Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 4 2016

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N° 398

AN

N IN &FORDUSTRIA I MAZ IONE

ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

Summit alle Nazioni Unite a Parigi di tutte le Associazioni mondiali del freddo sulla definizione di uno schema di formazione mondiale Guida AREA sull’attrezzatura per i nuovi refrigeranti redatta da Marco Buoni presentata nella sede delle Nazioni Unite a Parigi

Decisivo il ruolo del Centro Studi Galileo sulla definizione di uno schema di formazione mondiale

Anno XL - N. 4 - 2016 - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato


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Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo

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Corsi all’estero che periodicamente il Centro Studi Galileo organizza su incarico delle Nazioni Unite. La formazione delle maestranze nelle Nazioni in via di sviluppo è fondamentale per combattere la malnutrizione, tramite un’adeguata catena del freddo, e per la tutela dell’ambiente. La dispersione in atmosfera dei gas dannosi è purtroppo diffusa nel sud del mondo.

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A PALERMO Battaglia Rosario Cefalù Curcurù Salvatore COT soc. coop. Palermo Palma Claudio COT soc. coop. Palermo

Lamperti Simone BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES srl Masate Boscolo Roberto BOSCOLO FEDERICO DI BOSCOLO R. Trino Cassarà Vincenzo Valguarnera Caropepe Stranges Massimiliano CRST IMPIANTI snc Verretto

Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

Leonetti Vincenzo EDMOND PHARMA srl Paderno Dugnano Mazzola Fabio ERGOSYSTEM srl Opera Mena Perez Mario Wilfrido ERGOSYSTEM srl Opera Moccagatta Diego EUROTERMICA srl Casale M.to

Altieri Fabrizio FABRIZIO FRIGORIFERI DI ALTIERI Grugliasco Canta Roberto FIAT GROUP AUTOMOBILIES spa Torino Caramellino Alessandro FIAT GROUP AUTOMOBILIES spa Torino

Spigariol Claudio FRIGERIA srl Rondissone Piazzola Roberto IBT EUROPE gmbh Villorba Rende Francesco ITAF srl Milano Ferrero Dario ITAF srl Milano

Martorana Giorgio GIANNONE srl Misilmeri Marchese Antonio Palermo Sabatini Ugo Canicattì Villareale Vincenzo Canicattì

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A CASALE MONFERRATO Cordì Michele AM srl Mombercelli Bianchi Riccardo Terranuova B.ni Ferrario Andrea BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES srl Masate

Corso Nazioni Unite – Centro Studi Galileo a Jeddah in Arabia Saudita con il docente CSG Stefano Sarti. Tutti gli stati vedono la certificazione delle competenze attuata in Europa come un ottimo metodo di verifica della preparazione dei Tecnici per maneggiare i gas refrigeranti vecchi e nuovi. I tecnici arabi hanno quindi ottenuto il Patentino Italiano Frigoristi, ora internazionalmente PIF.

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Ruvioli Salvatore SIRTI spa Milano Mantoan Renzo SIRTI spa Milano Rigano Marco SIRTI spa Milano Tonnellato Giuseppe SIRTI spa Milano Traficante Donato SIRTI spa Milano Iacovone Nicola SIRTI spa Milano

Sede di Agliana dei corsi Centro Studi Galileo. Una classe di allievi posa al termine del corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione. Segue l’esame PIF, ricercato da tutti i Tecnici per poter garantire le proprie capacità, oltre che obbligatorio per acquistare il refrigerante e installare i condizionatori domestici Split di qualsiasi dimensione e con qualsiasi refrigerante HFC.

Russo Salvatore SIRTI spa Milano Di Croce Roberto SIRTI spa Milano

Caschetta Simone LIOSINTEX srl Lainate

Pappalardo Giuseppe SIRTI spa Milano

Longo Emilio SIRTI spa Milano

Marchese Gianfranco SIRTI spa Milano

Drago Alessandro SIRTI spa Milano

Monti Matteo MEMC ELECTRONIC MATERIALS spa Novara

Vaccarino Giuseppe SIRTI spa Milano

La Motta Giovanni SIRTI spa Milano

Restivo Alessi Giacomo SIRTI spa Milano

Slizza Massimo SLIZZA GIOVANNI Bra

Arena Sebastiano SIRTI spa Milano

Inzinzola Sergio SIRTI spa Milano

Moscatelli Pietro SIRTI spa Milano

Spinola Maurizio Tortona

Terrizzi Giuseppe MEMC ELECTRONIC MATERIALS spa Novara Munafò Antonio MUNAFÒ ANTONIO IMPRESA EDILE Torino Pantaleo Martino Roma Dodich Gabriele PROGETTO CLIMA ENGINEERING srl Novate M.se Radrizzani Morgano Lomazzo Perrone Giuseppe RMG PERRONE Beinasco Sauto Antonino SAUTHERM IMPIANTI snc Cameri Beneforti Simone SB IMPIANTI DI BENEFORTI Sanremo Monacelli Valeriano SICLY srl Settimo T.se Signorini Tommaso Sovicille

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Prove tecniche a Jeddah in Arabia Saudita. I docenti Centro Studi Galileo hanno tutti una formazione pratica di livello che accompagna, unitamente alla teoria, gli allievi all’ingresso nella professione. Sicuramente uno degli ostacoli più duri nel patentino frigoristi è il controllo dei parametri su impianto didattico, pressioni, temperature, assorbimento di corrente, sottoraffreddamento e surriscaldamento. Solo un tecnico del freddo molto preparato e patentato sa interpretarli adeguatamente, così come un dottore davanti ad un proprio paziente.


Perotta Gianguido STB DI GIANGUIDO PEROTTA Mercenasco Lanaud Francis TECNEA ITALIA srl Milano Passariello Alessandro ZERO 3 SERVICE Beinasco

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO BRASATURA A CASALE MONFERRATO Dal Passo Stefano AGEC IMPIANTI srl Venegono Inf. Donelli Gianluca BMD srl Roma Salvini Stefano Giovanni FRIGOCLIMA DI SALVINI & C. snc Soresina Ghetau Razvan Vasile IORIO F.LLI DI IORIO VINCENZO Torino Porro Bruno Asti Branchi Daniele TDM srl San Paolo Capuzzi Nicola TDM srl San Paolo

Marco Buoni, direttore tecnico Centro Studi Galileo, e Roberto Ferraris, docente Centro Studi Galileo, posano dopo la consegna degli attestati con un folto gruppo di allievi nella sede centrale di Casale Monferrato (aula corsi pratici). Sono molti i tecnici che dopo il corso e l’esame PIF ottengono lavoro in questo settore dinamico dell’installazione, gestione e riparazione degli impianti tecnologici di refrigerazione e condizionamento. Greco Vincenzo TECNO IMPIANTI INTERNATIONAL srl Riccione Parisi Roberto UNITED NATIONS LOGISTIC BASE C/O AEROP.MIL. PIEROZZI Brindisi Casale Roma Giovanni UNITED NATIONS LOGISTIC BASE C/O AEROP.MIL. PIEROZZI Brindisi Casale

CORSI A BOLOGNA ALI DIV. FRIULINOX spa Duso Davide Taiedo di Chions BALDAZZI MAURO Granarolo Emilia BALTUR spa Rossi Fabrizio Cento

BFR srl Benedetti Federico Isola Scala

CLIMAFER DI FERRINI Ferrini Roberto Signa

CENTRO ELETTRO RIPARAZIONE Francioni Andrea Loc. Fiorentino Rep. S. Marino

CLIMAPOINT srl Parenti Claudio Valentini Claudia Firenze

CF DI CIRO FIOCCHETTI snc Fiocchetti Francesco Rossi Emilio Luzzara

CLIMATIC 2000 DI CIASCHI Ciaschi Alessandro Sesto Fiorentino

CLEMENTE ANTONIO Pietramontecorvino

CNR AREA RICERCA MILANO 1 Rosa Giuseppe Milano

Nella sede centrale dei corsi Centro Studi Galileo di Casale Monferrato un’attenta classe segue una lezione di Tecniche Frigorifere Base. Il docente Fabio Mastromatteo spiega le modalità di controllo perdite, controllo pressioni e temperature per una verifica perfetta del funzionamento dell’impianto, visite periodiche obbligatorie da parte di personale certificato PIF e compilazione del Registro di Apparecchiature. Si è moltiplicato molto il lavoro del tecnico del freddo negli ultimi anni.

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CPL CONCORDIA scarl Di Geronimo Fabio Mancin Massimo Marasca Andrea Concordia S/S ECOSERVICE srl Viviani Franco Parma ELETTRAUTO F.LLI GARANI snc Garani Wainer Savignano S/Panaro ETA BETA srl Bentivoglio Vittorio Bondi Andrea Marino Antonio Forlì FANTINATO SIMONE srl Fantinato Simone Boara Polesine - Rovigo FD STORE srl Cavalletti Riccardo Spilamberto FRIGO SERVICE RPF srl Gualano Angelo Spilamberto FRONZA srl Escandel Alejandro Marino Mattarello Trento GAMBERINI ROBERTO Vigarano Pieve GESIN soc. coop. Benassi Davide Cucchi Roberto Foglia Francesco Moretti Marcello Saccani Mariavittoria Schincaglia Massimo

Stefano Sarti, docente Centro Studi Galileo, posa con gli allievi di un corso di Tecniche Frigorifere Base, fondamentale per apprendere i rudimenti della professione del Tecnico del Freddo. Nella sede di Bologna vengono organizzati corsi sulla refrigerazione con nuove tecnologie come i refrigeranti alternativi e i patentini dei frigoristi e giungono tecnici da ogni parte del centro e nord Italia. Torreggiani Francesco Trinchese Giovanni Troiani Enrico Trotta Giuseppe Parma GM SERVICE srl Masera Alessandro Masera Luca El Moktatifi Youssef Bolzano

GUADAGNINI PAOLO Conselice IFI spa Croci Alfio Del Baldo Giuseppe Venturelli Enrico Tavullia ITAF srl Ignesti Stefano Milano

L’IDRAULICO DI RUSSO MATTEO Bergamaschi Debora Casalecchio di Reno LUCIS DI MONTEFIORI Montefiori Alberto Imola MG IMPIANTI DI MANI Mani Graziano Verona

MINCIO ARR.TI snc Mincio Enrico Montecassiano MP DI PINTUS Pintus Francesco Zola Predosa NBI spa Dall’Olio Marco Facchini Stefano Tarroni Alberto Bologna PENTAGONO srl Guzzinati Paolo Budrio PIZZATO MIRKO Bassano del Grappa RC CONSULTANTS as D’Izzia Giancarlo Fabrizio Ferreccio Danilo Sandnes ROMANI & RINDORI srl Barucci Simone De Nardi Ornella Sesto Fiorentino SEAT SERVIZI TECNICI srl Benedetti Alessandro Sesto Fiorentino SEVEN CENTER srl Brettini Massimo Padova

Il docente Donato Caricasole posa con un gruppo di allievi che ha terminato il corso di Brasatura, requisito fondamentale per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi. Una perfetta giunzione tra i tubi previene le perdite e il rispetto dell’ambiente. Infatti il tecnico del freddo ha il compito di controllare gli impianti periodicamente con gli appositi strumenti sia in maniera diretta che indiretta, quest’ultima modalità controllando i parametri di funzionamento.

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SILMET DI MEGGIORIN SILVIO Meggiorin Silvio Pavullo Nel Frignano


SINCOVICH LORENZO Trieste SOFFIATI STEFANO Bogoncello Matteo Cerea TA CLIMA DI TONELLOTTO Tonellotto Andrea Bassano del Grappa TADDIA F.LLI srl Taddia Emiliano S. Pietro in Casale TANGREDI ALESSANDRO L’Aquila TECHPA srl Gomiero Luciano Juravet Igor San Dono di Massanzago TEGGI F.LLI snc Teggi Roberto Montecchio Emilia TOP CLIMA srl Giordani Graziano Poeta Massimo Castel Maggiore TRANSFER OIL spa Monari Andrea Colorno

Il docente CSG Giuseppe Bisagno, tra i decani dei docenti CSG e fondatore di una delle più grandi aziende di trasporto refrigerato, impartisce lezioni di Tecniche Frigorifere all’Università di Palermo.

USL REGGIO EMILIA Fontanili Claudio Rovacchi Andrea Reggio Emilia

BEVSERVICE srl Brundu Dimitri Luoni Gabriele Salaris Luca Campogalliano

BOERO FEDERICO Leinì

DORO ROBERTO Pieve Curtarolo

BURATTI DAVIDE Inverigo

CORSI A CASALE MONF.

CASSARÀ VINCENZO Valguarnera Caropepe

ARPA PIEMONTE Cuviello Maria Torino

BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES srl Colombo Arturo Ferrario Andrea Lamperti Simone Masate

ECO CLIMA srl Pellegatta Giorgio Caponago

ATAG srl Boarolo Massimiliano Tortona

BMD srl Donelli Gianluca Roma

CILLICHEMIE ITALIA srl Lissoni Pietro Santandrea Marco Milano DI MEO MARCO Tirano

ECR ITALY spa Citta Marco Chiarello Alessandro Milano EDMOND PHARMA srl Leonetti Vincenzo Paderno Dugnano

ELTON IMPIANTI Iuliano Elton Ponti ERGOSYSTEM srl Mazzola Fabio Mena Perez Mario Wilfrido Opera ERMONDI srl Ermondi Giordano Castelberlforte EVOLUTION CONTROLS srl Bridarolli Fabio Cassina De’ Pecchi

E’ ora di esami nella sede Centrale CSG di Casale Monferrato. L’ispettore inglese Kelvin Kelly osserva la classe che si appresta alle prove scritte dell’esame con modalità inglese. E’ già tempo di rinnovo per i Tecnici che hanno potuto per primi in Italia essere patentati PEF fin dal 2011 senza spese di mantenimento ma con un aggiornamento quinquennale sulle ultime tecnologie. Difatti l’esame verteva su tonn eq CO2, nuovi refrigeranti e phase down degli HFC, argomenti fondamentali per il tecnico del freddo del futuro.

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FRIGOSERVICE PT DI BARNI Barni Cristian Pistoia GIANNINI srl Bianco Massimo Pecorino Riccardo Milano GRECO ALESSANDRO Alessandria GS IMPIANTI DI GIGLIO Giglio Valerio Pietra Ligure HERNANDEZ RIVERA MIGUEL ENRIQUE Latisana LIOSINTEX srl Caschetta Simone Lainate MANEL SERVICE srl Laquale Luca Torino MEMC ELECTRONIC MATERIALS spa Monti Matteo Terrizzi Giuseppe Novara MILANOENERGIA srl Agostoni Massimiliano Milano

Sede dei corsi di Agliana Toscana, aprile 2016: sono ancora migliaia i tecnici e le aziende che per lavorare correttamente devono ottenere le necessarie autorizzazioni e certificazioni. Il CSG aiuta tutti gli operatori del settore in ogni fase del percorso formativo presente e futuro. Da 40 anni il CSG è il maggiore istituto del settore della refrigerazione e condizionamento con oltre 60.000 tecnici collegati. Sono oggi 50.000 i tecnici iscritti al registro telematico nazionale. L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di Tecnici del Freddo.

