanza di refrigerazione. • 2 litri pro capite la capacità di stoccaggio refrigerato in Tanzania e in Etiopia, contro 53 in Marocco e 344 negli Stati Uniti. • Meno del 4% dei prodotti freschi dell’India vengono trasportati in condizioni di bassa temperatura, rispetto a oltre il 90% nel Regno Unito. • La Cina possiede 50% dei veicoli refrigerati della Francia ma con 20 volte la popolazione della Francia. Questi sono solo alcuni esempi per dimostrare che le catene del freddo nei paesi in via di sviluppo sono rudimentali o inesistenti. Una catena del freddo ininterrotta, affidabile ed efficiente dal punto di vista energetico è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare.

OPPORTUNITÀ PER L’INDUSTRIA MENTRE SI PROTEGGE IL CLIMA Gli investimenti nella catena del freddo iniziano a crescere nei paesi in via di sviluppo. Il boom dei mercati emergenti degli ultimi tre decenni è un dato conosciuto. Meno conosciuto è l’aumento degli investimenti e dei consumi della catena del freddo che è stato parte integrante della rapida crescita di molte economie emergenti. In Cina, ad esempio, il numero delle famiglie con un frigorifero nelle zone urbane è passata dal 7% al 95% tra il 1995 e il 2007 e la capacità di stoccaggio refrigerato è salita nove volte da soli 250 milioni di piedi cubici a più di 2 miliardi nei tre anni prima del 2010, e sta più che raddoppiando entro il 2017. La crescita della catena del freddo in Cina è prevista con un tasso del 25% all’anno e prevede un valore di 75 miliardi di dollari entro il 2017. L’investimento nella catena del freddo è in crescita anche in India dove il fatturato annuo nel settore è previsto in 13 miliardi di dollari entro il 2017. Questa correlazione non dovrebbe sorprendere: con l’aumento dei redditi, cambiano gli stili di vita e aumenta l’acquisto di elettrodomestici e servizi che migliorano la qualità della vita, inclusi la sicurezza e la varietà del cibo che si consuma. Tuttavia, questo boom si è basato principalmente su tecnologie altamente inquinanti in tutte le parti della catena del freddo, come le unità di refrigerazione a motore diesel, vecchi siste-

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mi inefficienti, refrigeranti altamente inquinanti ecc. É dunque urgente proporre un diverso approccio alla catena del freddo che utilizzi tecnologie efficienti e a basso impatto ambientale, garantendo anche risparmi energetici. COSA STA FACENDO UNIDO: CERCARE E PROMUOVERE SOLUZIONI Un punto importante su cui l’UNIDO ha iniziato a investire con maggiore attenzione è l’importanza della comunicazione tra le diverse parti della catena del freddo che comprendono centri di lavorazione, immagazzinaggio refrigerato, raffreddamento dei supermercati, frigoriferi domestici e il trasporto frigorifero. UNIDO mira a misurare e capire dove esattamente la maggior parte dell’energia viene utilizzata o meglio persa anche con sistemi di progettazione, manutenzione e monitoraggio ecc., oltre a monitorare le effettive prestazioni delle tecnologie e dei componenti. L’obiettivo è quello di avere un’idea migliore di quali sono gli interventi più urgenti che dovrebbero essere fatti per ridurre le emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra nelle diverse catene del freddo. Lavorando insieme ai governi, questi risultati potrebbero essere utilizzati per sviluppare uno schema di standardizzazione e/o requisiti minimi per le nuove installazioni nei paesi in via di sviluppo oltre che a pianificare l’utilizzo dei fondi stanziati per lo sviluppo sostenibile e il clima.

ULTIME NOTIZIE NOTIZIE DALL’EUROPA (Sintesi da refripro.eu) POLITICA & AMBIENTE Il Protocollo di Montreal: sicurezza ed efficienza energetica • A metà luglio i firmatari del Protocollo di Montreal si sono incontrati a Bangkok. Si è trattato del primo meeting dall’accordo di Kigali, tenutosi a fine 2016, sul phase-down mondiale degli HFC. Tra gli argomenti trattati, l’efficienza energetica e la standardizzazione internazionale hanno avuto un ruolo importante. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it La Francia tasserà gli HFC • Il nuovo piano francese sulla “transizione ecologica” prevede una tassa sugli HFC. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it INDUSTRIA & TECNOLOGIA In arrivo Mercedes classe S ed E con CO2 • Sanden, OEM leader dell’industria automobilistica giapponese, conferma che prossimamente fornirà compressori funzionanti con CO2 a Daimler per la climatizzazione delle auto. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it Un nuovo gruppo di lavoro per ASERCOM • ASERCOM, l’associa-zione europea dei fabbricanti di compressori, ha messo assieme un nuovo gruppo di lavoro per analizzare le opportunità e i rischi della digitalizzazione nel campo della refrigerazione e della climatizzazione. Il gruppo sarà diretto da Christian Ellwein, direttore presso Kriwan IndustrieElektronik GmbH. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it ECONOMIA & GENERALITÀ L’industria americana sostiene il phase-down degli HFC su scala mondiale • Durante il meeting dei firmatari del Protocollo di Montreal, tenutosi a metà luglio a Bangkok, l’associazione americana “Alliance for Responsible Atmospheric Policy” ha colto l’occasione per dichiararsi chiaramente a favore del phase-down mondiale degli HFC, deciso a fine 2016 nel quadro dell’emendamento di Kigali e in attesa di ratifica da parte dei singoli paesi, tra cui gli Stati Uniti. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it Prima conferenza IIF sui fluidi refrigeranti HFO • Organizzata dall’Institut International du Froid (IIF) e dall’Institut de la Réfrigération (IOR), la conferenza sugli HFO avrà luogo dal 2 al 5 settembre 2018 a Birmingham. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

I benefici sono molteplici per i diversi attori coinvolti: • Governi: pianificare la loro futura strategia energetica che avrà un’influenza positiva non solo sull’ambiente ma anche sull’economia. • Settore privato: migliorare il portafoglio prodotti e la strategia aziendale

offrendo prodotti e servizi più efficienti dal punto di vista energetico, dando così all’industria un vantaggio competitivo per l’esportazione nei paesi limitrofi e la partnership con aziende internazionali. • Istituzioni finanziarie: individuare progetti e settori di investimento potenziali e redditizi. CI SONO ANCHE BUONE NOTIZIE: LE PARTNERSHIP PUBBLICOPRIVATO SONO LA “CHIAVE DEL SUCCESSO” Le diverse parti interessate svolgono un ruolo fondamentale per il successo di tale approccio. La presentazione generale vuole sottolineare l’importanza della collaborazione tra i settori pubblico e privato per individuare le rispettive necessità e per garantire un impatto a lungo termine sull’ambiente, sull’economia e sulla società in generale. ●

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Speciale refrigeranti A2L

Ottimizzazione degli scambiatori di calore con la miscela zeotropica R455A

CLAUDIO ZILIO1, NACER ACHAICHIA2, GIACOMO VILLI3 1Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali – Università degli Studi di Padova 2Honeywell, 3Alfa

Heverlee – Belgium Laval S.p.A. – Vicenza

INTRODUZIONE

Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video

ABSTRACT R404A è molto diffuso nella refrigerazione commerciale ed è sottoposto ad una procedura di sostituzione a causa del suo elevato Global Warming Potential (GWP=3943) anche a seguito del recente regolamento F-Gas. Di recente la miscela a basso GWP R455A è stata proposta come possibile sostituto di R404A. Le diverse proprietà termodinamiche e termofisiche possono influire sulle prestazioni degli scambiatori di calore, specialmente se non si considera in maniera opportuna il glide di temperatura. In questo articolo si fa riferimento ad un condensatore a batteria alettata. Le prestazioni di R455A sono confrontate con quelle di R404A attraverso un avanzato modello di simulazione, con riferimento a diverse configurazioni dei circuiti e in condizioni operative tipiche per l’Europa.

Il Regolamento F-Gas della Commissione Europea (Regulation (EC) No 517/2014) specifica che a partire dal 1 gennaio 2020 dispositivi frigoriferi nuovi con circuito ermeticamente sigillato per uso nella refrigerazione commerciale potranno essere caricati solo con refrigeranti aventi un potenziale di effetto serra su base 100 anni (GWP100) inferiore a 2500; il limite viene poi abbassato a 150 dal 1 gennaio 2022. È quindi evidente che si debba fin da subito pensare a nuovi sistemi operanti con refrigeranti a GWP inferiore a 150. Questo articolo non ha lo scopo di analizzare i diversi refrigeranti che sono stati proposti negli ultimi anni: considerando che al momento nessun

fluido puro è un sostituto di drop-in di R404A, si vogliono qui mettere in evidenza alcune peculiarità delle miscele di refrigerante nei processi di condensazione per confronto con R404A stesso. Pochissime tra le miscele proposte hanno un comportamento azeotropico: la maggior parte presentano un glide di temperatura tra 3 e 10 K, a seconda della composizione e delle temperature di esercizio. R455A è una miscela ternaria con la composizione R744 / R32 / R1234yf (3/21.5/75.5% in massa), con un GWP100 pari 146 e un glide di temperatura 10 – 12 K, in funzione delle condizioni di lavoro. R455A è stato proposto come possibile sostituto di drop-in in un freezer per uso commerciale originariamente operante con R404A da Sethi et al. (2016) che hanno rilevato

Figura 1. Confronto di alcune proprietà termodinamiche e termofisiche di R455A e R404A.

µ

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Figura 2. Effetto della portata specifica di massa sul coefficiente di scambio termico (HTC), x=0.5, temperatura media di condensazione 40 °C.

un consumo di energia del compressore su 24 h del 6% minore rispetto a R404A. CONSIDERAZIONI TERMODINAMICHE Le proprietà più rilevanti di R455A, stimate con REFPROP 9.1 (Lemmon et al. 2013), sono confrontate con quelle di R404A in figura 1. È noto che le peculiari caratteristiche delle miscele zeotropiche richiedono un approccio dedicato, sia dal punto di vista termodinamico che della progettazione degli scambiatori di calore. Ad esempio, il prof. Cavallini nel 1995 ha osservato come, con riferimento ai cicli termodinamici ideali per le miscele zeotropiche, il ciclo di Lorenz sia più adatto come riferimento rispetto al ciclo di Carnot che normalmente si adotta per i fluidi con glide trascurabile. Inoltre egli ha osservato che, per un fissato salto di temperatura del fluido secondario, i vantaggi teorici in termini di COP che sono raggiungibili con una miscela zeotropica sono modesti (2 – 3 %), quando il glide è di circa 10 K. Tali considerazioni fanno riferimento a cicli ideali con scambiatori di calore in perfetta controcorrente: questa configurazione spesso non è ottenibile con scambiatori ad aria dove il lay-out tipico è quello a flussi incrociati che può essere considerato al più di “quasi-con-

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Figura 3. Penalty factor PF per tubo da 7.7 mm ID, x=0.5, temperatura media di condensazione 40 °C.

trocorrente” in determinate configurazioni. Inoltre, la presenza di componenti della miscela con diverse tensioni di vapore causa una resistenza al trasporto di massa e una conseguente penalizzazione dello scambio termico in condensazione ed in evaporazione. Questa penalizzazione è più rilevante all’aumentare del glide della miscela. Kondou et al. (2016) hanno studiato sperimentalmente il coefficiente di scambio termico in condensazione di R744/R32/R1234ze(E) (4/43/53% in massa) con 11 K di glide a 40 °C, dentro un tubo microfin di 5.35 mm (diametro nominale interno) con una portata specifica di massa G=200 kg m-2s-1. Gli autori hanno trovato che la correlazione di Cavallini et al. (2009) con la correzione di Silver, Bell e Ghaly (come suggerito dallo stesso Cavallini) è adatta alla stima dei coefficienti di scambio termico. La Figura 2 confronta i coefficienti di scambio termico di R404A e R455A a diverse portate specifiche di massa G a 40 °C di temperature media di saturazione (media tra temperature di bolla e rugiada per condensazione isobara) con titolo di vapore x=0.5 nel tubo microfin da 7.7 mm descritto in Tabella 1. Si può notare che i coefficienti di scambio termico di R455A sono simili a quelli di R404A. Un confronto dei soli coefficienti di scambio non è esaustivo: infatti, occorre tenere conto della caduta di tempe-

ratura di saturazione conseguente alle perdite di carico e dell’impatto di tale caduta sulla differenza locale di temperatura efficace tra i due fluidi. Cavallini et al. (2010) hanno proposto un approccio denominato Penalty Factor approach (PF) per comparare termodinamicamente le prestazioni in scambio termico di refrigeranti diversi. Un confronto tra il PF di R404A e R455A è riportato in figura 3: tanto minore il PF, tanto migliore è la prestazione di scambio termico del fluido. Comunque, occorre notare che in un condensatore ad aria, la resistenza termica dominante è quella lato aria, quindi differenze limitate di prestazione lato refrigerante possono essere considerate marginali dal punto di vista globale dello scambiatore. CONFRONTO DI PRESTAZIONE DI UNA BATTERIA ALETTATA Per un più completo confronto tra R455A e R404A, è stato analizzato un condensatore a batteria alettata di tipica produzione europea. Le principali caratteristiche geometriche sono riportate in Tabella 1, mentre le condizioni operative sono descritte in Tabella 2. Si è poi simulato il comportamento con un numero di circuiti in parallelo (da 3 a 48), sempre considerando un lay-out di prevalente controcorrente. Si è utilizzato un avanzato modello di