MUNAFÒ ANTONIO IMPRESA EDILE Munafò Antonio Torino

NBI spa Colombo Filippo Bologna

SAMO srl Piedepalumbo Paolo Novara

NICOLI FRUIT srl Nicoli Claudio Gorlago

SICCARDI LUCA Albissola Marina

N&W GLOBAL VENDING spa Sichich Roberto Valbrembo

RC CONSULTANTS as Ferreccio Danilo Sandnes - Norvegia

SIGNORINI TOMMASO Sovicille

SIRTI spa Arena Sebastiano Di Croce Roberto Drago Alessandro Iacovone Nicola Inzinzola Sergio La Motta Giovanni Longo Emilio Marchese Gianfranco Moscatelli Pietro Restivo Alessi Giacomo

Russo Salvatore Milano SLIZZA GIOVANNI Slizza Giovanni Slizza Massimo Bra SOFIND DI ZAMENGO Zamengo Tullio Albairate SPINOLA MAURIZIO Tortona STB DI GIANGUIDO PEROTTA Perotta Gianguido Mercenasco TECNEA ITALIA srl Lanaud Francis Milano TERMOEDIL MAFE DI SCALAMBRA Scalambra Massimiliano Volpiano VIN SERVICE srl Visconti Gabriele Zanica

CORSO AD HOC PRESSO INDELB DI SANT’AGATA FELTRIA

Sede di Roma del Centro Studi Galileo, una sessione del Corso di Tecniche Frigorifere con presenze femminili; docente il sig. Caricasole. Sempre più in crescita nel settore le donne, particolarmente dopo il riconoscimento della professione del Tecnico del Freddo con i registri telematici.

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Ceccaglia Matteo Masini Enrica Piccotti Fausto Ruscelli Fabrizio Valli Daniela


Sommario Direttore responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo Editoriale

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Agire subito

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Sviluppo della catena del freddo nel settore alimentare

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Attrezzatura per i nuovi refrigeranti a bassa (A2L) ed alta infiammabilità (A3)

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Principi di base del condizionamento dell’aria P.F. Fantoni – 172ª lezione

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Corrispondente in Francia: CVC

Congelamento dello scambiatore freddo: il nemico numero 1 dei chiller Introduzione – Successo e limiti dei sistemi split e multisplit – Perché il ritorno ai chiller – Un problema aggiuntivo nella gestione dei chiller

La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

Manuale sul Regolamento Europeo: essere “i pionieri” quando l’Europa eliminerà gli HFC

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Linee guida per la scelta del sistema di rilevazione perdite adatto all’applicazione M. Roncoroni, N. Roncoroni – TDM Tecniche di misura – Informazioni pratiche – Estratto dalla norma F-gas 517/2014

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Ricevitore di liquido: un salvagente di emergenza in soccorso del condensatore P.F. Fantoni – 192ª lezione

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Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento

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Comitato scientifico Marco Buoni, Enrico Girola, PierFrancesco Fantoni, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato tel. 0142/452403 fax 0142/525200 Pubblicità tel. 0142/453684 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Corrispondente in Argentina: La Tecnica del Frio

Le Nazioni Unite e le Associazioni della refrigerazione si accordano a Parigi sulla formazione M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA e Segretario Generale Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF F. Riboldi – Responsabile della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo I punti fissi per il nostro settore da tenere a mente per i prossimi anni – ErP (Energy related Products) oppure detta Ecodesign – Energy Labeling – EcoLabel Esempio dei climi caldi dell’Africa sub-Sahariana (SSA) e dell’Africa del nord e sub-orientale (NENA) D. Drame – FAO Introduzione – Situazione – Stato della catena del freddo in SSA e NENA – I vincoli – Opportunità – Implicazioni politiche – Raccomandazioni

Gruppo di lavoro AREA sui refrigeranti a basso GWP Trasporto dei refrigeranti infiammabili – Refrigeranti a bassa infiammabilità, A2L – Strumenti e dispositivi – Individuazione della fuga – Refrigerante R32

Lega Ambiente – EIA Introduzione – Come funziona il phase down dei gas HFC – Origini del phase down dei gas HFC – Cosa significa il phase down dei gas HFC – Dimensione internazionale

Introduzione – Caratteristiche e funzioni del ricevitore – Un sostegno per il condensatore – Carica di refrigerante

N. 398 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.

(Parte centocinquantaseiesima) – A cura di P.F. Fantoni Dew point – Filtro disidratatore – Lockring, giunto – Pressostato – Sonda geotermica – Tunnel a funzionamento continuo – Umidità relativa – Vapore surriscaldato Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook

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Editoriale I punti fissi per il tecnico del Freddo

Agire subito

Le Nazioni Unite e le Associazioni della refrigerazione si accordano a Parigi sulla formazione

MARCO BUONI Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA Segretario Generale Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATF I PUNTI FISSI PER IL NOSTRO SETTORE DA TENERE A MENTE PER I PROSSIMI ANNI Vogliamo ricordare che i Tecnici del Freddo, ma anche i costruttori e gli operatori, devono agire subito se vogliono rispettare la legge, che sarà sempre più una spada di Damocle nel corso dei mesi e degli anni. Ecco i cambiamenti che il nostro settore dovrà affrontare secondo i termini di legge: • Il refrigerante vergine R404A non sarà presto più disponibile se non ad altissimi costi. ATF sta monitorando i costi dei refrigeranti. • I nuovi impianti devono usare esclusivamente refrigeranti per cui si sia certi che a distanza di anni si possa trovare componenti e gas, sia per un problema di ricambi sia di garanzia. • Impianti esistenti a R404A devono se datati andare a fine vita se recenti essere modificati ed eventualmente adattati ai nuovi refrigeranti alternativi o di sostituzione. Siccome ci saranno sicuramente impianti attuali ancora in funzione dopo il 2020 questi dovranno essere manutenuti con refrigerante riciclato o rigenerato. • La riparazione/manutenzione con gas recuperato, riciclato o rigenerato è fuori dalle quote, quindi fuori dall’eliminazione dovuta al phase down; questa pratica è quindi fortemente consigliata. Ci sarà sicuramente un vasto mercato per il riuso dell’R404A. Bisognerebbe modificarne il nome per renderlo maggiormente visibile, per esempio R404-R. • Il refrigerante R404A da impianti esi-

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stenti dovrebbe essere conservato per il riciclo o la rigenerazione per asservire altri impianti e non andare ad intaccare gravemente sulle quote. • E’ importante per i proprietari tenere nota di quanto gas è stato rimosso, riciclato o rigenerato. Già nel contratto stipulato con il manutentore dovrebbe essere segnalata e indicata specificatamente la gestione del refrigerante una volta estratto dall’impianto. Inoltre il prezzo del refrigerante,

per salvaguardarsi da sbalzi improvvisi e incontrollati di prezzi che potrebbero verosimilmente accadere negli anni a venire, dovrebbe essere un altro dato contrattuale sottoscritto con il manutentore. La nostra associazione sta monitorando i prezzi a livello italiano e europeo per dare tempestivamente notizia al mercato. • Bisogna minimizzare le perdite con controlli scrupolosi periodici e accurati per minimizzare il refrigerante da integrare.

OPPORTUNITÀ DI RIUTILIZZO Fonte: World Bank (Agenzia delle Nazioni Unite) 100%

100%

Riuso generale

Contaminanti

Attrezzature fisse

Attrezzature portatili

Tipo di attrezzatura Costo attrezzatura Livello di purezza

Recuperatore Recuperatore con filtro con filtro in linea aggiunto $ 800

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Umidità -100 ppm Olio -45.000 ppm Aria -770 ppm

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Rigenerazione Lab. Verificato ARI-700

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Refrigerante R12

Umidità -15 ppm Olio -4000 ppm Aria -330 ppm


Vedi grafico nella pagina precedente. In Europa e quindi anche in Italia diventerà oltre che un business anche una vera e propria necessità poter definire in modo corretto la legislazione legata ai refrigeranti. Da una nota della Agenzia delle Nazioni Unite World Bank si può notare che il valore economico del gas recuperato sarà molto importante per il successo della regolamentazione europea. Infatti se il gas diventa una risorsa, i tecnici saranno incentivati al riutilizzo e al recupero evitando la dispersione in ambiente aiutando la riuscita delle finalità della regolamentazione europea e cioè la diminuzione del riscaldamento terrestre. Nel punto di incontro delle due linee, notiamo che il riciclo del refrigerante permette il suo riuso in molte applicazioni generali. Ovviamente la rigenerazione è il processo per farlo tornare alle caratteristiche iniziale, anche migliori del gas vergine, e quindi garantisce un riuso del 100% ma ha costi maggiori oltre che, ovviamente, di processo e lavorazione anche di trasporto e gestione in quanto può essere svolto solamente in strutture attrezzate. ErP (Energy related Products) oppure detta Ecodesign – Energy Labeling – EcoLabel I cambiamenti energetici ed ambientali per il tecnico del freddo però non si fermano qui, infatti sono ormai diversi mesi che sono entrate in vigore le linee guida per la progettazione degli impianti che devono sottostare a prestazioni minime di efficienza energetica. I valori diventeranno via via più restrittivi per gli impianti andando avanti con gli anni (EcoDesign o ErP) La direttiva Ecodesign divide i prodotti in lotti, cioè gruppi di apparecchiature, per studiare in maniera diversa i parametri da seguire. I più rilevanti per i nostri Tecnici del Freddo sono i lotti: ENTR Lot 1 - Refrigerating and Freezing Equipment ENTR Lot 6 - Large air conditioning systems (> 12KW) ENER Lot 10 - Airconditioning ENER Lot 12 - Commercial Refrigerators and Freezers Inoltre la responsabilità del Tecnico

del Freddo installatore è particolarmente di rilievo nel caso in cui vengano combinati singoli generatori e altri componenti, ad esempio aggiungendo una centralina di termoregolazione ad una caldaia, viene creato un sistema che dovrà avere una propria etichetta energetica. Si ha così l’opportunità di incrementare la classe energetica del singolo prodotto primario. Il responsabile per il calcolo dell’etichetta di sistema è l’installatore. L’installatore ha l’obbligo di fornire al cliente finale l’etichetta del sistema comunicata in fase di offerta/preventivo oltre che la relativa scheda di calcolo. Alcuni dati presentati in Mostra Convegno 2016 dicono che il 90% degli installatori non effettuano questa etichettatura energetica dei sistemi a più componenti (altro esempio a noi Tecnici del Freddo caro, Pompa di calore asservita a Solare termico) probabilmente più per mancanza di for-

mazione ed informazione, che per negligenza. I nostri impianti vengono inoltre toccati dalla cosiddetta etichettatura energetica per cui avranno delle classi di efficienza così come sono presenti da diversi anni sui frigoriferi domestici. Il mercato a regime sceglierà gli impianti con un’efficienza maggiore. (Energy Labelling). Per le pompe di calore si tiene conto sia dell’efficienza energetica stagionale SEER sia della geografia dell’Europa in quanto i paesi del sud Europa hanno sicuramente una potenzialità diversa dei paesi del nord Europa, nonostante molte volte il mercato sorprendentemente dica il contrario con vendite maggiori in quei paesi che sembrano sfavoriti. Per finire, tra le iniziative legislative interessate dal nostro settore, molto legato all’efficienza energetica, quest’ultima, cavallo di battaglia dell’Europa negli ultimi 20 anni, è l’Ecolabel UE

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(Regolamento CE n. 66/2010). Questo è il marchio dell’Unione Europea di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale e ovviamente energetico, che possono così diversificarsi dai concorrenti presenti sul mercato, mantenendo comunque elevati standard prestazionali. Infatti, l’etichetta attesta che il prodotto o il servizio ha un ridotto impatto ambientale durante il suo intero ciclo di vita. Il marchio Ecolabel UE, il cui logo è rappresentato da un fiore, è uno strumento volontario, selettivo e con diffusione a livello europeo. In conclusione il ruolo del tecnico del freddo negli ultimi 10 anni è diventato indispensabile ed altamente qualifi-

cante e professionale. Il nostro settore non si può più permettere di avere un tecnico non preparato e formato dai corsi sia obbligatori che volontari. Il tecnico è passato da un semplice installatore a un professionista che deve: – Progettare e svolgere l’etichettatura energetica degli impianti, intesi come sistema. – Compilare periodicamente il libretto di impianto di climatizzazione per l’efficienza energetica – Verificare periodicamente l’assenza di perdite e il buon funzionamento

Le Nazioni Unite e le Associazioni della refrigerazione si accordano a Parigi sulla formazione

FEDERICO RIBOLDI

Responsabile della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo

L’11 e 12 aprile scorso si è svolto a Parigi un importante appuntamento per il nostro settore sotto l’egida dell’UNEP, l’Agenzia per l’ambiente delle Nazioni Unite. Le maggiori associazioni mondiali, AREA, ASHRAE, AHRI, CHEAA, CRAA, EPEE, IIR, JRAIA e Ref Australia, si sono date appuntamento con le agenzie ONU che operano nell’ambito del Protocollo di Montreal (GIZ, UNDP, UNIDO) per delineare uno schema comune di formazione e certificazione per l’utilizzo dei refrigeranti alternativi. Durante i lavori sono state presentate a cura di AREA le linee guida per i refrigeranti alternativi: “Requisiti Minimi di Formazione e di Certificazione” e l’importantissima nuova guida “Aprile 2016 Attrezzatura necessaria per i refrigeranti a bassa (A2L – HFO, R32, miscele) o alta infiammabilità (A3 – idrocarburi)”. Grazie a quest’ultima, redatta dal gruppo di lavoro sui refrigeranti alternativi a basso GWP diretto dal VicePresidente AREA Marco Buoni, i tecnici del freddo di

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della macchina contenente gas refrigerante da riportare sul registro delle apparecchiature – Consigliare il proprietario sul futuro della sua macchina a causa del phase down e delle regolamentazioni europee – Aiutare il proprietario nella compilazione annuale ISPRA sul recupero e aggiunta di refrigerante avvenuto l’anno precedente nell’impianto – Tutto ciò in aggiunta alle operazioni tradizionali che il frigorista ha sempre svolto prima di diventare Tecnico del Freddo ovvero installazione, riparazione e manutenzione degli impianti… E tutta questa professionalità il Tecnico del Freddo se la farà riconoscere…

ogni nazione mondiale potranno seguire le pratiche migliori per maneggiare senza rischi i refrigeranti sia a bassa (A2L) che ad alta infiammabilità (A3). Le problematiche maggiori saranno sicuramente quelle del controllo delle perdite con cercafughe idonei, il caricamento del gas infiammabile all’interno dell’impianto, il recupero e stoccaggio con appositi recuperatori e bombole e la vuotatura per togliere ogni traccia dall’impianto. I nuovi gas A2L, che hanno la caratteristica di avere una propagazione di fiamma minore di 10cm/sec se soggetti ad accensione, saranno sempre più disponibili sul mercato già da questa estate a partire dal refrigerante per il condizionamento R32 che sarà presente in molti impianti split di piccole dimensioni. Altri refrigeranti per la sostituzione dei gas ad alto GWP (come l’R404, l’R507 e R410A) saranno sempre più presenti sul mercato per rispondere alle richieste di minor impatto ambientale GWP presenti nelle regolamentazioni e legislazioni europee. “I nuovi refrigeranti meritano un’ap-profondita riflessione” ha ribadito il VicePresidente dell’Associazione Europea, che ha proseguito “Fondamentali per uno sviluppo sostenibile del settore presentano caratteristiche di infiammabilità e pericolosità a danno di Tecnici e utenti finali sconosciute ai refrigeranti tradizionali. Necessitano quindi di particolare attenzione nella fase di preparazione e certificazione dei tecnici addetti”. Da cosa nasce l’esigenza di un meeting con attori così importanti, organizzato con tanta urgenza? Quale il background che ha portato le Nazioni Unite ad interessarsi dell’argomento? L’industria della refrigerazione e del condizionamento ha vissuto un notevole sviluppo negli ultimi 3 decenni. L’inquinamento prodotto è stato una delle cause del buco dell’ozono. Da questa consapevolezza è nata la sfida ambientale della grande rivoluzione dei refrigeranti.