Tabella 1. Caratteristiche geometriche del condensatore. Caratteristica Passo tra i ranghi [mm] Passo tra i ranghi [mm] Lunghezza del tubo [mm] Diametro interno (cresta aletta) [mm] Numero di ranghi [-] Numero di tubi per rango [-] Numero di circuiti [-] Passo alette [mm] Tipo di alette Superficie interna del tubo

21.6 25 1140 7.7 4 48 4-48 2.1 louvered microfin

è massima per un numero di circuiti tra 16 e 48. Inoltre, con 16 o 24 circuiti in parallelo, è possibile ottenere una riduzione fino a 2.5 K della temperatura media di saturazione usando R455A come sostituto di R404A. Questo risultato è una conseguenza del migliore accoppiamento dei profili di temperatura refrigerante/aria grazie al glide di R455A. Tale proprietà permette quindi di ridurre la pressione di scarico del compressore a parità di potenza resa al condensatore, riducendo potenzialmente anche il lavoro di compressione. CONCLUSIONI

Tabella 2. Condizioni operative del condensatore con R404A. Sottoraffreddamento / surriscaldamento Temperatura media di condensazione (bolla-rugiada) Temperatura di rugiada Aria ingresso cond. (bulbo secco) Velocità frontale aria

[K] [°C] [°C] [°C] [m s-1]

0.0 40.0 40.2 25.0 2.0

Figura 4. Potenza termica scambiata dalla batteria alettata e temperatura media di saturazione di R455A, in funzione del numero di circuiti in parallelo (psat R404A @ 40 °C: 1822 kPa / psat R455A @ 37.5 °C: 1659 kPa).

In questo articolo le caratteristiche di scambio termico di R455A e R404A sono prima confrontate termodinamicamente in termini di Penalty Factor e poi attraverso l’analisi numerica con codice 3D di un condensatore alettato commerciale. L’analisi mostra che R455A può essere considerato, dal punto di vista delle prestazioni del condensatore, come un fluido sostitutivo di R404A. Il lay-out dei circuiti deve essere di quasi-controcorrente per evitare altrimenti penalizzazioni dovute al glide di R455A. ● RIVISTA DIGITALE Tutte le riviste possono essere pure sfogliate online in formato digitale. Al seguente link: http://bit.ly/rivista9-2017 può prendere visione delle ultime notizie dal mondo della refrigerazione e del condizionamento

simulazione del condensatore alettato, come descritto in dettaglio in Zilio et al. (2015). Il coefficiente di scambio termico lato aria è stato stimato sulla base di dati sperimentali forniti dal produttore. Le prestazioni con diverso numero di circuiti in parallelo per R404A, alle condizioni di lavoro di cui alla Tabella 2, sono riportate in figura 4. Le prestazio-

ni di R455A sono state stimate variando iterativamente la temperatura media di saturazione fino ad ottenere esattamente la stessa potenza termica scambiata con R404A per un dato numero di circuiti. Lo stesso grafico riporta anche i valori medi delle temperature di saturazione (media bolla-rugiada riferite alla pressione di ingresso). Si nota che la resa termica con R404A

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Speciale attualità per i tecnici del freddo

Domande frequenti per la vendita di apparecchiature pre-caricate

AREA Associazione Europea dei Tecnici del Freddo

INTRODUZIONE Le apparecchiature pre-caricate (split systems) devono essere installate da un’azienda certificata. Questo obbligo, che esisteva già con il vecchio Regolamento F-Gas 842/2006, è stato rinforzato dal nuovo Regolamento FGas (UE) 517/2014, che ha posto alcuni requisiti in relazione alla vendita di apparecchiature pre-caricate. Questa FAQ fornisce spiegazioni pratiche per come devono essere rispettati tali requisiti, segnatamente per i due attori del sistema che ne subiscono maggiormente le conseguenze: i retailer e gli utenti finali.

ermeticamente sigillate caricate con gas refrigeranti fluorurati ad effetto serra possono essere vendute solamente agli utenti finali che danno evidenza che l’installazione sarà effettuata da un installatore [certificato] che se ne occupa con competenza (…).”

nenti similari1. • “attrezzature caricate con gas fluorurati ad effetto serra”: apparecchiature vendute scariche per le quali un refrigerante fluorurato ad effetto serra non sia incluso sin dalla vendita.

A quale tipo di apparecchiature si applica questo requisito?

A chi deve essere fornita l’evidenza del possesso dei requisiti?

I requisiti di cui all’ Articolo 11(5) si applicano alla vendita di: • “apparecchiature non ermeticamente sigillate”: si tratta di apparecchiature in cui i gas fluorurati ad effetto serra non sono state rese stagne con una saldatura, brasatura o altro tipo di connessioni perma-

L’evidenza del possesso dei requisiti deve essere fornita al venditore ma, alla fine, all’Autorità competente responsabile dei controlli e che le norme vengano rispettate. Il diagramma qui sotto riassume la catena della fornitura delle evidenze discusse e obbligatorie. Retailer

Utente finale Evidenza di futura installazione da parte di un installatore certificato

Evidenza fornita dall’utente finale al momento dell’acquisto

Evidenza dell’installazione da parte di un installatore certificato

Qual è il principio generale? L’Articolo 11(5) del Regolamento 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra dice che “le attrezzature non 1La

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Autorità

definizione di «apparecchiature ermeticamente sigillate» è data dall’articolo 2(11) del reg. F-Gas.


Che tipo di evidenza è richiesta? L’evidenza richiesta deve dimostrare che l’installazione sarà realizzata da un’azienda certificata. La combinazione di due informazioni lo può provare: 1 - Il nome ed i dettagli dell’azienda installatrice e 2 - Il numero di certificato dell’Azienda prova che l’Azienda è certificata per l’ “installazione”. Invece alcune imprese sono certificate e possono effettuare solamente operazioni di “manutenzione e assistenza”, e non sono in possesso dei requisiti per soddisfare gli obblighi di cui all’ Articolo 11(5).

Quali sono i miei obblighi come utente finale?

Quali sono i miei obblighi se sono un retailer?

Come devono essere fornite le evidenze? Ci possono essere molte possibilità per assicurare che vi sia il rispetto di tali requisiti e.g.: • Il prezzo dell’apparecchiatura include il servizio di installazione fornito da un’Azienda certificata (di cui si aveva evidenza); • L’acquirente compila un modulo dove indica i dettagli dell’installatore, quelli della macchina (il numero di serie), la data di acquisto e il nome e numero di certificato dell’azienda che realizzerà l’installazione. I Retailer conserveranno in un apposito archivio questa informazione e la forniranno alle Autorità competenti a seguito di un controllo. Il compratore verrà edotto in merito alle possibili ispezioni e sanzioni in caso di infrazione.

Cosa può succedere se l’apparecchiatura pre-caricata non viene installata da un’azienda certificata? L’UTENTE FINALE, che non fosse in grado di provare che l’apparecchiatura pre-caricata sia stata installata da un’azienda certificata starà infrangendo il Regolamento F-Gas e sarà soggetto alle sanzioni e penalità definite dal Decreto Legislativo sanzioni in vigore. Inoltre, in quel caso l’utente finale potrebbe persino perdere la garanzia del costruttore dell’attrezzatura.

Distributore SUNISO leader mondiale lubrificanti minerali e sintetici (P.O.E.) per compressori frigoriferi 00157 ROMA - Via Melissa, 8 Tel. (+39) 06 41793441-5232 Fax (+39) 06 41793078 www.sacirt.it sacirt@sacirt.it

Il RETAILER che avrà venduto ad un utente finale una attrezzatura precaricata senza richiedere evidenza che l’installazione venga realizzata da un installatore (azienda) certificata potrebbe trovarsi anch’esso in infrazione del Regolamento e quindi passibile delle sanzioni previste. In quali condizioni l’apparecchiatura pre-caricata può essere venduta ad un installatore? Il Retailer dovrà assicurarsi che gli venga data evidenza dal compratore (ovvero da chiunque lo faccia per conto terzi) che l’installazione verrà fatta da un installatore certificato. Se il compratore è un’azienda sedicente certificata, deve fornire evidenza dei dettagli del certificato. Se il compratore non è un installatore certificato, dovrà fornire evidenza che l’installazione verrà realizzata da un’azienda dotata della necessaria certificazione. Il Retailer potrà rifiutarsi di vendere se non sarà certo delle informazioni fornite, ovvero di un tentativo di contravvenire agli obblighi del Regolamento cercando di installare macchine senza la regolare certificazione. ●

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Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria

Principi di base del condizionamento dell’aria

Un buono scarico della condensa per una buona installazione dello split 188ª lezione PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOTTANTOTTESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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INTRODUZIONE Per realizzare una buona installazione di uno split non si può rinunciare alla realizzazione di un buono scarico della condensa. Talvolta, invece, questo requisito non viene perseguito e, nella maggior parte dei casi, al problema non si attribuisce la necessaria rilevanza. Considerato che il numero di installazioni sta crescendo di anno in anno, capita sempre più spesso di vedere poca attenzione dedicata allo smaltimento dell’acqua di condensa. INSTALLAZIONE DELLO SPLIT Da un po’ di tempo a questa parte anche in Italia l’aria condizionata è diventata una necessità. Con le estati che diventano sempre più torride avere il raffrescamento in casa è ormai una consuetudine a cui nessuno vuole rinunciare. Soprattutto anche grazie al fatto che i climatizzatori split sono una tipologia di apparecchiature che è acquistabile anche al supermercato a prezzi davvero modesti. Una volta acquistato, per l’installazione non sempre ci si rivolge a personale qualificato, che certe volte non conosce nemmeno quali sono le buone pratiche. Poi per funzionare, l’apparecchiatura funziona comunque. Concentrati sul circuito frigorifero, sulla realizzazione dei collegamenti, sul posizionamento delle unità, forse viene data poca importanza al proble-

ma dello smaltimento della condensa. Ma poi l’acqua, si fa sentire e crea, talvolta, problematiche durante il funzionamento. REALIZZARE LO SCARICO DELLA CONDENSA Non è raro trovare edifici le cui facciate sono decorate dalle unità esterne di condizionatori split. Nei condomini dove la tipologia e le dimensioni dei singoli appartamenti sono identiche, l’installazione avviene secondo modalità simili. In figura 1 si vede come ad ogni piano, sempre in corrispondenza della medesima finestra, lo split fa bella mostra di sè. Le installazioni non sono state fatte allo stesso tempo nè dalla stessa ditta: questo lo si desume dai diversi modelli di apparecchiature. Ma le installazioni sono una copia dell’altra. Anche per quello che riguarda le modalità di scarico della condensa non vi sono differenze. La figura 2 evidenzia la modalità. Si può notare che dall’unità con una curva la condensa viene portata in corrispondenza dell’angolo e da qui, con un’altra curva, viene scaricata direttamente sulla parete. La piccola macchia scura sulla parete evidenzia la presenza di muffa. Confrontando con i riferimenti sulla parete, pare che non sia stata data alcuna pendenza al condotto, per il breve tratto di tubazione probabilmente la velocità che l’acqua acquista nel breve tronco verticale è sufficiente al


Figura 1. Esempio di condominio la cui facciata è costellata di unità esterne di condizionatori split. Si noti come ai vari piani il posizionamento sia avvenuto in corrispondenza delle stesse finestre. Dalle loro dimensioni si può desumere anche la tipologia di stanza.

suo regolare deflusso. Il problema potrebbe essere eliminato se la tubazione di scarico fosse portata fino a terra: si eviterebbe, così, anche di lasciare aperta l’estremità della tubazione e le possibili conseguenze. Un lavoro organizzato potrebbe prevedere una sola colonna comune di scarico, opportunamente dimensionata, a

Figura 2. Esempio di installazione dell’unità esterna. La freccia bianca indica la tubazione per lo scarico della condensa. La freccia gialla indica il punto in cui l’acqua fuoriesce dalla tubazione. Si può notare la presenza di muffa (chiazza nera) sulla parete.

cui ogni unità si potrebbe collegare con la dovuta pendenza e con un piccolo sifone per evitare ritorni indesiderati. Opera di non difficile realizzazione tecnico-pratica, difficilissima da concordare per quanto riguarda l’idea realizzativa e l’assunzione di spesa. Nella figura 3 si può osservare come nel condizionatore indicato dalla frec-

cia bianca non è presente lo scarico della condensa. Si potrebbe pensare, allora, che lo scarico avvenga convogliando l’acqua all’interno dell’appartamento, ivi compresa quella derivante dallo sbrinamento dello scambiatore esterno durante il funzionamento in pompa di calore. Si può notare, comunque, che originariamente la tubazione di scarico era presente esternamente dato che in corrispondenza della freccia gialla di figura 3 si nota la presenza di muffa sulla parete dell’edificio. Una installazione diversa è quella riportata in figura 4. Qui la tubazione dello scarico della condensa prodotta dall’unità interna risulta essere sospesa e terminare prima di raggiungere il suolo. La sezione di uscita non risulta essere protetta in modo da evitare la rientrata di insetti. La lunghezza totale della tubazione è ottenuta attraverso l’unione di più tratti di piccole dimensioni che risultano solidali tra loro attraverso l’uso di nastro adesivo.

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Figura 3. Nell’apparecchiatura indicata dalla freccia bianca manca lo scarico della condensa. Non da sempre, però: la presenza di muffa in corrispondenza dell’angolo indicato dalla freccia gialla testimonia che originariamente era presente.

Sempre in figura 4 la freccia bianca indica lo scarico della condensa di un condizionatore split la cui unità esterna è posizionata sul terrazzo e non risulta quindi essere visibile. La tubazione dello scarico si collega al pluviale verticale delle acque meteoriche e quindi bene, da un certo punto di vista, perchè almeno la sua sezione finale non è lasciata libera. Sarebbe stato più prudente prevedere un piccolo sifone prima del collegamento al pluviale per evitare che eventuali odori risalenti dallo scarico del pluviale stesso possano risalire e, attraverso lo scarico condensa, entrare nell’abitazione.

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Figura 4. Scarico della condensa dell’unità interna. La tubazione è sospesa, termina prima di raggiungere il terreno e ha la sezione d’uscita non protetta.

PERCHÉ LA POMPA PER LA CONDENSA È vero che veicolare l’acqua di condensa in modo da poterla smaltire senza difficoltà è un problema che non sempre è facile da risolvere. Di solito si dedica poca attenzione a questo aspetto perchè tutte le attenzioni dell’installatore sono concentrate sul funzionamento dello split. Verificare, poi, che l’acqua riesca veramente ad essere smaltita richiede un certo tempo di funzionamento dell’apparecchiatura, tempo che raramente si ha a disposizione. Da queste premesse appare chiaro

quale sia l’utilità della pompa per lo scarico delle acque di condensa. Non solo per superare dislivelli ascendenti, ma anche per avere la possibilità di realizzare percorsi dell’acqua più articolati in modo che lo scarico dell’acqua possa essere fatto nelle modalità migliori e nel luogo più idoneo. Utilizzando una pompa viene superato il problema dei tratti verticali e della lunghezza della tubazione, vi è la possibilità di ricorrere a curve, di predisporre sifoni e si evita di dover essere costretti a scarichi anche consistenti di acqua utilizzando geometrie semplici e lunghezze ridotte. ●


ULTIME NOTIZIE

Real Alternatives for LIFE incontra la Commissione Europea DG CLIMA per discutere di formazione continua in tutta Europa

per anticipare e gestire il cambiamento del sistema energetico. L’Italia ha raggiunto in anticipo gli obiettivi europei – con una penetrazione di rinnovabili del 17,5% sui consumi complessivi al 2015, rispetto al target del 2020 di 17% – e sono stati compiuti importanti progressi tecnologici che offrono nuove possibilità di conciliare contenimento dei prezzi dell’energia e sostenibilità. Rinnovabili termiche e pompe di calore. Tra le linee di azione per le rinnovabili termiche si riporta che le pompe di calore elettriche e a gas, considerato il loro alto rendimento, avranno un crescente peso nel mix termico rinnovabile, ulteriormente supportato dal progresso tecnologico del settore, e che per accelerarne la diffusione risulta opportuno, almeno in una prima fase, mantenere gli attuali strumenti di incentivazione. Lo sviluppo delle pompe di calore contribuirà al raggiungimento degli standard definiti nella Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia, dando ulteriore impulso all’edilizia a zero emissioni. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Con la ratifica della ventesima nazione l’emendamento di Kigali per il phase down HFC entra ufficialmente in vigore!

Membri del progetto REAL Alternative 4 LIFE hanno incontrato di recente i rappresentanti della DG Climate Action della Commissione europea. Lo scopo dell’incontro è stato quello di approfondire il nuovo progetto, cofinanziato dall’UE, ed esplorare possibili utilizzi del format extra UE. Per la Commissione europea DG Climate Action hanno preso parte ai lavori Cornelius Rhein e Arno Kaschl. Per le Associazioni Nazionali di Tecnici del Freddo erano presenti Marco Buoni per ATF, Raluca Sisiu e Miriam Rodway della britannica IOR. La DG Climate Action ha fornito importanti contatti per potenziali collaborazioni di formazione e suggerimenti per misurare l’impatto del progetto REAL Alternative 4 LIFE sui Tecnici del Freddo. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

La riunione della Parti del Protocollo di Montreal, MOP 28, di ottobre 2016 a Kigali, ha sancito, con l’approvazione di un apposito emendamento, il definitivo phase down degli HFC. L’emendamento entra in vigore il 1° gennaio 2019, a condizione che almeno venti Nazioni, che prendono parte al Protocollo di Montreal, procedano alla ratifica. Il 17 novembre 2017 la ventesima e la ventunesima nazione (Svezia e Trinitad and Tobago) si sono pronunciate favorevolmente aprendo le porte all’applicazione su scala mondiale dell’accordo. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Nella strategia energetica nazionale riconosciuto l’importante contributo delle pompe di calore? Il Commento di Assoclima circa il ruolo delle pompe di calore nella SEN. Con D.M. del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente è stata adottata la Strategia Energetica Nazionale 2017, il piano del Governo italiano

Interessante tabella sugli HFC postata su Twitter da Eric Sohleim, Direttore Esecutivo dell’Agenzia per l’ambiente delle Nazioni Unite.

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Speciale nuovi refrigeranti alternativi

Manutenzione sicura di impianti domestici e commerciali con refrigeranti infiammabili: pratiche consigliate

The Association of Home Appliance Manufacturers

Le informazioni contenute in questa brochure sono state sviluppate dai rappresentanti dei produttori di apparecchiature, insieme ad alcuni dei loro fornitori di prodotti chimici. Questi consigli pratici sono stati sviluppati dai membri dell’AHAM nel settembre del 2017. INTRODUZIONE I produttori di elettrodomestici del freddo (ad es. Frigoriferi e congelatori per uso domestico, macchine del ghiaccio, refrigeranti per bevande, condizionatori d’aria fissi e mobili e deumidificatori), rappresentati dall’Associazione dei produttori di apparecchi per la casa (AHAM), forniscono le seguenti procedure e informazioni di sicurezza consigliate per i tecnici manutentori di apparecchi con refrigeranti infiammabili classificati come A2, A2L o A3 nelle abitazioni dei clienti. Questa nomenclatura del refrigerante si trova nel documento “Definizione e classificazione sicura dei refrigeranti” standard 34-2016, della Società Americana dei tecnici del riscaldamento, refrigerazione, condizionamento d’aria (ASHRAE). L’industria degli elettrodomestici ha iniziato a produrre “prodotti del freddo” che utilizzano questi nuovi refrigeranti

infiammabili come parte del suo continuo sforzo per produrre articoli il più possibile energeticamente efficienti e rispettosi dell’ambiente. Questi refrigeranti sono stati adottati, almeno in parte, a causa delle modifiche normative volte alla graduale eliminazione degli obsoleti vecchi refrigeranti. Queste nuove alternative includono i refrigeranti A3, come i refrigeranti R600a e R-290 e A2L, come R-32 e R452B, che sono stati ampiamente utilizzati in modo sicuro per molti anni negli elettrodomestici venduti in Europa e in Asia.1,2Queste sostanze includono, ad esempio, isobutano, utilizzato in modo sicuro come propellente in cosmetici e prodotti per la cura personale. Fra i 100 milioni di frigoriferi e congelatori domestici fabbricati a livello mondiale ogni anno, circa un terzo o più usano isobutano (R-600a) o un refrigerante simile. Queste sostanze più recenti hanno un potenziale di riscaldamento globale più basso ma sono infiammabili. Pertanto, sono necessarie precauzioni per mitigare i rischi associati a incendi e esplosioni legati all’infiammabilità maggiore di questi nuovi refrigeranti che in genere non contengono uno speciale odorizzante che era invece presente nel propano utilizzato per il riscaldamento o la cottura e nel gas naturale. Per questo motivo, l’industria dell’ap-

1. I refrigeranti utilizzati negli Stati Uniti sono soggetti all’approvazione dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente statunitense in base alla Normativa sulle nuove Alternative Significative (SNAP). Vedere le regole 17, 19 e 21 e tutte le altre norme applicabili all’indirizzo https://www.epa.gov/snap/snap-regulations. Le leggi e le regolamentazioni canadesi non consentono specificatamente alcuni refrigeranti, ma vietano o limitano piuttosto l’uso di talune sostanze . Ad esempio, il regolamento sulle sostanze che impoveriscono l’ozono controlla l’importazione, l’esportazione, la fabbricazione, l’uso e la vendita di tali sostanze che impoveriscono l’ozono. https://www.ec.gc.ca/lcpe-cepa/eng/regulations/detailReg.cfm?intReg=224 2. Questo documento non fornisce indicazioni sull’uso dell’ammoniaca come composto refrigerante. L’ammoniaca è una sostanza approvata da SNAP, ma non si trova comunemente negli elettrodomestici prodotti negli ultimi 25 anni.

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parecchiatura domestica riconosce l’importanza di seguire le procedure di sicurezza consigliate quando un fornitore di servizi di manutenzione sta lavorando con o in prossimità di apparecchi che utilizzano questi refrigeranti per ridurre il rischio di incendi o esplosioni. Questa guida non vuole essere onnicomprensiva e non sostituisce le istruzioni specifiche del produttore, gli standard di sicurezza applicabili o le normative federali, provinciali, statali o locali. Inoltre, questa guida è da considerarsi in aggiunta alle condizioni speciali di etichettatura e utilizzo del prodotto richieste dalla legge e sviluppate dalle industrie del settore per assicurare che tali refrigeranti possano essere utilizzati in sicurezza in casa.

AVVISO Rischio di incendio o esplosione Uso di refrigerante infiammabile

Difluorometano (R-32)

• Posizionare in area ben ventilata per prevenire l’accumulo di refrigerante • Riparazione e smaltimento devono essere eseguiti da personale tecnico specializzato • No fiamme libere durante manutenzione o riparazione

Avviso: Gli apparecchi che utilizzano uno di questi refrigeranti speciali come R-600a (isobutano), R-290 (propano), R-32 o R-452B saranno contrassegnati con un simbolo specifico che notifica al tecnico la presenza di questi refrigeranti. Un fornitore di servizi di manutenzione dovrebbe vedere questo marchio e seguire tutte le istruzioni del produttore delle apparecchiature originali.


Gli apparecchi che utilizzano refrigeranti A2L o A3 verranno contrassegnati con questa etichetta.