Le aziende hanno investito in tecnologia per produrre apparecchiature adatte ai refrigeranti naturali. Anche il settore della manutenzione è interessato, come detto sopra, dal cambiamento sia nelle nazioni industrializzate sia nel sud del mondo. Nel corso degli anni, il meccanismo finanziario del Protocollo di Montreal ha offerto opportunità di formazione significative ai tecnici dei paesi in via di sviluppo attraverso programmi di formazione diretti e indiretti ai quali ha partecipato direttamente anche Centro Studi Galileo. UNEP OzonAction, attraverso il suo business plan 20162018, affronta strategicamente la nuova dimensione attraverso diversi obiettivi generali e programmatici che includono la collaborazione con le associazioni di settore. Al fine di raggiungere questi obiettivi, l’iniziativa “Razionalizzazione Formazione per RSS” prevede la partecipazione e il contributo di importanti attori chiave internazionali coinvolti nei programmi di formazione, tutte le agenzie di attuazione (UNIDO, UNDP, Banca mondiale e le agenzie bilaterali), associazioni ed esperti internazionali con il coordinamento del Segretariato del Fondo Multilaterale (MLF) come organo consultivo.

APPROFONDIMENTI (su www.industriaeformazione.it): • AGENDA E PROGRAMMA DEL CONVEGNO • LISTA DEI PARTECIPANTI (didascalia in questa pagina) Gli Argomenti del meeting di rilevanza internazionale sono stati: 1. Verifica delle risorse di formazione attualmente disponibili per i Tecnici del Freddo per la progettazione, installazione e riparazione di impianti, anche detta Analisi SWOT (Strength, Weakness, Operation, Threats – Forze, Debolezze, Opportunità e Barriere); 2. Studio delle iniziative e dei programmi in atto e pianificati all’interno del Fondo Multilaterale del Protocollo di Montreal per corsi per i Tecnici del Freddo; 3. Dibattito e consultazione: punti deboli e aree su cui il Fondo Multilaterale, le Agenzie di implementazione delle Nazioni Unite e i paesi che hanno bisogno di un sostegno a lungo termine devono lavorare per creare e stabilire una gestione dei refrigeranti efficiente per i Tecnici del Freddo; 4. Discussione e conferme sulle opportunità di lavoro e progetti comuni.

Dalla copertina i partecipanti al seminario. I presidenti e segretari delle maggiori associazioni mondiali, che saranno presidenti del tradizionale Convegno Europeo al Politecnico di Milano il 9-10 giugno 2017: Air-Conditioning, Heating and Refrigerating Institute (AHRI), Stephen R. Yurek – Air Conditioning Refrigeration European Association (AREA), Marco Buoni – ASHRAE, Bryan R. Becker, Carol Ann Becker, Walid Chakroun (Via Skype) – China Household Electrical Appliances Association (CHEAA), Dou Yanwei – European Partnership for Energy and the environment (EPEE), Fanny Van Der Loo, Hilde Dhont, Eric Devin – The Japan Refrigeration and Air Conditio-ning Industry Association (JRAIA), Tetsuji Okada – Refrigerant Australia, Gregory Picker – International Institute Of Refrigeration (IIR), Ina Colombo, Jean-Luc Dupont – Prec Institute Japan, Niro Tohi. Gli esperti: Brazil, Roberto Peixoto – Egypt, Mohamed Alaa Olama – Grenada, Henry Frederick – India, Anshu Kumar, R.S. Agarwal – Malaysia, David Lim – Netherlands, Ronald Viskil – Senegal, Amadou Diouf – GIZ/Proklima, Bernhard Siegele – United Nations Development Programme (UNDP), Etienne Gonin – United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), Ole Nielsen, Ákos Köszegváry – United Nations Environment Programme (UNEP), Shamila Nair-Bedouelle, James S. Curlin, Halvart Koeppen, Ezra Clark, Anne-Maria Fenner, Mikheil Tushisvili, Amr M. Abdelhai, Hu Shaofeng, Yamar Guisse, Marco Pinzon, Ayman Eltalouny.

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Presidenti del Convegno Europeo a Milano lo scorso giugno 2015, il prossimo XVII Convegno Europeo sarà il 9-10 giugno 2017. Lo scalone d’onore del Politecnico di Milano ospita la foto di gruppo di tutti i Presidenti del XVI Convegno Europeo, da sinistra: 1. Enrico Buoni Direttore Centro Studi Galileo, 2. Didier Coulomb Direttore IIR, 3. Thomas H. Phoenix Presidente ASHRAE, 4. Stephen Yurek Presidente AHRI, 5. Jim Curlin Responsabile UNEP, 6. Ennio Macchi Dipartimento Energetica Politecnico di Milano, 7. Andrea Voigt Direttore EPEE, 8. Alberto Cavallini Presidente Onorario IIR, Università di Padova, 9. Marco Buoni VicePresidente AREA, 10. Per Jonasson Presidente AREA, 11. Hermann Halozan Professore Università di Graz, 12. Paolo Buoni Direttore EEC.

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Speciale la catena del freddo per la conservazione dei cibi

Sviluppo della catena del freddo nel settore alimentare Esempio dei climi caldi dell’Africa sub-Sahariana (SSA) e dell’Africa del nord e sub-orientale (NENA) DJIBRIL DRAME FAO

Articolo tratto dal 16° Convegno Europeo

INTRODUZIONE Questa memoria illustra due iniziative sviluppate congiuntamente dalla FAO e dall’IIR nel 2014 per lo sviluppo della catena del freddo come elemento fondante per migliorare l’efficienza del sistema alimentare e ridurre le perdite alimentari e gli sprechi. Fornisce una panoramica sulla catena del freddo in queste regioni ed evidenzia quali devono essere gli obiettivi sia dei governi che del settore privato per indirizzare i cambiamenti della catena del freddo. SITUAZIONE La riduzione degli sprechi di cibo e delle perdite alimentari (FLW) sta aumentando grazie ad una efficace politica complessiva di sicurezza alimentare, protezione ambientale e miglioramento delle prestazioni degli impianti alimentari. Nello stesso tempo, i livelli di FLW rimangono molto elevati nei paesi SSA e NENA, particolarmente per i

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prodotti deperibili come frutta e verdura, pesce, carne e prodotti lattieri. La FAO stima che gli alimenti persi in un anno sono all’incirca il 25-30% per i prodotti animali ed il 40-50% per radici, tuberi e frutta e verdura (FAO, 2011). La medesima fonte stima che il livello di perdite alimentari in NENA sia del 55% per la frutta e la verdura, 22% per la carne, 30% per il pesce e i prodotti del mare, ed il 20% per i prodotti lattieri. Questo principalmente è dovuto ai limiti tecnici e di gestione delle tecnologie di raccolta, immagazzinamento, trasporto e lavorazione, tecniche di raffreddamento, infrastrutture, confezionamento e commercio. La mancanza di una idonea ed affidabile catena del freddo è la causa principale degli sprechi alimentari in questi paesi. Infatti essa sarebbe necessaria non solo per ridurre FLW, ma anche per una migliore commercializzazione e sicurezza alimentare in queste regioni. Secondo IIR (2009 b), se le nazioni in via di sviluppo potessero avere gli stessi standard di refrigerazione di quelli dei paesi industrializzati, si potrebbero salvare più di 200 milioni di tonnellate di merci deperibili, cioè all’incirca il 14% dei consumi del 2009, e circa il 25% dell’attuale consumo in questi paesi (IME, 2014). Perciò, lo sviluppo della catena del freddo, in maniera sostenibile, è un imperativo per poter ottenere la sicurezza alimentare e nutrizionale in SSA e NENA.

STATO DELLA CATENA DEL FREDDO IN SSA E NENA In molte zone dell’Africa sub-Sahariana la catena del freddo è oggi molto insufficiente se non addirittura inesistente, fatta eccezione per alcune industrie che esportano i loro prodotti. (FAO/IIR, 2014). Secondo i dati IARW (2012) la capacità di conservazione pro-capite è molto bassa in SSA (< 10 litri/procapite nella maggior parte dei paesi). Tale capacità sembra essere maggiore nei paesi NENA dove la capacità e l’utilizzo della catena del freddo è maggiore per il mercato delle esportazioni rispetto a quello interno, così come per le nazioni SSA (tabella 1). I dati riportati in questa tabella dimostrano come la capacità di conservazione in entrambi le regioni sia molto minore rispetto a quella di economie sviluppate come quelle di Germania e USA. Il maggior progresso della catena del freddo nel mercato delle esportazioni è dovuto principalmente alla prevalenza in queste regioni di piccoli agricoltori, che in gran parte utilizzano il sistema di marketing tradizionale per la loro produzione, e si avvalgono di una catena del freddo non completa quando essa esiste . I VINCOLI Lo sviluppo della catena del freddo nelle nazioni SSA e NENA, spesso deve fare i conti con queste problematiche: i) la disponibilità di energia


ii) manutenzione (carenza di personale qualificato e di pezzi di ricambio); iii) scarsa logistica; iv) scarsa organizzazione e realizzazione di monitoraggi di conformità; v) i relativi ridotti volumi di prodotti commercializzati e la scadente organizzazione della produzione.

Tabella 1. Capacità di conservazione pro-capite in alcune nazioni SSA e NENA confrontate con quelle della Germania e degli USA. Regione/Nazione Africa sub-Sahariana

OPPORTUNITÀ Nonostante questi ostacoli, le tendenze economiche e demografiche in queste regioni, l’aumento della classemedia e l’urbanizzazione offrono significative opportunità per raggiungere più velocemente la “massa critica” necessaria per lo sviluppo di un mercato della catena del freddo. Infatti, i prodotti regionali alimentari deperibili, circa 158 e 373 millioni di tonnellate nel 2010, rispettivamente per SSA e NENA, si pensa possano aumentare significativamente nell’attuale decennio ad un tasso pari o superiore alla crescita precedente, che si attesta tra il 3,7 ed il 5,2% all’anno. IMPLICAZIONI POLITICHE Un impegno concreto per lo sviluppo della catena del freddo, sia da parte dei governi che del settore privato, è fondamentale per rispondere alle sfide e alle esigenze prioritarie di refrigerazione nel settore alimentare. Alcuni aspetti strategici devono essere tenuti ben presenti. 1) Una migliore integrazione dello sviluppo della catena del freddo in agricoltura con le strategie di sviluppo della sicurezza alimentare. Lo sviluppo della logistica di refrigerazione deve essere un elemento essenziale di tutte le strategie di sviluppo del settore agricolo e della sicurezza alimentare e nutrizionale poiché le perdite alimentari aumentano la differenza di prezzo tra produttori e consumatori. 2) Predisporre e coordinare strategie multi-settoriali e coinvolgenti tutti i soggetti interessati. Lo sviluppo della catena del freddo deve essere il risultato di una visione condivisa e di obiettivi convergenti tra

Africa del Nord sub-orientale

Etiopia Tanzania Namibia Algeria Marocco Arabia Saudita

Germania USA

Capacità (litri pro-capite nelle aree urbane) 2 2 5.1 2 2 5.1 262 344

Anno di stima 2012 2012 2012 2011 2011 2006 2010 2010

Fonte: IARW (2012), FAO (2012) e dati sulla popolazione da FAOSTAT

gli attori pubblici e privati, e deve prendere in considerazione il settore agricolo, logistico, della ricerca, della tecnologia ed altri settori. Coordinare le attività di tutti gli interessati è essenziale ed è stato un ostacolo per lo sviluppo della catena del freddo.Al riguardo, lo sviluppo della catena del freddo deve riferirsi ad un piano principale, che deve esplicitarsi in strategie di sviluppo multi-settoriali e che coinvolgono tutti i soggetti interessati, che favorisca la cooperazione interprofessionale e la collaborazione pubblico-privato e privato-privato. 3) Adattare le strategie di intervento alle specifiche dei prodotti ed alle condizioni geografiche e socioeconomiche. La natura e l’impatto dei vincoli allo sviluppo della catena del freddo è diverso a seconda dei prodotti (carne, frutta e verdura, pesce e prodotti del mare, latte e prodotti lattieri…) e regioni (il clima, le reti elettriche, le infrastrutture dei trasporti, distanza dai mercati, potere d’acquisto, organizzazione economica e sociale, abitudini alimentari, etc.) Se le caratteristiche principali di una catena del freddo efficiente sono simili ovunque, le strategie di sviluppo ed i percorsi implementativi devono essere adattati alle varie specificità e alle reali capacità dei soggetti pubblici e privati interessati ai cambiamenti operativi. È auspicabile un dialogo regionale o bilaterale tra le varie aree geografiche e tra le regioni SSA e NENA in modo

da condividere esperienze e buone pratiche per lo sviluppo della catena del freddo. Organizzazioni regionali e agenzie UN, specialmente la FAO, possono giocare un ruolo al riguardo. 4) Intraprendere studi preliminari appropriati prima di sviluppare qualsiasi progetto di investimento nel settore del freddo. La scelta tra diversi tipi di tecnologie del freddo rappresenta da sola un’importante questione energetica ed economica che richiede un approfondito studio per poter prendere delle decisioni. Perciò, sono essenziali studi di fattibilità prima di intraprendere qualsiasi investimento, prendendo in considerazione le condizioni della catena del freddo del prodotto, la sua migliorabilità e difficoltà di sviluppo. RACCOMANDAZIONI • Per i governi e le autorità pubbliche: Governance – Dovrebbe essere elaborato ed implementato in collaborazione con il settore privato un piano di sviluppo strategico della catena del freddo; tale piano dovrebbe essere coerente con altri piani di sviluppo settoriali come: agricoltura, infrastrutture, industria alimentare, distribuzione, formazione, ecc. – Dovrebbero essere definiti, incentivati e monitorate regole e standard di qualità per la sicurezza alimentare e la protezione dell’ambiente.