Questa tabella elenca i più comuni refrigeranti infiammabili trovati negli elettrodomestici a partire dal 2017.

chi che utilizzano refrigeranti A2L o A3. I tecnici devono essere addestrati all’utilizzo e il dispositivo deve essere certificato per l’uso della specifica classe di refrigerante in uso. Se un refrigerante infiammabile viene rilevato, ventilare immediatamente la stanza, evacuare l’area e informare il proprietario o il cliente. Prima di procedere, ricontrollare con un rilevatore di perdite di gas combustibile. 3. Vedere con attenzione la Scheda di Sicurezza (SDS) per il refrigerante elencato sul compressore dell’apparecchio. Alcuni refrigeranti e oli del compressore possono

Refrigerante

Classificazione ASHRAE 34

Stato di infiammabilità

R-32 R-452B R-600a R-290

A2L A2L A3 A3

Infiammabile Infiammabile Infiammabile Infiammabile

Procedure consigliate per la gestione sicura e la manutenzione degli apparecchi con refrigeranti infiammabili (A2, A2L o A3) secondo ASHRAE Standard 34 PROCEDURE DI MANUTENZIONE Controllo di sicurezza pre-manutenzione 1. Controllare la targhetta o l’etichetta del compressore per determinare il refrigerante utilizzato. Cercare la presenza di tubature di processo di colore rosso. 2. Utilizzare un rilevatore di perdite di gas combustibile per eseguire un controllo di background dell’apparecchio. ATTENZIONE: Per evitare rischi di lesioni, NON utilizzare rivelatori di perdite ad arco che facciano scintille per verificare la presenza di perdite negli apparec-

Obbligo di essere trattenuto o possibilità di essere rilasciato Deve essere recuperato Deve essere recuperato Può essere rilasciato3 Può essere rilasciato4

causare il congelamento e altri possono causare ustioni chimiche; utilizzare guanti protettivi adeguati, occhiali e un adeguato DPI per le braccia. 4. Assicurarsi che un estintore a polvere a secco classificato per gli incendi della Classe B sia accessibile in loco. I tecnici devono essere addestrati all’uso di questi estintori. 5. Utilizzare un tagliatubi, non una torcia o altro utensile a superficie riscaldata a causa della presenza di refrigeranti infiammabili. 6. Eseguire tutte le operazioni di manutenzione in un’area ben ventilata. Quando possibile, aprire una finestra, una porta o altri mezzi per ventilare l’area. Prestare particolare attenzione se i lavori di riparazione sono eseguiti in uno spazio limitato, provvedere anche a migliorare la ventilazione per evitare la formazione di atmosfere infiammabili. Prima di eseguire le operazioni di riparazione, attenersi a queste istruzioni per assicurarsi che non siano

3.Fare riferimento a https://www.epa.gov/snap/refrigeration-and-air-conditioning per altri refrigeranti possibili (gli elenchi sul sito SNAP includono la classificazione di sicurezza ASHRAE 34, se disponibile). 4. In Canada, tutti e tre i livelli di governo (federale, provinciale e comunale) contribuiscono alla protezione dell’ambiente e svolgono un ruolo riguardo ai rifiuti pericolosi e materiali pericolosi riciclabili. I refrigeranti possono essere soggetti a regolamentazione ai sensi della legge canadese sulla tutela dell’ambiente o in base ad altre varie norme provinciali e comunali. 5. Avviso: L’EPA richiede che le attrezzature di recupero per i sostituti non esenti (ad esempio R-32) che sono fabbricati o importati dopo l’1/1/2017 siano certificati. Vedi anche 40 CFR 82 158 e appendice B3 e B4.

presenti fonti di accensione: Controllare che nell’area non vi siano fonti di scintille o fiamme libere. L’area deve essere priva di fiamme libere o di materiali infiammabili, comprese le sigarette, le candele o materiali simili. Durante la manutenzione dell’apparecchio non utilizzare apparecchi che utilizzano fiamme libere o che presentano superfici calde (ad esempio: raggi elettrici o a gas, asciugatrici elettriche o a gas, tostapane e altri piccoli elettrodomestici). • Informare il proprietario dell’abitazione / cliente che non dovrebbero essere presenti fonti di accensione libere o vicine all’area, compresi i materiali per fumare sigarette. • Controllare l’area e l’apparecchio per individuare eventuali indizi di accensione che potrebbero verificarsi prima della chiamata per assistenza. Se ci sono segni di accensione, fermarsi e contattare il costruttore prima di eseguire l’intervento. • Mantenere una zona sicura attorno all’apparecchio durante i lavori di manutenzione per evitare l’introduzione di fonti di accensione o l’ingresso di clienti. • Se l’apparecchio viene spostato in un centro di assistenza, fare attenzione a evitare danni all’apparecchio e alla zona refrigerante. • Utilizzare pompe del vuoto, apparecchiature di recupero e altri utensili che sono classificati e certificati per l’uso con refrigeranti infiammabili A2L o A3. Le pompe del vuoto devono essere certificate per il refrigerante utilizzato. Le pompe del vuoto più vecchie non sono certificate per i refrigeranti A2L e A3.5 Rilevamento delle perdite e riparazione della linea refrigerante 1. Non utilizzare mai fonti di accensione, fiamme libere o utensili a superficie calda per rilevare la presenza di una perdita. Usare il test perdite con bolle di sapone quando si carica con azoto secco libero da ossigeno (OFN / OFDN) e un rivelatore di perdite di gas combustibile certificato e calibrato per verificare le perdite se il sistema è caricato con un refrigerante A2L o A3. 2. Dopo la riparazione, controllare

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ogni rilascio di refrigerante tramite un rilevatore di perdite di gas combustibili. Se viene rilevata una perdita o se le linee di refrigerazione devono essere riparate, sostituite o riempite, seguire rigorosamente tutte le istruzioni fornite dal produttore. Cercare il marchio rosso dal quale è possibile accedere alle linee del refrigerante. 3. Se il rilevatore di perdite di gas combustibile segnala un rilascio di refrigerante, il tecnico deve immediatamente areare la stanza, evacuare l’area, notificarlo al proprietario dell’abitazione o cliente e attendere che il dispositivo di rilevamento segnali un livello di sicurezza prima di eseguire le successive operazioni. 4. Se si effettua una riparazione sulle linee del liquido di raffreddamento, non utilizzare mai aria compressa o ossigeno per il lavaggio, la prova di pressione o il riempimento del sistema, per via del rischio di incendio o esplosione. Purificare le linee di refrigerante con azoto secco libero da ossigeno (OFDN), sia prima che dopo la riparazione. I tecnici devono essere preparati all’uso di OFDN per lo spurgo. 5. Dirigere il gas purificato scaricato dal sistema direttamente all’ambiente esterno, lontano da fonti di accensione o prese d’aria. 6. Utilizzare il rilevatore di perdite di gas combustibili per verificare che nell’ambiente non sia presente refrigerante infiammabile. 7. Non utilizzare calore esterno proveniente da fiamme libere o da utensili di riscaldamento usando elementi

incandescenti per accelerare il processo di sbrinamento. Se necessario, è possibile utilizzare un detergente manuale a vapore per sbrinare il pacco alettato dell’evaporatore. Ricarica o sostituzione del refrigerante 1. Ricaricare l’apparecchio con l’esatto refrigerante specificato dal produttore. Ogni volta che il sistema refrigerante sigillato deve essere aperto, anche quando deve essere sostituito il compressore, è necessario utilizzare il refrigerante originale. L’intero sistema (ad esempio raccordi, valvole, essiccatori, guarnizioni, tubi ecc.) é stato progettato solo per il refrigerante indicato sul compressore originale. 2. Non utilizzare fonti di calore per aprire le linee del liquido di raffreddamento, specialmente quelle con fiamme libere. Utilizzare mezzi meccanici per tagliare, forare o sostituire le valvole.6 Se la brasatura delle linee è necessaria, seguire rigorosamente le istruzioni fornite dal produttore. 3. Seguire scrupolosamente le specifiche dei produttori per la ricarica o la sostituzione del refrigerante. Importanti misure di sicurezza aggiuntive • Se esiste un guasto elettrico che potrebbe compromettere il refrigerante, riparare prima il guasto elettrico. • Prima di eseguire la manutenzione,

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per rinomata azienda che realizza macchinari per il settore termotecnico presente in provincia di Padova sud. La persona verrà inserita all’interno dell’ufficio post vendita. Requisiti: un’esperienza di tre anni nell’assistenza tecnica nel settore termotecnico con preferenza nel settore condizionamento. Richiesta una buona conoscenza della lingua inglese. Inviare candidature a: staff@gajoassociati.it Rif. Offerta GA11I17 GAJO & ASSOCIATI s.r.l. a socio unico www.gajoassociati.it Vicolo Pescheria, 20 - 31100 Treviso Tel. 0422/411729/549639 Fax 0422/543218

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scaricare tutti i condensatori elettrici nel vano dell’apparecchio e scollegare l’elettricità dal sistema, preferibilmente dall’interruttore salvavita. Durante la manutenzione delle linee del liquido di raffreddamento, i componenti elettrici o cavi elettrici non devono essere posti sotto tensione. Se l’elettricità è necessaria per condurre il servizio di assistenza su sistemi diversi dal liquido di raffreddamento, le linee del refrigerante devono essere accuratamente testate con il rilevatore di perdite di gas combustibile prima di collegare l’elettricità. • Se l’apparecchio ha più di un circuito di raffreddamento, assicurarsi che eventuali perdite in entrambi i sistemi siano riparate e controllate. • Le linee di raffreddamento non devono essere esposte a sostanze che potrebbero causare corrosione della linea o delle guarnizioni come candeggina o ammoniaca. • Molti componenti elettrici sono specificamente progettati per l’uso in apparecchiature con refrigeranti infiammabili. Tutti i componenti devono essere riparati o sostituiti con gli esatti specificati modelli e tipi richiesti dal produttore. • Tutti i lavori di manutenzione devono essere eseguiti in modo da prevenire danni ai componenti elettrici e all’isolamento. Inoltre, tutti i cablaggi devono essere resi in modo tale che il funzionamento dell’apparecchio non venga danneggiato dall’azione meccanica. • Tutte le guarnizioni e il materiale sigillante devono essere sostituiti o riparati per garantire che le parti dell’apparecchio siano riportate alle condizioni originali. Quando si sostituisce il refrigerante: • Assicurarsi che il sistema di refrigerazione sia correttamente collegato alla terra. • Sostituire il refrigerante con il tipo e la quantità indicati sulla targhetta identificativa / targa dati dell’unità. Il refrigerante deve essere della classe “gas refrigerante” con elevata purezza (diversa dal propano tradizionale) e non deve essere contaminato da altri materiali gassosi. 6. Vedere le informazioni sui requisiti di recupero per i refrigeranti nel codice 40 U.S. dei regolamenti federali 82.156(b) e 82.158(e).


• Ricaricare con la quantità corretta specificata dal produttore. La precisione della ricarica è fondamentale per i refrigeranti infiammabili. Consultare le istruzioni di manutenzione del produttore e prodotto in questione. Quantità di carica errate potrebbero comportare prestazioni scadenti. Rimozione del refrigerante 1. In ogni caso, la rimozione del refrigerante deve essere eseguita in un’area ben ventilata. 2. Assicurarsi che una appropriata messa a terra dell’elettrodomestico sia mantenuta durante il processo di rimozione. 3. I refrigeranti HFC infiammabili o le miscele refrigeranti HFC, come R-32 o R-452B e i refrigeranti HFO, come R-1234yf (tutti classificati A2L), devono essere recuperati impiegando apparecchiature certificate EPA e al momento della rimozione non devono essere scaricati nell’ambiente esterno. Seguire le raccomandazioni del produttore per raccogliere in sicurezza il refrigerante nel contenitore appropriato per il trasporto in un impianto di bonifica o smaltimento di refrigerante autorizzato7. 4. Per gli apparecchi contrassegnati come contenenti refrigeranti idrocarburi quali R-600a o R-290 (entrambi Classificati come A3 da ASHRAE), il refrigerante può essere scaricato nell’ambiente esterno8. Seguire le raccomandazioni del produttore per questo tipo di emissione in ambiente. 5. Se il produttore consiglia la rimozione verso un contenitore temporaneo per rilasciare il refrigerante all’esterno, seguire tutte le raccomandazioni, tra cui: evacuare accuratamente il gas verso l’esterno, dove verrà miscelato con l’aria esterna, lontano da fonti di accensione o prese d’aria. 6. Se si utilizza una pompa o un tubo per trasportare il refrigerante all’esterno dell’abitazione, utilizzare una lunghezza sufficiente per impedire

al gas di rientrare nell’abitazione. • Il tubo deve essere di materiale compatibile con il refrigerante. • Sollevare l’estremità di scarico del flessibile sopra la superficie del terreno per miscelare adeguatamente il gas. • Assicurarsi che nessuna fonte di accensione si trovi nelle vicinanze. DOPO LA MANUTENZIONE 1. Riportare tutte le etichette, in particolare le etichette di sicurezza, al loro stato originale per garantire che il cliente o il tecnico successivo siano a conoscenza della presenza di un refrigerante infiammabile. 2. Assicurarsi che la marcatura rossa per l’identificazione del refrigerante infiammabile nell’area del tubo di processo sia visibile dopo la manutenzione. 3. Assicurarsi che tutte le funzioni di ventilazione siano riportate alla loro condizione originale. Le aperture per la ventilazione sono fondamentali per il funzionamento dell’apparecchio durante e dopo la riparazione. 4. Dopo la rimozione del refrigerante i compressori potrebbero contenere ancora del refrigerante residuo nell’olio. Prendere le seguenti precauzioni: • Non utilizzare fonti di calore esterne per rimuovere il compressore dall’apparecchio o per sigillare i tubi al / dal compressore. • I compressori devono essere ermeticamente chiusi per consentire a tutti i gas refrigeranti di rimanere all’interno finché il compressore non viene rimpiazzato o riparato. • Non riscaldare mai i compressori per estrarre l’olio. L’olio del compressore deve essere smaltito in modo sicuro conformemente alle norme locali. Per le istruzioni sullo smaltimento dei refrigeranti, vedere il codice U.S. del regolamento federale Capitolo 40, Sezione 82.155 per le istruzioni sullo smaltimento sicuro degli apparecchi e la sezione 4.16 del Codice di condotta ambientale canadese.

7. See https://www.epa.gov/section608/epa-certified-refrigerant-reclaimers per informazioni sugli impianti di bonifica certificati EPA. 8. In Canada, tutti e tre i livelli di governo (federale, provinciale e comunale) contribuiscono alla protezione ambientale e svolgono un ruolo relativo ai rifiuti pericolosi e ai materiali pericolosi riciclabili. I refrigeranti possono essere soggetti a regolamentazione ai sensi del Canadian Environmental Protection Act o di altre varie norme provinciali e comunali. 9. Alcune società di lavorazione dei rifiuti potrebbero richiedere la certificazione che il refrigerante sia stato rimosso seguendo il procedimento 40 cfr 82.155

Smaltimento di apparecchi contenenti refrigeranti infiammabili 1. L’Organizzazione del servizio di manutenzione dovrebbe sviluppare, mantenere e monitorare un piano scritto che dia indicazioni sullo smaltimento di apparecchi contenenti refrigeranti alternativi. 2. Il tecnico addetto all’assistenza deve rispettare tutte le leggi federali, statali, provinciali e locali relative al recupero o all’estrazione dei refrigeranti prima dello smaltimento dell’apparecchio. Il refrigerante deve essere recuperato o rimosso prima della demolizione l’apparecchio. 3. I refrigeranti HFC infiammabili o le miscele di refrigerante come R-32, R-452B e refrigeranti HFO, come R-1234yf (tutti classificati A2L), devono essere riutilizzati impiegando l’attrezzatura certificata EPA e al momento della rimozione non devono entrare in contatto con altri refrigeranti o l’ambiente esterno. Seguire le raccomandazioni del produttore per raccogliere in sicurezza il refrigerante nel contenitore appropriato, contrassegnato per identificare chiaramente il refrigerante da trasportare in un impianto di bonifica o di smaltimento autorizzato. 4. Per apparecchi contenenti idrocarburi come R-600a o R-290 (entrambi A3), il refrigerante deve essere rimosso in modo sicuro dall’apparecchio in un’area ben ventilata e può essere scaricato nell’ambiente esterno, lontano da fonti di accensione o prese d’aria. Rimuovendo il refrigerante dall’apparecchio, mantenere una corretta messa a terra / posizionamento dell’apparecchio. 5. Gli apparecchi preparati per lo smaltimento devono essere contrassegnati con le informazioni richieste dalla giurisdizione locale.9 Stoccaggio di bombole di refrigerante infiammabile 1. Assicurarsi che l’impianto di stoccaggio abbia un sistema di soppressione degli incendi adeguato per questo tipo di materiali infiammabili. Come minimo un estintore a polvere secca di Classe B deve essere collocato vicino all’area di

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stoccaggio e l’impianto dovrebbe possedere un piano di emergenza per la prevenzione incendi. 2. Assicurarsi che l’area di stoccaggio sia ben ventilata. 3. L’area di stoccaggio deve essere libera da materiali combustibili o di rifiuti. 4. Le aree utilizzate per lo stoccaggio di tutti i contenitori di gas infiammabili devono essere conformi a tutte le norme federali, provinciali, statali e locali. 5. Non conservare mai le bombole del refrigerante vicino a fonti di ignizione. 6. Non riutilizzare o rabboccare mai le bombole dopo l’acquisto. 7. Proteggere le bombole di gas da colpi, cadute o rovesciamento. Assicurarsi che siano presenti protezioni / cappelli protettivi nelle vicinanze. 8. Tenere le bombole di refrigerante lontano dal sole e lontano da fonti di calore. Le bombole devono essere conservate in aree fresche e asciutte dove la temperatura non superi 125 °F o 52 °C. 9. Assicurarsi che l’area di stoccaggio sia priva di materiali combustibili o di rifiuti. 10. Assicurare le bombole di refrigerante per prevenire furti o manomissioni. 11. Non riempire mai le bombole di recupero del refrigerante oltre la capacità massima. 12. Utilizzare marcature e etichette appropriate sulle bombole di recupero del refrigerante. Inclusi simboli per materiali infiammabili e possibili marcature colorate aggiuntive. 13. Gli impianti di stoccaggio dovrebbero prendere in considerazione l’installazione di sistemi di rilevamento di gas combustibile in conformità alle norme locali, statali, provinciali o federali. 10. Per le norme canadesi sul trasporto, vedere Trasportation of Dangerous Goods Regulations, SOR/2017-137 11. Consultare i requisiti normativi come USA OSHA, USA DOT o Transport Canada per i requisiti di trasporto di ricariche monouso di piccole dimensioni. 12. https://www.epa.gov/section608/section-608-technician-certification. 13. Ad esempio, ai sensi dell’Ontario Environmental Protection Act, al fine di acquistare e gestire refrigeranti, è necessario un certificato di prevenzione di rilascio di ozono. 14. Questo requisito è stabilito nel regolamento federale sugli halocarbon. 15. Ad esempio, questo è un requisito del regolamento di Alberta sulle sostanze che riducono lo strato di ozono e halocarbon (Alberta Regolation 181/2000, s. 5).

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Trasporto di bombole di refrigerante infiammabile 1. Assicurarsi che un estintore a polvere secca di classe B sia disponibile sul veicolo. 2. Tutti i trasporti di bombole di refrigerante infiammabile devono essere eseguiti conformemente alle norme locali, statali, provinciali e / o federali. 3. Non conservare bombole di refrigerante infiammabile vicino a fonti di calore o di accensione. 4. Conservare le bombole per il trasporto in conformità con il Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti e le Norme per il trasporto in Canada.10 Durante il trasporto le bombole di refrigerante infiammabile devono essere contrassegnate da una etichetta rossa “GAS INFIAMMABILE” come indicato dal CFR 49 degli Stati Uniti parte 172.417. 5. Prima di caricare e trasportare, chiudere la valvola della bombola principale e rimuovere qualsiasi valvola di regolazione. Assicurarsi che siano presenti anche cappelli protettivi / protezioni sul posto. 6. Posizionare le bombole con refrigerante infiammabile in un’area ben ventilata. Nel caso di veicoli cabinati, i vani dovrebbero essere ventilati esternamente e non nel compartimento generale del veicolo.11 7. Assicurare le bombole del refrigerante infiammabile per prevenire furti, manomissioni o movimenti durante il trasporto.

NOTA FINALE Rispettare i requisiti di sicurezza, assistenza e installazione del produttore con molta attenzione. In caso di dubbi, contattare l’organizzazione per la manutenzione del produttore prima di procedere. La regolamentazione EPA (40 CFR Parte 82, sottosezione F) nella sezione 608 del Clean Air Act richiede che i tecnici che effettuano manutenzione, assistenza, riparazione, o smaltimento di apparecchiature che potrebbero rilasciare ozono dannoso per l’atmosfera siano certificati. A partire dal 1 gennaio 2018, questo requisito verrà applicato anche ad apparecchi contenenti la maggior parte dei refrigeranti sostitutivi, inclusi gli HFC.12 In Canada, i regolamenti provinciali richiedono la certificazione per la rimozione, lo scarico, lo spostamento e smaltimento di refrigeranti contenenti sostanze che riducono lo strato di ozono e altri idrocarburi.13 Inoltre, il governo del Canada ha istituito un Codice di condotta ambientale per l’eliminazione delle emissioni di fluorocarburi dai sistemi di refrigerazione e climatizzazione e richiede la certificazione per i tecnici di manutenzione di sistemi contenenti refrigerante halocarbon che sono di proprietà del governo federale.14 I regolamenti provinciali possono richiedere l’esecuzione di procedure di manutenzione in conformità con il Codice di condotta.15 ●


Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Filtri essiccatori: quando il decimilionesimo di millimetro è fondamentale per il circuito frigorifero 208ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI

DUECENTOTTESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 20 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2017, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

Introduzione Capire come funziona un filtro disidratatore è importante anche per saperlo utilizzare nella maniera corretta all’occorrenza. Pur non essendo un componente fondamentale del circuito frigorifero, la sua funzione è basilare se si desidera che esso funzioni nella maniera migliore possibile. Va ricordato, però, che nonostante la sua presenza non è detto che con certezza tutti gli inconvenienti di funzionamento siano sicuramente evitati. Il filtro non è un salvagente universale, può arrivare in soccorso fino ad un certo punto, poi, superato tale limite, non

può fare nulla per metterci al riparo dagli inconvenienti. Le proprietà essiccanti del filtro sono dovute al particolare tipo di materiale che costituisce il suo riempimento, sia nel caso in cui quest’ultimo sia sciolto sia che si trovi sottoforma di agglomerato solido. Tra le sostanze più adatte allo scopo troviamo i setacci molecolari, in particolare la zeolite in grado di catturare efficacemente l’umidità grazie alla sua struttura cristallina. Per quanto riguarda, invece, il potere deacidificante molto efficace è l’impiego dell’allumina attivata, il cui uso, però, va valutato anche sulla base delle caratteristiche del lubrificante impiegato nel compressore.

Figura 1. Struttura del reticolo della zeolite. (immagine adattata da www.sssj.org)

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

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Non è la soluzione a tutti i mali Il filtro disidratatore è un componente che svolge una funzione molto importante in un circuito frigorifero, ma non è la soluzione che permette di porre rimedio ad errori grossolani. Il filtro, infatti, è in grado di fermare l’umidità e di eliminare gli acidi ma solo se essi sono presenti in quantità non esagerata. Pensare di non eseguire il vuoto nel circuito prima di porlo in funzione, quindi, è assolutamente una pratica errata, così come la prassi di eseguire lo “sfiatino” di refrigerante dalle apparecchiature precaricate, nella convinzione che così facendo si riesca ad eliminare tutta l’aria che è presente nel tratto di circuito da essiccare. Inutile sottolineare che, quest’ultimo modo di lavorare, comporta un triplice errore sia per la dispersione di refrigerante in atmosfera (e conseguente inquinamento), sia perchè riduce la carica del circuito (e quindi la sua efficienza frigorifera) sia perchè, infine, non consente di espellere con certezza tutta l’aria dalle tubazioni. Il filtro, insomma, non è la soluzione che pone rimedio a qualsiasi tipo di errore procedurale. Difetti di tenuta Non sempre si pensa al fatto che una delle cause di entrata di aria nel circuito può essere un difetto di tenuta. In genere, infatti, si pensa che se esiste un giunto difettoso nel circuito frigorifero l’effetto che ne consegue è la fuo-

Figura 2. Confronto tra le dimensioni di un microporo di zeolite, le molecole di alcuni tra i refrigeranti più comunemente usati e la molecola di acqua. Come si può osservare la molecola di acqua (H20) ha dimensioni comparabili con quelle del microporo mentre i fluidi frigoriferi hanno, nella maggior parte dei casi, molecole di dimensioni molto maggiori per cui non è permesso loro di essere catturate all’interno del microporo nemmeno in presenza della polarità elettrica. (immagine tratta da Danfoss.com)

riuscita di refrigerante da esso: questo, in realtà, è sicuramente vero sulla parte di alta pressione del circuito ma non sempre trova riscontro sulla parte di bassa pressione. Qui il riferimento non è tanto ai circuiti delle apparecchiature frigorifere per il condizionamento, dove con i refrigeranti attualmente impiegati si lavora a pressioni superiori ai 6 bar e quindi nettamente in sovrapressione rispetto