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Formazione e R&D – Dovrebbero essere incentivate strutture di formazione professionale in tutti i settori interessati, in particolare in quelli della logistica, della progettazione, manutenzione e applicazione del freddo. – Dovrebbero essere incentivati gli sforzi nella ricerca e sviluppo che rispondano alle esigenze e alle attività delle regioni SSA e NENA specifiche. Ad esempio, conducendo ricerche appropriate per un più vasto uso delle energie rinnovabili, come ad esempio il raffreddamento con l’energia solare, si potrebbe offrire una maggiore disponibilità di energia fuori-rete ed a prezzi più accessibili e soddisfare così le esigenze dei piccoli produttori e delle PMI. Investimenti – Devono essere ammodernate le infrastrutture strategiche ed i relativi servizi (elettricità, trasporti, mercati...) per l’effettiva attuazione e l’efficienza della catena del freddo. – Dovrebbe essere elaborato e implementato un codice di investimento incentivante al fine di promuovere gli investimenti e le capacità imprenditoriali nei processi della catena del freddo e nelle tecnologie per il settore alimentare (supporto nell’acquisto delle strutture, partenariati pubblico-privato, ecc.) • Per il settore privato: – Dovrebbe essere incentivata la nascita e la partecipazione attiva di organizzazioni professionali in tutta la catena del freddo. Queste organizzazioni possono servire per consentire l’accesso alle tecnologie/conoscenze, alle attrezzature ed alle facilitazioni finanziarie, nonché per facilitare il dialogo e il coordinamento necessari per un efficace sviluppo della catena del freddo. – Dovrebbe essere offerta la possibilità e incentivata attivamente la formazione professionale all’interno delle aziende, compresa la formazione continua. ●

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ULTIME NOTIZIE Notizie dall’Europa

(Sintesi da www.refripro.eu) POLITICA & AMBIENTE California: nuova iniziativa dedicata alla promozione dei fluidi naturali • La missione del “North American Sustainable Refrigeration Council” (NASRC) in California consiste nel promuovere i fluidi naturali nei supermercati. Bitzer e Danfoss fanno parte dei membri fondatori della nuova iniziativa. EUREKA 2016 • Le due associazioni europee EPEE (refrigerazione, climatizzazione, pompa di calore) ed EVIA (ventilazione) organizzano un nuovo evento, EUREKA 2016, che si terrà per la prima volta il 13 dicembre all’Aia, nei Paesi Bassi. INDUSTRIA & TECNOLOGIA Gas fluorurati: il Gapometro dell’EPEE suona l’allarme • www.larpf.fr: La European Partnership for Energy and Environment (EPEE) mette in guardia: il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla legge sui gas fluorurati per il 2018 è ancora incerto. Mediante lo strumento di modellizzazione battezzato Gapometro è stato evidenziato un certo numero di azioni chiave che consentono di mantenere la rotta. Importazioni illegali di fluidi HFC in Europa • Secondo Honeywell, nel 2015, sono stati importati illegalmente in Europa oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 equivalente: come se, sulle strade europee, il numero di auto fosse aumentato di oltre 5 milioni. ECONOMIA & GENERALITÀ Connie Hedegaard entra nel CDA di Danfoss. Gas fluorurati ed ecodesign: Sviluppo in Europa e in Italia • Il 9 maggio, l’associazione italiana Confindustria Padova, l’associazione europea EPEE e la società italiana Carel Group hanno organizzato una conferenza a Venezia, dedicata al regolamento sui gas fluorurati e alla direttiva sull’ecodesign e relativa applicazione in Italia.

A Montreal Conferenza Mondiale “La catena del freddo alimentare” Si è tenuto a Montreal un importantissimo workshop organizzato dall’ UNIDO, Agenzia per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite, che si è posto come ambizioso obiettivo quello di riunire aziende e istituzioni per migliorare la catena alimentare del freddo con una sempre maggiore consapevolezza ambientale. Report completo su www.industriaeformazione.it Lo stesso argomento è stato trattato presso EXPO2015 in due eventi collegati al XVI Convegno Europeo. La catena del freddo legata alla conservazione dei cibi è un settore particolarmente dinamico in termini di sviluppi tecnologici e politici, nonché di iniziative del settore privato. È quindi, opportuno prendere in considerazione con particolare attenzione questo settore, al fine di migliorare la nostra comprensione della diversità delle opzioni tecnologiche e di gestione disponibili. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

Anche il Canada mette al bando agli HFC Probabilmente entro la fine del 2016 anche il Canada deciderà la progressiva dismissione dell’uso degli HFC nel settore delle schiume, degli aerosols, dei climatizzatori per autoveicoli, della refrigerazione e del condizionamento. La decisione attesa allinea il vasto stato nordamericano con le più recenti direttive europee. I grandi colossi extraeuropei (Canada, Stati Uniti, Cina, India e Sudafrica) sono soliti recepire le innovazioni in materia di tutela ambientale qualche tempo dopo l’Europa che si conferma in prima linea nella lotta al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


Speciale i tecnici del freddo

Attrezzatura per i nuovi refrigeranti a bassa (A2L) ed alta infiammabilità (A3)

Gruppo di lavoro AREA sui refrigeranti a basso GWP I Presidenti delle Associazioni Europee dei Tecnici del Freddo a Bruxelles.

(Originale in inglese su www.area-eur.be)

AREA (www.area-eur.be) è l’organizzazione europea che raggruppa gli imprenditori e i Tecnici del settore del condizionamento dell’aria, della refrigerazione e delle pompe di calore. Fondata nel 1988, AREA è la voce delle 21 associazioni nazionali provenienti da 19 paesi europei che rappresentano oltre 9.000 imprese (soprattutto di medie dimensioni), che occupano circa 125.000 addetti con un giro d’affari di circa 20 miliardi di euro. In futuro vedremo altri refrigeranti alternativi agli HFC a causa della regolamentazione europea F-gas e alla prossima eliminazione a livello internazionale delle sostanze ad elevato potenziale di riscaldamento globale. Al fine di ridurre l’impatto del riscaldamento globale sono necessari refrigeranti con molecole meno stabili, che significa avere sostanze con un maggiore indice di infiammabilità. I dispositivi e gli strumenti utilizzati per l’installazione, la manutenzione e la riparazione dei futuri dispositivi contenenti refrigeranti infiammmabili a basso GWP dovranno essere manipolati da personale altamente qualificato. Per le competenze relative al personale fate riferimento alla Guida di AREA “Guida alle competenze minime per la formazione e la certificazione del personale”, 2014. Questa guida fornisce ai tecnici uno strumento che permette loro di capire quale strumento utilizzare negli impianti refrigeranti che contengono refrigeranti infiammabili a basso GWP nella categoria A2L (bassa infiammabilità) o

A3 (alta infiammabilità). Fate sempre riferimento al produttore del vostro dispositivo per informazioni specifiche relative alla categoria di strumento da utilizzare. Elenco dei refrigeranti analizzati in questo testo: Refrigeranti A2L dalla bassa infiammabilità: Basso GWP – HFO – Miscele di HFC-HFOs (R32, R1234yf, R1234ze, R444, R445A, R454A, e R454B…) L’elenco non è completo, controllate prEN 378:2015, Annex E per i dettagli relativi alla classificazione in base alla sicurezza. Refrigeranti A3 ad elevata infiammabilità: HC – Idrocarburi R290 (propano) – R1270 (propilene) – R600 (butano) – R600a (isobutano) Tutti questi refrigeranti sono refrigeranti infiammabili a +20 °C ad eccezione dell’ R1234ze, che non è infiammabile al di sotto dei +30 °C.

TRASPORTO DEI REFRIGERANTI INFIAMMABILI Siate consapevoli che il trasporto dei refrigeranti infiammabili è permesso solo per quantità esigue (controllate la legislazione ADR o quella nazionale) e solo se il refrigerante è trasportato direttamente dal punto di raccolta al punto di arrivo. Si consiglia di utilizzare un veicolo aperto, in caso contrario assicuratevi che vi sia una buona ventilazione. REFRIGERANTI A BASSA INFIAMMABILITÀ, A2L Gli A2L sono refrigeranti a bassa infiammabilità con una velocità di combustione massima minore di 10 cm/sec (ASHRAE 34 – ISO5149). Seguendo poche ma importanti precauzioni, come la gestione da parte di

Figura 1.

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Figura 2. Possibili origini della perdita e sistemi di sicurezza quando si usano refrigeranti.

Possibile punto di perdita

Carica vapore Carica liquido

esclusivamente per l’utilizzo con i gas infiammabili. I sistemi a refrigeranti infiammabili devono essere controllati seguendo un metodo che sia al contempo sicuro ed efficace: • Spray per l’individuazione di eventuali perdite • Un dispositivo di individuazione elettronico per i gas infiammabili (un esempio è illustrato nella fotografia sotto). Se non siete nella posizione di utilizzare questi metodi, dovreste recuperare la carica rimanente e controllare la tenuta del sistema utilizzando l’azoto privo di ossigeno. Figura 3. Rilevatore elettronico di perdite adatto per refrigeranti infiammabili.

personale qualificato, le procedure non differiscono molto da quelle valide per gli HFC della classe A1. Uno dei pericoli maggiori è quello del “pooling”, che consiste nella creazione di una zona temporaneamente infiammabile quando delle fughe di refrigerante (più pesante dell’aria) si accumulano in spazi ristretti. Delle scintille in queste zone potrebbero causare l’accesione e la propagazione di fiamme. STRUMENTI E DISPOSITIVI Alcuni strumenti e dispositivi standard possono essere utilizzati in sicurezza, compresi i dispositivi di misurazione. AREA raccomanda l’utilizzo di pompe per vuoto approvate con i refrigeranti A2L. Non si dovrebbero utilizzare quelle vecchie con motori a spazzola. Si dovrebbero evitare le vecchie pompe per vuoto a causa delle scintille che creano. Si possono utilizzare pompe moderne munite di motori brushless EC se la pompa è accesa da una fonte esterna e non dall’interruttore montato sulla pompa. Inoltre, il refrigerante infiammabile scaricato dalla pompa, in genere è disperso in sicurezza e non crea una zona infiammabile (ATEX zona 2 = un’area in cui è difficile che si crei una

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miscela esplosiva durante le fasi di funzionamento normale e nel caso in cui si verifichi, sia di breve durata), a patto che la pompa sia collocata in un’area ben ventilata. La sezione che tratta dell’evacuazione indica come sia possibile evitare i pericoli associati all’ utilizzo dell’interruttore. Non è possibile utilizzare in sicurezza le macchine di recupero standard per recuperare i refrigeranti infiammabili, dunque non devono essere utilizzate. Diversamente dal caso delle pompe per vuoto vi sono diverse fonti di ignizione (per esempio interrutttori di accensione e di spegnimento, relé, pressostati). Inoltre, una fuga potrebbe creare una zona infiammabile intorno alla macchina. Questi pericoli non possono essere evitati; dunque è necessario avere la corretta unità di recupero. INDIVIDUAZIONE DELLA FUGA La maggior parte dei dispositivi di individuazione elettronici utilizzati per l’individuazione di eventuali fughe di HFC e di HCFC non sono sicuri e sufficientemente sensibili per il loro utilizzo con i refrigeranti infiammabili. Dunque si devono utilizzare dispositivi elettronici (o spray specifici) progettati

Recupero del refrigerante Il refrigerante infiammabile A2L deve essere recuperato utilizzando una macchina specifica (non è possibile utilizzare una macchina per il recupero standard di refrigeranti alogenati). Svuotate il cilindro di recupero per eliminare tutta l’aria prima di riempirlo con il refrigerante infiammabile. • Non mescolate i refrigeranti infiammabili con altri tipi di refrigerante nel cilindro di recupero. • Quando recuperate i refrigeranti idrocarburi, non riempite i cilindri con più del 45% della quantità che era ritenuta sicura con gli HFC. • Etichettate il cilindro di recupero per indicare che contiene sostanze infiammmabili.


I refrigeranti sintetici A2L (come gli HFO e l’R32) devono essere recuperati come i refrigeranti HFC e non devono essere emessi nell’atmosfera.

Figura 5.

Vacuometro

Figura 4. Recuperatori per refrigeranti infiammabili (a sinistra per HC e a destra per refrigeranti A2L)

Area Esplosiva

Sistema da evacuare

Evacuazione Se non si ha a disposizione una pompa per vuoto approvata per i refrigeranti A2L, controllate la pompa ed accertatevi che l’interruttore di accensione e di spegnimento sia l’unica fonte di ignizione. Se la situazione è questa, la pompa può essere utilizzata in sicurezza a patto che tale interruttore non venga utilizzato. • Regolate l’interruttore sulla funzione di accensione e collegate la pompa ad una presa di corrente collocata al di fuori di un’area di 3 metri e controllatela da quel punto. • Collocate la pompa in una zona ben ventilata o all’esterno.

Pompa del vuoto

Tabella 1. Strumenti utilizzati in comune per alcuni refrigeranti nei sistemi di condizionamento dell’aria. (controllate sempre le direttive del produttore del vostro dispositivo)

REFRIGERANTE R32 Specifiche della bombola del refrigerante • Area rossa (gas infiammabile) • Filo a sinistra (è necessario un adattatore) • Pressione minima = 48 bar • Quantità massima all’interno delle bottiglie di recupero per l’R32: 60% Strumenti per l’ R32 • Compatibilità degli strumenti [a partire dall’ R410A] Dato che l’R32 ha all’incirca la stessa pressione dell’R410A, anche l’olio del refrigerante è il POE e può subire lo stesso tipo di controllo per eventuali contaminazioni (al fine di evitare contaminazioni dovute ad impurità) senza grandi differenze, dunque gli strumen-

ti utilizzati con l’R410A possono essere utilizzati anche con l’R32, previa conferma da parte del fornitore (vedi tabella 1). REFRIGERANTI A3 AD ALTA INFIAMMMABILITÀ I refrigeranti A3 sono caratterizzati da un’infiammabilità più elevata rispetto a quella dei refrigeranti A2L. La differenza principale risiede nel fatto

che una scintilla relativamente debole può incendiare una miscela infiammabile. Esempi sono le scintille statiche provenienti dai vestiti, cacciaviti in ferro o collegamenti elettrici difettosi. I punti chiave sono dunque evitare eventuali scintille, assicurarsi sempre una buona ventilazione e accertarsi che non vi sia presenza di fughe al fine di evitare situazioni pericolose. Utilizzate sempre un dispositivo di individuazione di eventuali fughe quando lavorate con i refrigeranti A3.

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Quando lavorate con i refrigeranti A3 la pompa per vuoto, il ventilatore, l’unità di recupero, il dispositivo di individuazione e il trapano elettrico devono essere approvati per le condizioni EX, zona 2 (Atex).

Figura 6. Esempio di ventilazione in sicurezza di un idrocarburo verso una zona esterna (se permesso dalla legislazione del luogo).

Procedura di sicurezza all’interno dell’area di lavoro con i sistemi HC • Non deve esserci alcuna fonte di ignizione entro 3 metri dal sistema (compressore, collegamenti elettrici) • L’area deve essere ben ventilata • L’area deve essere controllata con un dispositivo di individuazione per idrocarburi Procedura raccomandata per il recupero del refrigerante HC da unità refrigeranti di piccole dimensioni • Collegate il ventilatore a 3 metri dall’area di lavoro e collocatelo al livello del suolo. • Collegate l’unità di recupero a 3 metri dall’area di lavoro e recuperate il refrigerante idrocarburo. • Quando la spia della bassa pressione si accende portate l’unità alla bassa pressione e fatela funzionare per 2 minuti. • Pressurizzate il sistema con OFN (azoto privo di ossigeno) appena al di sopra della pressione atmosferica. • Utilizzando un dispositivo controllo perdite a HC controllate che non vi

Tubo flessibile Area Esplosiva

Sistema con refrigerante infiammabile

Separatore dell’olio

sia la presenza di idrocarburi nell’aria prima di accendere il cannello per saldatura. • Tagliate i collegamenti e completate le operazioni di servizio. • Saldate nuovamente o utilizzate uno strumento meccanico/a compressione e dei connettori. I cilindri per refrigeranti infiammabili hanno collegamenti sinistrorsi e sono

privi di tubature che possono confondere i tecnici. Le raccomandazioni relative al vuoto, recupero e individuazione di eventuali fughe valide per i refrigeranti A2L sono valide anche per i refrigeranti A3. Per quantità esigue di idrocarburi da evacuare, si raccomanda di ventilare. Occorre fare sempre riferimento alla legislazione del vostro paese. Vedi figura sopra. ●

NOTIZIE DALL’EUROPA (da www.refripro.eu) POLITICA & AMBIENTE Stati Uniti e Canada sostengono il phase-down mondiale degli HFC e introducono normative nazionali • Il Presidente Barack Obama e il Primo Ministro Justin Trudeau comunicano la volontà d’introdurre nuove misure per ridurre l’impiego e le emissioni degli HFC a livello nazionale. Le autorità francesi annunciano multe fino a 15.000 euro • In occasione dei 20 anni dell’AFCE a fine marzo, il Ministero dell’Ambiente francese ha presentato i nuovi decreti volti ad attuare il regolamento europeo sui gas fluorurati in Francia. Il messaggio è stato chiaro: bisogna attivarsi sin d’ora e utilizzare fluidi con un minor PRG e non aspettare fino a che sarà troppo tardi. INDUSTRIA & TECNOLOGIA La Mostra Convegno di Milano: il panorama dei fluidi in piena evoluzione • Quest’anno la Mostra Convegno di Milano ha lanciato un messaggio molto chiaro ai suoi visi-

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tatori: l’R-32 è il nuovo fluido ideale per i piccoli climatizzatori residenziali. Australia: criticato il neonato gruppo di lavoro dedicato ai fluidi naturali • L’associazione australiana “Refrigerants Australia” (RA) ha recentemente annunciato la creazione di un gruppo di lavoro dedicato ai fluidi naturali avente l’obiettivo di conoscere meglio le barriere tecniche e le sfide politiche legate all’introduzione di questi fluidi. ECONOMIA & GENERALITÀ Test su 80 fluidi • Il comitato TEAP del programma ambientale delle Nazioni Unite (PENU) ha esaminato circa 80 fluidi nell’ambito di nuovo rapporto presentato durante l’ultima riunione del Protocollo di Montreal a Ginevra. Il BSRIA pubblica un sondaggio sul Brexit • Secondo un sondaggio dell’istituto britannico BSRIA, il 53% degli intervistati si aspetta che il Brexit pregiudicherebbe i loro affari. Il 58% pensa che l’intero settore della costruzione ne soffrirebbe.


Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria

Principi di base del condizionamento dell’aria Congelamento dello scambiatore freddo: il nemico numero 1 dei chiller 172ª lezione PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOSETTANTADUESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 18 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

INTRODUZIONE Anche il condizionamento di piccoli locali o piccoli gruppi di unità può essere affidato ai chiller. Fino a non molto tempo fa tale compito veniva svolto prevalentemente da impianti split o multisplit. Oggi, con il problema della gestione del refrigerante e del rischio sempre presente di fughe, vi è un ritorno all’utilizzo dei sistemi refrigeratori d’acqua a sfavore di quelli ad espansione diretta. Tuttavia quando si lavora con circuiti idraulici a basse temperature deve essere sempre tenuto ben presente il possibile congelamento dell’acqua all’interno dello scambiatore freddo, dato che le sue conseguenze risultano pesanti per l’integrità dell’intera apparecchiatura. Per tutelarsi si può ricorrere all’uso di acqua glicolata, ben tenendo presente, però, che vanno apportate opportune correzioni al circuito idraulico del chiller. SUCCESSO E LIMITI DEI SISTEMI SPLIT E MULTISPLIT Non c’è dubbio che la nascita e lo sviluppo dei condizionatori split ha portato indubitabili vantaggi sia per gli utilizzatori che per gli installatori. Ai primi ha permesso di poter godere dei benefici dell’aria condizionata senza necessariamente dover sostenere spese di investimento iniziale elevati. L’ampia diffusione di queste apparecchiature ha permesso di contenere notevolmente i costi di produzione e

quindi di poter disporre sul mercato di modelli a costi molto contenuti. Per gli installatori ha rappresentato una fonte di lavoro non indifferente, proprio perchè molti hanno scelto l’aria condizionata per le proprie abitazioni o i propri uffici. Fino a non molti anni fa il condizionatore non era ritenuto un apparecchio necessario ma l’avvento di queste piccole apparecchiature ad espansione diretta ha senz’altro contribuito a rendere il raffrescamento e la deumidificazione dell’aria una necessità inderogabile durante il periodo estivo. La relativa facilità di installazione, richiedente semplici collegamenti di tipo elettrico e frigorifero, ha permesso ad una moltitudine di artigiani di cimentarsi in tale lavoro, certe volte, a dire il vero, anche in modo un po’ maldestro e poco professionale. Sta di fatto che grazie a questa molteplicità di fattori è stato possibile godere dei benefici dell’aria condizionata anche laddove i locali non erano stati originariamente progettati per il controllo delle condizioni termoigrometriche ed erano strutturati in modo tale da non poter ospitare condotti per la diffusione dell’aria. Il successo dei sistemi split ha portato ad una loro progressiva evoluzione tecnologica con le tipologie dual, trial, quadri fino ad arrivare agli impianti più complessi come i sistemi centralizzati VRV e VRF. Essi si sono sviluppati al fine di garantire ampia versatilità di impiego e per soddisfare contemporaneamente diverse e contrapposte esigenze di trattamento dell’aria in molteplici locali appartenenti al medesimo

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stabile. La possibilità di recupare energia termica sembrava fare di questa tipologia di impianti una soluzione a lungo termine e con prospettive di successo senza pari. Tuttavia il loro elevato contenuto di refrigerante dovuto alla tecnologia ad espansione diretta e la nascita del problema ambientale legato all’uso degli HFC ha sancito un parziale ritorno a tecnologie di più antica data che richiedono però l’impiego di quantità inferiori di refrigerante a parità di potenza frigorifera resa. Sicuramente ha influito su tale scelta il possibile rischio di fuga da questi circuiti che, essendo ad espansione diretta, comporta la possibilità di immettere in atmosfera grandi quantitativi di refrigerante.

Tabella 1. Glicole (% in volume) Temperatura congelamento acqua glicolata (°C) Tubi in rame o plastica Maggiori perdite di carico % Tubi in acciaio

15 -5 8 6

20 -8 11 8

25 -12 15 10

30 -15 19 12

35 -20 23 14

Figura 1. Esempio della struttura molto compatta di un mini-chiller. (catalogo Gree)

PERCHÈ IL RITORNO AI CHILLER La necessità di avere sistemi centralizzati, anche di piccole dimensioni (vedi figura 1), ma di evitare di gestire circuiti ad espansione diretta di grande dimensioni ha riportato alla ribalta i cosiddetti mini-chiller. Sicuramente essi risultano essere sistemi più ecologici, se non altro perchè permettono di avere cariche di refrigerante più ridotte all’interno di circuiti più sicuri dal punto di vista delle perdite in quanto completamente assemblati in fabbrica e che non richiedono operazioni in cantiere sul circuito frigorifero per la loro messa in opera. La possibilità di integrarli con sistemi per il riscaldamento invernale, anche in tempi successivi alla loro messa in opera, unita alla relativa semplicità di

installazione ha consentito ai sistemi refrigeratori d’acqua di ritornare sulla cresta dell’onda anche come soluzione tecnologica maggiormente rispettosa dell’ambiente.

Agli installatori i chiller richiedono semplici abilità dato che comportano solamente di approntare un circuito idraulico costituito da tubi in rame e la cui posa di solito non richiede importanti lavori sulla struttura dei locali e può avvenire in tempi relativamente rapidi, provocando minimi disturbi agli occupanti. Oltre a ciò non richiede agli installatori di maneggiare refrigerante o di predisporre circuiti frigoriferi a tenuta con rischi praticamente nulli per quanto riguarda la possibilità di provocare emissioni/sfiati in atmosfera. UN PROBLEMA AGGIUNTIVO NELLA GESTIONE DEI CHILLER Rispetto ai sistemi ad espansione diretta, i chiller presentano il problema aggiuntivo del possibile congelamento

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dell’acqua che viene raffreddata all’interno dell’evaporatore. Tra le principali cause che possono portare al congelamento ci sono le basse temperature di evaporazione, al di sotto dei tradizionali 5 °C. Anche la messa fuori servizio dell’apparecchiatura, come può essere ad esempio nel periodo invernale, può creare problemi di congelamento nello scambiatore ad acqua. Per questo sarebbe opportuno provvedere allo svuotamento del circuito idraulico. Non sempre, però, è possibile o risulta conveniente svuotare completamente il circuito idraulico al cambio di stagione. In tali casi è bene provvedere ad aggiungere all’acqua una sostanza antigelo come può essere, ad esempio, il glicole. La quantità di glicole da aggiungere risulta dipendere dal valore della temperatura che si desidera raggiungere senza che l’acqua congeli. Senza antigelo l’acqua normalmente solidifica a 0 °C. Se durante la stagione invernale si pensa di raggiungere temperature inferiori allora è necessario addizionarle una sostanza che abbassa il suo punto di congelamento. Nella tabella 1 vengono riportate, a semplice titolo d’esempio, le percentuali di glicole da aggiungere. Nella determinazione della quantità di glicole da aggiungere non va dimenticato, però, che maggiore è tale quantità maggiore sarà la penalizzazione delle prestazioni dell’impianto. Innanzitutto l’aumento della concentrazione di antigelo provoca un aumento dei consumi elettrici della pompa dell’acqua, data la sua maggiore viscosità rispetto all’acqua. Questo è collegato anche all’aumento delle perdite di carico all’evaporatore, valore che, a seconda della percentuale di glicole presente, può arrivare anche a valori del 25-30%. Anche nelle tubazioni si registrano perdite di carico il cui valore dipende dal tipo di materiale di cui esse sono costituite (vedi Tabella 1). In secondo luogo la resa frigorifera dell’evaporatore diminuisce, dato che si ha un peggioramento dello scambio termico. Per sopperire a tale fatto è necessario aumentare la portata d’acqua che transita attraverso l’evaporatore. ●

ULTIME NOTIZIE LA COMMISSIONE EUROPEA CERCA 10 AZIENDE ASSOCIATE ATF PER MONITORARE L’ANDAMENTO DEI PREZZI DEI REFRIGERANTI Una delle azioni della Commissione Europea DG CLIMA per sostenere l’attuazione del regolamento F-gas 517/2014 è la ricerca di aziende per il monitoraggio continuo dei prezzi degli HFC. ATF è stata incaricata da Oko Recherche di collaborare tramite la rete d’imprese rappresentate. I questionari da compilare sono i seguenti: HFC prezzo statistico dei refrigeranti per i costruttori HFC prezzo statistico dei refrigeranti per i Tecnici del Freddo Chi fosse interessato ad aderire può scrivere una mail all’indirizzo segreteria@associazioneATF.org

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Speciale il futuro dei refrigeranti

Manuale sul Regolamento Europeo: essere “i pionieri” quando l’Europa eliminerà gli HFC

LEGA AMBIENTE Jill Thompson al XVI Convegno Europeo

EIA – Environmental Investigation Agency

INTRODUZIONE

interessati, che forniscono anche un’utile sintesi riguardo agli obblighi principali. Questa pubblicazione si propone di fare un ulteriore passo per descrivere origine e significato del Phase Down dei gas HFC per il nuovo mercato europeo. Essa si propone di servire da guida per le aziende e i consumatori interessati dal Regolamento UE sui gas fluorurati, sottolineando l’importanza di essere all’avanguardia. Delinea i principali impatti e descrive il motivo per cui i produttori, importatori, esportatori, operatori, fabbricanti, imprenditori e autorità nazionali dovrebbero adottare in tempi brevi misure proattive per garantire una rapida attuazione.

Con l’adozione del regolamento (UE) n. 517/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 in materia di gas fluorurati a effetto serra, che abroga il regolamento (CE) N. 842/2006 (di seguito il “Regolamento UE sui gas fluorurati”), l’Unione europea (UE) ha fissato un ambizioso pacchetto di politiche volte a ridurre le emissioni di idrofluorocarburi (HFC). Il regolamento UE sui gas fluorurati imporrà alle nuove apparecchiature e prodotti una conversione su larga scala verso tecnologie rispettose del clima entro il 2030. Contemporaneamente, trasformerà l’economia europea, con implicazioni sui produttori, importatori, distributori, fabbricanti, operatori, imprenditori e consumatori. L’efficace attuazione del Regolamento UE sui gas fluorurati comporta inoltre implicazioni per quanto concerne l’impegno di negoziare e attuare in futuro un’eliminazione graduale (di seguito Phase Down) dei gas HFC a livello internazionale. Il programma di Phase Down previsto dal Regolamento è molto più ambizioso delle attuali proposte di modifica del Protocollo di Montreal. Diverse pubblicazioni descrivono le principali disposizioni del Regolamento UE sui gas fluorurati. La Commissione europea, il governo del Regno Unito e l’Associazione europea della refrigerazione, dell’aria condizionata e delle pompe di calore (AREA), per citarne alcuni, hanno pubblicato alcuni documenti di orientamento per i soggetti

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COME FUNZIONA IL PHASE DOWN DEI GAS HFC Per Phase Down dei gas HFC s’intende una progressiva riduzione di tali gas misurata in CO2 equivalenti (CO2e), che viene messa in atto nel mercato UE ogni anno, a partire dal 2015 fino a tutto il 2030 e oltre. I produttori e gli importatori ottengono l’assegnazione di quote annuali di gas HFC (di seguito denominate “Quote HFC”) che sono progressivamente diminuite secondo un calendario di riduzione. Programma di riduzione Dal 2015 in avanti, la somma totale delle quote HFC assegnate ai produttori e importatori non può superare il

“quantitativo massimo” calcolato per quell’anno. Il quantitativo massimo di quote HFC disponibili nel 2015 corrisponde al 100% del fabbisogno medio annuo del periodo 2009-2012, ossia circa 182,5 milioni di tonnellate (Mt) CO2e, indicato anche come “livello di base”. La quantità massima o livello di base sarà successivamente ridotta del 7% nel 2016, 37% nel 2018, 55% nel 2021, 69% nel 2024, 76% nel 2027 e 79% nel 2030. “PRODUTTORI” sono aziende che producono HFC nell’Unione europea. I produttori immettono HFC sul mercato europeo quando li forniscono a terzi o quando li utilizzano internamente per proprio conto. “IMPORTATORI” sono aziende che importano HFC prodotti al di fuori dell’Unione europea. Gli importatori immettono HFC sul mercato europeo dopo il rilascio in libera circolazione da parte delle dogane. Il Phase Down dei gas HFC è in realtà più rigoroso di quanto appaia inizialmente per i settori rientranti nel suo ambito applicativo. Ciò accade perché la quantità massima di quote HFC disponibili in commercio sarà rivista verso il basso dal 2018 in avanti, per rimuovere le quote HFC che hanno alcuni settori che sono esentati (settori esenti), stimate a circa 8,5 milioni di tonnellate (Mt) CO2e ogni anno. In questo modo il carico sui settori non esentati è maggiore di quanto appaia inizialmente


(vedi Tabella 1 e Figura 1). Nel complesso, il Phase Down degli HFC consentirà di diminuire le emissioni cumulative di HFC di 1,5 gigatonnellate (Gt) CO2e entro il 2030 e 5 Gt CO2e entro il 2050. Il Phase Down di gas HFC imporrà una transizione quasi completa dagli HFC alle nuove apparecchiature in quasi tutti i settori entro il 2030. Gli HFC residui che rimarranno disponibili per il consumo dal 2030 in avanti saranno prevedibilmente utilizzati per l’assistenza agli impianti installati e in alcune applicazioni specifiche che non offrono alternative. Le decisioni relative al programma di riduzione post-2030 saranno assunte ben prima del 2030. Equivalenza biossido di carbonio

Tabella 1. Confronto della quantità massima di quote HFC disponibili per tutti i settori economici e per i settori non esenti.

Figura 1. Riduzione dei gas HFC: tutti i settori economici in rapporto ai settori non esenti.