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l’aria atmosferica, ma a quelli delle apparecchiature per la refrigerazione, domestica, commerciale o industriale che sia, dove, quando si ha l’esigenza di lavorare a basse o bassissime temperature, è possibile che con determinati tipi di fluidi frigoriferi si abbiano pressioni di evaporazione inferiori a quella atmosferica. Proprio in questi casi la mancanza di tenuta di un giunto comporta l’ingresso di aria nel circuito, e quindi di umidità, in quantità tali che nemmeno l’azione del filtro disidratatore è sempre capace di rendere innocua. Infatti il filtro si satura subito di umidità e quella residua è libera all’interno del circuito frigorifero e potenzialmente capace di portare serie conseguenze negative. Cosa c’è dentro al filtro Quando il filtro si satura significa che il materiale desiccante ha raggiunto la sua massima capacità di fermare l’umidità, capacità che normalmente si realizza attraverso i fenomeni dell’adsorbimento chimico, di quello fisico e


della condensazione capillare. In questi tre fenomeni l’acqua viene catturata dalla superficie esterna del materiale desiccante secondo modalità diverse. Ne consegue che un buon desiccante deve possedere un’ampia superficie esterna per poter catturare la maggiore quantità d’acqua possibile. Il materiale desiccante è una sostanza altamente igroscopica come, ad esempio, i setacci molecolari, l’allumina attivata o il gel di silice. I setacci molecolari hanno la proprietà di essere molto efficienti nel loro compito essiccante dato che sono in grado di adsorbire una maggiore quantità di acqua a parità di peso rispetto alle altre due tipologie di materiali. Una tipologia di setacci molecolari è rappresentata dalla zeolite. Essa strutturalmente si presenta come una struttura porosa capace di selezionare quali tipi di sostanze possono penetrare nelle sue cavità (vedi figura 1). Così, mentre le molecole d’acqua hanno dimensioni tali da permettere la

loro entrata all’interno della zeolite, le molecole di refrigerante risultano avere dimensioni troppo grandi per poterlo fare (vedi figura 2). L’acqua rimane poi intrappolata nella zeolite a causa della sua polarità elettrica. La zeolite la troviamo sottoforma di agglomerato che forma il corpo solido dei filtri a cartuccia. Nei filtri standard per uso generico la percentuale di setacci molecolari presente si aggira attorno all’80% mentre il restante 20% è composto da allumina attivata. Quando si desidera ottenere un alto potere deumidificante i setacci molecolari raggiungono il 100% della composizione. I setacci molecolari hanno una dimensione pari a 3 Angstrom, ossia 3 decimilionesimi di millimetro. L’allumina attivata, invece, va preferita quando nel circuito oltre all’umidità vi è la possibilità che siano presenti sostanze acide in quantità notevoli. Questo risulta essere più probabile nei circuiti che funzionano con i vecchi refrigeran-

ti CFC, solitamente abbinati ad oli di tipo minerale. Il ricorso all’uso dell’allumina è da evitare se nel lubrificante sono presenti additivi che servono per conferirgli opportune caratteristiche. Infatti l’allumina ha la proprietà, oltre a quella di catturare le sostanze acide, anche di catturare tali additivi a causa della sua polarità elettrica. Non osservando tale attenzione si ha, così, che l’olio verrà privato degli additivi che riescono a conferirgli le caratteristiche necessarie per il buon funzionamento del compressore mentre il filtro perderà in parte le sue caratteristiche deacidificanti dato che, come detto, l’allumina tenderà a saturarsi con tali additivi e non sarà più in grado di svolgere efficacemente la sua funzione. In pratica due situazioni piuttosto negative per il buon funzionamento del circuito frigorifero. Nei filtri antiacido la percentuale di allumina attivata può essere anche del 70% rispetto ad un 30% di setacci molecolari. ●

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ULTIME NOTIZIE

Milioni di dollari per sostenere economicamente i paesi in via di sviluppo A fine novembre, durante il 29° meeting delle parti del Protocollo di Montreal a Montreal (Canada), è stato deciso che ai paesi in via di sviluppo spetti un sostegno economico di 540 milioni di dollari nel biennio 2018 / 2020, destinato all’eliminazione degli HCFC e alla preparazione del phasedown degli HFC.

Le associazioni europee vogliono rinforzare le energie rinnovabili Le associazioni Aebiom (biomassa), EGEC (geotermia), EPEE (refrigerazione e climatizzazione), EHPA (pompe di calore), EHI (riscaldamento), Euroheat & Power (riscaldamento urbano) e SHE (solare termico) si appellano agli stati membri per rinforzare la promozione delle energie rinnovabili, comprese le pompe di calore, nell’ambito della revisione della direttiva.

All’Unione Euopea l’Ozone Award 2017

L’Unione Europea ha ricevuto il Premio Ozone Award 2017 per la leadership politica ottenuta nell’adozione dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal. Confermata e premiata la linea delle Associazioni Europee del Freddo che in questi anni hanno operato energicamente perché si giungesse a questo risultato! Il premio è stato annunciato durante la 29a Riunione delle parti del protocollo tenutasi questa settimana a Montreal, in Canada, in occasione del trentesimo anniversario del famoso trattato globale che ha protetto con successo lo strato di ozono della Terra. Il commissario europeo per l’Azione e l’energia per il clima Miguel Arias Cañete ha dichiarato: “Il Protocollo di Montreal è un ottimo esempio di azione rapida ed efficace a livello globale in risposta alle prove scientifiche di un grave problema ambientale causato dall’uomo. Stiamo lavorando con successo con l’industria per portare sul mercato tecnologie alternative”. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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L’UE sulla strada giusta nella riduzione dei gas fluorurati

European Environment Agency, nel presentare il proprio rapporto “Fluorinated greenhouse gases 2017” ha plaudito agli sforzi della Comunità Europea nella transizione ai nuovi gas che “hanno fatto buoni progressi”. Il rapporto dell’Agenzia parte dai dati forniti dalle aziende e determina i passi avanti compiuti. Offre inoltre spunti utili per la riduzione dell’utilizzo di HFC a livello globale, calcolando contestualmente le quantità di gas che l’industria ha a disposizione e il potenziale riscaldamento globale derivante. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Terzo trimestre 2017: segno positivo per il comparto delle soluzioni idroniche Sono stati recentemente diffusi tra i partecipanti i risultati dell’indagine statistica di Assoclima sul fatturato Italia dei componenti per impianti di climatizzazione al termine del terzo trimestre 2017. Dall’indagine risulta che, nell’ambito dei prodotti per la climatizzazione residenziale, la stagione estiva 2017 ha offerto soddisfazioni solo al comparto dei condizionatori trasferibili, che al 30 settembre 2017 registrano un +4,7% a valore. I sistemi mono e multisplit, che avevano avuto un buon risultato nei primi tre mesi del 2017, chiudono il terzo trimestre in terreno negativo: -13,5% a volume e -7,2% a valore per i monosplit e -17,9% a volume e -16,4% a valore per i multisplit. “La combinazione di un pre-stagionale consistente e di uno stock presente nel mercato ha frenato il riordino in stagione, con la conseguenza di un netto calo del sell-in al termine del terzo trimestre. – dichiara Marco Dall’Ombra, Presidente della Commissione Marketing di Assoclima – Le attese sono per un quarto trimestre in ripresa, anche se le previsioni su base annua restano ampiamente negative rispetto al 2016.” Diversa la situazione per i prodotti destinati ai settori commerciale e terziario, dove la discreta congiuntura economica sostiene i nuovi investimenti. “Al termine dei primi nove mesi del 2017 – prosegue Dall’Ombra – è positivo il risultato dei sistemi VRF (+1,8% a volume) anche se permane elevata la pressione sui prezzi, in costante calo. Risultati ancora migliori si riscontrano per i gruppi frigoriferi con condensazione ad aria (complessivamente +9,8% a volume e +6,6% a valore), i quali hanno beneficiato anche dell’effetto stagionale sul segmento fino a 17 kW che mostra una crescita, a panel costante, del 14,7% a volume e del 16,3% a valore.” Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


Speciale teleraffreddamento e risparmio energetico

Bilanciamento delle reti del calore e del freddo

FRANCK BENASSIS, PIERRE PICARD A destra Franck Benassis

Climespace – Paris

La gestione delle reti urbane del calore e del freddo pone prima di tutto la sfida di essere in grado di controllare la ripartizione del flusso termico o refrigerante prodotto dalla centrale o dalle centrali di produzione tra tutti i consumatori riducendo al contempo le perdite energetiche. Le problematiche particolari riscontrate in questo settore fanno del bilanciamento delle reti una questione complessa e strategica. Senza bilanciamento, le sotto-stazioni

più vicine alla centrale di produzione hanno naturalmente la priorità sulle sotto-stazioni a valle della rete. Se le ultime sotto-stazioni non hanno sufficienti calorie per fornire la potenza sottoscritta, il contratto redatto con il cliente non viene onorato, soprattutto nei periodi di maggiore consumo. Senza un’attenta analisi, la risposta sarebbe quella di aumentare la potenza agendo sulla pressione, la temperatura di partenza o il flusso, con un

impatto economico notevole ed una riduzione della resa globale. Dunque sarebbe meglio lavorare sull’efficienza della rete energetica. Può essere ottenuta attraverso la riduzione del consumo di un’attività senza ridurre la qualità del servizio. Nel settore delle reti del calore o del freddo, consiste nel fornire la quantità ottimale di energia necessaria ad ogni sotto-stazione gestendo il bilanciamento delle reti. (Figura 1).

Figura 1. Diagramma pressione-distanza. Pressione Carica nominale

∆P regolatore della pressione differenziale

Locale caldaia

∆P consumatore Ultimo consumatore

Pimo consumatore Distanza

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Figura 2. Sotto-stazione di bilanciamento manuale. Regolatore del riscaldamento

Rubinetto manuale di bilanciamento

Scambiatore

Valvola lineare

Figura 3. Sotto-stazione auto-bilanciata per mezzo di un automotore della pressione differenziale. Regolatore del riscaldamento

Rubinetto manuale di bilanciamento

perdita di carico della valvola alle condizioni di flusso massimo in rapporto a quello di una valvola chiusa: A = valvola ∆P 100%/valvola ∆P 0%. Una saracinesca con un’efficienza debole e sollecitata su un intervallo di flusso può portare ad un cattivo funzionamento nella regolazione, caratterizzato dall’instabilità a carichi ridotti ed una reattività ridotta a pieno carico. Una soluzione semplice per aumentare l’efficienza di una valvola di regolazione di una sotto-stazione è quella di aumentare la pressione differenziale alle estremità: il problema è dato dal fatto che così facendo si penalizza la rete e si riduce il rendimento energetico. Per una vavola di regolazione, si opta, in genere, per un’efficienza tra 0,3 e 0,6. Al fine di aumentare ulteriormente l’efficienza di una valvola di regolazione senza penalizzare la rete in termini di ∆P, è necessario controllare la pressione differenziale alle estremità della valvola per mantenerla costante. Si può, così, ottenere un’efficienza di 1 mantenendo al contempo un ∆P debole alle estremità della sotto-stazione. E’ possibile ottenere questo risultato attraverso un regolatore semovente di pressione differenziale o con un solo dispositivo grazie ad una valvola PICV (valvola di controllo della pressione indipendente).

Valvola lineare Automotore della pressione differenziale

Scambiatore

Linea A

Questo bilanciamento è effettuato al livello delle sotto-stazioni gestendo il bilanciamento delle pressioni della rete idraulica. Consiste nel: • suddividere la capacità di potenza tra le sotto-stazioni in modo tale che ognuna possa avere a disposizione in modo permanente il flusso massimo del fluido termovettore o (frigovettore ) con il programma termico per il quale è stata progettata; • garantire un’elevata efficienza delle valvole di regolazione delle sottostazioni, al fine di assicurare una buona regolazione della temperatura

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Linea B

(margine di regolazione, precisione, stabilità, ecc.) qualunque sia il regime di funzionamento e indipendentemente dalle variazioni di pressione sul circuito primario. Da cosa è data l’efficienza di una valvola di regolazione ? L’efficienza di una valvola di regolazione è definita dalla sua capacità a far passare il flusso dell’impianto a seconda della sua apertura. Si esprime in genere come il rapporto della

Rappresentazione della regolazione delle sotto-stazioni, vantaggi e svantaggi La prima soluzione per realizzare un bilanciamento semplice è quello di creare una perdita di carico per mezzo di un rubinetto che limita il flusso e, dunque, il consumo della sotto-stazione. L’inconveniente dei bilanciamenti manuali è che sono ottimali per un solo punto di funzionamento e perdono velocemente di efficacia se le condizioni di servizio cambiano a seconda dell’ora della giornata o della stagione. Questa soluzione deve essere riservata ad un utilizzo per reti di piccole dimensioni, formate da un numero limitato di sotto-stazioni con variazioni deboli di consumo. Esige condizioni di servizio note e prefissate: la conoscenza della potenza, funzioni estate/inverno, tipo di sotto-stazione (Figura 2).