Il Phase Down degli HFC viene definita in termini di CO2e (CO2 equivalenti). La quantità di tonnellate metriche di HFC che può essere immessa in commercio in Europa dipende quindi dal potenziale di riscaldamento globale (GWP) degli HFC o della miscela in questione. Ad esempio, un importatore con 10 milioni di tonnellate CO2e di quote HFC può immettere in commercio in Europa solo 2,5 tonnellate metriche di HFC-404A quell’anno. Si veda la Tabella 2 per altri esempi. Per gli HFC insaturi, talvolta indicati come idrofluoro-olefine (HFO), come HFC-1234yf, HFC-1234ze e HFC1336mzz, non sono previste quote poiché essi sono contenuti nell’allegato II del regolamento UE sui gas fluorurati. Ambito di applicazione ed esenzioni Il Phase Down degli HFC si applica a tutti i settori economici dell’Unione Europea. Tutti i settori fissi e mobili di ciascuno Stato membro dell’Unione europea competono per lo stesso pool di quote HFC salvo esenzioni. Il Phase Down di HFC si applica a grossi quantitativi di HFC vergini, indipendentemente dal fatto che siano prodotti all’interno o all’esterno dell’Unione europea. Dal 2017 in avanti, saranno inclusi anche tutti gli HFC importati in prodotti e apparecchiature precaricate. Gli HFC riciclati e rigenerati sono esclusi dall’ambito applicativo del

Phase Down di HFC. Esistono alcune limitate deroghe al Phase Down di questi gas. Ad esempio, essa non si applica ai produttori e importatori che immettono in commercio nell’Unione europea meno di 100 tonnellate CO2e di HFC in un determinato anno. Ciò corrisponde, ad esempio, a 69 chilogrammi di HFC134a. Il Phase Down di HFC esenta anche gli HFC utilizzati per le seguenti finalità, ammesso che siano adeguatamente etichettate: • quantitativi importati a fini di distruzione; • uso come materia prima; • apparecchiature militari; • quantità esportate al di fuori dell’Unione europea;

• talune applicazioni di semiconduttori; • inalatori-dosatori. Devono essere “forniti direttamente”, ossia non possono essere forniti per mezzo di terzi nella catena di fornitura degli HFC. Gli HFC acquistati in blocco da un produttore europeo e successivamente immessi in apparecchiature pre-caricate e poi esportate al di fuori dell’Unione europea, non sono esenti dal Phase Down degli HFC. Oltre alle esenzioni di cui sopra, a seguito di una richiesta motivata di uno Stato membro della UE, la Commissione europea può “eccezionalmente” autorizzare una deroga temporanea per un massimo di quattro anni per applicazioni specifiche o

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Tabella 2. Implicazioni del GWP secondo il sistema di quote HFC.

categorie di prodotti o apparecchiature, quando le alternative non sono disponibili o non possono essere utilizzate per motivi tecnici o di sicurezza, o quando un sufficiente apporto di HFC non può essere garantito senza comportare costi sproporzionati. Dato il suo carattere eccezionale, non si prevede l’utilizzo di tale esenzione. ORIGINI DEL PHASE DOWN DEI GAS HFC Il Phase Down degli HFC era basato sullo AnaFgas, modello sviluppato per lo studio preparatorio della Commissione europea al Regolamento UE sui gas fluorurati che, tra l’altro, tracciava la domanda annuale di HFC nell’Unione Europea per ogni anno dal 2015 al 2030. La domanda di HFC è costituita dalle cariche iniziali nelle nuove apparecchiature e dalle ricariche nelle apparecchiature installate. Alla base del modello AnaFgas ci sono due presupposti: l’inserimento di tecnologie a basso GWP nelle nuove apparecchiature, quando realizzabile tecnicamente ed economicamente, e piena attuazione delle misure di contenimento e recupero. Tali presupposti avranno implicazioni importanti sulla disponibilità delle quote e sui prezzi degli HFC in futuro. Penetrazione delle tecnologie a basso GWP Il Phase Down degli HFC presuppone la quasi perfetta penetrazione nel mercato di tecnologie a basso GWP nelle

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nuove installazioni. Ciò significa che, ogniqualvolta una tecnologia a basso GWP può essere tecnicamente installata al posto di una tecnologia HFC, si presume che essa sarà installata e che non siano necessarie quote di HFC per la carica iniziale o le ricariche riguardanti quella singola apparecchiatura. Il settore della refrigerazione commerciale testimonia l’impatto di questa ipotesi: per quanto riguarda i nuovi sistemi

2015 sarebbero basati sulle tecnologie a basso GWP. Essi aumenteranno al 100% nel 2019, vale a dire che dal 2019 tutti i nuovi impianti di refrigerazione centralizzati multipack dovrebbero basarsi sulle tecnologie a basso GWP. La riduzione globale pertanto ipotizza che le quote HFC non siano previste per questi impianti, né per la carica iniziale né per la ricarica durante la loro vita media di dodici anni. Ciò significa che i nuovi impianti di refrigerazione centralizzata basati sugli HFC e installati nel 2020, ad esempio, consumeranno le quote di HFC che non erano previste. Tutti gli altri settori e Stati membri dell’Unione Europea sono influenzati da scelte tecnologiche sbagliate. Il ritmo di penetrazione sul mercato di tecnologie a basso GWP nelle nuove unità di condensazione e dei sistemi stand-alone di refrigerazione è simile, con il 100% dei nuovi sistemi che dovrebbero utilizzare tecnologie a basso GWP entro il 2020. Supermercati e altri rivenditori della catena alimentare del freddo potrebbero chiedersi, per quanto detto sopra, per quale motivo i divieti in que-

Tabella 3. Penetrazione delle Tecnologie a basso GWP nei nuovi sistemi centralizzati.

centralizzati, nel 2010 ne sono stati installati circa 19.000 a media temperatura e 18.000 a bassa temperatura, e si prevede che le nuove installazioni rimarranno pressappoco le stesse per ogni anno fino al 2030. La Tabella 3 mostra la penetrazione prevista sul mercato delle tecnologie a basso GWP in questi nuovi sistemi centralizzati (in valore percentuale rispetto a tutte le nuove apparecchiature di questo settore), che non solo mette in evidenza la necessità di una transizione rapida, ma ammonisce anche sui rischi connessi all’azione ritardata. Secondo il modello AnaFgas, il 46% di tutti i nuovi impianti di refrigerazione centralizzati multipack installati nel

sto settore non abbiano effetto prima. In realtà, lo Studio preparatorio della Commissione Europea raccomandava di vietare tutte le tecnologie HFC con un GWP superiore a 150 in questo settore dal 2020, e tale raccomandazione è stata sostenuta dal Parlamento Europeo e da molti Stati Membri della UE. La maggior parte dei politici hanno considerano che i divieti, riconosciuti come la misura più efficace nel Regolamento UE sui gas fluorurati del 2006, rappresentavano segnali essenziali che avrebbero impedito un inutile ricorso agli HFC nelle nuove apparecchiature quando non più necessari. Durante i negoziati, tuttavia, una minoranza di Stati Membri dell’Unione Europea è riuscita a indebolire i divie-


ti in alcuni settori chiave, tra cui la refrigerazione. Ciò significa che il mercato UE dovrà muoversi in tali settori in assenza di questi segnali chiari al mercato. Una transizione più lenta di quanto previsto in origine aggraverà la carenza di quote HFC e farà salire i prezzi degli HFC alle stelle, con un impatto sproporzionato sulle piccole e medie imprese (PMI). Gli operatori e i consumatori dovranno compiere tutti gli sforzi necessari per realizzare una rapida transizione dagli HFC, al fine di non pagare costi eccessivi per questi gas in futuro.

Figura 2. Tassi di perdita rilevati rispetto ai tassi di perdita ipotizzati.

Piena attuazione delle Disposizioni di contenimento e recupero Il Phase Down degli HFC ipotizza inoltre la piena attuazione delle disposizioni sul contenimento ed il recupero. Ciò significa che gli operatori e gli imprenditori presumibilmente assumeranno tutte le precauzioni necessarie per ridurre le perdite durante l’uso delle apparecchiature e per garantire il recupero dei gas al termine del ciclo di vita di dette apparecchiature. Perché ciò accada, ci deve essere l’adozione diffusa di buone pratiche da parte degli operatori e tecnici, cosa che appare improbabile nel breve termine in assenza di ulteriori interventi, dato lo storico “basso grado di conformità globale” a queste disposizioni. A oggi, le disposizioni di contenimento non hanno portato a significative riduzioni dei tassi di perdita osservati. Affinché i tassi di perdita effettivi corrispondano ai tassi di perdita ipotizzati, sono necessari miglioramenti significativi, come illustrato nella Figura 2. Finché i tassi di perdita non saranno ridotti, le tecnologie HFC attualmente installate consumeranno una quantità di quote HFC maggiore del previsto durante l’assistenza e la manutenzione. Ciò avrà un impatto a catena sulla disponibilità delle quote e sui prezzi degli HFC. Lo stesso vale con le disposizioni sul recupero. Il Phase Down degli HFC ipotizza un 16% di recupero al termine del ciclo di vita con il restante 84% che è emesso o distrutto. Anche se il 16% di recupero sembra ragionevole, i tassi di recupero storici indicano il contrario. Lo studio preparatorio della Commis-

sione Europea ha rilevato che 12 Stati Membri dell’Unione Europea non avevano nemmeno impianti di trattamento e, tra quelli che li avevano, sono stati rilevati ancora bassi livelli di recupero e riciclaggio. Il riciclaggio e il recupero sono valvole di sicurezza importanti per il Phase Down degli HFC e l’aumento dei tassi di recupero sarà fondamentale per il suo successo. Le autorità nazionali dovrebbero prendere in considerazione l’adozione di tassi di perdita massimi e di misure minime di prevenzione per ridurre le perdite, e di consorzi obbligatori al fine di promuovere il recupero, come già fatto da alcuni Stati Membri della UE. Ciò faciliterebbe la creazione di un mercato nazionale di riciclaggio e trattamento, riducendo al minimo l’impatto all’interno dei loro confini. COSA SIGNIFICA IL PHASE DOWN DEI GAS HFC Con il Phase Down degli HFC s’intende provocare una carenza di quote HFC che aumenteranno a loro volta i prezzi degli HFC, rendendo queste tecnologie ad alto GWP meno attraenti dal punto di vista dei costi. Inoltre, date le ipotesi formulate dal modello AnaFgas, le opportunità di

mercato saranno limitate per gli HFC a medio GWP e le miscele a partire dal 2018. In effetti, questi HFC a più basso GWP dovrebbero essere superati da tecnologie realmente caratterizzate da un basso GWP, e il loro uso, almeno nelle nuove apparecchiature, servirà solo ad accrescere la carenza di quote e i prezzi degli HFC in tutta l’Unione europea. Carenza precoce di quote HFC Una combinazione di fattori, non tutti considerati integralmente nel modello AnaFgas, probabilmente ridurrà a partire dal 2017 le quote di HFC disponibili in tutta l’Unione Europea più rapidamente di quanto previsto da molti operatori e consumatori. Questi fattori vengono riportati nella Tabella 4. La prima carenza significativa di quote HFC sarà avvertita alla fine del 2017 quando le apparecchiature precaricate saranno incluse nell’ambito del Phase Down degli HFC e le scorte degli anni precedenti saranno esaurite. Nel 2018, con l’esclusione dei settori esenti [(8,5 milioni di tonnellate (Mt)] di CO2e), la seconda fase di riduzione (37%) e il rispetto del divieto di uso nella manutenzione, la carenza di quote HFC inizierà sul serio. In quel momento, gli operatori e i consumatori che non avessero già assunto alcuna iniziativa potrebbero trovarsi

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Tabella 4. Fattori che influiscono sulla disponibilità di quote HFC.

Figura 3. Vita media di alcune apparecchiature per prodotti basati sugli HFC.

AnaFgas aumenterà la domanda di HFC, che a sua volta aggraverà la carenza di quote HFC, rendendo la riduzione graduale degli HFC più gravosa nei prossimi anni. Ciò può essere dimostrato, abbastanza facilmente, calcolando il GWP medio degli HFC che sarebbe compatibile con la domanda annua di HFC (in tonnellate metriche di refrigerante HFC) e con le quote di HFC disponibili (in CO2e) in vari scenari. La Figura 4 mostra l’effetto che un aumento della domanda di HFC superiore del 25%, 50% e 75% all’importo ipotizzato nel modello AnaFgas avrebbe sul GWP medio durante il Phase Down degli HFC. Se vengono intraprese scarse iniziative per adottare tecnologie a basso GWP nella fase iniziale, il GWP medio degli HFC si riduce drasticamente, con implicazioni sulla disponibilità di HFC per la manutenzione di apparecchiature esistenti, sottolineando il rischio associato a un inutile blocco delle tecnologie basate sugli HFC. Le aziende e i consumatori dovrebbero esercitare la massima cautela per evitare di essere gravate da beni inutilizzabili o costi alle stelle. Le conclusioni sono chiare: le aziende e le autorità nazionali dovrebbero intraprendere presto azioni concrete per abbandonare gli HFC o per evitare il rischio di essere in ritardo, concorrendo a forniture sempre minori di quote HFC, che aumenteranno i costi durante l’assistenza e la manutenzione e che comporteranno il pensionamento anticipato delle apparecchiature a causa della carenza di quote. Sovrapprezzo dei gas HFC

in ritardo, in particolare quelli con apparecchiature di nuova installazione basate su HFC a medio o alto GWP, la cui vita media potrebbe protrarsi per buona parte del periodo interessato dalla riduzione globale di HFC (vedi Figura 3).

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Implicazioni di una transizione lenta verso le Tecnologie a basso GWP globale nei primi anni Una transizione verso le tecnologie a basso GWP più lenta di quanto originariamente previsto nel modello

Una semplice legge di economia stabilisce che, quando la domanda supera l’offerta, i prezzi salgono. Lo stesso vale per le quote HFC, cui la Commissione Europea attribuisce “un chiaro valore monetario”. L’aumento dei prezzi per gli HFC, estraneo a qualsiasi aumento dei costi di produzione degli stessi prodotti chimici fluoroderivati, è indicato come “sovrapprezzo dei gas HFC”. I produttori e gli importatori, in qualità di titolari delle quote HFC che consentono loro di immettere in commercio taluni quantitativi di dette quote a livello europeo, sono i beneficiari indiscuti-


Figura 4. Impatto del Phase Down di HFC.