Figura 4. Sotto-stazione auto-bilanciata per mezzo di una valvola indipendente della pressione differenziale (PICV). Regolatore del riscaldamento

Scambiatore

Valvola PICV

Sotto-stazione auto-equilibrata attraverso il regolatore semovente della pressione differenziale L’utilizzo di un semovente della pressione differenziale permette di controllare la pressione tra le due assunzioni della pressione, indipendentemente dalle variazioni di pressione della rete. Vi sono due soluzioni per quanto riguarda il posizionamento della linea. (Figura 3). La linea A permette di ottenere un’efficienza massima (1) della valvola di regolazione della potenza e, dunque, un controllo perfetto del flusso a tutti i regimi di funzionamento. E’, tuttavia, un po’ più costoso della linea B, perché la presenza di un ∆P più debole implica la presenza di un servomotore per pilotare il regolatore semovente. La linea B, integrando lo scambiatore, offre un’efficienza della valvola di potenza di circa 0,5 ed è dunque meno stabile a livello di controllo ed è meno preciso a livello della limitazione del flusso, se paragonata alla linea A. Permette, comunque, di lavorare in

pressione differenziale su tutta la sottostazione rimanendo, come già detto, meno costosa della linea A. Si trova questo tipo di sotto-stazione sulla rete urbana del calore o del freddo delle

città di grandi dimensioni come Parigi (diverse centinaia di sotto-stazioni e oltre un migliaio di valvole installate), Lisbona, Londra, sulla rete di acqua ghiacciata di Disneyland, Parigi.

Figura 5. Sotto-stazione a bassa potenza di raffreddamento.

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Sotto-stazione auto-equilibrata grazie alla valvola indipendente della pressione differenziale (PICV) La soluzione alternativa all’automotore della pressione differenziale è la valvola PICV. Questa valvola, che ha due ulteriori valvole, permette di svolgere la funzione di bilanciamento e la funzione di regolazione della potenza in un solo dispositivo. La valvola superiore azionata da un servomotore elettrico assicura la funzione valvola di potenza. Il movimento di questa valvola può essere ridotto attraverso una vite manuale di restringimento al fine di limitare il flusso per regolare la potenza sottoscritta. La valvola inferiore regolata da un servomotore a membrana assicura la funzione di bilanciamento mantenendo costante la pressione differenziale alle estremità della valvola della potenza. L’utilizzo di questa valvola permette una buona regolazione della temperatura del circuito secondario in un intervallo di funzionamento protratto, bilanciando la rete attraverso la riduzione del flusso nella sotto-stazione. I vantaggi di questa soluzione sono l’efficienza ottimale della valvola, il controllo diretto del flusso e un costo ridotto grazie all’utilizzo di una sola valvola. Questo tipo di sotto-stazione può essere trovato sulla rete del freddo urbano della città di Parigi: Climespace, sulla rete di Venissieux (69), sulla rete Elvya di Lione (69), sulla rete di acqua riscaldata di Meudon (92), sulla rete di Montbeliard (25) (Figura 4). Innovazione Ora è possibile ottimizzare ulteriormente i costi e la compattezza di una sotto-stazione integrando il regolatore della temperatura nel servomotore elettrico della valvola PICV. E’ così possibile ridurre i costi di cablaggio ed ottenere un miglioramento del sistema elettrico. Questi servomotori intelligenti permettono di utilizzare uno o due regolatori interni per svolgere funzioni complesse di regolazione, come la regolazione della temperatura media tra due sonde, la regolazione a consegna

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Figura 6. Valvola indipendente della pressione differenziale (PICV) dotata di un servomotore munito di regolatore integrato Samson tipo 5724-8 installato su di uno scambiatore skid di acqua ghiacciata a bassa potenza.

variabile a seconda della temperatura esterna, la regolazione della limitazione,..(Figura 5). La valvola (PICV) multifunzione permette, al di là dei vantaggi economici offerti, di ottenerne altri relativamente al materiale e allo spazio non trascurabile rispetto alla soluzione classica. E’ stato installato un primo prototipo sulla rete urbana del freddo della città di Parigi ( Climespace) al fine di soddisfare la richiesta da parte della città di collegare le superfici commerciali di edifici sottoposti a limitazioni di tipo strutturale, ambientale e di vicinato (figura 6). Prima di tutto le sotto-stazioni da riequilibrare sono quelle vicine alla centrale di produzione così da evitare di penalizzare le sotto-stazioni a valle.

Dunque, maggiori sono le reti, maggiormente le sotto-stazioni devone essere auto-bilanciate, soprattutto se la rete è situata tra diverse centrali. La gestione di una rete rappresenta una sfida in termini di efficienza energetica, adattamento alle variazioni delle condizioni di servizio mantenendo in funzione i dispositivi negli intervalli ottimali al fine di incrementarne l’affidabilità e la durata ed ottenere una buona qualità di regolazione. Lavorare con sotto-stazioni autobilanciate permette di ottenere impianti che soddisfano le richieste legate alla gestione di un impianto di riscaldamento/raffreddamento urbano e del suo o suoi possibili futuri ampliamenti. ●


Speciale isolamento

Comportamento dinamico del cassone isolato nei camion frigoriferi PAOLO ARTUSO1, ANTONIO ROSSETTI2, SILVIA MINETTO2, SERGIO MARINETTI2, DAVIDE DEL COL1 1Università

2Consiglio

degli Studi di Padova, Dipartimento di Ingegneria Industriale Nazionale delle Ricerche, Istituto per le Tecnologie della Costruzione – Padova

INTRODUZIONE

Articolo tratto dal 17° Convegno Europeo Richiedere atti e video ABSTRACT: I camion frigoriferi sono un anello essenziale nella catena del freddo in quanto garantiscono la consegna al mercato di merci deperibili in condizioni di sicurezza e di elevata qualità. Per un camion refrigerato, il fabbisogno medio frigorifero dipende dalle condizioni esterne e dal tipo di missione a cui deve far fronte: temperatura dell’ambiente circostante, velocità dell’aria e velocità del veicolo. Al fine di stimare il carico termico a cui viene sottoposto il sistema in condizioni dinamiche ed essere dunque in grado di prevedere il picco della richiesta frigorifera è necessaria la conoscenza della risposta dinamica del cassone isolato. Questo articolo presenta uno studio sperimentale che ha come fine la determinazione della costante di tempo dei cassoni isolati dei camion frigoriferi, ottenuta analizzando la risposta a gradino dei cassoni stessi. Infine è stata illustrata la sensibilità dei principali parametri del cassone isolato e del camion. I dati sperimentali sono stati acquisiti nella stazione test ATP presente ad ITC-CNR, Padova.

I sistemi impiegati nel trasporto refrigerato vengono utilizzati al fine di distribuire prodotti refrigerati e surgelati in tutto il mondo; sempre più attenzione viene riversata nel trasporto refrigerato nell’ambito della catena alimentare a causa delle crescenti preoccupazioni riguardanti la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti. Rispetto ai sistemi stazionari, i sistemi di trasporto refrigerato sono tenuti a funzionare in maniera affidabile ed efficiente su una elevata varietà di condizioni operative, senza mai compromettere la regolazione della temperatura del prodotto. Questo articolo analizza la risposta dinamica che il cassone isolato di un camion frigorifero fornisce ad un improvviso cambiamento delle condizioni operative al suo interno. Essere in grado di prevedere la risposta del cassone ad un input termico gioca un ruolo fondamentale nella corretta progettazione e dimensionamento dell’unità frigorifera di un veicolo adibito al trasporto refrigerato, con l’obiettivo di mantenere un’efficiente regolazione di temperatura mantenendo minima la dispersione di energia al variare del carico esterno. RACCOLTA DEI DATI SPERIMENTALI I dati sperimentali sono stati acquisiti nella stazione test ATP presente ad ITC-CNR, Padova, le cui dimensioni principali sono riportate in Figura1.

La stazione test è composta da due locali accoppiati: il locale macchine dove si trovano rispettivamente gruppo frigorifero e gruppo ventilante ed il tunnel, posizionato sotto il locale macchine, dove i camion sono riposti nell’intera durata della prova. I test sono effettuati con il metodo del riscaldamento interno, seguendo le direttive ATP: questo metodo stabilisce l’imposizione di una precisa differenza di temperatura tra l’aria all’interno del cassone e l’aria all’interno della camera isolata dove vengono posizionati i camion durante la prova. Il cassone viene sottoposto ad un carico termico noto e tramite questa prova ne viene determinato il coefficiente di scambio termico globale. Il metodo di test privilegiato prevede l’imposizione di un carico termico controllato all’interno del cassone tramite l’utilizzo di stufette in maniera tale da garantire un ricircolo di aria interna sufficiente a spostare dalle 40 alle 70 volte il volume d’aria interno ogni ora, così come stabilito dall’ ATP. Per quanto riguarda le condizioni esterne, la velocità dell’aria misurata a 100 mm dalle pareti del cassone è mantenuta tra 1-2 m/s. I vincoli sulla temperatura sono definiti con il mantenimento della differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno del cassone a 25 °C ± 2°C, mentre la temperatura media tra l’interno e l’esterno del cassone deve essere di 20 °C ± 0.5 °C, risultando praticamente in 7.5 °C all’esterno del cassone e 32.5 °C all’interno del cassone. Con il fine di soddisfare queste richie-

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ste, la stazione test è stata equipaggiata con un gruppo frigorifero di capacità nominale 55.8 kW, valutata alla temperatura di evaporazione di -5 °C, temperatura di condensazione di +35°C ed un surriscaldamento di 20K. Il gruppo ventilante è composto da 10 ventilatori assiali, ognuno dei quali assorbe una potenza nominale di 1.73 kW, che forniscono una portata di rinnovo dalla sala macchine al tunnel nell’intera durata della prova. Le stufette che scaldano l’aria all’interno del cassone durante il test sono controllate in tensione da un sistema PID in maniera tale che, in condizioni standard di un test, venga raggiunta una temperatura stabile di 32.5 °C. Con l’obiettivo di valutare la risposta del sistema ad un incremento improvviso della potenza scaldante, dopo 3 ore dal raggiungimento del regime permanente (l’aria interna si trova alla temperatura di set point di 32.5 °C) è applicato un gradino alla tensione di alimentazione delle stufe e dunque alla potenza scaldante che sono in grado di fornire, essendo essa direttamente proporzionale alla tensione di alimentazione stessa. La potenza scaldante emessa dalle stufe viene presa come riferimento ed il valore della potenza scaldante viene incrementato del 20%. ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI A questo punto è possibile calcolare il valore della temperatura interna nelle nuove condizioni di regime permanente T’’i, dopo il gradino, dato che tutti i parametri presenti nell’equazione 1 sono ora noti: (1) Dove K è il coefficiente globale di scambio termico del cassone isolato misurato durante il precedente stato di regime permanente, Sm è la superficie media di scambio calcolata come la media geometrica tra la superficie interna e quella esterna e Q’’ è la potenza scaldante delle stufe dopo il gradino. Durante il test è stato osservato che, per il cassone isolato di un camion, la risposta dinamica può essere a sua volta suddivisa in 2 zone: una prima

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Figura 1. ATP test station (a) sezione trasversale (b) sezione longitudinale.

zona dove il sistema risponde rapidamente all’incremento di potenza ed un’altra invece in cui il sistema risponde lentamente (che è anche quella dominante in termini di tempo). Queste due zone sono collegate l’un l’altra da un andamento continuo. Dato che la risposta lenta è dominante in termini di tempo, è stata scelta come quella rappresentativa del test e dunque ad ogni camion testato è stato associato il volume del cassone isolato ed il tempo caratteristico della risposta a lungo termine. Quando viene considerata la risposta a lungo termine, è stato osservato che il suo andamento può essere approssimato all’andamento della risposta di un sistema lineare di primo ordine:

la temperatura interna nelle condizioni di regime permanente prima del test a gradino. Per interpolare i dati sperimentali è stata costruita una curva di best-fit esponenziale facendo uso dell’equazione (2). La determinazione della curva di bestfi consiste nella ricerca dei valori di τ e di τD che minimizzano l’errore tra la funzione del modello scelto ed i dati sperimentali. (3) In Figura 2 l’andamento della temperature viene espresso in termini adimensionali e dove Tadm è definita come:

(2) Dove τ è il tempo caratteristico della risposta, τD è il tempo di ritardo e T’i è

(4)

Figura 2. Andamento della risposta a gradino e della curva di best-fit in termini adimensionali.