Chi può comprare i gas HFC da produttori e importatori? Chiunque sia pronto a pagare il prezzo più elevato ! bili del sovrapprezzo dei gas HFC. La German Federal Environment Agency (UBA) ha calcolato il premio potenziale sul prezzo dei gas HFC (vedi Figura 5) a condizioni che simulano il Phase Down degli HFC. Dal momento che le quote HFC sono cedute a un piccolo numero di produttori e importatori a costo zero, cioè gratuitamente, il sovrapprezzo dei gas HFC rappresenta un profitto straordinario di miliardi di euro l’anno per queste aziende (vedi Figura 6). In altre parole, la cessione a titolo gratuito si tradurrà in un significativo trasferimento di ricchezza – circa €32 miliardi dal 2015 al 2030 – dagli operatori e consumatori europei ai produttori e importatori di HFC per lo più multinazionali. A meno di un’eliminazione anticipata delle apparecchiature, gli operatori e i consumatori con tecnologie basate sugli HFC saranno costretti a pagare il sovrapprezzo HFC. Ad esempio, i prezzi correnti per il gas HFC-134a sono circa € 15-30 per chilogrammo (kg) a seconda che sia all’ingrosso o

al dettaglio. Con un sovrapprezzo dei gas HFC di € 30 per tonnellata di CO2e, ciascun kg di HFC-134a aumenta di € 43, cosicché il prezzo totale dello HFC-134a sarà di circa € 58-73 al kg. Pertanto, tale sovrapprezzo dovrebbe essere preso in considerazione nel momento dell’acquisto di nuovi prodotti e apparecchiature, in particolare nel calcolo dei costi annuali legati all’assistenza e alla manutenzione futura. Considerati questi costi, le tecnologie esenti da HFC sono la scelta migliore dal punto di vista economico. Le stime sul sovrapprezzo dei gas HFC, tuttavia, non colgono il quadro completo. Altri fattori legati alla natura del mercato degli HFC potrebbero far salire ulteriormente il sovrapprezzo dei gas HFC, in particolare: • la presenza di poteri di monopolio per i singoli gas HFC o le miscele; • la concorrenza di carattere tecnico all’interno di un dato portafoglio offerto da un produttore o importatore, come ad esempio la scelta di promuovere vari HFC o miscele rispetto ad altri, vale a dire l’HFC-407F rispetto al HFC-404A. Per tener conto di questi profitti straordinari e generare entrate volte a compensare i costi di attuazione, il Parlamento Europeo aveva proposto

una commissione di assegnazione di un massimo di € 10 ogni tonnellata assegnata di CO2e. Alcuni Stati membri, in particolare la Francia e la Danimarca, hanno proposto anche un’asta, e la Danimarca ha inoltre realizzato un’analisi dei ricavi attesi dalla vendita all’asta (vedi Figura 7). Dal 2015 al 2030, la commissione di assegnazione e l’asta avrebbero rispettivamente consentito il recupero di € 13,4 miliardi e di € 14,9 miliardi. Queste entrate sarebbero state ridistribuite nuovamente agli Stati membri della UE per compensare, tra l’altro, i costi di implementazione sostenuti da operatori, tecnici e autorità nazionali, che sono stimati in oltre un miliardo di euro l’anno, e per affrontare gli impatti sproporzionati riguardanti: • Le PMI - Le PMI sono considerate meno in grado di assorbire il sovrapprezzo dei gas HFC rispetto ai loro concorrenti più grandi e di stipulare verosimilmente contratti di acquisto SOVRAPPREZZO DEI GAS HFC? Prima di due settimane dalla pubblicazione del regolamento UE sui gas fluorurati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, il produttore fluorochimico francese Arkema ha annunciato un immediato aumento dei prezzi del 15% per HFC-404A, HFC-407A, HFC-407C, HFC-410A, HFC-427A e HFC-507. a lungo termine di HFC a prezzi prestabiliti, e realisticamente si procureranno i gas HFC dai distributori sul mercato al dettaglio. • L’Europa orientale e meridionale Gli Stati Membri della UE con economie in transizione o in recessione, come quelli dell’Europa orientale e meridionale, si prevede che saranno in difficoltà per le quote HFC rispetto gli Stati Membri della UE con le economie e il potere d’acquisto più forti. Sebbene non sia stata adottata alcuna commissione di assegnazione o vendita all’asta nel Regolamento UE sui gas fluorurati, è stata inclusa una clausola che impone alla Commissione Europea di valutare un’eventuale revisione dell’attuale metodo di assegnazione delle quote HFC caratterizzato dalla cessione gratuita entro la metà del 2017. Si prevede che la Commis-

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Figura 5. Sovrapprezzo dei gas HFC

Figura 6. Profitti annui straordinari a produttori e importatori.

durata, i gas HFC a medio GWP e le miscele costituiscono, nella migliore delle ipotesi, refrigeranti di transizione nel brevissimo termine, e devono essere considerati solo come sostituti degli HFC ad alto GWP nelle apparecchiature esistenti. Ad esempio, Daikin Industries sta fortemente promuovendo il gas HFC-32, con un GWP pari a 675, come refrigerante alternativo per il settore del condizionamento. Gli studi e le prove dimostrano, tuttavia, che gli impianti di climatizzazione monosplit basati su idrocarburi (ad esempio, R290) raggiungono un’efficienza uguale o maggiore e prestazioni ad un costo inferiore. Vi è quindi consenso generale sul fatto che, una volta rivisti gli standard obsoleti e la legislazione di sicurezza per consentire una maggiore penetrazione del mercato, gli idrocarburi CONTRATTI DI ACQUISTO Le aziende, in particolare le PMI, sono vivamente invitate a non installare nuove apparecchiature basate sui gas HFC per evitare l’impatto provocato dal Phase Down degli HFC. Tuttavia, nella misura in cui sono installate nuove apparecchiature basate sui gas HFC, le aziende sono esortate a firmare, al momento dell’acquisto, accordi che garantiscano l’accesso ai HFC a prezzi determinati.

sione europea prenda seriamente in considerazione la presentazione di una modifica legislativa per fissare il metodo di assegnazione delle quote HFC. Fino ad allora, molti Stati Membri della UE hanno già adottato o stanno esaminando le imposte sugli HFC per raggiungere gli stessi obiettivi. Nel frattempo, gli operatori e i consumatori dovrebbero prendere in considerazione il sovrapprezzo dei gas HFC nell’acquisto di nuove tecnologie con HFC. Impatto sui gas HFC con medio GWP e sulle miscele Sebbene il regolamento UE sui gas fluorurati preveda tagli ambiziosi dei consumi di gas HFC nei prossimi 15 anni, le aziende chimiche stanno sviluppando una gamma di refrigeranti con medio GWP per il mercato euro-

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peo, che vengono presentati come soluzioni per l’attuazione del Regolamento UE sui gas fluorurati. La verità è che il futuro nell’Unione Europea è grigio per i gas HFC con medio GWP e per le miscele. Oltre a essere più costosi e spesso oggetto di brevetti, il Phase Down degli HFC non consente l’uso diffuso di tali gas in nuovi prodotti e apparecchiature nella maggior parte dei settori dal 2020 in avanti - ponendo così un tetto de facto alla loro penetrazione nel mercato. Infatti, piuttosto che essere una soluzione, gli HFC a medio GWP e le miscele costituiscono una minaccia alla loro eliminazione globale poiché l’uso degli stessi aggraverà la carenza di quote HFC e il sovrapprezzo sugli HFC, più di quanto sia già previsto. Dato che la maggior parte delle apparecchiature in questione ha una lunga

dovrebbero diventare i gas refrigeranti predominanti. Grazie al suo GWP di 675, il gas HFC-32 deve affrontare una difficile battaglia per ottenere una quota di mercato apprezzabile nel medio termine, e si prevede che la percentuale del mercato europeo che esso potrà occupare negli impianti di climatizzazione monosplit sarà contingentata. I produttori non devono essere fuorviati dal divieto del 2025 sui nuovi impianti di climatizzazione monosplit (3kg o meno), che indica come accettabile un GWP al di sotto di 750. Questo divieto rappresenta un compromesso politico e si prevede che abbia un modesto impatto, oltre a quello di impedire usi più vistosi di refrigeranti in questo settore, come il gas HFC-410A; la miscela refrigerante effettiva nei nuovi impianti di climatizzazione monosplit sarà determinata


Figura 7. Prezzo e ricavo di una quota HFC: Commissione di Assegnazione contro Asta

AVVERTENZA PER L’ACQUIRENTE L’eliminazione globale dei gas HFC non è stata concepita per incoraggiare l’uso di miscele di gas HFC a basso riscaldamento globale nei nuovi impianti di refrigerazione, come ad esempio Opteon™ di Chemours e Solstice™ di Honeywell. Questi gas HFC e miscele a basso potenziale di riscaldamento globale hanno senso solo per scopi specifici, come ad esempio quando sono utilizzati come drop-in o in sostituzione degli impianti installati. dalla riduzione graduale degli HFC e il nuovo gas HFC-32 supererà presto il GWP medio (vedi Figura 4). Gli investitori accorti potranno approfittare del mercato europeo emergente per i nuovi impianti di climatizzazione monosplit basati su idrocarburi. Nel 2015, più di 8 milioni di nuove unità saranno immessi sul mercato europeo, di cui circa l’85% proveniente da importazioni. Questo numero passerà a 9,8 milioni nel 2030, mentre si prevede che la quota delle importazioni rimanga invariata. Se supponiamo che circa l’80% di questi nuovi impianti di climatizzazione monosplit faranno affidamento sugli idrocarburi a partire dal 2020 in avanti – ipotesi, questa, ritenuta ragio-

nevole nell’ambito della riduzione graduale di HFC – l’investimento in tecnologie basate su idrocarburi oggi garantirà l’accesso a un mercato considerevole nel prossimo futuro. DIMENSIONE INTERNAZIONALE Ora si assiste a un susseguirsi di iniziative di sostegno diplomatico a livello internazionale per una riduzione graduale globale di HFC. Tra le molte iniziative del genere, figurano la dichiarazione di Bali nel 2011, le dichiarazioni Rio+20 e Bangkok nel 2012, il vertice del G20 nel 2013 e la Conferenza ministeriale africana sull’ambiente nel 2015. E’ altresì noto che il miglior modo di agire per un Phase Down a livello globale degli HFC è utilizzare le istituzioni e meccanismi finanziari del protocollo di Montreal, che ha eliminato gradualmente con successo sostanze dannose per l’ozono, precorritrici dei gas HFC. A metà 2015, le Parti hanno presentato quattro proposte di modifica del protocollo di Montreal per eliminare il consumo e la produzione di HFC. Queste proposte sono state presentate dal Nord America (Canada, Messico e Stati Uniti d’America), gli Stati insulari (Stati federati di Micronesia, Kiribati, Isole Marshall, Isole Mauritius, Palau, Filippine, Samoa e le Isole Salomone), l’Unione Europea e l’India. Il Protocollo

di Montreal è adeguatamente preparato a garantire ai paesi in via di sviluppo la flessibilità necessaria per far fronte alle sfide che potrebbero derivare dallo “scavalcamento” verso tecnologie a basso GWP, in particolare fornendo livelli di base differenziati, proroghe e programmi di riduzione, oltre all’assistenza finanziaria e al trasferimento di tecnologie. Inoltre, per rispondere ai più recenti dati e alle tecnologie emergenti e raggiungere i propri obiettivi, il Protocollo di Montreal dispone di un meccanismo di regolazione unico, che consente alle parti di rivedere e accelerare i programmi di riduzione mentre le tecnologie progrediscono. La corretta attuazione del Regolamento UE sui gas fluorurati informerà e influenzerà il quadro normativo globale e la scelta delle tecnologie realizzate a livello internazionale. Il livello di ambizione presente nel Regolamento UE sui gas fluorurati supera di gran lunga qualsiasi altra misura nazionale adottata fino ad oggi, e la sua corretta attuazione è particolarmente importante dal momento che esso guiderà i mercati verso le tecnologie a basso GWP, che saranno poi introdotte nei mercati di tutto il mondo per realizzare il Phase Down degli HFC nell’ambito del Protocollo di Montreal. ● RIVISTA DIGITALE Tutte le riviste possono essere pure sfogliate online in formato digitale. Al seguente link: http://bit.ly/rivista3-2016 può prendere visione delle ultime notizie dal mondo della refrigerazione e del condizionamento

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Speciale controllo delle fughe di refrigerante

Linee guida per la scelta del sistema di rilevazione perdite adatto all’applicazione MAURIZIO RONCORONI, NICCOLÒ RONCORONI TDM

TECNICHE DI MISURA Tecnologie per misurare o rilevare la presenza di gas I sistemi di misura più comunemente utilizzati per il rilevamento di gas sono i sensori a semiconduttore, elettrochimici, catalitici e a raggi infrarossi. I vari sistemi hanno differenti vantaggi e svantaggi sia di carattere tecnico sia economico.

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Campi di misura Il seguente grafico fornisce una sintesi delle varie tecniche di misurazione per le varie concentrazioni di gas.

venire perdite di gas in atmosfera. • Un impianto con carica di gas > 500 ton equivalenti di CO2 necessita di visite periodiche ogni 6 mesi e di un Sistema Fisso di Rilevazione Perdite (obbligatorio). ESTRATTO DALLA NORMA F-Gas 517/2014 Informazioni destinate al personale tecnico e agli utenti di apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti gas fluorurati a effetto serra (Gennaio 2015)

Sommario: La scelta della tecnologia di misura dipende da diversi aspetti. La tabella e il grafico qui sopra forniscono alcuni consigli generali basati sulla gamma di prodotti presenti sul mercato. La scelta del sistema dipende sostanzialmente dall’applicazione e dal rapporto qualità/prezzo che deve essere adeguato al fine: dimensioni, tipologia, pericolosità dell’impianto, ecc ecc. Ogni applicazione deve essere valutata con cura tenendo in considerazione tutti gli aspetti che abbiamo descritto nella Linea Guida. Ricordiamo che la responsabilità dell’impianto è sempre del proprietario ma diventa doveroso per lo specialista (tecnico frigorista e del condizionamento) informare il proprio cliente sugli sviluppi delle normative e sugli obblighi che ne derivano. INFORMAZIONI PRATICHE Nelle pagine successive abbiamo inserito una serie di informazioni pratiche che aiuteranno il lettore a meglio comprendere: • perché adottare un sistema di rilevazione fughe gas refrigerante, • come sceglierlo, • come dimensionarlo, • dove installarlo, • come installarlo, • come gestirlo. Oggi non basta dimostrare la propria capacità nella progettazione, manutenzione e installazione dell’impianto, bisogna diventare consulenti del proprio Cliente a 360°: • sulla gestione dell’impianto stesso,

• per il rispetto delle norme, • per un piano di risparmio energetico, • per risparmiare denaro .., una perdita di gas equivale ad un costo per la conseguente ricarica! Lo sapevate che…

• L’impatto sull’ambiente di 1kg di R404A liberato in atmosfera equivale agli scarichi di un autovettura che percorre oltre 15.000 km. • Il 15% di perdita di gas refrigerante equivale ad un incremento del 100% dei consumi di energia dell’impianto stesso.

• La normativa F-Gas stabilisce che chiunque gestisca un impianto di refrigerazione o di condizionamento d’aria è legalmente obbligato a pre-

5.4. Contenimento con i sistemi di rilevamento delle perdite Con “sistema di rilevamento delle perdite” si intende un dispositivo tarato meccanico, elettrico o elettronico per il rilevamento delle perdite di gas fluorurati a effetto serra che avverte l’operatore in caso di perdita. Le apparecchiature contenenti gas fluorurati in quantità pari o superiori a 500 tonnellate di CO2 equivalente devono essere dotate di un sistema di rilevamento delle perdite di questo tipo. I sistemi di rilevamento delle perdite devono essere controllati almeno una volta ogni dodici mesi per accertarne il corretto funzionamento. I sistemi di rilevamento delle perdite non sono obbligatori per le apparecchiature di refrigerazione installate su impianti mobili, quali gli autocarri e i rimorchi o per i sistemi mobili di condizionamento d’aria. Nel selezionare la tecnologia appropriata e il punto in cui installare il sistema di rilevamento, l’operatore deve tenere conto di tutti i parametri che potrebbero influire sull’efficacia del sistema, al fine di garantire che il sistema installato rilevi le perdite e avverta l’operatore. Tra detti parametri possono rientrare il tipo di apparecchiatura, il punto in cui è installato e l’eventuale presenza di altri agenti contaminanti nel locale. A titolo di orientamento generale è opportuno installare, se del caso, nella sala macchine o, qualora non ve ne sia una, il più vicino possibile al compressore o alle valvole di sicurezza, sistemi di rilevamento delle perdite che verifichino la presenza di gas fluo-

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REGOLAMENTO F-Gas: Il Consiglio Europeo approva regole più stringenti a partire dal 1 Gennaio 2015

rurati nell’aria e che abbiano una sensibilità tale da permettere un rilevamento efficace delle perdite. Se del caso, possono essere utilizzati anche altri sistemi, tra cui sistemi di rilevamento delle perdite mediante l’analisi elettronica del livello dei liquidi

o di altri dati. Si devono prendere in considerazione, in particolare, la norma EN 378, le altre norme cui questa ultima fa riferimento, nonché i regolamenti nazionali. Ogni presunzione di perdita di gas fluorurati indicata dal sistema fisso di

rilevamento delle perdite viene verificata con un controllo del sistema (sezione 5.3), al fine di individuare e, se del caso, riparare la perdita. Anche gli operatori di applicazioni che contengono gas fluorurati in quantità inferiori a 500 tonnellate di CO2 equivalente possono installare un sistema di rilevamento delle perdite. Le apparecchiature dotate di sistemi di rilevamento delle perdite, correttamente in funzione, devono essere sottoposte a controlli delle perdite a una frequenza inferiore. Formula per il calcolo della CO2 equivalente

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APPLICAZIONI

Centrali frigorifere a terra o bordo nave.

Palazzetti del ghiaccio e magazzini stoccaggio frutta.

Condizionamento aria e banchi frigo nei supermercati. Sistema di rilevazione con sensori remoti Atex di tipo elettrochimico per tossicitĂ NH3 oppure catalitico per esplosivitĂ HC e NH3

Sensori con trasmettitore elettronico incorporato. Non necessitano di unitĂ di controllo a quadro.

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INSTALLAZIONE

Sistema di rilevazione con Centralina di controllo e sensori remoti a semiconduttore per HCFC oppure IR per CO2

NH3 : H1 = 20 cm dal soffitto HFC : H3 = 20 cm da terra

Centrale frigorifera, installazione in ambiente e su valvola di sfiato.

Sistema di rilevazione con Centralina multicanale (fino a 16 punti di prelievo) di tipo aspirato con sensore IR per NH3, HCFC, HC e CO2

Centrale di rilevazione di tipo aspirato con sensore IR – tipico di installazione.

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Centralina multigas da 2 a 6 canali.


Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Ricevitore di liquido: un salvagente di emergenza in soccorso del condensatore 192ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI

CENTONOVANTUNESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 18 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2016, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

Introduzione Il ricevitore di liquido è un componente che non è presente in tutti i circuiti frigoriferi. Questo anche se esso svolge una molteplicità di funzioni, tutte molto importanti per stabilizzare il comportamento frigorifero dell’impianto. Specialmente per la valvola d’espansione, di cui costituisce un valido rifornimento per l’approvvigionamento del liquido, ma soprattutto per il condensatore che, se accoppiato ad esso, riesce a neutralizzare con disinvoltura eventuali cause perturbatrici del normale funzionamento. Tuttavia c’è un proble-

ma abbastanza serio ed importante che porta alla necessità di avere dimensioni del ricevitore sempre più contenute. Caratteristiche e funzioni del ricevitore Come si può vedere dallo schema di figura 1, il ricevitore di liquido si trova posizionato dopo il condensatore dato che deve raccogliere il liquido in sovrabbondanza appena condensato, e prima della valvola d’espansione, in modo da risultare per essa un serbatoio di liquido da cui attingere quando

Figura 1. Localizzazione del ricevitore di liquido in un circuito frigorifero.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

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è necessario alimentare maggiormente l’evaporatore. In sostanza esso garantisce sempre una sufficiente alimentazione della valvola d’espansione anche al repentino variare del carico termico dell’evaporatore e del differenziale tra la pressione di condensazione e di evaporazione. Nella realtà, a seconda del tipo di circuito frigorifero, tra il ricevitore e la valvola possiamo trovare altri componenti, come il filtro disidratatore, il vetrospia del liquido, eventuali elettrovalvole, rubinetti, ecc. La sua funzione non si esaurisce solamente nel raccogliere il refrigerante in sovrappiù quando la richiesta di freddo dell’utenza diminuisce. Infatti, un ulteriore importante compito del ricevitore è quello di impedire che eventuali tracce di vapore giungano alla valvola d’espansione, cosa che provocherebbe un rallentamento del flusso di refrigerante verso l’evaporatore. In sostanza possiamo dire, quindi, che il ricevitore funge da trappola per gli incondensabili: taluni modelli possono venire anche dotati di una valvola per lo spurgo degli stessi. La temperatura del liquido che viene immagazzinato nel ricevitore risulta essere prossima a quella di condensazione cioè, a seconda della tipologia di impianto, di circa 10 °C superiore a quella dell’aria di raffreddamento del condensatore. Sostando nel ricevitore, tale liquido ha la possibilità di raffreddarsi ulteriormente, presentando per l’appunto una temperatura superiore a quella dell’aria che lambisce le pareti esterne del ricevitore. Tale importante processo, il

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Figura 2. Ricevitore di liquido verticale.

sottoraffreddamento, risulta essere di grande rilevanza dal punto di vista del miglioramento dell’efficienza frigorifera dell’intero impianto e non deve quindi essere sottovalutato. La scelta del ricevitore di liquido va fatta in funzione della grandezza dell’impianto e della sua carica di refrigerante. Un sostegno per il condensatore Oltre ai ruoli “istituzionali” che sono stati sopra evidenziati, il ricevitore è in grado di svolgere altri importanti funzioni che permettono, quando ne capita l’occasione, di far funzionare in manie-

ra migliore il condensatore. Tanto per chiarirci possiamo portare l’esempio di una circolazione del refrigerante rallentata all’interno del circuito. Facciamo il caso di una ventola dell’evaporatore che si ferma e che quindi comporta un peggioramento del calore scambiato. Tralasciando gli effetti negativi che si hanno sulla resa frigorifera del circuito, possiamo pensare che la pressione di evaporazione tenda a scendere e che la valvola d’espansione tenda a chiudere, dato che il liquido nell’evaporatore non riesce più ad evaporare in maniera ottimale. Si crea, di conseguenza, una sovrabbondanza di liquido nell’alta pressione, visto che il transito verso la bassa pressione è impedito. Dove va stoccato tutto questo liquido? Normalmente nel condensatore, dato che sulla parte di alta pressione non ci sono altri componenti in grado di contenere liquido in più oltre a quello che già normalmente contengono. Le serpentine del condensatore, invece, sono in grado di ospitare il liquido sovrabbondante, basta far “scansare un po’ più in là” il vapore che si deve condensare. In maniera molto ospitale il vapore si fa piccolo-piccolo e lascia un po’ di spazio al liquido. Però, così facendo, la pressione del vapore sale e così siamo costretti a condensare a


pressioni più elevate, in misura più o meno evidente a seconda del caso specifico. Non è buona cosa, questa. Se è presente il ricevitore di liquido, invece, le cose cambiano. Anche il ricevitore, infatti, normalmente non è completamente riempito dal liquido (vedi figura 2). Nella sua parte superiore si ha la presenza di vapore che ivi ristagna fino a quando non si verificano le condizioni per condensare e diventare anch’esso liquido. La quantità di vapore presente è in misura variabile a seconda delle condizioni di funzionamento specifiche del circuito. Ma questo poco importa. Ciò che interessa, invece, è che, nel caso ci sia la necessità di “parcheggiare” il liquido in sovrabbondanza che non riesce a fluire attraverso la valvola d’espansione chiusa, esso offre un’ospitalità che torna quanto mai utile dato che disimpegna il condensatore dal farlo. In sostanza lo scambiatore di calore può continuare a funzionare in regime quasi consueto, senza che si

verifichino significativi aumenti della pressione di condensazione. Questa è buona cosa. Carica di refrigerante L’esempio appena descritto mostra quale può essere l’utilità del ricevitore di liquido nel controbilanciare una situazione negativa che si può creare durante il funzionamento di un impianto frigorifero: ovviamente il problema della ventola dell’evaporatore guasta non viene risolto, così come non vengono risolti tutti i problemi conseguenti e che si riflettono sull’evaporatore stesso (brinatura, mancata produzione di freddo, ecc). Almeno, però, l’altro scambiatore del circuito, il condensatore, non viene interessato, se non minimamente dalla situazione contingente e non porta ad avere ulteriori problematiche di funzionamento. Non sempre, però, il ricevitore di liquido è presente in un circuito. Anzi, alcune teorie progettuali sono portate

ad eliminarne o limitarne il più possibile la sua presenza. Questo perché l’installazione del ricevitore richiede di aumentare in maniera abbastanza cospicua la carica di refrigerante del circuito. Sempre a titolo di esempio, se supponiamo che un ricevitore debba poter contenere una quantità di refrigerante molto prossima alla carica totale del circuito, ben si capisce come il suo volume interno non debba scendere al di sotto di certi valori. Tale volume deve essere riempito con del refrigerante liquido. Se vogliamo limitare il più possibile la carica di un circuito, la presenza del ricevitore non si sposa bene con tale obiettivo. D’altra parte il problema ambientale connesso all’utilizzo dei refrigeranti attualmente in uso (i refrigeranti fluorurati) spinge proprio nella direzione di una minimizzazione della quantità di refrigerante da utilizzare. ● È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

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GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centocinquantaseiesima) Sedicesimo anno

A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI

Dew point: Locuzione inglese che indica la temperatura di inizio condensazione di un refrigerante allo stato gassoso non puro (miscela zeotropa). Per tali fluidi questo valore risulta diverso dal bubble-point. Il dew point viene tradotto in italiano come temperatura di rugiada. Filtro disidratatore: Componente frigorifero che viene installato sulla tubazione del liquido, dopo il ricevitore di liquido e prima della spia-indicatrice di umidità. Le principali funzioni svolte da un filtro sono quelle di deumidificazione, di deacidificazione e di filtrazione meccanica del refrigerante. L’azione disidratante o deumidificante ha lo scopo di eliminare l’umidità presente nel circuito, che può essere rimasta all’interno dell’impianto a causa di una non perfetta esecuzione del vuoto o per una contaminazione dell’olio di tipo sintetico o per errate manovre di collegamento al circuito frigorifero, mediante le tubazioni flessibili, da parte del tecnico frigorista. L’azione meccanica consiste nel fermare tutte le impurità solide in circolo nell’impianto, come ad esempio gli sfridi di rame che derivano dal taglio delle tubazioni. L’azione deacidificante del filtro tende ad eliminare la presenza di eventuali sostanze acide che si sono inopportunamente formate all’interno del circuito frigorifero. I materiali che

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svolgono tali azioni, all’interno del corpo del filtro, possono trovarsi sotto forma di granuli sciolti o di cartuccia solida. Le sostanze che compongono il materiale filtrante possono essere costituite da gel di silice, allumina attivata o setacci molecolari. L’azione filtrante di tipo meccanico viene svolta da due reti a maglie collocate all’ingresso ed all’uscita del filtro. Quest’ultimo risulta avere maglie più sottili di quelle del filtro d’ingresso. Nei piccoli impianti frigoriferi vengono di solito utilizzati filtri in rame, che possono essere a due vie o a tre vie, per permettere di collegarsi al circuito sul lato di alta pressione. Nei filtri impiegati negli impianti commerciali, il filtro è generalmente provvisto di attacchi con bocchettone, anche se non mancano le versioni a saldare. Lockring, giunto: Particolare dispositivo di connessione delle tubazioni frigorifere che non prevede né la cartellatura, né la saldobrasatura. Esso si compone di un breve tratto di tubazione ai cui estremi opposti vengono montati due anelli che accolgono le due tubazioni da collegare. Mediante opportune ganasce i due anelli Lockring vengono chiusi in modo da assicurare la tenuta tra le due estremità collegate. Tale tipo di giunzione è particolarmente idonea per i circuiti frigoriferi degli impianti che utilizzano come refrigerante fluidi infiammabili, per i quali è consigliabile non fare utilizzo di fiamme per realizzare le giunzioni tra le tubazioni. Pressostato: Dispositivo elettrico in grado di aprire, chiudere o deviare un contatto elettrico in base al valore di una pressione rilevata tramite un capillare. Può venire utilizzato come dispositivo di sicurezza in un impianto frigorifero o come dispositivo di controllo e regolazione. Può essere di bassa o di alta pressione. Sonda geotermica: Scambiatore di calore installato in una perforazione, scavo o una trincea appositamente realizzati nel sottosuolo, costituito da un circuito chiuso di tubazioni

all’interno del quale viene fatto circolare un fluido che permette di scambiare energia con il sottosuolo direttamente o attraverso una pompa di calore (Regolamento regione Lombardia). Tunnel a funzionamento continuo: Tipologia di impianti che permettono di congelare i prodotti alimentari facendoli lambire da aria molto fredda, solitamente a temperature attorno a -40 °C. I prodotti vengono introdotti nel tunnel mediante appositi carrelli che scorrono in maniera meccanizzata su appositi binari. A seconda del tempo di congelamento richiesto dal prodotto i carrelli seguono percorsi diversi all’interno del tunnel. Umidità relativa: Quantità di vapore acqueo presente in un dato volume di aria secca rapportato alla massima quantità che può essere contenuta in essa. L’umidità relativa dipende dalla temperatura a cui si trova l’aria. Si esprime solitamente in percentuale. Vapore surriscaldato: Vapore che si trova ad una temperatura superiore alla temperatura di saturazione a cui è stato prodotto, alla medesima pressione. Per portare un vapore allo stato surriscaldato è sufficiente continuare a riscaldarlo dopo che tutto il liquido da cui proviene è stato fatto evaporare. In un vapore surriscaldato si è certi dell’assenza di goccioline di liquido. Tale fatto viene impiegato negli impianti frigoriferi per cautelarsi dal fatto che del refrigerante allo stato liquido possa essere aspirato dall’evaporatore verso il compressore, causando gravi danni a quest’ultimo. Il calore necessario a surriscaldare un vapore è di tipo sensibile per cui, dal punto di vista frigorifero, la sua sottrazione non contribuisce in maniera significativa ad abbassare la temperatura del locale raffrescato. ●

Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.


I gas refrigeranti alternativi DuPont® Opteon® Ridurre le emissioni di “gas serra” oggi è semplice e possibile, senza cambiare tecnologia ed in sicurezza

Opteon® XP10

Opteon® XP40

Opteon® XP44

R-513A

R-449A

R-452A

GWP

631

1.397

2.141

CLASSE

A1

A1

A1

SOSTITUISCE

R-134a

R-404A, R-507

R-404A, R-507

APPLICAZIONI

Refrigerazione TN, Chiller

Refrigerazione BT

Trasporti refrigerati

Capacità frigorifera superiore al R-134a e COP simile

Efficienza energetica superiore al R-404A ed R-507

Efficienza energetica e temperature di scarico simili a quelle con R-404A ed R-507

REFRIGERANTE N° ASHRAE

NOTE

Rivoira Refrigerants S.r.l. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 sales.rivoira.refrigerants@praxair.com

Il Regolamento Europeo F-Gas n°517/2014 richiede di abbandonare rapidamente l’uso dei gas refrigeranti ad elevato GWP (indice di “Riscaldamento Globale”). I primi gas ad essere eliminati saranno quelli con GWP>2500, come i refrigeranti per le basse temperature R-404A ed R-507. Le alternative sono ora disponibili: i gas DuPont Opteon® sono refrigeranti a base di HFO, a basso GWP, che possono essere utilizzati in sicurezza (classe A1 = non infiammabili e non tossici) negli impianti di refrigerazione tradizionali. Rivoira Refrigerants è a disposizione per qualsiasi informazione sui prodotti e per un supporto tecnico al fine di facilitare la transizione verso i nuovi refrigeranti Opteon®.

* il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato.

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