Figura 3. Rappresentazione del tempo caratteristico in funzione del volume del cassone isolato e della distribuzione di frequenze.

RISULTATI Sono state effettuate un totale di 38 prove sperimentali: la Figura 3 fornisce una rappresentazione dei tempi caratteristici raccolti in questi test, rappresentati in funzione del volume del cassone isolato. La figura fornisce inoltre la rappresentazione della distribuzione di frequenze che mette in evidenza il fatto che il valore più frequente del tempo caratteristico si trova tra 7-9h. E’ possibile classificare le tipologie di camion analizzati in tre gruppi distinti a seconda della dimensione del cassone isolato: veicoli piccoli per volumi compresi tra 5-30 m3, veicoli medi per volumi compresi tra 40-65 m3 e veicoli grandi per volumi compresi tra 80-90 m3. Prendendo in considerazione questi tre gruppi, può essere stimato un valore medio pesato sul volume del tempo caratteristico:

Figura 4. Rappresentazione del tempo caratteristico in funzione del volume del cassone isolato e dispersione attorno al valor medio.

loro vita, portando così ad una differente usura del cassone isolato. Considerando poi che l’usura può giocare un ruolo importante, essa stessa può venir accelerata dagli eventuali danneggiamenti meccanici a cui i camion frigoriferi sono continuamente esposti essendo un veicolo in movimento. Per procedere propriamente con una adeguata investigazione un maggior numero di dati sperimentali è fondamentale. CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI L’obiettivo di questo articolo è quello di presentare lo studio della risposta dinamica del cassone isolato di un camion frigorifero ad un ingresso a gradino. Il fine di questo studio è quello di valutare il tempo necessitato dal sistema per raggiungere una nuova condizione

operativa e, dato che la risposta del sistema può essere approssimata alla risposta di un sistema lineare di primo ordine, questo tempo può essere valutato con il tempo caratteristico. Lo studio è stato successivamente esteso a diverse tipologie di camion classificate in 3 gruppi differenti: veicoli piccoli, veicoli medi e veicoli grandi a seconda del volume del cassone. Per ogni classe è poi stato possibile stimare un tempo caratteristico medio pesato sul volume. Gli sviluppi futuri comprenderanno l’acquisizione di un maggior numero di dati sperimentali per ogni gruppo in maniera tale da poter effettuare una miglior analisi statistica. La conoscenza del tempo caratteristico medio è fondamentale per poter simulare propriamente un camion refrigerato e per poter valutarne l’efficienza del gruppo frigorifero durante una missione. ●

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L’elevata dispersione dei dati attorno al valor medio può essere imputato a ragioni di natura differente: sono state testate differenti tipologie di camion, appartenenti a differenti costruttori e conseguentemente assemblati con logica diversa. Non solo gli strati che compongono il cassone possono essere diversi ma anche l’unità frigorifera con cui sono stati equipaggiati e la destinazione del loro utilizzo durante la

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in corso. “Stiamo attualmente avendo colloqui iniziali con potenziali successori. Con l’aiuto di Claude Blanc ci assicuriamo di rendere il processo transitorio il più agevole possibile”, afferma Stephane Nassau.

di ASERCOM, l’Associazione Cercafughe di dei Costruttori Europei di alto livello Efficienza energetica e fluidi refrigeranti con basso Componenti per la Refrigepotenziale di riscaldamento globale Pompa per condensa razione, Claude Blanc ha L’associazione francese dei fabbricanti AFCE ha commisREF-VAC universale annunciato la sua intenzione di sionato un nuovo studio finalizzato alla ricerca di legami Vacuometro elettronico Connessione USB Modalità silenziosa LED diagnostico ritirarsi alla fine del 2017. tra l’efficienza energetica dei fluidi refrigeranti e un potenPassa in rassegna la storia Connessione USB OCTA-WIRELESS Configura laStephane prestazione Assicura laattualmente corretta Modalità silenziosa LED diagnostico Nassau, ziale di riscaldamento globale basso. operativa pompa Passa indella rassegna la storia prestazione installazione Assicura lainiziale correttae della Configura pompa in lafunzione Bilancia elettronica alla guida del comitato direttivo di ASERCOM, esprime operativa della pompa della pompa in funzione installazione iniziale e della capacità dell’unità assiste nella diagnosi ENVIRO-DUO/-OS: Ora anche assiste nella diagnosi di Blanc: “In questi tempi turAC della capacità la suadell’unità gratitudine per l’opera Legionella a Disneyland HY-EX-6 applicabile per R32 e R1234yf Combi AC bisognava chiudebolenti di trasformazione, il ruolo di Claude all’interno Al Disneyland di Anaheim (California), Set espansore della nostra associazione e il suo contributo a tutta ENVIRO-DUO/-OS la re due torri di raffreddamento.idraulico completo nostra industria sono stati di enorme valore. Gli dobbiamo Unità di recupero per tutti i refrigeranti di comune Il uso riscaldamento e la refrigerazione fanno la nostra gratitudine per i risultati raggiunti e gli auguriaparte integrante della nostra quotidiana. mo il meglio per i suoi futuri progetti “. Claude Blanc ha Per lavita gamma completa di Sensore digitale Applicazione universale Fusibile da 10A Sensore digitale Applicazione universale Fusibile da 10A Siamo pronti ad accettare la sfida? assunto il ruolo di presidente nel Maggio 2013. Sotto la Esclusivo sensore digitale Da 6.000 Btu/H integrato sostituibile prodotti REFCO Vi preghiamo Esclusivo sensore digitale Da 6.000 Btu/H integrato sostituibile di livello dell’acqua a 120.000 Btu/H Fusibile sua egida ASERCOM ha introdotto, tra a EUREKA 2017 di livello dell’acqua a 120.000 Btu/H Fusibileininvetro vetrol’altro, il pro- Si sono riuniti a Berlino per partecipare Gobi II di contattare il Vostro 1,75kW a 35kW) 20 (da 1,75kW a 35kW) 5xunità x 20mm mmda da10A 10A gramma di (da certificazione per le5sostituibile condensatrici e l’11 e il 12 dicembre numerosi esperti del settore. Hanno distributore HVAC/R locale. sostituibileinstallato installato pubblicato uno statement condiviso sullo scenario dei discusso delle richieste della generazione Z di comfort e in infabbrica fabbrica refrigeranti per conformarsi alle richieste del Regola- risparmio energetico. REFCO Manufacturing Ltd. REFCO Manufacturing Ltd. DIGIMON-SE patent pending REFCO Manufacturing Ltd. mento Europeo F-gas. La ricerca di un successore è già Continua a leggere su www.industriaeformazione.it 6285 Hitzkirch Switzerland Gruppo manometrico 6285 Hitzkirch - Switzerland 6285 Hitzkirch -- Switzerland digitale a 2 e 4 vie www.refco.ch www.refco.ch www.refco.ch

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GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centosettantunesima) Sedicesimo anno

A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI

Autocarro frigorifero: Secondo il Regolamento Europero 517 del 2014 sui gas fluorurati ad effetto serra è un veicolo a motore di massa superiore a 3,5 tonnellate progettato e costruito principalmente per il trasporto di merci ed equipaggiato di cella frigorifera. Compressione secca: Procedura di compressione del refrigerante che si trova all’interno di un circuito frigorifero. Durante la compressione il refrigerante si trova allo stato di gas secco, ossia privo completamente di qualsiasi traccia di liquido. Affinché ciò possa avvenire il gas deve trovarsi in condizioni surriscaldate, ossia ad una temperatura superiore a quella di saturazione alla medesima pressione. Evaporatore DX: Evaporatore ad espansione diretta. Tipologia di scambiatori di calore in cui il refrigerante liquido che vi entra evapora completamente al loro interno prima di uscire dallo scambiatore stesso. Gli evaporatori DX di potenza frigorifera mediogrande vengono alimentati da una valvola di espansione termostatica od elettronica, mentre quelli di capacità inferiore di solito vengono alimentati mediante tubo capillare. Di solito questa tipologia di evaporatori

risulta essere la scelta più economica, dal punto di vista dei costi iniziali, per i circuiti frigoriferi di non grandi dimensioni ma risulta essere meno efficiente di quella rappresentata dagli evaporatori di tipo allagato. Pendolazione: Variazione, che si ripete in maniera periodica nel tempo, del valore di una grandezza fisica attorno ad un valore prefissato. Nel caso delle valvole di espansione termostatiche la pendolazione è un fenomeno che segnala che la valvola stessa ha perso il controllo della propria regolazione, che quindi risulta essere fluttuante in maniera periodica e repentina. Recupero: Raccolta e stoccaggio dei fluidi impiegati nei circuiti frigoriferi degli impianti di refrigerazione, condizionamento e nelle pompe di calore. Tale attività può avvenire nel contesto delle operazioni di installazione, manutenzione o smantellamento dei circuiti stessi. Secondo quanto previsto dal Regolamento Europeo 517 del 2014 sui gas fluorurati ad effetto serra, il recupero dei refrigeranti HFC e HFO può essere eseguito esclusivamente da personale in possesso dell’idonea certificazione sugli F-gas. Sifone: Particolare conformazione delle tubazioni di un circuito frigorifero formata da due gomiti disposti sequenzialmente uno all’altro e con curvatura opposta. Il sifone viene utilizzato per raccogliere l’olio in modo da permetterne il suo trascinamento in tratti ascendenti delle tubazioni. Generalmente viene eseguito sulla tubazione di mandata o su quella di aspirazione. Sulla prima è deputato a raccogliere l’olio e l’eventuale liquido per evitare che, all’arresto del compressore, essi possano fare ritorno nei cilindri del compressore. Con scopo diverso il sifone viene realizzato sulla tubazione di aspirazione, in modo che esso possa favorire il ritorno dell’olio al compressore: in un primo momento il sifone intrappola l’olio, che gradualmente si accumula nel sifone stesso. A causa di questo

accumulo, la sezione di tubazione che rimane libera per il passaggio del gas aspirato si riduce sempre più fino a quando la sovrapressione locale che si crea nel gas stesso diventa la causa motrice capace di sospingere il tappo di olio creatosi in direzione del compressore. Affinchè ciò possa avvenire risulta essere determinante la corretta realizzazione del sifone. Vapore: Uno dei tre stati della materia. È lo stato della materia in cui le molecole presentano il più alto contenuto energetico. Una sostanza allo stato di vapore non ha né volume né forma propria. Una sostanza (come qualsiasi refrigerante) per trovarsi allo stato di vapore ad una data pressione deve avere una temperatura superiore alla sua temperatura di saturazione, oppure deve avere una pressione inferiore alla sua pressione di saturazione ad una data temperatura. Qualsiasi aeriforme che si trova ad una temperatura superiore alla sua temperatura critica si trova allo stato gassoso, mentre se si trova ad una temperatura inferiore a quella critica viene detto vapore. Un vapore se viene surriscaldato tende ad aumentare il proprio volume, espandendosi. Questo risulta essere negativo in un circuito frigorifero poichè il vapore deve essere compresso per aumentarne la sua pressione e provoca un maggior consumo di energia da parte del compressore ● Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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R-449A

R-452A

GWP

631

1.397

2.141

CLASSE

A1

A1

A1

SOSTITUISCE

R-134a

R-404A, R-507

R-404A, R-507

APPLICAZIONI

Refrigerazione TN, Chiller

Refrigerazione BT

Trasporti refrigerati

Capacità frigorifera superiore al R-134a e COP simile

Efficienza energetica superiore al R-404A ed R-507

Efficienza energetica e temperature di scarico simili a quelle con R-404A ed R-507

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Il Regolamento Europeo F-Gas n°517/2014 richiede di abbandonare rapidamente l’uso dei gas refrigeranti ad elevato GWP (indice di “Riscaldamento Globale”). I primi gas ad essere eliminati saranno quelli con GWP>2500, come i refrigeranti per le basse temperature R-404A ed R-507. Le alternative sono ora disponibili: i gas DuPont Opteon® sono refrigeranti a base di HFO, a basso GWP, che possono essere utilizzati in sicurezza (classe A1 = non infiammabili e non tossici) negli impianti di refrigerazione tradizionali. Rivoira Refrigerants è a disposizione per qualsiasi informazione sui prodotti e per un supporto tecnico al fine di facilitare la transizione verso i nuovi refrigeranti Opteon®.

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